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MASTER - Esecuzione ed Interpretazione della Musica Elettroacustica - 2020 - LEZIONE III

Pasquale Citera
Dipartimento di Musica Elettronica
Conservatorio di Santa Cecilia
Lezione III
Roma (IT)
La Catena Elettroacustica
pasqualecitera81[at]gmail[dot]com

Nella terza lezione sono state mostrate le componenti base della Catena Elettroacustica, spiegando tipolo-
gie di microfoni, configurazioni di registrazione e concetti d’amplificazione.

Premessa de un valore positivo di tensione, e ad una


Nella prima parte di questa dispensa verranno rarefazione un valore negativo.
affrontati gli argomenti usando testi scelti dalle
dispense del prof. Piero Schiavoni.
1. La Catena Elettroacustica
Il Segnale Analogico e la Trasduzione

S’intende per Catena Elettroacustica l’in-


Per Segnale Analogico si intende un segna- sieme degli strumenti che concorrono alla
le che è una rappresentazione o trasforma- ricezione, trasmissione, elaborazione e dif-
zione di una grandezza fisica tramite una fusione del segnale acustico convertito in
sua analoga. Nello specifico la trasforma- segnale elettrico. Analizziamo ora ognuno
zione dell’onda acustica in segnale elettri- di questi stadî.
co. Questo processo prende il nome di
trasduzione.
1.1 Ricezione (Microfoni)

microfoni, che siano utilizzati per la regi-


I strazione o per l’amplificazione, si sud-
dividono in diverse famiglie a seconda
delle seguenti tipologie:

• Architettura

fig.1. Trasduzione •Curve polari

Se osserviamo la fig. 1, vediamo come le


onde sonore acustiche vengano trasforma- Riguardo l’architettura e i principî di fun-
te dal microfono in onde elettriche. Ad una zionamento affrontiamo le tre tipologie
compressione dell’onda sonora corrispon- più comuni.

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1.1.1 Microfoni dinamici basso.

1.1.2 Microfoni a nastro

fig.2 Architettura di un microfono dinamico

A tale famiglia appartengono microfoni, la fig.3 Architettura di un microfono a nastro


cui architettura è schematizzata in fig. 2,
il cui principio di funzionamento è basa- In questo tipo di microfono, rappresenta-
to su un diaframma circolare messo in vi- to in fig. 3, il principio di funzionamen-
brazione dalle onde sonore trasmesse nel- to è lo stesso del microfono dinamico, con
l’aria e solidale con un avvolgimento di fi- la differenza che la parte vibrante, invece
lo di rame libero di muoversi all’interno di essere costituita da un diaframma soli-
di un campo magnetico costituito da un dale ad una bobina mobile, è costituito da
magnete permanente. Le onde sonore, co- un sottilissimo foglio di alluminio corruga-
stituite da compressioni e rarefazioni del- to, anch’esso libero di vibrare tra i poli di
l’aria secondo una determinata frequen- un magnete permanente, e alle estremità
za (corrispondente all’altezza del suono), del quale si produce una tensione elettri-
vengono perciò trasformate, attraverso ta- ca corrispondente alle onde sonore in en-
le trasduttore, in corrente elettrica, presen- trata. In altre parole, in questo tipo di mi-
te sui cavi di uscita alle estremità dell’av- crofono le funzioni di vibrazione e di tra-
volgimento di rame, con variazioni di am- sduzione sono svolte dallo stesso elemento
piezza e frequenza corrispondenti a quel- fisico. Le caratteristiche timbriche del mi-
le delle onde acustiche. Questo principio crofono a nastro sono: a) assenza di colo-
di trasduzione, come vedremo in seguito, ratura dovuta alla frequenza di risonanza
non è altro che il procedimento inverso a situata molto più in basso rispetto ai mi-
quello della maggior parte degli altopar- crofoni dinamici (40 Hz); b) risposta este-
lanti: in quel caso, una corrente elettrica sa sulle alte frequenze a causa della ridotta
proveniente dall’amplificatore si presenta massa del diaframma vibrante.
ai poli estremi di una bobina mobile, an-
1.1.3 Microfoni a condensatore
ch’essa libera di muoversi all’interno di un
campo magnetico, e genera una corrispon-
dente vibrazione sul cono dell’altoparlan-
te solidale alla bobina. Le caratteristiche
salienti di questo tipo di microfono sono
l’estrema robustezza ed affidabilità, dovu-
ta al semplice principio di funzionamen-
to, ma anche un segnale di uscita molto fig.4 Architettura di un microfono a condensatore

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Nel microfono a condensatore, schematiz- 1.1.4 Curve polari


zato in fig. 4, il diaframma che entra in vi-
brazione all’arrivo delle onde sonore non
è solidale con una bobina, ma è costitui-
to da una lamina metallica distanziata da
una seconda lamina fissa (backplate). Le
due lamine hanno tra loro una differenza
di potenziale in quanto viene applicata una
tensione di polarizzazione in corrente con-
tinua ad una delle due. Secondo il prin-
cipio di funzionamento del condensatore,
la vibrazione fa quindi variare periodica-
mente la distanza tra le due lamine, gene-
rando una corrispondente variazione pe-
riodica del campo elettrico e la conseguen- fig.5 Curve polari
te generazione di un’onda in uscita. Ne de- (Omnidirezionale, Cardioide, Supercardioide, Figura 8)
riva che questo tipo di microfono, a diffe-
renza del microfono dinamico, necessita di Il diagramma polare (o curva polare) è in-
una alimentazione, che può essere fornita vece un grafico a disegno circolare dove i
o tramite batterie situate nel corpo del mi- parametri sono dati dall’ampiezza e dal-
crofono, o tramite il mixer o un alimenta- l’angolo d’incidenza, mentre le frequenze
tore esterno, secondo un sistema noto co- sono rappresentate da famiglie di curve.
me alimentazione fantasma (phantom po- In pratica mostrano l’efficienza della ripre-
wering), che consiste nel far viaggiare sul sa del microfono a diverse frequenze ed a
cavo microfonico una determinata quanti- diverse posizioni dell’angolo di incidenza
tà di corrente continua (48Volt). Tale ali- del suono rispetto al microfono stesso. La
mentazione consente inoltre di installare, posizione frontale al microfono è in cor-
sempre all’interno del corpo microfono, un rispondenza degli 0°, in alto ad ogni cur-
circuito di preamplificazione, indispensa- va polare. In presenza di un’unica cur-
bile, dato il bassissimo voltaggio generato va, si intende che questa è riferita ad una
dalle lamine, a fornire un segnale d’usci- frequenza di 1 KHz.
ta di livello adeguato. In virtù di queste
1.1.5 Le Coppie Stereofoniche
caratteristiche, il microfono a condensato-
re, rispetto al microfono dinamico, offre
di fondamentale importanza un’anali-
un segnale d’uscita maggiore ed una mi-
gliore curva di risposta in frequenza, con- È si delle varie configurazioni di coppie
tro una robustezza inferiore ed un costo stereofoniche, perché, soprattutto nel cam-
superiore. po della registrazione, esse possono, e mol-
to spesso devono, essere considerate come
il punto di partenza per l’installazione di
un set-up di registrazione. Le ragioni di
questo stanno innanzitutto nella fisiologia
dell’ascolto umano: le nostre due orecchie,
oltre a riferire al cervello del mondo acu-

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stico circostante, sono in grado di fornire effettua la ripresa, quindi una regi-
le informazioni necessarie alla ricostruzio- strazione che voglia tener conto di
ne tridimensionale di tale mondo. Natu- questo parametro conterrà una cer-
ralmente, per quanto possano essere tec- ta dose del riverbero ambientale pre-
nologicamente avanzati, i microfoni non sente nella sala. Naturalmente, la
potranno neanche lontanamente eguaglia- misura del riverbero ambientale do-
re la perfezione dell’udito umano, che si vrà essere dosata, oltre che dall’e-
avvale di qualche millennio di “affinamen- sperienza e dal gusto, dall’attenzio-
to” evolutivo, nondimeno un corretto uso ne che deve essere posta nella sal-
delle varie tecniche di ripresa stereofonica vaguardia della definizione timbrica
è il mezzo per portarci quanto più vicino dello strumento.
possibile al lavoro compiuto internamente
dal nostro apparato uditivo. ****

Parametri di valutazione della ripresa Entrando nel dettaglio sulle tipologie di


stereofonica configurazione, possiamo dividere le cop-
Una ripresa stereofonica può essere va- pie in tre categorie: coppie coincidenti,
lutata sotto diversi aspetti, ognuno dei quasi-coincidenti, spaziate.
quali costituisce un parametro d’ascol-
1. Coppie Coincidenti. Comunemente
to. Esaminiamo più in dettaglio questi
note come XY, consistono in due mi-
parametri:
crofoni i cui diaframmi di ripresa
1. Localizzazione. È la capacità del- sono posizionati in modo da esse-
la ripresa di riprodurre una posi- re esattamente sovrapposti sull’asse
zione degli strumenti nello spazio verticale.
orizzontale (da sinistra a destra) che
si avvicini il più possibile a quella
originaria.
2. Definizione timbrica. È dovuta in gran
parte alla capacità di riprodurre la
gamma di frequenze originaria senza
coloriture e senza perdite.
3. Profondità. La possibilità di distin-
guere, all’interno del gruppo orche-
strale, differenti piani sonori, come è
nella realtà, per cui gli archi devono
risultare in un piano più ravvicinato fig.6 Coppia stereofonica coincidente
rispetto ai legni, collocati immediata-
2. Coppie Quasi-Coincidenti. Consistono
mente alle spalle dei primi, e questi
in due microfoni distanziati di poco
devono essere a loro volta collocati
rispetto alle precedenti, usualmente
davanti agli ottoni e alle percussioni.
di circa 17cm (configurazione ORTF).
4. Spaziosità. Consiste nella capacità di Offrono una maggiore ampiezza di
riproduzione dell’ambiente in cui si immagine stereofonica ed una re-

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sa più ricca della riverberazione Citiamo in ultimo una particolare configu-


ambientale. razione stereofonica di ripresa; la cosid-
detta “Testa artificiale” (Dummy Head), che
consiste in una coppia di microfoni, gene-
ralmente omnidirezionali, installati all’in-
terno di una struttura riproducente la con-
formazione di una testa umana, e posizio-
nati in corrispondenza delle orecchie. Ta-
le configurazione, tendente a simulare nel
modo più accurato possibile la percezio-
ne umana, produce un tipo di registrazioni
note come registrazioni binaurali.
fig.7 Coppia stereofonica quasi-coincidente

3. Coppie Spaziate. Sono generalmente


costituite da microfoni omnidirezio-
nali posizionati in parallelo tra di lo-
ro, rivolti verso la fonte sonora, e spa-
ziati di una certa distanza. Essendo
entrambi i microfoni orientati nella
stessa direzione senza angolatura, la
stereofonia è data dalla diversità di
tempo con cui il suono raggiunge i fig.9 Dummy Head
due microfoni. E’ un tipo di ripre-
sa molto adatto in ambienti dove il Di seguito un argomento non trattato a
riverbero ambientale è molto equili- lezione che serve solo per dare spunti
brato, come ad esempio un audito- sui principi base di funzionamento di un
rium, in quanto la capsula omnidire- mixer.
zionale riesce a restituire con ricchez- 1.3 Elaborazione (Mixer)
za di dettaglio anche gran parte del
suono fuori asse.
La consolle di missaggio (mixer) è l’ele-
mento centrale nel processo dei suoni, sia
per quel che riguarda la registrazione, sia
per la diffusione, ed anche in quei casi in
cui l’apparecchio non sia fisicamente pre-
sente, ma esista in forma virtuale, come
nelle workstation dedicate o negli editor in-
seriti come software su computer, la sua
architettura logica rimane nella sostanza la
medesima. Il concetto base è quello di un
dispositivo adatto a gestire, miscelandoli
fig.8 Coppia stereofonica spaziata tra loro, segnali audio di diversa prove-

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nienza, assegnandoli a determinate uscite teriale sonoro in situazioni in cui


e modificandoli in una serie di parametri. ciò è reso impossibile da condizio-
Si potrebbe anche vederlo come un “con- ni ambientali (manifestazioni all’a-
trollo remoto unico” di un sistema com- perto, teatri o sale d’ascolto di gran-
plesso costituito da un insieme di dispo- di dimensioni, ecc.). In questo ca-
sitivi (microfoni, preamplificatori, equaliz- so il compito dell’amplificazione è
zatori, amplificatori, ecc.). Volendo catalo- quello di catturare tutte le compo-
gare le differenti funzioni svolte da un mi- nenti del materiale sonoro, strumen-
xer, possiamo affermare che esso: to per strumento, e di renderle in-
1) pre-amplifica il segnale in ingresso telligibili e godibili, nelle loro dina-
2) elabora la risposta in frequenza miche e nei loro dettagli timbrici, a
3) invia il segnale ad altri circuiti di elabo- tutto l’uditorio, ricreando in toto an-
razione esterni che l’ambientazione spaziale, i pas-
4) somma i diversi ingressi saggi dinamici, ecc. La caratteristi-
5) ri-distribuisce i segnali su diverse uscite ca di questo tipo di amplificazione è
6) permette un controllo sui volumi che essa è una necessità e non una
scelta artistica, e come tale l’ampli-
ficazione deve essere avvertibile nel-
1. Stadio di la misura in cui svolge il suo compi-
ingresso
to, lasciando il più possibile inaltera-
te le caratteristiche sonore degli stru-
menti, esclusa naturalmente la loro
2. Equalizzazione pressione acustica.

2. Amplificazione come rinforzo.


3. Mandate Questo tipo di amplificazione si ap-
Ausiliarie
plica in situazioni in cui il suono che
4-5 Somme e re- raggiunge gli ascoltatori è composto
indirizzamento in parte dal suono acustico diretto
dei suoni
proveniente dagli strumenti, ed in
parte dal suono proveniente dall’im-
6. Controllo del
volume
pianto di amplificazione. Tale utiliz-
zo, estremamente complesso e raffi-
nato, si cerca nelle situazioni in cui il
suono naturale risulterebbe udibile,
ma povero di coinvolgimento emoti-
1.4 Diffusione (Amplificazione) vo, oppure sbilanciato in alcune sue
componenti (ad es. un solista di vo-
Riguardo lo stadio finale della Catena ce o strumento con limitate capacità
Elettroacustica possiamo a grandi linee dinamiche). A differenza del primo
considerare quattro metodologie: caso, il trattamento può riguardare
anche solo una parte dell’organico, e
1. Amplificazione per necessità. Lo più esattamente quella parte che ne-
scopo è di rendere udibile del ma- cessita maggiormente di essere rin-

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forzata. La caratteristica di questo drifonìa) viene utilizzato per l’esecu-


tipo di amplificazione è che la mec- zione di nastri magnetici, con o senza
canica del processo deve essere il più l’apporto di strumenti o voci, oppu-
possibile non avvertibile e deve com- re l’elaborazione dal vivo, mediante
binare una sensazione di naturalez- la più varia quantità di dispositivi,
za con un arricchimento di presen- di uno o più strumenti (e/o voci), o
za del suono: il risultato ideale lo si infine la combinazione di entrambe
ottiene quando il pubblico sente l’e- le procedure. Naturalmente, in mo-
quilibrio degli strumenti senza poter do ancor più marcato rispetto al ca-
individuare quali siano amplificati. so precedente, anche qui la caratteri-
stica di questo tipo di amplificazio-
3. Amplificazione per esigenze di lin- ne è la piena avvertibilità del proces-
guaggio. I casi più evidenti sono so, in quanto il sistema di amplifica-
le amplificazioni di musica leggera zione assume un ruolo equivalente a
e jazz, dove si combinano strumen- quello di uno strumento musicale.
ti acustici e strumenti elettrici. So-
no i casi cioè dove il suono prodot- 1.4.1 Gli altoparlanti
to dagli strumenti e dalle voci viene Un altoparlante è un trasduttore in grado
amplificato sia per aggiungere una di convertire un segnale elettrico in un se-
componente dinamica e di coloritu- gnale acustico, compiendo così il procedi-
ra funzionale al linguaggio prescelto, mento inverso rispetto a quanto effettuato
sia per poter bilanciare fonti sonore dal microfono, e non solo dal punto di vista
con dinamiche di partenza molto di- concettuale, ma anche sfruttando gli stessi
stanti fra loro (si pensi ad una voce o principi elettromagnetici.
ad chitarra acustica che suonino in-
sieme ad una batteria). La caratteri-
stica di questo tipo di amplificazione
è la piena avvertibilità del processo,
in quanto componente fondamentale
del risultato finale.

4. Amplificazione come componente


artistica. Questo è il caso più spe-
cifico dell’utilizzo dell’amplificazio-
ne nell’ambito della musica elettro-
nica: in esso l’utilizzo dell’impianto
audio può anche essere slegato dalla
fig.10 Architettura di un cono altoparlante.
funzione di amplificazione, e diventa
esso stesso parte del processo creati- Nella figura precedente vediamo schema-
vo musicale, unitamente ad una vera tizzato un tipico altoparlante nelle sue
e propria progettazione dello spazio componenti principali. Al centro di un ro-
d’ascolto. Ne sono esempi l’uso del- busto telaio (chassis) è situato un magnete
le spazializzazioni, dove un sistema in grado di ospitare al suo interno una bo-
di ascolto multicanale (ad es. in qua- bina avvolta attorno ad un cilindro di ma-

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teriale sintetico, libero di oscillare rispetto Bibliografia


al magnete, e solidale ad un diaframma a •Piero Schiavoni, Dispense del Corso di Tecni-
forma di cupola dello stesso materiale. A che di Registrazione e Diffusione del Conser-
tale diaframma è unito un cono di carto- vatorio di Santa Cecilia, 2006-2009
ne od altro materiale, collegato allo chassis •Max V. Mathews, estratti da The Technology of
tramite un anello, generalmente in gom- Computer Music, Max V. Mathews, Joan E.
ma, detto surround, mentre il diaframma Miller, F. R. Moore, John R. Pierce, J. C. Ris-
sarà fisicamente collegato allo chassis tra- set. M.I.T. Press, 1977
mite una sospensione di materiale corru- •Henri Pousseur, La Musica Elettronica, Feltri-
gato. Il principio di funzionamento di que- nelli, Milano 1976
sto dispositivo, come abbiamo anticipato,
è esattamente l’inverso di quello del micro-
fono dinamico: il segnale elettrico, trami-
te la bobina oscillante all’interno del cam-
po magnetico, mette in vibrazione il com-
plesso costituito dalla cupola e dal cono,
provocando così delle compressioni e rare-
fazioni dell’aria secondo la frequenza e le
componenti armoniche del segnale elettri-
co stesso. Tale segnale acustico così gene-
rato si propagherà nello spazio in manie-
ra tendenzialmente emisferica, con dire-
zionalità più marcata per le alte frequenze
e meno per quelle gravi.

SOPQR

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