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Casa di bambola – Henrik Ibsen

Genere e autore : ”Casa di bambola” è un’opera teatrale di Henrik Ibsen, autore


norvegese che attraversa il passaggio da romanticismo a realismo, per poi dedicarsi
maggiormente al naturalismo. Per la precisione, “Casa di bambola” è un dramma
borghese. Il genere del dramma è quello che ha caratterizzato maggiormente la
carriera letteraria di Ibsen, soprattutto il suo teatro, che esordisce nel 1850 con la
sua prima fase, ovvero la fase del teatro romantico e storico nazionale. Tuttavia, a
partire dagli anni 60 dell’800 Ibsen si staccherà dal teatro nazionale e la sua voce
ribelle (influenzata anche dalla sua esperienza di vita all’estero tra il 1861-1891) lo
porterà a dare l’avvio alla seconda fase del suo teatro, fase in cui scrive drammi
importanti come “Peer Gynt” e “Brand”. Nella terza fase del suo teatro Ibsen
abbandona totalmente il teatro nazionale romantico per approdare allo studio
moderno, ed è dunque la fase del dramma borghese, ovvero un componimento
teatrale che rappresenta personaggi della piccola e media borghesia o dei ceti
cittadini agiati ma non appartenenti alla nobiltà e ne descrive la vita quotidiana, le
disavventure, le aspirazioni.
Trama e personaggi principali: I protagonisti di questo dramma sono Nora e
Thorvald Helmer, una giovane coppia di genitori che, all'inizio della storia, sembrano
avere davanti un brillante futuro. Thorvald è stato promosso direttore di banca, il
che significa che il loro status sociale e la loro economia migliorerà notevolmente.
Questo è qualcosa che entusiasma particolarmente Nora, che ama la vita materiale
del consumo, dove non deve mancare nulla. Anni fa però, Thorvald era malato di
stress, il ché ha fatto agire Nora falsificando la firma su un certificato di debito e
prendendo in prestito denaro in modo che la famiglia potesse trascorrere un anno in
Italia. All'esterno, la gente pensa che abbia ricevuto i soldi dal padre malato
terminale, ma in realtà Nora ha preso in prestito i soldi dal procuratore Krogstad
senza dirlo a Thorvald. Questo è un punto fondamentale della storia perché è quello
a cui tutta la vicenda gira intorno. Il problema sorge quando Krogstad affronta Nora
per aver favorito il suo licenziamento alla banca di Helmer per far entrare al suo
posto la sua amica Kristine Linde. Krogstad minaccia dunque Nora di rivelare tutto a
Thorvald. Nel tentativo di nasconderlo a suo marito, Nora subisce una
trasformazione da bambola a donna adulta cercando di fare la cosa giusta. Tuttavia,
Helmer finisce per scoprire l'accaduto si infuria con lei, insultandola e ordinandole di
non occuparsi più dei figli, in quanto non ne fosse in grado. All'inizio vuole quindi
disarmarla, ma poi cambia idea e la perdona, in quanto riceve una lettera di
Krogstad in cui comunica il suo pentimento e consegna la ricevuta di pagamento. Ma
nonostante il perdono di suo marito, Nora si è finalmente resa conto dell'uomo che
ha sposato e non può perdonare la sua reazione. Dopotutto, lei ha commesso
quell'errore per amore di lui, ma Thorvald non lo capisce, si preoccupa solo della sua
perdita di status. Inoltre, Nora capisce finalmente e improvvisamente come fino ad
ora lui l'abbia percepita solo come una donna e una moglie e non come una sua pari,
e non vuole continuare a vivere in quel modo. Decide dunque di lasciarlo insieme ai
bambini, che non si sente in grado di educare, e giudica il suo matrimonio come se
non fosse mai esistito. Riconsegna quindi l'anello nuziale a Thorvald e se ne va via
alla ricerca della propria identità, non più quella di moglie e madre devota.
Contesto storico e temi: Per capire perché "Casa di bambola" sia diventata una
storia così iconica, bisogna capire il contesto storico-culturale in cui il testo è stato
scritto e in cui è ambientato. Il dramma di Ibsen è del 1879, e quindi risale al periodo
della storia letteraria che i danesi in particolare chiamano "Det Moderne
Gennembrud", ovvero la svolta moderna. È un periodo che va dal 1870 al 1890 ed è
caratterizzato da ruoli di genere fissi sia per gli uomini che per le donne. Gli uomini
erano i capifamiglia, mentre le donne venivano allevate a una vita di mogli e madri
in cui erano apprezzate qualità come la castità, la sottomissione, la bellezza e la
modestia. Le donne in quel momento non avevano il diritto di voto, avevano
pochissime opportunità di istruzione e nessuna autorità sui propri figli se volevano
divorziare. Se si tiene conto di questo preconcetto, non c'è da meravigliarsi che la
storia metta in discussione il ruolo e lo status delle donne nel matrimonio e nella
società in generale. Si può solo dire che è un grande tratto caratteriale per Nora il
fatto che finisce per prendere quella che può essere descritta solo come una
decisione rivoluzionaria quando sceglie di lasciare suo marito e i suoi figli.
Rompendo con le norme della società, finisce per diventare una donna più
indipendente, almeno dal suo punto di vista. Inoltre, questo periodo storico ha
segnato un profondo cambiamento nella traduzione letteraria: Durante la svolta
moderna, gli scrittori e gli artisti iniziarono a rappresentare di più il reale e il
realistico, piuttosto che rappresentare l'ideale di perfezione e di bellezza a cui
ambiva il romanticismo. In questo periodo sono stati affrontati temi relativi ai ruoli
di genere, alla società, al matrimonio, alla resa dei conti con le norme e alla faida
morale, che Henrik Ibsen riesce a ritrarre in "Casa di bambola". Al termine
dell'opera, Nora evade dalla "casa delle bambole", dove ha vissuto a lungo, e decide
di lasciare marito e figli. Qui diventa una donna più indipendente che prende da sola
questa decisione rivoluzionaria. Questo è un qualcosa che nessuno si aspettava da
lei, men che meno Thorvald, ovvero il fatto che potesse prendere decisioni così
importanti in autonomia, in quanto fosse una donna. Tuttavia, Nora compie questo
salto evolutivo solo alla fine del dramma, mentre durante tutto il primo, il secondo e
metà del terzo atto vediamo comunque la sua subordinazione al marito e la sua
accettazione del ruolo di moglie e madre devota, in quanto si mostra sempre molto
accondiscendente e rispettosa di suo marito. Così come Nora, anche Thorvald
rappresenta le norme dell'epoca, ovvero l'uomo capofamiglia nella società
patriarcale. Thorvald è molto autoritario, poiché controlla sia Nora che le finanze
della casa. Nella storia appare come un uomo orgoglioso che si preoccupa
profondamente dei valori familiari dell'epoca, del suo status sociale e di ciò che gli
altri pensano di lui. A quel tempo, la borghesia si aspettava che l'uomo si prendesse
cura della propria moglie e mai il contrario. Questo punto di vista cambia per
Thorvald, poiché Nora ha contribuito alle finanze della famiglia, prendendo in
prestito denaro da Krogstad all'insaputa di Thorvald. Quando il segreto viene fuori,
l'uomo rimane sconvolto. Ha paura che i cittadini del paese scoprano che sua moglie
lo ha salvato, ma non appena scopre che questo segreto rimarrà tra lui e Nora, si
calma. Inoltre, non mostra alcuna gratitudine nei confronti della moglie quando
scopre che lei ha agito per salvargli la vita, e questo porterà alla distruzione del loro
matrimonio.
Commento personale: Quando ho scoperto della decisione di Nora di lasciare i
bambini non ne ero molto felice. L'idea stessa che una donna potesse abbandonare i
suoi figli era abbastanza estranea e incomprensibile per me da distogliere il mio
interesse dal dibattito sociale più profondo che invece è presente nella storia , e che
è ancora attuale oggi per la società che si è sviluppata. Ma questo mio pensiero
istintivo forse testimonia anche la tendenza di noi umani a credere
automaticamente che le norme della società siano anche quelle moralmente giuste.
Ma è vero? A questa domanda è difficile rispondere.

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