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Capitolo IV
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Geometria delle Aree

1. IL VETTORE DI POSIZIONE

1.1 Legge di trasformazione del vettore di posizione per traslazioni


del sistema di riferimento

Le coordinate x e y di un posto generico del piano, nel sistema di riferi-


mento xy, sono legate alle coordinate x’ e y’ dello stesso posto nel siste-
ma di riferimento traslato x’y’, Fig. 1a, mediante le relazioni seguenti:

x’ = x – x0 (1a)
y’ = y – y0 (1b)

ove con x0 e y0 so stare indicate le coordinate, rispetto agli assi primitivi


x e y, dell’origine o’ del sistema traslato.
2 Scienza delle Costruzioni: esercizi e complementi
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y’ y” y’
D D
y y
dA dA x”
p p
ϑ >0

x’ x’
o’ o’

o x o x

a) per traslazione; b) per rotazione.


Fig. 1 - Cambiamento di riferimento

Tali leggi di trasformazione possono essere riscritte in forma vettoriale


come segue:

r’ = r – r0 (2)

ove con rT≡{x, y} è stato indicato il vettore di posizione di un posto generico nel rife-
rimento originario, con r’T≡{x’, y’} il vettore di posizione dello stesso posto nel riferi-
mento traslato e con r0T≡{x0, y0} dell’origine o’ del sistema di riferimento traslato nel
riferimento originario.

1.1 Legge di trasformazione del vettore di posizione per traslazioni


del sistema di riferimento

Le coordinate x’ e y’ del posto generico del piano, nel riferimento x’y’ sono poi legate
alle coordinate x” e y” dello stesso posto nel sistema di riferimento ruotato x”y”, Fig.
1b, mediante le relazioni seguenti:

x’’ = x’ Cosϑ + y’ Senϑ, y’’ = - x’ Senϑ + y’ Cosϑ, (3)

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ove con ϑ è stato indicata l’ampiezza dell’angolo di rotazione del secondo riferimento
rispetto al primo (positivo se la rotazione avviene in senso antiorario).
Tali leggi di trasformazione possono essere riscritte in forma matriciale come
segue:

r” = [N]r’ (4)

ove con r’T≡{x’, y’} è stato indicato il vettore di posizione di un posto generico nel
riferimento x’y’, con r”T≡{x’, y’} il vettore di posizione dello stesso posto nel riferi-
mento ruotato e con [N] la matrice ortogonale;

Cosϑ Senϑ ⎤
[N] = ⎡⎢ ⎥
⎣− Senϑ Cosϑ ⎦

2. IL VETTORE DEI MOMENTI STATICI


Si consideri un qualsivoglia dominio piano D, chiuso (cioè contenente la sua frontiera) e
limitato (cioè non contenente posti all’infinito).
Si consideri poi un sistema di riferimento cartesiano, di assi ortogonali xy co-
munque orientati, con l’origine o collocata in un posto qualsiasi del piano, Fig. 1a.
Sui definisce vettore dei momenti statici o vettore dei momenti del 1° ordine,
relativo al dominio D e calcolato nel sistema di riferimento xy, il seguente vettore a due
componenti:


⎧S ⎫ ⎪ ∫ x dA⎫⎪

S = ⎨ y ⎬ := ⎨ (5)
⎬=
D r dA
⎩S x ⎭ ⎪
⎩ ∫
D
y dA⎪

D

2.1 Legge di trasformazione del vettore dei momenti statici per tra-
slazioni del sistema di riferimento

Si consideri un sistema di riferimento x’y’ traslato rispetto al sistema originario xy, Fig.
1a.
Secondo la definizione data in precedenza, il vettore dei momenti statico, sem-
pre relativo al dominio D ma questa volta calcolato nel sistema traslato x’y’, può essere
espresso nel modo seguente:
4 Scienza delle Costruzioni: esercizi e complementi
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⎧ x′ dA ⎫⎪
⎧ S y′ ⎫ ⎪ ∫
S′ = ⎨ ⎬ := ⎨ D
⎬= ∫ r ′ dA
⎩S x′ ⎭ ⎪
⎩ ∫
D
y ′ dA⎪

D (6)

Il problema che ci si pone in questo paragrafo è quello di individuare la relazione che


lega il vettore S, calcolato nel riferimento originario, al vettore S’, calcolato nel riferi-
mento traslato.
Utilizzando la legge di trasformazione del vettore di posizione per traslazioni
del sistema di riferimento, cioè l’Eq. (2), l’Eq. (6) diventa:

⎧S ′ ⎫
S′ = ⎨ y ⎬ = ∫ r ′ dA = ∫ (r − r0 ) dA = ∫ ∫
r dA − r0 dA (7)
⎩S x′ ⎭ D D D D

Si noti che il vettore r0 è stato portato fuori del segno di integrazione poiché si tratta di
un vettore costante (cioè un vettore a componenti costanti, indipendenti dalle coordina-
te del posto generico). Ricordando l’Eq. (5), e indicando con A l’area totale del domi-
nio, si ottiene infine la legge di trasformazione cercata:

S’ = S – Ar0 (8)

Quest’ultima relazione vettoriale è equivalente alle due relazioni scalari:

Sy’ = Sy – Ax0 (9a)


Sx’ = Sx – Ay0 (9b)

Ci si propone ora di trovare tutti i sistemi di riferimento, traslati rispetto al riferimento


originario xy, rispetto ai quali è nullo il momento statico Sy’.
La condizione da imporre è la seguente:

Sy’ = Sy – Ax0 = 0 (10)

da cui si ottiene

x0 = Sy / A (11)

Noto quindi il momento statico Sy e l’area A, si risale immediatamente all’infinità di


riferimenti x’y’ rispetto ai quali si annulla Sy. Tale infinità è costituita da tutti quei rife-
rimenti traslati rispetto al riferimento originario xy, orizzontalmente della quantità Sy /

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A, e verticalmente di una quantità variabile tra –∞ e +∞. Il medesimo ragionamento si
può ripetere per Sx’, e si trova che Sx’ si annulla per:

y0 = Sx / A (12)

L’infinità di riferimenti, rispetto ai quali si annulla Sx, è costituita da tutti quei riferi-
menti traslati rispetto al riferimento originario xy, orizzontalmente di una quantità va-
riabile tra –∞ e +∞, e verticalmente della quantità Sx / A.
Se ora si impone contemporaneamente l’annullamento sia di Sy’ sia di Sx’, le
due Eqq. (11) e (12) sono compatibili e individuano quell’unico riferimento, traslato
rispetto al riferimento originario xy, rispetto al quale i momenti statici sono entrambi
nulli.
Le coordinate dell’origine o di questo particolare riferimento, rispetto agli assi
primitivi x e y, sono le seguenti:

xa =
Sy
=

D
x dA
(13a)
A A

ya =
Sx
=

D
y dA
(13b
A A )

Il posto cA è detto Centro d’Area del dominio D ed è un posto caratteristico del dominio
D, nel senso che è indipendente dalla scelta del sistema originario di riferimento xy.

2.2 Legge di trasformazione del vettore dei momenti statici per rota-
zioni del sistema di riferimento
Si consideri un sistema di riferimento x”y” ruotato rispetto al sistema x’y’, Fig. 1b. Il
vettore dei momenti statici, relativo al dominio D e calcolato nel sistema ruotato x”y”, si
può esprimere utilizzando l’Eq. (4), cioè la legge di trasformazione del vettore di posi-
zione per rotazioni del sistema di riferimento:

⎧ x ′′ dA ⎫⎪
⎧S ′′ ⎫ ⎪ ∫ [N]r′ dA = [N]∫
∫ ∫
S′′ = ⎨ y ⎬ := ⎨ r ′ dA = r ′ dA (14)
⎬=
D
⎩S x ′′ ⎭ ⎪
⎩ ∫
D
y ′′ dA⎪

D D D

Si noti che la matrice [N] è stata portata fuori del segno di integrazione poiché si tratta
di una matrice, i cui elementi sono indipendenti dalla coordinate.
Ricordando l’Eq. (6) si ottiene infine la legge di trasformazione del vettore dei
momenti statici per rotazioni del sistema di riferimento:
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S” = [N] r’ (15)

Questa relazione matriciale è equivalente alle due seguenti relazioni scalari:

Sy” = Sy’ Cosϑ + Sx’ Senϑ, Sx” = - Sy’ Senϑ + Sx’ Cosϑ (16)

Dalle Eqq. (16) discendono due importanti osservazioni.


I momenti statici soni nulli rispetto a qualsiasi coppia di assi centrali. In altre parole, se
l’origine o’ è scelta coincidente con il Centro d’Area cA del dominio D, allora il vettore
S”, ottenuto per una rotazione generica del sistema di riferimento attorno al Centro
d’Area, è in tutti i casi il vettore nullo.
Se l’origine o’ del sistema di riferimento non coincide con il Centro d’Area del domi-
nio D, non esiste alcun angolo ϑ di rotazione del sistema di riferimento per cui i mo-
menti statici si annullino entrambi. Infatti dalle Eqq. (16) si ha:

Sy” = Sy’ Cosϑ + Sx’ Senϑ = 0 (17a)


ϑ = ArcTan (- Sy’ / Sx’) (17b)

Sx” = - Sy’ Senϑ + Sx’ Cosϑ = 0 (18a)


ϑ = ArcTan (Sx’ / Sy’) (18b)

Come si può notare, le Eqq. (17) e (18), sull’angolo ϑ di rotazione del sistema di rife-
rimento, sono incompatibili.

2.3 Legge di trasformazione del vettore dei momenti statici per roto-
traslazioni del sistema di riferimento
Se si considera un sistema di riferimento x”y”, ottenuto traslando e poi ruotando il si-
stema di riferimento originario xy, Figg. 1a,b, si può formulare la legge generale di
trasformazione del vettore dei momenti statici per rototraslazioni del sistema di riferi-
mento, componendo semplicemente le precedenti leggi parziali Eqq. (8) e (15):

S” = [N](S – Ar0) (19)

L’Eq. (19) può essere denominata formula di rototraslazione diretta.


La formula di rototraslazione inversa può essere ottenuta dalla precedente
moltiplicando a sinistra entrambi i membri per [N]T = [N]-1:

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S = [N]T(S” + Ar0) (20)

L’Eq. (20) esprime il vettore dei momenti statici nel riferimento iniziale in funzione del
vettore dei momenti statici nel riferimento rototraslato.

3. IL TENSORE DEI MOMENTI D’INERZIA


Si consideri il seguente prodotto matriciale:

⎧x⎫ ⎡x2 xy ⎤
r r T = ⎨ ⎬ {x y} = ⎢ ⎥
⎩ y⎭ ⎣⎢ yx y 2⎦⎥

Si definisce tensore dei momenti d’inerzia o tensore dei momenti del secondo ordine,
relativo al dominio D e calcolato nel sistema di riferimento xy, il seguente tensore sim-
metrico del 2° ordine:

⎡ 2
⎡I
[I] = ⎢ I yy
I xy ⎤ ⎢ Dx dA ∫ ∫ xydA ⎤
⎥=

:= D r r T dA (21)
I xx ⎥⎦ ⎢ yxdA y dA⎥⎥
∫ ∫
2
⎣ yx ⎢⎣ D
D
D ⎦

3.1 Legge di trasformazione del tensore dei momenti d’inerzia per


traslazioni del sistema di riferimento
Si consideri un sistema di riferimento x’y’ traslato rispetto al sistema originario xy, Fig.
1.
Secondo la definizione data in precedenza, il tensore dei momenti d’inerzia
relativo al dominio A e calcolato nel sistema traslato x’y’, si può esprimere come se-
gue:


∫ x' dA ∫ x' y' dA⎤⎥ =
2
⎡I I x' y' ⎤ ⎢
[I'] = ⎢ I y'y' :=
I x'x' ⎥⎦ ⎢
D D
⎥ ∫
r ' r 'T dA (22)
∫ y' x' dA ∫ y' dA ⎦⎥
2
⎣ y'x' D
⎣⎢ D D

Il problema è ora quello di determinare la relazione che lega il tensore [I], calcolato nel
sistema di riferimento xy, al tensore [I’], calcolato nel riferimento traslato x’y’.
Utilizzando la legge di traslazione del vettore di posizione per traslazioni del
sistema di riferimento, cioè l’Eq. (2), l’Eq. (22) diventa:
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[I′] = r ′ r ′T dA = (r − r )(r − r )T dA
∫ ∫
(23)
0 0
D D

Poiché la trasposta della somma di due matrici è uguale ala somma delle trasposte, si
ha:

[I′] = ∫ (r − r0 ) (r T − r0T )dA


D

Eseguendo i prodotti matriciali e spezzando l’integrale nella somma di quattro integrali,


si ha:

[I′] = ∫ r r T dA + r0r0T dA − r0 r T dA − ⎛⎜ r T dA ⎞⎟ r0T


∫ ∫ ∫
(24)
D D D ⎝ D ⎠

Ricordando le Eqq. (6) e (21), si ottiene la legge di trasformazione cercata:

[I’] = [I] + A r0 r0T - r0 ST – S r0T (25)

L’Eq. (25) può essere esplicitata come segue:

⎡ I y′y′ I x′y′ ⎤ ⎡ I yy I xy ⎤ ⎧x ⎫
⎢I = + A⎨ 0 ⎬{x0 y0 } +
⎣ y′x ′ I x′x ′ ⎥⎦ ⎢⎣ I yx I xx ⎥⎦ ⎩ y0 ⎭
⎧x ⎫ ⎧S ⎫
{
− ⎨ 0 ⎬ Sy }
S x − ⎨ y ⎬{x0 y0 } =
⎩ y0 ⎭ ⎩S x ⎭
⎡ I yy I xy ⎤ ⎡ x2 x0 y 0 ⎤ ⎡ x0 S y x0 S x ⎤ ⎡ S y x0 S y y0 ⎤
=⎢ ⎥ + A⎢ 0 ⎥−⎢ −
y0 S x ⎥⎦ ⎢⎣ S x x0 S x y0 ⎥⎦
(26)
⎣ I yx I xx ⎦ ⎣⎢ y 0 x0 y 02 ⎦⎥ ⎣ y0 S y

Quest’ultima relazione tensoriale è equivalente alle tre seguenti relazioni scalari:

Iy’y’ = Iyy + Ax02 – 2x0Sy (27a)


Ix’x’ = Ixx + Ay02 – 2y0Sx (27b)
Ix’y’ = Iy’x’ = Iyx + Ax0 y0 – x0Sx - y0Sy (27c)

Le precedenti relazioni si semplificano nel caso in cui l’origine del riferimento primiti-
vo xy coincida con il Centro d’Area del dominio D. In tal caso infatti si ha Sx = Sy = 0, e
le Eqq. (27) assumono la forma delle note leggi di HUYGENS:

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Ix’x’ = Ixx + Ay02 (28a)
Iy’y’ = Iyy + Ax02 (28b)
Ix’y’ = Iy’x’ = Ixy + Ax0 y0 (28c)

Per quanto riguarda le prime due delle Eqq. (28), si può notare come il momento
d’inerzia centrale sia il minimo tra tutti quelli relativi ad una infinità di rette parallele.1

3.2 Legge di trasformazione del tensore dei momenti d’inerzia per


rotazioni del sistema di riferimento
Si consideri un sistema di riferimento x”y” ruotato dell’angolo di ampiezza ϑ rispetto al
sistema x’y’, Fig, 1b.
Il tensore dei momenti d’inerzia, relativo al dominio D e calcolato nel sistema
ruotato x”y”, si può esprimere utilizzando l’Eq. (4) della legge di trasformazione del
vettore di posizione per rotazioni del sistema di riferimento:

[I"] = ∫ r" r"T dA + ∫ ( [N]r ') ( [N]r ') T dA (29)


D D

Applicando la regola per cui la trasposta del prodotto di due matrici è uguale al prodot-
to inverso delle trasposte, si ha:

[I"] = ∫ r" r"T dA + ∫ ( [N]r ') ( [N] T r 'T ) dA (30)


D D

Avvalendosi della proprietà associativa e portando fuori del segno di integrale le matri-
ci costanti [N] e [N]T, l’Eq. (30) diventa:

[I"] = ∫ r" r"T dA + ∫ [N]r ' r 'T [N] T dA = [N] ⎛⎜ ∫ r ' r 'T dA ⎞⎟ [N ] T
(31)
D D ⎝ D ⎠

Ricordando l’Eq. (21) si ottiene infine la legge di trasformazione cercata:

[I”] = [N] [I’] [N]T (32)

L’Eq. (32) può essere esplicitata come segue:

⎡ I y′′y′′ I x ′′y′′ ⎤ ⎡ Cosϑ Senϑ ⎤ ⎡ I y′y′ I x ′y′ ⎤ ⎡Cosϑ - Senϑ ⎤


⎢I =
⎣ y′′x′′ I x ′′x ′′ ⎥⎦ ⎢⎣− Senϑ Cosϑ ⎥⎦ ⎢⎣ I y′x ′ I x ′x ′ ⎥⎦ ⎢⎣Senϑ Cosϑ ⎥⎦ (33)

1 Analogamente anche il momento statico centrale è il minimo in valore assoluto tra


tutti quelli relativi ad una infinità di rette parallele: esso assume infatti valore nullo.
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Quest’ultima relazione tensoriale è equivalente alle tre seguenti relazioni scalari:

Iy”y” = Ix’x’ (Senϑ)2 + Iy’y’ (Cosϑ)2 + 2 Ix’y’ Senϑ Cosϑ (34a)


Ix”x” = Ix’x’ (Cosϑ)2 + Iy’y’ (Senϑ)2 – 2 Ix’y’ Senϑ Cosϑ (34b)
Ix”y” = Iy”x” = Ix’y’ Cos2ϑ + ½ (Ix’x’-Iy’y’) Sen2ϑ (34c)

Dalle Eqq. (34) discendono due importanti osservazioni.


I) La somma dei due momenti d’inerzia Ixx e Iyy è costante al variare dell’angolo
di rotazione ϑ; si ha infatti:

Ix”x” + Iy”y” = Ix’x’ + Iy’y’

Tale somma è il primo invariante scalare del tensore dei momenti d’inerzia e può essere
interpretata come momento d’inerzia polare del dominio D rispetto all’origine o del
sistema di riferimento:

I p = I y"y" + I x"x" = ∫ [(x") ]


+ ( y")2 dA = r 2 dA =

2
D D

∫ [(x') ]
+ ( y ') dA = I y'y' + I x'x'
2 2 (35)
D

Con r è stata indicata la distanza dell’origine di un posto generico del dominio D.


II) Uguagliando a zero l’espressione del momento centrifugo Ix”y”, è possibile
risalire all’ampiezza dell’angolo di rotazione ϑI che rende diagonale il tensore dei mo-
menti d’inerzia:

Ix”y” = Iy”x” = Ix’y’ Cos2ϑI + ½ (Ix’x’-Iy’y’) Sen2ϑI = 0 (36a)

ϑI = ½ ArcTan [2Iy’yx’ / (Iy’y’- Ix’x’)], ϑII = ϑI + π/2 (36b)

Sostituendo l’espressione trovata dell’ampiezza dell’angolo ϑI nelle prime delle due Eq.
(34) si determinano i relativi momenti d’inerzia.
Le due direzioni ortogonali individuate dagli angoli ϑI e ϑII sono dette direzio-
ni principali d’inerzia, mentre i due relativi momenti sono detti momenti principali
d’inerzia.
Si può dimostrare come i momenti principali d’inerzia siano l’uno il minimo e
l’altro il massimo tra tutti i momenti d’inerzia Iy’y’ e Ix’x’, che si hanno al variare
dell’ampiezza dell’angolo di rotazione ϑ:

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d I y"y"
= 0 ϑ = ϑI

d I x"x"
= 0 ϑ = ϑII

3.3 Legge di trasformazione del tensore dei momenti d’inerzia per


rototraslazioni del sistema di riferimento
Se si consideri un sistema di riferimento x”y”, ottenuto traslando e poi ruotando il si-
stema originario xy, Fig. 1, si può formulare la legge generale di trasformazione del
tensore dei momenti d’inerzia per rototraslazioni del sistema di riferimento, componen-
do le precedenti leggi parziali Eqq. (25) e (32):

[I”] = [N] ([I] + A r0 r0T - r0 ST – S r0T) [N]T (37)

L’Eq. (37) come l’Eq, (19) può essere denominata formula di rototraslazione diretta.
La formula di rototraslazione inversa può essere ottenuta dalla precedente
moltiplicando entrambi i membri, a sinistra per [N]T e a destra per [N], e inserendo
l’Eq. (20):

[I] = [N]T [I”] [N] + [N]T [S”] r0T + r0 [S”]T [N] + A r0 r0T (38)

4. DETERMINAZIONE DELLE DIREZIONI E DEI MOMENTI


PRINCIPALI D’INERZIA
Si sostituisca l’Eq. (36) dell’ampiezza dell’angolo ϑI, di cui deve essere ruotato il si-
stema di riferimento x’y’ per diventare principale, nell’Eq. (34b):

Ix”x”(ϑ=ϑI) = Ix’x’ (CosϑI)2 + Iy’y’ (SenϑI)2 – 2 Ix’y’ SenϑI CosϑI (39)

Utilizzando le formule trigonometriche seguenti:

(CosϑI)2 = (1 - Cos2ϑI) / 2 (40a)

(SenϑI)2 = (1 - Cos2ϑI) / 2 (40b)

(Sen2ϑI) = 2 SenϑI CosϑI (40c)

si ha:
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Ix”x”(ϑ=ϑI) = Ix’x’ (1 - Cos2ϑI) / 2 + Iy’y’ (1 - Cos2ϑI) / 2 +

– Ix’y’ Sen2ϑI (41)

Ricordando l’Eq. (36), si ottiene:

Ix”x”(ϑ=ϑI) = (Iy’y’ + Ix’x’) / 2 - (Iy’y’ - Ix’x’) Cos2ϑI / 2 +

- (Iy’y’ - Ix’x’) (Sen2ϑI)2 / Cos2ϑI =

= (Iy’y’ + Ix’x’) / 2 - (Iy’y’ - Ix’x’) / Cos2ϑI / 2 (42)

Poiché dalla trigonometria è noto che:

1 / Cos2ϑI = [1 + (Tan2ϑI) 2] ½ (43)

è possibile ancora una volta applicare l’Eq. (36):

1 / Cos2ϑI = [1 + 4(Iy’x’) 2 / (Iy’y’ - Ix’x’) 2] ½ (44)

Nel caso in cui si risulti Ix’x’ > Iy’y’ , l’Eq. (44) fornisce:

1 / Cos2ϑI = { [(Ix’x’ – Iy’y’) 2 + 4 (Iy’x’) 2] ½ } / [(Ix’x’ – Iy’y’) (45a)

mentre, se Ix’x’ < Iy’y’ , allora si ha:

1 / Cos2ϑI = { [(Iy’y’ – Ix’x’) 2 + 4 (Iy’x’) 2] ½ } / [(Iy’y’ – Ix’x’) (45b)

Ponendo per semplicità di notazione

Ix”x”(ϑ=ϑI) = Iξ

l’Eq. (42) assume l’espressione:

Iξ = (Iy’y’ + Ix’x’) / 2 + { [(Ix’x’ – Iy’y’) 2 + 4 (Iy’x’) 2] ½ } / 2 (46a)

se Ix’x’ > Iy’y’, mentre diventa:

Iξ = (Iy’y’ + Ix’x’) / 2 + { [(Ix’x’ – Iy’y’) 2 + 4 (Iy’x’) 2] ½ } / 2 (46b)

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nel caso opposto in cui si abbia Ix’x’ < Iy’y’.


Procedendo in maniera del tutto analoga a quella seguita in precedenza per e-
sprimere Ix”x” in funzione di Iy’y’, Ix’x’, e Iy’x’, si perviene alla rappresentazione dell’altro
momento d’inerzia, Iy”y”(ϑ=ϑII) = Iη, relativo alla seconda direzione principale
(ϑII=ϑI+π/2):

Iη = (Iy’y’ + Ix’x’) / 2 - { [(Ix’x’ – Iy’y’) 2 + 4 (Iy’x’) 2] ½ } / 2 (Ix’x’ > Iy’y’) (48a)

Iη = (Iy’y’ + Ix’x’) / 2 + { [(Ix’x’ – Iy’y’) 2 + 4 (Iy’x’) 2] ½ } / 2 (Ix’x’ < Iy’y’) (48b)

Si può quindi concludere che, quando gli assi x’y’ ruotano e diventano principali, la
relazione d’ordine si conserva;

Ix’x’ > Iy’y’ ⇒ Iξ > Iη (48a)

Ix’x’ < Iy’y’ ⇒ Iξ < Iη (48b)

Quando

Ix’x’ = Iy’y’, Iy’x’ ≠ 0 (49)

Si ha un caso particolare: infatti l’Eq. (36) non è definita, e in pratica è indifferente


ruotare il sistema di riferimento x’y’ di π/4 in senso orario o in quello antiorario (ϑI
=±π/4) per ottenere le direzioni principali.
Quando poi

Ix’x’ = Iy’y’, Iy’x’ = 0 (50)

si ha un caso ancora più particolare; l’Eq. (36) non è definita e tutti i sistemi di riferi-
mento ruotati x”y” sono principali, per qualsiasi scelta dell’angolo di rotazione ϑI .

5. LE SEZIONI APERTE SOTTILI


Una sezione si dice aperta sottile, Fig. 2a, allorché la sua forma può essere rappresenta-
ta mediante
i. una linea media coincidente con una curva aperta, e
ii. una corda, ortogonale alla linea media, la cui lunghezza, detta spessore della
sezione, sia “piccola” rispetto al diametro della sezione stessa.
Un dominio piano siffatto prende il nome di sezione zeroconnessa. La linea media può
essere costituita da più tratti regolari, sia rettilinei sia curvilinei; su ciascun tratto può
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essere istituita base locale, caratterizzata da un’origine e da una ascissa ρ. Il vantaggio
che deriva da una simile modalità di rappresentazione geometrica consiste nella possi-
bilità di pensare tutta l’area della sezione concentrata lungo la sua linea media e
nell’evitare quindi di effettuare integrazioni in due dimensioni, limitando invece
quest’ultima operazione alla sola linea media, in quanto le funzioni coinvolte possono
essere considerate costanti lungo la corda.

R2
s = costρ ϕ2
a
R1

ρ1
R3
a
R4
ρ4
ρ3
a a

a) caratteristiche geometriche globali; b) ascisse locali.


Fig. 2 – Sezione aperta sottile:

Un’ altra notevole semplificazione che può essere introdotta, ma che peraltro non è
prerogativa delle sole sezioni aperte sottili, è quella di poter considerare il dominio D
come unione di più tratti regolari Ri, congiunti in coincidenza di posti di singolarità ge-
ometrica (cambiamento di direzione della linea media, cambiamento di spessore), Fig.
2b:

N
D= URi
i (51)

La proprietà distributiva dell’operatore di integrazione consente di esprimere l’Area del


dominio D e i Momenti, sia del primo che del secondo ordine, come somma degli inte-
grali estesi ai singoli tratti regolari.
L’Area è data semplicemente dalla somma dei contributi dei singoli tratti, Fig.
2b:

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I. Geometria delle Aree 15
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A = A1 + A2 + A3 + A4 = sa + πas/2 + sa(2)½ + sa =
[1 + π/2 + (2)½ + 1] sa ≅ 4.985 sa

che sono stati calcolati moltiplicando lo spessore per la lunghezza del tratto di linea
media coinvolti.
I Momenti statici dei singoli tratti regolari rispetto all’asse y sono, Fig. 3a:
⎛ 1⎞
S 1y = x1sdρ = (a + ρ ) sdρ = ⎜1 + ⎟ sa 2 = 1.5 sa 2
a a

0 ∫
0 ⎝ 2⎠ ∫
π 2 π 2
S y2 = ∫0
x2 sadϕ = ∫0
a Senϕ sadϕ = sa 2

a 2 a 2
∫ ∫
2 2 2
S y3 = x3 sdρ = ρ sdρ = sa
0 0 2 2
a a
S y4 = ∫0
x 4 sdρ = a ∫
0
sdρ = sa 2

Il Momento statico dell’intera sezione rispetto all’asse y è allora dato dalla somma se-
guente:
Sy = Sy1 + Sy2 + Sy3 + Sy4 = [1.5 + 1 + (2)½/2 + 1] ≅ 4.207 sa2

I Momenti inerziali dei singoli tratti regolari rispetto all’asse x sono, Fig. 3a:

⎛ ⎞
(x1 ) 2 sdx (a + ρ ) 2 sd ρ
2a a
∫ ∫
1
I 1x = = = ⎜ 1 + + 1 ⎟ sa 3 ≅ 2 .334 sa 3
a 0 ⎝ 3 ⎠
π 2 π 2
2
I yy = ∫ (x2 ) 2 sadϕ = ∫ (a Senϕ ) 2 sadϕ =
0 0

=
1
[ϕ − Cosϕ Senϕ ]π0 2 sa 3 = π sa 3
2 4
2
3
I yy = ∫
a 2
(x3 ) 2
sd ρ = ∫
a 2 ⎛


⎜ ρ 2 ⎟ sd ρ = s
2 ⎟⎠ 2 ∫
a 2
ρ 2 sd ρ =
6
[ ]
s 3
ρ
a 2
0 =
0 0
⎝ 0

=
s 3
6
ρ [ ] a 2
0 =
sa 3
6
( 2) 3
≅ 0.471 sa 3

(x4 ) 2 sdρ = ∫
a a
= ∫ a 2 sdρ = sa 3
4
I yy
0 0

Pertanto, il Momento d’inerzia di tutto il dominio rispetto all’asse x è:

Iyy = Iyy1 + Iyy2 + Iyy3 + Iyy4 = (2.334 + π/4 + 0.471 + 1) sa3 ≅ 4.590 sa3
16 Scienza delle Costruzioni: esercizi e complementi
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y y
x2

y2
x1

x3 y1

x4 x y3 y4 x
o o

a) rispetto all’asse y; b) rispetto all’asse x;


Fig. 3 – Sistema di riferimento “iniziale”: momenti

I Momenti statici dei singoli tratti regolari rispetto all’asse x sono, Fig. 3b:
a a
S 1x = ∫ 0
y1sdρ = a ∫
0
sdρ = sa 2
π 2 π 2 ⎛π ⎞
S x2 = ∫ y 2 sadϕ = ∫ a (1 + Cosϕ ) sadϕ = ⎜ − 1⎟ sa 2
0 0 ⎝ 2 ⎠
a a 2
∫ ∫
2 2
S x3 = y 3 sd ρ =
sd ρ = sa 2 ρ
0 0 2 2
a a sa 2
S x4 =
0
y 4 sdρ = ρ sdρ =
0 ∫ 2 ∫
Il Momento statico dell’intera sezione rispetto all’asse x è allora dato dalla somma se-
guente:
Sx = Sx1 + Sx2 + Sx3 + Sx4 = [1 + (π/2-1) + (2)½/2 + 1/2] ≅ 2.778 sa2

I Momenti inerziali dei singoli tratti regolari rispetto all’asse x sono, Fig. 3b:

( y1 ) 2 sdx = ∫
2a a
I 1xx = ∫
a 0
a 2 sdρ = sa 3
π 2 π 2
2
I xx = ∫ ( y 2 ) 2 sadϕ = ∫ [a (1 + Cosϕ )] 2 sadϕ =
0 0

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I. Geometria delle Aree 17
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⎡ π 2 π 2 π 2 ⎤
= sa 3 ⎢ ∫ dϕ + ∫ (Cosϕ ) 2 dϕ + 2∫ Cosϕ dϕ ⎥ =
⎣ 0 0 0 ⎦
⎧ ⎫
= sa 3 ⎨[ϕ ]π0 [ϕ + Cosϕ Senϕ ]π0 + 2 [Senϕ ]π0 2 ⎬ =
1
2
+ 2

⎩ 2 ⎭
⎛π π ⎞
= ⎜ + + 2 ⎟ sa 3 ≅ 4.356 sa 3
⎝ 2 4 ⎠
2
a 2⎛ ⎞
( y3 ) 2 sdρ = ∫
a 2 a 2
= ∫ ⎜ ρ 2 ⎟ sdρ = s
∫ ρ 2 sdρ =
3
I xx
⎜ 2 ⎟ 2
0 0
⎝ ⎠ 0

=
s 3
6
ρ [ ] a 2
0 =
sa 3
6
( 2) 3
≅ 0.471 sa 3

a a sa 3
= ∫ y 4 sdρ = ∫ ρ 2 sdρ =
4
I xx
0 0 3

Pertanto, il Momento d’inerzia di tutto il dominio rispetto all’asse x è:

Ixx = Ixx1 + Ixx2 + Ixx3 + Ixx4 = (1+ 4.456 + 0.471 + 1/3) sa3 ≅ 6.160 sa3

Sommando infine i momenti d’inerzia “misti” parziali:

(x1 y1 ) 2 sdx = ∫ (a + ρ ) a sdρ = ⎛⎜1 + 1 ⎞⎟ sa 3 ≅ 1.5 sa 3


2a a
I 1yx = ∫ a 0 ⎝ 2⎠
π 2 π 2
2
I yx = ∫ (x2 y 2 ) 2 sadϕ = ∫ (a Senϕ )[a (1 + Cosϕ )]sadϕ =
0 0
π 2 π 21
∫ ∫ Sen 2ϕ dϕ = [− Cosϕ ]π0 [− Cos2ϕ ]π0
1
= Senϕ dϕ + 2
+ 2
= sa 3
0 0 2 4
2
⎞ a 2⎛
(x3 y3 ) sdρ =
a 2
⎜ ρ 2 ⎟ sdρ ≅ 0.471 sa 3
= = = ∫ ∫
3 3 3 2
I yx I yy I xx
⎜ ⎟
0 0
⎝ 2 ⎠
a a
∫ ∫
1
4
I yy = x4 y 4 sdρ = a ρ sdρ = sa 3
0 0 2

si ottiene il valore totale:

Iyx = Iyx1 + Iyx2 + Iyx3 + Iyx4 = (1.5 + 1 + 0.471 + 0.5) sa3 ≅ 3.471 sa3

Si è ora finalmente in grado di determinare la posizione del Centro d’Area cA; Fig. 4a:

xa = Sy / A = 4.207 a / 4.985 = 0.844 a


18 Scienza delle Costruzioni: esercizi e complementi
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ya = Sx / A = 2.778 a / 4.985 = 0.557 a

nonché i momenti d’inerzia centrali:

Iy’y’ = Iyy + Ax02 – 2x0Sy = 4.590sa3 + 4.985sa⋅(0.844a)2 - 2⋅0.844a⋅4.207sa2 = 1.040sa3

Ix’x’ = Ixx + Ay02 – 2y0Sx = 6.160sa3 + 4.985sa⋅(0.577a)2 – 2⋅0.577a⋅2.778sa2 = 4.614sa3

Iy’x’ = Iyx + Ax0 y0 – x0Sx - y0Sy = 3.471sa3 + 4.985sa⋅0.844a⋅0.557a - 0.844a⋅2.778sa2 -


0.557a⋅4.207sa2 = 1.127 sa3

y”
y’ y’

y y
xa xa
x’ x’
cA cA
ϑI x”
ya ya
x x

a) centrale, b) principale.
Fig. 4 – Sistemi di riferimento

Le direzioni principali sono orientate dell’angolo orario di ampiezza

ϑI = ½ ArcTan [2Iy’x’ / (Iy’y’- Ix’x’)] = ½ ArcTan [2⋅1.127 sa3 / (1.040sa3-4.614sa3)] =


≅ - 16°

e poiché risulta Ix’x’ > Iy’y’ e Iy’x’ ≠ 0, si ha:

(Iy’y’ + Ix’x’) / 2 = (1.040sa3 + 4.614sa3) / 2 = 2.827 sa3,

{[(Ix’x’ – Iy’y’) 2 + 4 (Iy’x’) 2] ½}/2 = {12.773 (sa3)2 + 4⋅(1.127 sa3)2] ½} / 2 = 2.113 sa3,

Iξ = (Iy’y’ + Ix’x’) / 2 + { [(Ix’x’ – Iy’y’) 2 + 4 (Iy’x’) 2] ½ } / 2 = 4.940 sa3,

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Iη = (Iy’y’ + Ix’x’) / 2 - { [(Ix’x’ – Iy’y’) 2 + 4 (Iy’x’) 2] ½ } / 2 = 0.714 sa3,

con Iξ > Iη.

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