Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Lamacchia - Il Don Giovanni Di Mozart - NS07 2014 PDF
Lamacchia - Il Don Giovanni Di Mozart - NS07 2014 PDF
L’ARTICOLO PROPONE UN’ANALISI DELLA CELEBRE OPERA DI MOZART, APPROFONDENDO IN PARTICOLARE IL DUETTINO
TRA DON GIOVANNI E ZERLINA «LÀ CI DAREM LA MANO» E L’ARIA DI DONNA ELVIRA «AH CHI MI DICE MAI»,
NELL’ATTO I.
Mozart e l’opera italiana generi del dramma serio (altrimenti sto a stampa che sin dagli esordi del ge-
Wolfgang Amadé Mozart (1756-1791), detto “opera seria”) e del dramma gio- nere veniva messo a disposizione degli
austriaco di nascita, è uno dei più im- coso (o “opera comica”), tra le quali le spettatori) in questo periodo è sempre
portanti compositori nella storia del- celebri tre su testo di Lorenzo da Ponte: in poesia. Mozart, di madrelingua te-
l’opera italiana. Nel Settecento l’italiano Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così desca, impiegò tuttavia le risorse della
era la lingua franca dei musicisti. Com- fan tutte (1786-1790). metrica della nostra lingua con grande
positori, strumentisti e cantanti del Bel Un qualsiasi musicista che avesse voluto pertinenza, e spesso con grande acume.
Paese erano presenti in tutte le corti comporre un’opera in italiano doveva È quanto si vuole brevemente mostrare
d’Europa; inoltre, la diffusione per ogni conoscerne i rudimenti di metrica: in- negli esempi che seguono, tratti da un
dove del melodramma italiano, che ve- fatti il testo verbale del melodramma (il capolavoro eccelso come il Don Gio-
niva rappresentato spesso in lingua ori- cosiddetto “libretto”, dal minuscolo te- vanni.
ginale, contribuì a renderlo l’idioma
della musica per eccellenza. Mozart,
precocissimo in tutto, imparò la nostra
lingua da bambino, e si dedicò ben pre-
sto al melodramma, da un lato perché
era il genere musicale meglio remune-
rato – il padre Leopold, molto sensi-
bile a questi aspetti, non perdeva occa-
sione di farglielo notare nelle sue lettere
–, ma soprattutto per la sincera e bru-
ciante passione per il teatro musicale,
che egli manifestò per tutta la sua vita.
La cattolicissima Vienna poi – dove
Mozart trascorse gli ultimi dieci anni di
vita – era una delle capitali europee più
impregnate di cultura italiana: era la
città del resto dove il Metastasio tro-
neggiò come poeta cesareo per mezzo
secolo, dal 1730 al 1782, data della
morte.
Mozart scrisse la sua prima opera ita-
liana a dodici anni, La finta semplice; ne
seguirono numerose altre, nei diversi Questa immagine e le seguenti: fotogrammi del film Don Giovanni di J. Losey (1979).
Il Don Giovanni
Il dissoluto punito o sia Il Don Giovanni
fu rappresentato per la prima volta a
Praga il 29 ottobre 1787, con enorme
successo. Com’è noto, le storie rappre-
sentate a teatro consistono spesso in
una rielaborazione di storie precedenti:
Mozart innalzò nel pantheon dei miti
della modernità un soggetto teatrale
che girava già da un paio di secoli e che
aveva due antecedenti di grande rilievo
nel teatro di parola: El burlador de Se-
villa y convidado de piedra di Tirso de
Molina (1630) e Dom Juan ou Le festin
de pierre, prima commedia in prosa di
Molière (1665). Alquanto meno illustre
l’atto unico il Don Giovanni o sia Il con-
vitato di pietra di Giovanni Bertati e
Giuseppe Gazzaniga (rispettivamente
Don G. Là ci darem la mano, zione, questa, tipica del genere “libretto
librettista e musicista); esso tuttavia, là mi dirai di sì; per musica”: evidentemente non
rappresentato a Venezia solo pochi mesi vedi, non è lontano, avrebbe senso in un testo destinato ad
prima durante il carnevale 1787, fu cer- partiam, ben mio, da qui.
essere recitato piuttosto che cantato.
tamente la fonte diretta di Da Ponte.
Zer. Vorrei, e non vorrei, L’assetto metrico è connesso col signi-
Il brano più noto del Don Giovanni è il
mi trema un poco il cor; ficato drammatico: un effetto di “strin-
duettino tra Don Giovanni (voce di
felice, è ver, sarei, gendo”, si direbbe. Fisicamente separati
basso) e Zerlina (soprano) «Là ci darem ma può burlarmi ancor. all’inizio (parole diverse), si avvicinano
la mano», nell’atto I. Il duetto d’amore sempre di più (sticomitia) e finiscono
(“duettino”, com’è intuitivo, è un duetto Don G. Vieni, mio bel diletto. abbracciati (stesse parole). Si noti anche
più breve) è un luogo classico del me- l’insinuante etc. che Da Ponte scrive in
lodramma. La situazione è presto detta: Zer. Mi fa pietà Masetto.
coda alla didascalia, una falsa reticenza
Don Giovanni, «giovane cavaliere estre- pudica, che è invero una scaltra sottoli-
Don G. Io cangerò tua sorte.
mamente licenzioso» (così viene pre- neatura: lo spettatore può facilmente
sentato nell’elenco dei personaggi), Zer. Presto, non son più forte. immaginare cosa stanno per fare i due
vaga randagio in perenne ricerca di av- novelli amanti (invero un istante dopo
venture amorose e s’imbatte in un a2 Andiam, andiam mio bene
saranno bruscamente interrotti nei loro
gruppo di contadini, tra i quali i pro- a ristorar le pene
propositi).
d’un innocente amor.
messi sposi Zerlina e Masetto. Libera- Se Don Giovanni è deciso e sa quel che
tosi di quest’ultimo a suon di minacce, Vanno verso il casino di D. Gio. abbrac- vuole sin da subito («Là mi dirai di sì»),
Don Giovanni si fa avanti con Zerlina ciati etc. Zerlina sembra inizialmente indecisa
promettendole un matrimonio ben più («vorrei e non vorrei»), non tanto dal
fortunato, e indicandole un luogo dove Da Ponte impiega versi d’una mede- pensiero di tradire Masetto, quanto dal
appartarsi. sima lunghezza, i settenari; i due per- rischio di essere ingannata dal bel ca-
Questo il testo di da Ponte (atto I, scena sonaggi hanno una quartina ciascuno, valiere. Tanto più che non è chiaro a chi
9); il lettore potrà seguirlo con l’ausilio poi un verso a testa per un totale di Zerlina rivolga la sua prima quartina. Se
di una registrazione audio o video, or- quattro (dunque un’altra quartina), in- Don Giovanni è l’unico personaggio lì
mai accessibile a chiunque e in qualun- fine una terzina a 2, predisposta cioè presente, è anche vero che l’uso della
que momento grazie a youtube: per il canto simultaneo; una prescri- terza persona («può burlarmi») fa pre-
BIBLIOGRAFIA
H. Abert, Mozart [1919], 2 voll., Il Saggiatore, Milano 1994.
W.J. Allanbrook, Rhythmic gesture in Mozart: “Le Nozze di Figaro” and “Don Giovanni”, University of Chicago Press, Chicago-London 1983.
L. Bianconi, Sillaba, quantità, accento, tono, in «Il Saggiatore musicale», XII, n. 1, 2005, pp. 183-218 (anche on-line: http://www.sag
giatoremusicale.it/rivista/XII_2005_1/Bianconi%202005b.pdf ).
F. D’Amico, Attorno al “Don Giovanni” di Mozart, Bulzoni, Roma 1977.
F. D’Amico, Forma divina: saggi sull’opera lirica e sul balletto, 2 voll., a cura di N. Badolato e L. Bianconi, Olschki, Firenze 2012.
S. Kunze, Il teatro di Mozart [1984], Marsilio, Venezia 2006.
M.H. Schmid, Le opere teatrali di Mozart, Bollati Boringhieri, Torino 2010.
M. Solomon, Mozart, Mondadori, Milano 1996.
Tutte le lettere di Mozart: l’epistolario completo della famiglia Mozart: 1755-1791, 3 voll., a cura di M. Murara, Zecchini, Varese 2011.