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PASQUALE C ITERA
Cultore della Materia in Musica Elettronica
presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma
www.citera.xyz
pasqualecitera81[at]gmail[dot]com
I NDICE
II Nella Danza 4
IV Nella Musica 8
V Bibliografia 10
Sommario
L’elemento imprescindibile tra tutte le arti, l’unica dimensione nella quale non c’è dato
modo d’avere controllo subendone gli effetti in modo irreversibile è il TEMPO. Ci è dato invece
misurarlo, quindi al di là di una oggettiva e scientifica misurazione, nel campo artistico questo
studio sul modo di distribuire e svolgere gli eventi porta a concepire tale entità astratta ed
immutabile come qualcosa che si può piegare ai fini della creazione e che, come vedremo,
ha derivazioni ed implicazioni completamente diverse a seconda dell’ambito artistico di
riferimento. Una conoscenza più completa possibile sui diversi modi di concepire il tempo nelle
arti, può essere sicuramente utile alla creazione di spettacoli di teatro musicale dove vengano
altresì prese in uguale considerazione sia l’aspetto temporale-ritmico musicale che gli altri
svolgimenti del tempo artistico.
pre chiaramente, in cui la transizione circola da per la comprensione degli elementi teorici
sempre, preparata da un graduale e consa- che caratterizzano un elemento così centrale
pevole trapasso, musica in cui gli strumenti ed anche così variamente interpretato nella
cantano con voce nuova e anche tutta l’orche- concezione artistica.
stra, indicibilmente struggente e cromatica,
è nuova. Nel dramma, con atto unico, in cui è
soppressa la distinzione fra i pezzi dell’opera
a numeri, il procedimento del leitmotif acqui-
I. N ELLE A RTI
sta particolare rilievo. Questo atteggiamento F IGURATIVE
tendente all’onnicomprensività continua nel
XX secolo passa attraverso varie fasi e stili, nelle arti plastiche, figurative e
in cui ogni compositore cerca la propria via
all’integrazione delle varie arti in una per-
Isemplice,
L TEMPO
visive è forse quello che, all’apparenza più
pone invece più problemi dal punto
formance che sia unica, ovvero dell’una che di vista della formalizzazione. Ad uno sguar-
racchiuda tutte le altre, e paritaria creando do superficiale, il tempo in questo tipo di arti
cioè, un giusto equilibrio tra tutti gli elemen- è visto solo nel senso del divenire, ovvero l’o-
ti in modo che siano tutti parte integrante pera si relaziona con lo scorrere del tempo
dell’opera finale. L’elemento imprescindibile nei momenti della creazione, inizio e fine e si
tra tutte le arti però l’unica dimensione nella cristallizza in un aspetto, per così dire, dia-
quale non c’è dato modo d’avere controllo ed cronico. Ne subisce in seguito solo il corso in
in quanto tale ne subiamo gli effetti in modo quanto opere soggette ad una naturale e fi-
irreversibile, ovvero il TEMPO. Ci è dato inve- siologica usura. In realtà nel mondo dell’arte
ce misurarlo, quindi al di là di una oggettiva figurativa - semplifichiamo circoscrivendo qui
e scientifica misurazione, nel campo artistico per comodità alla sola arte pittorica - vi si pos-
questo studio sul modo di svolgere gli eventi sono ritrovare i tre elementi fondanti della
porta a concepire tale entità astratta ed im- nostra misurazione del tempo, ovvero passato,
mutabile come qualcosa che si può piegare presente e futuro. Essendo, quasi per la tota-
ai fini della creazione e che, come vedremo, lità delle opere, arte statica, più che misurare
ha derivazioni ed implicazioni completamen- lo scorrere del tempo ne cristallizza una parte,
te diverse a seconda dell’ambito artistico di un aspetto in particolare ponendosi così, fuori
riferimento. Una conoscenza più completa dal continuum a cui siamo abituati/costretti.
possibile sui diversi modi di concepire il tem- Avremo quindi la cristallizzazione di even-
po nelle arti, può essere sicuramente utile ti - scene e luoghi del passato o dell’attuale
alla creazione di uno spettacolo di teatro mu- che diventerà presto passato, quindi un pro-
sicale dove vengono altresì prese in uguale cedimento teso alla conservazione di alcune
considerazione sia l’aspetto appunto musicale immagini che il divenire del tempo cancella -
e teatrale ma anche quello visivo - figurativo che interessa gran parte dell’arte pittorica.
e dei movimenti del corpo.
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P.C ITERA • IL TEMPO NELLE ARTI • I NELLE ARTI FIGURATIVE
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P.C ITERA • IL TEMPO NELLE ARTI • II NELLA DANZA
De Beauchamps, sono in francese. La presenza di parole in italiano indica chiaramente il trasferimento diretto dal
linguaggio musicale a quello della danza, dato che come è noto, la lingua più usata per la musica era l’italiano.
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P.C ITERA • IL TEMPO NELLE ARTI • II NELLA DANZA
za classica4 quindi diventa arte a sé, indipen- reutiche per poi ritrovarsi unite al successivo
dente, quindi sviluppa un concetto temporale accento forte.
proprio che, come detto, sarà a metà tra de- Discorso completamente diverso è quello le-
rivazione musicale e descrizione cinetica. A gato alla danza moderna e contemporanea.
parte espressioni di movimenti estemporanei Dati gli influssi innovativi che il pensiero ar-
che potremmo definire, per continuare a mu- tistico del nuovo secolo porta con sé, si ha
tuare termini dalla terminologia musicale, di anche nella danza un cambiamento radica-
passaggio, le posizioni della danza classica le. Si eliminano tutù e vesti folkloristiche,
restano le stesse anche se via via arricchite, il linguaggio delle punte e buona parte delle
fino al XX secolo. i passi sono degli insiemi usanze precedenti.6 Innovatori come Isado-
di movimenti che amplifica ed estremizzano ra Duncan o Martha Graham - che teorizza
in modo irreale i comportamenti più eleganti un concetto del tempo interno, pulsioni co-
del corpo umano. Ogni passo è composto quin- me alternanza di contrazione rilassamento -
di da diverse posizioni combinate tra di loro o ancora Béjart che si ispira alla plasticità
e, continuando con le analogie, quel che in della pittura italiana e che per primo ha usa-
musica viene tradotta con legatura d’espres- to musica concreta o d’avanguardia nelle sue
sione o di portamento non sono nient’altro coreografie. Indubbiamente lo spessore medi-
che l’intero passo nella danza. Ne conviene tativo che percorre l’opera d’arte del XX e del
che, un passo può avere un numero vario di XXI secolo le conferisce un carattere filosofico.
movimenti non per forza corrispondenti stret- Come fa notare Carboni
tamente alle misure della musica durante le
La danza come tutta l’arte contem-
quali si realizza la coreografia. Questo vuol
poranea è diventata un qualcosa
dire che su misure pari potremmo avere un
che dà da pensare.7
numero dispari di movimenti o viceversa. La
corrispondenza perfetta in quanto ad attacchi A partire da questo assunto è interessante
quindi tra balletto classico e musica è para- soffermarsi su un elemento che essa offre al-
dossalmente legata solo agli accenti forti. I la riflessione comune: il nesso tra materia
tempi della danza infatti sono derivanti inevi- e forma, cioè tra corpo, gesto e movimento.
tabilmente da quelli del corpo, dunque come Un tema il cui ripensamento apre la possibi-
TEMPO inteso circa il complesso delle figure lità di entrare nel valore della visione coreu-
in un dato intervallo viene considerato co- tica attraverso un significativo slittamento
me l’eventuale compimento di un insieme di del tempo sullo spazio. Nella danza, gesto
gesti che, per grazia e naturalezza hanno du- e movimento aderiscono perfettamente alla
rate proprie che possono differenziarsi solo in realtà corporea. La forma cioè fa tutt’uno con
quanto lenti o veloci. Prova ne è l’esistenza di la materia. Non è un principio che fissa e sta-
due soli macro termini per indicare gli anda- ticizza. Al contrario, è elemento soggetto al
menti ovvero i già citati Adagio ed Allegro.5 tempo e al divenire, un qualcosa di connesso
Da un accento (musicale) forte all’altro vi è alla mobilità ed alla temporalità e, dunque
una certa sospensione di coerenza tra le due una bellezza che passa senza mai reificarsi in
arti data proprio da questa differenziazione una figura statica. Per dirla con le parole di
nello scorrere del tempo ovverosia la musi- Iberty:
ca segue le regole decisamente più ferree del
tempo metronomico, il ballo quello del tempo Il gesto è il motore interno del cor-
corporale e del compimento delle figure co- po, la forma non si aggiunge al-
la materia ma la penetra. In al-
4 Per semplice comodità nel trattare l’argomento di questo scritto, semplificando si considera come immutata la
danza accademico-classica fino agli inizi del 1900, ignorando in questa fase volutamente le numerose evoluzioni, ma
tenendo solo come base l’esistenza della prassi consolidata dal 1600.
5 In realtà l’allegro nella danza si divide in grande, medio e piccolo allegro.
6 M. PASI e D. R IGOTTI , Danza e balletto, ETA. Enciclopedia Tematica Aperta, Jaca Book, 1993
7 M.C ARBONI , Non vedi niente lì? Sentieri tra arti e filosofie del presente, Castelvecchi, Roma 2005.
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P.C ITERA • IL TEMPO NELLE ARTI • III NELLA RECITAZIONE
tre parole gesto e movimento sono proprio l’elemento temporale, in una rappre-
forma carnale o, potremmo dire, sentazione teatrale, è ciò che ne determina
forma temporale carica di potenza più di ogni altra cosa le caratteristiche di al-
immaginaria.8 terità rispetto all’esperienza quotidiana.10 La
durata della rappresentazione come evento
Questo sembra suggerire l’arte coreutica. Per nella storia del teatro, fu definita in ogni epo-
comprendere fino a fondo il suo valore dovrem- ca con modalità differenti. Nel teatro greco, il
mo quasi immaginare il visibile liquefarsi nel- tempo della rappresentazione coincideva con
l’invisibile, lo spazio nel tempo. Perché le linee la durata di una intera giornata, spesso coin-
danzano, senza simulare l’aspetto esteriore cidente con il tempo rappresentato nel testo
delle cose. Perché la danzatrice e il danzatore (vedi l’esempio della tetralogia dell’Orestea
non si muovono in uno spazio oggettivo ma di Eschilo, che si apre all’alba concludendosi
sono pupille su un mondo sommerso nei loro con il calare del giorno). Nel teatro medioe-
corpi. Infine perché lo spazio vivente di questi vale si estese fino a comprendere, in alcuni
corpi si fa, potremmo dire, chiaroveggenza del misteri, anche venticinque giorni consecuti-
tempo.9 vi. Nel teatro colto del Cinquecento si arrivò
alla divisione in tre atti, fino ad arrivare ai
giorni nostri ai tradizionali due tempi con in-
III. N ELLA R ECITAZIONE tervallo, rispettati nella maggior parte delle
produzioni teatrali.11
Nella seconda metà del XIX secolo, grazie al
consistente approfondirsi del lavoro d’istru-
zione scenica connesso alle pratiche dell’alle-
stimento realistico è verosimile che si verifi-
casse un inevitabile rallentamento nella re-
citazione e nella complessiva dinamica dello
spettacolo.12 Spiega Franco Perrelli:
Per regolare gesti ed intonazione
in modo maniacale, per arricchi-
re la scena di particolari e quindi
Rappresentazione di En Attendant Godot di Samuel
per dare tempo allo spettatore di
Beckett
ammirare il tutto, l’attore rallen-
argomenti sono tanto vischiosi per ta l’azione scenica risentendone la
P OCHI
lo storico dello spettacolo quanto la valu-
tazione dei tempi e dei ritmi scenici: il proble-
dinamica generale.
Questo rallentamento si abbina ad una pro-
ma in gioco è certo essenziale per compren- gressiva interiorizzazione della recitazione,
dere l’articolazione e la consistenza espres- in rapporto anche alle atmosfere borghesi e
siva di qualsiasi forma di scrittura teatrale allo spessore psicologico della drammaturgia
(anche drammaturgica), ma l’estrema varia- di metà Ottocento che porterà successivamen-
bilità della performance degli attori, la non te agli sconvolgimenti delle avanguardie, in
immediata traducibilità del copione e della primis con il teatro di rottura dei Futuristi.
rappresentazione inibiscono in genere indagi- È curioso citare come in uno dei numerosi
ni e misurazioni per così dire, esatte. Però è manifesti, Marinetti e gli altri ribadiscono il
8 M. I BERTY, Temps, geste et musicalité, L’Harmattan, Paris 2007.
9 C. D I R IENZO, Pensare il corpo in movimento come tensione etica all’oltre, Filosofia della Danza, dal sito internet
Le reti di Dedalus, http://www.retididedalus.it
10 C. D I R IENZO , ib.
11 Si nota che, nelle produzioni teatrali contemporanee la tendenza è la rappresentazione ad atto unico o comunque
dei due tempi della durata approssimativa di poco più di un’ora e mezzo.
12 F. P ETRELLI , Il ritmo scenico degli attori di Strindberg, in Il tempo a teatro a cura di P.D. Giovannelli, Clueb 2007
6
P.C ITERA • IL TEMPO NELLE ARTI • III NELLA RECITAZIONE
116-117.
15 E. I ONESCO , La cantatrice calva, Collezione di teatro, vol.7, Einaudi, 1975
16 C. R USSO , Tempo e Teatro da Amnesia Vivace, http://www.amnesiavivace.it/sommario/rivista/brani/pezzo.
asp?id=81
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P.C ITERA • IL TEMPO NELLE ARTI • IV NELLA MUSICA
modi provenienti dal cinema e dalle arti vi- la durata delle pause è sempre relativa alla
sive. L’utilizzo di flash-back e flash-forward, velocità delle battute precedenti e non alle
di video proiettati sul fondale o in schermi, intenzioni successive. Questo aspetto impor-
moltiplica le possibilità di raccontare tempi tantissimo fa capire quanto sia sfuggevole ed
diversi, anche contemporaneamente. Fin ora estremamente dinamica l’essenza del ritmo
s’è descritto il macrotempo, la sensazione del nella recitazione che praticamente si forma in
tempo nell’intero della rappresentazione e divenire, è una sorta di staffetta che si model-
delle singole scene, ovvero la percezione del la passando da attore ad attore, quasi come
tempo globale che ha lo spettatore. Ma nel- se fosse una frase unica che prende corpo e
l’arte teatrale vi è anche un microtempo, vale vigore solo nel momento in cui tutti gli attori
a dire il rapporto che lega la velocità delle sono pronti a riceverne l’intenzione col giusto
battute, dei movimenti, delle azioni e delle tempo, a farlo proprio modulandolo a seconda
intenzioni. Questo microtempo teatrale è di della esigenza e a rimandarlo al successivo
per sé estremamente dinamico, fluttuante e attore caricato della giusta dose di tensione
non estendibile a larghe scene; interessa cioè emotivo- espressiva conducendo queso lungo
solamente singoli quadri scenici, a volte so- flusso lungo le fila del più ampio dualismo tra
lamente porzioni di scene. È quello che pos- tempo narrato e tempo di narrazione.
siamo intendere con ritmo della recitazione.
Fortemente caratterizzato dalla tipologia di
spettacolo (commedia brillante, tragedia, tea- IV. N ELLA M USICA
tro dell’assurdo, thriller eccetera) il ritmo è
apparentato con la terminologia musicale e
ne condivide alcuni termini, usandoli però per
scopi assolutamente peculiari. Non vi sono ve-
locità prefissate con rigore come può capitare
in musica ma variabili grandemente a secon-
da della interpretazione dell’attore.17 Viene
a formarsi cioè dal concatenarsi delle battute
e più precisamente dal rapporto tra battuta
uscente e battuta entrante. Più semplicemen-
te un attore esprimendo la sua battuta con
le intenzioni ed il corollario di gesti che ca-
ratterizzano il suo personaggio, suggerisce la L’Aida di Giuseppe Verdi alle Terme di Caracalla, 2008.
velocità di declamazione e di comportamento
all’altro che dovrà recitare successivamente. Mi sorbisco l’Oro del Reno, l’esecu-
Se la battuta successiva è in accordo con la zione è abominevole. L’orchestra
precedente, sia le pause che le battute stesse ha le ginocchia rammollite, [. . . ]
terranno la stessa velocità della precedente; gli dèi da quattro soldi declamano
altrimenti per contrasto potrà repentinamen- in mezzo a calchi piuttosto diligen-
te diminuire od accelerare di velocità creando ti di fossili del giurassico, e i va-
così rapporti di tensione diversi a seconda pori che esalano dalla lavanderia
dell’intenzione dello scritto, della punteggia- dove stanno ammollo i panni spor-
tura o didascalia, della caratterizzazione del chi di Wotan sono disgustosi. Vedo
personaggio stesso. Si nota tra l’altro, che poi un piccolo atto unico di Char-
lie Chaplin, [. . . ] ed è la cosa più
17 A tal proposito è utile citare un passo di uno scritto del drammaturgo svedese J. A. Strindberg dove racconta : Ho
chiesto, una volta, all’impiegato di un teatro che era costretto a vedere lo stesso dramma anche sessanta volte di seguito,
se i nostri interpreti recitavano allo stesso modo, con la stessa velocità ogni sera e quello mi ha detto « No, neanche due
sere di fila!»
18 B. B RECHT , Tagebücher, 1920-1922. Autobiographische Aufzeichnungen, a cura di H. Ramthun, Frankfurt, 1978,
p.170
8
P.C ITERA • IL TEMPO NELLE ARTI • IV NELLA MUSICA
183 .
20 C. D ALHAUS , ibidem, pp.188-189
21 Ivi.
9
P.C ITERA • IL TEMPO NELLE ARTI • V BIBLIOGRAFIA
versi iperdeterminato, ma dallo statuto am- stra Sergiu Celibidache che in una intervista
bivalente. Si tratta, oltre che d’un testo in dichiara:
proprio rispondente a leggi letterarie intrin-
seche, anche di un pre-testo, un materiale Il Tempo della musica dipende
verbale pre-formato in vista della composi- dall’acustica!
zione musicale. Una buona parte delle scelte
musicali possibili (quanto alla forma, al ritmo
e ai temi) vengono pregiudicate dal librettista
nella scelta dei congegni narrativi, dei dispo-
sitivi retorici, delle forme metriche, sicché al
compositore resta un margine di scelta ampio V. B IBLIOGRAFIA
ma non illimitato. La cosa poi non cambia nei
casi di musicisti che s’identificano nel libret- • P. VALÉRY, Philosophie de la danse, in Œuvres,
tista tipo Wagner, che negoziano con lui tipo Gallimard, Paris 1957-1960.
Strauss o chi lo surroga ricorrendo a drammi • Informadanza, sito internet sul glossario
della danza. http://www.informadanza.com/
letterari compiuti tipo Debussy o Berg o chi
glossario/indice.htm.
lo manipola a piacere tipo Haendel ad esem-
• M. PASI e D. R IGOTTI, Danza e balletto, ETA.
pio.22 Il testo oltre che al musicista, sta poi n Enciclopedia Tematica Aperta, Jaca Book, 1993.
mano allo spettatore, in forma di minuscolo • M.C ARBONI, Non vedi niente lì? Sentieri tra arti
libretto dal quale proviene la denominazione e filosofie del presente, Castelvecchi, Roma 2005.
del genere letterario stesso libretto d’opera. • M. I BERTY, Temps, geste et musicalité, L’Har-
Lo spettatore ha dunque modo di rendersi mattan, Paris 2007.
conto di quelle tali scelte preventive e di co- • C. D I R IENZO, Pensare il corpo in movimen-
me le scelte finali operate dal musicista le to come tensione etica all’oltre, Filosofia del-
assecondino o le contrastino o le ignorino. Il la Danza, dal sito internet Le reti di Dedalus,
testo d’opera insomma quand’anche sia lette- http://www.retididedalus.it.
• B.B RECHT, Tagebücher, 1920-1922. Autobiogra-
rariamente infimo o passi in buona parte ina-
phische Aufzeichnungen, a cura di H. Ramthun,
scoltato, è un veicolo carico di immagini e di
Frankfurt, 1978, p.170
funzioni utili alla piena comprensione di quel- • F. P ETRELLI, Il ritmo scenico degli attori di
la composita opera d’arte che è l’opera mu- Strindberg, in Il tempo a teatro a cura di P.D. Gio-
sicale. La versificazione impone congruenze vannelli, Clueb 2007.
tra accenti metrici del verso e accenti ritmici • F. P ERRELLI, La seconda creazione in Fonda-
della frase melodica che quindi risulterà più menti della regia tetrale, UTET, Torino 2005.
o meno efficiente a seconda della sua forma • F. T. M ARINETTI, Il Teatro di Varietà, in Teoria
ritmica prima ancora che della sua struttura e invenzione futurista, a cura di Luciano De Maria,
intervallare; in tal modo, il ritmo del verso Mondadori, Milano 1996.
imprime la sua impronta sulla parte musi- • F. T. M ARINETTI , E. S ETTIMELLI , B. C ORRA , Il
teatro Futurista Sintetico, in Teoria e invenzione
cale. Oltre che con il ritmo poetico, il testo
futurista cit. pp. 116-117.
del libretto detta cil passo alla musica con
• E. I ONESCO, La cantatrice calva, Collezione di
l’articolazione del discorso. teatro, vol.7, Einaudi, 1975.
Anche solo limitandoci a questi pochissimi • C. R USSO, Tempo e Teatro da Amnesia Vi-
vace, http://www.amnesiavivace.it/sommario/
esempi abbiamo visto come parlando di tem-
rivista/brani/pezzo.asp?id=81
poralità, l’approccio alla composizione dell’o-
• C. D ALHAUS, Le strutture temporali nel teatro
pera ne ha abbastanza , assorbendo quel- d’opera in Drammaturgia dell’opera italiana Vol.
le teatrali, quelle letterarie e portando con 3, EDT, 2005 .
sé quelle proprie della semantica più spe- • L. B IANCONI la Drammaturgia musicale, Il
cificamente musicale. Si ricordi infine una Mulino, 1986.
dichiarazione del celebre direttore d’orche-
22 L. B IANCONI la Drammaturgia musicale, Il Mulino, 1986.
10