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Matteo
Tuvinelli
Osteopata
D.O.
Docente
di:
Osteopatia
Strutturale
HVLA
-‐ MANIPOLAZIONE
-‐ THRUST
HVLA
-‐ MANIPOLAZIONE
-‐ THRUST
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HVLA
-‐ MANIPOLAZIONE
-‐ THRUST
Storia
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Storia
A.T.
STILL
usava di
rado la
tecnica di
thrust
e
preferiva applicare il rilascio
mio-‐fasciale.
(Robert
C.
Ward,
Fondamenti di
Medicina
Osteopatica)
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HVLA
-‐ MANIPOLAZIONE
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Storia
Le
tecniche di
maniplazione in
osteopatia sono state
introdotte come
strumento
meccanico per
recuperare mobilità articolare in
condizioni di
disfunzioni somatiche.
IN
SINTESI,
LA
MANIPOLAZIONE
E’
NATA
COME
UNA
TECNICA
DIRETTA
UTILIZZATA
ALLO
SCOPO
DI
AUMENTARE
LA
MOBIILIA’
ARTICOLARE
DISTRETTUALE,
SENZA
DOMANDARSI
IL
PERCHE’
DI
QUESTA
LIMITAZIONE
E
SOPRATTUTTO
SENZA
CHIEDERSI
DOVE
FOSSE
REALMENTE
LA
CAUSA,
MA
VALUTANDO
SEMPLICEMENTE
LA
FUNZIONALITA’
DEL
SEGMENTO.
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-‐ MANIPOLAZIONE
-‐ THRUST
TEORIE
DELLA
DISFUNZIONE
SOMATICA
• Teoria della mancata corrispondenza tra le
superfici articolari contrapposte à Artrosi
• Teoria della modificazione della proprietà tixotropica del
liquido sinoviale che lo
renderebbe più appiccicoso.
• Teoria dell’intrappolamento tra le
due
superfici articolari di
una estremità della sinovia
che fuoriesce dalla capsula articolare.
• Teoria del
segmento facilitato:
riduzione della soglia di
scarica neuronale del
sistema
midollare (metamero)
per
cui
la
muscolatura rimane maggiornamente contratta e
gli
organi divengono maggiormente sensibili.
à TART
Gli studi compiuti fino adesso hanno verificato solo
l’esistenza di
una comunicazione
neurologica tra varie strutture metameticamente corrispondenti (organi,
muscoli,
tessuto,
vasi)
ma
non
come
e
perchè possa nascere una condizione di
facilitazione neuronale.
NON
E’
FORSE
PIU’
APPROPRIATO
PENSARE
CHE
SEMPLICEMENTE
UNA
DELLE
STRUTTURE
COLLEGATE
AL
CIRCUITO
SIA
L’ARTEFICI
DELL’AUMENTO
DI
STIMOLAZIONE…?
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DISFUNZIONE
SOMATICA
HVLA
-‐ MANIPOLAZIONE
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NEUROFISIOLOGIA
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Neurofisiologia
dell’imput
Attualmente I
meccanismi responsabili degli effetti terapeutici
della manipolazione non
sono chiari.
TEORIE
• In
passato si pensava che la
manipolazione conducesse semplicemente un
aumento
della mobilità articolare essendo una tecnica diretta contro barriera (Ward
2003)
• Sembra invece che l’effetto della manipolazione dipenda dall’alterazione del
segnale
propriocettivo afferente al
SNC
(Korr
1975).
• Si
pensa
che tale segnale derivi principalmente dallo stiramento delle capsule delle
faccette articolari (Ianuzzi,
Khalsa 2005).
• Questo stiramento durante l’atto manipolativo non
sembra essere molto
differente
nelle due facette articolari (Ianuzzi,
Khalsa 2005).
LA
MANIPOLAZIONE
RAPPRESENTA
PRINCIPALMENTE
UN
IMPUT
NEUROLOGICO
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Neurofisiologia
della
risposta
Attualmente I
meccanismi responsabili degli effetti terapeutici
della manipolazione non
sono chiari.
TEORIE
• Sembra che l’attività neuro-‐muscolare possa essere modulata dalla manipolazione
vertebrale (Colloca et
al,
2000,
2003;
Keller
et
al
2003).
• Diversi
studi
hanno
dimostrato
che
la
manipolazione
vertebrale
aumenta
significativamente
l’attività
dei
fusi
muscolari
degli
organi
muscolo
tendinei
del
Golgi
e
dei
meccanocettori
nei
muscoli
profondi
paravertebrali
(Pickar e
Wheeler,
2001;
Pickar e
Kang,
2006;
Pickar et
al,
2007).
• Dopo la
manipolazione si ha
un
periodo temporaneo di
silenzio elettrico dei muscoli
collegati segmentarmente per
poi
tornare ad
un’attività elettrica normale.
(Greenman,
2001)
(Ni
Ni
Win
et
al.,
2015)
LA
MANIPOLAZIONE
ARTICOLARE
QUINDI
SEMBRA
ESSERE
UN
SEMPLICE
RISVEGLIO
DI
TUTTI
I
RECETTORI
CHE
PORTA
AD
UN
MOMENTANEO
RILASSAMENTO
DELLA
MUSCOLATURA
METAMERICAMENTE
CORRISPONDENTE.
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Caratteristiche
Biomeccaniche
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Scroscio
-‐ cavitazione
Molti ricercatori sostengono che la
distrazione improvvisa delle superfici
articolari produca una bolla di
nitrogeno
(azoto)
assieme al
clik articolare
(Hargrove-‐Wilson,
1967)
Infatti durante la
manipolazione in
radiografia compare
un’ombra dovuta
alla densità dell’azoto che rimane per
circa
20
minuti.
Questo fa pensare che durante la
manipolazione il liquido sinoviale si
modifichi passando dallo stato liquido a
quello gassoso [tixotropia].
(Greenman
2001)
Quindi se
manipolo e
non
avviene lo
scrocio,
lo
stimolo che abbiamo
dato è solo
meccanico e
non
neurologico.
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-‐ MANIPOLAZIONE
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Rischi
• Stiramento
muscolare
o
legamentoso per
eventuali
eccessi
di
movimento
durante
la
manipolazione
(Mann
T,
Refshauge KM,
2001).
• Genesi
o
aggravamento
di
una
degenerazione
discale,
protrusione
o
ernia (Davis
C,
1985).
• Erniazione
acuta
L4-‐L5
(Huang,
2015)
• Lesione
dell’arteria
vertebrale
(Di
Fabio
RP,
1999)
(Reggars J et
al.,
2003)
(Dune
JW,
1987)
(Kurt
P,
1980).
• Dissecazione
dell’arteria
vertebrale
(Wynd,
2013)
• Lesione
arteria
carotide
interna
(Peters M
et
al.,
1995).
• Lesioni
del
tronco
encefalico
(Di
Fabio
RP,
1999).
• Lesioni
midollari
(Rinsky LA
et
al.,
1976).
• Blocco
diaframmatico
per
lesione
del
nervo
frenico
(Schram DJ
et
al.,
2001)
• Ematoma
epidurale
(Solheim O
et
al.,
2007).
• Ematoma
toracico
(Struewer et
al.,
2013)
• Frattura
vertebrale
(Stevinson C,
Ernst
E,
2002).
• Lesioni
della
cauda equina
(Morandi
X
et
al.,
2004).
• Ictus (Stuber et
al.,
2012).
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Benefici
Dopo la
manipolazione si ha
un
periodo temporaneo di
silenzio elettrico dei
muscoli collegati segmentarmente per
poi
tornare ad
un’attività elettrica
normale.
(Greenman 2001)
(Ni
Ni
Win
et
al.,
2015)
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HVLA
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-‐ THRUST
RICORDIAMO
INOLTRE
CHE
GRAN
PARTE
DI
QUESTE
TECNICHE
INFLUENZANO
PRIMA
DI
TUTTO
LA
PELLE.
LA
PELLE
E’
UNO
DEI
PRIMI
ORGANI
PERSI
DI
VISTA
NEGLI
SQUILIBRI
AUTONOMICI
E
VEROSIMILMENTE
UNO
DEI
PIU’
POTENTI
INTERLOCUTORI
CON
IL
SISTEMA
NERVOSO
AUTONOMO
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HVLA
-‐ MANIPOLAZIONE
-‐ THRUST
Parametri
di
rischio
Rachide cervicale:
estensione per
impingement delle
faccette
Rachide cervicale:
rotazione per
stress
delle
struttura
vascolare
Rachide
cervicale:
inclinazione per
stress
del
plesso
brachiale
Rachide
lombo-‐sacrale:
rotazione per
stress
dell’anulus fibroso
Rachide
dorsale:
Compressione per
stress
costale
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PERFEZIONAMENTO TECNICA
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Tecnica
articolatoria
della
CD
con
paziente
decubito
laterale
(approccio
alla
manipolazione)
Paziente leggermente obliquo Appoggi: Testa:
con
spalla sotto
leggermente • Mano
su occipite • Retropulsa
più avanti • Avambraccio su • Ruotata controlateralmente
zigomatico e
temporale • Inclinata omolateralmente
• Braccio su fronte
• Anulare e
medio su
suboccipitali superiori
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HVLA
-‐ MANIPOLAZIONE
DOG
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HVLA
-‐ MANIPOLAZIONE
DOG
• PZ
supino leggermente vicino a
voi
• Mano
dx
con
mano dx
e
mano sx con
mano sx
• Facciamo prendere le
spalle opposte mettendo il gomito distale sopra
• Solleviamo la
spalla distale e
ci
appoggiamo con
la
mano a
pistola nel punto da
manipolare
• Facciamo sollevare la
testa del
paziente e
afferriamo con
la
nostra
mano craniale
la
regioce CD
(così da
avere la
testa del
paziente appoggiata sul nostro
avambraccio)
• Solleviamo l’intero tronco del
paziente e
posizioniamo perfettamente la
mano che
manipola
• Ci appoggiamo con
il petto sui
gomiti del
paziente
• Determiniamo una tripletta di
forze (mano dietro che fa da
fulcro,
mano craniale
che flette,
petto che spinge)
• La
mano craniale osltre a
flettere può comprimere o
trazionare (generalmente è
utile
trazionare nella regione più caudale della dorsale e
comprimere nella regione
più craniale)
• Imput rapido affondando il nostro peso
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HVLA
-‐ MANIPOLAZIONE
DOG
Variante per
DL
• Parametro
di
trazione
dalla
mano
craniale
• Spostiamo
il
paziente
in
modo
da
avere
il
fulcro
perpendicolare
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HVLA
-‐ MANIPOLAZIONE
DOG
Variante per
CD
• Parametro
di
compressione
dalla
mano
craniale
• Spostiamo
il
paziente
in
modo
da
avere
il
fulcro
perpendicolare
attraverso
una
trazione
della
mano
caudale
CASO
CLINICO
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DX SX
% %
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ARSIZIO Via Pascoli, 1
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