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Discorso di Pericle

Sul finire del 431 a.C. Pericle tenne un discorso ad Atene per la commemorazione dei
caduti dopo il primo anno di guerra. Nella prima parte Pericle esalta la potenza di Atene e
delle poleis sue alleate, elogiando gli antenati che hanno trasmesso la città di Atene ai loro
padri e successivamente a loro stessi. Esalta la democrazia, che viene esportata in altre
poleis della Grecia, prendendo Atene come esempio. Sottolinea lo stile di vita ateniese,
diverso da quello spartano. Sparta è definita “grande caserma”, per il duro addestramento
fisico a cui sono sottoposti i giovani. Mentre gli Spartani dedicano la loro vita
all’addestramento militare, gli Ateniesi affiancano all’allenamento il tempo libero e lo
svago, non a discapito della potenza militare. Pericle sottolinea che nessuno ha mai
combattuto contro l’intera potenza ateniese, perché Atene è solita ingaggiare battaglia con
piccoli contingenti di armati. Esalta le frequenti festività che vengono celebrate in onore
delle divinità. Elogia l’egemonia marittima ateniese che favorisce lo sviluppo del
commercio. Grazie ad esso, ad Atene affluiscono merci da ogni parte del mondo. Pericle
esalta il modo di pensare e la capacità di riflessione degli Ateniesi che non sono impulsivi
ma ragionano sul modo corretto di agire. I cittadini si occupano sia delle questioni
pubbliche sia di quelle private e chi non partecipa attivamente alla vita politica viene
considerato inutile. Infine, Pericle commemora i caduti affermando che sono andati in
contro ad una morte felice sapendo di morire senza viltà e per proteggere la patria.

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