Strumenti utilizzati:
Descrizione:
Se si aggancia un peso ad una molla appesa verticalmente, la trazione dovuta al peso
fa allungare la molla e provoca la comparsa di una forza elastica di richiamo nella
molla che tende a riportarla alla sua condizione iniziale. L’estremo a cui è agganciato
il peso si mette a oscillare sotto l’azione opposta delle due forze. Le oscillazioni via
via diminuiscono e la molla si porta a un nuovo stato di equilibrio. Se il peso non è
troppo grande, cioè tale da deformare in modo permanente la molla, quando viene
sganciato la molla ritorna alla lunghezza iniziale. In questo caso si dice che si è entro i
limiti di elasticità della molla e c’è una legge importante che lega la forza applicata e
l’allungamento della molla.
Per indagare il comportamento di una molla sotto trazione, si sono utilizzate due
molle.
Si è sospesa la prima al sostegno rigido e se ne è misurata la lunghezza a riposo, cioè
senza nessun peso agganciato.
Successivamente si è misurata la massa del primo peso e lo si è appeso alla molla.
Quando questa ha smesso di oscillare, si è misurata la nuova lunghezza e
l’allungamento prodotto come differenza tra la nuova lunghezza e quella iniziale.
Nelle prove successive si è aumentato il numero dei pesi da appendere alla molla. Per
ridurre le incertezze di misura, le loro masse sono state misurate insieme.
Le prove sono state in tutto sette. Si è ripetuto lo stesso procedimento sperimentale
anche per la seconda molla.
Prelievo dei dati sperimentali:
Molla n .1
Molla n. 2
Si sono riportati i valori delle grandezze misurate in ciascuna delle sette prove
eseguite con ciascuna molla nelle tabelle “Molla n.1” e “Molla n. 2”, il cui
modello che ci è stato fornito in laboratorio (le prove corrispondono alle righe
delle tabelle mentre le colonne corrispondono alle grandezze misurate
direttamente o indirettamente nelle singole prove).
In particolare :
- nella prima colonna la massa (m ± ∆m) in g;
- nella terza colonna l’allungamento (L−Lo) in cm;
- nella quarta colonna l’errore assoluto dell’allungamento ∆(L−Lo) in cm.
Possiamo osservare che per entrambe le molle i valori di k ottenuti nelle singole
prove sono confrontabili entro gli errori e che quindi k è costante. Questo prova
che entro i limiti sperimentali P e (L − Lo) sono direttamente proporzionali.
Conclusioni:
per la molla 2:
P= (150 x 10¯³ ) x (L−Lo) con P in N e (L—Lo) in cm,