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La donna etrusca

La donna etrusca aveva un posto di tutto rispetto nella società. Presso gli
Etruschi, infatti, non esisteva una separazione netta tra i sessi, né nella vita
di tutti i giorni né nelle occasioni pubbliche. Tale separazione era invece
rigida nella cultura romana arcaica e in quella greca (la donna ateniese, per
esempio, viveva confinata in una zona riservata della casa). Per i Greci e
per i Romani era quindi inconcepibile la libertà di cui godeva la donna
etrusca ed essi giudicavano fuori luogo il suo comportamento. La donna
etrusca curava particolarmente il proprio aspetto. Ce lo confermano le
pitture di molte tombe: la donna etrusca è raffigurata in pose eleganti e
disinvolte, adorna di vesti preziose e di gioielli; nelle necropoli, inoltre,
sono stati rinvenuti numerosissimi pettini, fibbie, gioielli, vasetti di creme,
bottigliette di profumo, specchi di bronzo finemente lavorati. In molti casi
gli specchi ritrovati nelle sepolture femminili recano i nomi dei personaggi
raffigurati e talvolta anche quello della proprietaria dell’oggetto. È
presumibile allora che la donna etrusca, se non altro quelle appartenenti ai
ceti elevati, fosse in grado di leggere.
Confronto tra donna greca e romana
Tanto per cominciare la donna etrusca godeva di una posizione sociale più forte di
quella della donna romana e greca. Lo possiamo constatare facendo un confronto tra
l’onomastica romana e quella etrusca. Nell’onomastica romana al prenome, al nome
gentilizio e al cognome si aggiungeva il patronimico, cioè il prenome del padre.
Nell’onomastica etrusca al patronimico veniva aggiunto anche il matronimico. A
scandalizzare i Greci e i Romani c’erano poi i comportamenti che la donna etrusca
teneva in pubblico. Essa, alla pari degli uomini, era presente alle feste, ai giochi, alle
danze, alle gare atletiche, ma soprattutto prendevano parte tutte, non solo le
cortigiane, ai banchetti sdraiate accanto al marito o a un convitato.

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