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La storia che, attraverso varie fasi, ha portato l'umanità
dall'oralità alla completa interiorizzazione della scrittura è
affascinante. Nelle culture orali il pensiero e l'espressione,
lungi dall'essere «primitivi», richiedono tuttavia forme di
organizzazione che sono estranee e poco congeniali alla
mente di chi sa leggere e scrivere. Per esigenze
mnemoniche e di trasmissione orale, si ricorre a Formule e
proverbi. A difTerenza delle culture alfabetizzate, ciò che
conta è l'aggregazione piuttosto che l'analisi, la
partecipazione più che la distanza, la situazione specifica
più che l'astrazione. È stata l'introduzione della scrittura, la
prima forma di tecnologia della parola, a trasFormare la
coscienza degli uomini, producendo nuovi modelli di
pensiero che hanno reso possibile l'enorme sviluppo della
cultura. Analoghi punti di svolta sono stati l'invenzione della
stampa e la diffusione del computer che, paradossalmente,
nella civiltà contemporanea sta provocando il ritorno a ;::
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forme di oralità secondaria. Nuove prospettive di analisi


intellettuale, letteraria, e sociale derivano da questo modello
interpretativo: Ong ce ne oll're interessanti esempi
!
accostandosi a temi come la poesia omerica, l'epica
africana, lo studio della Bibbia, il pensiero scientifico,
l'impatto dei media.
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Walter J. Ong, studioso di storia della cultura, di retorica e dei


problemi della comunicazione, è stato docente di Humanities alla
Saint Louis University (Missouri). Il Mulino ha pubblicato «La
presenza della parola» (1970) e «lnterfacce della parola» (1989).
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