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LAVORI DI RESTAURO DELLE SUPERFICI DECORATE DELLA

CRIPTA DELLA CHIESA DI SAN SEPOLCRO A MILANO

Finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
A.F. 2016 - LEGGE N. 190/2014 - € 1.004.000,00 - D.M. 25/09/2017

SCHEDA TECNICA RESTAURO E MANUTENZIONE DELLE SUPERFICI


DECORATE DI BENI ARCHITETTONICI
(ai sensi dell’articolo 147 del D.Lgs. n° 50/2016)
Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

Sito: CHIESA DI SANTA MARIA MADDALENA AL SANTO SEPOLCRO IN MILANO

Oggetto: CRIPTA DEL SANTO SEPOLCRO IN MILANO

Descrizione: Superfici decorate, intonacate e colonne lapidee della Cripta del Santo Sepolcro,

Misure: ambiente ipogeo voltato, strutturato su pianta longitudinale triabsidata a tre navate
suddivise da esili colonne lapidee. La lunghezza massima corrisponde a m 33 e la larghezza
all’altezza delle absidi laterali misura m 20. Le superfici decorate e storiche ammontano a
complessivi mq 1.079,00.

Materiali costitutivi: marmo e materiale lapideo; dipinti murali; affresco; superfici intonacate
decorate; intonaci storici; stucchi; laterizio.

Proprietà: Veneranda Biblioteca Ambrosiana – Piazza Pio XI 2 – 20123 Milano

Datazione: impianto del XI sec. – dipinti: si hanno lacerti di dipinti risalenti alle origini dell’edificio,
decorazioni risalenti al XVII sec. e testimonianze tardo ottocentesche.

Documentazione: archivio della Veneranda Biblioteca Ambrosiana– Piazza Pio XI 2 – 20123


Milano

Questa scheda rappresenta una sintesi operativa a lettura immediata di quanto più diffusamente
espresso ed esplicitato nella relazione tecnica specialistica e nel capitolato speciale. Ogni
considerazione contenuta nel presente documento è sviluppata e meglio articolata nei sopraccitati
documenti, costituenti anch’essi parte integrante della documentazione d’appalto.

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

FINALITÀ DEL RESTAURO

Il restauro è finalizzato alla conservazione e valorizzazione delle superfici decorate interne della
Cripta del Santo Sepolcro in Milano.
L’intervento completa un primo lotto di lavori che ha interessato la pavimentazione interna, la
messa in sicurezza di alcune porzioni di superfici decorate, che risultavano in fase di distacco, e la
rimozione dell’intonaco compromesso dall’umidità da risalita in corrispondenza delle pareti di fondo
dell’aula.
Obiettivo principale del restauro è la conservazione delle testimonianze storiche oggi presenti in
cripta, contrastando le principali cause di degrado che hanno portato al loro danneggiamento; la
valorizzazione di tali testimonianze, riportando in luce porzioni di decorazioni che sono state celate
nel corso del tempo e, infine, la restituzione di tale ricchezza al pubblico godimento, preservando
la lettura della successione storica degli eventi, in una armonia estetica che sappia evitare
inopportune prevaricazioni.

Per meglio orientarsi all’interno della cripta, individuando le differenti aree interessate
dall’intervento di restauro, si riporta di seguito una planimetria in cui vengono identificati i differenti
settori.

DOCUMENTAZIONE RICHIESTA A CONCLUSIONE DELL’INTERVENTO

Scheda di restauro corredata da


- riprese fotografiche digitali prima, durante e dopo il restauro
- relazione tecnica descrittiva degli interventi, redatta a cura del restauratore, con allegate le
schede dei prodotti utilizzati

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

STATO DI CONSERVAZIONE

Variabile e differenziato a seconda dei materiali costituenti: materiale lapideo naturale; dipinti
murali; superfici intonacate decorate; intonaci storici; stucchi; laterizio

La cripta presenta notevoli problemi di conservazione dovuti alla presenza di eccessiva umidità
nelle murature contro terra proveniente da cospicue infiltrazioni di acque piovane e aggravati dalla
mancanza di ventilazione degli ambienti. Le murature si presentano seriamente compromesse
dall’umidità persistente, causata anche dal terreno dei due cortili laterali, dove scaricavano i
pluviali del tetto della chiesa convogliati in fognatura nel precedente lotto di intervento, eseguito
nell’anno 2015.
Parecchi intonaci sono in grave stato di fatiscenza, con lacune e cadute di materia, distacchi e
sollevamenti, efflorescenze saline e macchie di umidità, determinato, da un lato dalla presenza di
infiltrazioni d’acqua, dall’altro da modifiche radicali attuate nel corso degli anni. In molte zone dove
l'intonaco è caduto, si vedono i mattoni sottostanti che appaiono in alcuni casi completamente
polverizzati a causa di formazioni saline (vedi zona absidale). Si possono anche notare porzioni di
differenti stesure di intonaco; tra queste si distingue per elevata compattezza e resistenza
meccanica, una stesura piuttosto antica dal caratteristico colore rosato, conferito dalla presenza di
cocciopesto nell'impasto, rilevabile in più punti della zona absidale; i rappezzi cementizi in questa
zona sono limitati: se ne notano solo alcuni sulle lesene.
Nelle zone B e C antistanti l'abside l'intonaco appare di composizione cementizia e si è
parzialmente conservata una decorazione geometrica a finti conci.
Analoghe forme di degrado coinvolgono gli elementi modellati in stucco. Molte sono le porzioni
disgregate e lacunose; alcuni elementi sembrerebbero frutto di passati interventi di reintegrazione.
L'ossidazione dei perni metallici di ancoraggio ha inoltre causato sia macchie sia dannose spinte
interne alla muratura, dovute all'aumento del volume.
Le superfici dipinte e non, sono coperte da spessi strati di scialbo, ed in alcune zone da
rifacimenti d’intonaco. I dipinti murali in vista appaiono con problemi conservativi dovuti soprattutto
alla presenza di efflorescenze saline, alcuni sono interessati da picchettature e decoesione della
materia pittorica; i dipinti collocati sulle pareti degli ambienti di accesso alla Cripta, sono inoltre
stati oggetto di un intervento di restauro poco risolutivo, infatti sono completamente coperti da un
velo di sali che imbianca le superfici.
Gli elementi lapidei, tranne una colonna (colonne prevalentemente costituite da elementi riadattati),
che presenta delle vecchie cerchiature in ferro, appaiono in discreto stato di conservazione con
presenza di deposito semicoerente.
Il pavimento è in gran parte realizzato con lastre di pietra provenienti dal Foro romano rimontate;
altre parti della pavimentazione sono realizzate in cotto e altri materiali lapidei ed appaiono come
integrazioni successive.

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Laterizio faccia vista


Costituisce parte delle murature e delle volte dei diversi ambienti e il fronte sud - ovest della parete
che divide le due aree della navata centrale

Forme di alterazione e degrado presenti:


- Depositi superficiali anche coerenti
- Erosione superficiale
- Disgregazione
- Alveolizzazione
- Fessurazioni
- Mancanze
- Efflorescenze saline, macchie

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

Materiale lapideo

È costituito in massima parte dalle ventisei colonne che scandiscono la navata. Alcune in pietra o
serizzo, altre in marmo o granito e da capitelli semplici diversi l’uno dall’altro. Alcune colonne
presentano capitello e pulvino.

Forme di alterazione e degrado presenti:


- Depositi superficiali anche coerenti
- Croste
- Alterazione cromatica
- Disgregazione
- Distacchi
- Esfoliazione
- Fessurazione
- Mancanza

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

Cotto non decorato

Sono realizzati in cotto parte della modanatura in aggetto e alcuni capitelli della zona absidale.

Forme di alterazione e degrado presenti:


- Depositi superficiali incoerenti
- Patine da alterazione di sostanze manutentive
- Scagliatura
- Fratturazione
- Mancanze, cadute, perdita di parti
- Disgregazione dei laterizi
- Disgregazione delle malte di allettamento

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

Stucchi: modanature, capitelli ed elementi decorativi

Sono realizzate in stucco la modanatura in aggetto e le cornici delle porzioni dipinte della zona
absidale; due capitelli e alcuni elementi decorativi.

Forme di alterazione e degrado presenti:


- Depositi superficiali minimamente coerenti
- Microfratturazioni
- Polverizzazione
- Decoesione e disgregazione delle stuccature recenti

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

Dipinti murali e intonaci decorati

Lacerti di dipinti murali risalenti al periodo di fondazione dell’edificio, sono visibili nella
zona F; nella zona A, abside centrale, è conservato l’apparato decorativo seicentesco sia
pittorico che plastico; nella zona B, antistante l’abside centrale, l’apparato decorativo tardo
ottocentesco copre la decorazione più antica. Alcuni dipinti votivi arricchiscono le pareti
dell’aula e delle scale di accesso alla cripta.

Forme di alterazione e degrado presenti:


- Deposito superficiale
- Assorbimento di umidità, fronte di risalita
- Efflorescenze e sub-florescenze
- Abrasione della pellicola pittorica
- Evanescenza della pellicola pittorica
- Microfratture, craquelure
- Microscagliatura della pellicola pittorica
- Lacune
- Rigonfiamento
- Distacco

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Apparato decorativo seicentesco

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Decorazione tardo ottocentesca

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

Dipinti murali già restaurati in passato,


caratterizzati da una diffusa alterazione
cromatica

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Dipinti murali già restaurati in passato,


caratterizzati da una diffusa alterazione
cromatica

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

Intonaci storici
Rivestono pressoché totalmente le pareti e le volte dell’ambiente, ove non siano presenti
dipinti murali o decorazioni pittoriche.

Forme di alterazione e degrado presenti:

- Deposito superficiale
- Assorbimento di umidità, fronte di risalita
- Efflorescenze e sub-florescenze
- Rigonfiamento
- Distacco
- Disgregazione
- Cadute di materiale, lacune
- Colonizzazione biologica
- Spellicolamento delle tinteggiature
- Disomogeneità di colore e materiali incongrui attribuibili a precedenti interventi

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

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Cancellate, catene ed elementi metallici

Cancellata a protezione della Tomba Lampugnani; cancelletti di accesso alla Cripta; catene di
rinforzo statico poste alla base di alcuni settori voltati; collari a rinforzo delle colonne lapidee,
serramenti.

Forme di alterazione e degrado presenti:

- Depositi superficiali
- Corrosione
- Consunzione delle vernici protettive

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

PROPOSTA DI INTERVENTO: differenziata per ciascuna classe dei materiali

Cotto non decorato

1. Pulitura
- rimozione a secco di depositi incoerenti con pennelli, scopini, aspiratori controllati
- lavaggio con acqua demineralizzata, spugne e spazzolini morbidi

2. Consolidamento
- applicazione a spruzzo di silicato di etile sino a rifiuto
- rimozione, scarnitura di vecchie malte di stilatura e rifacimento delle stesse con malte idrauliche a
base di calce ed aggregati idonei per granulometria e cromia

3. Integrazioni e stuccature
- microstuccature e integrazioni con malte idonee per granulometria e colorazione in pasta
eseguite a livello in accordo cromatico con le zone limitrofe originali
- ricollocazione degli elementi distaccati e in fase di distacco, mediante l’utilizzo di perni in
vetroresina inglobati in resina

Laterizio faccia vista

1. Pulitura
- rimozione a secco di depositi incoerenti con pennelli, scopini, aspiratori controllati
- lavaggio con acqua demineralizzata, spugne e spazzolini morbidi

2. Consolidamento
- applicazione a spruzzo di silicato di etile fino a rifiuto
- rimozione, scarnitura di vecchie malte di stilatura e rifacimento delle stesse con malte idrauliche a
base di calce ed aggregati idonei per granulometria e cromia

3. Integrazioni e stuccature
- stuccature delle lacune nei mattoni ed integrazioni sia di mattoni che di malte di stilatura con
malte idonee per granulometria e colorazione in pasta eseguite a livello in accordo cromatico con
le zone limitrofe originali

Elementi lapidei naturali

1. Pulitura
- spolveratura manuale con pennelli morbidi ed eventuale aspiratore per la rimozione di depositi
incoerenti
- lavaggio controllato con acqua demineralizzata e spazzolini, pennelli e spugne

2. Consolidamento
- riadesione localizzata delle scaglie di materiale con emulsioni acriliche o resine epossidiche, a
seconda delle dimensioni dei frammenti. Utilizzo di perni in vetroresina ove necessario

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Cripta della chiesa di San Sepolcro - Milano Scheda tecnica

3. Integrazioni e stuccature
- microstuccature ed integrazioni con malte idonee per granulometria e colorazione in pasta
eseguite a livello in accordo cromatico con le zone limitrofe originali
- integrazioni ricostruttive di lacune, con analoghi impasti idraulici idonei per granulometria e
cromia, solo al fine di restituire unità figurativa e continuità di lettura, senza arbitrarietà
ricostruttive

Stucchi

1. Pulitura
- spolveratura manuale con pennelli morbidi ed eventuale aspiratore per la rimozione di depositi
incoerenti

2. Consolidamento
- consolidamento sia profondo che corticale tramite applicazioni, ripetute fino a rifiuto, con silicato
di etile, dato a pennello, siringhe e pipette
- riadesione localizzata degli stucchi alla muratura tramite iniezioni di adesivi idraulici di malte di
calce tixotropiche e a basso peso specifico

3. Integrazioni e stuccature
- microstuccature ed integrazioni con malte idonee per granulometria e colorazione in pasta
eseguite a livello in accordo cromatico con le zone limitrofe originali
- integrazioni ricostruttive delle porzioni mancanti, procedendo con calchi dell’esistente e
realizzando analoghi impasti idraulici idonei per granulometria e cromia, solo al fine di restituire
unità figurativa e continuità di lettura, senza arbitrarietà ricostruttive
- ricollocazione degli elementi distaccanti, mediante l’utilizzo di perni in vetroresina

Dipinti murali e intonaci decorativi

1. Pulitura
- pulitura manuale con pennelli morbidi per rimuovere i depositi incoerenti
- pulitura a secco con spugne tipo wishab per rimuovere depositi semicoerenti e sali in superficie
- tamponi solventi localizzati per rimuovere fissativi alterati e depositi particolarmente tenaci
- estrazione di sali solubili, anche come residui delle puliture precedentemente adottate, mediante
applicazione di acqua demineralizzata in sospensione, con carta assorbente

2. Consolidamento
- fissaggio della pellicola pittorica tramite nanoprodotti applicati a spruzzo o con spugne naturali,
pennelli, e con interfaccia di carta giapponese
- riadesione dei sollevamenti di scaglie di colore con pressione di spatoline e l’ausilio di carta
giapponese, mediante applicazione di resine acriliche o altro prodotto idoneo
- consolidamento in profondità tra l’intonachino e/o gli strati preparatori e/o la muratura con
iniezioni di malte idrauliche a base di calce, premiscelate e, in particolare per le volte, a basso
peso specifico, con funzione adesiva e riempitiva

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3. Rimozioni
- rimozione di incrostazioni, ridipinture o strati aderenti alla pellicola pittorica, mediante tecnica e
prodotti da valutare in seguito a campionatura
- rimozione delle velinature temporanee applicate a protezione della pellicola pittorica, nella zona
absidale

4. Integrazioni e stuccature
- rifacimento di tutte le microfratturazioni, fessurazioni e cadute degli strati di intonaco, anche
appositamente rimosso ove presente come rifacimenti non compatibili, con malte a base di calce
ed aggregati finemente setacciati e selezionati per granulometria e colore, stese a livello

5. Integrazione pittorica
- riduzione dell’interferenza visiva dell’intonaco di supporto, in caso di abrasioni profonde, con
velature ad acquarello
- reintegrazione con velature ad acquarello delle cadute di pellicola pittorica di maggiori
dimensioni, onde restituire unità di lettura cromatica all’opera
- reintegrazione mimetica con acquarello delle stuccature di lacune e delle sigillature di
fessurazioni e fratture
- ricostruzione con acquerello di campiture e di linee perimetrali del disegno, in particolare nel caso
delle decorazioni ripetitive, con ombreggiature e/o velature di campiture e/o tratteggio con
acquerello, in accordo con la D.L. in corso lavori

Intonaci storici

1. Pulitura
- rimozione a secco dei depositi incoerenti con aspiratori, pennelli, pennellesse

2. Rimozioni
- rimozione degli intonaci maggiormente degradati per risalita capillare di umidità e irrecuperabili o
degli intonaci di rifacimento realizzati con materiali inidonei, con mezzi meccanici manuali
- rimozione di scialbi previa esecuzione di saggi per la scelta della soluzione e dei tempi di
applicazione idonei
- rimozione di tutti gli elementi metallici in disuso

3. Consolidamento
- ristabilimento dell’adesione tra intonaco e supporto murario tramite iniezioni localizzate di malte a
base di calce idraulica premiscelate specifiche per iniezioni, e a basso peso specifico in
particolare per gli intonaci sulle volte

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4. Integrazioni e stuccature
- stuccatura e rifacimento delle porzioni di intonaco rimosse o mancanti, previo periodo di
asciugatura della muratura sottostante, con intonaco macroporoso di tipo deumidificante da
restauro su murature soggette a risalita capillare, eseguito con malta premiscelata a base di
legante speciale, inerti selezionati, colore cocciopesto, applicato in spessore non inferiore a 3 cm,
rifinito a frattazzo
- rasatura liscia delle superfici di intonaco riscostruite, a base di calce idraulica e aggregati
selezionati

5. Tinteggiatura
- stesura con velature a due o più riprese di colori a base di calce pigmentata preparata sul posto;
in alternativa, velature con tinte ai silicati di potassio

Cancellate, catene ed elementi metallici

1. Pulitura
- brossatura manuale con spazzole, raschietti, carte abrasive per rimuovere la corrosione
superficiale e residui di vecchie pitturazioni, previa revisione degli elementi

2. Trattamenti
- applicazione di pittura oleofenolica di fondo ad azione di convertitore e stabilizzante
dell’ossidazione
- verniciatura di finitura con pittura ferro micacea, di colore da scegliersi con la D.L. in corso lavori

Redattore della scheda


Il restauratore

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