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CASA DI BAMBOLA

Il naturalismo nasce in Francia ma poi si diffonde in tutta Europa e arrivando anche nella penisola
scandinava e anche in Italia dove ha la definizione del verismo (Verga) e quindi assume un
carattere più dialettale locale. È un movimento che diventa a carattere europeo e che si muove su
due direzioni da una parte l'approfondimento psicologico dei personaggi, essere il nucleo teorico
del naturalismo, la nuova concezione del personaggio e poi la presentazione di uno spaccato di
vita vera, di un problema attuale che abbia anche uno spiccato carattere sociale tant'è vero che
molto spesso queste nuove commedia incorrono nella censura. Uno dei drammi più celebri del
genere è CASA DI BAMBOLA di IBSEN, scrittore norvegese, mentre Zola per quanto riguarda il
teatro ha un importanza rilevante per le teorie che mette in campo, Ibsen è certamente uno dei
principali rappresentanti della drammaturgia di fine secolo insieme a STRINDBERG, autore
svedese e a ČECHOV che sono proprio i tre fondatori della drammaturgia testuale contemporanea
in cui si colgono i segni della crisi della drammaturgia tradizionale quindi il nuovo passo che
assume la scrittura drammatica. Tutti e tre attraversano la l'esperienza naturalista ma poi
subiscono in maniera diversa l'influsso del simbolismo, Ibsen ha una virata verso il simbolismo di
cui acquisisce le modalità espressive e sicuramente i contenuti; tutti e tre per hanno in comune
questa attitudine ad approfondire il modo di intendere il personaggio e a scavarne nella psicologia.
TERESA RAQUIN, la riduzione teatrale è del 1873, Casa di Bambola del 1879. Come arriva Ibsen
alla composizione di Casa di bambola? In realtà lui ha un percorso artistico:

Nasce nel 1828 a Skien, muore a Oslo nel 1906, inizialmente influenzato dal romanticismo lavora
come Dramaturg (consulente artistico della compagnia) al Norske Theatre di Bergen per il quale
scrive drammi tratti da tradizioni popolari e leggende nordiche. È questo il primo che il suo primo
orizzonte anche I pretendenti alla corona, un dramma storico (1863-1864) ambientato nella
Norvegia medievale e non a caso viene messo in scena dai Meinenger nel 1876 perché consente
di lavorare sulla ricostruzione storica d’ambiente.
Scrive dei drammi che sono da un certo punto di vista diametralmente opposti ma anche
complementari da una parte c'è il Brand che è un'opera filosofica teologica molto intensa del 1866
in cui c'è il protagonista che è un puro idealista talmente e immerso nel suo mondo morale da
sacrificare tutto anche la famiglia ai suoi ideali quindi è una figura moralmente rigida, dall'altra
parte invece c'è il Peer Gynt (per ghuint) che fra l'altro compone in Italia sostanzialmente tra Amalfi
e Ischia dove risiede per un intero anno che invece inquadra una figura che proprio diversa, ha
una sorta di leggerezza in qualche modo, è una figura che sfugge all’irreggimentazione sociale è
un opera ricca di fantasia, di salti di luoghi, di piani narrativi ed è un'opera che riceve delle aspre
critiche e anche in questo caso lui attinge ad una leggenda norvegese, la rielabora, però
quest’opera viene aspramente criticata. Scrive in una lettera ad un suo amico che è proprio
dell'anno in cui compone il Peer Gynt, decide di lavorare come fotografo cioè di restituire la realtà
dei suoi contemporanei ma di raccontarla senza alcuna compiacenza e senza alcuna epurazione
cioè di raccontare la realtà nella sua crudezza. Da qui in poi (dal 1870) c’è proprio una sorta di
conversione al realismo nella scrittura di Ibsen quindi si distacca da quella posizione romantica e
storica precedente, compone Le colonne della società (1877) poi appunto passa nel mio 1878
l'estate in Italia in Alto Adige poi in autunno si sposta a Roma e l'anno successivo compone Casa
di bambola(1879) ad Amalfi e poi qualche anno più tardi si apre agli influssi del simbolismo prima
con L'anatra selvatica (1884), il primo dramma con queste con queste caratteristiche, ma
soprattutto con Rosmersholm (1886) poi verranno altri drammi che hanno aspetti che hanno
questo influsso del nuovo movimento che lui interpreta con particolare originalità.
Casa di bambola è un testo celeberrimo soprattutto per il messaggio femminista diciamo che
questo è stata la prima interpretazione sia nella società contemporanea sia negli anni successivi: è
questa l'interpretazione prevalente; però la cosa importante al di là del messaggio veicolato dal
dramma è proprio il modo nuovo che lui ha applica per lo scavo psicologico dei personaggi.
Si basa su un caso reale e precisamente su una donna che lui ha conosciuto direttamente una
scrittrice in Laura Smith Petersen che aveva pubblicato un romanzo che si intitolava Le figlie di
Brand, una sorta di continuazione del Brand di Ibsen. I due si conoscono poi lei qualche anno più
tardi così si incontra di nuovo con Ibsen, con il marito Victor che appunto in questa vicenda nel
1876 si ammala di tubercolosi, i medici gli consigliano un viaggio in un paese dal clima più
temperato e la moglie senza la conoscenza del marito fa un prestito per poter sostenere delle
spese del viaggio e alla lunga inizia ad avere problemi con i creditori per cui ricorre alla
contraffazione delle cambiali, proprio come Nora, per procurarsi il denaro; la faccenda finisce
tragicamente perché la contraffazione delle cambiali adoperata da Laura viene scoperta, il marito
chiede il divorzio, a Laura viene negata la custodia del figlio e in seguito al prolungato stress
nervoso la donna viene ricoverata in una clinica per malati mentali e quindi c'è il nucleo
drammatico di casa di bambola e certamente Ibsen era al corrente di tutta questa vicenda di Laura
mentre lavorava a casa di bambola e lui definisce appunto una tragedia dei nostri tempi.
Che tipo di attenzione ha Ibsen nei confronti del nascente movimento femminista della letteratura
la letteratura proprio o politica? lui la conosce e la frequenta, la legge e benché non stimi
particolarmente l'autore legge un saggio di Stuart Mill che si intitola L'emancipazione della donna
del 1851 che viene tradotto in danese nel 1869 quindi lui ha l'occasione di leggerlo. Nel 1870 fa la
conoscenza di Camilla Collet che è la prima fervida propagatrice dell’ideale femminista nei paesi
scandinavi. Pubblica anche un romanzo femminista nel 1855 “le figlie del podesti” e nel 1874 ha
già scritto una serie di articoli violenti sulla sorte infelice delle donne che raccoglie in un volume nel
1877 “Dal campo delle mute”. Ibsen fa anche degli interventi pubblici in merito alla questione
femminile a Roma nel febbraio del 1879 interviene per la prima volta sul femminismo nel Circolo
degli scandinavi sulla questione del diritto del voto delle donne.

TRAMA Siamo alla vigilia di Natale e Nora rientra a casa dopo che ha fatto acquisti (regali,
dolciumi che mangia di nascosto dal marito) è sposata con Torvald Helmer che è un avvocato che
ha appena ricevuto una promozione, è diventato direttore di banca. In questa atmosfera di gioia
perché finalmente dopo anni di sacrifici e ristrettezze economiche si possono permettere di tirare il
fiato, Nora riceve la visita di un'amica che è la signora Cristina Linde e durante la conversazione
fra le due apprendiamo che sotto l'apparenza frivola e spensierata di Nora, che conosciamo fin
dalla prima scena, si nasconde un terribile segreto: in passato ha dovuto prendere una cospicua
somma di denaro da un uomo di dubbia moralità in prestito però per salvare la vita del marito che
era malato e aveva bisogno trasferirsi in un clima temperato. Nora senza dirgli nulla grazie ai soldi
ricevuto in prestito organizza lungo viaggio in Italia e ottiene il risultato desiderato perché il marito
guarisce. Il problema è che però non ha ancora estinto il debito ma soprattutto per ottenere il
denaro ha commesso un illecito cioè ha falsificato la firma del padre, che intanto era in fin di vita, e
che doveva fare da garante perché alle donne non era consentito contrarre debiti in prima persona
se non c'era appunto un uomo a fare da garante. I nodi vengono al pettine Krokfad, l'uomo che ha
prestato il denaro, è un dipendente della banca ed è diventato direttore Torvald: si presenta da
Nora e le chiede di perorare la sua causa presso il marito di fargli ottenere una promozione, ora ci
prova ma addirittura apprende che Torvald lo vuole licenziare perché è marcio ha falsificato delle
firme che esattamente è un illecito simile a quello che ha fatto Nora, lui è stato anche punito
legalmente. Torvald a quest’uomo in più non perdona che dovrebbe essere un suo dipendente,
poiché è un amico di gioventù gli dà del tu in pubblico e al suo posto vuole assumere la signora
Linde per cui ha fatto da tramite la stessa Nora. Quando Krogstad viene a sapere il licenziamento
si presenta di nuovo da Nora e la ricatta dicendo che deve convincere Torvald a non licenziarlo
altrimenti lui gli dirà tutto. Nora riprova ma Torvald è irremovibile e lo licenzierà, così Krogstad
scrive una lettera in cui racconta tutto e la imbuca nella cassetta delle lettere casa Helmer, allora
Nora si inventa lo stratagemma della tarantella che dovrà eseguire ad una festa e quindi riesce a
strappare al marito la promessa che non leggerà la posta fino all’indomani dopo la festa. Intanto
Linde che ha avuto una relazione con Krogstad prima del matrimonio di interesse *questo è anche
un altro ‘leit mo7v' che segnano i suoi drammi: la donna che si immola per il bene della famiglia e
acconsente al matrimonio di interesse sacrificando i suoi veri sentimenti* Linde la intercede e
riesce ad ottenere che Krogstad rinuncia al suo ricatto però non far ritirare la lettera perché
appunto vuole che questo segreto vuole che affiori nella vita della della coppia; i due (K-L) si
ritrovano. L’indomani sera Nora e il marito torna alla festa, Linde dice a Nora che c’è sempre la
lettera, Nora apre la lettera, la legge va in collera furioso l'accusa di essere una criminale dice di
non cacciarla casa solo per convenienza, ma che vivranno come estranei e che lei sarà
allontanata dai figli il rapporto con i figli é cruciale e lei non potrà più occuparsi di loro perché è
infetta quindi può un corrompere moralmente i suoi figli. Torvald si calma per lui è come se tutto
fosse svanito, poi arriva la seconda lettera di Krogstad con la ricevuta, con la firma falsa e lui
brucia tutto, si calma, come se tutto fosse dimenticato. E invece Nora è profondamente delusa
perché non è avvenuto quello che lei chiama il prodigio, cioè è il fatto di essere accettata per
quello che è soprattutto che il marito comprenda che lei ha compiuto un sacrificio per il suo amore
e per il suo bene, capisce invece di avere accanto un marito meschino che non ha capito né
apprezzato il suo sacrificio quindi dice di essere stata trattata sempre come una bambola prima del
padre e poi del marito e che lei stessa ha trattato i suoi figli come delle bambole quindi non è mai
vissuta nella piena consapevolezza di sé e non ho ancora trovato la sua identità. Quindi
cambiatasi d’abito, metafora per dire che c’è un cambiamento di prospettiva della sua vita. Dopo
una resa dei conti verbale con il marito se ne va nel cuore della notte e l'ultima cosa che si sente è
il tonfo della porta che si chiude. La cosa principale in realtà non è soltanto la questione femminile
ma questo testo mette in discussione anche l'inviolabilità del matrimonio e riscuote subito gli
apprezzamenti femministi; è un testo che ha una diffusione straordinaria in tutt’Europa ed è
contestatissimo e apprezzatissimo allo stesso tempo cioè genera un dibattito acceso, feroce
addirittura, ci sono discussioni continue. Dato aneddotico: Benedetto Croce ricorda di come in
Norvegia nell’inverno del 1779 sugli inviti delle feste familiari scrivesse “si prega di non aprire
assolutamente di Nora” è proprio un argomento diffuso e scottante. D’altro canto nega un suo
immediato impiego femminista non ha scritto questo testo in maniera funzionale e dice di non aver
mai consapevolmente lavorato per la ausa femminile. Lui dice: no è il problema della donna, ma di
tutta la società. È un problema sociale il fatto che non ci sia un riconoscimento di questa
componente della società e che bisogna, un caso di oppressione che lui porta sulla ribalta da un
punto di vista ufficiale. La verità è che poi gli appunti di Ibsen dell’anno precedente di Casa di
bambola troviamo disseminato una serie di riflessioni dedicati alla questione femminile. Ci sono
due nature la maschile e la femminile ma questa è giudicata col criterio proprio di quella. Nella vita
pratica la donna è giudicata dalla legge dell’uomo. Sono due leggi che governano l’anima e son
due specie di coscienza: uno è quella dell’uomo e l’altra, affatto diversa è quella della vita
giudicata proprio in base alla legge che governa l’anima dell’uomo, proprio come se veramente si
trattasse di un uomo e non di una donna. Quindi c’è proprio una prospettiva sbagliata dal suo
punto di vista. Il problema che rivela nei suoi appunti è il problema dell’autoaffermazione della
donna la presa di consapevolezza, il suo essere riconosciuta come essere umano.
Possiamo certamente proiettare su questo testo una lettura femminista che è quella prevalente in
cui si fronteggiano da una parte il marito che segue le regole ipocrite di decoro sociale e di onestà
che sono dettate dalla società dall'altra parte una moglie che le viola in nome di valori diversi e
sono appunto l'amore e l'attenzione per il marito quindi si innesca la crisi cade la figura del marito,
la donna si trasforma, cambia, si accorge appunto di non essere mai stato accettato e considerato
un essere umano con la propria dignità autonomia e parità, attua una presa di coscienza, rifiuta
perfino il suo ruolo di madre, e questo è l'aspetto più pesante, e inizia un suo itinerario: tutto deve
essere visto e poi si vedrà; in realtà e possiamo anche ipotizzare che questo finale sia aperto: è
vero che c’è il tonfo di una porta che si chiude ma è anche vero che lei dice che questo rapporto si
potrà rinnovare se ci sarà una trasformazione ma di entrambi.
Negli anni lontani, 70 c'è ancora una riscrittura comunque una continuazione della storia di Nora
dopo Ibsen: drammi che sono stati scritti per ipotizzare il seguito di questa storia.
Questo testo suscita delle reazioni anche scomposte in un certo senso, perché siamo nel 1879 e
va a contestare l'inviolabilità del matrimonio e soprattutto il dovere di essere madre fino in fondo.
Va in scena al teatro reale di Copenaghen del dicembre del 1879 e c'è un caso particolare: la
prima tedesca in cui la l'attrice protagonista la Niemann-Raabe si rifiuta di interpretare il finale così
com'è perché è troppo sconveniente e quindi dopo la battuta di Nora in cui lei dice che si deve
realizzare una tale trasformazione che la nostra convivenza diventi matrimonio c'è una modifica
che apporta lo stesso Ibsen per evitare poi manipolazioni becere: è un finale epurato dove si fa
leva proprio sul dovere di madre, non tanto sul matrimonio e sulla impossibilità di far saltare questo
obbligo formale e sociale, ma sono i figli che vengono utilizzati. Si parla di naturalismo in questo
testo perché c'è un'attenta descrizione dell’ambiente (siamo in inverno in Norvegia) c'è la prima
didascalia che è molto dettagliata, non solo descrive gli arredi della casa ma dà proprio la qualità
di questo ambiente familiare che comunque confortevole, né dà il carattere sociale e quindi questo
è senz’altro un carattere naturalista, l'ambiente che produce il personaggi. Poi come i personaggi
interagiscono con questo ambiente sia fisico sia sociale. Le azioni che vengono compiute sono
azioni autentiche che vengono portate in scena (cucire, rammentare), tutte azioni minute che
filtrano nel tessuto drammatico e che sono utili all'attore perché non ha più solo le parole a
disposizione ma può intersecare l’azione e il gesto alle parole e soprattutto quello che è
sicuramente naturalista è il modo in cui Ibsen ne costruisce i personaggi per questo c’è una
testimonianza di tutti i critici che si sono occupati di lui anche sulla base di interviste che lui rilascia
perché lui dice nello scrivere un dramma, concepito il problema, quindi lui ipotizza la situazione
l'ambiente cala dentro il personaggio e fa uno sforzo per conoscere la vita passata tutti i particolari
più minuti di quelle persone e poi incomincia a cercare l'individuo in seguito. Lui parla addirittura di
tre stesure per i suoi drammi dice che: la prima è come quando uno incontra una persona per la
prima volta per in maniera fugace e non si entra in un contatto profondo con la persona; nella
seconda stesura del dramma dice che si conoscono i personaggi come quelle persone con cui si è
avuta occasione di convivere ma per un certo tempo per esempio un luogo di cura un ospedale
dove si sono approfonditi i lineamenti del loro carattere, si sono colte delle peculiarità però ancora
non ha chiarito completamente la natura della personalità di chi ha di fronte; la terza stesura a cui
lui approda è l'ultimo stadio che è quello di conoscenza intima del personaggio quasi spirituale
proprio la conoscenza riservata ad un caro amico. *io parto sempre dall’individualismo: la scena, il
quadro scenico, l’insieme drammatico vengono da sé, e quando vedo chiaro l’individuo in tutta la
sua umanità non ci penso più. Anche nel suo aspetto esterno devo averlo davanti agli occhi, fino
all’ultimo bottone, che tono ha la sua voce. Poi non lo lascio più finché non s’è compiuta tutta la
sua sorte*
APPROFONDIMENTO PSICOLOGICO Evidentemente lui cosi in un momento di metamorfosi di
un personaggio, di una persona. E quindi lui vede come questo individuo si sta trasformando e
però è un personaggio se noi applichiamo una lettura superficiale in realtà questa virata che ha
Nora nel terzo atto sembra quasi ingiustificata e troppo repentina perché se ci atteniamo alla linea
esteriore, a quello che si dice e non tanto a quello che fa, bisogna cogliere dei segnali delle tracce
che sono disseminate nel testo perché il personaggio è il complesso e stratificato, apparentemente
è semplice, così frivolo spensierato ma non tutto è come appare a prima vista.
C'è la trasformazione del personaggio che è giustificata soltanto se andiamo a cogliere i momenti
particolari, momenti in cui già vediamo delle pulsioni del personaggio che sono contraddittorie, che
non sono pienamente consapevoli nemmeno per il personaggio perché Ibsen come lo stesso
Cechov cominciano a lavorare su un personaggio che è dotato di inconscio cioè di una profondità
per cui è un passo ulteriore rispetto alla Teresa Raquin di Zola in quanto è davvero una persona
che ci somiglia in tutto per tutto perché come noi nella vita siamo agitati da pulsioni anche
inconsce che non possiamo decodificare fino in fondo allo stesso modo anche i personaggi di
Ibsen e di Cechov hanno questa complessità interiore che non ci consente di approfondirli e
chiarirli in fondo.
TRASFORMAZIONE DEL PERSONAGGIO La trasformazione cruciale è quella della
protagonista chiaramente. Ci sono altre due trasformazioni all'interno di questo testo:
1. TORVALD che un uomo in apparenza onesto ma abile, di buon gusto che ha anche un
certo senso della bellezza, assai capace nella sua professione tanto è vero che è stato
promosso e sono tutte cose che affiorano all'inizio della vicenda; poi nel terzo atto si rivela
del tutto diverso da quello che sembrava un vile egoista, uno di corte vedute, anche
scorretto.
2. KROGSTADil cattivo di turno, colui che innesca tutta la vicenda ha proprio una sorta di
conversione quindi è qualcosa di immediato che è sollecitato dall'intervento della signora
Linde.
Tutte le trasformazioni avvengono in scena quindi sono sotto la lente di ingrandimento dell'autore e
dello spettatore. Nora è sempre presente scena tranne all'inizio del terzo atto in cui c’è il dialogo
fra Linde e Krogstad.
Non interessa tanto seguire la trama che indubbiamente c’è una serie di eventi che intrigano ma
non è tanto come andrà a finire la trama che appassiona quanto piuttosto l'evoluzione psicologica
del personaggio:
IL PERSONAGGIO DI NORA si presenta come la lodoletta e soprattutto come emerge dal
rapporto con il marito quindi capricciosa, infantile mangia dolciumi di nascosto gioca con i bambini
alla pari perché striscia fuori carponi come per spaventarli; una delle cose che apprendiamo dal
primo dialogo è che lei gioca spesso con i suoi figli, che interagisce moltissimo con i suoi figli e ha
questo rapporto molto affettuoso e molto fisico e che tutto questo viene continuamente sottolineato
nelle didascalie in cui compaiono i figli questo suo accudirli anche ma soprattutto l'atteggiamento
giocoso. A proposito della dell'importanza della maternità per Nora, al di là del modo proprio
profondo e affettuoso con cui lei vive questo rapporto, c’è il passaggio in cui lei parla con Linde in
cui c'è un resoconto degli ultimi anni della vita della sua amica in cui lei ha sottoscritto questo
matrimonio di interesse. La Duse è stata una delle prime interpreti italiane di Casa di bambola e
dei testi ibseniani in generale che erano appunto dei testi scomodi; è stata intervista in Teresa
Raquin nella versione italiana quindi affronta proprio un repertorio nuovo e in questo passaggio lei
si avvicinava in scena all'amica fisicamente quasi a cercare il contatto per significare che questo è
sicuramente un aspetto determinante per Nora, il suo essere madre, tant'è che cerca in qualche
modo di confortare l'amica perché non ha figli e per mettere ancora più luce quanto è difficile la
decisione finale di lasciare i figli perché non è una decisione semplice ma è un atto dovuto quindi
per far comprendere quanto questa scelta sia dolorosa, più si pone l'accento su questo tratto del
personaggio, sul suo essere madre, più sarà compresa l'importanza della scelta finale; quindi in
questo naturalmente bisogna dare una linea trasversale alla costruzione del personaggio.
Inizialmente vediamo Torvald come un marito affettuoso che però ha un atteggiamento da padre
nei confronti di Nora nelle parole anche nei gesti paternalistici pensiamo sempre ai gesti alle
didascalie che ritroviamo in questa prima parte del testo in cui lui la prende per il mento le pone la
mano sul capo proprio come un padre, tutto sommato abbiamo l'immagine di un uomo retto che ha
una sua stabilità emotiva, per cui la reazione dura che lui ha quando scopre la verità in merito al
prestito di Nora non è soltanto è compatibile con il quadro di persona responsabile che viene
descritto in questa prima parte ma è anche compatibile con l'atteggiamento di un padre che
rimprovera proprio spietatamente la figlia irresponsabile per aver commesso un errore per
leggerezza e superficialità qualunque sia stata la motivazione a muoverla. Però in realtà già
qualcosa viene fuori ancora prima di quella scena in merito alla vera natura di Torvald.
Lui che ha questo atteggiamento così formale così controllato, quando tornano dalla festa dove
Nora ha eseguito la tarantella dove già la spada di Damocle della lettera che è nella cassetta c'è la
signora Linde che si è trattenuta in casa, lui è cortese, cordiale, intrattiene il dialogo con lei ,sul
lavoro a maglia, e quando la signora Linda se ne va chiude la porta dietro di lei e rientra in salotto
e dice “finalmente andata*; poi ancora più grave c'è la battuta che lui dedica al dottor Rank che è
un amico di famiglia e assiduo frequentatore della casa *la doppia natura di Torvald, questo
aspetto sgradevole di Torvald che emerge; anche un altro passaggio che anche un po' inquietante
quando loro tornano dalla appunto dalla festa e dall'esecuzione della tarantella è come se lui
racconta in modo morboso con cui costruisce la sua relazione con la moglie proiettandole addosso
tutta un’immaginazione, quindi c’è del torbido che affiora sotto la superficie di questa persona
irreprensibile.

Nora non è quel personaggio infantile così ignaro di sé e lo si vede nella scena con il dottor Rank
che è una figura fondamentale perché poi di fatto ha un rapporto privilegiato con Nora è che
appunto c’è questo dialogo il dottore è un amico di famiglia, frequentatore abituale tutti i giorni,
passa del tempo con Nora e con suo marito e si vede Il dottor Rank che appende la pelliccia
all’attaccapanni durante la scena che sta incominciando ad unire anche con questi dettagli che
danno il carattere alla scena: lei naturalmente è già agitata e lui dice quello è un'espressione così
strana nel testo vi sono tutta una serie di riferimenti che sono tipicamente naturalisti e riferimenti ai
caratteri ereditari. Ora il dottore come viene detto in una battuta è malato perché è stato concepito
dal padre malato di sifilide perché era appunto un uomo che si lasciava andare agli stravizi quindi
in realtà lui paga la colpa del padre, è una forma di espiazione che spesso troviamo nella
drammaturgia di ibsen da parte delle generazioni successive; le colpe dei padri vengono pagate
dei figli ci sono anche una serie di riferimenti i più sgradevoli nella scena fra Nora e il marito al
padre e all'influsso negativo su Nora: lui era un funzionario che era stato messo sotto indagine e
proprio Torvald va a condurre queste indagini quindi non è propriamente un uomo di specchiata
virtù quindi in effetti anche questa debolezza morale di Nora dal marito viene giustificata come un
riflesso della tara genetica che viene dal padre: nel caso il dottor Rank c'è una malattia di cui lui
paga le conseguenze fino a morirne perché poi lascerà nella cassetta delle lettere i bigliettini da
visita con la croce nera per dire che li saluta definitivamente e morirà in solitudine
Nei drammi di Ibsen come i drammi il Checov il tempo presente diventa labile in qualche modo, qui
non è ancora così spiccata questa caratteristica ma già emerge come il passato condiziona il
presente cioè le colpe del passato, quello che ha commesso Nora per esempio o i cattivi
comportamenti delle generazioni precedenti viziano il presente e lo rendono in qualche modo non
possibile e questo è un segno della crisi del dramma moderno così come è stato concepito questo
l’aspetto ed è un segno della crisi del dramma moderno. C’è un testo fondamentale in merito di un
teorico ungherese che parla della crisi del dramma moderno che quello che è stato codificato nel
rinascimento e ha due elementi fondamentali: il tempo presente (dramma esplode in scena e lì si
consuma) e il dialogo; sono elementi che vengono messi in crisi da questi autori. Il presente non è
in realtà possibile perché è già stato condizionato dal passato, c’è come dire un vizio di fondo. Non
tanto in casa di bambola si vedrà ancor di più nei drammi simbolisti che poi andrà a comporre
ibsen. Questo aspetto del carattere ereditario sia un filo conduttore all'interno del dramma e sia
uno di quegli aspetti del naturalismo.

Quando lui dice riferendosi a se stesso quello che da lungo tempo mi aspetto cioè che la sua fine
sia imminente, lei gli afferra il braccio dice ‘che cosa è venuto sapere dottore deve dirmelo’ Pensa
che c'è qualcosa che la riguarda invece e fa intravedere un personaggio cinico perché in realtà lui
ha appena comunicato lui che è l'amico di famiglia con cui lei intrattiene rapporto affettuoso e
anche ambiguo, tira un sospiro di sollievo perché sta parlando di sé, ha comunicato che ormai la
fine è vicina.
Il crollo di Torvald nel chiarimento con la moglie è anche il crollo di un uomo fragile, quindi tutta
questa prosopopea che vediamo nelle prime scene è molto di apparenza e poco di sostanza e lui
ribadisce di non volerlo al capezzale.
Sorride perché comincia ad esserci già una certa comunicazione laterale tra i due.

Lei gli mette le mani sulle spalle che è un atteggiamento molto intimo c'è qualcosa che in realtà
travalica quello che dovrebbe essere il loro rapporto formale.

C'è questa sorta di attacco di gelosia nei confronti di Cristine che in qualche modo sembra che lo
stia sostituendo e lei si schernisce. Si siede sul sofà quindi cerca anche il contatto no vicino a lui
Gioca con il sentimento del dottore che tra poco viene fuori; da parte di Nora è un po' doppio gioco
che lei sta intrattenendo.
È una situazione molto intima anche se siamo nell'ambito di un rapporto platonico però lei ci sta
giocando e poi continua questo dialogo che gradualmente scivola su un terreno pericoloso. Slitta
sul tu (è una cosa appunto che non era mai accaduta) e continua questo accennato desiderio
sotteso di lui nei confronti di lei e non sa nemmeno di che si tratti. E poi lui piano piano si comincia
a lasciare andare e arriva il momento della rivelazione, lei lo gestisce alzandosi con calma e
semplicità, lei ha giocato, un gioco di allusioni che però ora gestisce i in maniera molto
consapevole e matura, quindi non è certamente quella donna infantile che abbiamo visto nella
prima parte. Il gioco si rompe lei cerca la distanza perché si alza però lo fa senza scatti perché
dice con ‘calma e semplicità’ e anche con risolutezza, poi va sulla porta dell'anticamera e fa
portare una lampada quindi genera un elemento estraneo quindi rompe questa situazione per lei
scomoda con sapienza in qualche modo.
Dice che non aveva bisogno di esporre il suo sentimento nei suoi confronti, perché lei già lo
sapeva e quindi si poteva continuare a stare così nell'ambiguità o perché lui l'ha turbata quindi non
ce n'era bisogno ma questa battuta rimane comunque ambigua.
La cameriera entra con la lampada quindi si rompe questa complicità fra in due.
“Tutto era così bello prima” quindi era bello nell’ambiguità e nel gioco e adesso è come se lei fosse
quella figura di nuovo così infantile che non avrebbe potuto gestire tutto con questo atteggiamento
così maturo e mettere il dottore al proprio posto.
Lo mette in una situazione scomoda rompendo il discorso con la lampada cerca proprio la frattura ,
ma la battuta più importante è quando lui riferendosi a lei dice “lei è un’enigma per me” ed è forse
la persona che la conosce meglio, per dire che il personaggio si può anche presentare una
maniera apparentemente lineare ma chi è al suo fianco continua a dire che è un enigma, non la
sa interpretare.
“Volevo un bene immenso a papa ma preferivo andare giù dalle persone di servizio che non mi
facevano mai prediche”, questo è un segnale di un lato istintuale e libero di Nora che comunque è
stato soffocato prima nella casa paterna ora, nella casa con il marito.
Da che cosa emerge questa sua capacità di gestire gli altri?
A proposito di una lettura che può essere applicata a Casa di bambola da una parte la lettura
prevalente è quella femminista di lei, vittima, che si libera da questo gioco per ritrovare se stessa
la sua autonomia e la sua consapevolezza dell’individuo;
Un’altra lettura di uno psicanalista tedesco un certo Groddeck che scrive proprio un saggio
dedicato a Nora nel 1910 in cui sostiene che Nora non è affatto una sprovveduta che tiranneggia
tutti e tutti manipola. Fin dall'inizio impone il suo ritmo e le sue esigenze e anche il marito che
crede di comandare in realtà lei gestisce di più la situazione familiare anche per esempio la
gestione del denaro in quanto sebbene lei ha l’incombenza di saldare, quindi deve fare i salti
mortali, però in realtà chi questo gestisce davvero l’economia e il flusso di denaro della famiglia è
lei e lo fa con assoluta consapevolezza; secondo Groddek, secondo questo psicanalista tedesco
che scrive un saggio per assumere proprio il ruolo del grande accusatore di Nora, perché se n'è
fatta troppo una vittima, un vessillo dell'oppressione, poi dice quando la situazione le sfugge di
mano tenta il grande colpo di effetto, gioca la carta della dignità femminile e rifiuta il giudizio del
marito e se ne va di casa, però secondo lui è chiaro quello che succederà perché lei tornerà a
casa e continuerà a tiranneggiare tutti ancora di più perché in effetti lei si sottrae al giudizio in
quanto viene messo in crisi il suo ruolo apparentemente subalterno ma superiore dominante e
quindi se ne va per creare una pausa per poi ritornare più forte di prima.
Il fatto che lei sia una donna consapevole lo ritroviamo in tante in tanti piccoli segni che dobbiamo
cogliere all’interno del testo, per esempio nei gesti che compie, nei negli atteggiamenti del corpo
che sono rivelatori perché se ci si affida solo al testo questo ci può sembrare che abbia uno scatto
troppo improvviso ma se si colgono i segni fisici per esempio fisici quando esegue la tarantella in
maniera invasata addirittura che dice il marito ‘sembra che ne vada nella tua vita’ e poi la critica ed
è proprio così perché lei è già sotto ricatto, lui le si avvicina e dice “non avrei mai creduto. Hai
dimenticato tutto quello che ti avevo insegnato” lei getta il tamburello come quasi un segno di una
protesta soffocata che si esprime attraverso un gesto;
Un altro momento importante quando parla con la signora Linde, nel primo dialogo, quando in
realtà dice ma non confessa, insinua, in cui parla di questa necessità che lei ha avuto, la signora
dice “ma come è stato possibile, tutti questi soldi 1200 dallari, 4800 corone, li hai vinti a lotteria?
Dove le hai prese?” Nora ‘sorride misteriosamente’ nel primo personaggio, che c'è stato costruito
nelle prime battute; comincia ad avere nelle battute un atteggiamento quasi di sfida (una donna
sposata non può fare prestiti senza il consenso del marito). Lei getta il capo all’indietro come se
fosse un atteggiamento di sfida, si adagia all’indietro sul sofà come una donna consapevole e
sicura di sé. Mantiene questo atteggiamento anche cauto, in cui dice ma non confessa. Fa
un’operazione di manipolazione sull'opinione della sua amica perché in realtà non si apre fino in
fondo quindi è cauta e accorta, non è una sprovveduta come inizialmente il testo ci vuole lasciar
credere. Sempre in questo gioco con il dottor Rank, mente spudoratamente sui dolciumi, smente
che siano merce di contrabbando e afferma che gli li ha regalati Cristina, mette in bocca un dolce
al dottore con questo atteggiamento seduttivo di chi sa che può farlo e stiamo ancora prima della
rivelazione quindi questo gioco sotteso di seduzione, anche i gesti sono espressivi.
Poi in che cosa capiamo che lei è ben consapevole di poter manipolare gli altri, di avere gli
altri sotto controllo? Quando dice “sarebbe una tale umiliazione per Torvald, per il suo orgoglio
maschile, aver coscienza, e dovermi qualcosa. Sposterebbe tranquillamente i nostri rapporti.”
Quindi questo rapporto apparentemente subalterno è invece ben governato da lei che sa come
governarlo e poi le strategie che attua rivelano una certa furbizia, per esempio quando tenta di
distogliere il marito dai suoi intenti cioè licenziare Krogstad, a leggere la lettera, si inventa appunto
delle strategie come quelle della tarantella, lo alletta proprio dicendo “solo tu mi puoi aiutare”
quindi lo sottrae a quelli che sono i suoi impegni per condurre il gioco finché può.
A proposito dei segnali quali sono quelli della natura controversa di Torvald? Oltre i due
passaggi dove si vede che effettivamente è un personaggio ipocrita, e uno che è preoccupato solo
della forma, perché la cosa che gli preme di più e cacciare Krogstad, perché mette in discussione
proprio la gerarchia dandogli del tu in pubblico quindi lui appunto non vuole che sia alterato l'ordine
sociale.
Dopo la festa il dottor Rank lascia il bigliettino nella cassetta della posta, che è un altro momento in
cui viene fuori una natura sgradevole di questo personaggio, dice “era così unito a noi, non posso
figurarvi la nostra vita senza di lui, con le sue sofferenze e la sua solitudine, egli costituiva lo
sfondo di ombra al quadro luminoso della nostra felicità”. Quindi un'affermazione che è fra la
cattiveria, il cinismo, espressa nei confronti di un amico di famiglia, quindi è qualcosa che ci
anticipa la reazione del personaggio e ce lo spiega.

Poi nel testo vi sono una serie di gesti che rivelano lo stato d'animo transitorio di Nora, per
esempio quando primo atto alla vista di Krogstad lei va verso la stufa e attizza il fuoco, che è il
classico atteggiamento di chi cerca di comprimere un’ansia e poi fingendosi subito dopo frivola per
mantenere quella apparenza dice, parlando con l'amica, “Non parliamo più di affari, è così noioso”
quindi subito recupera quell’atteggiamento. E poi ancora quel momento in cui quello che fa il
personaggio, che ci rivela il suo stato interiore, rimane qualche tempo soprappensiero poi si scuote
dopo che Krogstad è andato via e dice “Ma che ha voluto mettermi paura”. Comincia a raccogliere
i soprabiti i bambini ma si arresta quasi subito, compie delle azioni ancora nella didascalia
successiva, prende un ricamo da qualche punto, ma presto si interrompe, o ancora si mette ad
addobbare l’albero, tutti gesti che lei fa, che sono rivelatori dello stato d’animo profondo del
personaggio, che in realtà non sono espressi a parole, ma attraverso in questo caso con
l’interazione con gli oggetti e con l’ambiente. Quindi noi comprendiamo la sua agitazione che lei
tenta di dissimulare attraverso queste azioni.
Altro gesto molto significativo si nota quando, parlando con il marito e lui esprime un giudizio
fortemente negativo di Krogstad dice “ ti giuro mi sarebbe impossibile lavorare con lui, provo
letteralmente un malessere fisico accanto a persone di quel genere”, quindi una persona si è
macchiata dello stesso illecito di Nora e lei ritira la mano e va dall'altra parte dell’albero come se lei
in questo momento sentisse proprio che schiaffeggiata quindi rifiutata, la reazione fisica è quella di
togliere la mano e allontanarsi, il tutto viene dissimulato dalle parole, dalla banalità “Come fa caldo
qui, ed io ho ancora tanto da fare”. Quindi cosa rivela il personaggio? non ciò che dice ma ciò
che fa, e quindi tutto questo lavoro nella costruzione del personaggio che viaggia su canali diversi.

A proposito del rapporto Krogstad-Linde è una sorta di contraltare del rapporto fra Nora e il
marito; c’è un chiarimento anche qua , però non ci sono dei segni che anticipano questa
evoluzione, questa è quasi fondata sul nulla. Sappiamo dei personaggi che Krogstad è stato
rifiutato della società e che sta cercando di riabilitarsi; la signora Kristine Linde è la donna che già
in passato si è immolata per salvare la sua famiglia, per sostenerla economicamente, e in effetti
ripete la stessa situazione cioè lei ha bisogno di uno scopo nella vita, di uno scopo morale, che è
quello che dice lei “accanto a me sarebbe diventato un altro uomo ne sono certo e questo non
potrebbe accadere ancora?” (La signora linde a Krogstad). Fra i due si cementa di nuovo l'Antico
rapporto.
Questo è un difetto che talvolta troviamo nelle storie parallele secondarie di Ibsen, in cui c'è una
ricomposizione rapida perché mentre l'evoluzione, la metamorfosi, la trasformazione dei
personaggi principali è appunto anticipata da quei segni premonitori in qualche modo nel loro
comportamento, qui invece c’è un passaggio rapido, perché in fondo è come se Ibsen fosse
ancora debitore di quel modello della Piece bien faite, cioè di una situazione che arriva ad una
acme drammatico, che poi si scioglie e arriva alla rapida conclusione che vediamo qua. Con
questa caratteristica di trovarci difronte alla signora Linde che è un personaggio leitmotiv
ibseniano, che è la donna che si sacrifica, un tratto del carattere che ritroveremo anche nelle
donne protagoniste dei drammi successivi quindi è qualcosa che rimane nella drammaturgia di
Ibsen.

È possibile che Ibsen conoscesse il concetto greco di Ghenos cioè del fatto che gli errori morali
soprattutto siano trasmissibili di padre in figlio? Per come sono strutturate le sue opere è molto più
determinante la rigidità morale della Norvegia contemporanea cioè di un modello sociale che
opprime l'individualità, la orienta, quindi è come se effettivamente non ci sia libertà di azione,
questa è la cosa che emerge di più, non c'è libertà di sentimento, non c'è libertà di affermazione di
sé. Questo chiaramente adesso in Casa di bambola è sottolineato nei personaggi femminili e
abbiamo visto come sia fortemente sottolineato questo aspetto, ma in generale c'è un modello di
società, è come se ingabbiasse l'individuo, c'è un moralismo proprio che opprime e ostacola
l’autoaffermazione.

Nel rapporto tra Nora e il dottor Rank lei ci pensa di chiedere i soldi al dottore, ma la frena
probabilmente il fatto di essere debitrice, la frena una forma di ipocrisia tutto sommato cioè il fatto
che il gioco sia stato scoperto quindi che lei non possa continuare a navigare nell'ambiguità e
quindi è come se questa cosa cambia, modifica il rapporto fra i due ora può essere più o meno
accentuata cioè la scena può essere recitata dall'attrice con più autorevolezza, più rigidità e quindi
far emergere proprio questa sua natura forte autonoma cioè più è deciso il modo in cui lei conduce
alla scena con il dottore dopo la rivelazione, più il personaggio si staglia con una sua autonomia
ancora prima della rivelazione con il marito che poi è proprio la classica situazione del dramma in
cui lei dice 'sediamoci e parliamo’ cioè il momento rivelatore diventa quasi poi un topos all'interno
della drammaturgia al momento del chiarimento che vediamo successivamente.

Nelle varie riflessioni di Ibsen una cosa più importante non è la questione femminile in se è che se
non si risolve la questione femminile proprio la società stessa ha un effetto claudicante, è un
problema sociale, non della singola categoria. Di fronte allo stato di agitazione di Nora ad un certo
punto il dottor Rank fa riferimento ad una ipotetica gravidanza di Nora come a giustificare questo
atteggiamento intemperante, è questo il tema della maternità tra l'altro è un tema ricorrente della
maternità o negata o vissuta con difficoltà, questo è un aspetto che è molto ben tracciato nel
dramma, cioè il rapporto fra Nora e i figli può diventare davvero un buon elemento per costruire il
personaggio per dare una struttura drammatica, quindi le didascalie dedicate all'interazione con i
bambini quando tornano con la bambinaia sono importanti perché da una parte danno il segno del
rapporto con i bambini, dall'altra ci danno anche la dimensione di un personaggio che comunque è
istintivo e che comunque dà alla sfera affettiva un grande valore, quindi viene sostenuta l'idea che
lei abbia agito solo per amore del marito e in perfetta buona fede, però viene giudicata con la
legge degli uomini, cioè questa sua dimensione affettiva non viene proprio valorizzata, è questa il
famoso prodigio mancato, la cosa che la ferisce di più, il fatto che innesca in lei è comprendere di
essere stata accanto ad un estraneo per 8 anni, quindi di non aver condiviso davvero nulla con
questa persona. Non si può negare che ci sia un passaggio brusco proprio del personaggio, però
tutto sta ad esaltare quei piccoli indizi prima della scena di chiarimento, se si recita soltanto la linea
esteriore del personaggio appare del tutto ingiustificata questa reazione, anche infondata tutto
sommato il personaggio non viene costruito nella sua complessità la scena sembra proprio
‘appiccicata’.
Non c’è una comunicazione tra i due si deve comunque rapportare al tempo storico, fine
Ottocento e ad una situazione in cui comunque c'è un rapporto subalterno che viene reso fin dalle
prime battute cioè l'atteggiamento paternalistico in effetti lui è più un padre che un marito, quindi
qualcuno da temere, anche se poi lei effettivamente è riuscita a costruirsi una sua autonomia
all'interno di questo rapporto, perché comunque ha fatto le sue scelte in maniera molto decisa e
molto consapevole, ha contratto un prestito anche commettendo un illecito, andando contro la
legge però lei ha seguito la sua legge morale soltanto che non la può condividere perché è di
fronte ad un uomo rigido e moralista. Cioè il rapporto fra una società oppressiva che mantiene un
aspetto formalmente ineccepibile dove però sotto c'è il marcio, il marcio che affiora attraverso il
personaggio che paga le conseguenze di un comportamento dissennato del genitore; c’è una
superficie che sembra apparentemente perfetta e compiuta e sotto però ci sono delle cose che
ribollono e quindi c'è questo rapporto difficile tra l'individuo e la società, senz'altro un tema
dominante, non solo la donna che paga un prezzo maggiore.

Torvald è un uomo fragile, è molto costruita questa sua impalcatura sociale che viene subito
messa in crisi, in fondo lui è un debole. In quel passaggio in cui il dottor Rank dice di non volerlo al
capezzale vuol dire che non è capace di sostenere questo.

Una linea interpretativa più recente è che ciascuno dei personaggi in fondo indossa una maschera
che quella che viene attribuita, c’è una curva di mascheramento di quella che è la propria natura

Nora per sfuggire alle regole andava nelle cucine appunto, anche in Strindberg c'è questa cosa di
andare verso le classi sociali magari più basse perché lì si vive la vita in maniera più piena quindi
in lei c’è questa voglia, effettivamente è compressa all'interno di questo meccanismo borghese
organizzato e comunque alla fine lei rifiuta; poi c'è la forma di ribellione che è un tema ricorrente
che non tempre poi si risolve nella fuga, molto più spesso c'è la decisione di rimanere, o il
vagheggiare di un passato positivo, di qualcosa che si è perduto e che quindi si continua ad
accarezzare nella vita presente come una sorta di linfa vitale, oppure si accetta e si muore
moralmente interiormente all'interno di questo aspetto. Qui invece una scelta di libertà e la visione
di una cambiamento possibile.

Lei si adatta al ruolo che le viene attribuito, conformata ad uno schema prefissato, l’uniformarsi il
l'adattarsi all'interno di uno schema prefissato di un ruolo precostituito, cioè come se lei poi presa
consapevolezza della necessità di essere un individuo si stacca da quella da quel vincolo anche
se questo comporta sacrificio e il più grande è quello di lasciare i figli non è quello di lasciare il
marito che lei non ha alcun tentennamento da questo punto di vista. Infatti non a caso il finale
modificato che viene rappresentato in Germania e batte proprio sulla visione dei figli che la
convince a rimanere non l'insistenza del marito e lui usa anche in maniera meschina i figli per farla
rimanere.

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