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CAPITOLO 4
La difficoltà di un artista nel realizzare le cupole risiede nel fatto che
debba afferrare il significato della tridimensionalità della superficie della
forma concava. Poi bisogna tenere presente che il punto di vista cambia
continuamente e non c’è un unico punto come per le pale d’altare. Quindi
ogni zona di una cupola va sotto distorsione o altro, fuorchè la superficie
che sta agli angoli retti rispetto alla linea di visione. Infine non va
dimenticato che si tratta della decorazione dei un elemento
architettonico. Ecco che nella decorazione delle cupole risiede l’azione più
forte dell’attività transitiva di un’opera d’arte.
CAPITOLO 6
Il nostro studioso tiene a precisare che l’imitazione di modelli o opere
precedenti in nessun caso limita la libertà creatrice dell’artista, e che la
citazione può essere attivata solo in un caso: in quello in cui ci sia uno
spettatore che sappia coglierla – che altrimenti sarebbe solo un vacuo
gioco intellettuale o, al limite, un bisogno personale e soggettivo. La
citazione è dunque un dialogo tra l’artista e il suo pubblico (in primis
committenti ed élit colte: un pubblico ben consapevole di quel che
vedeva), che egli attua principalmente per comunicare. Una delle
conseguenze di una tale interpretazione è quella di fare dell’artista un
uomo colto, un intellettuale consapevole del tutto degno del suo
pubblico. Tutto ciò ci insegna alcune cose importanti: per esempio che, in
arte, c’è una differenza abissale tra citazione e plagio – il problema, si può
aggiungere, è che questa differenza nei casi singoli può essere sfumata e
difficile da cogliere.