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quaderni
italiani
di musicoterapia

musica &
terapia
A.N.F.F.A.S.

sezione di Genova
n. 1 gennaio 2000
Associazione Professionale

Italiana Musicoterapeuti

www.psmusic.com/apim.htm

anno 00

1
n u m e r o
Malattia
di Alzheimer
e terapia musicale

L’utilizzo della
q u e s t o

Musicoterapia
nell’AIDS

L’intervento
i n

Musicoterapico
nella riabilitazzione
di pazienti
post comatosi

00
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S e g re t e r i a d i re d a z i o n e : Ferruccio Demaestri • C.so Don Orione 7, 15052 Casalnoceto (AL) tel. 0131/809407
musica & terapia
numero

1
direttore editoriale
Gerardo Manarolo

comitato di redazione
Claudio Bonanomi
Massimo Borghesi
Ferruccio Demaestri
Agostino Pigna
Alfredo Raglio
Andrea Ricciotti

segreteria di redazione
Ferruccio Demaestri

comitato scientifico
Rolando O. Benenzon
Università San Salvador,
Buenos Aires, Argentina
Leslie Bunt
Università di Bristol,
Gran Bretagna
Giovanni Del Puente
Sez. di Musicoterapia, Dip. di Scienze Psichiatriche
Università di Genova

Gian Luigi di Franco


Docente a contratto, Università di Napoli
Denis Gaita
Psichiatra, Psicoanalista, Milano
Roberta Gatti
Direttore Sanitario A.N.F.F.A.S., Sez. di Genova
Franco Giberti
Psichiatra, Psicoanalista,
Università di Genova
Edith Lecourt
Università Parigi V,
Sorbonne, Francia
Giandomenico Montinari
Psichiatra, Psicoterapeuta, Genova
Pier Luigi Postacchini
Psichiatra, Neuropsichiatra
Infantile, Psicoterapeuta, Bologna
Oskar Schindler
Ordinario di Foniatria,
Università di Torino
Frauke Schwaiblmair
Istituto di Pediatria Sociale
e Medicina Infantile,
Università di Monaco, Germania
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sommario
numero pag 1

1
Editoriale
pag 2
Malattia di Alzheimer e
Terapia Musicale
Giuseppe Porzionato

pag 10
L’utilizzo della
Musicoterapia nell’AIDS
Andrea Ricciotti

pag 22
L’intervento musicoterapico
nella riabilitazione dei
pazienti post-comatosi
Rita Meschini

pag 27
Musicoterapia
e demenza senile
Francesco Delicato

pag 39
Musicoterapia
e AIDS
Roberto Ghiozzi

pag 46
Musicoterapia in un
Servizio Residenziale per
soggetti Alzheimer
Manuela Picozzi, Denis Gaita, Lia
Redaelli

pag 50
Recensioni
Edizioni Cosmopolis pag 52
Corso Peschiera 320 Notiziario
10139 Torino
011 710209
pag 56
Articoli pubblicati
progetto grafico
sui numeri precedenti
Harta Design, Genova
Paola Grassi pag 58
Roberto Rossini Norme redazionali
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editoriale
Musica et Terapia si presenta con una nuova veste e con
un maggior numero di pagine. Rimane invariata la fre-
quenza semestrale. Ci auguriamo che questo rinnovamen-
to sia seguito da una crescente diffusione della nostra
rivista, da nuove collaborazioni e da sempre più qualifica-
ti contributi teorici ed esperienziali.
Il primo numero del 2000 ospita parte delle relazioni pre-
sentate all'ultimo seminario Apim "L’estremo Musico-
terapico", tenutosi a Rimini il 15-16 Maggio ‘99 (la rela-
zione del Dr. Scarso e del Dr. Emanuelli “La stimolazione
sonoro-musicale in pazienti in stato di coma post trau-
matico” è stata pubblicata in "Musicoterapia, metodolo-
gie, ricerche cliniche, interventi", Centro Scientifico
Editore, mentre quella del Dr. Maranto “La musica allunga
la vita?” è apparsa in Musica et Terapia, VII (1),1999).
I quaderni si aprono con la relazione di Giuseppe
Porzionato che dopo aver illustrato le ipotesi eziopatoge-
netiche del Morbo di Alzheimer, le principali manifesta-
zioni cliniche e le modalità di trattamento, evidenzia
potenzialità e prospettive dell'approccio musicoterapico.
Andrea Ricciotti affronta poi il tema dell' A.I.D.S.
Nel suo contributo, coinvolgente e ricco di rimandi lette-
rari, precisa come la musicoterapia possa svolgere una
funzione preventiva (terziaria) migliorando le condizioni
intrapsichiche ed extrapsichiche del pz; la musica e le
relazioni che si possono instaurare con essa e attraverso di
essa rievocano affetti, desideri, ricordi. Queste presenze
nostalgiche possono connotarsi di valenze consolatorie.
Un diverso ambito clinico, anch'esso però situato tra la
vita e la morte, è affrontato da Rita Meschini. Il suo arti-
colo descrive infatti un'esperienza condotta con pazienti
post-comatosi. Francesco Delicati torna a trattare la
Malattia di Alzheimer, illustrando un'interessante ricerca
(condotta in collaborazione con l'Associazione Malati
Alzheimer e Telefono Alzheimer e l'Istituto di Gerontologia
e Geriatria, diretto dal Prof. Umberto Senin), mentre
Roberto Ghiozzi ci parla della sua esperienza "in prima
Gerardo Manarolo

linea" con pazienti sieropositivi e in A.I.D.S. conclamato.


L'intensità delle sue descrizioni cliniche si commenta da
sola. L'ultimo contributo, di Manuela Picozzi, Denis Gaita
e Lia Redaelli presenta le possibili applicazioni di un test
proiettivo di tipo musicale (il Melotest) in ambito geriatrico. 1
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Malattia

Giuseppe Porzionato, Docente di Psicologia generale e della personalità presso la Facoltà di Psicologia dell Università di Padova.
di Alzheimer
e terapia LA MALATTIA DI ALZHEIMER

musicale Introduzione e storia


La malattia (o morbo) di Alzheimer è una gra-
duale degenerazione dei neuroni cerebrali.
Assieme alla malattia di Pick (che è caratterizza-
ta da una prevalente atrofia a livello dei lobi
frontali e dei poli temporali) è classificata nella
categoria delle demenze primitive che si distin-
guono, a loro volta, dalla più ampia categoria
delle demenze secondarie, di cui fanno parte, tra
le altre il morbo di Parkinson e il morbo di
Creutzfeldt-Jacob (l’ormai famoso morbo della
mucca pazza).
La malattia A differenza della vecchia distinzione tra una
(o morbo) forma presenile e una senile della malattia, oggi
si tende a distinguere due tipi della malattia di
di Alzheimer Alzheimer: il primo è osservabile dopo i 70 anni
è una graduale ed è caratterizzato da un declino cognitivo meno
grave e con minori alterazioni biochimiche del
degenerazione secondo tipo, a insorgenza più precoce, ma
dei neuroni molto più devastante (Amaducci, Bruno, Lippi,
1990).
cerebrali. Assieme La malattia di Alzheimer è stata descritta per la
alla malattia di prima volta dal neuropatologo e neuropsichiatra
tedesco Alois Alzheimer [1864-1915] che, all’au-
Pick (che è topsia, riscontrò nel cervello di una donna di 52
caratterizzata anni affetta da una grave forma di demenza
oltre a numerose placche senili, già note ai neu-
da una prevalente ropatologi del tempo, anche una degenerazione
atrofia a livello di neurofilamenti (proteine che, assieme ai
microtubuli e ai microfilamenti, concorrono a
dei lobi frontali formare il citoscheletro dei neuroni).
e dei poli Ai tempi di Alzheimer la malattia era abbastanza
rara, ma con il prolungamento della vita e con
temporali) l’avvento di metodi diagnostici più sofisticati
è classificata oggi si calcola che le demenze, in generale, col-
piscano fino al 10 per cento della popolazione
nella categoria sopra i 65 anni e il 30 per cento della popolazio-
delle demenze ne sopra gli 80 anni. Di esse, la malattia di
Alzheimer è responsabile di circa il 50-70 per
2 primitive cento dei casi.
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La maggior parte
delle ricerche
Aspetti del declino
cognitivo
sulla malattia gale e si sentono perse-
guitati.
Nella progressione della di Alzheimer si basa Circa il 25 per cento dei
malattia di Alzheimer si
possono riconoscere tre
su sei diversi modelli pazienti con malattia
di Alzheimer hanno
fasi. Inizialmente si ha allucinazioni, solita-
perdita di memoria, mente di tipo visivo, e
soprattutto quella a breve termine, e dell’orien- nel 40 per cento dei casi manifestano ansia e
tamento. In questa prima frase, che dura due-tre depressione. Quest’ultima può essere difficilmen-
anni, i pazienti cominciano ad avere problemi te distinta dalla stato di apatia connesso diretta-
nell’eseguire le normali azioni della vita quoti- mente con la malattia. Altri ricercatori (Gormley,
diana: non si ricordano se hanno chiuso il gas o Rizwan, Lovestone, 1997) hanno dimostrato che
se hanno chiuso a chiave la porta di casa; hanno le idee deliranti connesse con la malattia rendo-
qualche problema a vestirsi e a cucinare; fanno no questi pazienti particolarmente aggressivi.
fatica a nominare gli oggetti familiari, a trovare
la parola giusta e a fare i conti. Nonostante ciò Ipotesi eziologiche
continuano a stare bene e non manifestano alte- Attualmente, la maggior parte delle ricerche
razioni neurologiche evidenti. sulla malattia di Alzheimer si basa su sei diversi
Nella seconda fase, ai sintomi citati si aggiunge modelli, e questo la dice lunga su quanto si
un progressivo deterioramento del linguaggio. conosce sulla sua eziologia. Riassumendo l’espo-
Esso tende ad essere vago e caratterizzato dal- sizione che ne fa Wurtman (1985), il primo è il
l’eccessivo uso di frasi automatiche e di clichés. modello genetico. Si è notato che in alcune
Le abilità visuo-spaziali si deteriorano, il pazien- famiglie l’incidenza della malattia di Alzheimer è
te può presentare attacchi epilettici e non essere insolitamente elevata. Una tipica malattia gene-
più in grado di riconoscere il viso dei famigliari. tica è dovuta a un errore del metabolismo oppu-
La terza fase, che si manifesta dopo altri 2-3 re a una anomalia cromosomica. Questo modello
anni, è caratterizzata dalla perdita delle funzioni è sostenuto dal fatto che quasi tutte le persone
cognitive: si ha la perdita completa della memo- affette da sindrome di Down sono colpite, attor-
ria e delle capacità intellettuali. no ai 40 anni, dalla malattia di Alzheimer. Contro
il modello, invece, sta il fatto che non sono stati
Modificazioni comportamentali ancora identificati né una proteina anomala né
I sintomi comportamentali sono un problema un cromosoma alterato.
importante ma spesso trascurato nella malattia Il secondo è il modello della proteine anomale.
di Alzheimer. Essi producono molto più stress Dal punto di vista anatomopatologico la malattia
nelle persone che si devono prendere cura delle di Alzheimer è associata a tre strutture proteiche
disfunzioni cognitive dei pazienti (Goldmacher, anomale: a) la degenerazione neurofibrillare nel
Whitehome, 1996). I pazienti mostrano frequen- citoscheletro dei neuroni; b) un abnorme accu-
temente una diminuzione dell’emotività, un mulo nel tessuto nervoso di masse ricche di pro-
incremento dell’ostinazione, una diminuzione teine chiamate sostanza amiloide, quest’ultima è
dell’iniziativa e diventano fortemente sospettosi. presente in grande quantità nel cervello di sog-
Manifestano, inoltre, atteggiamenti paranoidi: getti con malattia di Alzheimer e si evidenzia o
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accusano le persone di furto, di infedeltà coniu- come deposito all’interno dei vasi sanguigni
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oppure come componente delle placche neuriti- Il quinto è il modello del flusso ematico. Nella
che; c) queste ultime sono la terza struttura pro- malattia di Alzheimer il flusso sanguigno e il con-
teica anomala, sono abbondanti nella corteccia sumo di ossigeno cerebrale diminuiscono di circa
cerebrale, nell’ippocampo e nell’amigdala. Più il 30 per cento rispetto a ciò che avviene nelle
placche sono presenti più la malattia è grave. Le persone anziane non affette da demenza. Le
placche sono localizzate in aree che contengono maggiori riduzioni sono rilevabili nei lobi frontali
gli assoni e le terminazioni dei neuroni e non i loro e parietali della corteccia cerebrale. Il problema di
corpi cellulari. Ciò significa che le cellule nervose fondo è se questa ridotta capacità del cervello di
non possono scambiarsi i messaggi elettrochimici. produrre energia chimica è una causa o un effet-
Il terzo è il modello dell’agente infettivo. Si è to del danno provocato dalla malattia mentale.
osservato che nelle pecore e nelle capre si mani- L’ultimo è il modello dell’acetilcolina. Diversi
festa un infezione biochimicamente silente (cioè autori hanno scoperto che nell’ippocampo e nella
priva di febbre e di globuli bianchi, che farebbe- corteccia cerebrale di pazienti colpiti da malattia
ro supporre un infezione cerebrale) chiamata di Alzheimer i livelli di un enzima (la colinacetil-
scrapie che ha molti sintomi in comune con la transferasi) che catalizza la sintesi dell’acetilcoli-
malattia di Alzheimer. Anche il morbo di na (un importante neurotrasmettitore) è ridotto
Creutzfeldt-Jacob (quello della mucca pazza) si del 90 per cento. Questa marcata alterazione bio-
comporta allo stesso modo. Si pensa che gli agen- chimica spiegherebbe il principale sintomo della
ti infettivi siano sostanze che non contengono, a malattia: la perdita di memoria. Questo indizio
differenza dei virus, né DNA né RNA. Sono parti- sembra particolarmente rilevante, perché porta a
celle proteiche chiamate prioni e sono state iso- ipotizzare che alcuni deficit cognitivi della malat-
late nel cervello di una pecora affetta da scrapie. tia di Alzheimer siano la conseguenza di una
La debolezza del modello sta nel fatto che se la riduzione nella trasmissione degli impulsi nervosi
causa della malattia fosse un agente infettivo mediati dall’acetilcolina.
esso dovrebbe essere facilmente trasmissibile ad
animali da laboratorio, ma finora i risultati si Terapie farmacologiche
sono dimostrati infruttuosi. Le attuali terapie farmacologiche sono tutte
Il quarto è il modello della tossina. Alcuni ricer- orientate a contrastare l’inarrestabile progressio-
catori ritengono che i sali di alluminio possano ne del quadro clinico. Preso atto della severa
contribuire allo sviluppo della malattia di compromissione del sistema colinergico (il sesto
Alzheimer. L’iniezione di sali di alluminio in coni- modello che abbiamo considerato) i ricercatori si
gli o in gatti (ma non in ratti o scimmie) provoca sono orientati alla ricerca e alla sperimentazione
una degenerazione neurofibrillare. Il tipo di dege- clinica di farmaci che siano in grado di ristabilire
nerazione indotta nei conigli e nei gatti possiede gli equilibri biochimici perduti.
però filamenti a catena singola, mentre nella Le complesse modificazioni metabolico-energeti-
malattia di Alzheimer i filamenti sono appaiati ad che che sono state rilevate a carico del sistema
elica; essa inoltre compare in zone del sistema nervoso centrale (si veda il quinto modello che
nervoso che non sono colpite dalla malattia. È abbiamo considerato) hanno suggerito l’uso tera-
probabile quindi che la tossina si formi dopo che peutico di sostanze, come la L-acetilcarnetina,
si sono instaurati processi di degenerazione neu- che sembrano in grado di ristabilire l’equilibrio
rofibrillare. biochimico della cellule nervose. Altri farmaci,
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come la fosfatidilserina, hanno dimostrato di dalla Palmer (1977) in un istituto privato, la


avere proprietà trofico-rigenerative nei confron- Cedar Lake Home, nel Wisconsin. Il programma ha
ti delle membrane delle cellule nervose. Sono coinvolto 380 residenti. Di questi, 130 erano
invece scarsamente tollerati sedativi e ansiolitici autosufficienti, 122 avevano bisogno di un assi-
e i farmaci antipsicotici sono usati soltanto se si stenza più o meno costante, i rimanenti 122
manifestano episodi di agitazione psicomotoria. erano classificati come confusi, disorientati, arte-
Anche il fattore di crescita neuronale scoperto da riosclerotici. Peccato che l’indagine non abbia
Rita Levi Montalcini (il NGF), che dovrebbe pro- individuato specifiche patologie o specifici com-
muovere la vitalità neuronale e l’integrità delle portamenti da studiare attraverso un protocollo
sinapsi non sembra avere ottenuto particolare metodologicamente controllabile. Si rimane, così,
successo nel migliorare il danno cerebrale osser- al livello delle buone intenzioni.
vato nei pazienti con malattia di Alzheimer Un esperienza più controllata è stata invece rea-
(Spillantini, 1999). lizzata, di recente, da Maranto e Porzionato
(1999) i quali hanno selezionato, da una popola-
LA TERAPIA MUSICALE COME COADIUVANTE zione di 667 anziani non autosufficienti di una
NELLA CURA DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER struttura residenziale privata, 90 soggetti che
sono stati divisi in 18 gruppi di cinque soggetti.
Musicoterapia e demenze Due soggetti di ciascun gruppo possedevano
Senza risalire ai Greci, o agli abusati esempi biblici, buone capacità cognitive, altri due capacità
fin dai tempi della sua fondazione (1950) l’america- cognitive medie, un soggetto era invece forte-
na NAMT (National Association for Music Therapy) mente debilitato. Ogni gruppo ricalcava, in que-
ha considerato con particolare riguardo l’uso della sto modo, l’universo della popolazione considera-
musica in ambito geriatrico (si veda Schneider, ta. Tutti i gruppi sono stati sottoposti, per circa
1960). Molti sono stati i programmi attuati sia in sei mesi, a sedute settimanali di ascolto e di
istituzioni pubbliche che in quelle private. discussione collettiva. I brani musicali erano stati
Liederman (1967) ha, ad esempio, riferito di un scelti in base al gradimento che essi avevano
esperienza compiuta presso la Divisione geriatri- ottenuto nel corso di un indagine preliminare
ca dell’Ospedale di Stato a Pueblo, in Colorado. durata sei mesi. I CD usati contenevano musica
Egli ha anche suggerito dei criteri per la selezio- sinfonica, lirica e popolare. A questi soggetti,
ne dei brani musicali da usare nel corso della definiti regolari, si sono man mano aggiunti, nel
terapia musicale di gruppo: ha trovato partico- corso della ricerca, altri 77 soggetti che seguiva-
larmente utile la musica melodica, con modelli no l’attività in modo meno diretto: ascoltavano la
ritmici brevi e ripetitivi; inoltre, il ritmo dovrebbe musica, ma non erano direttamente coinvolti
essere ben evidenziato, i brani non dovrebbero nella discussione che seguiva l’ascolto di ogni
superare i tre minuti, tra un brano e l’altro non brano. Essi sono stati definiti “spettatori”. Gli altri
dovrebbero passare più di due minuti, i brani, residenti (505) non hanno partecipato all’attività
soprattutto se poco noti, dovrebbero essere spes- musicale, hanno quindi avuto la funzione di
so ripetuti, perché la familiarità incoraggia la gruppo di controllo. A circa un anno di distanza
socializzazione, le sessioni, infine, non dovrebbe- dall’esperienza è stata controllata la percentuale
ro superare i venti minuti. dei decessi. Si è così scoperto che era di circa il
Un ampio programma è stato sviluppato anche 18,8 % nel gruppo dei regolari, del 27,2% nel
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gruppo degli spettatori e ben del 31,4% nel grup- era di caratterizzare questa figura di terapeuta
po di controllo. Si tenga presente che la popola- (un musipsicogerontologo?) e individuare le pra-
zione dei regolari era rappresentativa della popo- tiche musicoterapeutiche che possono rivelarsi
lazione totale e quindi qualcosa deve avere influi- più proficue per questo tipo di pazienti.
to sulla maggiore longevità. Gli autori hanno
concluso che i dati emersi fanno ritenere che la Musicoterapia e malattia di Alzheimer
musica abbia avuto effetti benefici sugli ascolta- Nell’ambito della terapia musicale delle demenze,
tori. Senza volere affermare che la terapia musi- si è assistito in questi ultimi anni a un proliferare
cale sia stata l’unica responsabile del minore indi- di ricerche sull’uso della musica come coadiuvan-
ce di mortalità, bisogna prendere atto che il cam- te nella terapia della malattia di Alzheimer.
biamento dell’umore indotto dalla musica può Recentemente, Forbes (1998) ha svolto una rasse-
stimolare la percezione di benessere in questa gna sistematica sulla letteratura scientifica che si
categoria di soggetti e agire anche sul manteni- è occupata delle strategie di gestione della sinto-
mento delle loro capacità cognitive, oltre che matologia comportamentale connessa con la
sulle condizioni fisiche generali. demenza di Alzheimer. Su 265 pubblicazioni ne
Un’interessante esperienza è stata effettuata ha giudicate rilevanti 45; di esse, però, soltanto 7
dalla Riegler (1980), che ha comparato una tecni- hanno dimostrato di essere metodologicamente
ca nota come orientamento alla realtà (che ineccepibili. Fra le strategie che hanno dimostra-
dovrebbe aiutare i pazienti confusi e disorientati to di migliorare i comportamenti aggressivi, l’in-
a diventare meno confusi, meno introversi e terazione sociale, il saper badare a sé stessi, i
meno apatici) in associazione con e senza back- disturbi sonno-veglia e i deliri vi è anche la tera-
ground musicale. Il gruppo sperimentale era com- pia musicale.
posto da quattro soggetti, come anche il gruppo Smith (1986) ha indagato l’effetto di tre diversi
di controllo. I pazienti del gruppo sperimentale tipi di trattamento sulle funzioni cognitive di
sono stati sottoposti al training di Reality orien- pazienti con malattia di Alzheimer: il primo
tation (RO) due volte alla settimana, nel corso di riguardava dei suggerimenti musicali per miglio-
sedute che duravano circa mezz’ora con associa- rare il ricordo, il secondo dei suggerimenti verba-
to l’ascolto di brani di musica prevalentemente li, il terzo il solo ascolto di musica. I soggetti
classica. Il gruppo di controllo riceveva lo stesso erano 12 donne con un età compresa tra i 71 e i
trattamento ma senza la musica. Dopo otto setti- 92 anni affette da malattia di Alzheimer. Le diffe-
mane di training, il gruppo sperimentale ha renze prima e dopo il trattamento erano misura-
dimostrato un netto miglioramento nelle presta- te attraverso i punteggi a un test (il Mini-Mental
zioni a un questionario che misurava lo stato State Examination). I risultati hanno mostrato
mentale dei pazienti. Si deve però considerare che che il ricordo indotto da suggerimenti musicali e
il campione era troppo limitato per potere fare verbali ha incrementato i punteggi nella subsezio-
inferenze e che non era chiaramente specificata ne del test relativa al linguaggio, ma non le subse-
l’entità della patologia dei soggetti. zioni relative all’orientamento e all’attenzione. La
Più recentemente, Smith e Lige (1991) hanno uti- sola attività di ascolto musicale ha invece signifi-
lizzato un questionario per svolgere un ampia cativamente incrementato il totale dei punteggi.
ricerca su 176 music therapists che lavoravano Questo dato è stato confermato recentemente da
prevalentemente con persone anziane. Lo scopo Foster e Valentine (1998) i quali hanno studiato
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bibliografia
20 pazienti dementi in relazione allo sviluppo di Aldrige D.
ricordi autobiografici e nella prestazione in un Music therapy and the
treatment of Alzheimer’s
compito di vigilanza. Essi hanno trovato che la
disease, Clinical
musica di sottofondo facilita i ricordi autobio- Gerontologist, 16 (1), 1995,
grafici indipendentemente dal fatto che sia pp. 41-57
conosciuta o meno. Ciò indica che la sola musica
di sottofondo comporta dei benefici cognitivi in Amaducci L., Bruno G.,
Lippi A.,
soggetti gravemente menomati.
Le demenze. In A. Agnoli (a
Aldridge (1995) ha osservato che le abilità musi- cura di), Neurologia, Utet,
cali appaiono preservate nonostante il deteriora- Torino, 1989, pp. 1-62.
mento cognitivo dovuto alla malattia di
Alzheimer. La terapia musicale, quindi, può esse- Byrne L.,
Music therapy and
re efficacemente utilizzata nel trattare tali
reminiscence: A case study,
pazienti, oltre che gli anziani in generale. Egli Clinical Gerontologist, 1 (3),
riporta il caso di una paziente di 55 anni che ha 1982, pp. 11-16.
ottenuto un netto miglioramento nella qualità
della vita attraverso sedute di musicoterapia Casby J., Holm M.B.,
The effect of music on
improvvisativa.
repetitive disruptive
Altre ricerche hanno dimostrato come la musi- vocalization of person with
ca può influenzare direttamente le modifica- dementia, America Journal of
zioni comportamentali disadattative dei Occupational Therapy, 48 (10),
pazienti con malattia di Alzheimer. Casby e 1994, pp. 883-889.

Holm (1994), ad esempio, hanno dimostrato


Clark M.E., Lipe A.W.,
che la musica classica e soprattutto quella pre- Bilbrey M.,
ferita dai pazienti (musica operistica e musica Use of music to decrease
spagnola) hanno diminuito significativamente aggressive behavios in people

il numero di vocalizzazioni ripetitive e distur- with dementia, Journal of


Gerontological Nursing, 24
banti di tre pazienti: le due donne sono miglio-
(7), 1998, pp. 10-17.
rate, l’uomo non ha tratto alcun beneficio dal
trattamento. Forbes, D.A.,
Anche i comportamenti aggressivi possono Strategies for managing

migliorare, come hanno mostrato Clark, Lipe e behavioural symptomatology


associted with dementia of
Bilbrey (1998). Essi hanno studiato l’effetto di
the Alzheimer type: a
musica nota su 18 pazienti di età compresa tra i systematic overview, Canadian
55 e i 95 anni con gravi livelli di compromissione Journal of Nursing Research,
cognitiva. La ricerca si è svolta sotto due condi- 30 (2), 1998, pp. 67-86.

zioni: a) veniva trasmessa la musica preferita


Foster N.A., Valentine E.R.,
mentre i soggetti si facevano il bagno; b) non The effect of concurrent
veniva trasmessa la musica. I risultati hanno music on autobiographical
mostrato che durante la condizione in cui era recall in dementia clients,
trasmessa la musica preferita si è manifestato un Musicae Scientiae, II (2),
1998, pp. 143-155. 7
musica terapia
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bibliografia

Geldmacher M.D., decremento di 12 comportamenti aggressivi su


Whitehouse P.J., 15 presi in esame. I soggetti, inoltre, hanno
Evaluation of Dementia, The
mostrato un netto miglioramento nel rapporto
New England Journal of
Medicine, 335 (5), 1996, pp.
con chi si prendeva cura di loro mentre facevano
330-336. il bagno.
Recentemente, molte ricerche si sono focalizzate
Gormley M.R., Rizwan M. sul potere della musica di intensificare le presta-
R., Lovestone S.,
zioni in compiti spaziali e nel ragionamento spa-
Clinical predictors of
aggressive behaviour in
zio-temporale (Rauscher, Shaw e Ky, 1993, 1995;
Alzheimer’s disease, Rauscher et al., 1997). Sembra poi che la musica di
International Journal of Mozart abbia un effetto particolarmente rilevante.
Geriatric Psychiatry, 13, 1998, Una ricerca in proposito è stata condotta da
pp. 109-115.
Johnson, Cotman, Tasaki e Schaw (1998) su una
Johnson J.K., Cotman coppia di gemelli affetti da malattia di Alzheimer.
C.W., Tasaki C.S., I soggetti hanno ascoltato un estratto di una
Enhancement of spatial- Sonata per pianoforte di Mozart (condizione spe-
temporal reasoning after a rimentale). Le condizioni di controllo erano due: il
Mozart listening in
silenzio e l’ascolto di motivi popolari degli anni
Alzheimer’s disease: a case
study, Neurological Research, Trenta. Essi hanno trovato un sensibile aumento
20 (8), 1998, pp. 666-672. della prestazione in compiti di abilità spazio-tem-
porale soltanto nella condizione sperimentale. La
Liederman P.C., loro conclusione è che la musica può essere uti-
Music and rhythm group
lizzata come strumento per indagare la plasticità
therapy for geriatric patients,
Journal of Music Therapy, 4 funzionale cerebrale in relazione alla malattia di
(4), 1967, pp. 126-127. Alzheimer per potere meglio conoscere la patofi-
siologia sottostante.
Lord T.R., Garner J.E.,
Effects of music on Alzheimer
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
patient, Perceptual and
Motor Skills, 76 (2), 1993, pp. Come si può rilevare dalle ricerche considerate, a
451-455. dispetto della gravità della patologia la musica
sembra essere un agente privilegiato nel tenere
Maranto M., Porzionato G.,
viva la plasticità cerebrale, e quindi le funzioni
La musica allunga la vita?
considerazioni sui risultati di
cognitive, di soggetti con malattia di Alzheimer.
un esperienza pilota, Musica & Le due funzioni che sembrano essere maggior-
Terapia, VII (1), 1999, pp. 23-29. mente interessate dalla stimolazione musicale
sono l’umore e il rinvigorimento dei moduli cere-
Palmer M.D.,
brali connessi con la memoria.
Music therapy in a
comprehensive program of
È inoltre interessante il fatto che, spesso, il solo
treatment and rehabilitation ascolto della musica possa dare risultati positivi,
for the geriatric resident, anche se una musicoterapia integrata potrebbe
Journal of Music Therapy, 14 essere ancora più efficace. Riporto, a questo pro-
8 (4), 1977, pp. 190-197.
musica terapia
&
MUSICOTERAPIA 7-03-2001 22:48 Pagina 9

bibliografia
posito, uno studio condotto più di una quindici- Rauscher F.H., Shaw G.L.,
na di anni fa dalla Byrne (1982). La ricercatrice ha Ky K.N.,
studiato il caso di un anziano di 78 anni soffe- Music and spatial task
performance, Nature, 365, p.
rente di una grave forma di depressione. Il
611.
paziente ha partecipato a 7 sessioni di musicote-
rapia di gruppo nel corso delle quali l’ascolto dei Rauscher F.H., Shaw G.L.,
Ky K.N.,
brani musicali era integrato dalla illustrazione
Listening to Mozart enhances
della biografia dell’autore del brano e da un spatial-temporal reasoning:
panorama relativo al contesto storico in cui il era Toward a neurophysiological
vissuto l’autore ed era stato composto il brano. basis, Neuroscience Letters,

Dopo il trattamento, il soggetto ha manifestato un 185, 1995, pp. 44-47.

significativo miglioramento su una scala che misu- Riegler J.,


rava il livello di depressione in soggetti anziani. Comparison of a reality
orientation program for
Gli individui con malattia di Alzheimer sembrano
geriatric patients with and
essere molto sensibili tanto all’eccesso quanto alla without music, Journal of
carenza di un adeguata stimolazione sensoriale; Music Therapy, 17 (1), 1980,
sembrano avere bisogno di regolarità. In persone pp. 26-33.
che hanno perduto le coordinate spazio-tempora- Schneider E.H.,
li del loro esistere, la musica sembra un efficace Music therapy:1959, Allen
mezzo per risvegliare la loro storia autobiografica, Press, Lawrence, KA, 1960.

cioè la loro identità esistenziale. Musica e contat- Smith G.H.,


ti sociali sembrano essere un importante ricetta, A comparison of the effects
of three treatment
oltre a quelle strettamente farmacologiche, per
interventions on cognitive
ritardare il tramonto delle facoltà mentali degli functioning of Alzheimer
individui con demenza senile. patients, Music Therapy, 6A
Per quanto riguarda, infine, il fatto che la musica (1), 1986, pp. 41-56.
di Mozart sembri particolarmente appropriata nel Smith D.S., Lipe A.W.,
facilitare il miglioramento cognitivo, penso che Music therapy practices in
sia un falso problema. Mozart è figlio di un epoca gerontology, Journal of Music
Therapy, 28 (4), 1991, pp.
storica il cui stile musicale (lo stile classico) sem-
193-210.
bra particolarmente vicino ad un linguaggio chia-
ro, semplice, facilmente comprensibile. Di quel Spillantini M.G.,
NGF e malattia di Alzheimer,
periodo fanno parte, oltre a Mozart, Haydn,
Le Scienze, n. 369 (maggio),
Clementi e un certo Beethoven. L’ideale composi- 1999, pp. 90-94.
tivo di quel periodo era proprio l’equilibrio, il
senso della proporzione costruttiva: quella rego- Rauscher F.H., Shaw G.L.,
larità, in fondo, che abbiamo visto essere un’im- Ky K.N.,
Music and spatial task
portante variabile nel trattamento delle demenze.
performance, Nature, 365, p.
Soltanto la corretta ricerca, però, potrà dire l’ul- 611.
tima parola su un problema curioso, ma, appunto
per questo, estremamente seducente. Wurtman R. J.,
La malattia di Alzheimer, Le 9
Scienze, n. 199 (marzo), 1985,
musica terapia

pp. 42-53.7
&
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L’utilizzo

Neuropsichiatra Infantile, Psichiatra, Psicoterapeuta, Corresponsabile Corso di Musicoterapia del CEFIG Antoniano, Bologna
della musicoterapia
nell’AIDS Introduzione
Vorrei fare qualcosa di diverso: cominciare dalla
fine, per poi subito dopo ripartire dal principio.
Mi propongo, in tal modo, di aggirare almeno
alcuni fra gli ostacoli che mi troverei di fronte se
seguissi un percorso espositivo lineare. A parte il
fatto che non saprei quale dovrebbe essere il
punto zero di un simile percorso. Mi muoverò
infatti all’esplorazione di ciò che l’AIDS rappre-
senta in sé e in quanto prototipo di uno stato-
limite di sofferenza che può beneficiare dell’uti-
lizzo terapeutico delle varie forme di espressività
musicale. So già che in questo cammino incon-
trerò una stratificazione di segni, a vari livelli di
Fine e principio, profondità e complessità, e varie possibili chiavi
di lettura. Cose che sembrano del tutto nuove ci
morte e nascita, portano in realtà a riscoprirne altre, belle e brut-
s’intrecciano te, di molti secoli fa. Fine e principio, morte e
nascita, s'intrecciano strettamente, a testimo-
strettamente, nianza di quella che io ritengo una fondamenta-
a testimonianza le circolarità di percorso all’interno di una zona
oscura dell’essere, abitata sì da paura e dolore,
di quella che io ma anche dalla memoria dei giorni felici e dalla
ritengo una speranza.

fondamentale La fine, in senso cronologico, è un recente caso


circolarità ricavato dalla supervisione degli aspetti emoti-
vo-relazionali del lavoro con pazienti gravi, che
di percorso svolgo da alcuni anni per le fisioterapiste di un
Andrea Ricciotti

all’interno di Servizio di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva. Si


tratta di un bambino di tre anni, tetraparetico,
una zona oscura nato sieropositivo (ed ora con AIDS conclamato)
dell’essere da madre a sua volta ammalata e poi deceduta
per AIDS. È evidente che situazioni simili sempre
abitata sì da
più "arriveranno" ai Servizi territoriali, corredate
paura e dolore, da una prognosi severa ma non così rapidamen-
te ineluttabile come un tempo, e sulle quali,
ma anche dalla
quindi, sarà necessario costruire progetti riabili-
memoria dei tativi per il medio periodo. Allora, come trattare
questo bambino (questi bambini)? Beninteso, le
giorni felici e
fisioterapiste sanno bene cosa fare per la tetra-
10
dalla speranza. paresi, ma qui, per esempio, per ragioni di sicu-
musica terapia
&
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Nei paesi occidentali si


evita di prendere in seria
rezza si è convenuto di
usare i guanti, che ren-
considerazione il fatto zo di Pier Vittorio
Tondelli Camere sepa-
dono difficile e innatu- che la morte costituisce rate, e al suo continuo
rale il contatto corpo-
reo (e quindi "verrebbe
una realtà centrale riandare con la memo-
ria alla morte per AIDS
voglia di toglierli"). E la per le persone malate del compagno, Thomas,
quotidianità del rap- ridiventato anch'egli, al
porto è costellata di interrogativi, banali ma non culmine della sofferenza, un bambino bisognoso
troppo, del tipo: sarà contagiosa anche la saliva? di un aiuto e di una rassicurazione che nessuno è
Ma poi, ancora, ad un livello più profondo: quale più in grado di dargli? Nel suo rammemorare
futuro ha questo bimbo? "Se succede che ci affe- intriso di erosiva malinconia, Leo “è ben consa-
zioniamo troppo a lui”? I riabilitatori sono abi- pevole che si porterà dentro per anni, fino alla
tuati, per ogni bambino, a pensare sempre a dove fine, lo sguardo del bambino-Thomas sul letto
arriverà, ponendosi in una prospettiva di recupe- estremo della sua camera separata”.
ro a lungo termine, ma qui, evidentemente, il Mi fermo qui nel mio erratico procedere per libe-
gioco prospettico riesce molto più difficile. re associazioni, anche se avrei ancora materiale
Il caso portatomi in supervisione si ricollega in abbondanza, perché mi pare che gli elementi
facilmente a quello della ragazzina sedicenne da di complessità clinica, relazionale e sociale
me seguita alcuni anni fa per un episodio depres- dell’AIDS si siano resi abbastanza evidenti: il
sivo reattivo alla morte per AIDS della madre, lavoro con pazienti gravi e spesso non autosuffi-
una donna ancora giovane e bellissima, che negli cienti, l’idea di una morte ingiusta e prematura,
ultimi due anni aveva dovuto farsi accudire dalla in mezzo a grandi sofferenze cui non è facile
figlia come un’infante di pochi mesi. La ragazzi- assistere e tanto meno dare sollievo, ma anche
na, che non aveva traccia della malattia, aveva quel di più che è il timore del contagio, la neces-
però, di base, un comportamento da adolescente sità di prendere precauzioni, e, su tutto, il molto
ad alto rischio: abuso di pasticche, vita e fre- che ancora non si sa, e che rende così incerta
quentazioni “spericolate”, vuoto esistenziale. La ogni prospettiva.
mamma morta, così come quella del bambino
tetraparetico, viveva ancora come fantasma ed L’AIDS come malattia
alimentava una corrente fortissima di affettività Se l’AIDS è una stratificazione di segni, le prime
nostalgica, come se quel tipo di morte, prematu- incertezze riguardano proprio il più esterno degli
ra e crudele, ne impedisse una vera elaborazione strati: quello dell’AIDS come malattia. Sarà quin-
e costringesse tutti ad un continuo tentativo di di opportuno iniziare con una definizione uffi-
riportare l’amata in questo mondo attraverso il ciale (Dianzani et al., 1994): "l’AIDS (Acquired
ricordo, così da poter riprendere con lei il dialo- Immuno-Deficiency Syndrome) è una condizione
go interrotto. Come non farsi venire in mente, morbosa ad etiologia virale che per le peculiarità
allora, oltre all’eterno canto di Orfeo per la per- epidemiologiche colpisce in prevalenza giovani
duta Euridice, l’aria struggente dell’Andrea adulti e bambini; le manifestazioni cliniche sono
Chenier che Maria Callas canta nella scena cul- costituite da infezioni opportunistiche e da inso-
mine del film Philadelphia (1993), e che s'intito- lite forme di tumori maligni dovuti ad una grave
la appunto La mamma morta? Ma come non compromissione della risposta immunitaria cel-
11
pensare, anche, a Leo, il protagonista del roman- lulo-mediata. L’AIDS è l’esito del contagio del-
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&
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l’uomo con il virus dell’immunodeficienza umana markers del virus nel sangue, e non si spieghereb-
(HIV)”. be perché la malattia sia ormai cronicamente
Le principali modalità di trasmissione della malat- endemica nell’Africa sub-sahariana mentre la sua
tia sono: diffusione nel resto del mondo ha seguìto una
a) la trasmissione SESSUALE; curva molto più ridotta. Quel che è certo è che
b) la trasmissione PARENTERALE (aghi, sangue l’AIDS è una malattia a basso livello di contagio-
infetto, etc...); sità, che richiede la trasmissione diretta del virus
c) la trasmissione VERTICALE (madre-feto, o per potersi diffondere. Quanto alle vie di trasmis-
madre-figlio, come nel caso descritto all’inizio). sione, infine, nessuno discute seriamente la
Queste modalità costituiscono il 99,9% dei casi di parenterale e la verticale, mentre è ovviamente su
AIDS censiti. quella sessuale che si sono da subito accese le
Nessuna delle affermazioni di cui sopra è in realtà polemiche. All’inizio, soprattutto negli USA, l’AIDS
esente da incertezze. Per quanto riguarda le è sembrato correlarsi principalmente ai compor-
manifestazioni cliniche si rimanda ovviamente ai tamenti omosessuali maschili (in Europa, invece,
trattati specialistici, non senza prima ricordare l’incidenza maggiore è sempre stata dei tossicodi-
che l’AIDS ha in un certo senso ereditato dalla pendenti per via endovenosa). Successivamente si
sifilide l’etichetta di “grande simulatrice”, perché è visto che è soprattutto la promiscuità di con-
può manifestarsi in modi molto diversi, ma tatti sessuali a favorire la diffusione del contagio,
comunque sempre dolorosi e invalidanti, a secon- e questo anche in ambito eterosessuale. Anche
da delle infezioni opportuniste che invadono il l’epidemiologia di questa sindrome, comunque,
campo quando la risposta immunitaria diviene come già la clinica, sta cambiando molto; il
insufficiente. Fra le manifestazioni cliniche sono numero totale dei sieropositivi non aumenta con
comprese a pieno titolo quelle psichiatriche, sia quella esponenzialità ipotizzata nelle proiezioni
aspecifiche, consistenti in disturbi reattivi dell’a- statistiche di alcuni anni fa, mentre all’interno del
dattamento emotivo con significativo aumento totale aumenta la percentuale relativa degli ete-
del rischio suicidario, sia specifiche, riguardanti la rosessuali non tossicodipendenti (Ippolito e
fase tardiva della malattia, in cui può comparire Rezza, 1997).
una encefalopatia con deterioramento cognitivo, In sostanza, è giusto sottolineare sia gli aspetti
dovuta a localizzazione cerebrale del virus. Per tuttora critici del quadro clinico-epidemiologico,
quanto attiene alla virologia, l’HIV è un “retrovi- sia quelli a evoluzione più positiva. La comparsa
rus”, che segue strane e controverse procedure di dell’AIDS ha mandato profondamente in crisi
duplicazione, riuscendo così a nascondersi e a l’apparato bio-medico-tecnologico, diventando-
rimanere un “grande presunto” a dispetto delle ne un segno di contraddizione, perché l’obiettivo
più accanite ricerche. È comunque probabile che di eliminare l’AIDS è sembrato talmente impor-
il suo ruolo sia stato sopravvalutato, e può darsi tante da far passare in secondo piano ciò che
che altri fattori legati all’assetto psicofisico di poteva esser fatto per migliorare la necessaria
base dell’individuo colpito, e anche della popola- convivenza dei malati con se stessi, la famiglia e
zione, debbano concomitare perché l’infezione da la società. Mai è apparso così evidente come la
HIV si manifesti. Non si spiegherebbero altrimen- medicina sembri aver smarrito la capacità di
ti i rari ma documentati casi di individui sieropo- distinzione fra guarire e curare, allontanandosi
sitivi che sono “guariti”, ossìa non hanno più i sempre più dall’originario precetto ippocratico
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&
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del divinum opus est sedare dolorem, all’insegui- coltura della maggior parte delle forme di cono-
mento di un efficientismo tecnicistico, volto ad scenza, comprese quella scientifica e quella arti-
ottenere la guarigione a tutti i costi, che sconfi- stica. La storia della concezione metaforica di
na con la negazione (delirante-megalomanica) corpo umano, salute e malattia, ha quindi origine
della morte. Il bilancio non è negativo perché, al con gli albori della medicina e della civiltà occi-
di là di scandalismi e rivalità scientifiche, l’impo- dentale. Da sempre, si può dire, per descrivere le
nente fronte di ricerca ha prodotto in un tempo parti del corpo, il loro funzionamento e le loro
relativamente breve risultati tangibili. L’AIDS alterazioni, venivano prese a prestito figure delle
rimane una malattia a prognosi infausta, ma le arti, della politica e della tecnologia; e anche
aspettative di vita di chi ne è attualmente affet- viceversa, come testimonia, per esempio, il famo-
to sono significativamente diverse da quelle che so apologo di Menenio Agrippa sulla società
potevano essere prospettate anche solo cinque come corpo unico, composto di vari organi e
anni fa. La messa a punto di protocolli terapeuti- membra che devono cooperare fra loro se voglio-
ci sempre più mirati che utilizzano l’effetto siner- no che il corpo viva. Già nel II secolo A.C.,
gico di alcuni nuovi farmaci antiretrovirali ha Lucrezio portava un attacco radicale alla riflessio-
consentito un allungamento della sopravvivenza, ne metaforica su malattia e salute, confutando,
con importante riduzione dei sintomi e della con- nel libro III del De Rerum Natura (vv. 116-135), la
seguente invalidità sociale degli ammalati. Se metafora musicale che stava alla base del concet-
vogliamo usare la metafora militare della guerra to di armonia con cui la medicina di allora defi-
senza quartiere alla malattia, verso la quale Susan niva l’unità del corpo:
Sontag (1989) è giustamente critica, perché si
finisce per considerare il paziente un campo di ...sì che tu possa sapere
battaglia e non una persona, tuttavia in questa che dentro il corpo risiede anche l’anima,
guerra abbiamo guadagnato con le più recenti e non è l’armonia che fa sì
terapie posizioni importanti, che ci consentono di che noi possiamo sentire il corpo.
ridurre i tempi di ospedalizzazione e progettare Accade anzitutto che anche dopo la perdita
un cambiamento sostanziale del tipo di assisten- di gran parte del corpo, la vita rimanga dentro di noi;
za, più attento, si spera, agli aspetti relazionali e se al contrario un po' di calore è fuggito dal corpo
alla qualità della vita. ed un po' d'aria è fuggita attraverso la bocca, la vita
lascia all’istante le membra e le ossa,
L’AIDS come metafora e da ciò puoi riconoscere che non tutti gli elementi
Per un inquadramento del concetto di metafora hanno un identico ruolo, e la nostra sopravvivenza
rimando direttamente ad Aristotele, che nella sostengono in modo uguale; ma di essi alcuni,
Poetica (1457b) scrive: “La metafora consiste i principi del vento e del calore,
nell’attribuire a una cosa il nome che è proprio di fanno sì che la vita duri nelle nostre membra.
un’altra”. Dire che una cosa è (o somiglia a) qual- V'è dunque un calore e un soffio vitale
cos'altro, è un’operazione mentale antica quanto che all’atto della morte ci abbandona.
la filosofia e la poesia, essendo probabilmente Da che la natura dello spirito si mostra
consustanziale all’acquisizione della capacità di come una parte del corpo umano,
pensiero astratto e di simbolizzazione che carat- lascia ai musicanti il termine Armonia,
terizza l’Homo Sapiens, ed è quindi il terreno di che dall’alta Elicona scende a loro.
13
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&
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Essi lo hanno forse ricavato altrove, mondo nel biennio 1918-19.


e trasferito ad un oggetto senza nome. Il timore del contagio (nemico invisibile) si asso-
Come che sia, rendilo ai musicanti cia a sua volta all’idea della pestilenza come
e ascolta il resto del mio discorso. punizione divina per qualche colpa, e poi all’idea
di forze malvagie che diffondono intenzional-
Lucrezio ci risulta spiacevole, tanto più se sul mente il male (gli untori), idea che diventa in
concetto di armonia si sono costruiti modelli di breve tempo una paranoia generalizzata.
funzionamento della comunicazione affettiva, Manzoni descrive magistralmente questo sonno
perché in sostanza dice: non ci può essere armo- della ragione e i mostri che ne derivarono, rife-
nia in qualcosa che finisce per morire. Quando il rendolo all’epidemia di peste che colpì Milano,
calore e il soffio vitale non ci sono più, siamo assieme a tutta l’Europa, nel 1630. A partire dal
morti. E allora? Lasciamo per ora inconfutato ‘700, comunque, il concetto di untore si appanna,
questo pensiero, su cui torneremo. Per altro, e le pestilenze non vengono più “mandate”, ma
nonostante il realismo del poeta latino, in cui “visitano” i popoli. Dacché poi il colera sostituisce
echeggiavano anche alcuni aspetti del pensiero peste e vaiolo come malattia infettiva più temibi-
scientifico di Ippocrate, le metafore sulle malattie le (1800), l’origine delle epidemie, già non più
sono dilagate nei secoli successivi fino ai giorni soprannaturale, diviene decisamente esotica e
nostri. terzomondista. Oggi neppure il colera verrebbe
Sembra, quindi, che il nostro immaginario collet- mai considerato una “punizione”, ma questo
tivo non riesca a stare per troppo tempo senza far denota solo uno spostamento dell’atteggiamento
convergere su qualche malattia alcune paure moralistico verso altri tipi di malattie di cui ci si
ancestrali e alcuni fantasmi di colpa e punizione. serve a scopo didattico1. Esiste evidentemente un
Tra le paure da cui non ci siamo mai davvero libe- rapporto fra il concetto di malattia e il concetto
rati vi è quella del contagio, che si porta appres- di ciò che è straniero, un rapporto che si situa
so il concetto di pestilenza; infatti, l’AIDS è stato forse all’interno dello stesso concetto di ciò che è
definito “la peste del 2000”. Ma se fosse solo così, sbagliato, arcaicamente identico al non-noi, all’a-
saremmo tutto sommato nell’inevitabile, visto lieno. “Una persona infetta ha sempre torto”,
che la peste è uno dei quattro cavalieri esemplifica Mary Douglas (1991). Non è difficile
dell’Apocalisse, come la guerra, e che non siamo ricollegare questa osservazione antropologica di
mai stati senza guerre e senza epidemie. Anzi, se carattere generale ad una quantità di aneddoti
è vero, come ci indicano recenti riletture (Lupieri, che riguardano ammalati di AIDS discriminati in
1999) che l’Apocalisse è piuttosto da intendersi vario modo con intenti, ora sottilmente ora gros-
come qualcosa che avviene durante il tempo, solanamente, colpevolizzanti, spesso da parte
passato e presente, e non che dovrà compiersi in dello stesso personale sanitario. Il concetto di
un’escatologica fine dei tempi, allora non sarebbe alieno, a sua volta, ci porta ad osservare che l’at-
difficile riconoscere, in questo passaggio di mil- tributo della mortalità riferito ad una malattia
lennio, le guerre balcaniche e l’AIDS come rappre- non è di per sé sufficiente a generare terrore;
sentazione attuale di un’apocalisse che, analoga- anzi, paradossalmente non è neppur necessario. È
mente, Proust credette di ravvisare nella prima piuttosto l’alienità, intesa come incomprensibile
guerra mondiale e nella breve ma micidiale epi- trasformazione sia fisica che mentale, a creare
demia di influenza “spagnola” che falcidiò il sgomento2. La lebbra, per secoli oggetto di paura
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e disgusto, non era mortale neppure quando non Storia di S. Michele” a proposito della morte di
esistevano i sulfamidici che la resero poi guaribi- Guy de Maupassant, suo amico. E comunque,
le, ma fu ugualmente confinata nei lebbrosari, mentre la sifilide, al pari della tubercolosi, poté
fino alla sua scomparsa in occidente alla fine del diventare oggetto di idealizzazione compensato-
‘600. Rimasti vuoti per 150 anni circa, i lebbrosa- ria, tramite la leggenda della maggiore creatività
ri furono poi riempiti di nuovo con i matti (gli che queste malattie avrebbero portato in dono,
alienati), e la follia divenne una nuova malattia- nulla di tutto questo è stato possibile con l’AIDS
metafora: della paura di non poter riconoscere il il quale, pur essendo una malattia del tempo, che
confine con la normalità, di un possibile “conta- procede a fasi, come appunto la sifilide, si è tro-
gio” mentale, e altro ancora. Ora, forse, fra tante vato invece accomunato al cancro, malattia che
altre cose, l’AIDS si sta affiancando alla follia nel- riguarda la geografia del corpo perché procede
l’immaginario collettivo: chi ha l’AIDS, come un lungo strade prevedibili, nell’essere avvertito
tempo chi era matto, deve stare per conto pro- irreparabilmente come vergogna, ingiustizia,
prio, anche se va al pronto soccorso perché ha sconfitta.
un’appendicite acuta. Si riattualizza una discri- Tutto questo ha comportato cambiamenti di
minazione che rende il portatore di un certo costume che non è esagerato definire epocali. Lo
disturbo un “diverso”, che non può godere degli sguardo retrospettivo verso la disinvolta cultura
stessi diritti dei comuni malati, a dimostrazione sessuale degli anni ‘70 è stato paragonato dalla
del fatto che il manicomio è piuttosto una cate- Sontag a quello rivolto all’età del jazz alla luce
goria dello spirito che non un luogo delimitato del crollo di Wall Street del 1929. La mitologia
da quattro mura3. dell’AIDS, che si è inizialmente nutrita di leggen-
Comunque, neppure l’insieme di significati de metropolitane, alcune plausibili (il “paziente
metaforici derivati da inguaribilità, contagio, zero”, ovvero lo steward canadese Gaetan Dugas,
paura del diverso, sarebbero bastati a meritare moderno e dissennato untore), altre folcloristi-
all’AIDS la connotazione di “maledizione divina”, che (la scritta nello specchio del bagno “benve-
se non ci fosse stata la trasmissione per via ses- nuto nel mondo dell’AIDS” trovata al mattino
suale. Vi è infatti una diffusa opinione moralisti- dall’ignaro turista dopo una notte d'amore con
ca per cui chi contrae una malattia attraverso una bella sconosciuta), si è consolidata tramite
una pratica sessuale è più responsabile, e perciò una nuova serie di metafore derivate dalla viro-
merita maggior biasimo, mentre i tossici, che logia, per cui oggi l’AIDS non è che il battistrada
contraggono AIDS e epatite scambiandosi sirin- di una minacciosa serie di altri virus (Ebola,
ghe infette, sono visti come responsabili, tutt'al Scrapie, etc...) che già vivono e agiscono in altri
più, di portare a termine un suicidio improprio. animali e contro i quali non disponiamo al
A tale riguardo, l’analogia con la sifilide è solo momento di grandi risorse. Del resto, tutto oggi
parziale. È ben vero che inizialmente (1400-500), è interscambiabile e viaggia velocemente: beni,
essa fu molto virulenta, ma poi divenne meno persone, immagini, virus (anche informatici). Da
aggressiva e a fine ‘800 solo pochi sul totale dei questo punto di vista, senza catastrofismi, la dif-
contagiati arrivavano, dopo molti anni, alla fase fusione dell’AIDS è un inconveniente di quella
terziaria, che era mortale, con il corteo dramma- globalizzazione cui non si può più rinunciare, un
tico di sintomi psichici che il medico e scrittore messaggero anti-utopico del villaggio globale, di
Axel Munthe descrive così vividamente ne “La quel futuro che, come l’Apocalisse, è già qui ed è
15
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sempre prima di noi. Ma il futuro, quando si inve- ti, e dove si rileva una perdita di relazionalità tale
ra come presente, non lo possiamo né riconosce- per cui la sofferenza e la morte cessano di essere
re né rifiutare, come ci testimonia molto bene il oggetto di scambio simbolico. Si cerca addirittu-
realismo visionario di Blade Runner (1982). È per ra di resistere all’instaurarsi di una relazione trop-
altro probabile che, proprio per questo, nei con- po forte col malato, e tutto è organizzato in
fronti dell’AIDS fra pochi anni ragioneremo in modo da condurre al rifugio nelle prestazioni tec-
modo del tutto diverso. La parabola che per la niche, a detrimento di una relazione autentica e
lebbra ha richiesto secoli si compirà questa volta con l’impossibilità che chi fa assistenza e il
in molto meno tempo. Già adesso quella che paziente si riconoscano in quanto persone. È
siamo in grado di fotografare è una situazione chiaro, invece, che la relazione ci è indispensabile
sanitaria e culturale in divenire, dove, come in per riconoscere il valore simbolico della malattia
Blade Runner, si assemblano fantasmi medievali e e della morte; altrimenti resta solo la natura tec-
una futuristica iperattivazione tecnologica-scien- nica-funzionale dell’atto terapeutico.
tifica. Il problema di affrontare l’idea di una morte ine-
sorabile comporta la messa in atto di una reazio-
L’AIDS come destino ne di lutto che secondo la Kübler-Ross (1989) si
Alla fine di ogni destino umano sta, inevitabile, la compie attraverso cinque fasi: negazione e isola-
morte. Il problema è quando e, soprattutto, come. mento ---> rabbia ---> patteggiamento --->
Nei paesi occidentali frequentemente si evita, o ci depressione ---> accettazione. Queste fasi
si rifiuta, di prendere in seria considerazione il riguardano non solo il malato, ma anche i fami-
fatto che la morte costituisce una realtà centrale liari e, in una certa misura, il personale sanitario
per le persone malate. Un tempo, affrontare il dei reparti di malattie infettive, non a caso gra-
problema della morte in ospedale era addirittura vato da un altissimo tasso di burn-out (Gala et al.,
impossibile; occuparsi delle fasi terminali di un 1993). La Kübler-Ross considera indispensabile
paziente era considerato “inutile”, se non anche definire delle regole per una “buona morte” e
screditante per il medico e l’istituzione. Ora qual- teorizza gli hospices, che con quasi 10 anni di
cosa è cambiato, ma la nostra cultura pubblica ritardo sono comparsi anche da noi, unitamente
resta fondamentalmente incapace di venire a ad un crescente coinvolgimento delle associazio-
patti con la morte. La biomedicina, carente di ni di volontariato nell’assistenza ai malati termi-
escatologia ma ricca di algoritmi e tecnologie per nali. L’hospice è in un certo senso l’esatto contra-
tenere in vita a tutti i costi i moribondi, dipinge rio dei reparti ad alta specializzazione poc’anzi
la morte come un nemico subdolo. Il morente è citati: un luogo a bassa intensità tecnica e alto
l’ultimo e definitivo insuccesso dello health care livello di comfort e assistenza di base, in cui uno
system (Ferrucci, 1996)5. dovrebbe sentirsi quasi come a casa propria. Qui,
L’atteggiamento della società nei confronti della grazie ai volontari e alle associazioni (indispensa-
morte per AIDS si inscrive in questo generale pro- bili, perché non tutto può essere chiesto al perso-
cesso di rimozione della sofferenza, con un di più nale sanitario ufficiale), è possibile riannodare il
che è legato alla riattualizzazione della ancestra- legame sociale disfatto e tornare ad una dimen-
le paura del contagio. La morte per AIDS è rimos- sione di scambio relazionale con il paziente e con
sa anche nelle istituzioni, come gli ospedali, dove la sua malattia. Finalmente sembra non sia più
spesso si consuma l’ultima parte di vita dei mala- tabù parlare di farmaci antidolorifici (che curioso
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tabù, per una società e per una medicina che, per alle soglie della morte, anzi, la oltrepassa, come
altri versi, propagandano l’anestesia farmacolo- testimonia il mito di Orfeo. Lasciando da parte le
gica del più piccolo segno di insoddisfazione esi- radici catartiche della cura tramite l’espressività
stenziale, automaticamente tradotto come artistica, che affondano nel culto dionisiaco e
depressione e demandato allo specialista). La nella tragedia greca, credo che la sfida odierna
medicina palliativa, un tempo reietta, viene ele- della musicoterapia a misurarsi con situazioni
vata alla dignità di convegni, con sponsor e inte- estreme come le malattie terminali, allargando il
resse dei mass-media. Ma soprattutto, in molti tradizionale target dell’handicap neuropsichico e
reparti ospedalieri e in molti hospices, entrano sensoriale, sia solo una naturale evoluzione di
ormai abitualmente insoliti personaggi: musico- una curiosità e di un desiderio di capire che si
terapisti, arte-terapisti, animatori, etc... Se ne spinge oltre i limiti del conosciuto. Può darsi che
avvantaggiano, ovviamente, anche i pazienti tutto questo abbia una qualche relazione con
oncologici. Sembra di nuovo farsi faticosamente quell’impulso a varcare i confini dell’umano e
strada il concetto ippocratico che, se molte dell’inumano che, per riprendere una profetica
malattie restano e resteranno inguaribili, nessun immagine di Fabrizio de Andrè (1969), sembra
paziente è invece incurabile. caratterizzare il comportamento di molte delle
persone che hanno contratto l’AIDS, persone gio-
Musicoterapia e AIDS vani, spesso intelligenti e brillanti, che in poco
È chiaro che, sempre più, l’assistenza ai pazienti tempo hanno compiuto un’intera parabola esi-
con AIDS in fase stabilizzata sarà extra-ospeda- stenziale fino a confrontarsi, ancora vivi, con un
liera e, quando possibile, addirittura domiciliare. corpo trasformato in modo devastante ed un’au-
Ragione di più per considerare preziosa l’espe- tonomia personale e sociale perduta. La musica
rienza di quei musicoterapisti che, armati di ha fatto spesso parte dell’universo di queste per-
grandi capacità professionali, molto coraggio e sone, ed è logico chiedersi se sia possibile e utile
un pizzico di incoscienza, sono andati per primi cercare di ricollegarsi proprio tramite la musica al
alla scoperta del pianeta AIDS quando ancora loro passato per rendere meno doloroso il loro
esso era composto dalla sola realtà dei reparti presente. Detto molto genericamente, sembra
ospedalieri di malattie infettive, veri lazzaretti dunque di poter individuare all’interno di un
tecnologici dove tutto si sarebbe potuto pensare quadro clinico assai grave obiettivi di prevenzio-
di fare tranne che ritagliarsi spazi e tempi per ne terziaria (attenuare il malessere intra ed extra-
cercare di comunicare, magari attraverso i suoni psichico del paziente), attraverso una prassi
e la musica, con pazienti spesso allettati e senza musicoterapica che si connota comunque come
neppure la forza per stare seduti nel letto, eppu- “terapeutica” in quanto incentrata sulle poten-
re desiderosi, come poi si è visto, di trovare un zialità trasformative della relazione.
canale di comunicazione per esprimere le loro Di certo, anche in queste situazioni vi sono nel
contrastanti emozioni. Anche qui, sono partito, nostro intervento fattori aspecifici di riuscita,
anzi, siamo partiti tutti dalla fine: i musicotera- che hanno a che fare con il “prendersi cura”: c’è
pisti che “provavano” stando in prima linea, noi qualcuno che sta col paziente e condivide la sua
psichiatri che facevamo la supervisione. Da que- sofferenza, alleviandola. Vi sono poi fattori spe-
sto materiale riparto ora per cercare un principio. cifici, legati all’aspetto di comunicazione non
Non è la prima volta che la musica si spinge fino verbale che è insito nella musica, con la quale si
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favorisce un’esteriorizzazione controllata e con- non lo possiamo spesso cogliere se non come cosa
sapevole dell’universo emotivo del malato. Vi già accaduta e ricordata, come proustiana rivisi-
sono infine, io credo, fattori ancora più specifici tazione dei luoghi mentali e fisici che ci videro
legati al linguaggio musicale. Alcune strutture bambini e adolescenti inconsapevolmente felici o
musicali, per ciascun paziente, risultano eviden- disperati, ma comunque pieni di sentimenti, quel-
temente pertinenti ad interagire con la sua com- li intensi e stravolgenti della giovinezza, che
plessa struttura psicologica, guidandone le valen- vanno poi sfumando nella routine della maturità.
ze depressive e distruttive verso un miglior livello La musica, assieme alle altre arti, ci guida e ci
di armonia e integrazione. In base a quale princi- sostiene in questo camminare smarriti a ritroso di
pio? Qual è, dunque, il legame fra musica e stati- un mentre che ci è passato accanto a dispetto del
limite di sofferenza, fra musica e morte? nostro essere impegnati in ben altre faccende.
Se la morte è l’ultima delle separazioni, la nascita Se dunque è plausibile, se non vero, che molto del
è forse la prima delle morti, la prima esperienza nostro destino si gioca nelle relazioni precoci
potenzialmente catastrofica, ma anche l’unico dopo la nascita, e nella loro riattualizzazione ado-
modo per entrare nella vita. Nasciamo in un lescenziale, fra i 15 e i 22-23 anni, quando la
bagno di suoni, che ci collegano al mondo prena- nostra capacità di provare sensazioni fortissime è
tale, alle tracce mnestiche del paradiso perduto. Lì come una droga permanente che amplifica i colo-
vorremmo tornare, lì, è sempre Orfeo a ricordar- ri, i suoni, i ricordi, e rende quello che accade in
celo, non possiamo tornare, perché quello è un quei pochi anni unico e irriproducibile, allora
altro mondo, con le sue leggi. Non possiamo nep- molti di quelli che hanno contratto l’AIDS (certo
pure rimanere simbioticamente fusi con la figura non i bambini e i politrasfusi, diciamo i giovani
materna, che di quel paradiso è l’ultima, estrema, adulti 25-35enni) si sono solo spinti un po' trop-
propaggine in questo mondo. Se vogliamo conso- po oltre, anticipando e bruciando in pochi anni
larci da tutta questa serie di perdite, dobbiamo, quello che doveva essere un patrimonio da ammi-
come dice Gaita (1991), allucinare il ricordo di nistrare con ragionieristica temperanza. Ci si
quei momenti meravigliosi, trasformandoli in gioca dunque (quasi) tutto molto presto, dal
qualcosa d’altro, e dando origine così a quel traf- punto di vista affettivo; dopo sono copie slavate,
fico di simboli, sentimentali ed artistici, che ci fa che perdono via via consistenza e spessore, e con-
uomini vivi. tengono solo una parte di quella che era la nostra
Ora, nel lento avvicinarsi alla morte dei malati originaria capacità di restare coinvolti e sconvol-
terminali c'è un tornare bambini, c'è un’esperien- ti; sembra confermarcelo Jacques Brel, anch'egli
za di sofferenza che riporta alla sperduta e disar- prematuramente scomparso, da una cui intervista
mata condizione del neonato che in tutto è del 1971 ripesco questo passaggio: “Un uomo
dipendente dalla mamma; nelle morti per AIDS, e passa la vita a compensare la sua infanzia. La
in molte di quelle per tumore, si muore in quello vita si completa verso i 16-17 anni. Ha già avuto
stato di totale dipendenza che descrive Tondelli, tutti i suoi sogni. Non li conosce ancora, ma gli
spesso invocando la mamma, che forse, a comple- sono passati dentro”...
tamento di un ciclo, è l’ultima parola che viene I sogni, del resto, si conoscono sempre dopo,
pronunciata, dopo essere stata la prima. quando si sono già sognati, ma è già un inseguir-
Vorremmo essere stati prima, e anche dopo, ma ci ne la memoria e un tentare di riportarne in vita
tocca invece essere solo mentre, e quel mentre qualche brandello, anche se forse è proprio attra-
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bibliografia
verso tutta questa fatica che riusciamo a costrui- Aristotele,
re qualcosa di personale nella nostra esistenza. Poetica, ediz. critica a cura di
D. Lanza, Rizzoli, 1987
Allora, in questo nostro riandare per sommi capi
alla ricerca di rose non colte e del ricordo di quel- Baudrillard J.,
le colte, è ancora la musica a farci da colonna Lo scambio simbolico e la
sonora. Allora, e potrebbe finalmente essere una morte, tr. it., Feltrinelli,
risposta a Lucrezio, riportare attraverso la musica Milano, 1979

un soggetto gravemente sofferente alla pienezza


Buzzati D.
affettiva di questi sogni e all’intensità emotiva (1958), Una cosa che inco-
dei desideri che ne sono derivati, alcuni poi rea- mincia per elle, in “La bouti-
lizzati, altri no, vuol dire ripercorrere nuovamen- que del mistero”, Mondadori,
te assieme a Orfeo e alla sua cetra il percorso Milano, 1974

verso l’aldilà, che è il luogo dove dobbiamo anda-


Camus A.
re ma anche quello da dove siamo venuti, e della (1947), La Peste, tr. it.,
cui lontana eco prenatale certe sensazioni di Bompiani, Milano, 1984
meravigliosa pienezza e beatitudine sperimenta-
te nel corso di alcuni sogni, di alcuni ascolti De Andrè F.,
Recitativo (due invocazioni e
musicali e di alcuni momenti d'amore, sono pro-
un atto di accusa), in Tutti
babilmente la testimonianza sensibile che ci è morimmo a stento, cantata in
concessa durante questo nostro breve e tormen- si minore per solo, coro e
tato transito terrestre. orchestra, Bluebell Records,
È Proust ad avere le parole, non per controbatte- Milano, 1969

re ma almeno per addolcire l’idea di “solido nulla”


Dianzani F., Ippolito G.,
che sostiene il pessimismo lucreziano: “Forse solo Moroni M.,
il nulla è vero, e tutto il nostro sogno è inesi- Il libro italiano dell’AIDS, Mc
stente; ma allora sentiamo che è necessario che Graw-Hill, Milano, 1994
anche queste frasi musicali, queste nozioni
Douglas M.,
aventi esistenza in relazione solo con esso, non
Rischio e colpa, tr. it., Il
siano nulla. Noi periremo, ma avendo per ostag- Mulino, Bologna, 1996
gi queste prigioniere divine, che seguiranno il
nostro destino. E la morte con loro ha qualcosa Ferrucci F.,

di meno amaro, di meno inglorioso, di meno pro- Vivere con l’AIDS, introduzio-
ne all’analisi sociologica,
babile, forse”9.
Franco Angeli, Milano, 1996

Gaita D.,
Il Pensiero del Cuore, musica,
simbolo e inconscio,
Bompiani, Milano, 1992

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bibliografia

Gala C., Pergami G., Note


Invernizzi G., 1 E comunque le malattie hanno sempre origine “altrove”. Che
L’impatto psicosociale dell’in-
l’AIDS sia nato in Africa è ipotesi non suffragata da dati certi,
fezione da HIV sul personale
sanitario e la sindrome del che ha dato origine ad una leggenda speculare, divenuta
“burn-out” nel corso dell’as- molto popolare in Africa, secondo la quale l’AIDS, creato in
sistenza ai pazienti sieroposi- un laboratorio militare americano, e poi diffuso ad arte nel
tivi e AIDS, Minerva
continente nero, sarebbe ad un certo punto sfuggito di mano
Psichiatrica, vol. 34, n. 2,
e tornato al mittente come un boomerang attraverso missio-
1993
nari omosessuali (per un certo periodo, fino a metà degli anni
Ippolito G., Rezza G., ‘80, anche il KGB svolse opera di disinformazione in Russia
AIDS: una malattia che cam- utilizzando questa storia).
bia, Scienza e Management, 2 Per tutto questo, e altro ancora, è ovvio rinviare a quella
n. 6, 1997
mirabile, definitiva metafora che è La Metamorfosi di Kafka.
3 Molti esempi letterari sembrano confermare l’idea che, in
Lupieri E.,
L’Apocalisse di S. Giovanni, qualsiasi tempo, le reazioni al contagio ed i pregiudizi relati-
Fondazione Valla, citato in: vi si strutturerebbero secondo il solito canone. Così, ne La
Spinelli B., L’Apocalisse è già
Peste, Camus dimostra che anche in pieno XX secolo un’epi-
qui, La Stampa, 5-V-1999
demia può sovvertire completamente l’ordine sociale e mora-
Kafka F. le, mentre in Una cosa che comincia per elle Buzzati ambien-
(1916), La metamorfosi, tr. it. ta in un luogo immaginario e senza tempo un’agghiacciante
di Emilio Castellani, Garzanti, e definitiva metamorfosi sociale che si compie in 24 ore per
Milano, 1966
un disgraziato commerciante che, sentitosi male nella locan-

Kübler-Ross E., da dove era di passaggio, e trovato affetto da lebbra, casual-


AIDS: l’ultima sfida, tr. it., mente contratta mesi prima e decorsa sino ad allora senza
Raffaello Cortina, Milano, sintomi, viene privato di tutti i suoi beni e costretto a ripar-
1989 tire a piedi con la divisa e la campanella da lebbroso al piede,
mendicando per sopravvivere. Non è una vicenda molto dis-
Mann T.
(1947), Doctor Faustus, tr. it. simile da quella illustrata nel film Philadelphia.
di Ervino Pocar, Mondadori, 4 Con conseguente “santificazione” laica di personaggi come

Milano, 1995 Baudelaire, Donizetti, Schubert, Nietzsche, e sviluppo lettera-


rio di tale teoria nel Doctor Faustus di Thomas Mann, dove il
Manzoni A.
compositore Adrian Leverkühn realizza il moderno patto col
(1842), Storia della colonna
infame, in appendice ai diavolo proprio facendosi da lui donare 20 anni di prodigio-
Promessi Sposi, ediz. critica a sa creatività musicale tramite sifilide.
cura di M. Messina, G. 5 Ciò, tra l’altro, dà luogo a quel fenomeno di rimozione col-
D’Anna, Firenze, 1962 lettiva, fisica e psichica, che Baudrillard (1979) definisce “l’e-
stradizione dei morti”, tipica della civiltà occidentale, mentre
Munthe A.
(1929), La storia di San il diverso atteggiamento delle culture orientali è descritto in
Michele, tr. it., Garzanti, modo assai suggestivo nel film L’arpa birmana (1955), di K.
Milano, 1964 Ichikawa, dove si narra la storia di un soldato che alla fine
della II guerra mondiale si fa bonzo e rimane nei luoghi delle
20
battaglie per dare sepoltura ai compagni morti.
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bibliografia
6 Senza andare così indietro, l’utilizzo che ai primi del ‘500

veniva fatto del trittico pittorico di Mathias Grünewald, raf- Postacchini P.L., Ricciotti
A., Borghesi M.,
figurante la passione di Cristo, nella chiesa monastica di
Lineamenti di Musicoterapia,
Isenheim, annessa al lazzaretto dove erano ospitati storpi, Carocci, Roma, 1997
lebbrosi e affetti da altre malattie infettive, può essere defi-
nito con buona approssimazione terapeutico, in quanto la Proust M.

progressiva apertura del trittico, accompagnata dall’esecu- (1917), La strada di Swann, tr.
it. di Natalia Ginzburg, in
zione di musiche sacre, si proponeva di provocare nei malati
“Alla ricerca del tempo per-
emozioni liberatorie (Postacchini et al., 1997). duto”, ediz. critica a cura di
7Dell’inumano varcando il confine M. Bongiovanni Bertini,
conoscemmo anzitempo la carogna Einaudi, Torino, 1978

che ad ogni ambìto sogno mette fine:


Sontag S.,
che la pietà non vi sia di vergogna.
L’AIDS e le sue metafore, tr.
8 Forse è tempo di iniziare anche una riflessione epistemolo-
it., Einaudi, Torino, 1989
gica a tale riguardo: il nostro lavoro, nel confronto e nel con-
tatto con la patologia terminale, finisce inevitabilmente per Tito Lucrezio Caro,
De Rerum Natura, ediz. critica
uscirne arricchito, e quindi cambiato, in un processo trasfor-
a cura di Enzo Cetrangolo,
mativo sperabilmente bidirezionale.
Sansoni, Firenze, 1969
9 Desidero indicare inoltre i luoghi teorici più evidenti che ho

preso a prestito senza direttamente citarli nel testo e verso i Tondelli P.V.,
quali sono consapevolmente debitore. Per quanto riguarda il Camere separate, Bompiani,
Milano, 1989
campo letterario, ovviamente il sonno della ragione di
Francisco Goya, le rose non colte di Guido Gozzano e il soli-
do nulla di Giacomo Leopardi. Per l’ambito psicoanalitico, il
bagno di suoni di Didier Anzieu, la problematica del paralle-
lismo fra nascita e morte di Franco Fornari, molte suggestive
immagini sull’origine del simbolo di Denis Gaita, e anche un
certo uso del materiale proustiano ricollegato alle riflessioni
su ricordo, dolore e musica di Romolo Rossi e Sabino Nanni
(in Melancolia e Musica, a cura di V. Volterra, Il Cardo,
Venezia, 1994). Naturalmente, i creditori dimenticati sono i
più. Mia è in ogni caso la responsabilità dell’uso, che presu-
mo opinabile, di tutto questo patrimonio concettuale.

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L’intervento

musicoterapista, Centro Ospedaliero di Riabilitazione S. Stefano di Porto Potenza Picena


musicoterapico
nella INTRODUZIONE

riabilitazione Ilanno
presente lavoro costituisce il resoconto di un
e mezzo di attività continuata e sistemati-
dei pazienti L'esperienza riguarda
ca nell'ambito del post-coma.
l'utilizzo della musicotera-
post- pia nella riabilitazione di pz, prevalentemente,
comatosi con esiti da trauma cranico ed ha avuto luogo
presso il Centro di Riabilitazione "S. Stefano" di
Porto Potenza Picena.
Il Centro, inserito all'interno di un ampio com-
plesso riabilitativo, è suddiviso in tre reparti:
• Fisio A, con 32 posti letto, per la riabilitazione
di persone con disabilità da patologie ortope-
diche e da lesione midollare;
• Fisio B, con 34 posti letto, per la riabilitazione
neurologica e post-coma;
• U.R.I., con 18 posti letto, è l'unità di risveglio e
di terapia intensiva. I pazienti ricoverati pro-
vengono dai reparti di Rianimazione/Terapia
Intensiva, Neurochirurgia e Neurologia delle
Rita Meschini

strutture ospedaliere. Il ricovero in questa


unità riguarda pazienti con esiti di grave lesio-
ne encefalica che abbia causato uno stato di
coma GCS < 8 (secondo la misurazione della
Glasgow Coma Scale) della durata di almeno
24 ore. Essi si presentano in stato vegetativo o
in fase precoce di recupero della coscienza.
Inoltre, all'interno del Centro, è attivo un repar-
L'intervento to extraospedaliero, unico nel suo genere, accre-
musicoterapico ditato dal S.S.N., come unità di degenza per
pazienti in Stato Vegetativo Permanente
si colloca nella (U.S.V.P.), con una recettività fino a 30 posti.
fase post-acuta La musicoterapia è stata inserita tra le varie meto-
diche riabilitative del centro nel novembre ‘97.
del coma, dopo
un periodo di L' INTERVENTO MUSICOTERAPICO
L'intervento musicoterapico si colloca nella fase
tempo che va da post-acuta del coma, dopo un periodo di tempo
circa 1 mese a 2 che va da circa 1 mese a 2 mesi dall'evento trau-
matico.
mesi dall'evento I medici del reparto segnalano i pazienti da valu-
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traumatico. tare per un'eventuale approccio musicoterapico,
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Per promuovere la
comunicazione è
dando priorità a coloro
per i quali è stata posta
necessario l'utilizzo di tazione motoria, in altri
invece in un quadro di
una prognosi di risve- elementi significativi flaccidità e di ipotonia.
glio più favorevole.
Una volta stabilizzati i
ma non troppo intensi Altrettanto fondamen-
parametri vitali, i pazien- su di un piano emotivo tale è l'esigenza di
ti vengono alzati e posi- nutrire di contenuti
zionati in carrozzina ogni giorno, tranne in casi affettivi ed emozionali persone che si trovano, a
di insorgenza di eventi clinici particolari o di cure qualsiasi livello, in uno stato di deprivazione, di
igienico-sanitarie ordinarie. disorientamento e di perdita dei limiti spazio-
Fino al dicembre ‘98 i pazienti venivano portati temporali nella percezione del sé e dell'altro da sé.
nella stanza di MT e, solo se era possibile trasfe-
rirli, venivano presi in considerazione per l'inseri- Fase preparatoria
mento. Dal momento in cui il paziente viene indicato
Dal gennaio ‘99 è stato avviato in via sperimen- come possibile utente, si avvia una fase prelimi-
tale il trattamento musicoterapico fin dai primi nare per la raccolta di informazioni e di notizie
giorni di ricovero, quando i pz non possono personali e cliniche sulla base delle quali viene
ancora essere mobilizzati. Indubbiamente questa poi elaborato il piano d’intervento specifico:
condizione presenta diverse difficoltà legate • colloquio con i familiari sulla vita del soggetto,
all'organizzazione del reparto: grandezza della precedente l'evento traumatico;
corsia, divisa da vetrate in camere comunicanti, • esame della cartella clinica, confronto con i
attività del personale infermieristico e dei terapi- medici e con i terapisti;
sti, allarmi dei vari macchinari, emergenze. • rilevazione dei comportamenti nello stato
In base a questi fattori è stata individuata una attuale, reazioni ai vari stimoli, sensoriali o affet-
fascia oraria che sembrava potesse essere relati- tivi (voci familiari);
vamente più calma e silenziosa, anche se le diffi- • osservazione diretta in momenti diversi della
coltà e gli imprevisti non mancano! giornata (terapia, riposo, manovre infermieristiche);
• primi incontri di osservazione musicoterapica.
Obiettivi
Gli obiettivi principali sono: stabilire un contatto Contenuti
con il paziente; favorire il ripristino di una rela- Per quanto riguarda i contenuti sonoro/musicali
zione con la realtà esterna; facilitare il recupero degli incontri, vi sono degli aspetti generali lega-
della coscienza attraverso elementi significativi e ti al particolare stato patologico dei pazienti.
stimolanti, privilegiando la comunicazione non- Innanzitutto si rende necessario l'utilizzo di ele-
verbale. menti semplici, significativi ma non troppo
Tali finalità necessitano di uno stato rilassato. Il intensi su di un piano emotivo, per favorire un
rilassamento indotto stimola infatti nei pazienti contatto e promuovere una comunicazione, che
una maggiore ricettività. Inoltre molti dei altrimenti potrebbe venire inibita da stimoli
pazienti sia per la conservata sensibilità al dolo- eccessivi e complessi, fino a produrre chiusura e
re che per le lesioni neurologiche riportate, pre- rifiuto nei confronti della realtà esterna.
sentano forti rigidità e contrazioni, che in alcuni Quindi i diversi parametri musicali vengono trat-
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casi si innestano in uno stato complessivo di agi- tati, utilizzati e modificati separatamente, per
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poter offrire al paziente messaggi chiari, rassicu- logici propri dello stato del paziente, in cui si
ranti e comprensibili; questi sono modulati sulla alternano periodicamente il sonno e la veglia; per
specificità individuale del pz, alla luce dei dati questo tra una proposta sonora e l'altra ci sono
informativi raccolti nella fase preliminare e sulla sempre pause di silenzio.
base delle “risposte” che egli invia nel corso delle È necessario rispettare il bisogno di riposo ed evi-
sedute. tare una eccessiva stimolazione, che risulterebbe
non solo improduttiva ma addirittura dannosa, in
Tecniche quanto provocherebbe una ulteriore reazione di
Nella messa in atto delle varie tecniche viene pri- chiusura nel paziente. D’altro canto, essendo tutti
vilegiata la produzione diretta (dal vivo); questa i tempi di reazione, in questo stato patologico,
consente la verifica costante della qualità della molto rallentati è indispensabile attendere la
relazione tra il soggetto e la musicoterapista, e risposta lasciando il silenzio opportuno.
permette di modulare e calibrare la proposta La struttura dell'incontro è concepita per avere
sonoro/musicale sulle effettive esigenze dell'altro, sempre, sia in apertura che in chiusura, contenu-
nel "qui ed ora"della situazione, potendo rilevare e ti rassicuranti che inducano uno stato di tranquil-
cogliere eventuali modificazioni, o non modifica- lità e di rilassamento; se opportuno, valutando di
zioni, che avvengono nello svolgersi dell'incontro. volta in volta, viene inserito, nel momento cen-
Le proposte vertono principalmente su: trale, un elemento di maggior tensione che possa
• improvvisazione vocale e strumentale, sintoniz- indurre risposte emotive più pregnanti. Resta
zata sui parametri fisiologici del soggetto (respi- sempre fondamentale non perdere la fiducia del
ro, attività motoria, suoni casuali); paziente e gli eventuali canali di contatto indivi-
• canto di melodie familiari; duati, che spesso sono fragili e tenui, per cui sono
• ascolto musicale. esposti al rischio di essere inficiati da scelte ope-
rative non opportune anche per elementi appa-
Modalità rentemente irrilevanti o di poco conto. Il mondo
• Nella stanza del reparto ci si pone accanto al esterno, per questi pazienti, è qualcosa di lonta-
letto, proponendo un contatto fisico, ma solo se no, estraneo, una minaccia costante da cui pro-
gradito, molto discreto (mano su mano). Il primo teggersi e difendersi.
approccio è ricercato attraverso il canto improv-
visato, sintonizzato sul respiro del paziente, uti- Tempi
lizzando intervalli di 2° e 3°, con metri binari, Quando i pz sono ancora in una fase iniziale e le
intensità e velocità moderate ( dal canto a bocca uniche risposte osservabili sono relative alla
chiusa a semplici testi con i nomi e il saluto). variazione dei parametri fisiologici (frequenza
Vengono intonati frammenti di melodie familiari respiratoria, battito cardiaco, irrorazione cutanea,
o vicine alla sensibilità culturale del soggetto. apertura e movimenti degli occhi, attività moto-
• Nella stanza di musicoterapia si accoglie il pz e ria del corpo, tono muscolare) il trattamento
si presenta l'ambiente; si facilita la conoscenza musicoterapico prevede 3/4 incontri settimanali
dello spazio e degli oggetti presenti (strumenti e della durata di 15’/20’ ognuno.
attrezzature); l'attività che viene proposta può Quando i tempi di attenzione si prolungano, con
essere preceduta da un'introduzione verbale. eventuale permanenza dello sguardo, e si osserva
La seduta viene scandita seguendo i tempi fisio- la comparsa di segnali di risposta concordati ed
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musica terapia
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utilizzati costantemente e vi è l'estensione dei tuire al paziente ciò di cui improvvisamente è


tempi di veglia, le sedute arrivano gradualmente stato deprivato dall'evento patologico. In alcuni
ad una durata di 30’/40’, con una frequenza casi la musicoterapia è stata ritenuta determi-
bisettimanale. nante per sbloccare una situazione, per aprire un
varco, un canale di comunicazione in cui poi si
Luogo sono inseriti gli altri operatori. Questa considera-
Appena è possibile le sedute si svolgono nella zione potrebbe essere confusiva: in situazioni
stanza di musicoterapia, per i seguenti motivi: patologiche così complesse e non sempre total-
• stare in un ambiente più tranquillo e rilassante; mente decodificabili, non è il singolo trattamen-
la stanza di musicoterapia sia dal punto di vista to che può risolvere il quadro clinico, quanto l'in-
visivo, uditivo, che olfattivo è molto più discreta e tervento armonico ed integrato delle diverse
molto poco invasiva rispetto al reparto; metodiche riabilitative in un rapporto di sinergia
• facilitare la percezione, la discriminazione e la tra tutte le varie figure professionali, e non, che
identificazione degli stimoli sonori in un contesto interagiscono con il paziente, in quanto persona
con un rumore di fondo ridotto e quindi con un di cui prendersi cura nella sua globalità. Si può
rapporto figura/sfondo molto più nitido; comunque asserire con una certa convinzione che
• dare un riferimento spazio-temporale che in questo particolare ambito patologico esiste
rompa l'uniformità della permanenza in reparto, uno specifico dell'intervento musicoterapico, di
per favorire l'orientamento della persona attra- cui vengono evidenziati alcuni aspetti.
verso esperienze plurisensoriali diverse; In tutte le persone con cui ho lavorato, è stato
• riavvicinare il paziente alla "normalità"; in possibile osservare una qualche reazione (a livel-
genere, se possibile, viene lasciato senza ausilii o li diversi, con modalità diverse) a proposte sono-
trazioni, non ci sono macchinari e fili vari. La ro-musicali. In molti casi si è verificata un'evolu-
stanza di musicoterapia non è medicalizzata. zione nella comunicazione non-verbale, fino a
giungere, con alcuni, a quella verbale.
OSSERVAZIONI Modificando i parametri musicali (velocità, altez-
Mi trovo a lavorare con persone che fino a poco za, ritmo) e tenendo conto delle caratteristiche
tempo prima erano sane, avevano una vita attiva specifiche di ciascun pz, sia prima dell'evento che
e dinamica; spesso giovani, o, addirittura, bambini nel decorso della patologia, si ottengono varia-
e adolescenti, con un futuro tutto da costruire; zioni dello stato di tensione/distensione. La sedu-
penso sia facile intuire con quale intenso impat- ta di musicoterapia può divenire un punto d'os-
to emotivo, ci si confronti quotidianamente. servazione significativo e privilegiato per una più
In tutti, operatori e familiari, sono presenti inten- approfondita conoscenza delle potenzialità e
se "aspettative", che spesso oscillano tra l'estre- della possibilità residue del pz, sotto il profilo
mo della disperazione e dello scoraggiamento e senso-motorio, cognitivo e relazionale.
quello della sopravvalutazione e dell' eccessivo L'insistente richiesta verbale di risposte o di
ottimismo. segnali può provocare chiusura e rigidità in un pz
È faticosissimo restare nei limiti del reale e dell'e- che spesso non comprende (afasia) o non è in
quilibrata lettura degli elementi che vengono grado di compiere quanto richiesto. Il pz può sen-
rilevati nelle varie situazioni. Nessuno fa miraco- tirsi frustrato e scoraggiato, può emergere un
li, nessuno è inutile: ognuno contribuisce a resti- atteggiamento depressivo ed una minore collabo-
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razione nello svolgimento del percorso riabilitati- tutte le produzioni, anche casuali ed involonta-
vo. L'assenza totale della voce (mutismo, afasia), rie del paziente;
eccetto rari suoni vocali o gutturali spontanei
(lamenti, sbadigli, movimenti della bocca), richie- • essere molto graduali e discreti nelle proposte,
de necessariamente il mantenimento di una sempre consapevoli dell'estrema complessità
comunicazione non-verbale. Molte volte i primi della situazione globale del paziente (è un
segnali di contatto e di risposta sono rilevati pro- bambino, con un corpo, una struttura neuropsi-
prio nel contesto musicoterapico, che evidente- cologica e un passato da adulto), spesso disar-
mente, viene vissuto come positivo e rassicurante. monico e frammentato per il quadro neurologi-
In conclusione vorrei sottolineare gli aspetti che co, esito dell'evento traumatico;
connotano l'intervento musicoterapico nell'ambi-
to del post-coma: • rispettare i tempi "evolutivi"che sono lunghi e
graduali;
• ascoltare ed osservare attentamente per cogliere
tutto ciò che il paziente può offrire, in quanto • offrire stimoli semplici, elementari e facilmente
parte attiva dell'intervento musicoterapico. riconoscibili;
Attraverso la sintonizzazione alle sue “propo-
ste”, anche involontarie, egli viene coinvolto • distinguere le proiezioni dei familiari e le proprie
nella sua riabilitazione come soggetto partecipe; dai dati reali (informazioni, comportamenti);

• non avere fretta, saper aspettare, lasciare scorrere • ricordare che si ha difronte, comunque, una
il tempo, accettare il silenzio come parte inte- persona, che ad un qualsiasi livello, riceve mes-
grante e costruttiva della seduta (la musica è saggi, contenuti, informazioni;
fatta di suoni e di silenzi);
• in ogni caso il nostro obiettivo è migliorare la
• dare significato ed evidenziare musicalmente qualità di vita del pz.

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Musicoterapia

Musicoterapista Perugia
e demenza
Introduzione
Nel morbo di Alzheimer le competenze comuni-
senile
cative sono in genere molto deficitarie (Aldridge-
Brandt, 1991). Il malato affetto da demenza

Francesco Delicati,
perde in spontaneità, ha crescente difficoltà nella
comunicazione, nel reperimento delle parole o
nella comprensione del linguaggio; il pensiero
astratto e la capacità di eseguire ragionamenti
risultano impoveriti; la sua capacità di giudizio
diminuisce; il pensiero perde la sua chiarezza
apparendo frammentato e disorganizzato; la sua
capacità di memorizzare si affievolisce; presenta
disturbi dell’attenzione e del comportamento
psicomotorio; compaiono mutismo, ripetitività e
soprattutto depressione; perde interesse per
l’ambiente, per gli altri, per i propri hobbies e il “Esprimersi”, dal
proprio lavoro, si rinchiude in se stesso (Zanetti- latino “ex-primere”,
Trabucchi-Boschi-Tonini, 1998; Longo-Mecocci-
Senin, 1998; Trabucchi, 1998). letteralmente
Di fronte a questa situazione diventa allora fon- “spremere per far
damentale garantire al malato la possibilità di
esprimere le proprie emozioni e di percepire le uscire”, “mandar
proprie sensazioni affettive per poi attivare la fuori”, permette
possibilità di poterle “decodificare” e “regolare”, a
partire dai semplici vissuti corporei fino alle più al paziente affet-
elaborate fantasie mentali (Postacchini-Ricciotti- to da demenza di
Borghesi, 1997).
“Esprimersi”, dal latino “ex-primere”, letteralmen- manifestare,
te “spremere per far uscire”, “mandar fuori”, per- lasciar trasparire,
mette di manifestare, lasciar trasparire, comuni-
care il proprio pensiero, sentimento o stato d’ani- comunicare il
mo attraverso il linguaggio o modalità non-ver- proprio pensiero,
bali. Allo stesso tempo il recupero di competenze
simboliche può consentire di metacomunicare sentimento o
sulle proprie esperienze, per dare un significato ad stato d’animo
esse e integrarle a livello mentale.
In questo senso la Musicoterapia (MT), in quanto attraverso il lin-
pratica che favorisce l’espressione comunicativa guaggio o attra-
e l’espressione in genere e che garantisce la rego-
lazione delle emozioni, può ricoprire un ruolo verso modalità
importante nell’approccio con la persona affetta non-verbali. 27
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La MT può costituire
un’occasione di potenzia-
da morbo di Alzheimer.
Studi recenti hanno
mento mnestico: sedute getto di sperimentazio-
ne di attività diurna a
dimostrato come la par- basate sul richiamo favore di malati
tecipazione all’attività
musicale sia stretta-
di canzoni possono Alzheimer.
La sperimentazione, che
mente correlata con i migliorare la memoria costituisce una prima
comportamenti sociali fase di studio di fattibi-
dei pazienti affetti da demenza, provocando un lità di un centro diurno, ha assunto la struttura di
incremento degli indici di partecipazione, dell’e- un lavoro integrato di MT e di Terapia delle 3 R:
spressione attraverso il canale verbale-fonatorio “riorientamento, reminiscenza e rimotivazione”.
e quello mimico-gestuale ed una facilitazione
dell’interazione e dello sviluppo di contatti socia- I soggetti coinvolti nella sperimentazione
li (Pollack-Nemazi, 1992). L'intervento sperimentale si è rivolto ad un grup-
La MT, inoltre, può costituire un’occasione di po di 10 soggetti affetti da Demenza di Alzheimer
potenziamento mnestico: sedute basate sul di grado lieve-medio, in età compresa tra i 65 e
richiamo di canzoni familiari e sulla ripetizione di gli 85 anni (8 donne e 2 uomini), selezionati nel-
melodie, presentate ai soggetti dementi per la l’ambito dei pazienti attualmente in cura presso il
prima volta, possono migliorare nettamente la Centro di Geriatria, attraverso l'applicazione di cri-
prestazione della memoria per quanto riguarda il teri di inclusione determinati dai seguenti strumen-
materiale cantato rispetto a quello parlato ti operativi: Mini Mental State Examination >15;
(Prickett-Moore, 1991). Global Deterioration Scale >-3; assenza di gravi
In ambito musicoterapico, quindi, la musica può disturbi comportamentali e di gravi deficit neuro-
fornire al paziente un mezzo per esternare, libe- sensoriali. Gli anziani avevano una compromissio-
rare, manifestare, rappresentare e proiettare le ne più o meno marcata di memoria, orientamen-
esperienze interiori (Bruscia, 1993). In questo to, linguaggio, prassie ed erano, per la maggior
senso, allora, è molto importante per il musicote- parte, di umore depresso.
rapeuta cogliere e amplificare le emozioni susci- Inoltre, è stata fatta una valutazione del rapporto
tate dalla musica. paziente/musica, attraverso un colloquio iniziale con
un familiare e con lo stesso paziente, per avere infor-
Una sperimentazione di attività diurna con mazioni utili sulla storia generale del malato e sulla
l’Ass.ne A.M.A.T.A e l’Istituto di Geriatria sua storia sonoro-musicale.
A Perugia, l'Istituto di Gerontologia e Geriatria,
diretto dal Prof. Umberto Senin, per far fronte Modalità di realizzazione della sperimentazione e
alle tante richieste di aiuto, suggerimenti, consi- sua valutazione
gli ed informazioni avanzate dai familiari dei Il gruppo dei soggetti è stato diviso in due sotto-
pazienti, ha promosso la nascita dell'A.M.A.T.A. gruppi di lavoro (5 soggetti) ciascuno dei quali è
Umbria (Associazione Malati Alzheimer e stato impegnato per un periodo di un mese (feb-
Telefono Alzheimer). Dopo due anni di attività braio/marzo 1999) alternativamente in un lavoro
l'Associazione A.M.A.T.A., anche in considerazione di Terapia delle 3 R e di MT, con una frequenza di
dell'assenza totale di risposte specifiche nel terri- tre incontri settimanali per ogni terapia di riatti-
torio regionale, ha deciso di dare vita ad un pro- vazione, per un totale di 12 incontri.
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All'inizio e alla fine di ogni trattamento i sogget- Riguardo alle inclinazioni delle persone del grup-
ti sono stati sottoposti a valutazione neuropsico- po si potevano riscontrare globalmente preferen-
logica. Sono state inoltre considerate le variabili ze e gradimenti per:
socio-demografiche e cliniche rilevate nella valu- - attività musicale nella quasi totalità delle persone;
tazione multidimensionale eseguita al momento - esperienza musicale centrata sull’ascolto o sul
dell'arruolamento. cantare a memoria in gruppo canzoni conosciute;
Sono state utilizzate anche delle scale da sotto- - repertorio canoro centrato in prevalenza sulle
porre al caregiver per valutare la qualità della canzoni, con qualche concessione per le arie liri-
vita e il livello di stress. che e per i canti religiosi;
- ascolto di musica classica, da banda e lirica;
Obbiettivi generali - preferenza per strumenti come violino, fisar-
a) Fare emergere le facoltà fisiche ed intellettive monica, clarinetto;
residue, prefiggendosi mete accessibili che fac- - pratica del ballo;
ciano sperimentare una riuscita; - uso della voce come mezzo musicale.
b) stimolare la capacità cognitiva e l'immagina- Obbiettivi da perseguire per ottenere cambia-
zione, attivare la memoria, ristabilire e migliora- menti auspicabili e miglioramenti erano, pertan-
re la concentrazione; to, i seguenti:
c) pervenire ad una attendibile valutazione delle in ambito musicale: valorizzare le capacità cano-
capacità cognitive del paziente; re, riattivare la memoria canora e le pratiche del
d) valutare l'effetto di un trattamento combina- canto e del ballo; riattivare l’ascolto musicale;
to tra Musicoterapia e Terapia delle 3 R sulle ampliare le possibilità ritmico-musicali attraver-
performances cognitive e sullo stato affettivo di so l’uso di strumenti a percussione;
un gruppo di soggetti affetti da Malattia di in aree con obbiettivi non-musicali: aumentare il
Alzheimer e verificarne l'impatto sul caregiver. livello dell’attenzione e delle capacità di socializ-
zazione dei pazienti; favorire l'espressione attra-
Accertamento musicoterapico verso il canale verbale-fonatorio (narrazione e
Come già detto, è stata fatta una valutazione del canto) e quello gestuale-motorio (movimento
rapporto paziente/musica, attraverso un collo- spontaneo, uso di strumenti a percussione) per
quio iniziale con un familiare e con lo stesso aiutare a mantenere attivi certi processi sensoria-
paziente, per ricostruire la storia sonoro-musicale li e motori; alzare il livello dell’umore.
(principio ISO di Benenzon). Condividendo la stessa esperienza che era allo
A tale scopo, riadattando una scheda di R. stesso tempo cognitiva, emozionale e socializ-
Benenzon (1984) ed accogliendo spunti da K. zante, ogni persona avrebbe potuto aprirsi all’e-
Bruscia (1996) sulle preferenze del paziente, è sperienza nel gruppo secondo i propri tempi,
stata creata una scheda comparativa delle infor- rispecchiandosi in quello che avrebbe fatto o
mazioni desunte dal malato e dal familiare detto l’altro. Avrebbe potuto, infine, soddisfare
riguardante l'ascolto abituale di musica, le prefe- quel bisogno primario e fondamentale di ricono-
renze musicali, le reazioni all'ascolto, ai suoni scersi in ciò che si sarebbe fatto ed essere ricono-
tipici dell'ambiente familiare, alle diverse prati- sciuto dagli altri.
che musicali (canto, ballo, suono di strumenti),
con particolare attenzione al materiale canoro.
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Struttura dell’incontro e metodologia turato e questo percorso lo si è seguito in ogni


In base all’accertamento dell’ISO gruppale, sono fase. Ad esempio: dal muoversi spontaneo e libe-
state formulate alcune ipotetiche linee di inter- ro su di uno stimolo musicale (nell’ascolto e nel
vento verificate e messe a punto anche in itinere. canto) si è arrivati gradualmente ad un movimen-
L’idea originaria era quella di offrire un menù to strutturato, con sequenze ritmico-gestuali (nei
vario di attività musicali, in modo da assecondare gesti ritmici) e con figurazioni coreutiche (nel
le esigenze di ogni componente del gruppo, cer- ballo e nelle danze popolari).
cando di ricreare, come già sperimentato in espe- In termini musicali, il percorso scelto, nelle sue
rienze passate, il clima delle “veglie” serali, quan- grandi linee, quindi, prevedeva un passare dalla
do attorno a un focolare si andava a veglia presso melodia al ritmo e un utilizzare brani musicali
una famiglia di amici o parenti e ci si intratteneva caratterizzati da pulsazione lenta per arrivare gra-
con racconti, canti e balli (Delicati, 1997). dualmente a brani ritmati, con un aumento della
Con la finalità di favorire la partecipazione e l’e- velocità e concludere con un ritorno a tempi lenti.
spressione delle persone, facendole entrare gra- In termini di movimento ciò significava passare
dualmente nel clima dell’attività, la struttura di dallo stare fermi al muoversi sempre di più, coin-
ogni incontro prevedeva una progressione nelle volgendo progressivamente tutte le parti del
proposte, con un’attività musicale iniziale più corpo, mettendosi in gioco ed appropriandosi
calma e con minore coinvolgimento (l’ascolto di della musica con il movimento del corpo intero,
musica registrata) seguita da un’attività più coin- da seduti allo stare in piedi.
volgente e partecipante (il cantare in gruppo) per In termini spaziali si è passati da un uso limitato
andare poi verso esperienze musicali (il suonare ad un uso ampio dello spazio.
strumenti a percussione o la danza) sempre più In termini di energia emotiva si è passati da un
coinvolgenti, sia a livello fisico che emozionale, coinvolgimento emotivo e affettivo contenuto ad
per chiudere con un ritorno ai tempi lenti dell’i- un coinvolgimento intenso per ritornare a un
nizio. coinvolgimento misurato.
La finalità di questa strutturazione era quella di Schematicamente, il passaggio ipotizzato per le
far entrare lentamente le persone nel clima del- quattro variabili Musica, Movimento, Spazio,
l’incontro, costruendolo lentamente insieme, Energia emotiva è stato il seguente:
lasciando che lo stesso si strutturasse in modo VARIABILI PASSAGGI
tale da favorire la massima espressione.
• Musica dalla melodia al ritmo alla melodia;
Metodologicamente, si è partiti da una situazione da tempi lenti a veloci e ritorno ai lenti;
informale, non costrittiva, senza precise consegne da attività musicali più calme e con
o regole, lasciando che le cose accadessero da minore coinvolgimento ad attività più
coinvolgenti e partecipanti e ritorno ad
sole, lasciando che i malati reagissero liberamen- attività calme
te agli stimoli della musica, per poi raccogliere
questi loro spunti, stimoli o reazioni e "rilanciar- • Movimento dallo stare fermi al muoversi;
dallo stare seduti allo stare in piedi
li", amplificandoli, riproponendoli in una forma
più strutturata, secondo il metodo di intervento • Spazio da un uso ristretto ad un uso ampio
riassunto nei concetti di matching, pacing, lea- • Energia da un investimento emotivo e affettivo
ding (Scardovelli, 1992). Si è partiti, quindi, dal- emotiva contenuto ad un investimento intenso
l'informale per arrivare poi alle regole, allo strut- con ritorno a un investimento contenuto
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Ogni incontro è stato concepito come un tempo strumentazione d'epoca, il tipo e l'uso delle voci,
ed uno spazio sonoro-musicale nel quale, una ecc., è più “facilitante” dei rifacimenti moderni nel
volta fissate le coordinate di base rappresentate favorire nei pazienti il “rituffarsi” nel clima e nel-
dalle attività musicali, accadevano degli eventi, si l’atmosfera degli anni passati. I brani erano mirati
facevano degli incontri, si mettevano in movi- alle persone in base ai dati e alle informazioni sulle
mento delle energie. Incontro, quindi, come preferenze musicali desunte dal colloquio iniziale.
struttura dinamica che ha un inizio, uno svolger- I malati venivano incoraggiati, con modalità
si ed una fine e nel quale l’elemento ritmico rap- non-verbali, a cantare, e in modo spontaneo loro
presentava l’acme, il momento della messa in cir- stessi cercavano di riconoscere il motivo e indo-
colo di energie, del movimento corporeo, delle vinarne il titolo dopo l’ascolto delle prime note,
emozioni. cantavano sulla voce dei cantanti o negli inter-
mezzi strumentali.
Processo di trattamento
Gli anziani dei due gruppi hanno seguito il trat- Dopo l’ascolto di musica registrata, si continuava
tamento di MT per un mese; gli incontri, di un’o- con il canto a viva voce. Il fare musica dal vivo
ra ciascuno, avevano una frequenza trisettima- aumentava il livello di partecipazione e di coin-
nale. Le persone si sono incontrate alla stessa ora volgimento, anche nei termini della mobilizzazio-
e nello stesso luogo, sedendo quasi sempre nello ne di una maggiore energia. Inoltre consentiva al
stesso posto. musicoterapeuta di adattarsi al tempo del canto-
Le attività musicali erano condotte da un musi- re, rallentando o velocizzando l’esecuzione, cam-
coterapeuta assistito da due tirocinanti, uno dei biando registro, improvvisando soluzioni musica-
quali provvedeva alla ripresa in video di buona li particolari.
parte delle sedute. Ecco alcune proposte: il cantare in gruppo, la
L’incontro tipico prevedeva un momento iniziale struttura solista/coro, il cantare con accompa-
destinato all’accoglienza dei partecipanti in un gnamento di piccoli strumenti a percussione
salone d’ingresso; questo momento e questo (maracas, legnetti, triangoli, tamburello, tambu-
luogo erano importanti per osservare il tono del- ro, presentati nella seconda parte degli incontri).
l’umore dei pazienti, le loro resistenze, il loro
livello di investimento energetico. Era il momen- L’ascolto e il canto a viva voce di canzoni provo-
to e il luogo per approcciarsi e verificare le reci- cavano nei malati varie risposte di tipo corporeo:
proche disponibilità e i dubbi residui, per vincere gesti spesso solo abbozzati, scaturiti da un impul-
le resistenze, per convincere o rispettare la scelta so spontaneo a muoversi a tempo di musica, che
di non entrare. coinvolgevano soprattutto la parte superiore
(testa e braccia verso l’alto) e mediana del corpo
Seguiva l’ascolto di brani prevalentemente regi- (busto, mani) più legate all’affettività e alla linea
strati: musica classica, operistica, folklorica e melodica; quando, poi, le canzoni erano più rit-
soprattutto canzoni di musica leggera (legata agli mate, si verificava anche un coinvolgimento della
interpreti del passato più famosi come C. Villa, A. parte inferiore del corpo, con le mani in attività
Togliani, N. Pizzi,...) e canzoni popolari. I motivi, percussiva (schioccare di dita, battito sulle cosce,
risalenti agli anni giovanili dei partecipanti, erano battito di mani) e, in un momento successivo,
prevalentemente in versione originale; il sound, la l’accompagnamento strumentale con gli stru-
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menti a percussione. FASI e ATTIVITÀ Aspetti musicali Aspetti bioenergetici


e di psicomotricità
Nel corso dell’esperienza si è potuto constatare
come la messa in movimento di diverse parti del Accoglienza attivazione
dell’energia
corpo in risposta allo stimolo di musiche con
caratteristiche melodiche e ritmiche differenti, 1) Ascolto linea melodica parte superiore del
corpo (testa e
richiamasse il modello della suddivisione del braccia verso l’alto)
corpo umano in tre poli (superiore, mediano e
2) Canto di canzoni sound, timbro, parte mediana,
inferiore) che si mobilizzano in risposta al tipo di voce, sonorità, tronco, plesso solare
musica proposto (Guerra Lisi, 1991). atmosfera = qualità
sonora globale di un
brano, di un cantante
L’ascolto e il canto a viva voce, inoltre, portavano o di uno strumento
i malati a parlare: la verbalizzazione riguardava le
3) Movimenti a ritmo parte inferiore
impressioni suscitate dall’ascolto e gli elementi tempo con la musica (mani in attività
costitutivi del brano (nome dell'autore, titolo, tipo oppure percussiva, piedi)
di strumenti, tipo e qualità della voce del cantan- Suonare gli strumenti
a percussione
te, ecc.) oltre all’emergere di ricordi personali
4) Danza popolare ritmo parte inferiore (tutto
legati a momenti cruciali della propria vita: il
e ballo il corpo e in particolar
lavoro, la guerra, le figure familiari, gli amori, ecc. modo i piedi)
Chiusura/congedo linea melodica ristabilimento
La terza e quarta fase di ogni incontro prevede- dell’energia
vano diverse attività centrate su di un maggiore
coinvolgimento gestuale-motorio: Da quanto sopra detto e da quanto emerso con-
il muoversi con gesti strutturati in sequenze rit- cretamente nel lavoro, la MT nell’esperienza con
miche su stimolo di musica registrata (utilizzando pazienti affetti da morbo di Alzheimer in fase
brani caratterizzati da semplicità di forma e da lieve-media, è stata considerata principalmente
riconoscibilità); come pratica accrescitiva (secondo la definizione
il ballo sia libero che sotto forma di semplici che ne dà K. Bruscia nel suo “Definire la
danze popolari. Musicoterapia”) in quanto utilizzata:
Queste attività venivano scelte alternativamente, a) per accrescere gli sforzi di altre terapie di trat-
a seconda dei loro potenziali effetti, dei bisogni tamento (in primis la farmacologica);
che esprimevano i partecipanti direttamente o b) per fornire contributi benefici al piano di cura
che venivano colti dal musicoterapeuta. generale del malato;
c) per un limitato periodo di tempo;
Schematicamente ogni incontro si è strutturato e d) comprendendo anche attività non-musicali
consolidato nelle seguenti parti in ordine di suc- come ad esempio la narrazione e la reminiscenza
cessione, con accanto indicati gli aspetti musica- e l’uso di tecniche non strettamente musicali
li e quelli psicomotori: come la pratica del ballo e delle danze popolari;
e) impiegando non solo la musica, ma l’intera
gamma di esperienze e relazioni generate dalla
musica.
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Questo intervento ha aggiunto ai servizi, ai pro- 2. socializzazione (riguarda la capacità di rela-


grammi e alle terapie di trattamento di pazienti zionarsi con l'altro e di riconoscerlo; la capacità
seguiti fin qui principalmente a livello farmaco- di contatto fisico; la capacità di accettare carez-
logico, quel qualcosa di unico che è la musica. ze fisiche e psichiche). Livelli: nessuna, scarsa/dif-
Allo stesso tempo, la MT ha avuto un ruolo indi- ficoltosa, buona;
pendente nel fissare obbiettivi particolari nel 3. canto (riguarda il comportamento canoro e la
piano di cura delle persone, in particolare nel- partecipazione attiva allo stesso). Livelli: non
l’aiutare il malato ad esprimere le proprie emo- canta, accenna a cantare, canta;
zioni, a percepire le proprie sensazioni affettive e 4. interazione con uno strumento musicale
in alcuni momenti, scarsi ma significativi, ad ela- (riguarda il grado di partecipazione all'esperienza
borarle e ad attribuire ad esse un significato sim- del suonare strumenti musicali a percussione).
bolico. Livelli: non suona, accenna a suonare, suona;
La MT, inoltre, si è indirizzata ad un’ampia 5. movimento spontaneo (riguarda la partecipa-
gamma di problemi e bisogni presentati dalle zione motoria spontanea di testa, tronco, arti
persone, scegliendo via via quel particolare ele- superiori e inferiori allo stimolo musicale nell'a-
mento musicoterapico che meglio si indirizzava scolto e nel canto). Livelli: resta fermo, accenna
ai bisogni che emergevano nel lavoro. Infine, la movimenti, si muove;
figura stessa del musicoterapeuta ha rivestito un 6. narrazione/reminiscenza (riguarda la rievoca-
ruolo importante nella relazione con i malati. zione indotta dalle proposte musicali, soprattut-
to l'ascolto e il canto). Livelli: nulla, scarsa/fram-
Valutazione mentaria, buona.
Raccolta dei dati 7. umore (registrato sia "all'accoglienza" che "al
Una difficoltà iniziale è stata quella di trovare congedo"): riguarda il benessere psico-fisico della
nella letteratura internazionale modelli di rileva- persona, misurato sia sulle impressioni espresse
mento e misurazione dell'intervento musicotera- dai soggetti che su quelle osservate dal musico-
pico e dei suoi effetti sui pazienti. Viste le diffi- terapeuta nelle diverse attività. Livelli dell'umore:
coltà di carattere "economico" nell'utilizzare il cattivo, normale, buono.
modello proposto da Alicia Ann Clair (1991) Le categorie comportamentali venivano registra-
dell'Università del Kansas, si è creata una scheda te nel corso degli incontri e alla fine degli stessi
di rilevamento e valutazione composta di alcune dal musicoterapeuta e da due tirocinanti e sono
categorie comportamentali ritenute significative state verificate e integrate dalla visione dei video
per leggere e misurare i cambiamenti, nel corso degli incontri.
del tempo, delle stesse.
Sono state scelte le seguenti otto variabili, cia- Analisi dei dati
scuna valutata su livelli a tre gradi (punteggio 0- Nella valutazione dell’efficacia dell’intervento di
2): MT, l’accostamento dei dati desunti dai test
1. attenzione (considerata come la capacità di geriatrici e di quelli offerti dalla scheda musico-
concentrazione e di risposta alle proposte di terapica, integrati dalle impressioni colte dal
comunicazione sonoro-musicale, verbale, mimi- musicoterapeuta nei vari incontri, e dalle “voci”
ca/gestuale/motoria e la capacità di fare richieste dei partecipanti (sia opinioni che informazioni
o domande). Livelli: nulla, sporadica, buona; espresse direttamente da essi) e dei loro familia-
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ri, ci forniscono punti di contatto e conferme in Questa modificazione è stata riscontrata anche
alcune variabili comportamentali prese in esame. nei dati della scheda musicoterapica, dal confron-
Se i punteggi ottenuti nei test cognitivi sono to tra il tono dell’umore all’accoglienza e quello al
risultati sovrapponibili a quelli del baseline, note- congedo, incontro per incontro.
vole è stato l’impatto della terapia sul migliora- Dai risultati emersi globalmente nell’intero cam-
mento del tono dell’umore, sulla capacità di rela- pione, si possono innanzitutto fare alcune consi-
zionarsi con gli altri e sulla motivazione ad intra- derazioni di carattere generale:
prendere nuove attività. - il tono dell’umore alla fine di ciascun incontro si
Nello specifico le categorie comportamentali è rilevato sempre superiore al tono dell’umore ini-
hanno dato questi risultati: ziale (cfr. grafico di fig. 2);
- il tono dell’umore alla fine di ogni incontro è
• Tono dell’umore inoltre progressivamente migliorato nei due
I dati desunti dalla valutazione neuropsicologica, gruppi da incontro a incontro (cfr. grafico di fig.
nel loro confronto tra l'inizio e la fine del tratta- 2);
mento, ci dicono che l’umore, calcolato con - l’umore all’accoglienza è stato nettamente
l’Hamilton psychiatric scale for depression, ha regi- diverso nei due gruppi: improntato a caratteristi-
strato in quasi tutte le persone discreti cambia- che negative nel primo gruppo e rientrante in
menti, con dati che sono risultati statisticamente valori normali nel secondo gruppo (l’umore forse
significativi (p < 0.0006) (cfr. grafico di fig. 1). è legato alla composizione di ogni gruppo, il
primo dei quali ospitava elementi più problema-
Valutazione iniziale e finale dei soggetti e valuta- tici);
zione media - l’umore al congedo è migliorato in entrambi i
gruppi e questo miglioramento è stato più mar-
cato nel primo gruppo, mentre nel secondo grup-
po ha raggiunto i valori massimi dal sesto incon-
tro in poi.

Miglioramento dell'umore - Gruppi 1

2
1,5
1
0,5
0
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Numero incontri
Fig. 1. Le linee verticali evidenziano per ciascun
soggetto le variazioni medie del tono dell’umore
dall’inizio (punti circolari) alla fine (triangoli) del Fig. 2. Le due linee evidenziano il trend del tono
trattamento. L’osservazione “Media” identifica un dell’umore medio dell’intero campione all’inizio
ipotetico soggetto medio rappresentativo del (linea inferiore) e alla fine (linea superiore) di
campione di soggetti. ogni incontro.
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Dalle impressioni colte dal musicoterapeuta e due i gruppi è cresciuto nel tempo. Inoltre, l’atti-
dalle voci dei pazienti emerge: vità musicale sembra aver favorito nei due grup-
- la consapevolezza nei malati degli effetti bene- pi un aumento dei comportamenti sociali delle
fici del fare musica assieme e del potere della persone, e aver facilitato l’interazione e incorag-
musica di “trasformare” le persone e di ridare loro giato lo sviluppo di contatti sociali.
vita nuova. A volte, infatti, si sono sentite frasi Se guardiamo alle impressioni del musicotera-
legate allo stupore e all’emozione suscitata dal peuta e alle voci dei pazienti notiamo:
fatto che la musica ha il potere di riportare indie- - atteggiamento maggiormente propositivo: i
tro nel tempo: “Mi fa tornare a 12 anni!” pazienti hanno fatto richiesta di canzoni o di
(Assunta); “Queste canzoni sono belle, ci riporta- attività diverse, segno questo di un buon grado di
no alla gioventù... sembra che possiamo rigusta- ascolto e di attenzione ai propri bisogni.
re quell’epoca...” (Rina); “Riascoltare qualcosa che - espressione di sentimenti e di idee.
piaceva, sembra, se sente un brivido!” (Bruno); “È - buon livello di comunicazione, capacità di rela-
come rivedere cose già viste” (Maria). zionarsi e di legarsi in senso affettivo con gli altri
- la partecipazione alle attività proposte, con un (testimoniato da manifestazioni quali abbracci,
coinvolgimento, un entusiasmo e un investimen- baci, atteggiamenti protettivi, interesse reciproco,
to emotivo davvero ammirevoli. Ad esempio: due richiesta di notizie in caso di assenza di qualcuno,
pazienti che rifiutavano pressoché costantemen- "celebrazione" della chiusura dell'esperienza con il
te nuove attività e non uscivano da casa, chiede- rituale del mangiare qualcosa di buono insieme,
vano invece puntualmente di essere accompa- ecc...; nonostante i soggetti non si conoscessero
gnate per fare le terapie. prima del trattamento, si è subito instaurato un
- segnali incoraggianti di miglioramenti venuti clima familiare di amicizia e simpatia).
dall’ambiente familiare: alcuni parenti hanno - riduzione del problema dell’isolamento sociale:
segnalato a casa un miglioramento dell’umore per molti dei pazienti è stato positivo fare questa
(ad esempio: fischiettare motivi), una maggiore attività con una cadenza trisettimanale per spez-
motivazione nelle attività domestiche, la ripresa zare il loro isolamento; alcuni di loro, infatti,
della lettura del giornale, un aumento dell’ascol- lamentavano spesso di stare da soli in casa, di
to di musica classica. non avere scambi.
- aiuto e sollievo per i familiari dei malati, nono- - consapevolezza nei malati di ciò che stavano
stante i disagi che ha comportato l’adesione alla facendo o di ciò che stava succedendo: ad esem-
sperimentazione. pio, sapevano perché stavano lì, dichiaravano il
proprio stare bene. Davano l’impressione di esse-
• Attenzione e socializzazione re “pertinenti” alla situazione che stavano viven-
I punteggi dei test psicometrici non hanno evi- do, inseriti senza problemi, salvo poi, una volta
denziato cambiamenti significativi per la sfera usciti, perdere il senso di dove si trovavano.
attentiva; però il miglioramento del tono umora- - vari pazienti hanno apertamente dichiarato le
le ha fatto sì che i soggetti partecipassero attiva- proprie difficoltà nel recuperare ricordi o nel
mente alle diverse proposte. ricercare la parola giusta. Qualcuno ha pure rac-
Dalla scheda musicoterapica emerge come le contato gli episodi in cui era insorto ed emerso il
capacità attentive dei partecipanti sono state proprio problema.
molto elevate e il livello di attenzione in tutti e -attenuazione se non regressione della paura di
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non essere accettati e richiesta in alcuni di com- • Espressione attraverso il canale gestuale-motorio
prensione per le proprie difficoltà. Tranne rari e ini- L’indice di espressione gestuale-motoria (movi-
ziali episodi negativi, il clima disteso, di cooperazio- mento spontaneo e strumenti a percussione) ha
ne e di coesione tra i partecipanti, il condividere la presentato un andamento contrastante all’inter-
stessa esperienza musicale, il ruolo di coesivo svol- no dei due gruppi, per via della loro diversa com-
to dal canto e dalla musica, hanno favorito in cia- posizione: nel primo si è fatto poco uso degli
scuno l’accettazione delle proprie difficoltà senza strumenti musicali, ma c’è stata più propensione
preoccuparsi del giudizio altrui e tacitando anche al movimento libero, segno di preferenza per atti-
l’ansia emergente legata a tali difficoltà. L’attività vità legate al canto e all’ascolto; nel secondo
di MT sembra aver consentito al malato di allenta- gruppo, ad una scarsa attitudine a muoversi ha
re l’attenzione su se stesso e i suoi disturbi, allonta- fatto da riscontro un buon uso dello strumenta-
nando pensieri negativi. rio, in una sorta di vicarietà.
- caduta e diminuzione degli stereotipi: tra que- Se guardiamo alle impressioni del musicotera-
sti, il riso isterico, la paura di sbagliare e di essere peuta e alle voci dei malati notiamo:
giudicato, la logorrea, il ripetere come un ritor- - scoperta del piacere di “fare ginnastica con la
nello lo stesso ricordo, gli atteggiamenti di resi- musica” (nei gesti ritmici) e di muoversi libera-
stenza, di opposizione e di critica alle novità. mente senza consegne su di uno stimolo musica-
le. La musica è stata un supporto ed una spinta
• Espressione attraverso il canale verbale-fonatorio per la mobilizzazione attiva, favorendo anche il
Nei due gruppi si è cantato in maniera costante, controllo motorio.
e questa attività è stata quella più praticata per - scoperta del piacere di suonare uno strumento
tutto il ciclo degli incontri in entrambi i gruppi. e quindi di un battere e di un percuotere diverso
L’attitudine a raccontare e ricordare su stimolo dal semplice e solito battito di mani.
musicale è stata in entrambi i gruppi più diffusa - riapprendimento di una destrezza menomata in
nella prima parte degli incontri, mentre è calata seguito alla malattia d’Alzheimer: un paziente,
nel tempo per risalire lentamente e situarsi su che in passato aveva frequentato il Conservatorio
valori poco sotto la media. Questa diminuzione musicale, e suonava il clarinetto, di cui aveva
dell’espressione verbale è dovuta forse al fatto abbandonato la pratica, in seguito all’insorgere
che, nel prosieguo degli incontri, sono state pro- della malattia d’Alzheimer, ha potuto nei nostri
poste maggiori attività a carattere non-verbale e incontri suonare di nuovo il suo strumento in una
motorio (uso di strumenti musicali, gesti ritmici, situazione di piccolo gruppo musicale.
danze e canto) che hanno tolto tempo al com- - apprendimento o ampliamento di competenze
portamento narrativo. musicali (nello stesso soggetto di cui sopra) per
Dalle impressioni colte dal musicoterapeuta compensare e arricchire quelle menomate (ad
notiamo: esempio, il suonare piccoli strumenti a percussione).
- emergere di ricordi personali legati a periodi e a - recupero della familiarità con conoscenze fatti-
momenti della propria vita. Anche se frammenta- ve ormai dimenticate o attività abbandonate da
ri, i ricordi avevano spesso una forte connotazio- molti anni, come il muoversi su di uno stimolo
ne emotiva. musicale e la pratica del ballare.

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bibliografia
Conclusioni Aldridge D., Brandt G.
In conclusione si nota come, sia nell'arco di ogni (1991) “Music therapy and
incontro, che nella totalità della sperimentazio- Alzheimer’s disease”, in
Journal of British Music
ne, i pazienti sono passati da situazioni di "chiu-
Therapy, vol.5, n°2, pp. 28-36.
sura" ad una "apertura", da "atteggiamenti passi-
vi e immobili" ad un "coinvolgimento sia fisico Bruscia K.E.
che emotivo e psicologico". (1993) Definire la
Questo coinvolgimento è stato chiaramente leggi- Musicoterapia, ISMEZ, Roma.

bile nell'atteggiamento corporeo: all'inizio un po'


Bruscia K.E.
contratto, teso, statico, controllato, trattenuto, (a cura di) (1996) Casi clinici
(stare in silenzio, stare a braccia conserte, le dita di Musicoterapia (adulti),
della mano sul mento con aria perplessa), e poi via ISMEZ, Roma.
via accennante movimenti dapprima piccoli e poi
Clair A.A.
sempre più ampi, più mobili, sciolti, (un brillare
(1996) “Musicoterapia per
d'occhi, un sorridere, un muovere impercettibil- una persona in grave stato
mente le labbra, la testa e il tronco o le mani, un regressivo con una diagnosi
abbozzare un battito di piedi da seduti, un alzarsi probabile di morbo di
a ballare liberamente, un battere le mani consape- Alzheimer”, in Bruscia K.E.
1996 (cit.).
volmente, un coinvolgere tutto il corpo).
Questo coinvolgimento è stato osservabile anche Delicati F.
nell'atteggiamento emotivo e psicologico: dappri- (1997) Il canto fa venire fuori
ma bloccato, in attesa, (stare alla finestra, guarda- il paese più in fretta.

re dall'esterno, rimanere defilati, osservare fugace- Esperienza di musicoterapia


con gli anziani di una casa-
mente, resistere, non concedersi, tenersi il cappot-
albergo, Pro Civitate
to addosso, essere rigidi, critici, preoccupati o Christiana, Assisi.
ansiosi di non ricordare o di fare brutte figure),
sino ad arrivare ad alzare lo sguardo e sostenerlo, Guerra Lisi S.
(1991) Come non spezzare il
dichiarare le proprie difficoltà, sentirsi a proprio
filo, Borla, Roma.
agio, fare richieste, esprimere sensazioni e opinio-
ni, partecipare emotivamente al canto, coinvol- Longo A., Mecocci P.,
gersi. Senin U.
Significativi, per la breve durata del lavoro e per (a cura di) (1998) Alzheimer:
un aiuto per chi aiuta, La
la patologia in questione, sono stati quei
Voce Edizioni, Perugia.
momenti in cui è emersa nei malati la capacità di
discriminare a livello cognitivo ed affettivo le Pollack N, Nemazi H.
esperienze fatte, sino a trasferirne il significato a (1992) “The effect of music
livello simbolico. partecipation on the social
behaviour of Alzheimer’s
Pensiamo a quando i malati hanno sottolineato
disease patiens”, in Journal
gli effetti benefici del fare musica assieme e il of Music Therapy, Vol. XXIX,
potere della musica di "dar loro nuova vita" o del n°1, pp. 54-66.
“rifarli nuovi”. Emblematiche, a tale proposito,
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bibliografia

Postacchini P.L., alcune loro affermazioni legate alla metafora


Ricciotti A., Borghesi M.
della crescita, come quando al termine del primo
(1997) Lineamenti di musico-
terapia, NIS La Nuova Italia incontro, Assunta, una signora di 85 anni, comu-
Scientifica, Roma. nicò il suo benessere, sottolineando l’importanza
della musica: “Siamo noi che sbocciamo quando
Prickett C., Moore R. siamo qui a fare musica!”.
(1991) “The use of music and
Un’altra signora, Rita, intervenne riprendendo
memory of Alzheimer
patients”, in Journal of Music alcuni elementi del gesto di apertura/chiusura del
Therapy, Vol. XXVIII, n°2, pp. valzer appena terminato.
101-111. Dice Rita dell’attività musicale: “Questa è una
cosa che si respira (batte le mani e le fa scorrere
Scardovelli M.
aprendole in alto), questa è una cosa che si...
(1992) Il dialogo sonoro,
Cappelli, Bologna. ffss... parte” (e fa un gesto che si apre verso l’al-
to)”. Invitata a proseguire, afferma con maggiore
Trabucchi M. proprietà di linguaggio e ricerca accurata di paro-
(1998) Le demenze, UTET
le: “Intendo dire che... quando uno fa una cosa
Periodici Scientifici, Milano.
così è carino, è bello; poi, magari, uno ci si mette
Zanetti O., Trabucchi M., sul serio. È come se fosse che ti sboccia un fiore!”.
Boschi G., Tonini G., Crediamo che questa immagine dello sbocciare
Conoscere e vivere la malat- del fiore, utilizzata dalle donne per esprimere
tia di Alzheimer e le altre
questo loro senso di apertura e di “fioritura”, rap-
demenze, Gruppo di Ricerca
Geriatrica, USSL 41,
presenti un po’ simbolicamente l’immagine-guida
Alzheimer Ricerche Brescia, di tutta l’esperienza vissuta. I gesti fatti e i tre
Dip. Ricerca Clinica per la termini usati per spiegare gli effetti della musica
Malattia di Alzheimer-Ist. sono strettamente collegati alla vita: il respiro,
S.Cuore Fatebenefratelli, sito
infatti, è il simbolo per eccellenza della vita; par-
Internet
http://www.alfea.it/italz/DOCS
tire è mettersi in movimento, iniziare un cammi-
/HTML/viver.al.htm. no; sbocciare evoca qualcosa dentro di sé che si
rimette in moto e in vita.

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Musicoterapista, Bolzano
Musicoterapia
e A.I.D.S.
INTRODUZIONE
Sono stato invitato a presentare la mia esperienza
di lavoro con soggetti sieropositivi asintomatici e
in A.I.D.S. conclamato; un argomento che la stra-

Roberto Ghiozzi,
grande maggioranza delle persone preferisce
rimuovere. Dopo una lunga e ricca esperienza in
una Comunità Terapeutica per tossicodipendenti
dal primo febbraio del 1994 opero a tempo pieno
nel campo dell'A.I.D.S. Ho vissuto alcuni mesi in
una Comunità residenziale per ammalati in A.I.D.S.
conclamato, e precisamente a Tabiago (CO) c/o il
centro Don Isidoro Meschi; dal giugno del '94 lavo-
ro per conto della Caritas tedesca di Bolzano come
operatore musicoterapeuta.
Il mio lavoro si svolge in parte nella sede di acco-
glienza per sieropositivi organizzata dal gruppo
"IRIS" e dal loro responsabile clinico il dott. P.Paolo
Patrizi. Il gruppo IRIS è composto da volontarie e
volontari preparati e motivati che svolgono sul ter-
ritorio un compito certamente non sostituibile.
Un'altra parte del mio lavoro viene svolta a "domi-
cilio" ed infine direttamente nel reparto infettivi
dell'ospedale S.Maurizio, dove mi è stata data la Il mio lavoro si
possibilità di usare uno spazio per ascoltare e fare
musica con gli ammalati. L'A.I.D.S. è una tragedia
svolge nella sede
di incredibili proporzioni. Non c'è una seria infor- di accoglienza
mazione sul problema, anzi il più delle volte c'è
un'errata informazione da parte dei mass media, il
per sieropositivi
che porta all'espandersi del virus, a paure ingiusti- del gruppo
ficate, a discriminazioni, ostracismo e violenza
anche verso chi lavora per aiutare questi ammala-
"IRIS",
ti. Oggi sappiamo esattamente come avviene e a "domicilio"
come non avviene il contagio.
L' A.I.D.S. è solo una patologia comportamentale
dei pazienti
(quindi prevenibile al 100%). e direttamente
Lavorare con gli ammalati di A.I.D.S. è operare alla
frontiera; alla frontiera tra la vita e la morte, e tra
nel reparto
questi due poli c'è tanta sofferenza, di cui quella infettivi
fisica, che è intensa, spesso ne è l'aspetto meno
dell'ospedale
tragico. Queste non sono solo mie considerazioni
ma le parole di molti amici ammalati. Gli scienzia- S. Maurizio
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Anche dove si pensa


non ci sia musica,
ti attualmente sono in
una fase di ricerca la cui
le vibrazioni, le onde non possiamo più parla-
re di categorie a rischio
risoluzione pare sia sonore, sono sempre ma di comportamenti a
ancora lontana; i medici
sono in profonda crisi, si
presenti e non è difficile rischio; il ventaglio delle
persone con le quali ci
sentono impotenti e fru- sentirle e ascoltarle rapportiamo (e di rap-
strati ed è comprensibile, porti parlo nel senso
loro sono stati preparati per guarire, in questo caso profondo del termine) si fa molto più vasto, in pra-
invece vedono i loro pazienti morire uno ad uno; il tica comprende tutti, bambini compresi, infettati
sottoscritto non è nè un "ricercatore scientifico"nè da trasfusioni o nati da genitori sieropositivi. Se
un medico: sono un musicista che fino a non molto entriamo in una comunità residenziale o al repar-
tempo fa viaggiava per l'Italia e all'estero suonan- to infettivi, notiamo subito che l'A.I.D.S. non è una
do, cantando e componendo musica. malattia con una patologia specifica; la graduale
Sto approfondendo con entusiasmo i miei studi in soppressione del sistema immunitario porta ad una
musicoterapia, ma da tempo avevo intuito e speri- serie di patologie, le più diverse tra loro, presenti
mentato le possibilità terapeutiche del "Suono". in una stessa persona. Gravi problemi neurologici
Certo stiamo parlando dell'A.I.D.S., una malattia ad (paresi, paraparesi, emiplegie, epilessie, toxopla-
esito infausto. La musicoterapia è considerata da smosi cerebrale), problemi psichiatrici, diversi tipi
molti ancora in una fase pioneristica anche nei casi di tumore, ansia, sensi di colpa, e potrei continua-
dove i risultati sono evidenti e quantificabili (mi re purtroppo ancora per molto; ma fermiamoci qui,
riferisco al campo dei vari handicaps psicofisici e credo che come panoramica sia più che sufficiente
all'ambito psichiatrico); figuriamoci quindi quanto per capire quanto è complesso quest'ambito d'in-
sia pioneristico trattarne nell'ambito specifico di tervento. Inoltre non è difficile comprendere come
cui stiamo parlando. Ma è per merito di alcuni gli stessi operatori siano esposti a paure, meccani-
"pionieri" che si sono individuate una serie di stra- smi difensivi di negazione, proiezione e rimozione,
de, o meglio sarebbe dire di sentieri non interrotti, oscillazioni emotive con punte depressive; è pro-
nei territori di frontiera. prio su questi aspetti che è necessario lavorare
Sono pienamente convinto della validità dell'appli- attraverso un continuo confronto in supervisioni
cazione musicoterapica nel problema HIV, (tuttavia mirate per elaborare i lutti, rielaborare le paure, le
non ci sono testi a riguardo, almeno non ne sono a rabbie, i sensi di impotenza, i dubbi, le insicurezze,
conoscenza, ne ci sono dati da confrontare), sicu- la propria filosofia di vita, la propria fede per chi ne
ramente altre persone vivranno realtà esperienzia- ha una, qualunque essa sia.
li simili alle mie; anche se spesso si tratta della
"somministrazione di musica" a pazienti terminali. MUSICOTERAPIA E A.I.D.S.
Senza alcuna pretesa, desidero trasmettervi la mia Passiamo ora all'ambito operativo con semplicità e
esperienza che nasce e si rinnova da una quotidia- chiarezza, almeno queste sono le mie intenzioni.
na vicinanza, amicizia e lavoro con persone soffe- Ho detto in apertura che ho iniziato questa mia
renti. Per prima cosa cerchiamo di capire chi abbia- esperienza in una comunità residenziale per
mo davanti; fino a non molto tempo fa la cerchia ammalati in A.I.D.S. conclamato. I compiti che
delle persone contagiate era più o meno circoscrit- svolgevo erano i più disparati (non mi trovavo là
ta ai tossicodipendenti e agli omosessuali; oggi come operatore musicoterapeuta ma ufficialmen-
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te come operatore generico tirocinante): aiutavo a Mi trovo davanti a personalità frammentate, arit-
pulire i più gravi, a cambiare il pannolone agli miche che da una frammentazione interiore passa-
incontinenti, disinfettare le piaghe, imboccarli, mi no attraverso un veloce processo di deterioramen-
occupavo del tempo libero degli ospiti che stava- to del corpo. Le parole sono accolte con sospetto;
no meglio, facevamo assieme dei piccoli lavori sia non hanno mai avuto niente per niente; "ma chi te
in casa che in giardino; come iniziavano ad avere lo fa fare"? "Ogni volta che ti vedo mi dai fastidio,
fiducia gli ospiti cercavano soprattutto accoglien- vattene, sparisci ecc.. "questo mi è stato detto da
za e persone capaci di un ascolto empatico. Gianni (naturalmente i nomi delle persone non
La responsabile della struttura non aveva un buon sono quelli reali), un ragazzo di 28 anni che è
rapporto con la musica, imparai molto presto che morto dopo circa un mese ascoltando con me la
parlare di musicoterapia voleva dire, nella miglio- "Nona Sinfonia" dal Nuovo Mondo di Dvorak; tutto
re delle ipotesi, essere criticati o derisi. questo lo ha aiutato a morire meglio? Penso, spero
Tutti noi siamo dei corpi vibratori che propagano di si, le sue ultime parole sono state: "ho tanta
onde sonore, esiste il fenomeno della "risonanza", paura, ma sono anche curioso" pochi minuti dopo
spiegato scientificamente dalla fisica acustica; il è entrato in coma. Per aiutare queste persone è
corpo umano è il primo e più perfetto strumento necessario accettarle e farsi accettare e lo stru-
musicale con le sue "corde" vocali e la sua "cassa mento che uso è proprio la musica; tutti ormai
acustica". Anche dove si pensa non ci sia musica, siamo consapevoli che la musica è un mezzo per
le vibrazioni, le onde sonore, sono sempre presen- comunicare senza parole, un mezzo che apre real-
ti e non è difficile sentirle (come senso-tatto) e mente dei canali di comunicazione tramite i quali
ascoltarle per chi ha un orecchio attento, educato abbiamo la possibilità tra l'altro, di attivare proces-
all'ascolto ed un cuore disponibile. Nella realtà di si di accettazione e di socializzazione; la musica è
cui stiamo parlando le note, i suoni sono gravi; una valvola di sfogo per le nostre emozioni,uno sti-
sono lamenti espressi in vocalizzi "U/O/A" a secon- molo mentale che può indurre stati di rilassamen-
da del dolore o della richiesta più o meno indiret- to psicofisico; la musicoterapia agisce nella relazio-
ta di attenzione. È una musica (non a sproposito ne, il "Suono" sposta contenuti "da e per" e, in que-
uso questo termine) che esprime la disperazione, il sto contesto è da sottolinearne l'importanza, foca-
dramma, la paura e l'angoscia anche di chi sta in lizza l'attenzione su "altro". Infatti il primo passo,
silenzio per delle ore con lo sguardo fisso nel che è il più importante e sul quale mi trovo a dove-
vuoto. Mi trovo davanti a persone che concentra- re lavorare di continuo, è quello di usare la musica
no il pensiero sul dolore, lo focalizzano mental- per "spostare l'attenzione" su "altro", per spezzare il
mente e pensano solo al negativo, agli errori pas- flusso dei pensieri negativi nel tentativo di portare
sati, ai sensi di colpa, ai rapporti interrotti, alla vita la mente verso la quiete; calare il livello di ango-
buttata via (la maggior parte delle persone che ho scia, condurre la persona dall'aritmia al ritmo, dal
conosciuto e conosco è al di sotto dei 30 anni). caos all'armonia, dalla disperazione alla speranza. È
Questi pazienti sono cronicamente depressi, quin- necessario entrare in risonanza, e qui intendo
di chi opera con loro non può permettersi di esse- soprattutto risonanza-accoglienza; prima di ascol-
re depresso. Che fare dunque per distoglierli dalla tare o fare musica è importante usare la voce e il
loro "negatività" anche quando il dolore fisico è corpo, la gestualità, la voce-melodia, il movimen-
momentaneamente assente? Che fare per miglio- to-ritmo, è di fondamentale importanza la sequen-
rare la loro qualità di vita, nonostante tutto? za suono-pausa-suono-silenzio-suono. È necessa-
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rio entrare in un gioco "simbiotico" con il pazien- deva di importante, ebbene questo genere di vissu-
te, non dico che sia facile ma è indispensabile se ti non è trasmissibile a parole; comunque Tony
vogliamo davvero fare qualcosa; certo in quel aveva ritrovato il piacere di un'amicizia, inoltre
momento scopriamo come stiamo noi, la nostra aveva adesso un mezzo per scaricare le sue paure,
fragilità, la nostra provvisorietà. tensioni ed infine grazie alla musica evitava (e
questo non è poco) di assumere psicofarmaci
Alcune storie potenti per dormire poche ore.
Tony era un ammalato in fase terminale; soffriva
moltissimo era paraplegico e aveva tra l' altro una La madre di Paolo mi cerca in sede chiedendo il
orribile piaga nella zona inferiore della colonna mio aiuto; il figlio è in A.I.D.S. conclamato e soffre
vertebrale; urlava, imprecava e non sopportava la di toxoplasmosi cerebrale in conseguenza della
presenza di nessuno. Un pomeriggio mentre si quale presenta un complesso quadro clinico defini-
lamenta, entro nella sua stanza e mi siedo vicino al to "Encefalopatia epilettica" comprendente nel
letto, resto in silenzio, ad un certo momento gli caso specifico: deficit motorio, crisi epilettiche con
rivolgo una domanda che può "suonare " assurda: circa 30 assenze al giorno durante le quali il giova-
"che musica ti piace?" dopo una pausa/silenzio che ne perde coscienza per 20/30 secondi. Paolo è un
a me sembrò lunghissima (tipo una nota con coro- ragazzo di 27 anni, molto intelligente, sensibile e di
na), rispose smettendo di lamentarsi: "il blues… notevole cultura. Per vari motivi decidiamo che
conosco tutti i musicisti blues e rock", io lo incito sarà seguito a "domicilio"; nei nostri primi incontri
con delicatezza ma con fermezza a continuare a è sospettoso, introverso anche se ha un comporta-
parlare di musica, la situazione si evolve fino al mento molto educato; in una prima fase parliamo
punto che facciamo quasi a gara nel mostrare poco e ascoltiamo la sua musica; lentamente
quanti musicisti conosciamo e quali registrazioni ci comincia a fidarsi ad aprirsi, mi confida le sue
piacciono di più… poi si lamenta di nuovo e io paure, la sua angoscia… ad un certo punto inizio a
resto là in silenzio e poi riparliamo di blues ed a un proporre altra musica, gradualmente dei ritmi più
certo punto (che ritengo favorevole) inizio molto accentuati; in casa c'è una chitarra acustica, io
"soft" un lento ritmo di blues che batto sulle mie porto dei tamburelli, delle maracas, un flauto (gli
gambe, questa volta Tony sposta davvero l' atten- strumenti musicali sono validi mezzi terapeutici di
zione dal suo male e partendo da un lamento comunicazione interpersonale); arriviamo a suona-
comincia a cantare ed io accentuo più forte il re e a cantare insieme, tra di noi si realizza un'at-
ritmo sulle mie gambe e lo arricchisco battendo i mosfera di fusione, unione, condivisione e acco-
piedi per terra; cantiamo insieme e lui, con l'unico glienza reciproca, riusciamo a sorridere e a volte a
braccio ancora mobile, mi incita ed io improvviso ridere assieme. Con la musica creiamo degli spazi
con la voce e lui simula il suono di una chitarra, dove l'ansia e l'angoscia diminuiscono. Il problema
andiamo avanti così per alcuni minuti, all'improv- motorio, non totale, è alle gambe. Paolo cammina
viso crolla e si addormenta tranquillo per cinque aiutandosi con un bastone; durante l'ascolto della
ore. Da quel momento aspettava sempre le mie musica vi è un aumento dell'attività muscolare, i
visite, parlavamo di musica e di musicisti, iniziai a potenziali d'azione muscolare aumentano negli
portare un'armonica, cantavamo, urlavamo dispe- arti inferiori; gli massaggio le gambe, e applico la
razione e speranza, infine si addormentava sempre tecnica della riflessologia ai piedi. Paolo si meravi-
esausto ma tranquillo. Vi chiederete che cosa acca- glia che qualcuno tocchi il suo corpo; il contatto
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fisico è una forma di comunicazione fondamenta- che conduceva indeboliva sempre più il suo siste-
le; il "Suono-Massaggio" raddoppia sia l'effetto ma immunitario; le analisi mediche non erano
indotto dal suono che quello indotto dal massag- ancora così catastrofiche; se fosse riuscito ad
gio. Un giorno al termine di una seduta, Paolo si accettare il problema curandosi, vivendo in modo
alza dal divano, va lentamente in cucina senza sano, dall'alimentazione al riposo e soprattutto se
usare il bastone e prepara il caffè; questi effetti avesse riallacciato legami affettivi deteriorati o
non sempre si producono ma anche se saltuari spezzati, certo poteva almeno rallentare la malat-
migliorano la qualità della sua vita; Paolo dimostra tia, acquistare tempo e con esso la possibilità di
una maggiore volontà di lottare, di uscire di casa, usufruire di nuove scoperte scientifiche. Il cambia-
di incontrare persone per testimoniare pubblica- mento è avvenuto con tutta la drammaticità del
mente il suo vissuto e soprattutto dal suo volto, caso; ad un certo punto è avvenuta la visualizza-
compresso in una smorfia statica di dolore, paura zione del virus; lo psicoterapeuta lo ha disegnato
e rabbia, nascono dei sorrisi molto teneri. È impor- su di una carta bianca, seguendo quello che dice-
tante scoprire l' identità sonora dei pz, usare il va il giovane; questo disegno è stato messo sulla
principio "ISO" per diventare, in certi casi, il loro superficie di un tamburo; Gerry ha cominciato con
prolungamento corporeo, ritmico, sonoro, psichi- forza a percuotere il tamburo, suonava, urlava,
co, affinchè ci includano nella loro realtà. Una bestemmiava; alla fine esausto ha pianto, è stata
delle caratteristiche che mi ha colpito nella vici- una liberazione, un senso di pace, come lui stesso
nanza con questi ammalati è l’assenza di tempo. ha detto. Un arrendersi alla vita non alla morte.
Con pazienza è possibile individuare un motivo Con molta fatica e amore qualcosa è stato fatto,
musicale, specificatamente personale, che viene adesso Gerry ha riallacciato i rapporti con la fami-
proposto nei momenti di maggiore depressione e glia, si vede di nuovo con la sua ragazza, non si
che può costituire un “antidoto” efficace. buca più, si sta curando, ascolta la sua musica, cer-
Numerosi pazienti riescono a ridurre notevolmen- tamente ha paura ma anche tanta speranza.
te l'uso di farmaci psicotropi.
In diversi casi come nel seguente, si presenta la Si è sempre pronti a regredire quando non si può
necessità di lavorare in equipe con altri specialisti. procedere; un ammalato grave tende a regredire
emotivamente e psicologicamente, arriva spesso a
Gerry è stato seguito da uno psicoterapeuta e con- comportarsi come un bambino. Quando ho cono-
temporaneamente da me, che mi limitavo a pro- sciuto Sonia ho pensato proprio a questo: passavo
durre dei “suoni” in base a quello che accadeva; a visitarla e lei guardava il soffitto come fosse auti-
posso affermare tranquillamente che improvvisa- stica, sentivo che la mia presenza era rifiutata;
vo la colonna sonora di ciò che stavamo vivendo, ostinata non mi rivolgeva nè sguardi nè parole; tra
ma soprattutto era Gerry lo spartito musicale che flebo e catetere sembrava di pietra, ma nella
dovevo sforzarmi di leggere ed eseguire; sieroposi- magrezza del suo volto scorgevo due occhi bellis-
tivo da nove anni non ancora in A.I.D.S., continua- simi intatti dalla malattia. Decisi di non arrender-
va a rimuovere il problema con ostinazione; stava mi; un pomeriggio sul tardi mi presento con uno
per divenire un caso psichiatrico, un tipico border- stereo, metto dei CD a basso volume e ogni tanto
line, rifiutava di assumere qualsiasi farmaco, usava ci canto dietro, mi guadagno un "ma che c.... fai?"
eroina e alcool. Si rendeva assolutamente necessa- Gli rispondo tranquillo:
rio riuscire a responsabilizzarlo; con lo stile di vita "canto!" segue un "va via!" ma in un tono molto
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meno aggressivo. Sono tornato spesso da Sonia, mezzo migliore della musica? La mia convinzione
fino al giorno in cui ho trovato il letto vuoto. Dopo della validità della musicoterapia, della necessità
un inizio così difficile eravamo diventati amici; e urgenza di procedere nella ricerca, viene
l'intuizione è un raggio che penetra rapidamente confortata e stimolata da recenti considerazioni
in profondità, ero riuscito a capire quali erano i scientifiche: Il virus HIV colpisce il sistema immu-
suoni che gradiva di più, adorava la musica irlan- nitario; ma anche le condizioni psichiche del
dese; portavo spesso un flauto dolce e cantavamo paziente hanno una certa influenza nella causa e
insieme delicatamente; oppure accendevo lo ste- nella progressione delle malattie; batteri, virus e
reo e le massaggiavo la testa, così il dolore si atte- tumori sono certo presenti ma si nota anche che
nuava. Pensate quanto è triste l'ambiente degli il loro potere e la loro virulenza dipendono da
ospedali dove le mura sono grigie, fredde e depri- quello che succede nel loro ospite. Si comincia
menti. Gli ammalati gravi vivono ancora più dei con sempre più insistenza a parlare di psicoim-
sani in simbiosi con ciò che li circonda. Sonia aveva munologia specie negli Stati Uniti e le voci sono
iniziato a mettere degli oggetti colorati sul como- autorevoli: il gruppo di ricerca di Carl Simonton,
dino, con il permesso dei medici aveva attaccato ai oncologo a Fort Worth nel Texas, George Freeman
muri dei piccoli posters riproducenti dei paesaggi docente di psichiatria dell'Università della
naturali; si faceva trovare seduta sul letto, pettina- California, Jeff Leiphart psicoterapeuta e diretto-
ta e leggermente truccata. La sua frequenza car- re clinico dell'A.I.D.S. Response Program di
diaca e respiratoria era aritmica; sappiamo che la S.Diego in California. Ci sono delle complesse
musica mette in moto dei processi psicofisiologici interazioni bidirezionali tra il S.N.C. (che media
che di riflesso provocano variazioni della pressione processi sia psichici che biologici) e il sistema
sanguigna, della frequenza cardiaca e respiratoria; immunitario. Tutte le malattie sono multifatto-
con l' aiuto del "suono" spesso era possibile giun- riali e biopsicosociali per quanto concerne la
gere ad una attività respiratoria e cardiaca ritmica. causa, l'insorgere e il decorso; sono quindi il risul-
In questi casi Sonia provava un profondo senso di tato di interrelazioni tra fattori eziologici (batte-
benessere. Anche in situazioni di grandi difficoltà e ri, virus, agenti cancerogeni), genetici, nervosi,
sofferenza l'uomo è sempre capace di immaginare immunitari, emotivi e comportamentali. Dalla
e sognare; l'A.I.D.S. distrugge i corpi, la musicote- autorevole rivista "Scienze" il dott. Keith Wallace,
rapia fa in questo campo i suoi primi passi, ma una fisiologo, ci parla della nuova disciplina che la
cosa è certa non permette al virus di sopprimere la medicina definisce "neuroimmunoendocrinolo-
fantasia e la speranza. gia"; disciplina certo a conoscenza di tutti gli
operatori del settore. In pratica i tre grandi siste-
ALCUNE RIFLESSIONI mi, nervoso, immunitario ed endocrino sono in
Potrei descrivere ancora esperienze simili, piccole- realtà lo stesso sistema all'interno del quale
grandi vittorie. l'informazione circola, veicolata da piccoli mes-
In altri casi l'intervento musicoterapico è condot- saggeri chimici, i neurotrasmettitori. Secondo
to in piccoli gruppi dove oltre il rilassamento e il questa visione ogni pensiero ed ogni emozione è
piacere di fare ed essere assieme è possibile con in grado di innescare una serie di reazioni biochi-
gli strumenti sonorizzare eventuali conflitti emo- miche a catena che determinano la produzione di
tivi tra i pazienti e gli stessi operatori. Queste per- ormoni specifici e l’attivazione del sistema immu-
sone hanno bisogno di risposte umane, quale nitario. La neuroimmunoendocrinologia si colloca
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alle frontiere più avanzate della medicina moder- Vorrei rivolgere un invito a riflettere sulla impor-
na. Un esperto e sopratutto motivato musicote- tanza del lavoro in equipe, per ottenere dei risulta-
rapeuta, tramite i suoni, la musica, i gesti, la ti migliori e in tempo minore. Un ottimo lavoro di
capacità di instaurare un rapporto "simbiotico", "assieme" nasce dall'umiltà di riconoscere i propri
la capacità di impiegare fenomeni di risonanza e limiti; riconoscere e soffrire per i propri limiti è
sinestesici è in grado di indurre uno stato di segno del fatto che si è portatori di una esigenza
"relax" psicofisico e quindi di ottenere un rallen- più grande, e ricorda che il proprio "essere" è sem-
tamento del battito cardiaco, un respiro più lento pre più grande del proprio "fare". Occorre educarci
e profondo, uno stato di quiete; conseguente- ed educare all'ascolto di sè, delle proprie emozioni,
mente diminuisce il tasso metabolico, che rap- ansie e insoddisfazioni, al rispetto della persona
presenta l'indice più attendibile dell'attività del umana, alla solidarietà come valore, ad una conce-
corpo e cala notevolmente, ancor più che nel zione "olistica" della salute, da non intendere solo
sonno profondo, la concentrazione nel sangue di come assenza di malattia. Certamente la musicote-
cortisolo ed acido lattico, sostanze correlate al rapia da sola non pretende di guarire dall'HIV, ma
livello di stress. Con la musicoterapia è veramente certo oltre a migliorare la qualità della vita, può
possibile spostare l'attenzione verso pensieri posi- rendere più attiva ed efficace la risposta alle tera-
tivi, l'angoscia diminuisce, e quindi in base alle pie mediche, ritardare o rallentare la fase acuta; un
precedenti considerazioni mediche è possibile ral- ulteriore tempo acquisito, per qualcuno potrebbe
lentare il deterioramento del sistema immunitario. voler dire arrivare ad usufruire di un vaccino che
Curarsi quindi, in opposizione alla semplice elimi- almeno cronicizzi questa terribile malattia. E a chi
nazione dei sintomi, sottintende il restaurare l'ar- nonostante queste considerazioni e testimonianze
monia a tutti i livelli: mentale, fisico, emotivo e continuasse a discutere sul senso o non senso di
spirituale. La musica può trasmettere speranza e tanto lottare per una cosidetta "morte annuncia-
gioia di vivere, sensazione fra le più terapeutiche. ta", rispondo che in definitiva tutti stiamo moren-
Lascia fluire l'energia rilassandoci, liberandoci do lentamente; ma finchè siamo vivi dobbiamo in
dallo stress, facendoci sentire vivi. Il corpo ogni caso continuare a vivere e non a morire len-
risponde a questi messaggi. tamente. Questo ha un senso!

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Musicoterapia

Istituto Sacra Famiglia, Cesano Boscone (MI)


in un Servizio
Residenziale “Chiedetevi non quale malattia
per soggetti laquale
persona abbia, ma piuttosto
persona la malattia abbia”.
Alzheimer (W.Osler)

Introduzione
Presso la Fondazione Istituto Sacra Famiglia di
Cesano Boscone (MI), è stato istituito da circa tre
anni un “Nucleo Alzheimer”, dove i pazienti pos-
Manuela Picozzi, Denis Gaita, Lia Redaelli,

sono essere accolti, sia per un ricovero perma-


mente che temporaneo (i cosidetti “sollievi”).
Questo progetto rientra nel quadro del piano
Alzheimer della Regione Lombardia, che ha ela-
borato un Protocollo Operativo per l’assistenza al
paziente demente nei Nuclei Alzheimer delle
Residenze Sanitarie Assistenziali.
È proprio all’interno di detto protocollo che,
insieme ad altri tipi di intervento (fisioterapia,
Presso la terapia occupazionale) viene citata la musicote-
rapia, come “un intervento per il quale esistono
Fondazione
anedottiche indicazioni di efficacia” (sic).
Istituto Sacra Da circa un anno conduco trattamenti di musico-
terapia di gruppo con alcuni pazienti con diverso
Famiglia di
grado di deterioramento.
Cesano Boscone Le finalità dell’intervento possono essere così
(MI), è stato riassunte, sempre secondo il piano regionale:

istituito da circa • rilassamento;


tre anni un • stimolazione “cognitiva” attraverso l’impiego di
strumenti rudimentali per la produzione di
“Nucleo ritmi e/o suoni;
Alzheimer” • stimolo della memoria remota attraverso
l’ascolto di brani familiari all’esperienza dei
dove i pazienti pazienti.
possono essere
In letteratura esistono numerosi lavori che testi-
accolti, sia per moniano la validità e l’efficacia dell’impiego della
un ricovero musica come mezzo per veicolare le informazioni
non verbali, la cui comprensione è conservata
permamente anche nelle fasi più avanzate di molte forme di
che temporaneo demenza, e non ci pare che si possano ridurre a
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Il Melotest è
“un reattivo
semplici “indicazioni
anedottiche”.
psicodiagnostico consce di fantasmi e
difese, oltre a indicazio-
L’argomento di questa proiettivo ni preziose sulla qualità
relazione è però un altro:
all’interno di un progetto
semistrutturato dell’orecchio musicale.
Le indicazioni del Me-
di intervento musicote- su materiale musicale”. lotest vanno dunque
rapico, per molti versi dal versante propria-
ancora in fase sperimentale, abbiamo pensato di uti- mente clinico alle sue peculiarità:
lizzare uno strumento particolare, il Melotest. - la possibilità di testare persone dalla discorsi-
Questo strumento, essenzialmente un test di per- vità inibita, non sviluppata o patologica (es. bam-
sonalità, costruito con materiale musicale, (idea- bini, adolescenti, handicap, psicotici gravi);
to dal Prof. Gaita e somministrato a soggetti - quella di individuare, su un terreno più squisi-
“normali” e soprattutto a pazienti psichiatrici) tamente psicoanalitico, la costellazione interiore
consente di ottenere indicazioni psicodiagnosti- fondamentale;
che e criteri per una più corretta ed efficace - infine, quella di saggiare con sorprendente
impostazione del trattamento musicoterapico. puntualità qualità musicali o stili di relazione
In questo lavoro partiremo quindi dalla presenta- (ascolto dell’altro) che richiederebbero, per esse-
zione e illustrazione del Melotest, per poi descri- re valutati, tempo e lavoro clinico non sempre
verne la sua validità in una situazione “limite” possibili.
(qual’è la malattia di Alzheimer), che ne dimostra Oltre a dare informazioni preziose sull’assetto
l’estrema duttilità e possibilità di applicazione, conscio dello stile personale e relazionale, il
soprattutto in confronto ai test cognitivi di soli- Melotest dà la possibilità di uno sguardo non
to somministrati a questa tipologia di pazienti. banale su assetti inconsci.
C’è una presenza inaspettata, al fondo del fatto
Il Melotest simbolico, dell’ascolto musicale o dell’esperienza
Il Melotest è “un reattivo psicodiagnostico psicoanalitica: è il corpo, dimenticato nel lin-
proiettivo semistrutturato su materiale musicale”. guaggio. È un telaio di sagome di gesti un giorno
Il materiale del test è costituito da dieci fram- segnati dalla gioia o dalla paura, profili quasi
menti sonori, elaborati elettronicamente; si trat- neurologici di affetti che si riaccendono nella
ta di strutture musicali prive di riconoscibilità melodia di una frase, nel ritmo di un quadro, nel-
culturale o storica immediata, contenenti detta- l’armonia di una partitura. Tracce del corpo e
gli percepibili convenzionalmente, aloni sonori degli affetti nella mente: ecco, in ultimo, la
quasi non strutturati e bizzarrie melodiche, ritmi- migliore approssimazione dell’inconscio.
che, armoniche e timbriche di risonanza non
sempre conscia. Il Melotest e i pazienti Alzheimer
All’interno di questa griglia di stimolazioni è pos- Curare il demente è una sfida professionale e
sibile enucleare vie convenzionali, originali o deli- umana per gli operatori professionali e per gli
ranti dell’elaborazione del percetto; costanti di stessi familiari, che possono trovarsi di fronte ad
adesione alla convenzione o di indicativi sintoma- una persona “diversa”, tenuto conto che, gene-
tologici e, a seconda del protocollo, un quadro ralmente, la personalità, la memoria a breve e a
psicodiagnostico riferito a strutturazioni non lungo termine, il vocabolario, la capacità di pen-
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siero e la capacità visuo-spaziale possono essere piti precisi da eseguire (l’unica consegna è: “Mi
gravemente menomate. Inoltre possono insorge- dica cosa le fa venire in mente questo brano”), ha
re altri problemi psichiatrici e comportamentali contribuito molto ad alleviare questo stato di
che rendono sempre più oneroso il carico assi- ansia, consentendo la somministrazione.
stenziale. In definitiva - e ciò può essere determinante anche
Per tutti questi motivi le persone dementi potreb- con altre patologie - si propone qualcosa di pia-
bero essere vissute come un semplice “guscio” del cevole (l’ascolto musicale) e uno sforzo di atten-
loro precedente sé e non avere nessun traguardo zione limitato nel tempo (i brani durano poco più
di vita, che non sia un cammino in discesa verso di un minuto ciascuno).
la morte che sola li trarrà dalla malattia. Dalla compilazione dei protocolli emergono altre
Ma questo è in contrasto con la dignità intrinse- considerazioni di carattere generale, in rapporto
ca e inviolabile di ogni persona umana. Concepire ai punteggi ottenuti dalle medesime pazienti nei
le persone dementi come “differenti” può contri- test di carattere cognitivo somministrati prece-
buire invece alla tolleranza e al rispetto. Come nel dentemente.
caso degli handicappati mentali e dei gravi mala- Tutti i pazienti ospiti del Nucleo Alzheimer sono
ti mentali, non possiamo trascurare la possibilità stati infatti testati con Mini Mental State
che anche la vita dei dementi gravi contenga in Examination (MMSE), Clinical Dementia Rating
sé esperienze delle quali noi siamo interamente (CDR) e per quanto riguarda i disturbi comporta-
privati. mentali con UCLA Neuropsychiatric Inventory (NPI).
Il Melotest è stato somministrato a sei pazienti Per quanto riguarda il nostro campione, si tratta
del Nucleo Alzheimer. Si tratta di soggetti con di pazienti con demenza di stato avanzato (di
diverso grado di deterioramento, comunque in grado moderato, grave e molto grave), disturbi
una fase avanzata della malattia. del linguaggio di tipo afasico di grado severo,
La maggior parte è inserita nei gruppi di musi- perdita di grado severo della memoria (prevalen-
coterapia e quindi esiste già un minimo di cono- temente breve ma anche a lungo termine).
scenza e di rapporto con la terapista; cionono- Sono presenti disturbi comportamentali: abulia,
stante, le reazioni emotive sono state molto apatia, inerzia o, al contrario, ipereccitabilità e
forti (ansie, paure, crisi di pianto). Tali reazioni si motilità continua e afinalistica; oppure, sintoma-
sono rivelate tuttavia subito contenibili con tologia di tipo delirante (sospettosità, idee di
qualche frase di incoraggiamento e qualche furto, di riferimento).
gesto affettuoso. Da un punto di vista generale, i protocolli del
In questa fase, precedente alla somministrazione, Melotest sono stati invece caratterizzati da:
è emersa una insospettata capacità di “insight” da • ricchezza delle risposte (in confronto con lo
parte di alcune pazienti (sono tutte donne); que- stato avanzato della malattia e i punteggi otte-
ste esprimevano ansie e paure dovute a difficoltà nuti negli altri test), soprattutto da parte dei
a cui non avevano mai accennato (e che anzi pazienti più apatici, espresse con un linguaggio
negavano), e di cui non credevamo fossero consa- abbastanza corretto, produttivo, comunicativo,
pevoli: “Non ho più la memoria di una volta”, “Io certamente più strutturato;
non ci sto più tanto con la testa”, “Ho avuto dei • evocazione di memorie autobiografiche, con-
problemi con la testa”, “Mi vergogno”. notate affettivamente (con aumento del tono
Il fatto di proporre un test musicale, senza com- dell’umore).
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È stata una piacevole sorpresa rilevare quanto la piace), dall’individuazione di alcuni timbri, che
musica abbia il potere di fare emergere ricordi, spesso sono all’origine delle memorie evocate (per
situazioni vissute, esperienze lontane nel tempo es. il timbro dell’organo e il coro della chiesa) o da
in persone così compromesse. aggettivi usati per descrivere un timbro partico-
Memorie piacevoli, affettivamente intense, legate lare (“strumenti pieni di calore”).
spesso ad una gioventù di altri tempi, in cui la
televisione non era onnipresente, e le occasioni per Tutto questo, come dicevamo in precedenza, testi-
fare o per ascoltare musica erano le più disparate: monia il “potere” della musica, e al contempo evi-
- dal cantare nel coro della chiesa “Cantavo in denzia come il materiale musicale del Melotest sia
chiesa, sull’organo. Avevo una bella voce. particolarmente efficace in questo senso.
Sarebbe bello anche adesso ma sono invecchia- Lo specifico musicale, infatti, è quello di mettere
ta; c’era la Madonna Addolorata, Gesù nelle in risonanza sagome interiori non sempre consce,
braccia, la processione; adesso ho i denti rovina- grazie al peculiare tragitto della sua stimolazione
ti, non riesco più a cantare bene”; sensoriale. La vibrazione musicale, in specie, passa
- al melodramma “A me piacevano tanto le necessariamente da risonanze corporee e viscera-
opere, andavo spesso alla Scala; anche le ope- li, che, come la psicoanalisi della prima infanzia ci
rette, quando ero giovane era la mia passione”; insegna, sono particolarmente vicine a struttura-
- ai vicini di casa musicisti e alle figure parenta- zioni inconsce.
li “Quando ero giovane i vicini avevano quattro Prima dell’avvento del linguaggio, infatti, le
figli musicisti, facevano sempre i concerti, suo- impressioni decisive della storia si imprimono per
navano il mandolino, il violino, la chitarra e l’ar- via corporea in costellazioni fantasmatiche con-
pa. Eppure non so ballare, mio padre non voleva; notate affettivamente (piacere/dispiacere).
a Milano c’erano le balere ma lui non voleva: era Queste sagome, non connotate linguisticamen-
critico”. te, sono il repertorio di base della nostra vita
Oltre alle memorie autobiografiche, spesso le interiore.
risposte sono caratterizzate da aggettivi, appro- La musica è lo strumento più potente e sottile per
priati al brano ascoltato (troppo rumoroso, dolce, metterle in risonanza, per rivivificarle, per portar-
un po’ “brusco”, bello, allegro, malinconico), dalla le anche a livello conscio, ove ci sia la possibilità
espressione di apprezzamento (mi piace - non mi di elaborarle.

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recensioni
Guida dello studente una componente essenziale del setting musicoterapico. Perché
Gerardo Manarolo e Gian Luigi di Franco, a cura di, Edizioni serve una supervisione periodica? Chi può supervisionare? Che
Cosmopolis, Torino, 1999. cosa si supervisiona? Come si supervisiona? Possiamo giunge-
All’interno del panorama musicoterapico italiano si sentiva da re a realizzare una autosupervisione? A questi e ad altri inter-
tempo l’esigenza di un passaggio da una situazione ricca d’espe- rogativi Benenzon fornisce una risposta nello snodarsi del per-
rienze, scambi, discussioni in contesti pubblici o privati ad una corso delineato all’interno del libro. Nel corso della “calda”
situazione maggiormente connotata da elementi tangibili del dissertazione sul tema, ricca di resoconti esperienziali perso-
percorso svolto dalla Musicoterapia in Italia dove poter ravvisa- nalmente vissuti dallo Psichiatra argentino si delineano le
re anche se solo in maniera embrionale la nascita di qualcosa di coordinate entro le quali collocare il processo di supervisione.
più concreto fisicamente esistente specie in relazione a temi Tali coordinate permettono al musicoterapista di pervenire ad
quali la definizione della figura professionale (del uno sviluppo delle proprie effettive abilità; di riaffermare la
Musicoterapista e/o del Musicoterapeuta), degli iter formativi da
fedeltà all’orientamento teorico scelto e offrono la possibilità
seguire, dei curricoli teorico-esperienziali da percorrere nel corso
di riflettere costantemente sull’operare quotidiano. Si evince
del lungo processo di formazione. Forse un segnale tangibile è
da questo come il ruolo di “terzo elemento” assunto dal
rappresentato da questa “Guida dello studente” che nasce sul
supervisore, se rapportato alla diade paziente-musicoterapi-
finire del millennio grazie allo sforzo integrativo della CONFIAM
sta, divenga fondamentale per la costruzione di una cornice
(Confederazione Italiana delle Associazioni di Musicoterapia),
quasi a voler essere bene augurante per il futuro. maggiormente significante e consapevole rispetto alla rela-
All’interno della “guida” sono presentate in ordine alfabetico le zione analizzata. Il volume si apre con una sintetica riesposi-
diverse realtà formative italiane elencando associazioni o enti zione delle principali linee teoriche che caratterizzano il pen-
organizzatori seguiti dall’ente/i che ne forniscono l’eventuale siero dell’autore, tra queste i principi della Psicoanalisi
patrocinio. Successivamente ogni scuola descrive il proprio Freudiana, i concetti di oggetto transizionale e fenomeno
programma seguendo uno schema predefinito: a) denomina- transizionale, esposti da Winnicott, l’impostazione teorica
zione della scuola; b) storia; c) modelli didattici; d) contenuti; relativa alla comunicazione enunciata da Watzlawickz, i con-
e) criteri d’ingresso e verifica; f) organizzazione; g) tirocinio; h) cetti d’Incoscio collettivo e di archetipo tratti dal pensiero
Direzione; i) Docenti area musicoterapica; l) Supervisori; il
Junghiano, il concetto d’Imprinting tratto dagli studi di matri-
volume evidenzia, come sottolinea Manarolo nella prefazione,
ce etologica condotti da Lorenz. All’interno del volume com-
la “ricchezza e la peculiarità dei vari percorsi formativi pur
paiono alcune significative esperienze di musicoterapia, con-
contenuti all’interno di un progetto comune”. Il libro si conclu-
dotte da diversi professionisti, accompagnate da puntuali
de con un primo elenco di professionisti accreditati in ambito
commenti dell’autore relativi alla focalizzazione delle dinami-
musicoterapico nazionale i cui nominativi sono stati estrapola-
ti dagli organici dei docenti e dei supervisori delle varie scuo- che relazionali in atto nel corso del processo terapeutico; que-
le. Per concludere auguriamo alla CONFIAM ed ai suoi rappre- sti commenti esaminano approfonditamente sia le modalità
sentanti di proseguire con tenacia sulla strada intrapresa al fine espressivo-comunicative manifestate dal paziente sia le scelte
di garantire al più presto anche alla Musicoterapia in Italia ed operate dal musicoterapeuta nell’ambito dell’attuazione del
ai professionisti impegnati quotidianamente in questo campo progetto. Il volume si apre con l’analisi di un caso clinico pro-
il raggiungimento di una dignità esistenziale propria e ben posto da Giuseppa Pistorio (Psichiatra e Musicoterapeuta)
definita a livello nazionale ed europeo. dove la doppia formazione della conduttrice suggerisce fra
l’altro interessanti spunti di riflessione riguardanti il cruciale
Musicoterapia, esperienze di supervisione
momento di scelta dell’utilizzo del canale non-verbale come
Rolando O. Benenzon, Phoenix Editrice 1999.
mediatore della relazione terapeutica affiancato e/o contrap-
L’ultimo volume pubblicato in Italia dal Prof. Benenzon svi- posto all’utilizzo della parola. Successivamente il libro ci pro-
luppa l’importante tema della supervisione in Musicoterapia. pone un resoconto dell’intenso lavoro di ricerca in musicote-
Elemento fondamentale per il musicoterapista in formazione rapia condotto da Alfredo Raglio e dai suoi collaboratori rela-
50 la supervisione costituisce, come sottolinea lo stesso autore, tivo all’applicazione della musicoterapia a pazienti autistici
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adulti. Il rigore adottato dagli studiosi nell’allestimento del Lanzi ha posto in evidenza come, nel processo di comprensio-
setting, nel monitoraggio delle sedute, nella valutazione dei ne del fenomeno autismo, sia necessaria un’integrazione delle
dati emersi, fornisce importanti elementi di discussione in conoscenze disponibili provenienti dai vari indirizzi teorici.
particolare sulla profonda presa di coscienza dello stile Inoltre il relatore ha sottolineato l’importanza del lavoro col
espressivo e relazionale del musicoterapeuta ricercatore. Il gruppo familiare del soggetto autistico ponendo la dimen-
sione relazionale (sia essa influenzata da fattori costituziona-
contributo di Adriana Montori, musicoterapista che da anni
li o da fattori psico-affettivi) al centro del progetto terapeu-
lavora applicando la Musicoterapia in ambito preventivo per la
tico, considerando ogni singolo caso di autismo nella sua
psicoprofilassi al parto, ci riporta all’importanza dell analisi pre-
inscindibile dimensione biopsichica. La seconda relazione
coce della relazione madre-bambino e madre-ambiente-feto
della mattinata proposta da Gerardo Manarolo e Ferruccio
come contenitore dinamico dell’essere umano in divenire. Demaestri, rispettivamente supervisore e musicoterapista del
Gli ultimi contributi presentati riguardano le esperienze lavo- Centro “Paolo VI” di Casalnoceto, ha presentato l’esperienza
rative di Emerenziana d’Ulisse e collaboratori inerenti al trat- lavorativa condotta dagli autori da più di dieci anni presso la
tamento di un soggetto autistico, congiunto alla presa in suddetta istituzione con soggetti autistici focalizzando l’at-
carico della coppia genitoriale, affiancato al riesame della tenzione sulla speficità dell’approccio musicoterapico e sulla
situazione di un soggetto autistico a distanza di vent’anni funzione dell’elemento sonoro/musicale nel trattamento di
dalla prima applicazione delle tecniche musicoterapiche questa casistica. In particolare sono state analizzate le com-
(esperienza proposta dalla musicoterapeuta argentina petenze espressivo-comunicative e relazionali, mediate dal
Gabriela Wagner). Il testo di Benenzon si conclude con alcu- suono e dalla musica, del bambino autistico all’interno del
rapporto col musicoterapista, contestualizzando l’esposizione
ne considerazioni di base relative al processo di supervisione
con riflessioni di carattere teorico (Stern, Zappella, Benenzon,
tra le quali emerge la funzione equilibratrice ricoperta da tale
Trevarthen) e con l’illustrazione di tre situazioni cliniche.
processo nel consentire gradualmente al terapeuta la conqui-
L’apertura della sezione pomeridiana del convegno è stata
sta di uno spazio d’ascolto dell’altro non inquinato dall esi-
affidata ad Alfredo Raglio (musicoterapista e ricercatore pres-
genza di un agire scarsamente calibrato sulle effettive esi- so l’Ospedale di Sospiro in provincia di Cremona) che ha foca-
genze relazionali del paziente. lizzato l’attenzione essenzialmente sulla “musicalità” autistica
La supervisione “quindi non si riduce ad un mero controllo e intesa come “universo sonoro-musicale” intimamente con-
valutazione della tecnica impiegata, ma consiste in un esame nesso alla realtà espressiva di questa patologia, universo da
ben più articolato e di ampio respiro che prende in conside- conoscere e scoprire attraverso l’attuazione del processo rela-
razione tanto il rapporto terapeuta-assistito quanto le reazio- zionale caratteristico del setting musicoterapico che prevede
ni che la musicoterapia induce nel terapeuta stesso…”. l’incontro tra la “musicalità” del terapeuta e quella del
paziente come spunto per lo sviluppo della comunicazione a
Musicoterapia e Autismo livello non verbale. L’ultima relazione della giornata è stata
VII Convegno APIM affidata ad un ospite illustre: il Prof. Rolando Benenzon. Lo
Psichiatra argentino nel corso della sua esposizione ha ripre-
Il giorno 15 gennaio 2000 si è tenuto presso il Centro “Paolo
so alcuni concetti chiave relativi alla definizione della perso-
VI” di Casalnoceto (Al) il VII Convegno organizzato
na affetta da autismo che, secondo l’autore, si trova a vivere
dall’Associazione Professionale Italiana Musicoterapeuti dal
in una situazione di prolungamento dello psichismo fetale. Il
titolo “Musicoterapia e Autismo”. La relazione introduttiva
relatore ha contestualizato le sue affermazioni teoriche pre-
della mattinata presentata dal Prof. Giovanni Lanzi, Ordinario
sentando il proprio metodo di lavoro, soffermandosi in parti-
di Neuropsichiatria Infantile presso l’Università di Pavia, ha
colare sull’analisi delle condotte comunicative peculiari del
esposto le principali ipotesi interpretative relative all’etiopa-
gruppo familiare del soggetto autistico, individuando le “cisti
togenesi dell’Autismo infantile. L’autore ha riportato sinteti-
di comunicazione” presenti e illustrando possibili percorsi
camente e con molta chiarezza i principali modelli esplicativi
“riabilitativi” finalizzati alla risoluzione dei suddetti blocchi
di riferimento: Ipotesi psicogenetica, Ipotesi genetica, Teorie
comunicativi.
immunitarie, Ipotesi neurochimica, Neuroimmagini, Teoria
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della mente. Nel corso della dissertazione sul tema il Prof. Ferruccio Demaestri
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Lettera ai Soci Apim affiancati a momenti in cui le parole (più del soli-
• L’APIM è da tempo conosciuta in vari contesti to) lascino la scena all’improvvisazione strumen-
professionali e culturali grazie alla rivista “Musica tale vera e propria, nelle sue varie forme. Perciò
& Terapia”; molti servizi pubblici, associazioni tenetevi liberi per quel week end, scaldate i vostri
private, università, centri di formazione musico- strumenti e se avete esperienze che reputate
terapica la ricevono ed apprezzano, al punto che interessanti da proporre al convegno comunica-
riceviamo assai di frequente richieste di numeri telo tempestivamente a Massimo Borghesi
arretrati o estratti di articoli ormai andati esauri- (0338/7746947) (massimoborghesi@libero.it).
ti. Ora siamo giunti al nono anno di pubblicazio- • Negli ultimi anni è venuto crescendo, per
ne ed abbiamo ritenuto opportuno impegnarci ad importanza ed energie richieste, il progetto CON-
un rinnovamento editoriale di questo nostro FIAM, CONFederazione Italiana Associazioni di
strumento di aggiornamento e crescita culturale. Musicoterapia. L’APIM promuove tale progetto
Invitiamo i professionisti che abbiano elaborato confederativo. Questo sta producendo risultati
riflessioni sulle loro esperienze, o ricerche o tra- che non si erano ottenuti nei decenni preceden-
duzioni di importanti contributi stranieri di musi- ti; cerchiamo di dare un riconoscimento ufficiale
coterapia a concorrere a questo processo di svi- alla professionalità del musicoterapista. Parliamo
luppo. Per ogni contributo invitiamo i soci a con- della possibilità che la proposta di legge per lo
tattare Ferruccio Demaestri (0131/809407). smantellamento degli albi professionali, conten-
• Un secondo punto qualificante dell’APIM è da ga delle opportunità per noi assai interessanti. In
sempre l’attività convegnistica, a Rimini in mag- particolar modo, qualora questa proposta diven-
gio ed a Casalnoceto in Dicembre. Quest’anno ci tasse legge dello stato, (come sollecitato da pre-
sono tuttavia alcune novità rispetto alle date: il cise direttive comunitarie) verrebbe demandata,
convegno invernale verteva sull’autismo e posti- ad alcune associazioni private, la responsabilità
cipandolo al 15 gennaio 2000 ci siamo potuti di vigilare sulla reale professionalità degli iscritti;
avvalere del prezioso contributo di Rolando il CNEL, ente governativo incaricato della valuta-
Benenzon; anche per quello di maggio abbiamo zione della serietà professionale delle organizza-
pensato ad uno slittamento di data e precisa- zioni private, ha attualmente riconosciuto come
mente contiamo di organizzarlo dal 15 (arrivi interlocutore privilegiato la CONFIAM, unica per
serali) al 17 (partenza dopo pranzo) di settembre la musicoterapia ad essere inserita nella "consul-
2000. In maggio ci saremmo trovati infatti a ta". Si configurerebbe pertanto la possibilità di
ridosso dell’imponente convegno di marzo della costituire un REGISTRO NAZIONALE DEI MUSICO-
Pcc di Assisi (075/812308), all’organizzazione del TERAPISTI, a cura della CONFIAM, i cui associati
quale diversi di noi sono impegnati. Ovviamente (anche noi quindi) si troverebbero a beneficiare
verrà data più precisa comunicazione di questo di uno specifico riconoscimento governativo. Per
nostro appuntamento riminese, che si svolgerà questa ragione le varie commissioni CONFIAM
comunque, come di consueto, presso il conforte- stanno lavorando a pieno ritmo nella direzione di
vole ed economico hotel “La Fenice”; stiamo pen- uniformare ed elevare il livello della professiona-
sando all’organizzazione di uno stage centrato lità all'interno della disciplina, equiparando il
sullo strumentario della musicoterapia, caratte- monte ore dei corsi al IV° livello europeo, curan-
rizzato da laboratori in cui apprendere e speri- do gli aspetti deontologici, di aggiornamento
mentare la costruzione di strumenti musicali, professionale, di assicurazione per danni contro
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terzi, e così via. L’accesso a questo registro nazio- professionale la quale richiede quantomeno che
nale dei musicoterapisti sarà regolato da un le nostre affermazioni siano sottoposte a con-
esame di abilitazione (nella cui commissione trolli rigorosi. Ma la musicoterapia si riferisce al
saremo ovviamente presenti); potranno sostenere sistema scientifico o a quello umanistico? Nel
questo esame coloro che sono in possesso di primo caso dovremo verificare se sia adottato un
diplomi in musicoterapia rilasciati da corsi rico- linguaggio formale rigoroso, verificata la ripeti-
nosciuti CONFIAM, che siano iscritti ad una asso- bilità degli eventi, la loro misurabilità, e così via;
ciazione di musicoterapia CONFIAM (e noi lo nel secondo caso, alla necessità della scienza di
siamo) e che abbiano effettuato almeno 60 ore di ricorrere ad un linguaggio formale rigoroso fa da
supervisione post diploma. Stiamo inoltre pen- contrappeso l’uso del discorso poetico, conside-
sando a norme transitorie, necessarie a sanare la rato da Meltzer come essenziale alla comunica-
situazione di persone che hanno percorsi forma- zione psicoanalitica, il quale non mira a convin-
tivi datati. Vorremmo, con queste informazioni, cere ma a suggestionare, non a dimostrare ma a
comunicarvi che aderire all’APIM significa anche condividere. Afferma lo psicoanalista Franco
dare sostegno a chi porta avanti queste battaglie Fornari: “Nella definizione dello statuto della
per tutta la categoria e trascorre intere giornate propria verità, la psicoanalisi si trova più a dipen-
a consultare elenchi di nominativi di persone in dere dalla verità del mito che non da quella della
possesso dei requisiti richiesti, tra le quali proba- filosofia e della scienza: ma per farla accettare in
bilmente ci sei anche tu. Tutto questo lavoro, era scientifica, la si deve vestire di scienza”.
come dicevamo, sta producendo risultati interes- Questo è il punto: sentiamo il bisogno di ricerca
santi, tra i quali un volume utile a coloro che e fors’anche di ricerca sulla ricerca; pertanto,
volessero essere aggiornati sullo stato dell’arte chiunque avesse interesse ad aderire a progetti
della musicoterapia in Italia; il libro, intitolato sul tema può contattare Alfredo Raglio
“Guida dello studente”, può essere ordinato diret- (0338/7291944).
tamente presso le Edizioni Cosmopolis per la • Direttamente consequenziale al punto prece-
somma di £. 10.000. dente pare essere quello sulle aggregazioni regio-
• Alcune persone si stanno occupando di mette- nali: si può fare ricerca, autoformazione, organiz-
re a punto un “progetto Internet” articolato, coe- zare iniziative, invitare docenti e supervisori se si
rente con la filosofia dell’associazione, facilmen- appartiene a guppi coordinati. L’APIM nasce da
te consultabile e collegato con i più significativi questa idea di cooperazione ed intende conti-
siti mondiali di musicoterapia; nel frattempo nuare a promuoverla. Alcune regioni sono stori-
abbiamo voluto comunque essere presenti in rete camente meglio organizzate, altre meno; pensia-
(http://www.psmusic.com/apim.htm). Coloro che mo che sia importante che dalle une e dalle altre
fossero in possesso di competenze, motivazioni e arrivino segnalazioni di nominativi interessati ad
materiali atti ad arricchire il sito possono contat- animare la propria realtà locale. Chi si sente solo
tare Claudio Bonanomi (0335/6825190). o chi sta costituendo un piccolo gruppo in fase di
• Sta da tempo maturando all’interno dell’asso- campagna adesioni può segnalare il proprio
ciazione il desiderio di promuovere progetti di nominativo a Marzia Mancini (0541/730117) la
ricerca. Pensiamo effettivamente sia giunto il quale raccorderà le varie segnalazioni.
momento di uscire dalla fase delle affermazioni • A proposito di gruppi di supervisione, l’APIM è
generaliste e dare al nostro lavoro una dignità attiva in questo senso sia con iniziative che fanno
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riferimento ai propri corsi di Rivarolo, Genova, costi umani ed economici che non possono rica-
Saronno e Lecco, sia con iniziative distaccate dere soltanto sulle spalle di pochi, pena il falli-
dagli stessi, attualmente condotte da Gerardo mento; ha bisogno di promozione, affinché la
Manarolo e Massimo Borghesi; supervisioni indi- nostra associazione possa parlare a nome di molti.
viduali vengono inoltre effettuate oltre che dagli Per questo ti ringraziamo e ti chiediamo di conti-
stessi anche da Pier Luigi Postacchini nuare ad esserci, magari estendendo l’invito
(051/437798), Andrea Ricciotti (051/6141125) e anche a colleghi non associati, che non riceve-
Claudio Bonanomi. A ciò si aggiunga che nella già ranno questa lettera, ma che potresti sensibilizza-
citata “Guida dello studente” si potrà trovare un re in modo che un ideale di qualità possa conti-
elenco di tutti i supervisori di musicoterapia nuare ad esistere come fatto concreto.
accreditati dalle varie scuole CONFIAM.
• C’è un altro servizio che l’APIM ha svolto in Massimo Borghesi
questi anni ed è un servizio di consulenza telefo- Direttivo APIM
nica per i soci in difficoltà burocratiche od altro;
ora ci auguriamo che queste richieste possano
pervenire tramite posta elettronica all’indirizzo
apim@money.it così da poter essere eventual-
mente raggruppate in risposte collettive all’inter- XVII Convegno di Musicoterapia
no della rivista, pensando che probabilmente il Assisi 2000: Musicoterapie a confronto
bisogno espresso da alcuni possa corrispondere a Assisi 22 - 25 Marzo 2000
quello sommerso di molti.
• Il premio APIM consiste organizzativamente Finalità del convegno
nella disamina dei lavori che a tal fine vengono • Confrontare in modo focalizzato e approfon-
presentati; si tratta di un riconoscimento profes- dito alcune tecniche e metodi diversi che vengo-
sionale al quale non fanno seguito ricompense no insegnati all’interno del corso di musicotera-
particolari che non siano la possibilità di presen- pia di Assisi; consentire ai docenti e ad altri
tare il proprio materiale ad uno dei convegni esperti di dialogare su alcuni problemi e temati-
APIM o su di un numero della rivista. Vorremmo che specifiche;
comunque mantenere alta questa competizione
culturale ed invitiamo gli interessati ad inviare la • Dare l’opportunità ad alcuni diplomati del
documentazione ad Anna Maria Barbagallo corso di presentare il loro lavoro;
(051/6230902).
• L’APIM è animata da un ideale di qualità. In • Far conoscere all’esterno i risultati effettivi
attesa che il percorso del riconoscimento si com- prodotti dal corso di Assisi;
pia siamo comunque chiamati ad una qualifica-
zione che ci connoti come professionisti dall'indi- • Fare un bilancio del lavoro dopo quasi 20 anni
scutibile valore. Questo, come tutti gli ideali, ha di attività;
bisogno di adesione, abbiamo bisogno di sentire
che il nostro lavoro corrisponde alla necessità di • Creare un momento di raccordo e di collega-
molti; ha bisogno di sostegno, poiché le cause, le mento tra le diverse scuole di musicoterapia pre-
battaglie per gli ideali di tutti hanno anche dei senti in Italia.
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Temi delle giornate di studio
Mercoledì 22 marzo: arrivi e sistemazione Musicoterapia oggi.
Palermo, 19/20 Febbraio 2000.
Giovedì 23 marzo: “Aspetti sonori” Segreteria 091/345061
Venerdì 24 marzo: “Aspetti relazionali”
Sabato 25 marzo: “Aspetti istituzionali”
Giornata di studio “Un master nelle
arti-terapie?”.
Informazioni e adesioni al convegno Bologna 8 Aprile 2000.
Sezione Musica - Pro Civitate Christiana Segreteria 051/2091822
06081 Assisi (Pg) - Tel. e Fax 075/812308

Convegno “ La voce in Musicoterapia”.


V Congresso Europeo di Musicoterapia Genova, Giugno 2000.
“Musicoterapia in Europa” Segreteria 010/5762504
Musicologia – Pratica clinica - Ricerca
Castel dell’Ovo, Napoli, 20 - 25 Aprile 2001
Corso Triennale di Musicoterapia, ANFFAS,
Comunità “La Torre”, Rivarolo Canavese (TO),
Finalità principali del congresso Settembre 2000. Segreteria tel. 010/593641.
• Facilitare le relazioni fra paesi differenti dell’a-
rea europea, specialmente oggi che la comunità
Europea si è collocata nella prospettiva di defini- Seminario di Musicoterapia Apim.
re accordi più stretti tra diversi interlocutori. Rimini 15/16/17 Settembre 2000
Segreteria tel. 0338/7746947.
• Creare un luogo di studio dove gli operatori
possano portare risultati delle esperienze secondo
i diversi aspetti della disciplina Musicoterapia. Ciò Corso Triennale di Musicoterapia, ANFFAS,
includerebbe aree come la Musicologia, la Ricerca Genova, Ottobre 2000.
e altre attività che possano dimostrare l’efficacia Segreteria tel. 010/5762518.
della Musicoterapia attraverso la Pratica Clinica.

Informazioni Scuola Triennale di Musicoterapia,


Valentina De Rienzo (segreteria) Coop. Sociale La Linea dell’Arco,
ISFOM via R. Morghen 36 Lecco, Ottobre 2000. Segreteria tel. 0341/362281.
80129 Napoli
Tel. + 39 081/5789330
Fax + 39 081/5784059 Seminari di Musicoterapia in Assisi.
e-mail: napoli2001gdifranco@.it Novembre 2000
Segreteria tel. 075/812308.
Per informazioni più dettagliate consulta la pagi-
na Web:
http://www.gdifranco.it/napoli2001.html
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articoli pubblicati
Numero 0, Luglio 1992 Garcia) • Funzione polivalente dell’elemento sonoro-musica-
Terapie espressive e strutture intermedie (G. Montinari) • le nella riabilitazione dell’insufficiente mentale grave (G.
Musicoterapia preventiva: suono e musica nella preparazio- Manarolo, M. Gilardone, F. Demaestri)
ne al parto (M. Videsott) • Musicoterapia recettiva in ambi-
to psichiatrico (G. Del Puente, G. Manarolo, C. Vecchiato) • Volume III, Numero 1, Gennaio 1995
L’improvvisazione musicale nella pratica clinica (M. Musica e struttura psichica (E. Lecourt) • Nessi funzionali e
Gilardone) teleologici tra udire, vedere, parlare e cantare (Schindler,
Vernero, Gilardone) • Il ritmo musicale nella rieducazione
Volume I, Numero 1, Gennaio 1993 logopedica (L. Pagliero) • Differenze e similitudini nell’appli-
Etnomusicologia e Musicoterapia (G. Lapassade) • cazione della musicoterapia con pazienti autistici e in coma
Metodologie musicoterapiche in ambito psichiatrico (M. (R. Benenzon) • La musica come strumento riabilitativo (A.
Vaggi) • Aspetti di un modello operativo musicoterapico (F. Campioto, R. Peconio) • Linee generali del trattamento musi-
Moser, I. Toso) • La voce tra mente e corpo (M. Mancini) coterapico di un caso di "Sindrome del Bambino Ipercinetico"
•Alcune indicazioni bibliografiche in ambito musicoterapico (M. Borghesi) • Strumenti di informazione e di analisi della
(G. Manarolo) prassi osservativa in musicoterapia (G. Bonardi)

Volume I, Numero 2, Luglio 1993 Volume III, Numero 2, Luglio 1995


Musicoterapia e musicoterapeuta: alcune riflessioni (R. Il senso estetico e la sofferenza psichica: accostamento stri-
Benenzon) • La Musicoterapia in Germania (F. Schwaiblmair) dente o scommessa terapeutica? (E. Giordano) • L'inventiva
• La Musicoterapia: proposta per una sistemazione catego- del terapeuta come fattore di terapia (G. Montinari) • La for-
riale e applicativa (O. Schindler) • Riflessioni sull’analisi delle mazione in ambito musicoterapico: lineamenti per un pro-
percezioni amodali e delle trasformazioni transmodali (P.L. getto di modello formativo (P.L. Postacchini, M. Mancini, G.
Postacchini, C. Bonanomi) • Metodologie musicoterapiche in Manarolo, C. Bonanomi) • Il suono e l'anima: la divina ana-
ambito neurologico (M. Gilardone) • I linguaggi delle arti in logia (M. Jacoviello) • Considerazioni su: dialogo sonoro,
terapia: lo spazio della danza (R. De Leonibus) • La musico- espressione corporea ed esecuzione musicale (R. Barbarino,
terapia nella letteratura scientifica internazionale, 1ª parte A. Artuso, E. Pegoraro) • Aspetti metodologici, empatia e sin-
(A. Osella, M. Gilardone) tonizzazione nell'esperienza musicoterapeutica (A. Raglio) •
Esperienze di musicoterapia: nascita e sviluppo di una comu-
Volume II, Numero 1, Gennaio 1994 nicazione sonora con soggetti portatori di handicap (C.
Introduzione (F. Giberti) • Ascolto musicale e ascolto interio- Bonanomi)
re (W. Scategni) • Lo strumento sonoro musicale e la
Musicoterapia (R. Benenzon) • Ascolto musicale e Volume IV, Numero 1, Gennaio 1996
Musicoterapia (G. Del Puente, G. Manarolo, P. Pistarino, C. Armonizzare sintonizzandosi (P.L. Postacchini) • Dalla perce-
Vecchiato) • La voce come mezzo di comunicazione non ver- zione uditiva al concetto musicale (O. Schindler, M.
bale (G. Di Franco) Gilardone, I. Vernero, A.C. Lautero, E. Banco) • La formazione
musicale (C. Maltoni, P. Salza) • Gruppo sì, gruppo no: rifles-
Volume II, Numero 2, Luglio 1994 sioni su due esperienze di musicoterapia (M. Mancini) •
Il piacere musicale (M. Vaggi) • Il suono e l’anima (M. Musicoterapia e stati di coma: riflessioni ed esperienze (G.
Jacoviello) • Dal suono al silenzio: vie sonore dell’interiorità Garofoli) • Il caso di Luca (L. Gamba) • Disturbi del linguag-
(D. Morando) • Gruppi di ascolto e formazione personale (M. gio e Musicoterapia (P.C. Piat, M. Morone)
Scardovelli) • Esperienza estetica e controtransfert (M. E.
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Volume IV, Numero 2, Luglio 1996 Volume VI, Numero 1, Gennaio 1998
Il suono della voce in Psicopatologia (F. Giberti, G. Manarolo) Le spine del cactus (Claudio Lugo) • L’improvvisazione nella
• La voce umana: prospettive storiche e biologiche (M. musica, in psicoterapia, in musicoterapia (Pier Luigi
Gilardone, I. Vernero, E. Banco, O. Schindler) • La stimolazio- Postacchini) • L’improvvisazione in psicoterapia (Andrea
ne sonoro-musicale di pazienti in coma (G. Scarso, G. Ricciotti) • L’improvvisazione nella pratica musicoterapica
Emanuelli, P. Salza, C. De Bacco) • La creatività musicale (M. (Massimo Borghesi) • La tastiera elettrica fra educazione e
Romagnoli) • Musicoterapia e processi di personalizzazione riabilitazione: analisi di un caso (Pier Giorgio Oriani) • Ritmo
nella Psicoterapia di un caso di autismo (L. Degasperi) • La come forma autogenerata e fantasia di fusione (Giovanni
recettività musicale nei pazienti psichiatrici: un'ipotesi di Del Puente, Stefania Remotti) • Aspetti teorici e applicativi
studio (G. Del Puente, G. Manarolo, S. Remotti) • Musica e della musicoterapia in psichiatria (Fabio Moser, Giovanni
Psicosi: un percorso Musicoterapico con un gruppo di Maria Rossi, Ilario Toso).
pazienti (A. Campioto, R. Peconio).
Volume VI, Numero 2, Luglio 1998
Volume V, Numero 1, Gennaio 1997 Modelli musicali del funzionamento cerebrale (Giuseppe
La riabilitazione nel ritardo mentale ed il contributo della Porzionato) • La mente musicale/educare l’intelligenza musi-
Musicoterapia (G. Moretti) • Uomo Suono: un incontro che cale (Johannella Tafuri) •
produce senso (M. Borghesi, P.L. Postacchini, A. Ricciotti) • La Reversibilità del pensiero e pensiero musicale del bambino
Musicoterapia non esiste (D. Gaita) • L'Anziano e la Musica. (Fulvio Rota) • Musica, Elaboratore e Creatività (Maurizio
L'inizio di un approccio musicale (B. Capitanio) • Riflessioni Benedetti) • Inchiostro, silicio e sonorità neuronali (Alberto
su una esperienza di ascolto con un soggetto insufficiente Colla) • Le valenze del pensiero musicale nel trattamento dei
mentale psicotico (P. Ciampi) • Un percorso musicoterapico: deficit psico-intellettivi (Ferruccio De Maestri).
dal suono silente al suono risonante (E. De Rossi, G. Ba) • La
comprensione dell'intonazione del linguaggio in bambini Volume VII, Numero 1, Gennaio 1999
Down (M. Paolini). E se la musica fosse…(Maurizio Spaccazocchi) • Una noce
poco fa (Denis Gaita) • L’ascolto in Musicoterapia (Gerardo
Volume V, Numero 2, Giugno 1997 Manarolo) • La musica allunga la vita?(M. Maranto, G.
Gli effetti dell'ascoltare musica durante la gravidanza e il tra- Porzionato) • Musicoterapia e simbolismo: un’esperienza in
vaglio di parto: descrizione di un'esperienza (Pier Luigi ambito istituzionale (Anna Maria Bagalà)
Righetti) • Aspettar cantando: la voce nella scena degli affet-
ti prenatali (Elisa Benassi) • Studio sul potenziale terapeutico Volume VII, Numero 2, Luglio 1999
dell'ascolto creativo (Massimo Borghesi) • Musicoterapia e Dalle pratiche musicali umane alla formazione professionale
Danzaterapia: le controindicazioni al trattamento riabilitati- (Maurizio Spaccazocchi) • Formarsi alla relazione in
vo di alcune patie neurologiche (C. Laurentaci, G. Megna) • Musicoterapia (Giandomenico Montinari) • Formarsi in
L'ambiente sonoro della famiglia e dell'asilo nido: una possi- Musicoterapia (Pierluigi Postacchini) • Prospettive formative e
bile utilizzazione di suoni e musiche durante l'inserimento professionali in Musicoterapia (Pio Enrico Ricci Bitti) • Un
(Maria Grazia Farnedi) • La Musicoterapia Prenatale e coordinamento nazionale per la formazione in Musicoterapia
Perinatale: un'esperienza (A. Auditore, F. Pasini). (Gerardo Manarolo)

Gli articoli pubblicati dal 1992 al 1998 sono ora raccolti in “Musica & Terapia, Quaderni italiani di Musicoterapia”
edizioni Cosmopolis Corso Peschiera 320 - 10139 Torino - http://www.publispace.com/cosmopolis 57
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norme redazionali

1) I colleghi interessati a pubblicare articoli originali


sulla presente pubblicazione sono pregati di invia-
re tre copie dattiloscritte ed una copia su dischet-
to redatta secondo il programma Word per
Windows (tipo RTF) al seguente indirizzo:
Dr. Gerardo Manarolo, Vico Curletto Chiuso, 5/6
16121, Genova.
2) L'accettazione dei lavori è subordinata alla revisione
critica del comitato di redazione.
3) La comunicazione di accettazione verrà inviata
non appena il comitato di redazione avrà espresso
parere favorevole alla pubblicazione.
4) Il testo degli articoli dovrà essere redatto in lingua
italiana e accompagnato dal nome e cognome del-
l'autore (o degli autori) completo di qualifica pro-
fessionale, ente di appartenenza, recapito postale
e telefonico.
5) Per la stesura della bibliografia ci si dovrà attenere
ai seguenti esempi:
a) LIBRO: Cordero G.F., Etologia della comunicazio-
ne, Omega edizioni, Torino, 1986.
b) ARTICOLO DI RIVISTA: Cima E., Psicosi seconda-
rie e psicosi reattive nel ritardo mentale,
Abilitazione e Riabilitazione, II (1), 1993, pp. 51-64.
c) CAPITOLO DI UN LIBRO: Moretti G., Cannao M.,
Stati psicotici nell'infanzia. In M. Groppo, E.
Confalonieri (a cura di), L'Autismo in età scolare,
Marietti Scuola, Casale M. (Al), 1990, pp. 18-36.
d) ATTI DI CONVEGNI: Neumayr A., Musica ed
humanitas. In A. Willeit (a cura di), Atti del
Convegno: Puer, Musica et Medicina, Merano,
1991, pp. 197-205.
6) Gli articoli pubblicati impegnano esclusivamente
la responsabilità degli Autori. La proprietà lettera-
ria spetta all'Editore, che può autorizzare la ripro-
duzione parziale o totale dei lavori pubblicati.

I Quaderni Italiani di Musicoterapia sono distribuiti


presso le Librerie Feltrinelli.

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