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RILIEVI E DOCUMENTAZIONE DI SUPERFICI MUSIVE

A SUPPORTO DEL PROGETTO DI CONSERVAZIONE:


IL CASO DEL MAUSOLEO DEL SULTANO AL-ZAHIR
BAYBARS IN DAMASCUS

GRAZIA TUCCI , VALENTINA BONORA*, NICOLA CROCETTO ,


∗ ∗∗

ALESSIA NOBILE*, LAILA AL TURK #

Riassunto
Le superfici musive e lapidee, generalmente complesse e riccamente decorate, ne-
cessitano di rilievi multiscala che possano da un lato documentare dettagliatamen-
te la consistenza geometrica e materica, dall’altro contestualizzarle all’interno
delle strutture architettoniche che le contengono. In accordo con la Direzione Ge-
nerale delle Antichità e dei Musei del Ministero della Cultura siriano, sono stati
effettuati rilievi metrici con sistemi a scansione ed immagini digitali ad alta risolu-
zione, presso il mausoleo del Sultano al-Zahir Baybars in Damasco. Lo spazio
analizzato, quadrangolare e coperto da una cupola, è rivestito di marmi colorati e
mosaici tipici dello stile architettonico mamelucco. Nel presente lavoro si intende
valutare potenzialità e limiti delle nuove tecnologie applicate alla documentazione
e al progetto conservativo di opere d’arte musive e più in generale, di paramenti e
superfici architettoniche.

1. Introduzione
I manufatti musivi, spesso collocati in contesti di difficile lettura e interpretazione,
richiedono rilievi multiscala in cui, alla ricchezza del dettaglio intrinseca all’ogget-
to di studio, si aggiunge la necessità di acquisire, in tempi rapidi, informazioni, me-
tricamente corrette, delle condizioni al contorno. Negli ultimi anni sono state svi-
luppate nuove tecnologie basate su sistemi active sensing, complementari a proce-
dure topografiche e fotogrammetriche più consolidate, che sono in grado di ripro-
durre modelli digitali tridimensionali, riducendo drasticamente i tempi per le ope-
razioni di misura sul campo, con elevata accuratezza metrica ed esaustività qualita-
tiva dei dati.
Ogni intervento di restauro richiede un’appropriata documentazione, tanto dello
stato di fatto precedente che delle fasi di intervento in progress. Risultati ottimali
possono essere raggiunti solo grazie alla collaborazione fra competenze diverse. Si
giustifica così il contributo di varie discipline scientifiche nello studio e nel proget-


Dipartimento di Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici, Università degli Studi
di Firenze; grazia.tucci@unifi.it
Seconda Università di Napoli.
∗∗

#
Restauratrice, Aleppo.

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to di conservazione dei mosaici. In quest'ottica si è inteso valutare il contributo che
può essere apportato dalla “geomatica”, disciplina che si fonda sulla tradizione del
rilevamento topografico e fotogrammetrico, integrandola ora con nuove strumenta-
zioni elettroniche di misura ed informatiche per l'elaborazione dei dati. Il presente
lavoro illustra pertanto l'applicazione di sistemi di scansione tridimensionale e di
fotogrammetria digitale alla documentazione metrica di uno spazio architettonico
riccamente decorato da superfici musive e paramenti lapidei.
Tali metodiche hanno introdotto una sostanziale variazione metodologica rispetto
alla procedura tradizionale: a differenza di ciò che accade con la topografia e la fo-
togrammetria, dove si procede attraverso estrapolazioni di linee e punti per ottenere
un modello che è sintesi di un processo di interpretazione, nel modello ottenuto da
acquisizione tridimensionale il percorso si inverte automatizzando completamente
la fase di acquisizione e posticipando la comprensione e la sintesi nella fase di trat-
tamento successiva. Il risultato infatti è costituito da una nuvola di coordinate tri-
dimensionali di densità elevata, acquisita in tempi brevi ma che necessita di accura-
te operazioni di post-elaborazione.

Figura 1
A sinistra: planimetria di
Al-Madrasa al-Zahiriyya.
In evidenza il Mausoleo del
Sultano al-Zahir Baybars,
nella zona sud-est
dell’edificio.

2. Oggetto di studio
Al-Madrasa al-Zahiriyya era originariamente un’abitazione, trasformata in una ma-
drasa (fig.1) nel 1277 dopo la morte del sovrano Mamluk Al-Zahir Rukn al-Din
Baybars al-Bunduqdari, o Baybars I (1260-1277), famoso per le sue battaglie con-
tro i Crociati. Il sultano fu sepolto in un mausoleo riccamente decorato (figg.2,3),
coperto da una cupola, nella zona sud-ovest dell’edificio.
Le superfici sono decorate con vari materiali e tecniche: rivestimenti in marmo,

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stucco, legno dorato e un fregio continuo di mosaico che rappresenta complessi ar-
chitettonici su tre dei quattro lati, con vasi, alberi, e altri motivi vegetali stilizzati. Il
mihrab nel mausoleo è costituito di marmi colorati per alludere a modelli e mosaici
tipici dello stile architettonico mamelucco.
Il nome dell’architetto del mausoleo, Ibrahim b. Ghana’im, è scolpito sul monu-
mentale portale d’ingresso.

Figure 2 e 3
A sinistra: la copertura a cupola.
A destra: lo spazio riccamente decorato con
marmi colorati e con un fregio continuo di
2 mosaico. Data 05/06/2008 .

3. Obbiettivi del lavoro


In accordo con la Direzione Generale delle Antichità e dei Musei del Ministero del-
la Cultura siriano, sono state effettuati rilievi 3D presso il mausoleo del Sultano al-
Zahir Baybars in Damasco, con la finalità di valutare la possibilità di applicare si-
stemi di misura avanzati a supporto della documentazione e del progetto di restauro
di opere d’arte musive e più in generale, su paramenti lapidei decorati.
La ricerca è stata impostata sulla sperimentazione di differenti metodologie di ac-
quisizione per valutarne modalità, accuratezza e tempi alle diverse scale di rappre-
sentazione.
Gli obiettivi perseguibili con un rilievo tridimensionale sono molteplici:
1 - Rilievo delle strutture architettoniche per la contestualizzazione delle opere mu-
sive.
Il consolidato orientamento verso la conservazione in situ delle opere musive ri-
chiede di estendere le analisi conoscitive, e tra queste quelle di carattere metrico,
anche all'ambiente nel quale il mosaico è stato collocato (Basile, 1989).
Un’ampia gamma di misure, basate sulla topografia e fotogrammetria, può essere
adatta per edifici di grandi dimensioni, mentre per superfici complesse o piccoli
oggetti 3D i sistemi a scansione sembrano essere, ad oggi, i più appropriati. Nella
maggior parte dei casi la presenza simultanea di diverse scale della stessa indagine
rende utile una possibile integrazione di diversi livelli di dettaglio e, quindi, il posi-

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zionamento e la contestualizzazione del mosaico nello spazio architettonico che lo
circonda.
2 - Documentazione dettagliata della consistenza geometrica e materica delle su-
perfici musive e lapidee.
L'analisi approfondita di un mosaico non si limita a considerarne gli aspetti icono-
grafici e iconologici, ma ne ricomprende le caratteristiche materiche e tecniche, ol-
tre all'eventuale stato di degrado che può interessare le tessere o il supporto. Il ri-
lievo metrico deve pertanto integrare dati fotografici e geometrici che descrivano
informazioni via via più dettagliate, a seconda delle esigenze delle studio, quali
possono essere: descrizione delle tecniche di posa e dei materiali adottati, dimen-
sionamento e quantificazione delle tessere presenti in una certa area, presenza di
deformazioni degli strati di supporto, fino alla verifica della (voluta) inclinazione di
alcune tessere, al fine di ottenere particolari effetti luministici.
3 - Modellazione tridimensionale a diversi livelli di dettaglio a supporto della co-
municazione multimediale.
I dati acquisiti con le moderne tecniche di rilievo presentano sempre due caratteri-
stiche che li rendono interessanti anche per applicazioni successive a quella, prima-
ria, di documentazione a supporto dell'intervento di conservazione: la natura digita-
le e la tridimensionalità. Tali caratteristiche suggeriscono di utilizzarli anche per
progetti di comunicazione e di divulgazione che ne valorizzino le potenzialità mul-
timediali ed interattive.

4. Tecniche di rilievo: fra tradizione e innovazione di ricerca


Conoscere in modo adeguato un mosaico significa possedere una visione generale,
nel senso più ampio del termine, che permetta però, quando necessario, di arrivare
alla "risoluzione" della singola tessera, sfruttando in maniera mirata e sistematica le
risorse delle attuali metodologie d'indagine abbinate alla tecnologie informatiche.
Infatti, per arrivare alla redazione di un valido progetto conservativo, occorre con-
siderare in modo approfondito il mosaico sotto tutti gli aspetti, attraverso un ap-
proccio analitico molto attento che possa passare da una visione sintetica, ma non
superficiale, a tutti i molteplici approfondimenti necessari.
Le normali procedure di rilievo fino ad oggi utilizzate, dai rilievi a contatto su po-
livinile ai rilievi tridimensionali, mediante calchi di vetroresina o resina siliconica,
trovano una trasposizione ideale nelle più innovative tecnologie di acquisizione.
Le tradizionali metodologie usate per il rilievo di superfici musive implicano gran-
de accuratezza di dettaglio e tempi piuttosto lunghi; basti pensare alla tecnica di ri-
lievo a contatto: si ricalca il profilo di ogni tessera su pellicola di polivinile segna-
lando tramite semplici simboli grafici le differenze cromatiche. Il prodotto che ne
deriva è la realizzazione di copie, conformi all’originale, in scala 1:1. L’assem-
blaggio dei cartoni, per il rilievo a contatto, e delle foto su pannello, per il rilievo
fotografico, avviene facendo combaciare il perimetro dei riquadri. Questo assem-
blaggio può comportare rischiose e non controllabili deformazioni negli elaborati
finali e di conseguenza nella quantificazione degli interventi.

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A queste considerazioni si aggiungono, inoltre, i limiti del rilievo a contatto, nella
totale mancanza di tridimensionalità dell’oggetto, e i limiti di applicabilità del ri-
lievo mediante calco su oggetti di particolare pregio e in condizioni critiche di con-
servazione. A questo proposito ricordiamo che le attuali disposizioni legislative del
Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, art.107 del Dlgs 42/2004, recita “È di
regola vietata la riproduzione di beni culturali che consista nel trarre calchi dagli
originali di sculture e di opere a rilievo in genere, di qualunque materiale tali beni
siano fatti. Sono ordinariamente consentiti, previa autorizzazione del soprintenden-
te, i calchi da copie degli originali già esistenti. Le modalità per la realizzazione dei
calchi sono disciplinate con decreto ministeriale”. In tale normativa si fa specifico
riferimento a procedure di replica con metodologie non a contatto quali fotogram-
metria, olografia laser, scanner tridimensionali. È in questo contesto che si colloca
la nostra sperimentazione.

Figura 4 - In alto: predisposizione dei target,


misurati topograficamente per l’orientamento
dei fotogrammi e per la correzione delle
deformazione prospettica.
Fig. 5 - Rilievo di dettaglio con laser scanner
distanziometrico HDS6000 (Leica 5
Geosystem).

Le nuove tecniche di rilievo, se progettate attentamente, ben si attagliano alle ri-


chieste che spesso emergono nello studio dei manufatti musivi: i dati sono acquisi-
bili senza necessariamente entrare in contatto con le opere, con sistematicità e ve-
locità. Grazie a queste caratteristiche è possibile anche monitorare nel tempo l’og-
getto indagato per valutare le eventuali modifiche subìte. Il rilievo, in questo modo,
diventa quasi un rilievo dinamico.
Nel caso del mausoleo di Damasco è stato realizzato un rilievo integrato: sono state
usate tecniche topografiche per l’inquadramento e la misura dei punti di appoggio
(fig.4); sistemi a scansione 3D per il rilievo di dettaglio (fig.5) e tecniche foto-
grammetriche con l’uso di immagini digitali ad alta risoluzione per la creazione di
fotopiani (figg.6,7).

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Figura 6 - Acquisizone di immagini digitali ad Figura 7 - dettaglio del mosaico dal
alta risoluzione. quale è possibile apprezzare la
dimensione e lo stato di conservazione
delle singole tessere.

5. Scansioni 3D e progetto di presa fotogrammetrico


Le scansioni 3D vengono acquisite da posizioni incognite e in sistemi di riferimen-
to locali. Attraverso la topografia è possibile creare un sistema di riferimento asso-
luto nel quale esprimere tutti i dati provenienti dai diversi sensori utilizzati (stazio-
ne totale, camera fotografica e laser scanner). Una serie di target sono stati impie-
gati per referenziare sia le informazioni geometriche acquisite con le scansione 3D
che le informazioni radiometriche provenienti dalle immagini fotografiche.
Il lavoro svolto, relativo ad una porzione del mosaico del mausoleo del Sultano
Baybars, è stato condotto predisponendo sull’area di studio le mire utilizzate per
mantenere nello stesso sistema sia il rilievo con laser scanner che quello foto-
grammetrico.
Lo strumento utilizzato, il laser scanner distanziometrico HDS6000 (Leica Geo-
system), ci ha permesso di eseguire la scansione del mosaico e del contesto archi-
tettonico in cui è inserito, con un’accuratezza delle misure dell’ordine del centime-
tro, utile per la descrizione a scala architettonica del mausoleo e per evidenziare
l’andamento delle superfici. Il rilievo laser scanner si è dimostrato pertanto utile
per rispondere all’esigenza di contestualizzazione nell’ambiente architettonico illu-
strato al paragrafo precedente.
Se si volesse documentare, con tecniche analoghe, la geometria delle tessere, la
consistenza degli interstizi, le crepe, le lesioni, le lacune, ecc., gli strumenti a scan-
sione 3D più appropriati sarebbero quelli che basano il principio di misura sulla
triangolazione ottica: un impulso luminoso, mediante uno specchietto ruotante,
scandisce l’oggetto da riprodurre e una camera digitale raccoglie l’immagine rela-
tiva all’area illuminata; dalla geometria del sistema si ricostruisce la distanza dei
punti dell’oggetto. Queste tecniche permettono di ottenere incertezze di misura pari
a qualche decimo di millimetro ma, poiché l’accuratezza decresce con il quadrato
della distanza tra telecamera e oggetto, per aumentare la precisione dei dati si deve
limitare la distanza di presa con conseguente restringimento del campo inquadrato.
Questo implica un più elaborato procedimento di ricomposizione delle singole ri-

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prese per giungere al modello complessivo, da effettuarsi comunque nel sistema di
riferimento assoluto precedentemente determinato.
Tale metodologia, più lenta ma più accurata di quella usata dai sistemi a scansione
distanziometrici, applicata al rilievo delle tessere permette di apprezzarne le geo-
metrie e, per quanto onerosa in termini di elaborazione, può essere utilizzata
nell’analisi di campioni rappresentativi, scelti secondo criteri mirati.
Nella sperimentazione effettuata presso il mausoleo si è demandata la documenta-
zione ad alta risoluzione di una porzione della fascia musiva parietale ad un rilievo
fotogrammetrico.
La presa dei fotogrammi digitali è stata progettata sia per la realizzazione di foto-
piani che di un progetto di fotogrammetria stereoscopica.
Nel primo caso, la superficie ripresa si considera piana e, grazie alle mire posizio-
nate e misurate topograficamente, si corregge la deformazione prospettica inevita-
bilmente presente nelle fotografie.
La fotogrammetria stereoscopica permette invece di ricavare, da almeno una cop-
pia di immagini, informazioni geometriche sull'oggetto, con precisioni anche molto
elevate, che dipendono dalla distanza dalla quale sono stati scattati i fotogrammi e
dalla loro sovrapposizione.
Per i mosaici del mausoleo è stata realizzata una strisciata di fotogrammi sovrappo-
sti, uno rispetto al successivo, del 70%; la distanza di presa rispetto alla parete è
stata mantenuta costante e pari a 4 metri. Al fine di mantenere quanto più possibile
omogenea la scala delle immagini (circa 1:200) si è utilizzato un trabattello per
mantenere gli assi di presa paralleli tra loro e ortogonali al paramento. I file grafici,
di dimensioni pari a 8 Mpixel, sono stati memorizzati in formato TIFF non com-
presso per salvaguardare la possibilità di interpretazione anche dei più minuti det-
tagli. La dimensione del pixel nei fotogrammi scattati nelle condizioni descritte,
rapportata alla scala dell'oggetto, risulta infatti inferiore al mezzo millimetro .
Accuratezza, rapidità, ripetibilità in tempi brevi (per la documentazione di fasi di
indagine successive), massima completezza dei dettagli (per la intrinseca irregolari-
tà formale delle tessiture) si sommano infine alla possibilità di utilizzare le imma-
gini acquisite quale texture del modello; ne derivano i vantaggi propri dei rilievi
fotografici nell’apprezzamento delle caratteristiche materiche e dello stato di con-
servazione dei mosaici.

6. Output grafici
Le elaborazioni grafiche che è possibile ottenere dai dati acquisiti sono:
- Il modello tridimensionale (figg.8,9)
Il modello di punti tridimensionale ottenuto al termine dell’allineamento di tutte le
scansioni 3D costituisce una vera e propria banca dati: è un “deposito di informa-
zioni” estremamente dense e adeguatamente accurate, dal quale possono essere
successivamente derivati tutti gli elaborati grafici necessari.
La ricchezza di informazioni di questi modelli è valorizzata dalla possibilità di vi-
sualizzarli ed esplorarli in modo interattivo, all’interno di appositi software.

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Figura 8
Modello di punti 3D del mausoleo. La visualizzazione è in-
consueta in quanto da un punto di vista esterno si osserva
la superficie interna. La visualizzazione in scala di grigi del
modello di punti non registra i colori reali ma l’intensità
con la quale il segnale viene riflesso dalle diverse superfici.

Figura 9 - Dettaglio del modello di punti 3D.


Si riconoscono i differenti materiali utilizzati per
l’apparato decorativo.

- Piante, prospetti e sezioni significative (fig.10)


Un modo efficace per sintetizzare la tridimensionalità dei dati è estrarre elaborati
vettoriali e bidimensionali in grado di descrivere compiutamente lo spazio architet-
tonico.
- Immagini ortogonali del modello di punti (fig.12)
Per completare le informazioni geometrico-dimensionali fornite dai profili sezione,
tutti gli elaborati sono stati integrati con immagini ortogonali del modello di punti
che, pur non essendo realmente immagini fotografiche, riescono ad evocare effica-
cemente le caratteristiche cromatiche e materiche di tutti gli elementi che compaio-
no in vista in tali rappresentazioni.
- Fotopiani e/o ortofoto (figg.11-14)
Costituiscono un’interessante modalità di restituzione grafica in quanto la rappre-
sentazione è espressa secondo una proiezione ortogonale che consente di desumer-
ne informazioni di dimensione e posizione in funzione della scala grafica. Il conte-
nuto fotografico descrive in modo continuo, uniforme e dettagliato la superficie
dell’oggetto.
- Calchi virtuali e solidi.
Al modello 3D, inevitabilmente discreto in quanto costituito da punti, può essere
restituita continuità con la realizzazione di un calco virtuale, ossia un modello di
superficie. Questa trasformazione avviene creando una struttura triangolare dagli
elementi indifferenziati che la compongono con un livello di dettaglio tanto mag-
giore, quanto più piccole sono le dimensioni dei lati.

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Figura 10 - Pianta e sezioni del prospetto sud e nord estratti dal modello di punti 3D.

Figura 11 - Mosaico di fotopiani del fregio musivo della parete nord del mausoleo.

Figura 12
Restituzione grafica del prospetto interno sud.
Si osserva in proiezione ortogonale l’immagine
della nuvola di punti, in scala di grigi,
integrata dal mosaico di fotopiani realizzato
per le superfici lapidee e musive.

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Figura 13
Ddettaglio della parete sud. Si
osserva il paramento lapideo in
stile architettonico mamelucco,
lo splendido mihrab riccamente
decorato e il mosaico del fregio.

Figura 14 - Ulteriore ingrandimento del fregio della parete sud.

Infine, su scala ridotta, i calchi solidi sono un supporto comunicativo e divulgativo


di grande efficacia in quanto consentono di comprendere immediatamente l’oggetto
nella sua interezza. Output di questo tipo trovano grande impiego nella musealizza-
zione, sia essa virtuale o reale.

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