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S e g re t e r i a d i re d a z i o n e : Ferruccio Demaestri • C.so Don Orione 7, 15052 Casalnoceto (AL) tel.

347/8423620
musica & terapia
numero

10 direttore editoriale
Gerardo Manarolo

comitato di redazione
Claudio Bonanomi
Massimo Borghesi
Ferruccio Demaestri
Alfredo Raglio
Andrea Ricciotti
Ferdinando Suvini

segreteria di redazione
Ferruccio Demaestri

comitato scientifico
Rolando O. Benenzon
Università San Salvador,
Buenos Aires, Argentina

Leslie Bunt
Università di Bristol,
Gran Bretagna

Giovanni Del Puente


Sez. di Musicoterapia, Dip. di Scienze Psichiatriche
Università di Genova

Denis Gaita
Psichiatra, Psicoanalista, Milano

Roberta Gatti
Direttore Sanitario A.N.F.F.A.S., Sez. di Genova

Franco Giberti
Psichiatra, Psicoanalista,
Università di Genova

Marco Iacoviello
Consulente Teatro Carlo Felice, Genova
Edith Lecourt
Università Parigi V,
Sorbonne, Francia

Giandomenico Montinari
Psichiatra, Psicoterapeuta, Genova

Pier Luigi Postacchini


Psichiatra, Neuropsichiatra
Infantile, Psicoterapeuta, Bologna

Oskar Schindler
Ordinario di Foniatria,
Università di Torino

Frauke Schwaiblmair
Istituto di Pediatria Sociale
e Medicina Infantile,
Università di Monaco, Germania
sommario
numero pag 1

10
Editoriale

pag 2
Espressione dello spazio e del tempo in musicote-
rapia: sintonizzazioni ed empatia
Pier Luigi Postacchini

pag 18
Intrattenimento, educazione, preghiera, cura…
Quante funzioni può svolgere il linguaggio musi-
cale?
Laura Quattrini

pag 25
Musicoterapia in fase preoperatoria
Giovanna Canepa

pag 40
L’improvvisazione sonoro-musicale come esperien-
za formativa di gruppo
Alfredo Raglio, Maria Santonocito
Cosmopolis s.n.c.
Corso Peschiera 320 pag 46
10139 Torino
011 710209 Musicoterapia e anziani
Alessandra Varagnolo, Riccardo Melis, Silvia Di Pierro
L’abbonamento a
Musica & Terapia è di
pag 56
Euro 18,00 (2 numeri).
L’importo può essere Recensioni
versato sul c.c.p. 47371257
intestato a pag 58
Cosmopolis s.n.c., Notiziario
specificando la causale
di versamento e pag 60
l’anno di riferimento
Articoli pubblicati
progetto grafico
sui numeri precedenti
Harta Design, Genova
Paola Grassi
Roberto Rossini
editoriale
Nel 2000 Musica et Terapia ha cambiato veste e di-
mensioni collocandosi all’interno della collana dedi-
cata alle artiterapie delle edizioni Cosmopolis. Il se-
condo numero del 2004, il numero dieci del nuovo
formato, ricorda questo percorso di crescita e di dif-
fusione, percorso ulteriormente sollecitato dall’av-
vio di una fruttuosa collaborazione con l’A.I.M., il
cui notiziario trova spazio all’interno di Musica et
Terapia. Questo numero si apre con l’articolo di Pier
Luigi Postacchini; l’autore ricorrendo a citazioni
poetiche ed artistiche cerca di delineare le qualità
del linguaggio sonoro/musicale, la sua capacità di
muovere le emozioni, di descriverle, di ordinarle.
Laura Quattrini, docente presso il Conservatorio di
Cagliari, descrive le molteplici funzioni del linguag-
gio musicale; queste funzioni sono determinate dal-
la peculiarità dell’elemento sonoro, dal suo artico-
larsi in diversi linguaggi musicali,ognuno con una
sua specifica potenzialità “semantica”, dai contesti
in cui la musica viene praticata, dagli usi che se ne
fanno. Gli articoli che seguono si spostano da una
dimensione prevalentemente teorica ad un contesto
teorico-esperienziale. Il contributo di Giovanna Ca-
nepa introduce un tema complesso, fonte di frain-
tendimenti e mistificazioni, vale a dire il potenziale
effetto ansiolitico insito in certe strutture sonoro
/musicali; la trattazione dell’autrice sconferma ogni
qualità pseudofarmacologica del musicale e ribadi-
sce la centralità dell’identità sonoro/musicale indi-
viduale e del contesto nell’amplificare o scotomiz-
zare le potenziali funzioni attivanti o rilassanti del-
l’ascolto proposto e le diverse valenze parasemanti-
che. La musicoterapia viene spesso considerata una
pratica riabilitativa indicata in situazioni cliniche
caratterizzate anche da intensi livelli di compromis-
sione psicofisica. Tale peculiarità rischia però di far-
ci sottovalutare le potenzialità psicoterapiche insite
nell’approccio musicoterapico. Il contributo di Al-
fredo Raglio e Maria Santonocito si prefigge per
l’appunto di delineare ulteriori ambiti applicativi,
non necessariamente clinici, dove l’improvvisazione
sonoro/musicale possa divenire l’occasione per un
percorso di crescita personale. L’ultimo articolo è
dedicato al trattamento delle demenze senili. Il con-
tributo di Alessandra Varagnolo, Riccardo Melis, Sil-
Gerardo Manarolo

via Di Pierro, descrive un intervento musicoterapico 1


svolto presso l’IPAB Giovanni XXIII di Bologna; la lo-
musica terapia

ro testimonianza, rigorosa sotto il profilo teorico e


metodologico, colpisce per l’intensa dimensione af-
&

fettiva ed umana che la connota.


Espressione dello spazio e del tempo

Psichiatra, Neuropsichiatra Infantile, Psicoterapeuta


in musicoterapia: sintonizzazioni
ed empatia The author considers the psychodynamic
concepts of "inner world" and "inner objects"
acording to the space and time categories,
looking for tunings with some expressive forms.
Thus, he takes examples from poetry (P. Eluard, E.
Montale, G. Cavalcanti, Dante) from music
(Mozart, Beethoven) and from painting (G.
Romano) to show how the musical, plastic,
pictorial, linguistic forms may tune in with the
world of affections. The use of poetic and artistic
language gives a more sudden correspondence
Pier Luigi Postacchini,

and evocation between forms and contents in


the expression of the Self. Of this concept the
Ho pensato author gives a definition linked to the concept of
di ricorrere empathy.
ampiamente
al linguaggio L’argomento non è dei più semplici, ho pertanto
pensato di ricorrere ampiamente al linguaggio dei
dei poeti,
poeti, per cogliere le qualità evocative ed ineffa-
per cogliere bili (Jankélévich, 1961) della musica che consen-
tono di abitare i suoni, collocandoli in una pro-
le qualità
spettiva interpersonale, e di facilitare così la
evocative costruzione di relazioni.
ed ineffabili
O amici non più questi suoni,
(Jankélévich, ma intoniamone altri più
graditi e più gioiosi!
1961) della
Gioia, bella scintilla divina,
musica che figlia dell'Elisio,
ebbri di fuoco noi entriamo,
consentono
o celeste, nel tuo santuario…
di abitare i suoni,
Gioia libano tutti gli esseri
collocandoli
al seno della Natura;
in una prospettiva tutti i buoni, tutti i cattivi
seguono la sua traccia di rose…
interpersonale,
e di facilitare così Vi prosternate, milioni?
la costruzione Presenti tu il Creatore, o mondo?
Cercalo sopra il padiglione stellato!
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di relazioni. Sopra le stelle dev’egli abitare.
musica terapia
&
La possibilità insita
È questo il Coro finale
nella musicalità renana, con la celebra-
composto, su testo di è di "muovere" zione della Gioia che
Beethoven, sull’ode
"Alla Gioia" di Schiller.
emozioni più della aiuta a superare gli
ostacoli e l'esortazione
Come è noto alla fine parola stessa alla fratellanza di una
della IX sinfonia, dedi- umanità mai apparsa
cata al re Federico così statuaria, non fa
Guglielmo III di Prussia, Beethoven inserisce la che rendere manifesta la premessa ideologica pre-
coralità intensa e potente dell’Inno alla Gioia, sente in tutto Beethoven; è proprio una scelta illu-
conferendo alla parola un valore aggiuntivo, e ministica quella del Finale della Nona, approdo di
risolutivo, per la definizione della trascendenza e una meditazione sul rapporto musica/parola dura-
la gloria del "cielo stellato" di kantiana memoria. ta decenni: ‘ciò che la moda ha crudelmente divi-
In questo modo, Beethoven realizza un desiderio so’ gli incanti della Gioia riuniscono; restringendo
che abitava fin dai suoi esordi di compositore i l'obbiettivo, la crudele divisione potrebbe anche
più profondi recessi del suo inconscio, spinto da essere quella di musica e poesia, su cui tanto spe-
un incontenibile bisogno di superare ogni limite, culavano i teorici del linguaggio, ora riunite in una
ma anche quasi non confidasse nella potenza comunione apodittica e più che mai densa di pro-
drammatica della musica. Così facendo, il "sinfo- messe" (Pestelli, 1991). Secondo la lettura di Mila
nico" Beethoven, si complica però non poco la "l’ode di Schiller, nella versione definitiva usata da
vita: in effetti l’Inno schilleriano non segue i pro- Beethoven (quella dove si dice che la parola Freude
cedimenti della variazione così tipici e cari all'ul- abbia sostituito la parola Freiheit), consta di 24
timo Beethoven. Rispetto ai tempi precedenti è quartine, delle quali una ogni tre è destinata ad un
una sezione non trasfigurata, bensì ripresa circo- immaginario Coro, per un riallacciamento ideale ai
larmente. Mila (1977) ha fortemente rivalutato modi dell'antica lirica corale greca. Ogni quartina…
questo censurato finale, assumendone nella dis- solistica… è a rime alterne (A-B-A-B), mentre la
organicità un po’ farraginosa, la condizione tipi- quartina corale è rimata secondo lo schema A-B-
ca che avvicina questa sinfonia beethoveniana, B-A…” Secondo Baensch, "il testo è diventato un
più delle precedenti, "all’uomo moderno e alla poema quasi di Beethoven, che ha utilizzato i versi
condizione di crisi che lo travaglia". di Schiller alla maniera di un architetto del
Nel movimento conclusivo della Sinfonia "i temi Rinascimento che utilizzi le forme antiche per edi-
principali dei tre movimenti precedenti, prima ficarne costruzioni affatto diverse". Beethoven
volta nella storia della sinfonia, sono richiamati scorse nell'ode di Schiller probabilmente "lo scopo
come simboli alla luce di un grande teatro, incal- finale della storia umana, l’adempimento ideale
zati da frammenti di recitativo strumentale, finché dell'umanità" piuttosto che il senso banale d'un al
una voce umana (reale, di baritono) rompe l'asso- di là nel cielo, esterno all'uomo e non frutto della
lutezza strumentale della sinfonia vocalizzando le sua collaborazione fattiva.
parole: ‘O amici non più questi suoni, ma altri into-
niamone più graditi e più gioiosi’; è l’invito a into- È l’ideale della solidarietà che, in maniera quasi
nare l’ode An die Freude di Schiller (1785), a lascia- incredibile, si farà strada anche nel nero pessimi-
re la metafora strumentale per la parola compren- smo leopardiano, quando nell'estremo canto della
sibile e sociabile. Il ricorso all'ode Schilleriana, pre- ginestra, il poeta, di fronte alla cieca violenza
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sente nel cuore di Beethoven fin dalla giovinezza della natura, nemica dell'uomo, …invece di uscire
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soltanto nei consueti, sconsolati lamenti, esalta la Energia pura quindi, Amore, gioia della vista, del-
"nobil natura" di chi "a sollevar s'ardisce / gli l'udito, dei sensi, che organizza e rende rappre-
Occhi mortali incontra / Al comun fato" e… “non sentabile, in forma emotiva dapprima e cognitiva
si perde d’animo, ma scorge il rimedio, appunto, successivamente, la percezione delle categorie
nella solidarietà" (Mila 1977). dello spazio e del tempo.
Così il pellegrino Dante sembra vivere e rappre-
Per contrappasso possiamo considerare come sentarci il percorso del suo farsi umano, in una
Dante, profondo conoscitore di musica e compo- progressiva acquisizione di consapevolezza e
sitore egli stesso (Russo, 1988), abbia affrontato coscienza, in altre parole proponendoci in forma
lo stesso problema, confidando diversamente poetica, ma non solo, una profonda esperienza
nella possibilità che è insita nella musicalità, che mutativa del Sé.
appartiene al preconscio1, di "muovere" emozioni
più della parola stessa. Così allora conclude la Ancora ci soccorre la metafora del linguaggio
Cantica dell’Inferno, con un immagine che può poetico volendo affrontare il mondo interno da
sembrare apparentemente statica: un altro punto di vista: Paul Eluard nella lirica "Di
salimmo sù, el primo e io secondo, dettaglio in dettaglio" tratta dalla raccolta: "Il
tanto ch’i’ vidi de le cose belle duro desiderio di durare", che fu scritta per esse-
che porta ‘l ciel, per un pertugio tondo. re illustrata da disegni di Marc Chagall, e nella
E quindi uscimmo a riveder le stelle. quale riprende modi poetici lorchiani, così espri-
(Inferno XXXIV, 136-139). me la rappresentazione dell’onda riferendosi alle
forme del sogno:
Nella chiusa della Cantica del Purgatorio, dopo
aver proposto infinite forme uditive e visive, il All’ora del risveglio vicino al nido della terra
poeta, nell’accentuazione del movimento, così Un raggio di sole scava una via per il mare
"in-forma" il verso, che pur si conclude sulla
medesima "forma" linguistica: Molle d’alba una foglia segna il paesaggio
Ingenua come un occhio dimentico del viso
io ritornai dalla santissima onda
rifattosi come piante novelle E il giorno presente cogliendo i dormienti
rinovellate di novella fronda, Rende alla notte le ombre loro addormentate.
puro e disposto a salire a le stelle.
(Purgatorio XXXIII, 142-145). La poesia rappresenta così, con le forme che le
In conclusione del poema, Dante sembra sovra- sono proprie ed in modo molto più “impressio-
stato dall’accelerazione del movimento e così la nante” del linguaggio verbale, il concetto di
trasfigura in una rappresentazione che appare ombra. Va da sé che tale rappresentazione è avvi-
mossa da pura energia: cinabile al concetto di "Ombra dell’oggetto"
postulato dallo psicoanalista Bollas (1987).
A l’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle, Ancora possiamo ricorrere alla letteratura per
sì come rota ch’igualmente è mossa, illustrare il concetto di "Oggetti interni", che dob-
l’amor che move il sole e l’altre stelle. biamo alla ricerca psicoanalitica (Meltzer 1986;
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(Paradiso XXXIII, 142-145). Kernberg 1980, 1984). Guido Cavalcanti è uno dei
musica terapia
&
più grandi lirici della letteratura italiana, ma la che non sdegn(i)ate di tenerci noi
sua opera offre indizi, segnali di quell'alto grado tanto ch'un poco di pietà vi miri.
di simbolicità specifica della cultura medievale
del XIII secolo (Corti, 2003). Il sonetto XVIII dell’e- Il piccolo paziente Jacopino, sembra subire in
dizione a cura di Gianfranco Contini nei "Poeti del seduta una inevitabile frustrazione: subisce un
200", è quello a cui sono dedicate le prime due gol, inopinato, nel gioco della palla. Inesorabile
righe di un saggio di Italo Calvino intitolato "La sarà la sua vendetta: alla uscita, aperta la porta
penna alla prima persona": "Il primo a considera- sulle scale e constatato il momento in cui qual-
re gli strumenti e i gesti propri della sua attività cuno sta scendendo, si rivolge alla mamma a voce
di scrittore come il soggetto vero del testo, cioè alta e parlando molto velocemente: "Mamma, lo
dell'opera, è stato nel XIII secolo un poeta. Guido sai che Pier Luigi ha un pene piccolo piccolo?".
Cavalcanti scrive un sonetto nel quale sono le Qui il tema dell’aggressività è reso con il ricorso ai
penne e ciò che serve a tagliarle e ad appuntirle, parametri classici del fonosimbolismo (Fonagy,
i soggetti che parlano in prima persona, così pre- 1983; Dogana, 1984): alta intensità della voce,
sentandosi, nei primi versi. Con questi versi Guido breve durata dei suoni, alta velocità di emissione
Cavalcanti apre la porta alla poesia moderna e (Imberty 1988).
nello stesso tempo la richiude. Bisogna attendere
Mallarmè, perchè il poeta si accorga che la sua poe- Volendo proseguire con queste sinestesie
sia ‘avviene, cioè si produce sulla pagina vuota che (Postacchini, 2002) e sintonie, recentemente,
la sua bianchezza difende’ e in nessun altro luogo ascoltando i canti dei pellegrini in viaggio verso
(Calvino, 1977)2. È così dunque che viene segnalato Santiago de Compostela, mi è sembrato di coglie-
il valore segnico della scrittura e dei suoi strumenti re in quei canti la forte impressione di incisi rit-
da farne oggetto di poesia" (Corti). Secondo quan- mici che evocavano, richiamandoli alla mente, i
to segnala Maria Corti, il sonetto consente di riflet- piedi della metrica greco-romana, con le scansio-
tere sul singolare rapporto tra livello tematico e ni agogiche tipiche dei metri trocaici e degli ana-
livelli formali, mantenendo la separazione tra la pesti, dei dattili, dei giambi, degli spondei, ecc. È
realtà, cioè i fenomeni e le cose, ed i segni che sono bello sorprendersi impegnati in questo esercizio
i simboli e insieme i significati effettivi delle cose di riconoscimento e di identificazione di forme
nella cultura e quindi nella poesia: metriche pertinenti la nostra "identità musicale".
Tutta la forma musicale (Michels 1977, 1985,
Noi siàn le triste penne isbigotite, 1991; Rosen 1971) è costruita per derivazione da
le cesoiuzze 'l coltellin dolente una forma di partenza, seguendo i principi della
cavemo scritte dolorosamente ripetizione, della ridondanza e della variazione di
quelle parole che vo' Avete udite. questo stesso tema. Roman Vlad (1987; ma si
Or vi diciàn, perchè noi siàn partite veda anche Mila 1988), ha segnalato come tale
E a voi qui di presente siàn venute: sviluppo si ritrovi nella partitura del Don
la man che ci muovea dice che sente Giovanni, là dove ogni tema dei personaggi,
Cose dubbiose nel core apparite; donna Anna, donna Elvira, Don Ottavio, ecc.,
Le quali hanno destrutto sì costui appare ruotare e partecipare in qualche misura
Ed hannol posto sì presto a la morte dell’essere di Don Giovanni intorno alla cui figu-
Ch'altro non è rimaso che sospiri ra tutte le altre ruotano prive di una loro auto-
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Or vi preghiàn quanto possiàn più forte noma individualità, ma costruite per diretta deri-
musica terapia
&
vazione di quella su un piano di drammatica e peraltro è pertinente a una dimensione quantita-
demoniaca grandezza: “per amore o per odio, per tiva, più che non alla disposizione degli accenti),
simiglianza o per contrasto, in maniera diretta o va integrata da altre complesse considerazioni di
indiretta”. Ha ragione Fedele D’Amico quando natura armonica. Ad esempio: nell’ouverture del-
nelle sue dispense universitarie attorno al “Don l’opera il tema del "Nome di Don Giovanni” appa-
Giovanni” di Mozart (1977-78) scrive “in tutti re rappresentato da accordi consonanti, cioè da
scorre qualcosa del sangue di Don Giovanni: cadenze perfette, che sembrano indicare in forma
anche se ognuno lo assimila ed elabora in senso più statica quanto viene, viceversa, rappresentato
diverso e, al limite, opposto. Qui è l’arcano supre- nel secondo atto dell’opera, sulla stessa linea
mo di quest’opera… di qui il suo fascino unico”. melodica, con accordi fortemente dissonanti,
Vlad segnala ancora la presenza di alcuni motivi, quali la settima diminuita e rivolti di accordi che
non ancora certo il leitmotiv di wagneriana contengono note totalmente estranee alla tona-
memoria, del quale costituisce peraltro una anti- lità di impianto. È questa la grandezza drammati-
cipazione, quali il “Tema del Destino di Don Gio- ca e squisitamente teatrale con la quale Mozart
vanni” come lo chiama, caratterizzato da un sa "farsi trovare" dai suoi personaggi, calarsi in
metro trocaico, ed il “Tema del Nome di Don Gio- essi immedesimandosi con essi, essere ognuno di
vanni”. Quest’ultimo è costruito in modo molto loro. Questa straordinaria lucidità, con la quale
complesso. “Le note che fanno melodia sono… le Mozart esprime i caratteri e la qualità affettiva
stesse dell’inizio: Re e La. Esse si dispongono però, dei suoi personaggi, l’umore, le emozioni fonda-
questa volta, in ottave armoniche e melodiche. Il mentali ed i sentimenti che queste rappresenta-
primo Re viene intonato dai due flauti, raddop- no, con forme esclusivamente musicali, senza
piati all’ottava inferiore dai due clarinetti, con aver alcun bisogno dell’ausilio e del rinforzo della
valori di semibrevi che colmano l’intera battuta. parola, in una accentuazione di espressività
Nella misura successiva ognuno di questi stru- drammatica, la possiamo definire espressionistica.
menti scende di un’ottava disegnando un ampio Mozart riprende gli incisi dattilici diminuendoli in
arco melodico. Dopodiché due oboi, raddoppiati modo trocaico, inverte il trocheo nel giambo, tra-
all’ottava sotto dai clarinetti e a due ottave più in sforma il dattilo, per sua natura discendente e
basso da due fagotti, disegnano un arco analogo anticamente definito anapesto a maiore, nell’a-
poggiato sulle dominanti La. Una terza arcata napesto, per sua natura ascendente e anticamen-
discendente viene tracciata, partendo nuovamen- te definito anapesto a minore.
te dalla tonica Re, da oboi, fagotti, corni e trom- Non è forse un caso che anche Thomas Mann ipo-
be”. Ne risulta così un “gigantesco motivo” (Abert, tizzi analoghi sopraggiungimenti formali nella
1955, 1956) a tre campate digradanti i cui divari- scoperta demoniaca che Adrian Leverkühn
cati intervalli verranno poi ulteriormente tesi (Manzoni, 1988) va facendo della dodecafonia,
nella scena del Commendatore fino a limiti che già contenuta, peraltro inconsapevolmente, nel
sono stati giustamente qualificati come espres- celebre passo mozartiano: "Non si pasce di cibo
sionistici. L’intero disegno melodico viene soste- mortale chi si pasce di cibo celeste".
nuto dall’ostinata scansione da parte degli archi Se da un lato può essere ora opportuno fermarsi
di un inciso ritmico di tipo trocaico”, già trovato con le analogie, è necessario tuttavia segnalare
nel “Tema del Destino” di Don Giovanni. come sia profondamente inadeguato e privo di
Naturalmente l’analisi degli incisi ritmici derivata fondamenti scientifici continuare a parlare di
6
per analogia dalla metrica greco-romana (che "effetto Mozart", come spesso succede di trovare
musica terapia
&
nella letteratura di facile effetto. Tale concetto è nose assonanze con quello mozartiano; o sulla
totalmente estraneo a queste nostre riflessioni. scrittura di Dante, come in esordio abbiamo ricor-
Del resto basti ricordare che la partitura di dato; o anche sul verso dell’"intraducibile"
Beethoven, piena di correzioni e ripensamenti, è Shakespeare. Verso la fine del “Riccardo II”, quan-
la cifra di un concetto di sviluppo e di evoluzione do il re ha ormai perduto la corona e ha l’incom-
del materiale musicale del tutto estraneo allo stile bente prospettiva del carcere, facendolo parlare
di Mozart, il quale sa correre direttamente alla con Bolingbroke, seppure inconsapevolmente,
fine, senza ripensamenti e cancellature. E ancora Shakespeare, "inventore" dell'uomo, (Bloom,
potremmo ricordare le variazioni continue di 1998), introduce un discorso sul mondo interno e
Bach, riproducibili anche secondo modelli mate- su una possibile distinzione tra emozione e senti-
matici, i quali possono, peraltro, rendere solo l'a- mento: il re chiede uno specchio e guarda il pro-
spetto formale di questa musica che va altrimen- prio volto, studiando lo spettacolo della devasta-
ti interpretata e sofferta, così come Glenn Gould zione. Poi osserva che le “forme esteriori di ram-
ci ha magistralmente, anche se irritualmente, e marico” espresse dal suo volto non sono che
genialmente mostrato. “ombre della pena che non si vede”, una pena che
“cresce in silenzio nell’animo torturato”. Il suo dolo-
Possiamo a questo punto prendere in considera- re, egli dice, sta “tutto dentro” (Damasio, 2003).
zione la sostanziale differenza tra linguaggio ver-
bale e linguaggi non verbali, o espressivi, di tipo In pittura si è usi distinguere le ombre proprie e le
plastico-scultoreo, pittorico, musicale, psicomo- ombre portate. Le prime rimandano al "viluppo
torio, ecc. (Mancia 1990). chiaro-scurale che edifica la tridimensionalità
della forma, il peso plastico che risucchia intorno
Sempre pensando a Mozart e al "Don Giovanni", a sé lo spazio"; le seconde rimandano alla "assen-
ci è utile ricordare la celebre aria: za o attenuazione di luce prodotta da un corpo
"Vorrei e non vorrei mi trema un poco il core". che frappone la propria fisicità ad una sorgente
Tale aria, è intonata su quarte giuste. Potremmo luminosa" (Caroli). Entrambe queste concezioni
anche provare a cantarla intonandola con le sole dell'ombra rimandano a due differenti concezioni
vocali: "o e i, e, o, o e i…" Una qualche memoria del realismo; il realismo mediterraneo di Masaccio
della melodia è ancora presente. Ma se proviamo e quello nordico di Van Eyck. Questi concetti ven-
a intonarla con le consonanti, da sole, ne uscirà gono in mente ripensando al problema
un confuso suono vibrante: "v r r, n n, v r r". È evi- mente/corpo; uno dei tanti dualismi che hanno
dente come la vocalità consenta un parziale recu- caratterizzato il dibattito filosofico e culturale
pero del valore segnico che le consonanti non occidentale, come ad esempio nella distinzione
permettono (Jakobson, 1944; De Saussure, 1962). tra erklaren (spiegare) e verstehen (comprendere),
Così pertanto si giustifica la scelta della lingua o nella distinzione tra scienze nomotetiche e
italiana, così come per le "Nozze di Figaro" o per scienze idiografiche, o nella battaglia tra innati-
"Così fan tutte"; non però per "Il Flauto magico" smo ed empirismo da Cartesio, Locke, Leibniz
che evidentemente trova nella lingua tedesca una (Postacchini-Uguzzoni, 1996).
più precisa aderenza alle intenzioni espressive del
compositore (Barthes, 1985). Consideriamo ora il quadro di Giulio Romano, raf-
È pertinente allora proporre una ricerca sul verso figurante la Vergine Maria col Bambino e
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di Leopardi (Severino 1998), per trovarne le fasci- Sant’Anna, ora alla Galleria del Castello di Praga,
musica terapia
&
e ammirato durante l'evento artistico mantovano nato che pone il proprio ginocchio nel tepore del-
"La Celeste Galleria" (Palazzo Te, Mantova, 2002). l'ascella materna e con il pollice e l'indice sinistro
"È una opera dichiaratamente raffaellesca, un po' strofina il velo di stoffa morbida della mamma,
come tutte le madonne di Giulio Romano, e ricordandoci il pensiero di Winnicot (1964, 1970,
rimanda in particolare, alla Madonna della Rosa 1971) ed i fenomeni transizionali. E Sant'Anna?
del Prado. Dal punto di vista iconografico il qua- Una nonna che può essere letta in chiave simbo-
dro appartiene al tipo di madonna bizantina chia- lica: essa può rappresentare la supervisione, un
mata Glykophilusa, la Madonna dell’Amorevole. terzo sguardo più meditativo e distaccato che
Le sue versioni note, conservate in Dalmazia a osserva non senza coinvolgimento e con vibrazione.
partire dal Duecento, esprimono il tenero rappor-
to tra madre e figlio per mezzo del solo contatto Le sintonizzazioni si appoggiano su parametri
dei volti. Entrambe le figure sono in genere raffi- sonoro-musicali e ci danno notevoli informazioni
gurate frontalmente il che esclude uno scambio circa l’energia veicolata verso uno scopo (Intensi-
di sguardi tra loro. Per contro sulla nostra tavola tà), informazioni sul chi abbiamo davanti (Scelta
sono raffigurate di profilo e si guardano negli Timbrica) o sul come (Suoni gravi o acuti). Ogni
occhi. In questo modo Giulio Romano aveva relazione intersoggettiva avrà dei parametri
dipinto anche la coppia degli "Amanti" peculiari distintivi che creano dei riconoscimenti.
(Pietroburgo, Ermitage) in cui all’eccitante scena Stern li definisce RIG, cioè rappresentazioni di
assiste dalla porta socchiusa una vecchietta ras- interazioni generalizzate, processi mentali a
somigliante alla Sant’Anna del nostro quadro. ponte tra memoria, imitazione ed affetto. Imitare
Una stretta analogia, con le teste della vergine in questo caso rappresenta già un modo di
Maria e del Bambino collegate dal reciproco apprendere da parte del neonato. C’è una forte
sguardo, si ritrova in alcune opere grafiche la cui analogia tra la vita interiore e le proprietà forma-
creazione era stata attribuita al Correggio", al li dei patterns di movimento e di riposo, di ten-
quale "rimanda del resto anche il quadro sione-distensione, di piacere-dispiacere. Questo
Praghese, e ciò per quanto riguarda il ritmo dei sintonizzarsi armonico sull’altro dà significazione
mossi drappeggi, il modo di rendere i capelli e la della vita mentale dell’altro, indipendentemente
delicatezza della pittura" (Morselli, 2002). È dal tipo e quindi dal livello, di codifica o di deco-
straordinario come l’artista abbia saputo cattura- difica che è in gioco. La maggior parte delle sin-
re quello scambio di sguardi, quel tuffarsi negli tonizzazioni avvengono sul piano prelinguistico
occhi dell’altro tra una mamma ed il suo bambi- del fonosimbolismo. Un esempio molto evidente,
no. Qui non viene soltanto esaltato il tenero rap- che notiamo tutti i giorni, è rappresentato dal lin-
porto fra madre e bambino. Giulio Romano ha guaggio che gli adulti usano con i bambini: defi-
fotografato una sintonizzazione che comprende nito baby talk. L'intonazione cresce "ma come sei
in un solo nucleo originario la compartecipazione beeellooo!, il ritmo dell'eloquio rallenta, alcune
dell’attenzione, della intenzione e degli affetti. In parole tornano rindondanti: "hai giocato con la
quel sonoro, caldo e morbido abbraccio ritrovia- palla? Ma che bella la palla! Mi dai la tua palla?".
mo quanto scrive Stern (1985) ne "Il mondo Mentre ci rivolgiamo ai fanciulli in questo modo
interpersonale del bambino", che corrisponde a (non lontano da quello degli innamorati) agitia-
quanto, come terapeuti, dovremmo ricercare e mo le braccia, sgraniamo gli occhi, apriamo a dis-
perseguire quotidianamente. Par di "avvertire" misura la bocca, introduciamo rumorini, suoni,
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l’umidità dei due respiri, i gorgheggi di quel neo- respiri che aumentiamo se il bebè che abbiamo
musica terapia

davanti inizia ad agitarsi tutto e ci batte le mani-


&
ne. In queste cornici di senso, all'interno di scam- prendere i funzionamenti mentali dell'autismo e
bi interattivi che già Bruner aveva evidenziato nei del ritardo mentale, con le loro strategie rigide
suoi "format", universali per tutte le culture, monodimensionali (Meltzer 1975, 1979): "Il
come il cucù/settete o il cut/bau, vengono getta- mondo monodimensionale (autismo) tratta di
te le fondamenta del comunicare. Un comunicare impulsi, tropismi, gratificazioni, frustrazioni, ed è
che passa dall'esprimere all'esprimersi, un comu- applicabile anche agli animali. Nella monodimen-
nicare dinamico che cresce all'interno di ogni sionalità il tempo non è possibile distinguerlo
relazione significativa. dalla distanza, dato lo stato di assenza di pensie-
ro, una miscela di distanza e velocità.
Possiamo a questo punto immaginare che un Gratificazione e fusione con l’oggetto sono indif-
approccio relazionale, fondato sulla espressività ferenziate" (Fusività Simbiotica o Posizione
musicale, funziona perchè riproduce "forme felici", Ambigua, secondo Bleger, 1967).
informandoci sugli affetti e sulla rappresentazione Sempre secondo Meltzer, il mondo bidimensio-
dei sentimenti in forma variata e sintonica. Qui nale (psicosi) è un "mondo senza significato, un
poco contano il normale ed il patologico, ma piut- mondo con sole qualità sensoriali che consento-
tosto il naturale sviluppo delle forme, il loro rin- no un adattamento alle apparenze del mondo cir-
corrersi e perdersi, il loro ritrovarsi attraverso la costante allo scopo di prendere parte di quel
continua mimesi della vita. Stern (1985), infatti, mondo (Identificazione Adesiva). Questa teoria,
richiama la nostra attenzione sul bambino norma- che tratta di modalità imitative, si potrebbe
le, o "osservato", e non più soltanto sul bambino applicare agli animali superiori, quali le farfalle
"clinico": il bambino patologico della Mahler che prendono le colorazioni del mondo circostan-
(1975) e di Meltzer (1975, 1979) i quali, peraltro, ci te per adattarvisi, per inserirvisi… Dal punto di
hanno "donato" straordinari modelli della mente e, vista della storia umana corrisponde alla vita tri-
con essi, usatissimi modelli didattici. Più recente- bale, prima della formazione della costellazione
mente viene proposto un modello catamnestico, familiare. Qui il tempo raggiunge una specie di
quale è quello dell’attaccamento (Ammaniti- vaga continuità o circolarità dal muoversi da
Stern, 1992) fondato su basi relazionali e riprodu- punto a punto sulla superficie del mondo. Il Sé
cibili, falsificabili e controllabili, che si colloca a appare danneggiato nella memoria e nel deside-
ponte tra la teoria pulsionale (Freud 1895, 1899, rio o nella facoltà di prevedere ed è incapace di
1925, 1934-1938) e quella delle relazioni ogget- concepire un cambiamento durevole e perciò uno
tuali (Kernberg 1980, 1984). Il diastema (De Nata- sviluppo o una cessazione".
le, 1978) ed il metro (Azzaroni, 1997) divengono "Nella tridimensionalità (border-line, nevrosi)
allora i luoghi della forma musicale, che articola ed appare la descrizione di spazi interni e l’afferma-
esprime affetti ed emozioni, vitali e categoriali zione che ognuno abita due mondi diversi: un
(Frijda 1986, Galati 1993, Ricci Bitti 1988 a,b, mondo interno ed un mondo esterno. Nel mondo
Postacchini 2001, Postacchini-Ricciotti 1998, tridimensionale si pone il problema filosofico se
Postacchini-Ricciotti-Borghesi 2001). La mente il significato derivi dall'esterno, oppure dall'in-
che li viveva nello spazio e nel tempo, li colloca terno, per poi applicarsi al mondo esterno. In
ora nel vissuto del movimento effimero dei suoni; questo modo nasce l'emotività. La vita ad una o
effimero e variabile, continuo ed evanescente. due dimensioni è costituita solo da livelli quanti-
Ecco allora che, proprio collocandoli in questa tativi di eccitazione. Il lavoro terapeutico dello
9
dimensione spazio-temporale, si possono com- psicoanalista consiste nel discernere tale emo-
musica terapia
&
zionalità e nel trovare un linguaggio per descri- fonde durante il proprio giro di dovere, e recupe-
verla e darle significato. Qui il tempo comincia ra, se vi sono, le tracce dell'autenticità residua,
ad assumere una tendenza direzionale propria, dato che l'invidia pervasiva che ha trasformato la
un movimento implacabile dal dentro al fuori città in una città siffatta (mimetica, nel lessico di
dell'oggetto, in virtù degli orifizi del Sé e dell'og- Girard, 1990) ha assottigliato il margine di credi-
getto permeabili alle Identificazioni Proiettive. bilità e fa sentire tutti inconsistenti, tutti che rin-
La chiave di questo linguaggio sembra la forma- corrono tutti (trottola), e il linguaggio è diventato
zione dei simboli… (Meltzer 1975, 1979). un flatus vocis privo di ogni referenzialità". Queste
Una volta che la lotta contro il narcisismo è stata considerazioni rimandano al controverso concetto
ingaggiata ed è diminuita l'onnipotenza con cui di “infinito”, mirabilmente indagato nella sua
l'intrusione ed il controllo sono imposti sugli accezione linguistica e filosofica rispettivamente
oggetti buoni nel mondo sia interno che esterno, da Semerano (2001), e da Severino (1998).
può cominciare la realizzazione di un mondo
quadrimensionale (normalità): fondato sulla Possiamo a questo punto compiere un lavoro di
"Identificazione Introiettiva". integrazione concettuale tra forme musicali e
Boccanegra (2003) sembra sintonizzarsi sull’idea forme affettive. Se cerchiamo di analizzare i fon-
dello spazio bidimensionale quando ricorda, damentali parametri percettivi, comuni alla sim-
citando Girard (1998), come nella ronda di notte bolizzazione musicale, a quella plastica, a quella
di "Molto rumore per nulla" viene presa in giro la pittorica e a quella psicomotoria (Mancia 1995)
città dell’invidia e del conflitto mimetico. ne troveremo sempre tre: Forma, Intensità e
"Carruba, il personaggio aristofanesco che guida Durata (F, I, D). Questi andranno valutati, per
la ronda, pone l'accento sull'arte di entrare in coglierne i caratteristici profili di attivazione, in
contatto senza essere intrusivi, dato che altri- funzione di forme in movimento, sia attraverso la
menti il conflitto si propaga: si tratta di esercita- percezione amodale, cioè incurante della specifi-
re una presenza discreta, perchè ogni vicinanza cità degli analizzatori sensoriali, sia attraverso la
rischia di scatenare una invidia latente che gene- percezione modale-sinestesica, strettamente
ra subito delle falsità per essere negata. Dato che legata e dipendente alla specifica modalità per-
tutti i personaggi sono immersi in un conflitto cettiva considerata.
mimetico generalizzato, cioè tutti hanno paura di Inoltre, nei termini della moderna riabilitazione
tutti, perchè sentono di essere esposti ad un (Liberman 1992), dobbiamo anche considerare ed
eccesso di stimolazione invidiosa (narcisismo ed analizzare i fattori di vulnerabilità (tra i quali
esibizionismo), solo la paradossalità di una ronda, vanno compresi l’aggressività istituzionale e l’ag-
che cammina di notte in punta di piedi, realizza gressività familiare) ed i fattori di protezione, che
la possibilità di cogliere i pochi sentimenti veri ci consentono più funzionali prognosi, che non
rimasti che ristabiliscono l’identità di ciascuno. quelle basate, ad es., sul concetto di struttura
Attraverso il dialogo di Carruba con le sue guar- rigida di personalità. Così Giovanni, che "ascolta
die, Shakespeare descrive come si possa esercita- con gli occhi" (Schneider, 1955), pur se "grave"
re egualmente la funzione di una presenza vigile insufficiente mentale, chiuso in casa con madre e
ed onesta, rendendo meno solenne la propria pre- sorella che lo imboccano e lo lavano, dopo un
senza, cioè evitando di prendersi troppo sul serio, corso di musica ed ormai non più giovanissimo,
fino ai limiti del ridicolo… In questo modo la impara a suonare le campane, divenendo un
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ronda rimane immune dal contagio, non lo dif- esperto solista. Perduto il mestiere, a causa della
musica terapia
&
sostituzione delle campane acustiche con quelle ampiamente recepite ed elaborate da Edelman
elettroniche, sarà capace di inventarsi anche un (1993): "Sono i fatti stessi della biologia che ci
secondo mestiere: frequentando le corriere otter- costringono a concludere che la mente non è tra-
rà la fiducia di tutti imparando a portare pacchi scendente", elaborando una teoria neo-darwinia-
con solerte precisione. na dello sviluppo delle funzioni del cervello, per la
Anche la piccola paziente Anna Lisa impara la quale i neuroni vengono considerati come una
ninna nanna che la farà dormire, ma, di più, che le popolazione sottoposta a diversi meccanismi di
consentirà di tollerare le vicissitudini della separa- selezione successiva. Tale ipotesi evoluzionista del
zione che si presentificano con pianti angosciati cervello è per l'A. estensibile alla mente e alla
ed incontenibili, ogni volta che la madre scompa- coscienza dell'uomo. La mente non va ridotta alla
re alla vista della piccola, sulla soglia del cancello materia, ma spiegata in termini materiali. E tale
di casa. I nostri pazienti, comunque, sono maestri spiegazione non impedirebbe la efficacia della
della imitazione e della identificazione adesiva, coscienza e preserverebbe la unicità di ogni
come la piccola Lisa che è un mostro di attenta mente individuale, nonché la sua infinita creati-
ripetizione di ogni suono ambientale, e possono vità. Ritroveremo tale impostazione anche nel
mimare, imitandolo, ogni suono, conservando la pensiero di Tyson, come vedremo.
prosodia, pur in assenza del senso. Così, ad esem- La intenzionalità della coscienza implica, inoltre,
pio, "Ma ma ma" sarà puro suono prima di dive- in senso etimologico, un doppio significato: da un
nire mamma; "tavolo, tavolo, tavolo", ripetuto lato una essenzialità, dall'altro una direzionalità.
mille volte diviene suono senza senso, pura sen- Naturalmente non vogliamo qui ipotizzare una
sualità amodale senza significato. finalità precostituita della coscienza, che sarebbe
riducibile ad un telefinalismo autoreferenziale, nel
Volendo ora compiere un passo successivo è contesto di una linearità istintuale, ma possiamo
necessario introdurre il concetto di coscienza, che ipotizzare, al di là di un possibile progetto che
implica l’idea della propria soggettività o di caratterizzerebbe ogni organismo vivente, che i
coscienza dell’Io. sistemi regolativi (Ricci Bitti, 1988, a), quali la
Nell'attuale ed acceso dibattito tra naturalisti ed fiducia di fondo, volti a regolare la espressività
idealisti (Damasio 1995, 2000, 2003, Di Francesco emozionale, costituiscano di per sé un possibile
1998, Putnam 1987, Severino 1998, Siegel 1999, modello evolutivo, inquadrabile nella teoria rela-
ecc.) il concetto di coscienza secondo Searle zionale dell’attaccamento (Sameroff-Emde 1989,
(1998) implica una naturalizzazione non riduzio- Stern 1992, Kumin 1996, Ammaniti 2001), che
nistica della coscienza. Questo autore, il quale prevede le differenti forme di Attaccamento Sicu-
ipotizza che la coscienza ha una realtà epistemi- ro, che implica il sistema regolativo della fiducia di
camente oggettiva ed ontologicamente soggetti- fondo; di Attaccamento Insicuro Resistente; di
va, oppone forti, anche se talora ambigui, argo- Attaccamento Insicuro Evitante; di Attaccamento
menti al riduzionismo puro ad es. di Dennett Insicuro Disorganizzato. Integrare le ricerche sul-
(1992): "Per giungere a comprenderla (la coscien- l’attaccamento, in una accezione evolutiva e
za) è pertanto necessaria una ridefinizione delle catamnestica di tipo prospettico, ed i moderni
categorie di causazione, del rapporto mente- concetti di patologia dei sistemi regolativi, costi-
corpo e linguaggio-realtà, a partire da una ridefi- tuisce la punta più avanzata dell’attuale ricerca in
nizione dei concetti di materiale e mentale" psicologia dello sviluppo (Ammaniti, 2001).
11
(Fornero-Tassinari, 2002). Tali posizioni sono state Soffermandosi sulla idea della mente, un concet-
musica terapia
&
to molto interessante, sul piano filosofico, è stato tempo, si configura come una struttura interna
proposto da Brentano allorquando (Fornero- della psiche, nella quale peraltro ha una colloca-
Tassinari, 2002) ipotizza che: "solo i fenomeni zione complessa: varie e non di rado contrastanti
mentali hanno un contenuto come oggetto pro- rappresentazioni del Sé sono distribuite nell’Es,
prio: ad es. il desiderio ha il desiderato". Su que- nell' Io e nel Super Io (Kohut 1950, 1971). In rela-
sta base possiamo dunque sostenere che il con- zione a ciò il Sé risulta essere in parte conscio, in
cetto di Sé, che per noi ora risulta più funzionale parte inconscio. Personalmente ritengo vantag-
ed aderente al discorso che stiamo sviluppando, giosa e veritiera una definizione più ampia del
che non il concetto di Io, contiene nello stesso concetto di Sé, che non corrisponda tout court
tempo la idea di luogo dello spazio (Es, Io, Super alla personalità totale, così come fu sostanzia-
Io) e di luogo del tempo (Grinberg, 1975, 1976; mente proposto dalla Klein (1959), ma a quella
Bolognini, 2002). realtà interna (includente rappresentazioni
oggettuali) che si riveli duratura, caratterizzante
e costitutiva del mondo mentale della persona, e
che possa essere oggetto della sua esperienza
soggettiva. Da un lato, dunque, mi sento in sinto-
nia con il pensiero di Bollas (1987) quando descri-
ve il Sé come: "una serie di rapporti intrasogget-
tivi che si ripetono nel corso della vita e danno il
senso della presenza nel corso del tempo”. Da un
altro lato, ritengo che il Sé, come realtà interna
duratura, caratterizzante e costitutiva possa esse-
re teoricamente rappresentato attraverso una
(Ripresa da Grinberg, 1975) topografia spaziale che va dal "nucleare introiet-
tivo" all’"orbitale interiorizzato".
Seguendo lo sviluppo storico del pensiero psicoa- Stern ha fornito una personale, ed ormai acqui-
nalitico è utile ricordare che, da un lato, Laplanche sita, concettualizzazione del concetto di Sé,
e Pontalis (1967) hanno definito l’Io come: 1) consentendo di percorrere tutte le tappe che
nucleo di coscienza e fascio di funzioni mentali; 2) vanno dalla sensazione, alla percezione, alla
istanza organizzatrice delle difese; 3) istanza consapevolezza ed alla conoscenza. Ha pertanto
mediatrice tra realtà esterna, Es e Super Io. ipotizzato un:
Più recentemente, dall’altro, Bolognini (2002) ha 1) Sé emergente, 0-2 mesi, descrivendo gli
dato una ampia definizione del Sé come contenuto accoppiamenti u-v, t-v, u-t (udito-vista,
dell’apparato che comprende il tempo e lo spazio: tatto-vista, udito-tatto);
"Il Sé (è un) insieme di rappresentazioni riguar- 2) Sé nucleare, 2-6 mesi, che comprende:
danti la persona allorché è oggetto (potenziale o a) senso del sé agente, responsabile di voli-
fattuale) della propria esperienza soggettiva. Il Sé zione e programmi;
non è una istanza psichica (come Es, Io e Super Io b) senso del sé coeso, che consente coesione
che sono componenti dinamiche dell'apparato di schemi temporali, e corrispondenza di
psichico), ma un contenuto dell’apparato, allo intensità;
stesso modo delle rappresentazioni degli oggetti”. c) senso del sé continuo, che permette la
12
Essendo un contenuto dotato di continuità nel memoria di rievocazione;
musica terapia
&
d) senso del sé affettivo, contraddistinto 2) Sintonizzazioni inesatte o traduttive, ottenute
dalla mimica facciale; per variazione diastematica, metrica, intensi-
3) Sé soggettivo, 9-12 mesi, che comporta una va, timbrica, agogica, etc. Qui operano la iden-
"teoria delle menti separate" un "decentra- tificazione proiettiva, e la equazione simbolica.
mento" e la compartecipazione della atten- 3) Sintonizzazioni sinestesiche o traduttive,
zione, della intenzione e degli stati affettivi; ottenute per modalizzazione. Qui operano la
4) Sé verbale, 15-18 mesi, che è autoriflessivo; identificazione introiettiva, ed il simbolo.
5) Sé narrativo, 36 mesi, del bambino che narra Perchè possa verificarsi una sintonizzazione
la sua storia. affettiva, tanto nello sviluppo relazionale precoce
Nello studio delle fasi del Sé l’A., sottolinea la della comunicazione reciproca tra la madre e il
importanza di considerare i parametri Forma (F) bambino, quanto nella interazione terapeutica, è
Intensità (I) e durata (T) nel contesto del movi- necessario che si verifichi una sintonizzazione
mento. complementare ed integrativa su tre differenti
Anche Gaita (1985) si è soffermato sul concetto piani, e cioè su quello della attenzione, su quello
di Forma, proponendo il concetto di Forma che della intenzione e su quello degli affetti. Alcuni
informa e di "forma felice" che in musica e nelle ricercatori hanno recentemente proposto una
arti pittoriche, ma anche in quelle plastiche, gra- misurazione quantitativa di tali profili di sinto-
fiche, psicomotorie (Mancia, 1985), descrivono in nizzazione (Raglio, 2001) fornendo così un preci-
forme artistiche le emozioni sottese al linguaggio so modello per la valutazione dei risultati, in
espressivo che in quel momento viene utilizzato. aggiunta a quanto già proposto da Stern (1985)
Divengono così disponibili i percorsi di sintoniz- per quanto concerne la “misurazione” del tono
zazione alle stesse forme correlabili. edonico e del grado di intensità degli affetti vita-
li. Altri AA. si sono soffermati sulla descrizione di
I recenti sviluppi delle ricerche musicologiche raffinati criteri analitici applicati al materiale
consentono di delineare un percorso integrativo improvvisativo (Primadei-Suvini, 2003) o di ascol-
tra le conoscenze relative agli studi sull’analisi to (Manarolo, 1996).
musicale (Everett 2002, Forte 2002), musicologi- Recentemente Tyson (2003) ha riproposto il
ci (Nattiez 1977, 1987; Stefani e Alii 1990; punto di vista evolutivo come sviluppo della teo-
Stefani e Marconi 1992; Delalande 1993; ria psicoanalitica, correlandolo, con lo studio dei
Marconi 2001) e le più recenti conoscenze sullo precursori del funzionamento mentale. In questo
sviluppo dell’apprendimento musicale nei bambi- senso la "teoria segnale" degli affetti (Freud 1895,
ni piccolissimi (Gordon, 2003) e la psicologia 1899, 1925, 1934-1938) viene associata alla com-
dello sviluppo (Stern 1985, Emde 1990, Fonagy- prensione dello sviluppo che veniva emergendo
Target 1996, Trevarthen 1999). In base a tali dall'analisi dei bambini e dalla ricerca sull'infan-
studi è possibile ipotizzare un modello di analisi zia e che avrebbe condotto alle prime (1960) for-
delle sintonizzazioni affettive che potranno così mulazioni di Bolwby, confluite poi negli studi
essere distinte in: successivi (1969, 1973, 1980) e di Sandler (1960),
1) Sintonizzazioni esatte o non traduttive, otte- ponendo in discussione il primato della teoria del
nute per ripetizione della forma espressiva; dualismo pulsionale (Sandler, 1989). L’attenzione
qui operano la identificazione adesiva, la imi- della ricerca si è così concentrata su stadi di svi-
tazione, la impressione sensoriale, secondo luppo sempre più precoci e contemporaneamente
13
Kumin (1996). sugli effetti duraturi degli scambi affettivi pato-
musica terapia
&
bibliografia

Abert H. logici fra bambini e figure di accudimento (effet-


(1955, 1956), Wolfang Ama-
ti dimostrati in modo convincente dalle ricerche
deus Mozart, Il Saggiatore,
Milano, 1984-1985. sull’attaccamento) portando ad un interesse cre-
scente per la ricerca sugli affetti e per il dialogo
Ammaniti M.
(a cura di), Manuale di
con la neurobiologia. Ecco così che studiosi di
psicopatologia dell'infanzia, aree diverse, sono giunti a riconoscere in modo
Cortina, Milano, 2001. indipendente, il ruolo di quello che chiamiamo la
Ammaniti M., Stern D.N. funzione segnale, e cioè, il riconoscimento del-
(a cura di), Attaccamento e l’affetto e la riflessione del Sé nella regolazione
Psicoanalisi, Laterza, Bari,
1992.
dell’affetto. Un ulteriore contributo può venire da
modelli concettuali che si rifanno ai principi dei
Anzieu D. sistemi dinamici complessi non lineari, che sem-
(1985), L’Io-Pelle, Borla,
Roma, 1987. pre secondo Tyson, possono fornire un'impalcatu-
ra per una evoluzione naturale della teoria strut-
Azzaroni L.
turale, ed una migliore struttura organizzativa
Canone infinito,Lineamenti
di teoria della musica, Clueb, per la teoria dello sviluppo, in quanto preservano
Bologna, 1997. i concetti dinamici centrali della psicoanalisi, in
Barthes R.
accordo con Emde, Fonagy e Friedman (2001).
La grana della voce, in Meltzer (1975) parla di un linguaggio imitativo di
“L’ovvio e l’ottuso”, Einaudi, superficie, connesso con le spinte sociali all’adat-
Torino, 1985, pp. 257-266.
tamento, e di un linguaggio musicale profondo,
Bion W.R. in contatto con le emozioni reali, le quali sono
(1962), Apprendere
radicate nel vissuto corporeo. La possibilità di
dall'esperienza, Armando,
Roma, 1972. sostenere queste ultime, che è un’esperienza della
bellezza, ha talvolta un prezzo molto elevato per
Bion W.R.
(1965), Trasformazioni,
la mente umana. Meltzer (1981) ripropone con un
Armando, Roma, 1973. altro linguaggio il tema di Winnicott della dolo-
rosa riscoperta del Vero Sé. Questo tema si può
Bion W.R.
(1970), Attenzione e interpre- ricollegare alla possibilità di vivere nella terza
tazione, Armando, Roma, dimensione della mente, che comporta la accet-
1973.
tazione del mondo interno. Egli ha attinto queste
Bleger J. riflessioni sul linguaggio dalla filosofia di S.
(1967), Simbiosi e ambiguità, Langer (1941, 1953) che ipotizzava delle fasi nella
Studio psicoanalitico, Libreria
Ed. Lauretana, Loreto, 1992. evoluzione dell’umanità, che si ripeterebbero
nello sviluppo del bambino, nelle quali sarebbe
Bloom H.
comparso inizialmente un linguaggio corporeo di
(1998), Shakespeare.
L'invenzione dell’uomo, gesti e di danza. Il ritmo avrebbe così preceduto il
Bur Saggi, 2003. canto e la musica; in seguito sarebbero comparsi
Boccanegra L.
la parola e la narrazione di miti. La Langer sotto-
Fame di sensazioni e digiuno lineava che le acquisizioni più elevate si inaridi-
di senso. Interazioni, Franco scono, se perdono il contatto con quelle più
14 Angeli 1-2003, pp. 48-59.
arcaiche, che danno linfa vitale.
musica terapia
&
bibliografia
Tra la madre ed il bambino diversi tipi di linguag- Bollas C.
(1987), L’ombra dell’oggetto,
gio precederebbero l'acquisizione della parola.
Borla, Roma, 1989.
Uno è quello degli sguardi descritto da Haag
(1989, 1994 c), la quale sottolinea l’importanza Bolognini S.
L’em patia psicoanalitica,
psichica del sostegno corporeo che la madre dà al Boringhieri, Torino, 2002.
bambino quando lascia che la sua schiena sia
Bolwby J.
appoggiata al suo petto, mentre il piccolo, tran- (1969), L’attaccamento alla
quillizzato, può esplorare lo spazio intorno con lo madre, Boringhieri, Torino,
1972.
sguardo. Questo facilita la consapevolezza del-
l'asse vertebrale interno, sottolineata anche dalla Bolwby J.
Tustin. La madre diviene prototipo di quello che (1973), La separazione dalla
madre, Boringhieri, Torino,
Grotstein, dal quale Haag attinge, chiama l’og- 1975.
getto del piano dietro, o oggetto di sfondo.
Bolwby J.
Un altro sfondo importante è il "bagno di suoni" (1980), La perdita della ma-
rappresentato dalla voce materna, di cui parla dre, Boringhieri, Torino, 1983.
Anzieu (1985), che avvolgerebbero il piccolo in un Boulez P.
involucro sonoro. Il bio-psicologo Trevarhen (1999) (1963), Pensare la musica
ha osservato in un gran numero di madri e lattan- oggi, Einaudi, Milano, 1979.

ti, questi scambi musicali che egli chiama proto- Calvino I.


conversazioni. La presenza di ninne-nanne e canti- La plume à la première
personne, in "Derrière le
lene in tutte le culture, confermerebbe l’universale Miroir", 224, 9, maggio 1977.
empatia con il bisogno del bambino di ritrovare
Ciccone A., Lhopital M.
dopo la nascita una continuità con la esperienza (1991), La nascita alla vita
ritmico-musicale vissuta all'interno dell'utero. Tale psichica, Borla, Roma, 1994.
esperienza è stata documentata dagli studi eco-
Corti M.
grafici, che confermerebbero la priorità delle per- Scrittisu Cavalcantie Dante -
cezioni uditive, cenestesiche e tattili. La felicità m entale.Percorsi
dell’invenzione e altrisaggi,
Ancora Anzieu (1985) parla di altri involucri sen- Biblioteca Einaudi, Torino 2003.
soriali oltre a quello uditivo, forniti dalle cure
materne, visivi, tattili, olfattivi (Suskind, 1988) Damasio A.
L’errore di Cartesio, Adelphi,
ecc., in un clima di dialogo intenso tra madre e Milano, 1995.
bambino, che contribuirebbero alla formazione di
Damasio A.
una pelle psichica individuale, connessa con l’e- Emozione e coscienza,
voluzione del senso della separatezza corporea di Adelphi, Milano, 2000.
cui parla la Tustin, e con l’accesso alla terza Damasio A.
dimensione di Meltzer. L’acquisizione della capa- Alla ricerca di Spinoza,
cità di parlare appare connessa con la interioriz- Adelphi, Milano, 2003.

zazione di tutte queste esperienze pre-verbali Delalande F.


appena descritte, che sostengono nel bambino la Le condotte musicali,
Comportamenti e motivazioni
certezza della continuità dell’esistere (Tustin,
del fare e ascoltare musica, G.
1986, 1996; Ciccone-Lhopital, 1991). Guardabasso, L. Marconi (a
15
S. Maiello (1993) fa l'ipotesi che una proto-espe- cura di), Clueb, Bologna, 1993.
musica terapia
&
bibliografia

De Natale M. rienza pre-natale dell’alterità sarebbe in relazione


Strutture e forme della musi-
alla percezione della voce materna, intermittente
ca dome processi simbolici,
Lineamenti di una teoria sullo sfondo dei ritmi costanti dell’organismo e
analitica, Morano Editore, del battito cardiaco, che il feto sarebbe in grado
Napoli, 1978.
di udire già dal quarto mese di vita. La rottura
Dennett D. primordiale di quel vissuto di oneness (Tustin
Contenuto e coscienza, 1986, 1996) attraverso tale proto-esperienza udi-
Il Mulino, Bologna, 1992.
tiva, talvolta disarmonica, dunque può attivare in
De Saussure F. alcuni bambini particolarmente vulnerabili delle
(1962), Corso di linguistica
generale, Laterza, Bari, 1974.
difese dalla frustrazione, che Bion (1962, 1965,
1970) ha chiamato legami negativi (-L, -H, -K),
Di Francesco M. così violente da compromettere un sano sviluppo
L’Io e i suoi Sé, Identità
personale e scienza della della capacità di pensare. La mente si appiattisce
mente, Cortina, Milano, 1998. in un apprendimento bidimensionale (Meltzer,
1979) nel caso dell'autismo, o resterebbe prigio-
Dogana F.
Suono e senso, Franco Angeli, niera di un mondo confuso pieno di oggetti biz-
Milano, 1984. zarri, come nella schizofrenia. Secondo Bion la
Edelman G.M.
curiosità e il bisogno di relazioni appassionate
Sulla materia della mente, rappresenterebbero delle tendenze estetiche
Adelphi, Milano, 1993. innate nell'essere umano, alla base dello sviluppo
Eluard P. della mente. A questi elementi ha dato il nome di
(1963), Ultime poesie d’amore, legami positivi: Amore, Odio, Conoscenza (L, H, K).
V. Accame (a cura di), Passigli
“La intrinseca potenzialità ritmica dello organi-
Editori Antella, Firenze, 1996.
smo psico-fisico, scrive M. Milner (1987), può
Emde R.N. diventare fonte di un ordine che proviene dall’in-
Gli affetti nello sviluppo del
Sé infantile, in M. Ammanniti,
terno, ponendo le basi di quella qualità musicale
N. Dazzi (a cura di), Affetti del linguaggio che può esprimere le esperienze
Natura e sviluppo delle rela- profonde”.
zioni interpersonali, Laterza,
Bari, 1990, pp. 154-176. Tale impostazione corrisponde, con profonda sin-
tonia, a quelle di Severino (1998), di Jankélévich
Everett W.
Sistemi tonali nelle musiche
(1961) e Gaita (1991), ed è quanto ci interessava
pop-rock: un’introduzione, in in questa sede approfondire, per indicare quali
“Rivista di Analisi e Teoria processi affettivi (emozioni e sentimenti), e cioè
Musicale”, Anno 2002, n. 2,
pp. 79-114. quale energia vitale (l’Amore per Dante e
Cavalcanti, la Gioia per Beethoven, la "leggerez-
Fonagy I.
za" per Mozart, la "umanità" per Shakespeare, la
La vive voix, Payot, Paris, 1983.
"tenerezza" per Giulio Romano, in altre parole la
Fonagy P., Target M. capacità di sintonizzazione empatica degli arti-
(1996), Playing with reality: I
Theory of Mind and the normal
sti), sia sottesa ad ogni discriminazione dello spa-
development of psychic reality, zio e del tempo che implichi tanto la dimensione
International Journal of sensoriale, quanto quella percettiva, quanto quel-
16 Psychoanalysis, 77-217-233.
la rappresentativa-simbolica, ciascuna correlabile
musica terapia
&
bibliografia
ai rispettivi vissuti, attraverso "forme felici", come Fornero G., Tassinari S.
Le filosofie del Novecento,
ammonisce Montale in Ossi di seppia:
Mondadori, Milano, 2002.

Sbarbaro,estroso fanciullo,piega versicolori Forte A.


(1924-1950), Armonia,
Carte e ne trae navicelle che affida alla fanghiglia melodia e forma nella
M obile d'un rigagno;vedile andarsene fuori. canzone americana dell’età
Siipreveggente perlui,tu galantuom o che passi: dell’oro, in “Rivista di Analisi
e Teoria Musicale”, Anno
coltuo bastone raggiungila delicata flottiglia, 2002, n. 2, pp. 45-77.
che non siperda;guidala a un porticello disassi.
Freud S.
(1895), Progetto di una
1 Si vedano i concetti di rappresentazione di cosa e di rappre- psicologia, in “Opere”, vol. 2,
sentazione di parola, (Freud, 1895, 1915). Boringhieri, Torino, 1968.

Freud S.
2 Vorrei solo segnalare di passaggio la straordinaria espressività (1899), L’Interpretazione dei
sogni, in “Opere”, vol. 3,
con la quale Pierre Boulez (1963), che è certamente una delle
Boringhieri, Torino, 1967.
menti più lucide e penetranti nel campo della ricerca musicale
contemporanea, ha ricalcato il verso di Mallarmè nelle compo- Freud S.
(1915), L’inconscio, in “Opere”,
sizioni al poeta dedicate ed ispirate; lo stesso Boulez ha fornito
vol. 8, Boringhieri, Torino,
una analisi linguistica molto accurata ed illuminante, con la 1976.
quale chiarisce come si possano generare forme musicali sinto-
Freud S.
nizzate alle liriche dalle quali traeva ispirazione. (1925), Inibizione, sintomo e
angoscia, in “Opere”, vol. 10,
Boringhieri, Torino, 1978.

Freud S.
(1934-1938), L’uomo Mosè e
la religione monoteistica: tre
saggi, in “Opere”, vol. 11,
Boringhieri, Torino, 1979.

Friedman R.
(2001), Psychoanalysis and
human sexuality, Journalof
the Am erican Psychoanalytic
Association, 49, 1115-32.

Frijda N.H.
(1986), Em ozioni, Il Mulino,
Bologna 1990.

Gaita D.
(1985), Ilpensiero delcuore,
Bompiani, Milano 1991.

Galati D.
(a cura di), Le em ozioni
prim arie, Bollati Boringhieri,
Torino 1993.
17
Segue a pag. 62
musica terapia
&
Intrattenimento, educazione, preghiera,

Docente di Didattica della Musica, Conservatorio di Cagliari


cura… Quante funzioni può svolgere
il linguaggio Sound and music accompany us in every moment
of our life, from the conception to the death. To
musicale? put aside from the touch, that is essential for the
same life, the hearing is the organ of sense that
less of all can be excluded by our perceptive
sphere, not only because it is impossible to
tightly close the ears, but also because percep-
tion of sounds happens through hearing and
across the skin and everything of our body as
vibration that strikes us and induces the body to
co-vibration. Through the sounds all the living
beings read the world that surrounds them and
Laura Quattrini,

accordingly activate usually the most consistent


reaction to the instinct of survival. Partly inter-
pretation of the sonorous universe meaning is
subscribed in genetic code. But the most consi-
stent part is tied to the memory, therefore to the
experiences done during life, included body’s
inner sounds. The human being, as a reasoning
animal, has “organised” the sound channelling it
in logical and meaningful schemes, musical and
extra-musical, “to contain” the external and
internal world. This way, music has assumed in
itself consolatory, cathartic, pedagogical, spiri-
tual, thaumaturgic functions…

In un articolo di recente pubblicazione (1995), i


I musicoterapeuti
musicoterapeuti Maria Sikstrom e Olav Skille sot-
Maria Sikstrom tolineano che fare musica è contemporaneamen-
te un gioco senso-motorio, un gioco simbolico e
e Olav Skille
un gioco di regole. Questo mi pare renda più
sottolineano che chiaro il perché del fascino che l’umanità ha sem-
pre sentito nei confronti, appunto, del far musica.
fare musica è
Non è questione di età, sesso, cultura, capacità
contemporaneamente fisiche o psichiche: tutti quanti cantiamo e suo-
niamo almeno qualche volta e proviamo piacere
un gioco
nel farlo e esprimiamo, dunque comunichiamo,
senso-motorio, qualcosa mentre lo facciamo.
un gioco simbolico L’esperienza musicale però può anche essere sol-
tanto passiva, come si suol dire. Cioè, se quando
18
e un gioco di regole noi produciamo i suoni evidentemente li ascol-
musica terapia
&
la fruizione della musica
comprende un livello
tiamo, talvolta capita
di ascoltarli soltanto.
corporeo-sensoriale, percepire le vibrazioni,
grazie ad alcuni sensori
un livello simbolico- presenti nella nostra
È mia intenzione, in
questo contesto, foca-
emotivo e uno pelle e al fatto che il
corpo è esso stesso un
lizzare l’attenzione prin- razionale-intellettuale corpo elastico che
cipalmente su questo quindi convibra – che
aspetto, tralasciando quindi di parlare di quanto lo voglia o no- con ciò che vibra intorno a lui.
concerne più specificamente musica e creatività. Sappiamo che i suoni più gravi convibrano con la
parte più bassa del nostro tronco (la regione
Mi pare che si possa pensare alla fruizione, ascol- addominale) e le frequenze via via più acute nella
to è piuttosto riduttivo, a mio avviso, della musi- zona toracica e poi nella testa.
ca come a qualcosa che comprende un livello cor- In natura la percezione dei suoni è fortemente
poreo-sensoriale, un livello simbolico-emotivo e legata alla sopravvivenza: è fondamentale poter
uno razionale-intellettuale, e che questi tre livel- sapere che il nemico – o la merenda - si sta avvi-
li sono per molti versi inscindibili. cinando, quanto è vicino e dove si trova rispetto
Se per musica si intende una qualche organizzazio- allo spazio intorno a noi. Così come può essere
ne dei suoni, in cui è implicito dunque un pensie- fondamentale percepire la vibrazione della terra e
ro, un intento comunicativo di qualche tipo e una fuggire prima che avvenga un terremoto.
costellazione più o meno ampia di referenti extra- Alcune informazioni sul significato di certi segna-
musicali, essa sta inscritta in un universo sonoro li vibratori/acustici ci sono state trasmesse per via
molto più ampio nel quale viviamo immersi. filogenetica – gli animali hanno una reazione di
Com’è noto, il silenzio inteso come punto 0, real- terrore e di fuga sentendo il ruggito di un leone
tà scientificamente sperimentabile, non esiste. anche se non ne hanno mai incontrato uno in vita
Non per nulla l’unità di misura dell’intensità dei loro, per esempio - anche se noi esseri umani
suoni, il decibel, è un’unità di misura di rapporto sembriamo spesso averle perse, o quantomeno
e non un’unità di misura assoluta. Se anche dimenticate.
potessimo ottenere intorno a noi un silenzio Anche la conoscenza dei suoni interni al nostro
assoluto, continueremmo a percepire i suoni che corpo, dei quali magari abbiamo scarsa consape-
provengono dall’interno del nostro corpo, che volezza, ci è nota certamente da sempre (è diffi-
evidentemente non può smettere di produrre cile stabilire se e quanto questa coscienza possa
suoni finché siamo vivi. essere innata), così come permane in noi certa-
Il suono è, dal punto di vista fisico, una vibrazio- mente la memoria inconscia dei suoni che ci cir-
ne, o meglio la somma di più vibrazioni prodotte condavano durante la vita fetale.
da un corpo elastico e propagate dai corpi elasti- Così, è stato sperimentato che le frequenze gravi
ci che lo circondano, per esempio l’aria. a bassa intensità, o il ritmo ternario in tempo
Tutti gli essere viventi percepiscono queste vibra- lento generalmente aiutano il rilassamento,
zioni. Diversi di essi, fra cui l’uomo, possiedono un riportandoci a uno stadio fetale e alla primissima
apparato uditivo preposto a una particolare infanzia (la mamma che ci cullava cantando la
decodifica delle vibrazioni – o meglio di alcune di ninna-nanna e tenendoci vicini al suo cuore),
esse- e alla percezione di esse sotto forma di nonché al nostro corpo e ai suoi suoni.
19
“suoni”. Non abbiamo però perso la capacità di Generalmente. Non sempre.
musica terapia
&
Se le nostre primissime esperienze del mondo capire immediatamente che i due temi di un
sono state per qualche motivo traumatiche, pos- primo tempo di sonata di Mozart si intrecciano
siamo anche, inspiegabilmente, sentirci precipita- fra di loro seguendo un percorso armonico che
re in stati di angoscia profonda. gira intorno a una certezza di base, la tonalità
Tutti gli studi e gli esperimenti fatti sulle reazioni d’impianto. E può darsi che l’ascolto gli risulti
emotive ai suoni, per ciò che mi risulta, sono con- poco comprensibile.
cordi nell’evidenziare delle costanti, ma mai delle E quanti di noi potranno immediatamente capire
certezze assolute. La memoria ci mette lo zampino. come è fatto un brano musicale di culture lonta-
Quando poi i suoni che stiamo ascoltando diven- ne dalla nostra? Per esempio alcune tribù africa-
gono una sequenza, allora la mente comincia a ne hanno delle musiche fatte così: diversi esecu-
lavorare per dar loro un “senso” più ampio, musi- tori stanno seduti in circolo e suonano su stru-
cale e extramusicale. menti identici lo stesso suono per un certo perio-
Se stiamo camminando nel bosco e sentiamo do di tempo. Che senso può avere? Qual è la
cantare un uccellino, anche se non abbiamo idea forma di tutto ciò? Tutto diventa più chiaro
di che uccellino sia, possiamo immaginarci che quando si scopre che gli esecutori si alternano fra
stia cantando per la sua compagna, oppure per di loro seguendo regole prestabilite. Dunque, ese-
mandare un segnale alla nidiata, o per tessere le cutori e ascoltatori seguono un gioco di regole, e
lodi della vita e di Dio, o molte altre cose che ci conoscendolo possono valutarlo e apprezzarlo.
possono venire in mente. L’esperienza dell’ascolto D’altra parte, conoscere le regole del gioco non
diventa una sorta di canovaccio sul quale inscri- significa necessariamente saperle descrivere e
viamo le nostre conoscenze, le nostre esperienze, conoscerle tecnicamente. Per tutta la vita noi
i nostri desideri, le nostre emozioni. Una buona occidentali abbiamo ascoltato brani musicali che
parte di questi potranno certamente essere con- seguono un gruppo abbastanza limitato di regole
divisi, e una parte certamente no. – armoniche, melodiche, ritmiche, timbriche - e
E qualcosa di molto simile capiterà se siamo in siamo sufficientemente capaci anche inconscia-
una sala da concerto o in una Chiesa, o in came- mente di riconoscerle, sempre che il gioco non
ra nostra con il registratore acceso. Non è indi- venga reso troppo complicato.
spensabile conoscere come sono fatti gli stru- Dopo ripetuti ascolti, comunque, una musica che
menti che stanno producendo i suoni che ascol- segue regole sconosciute può divenire comprensi-
tiamo, non occorre conoscere il modo in cui ven- bile:la memoria infatti ci aiuta a svelarle.
gono utilizzati – la tecnica esecutiva- né sapere Parte della suggestione che ci procura l’ascolto è
chi ha scritto e chi sta eseguendo quella musica. legata a un aspetto peculiare della musica: il suo
Poiché si tratta di suono organizzato a un livello essere incorporea e il suo scorrere nel tempo
più complesso del canto dell’uccellino, l’unica creandosi e svanendo attimo dopo attimo. Per
cosa importante è sapere come è fatta, cioè che questo motivo all’interno di un brano musicale ci
forma ha, che regole segue. sono – e ci devono essere - degli elementi ricor-
Molto spesso si dice e si sente dire: “quella musi- renti di base: melodici e/o armonici e/o ritmici e/o
ca (di solito la musica “classica”) non la capisco”. timbrici. Una melodia dovrà essere sentita più di
Capire la musica significa prima di tutto avere una volta perché la nostra mente gli possa annet-
delle informazioni di base su quale sia la struttu- tere un significato importante, riconoscerla come
ra logica sulla quale quella sequenza di suoni è tema, per esempio. Perciò la forma è data anche
20
modellata. Un eschimese difficilmente potrà dalla organizzazione delle ricorrenze. Quando
musica terapia
&
sono troppe, solitamente arriviamo alla conclu- “conoscere” la musica si è sviluppato parallela-
sione che il brano è scontato, noioso, poco inte- mente ma separatamente dalla sua conoscenza
ressante. Come un gioco che sappiamo già come pratica. Il vero musicista è colui che conosce la
va a finire. E la logica di un brano musicale ha in teoria, la fisica e la metafisica della musica, men-
questo delle forti somiglianze con lo scorrere dei tre l’esecutore “non è diverso da una bestia”,
nostri pensieri quando stiamo rimuginando su come dice Guido d’Arezzo e ripetono per molti
qualcosa. Dobbiamo a Hegel (1967) l’intuizione di secoli i teorici. Dunque, almeno fino al rinasci-
questa affinità – di procedimento, intendo- con mento il musicista o è un saggio che vive in cima
la riflessione filosofica su un’idea, il ché forse non al Parnaso, al di sopra della vile umanità, oppure
ha valenza universale ma certamente è fortemen- è un mentecatto che si guadagna il pane venden-
te significativo per la musica tedesca almeno da do la propria agilità delle dita o la propria bella
Bach in poi. voce. L’umanesimo ha riportato a una integrazio-
La musica quindi in un certo senso ci offre uno ne della figura del musicista, ma alcuni strascichi
schema di azione nel quale si susseguono di quella visione dualistica, oserei dire un po’
momenti di maggiore o minore tensione - sonora schizofrenica, sembrano perdurare ancora: quan-
e di conseguenza emotiva - in cui ognuno di noi te volte abbiamo incontrato –nelle cronache se
può immedesimarsi e inscrivere i propri contenu- non nella vita – compositori che disprezzano gli
ti: qualcosa di simile alla fiaba per il bambino o esecutori, dolendosi di non poterne quantunque
alle saghe epiche o ai racconti mitologici. fare a meno, per esempio?
Infine, se pensiamo alla musica da un punto di D’altra parte, capita spesso ai musicisti di sentirsi
vista “scientifico”, astratto per così dire, possiamo dire da chi musicista non è, magari con lo sguar-
darle una logica attraverso la scienza astratta per do triste: “Beato! Io purtroppo non ne capisco
eccellenza, la matematica, e spiegarla attraverso i niente!”.
numeri, come la civiltà occidentale non ha mai Praticamente nessuna professione, per quanto
smesso di fare almeno da Pitagora in poi. complessa possa essere, gode di cotanta profonda
Oppure correlarla a una visione cosmologica in ammirazione!
cui come parte di un Tutto universale è l’energia Un repertorio musicale può essere scritto con
divina e la rappresenta attraverso il suo linguag- regole particolari perché si rivolge a un pubblico
gio (dalla teoria del Big Bang ai Veda indiani, allo particolare – intendo particolarmente colto e/o
stesso evangelico “In principio era il Verbo”, a un particolarmente snob –: il madrigale cinquecen-
cospicuo numero di testi sacri di ogni parte della tesco, per esempio, o la musica di corte nella
terra, la nascita del mondo è correlata al suono, e Francia di Luigi XIV, o alcune delle ultime compo-
in moltissime culture – per esempio quella cinese sizioni di Bach, che solitamente vengono non a
e quella indiana- ogni suono prodotto dagli stru- caso indicate come “opere teoriche”.
menti e dalla voce dell’uomo è correlato a un Più in generale qualunque repertorio segue rego-
corpo celeste, o a qualche divinità, o a qualche le specifiche perché è pensato per svolgere fun-
animale sacro o altro ancora). zioni diverse all’interno della vita sociale.
Attraverso la mitologia e poi il pensiero filosofico La musica molto spesso ha il compito di “intratte-
greco, anche la cultura occidentale ha letto il lin- nerci”, di fare da cornice ad altre attività. Ascol-
guaggio musicale in chiave metafisica, con una tiamo musica anche per svagarci, divertirci,
sua peculiarità: nel mondo occidentale, fin dai “tirarci su il morale”, consolarci degli affanni del
21
tempi della Grecia classica, questo modo di nostro vivere quotidiano, distrarci da pensieri
musica terapia
&
ossessivi, riempire il nostro tempo libero, sincro- ascoltare o fare e a che scopo è destinata. In altre
nizzarci con il ritmo del lavoro che stiamo svol- parole ci poniamo in un certo atteggiamento
gendo, eccetera. Grazie alla tecnologia oggi pos- mentale atto ad annettere altri significati – di
siamo scegliere in qualunque momento quale nuovo prevalentemente extramusicali – alla
tipo di musica desideriamo utilizzare come sfon- nostra esperienza.
do ai nostri pensieri e alle nostre azioni. Sembre- Un canto molto elaborato, può essere recepito
rebbe dunque che oggi qualunque repertorio come una preghiera che ci porta in uno stato di
musicale possa svolgere questa funzione. Quando estasi mistica – uno jubilus gregoriano, per esem-
non esisteva la possibilità di riprodurre la musica pio, o un raga indiano -, oppure ci può dare la
a proprio piacimento, musiche diverse venivano piacevole sensazione di star partecipando a un’e-
composte per situazioni sociali diverse, e dunque sperienza speciale, per pochi eletti capaci di
le musiche destinate alle feste, o allo svago priva- goderne, quindi di sollecitare il nostro orgoglio e
to di chi se lo poteva permettere, erano scritte la nostra vanità di far parte di una sorta di club
principalmente a questo scopo. Le musiche per la molto esclusivo.
danza avevano una struttura formale solitamen- E anche di dover essere grati a una società che ci
te abbastanza semplice, nella quale l’aspetto più procura simili esperienze. Per esempio, si sa che il
emergente era la reiterazione di una cellula ritmi- melodramma è sempre stato un veicolo di propa-
ca sulla quale gli altri parametri erano facilmente ganda politica, solitamente della classe al potere,
riconoscibili e poco elaborati. Pensiamo ancor qualche volta dell’opposizione.
oggi ai repertori destinati alle discoteche, tal- Poiché è noto che è più semplice capire e/o
mente semplici e ripetitivi da suscitare in noi o memorizzare un testo se è intonato su una melo-
reazioni di noia o stati semiipnotici, in cui le ansie dia abbastanza semplice, si utilizzerà questo
e le angosce vengono dimenticate e si viene modo per insegnare dei testi di grande importan-
proiettati in una sorta di stato di estasi. za, per esempio testi sacri. L’ascoltatore, una volta
Le composizioni da camera venivano scritte per interiorizzata la struttura musicale, si concentre-
soddisfare i gusti di chi le pagava e ascoltava e a rà più facilmente sul senso delle parole e ne inte-
volte anche eseguiva. Se il committente era un riorizzerà il contenuto. Non è molto diverso il
raffinato conoscitore della musica e magari caso delle filastrocche con le quali vengono inse-
anche un capace esecutore, questo repertorio gnati per esempio i numeri ai bambini.
poteva anche divenire una sorta di palestra di Innanzitutto quindi una funzione pedagogica,
ardite sperimentazioni, raggiungendo tali livelli di con implicazioni più complesse di ordine sociale e
complessità da renderlo ancora oggi scarsamente morale, naturalmente.
apprezzato dal grande pubblico, perché poco Si insegnano anche le regole grammaticali e sin-
facilmente comprensibile. tattiche della musica stessa, attraverso la musica.
Per quanto oggi si sia abituati a ascoltare musica Molta musica, soprattutto degli ultimi due secoli,
soprattutto attraverso gli impianti di riproduzio- è stata scritta per insegnare a suonare, a cantare
ne, in qualunque luogo ci possiamo trovare, se e a comporre.
andiamo a teatro, o in Chiesa, o in piazza per una È evidente che se la musica è connessa a un testo
festa o per un concerto rock, o nello studio del o a delle immagini (teatro e cinema), i significati
nostro musicoterapeuta, noi evidentemente musicali si sovrappongono a quelli testuali e a
nutriamo delle aspettative musicali ed extramu- quelli visivi, sottolineandoli o aggiungendo anco-
22
sicali: sappiamo grosso modo che cosa stiamo per ra altri significati all’esperienza.
musica terapia
&
bibliografia
Il senso che noi diamo all’esperienza musicale AA.VV.
è legato dunque anche a un “dove” e a un Il silenzio per dirlo, (a cura di
Manattini F., Stauder P.),
“quando”.
Quattroventi, Urbino, 2000.
Infine, vorrei accennare al fatto che la musica ha
ancora un’altra peculiarità: tra il compositore e Blacking J.
l’ascoltatore si può frapporre l’esecutore, il quale Come è musicale l’uomo,
Ricordi/Unicopli,
attraverso la sua interpretazione di ciò che sta
Milano, 1986.
eseguendo trasmette anche dei messaggi propri,
che interferiscono sia con le intenzioni del com- Bowlby J.
positore che con quelle dell’ascoltatore. Una base sicura, Raffaello

Tutti questi fattori, ed altri ancora di cui si Cortina, Milano, 1989.

potrebbe parlare a lungo, contribuiscono dunque Delalande F.


a fare dell’esperienza musicale una operazione di Le condotte musicali, Clueb,
grande complessità. Ed essendo sempre una Bologna, 1993.
miscela di componenti diversa per ognuno di noi
Disoteo M.
e diversa di momento in momento, è impossibile Antropologia della musica,
a mio avviso fare delle classificazioni di significa- Guerini, Milano, 2001.
to univoco e immutabile.
Guerra Lisi S., Stefani G.
Gli stili prenatali nelle arti e
Per quanto riguarda la musicoterapia, si tratta di nella vita, Clueb,
un uso della musica mirato al conseguimento di Bologna, 1999.
uno scopo.
Non si tratta certo di un’idea particolarmente Hegel,G.W .F.
Estetica. Trad. it. N. Merkel e
nuova né originale.
N. Vaccaro, Milano,
In molte culture, compresa la nostra ai suoi albo- Einaudi, 1967.
ri, si è esplicitamente annessa alla musica una
funzione terapeutica, curativa. Di solito, il compi- Jouvet M.
La natura del sogno, Theoria,
to di curare attraverso le musica è affidato a un
Roma-Napoli, 1991.
saggio – il mitologico Orfeo non era certo un
“semplice” musicista, né il biblico Davide – oppu- Magnani M.
re a uno sciamano, o a un sacerdote. È implicito L’albero senza radici, Nuova

che può curare chi sa, non solo di musica, ma ben Eri, Torino, 1993.

di più. Lo sciamano è “l’uomo della medicina”, Mead G. H.


conosce l’essere umano nel corpo e nell’anima, ha Mente, Sé e società, Giunti,
sviluppato una concezione, per dirla con un ter- Firenze, 1966.
mine piuttosto in voga negli ultimi anni, olistica
Mead G. H.
dell’uomo e del mondo nel quale vive. La filosofia del presente,
Chi usa la musica come mezzo per intervenire in Guida, Napoli, 1986.
situazioni di sofferenza fisica e mentale deve
Piatti M.
saper scegliere con cognizione di causa quali
(a cura di), Pedagogia della
mezzi usare concretamente e deve avere un’idea musica, un panorama, Clueb, 23
abbastanza precisa di quale sia il grado della sof- Bologna, 1994.
musica terapia
&
bibliografia

Piatti M. ferenza dell’individuo col quale interagisce.


Progettare l’educazione musi- Si parla di tecniche di musicoterapia attiva e
cale, Cappelli,
ricettiva, cioè attraverso il fare e far fare musica
Bologna, 1993.
Prato P.
durante le sedute, oppure attraverso la sommini-
Suoni in scatola, Costa & strazione di un ascolto predefinito. In ambedue i
Nolan, Genova, 1999. casi mi sembra che in primo piano ci sia un rap-
porto di interazione diretta tra terapeuta e
Scardovelli M.
paziente, nel quale il terapeuta sceglie le regole
Il dialogo sonoro, Cappelli,
Bologna, 1992.
del gioco e legge le risposte del paziente in rela-
zione a quanto si è prefisso di ottenere, nonché
Schafer M. legge quello che lui stesso sta facendo e si sforza
Il paesaggio sonoro, Ricordi- di capire come viene letto dal paziente stesso. Ma
Unicopli, Milano, 1985.
soprattutto, il musicoterapeuta deve essere pron-
Sikstrom ,M .,Skille O. to ad affrontare l’incognita di una reazione
(1995). The Skille Musical imprevista. Il linguaggio musicale, proprio perché
Function Test as a tool in the profondamente connesso col mondo emozionale,
assessment of psychological può infatti repentinamente e inaspettatamente
function and individual
far emergere stati emotivi intensi e non necessa-
potential. In T. Wigram, B.
Saperston, R. West (edt.) The riamente “pacifici”.
Art & Science ofM usic In linea generale, l’unica certezza che l’operatore
Therapy.A Handbook, ha quando inizia la seduta è che la musica pro-
Am sterdam , Harwood durrà qualche effetto sul paziente.
Academic Publishers,
Lungi da me voler affermare che il musicotera-
pp.395-405.
peuta, un professionista fra i tanti che operano
Spaccazocchi M. oggi nella nostra società, sia o debba essere dota-
Musica, umana esperienza, to di conoscenze o saggezze specialissime.
Quattroventi, Urbino, 2000. L’esperienza insegna che oggi i risultati migliori
vengono ottenuti in situazioni di lavoro d’équipe,
Strobino E.
Musiche in cantiere, Franco in cui evidentemente le competenze specifiche
Angeli, Milano, 2001. del musicoterapeuta e degli altri operatori diven-
gono ingredienti di un progetto comune d’inter-
Tagg P.
vento terapeutico. Vorrei però sottolineare che
Popular music, Clueb,
Bologna, 1994.
per operare efficacemente attraverso la musica
occorre che chi la guida e propone non possa fare
Tomatis A., a meno di affiancare alle conoscenze musicali
Ascoltare l’universo, Baldini e anche delle conoscenze mediche e psicologiche.
Castoldi, Milano, 1998.
Troppi fattori concorrono a produrre in qualun-
Winnicott D. W.,
que essere umano una qualsivoglia reazione –
I bambini e le loro madri, emotiva, corporea e razionale –, talvolta molto
Raffaello Cortina, diversa dalle nostre aspettative e difficile da com-
Milano, 1987. prendere, perché si possa pensare a questa pro-
24
fessione con leggerezza.
musica terapia
&
Psicologa, Musicoterapista
Musicoterapia in fase preoperatoria
This study is a panoramic about music therapy in
presurgical situation. At first are indicate some
researches about relaxation before surgical
Giovanna Canepa, treatment, then the neurological and psycho-
analytic vision. The panoramic of musictherapy in
presurgical moment is exposed in the successive
paragraphes. Then is examined the application of
musictherapy in odontological situation and, at
the end, a brief experimental study about effects
of music in the dentistry cabinet.

L’idea di questa
Premessa
ricerca nasce
L’idea di questa ricerca nasce nell’ambito di un
nell’ambito corso per assistenti dentali realizzato dalla Dr.
Birardi, pedodonzista di Genova, particolarmente
di un corso
interessata ad argomenti inerenti la psicologia del
per assistenti bambino e motivata ad ottenere la migliore col-
laborazione possibile dell’intero staff.
dentali realizzato
All’interno di questo corso di studio, è stato inse-
dalla Dr. Birardi, rito uno “stage di ascolto”. Il laboratorio ha parti-
colarmente interessato la pedodonzista, che ha
pedodonzista
quindi proposto di inserire questa esperienza
di Genova, all’interno del suo studio professionale, per veri-
ficare se fosse possibile favorire il rilassamento
particolarmente
dei bambini nella sala di attesa. Così è nata anche
interessata la breve indagine esposta al termine dell’articolo.
Nel presente contributo ci è parso opportuno,
ad argomenti
esaminare dapprima alcuni studi relativi alle
inerenti ricerche sul rilassamento in fase preoperatoria,
descrivere, sotto il profilo neurologico e neurofi-
la psicologia
siologico, l’influenza della musica sul cervello e
del bambino sulle variazioni dei parametri fisiologici, presen-
tare alcune riflessioni psicodinamiche sull’ascolto.
e motivata
Vengono poi descritti alcuni studi relativi al
ad ottenere “Rilassamento in fase preoperatoria con uso della
la migliore musica”.
Per entrare nel merito sono quindi esposte le
collaborazione applicazioni della musicoterapia in odontoiatria
possibile sia all’interno dello studio dentistico che in repar-
to ospedaliero.
25
dell’intero staff. Infine, nel paragrafo conclusivo è esposta una
musica terapia
&
Il proposito di questa
indagine è di verificare
breve indagine sperimen-
tale sul rilassamento in
se l’ascolto della musica subito. Maynande ed
altri (1995) riferiscono
campo odontoiatrico, con può influenzare i com- invece che la tecnica del-
piccoli pazienti. portamenti ansiogeni l’immaginazione guidata
può far nascere nel
I. IL RILASSAMENTO dei piccoli pazienti. paziente la sensazione di
IN FASE PREOPERATORIA essere in grado di far
Ecco ora esposti, in sintesi, alcuni studi effettuati fronte allo stress. Il Benson’s Relaxation Response
sulle tecniche di rilassamento in fase preoperato- e le diapositive informative utilizzati da Daltroy
ria. In essi vengono sperimentate varie tecniche et altri nel 1998 hanno dato risultati inaspettati:
che possono favorire una diminuzione del livello la risposta di rilassamento non influenza il risul-
di ansia, una migliore collaborazione da parte del tato post – operatorio, mentre l’intervento edu-
paziente e, a volte, determinare una riduzione cativo ha influenzato positivamente la risposta
della richiesta di analgesici o, semplicemente, dei pazienti che rifiutavano l’intervento. Anche in
ottenere un atteggiamento più sereno e collabo- questo caso, comunque, la risposta è soggettiva e
rativo da parte dei pazienti sottoposti ad inter- quindi difficilmente quantificabile. Infine l’F.P.I.
vento chirurgico. (Heye et altri 2002) su pazienti isterectomizzate
Le strategie utilizzate sono molteplici: l’ipnosi, ha dato risultati positivi, soprattutto in relazione
l’uso della Benson’s relaxional response, la pro- al recupero dell’autonomia funzionale.
spettiva educativa, l’istruzione preoperatoria, la
preparazione comportamentale alla chirurgia. II. ASCOLTO E RILASSAMENTO
È stata inoltre studiata e sperimentata l’impor- Nel nostro percorso dal rilassamento raggiunto
tanza della risposta relazionale con pazienti chi- con l’utilizzo di tecniche diverse, quali ad esempio
rurgici ambulatoriali, l’effetto della preparazione l’ipnosi, al rilassamento indotto dalla musica, esa-
mentale, l’uso di prove preoperatorie di attività miniamo ora l’ascolto dal punto di vista neurolo-
immaginativa e infine gli effetti del rilassamento gico, neurofisiologico e psicodinamico.
preoperatorio in pazienti sofferenti alla spina
dorsale. II.1 Il punto di vista neurologico
e neurofisiologico
Si può dire che le varie tecniche di rilassamento II.1.1 La percezione sonoro-musicale
possono avere effetti positivi: ciò può dipendere Per quanto riguarda la localizzazione della perce-
dalla tipologia del paziente (Wilson 1981) e del- zione musicale riportiamo lo studio fondamenta-
l’intervento chirurgico (Mogan et altri 1985). le di Isabelle Peretz: “La musica e il cervello”.
Lawlis, Selby, Hinnaut (1985) rilevano che le (“Enciclopedia della musica” Einaudi, 2003).
istruzioni sul rilassamento possano influire sulla L’autrice, partendo da due casi di pazienti affetti
durata della degenza e sulla richiesta farmacolo- da patologia cerebrale, giunge a conclusioni
gica. Due studi relativi a pazienti ambulatoriali, molto interessanti sulla specializzazione cerebra-
forniscono risposte differenti: per Domar, Noe, le in relazione alla musica. Dagli sudi compiuti
Benson (1987) la risposta al rilassamento è sog- pare che ogni minima parte del cervello sia depu-
gettiva; per Marklan e Hardy (1983) il trattamen- tata ad un’attività specifica e dunque si cerca di
to dà risultati positivi sia come riduzione dei livel- capire se la musica sia un settore specifico del
26
li di anestesia, sia sulla percezione dell’intervento sapere umano. Le ricerche neurologiche hanno
musica terapia
&
appurato che la localizzazione della percezione Peretz prende in esame il riconoscimento di un’a-
musicale e della sua memorizzazione sia all’inter- ria familiare da parte di un soggetto normale e di
no o nelle vicinanze della circonvoluzione tempo- uno cerebroleso: il primo considera in modo con-
rale superiore. giunto la doppia struttura di altezze e durate,
Per quanto riguarda lo studio del cervello normale, mentre il secondo analizza la struttura temporale
la Peretz analizza le tecniche più comuni di questo della musica, dimostrando che è possibile separa-
campo di ricerca: l’ascolto dicotico (ogni orecchio re il percorso melodico da quello temporale,
riceve una diversa sollecitazione) e la tecnica dei durante la prima analisi.
potenziali evocati. L’ascolto dicotico ci permette di Per il percorso melodico vi sono tre tipi di tra-
dedurre quale emisfero venga prevalentemente sformazioni: l’identificazione di profilo, attraver-
coinvolto in questa fase: ad esempio se ad essere so le traiettorie e l’altezza del suono, che ha un
stimolato è l’orecchio sinistro, l’emisfero coinvolto ruolo importante nella selezione e nella memoria
è l’opposto (il nervo acustico si proietta in gran a breve termine, l’identificazione degli intervalli,
parte all’emisfero controlaterale). Da un esperi- cioè la distanza tra due suoni consecutivi, che ha
mento, effettuato da Peretz, è risultato che un un ruolo critico e il riconoscimento della tonalità.
gruppo di ascoltatori, tutti musicisti, utilizzavano In seguito ad ascolto dicotico si è avuta una dis-
in prevalenza l’orecchio destro. Quindi sembra sociazione tra gli emisferi cerebrali che convalida
confermata la dominanza dell’emisfero sinistro quanto detto prima. Dallo studio compiuto emer-
(quando la musica è analizzata nei suoi aspetti for- ge che l’individuazione del profilo avviene nelle
mali e strutturali) e sembra anche che i moduli lin- aree temporali della parte destra, per poi essere
guistici e musicali si attivino in parallelo e indipen- trasmessa a strutture omologhe dell’emisfero
dentemente dalle informazioni ricevute. sinistro, in cui è definita come intervalli separati.
Anche la tecnica dei “potenziali evocati”, (analisi L’emisfero destro è deputato all’organizzazione
specifica dei segnali rilevati nell’EEG), dà risultati melodica della musica, perché è la sede prelimi-
simili. Le variazioni elettriche sono determinate nare della percezione, anche le serie cantate ven-
dai potenziali di azione dei neuroni in attività. gono distinte dal profilo, non dai nomi delle note.
Registrando i potenziali evocati in associazione a Nelle aree frontali dell’emisfero destro viene
uno stimolo sonoro, è possibile registrare le varia- mantenuta in memoria l’informazione melodica,
zioni dovute al nuovo evento. Dall’analisi di que- mentre nell’emisfero sinistro sembra avvenire la
sto studio la Peretz conclude che le aree cerebrali codificazione tonale dell’altezza dei suoni.
coinvolte dalla musica sono diverse e adiacenti a Per il percorso temporale vi sono due livelli di
quelle del linguaggio: questo significa che la organizzazione: metrica, che si riferisce all’alter-
musica è autonoma rispetto al linguaggio, sia che nanza di tempi forti e tempi deboli, e ritmica, che
si utilizzi il codice uditivo che quello visivo. riguarda le durate relative, non la regolarità dei
L’organizzazione cerebrale parallela sembra spie- tempi.
gare che i moduli specifici della musica e del lin-
guaggio seguono un percorso simile. Un ulteriore Secondo la Peretz il fattore determinante per
approfondimento conferma che la musica ha dei accedere al repertorio (una sorta di lessico in cui
circuiti neuronali specifici, che sembrano essere siano contenute le rappresentazioni memorizzate
collocati nei lobi temporali, più specificatamente di tutte le musiche conosciute dal soggetto)
nella parte superiore. Per quanto riguarda l’orga- potrebbe essere la rappresentazione che deriva
27
nizzazione della musica all’interno del cervello la dalla serie di trasformazioni melodiche. Se si con-
musica terapia
&
sidera l’azione parallela per l’organizzazione invece, dal ritmo. Terminiamo con l’affermazione
melodica e temporale di una musica conosciuta, di Del Puente ed altri: “l’apprezzamento della
interrompendo la via d’accesso melodica, si musica non è esclusivamente sostenuto da una
dovrebbe riconoscere la musica dalla sua struttu- singola rete neuronale e vi è un notevole grado di
ra temporale. Ma questo non avviene, perché indipendenza funzionale tra le componenti del-
nella musica occidentale il parametro fondamen- l’elaborazione musicale qui investigate”.
tale è la melodia. Il cervello, una volta analizzata
la struttura melodica e paragonata al repertorio II. 1. 2 Esperienza musicale
memorizzato, è in grado di riconoscere la melodia e variazioni fisiologiche
e di riprodurla. Secondo l’opinione di G. Harrer ed H. Harrer (in
Nell’ascolto musicale interviene anche un piano “Musica, emozioni e funzioni vegetative” 1987) le
emotivo; studiato in pazienti cerebrolesi è risulta- esperienze musicali provocano variazioni fisiolo-
to non danneggiato; perciò potrebbero esistere giche. Sono state studiate frequenza cardiaca,
moduli connessi alle emozioni, autonomi ma rela- pressione arteriosa, respirazione e riflesso psico –
tivi al riconoscimento di cui la Peretz ha parlato. galvanico ed altre funzioni vegetative per vedere
le loro variazioni durante l’ascolto della musica.
A questo punto ci sembra interessante inserire il Le conclusioni raggiunte da questi autori sono
lavoro di Del Puente ed altri (2003). Questi auto- che tali variazioni dipendono dalla “reattività
ri sottolineano l’importanza del lavoro di Platel individuale”, dalla “reattività emozionale” e “dal-
ed al. (1997) in relazione alle risposte emotive, l’atteggiamento verso la musica”.
cioè “alle strutture cerebrali interessate nell’ap- La reattività individuale, cioè la labilità o la stabi-
prezzare la musica”. La percezione della musica è lità dei processi di regolazione vegetativa, è
un processo cognitivo complesso, basato su diver- influenzata da età, sesso, tipo di vita, stato di salu-
si modi di categorizzare stimoli uditivi; ciò sugge- te, stanchezza, assunzione di eccitanti o alcool,
rirebbe che l’ascolto della musica possa essere mentre l’atteggiamento verso la musica dipende
basato su distinti processi neuronali, corrispon- dall’importanza che essa ha nella vita dell’indivi-
denti a componenti di base della musica. duo e dalle sensazioni che un determinato brano
All’interno della percezione musicale alcune abi- può provocare. La situazione di laboratorio può
lità specifiche possono risultare rovinate seletti- modificare la risposta sia fisiologica, che psicolo-
vamente: afasia senza amusia o amusia senza gica, tanto da fornire risultati falsi e lo stesso
afasia, ad esempio. Dall’esperimento di Platel ed brano, ascoltato in situazioni emotive diverse,
altri emergono i seguenti risultati: familiarità, porta a risultati a volte diametralmente opposti.
prove di tono e ritmo provocano attivazioni nel- Harrer e Harrer rilevano che la musica provoca
l’emisfero sinistro, prove di timbro nell’emisfero risposte vegetative anche quando viene percepita
destro. L’accesso lessico – semantico alle rappre- nel sonno o viene ascoltata come “musica di sot-
sentazioni melodiche avviene presumibilmente tofondo”; inoltre il tipo di percezione dipende
nel giro frontale inferiore sinistro, nell’area di dalla disposizione individuale, indifferente o
Brodmann 47, nel giro temporale superiore. Il emozionale, nei confronti della musica, dal modo
riconoscimento del tono attiva il cuneo – precu- di ascoltarla e dalla disposizione del momento. È
neo sinistro. Allora Platel ed altri ipotizzano che importante anche la qualità di riproduzione del
sia utilizzata una strategia mentale immaginaria. brano musicale e il volume, adatto al singolo sog-
28
L’area di Broca inferiore sinistra viene attivata, getto. Le variazioni del volume modificano, infat-
musica terapia
&
ti, le risposte vegetative. Viene analizzato anche il Al termine dello studio Harrer e Harrer affermano
sistema di rapporto massimale (la comparazione che il loro studio non è esaustivo, ma può rite-
delle risposte vascolari con quelle respiratorie e nersi un valido punto di appoggio per l’utilizza-
galvaniche): esso dipende dal carattere delle zione terapeutica della musica e per un amplia-
risposta vegetativa individuale del soggetto e dal mento degli studi che riguardano il rapporto
tipo di musica che viene suonata. L’esecuzione mente - corpo.
attiva della musica, invece, determina risposte
vegetative più marcate, che non possono essere II. 2 Il punto di vista psicodinamico
soppresse. Nelle risposte vegetative vengono Secondo l’opinione di Manarolo (2002) “L’ascolto
investiti il sistema cardiovascolare, la respirazio- musicale è espressione della relazione che si
ne, il riflesso psicogalvanico e l’attività motoria. instaura tra l’oggetto musicale e il suo fruitore”.
La frequenza cardiaca muta durante l’ascolto Infatti egli afferma che il senso in musica è frut-
della musica e ciò potrebbe significare sia un’e- to dell’incontro tra gli elementi della struttura
spressione di piacere che di sensazioni opposte. La sonoro - musicale del brano e quelli del soggetto.
musica sincopata può scatenare le extrasistoli; i Le modalità di ascolto della musica, d’altronde,
cambiamenti di volume, di ritmo o i “crescendo” e sono molteplici e possono provocare risonanze
i “diminuendo” possono provocare un mutamen- senso – percettive, nostalgia, avere qualità perse-
to della frequenza cardiaca. Il ritmo respiratorio si cutorie o dare vita a trasformazioni benefiche o
modifica, a volte, sincronicamente a livello car- malefiche, avere qualità attivanti, stimolanti, sen-
diaco, ad esempio durante i passaggi finali di un soriali e sensuali.
brano. In questo studio non è stata studiata l’e- Per l’autore la nostalgia si riferisce a una “dimen-
ventuale variazione della pressione arteriosa. I sione preverbale in cui suono e oggetto hanno un
movimenti respiratori mutano durante l’ascolto rapporto di continuità; ricreare quel momento
della musica sia nella frequenza che nella profon- significa riviverlo”.
dità; gli autori sottolineano anche che vi sono La musica, infatti, “rappresenta uno strumento di
variazioni nell’inspirazione e nell’espirazione. mediazione tra il caos originario delle emozioni e
Il riflesso psicogalvanico, secondo gli autori, è il linguaggio articolato dell’intelletto”. La dimen-
risultato l’indicatore più sensibile. L’attività moto- sione temporale della musica è il divenire nel
ria, registrata durante l’ascolto della musica ha tempo e nello spazio, ma anche assenza di tempo
dato risultati interessanti: aumentano i potenziali e di spazio.
d’azione muscolari differenziati tra i vari segmenti Per quanto riguarda le modalità di ascolto,
muscolari. Durante l’ascolto di “ballabili” si muovo- Manarolo cita Mancia (1990) che distingue tra
no le gambe, se si aumenta bruscamente il volume ascolto fusionale (con la musica romantica) e
aumentano i potenziali d’azione muscolari nelle ascolto distaccato (con la musica contempora-
gambe e nella fronte. È stato rilevato, inoltre, che nea); ed afferma che può esistere un ascolto
anche immediatamente prima che la musica inizi “intermedio”, che favorisce un’interazione creati-
ci sono delle variazioni dell’attività muscolare. va con l’oggetto musicale, ma che è legato alle
Un’ultima riflessione degli autori evidenzia come la caratteristiche strutturali del brano.
somministrazione controllata di tranquillanti pro- Per l’appropriazione dell’oggetto musicale Rauhe
vochi la soppressione quasi completa delle risposte (1987) distingue l’ascolto semiconscio (appro-
vegetative indotte dalla musica, pur mantenendo priazione distratta, musica di sottofondo), e l’a-
29
inalterata l’esperienza musicale emozionale. scolto conscio (appropriazione empatica, struttu-
musica terapia
&
rale, orientata al soggetto). sugli studi relativi a questo argomento, gli autori
Infine Manarolo analizza gli stili di ascolto e le sollevano alcune critiche: la presunta esistenza di
loro implicazioni psicodinamiche: ascolto idealiz- brani musicali potenzialmente rilassanti per tutti
zato, intellettuale, scisso, parziale, proiettivo, gli ascoltatori, cosa confutata da Peretti e Zweifel
commovente e nostalgico. (1983) che hanno rilevato l’importanza delle pre-
I brani che favoriscono l’ascolto idealizzato, “una ferenze musicali dei soggetti per determinare
sorta di mitico Eden”, “sono di comprensione quale tipo di musica sia ritenuto rilassante; la
immediata, espliciti ed armonici”; quelli relativi classificazione a priori della musica come “rilas-
all’ascolto intellettuale (rapporto emotivo rifiuta- sante”, ritenendo che prima di una tale classifica-
to che provoca un’elaborazione razionale) sono zione occorra una validazione empirica; infine il
complessi, drammatici o imprevedibili; nell’ascolto fatto che le varie indagini descritte non risultano
scisso (si scindono i vari aspetti peculiari) la musi- facilmente confrontabili per l’utilizzo di materia-
ca ha “una tonalità emotivo – affettiva ambigua o le musicale disomogeneo. L’obiettivo della ricerca
ambivalente”; in quello parziale sono predilette di Porzionato e Altafini è “verificare se la musica
alcune caratteristiche del brano, perché le altre abbia un reale effetto rilassante, utilizzando
suscitano difese molto forti; nell’ascolto proiettivo come parametro di riferimento l'ansia di stato”.
il soggetto proietta “modelli e contenuti persona- Identificati sei brani rilassanti da usare nella ricer-
li”, scindendoli dalle caratteristiche dell’oggetto ca e sei brani eccitanti da usare come controllo, si
musicale. L’ascolto commovente dipende dalla è provveduto a verificare l’effetto dei brani stessi
struttura musicale del brano che è “connessa all’i- su soggetti caratterizzati da elevata ansia di trat-
dentità sonoro – musicale del soggetto e/o della to, confrontandolo sia con l’effetto dei brani
sua storia personale”, per cui l’interazione con il medesimi su soggetti a bassa ansia di tratto, sia
brano provoca emotività irruente; infine l’ascolto con l’effetto dei brani eccitanti “di controllo”. I
nostalgico è favorito da brani musicali dai conte- risultati della ricerca inducono ad affermare che
nuti nostalgici e depressogeni che possono riatti- una mera combinazione di caratteristiche musica-
vare un lutto o favorirne la rielaborazione. li apparentemente “rilassanti” (tempo lento, ritmo
In sintesi si può dire che ogni brano musicale semplice ecc.) non sembra di per sé stessa suffi-
possa suscitare emozioni o reazioni psicologiche, ciente a determinare, nei giudizi, un rilassamento
perché interagisce con il soggetto che ascolta, sia maggiore rispetto ad altri brani che non hanno
a livello conscio che inconscio. Ma ciò dipende queste caratteristiche; probabilmente altri fattori,
anche dallo “stile dell’ascolto”, cioè dall’identità tra i quali comunque non pare rilevante la cono-
sonoro-musicale del soggetto e dalla sua relazio- scenza precedente dei brani, intervengono a pro-
ne con la musica stessa. durre l’effetto. Si mette così in luce il fatto che il
grande successo ottenuto in questi tempi dalla
II. 3 Ascolto, rilassamento e ansia di stato, musica “relax” potrebbe attribuirsi solo parzial-
una ricerca mente ad effettive proprietà rilassanti dei brani,
Ci sembra infine interessante citare la ricerca mentre potrebbero rivestire importanza altre
effettuata da G. Porzionato e P. Altafini: variabili, come la possibilità di disporre facilmente
“L’influenza di brani rilassanti sull’ansia di stato”. di un vero e proprio “sedativo” musicale.
Di questa ricerca ci sembra rilevante sia la parte Dai risultati ottenuti nella fase sperimentale vera
relativa agli studi sul rapporto musica e rilassa- e propria (tenuto conto che la ricerca mirava
30
mento, sia quella sperimentale. Dopo un excursus principalmente a determinare la variazione tem-
musica terapia
&
porale dell’ansia di stato), si nota che gli ascolta- chirurgico. Janis nel 1958 e Rinzler nel 1978 ave-
tori di brani rilassanti hanno mostrato valori di vano rilevato l’esistenza di un nesso tra ansia
ansia di stato molto inferiori rispetto agli ascolta- preoperatoria e quella post operatoria.
tori di musica eccitante, e che la musica rilassan- La ricerca presentata da Kamin si basa su espe-
te non provoca effetti differenziali tra ansiosi e rienze effettuate prima della somministrazione
non ansiosi. Ma il dato più rilevante emerso dalla dell’anestesia. Il lavoro presentato è di Spintge e
ricerca è il seguente: gli ansiosi hanno registrato Droh ed è del 1981. Lo scopo è quello di rilevare
una notevole diminuzione dei valori medi dell’an- in che modo la musica agisca sul paziente e a
sia di stato rispetto ai non ansiosi indipendente- questo scopo sono stati esaminati dati endocri-
mente dal tipo di musica ascoltata. Le cause di nologici, fisiologici e psicologici. I soggetti di
questo effetto possono ovviamente essere molte- questo studio, erano 50 e dovevano essere sotto-
plici; si può ipotizzare una interazione tra diversi posti ad intervento chirurgico ortopedico con
fattori, quali le caratteristiche stabili della perso- anestesia totale. La loro età andava dai 18 ai 50
nalità, l’effettiva potenzialità distensiva della anni. Furono suddivisi in due gruppi. Il primo
musica, l’effetto catartico che essa può produrre gruppo riceveva la preparazione all’intervento
in determinati luoghi (es. discoteche), la disposi- chirurgico ascoltando musica con un ricevitore a
zione verso un determinato brano e l’effettivo cuffia prima dell’operazione. Il genere di musica
desiderio di rilassamento. era scelto dai pazienti e variava dalla musica clas-
sica, a quella pop, alla leggera ecc.; il livello del
III. IL RILASSAMENTO IN FASE PREOPERATORIA volume era anche esso a scelta del soggetto. I
CON L’USO DELLA MUSICA pazienti ascoltavano la musica prima della prepa-
razione all’anestesia. Il secondo gruppo era di
La letteratura sull’argomento offre una serie di confronto ed era preparato all’intervento secon-
ricerche relative a questa tematica, sia per quan- do il metodo classico.
to riguarda l’ansia pre-operatoria, sia sugli effet- Il giorno antecedente l’operazione ogni paziente
ti della musica per la diminuzione dello stato ricevette un questionario medico e un foglio di
d’ansia al punto di eliminare gli ansiolitici. informazioni relativo alla preparazione all’aneste-
Vediamo ora alcuni contributi che pongono in sia, all’intervento e alla fase post–operatoria. Il
risalto il ruolo attivo della musica nel favorire il gruppo scelto sapeva di avere la possibilità di
rilassamento. ascoltare musica durante il tempo di attesa e di
poter scegliere tra quattro programmi diversi. Nel
Un intervento all’interno del convegno interna- pomeriggio ai pazienti sono stati misurati la fre-
zionale “Musica, realtà e futuro” (1985) ha sotto- quenza del battito cardiaco e la pressione. Alla sera
lineato gli effetti della musica nella preparazione hanno compilato lo State- Trait- Anxiety Inventory
agli interventi chirurgici. Premesso che l’ansia sia (Spielberger et al. 1970). Un’ora prima dell’inter-
una risposta emotiva ad una situazione che incu- vento fu iniettato l’anestetico; trenta minuti prima
te timore, Adelheid Kamin rileva come ciò possa dell’intervento i pazienti furono condotti in sala
essere tipico dei pazienti sottoposti a intervento operatoria. Il primo prelievo del sangue fu effet-
chirurgico. Nel 1982 Berlin e i suoi collaboratori tuato 10 minuti prima dell’anestesia, il secondo
avevano rilevato che il sistema cardiovascolare immediatamente prima dell’anestesia, il terzo
dei pazienti con grande ansia pre-operatoria era quindici minuti dopo l’incisione cutanea e l’ultimo
31
sottoposto a maggiori sforzi durante l’intervento venti minuti dopo la sospensione dll’intubazione
musica terapia
&
endotracheale nel reparto di rianimazione. Negli ansia, ma danno motivazioni diverse: Koch e Kain
stessi momenti erano misurati frequenza del bat- attribuiscono importanza al fatto che l’uso delle
tito cardiaco e pressione. cuffie possa eliminare i rumori della sala operato-
Il giorno dopo l’intervento i pazienti hanno com- ria; Lapage ed al. sottolineano la combinazione
pilato lo STAI, descrivendo anche i loro stato d’a- della musica con i medicinali somministrati e
nimo durante il tempo di attesa prima dell’opera- Augustin e Hains l’importanza delle istruzioni
zione. Inoltre fu dato loro anche un questionario operatorie.
post-anestesiologico. Dall’analisi dei risultati il L’effetto della combinazione musica – Ketamina è
dato più rilevante è relativo alla frequenza del stato studiato da Kumar ed al. nel 1992 con esiti
battito cardiaco risulta molto più alta nel gruppo positivi: gli effetti post operatori (di pazienti
di controllo. I pazienti che hanno ascoltato musi- ginecologiche) sono stati accertati più facilmen-
ca avevano inoltre una minore traspirazione pal- te. Anche Nillson ed al. (2001) con pazienti iste-
mare rispetto alla sera precedente. Nel gruppo di rectomizzate hanno ottenuto risultati favorevoli,
controllo la reazione è stata opposta. Le opinioni ma hanno attribuito importanza rilevante alle
personali sull’ansia pre-operatoria nei due gruppi istruzioni terapeutiche.
non differivano molto, nell’intervista fatta il gior- Wang et al. (2002) presentano una ricerca molto
no seguente l’intervento. Il livello di ansia, la sera rigorosa e misurano sia lo STAI che le variazioni
prima dell’intervento, era pressoché uguale nei fisiologiche ottenendo risultati che si allineano
due gruppi, ma i pazienti del gruppo di controllo con quelli degli studi precedenti. Yung ed altri
hanno detto di essersi sentiti molto ansiosi nella (2002), invece, introducono un’innovazione: è il
fase immediatamente precedente l’anestesia. primo studio sull’ansia preoperatoria in uomini
In conclusione i dati di questa ricerca dimostrano cinesi che dovevano subire un intervento alla
che la musica trasmessa in cuffia può essere prostata. In questo caso il risultato più importan-
impiegata al fine di ridurre l’ansia pre-operatoria. te è relativo ai livelli della pressione arteriosa, che
diminuiscono sensibilmente nei pazienti del
Dagli articoli relativi a questo argomento si può “rilassamento musicale”.
affermare che, in generale, l’ascolto della musica In stretta relazione con l’indagine sperimentale di
in fase preoperatoria renda più piacevole l’attesa questa ricerca è il risultato dell’esperimento di
dell’intervento chirurgico (Verheecke e Troch Chetta (1981): la musica usata come parte dell’i-
1980; Kamin 1985). Updike e Charles (1987) struzione operatoria è stata efficace per la ridu-
osservano che l’effetto più significativo, nei zione dei livelli di ansia anche nei bambini.
pazienti sottoposti a chirurgia plastica, è a livello
emotivo e che la consapevolezza delle proprie IV MUSICOTERAPIA IN ODONTOIATRIA
emozioni favorisce il rilassamento. Due studi Presentiamo una breve rassegna di alcuni articoli
hanno testato il ricordo della musica ascoltata sull’uso della musica all’interno dello studio
durante la preanestesia ottenendo risultati simili: odontoiatrico. Partiamo dal testo di Gabai e Jost
Obby ed altri (1993) e Winograde ed al. nel 1991, (1972), che hanno introdotto un modello pluridi-
infatti, hanno riscontrato che nessun paziente mensionale di musicoterapia teso a favorire il
ricordava la musica ascoltata. Per quanto riguar- rilassamento. Verranno poi esposte le opinioni di
da i pazienti ambulatoriali Koch ed altri (1998), Giangregorio, Malevoci, Chambord, Zanibellato e
Augustin ed altri (1996) e Lapage et al. (2002) Spinato, Robin e Vinard, Dalla Zuanna e Parkin,
32
rilevano che la musica possa diminuire il livello di Lelloche, Hugly e Guichard. In ciascuno di questi
musica terapia
&
articoli ci è parso importante evidenziare le tec- Lo studio di Gabai e Jost (1972) descrive un
niche utilizzate e le opinioni relative all’influenza modello pluridimensionale definito da loro stessi
della musica sul comportamento dei pazienti. psicomusicale.
Secondo Giangregorio (1983), invece, la scelta
IV. 1 Esperienze delle musiche per l’ascolto va personalizzata, indi-
All’interno della letteratura relativa alle possibili viduando il biotipo, seguendo le indicazioni della
applicazioni della musicoterapia nella fase pre- psicologia psicosomatica. Inoltre, per quest’auto-
operatoria, ci è sembrato interessante lo studio re, occorre tenere conto della reazione iperemoti-
che Gabai e Jost hanno effettuato sul rilassamen- va odontoiatrica, che va da un’ansia attenuata alla
to psicomusicale in odontostomatologia nel fobia vera e propria; per questo motivo suggerisce
1975. Gli autori hanno proposto un modello plu- di evitare brani ritmicamente ossessivi (Bolero di
ridimensionale della musicoterapia, e considerato Ravel), o sensuali (Tanhauser di Wagner) e depres-
la musica uno strumento in più a disposizione del sivi (Notturni di Chopin). Malevoci (1984) compie
dentista, che deve essere utilizzato seguendo le un esperimento utilizzando due brani musicali
tecniche terapeutiche proposte dalle scuole fran- (uno sconosciuto e l’altro molto caratterizzato) e
cesi di musicoterapia (Guilhot, Jost e Lecourt; un questionario relativo alle emozioni suscitate
1974). Gabai e Jost propongono una “sonorizza- dall’ascolto. Dai risultati ottenuti trae la seguente
zione” degli ambienti di lavoro odontostomatolo- conclusione: la musica diffusa nello studio odon-
gici e riportano un ampia casistica di pazienti toiatrico non serve a raggiungere gli scopi prefis-
trattati con il “rilassamento” psicomusicale e al sati, ma può essere utile al medico che ha la facol-
termine forniscono un repertorio di brani musica- tà di sceglierla e di interromperla a suo piacimen-
li, prevalentemente di musica classica. Gli autori to e quindi utilizzarla come mezzo di scarico della
hanno applicato questo metodo anche ai bambi- tensione psichica.
ni, sottolineando l’importanza della relazione Sulla stessa linea, sebbene con una diversa inter-
medico e paziente e fornendo alcuni suggerimen- pretazione, sono Zanibellato e Spinato (1984): a
ti per l’approccio con il bambino: avere molta loro avviso occorre infatti utilizzare la musica con
pazienza, saper creare un clima favorevole al criteri psicodinamici per non confondere osserva-
bambino e a lui stesso, sforzarsi di rappresentare zioni empiriche con esperimenti scientifici.
per il bambino l’immagine di un amico, addirittu- Zanibellato e Spinato rilevano, comunque, che i
ra di un parente; questo transfert dovrà essere pazienti, che ascoltano la musica nello studio
positivo e manifestarsi con un sentimento di gra- odontoiatrico, manifestano minore agitazione al
titudine; secondo gli autori, infatti, è necessaria termine del trattamento.
una franca cooperazione. Infine suggeriscono di Dalla Zuanna nel 1975 aveva rilevato che la musi-
presentare le sedute come un gioco. Per gli auto- ca riduceva l’ansia nei pazienti odontoiatrici solo
ri il ruolo dell’assistente è fondamentale: dovrà eccezionalmente, ma che poteva essere utile al
passare gli strumenti dietro la schiena del bambi- medico o all’équipe. Invece, secondo Chambord
no – ciò se il bambino non avrà familiarizzato con (1983) è necessario “umanizzare” lo studio denti-
gli strumenti – e soprattutto contribuire a creare stico e la musica può diminuire la tensione nervo-
un clima favorevole; si dovrà fare in modo che la sa, a patto che sia in rapporto con le conoscenze
musica di sottofondo sia gradita al bambino, musicali del paziente, abbia caratteri melodici,
oppure si dirà al bambino stesso di portare una proceda con movimenti lenti (adagio o andante)
33
cassetta con la musica preferita. per favorire l’ipotonia muscolare e il rilassamento.
musica terapia
&
Hugly e Guichard (1983) consigliano, invece, per paziente” si sono toccati vari argomenti quali la
ottenere il rilassamento, una tecnica di decontra- visione del bambino da parte dell’adulto, le paure
zione a induzione multipla, rilevando come una degli adulti nei confronti dei bambini e le paure
concentrazione sensitiva sufficiente possa indur- dei bambini verso tutto ciò che è dolore e “vista
re uno stato di rilassamento più o meno profon- del sangue”.
do. Per Robin e Vinard (1986) la musica, nello stu- È stata analizzata la comunicazione, facendo un
dio odontoiatrico, può essere utile sia al medico excursus sulle principali teorie relative alla comu-
che al paziente, purché la scelta dei brani possa nicazione stessa, i meccanismi che intervengono
soddisfare entrambi. Dal questionario proposto nel processo di comunicazione e gli ostacoli che
dagli autori emerge che mentre il medico preferi- possono intervenire all’interno della comunicazio-
sce la musica all’interno del gabinetto odontoia- ne. È stata sottolineata l’importanza dell’ascolto,
trico, il paziente la preferisce in sala d’attesa. I come strategia per una comunicazione efficace. A
medici, comunque si sono dimostrati favorevoli questo proposito, poi, si è voluto fare un esperi-
alla diffusione di una sequenza musicale persona- mento di “ascolto musicale” e di relativo commen-
lizzata per ciascun paziente. In conclusione Robin to per dimostrare come la musica possa suscitare
e Vinard affermano che “la musica rappresenta un sentimenti, emozioni e desideri in coloro che si
modo di lottare contro il dolore perché distoglie pongono in ascolto.
l’attenzione del paziente e ciò può migliorare i Per rendere più favorevole l’attesa dei piccoli
rapporti tra medico e paziente”. pazienti, lo studio odontoiatrico della Dott.ssa
Anche la Lellouche (1988), come Chambord, mette Birardi è stato attrezzato come una stanza per
in luce i criteri di scelta del brano musicale: suoni bambini, con un tavolo ad angolo, cosparso di
gravi, movimenti lenti (adagio o andante) e impie- giocattoli, costruzioni, fumetti e libri per bambi-
go di “assoli strumentali” alternati, per evitare ni. Anche le pareti sono state colorate di celeste e
l’assuefazione; infine suggerisce di evitare la voce sono state disegnate nuvole bianche. L’ambiente
umana ritenuta eccitante e di lasciare trascorrere appare dunque molto rilassante e allegro. Tutto lo
12 secondi tra un brano e l’altro della sequenza. staff, che lavora in questo studio, ha un’attenzio-
Per gli adolescenti la Lelloche suggerisce la perso- ne particolare per i bambini ed è molto affiatato.
nalizzazione della sequenza di ascolto, in modo Così la comunicazione sia con i bambini, che con
che essi si sentano direttamente coinvolti. i genitori o accompagnatori risulta diretta ed
Infine, ai fini di questa ricerca, ci è sembrato efficace.
importante l’esperimento di Parkin (1981) nel Il metodo utilizzato dall’odontoiatra per creare
quale si è notata una significativa riduzione del- nei bambini maggiore confidenza con la stanza
l’ansia apparente, durante il trattamento dentisti- detta “operativa” e con gli strumenti di lavoro è
co, in 25 bambini esposti all’ascolto musicale per definito: “tell, show, do” cioè spiego, dimostro e
5 minuti in fase preoperatoria. L’autore comun- faccio; consiste, appunto, nello spiegare il funzio-
que sottolinea il fatto che i risultati devono esse- namento dei vari strumenti, nel mostrare loro, ad
re interpretati con cautela. esempio lo spruzzo dell’acqua sulla mano o il ruo-
tare del trapano, a bassa velocità ovviamente, e
V UNA BREVE INDAGINE SPERIMENTALE poi utilizzarlo sulla parte da trattare; in questo
V.1 Introduzione modo si conquista la fiducia del bambino e si
All’interno della giornata di lavoro “Odontoiatria cerca di diminuirne la tensione. Per quanto
34
infantile: aspetti psicologici nella gestione del riguarda invece gli strumenti che possono incute-
musica terapia
&
re paura, quali la siringa o l’estrattore, vengono comportamenti ansiogeni dei piccoli pazienti.
passati dall’assistente alla dottoressa dietro la Il metodo utilizzato ha previsto l’ascolto di due
schiena del bambino. Inoltre il bambino, durante sequenze di brani musicali all’interno della sala
la seduta, potrà guardare quello che succede nella d’attesa: una scelta da noi e l’altra contenente la
sua bocca con un piccolo specchio che tiene in musica preferita del piccolo paziente
mano. A volte sarà necessario far giocare il bam- L’unico parametro di verifica possibile è stato
bino con le leve che sollevano la sedia a varie l’osservazione, da parte mia e delle assistenti,
altezze o con lo spruzzatore, per rilassarlo, ma delle eventuali modifiche negli atteggiamenti dei
sarà soprattutto la pazienza e l’esperienza del bambini, non avendo a disposizione una strumen-
medico a suggerire la giusta strategia. Nei bambi- tazione atta a misurare la pressione arteriosa o il
ni molto piccoli non è necessario l’uso della pol- battito cardiaco.
trona, ma solo giocare con loro. Anche le radio- L’ipotesi di partenza presupponeva che l’ascolto
grafie, per non suscitare paure, vengono definite della musica, soprattutto quella scelta dai sog-
“fotografie”. getti stessi, potesse essere uno strumento effica-
Ultimamente lo studio è stato dotato di un com- ce per ottenere un maggiore rilassamento.
puter che è in grado di mostrare “in diretta” la La presente indagine tiene conto delle letteratura
bocca del bambino, attraverso una penna ottica. esposta nei capitoli precedenti ed anche di un
Tale strumento è più utile di molte parole, ad esperimento del 2002, effettuato presso un ospe-
esempio per ottenere una corretta igiene orale! dale statunitense, nel quale i piccoli pazienti
Un’altra strategia utilizzata dalla titolare dello erano studiati durante la prima e la seconda visi-
studio è quella di motivare ulteriormente i bam- ta in relazione a comportamenti distruttivi e non
bini, premiandoli se hanno un comportamento collaborativi.
adeguato in seduta o promettendo loro un picco-
lo gioco alla seduta successiva, se eseguiranno il V. 2. 2 – Soggetti e materiale
“compito” loro affidato, che potrà essere, ad I soggetti, 25 bambini tra i 6 e i 10 anni, erano
esempio, un atteggiamento più coraggioso. suddivisi in due gruppi: ai soggetti del primo
gruppo, dopo la prima visita, veniva proposto di
All’inizio di ogni seduta viene spiegato al bambi- portare una cassetta contenente la musica prefe-
no tutto quello che sarà fatto e ci si atterrà rigo- rita da ascoltare in sala d’attesa; 15 bambini (10
rosamente a questo, perché sappiamo bene che femmine e 5 maschi) hanno risposto a questa
non si può tradire la fiducia dei bambini, altri- richiesta fornendo il loro materiale preferito; ai
menti si rischia di non conquistarla più. soggetti del secondo gruppo, 10 bimbi (7 femmi-
Lo studio dentistico è dotato di un impianto ste- ne e 3 maschi) veniva proposto l’ascolto di brani
reo presente in tutte le stanze, che diffonde la scelti da noi.
musica, di solito, a basso volume. Ciò ha favorito I bambini sono stati selezionati attraverso un’in-
la fase della sperimentazione in cui è stata utiliz- tervista preliminare, nella quale veniva chiesto
zata la musica. loro di portare, alla seduta successiva, una casset-
ta o un cd contenente le loro musiche preferite.
V.2 Una breve indagine sperimentale Questo tipo di approccio rientra nell’atteggia-
V.2.1 Ipotesi e metodo mento generale dello staff; viene attribuita,
Il proposito di questa breve indagine era di verifi- infatti, molta importanza alla funzione dei vari
35
care se l’ascolto della musica poteva influenzare i componenti che collaborano tra di loro in modo
musica terapia
&
bibliografia

Atti del V Congresso efficiente e armonioso, in modo che il soggetto


Mondiale di Musicoterapia
Musicoterapia, realtà &
recepisca una comunicazione diretta ed efficace
futuro. A cura di G. Mutti Ed. da parte di tutto lo staff.
Omega Torino, 1985.

Augustin P., Hains A. I bambini venivano scelti a seconda del tratta-


“Effect of music on mento a cui dovevano essere sottoposti: la prima
ambulatory surgery patients’
preoperative anxiety” Aorn j. visita forniva informazioni terapeutiche e com-
1996 Apr; 63 (4):750,753-8 portamentali. Se il soggetto aveva bisogno di un
Chetta H.
trattamento successivo gli veniva proposto di for-
“The effect of music and nire la cassetta con le sue musiche preferite. In
desensitization on preopera-
tive anxiety in children” J.
generale i genitori, coinvolti direttamente dall’o-
Music Ther 1981 Summer; 18 dontoiatra, accettavano di buon grado di colla-
(2): 74-87 borare.
Dalla Zanna P. Alle assistenti dello studio è stato chiesto di
“La musica nello studio denti- osservare le eventuali differenze di comporta-
stico” Riv Ital Stomatol 1975
Mar; 30 (3): 7-22 mento rispetto alla prima visita.
Al termine della seconda visita i soggetti veniva-
Daltroy LH, Morlino CI,
Eaton HM, Poss R., Liang MH.
no premiati ed intervistati sulle loro impressioni,
“Preoperative education for soprattutto in relazione alla musica.
total hip and knee replace-
ment patients” Arthritis Care
Res. 1998 Dec; 11 (6): 469-78 La sequenza scelta dallo staff conteneva i
seguenti brani:
Del Puente G., FiscellaF. ,
Valente S. 1) The Dancer & The Mood (Kim Skovbye Band,
“La percezione sonoro/musi- Fonix Musik, in Celtic Harp, Laserlight, 1996);
cale” in Musica et Terapia n.7
gennaio 2003 (2-10) ed. 2) Childhood Days (Kim Skovbye Band, Fonix
Cosmoplis, Torino. Musik, in Celtic Harp, Laserlight, 1996);
Domar AD., Noe JM.,
3) Canone in Re Magg. di J. Pachelbel
Benson H. (Orchestra Pro Arte di Monaco Dir. Kurt
“The preoperative use of the
relaxation response with
Redel, Fontana, 1975);
ambulatory surgery patients”. 4) Largo II tempo dall’Inverno (Quattro stagio-
Journal Huamn Stress 1987 ni) di A.Vivaldi (I solisti veneti. Dir. P. Toso,
Fall; 13(3): 101-7
Erato Disques, 1983);
Gabai M., Jost J. 5) Sleivenamon (Trad. irlandese / arr.
Dètente psycho-m usicale en
odontostom atologie’Libraire Winterflood, Fonix Musik, in Celtic Harp,
Maloine S.A. Editeur, Laserlight, 1996).
Paris, 1972.
Tra un brano è l’altro si è lasciato lo spazio di
Giangregorio N. qualche secondo.
“Odontoiatria psicosomatica:
la musicoterapia, un valido
complemento per il Le caratteristiche dei vari brani ci sono sembrate
trattamento del paziente idonee al rilassamento: il primo ha infatti un
odontoiatrico” Dent Cadmos
1983 Jul; 51 (7): 71-5 andamento ternario, l’arpa è solista, la melodia è
36
semplice, ma si arricchisce a mano a mano, ed ha
musica terapia
&
bibliografia
una conclusione sulla tonica; “Childhood Days”, è Harrer G., Harrer H.
“Musica, emozioni e funzioni
un brano ricco di suoni della natura, misterioso, vegetative” in “La musica e il
ricco di sfumature. Ha un’introduzione solenne, cervello” Piccin, Padova 1987
un tempo ternario e un carattere sognante; si può
Heye ML., Foster L.,
definire un brano “aperto”. Il Canone di Pachelbel Bartlett MK., Adkins S.
è semplice, allegro, scherzoso, e ci sembrava di A preoperative intervention
for pain reduction, improved
facile ascolto. Il secondo tempo dell’Inverno mobility, and self – efficacy.”
(Vivaldi) è un “largo” ed è caratterizzato dal canto Appl. Nurs Res 2002 aug. 15
(3): 174-83
disteso del solista, dall’arpeggio, dal controcanto
affidato alle viole, da veloci biscrome affidate al Hugly C., Guichard M.C.
“Recherches cliniques sur la
violoncello e da regolari crome ribattute come relaxation en odontologie
fondamento armonico ai bassi. L’ultimo brano chirurgicale” Actual
(Sleivenamon) ci sembrava legato al primo per le Odontostomatol (Paris) 1983
Dec; (144): 695-711
caratteristiche strumentali: infatti l’arpa è solista;
il brano ha un introduzione strumentale, una Koch Me, Kain Z. Ayoub
C., Rosenbaum S.
melodia cantabile, un carattere nostalgico e ter- “The sedative and analgesic
mina in modo cullante e sfumato. sparing effect of music”
Anesthesiology 1998 aug. 89
(2): 300-6
Le caratteristiche dei brani scelti dai bambini si
Kumar A., Bajaj A.,
possono così riassumere: in prevalenza sigle dei Sarkar P., Grover VK.
cartoni animati, canzoni molto ritmate, con con- “The effect of music on
tenuti romantici o avventurosi; tra i bambini vi Ketamine induced emergence
phenomena” Anaesthesia
sono alcuni che preferivano canzoni di Adriano 1992 May; 47 (5): 438-9
Celentano, degli 883, di Gianni Morandi. Nessuno
Lapage C., Drolet P.,
dei bambini ha scelto brani di musica classica. Girard M., Grenier Y.,
Ho chiesto ad alcuni il perché e mi hanno rispo- DeGagne R.
“Music decreases sedative
sto che è musica per i vecchi! requirements during spinal
In ogni modo le musiche scelte si possono defini- anaesthesia” Anesth. Analg.
2001 oct; 93 (4): 912-6
re “attivanti”.
Lawlis GF., Selby D.,
V. 2. 3 - Risultati Hinnant D., McCoy CE.
“Reduction of postoperative
Dall’osservazione del comportamento dei piccoli pain parameters by
pazienti e dalla intervista effettuata al termine presurgical relaxation
instructions for spinal pain
della seconda seduta, sia alle assistenti che ai patiens” Spine sep. 1985; 10
bambini, si può dire che la musica può essere con- (7): 649-51

siderata uno degli elementi che possono favorire Lellouche M.


il rilassamento solo in relazione al “contesto” e “La musique au cabinet
dentaire” Rev. Otthop Dento
alla comunicazione. Infatti la musica, soprattutto Faciale 1988; 22 (3) : 377-91
quella portata dai soggetti, favorisce una diversa
contestualizzazione della seduta odontoiatrica e Malevoci T.
“La musica nello studio
la arricchisce di contenuti familiari e gratificanti. odontoiatrico” Dent Cadmos
37
I comportamenti in sala d’attesa sembrano essere 1984 May; 52 (5 suppl): 105-6
musica terapia
&
bibliografia

Manarolo G. sempre gli stessi: gioco con le costruzioni, com-


“L’ascolto Musicale” Musica
et Terapia n.7 gennaio 2003,
menti con la mamma, apparente distacco dal
ed. Cosmopolis, Torino. contesto, ma orecchio teso ad ogni rumore.
La presenza della musica preferita favorisce il
Markland D., Hardy L.
“Anxiety, relaxation and coinvolgimento personale, suscita la voglia di can-
anaesthesia for day-case tare, e quindi può essere un elemento favorevole
surgery” Br: Journal Clinical
Psychol 1993 Nov.; 32 (Pt. 4): ad “un’attesa” più gradevole. L’atteggiamento dei
493-504 bambini, comunque, sembra molto influenzato da
Miluk-Kolasa B.,
quello del genitore o di chi li accompagna.
Chambord C. Inoltre in sala d’attesa il comportamento si modi-
“Musicothérapie” Rev
Odontostomatol (Paris) 1983
fica soprattutto durante la seconda visita ed in
Nov-Dec; 12 (6): 425-8 presenza di altri piccoli pazienti.
Mogan J., Wells N.,
Robertson E. Nell’intervista finale i bambini affermano che
“Effects of postoperative preferiscono ascoltare i brani scelti da loro stessi,
teaching on postoperative
pain: a replication and mentre le assistenti e l’odontoiatra gradiscono di
expansion” Int. J. Nurs Stud. più la nostra sequenza ritenuta più rilassante.
1985; 22 (3): 267-80

Nillson U., Raval N., V. 2. 4 Conclusione


Unestahl Le, Zetterberg C,
Unosson M.
In generale si può dire che i risultati si allineino
“Improved recovery after sostanzialmente con quelli di Aitken JC, Wilson S.
music and therapeutic Coury D., Moursi (2002) nel quale si rileva, attra-
suggestions during general
anaesthesia: a Double-blind verso vari test, che l’ascolto della musica non
randomised controlled trial” influisce sul comportamento dei bambini, duran-
Acta Anaesthesiol Scand
2001 Aug; 45 (7): 812-7 te il trattamento odontoiatrico, ma che i bambini
gradiscono molto ascoltare la musica in sala d’at-
Obminski Z., Stupnicki R.,
Golec L.
tesa, in particolar modo quella scelta da loro.
“Effects of music treatment
on salivary cortisol in patients
exposed to pre-surgical
Come già rilevato da Chambord “il comporta-
stress” Exp Clin Endocrinol mento di un bambino in stato di rilassamento è
1994; 102 (2): 118-20 molto diverso da quello dell’adulto, perché si
Oddby-Muhrbeck E., gratta, si gira, parla, si agita, si comporta cioè in
Jakobsson J. un modo che in un adulto farebbe pensare all’a-
“Recall of music: a
comparison between gitazione” e quindi non è di facile lettura. In ogni
anaesthesia with propofol modo l’effetto dell’ascolto guidato da noi non ha
and isoflurane” Acta
Anaesthesiol Scand 1993 Jan;
suscitato comportamenti distruttivi, né poco col-
37 (1): 33-7 laborativi, sia in sala d’aspetto che nel gabinetto
Parkin S. F.
dentistico.
“The effect of ambient music
upon the reactions of children Paragonando queste risultati con l’esperimento di
undergoing dental treatment”
Journal Dent Child 1981 Nov- Parkin (1981) si può dire che il tipo di ambiente
38
Dec; 48 (6): 430-2 ha un’influenza rilevante sul comportamento dei
musica terapia
&
bibliografia
bambini; infatti mentre la ricerca di Parkin è stata Peretz I.
‘La musica e il cervello’ in Enci-
effettuata in un reparto odontoiatrico, senza la clopedia della musica, Einaudi
presenza di figure parentali, utilizzando le cuffie Vol. II 2003 pag. 241-270
e non un impianto stereo, la nostra piccola inda-
Porzionato G., Altafini P.
gine è avvenuta in un ambiente con varie fonti di “L’influenza di brani musicali
disturbo: i rumori provenienti dal gabinetto den- rilassanti sull’ansia di stato”
Bollettino di Psicologia
tistico, il suono del telefono, la presenza di altre Applicata, 1999, 229, 37-45
persone in sala d’aspetto e il rumore del traffico.
Robin O., Vinard H.
“L’utilisation de la musique au
Nella scelta dei brani musicali abbiamo tenuto cabinet dentaire: mythe ou
réalité?” Rev. Odontostomatol
conto anche delle indicazioni di Lelloche sul (Paris) 1986 Jan-Feb; 15 (1):
repertorio: infatti i brani selezionati contengono 37-43
suoni e strumenti che ci sono sembrati non trop-
Updike P., Charles D.
po lontani dalle conoscenze dei bambini. “Music rx: physiological and
emotional responses to taped
music programs of
Un’implicazione di questa breve indagine speri- preoperative patiens awaiting
mentale è che un’esperienza di questo tipo può plastic surgery” Ann Plast
Surg 1987 Jul. 19 (1): 29-33
influire sulla visione dello studio dentistico.
Infatti, sovente, si immagina lo studio dentistico Verheecke G., Troch E.
“Music while you wait. Patien
come una stanza di tortura, mentre è necessario acceptance of music in tha
capire che collaborazione e atteggiamento positi- preanesthetic period” Acta
vo possono influire sulla riuscita della terapia e Anaestesiol Belg 1980; 31 (1):
61-7
connotare positivamente una situazione stressan-
te, qual’è la terapia odontoiatrica. Wang SM, Kulkarni L,
Dolev J, Kain Z.
“Music and preoperative
anxiety: a randomized,
controlled study” Anesth Analg
2002 Jun; 94 (6) 1489-94

Wilson JF.
“Behavioral preparation for
surgery: benefit or Harm?”
Journal Behavior Med. 1981
Mar. 4 (1): 79 – 102

Winograd E., Sebel P.,


Goldman W., Clifton C.,
Lowdon J.
“Indirect assessment of
memory for music during
anesthesia” J. Clin Anesth
1991 Jul-Aug; 3 (4): 276-9

Zanibellato A., Sato R.


“La musicoterapia in
odontostomatologia” G.
Stomatol. Ortognatodonzia
1984 Jul-Sept. 3 (3): 377-8 39
musica terapia
&
L’improvvisazione sonoro-musicale

Psicologa, psicoterapeuta, musicoterapista


come esperienza formativa di gruppo
In the formative environment the groups of
musical improvisation can encourage a way of
personal growth. The article ,with reference to
the thinking of Napolitani, Benenzon, Lo Verso,
identifyes in the group’s context a space
suitable for the overcoming of stereotyped
behaviour and for the emerging of original
relationship’s formalities. The improvisation
Maria Santonocito,

groups consists of 15 persons most and are leaded


from a musictherapist and a psycotherapist. To
the phase of musical improvisation follow the
verbal phase mediated from the conductors and
directed towards the grouth of the personal
consciousness
Musicoterapista, ricercatore, formatore e supervisore in ambito musicoterapico;

Premessa
Lo spunto per la stesura di questo articolo nasce
fondamentalmente da due ragioni.
La prima è relativa alla lettura di un articolo di A.
Martin, pubblicato su un numero della rivista
Perform (vol.2 n.3, 83-87), nel quale si afferma
che “l’ambito della formazione non riguarda solo
il campo del sapere cognitivo, ma anche quello
relazionale, in cui sempre più il medico deve
migliorare le competenze”; la seconda riguarda
l’associazione immediata tra quanto detto e la
perfetta sovrapposizione (seppure in ambiti
diversi) con l’esperienza musicoterapica non solo
In ambito effettuata in ambito clinico, ma anche nel conte-
sto della formazione alla tecnica (“Musicoterapia
formativo
Didattica”), in cui la disciplina viene utilizzata
i gruppi non solo per l’acquisizione di conoscenze e meto-
diche, ma anche per effettuare un percorso di
musicoterapici
formazione personale.
Alfredo Raglio,

autocentrati Tale formazione è ritenuta indispensabile per


poter operare nell’ambito della relazione attra-
possono favorire
verso l’impiego del mediatore sonoro-musicale.
un percorso Questo impiego della musicoterapia in ambito
di crescita formativo ci riconduce all’idea della musicoterapia
intesa come terapia relazionale, quindi non neces-
40
personale sariamente ed esclusivamente applicabile in ambi-
musica terapia
&
Lo spazio intermedio tra
l’organizzazione e l’istitu-
ti patologici o grave-
zione può essere il gruppo nismi di identificazione
mente patologici (come di formazione che adesiva/proiettiva, la
effettivamente accade
attualmente), ma anche
si avvale della tecnica cui caratteristica è l’as-
senza di un reale desi-
in contesti in cui si dell’improvvisazione derio e di un pensiero
intende utilizzare le
potenzialità della tecni-
sonoro-musicale originale, soggettivo.
Il pericolo è l’annulla-
ca per effettuare un lavoro che riguarda la dimen- mento di quelle istanze individuali che racchiudono
sione intrapersonale e quella interpersonale. nuclei di potenzialità creativa, che sovente riman-
Ciò può rappresentare a nostro avviso un’evolu- gono bloccati all’interno di ciascuno a causa della
zione del possibile impiego della musicoterapia difficoltà ad utilizzare codici, parlanti o silenti, che
oltre che una reale modalità di intervento forma- paiono racchiudere già in sé ogni significazione.
tivo in ambito socio-sanitario e non solo. La possibilità di esperire un “luogo” tra l’organiz-
Alla luce di queste premesse saranno di seguito zazione, rappresentata dal gruppo/comunità di
esposte le ragioni teoriche e le basi metodologi- appartenenza, con i suoi codici, e l’istituzione,
che di queste convinzioni. rappresentata dal linguaggio, ci pare apra una via
verso il recupero di una creatività in cui si espri-
Aspetti teorici me l’individuo all’interno del gruppo.
È possibile concepire il linguaggio come un’istitu- L’incontro tra le originalità di ciascuno, i modelli
zione in quanto esso si costituisce come un siste- comunicativi personali, consente di ripensare e
ma di segni comune a tutti gli individui, un codi- sperimentare l’appartenenza alle proprie istitu-
ce socialmente istituito di cui tutti gli uomini si zioni interne ed esterne, in maniera nuova, poiché
servono per il loro adattamento; tale concetto è non “saturata” da attribuzioni che tendono a
assimilabile a quello di “langue” elaborato da F. chiudere ogni possibile intervento creativo.
Saussurre (1967). Ciò che da un lato rassicura poiché consente di
Parallelamente il concetto di “parole” è l’apporto rimanere nell’alveo del noto, del codificato, dal-
individuale, ciò che ognuno immette nella “lan- l’altro lato vincola e sacrifica la reale possibilità di
gue” rendendola così più originale, più soggettiva apporti autentici e innovativi.
e più evoluta. Ma perché ciò possa avvenire è necessario offrire
Mutuando il pensiero di D. Napolitani (1987) “spazi mentali” che consentano di esplorare al
diremo che la “langue” è quello che ereditiamo, contempo le modalità comunicative proprie,
quello che ci viene trasmesso, ciò che è già isti- intrecciandole con quelle altrui, per rintracciare
tuito: “l’idem”; mentre la “parole” è il nostro ela- sia sedimenti culturali comuni, sia le elaborazioni
borato, ciò che può nascere solo dall’acquisizione personali su questi; dall’incontro tra questi ele-
della “langue”, del codice, dell’istituito, per dive- menti nel gruppo si può giungere all’esplicitarsi di
nire poi “altro”, soggettivo, non identico, autenti- modalità relazionali nuove, poiché scaturite dai
co: “l’autòs”. contributi dei componenti del gruppo in un con-
Da questo punto di vista sembra necessario riflet- testo non verbale.
tere sulla possibilità di espressione creativa del- Ciò, dal nostro punto di vista, è psicodinamica-
l’individuo all’interno delle istituzioni. mente concepibile come la creazione di uno spa-
Il rapporto tra soggetto ed istituzione rischia zio di esperienza “transizionale” nell’accezione
41
spesso di essere risucchiato all’interno di mecca- winnicottiana.
musica terapia
&
Utilizzando i concetti di “spazio transizionale” e Le ragioni del pensiero psicoanalitico affondano
di “area del gioco” possiamo ritrovare quel senso le loro radici in un mondo arcaico in cui, il feto
di possibile apertura al nuovo in quanto: “ il lavo- prima e il neonato poi, sperimentano le prime
ro creativo ha luogo solo nell’area di confine tra protorappresentazioni proprio attraverso la per-
il soggetto e l’ambiente, tra l’interno e l’esterno, cezione del suono e di tutte le sue componenti
tra il passato e il futuro” (1989) (rtimo, melodia, timbro, etc.).
Afferma Pagliarani (1989) che: “il lavoro creativo Ci si riferisce a tutte quelle esperienze sensoper-
è contemporaneamente esperienza di grembo e cettive che caratterizzano la relazione madre/feto
seme proprio, in quanto ha luogo in quell’area – madre/bambino e che gradualmente strutture-
transizionale tra il soggetto e l’ambiente dove non ranno il Sé dell’indivduo.
è dato sapere che cosa è il grembo e che cosa è il L’esperienza sonoro-musicale richiama questa
seme, qual è il contenitore e quale il contenuto”. relazione precoce e recupera quell’ “universo
Lo spazio intermedio tra l’organizzazione (rappre- affettivo primario” (D. Stern, 1987) che si colloca
sentata dal gruppo) e l’istituzione (rappresentata nel periodo pre-verbale dello sviluppo, ma che
dal linguaggio) può essere il gruppo di formazio- permane in tutta la vita dell’individuo.
ne che si avvale della tecnica dell’improvvisazio- Tale universo è caratterizzato da fattori quali: la
ne sonoro-musicale. “percezione amodale”, una sorta di a-specificità
Infatti il linguaggio di cui parliamo in questo percettiva per cui la sensazione tende a globaliz-
contesto è il linguaggio sonoro-musicale con le zarsi; le “sinestesie”, fenomeno per il quale uno
sue non trascurabili peculiarità. stimolo attiva contemporaneamente più canali
Come afferma la Langer (1995) la musica possie- sensoriali; gli “affetti vitali”, definiti come qualità
de una dimensione sintattica e una dimensione dinamiche e cinetiche degli stati d’animo (cresce-
semantica. re, decrescere, fluttuare, svanire…).
Fubini sottolinea che questa non è data da termi- Il suono e la musica si collocano nell’ambito di
ni convenzionali e dotati di un unico punto di queste esperienze arcaiche facilitando quelle che
riferimento: la semanticità della musica rimanda Stern definisce “sintonizzazioni affettive”.
a qualcosa di indeterminato, di complesso ed è Per sintonizzazione si intende quel processo
fondata su una plurivalenza contestuale (Mancia, inconsapevole attraverso il quale è possibile sta-
1995). bilire una relazione fortemente empatica, una
Il suono e la musica esprimono attraverso un lin- profonda risonanza, basata sulla condivisione
guaggio metaforico un “significato simbolico che degli stati d’animo e delle loro qualità.
rappresenta i nostri sentimenti e quindi la nostra Attraverso i momenti di sintonizzazione si giunge
vita emotiva” (Mancia, 1995). alla “relazione intersoggettiva” espressa attraver-
La stessa Langer (1995) sostiene che la musica è so la “compartecipazione dell’attenzione”, la
una forma significante le cui strutture sono iso- “compartecipazione delle intenzioni” e la “com-
morfe, cioè presentano una somiglianza, nelle partecipazione degli stati affettivi”.
loro forme logiche, con la nostra vita emotiva.
Appare evidente anche come questa visione psi- Concepiamo il formarsi in senso simmetrico,
coanalitica della musica rimandi alla possibilità di riflessivo e reciproco del “formar-si” cioè trovare
cogliere intuitivamente, attraverso metafore una nuova forma, “ri-trovarsi” nel riattraversa-
sonoro-musicali, il mondo interno dell’altro come mento delle proprie matrici istituzionali dei pro-
42
“sentimento controtransferale” (Mancia, 1995). pri codici istituiti.
musica terapia
&
Il gruppo basato sull’improvvisazione sonoro- bilità e ad un migliore funzionamento della qua-
musicale, si costituisce come un luogo di sospen- lità del lavoro all’interno del gruppo.
sione dal già noto, dal detto e dall’agito; esso è il L’accento va posto sulle dinamiche specifiche del
luogo dell’ascoltare/ascoltarsi, che passa attraver- gruppo e dei suoi componenti, lavorando quindi
so le esperienze della pausa, del silenzio, del caos, all’interno con un autocentramento del gruppo
della creatività per giungere alla relazione e alla su stesso.
comunicazione intese come scambio ed incontro. Nel caso di gruppi omogenei in quanto a ruolo
Il gruppo di formazione se da un lato pone come gerarchico e con specifiche competenze nella
centrale l’esperienza stessa, dall’altro lato vuole gestione e nel coordinamento del personale, la
integrarla con uno spazio elaborativo che vada centratura si pone sulla visualizzazione delle
oltre il livello individuale dell’esperienza compiu- impasse comunicative legate al ruolo, alle varia-
ta all’interno del gruppo. bili personali, ai vissuti e alle idee che si struttu-
Infatti la dimensione gruppale irrompe nelle pro- rano con meccanismi che impediscono l’espres-
duzioni improvvisative, in quanto il gruppo stes- sione reciproca e cristallizzano le relazioni.
so nel suo assetto è pregnante, con le sue dina- La possibilità di sperimentare inversioni di ruolo,
miche legate al “qui ed ora”, lasciando emergere attraverso tecniche sonoro-musicali specifiche,
e “visualizzare sonoramente” quelle che non sono consente di guardare dall’esterno la propria posi-
altro che riproposizioni relazionali “altre” (fami- zione e di sperimentare quella dell’altro, aumentan-
liari, istituzionali, fantasmatiche). do così la capacità di riflettere su eventuali ostaco-
Tali riflessioni sono corroborate in ambito musi- li che si frappongono all’interno della relazione.
coterapico dalla teoria di R.O. Benenzon (1992) e Per quanto riguarda i gruppi che curano relazioni
in ambito clinico dalla teoria gruppoanalitica di con clienti ed utenti è importante utilizzare l’e-
G. Lo Verso (1989). sperienza del gruppo di formazione come labora-
Se le concezioni di R.O. Benenzon ( 1992) sull’ISO torio all’interno del quale ripensare le proprie
(identità sonora) consentono di rintracciare per- capacità relazionali con l’esterno, lavorando
corsi che vanno dall’universale, all’individuale, al quindi attraverso il gruppo.
gruppale, e che sono reperibili nelle dinamiche Qualsiasi gruppo compia un’esperienza basata
dei gruppi di musicoterapia, altresì l’elaborazione sull’improvvisazione sonoro-musicale di gruppo
sui livelli del transpersonale di Lo Verso segna focalizzerà l’attenzione sul potenziale amplia-
parallelamente il senso di un’evoluzione possibile mento dei canali comunicativo-espressivi, nell’ot-
del gruppo che ritrova in sé gli elementi biologi- tica di accedere alla possibilità di affrontare sia le
co-genetici, etnico-antropologici, transgenera- relazioni, sia i problemi legati al lavoro, con un
zionali ed istituzionali. approccio maggiormente aperto a nuove soluzio-
Il gruppo s’incentra così sulla possibilità di acce- ni e che metta in gioco le proprie qualità e poten-
dere a quell’universo comunicativo fecondo poi- zialità talvolta inespresse.
ché aperto alle donazioni di senso che la creazio- Recuperiamo così l’idea che “il linguaggio creati-
ne di simboli (sonori) rende manifesto. vo ha bisogno contemporaneamente di quello
L’esperienza di improvvisazione condotta con sistematico-descrittivo e di quello insaturo e alle-
gruppi di lavoro si focalizza su alcuni punti: age- gorico, poiché solo quest’ultimo può alludere a
volare il flusso comunicativo, consentendo alle ciò che non è ancora pensabile, ma senza il primo
persone di trovare un terreno comune di incontro, non potrebbe avere alcun significato”. (Lo Verso,
43
che permetta di giungere ad una maggiore flessi- Ruvolo, 1989).
musica terapia
&
Indicazioni metodologiche terapeuta e in considerazione delle verbalizza-
Il gruppo di lavoro può essere composto da un zioni del gruppo, pone l’accento sulle dinami-
massimo di 15 persone. che relazionali che si sono create durante l’e-
Gli incontri (almeno 6) possono avere una caden- sperienza, nonché sui contenuti emotivi emer-
za mensile o bimestrale e si articolano in giorna- si a livello gruppale e individuale.
te di 8 ore ciascuna. L’elaborazione verbale dell’esperienza costituisce
Gli incontri, condotti dal musicoterapeuta e dalla una tappa fondamentale nel percorso di consape-
psicoterapeuta potranno essere così configurati: volizzazione dei processi e dei cambiamenti, pur
nella prima parte si effettuerà l’improvvisazione mantenendo l’elemento sonoro-musicale il fon-
sonoro-musicale, nella seconda vi sarà l’elabora- damentale e peculiare ruolo di mediatore nell’e-
zione verbale dei contenuti emotivi e sonoro- spressione personale e nella relazione con l’altro
musicali emersi dall’esperienza. da sé.
Musicoterapeuta e psicoterapeuta assumono,
durante l’improvvisazione sonoro-musicale, il Conclusioni
ruolo di osservatori (non interagiscono con il Nell’opinione di chi scrive, l’intervento, per il suo
gruppo). specifico ambito applicativo, deve integrare i
Il musicoterapeuta dà una consegna, general- livelli di lettura: musicale, musicoterapica e psi-
mente di tipo verbale non direttivo, invitando i cologica.
componenti del gruppo a interagire attraverso Riteniamo infatti che nel percorso formativo le
l’impiego degli strumenti e dell’elemento sonoro- produzioni sonoro-musicali siano imprescindibili
musicale. dalle dinamiche che si sviluppano nel qui ed ora
Si tratta di strumenti ritmico-melodico-armonici del gruppo lasciando emergere e “visualizzare”
appartenenti allo strumentario Orff (concepito quelle modalità relazionali che ognuno porta in sé.
per la didattica e per la terapia) e di strumenti In linea con questo progetto ci sembra la rifles-
etnici (meno riconoscibili dal punto di vista cul- sione secondo la quale: “nell’improvvisazione col-
turale e convenzionale). lettiva si trovano così associate l’espressione per-
Al termine dell’improvvisazione che avrà una sonale, l’individuo e l’appartenenza al gruppo ed
durata massima (espressa nella consegna) di 45 il margine di improvvisazione sarebbe proporzio-
minuti seguiranno 3 fasi verbali: nale al modo in cui una cultura ammette l’impre-
1) fase verbale in cui i componenti del gruppo visto nella sua musica e, senza dubbio, ancora
esprimono sensazioni, vissuti emotivi e libere prima, nelle occasioni che lo richiedono”
associazioni legate all' esperienza; (Dehaunoy, 1992).
2) fase verbale in cui il musicoterapeuta elabora L’esperienza musicoterapica di gruppo offre,
i rimandi derivanti dall’improvvisazione sono- infatti, la possibilità di sperimentare un livello
ro-musicale del gruppo e dei singoli. Si tratta comunicativo altro rispetto a quello abituale, che
di una esplicitazione dei contenuti derivanti mette in gioco le proprie specifiche modalità
dall’ascolto, da parte del musicoterapeuta, relazionali ed al contempo, essendo una situazio-
delle produzioni sonoro-musicali, di una let- ne meno codificata, è atta a dischiudere spazi
tura del “senso” del suono e della musica che elaborativi nuovi.
hanno caratterizzato l’improvvisazione; In particolare è possibile pensare a questo pro-
3) fase verbale in cui lo psicoterapeuta, in modo getto come a una sorta di percorso che va dall’a-
44
complementare a quanto espresso dal musico- scoltare/ascoltarsi alla comunicazione/relazione.
musica terapia
&
bibliografia
In virtù delle nostre esperienze riteniamo quindi Benenzon R.O.
che la tecnica musicoterapica dell’improvvisa- Manuale di musicoterapia,
Borla, Roma, 1992.
zione sonoro-musicale costituisca un valido ed
efficace mezzo di formazione personale e pro- De Saussurre F.
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45
musica terapia
&
Musicoterapia e anziani

psicologa e musicoterapista
The Authors describe an activity of music therapy
with groups of elderly people in the nursing home
Giovanni XXIII in Bologna. The experience includes
three groups of patients suffering from different
Silvia Di Pierro, diseases: dementia, depression and mental
disease; it lasted about one year. The objectives
of musical therapy activity were: the creation of
a context, to encourage the expression of the
Self, cognitive activeness, memory activeness.
They used a combined technique based on
musicista e musicoterapista;

listening to songs and the use of musical


instruments. First the group would listen to
Italian popular songs the patients were familiar
with, then they would make a rhythmical
accompaniment with instruments, voice and
movements of parts of the body on the musical
base of the song just listened.
Riccardo Melis,

I nostri The use of musical material belonging to


patients' everyday life helped support their
presupposti
identity and personal motivation, plus stimulated
teorici memory and remembrance, while the rhythmical
accompaniment with instruments, voice and
concepiscono
musicista e musicoterapista;

body movements guided them through cognitive


la musicoterapia and physic activeness. So the song (musical base)
would then seem to be ‘the container’, in which
come
the group unity is achieved through rhythm used
una particolare as an effective means of integration.
relazione
sonoro/musicale Introduzione
Alessandra Varagnolo,

I nostri presupposti teorici concepiscono la musi-


che si instaura tra
coterapia come una particolare relazione sono-
musicoterapista ro/musicale che si instaura tra musicoterapista e
paziente, sia che si tratti di un singolo individuo,
e paziente,
sia che si tratti di un gruppo; la nostra esperienza
sia che si tratti è pertanto tributaria di una matrice relazionale
che si ispira alla teoria psicologica di Stern (1985)
di un singolo
e a quella musicoterapica di Benenzon (1997).
individuo, La prima fa riferimento ad un “universo affettivo
sia che si tratti primario” appartenente al periodo pre-verbale
dello sviluppo, ma che permane durante tutta la
46
di un gruppo vita dell’individuo.
musica terapia
&
Negli anziani le funzioni
che sembrano essere
Il modello musicotera-
pico di Benenzon, inve-
maggiormente interes- Nel novembre 2001 è
cominciata la nostra
ce, si basa sul concetto sate dalla stimolazione collaborazione con l’I-
di Identità sonoro-
musicale, ossia quel
musicale sono l’umore pab Giovanni XXIII di
Bologna in qualità di
“complesso di energie e la memoria musicoterapisti.
sonore, acustiche e di Dopo aver presentato
movimento che appartengono ad un individuo e un progetto siamo stati contattati dalla responsa-
lo caratterizzano” e su quello di Oggetto bile/coordinatrice delle quattro strutture bolo-
Intermediario, inteso come tutto ciò che è in gnesi per dare inizio ad un percorso “Sperimenta-
grado di trasmettere l’energia sonora apparte- le” della durata di 10 incontri presso la casa pro-
nente all’ISO. tetta di viale Pepoli.
Negli anziani e in particolare in coloro affetti da Al termine di questo progetto ne è stato attivato
demenza le due funzioni che sembrano essere un altro, sempre di dieci incontri, nella struttura
maggiormente interessate dalla stimolazione di via Saliceto e subito dopo una seconda fase in
musicale sono l’umore, (che può stimolare la per- viale Pepoli.
cezione di benessere nei malati e agire anche sul Tutto ciò per dare la possibilità a tutte le struttu-
mantenimento delle loro capacità cognitive, oltre re di sperimentare l’attività di musicoterapia ed
che sulle condizioni fisiche generali) e la memo- avere un range più vasto di utenti in modo da
ria (la musica sembra avere il dono di tener viva dare una valutazione delle risposte.
l’attività cerebrale e quindi le funzioni cognitive)
(Raglio-Manarolo-Villani, 2001). La musicoterapia L’equipe nei tre progetti prevedeva la presenza di
può dunque consentire il recupero di alcune delle tre musicoterapisti con funzioni di conduttore,
molte perdite causate dalla demenza in quanto co-conduttore e osservatore coadiuvati da una
favorisce le reazioni comportamentali, rafforza R.A.A. (Responsabile Attività Assistenziale) della
l’attenzione e la prontezza, favorisce importanti struttura, che aveva il compito di dare continuità
cambiamenti nella qualità della vita dell’anziano, ed essere punto di riferimento sia per i condutto-
facilita l’interazione e lo sviluppo di contatti ri che per gli ospiti.
sociali, consente l’espressione dei sentimenti. I progetti sono stati realizzati coinvolgendo grup-
La musica dà alla persona malata la possibilità di pi di circa dodici persone. La scelta degli anziani
esprimere il proprio stato d’animo e i propri sen- da coinvolgere in questi cicli di musicoterapia,
timenti attraverso il linguaggio non-verbale. individuando ospiti dei vari reparti in modo da
Persone che non sono più in grado di esprimersi creare un mix eterogeneo includendo sia persone
verbalmente in modo fluido e coerente, spesso rie- lucide con patologie motorie invalidanti sia per-
scono a cantare correttamente le strofe di canzoni sone con deficit cognitivo, è stata effettuata dalle
note legate al proprio vissuto emotivo. Per questi coordinatrici delle strutture e dalle RAA che par-
motivi lo scopo della musicoterapia con i malati di tecipavano al gruppo.
demenza è quello di aprire nuovi canali di comuni- Ogni progetto è stato strutturato in un ciclo di
cazione che permettano all’individuo di accedere dieci incontri a cadenza settimanale della durata
alle proprie risorse nascoste per favorire una mi- di due ore ciascuno, di cui un’ora di effettiva atti-
gliore sintonia fra mondo interno e mondo esterno vità con gli anziani e trenta minuti precedenti e
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e migliorare, o più spesso recuperare, l’autostima. successivi per la preparazione del setting e la ste-
musica terapia
&
sura dei protocolli; questi ultimi includono l’elen- riferimento solo a quella corporea, anche se que-
co delle attività svolte e le osservazioni generali sta rappresenta un aspetto essenziale, ma ci rife-
inerenti l’andamento dell’incontro e le reazioni riamo più in generale all’attivazione di tutte le
del gruppo. funzioni cognitive. Abbiamo considerato quanto
Per meglio documentare l’esperienza sono state sia importante la relazione esistente tra il livello
utilizzate delle “schede di musicoterapia” indivi- di attivazione di un individuo e il suo comporta-
dualizzate, contenenti la presentazione degli mento, che ne può venire incentivato o inibito.
utenti da parte degli operatori della struttura, Nel nostro lavoro quindi non abbiamo potuto
alcune informazioni relative all’identità sonora di astenerci dal considerare e valutare con attenzio-
ognuno, uno spazio dedicato alle osservazioni ne le variabili che hanno un’influenza diretta sul
relative ai singoli incontri e una valutazione fina- livello di attivazione: l’emozione, la motivazione e
le inerente le risposte e le reazioni degli utenti l’interesse. Le scelte relative alle diverse attività
durante il percorso. da proporre sono state fatte tenendo sempre pre-
senti quelli che erano i gusti e le preferenze
Finalità e obiettivi espressi dal gruppo e le emozioni messe in gioco
Le finalità del nostro progetto consistevano nella dai singoli (Postacchini, 1995).
creazione di un contesto che facilitasse la libera
espressione di sé, l’attivazione cognitiva attraver- All’inizio del percorso eravamo tutti e tre intimo-
so la produzione di ritmi e suoni con gli strumen- riti all’idea di rapportarci con una realtà per certi
ti musicali e la stimolazione della memoria attra- versi così lontana da noi per età, esperienze di
verso gli ascolti e le verbalizzazioni. vita ed identità sonora.
Il primo obiettivo che ci siamo posti è stato quel- Ritrovarsi in un gruppo nel quale spesso i pazien-
lo di dare al gruppo una propria identità. ti più lucidi si dimostravano insofferenti nei con-
Questo significava lavorare sulle forze centripete fronti di coloro che a causa dei deficit cognitivi
che spingono l’anziano a rivolgere la propria stentavano nell’affermare la loro presenza e,
attenzione dal mondo esterno verso sè stesso, com’è comprensibile, dilatavano i tempi e i ritmi,
concentrandosi sulla propria individualità, e che creava un problema di gestione di tempi più che
lo portano a rispondere maggiormente agli sti- di attività.
moli interni che a quelli esterni, a ritrarsi dalle C’era chi abbisognava di tempi incalzanti e chi di
situazioni che implicano una compartecipazione contro per esprimersi, sia verbalmente che musi-
ed un investimento emotivo, ad evitare di met- calmente, necessitava di continui stimoli da parte
tersi in gioco. dei conduttori e di spazi temporali più rallentati.
Un altro aspetto su cui lavorare era quello del All’interno del gruppo c’era anche chi necessitava
senso d’inadeguatezza e d’impotenza che gli di un contenimento e chi di stimolazione.
anziani manifestavano rispetto alle attività pro-
poste, in particolare quelle che richiedevano l’uso Metodologia e tecnica
degli strumenti. L’obiettivo era dunque quello di Nel decidere il nostro approccio musicoterapico ci
fornire all’anziano uno spazio nel quale potesse siamo innanzitutto avvalsi di esperienze altrui in
sentirsi competente, pronto a mettersi in gioco, tale ambito (Delicati, 1993, 1997, 2000. Downie,
facendolo sentire indispensabile per la vita del 1996) oltre ad una nutrita discografia degli anni
gruppo e per la buona riuscita di ogni attività. ’50 e ’60.
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Per quanto riguarda l’attivazione, non facciamo Sicuramente ciò che maggiormente ci ha aiutati
musica terapia
&
è stata l’osservazione meticolosa delle reazioni canzone ha costituito il “contenitore” all’interno
degli ospiti e il continuo confronto e dialogo sia del quale cercare la coesione e l’unità del gruppo
fra di noi che con le RAA. attraverso l’elemento integratore del ritmo
(Postacchini, Ricciotti, Borghesi, 1997).
All’inizio del percorso abbiamo ritenuto indispen- La scelta di utilizzare la canzone come base musi-
sabile dare ampio spazio alla presentazione indi- cale (e non solo come materiale di puro ascolto) è
viduale, musicale e personale degli ospiti nel stata motivata proprio dall’esigenza di trovare
gruppo, in modo che la reciproca conoscenza qualcosa che potesse fare da “sfondo” e allo stes-
potesse contribuire alla creazione di un conteni- so tempo da traccia per il gruppo, sul quale poter
tore nel quale la fiducia e l'apertura al prossimo facilitare la funzione integrativa del ritmo.
fossero il filo conduttore degli incontri a venire. Si è riscontrato che l’uso della base musicale offre
Successivamente alla presentazione del proprio la possibilità ad ogni individuo di partecipare
nome si chiedeva di ricordare anche il nome del- all’esperienza musicale fruendo del solo ascolto o
l’ospite seduto alla propria sinistra e di quello alla scegliendo liberamente la propria modalità
propria destra, questo sia per stimolare la memo- espressiva, ad esempio cantando e/o suonando
ria sia per una più esplicita accettazione del pros- e/o muovendo parti del corpo.
simo e di sé da parte del gruppo. Tutto questo supportato dallo stimolo motivazio-
Un altro aspetto caratteristico degli incontri era nale favorito dall’ascolto di canzoni e, più in
la verbalizzazione iniziale utilizzata per stimolare generale, da un mondo sonoro/musicale legato ai
il gruppo a ricordare le attività svolte durante propri ricordi e vissuti emotivi.
l’incontro precedente; essa permetteva anche di Sono stati utilizzati principalmente brani tra i più
ridefinire di volta in volta le regole di base: chie- conosciuti della canzone italiana del periodo che
dere la parola per intervenire, aspettare il proprio va dagli anni ‘50-’60 fino ai giorni nostri (canzo-
turno, ascoltare l’altro ni di autori come Domenico Modugno, Claudio
Nei tre laboratori è stata utilizzata una tecnica Villa, Carlo Buti, Nilla Pizzi, Rita Pavone, Gianni
d’intervento musicoterapico di tipo “misto”, cioè Morandi…) con l’obiettivo di creare un ponte tra
basata sia sull’ascolto, sia sull’utilizzo degli stru- un materiale sonoro che fosse strettamente lega-
menti musicali. La scelta dell’utilizzo di tale tec- to alla vita dell’anziano, ai suoi ricordi e a certi
nica è stata determinata da un’attenta osserva- contenuti emotivi e la novità dell’uso degli stru-
zione dei partecipanti e dalla constatazione che i menti, completamente sconosciuti alla maggior
vari membri di ogni gruppo possedevano caratte- parte degli ospiti delle strutture .
ristiche molto diverse sia a livello di competenze Questo ha sicuramente stimolato i gruppi ad atti-
che dal punto di vista caratteriale; le risposte, così varsi con maggior coinvolgimento.
come il grado di partecipazione alle attività pro- Degli autori sopra citati sono stati scelti quei brani
poste, erano molto variabili da persona a persona. caratterizzati dal ritmo ben marcato e chiaramen-
te riconoscibile, dalla durata media di tre minuti e
Sono state utilizzate canzoni e/o brani strumen- non troppo veloci, onde evitare l’affaticamento
tali appartenenti all’ISO gruppale, ascoltate più fisico e mentale, dall’andamento regolare per
volte per rispolverarne la memoria, sulle quali si è quanto concerne le variazioni ritmiche o di tempo;
costruito un accompagnamento ritmico di tipo eseguite con un organico strumentale “povero”, in
strumentale, vocale e/o corporeo da parte del modo da favorire la percezione della pulsazione.
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gruppo. In questo modo la base musicale della A volte chiedevamo agli anziani di scegliere una
musica terapia
&
canzone tra quelle proposte e aventi le caratteri- cantare contemporaneamente.
stiche sopra citate, questo allo scopo di rendere Rispetto all’ascolto più rigido su basi preregistra-
ogni utente elemento indispensabile e attivo alla te, la stessa attività mediante l’impiego della chi-
vita del gruppo. tarra permetteva la variazione delle dinamiche e
della velocità del brano e l’adattamento alle esi-
Prima dell’uso degli strumenti ogni canzone veni- genze del gruppo in quel particolare momento.
va ascoltata più volte in modo da consentirne il Un’attività utile per lavorare sul livello di ascol-
recupero nella memoria; seguivano delle brevi to/attenzione e sui tempi di attesa si è rivelata
verbalizzazioni durante le quali emergevano i vis- quella di suonare solo in alcune parti del brano.
suti personali, le preferenze musicali e a volte Questo si può realizzare ad esempio limitatamen-
anche delle vere e proprie disquisizioni sulla bra- te al ritornello, dato il suo aspetto ritmico rispet-
vura e la professionalità dei vari cantanti. to alla strofa che risulta invece melodica (ad
Dopo la fase di ascolto ogni utente sceglieva lo esempio “Nel blu dipinto di blu”).
strumento musicale che avrebbe poi utilizzato Durante questa attività abbiamo notato come
per l’accompagnamento ritmico del brano. Tale spesso per l’anziano risulti problematico alterna-
scelta avveniva seguendo un rituale ben preciso: re i due momenti. Questo accade tanto a causa di
gli strumenti erano riposti su un carrello a due deficit di coordinazione motoria, quanto per dif-
piani spinto dal conduttore all’interno del cerchio ficoltà di comprensione della consegna o, più
e ogni utente, giunto il suo turno, veniva invita- semplicemente, per un irrefrenabile desiderio di
to a scegliere. Per alcuni la preferenza veniva data suonare. Quest’ultimo a volte è espresso verbal-
sempre allo stesso strumento, per altri invece si è mente con esplicite richieste, altre volte a livello
notata una continua sperimentazione e curiosità non verbale con agitazione corporea (ad esempio
nei confronti di strumenti diversi. continuare a muovere la mano con la quale si
Subito dopo aver scelto lo strumento, ognuno stava tenendo lo strumento o tenere il ritmo con
esplorava il proprio attendendo la fine del giro movimenti delle gambe o dei piedi).
del carrello e, non appena il conduttore riprende- In aggiunta all’ascolto e all’accompagnamento
va il suo posto vicino allo stereo, tutti simulta- strumentale sono state utilizzate anche le improv-
neamente si interrompevano dando spazio ad un visazioni, i rispecchiamenti e i dialoghi sonori.
attimo di attesa silenziosa prima dell’inizio della Un’altra attività proposta è stata quella del gioco
base musicale. del direttore d’orchestra, che consiste nel propor-
In questa fase si sono potute osservare le diverse re ad ogni ospite, o comunque a chi se la sente
modalità di utilizzo dello strumento; valutare e all’interno del gruppo, di dirigere gli altri, utiliz-
sviluppare la capacità di ascolto e di attenzione zando semplici gesti scelti precedentemente. Si
dei singoli utenti, il livello di partecipazione e di può decidere se far suonare piccoli gruppi, tutta
interesse, la messa in gioco durante la successiva l’orchestra o i solisti, tutto ciò senza l’ausilio delle
verbalizzazione. parole.
A volte è stato utile riprovare il canto con il solo
accompagnamento della chitarra mentre il grup- Al fine di una migliore comprensione del tipo di
po cantava seguendo le parole riportate su una coinvolgimento e delle dinamiche venutesi a
lavagna o su fogli distribuiti ai singoli; questa creare durante le diverse attività, riportiamo di
fase è stata centrata principalmente sul canto, seguito alcuni frammenti di protocolli che rite-
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data la difficoltà dimostrata a volte a suonare e niamo essere particolarmente significativi.
musica terapia
&
Nel protocollo del 30 novembre 2001 è descritta musicale.
la dinamica di una verbalizzazione iniziale: La maggioranza ha scelto “Nel blu dipinto di blu”.
durante la verbalizzazione per il recupero della Appena distribuiti i fogli del testo della canzone,
memoria dell’ultimo incontro assistiamo ad una Giuliana, Ettorina e Bruno, dicono di non essere
conversazione a due fra Elio e Renata. Il primo si capaci, mentre Augusto, per contro, mette subito
confonde con le attività svolte durante l’incontro gli occhiali.
del 16/11, viene corretto da Renata che però non Tutti leggono il foglio con lo sguardo tranne
è in grado di aggiungere altro se non che ciò che Nazarena, che ha problemi all’occhio destro, ed
dice Elio si riferisce a due settimane fa. Tutti stan- Ettorina che sembra un po’ pigra.
no in silenzio fino a quando intervengono prima Viene fatta ascoltare la prima strofa mentre il grup-
Anna, dicendo che durante la canzone “Vecchio po segue le parole con gli occhi e qualcuno cantic-
Frak” si suonava e poi Marisa che ricorda che chia a bassa voce. Si prova a cantare la strofa senza
nelle pause fra una sequenza e l’altra ci si scam- la musica ma il risultato è deludente: non c’è coe-
biava lo strumento con il proprio vicino. sione e manca completamente l’intonazione.
Anna ci fa sapere che “ieri, alla festa, l’altopar- Si riprova ma con la base musicale della prima
lante (la radio, n.d.r.) ha trasmesso la musica che strofa e del ritornello. Ettorina sussurra le parole
abbiamo fatto noi” (“Vecchio Frack”, n.d.r.), ma qua e là mentre il resto del gruppo canta leggen-
Renata smentisce dicendo che invece “hanno do e seguendo la base. Va molto meglio!
suonato musica del Tirolo, ma non “Vecchio Giuliana rimane un po’ indietro rispetto alla
Frack”. Marisa ricorda che alla festa hanno suona- musica, forse per le difficoltà di lettura.
to “Mamma”. Ornella, la RAA, ci spiega quindi che Appena viene spenta la base Ettorina esclama
ieri c’è stata la festa dei compleanni con i canti e “Siamo zero… non aspettiamo il cantante”. La
i balli di un gruppo musicale proveniente da fuori. conduttrice dice che è necessario ascoltare e cer-
Renata sollecita il conduttore chiedendogli se ha care di seguire la base e conclude dicendo:
scelto la canzone di oggi, come al solito è impa- “Riproviamo!” Ettorina risponde: “Va bene, aspet-
ziente di cominciare. to il cantante!”
Teresa dice che oggi sta poco bene ma, quando il Riparte la base ed Ettorina canta seguendo abba-
conduttore le fa notare che anche la volta scorsa stanza bene le parole del brano, ma continua ad
aveva detto la stessa cosa e poi invece se ne è avere lo sguardo perso: sembra stanca e svogliata
andata sorridendo, lei risponde che le piace molto rispetto alle altre volte.
qui e che ci sta bene, riferendosi ai nostri incontri. L’intensità vocale del gruppo aumenta nel ritor-
Goliardo, quando viene interpellato, dice che oggi nello poiché qui la musica ha un ritmo più scandi-
è la prima volta che vede gli strumenti; non sap- to ed un andamento più regolare. Cantano perfet-
piamo se sia un momento di amnesia o se invece tamente a tempo Augusto, Giuliana ed Ettorina,
abbia fatto capolino la sua tipica ironia. mentre smettono di cantare Bruno, Luciana e
Nazarena; quest’ultima continua però a battere il
Il 26 aprile 2002, durante il secondo progetto di tempo col braccio destro sulla carrozzina (…). Si
musicoterapia, abbiamo fatto ascoltare tre can- riprova tutto da capo; Giuliana è più decisa e sicu-
zoni (“Nel blu dipinto di blu”, “Piccolissima sere- ra e Nazarena, che col braccio sinistro si tiene la
nata” e “Pietre”) fra le quali il gruppo doveva testa e col destro dirige il brano, segue la pulsa-
votare per alzata di mano quella che desiderava zione del ritornello aprendo il palmo destro e
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cantare, con l’ausilio del testo scritto e della base oscillando perfettamente a tempo il braccio.
musica terapia
&
(…) Il brano viene riproposto e la coesione del Chiede poi a Quinto se vuole provare a suonare
gruppo risulta molto buona nel ritornello anche con sua moglie, ma lui risponde di no.
con la base a volume zero. Durante le strofe fa da Iole, sempre molto attiva, sceglie di dialogare con
guida al gruppo la voce della musicoterapista che Teresa. Durante il loro dialogo si inserisce anche
canta per tutto il brano. (…) Giuliana dice con Quinto che segue sempre ciò che fa la moglie.
soddisfazione di essere riuscita in qualcosa che Anche Anna Maria non resiste e riprende a suo-
pensava di non saper fare. nare dando il tempo “ùno, due, trè, quattro!”.
È il turno di Silvano che sceglie di dialogare con
Protocollo del 10/07/2002: dialoghi sonori. La l’osservatrice. Anche ora non riesce a trattenersi
conduttrice chiede al gruppo: “avete mai comuni- dal canticchiare mentre suona e sembra che suoni
cato con qualcuno senza parlare?” e Silvano per sè stesso senza ascoltare la sua interlocutrice.
risponde: “si, con i gesti”. Teresa sceglie di dialogare con Maria. I suoi batti-
La conduttrice spiega che oggi proveremo a dia- ti sono rapidi e molto leggeri mentre Maria, con
logare con gli strumenti. Ognuno dovrà scegliere la maracas, ha un ritmo molto lento e costante.
una persona con cui parlare dicendone il nome e Dopo aver suonato con Teresa, Maria sceglie di
tutto il resto del gruppo dovrà stare in silenzio. dialogare con Elio. Sembra che si ascoltino l’uno
La conduttrice propone a Marisa di cominciare e con l’altra ed Elio in particolare riesce a seguire la
lei sceglie come interlocutore Silvano. pulsazione di Maria. Intanto Anna Maria continua
Marisa comincia a suonare il triangolo mentre con il suo sottofondo.
Silvano accompagna il suono del tamburello con Elio a sua volta sceglie di suonare con la condut-
la voce canticchiando “Piccolissima serenata”. Ad trice. È molto attento e rispecchia perfettamente
un certo punto vista la difficoltà di Marisa nel ciò che lei propone, aumentando e rallentando la
suonare il triangolo, viene dato anche a lei il tam- velocità.
burello con il battente: i battiti sono leggeri e ve- L’osservatrice sceglie di suonare con Marisa che
loci. Dopo pochi minuti Marisa si ferma perché è però sembra molto stanca e suona solo per pochi
un po’ stanca e la conduttrice commenta: “visto secondi.
Marisa, Silvano ti ha cantato anche la serenata!” È il turno della conduttrice che prova a convince-
e lei sorride. re Mafalda a suonare con lei, ma non riesce.
È il turno di Giuliana che in un primo momento sce- Mafalda come al solito si rifiuta. Anche Quinto
glie di dialogare con Quinto ma subito dopo ci ripen- dice che non vuole suonare e alla fine la scelta
sa e dice che è troppo stanca e non vuole suonare. della conduttrice ricade su Iole. Anche in questo
Si passa quindi ad Anna Maria che fa un po’ fati- dialogo, come in quello con Elio, c’è molta sinto-
ca a capire la consegna. Dopo ripetute spiegazio- nia in quanto Iole è molto attenta e riesce a
ni da parte della conduttrice sceglie finalmente di seguire piuttosto bene la conduttrice.
suonare con Silvano. In realtà lei è convinta di tro- Enrico dice che non vuol suonare e la conduttri-
varsi in una lezione di pianoforte con un suo allie- ce decide di non insistere.
vo e comincia a dare a Silvano il tempo contando:
“ùno, due, trè, quattro!” e battendo il tamburello Per rendere meglio l’idea di come si è arrivati al
su uno e tre. Continua a chiedere a Silvano: “il coinvolgimento personale dell’anziano in questa
tempo ti va bene? È troppo lento?”. Dopo qualche particolare attività, riportiamo i passaggi dei pro-
minuto la conduttrice fa i complimenti ad tocolli delle relative sedute, dai quali risulta
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entrambi e in particolare ad Anna Maria. molto chiaro il passaggio dal senso di inadegua-
musica terapia
&
tezza (rifiuto di esporsi) al sentirsi capaci e soste- molto rapidamente.
nuti (esporsi solo se affiancati) al sentirsi prota- Il secondo protocollo è relativo ad una seduta
gonisti (esporsi spontaneamente e senza paura). avvenuta dopo un mese (18.01.2002); anche in
Il primo protocollo si riferisce alla seduta del questa occasione il gruppo era composto dallo
21.12.2001; quel giorno il gruppo era formato da stesso numero di persone, sia ospiti che musico-
otto ospiti della casa di Cura, la Responsabile terapisti, con l’aggiunta di un obiettore incarica-
delle Attività Assistenziali (RAA), il conduttore, la to di fare le riprese video. Il gruppo viene suddi-
co-conduttrice e un’osservatrice: Per l’accompa- viso in tre sottogruppi a seconda del tipo di stru-
gnamento strumentale della canzone “Reginella” mento, e quando il conduttore chiede se qualcu-
il gruppo viene diviso in tre sottogruppi in base al no vuole fare il direttore d’orchestra, con gran
tipo di strumento: sonagli, legni, pelli. A questo slancio si offrono immediatamente prima Elio e
punto il conduttore dà indicazioni riguardo ai poi Marisa (gli stessi ospiti dell’incontro prece-
gesti del direttore d’orchestra, per ora impersona- dente) che dirigono, in modo consecutivo, la can-
to dal conduttore stesso, che farà suonare un zone “Alla mia età” di Rita Pavone. Assistiamo ad
gruppo alla volta (…). Quando viene chiesto chi un po’ di confusione dovuta al fatto che molti
vuole provare a fare il direttore, nessuno si pro- ospiti non guardano i gesti del direttore Elio e
pone; allora gli utenti vengono interpellati singo- suonano continuamente senza rispettare i turni
larmente e dicono di non sentirsela e di non esse- di intervento; per questo motivo, prima che inizi
re capaci (…) persino Elio si rifiuta! (Elio è un la direzione di Marisa, il conduttore richiama l’at-
utente particolarmente egocentrico e disinibito). tenzione del gruppo sulle regole fondamentali
Ad un certo punto Marisa si lascia convincere da per la buona riuscita di questo “gioco”, cioè suona
Ornella (RAA), la quale si offre per affiancarla nel solo il gruppo indicato dal direttore mentre gli
dirigere, cosi stabiliscono che Marisa indicherà altri due fanno silenzio e aspettano il proprio
con il dito il gruppo che dovrà suonare, mentre turno (…); è indispensabile guardare il direttore.
Ornella interromperà facendo il segno di ‘stop’ Le cose sembrano andare un po’ meglio; Marisa è
con le mani. (…) al termine della direzione Marisa molto precisa nel dare le indicazioni ma la sua
si commuove fino alle lacrime. Quando viene conduzione dura solo un paio di minuti in quan-
fatta una seconda proposta per provare a fare il to lei stessa chiede di interrompere dicendo di
direttore, Elio continua ad incitare gli altri per essere stanca.
farli dirigere ma alla fine si lascia convincere
chiedendo però l’aiuto del conduttore. Sceglie di Conclusione e osservazioni
dirigere la canzone “Gesù Bambino” perché vuole Durante il percorso abbiamo avuto conferma del
una canzone allegra dicendo di essere stato ispi- fatto che la tecnica mista fosse la più adatta.
rato dal titolo; alla domanda di Ornella (RAA) che Abbiamo potuto osservare come alcuni anziani,
gli chiede: ”E se non fosse allegra?” lui risponde che mostravano notevoli difficoltà ad esprimersi
“Ci addormentiamo!”. Decide Elio stesso i gesti per con il linguaggio parlato durante le verbalizzazio-
fare iniziare e far finire di suonare i piccoli grup- ni, utilizzavano invece con estrema facilità il lin-
pi. Durante la direzione Elio punta il dito in modo guaggio sonoro-musicale partecipando attiva-
deciso verso il gruppo che deve suonare e a volte, mente alle attività che richiedevano l’uso degli
per attirare l’attenzione di chi si distrae, chiama strumenti.
gli ospiti per nome. Alcuni, come Marisa e Renata, L’uso degli strumenti musicali, che assumono il
53
mettono più energia rispetto a prima e suonano valore di oggetti intermediari, è stato comunque
musica terapia
&
utile anche con quegli anziani che erano invece all’attività aspettando il nostro arrivo.
molto loquaci e che avevano la tendenza ad Nel protocollo del 7 dicembre 2001 leggiamo:
intervenire spesso e in maniera incontrollata Teresa e Anna, arrivate con mezz’ora di anticipo,
durante le verbalizzazioni; suonando infatti la chiacchierano fino a qualche istante prima dell’i-
concentrazione si sposta sulla modalità di suona- nizio dell’attività di problemi quotidiani e di
re lo strumento e l’uso della parola perde valore. quanto sia difficile stare al mondo.
All’interno del gruppo c’erano poi quegli anziani E ancora il 5 aprile 2002 (con un nuovo gruppo):
che non erano disposti a mettersi in gioco in Gabriella arriva da sola nella stanza di musicote-
maniera attiva per cui, pur prendendo lo stru- rapia con largo anticipo e viene invitata ad aspet-
mento, non suonavano e durante le verbalizza- tare gli altri utenti fuori mentre viene predisposto
zioni, non intervenivano. il setting.
Durante gli ascolti però era facile osservare come Spesso durante la preparazione del setting e men-
queste persone muovevano i piedi a tempo, don- tre aspettavamo l’arrivo di tutti gli ospiti, quelli
dolavano la testa, muovevano leggermente le già presenti chiedevano informazioni su quelle
labbra, dimostrando di essere non solo presenti che sarebbero state le attività del giorno o into-
nella stanza ma anche attenti e partecipi, sinto- navano le canzoni suonate o ascoltate durante
nizzandosi bene col gruppo e nel gruppo. l’incontro precedente.

Soprattutto durante i primi incontri e in generale L’attività di musicoterapia ha indubbiamente


quando proponevamo attività nuove abbiamo incontrato il favore degli anziani, tanto che oggi
riscontrato la tendenza degli anziani ad un’insicu- sono in corso tre progetti in tre diverse strutture
rezza che li portava a priori a dire di non essere della Giovanni XXIII, non più sotto forma di cicli
capaci, di non ricordare, di non essere all’altezza. di dieci incontri sperimentali, bensì come veri e
Questo richiedeva una continua rassicurazione da propri percorsi che si sviluppano da ottobre a giu-
parte nostra e alla fine notavamo la soddisfazione gno, sempre a cadenza settimanale.
da parte dell’anziano e una maggior fiducia in se A distanza di un anno e mezzo circa dai tre labo-
stesso che lo portava a mettersi sempre più in gioco. ratori iniziali, le attività proseguono in modo
Ad esempio, proponendo l’attività del “direttore regolare e costante con la maggior parte degli
d’orchestra”, abbiamo notato che la prima volta ospiti che vi hanno partecipato. Possiamo affer-
nessuno si offriva per dirigere, fino a che non è mare che le esperienze qui riportate hanno rap-
stata proposta una direzione di coppia, ovvero un presentato la preparazione del terreno sul quale è
ospite affiancato dalla RAA o dal conduttore. A cresciuto il forte entusiasmo di trovarsi a “fare
quel punto l’anziano si sentiva sostenuto e riusci- musica” riscontrabile oggi.
va a vincere la timidezza e il timore della novità, È possibile notare un notevole incremento della
tanto che negli incontri successivi tale affianca- motivazione nel partecipare agli appuntamenti,
mento non risultava più necessario e neanche dimostrata dalla richiesta avanzata dagli stessi
veniva richiesto dagli ospiti. ospiti di rimandare ad esempio le visite dei paren-
ti o i controlli medici ai giorni in cui non si fa
Con il passare del tempo gli ospiti riconoscevano musicoterapia, dal piacere di stare insieme in uno
il venerdì come il giorno in cui si faceva musica, spazio/tempo in cui esprimere pensieri ed emo-
ricordandosi anche l’orario; spesso i più autonomi zioni, dal grado di divertimento e di soddisfazio-
54
arrivavano con largo anticipo nella sala destinata ne nell’utilizzo degli strumenti come conseguen-
musica terapia
&
bibliografia
za del superamento (nel tempo) del senso di ina- Benenzon R.
La nuova musicoterapia,
deguatezza ed incapacità di fronte alla novità. Gli
Phoenix Editrice, Roma, 1997.
anziani oggi si sentono orgogliosamente parte di
un gruppo e talvolta di “un’orchestra”, come Delicati F.
Gli anziani e le campane, in
alcuni di loro sostengono, che per noi corrispon- PUM n.3, Pro Civitate Chri-
de al concetto di Oggetto Intermediario. stiana, Assisi 1993, pp. 39-45.
Più in generale possiamo dire che è cresciuta con- Delicati F.
siderevolmente la consapevolezza del gruppo Il canto fa venire fuori il pae-
se più in fretta. Esperienza di
come di uno spazio-contenitore di suoni, di
musicoterapia con gli anziani
modalità espressive, di ricordi, emozioni e fram- di una casa albergo, Pro Civi-
menti di storie personali e della loro condivisione tate Christiana, Assisi, 1997.

in un clima di ascolto e fiducia. Delicati F.


Citando alcuni degli ospiti: Musicoterapia e demenza
senile, Musica & Terapia, 1,
Renata: “… ci troviamo insieme a parlare perché
2000, pp. 27-38
nessuno di solito ha tempo di ascoltare… e poi qui
Downie G.
l’anima si eleva [riferendosi alla musica], ci man-
Musica in una casa di riposo,
teniamo in forma, stiamo allegri e non pensiamo in PUM n.9, Pro Civitate Chri-
ad altro!”; stiana, Assisi 1996, pp. 38-42.

Sebastiano: “… perché si canta! …per tenere alle- Postacchini P.L.


gria, vengo per la musica e per stare insieme”; La musicoterapia tra espres-
sione e regolazione delle
Elio: “Ascoltiamo musica e suoniamo. [Gli incon-
emozioni, in P. Ricci Bitti (a
tri] servono a conoscere la musica, a conoscerci cura di) La arte terapia tra
noi e a stare uniti”; espressione e regolazione
delle emozioni, La Nuova Ita-
Iris: “A passare bene il tempo”; lia Scientifica, Roma, 1995.
Delves: “Mi diverto e canto”.
Postacchini P.L., Ricciotti
Zilla: “Questo è il momento più bello; si ascolta A., Borghesi M.
della bella musica, si canta e si suona. Ci si diverte.” Lineamenti di musicoterapia,
Vedere il gruppo cambiare in tutti questi aspetti La Nuova Italia Scientifica,
Roma, 1997.
rende molto concreto il senso e l’importanza del
lavoro musicoterapico con gli anziani. Raglio A., Manarolo G.,
Villani D.
(a cura di), Musicoterapia e
malattia di Alzheimer.
Proposte applicative e ipotesi
di ricerca, Edizioni
Cosmopolis, Torino, 2001.

Stern D.N.
The interpersonal World of
the Infant, Basic Books, New
York, 1985 (trad. it. Il mondo
interpersonale del bambino,
Boringhieri, Torino, 1987)

Tagg P.
Popularm usic.Da Kojak al 55
Rave, CLUEB, Bologna, 1994.
musica terapia
&
recensioni
Il potere di Euterpe cologa, psicoterapeuta adleriana, svolge attività
Dorothea Oberegelsbacher, di musicoterapia fin dal 1981 (in vari istituti con
Giovanna Rezzadore handicap mentale, disturbi psicosomatici, psi-
Franco Angeli, Milano, 2004 chiatrici e nevrotici).
Dal 1989 è docente di musicoterapia (con lezioni
“Volti di bambini deprivati, impauriti, in corpo una teoriche, tirocini e supervisioni) all'Università di
rabbia antica, incontrano la musicoterapia. Soffe- Vienna per Musica ed Arti configurative; è docen-
renza e disagio tra i banchi di scuola e oltre nel te al Corso Quadriennale di Musicoterapia di Assi-
mondo dell'handicap trovano l’orecchio che ascol- si, al Cesfor di Bolzano e al MusicSpace Italy-Uni-
ta, la voce che risponde, il suono che abbraccia. versity of Bristol di Bologna. È autrice di numero-
Con linguaggio metaforico, in ambiente sonoro, se pubblicazioni di musicoterapia in lingua tede-
particolarmente evocativo, ove le parole intrec- sca, inglese e italiana. Dal 1997 è coeditrice ed
ciate a suoni penetrano sentimenti lisi, le autrici autrice della Collana "Wiener Beitràge zur Musik-
si raccontano. La speranza di riuscita che le anima therapie" (Contributi viennesi alla musicoterapia).
costituisce una ricchezza ed uno stimolo per chi Rezzadore Giovanna, insegnante di scuola ele-
lavora in ambito musicoterapico vicino ai bambi- mentare, dal 1994 ha introdotto e applicato la
ni figli dell'inquietudine umana. musicoterapia per la prevenzione del disagio sco-
La Musicoterapia può essere via privilegiata alla lastico. È coautrice (Lattes, 2001) di un'opera
prevenzione e alla riabilitazione? La risposta spe- multimediale di educazione con la musica per la
rimentata in collaborazione interdisciplinare con scuola dell’obbligo. È formatrice e relatrice in
Psicologia e Pedagogia evidenzia i contatti e i corsi di aggiornamento per insegnanti sulla musi-
reciproci stimoli disciplinari, in un progetto di coterapia preventiva, e docente al Corso Qua-
alto valore creativo e terapeutico. driennale Cesfor di Bolzano. Collabora alla realiz-
Le vicende fanno parte di una realtà sociale vis- zazione del progetto "Orpheus" organizzato dal
suta all'interno di istituzioni coraggiose nel rico- Conservatorio di Verona e con il Cep Crisis del
noscere alla musicoterapia il significato educati- Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Uni-
vo e rieducativo dei suoi interventi. versità degli Studi di Verona, di cui è membro
Gli esempi aprono ad approfondimenti di caratte- attivo”.
re legislativo, professionale e formativo, per (dalla nota di copertina)
nuove realtà che contribuiscano ad arricchire il
panorama scientifico e didattico della disciplina, La musica: natura e storia
superando visioni superficiali e banalizzanti Enrico Fubini, Einaudi, Torino, 2004.
offerte a volte dai massmedia.
Il lavoro si rivolge non solo al mondo della musi- “Non si può non rimanere stupiti e perplessi nel
coterapia e alle sue scuole di formazione, ma constatare come, nella stona del pensiero musica-
anche a musicisti, psicologi, medici, pedagogisti, le occidentale, filosofi, pensatori, musicologi e
insegnanti, assistenti ed operatori nei vari campi musicisti, si siano richiamati alla natura per spie-
delle discipline collaterali.... e, non per ultimo, ai gare l'essenza del fenomeno musicale, imbasten-
genitori. do curiosi intrecci e sposalizi più o meno riusciti.
56 Dorothea Oberegelsbacher, musicoterapeuta, psi- Perché la musica avrebbe un cosi stretto legame
con il mondo della natura? A quale idea di natu-
musica terapia
&
ra si vorrebbe rapportare la musica? Perché pro- quello originario, che mirava a decodificarla ed a
prio il concetto di natura è stato infinite volte coglierne un significato nascosto. Egli propone di
accoppiato a quello di musica? Esiste una qualche accostarvisi con atteggiamento ricettivo, tale per
segreta affinità tra i due campi? Quale tipo di cui sia l’opera a suggerire nuove chiavi interpre-
complicità mostra la musica nei confronti della tative all’analista e non questi ad applicare ad
natura? Quanto nella musica può essere attribui- essa quelle tradizionalmente usate nella cllnica.
to a un suo fondamento naturale e quanto è frut- In virtù delle sue eccezionali risorse di notazione
to invece della sua lunga e complessa storia, pro- psichica l’arte può ispirare la psicoanalisi, aiutan-
dotto della civiltà umana? dola a riscoprire le sue radici intuitivo-poetiche e
Si tratta di una serie molto ampia di quesiti, offrendole forme, immagini e suoni atti a rappre-
dubbi, interrogativi che vengono trattati da Enri- sentare fugaci momenti introspettivi, istantanee
co Fubini in questo saggio, in parte storico in di insight pre-verbale.
parte teorico, e i tentativi di risposta generano a Gli aspetti pre-simbolici dell’introspezione stimo-
loro volta quesiti d'ordine storico, antropologico, lati dall’oggetto estetico vengono illustrati esami-
filosofico. L'obbiettivo non è di cercare soluzioni nando alcuni famosi capolavori: gli affreschi della
e di offrire risposte, quanto piuttosto di chiarire e Loggia di Psiche nella villa Farnesina a Roma, Il
dipanare una complessa matassa gettando luce su Flauto magico di W.A. Mozart, Sei personaggi in
un insieme di problemi che portano al cuore del cerca d'autore ed Enrico IV dì L. Pirandello.
multiforme fenomeno musicale”. Tra le varie arti la musica sembra la più idonea ad
(dalla nota di copertina) affinare l’ascolto della comunicazione affettiva
inconscia. Le emozioni più profonde, non intelligi-
bili, cominciano a rappresentarsi mentalmente e
ad acquistare senso neIl’orecchio di un analista
Prima della parola sensibile alle inflessioni musicali del discorso,
Antonio Di Benedetto, FrancoAngeli, prima che si sia in grado di formularle verbalmen-
Milano, 2000 te. Tre resoconti clinici mostrano le modalità di un
ascolto psicoanalitico musicalmente orientato”.
“Le arti offrono all’uomo occasioni di svelamento (dalla nota di copertina)
a se stesso. Ma, se da una parte gettano luce sulla
sua più riposta affettività, dall’altra suscitano
interrogativi sui lati oscuri dell'oggetto artistico e
del soggetto che ne fruisce.
La psicoanalisi si è sempre occupata dei misteri
connessi alle personalità geniali, alla loro creati-
vità e ai processi psichici implicati nell’esperienza
del bello, pur non avendo prodotto un sapere
sistematico.
L'autore del libro riesamina sinteticamente gli
approcci psicoanalitici all’opera d'arte, per pro-
porre infine un atteggiamento ribaltato rispetto a 57
musica terapia
&
notiziario
Lettera aperta a soci e simpatizzanti A.I.M. gere di alcune differenze ed evidenziare richieste
articolate per gruppi più ristretti di associazioni.
Carissimi colleghi, E’ significativo l’invito del Presidente A.I.M. all’in-
1) siamo lieti di comunicarvi il successo degli contro programmatico del 27 luglio 2004 presso
Stati Generali delle Professioni organizzati dal gli Uffici del Senato della Repubblica – in vista
Colap (Coordinamento delle Libere Associazioni dell’organizzazione del Forum delle Professioni da
Professionali) il 5 e 6 Maggio 2004 a Roma. La tenersi a settembre; all’incontro hanno partecipa-
presenza di oltre 2400 professionisti nelle due to, tra gli altri, il Segretario Nazionale dell’UDC
giornate ha coronato quattro anni di lavoro nel On. Marco Follini, il sottosegretario alla Giustizia
quale il coordinamento ha sviluppato una propo- con delega alle professioni On. Michele Vietti ed
sta politica unitaria. il Presidente del gruppo UDC On. Luca Volontè.
Obiettivo primario - ampiamente raggiunto - era
quello di renderci visibili e credibili a tutte le 2) La nostra opera di ripristino dei contatti con
forze politiche (maggioranza e opposizione). personalità e istituzioni della musicoterapia euro-
Sono intervenuti in prima persona: De Rita, Ex pea prosegue produttivamente:
Presidente Cnel; Pillitteri, Presidente Cnel; On. a) il 15 Giugno si è svolta in Finlandia l’Assemblea
Castelli, Ministro Giustizia (che ha assicurato il della E.M.T.C. (European Music Therapy Confede-
suo personale impegno per l’approvazione in ration) alla quale abbiamo partecipato in qualità
tempi brevi della Legge); On. Fassino, Segretario di rappresentanti italiani.
DS; On. Rutelli, Segretario Margherita; Epifani Si sono svolte le elezioni delle cariche interne per
Segretario CGIL; Billè, Presidente Confartigianato; il prossimo triennio:
etc. Tutti concordano sulla necessità di approvare Jos De Backer, Presidente; Monika Nocker-
la legge (anche in virtù della massa di elettori Ripaubierre, Segretario; Julie Sutton, Tesoriere;
coinvolti); inoltre la CEE sollecita il governo in Jaakko Erkila, Rappresentante Nord Europa;
materia ormai da tempo. La stampa ha dato Regina Halmer-Stein, Rappresentante Centro
molto rilievo all’evento: sono state presenti 18 Europa; Teresa Paula Leite, Rappresentante Sud
testate giornalistiche e pubblicati articoli anche Europa (Port./Sp./It./Gr.)
sul Sole 24 ore, Italia oggi e Il mondo. b) Il 9 Marzo 2004 l’ E.M.T.C. è stata riconosciuta
Relativamente alla nostra area di appartenenza, ufficialmente dal Dipartimento di Giustizia della
risulta essere stato fin qui un punto di forza l’es- Comunità europea.
sere insieme a tutte le altre associazioni afferenti I rappresentanti delle singole Associazioni
alla medesima area. potranno d’ora in poi partecipare alle Assemblee
Tuttavia, l’area socio-sanitaria è molto ampia e E.M.T.C. ma ogni Paese deve concordare un rap-
l’interesse comune del riconoscimento potrebbe presentante nazionale unico che ha diritto di
entrare in collisione con le troppe e troppo pro- voto all’Assemblea Generale E.M.T.C.
fonde diversità. A titolo di esempio, rientrano in Salvo differente indicazione delle associazioni
questo stesso gruppo di associazioni, categorie rappresentate, viene eletto come Rappresentante
professionali che si definiscono come alternative Nazionale il presidente dell’associazione più
alla medicina, diversamente dal nostro intendi- numerosa e maggiormente rappresentativa. Nel
mento di apportare contributi specifici all’interno caso tuttavia che le altre Associazioni esprimano
di una équipe multidisciplinare. formale disaccordo rispetto a tale scelta, esiste il
58
Gli Stati Generali hanno quindi permesso l’emer- rischio che il BOARD dell’E.M.T.C. (C.D.) revochi il
musica terapia
&
diritto di voto al Paese in questione. 3 - Il nostro sito sta crescendo. E’ stato recente-
Attualmente è stato eletto come Rappresentante mente implementato un “data base” dei soci, che
per l’Italia il Presidente A.I.M. Ferdinando Suvini. dovrebbe consentire a tutti una maggior visibili-
In tale consesso è rappresentata, oltre all’A.I.M., tà: in questa maniera chi fosse alla ricerca di un
anche la F.I.M.. professionista, sia per motivazioni cliniche che
c) Abbiamo preso visione dei criteri definiti dal- didattiche (come ad esempio il tutoring o la
l’ E.M.T.C. per la definizione dei Music therapist e supervisione) potrà interrogare il data base per
dei Supervisor che potranno appartenere al zona di residenza o per competenze del terapista.
Registro Europeo. Ci è stato concesso tempo fino Invitiamo pertanto i soci ad inserire i propri dati
al 1 Dicembre 2004 per esprimere parere in meri- nel data base, accessibile dalla home page del
to. Appare fondamentale poter discutere in tempi nostro sito.
brevi in merito a tali criteri all’interno del C.D.
A.I.M. e, possibilmente, anche in Assemblea 4 – Abbiamo ritenuto opportuno attivare un
Generale. Servizio consulenza ai soci, via e-mail diretti-
d) L’A.I.M. ha versato regolare quota di iscrizione per vo@aiemme.it e telefonico al numero
tutti i propri associati all’E.M.T.C., cosicché questi 338/7746947; l’accesso telefonico è aperto dalle
possano ora arricchire il proprio curriculum anche 09.30 alle 17.30 dei giorni feriali.
di quest’appartenenza europea per l’anno 2004.
e) Il Riconoscimento ottenuto obbliga l’E.M.T.C. a 5 – Sollecitati da molti soci che si trovano cir-
svolgere almeno una Assemblea all’anno. condati da una concorrenza sleale e non qualifi-
Per il 2005 l’A.I.M. ha offerto una candidatura cata, abbiamo predisposto un servizio comunica-
italiana. zioni verso quegli enti che, ignari dello stato del-
f) In merito al Congresso, crediamo si possano l’arte della professionalità musicoterapica italia-
esprimere un parere estremamente positivo sia na, si avvalessero della collaborazione di persone
per l’organizzazione sia per i contenuti, per la le cui competenze musicoterapiche fossero esclu-
vastità dei quali si rimanda alla pubblicazione sivamente frutto di autoaccreditamento.
ufficiale degli atti che è già in corso.
g) Vi informiamo inoltre che sono state diffuse e 6 – Dal 3 al 5 dicembre 2004 si terrà presso la
distribuite durante il Congresso le numerosissime Cittadella di Assisi un seminario con la presenza
copie della Rivista A.I.M. – Conf.I.A.M. apposita- di Mercedes Pavlicevic. I nostri associati potran-
mente preparata in lingua inglese per la diffusio- no beneficiare di uno sconto sul costo d’iscrizio-
ne di una corretta immagine rappresentante la ne all’evento.
variegatezza e vivacità del confronto musicotera-
pico italiano. La medesima rivista è stata spedita 7 - Ricordiamo a tutti coloro che non avessero
a numerosissime personalità della musicoterapia ancora provveduto al versamento della quota d’i-
mondiale, molte delle quali hanno risposto con scrizione per l’anno 2004 che potranno trovare le
notevoli apprezzamenti a riguardo dello sviluppo modalità per regolarizzare la loro situazione e
raggiunto dalla disciplina nel nostro paese. continuare a beneficiare dei servizi A.I.M. sul sito
h) Sempre nell’ambito del congresso europeo è www.aiemme.it
stata svolta una relazione a nome dell’A.I.M. illu-
strante la realtà politico/culturale della musicote- Distinti saluti
59
rapia italiana. Massimo Borghesi
musica terapia
&
articoli pubblicati
Numero 0, Luglio 1992 musicoterapeutica (A. Raglio) • Esperienze di musicoterapia:
Terapie espressive e strutture intermedie (G. Montinari) • nascita e sviluppo di una comunicazione sonora con soggetti
Musicoterapia preventiva: suono e musica nella preparazione al portatori di handicap (C. Bonanomi)
parto (M. Videsott) • Musicoterapia recettiva in ambito psichia-
trico (G. Del Puente, G. Manarolo, C. Vecchiato) • Volume IV, Numero 1, Gennaio 1996
L’improvvisazione musicale nella pratica clinica (M. Gilardone) Armonizzare sintonizzandosi (P.L. Postacchini) • Dalla percezio-
ne uditiva al concetto musicale (O. Schindler, M. Gilardone, I.
Volume I, Numero 1, Gennaio 1993 Vernero, A.C. Lautero, E. Banco) • La formazione musicale (C.
Etnomusicologia e Musicoterapia (G. Lapassade) • Metodologie Maltoni, P. Salza) • Gruppo sì, gruppo no: riflessioni su due
musicoterapiche in ambito psichiatrico (M. Vaggi) • Aspetti di esperienze di musicoterapia (M. Mancini) • Musicoterapia e stati
un modello operativo musicoterapico (F. Moser, I. Toso) • La voce di coma: riflessioni ed esperienze (G. Garofoli) • Il caso di Luca
tra mente e corpo (M. Mancini) • Alcune indicazioni bibliografi- (L. Gamba) • Disturbi del linguaggio e Musicoterapia (P.C. Piat,
che in ambito musicoterapico (G. Manarolo) M. Morone)

Volume I, Numero 2, Luglio 1993 Volume IV, Numero 2, Luglio 1996


Musicoterapia e musicoterapeuta: alcune riflessioni (R. Benen- Il suono della voce in Psicopatologia (F. Giberti, G. Manarolo) •
zon) • La Musicoterapia in Germania (F. Schwaiblmair) • La La voce umana: prospettive storiche e biologiche (M. Gilardone,
Musicoterapia: proposta per una sistemazione categoriale e I. Vernero, E. Banco, O. Schindler) • La stimolazione sonoro-
applicativa (O. Schindler) • Riflessioni sull’analisi delle percezio- musicale di pazienti in coma (G. Scarso, G. Emanuelli, P. Salza, C.
ni amodali e delle trasformazioni transmodali (P.L. Postacchini, De Bacco) • La creatività musicale (M. Romagnoli) • Musicotera-
C. Bonanomi) • Metodologie musicoterapiche in ambito neuro- pia e processi di personalizzazione nella Psicoterapia di un caso
logico (M. Gilardone) • I linguaggi delle arti in terapia: lo spazio di autismo (L. Degasperi) • La recettività musicale nei pazienti
della danza (R. De Leonibus) • La musicoterapia nella letteratu- psichiatrici: un’ipotesi di studio (G. Del Puente, G. Manarolo, S.
ra scientifica internazionale, 1ª parte (A. Osella, M. Gilardone) Remotti) • Musica e Psicosi: un percorso Musicoterapico con un
gruppo di pazienti (A. Campioto, R. Peconio).
Volume II, Numero 1, Gennaio 1994
Introduzione (F. Giberti) • Ascolto musicale e ascolto interiore Volume V, Numero 1, Gennaio 1997
(W. Scategni) • Lo strumento sonoro musicale e la Musicotera- La riabilitazione nel ritardo mentale ed il contributo della Musi-
pia (R. Benenzon) • Ascolto musicale e Musicoterapia (G. Del coterapia (G. Moretti) • Uomo Suono: un incontro che produce
Puente, G. Manarolo, P. Pistarino, C. Vecchiato) • La voce come senso (M. Borghesi, P.L. Postacchini, A. Ricciotti) • La Musicote-
mezzo di comunicazione non verbale (G. Di Franco) rapia non esiste (D. Gaita) • L’Anziano e la Musica. L’inizio di un
approccio musicale (B. Capitanio) • Riflessioni su una esperien-
Volume II, Numero 2, Luglio 1994 za di ascolto con un soggetto insufficiente mentale psicotico (P.
Il piacere musicale (M. Vaggi) • Il suono e l’anima (M. Jacoviello) Ciampi) • Un percorso musicoterapico: dal suono silente al
• Dal suono al silenzio: vie sonore dell’interiorità (D. Morando) • suono risonante (E. De Rossi, G. Ba) • La comprensione dell’into-
Gruppi di ascolto e formazione personale (M. Scardovelli) • nazione del linguaggio in bambini Down (M. Paolini).
Esperienza estetica e controtransfert (M.E. Garcia) • Funzione
polivalente dell’elemento sonoro-musicale nella riabilitazione Volume V, Numero 2, Giugno 1997
dell’insufficiente mentale grave (G. Manarolo, M. Gilardone, F. Gli effetti dell’ascoltare musica durante la gravidanza e il trava-
Demaestri) glio di parto: descrizione di un’esperienza (P.L. Righetti) • Aspet-
tar cantando: la voce nella scena degli affetti prenatali (E.
Volume III, Numero 1, Gennaio 1995 Benassi) • Studio sul potenziale terapeutico dell’ascolto creati-
Musica e struttura psichica (E. Lecourt) • Nessi funzionali e vo (M. Borghesi) • Musicoterapia e Danzaterapia: le controindi-
teleologici tra udire, vedere, parlare e cantare (Schindler, Verne- cazioni al trattamento riabilitativo di alcune patie neurologiche
ro, Gilardone) • Il ritmo musicale nella rieducazione logopedica (C. Laurentaci, G. Megna) • L’ambiente sonoro della famiglia e
(L. Pagliero) • Differenze e similitudini nell’applicazione della dell’asilo nido: una possibile utilizzazione di suoni e musiche
musicoterapia con pazienti autistici e in coma (R. Benenzon) • durante l’inserimento (M. G. Farnedi) • La Musicoterapia Prena-
La musica come strumento riabilitativo (A. Campioto, R. Peconio) tale e Perinatale: un’esperienza (A. Auditore, F. Pasini).
• Linee generali del trattamento musicoterapico di un caso di
“Sindrome del Bambino Ipercinetico” (M. Borghesi) • Strumenti Volume VI, Numero 1, Gennaio 1998
di informazione e di analisi della prassi osservativa in musicote- Le spine del cactus (C. Lugo) • L’improvvisazione nella musica, in
rapia (G. Bonardi) psicoterapia, in musicoterapia (P.L. Postacchini) • L’improvvisa-
zione in psicoterapia (A. Ricciotti) • L’improvvisazione nella pra-
Volume III, Numero 2, Luglio 1995 tica musicoterapica (M. Borghesi) • La tastiera elettrica fra edu-
Il senso estetico e la sofferenza psichica: accostamento striden- cazione e riabilitazione: analisi di un caso (Pier Giorgio Oriani) •
te o scommessa terapeutica? (E. Giordano) • L’inventiva del Ritmo come forma autogenerata e fantasia di fusione (G. Del
terapeuta come fattore di terapia (G. Montinari) • La formazio- Puente, S. Remotti) • Aspetti teorici e applicativi della musico-
ne in ambito musicoterapico: lineamenti per un progetto di terapia in psichiatria (F. Moser, G. M. Rossi, I. Toso).
modello formativo (P.L. Postacchini, M. Mancini, G. Manarolo, C.
Bonanomi) • Il suono e l’anima: la divina analogia (M. Jacoviel- Volume VI, Numero 2, Luglio 1998
lo) • Considerazioni su: dialogo sonoro, espressione corporea ed Modelli musicali del funzionamento cerebrale (G. Porzionato) •
60 esecuzione musicale (R. Barbarino, A. Artuso, E. Pegoraro) • La mente musicale/educare l’intelligenza musicale (J. Tafuri) •
Aspetti metodologici, empatia e sintonizzazione nell’esperienza Reversibilità del pensiero e pensiero musicale del bambino (F.
musica terapia
&
Rota) • Musica, Elaboratore e Creatività (M. Benedetti) • Inchio- zia: “Dalla disarmonia evolutiva alla neuropsicopatologia (G.
stro, silicio e sonorità neuronali (A. Colla) • Le valenze del pen- Boccardi) • Musicoterapia e ritardo mentale (F. Demaestri, G.
siero musicale nel trattamento dei deficit psico-intellettivi (F. De Manarolo, M. Picozzi, F. Puerari, A. Raglio) • Indicazioni al trat-
Maestri). tamento e criteri di inclusione (M. Picozzi) • L’assesment in
Musicoterapia, il bilancio psicomusicale e il possibile intervento
Volume VII, Numero 1, Gennaio 1999 (G. Manarolo, F. Demaestri) • L’assessment in musicoterapia,
E se la musica fosse…(M. Spaccazocchi) • Una noce poco fa (D. osservazione, relazione e il possibile intervento (F. Puerari, A.
Gaita) • L’ascolto in Musicoterapia (G. Manarolo) • La musica Raglio) • Tipologie di comportamento sonoro/musicale in sog-
allunga la vita? (M. Maranto, G. Porzionato) • Musicoterapia e getti affetti da ritardo mentale (A.M. Barbagallo, C. Bonanomi)
simbolismo: un’esperienza in ambito istituzionale (A.M. Bagalà) • La musicoterapia per bambini con difficoltà emotive (C.S. Lutz
Hochreutener)
Volume VII, Numero 2, Luglio 1999
Dalle pratiche musicali umane alla formazione professionale Numero 6, Luglio 2002
(M. Spaccazocchi) • Formarsi alla relazione in Musicoterapia (G. Relazione, disagio, musica (M. Spaccazocchi) • Musicoterapia a
Montinari) • Formarsi in Musicoterapia (P.L. Postacchini) • Pro- scuola (M. Borghesi, E. Strobino) • Musicoterapia e integrazione
spettive formative e professionali in Musicoterapia (P.E. Ricci scolastica (E. Albanesi) • Un intervento Musicoterapico in ambi-
Bitti) • Un coordinamento nazionale per la formazione in Musi- to scolastico (S. Melchiorri) • L’animazione musicale (M.
coterapia (G. Manarolo) Sarcinella) • L'educazione musicale come momento di integra-
zione (S. Minella) • L’improvvisazione vocale in musicoterapia
Numero 1, Gennaio 2000 (A. Grusovin) • L'approccio musicoterapico nel trattamento del
Malattia di Alzheimer e Terapia Musicale (G. Porzionato) • L’u- ritardo mentale grave: aspetti teorici e presentazione di un’e-
tilizzo della Musicoterapia nell’AIDS (A. Ricciotti) • L’intervento sperienza (Karin Selva) • Musicoterapista e/o Musicoterapeuta?
musicoterapico nella riabilitazione dei pazienti post-comatosi (M. Borghesi, A. Raglio, F. Suvini)
(R. Meschini) • Musicoterapia e demenza senile (F. Delicato) •
Musicoterapia e AIDS (R. Ghiozzi) • Musicoterapia in un Servi- Numero 7, Gennaio 2003
zio Residenziale per soggetti Alzheimer (M. Picozzi, D. Gaita, L. La percezione sonoro/musicale (G. Del Puente, F. Fiscella, S.
Redaelli) Valente) • L’ascolto Musicale (G. Manarolo) • La composizione
musicale a significato universale. Considerazioni cliniche (G.
Numero 2, Luglio 2000 Scarso, A. Ezzu) • Validità del training musicoterapico in pazien-
Conoscenze attuali in tema di etiopatogenesi dell’autismo ti in stato vegetativo persistente: studio su tre casi clinici (C.
infantile (G. Lanzi, C.A. Zambrino) • Il trattamento musicotera- Laurentaci, G. Megna) • L’approccio musicoterapico con un
pico di soggetti autistici (G. Manarolo, F. Demaestri) • La musi- bambino affetto da grave epilessia. Il caso di Leonardo (L. Torre)
calità autistica: aspetti clinici e prospettive di ricerca in musi- • Co-creare dinamiche e spazi di relazione e comunicazione
coterapia (A. Raglio) • Il modello Benenzon nell’approccio al attraverso la musicoterapia (M.M. Coppa, F. Santoni, C.M. Vigo)
soggetto autistico (R. Benenzon) • Autismo e musicoterapia (S. • L’evoluzione musicale in Musicoterapia (B. Foti, I. Ordiner, E.
Cangiotti) • Dalla periferia al centro: spazio-suono di una rela- D'Agostini, D. Bertoni) • L’intervento musicoterapico nelle fasi di
zione (C. Bonanomi) recupero dopo il coma (R. Meschini)

Numero 3, Gennaio 2001 Numero 8, Luglio 2003


Musica emozioni e teoria dell’attaccamento (P. L. Postacchini) • Gli Istituti Superiori di Studi Musicali e la formazione in
La Musicoterapia Recettiva (G. Manarolo) • Manifestazioni Musicoterapia… paradigma e curriculum musicale… (Maurizio
ossessive ed autismo: il loro intrecciarsi in un trattamento di Spaccazocchi) • Dialogo riabilitativo fra la Musicoterapia e
musicoterapia (G. Del Puente) • Musica e adolescenza Dinami- l’età evolutiva (P.L. Postacchini, A. Ricciotti) • Musicoterapia e
che evolutive e regressive (I. Sirtori) • Il perimetro sonoro (A.M. riabilitazione in età evolutiva (R. Burchi, M.E. D’Ulisse) •
Barbagallo, L. Giorgioni, L. Mattazzi, M. Moroni, S. Mutalipassi, Musicoterapia e psicomotricità: un’integrazione possibile (R.
L. Pozzi) • Musicoterapia e Patterns di interazione e comunica- Meschini, P. Tombari) • L’intervento di musicoterapia nella
zione con bambini pluriminorati: un approccio possibile (M.M. psicosi (R. Messaglia) • Terapia sonoro-musicale nei pazienti
Coppa, E. Orena, F. Santoni, M.C. Dolciotti, I. Giampieri, A. Schia- in coma: esemplificazione tramite un caso clinico (G. Scarso,
voni) • Musicoterapia post partum (A. Auditore, F. Pasini) A. Ezzu) • Musicoterapia preventiva e profilassi della gravi-
danza e del puerperio (F. Pasini, A. Auditore) • Musicoterapia
Numero 4, Luglio 2001 e disturbi comunicativo-relazionali in età evolutiva (F.
Ascolto musicale, ascolto clinico (A. Schön) • Musicoterapia e Demaestri)
tossicodipendenza (P.L. Postacchini) • Il paziente in coma: sti-
molazione sonoro-musicale o musicoterapia? (G. Scarso, A. Numero 9, Gennaio 2004
Visintin) • Osservazione del malato di Alzheimer e terapia musi- Psicologia della musica e adolescenza (O. Oasi) • Forme
cale (C. Bonanomi, M.C. Gerosa) • Due storie musicoterapiche (L. musicali e vita mentale in adolescenza (A. Ricciotti) •
Corno) • Il suono del silenzio (A. Gibelli) • Il setting in Musico- Musica e Adolescenza (G. Manarolo, M. Peddis) • Un inter-
terapia (M. Borghesi, A. Ricciotti) vento di Musicoterapia con un gruppo di adolescenti (L.
Metelli, A. Raglio) • L’approccio musicoterapico in ambito
Numero 5, Gennaio 2002 istituzionale: il trattamento dei disturbi neuropsichici del-
Riabilitazione Psicosociale e Musicoterapia aspetti introduttivi l’adolescenza (F. Demaestri) • Dal rumore al suono, dalla
(L. Croce) • Evoluzione del concetto di riabilitazione in Musico- confusione all’integrazione (R.Busolini, A.Grusovin, M.Paci,
terapia (P.L. Postacchini) • Prospettive terapeutiche nell’infan-
61
F.Amione, G.Marin)
musica terapia

Gli articoli pubblicati dal 1992 al 1998 sono ora raccolti in “Musica & Terapia, Quaderni italiani di Musicoterapia”
edizioni Cosmopolis Corso Peschiera 320 - 10139 Torino - http://www.edizionicosmopolis.com
&
bibliografia

(da pag. 17) Laplanche J., Pontalis J. B. Pestelli G. Schneider M.


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musica terapia
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