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INDICE
Lettera ai Romani ……………… pag 01 Prima lettera ai Tessalonicesi …… pag 39
Prima lettera ai Corinzi ………… Pag 11 Seconda lettera ai Tessalonicesi … pag 31
Seconda lettera ai Corinzi ……… Pag 21 Prima lettera a Timoteo ………… Pag 42
Lettera ai Galati………………… pag 27 Seconda lettera a Timoteo ……… pag 45
Lettera agli Efesini ……………… Pag 31 Lettera a Tito …………………… pag 47
Lettera ai Filippesi ……………… Pag 34 Lettera a Filemone ……………… pag 48
Lettera ai Colossesi ………………pag 37 Lettera agli Ebrei ………………… pag 49

LETTERA AI ROMANI Fine anno 57 d.C., da Corinto


Capitolo 1
Preambolo e saluto. 1 - Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato apostolo, e messo a parte per
[annunziare] il Vangelo di Dio, 2 ch'egli aveva innanzi promesso a mezzo dei suoi profeti nelle
sante Scritture, 3 relativamente a suo Figlio, - nato dal seme di David secondo la carne, 4 ma
dichiarato in modo potente Figlio di Dio, secondo lo spirito di santità, mediante la risurrezione dei
morti, - Gesù Cristo il nostro Signore, 5 per opera del quale noi abbiamo ricevuto la grazia e la
missione di indurre, nel nome di Lui, all'obbedienza della fede tutti i Gentili, 6 fra i quali ci siete
anche voi, chiamati ad essere di Gesù Cristo, 7 a tutti quanti siete in Roma, amati da Dio, chiamati
santi, grazia a voi e pace, da Dio nostro padre e dal Signore Gesù Cristo. La fede dei Romani. 8
Prima di tutto ringrazio il mio Dio a mezzo di Gesù Cristo a motivo di voi tutti, poichè la vostra
fede si annunzia in tutto il mondo. 9 Mi è testimone Iddio, a cui io rendo culto nel mio spirito
propagando la buona novella relativa al Figlio di Lui, che non tralascio mai di far memoria di voi,
10 chiedendo nelle mie preghiere se mai una buona volta, io possa, nella volontà di Dio, trovare
l'occasione di venir da voi. 11 Giacchè vivamente bramo di vedervi, per comunicarvi un po' di
grazia spirituale, sì da esserne fortificati, 12 o meglio, per essere, in mezzo a voi, insieme confortati
per la reciproca fede vostra e mia. La salvezza dipende dalla fede. 13 E non voglio ignoriate, o
fratelli, che molte volte mi ero proposto di venir da voi, (e ne sono stato finora impedito), per
raccogliere qualche frutto anche tra voi, come ho fatto tra gli altri Gentili. 14 A Greci come a
Barbari, a sapienti come ad ignoranti, io sono debitore; 15 tanto è vivo il desiderio, (quanto a me)
di annunziare il Vangelo anche a voi in Roma. 16 Giacchè io non mi vergogno del Vangelo; chè
esso è il potere di Dio per dar la salute a chi crede, al Giudeo prima poi al Greco; 17 giacchè vi si
rivela la giustizia di Dio proveniente dalla fede e che conduce alla fede, conforme sta scritto: «Il
giusto vive di fede». Il peccato dei Gentili e la loro condanna. 18 Poichè l'ira di Dio si manifesta
dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell'ingiustizia; 19
infatti quel che si può conoscere di Dio è in essi manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato; 20
poichè le perfezioni invisibili di Lui fin dalla creazione del mondo, comprendendosi dalle cose fatte,
si rendono visibili, quali la sua eterna potenza e la sua divinità; laonde essi sono inescusabili, 21
perchè avendo conosciuto Iddio non l'hanno glorificato come Dio, nè l'hanno ringraziato; ma
s'invanirono nei loro ragionamenti, e fu avvolto di tenebre il loro stolto cuore. 22 Dicendo di esser
sapienti divennero stolti, 23 e scambiarono la gloria dell'incorruttibile Iddio nella riproduzione di
un'immagine di corruttibile uomo, e di volatili e di quadrupedi e di rettili. 24 Perciò li abbandonò
Dio, nelle concupiscenze dei loro cuori, alla sconcezza del disonorare tra loro i loro corpi, 25 essi
che scambiarono la verità di Dio con la menzogna, e venerarono e resero culto alla creatura invece
che al Creatore, il quale è benedetto ne' secoli, così sia! 26 Per questo li abbandonò Iddio a passioni
d'infamia, poichè le loro femmine scambiarono l'uso naturale in quello contro natura: 27 e
similmente i maschi, lasciato l'uso naturale della donna, si accesero nel desiderio gli uni degli altri,
atti turpi operando maschi con maschi, e ricevendo in se stessi la mercede che si conveniva della
loro aberrazione. 28 E poichè non si diedero cura di conoscere Dio, li abbandonò Iddio ai reprobi
sentimenti: far ciò che non si deve, 29 ripieni d'ogni ingiustizia, malvagità, fornicazione, avidità,
malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, d'inganno, di malignità; sussurroni, 30 maldicenti,
in odio a Dio, violenti, superbi, millantatori, inventori di male azioni, disobbedienti ai genitori, 31
insensati, disamorati, sleali, incapaci di sentir compassione; 32 i quali, pur avendo conosciuto la
giusta sentenza di Dio, che chi fa tali cose è degno di morte, non solo le fanno, ma approvano chi le
fa.
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Capitolo 2
Il peccato dei Giudei. 1 - Per conseguenza tu sei inescusabile, o uomo, chiunque tu sia che
giudichi; poichè in quella che giudichi gli altri, condanni te stesso, giacchè tu che giudichi fai le
stesse cose. 2 Or noi sappiamo che il giudizio di Dio contro chi fa tali cose è secondo verità. 3 E
fai conto tu, o uomo, che giudichi chi fa tali cose, e le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio? 4
O disprezzi tu la ricchezza della sua benignità, della sua pazienza e della sua longanimità,
ignorando che la bontà di Dio ti guida al pentimento? 5 Per la durezza tua e il cuore impenitente tu
fai s'accumuli per te un mucchio d'ira nel giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio
di Dio; 6 il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere; 7 agli uni, che per costanza nell'opera
buona cercano riputazione e onore e immortalità, eterna vita; 8 agli altri, figli della discordia e che
disobbedienti alla verità obbediscono invece all'ingiustizia, ira e sdegno. 9 Tribolazione e angoscia
sopra ogni anima d'uomo che fa il male, Giudeo prima poi Greco; 10 riputazione e onore e pace a
chiunque fa il bene, Giudeo prima e poi Greco; 11 poichè non vi è riguardo a persone presso Dio.
12 Quanti senza legge peccarono, senza legge anche periranno; e quanti errarono nella legge, con
essa legge saranno giudicati; 13 poichè non quelli che senton parlare della legge son giusti appo
Dio, ma solo quelli che la praticheranno saranno giustificati. 14 Quando i Gentili che non han
legge, fanno per natura le cose della Legge, costoro non aventi legge son legge a se stessi; 15 essi
mostrano l'opera della Legge scritta nei loro cuori, attestandolo la loro coscienza e i loro pensieri,
che a vicenda or si accusano tra loro or si difendono. 16 Ciò apparirà in quel giorno in cui Dio
giudicherà i segreti degli uomini, secondo il mio Vangelo per Gesù Cristo. La vera circoncisione.
17 E se tu ti chiami Giudeo, e ti riposi sulla Legge, e in Dio ti glorii, 18 e conosci la sua volontà, e,
istruito dalla Legge riconosci ciò che è meglio, 19 tu ti fidi di essere guida dei ciechi, luce di quei
che son nelle tenebre, 20 educatore degli ignoranti, maestro dei fanciulli, avendo nella Legge la
formola della conoscenza e della verita; 21 tu dunque che ammaestri gli altri, non insegni a te
stesso? tu che predichi di non rubare, rubi? 22 tu che dici non doversi commettere adulterio, lo
commetti? tu che hai in abominio gli idoli, ne fai sacrilego commercio? 23 tu che ti glorii della
Legge, colla trasgressione della Legge disonori Iddio? 24 (Giacchè «il nome di Dio per cagion
vostra è bestemmiato tra le Genti» come sta scritto). 25 La circoncisione è utile se tu segui la
Legge, ma se tu sei trasgressore della Legge, la tua circoncisione diventa incirconcisione. 26 Se
dunque l'incirconciso osserva i comandamenti della Legge, la sua incirconcisione non sarà valutata
come circoncisione? 27 e chi di nascita è incirconciso, osservando la Legge, giudicherà te che, con
la tua lettera della Legge e la tua circoncisione, ne sei trasgressore. 28 Non è adunque quello che
apparisce il vero Giudeo, nè è vera circoncisione quella che è palese nella carne; 29 ma il Giudeo è
quello che è tale entro di sè, ed è la circoncisione del cuore, nello spirito non nella lettera, quella la
cui lode non è dagli uomini ma da Dio.
Capitolo 3
L'uomo è giustificato mediante la fede. 1 - Che cos'ha di più dunque il Giudeo, o qual è l'utilità
della circoncisione? 2 Grande per ogni riguardo. Prima di tutto perchè a lui furono affidati gli
oracoli di Dio. 3 Che dunque? Se alcuni non credettero, forsechè la loro incredulità renderà vana la
fedeltà di Dio? non può essere. 4 Dio è verace, ed «ogni uomo menzognero», conforme sta scritto:
«affinchè tu, o Dio, sia riconosciuto giusto quando parli, e abbia vittoria quando ti si giudica». 5
Che se la nostra iniquità conferma la giustizia di Dio, che diremo? si dirà forse che è ingiusto Iddio
il quale dà corso alla sua ira? 6 (parlo secondo l'uomo); non sia mai; poichè altrimenti come
giudicherà Dio il mondo? 7 E se la veracità di Dio, nella mia menzogna, apparve maggiore, a sua
gloria, perchè mi si giudica ancora come peccatore? 8 O non è il caso di dire, (conforme siamo
calunniati e conforme alcuni spacciano che noi diciamo), che noi faremo il male acciò ne venga del
bene? La condanna di questi calunniatori è giusta. 9 Che dunque? Siamo noi dappiù di essi? niente
affatto. Noi abbiam già accusato Giudei e Greci di essere tutti in peccato, 10 conforme sta scritto:
«Non vi è alcun giusto, neppur uno; 11 non vi è persona di senno, non vi è chi cerchi Dio; 12 tutti
si sono sviati, e insieme son diventati inutili; non c'è chi faccia il bene, non c'è fino ad uno; 13
tomba aperta è la loro gola; della lingua loro si son fatto mezzo d'inganno; veleno d'aspidi sulle loro
labbra; 14 la bocca loro è piena di maledizione e d'amarezza; 15 veloci i lor piedi per versar
sangue; 16 distruzione e miseria nelle strade loro; 17 e la via della pace non conobbero. 18 Non
v'è timor di Dio dinanzi agli occhi loro». 19 Or noi sappiamo che quanto la Legge dice, lo dice a
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quelli che son nella Legge, affinchè ogni bocca sia chiusa, e tutto il mondo sia soggetto al giudizio
di Dio; 20 perchè dalle opere della Legge «nessuno sarà giustificato dinanzi a Dio», giacchè per via
della Legge si ha (solo) la conoscenza del peccato. 21 Ma ora all'infuori della Legge s'è manifestata
la giustizia di Dio, attestata dalla Legge stessa e dai Profeti; la giustizia di Dio, per mezzo delle fede
in Gesù Cristo, per tutti coloro che in essa credono; giacchè non v'è differenza; 23 tutti hanno
peccato e rimangono lontani dalla gloria di Dio, 24 e son giustificati gratuitamente per la grazia di
lui a mezzo della redenzione in Cristo Gesù; 25 lui Dio ha prestabilito mezzo di propiziazione, per
via della fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, a motivo della tolleranza per le passate
colpe 26 durante la sua divina sopportazione; per dimostrare (dico) la sua giustizia nel momento
presente, sì da essere lui giusto, e giustificare colui che ha fede in Gesù. 27 Dov'è dunque il tuo
vanto? è escluso. Per qual legge? quella delle opere? no, ma per la legge della fede, 28 poichè
riteniamo essere l'uomo giustificato per la fede, all'infuori delle opere della Legge. 29 Forsechè
soltanto dei Giudei è Dio? no, anche delle genti; 30 sicuro, anche delle genti, se è unico Dio quello
che giustificherà i circoncisi in seguito alla fede, come i non circoncisi mediante la fede. 31
Annulliamo dunque la Legge per via della fede? non sia mai; anzi confermiamo la Legge.
Capitolo 4
Abramo giustificato mediante la fede. 1 - Che diremo dunque abbia conseguito Abramo, nostro
progenitore secondo la carne? 2 poichè se Abramo è stato giustificato dalle opere, ha ragione di
vantarsene, ma non davanti a Dio. 3 Che dice la Scrittura? «Abramo credette in Dio, e ciò gli fu
calcolato a giustizia». 4 Ora a chi opera, la mercede non si conteggia a titolo di grazia, ma come
cosa dovuta; 5 e a chi non fa le opere, ma crede in colui che giustifica l'empio, gli è calcolata la
fede a giustizia secondo il proposito della grazia di Dio. 6 Come anche David parla della
beatitudine di colui a cui Dio imputa la giustizia senza le opere: 7 «Beati quelli dei quali sono
rimesse le iniquità e di cui sono coperti i peccati» e 8 «Beato l'uomo del cui peccato il Signore non
ha tenuto conto». 9 Tale beatitudine è essa pei circoncisi, o anche pei non circoncisi? Poichè noi
diciamo: «fu imputata ad Abramo la fede a giustizia»; 10 come fu imputata? quand'era circonciso o
quand'era incirconciso? non nel tempo della circoncisione, ma prima. 11 E il segno della
circoncisione ricevette poi come sigillo della giustizia della sua fede nel tempo dell'incirconcisione,
affinchè potesse essere e padre di tutti i credenti dell'incirconcisione sì da essere ascritta anche a
questi la giustizia, 12 e padre dei circoncisi, non solo di quelli che provengono dalla circoncisione,
ma anche di coloro che seguono le orme della fede del padre nostro Abramo, ancora incirconciso.
13 Difatti non già per la Legge è stata fatta ad Abramo e alla sua discendenza la promessa
dell'eredità del mondo, ma per la giustizia della fede. 14 Poichè se eredi fossero solo quelli della
Legge, sarebbe vana la fede e annullata la promessa; 15 poichè la Legge produce l'ira, giacchè dove
non v'è Legge non vi è neppure trasgressione; 16 perciò eredi si è in seguito alla fede, affinchè ciò
sia per grazia, allo scopo che la promessa sia sicura per tutta la discendenza, non quella solo della
Legge, ma anche quella che ha la fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi, 17 (conforme sta
scritto: «Padre di molte genti io ti ho costituito»), dinanzi a quel Dio in cui credette, quello che rifà
vivi i morti e chiama le cose che non sono come fossero. 18 Egli contro ogni speranza sperò, ed
ebbe fede, rispetto al dover diventar «Padre di molte genti» secondo era stato detto: «Così sarà il tuo
seme», 19 e non venuto meno nella fede vide sì il suo corpo impotente, essendo di circa cento anni,
e senza vita ormai l'utero di Sara; 20 ma, data la promessa di Dio, non esitò per incredulità, anzi si
rafforzò nella fede, dando gloria a Dio, 21 e pienamente convinto, che quello che ha promesso Egli
è anche in grado di mantenerlo. 22 Perciò gli fu imputato a giustizia. 23 E non è stato scritto per
lui solo che fu imputato a giustizia, 24 ma anche per noi, ai quali verrà imputato il credere in chi ha
risuscitato Gesù Signor nostro dai morti, 25 il quale fu dato [a morte] per i nostri mancamenti, e fu
risuscitato a motivo della nostra giustificazione.
Capitolo 5
Effetti della giustificazione mediante la fede. 1 - Giustificati dunque dalla fede, abbiano pace
con Dio per mezzo del nostro Signor Gesù Cristo; 2 per il quale abbiamo anche avuto, mediante la
fede, adito a questa grazia in cui siamo, e di cui meniamo vanto nella speranza della gloria dei
figliuoli di Dio. 3 Nè solo questo, ma ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la
tribolazione produce tolleranza, 4 la tolleranza produce virtù provata, la virtù provata, spera nza; 5
e la speranza non inganna, perchè l'amore divino s'è riversato nei nostri cuori per lo Spirito Santo
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che ci fu dato. 6 Difatti, perchè mai essendo noi ancora deboli, al suo tempo Cristo morì per gli
empi? 7 or a mala pena altri morrà per un giusto, e per un uomo dabbene qualcuno forse avrà
cuore di morire; 8 ma Dio dà a vedere il suo vivo amore per noi, perchè essendo noi ancora
peccatori, 9 Cristo per noi è morto. Or dunque, giustificati nel sangue di lui, tanto più saremo a
mezzo di lui salvati dall'ira. 10 Giacchè se, essendo nemici, siamo stati riconciliati a Dio per la
morte di suo Figlio, tanto più, riconciliati, saremo salvati nella vita di lui; 11 nè solo questo, ma
anche ci gloriamo in Dio per opera del Signore Nostro Gesù Cristo, per mezzo del quale ora
abbiamo ottenuto la riconciliazione. Il peccato e la grazia. I due Adami. 12 Per questo, come per
opera d'un sol uomo entrò la colpa nel mondo, e per la colpa la morte, e così a tutti gli uomini s'è
estesa la morte in quanto che tutti peccarono. 13 Giacchè fino alla Legge v'era sì la colpa, nel
mondo, ma la colpa non s'imputava non essendovi la legge. 14 Nondimeno, regnò la morte da
Adamo fino a Mosè, anche su quelli che non avevan peccato trasgredendo la legge come aveva fatto
Adamo; il quale è figura di colui che doveva venire. 15 Ma non come il fallo è il dono, poichè se
per la colpa d'uno tutti gli altri morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono nella grazia
dell'unico uomo Gesù Cristo, ridondò a vantaggio di tutti. 16 E non come nel caso di quell'unico
che fu colpevole è stato il dono; poichè in seguito a quell'unico si voltò in condanna il giudizio, la
grazia in seguito a molte colpe si voltò in giustificazione. 17 Se per il fallo di un solo regnò la
morte per via d'uno, molto più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della
giustizia, in vita regneranno per via dell'unico Gesù Cristo. 18 Adunque come per un solo fallo si
venne a una condanna per tutti gli uomini, così un unico atto di giustizia riescì per tutti gli uomini a
giustificazione di vita. 19 Come per la disobbedienza di uno i molti sono stati costituiti peccatori;
così per l'obbedienza di uno i molti saranno costituiti giusti. 20 La legge poi sopraggiunse sì che
abbondò il fallo; ma dove abbondò il peccato ivi sovrabbondò la grazia, 21 affinchè come aveva
regnato il fallo nella morte, così regni la grazia propria della giustizia, in eterno, per opera di Gesù
Cristo nostro Signore.
Capitolo 6
Liberazione dalla schiavitù del peccato. 1 - Che diremo dunque? Rimarremo nel peccato affinchè
abbondi la grazia? 2 non sia mai. Noi che siam morti al peccato, come vivremo ancora in esso? 3
O ignorate che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù siamo stati battezzati nella morte di lui?
4 Siamo stati dunque sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte, affinchè, come fu
resuscitato Cristo da morte per la gloria del padre, così anche noi camminiamo in novità di vita. 5
Poichè se siamo stati come innestati alla somiglianza della morte di lui, lo saremo anche a quella
della risurrezione; 6 sapendo questo, che il nostro uomo vecchio fu crocifisso con lui perchè fosse
ridotto a nulla il corpo del peccato, in modo da non esser più noi schiavi del peccato; 7 perchè chi
è morto è stato giustificato dalla colpa. 8 E se siamo morti in Cristo, abbiamo fede che rivivremo
anche con lui, 9 sapendo che Cristo risorto da morte non muore più, la morte non avrà più dominio
su lui. 10 Poichè per il fatto che è morto, è morto una volta per sempre al peccato, e quel che vive
vive in Dio. 11 Così anche voi fate conto di esser morti al peccato, e di vivere a Dio in Cristo Gesù.
12 Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da ubbidire alle sue concupiscenze; 13
nè esibite le vostre membra come armi d'ingiustizia al peccato; ma offrite voi stessi a Dio come
risuscitati da morte, e le vostre membra siano a Dio armi di giustizia.14 Poichè il peccato non vi
comanderà più non essendo più sotto la Legge, ma sotto la grazia. 15 Che dunque? peccheremo
perchè non siamo sotto la Legge ma sotto la grazia? non mai; 16 non sapete che a chi vi fate
schiavi per obbedienza siete schiavi di quello cui ubbidite, sia del peccato che conduce alla morte,
sia dell'obbedienza che mena alla giustizia? 17 E grazie si rendano a Dio perchè eravate schiavi del
peccato, ma avete di cuore obbedito a quella forma di dottrina a cui siete stati ascritti; 18 e liberati
dal peccato, siete divenuti schiavi della giustizia. 19 Io parlo in modo umano, per la debolezza della
vostra carne. Perchè come offriste le vostre membra come schiave all'impurità e all'iniquità per
l'iniquità, così ora offrite le vostre membra schiave alla giustizia per la santificazione. 20 Poichè
quando eravate schiavi del peccato, eravate liberi rispetto alla giustizia. 21 E che frutto avevate
allora? cose delle quali ora vi vergognate, poichè la fine loro è la morte. 22 Ma ora affrancati dal
peccato e fatti schiavi a Dio, ne avete il frutto nella vostra santificazione, e il fine è una vita
sempiterna. 23 Poichè la paga del peccato è morte, e il grazioso dono di Dio è la vita eterna in Gesù
Cristo Signor nostro.
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Capitolo 7
Il cristiano non è più sotto la legge, ma sotto la grazia. 1 - Ignorate voi, fratelli, che la Legge,
(parlo a chi conosce la Legge), domina sull'uomo finchè egli vive 2 come una donna soggetta al
marito è legata per legge al marito vivente; e se il marito muore vien sciolta dalla legge del marito.
3 Sicchè, vivente il marito, farà da adultera se stia con un altro uomo; e solo se muoia il marito, è
libera dalla legge, rispetto al non essere adultera convivendo con un altro uomo. 4 Cosicchè,
fratelli miei, anche voi siete morti alla Legge per il corpo di Cristo, sì da appartenere ad un altro,
cioè a colui che risuscitò da morte, e ciò perchè cogliamo frutti a Dio. 5 Quando eravamo nella
carne, le passioni peccaminose, occasionate dalla legge, agivano nelle nostre membra così da portar
frutti alla morte; 6 ma ora siamo stati affrancati dalla Legge, morendo a ciò da cui eravamo
detenuti, in modo da servire in novità di spirito e non secondo l'antica lettera. La Legge e il peccato
nell'uomo. 7 Che diremo dunque? Che la Legge è peccato? mai no, ma il peccato non l'avrei
conosciuto se non era la Legge; giacchè non avrei conosciuto la concupiscenza se la legge non
avesse detto «Non desiderare»; 8 e il peccato, prese le mosse da quel comandamento, produsse in
me tutta la concupiscenza; poichè all'infuori della Legge morto era il peccato. 9 Ed io una volta
vivevo senza legge; ma venuto il precetto, il peccato prese vita, 10 e io morii; e così ne venne per
me che il precetto, che mi doveva condurre alla vita mi fu cagion di morte; 11 perchè il peccato
presa occasione dal precetto, mi ingannò e per esso mi uccise. 12 Sicchè, santa è soltanto la Legge,
e il precetto è santo e giusto e buono. 13 Una cosa dunque buona mi fu cagion di morte? No, ma il
peccato, per apparir peccato, mediante una cosa buona mi cagionò la morte, affinchè esso peccato
diventasse estremamente colpevole per il divieto. 14 Noi sappiamo infatti che la legge è spirituale,
ma io son carnale, venduto e soggetto al peccato. 15 Quello che fo io, non lo intendo; perchè non
quel bene che voglio, io opero, ma quel male che odio, io fo. 16 E se fo quel che non voglio,
consento alla legge, e riconosco che è buono; 17 ma ora non son più io che fo quello, bensì il
peccato che abita in me. 18 Giacchè io so bene che non abita in me, cioè nella mia carne, il bene;
c'è il volere sì in me, ma l'operare il bene no; 19 giacchè non fo il bene che voglio, ma il male che
non voglio, questo io fo. 20 E se fo quel che non voglio, non son più io che lo fo, ma il peccato
risedente in me. 21 Trovo dunque questa legge, che, volendo io fare il bene, mi sta presso il male;
22 mi diletto della legge di Dio secondo l'uomo di dentro, 23 e vedo un'altra legge nelle mie
membra che fa guerra alla legge della mia mente, e mi rende schiavo nella legge del peccato: la
quale è nelle mie membra.24 Disgraziato, che io sono! chi mi libererà da questo corpo di morte? 25
La grazia di Dio per Gesù Cristo Signor nostro; così io stesso colla mente sono servo della legge di
Dio, colla carne della legge del peccato.
Capitolo 8
Filiazione adottiva di Dio: eredità della vita eterna. 1 - Nessuna condanna v'è dunque ora per
quelli che sono in Cristo Gesù; i quali non camminano secondo la carne. 2 Poichè la legge dello
spirito di vita in Cristo Gesù mi liberò dalla legge del peccato e della morte. 3 Poichè quel che era
impossibile alla legge in quanto era indebolita per via della carne, Dio, mandando suo Figlio in
carne simile a quella del peccato, condannò il peccato nella carne, 4 affinchè la giusta sentenza
della legge si adempisse in noi, che non secondo la carne camminiamo ma secondo lo spirito. 5
Poichè quei che sono secondo la carne hanno in cuore le cose della carne, e quei che sono secondo
lo spirito quelle dello spirito. 6 E il pensiero della carne è morte, quello dello spirito vita e pace. 7
La saggezza della carne è nemica a Dio, perchè non sta soggetta alla legge divina, non potendolo, 8
e quei che son nella carne non possono piacere a Dio. 9 Ma voi non siete nella carne, sì nello
spirito, se lo spirito di Dio abita in voi. E se uno non ha lo Spirito di Cristo, non è de' suoi. 10 Se
invece Cristo è in voi, il corpo è si morto per il peccato, ma lo spirito è vita per via della
giustificazione. 11 E se abita in voi lo Spirito di chi ha risuscitato Gesù dai morti colui che risuscitò
Gesù Cristo dai morti, farà rivivere anche i corpi vostri mortali per mezzo dello Spirito suo che
risiede in voi. 12 Adunque, o fratelli, noi siam debitori non alla carne per vivere secondo la carne,
13 perchè se vivrete secondo la carne, morirete; ma se con lo spirito darete morte alle azioni della
carne vivrete, 14 giacchè quanti son guidati dallo Spirito di Dio, questi son figli di Dio. 15 Non
avete mica ricevuto spirito di servitù da ricader nel timore, ma spirito di adozione a figliuoli, in cui
gridiamo : «Abba, Padre!». 16 Lo Spirito stesso attesta allo spirito nostro che siamo figli di Dio. 17
E se figli, anche eredi; eredi di Dio, coeredi di Cristo, se pur soffriamo con lui affine di essere anche
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con lui glorificati. 18 Poichè io ritengo che le sofferenze del tempo presente non han nulla a che
fare colla gloria che dev'essere manifestata in noi, 19 giacchè l'ansiosa aspettativa del mondo creato
attende la manifestazione dei figli di Dio; 20 poichè alla vanità è soggetta la creatura non di volontà
propria, ma per causa di chi l'ha assoggettata; colla speranza però 21 che gli stessi esseri creati
saranno liberi dalla schiavitù della corruzione, verso la libertà della gloria de' figli di Dio. 22
Sappiamo bene come la creazione fino ad ora geme tutta quanta e soffre quasi le doglie del parto;
23 nè solo essa, ma noi stessi che abbiamo in noi le primizie dello Spirito, gemiamo, aspettando
l'adozione, cioè la redenzione del nostro corpo. 24 Nella speranza siamo stati salvati, ma quando
quel che si spera, si vede, codesto non è più speranza; perchè chi già vede una cosa, che spera più?
25 Ma se speriamo quel che non vediamo, allora aspettiamo con pazienza. 26 Parimenti anche lo
Spirito ci aiuta a sostenere la nostra debolezza, giacchè noi non sappiamo che cosa dobbiam dire
nelle preghiere per pregar come si deve, ma lo stesso Spirito intercede per noi con ineffabili sospiri,
27 e colui che scruta i cuori sa bene qual sia l'aspirazione dello spirito, perchè intercede per i santi
secondo Iddio. 28 Sappiamo poi che tutto coopera a bene per chi ama Dio, cioè per quelli che
secondo il suo piano sono chiamati. 29 Perchè quelli che egli ha preconosciuti li ha anche
predestinati a essere conformi all'immagine di Suo Figlio, sì da esser lui primogenito fra molti
fratelli; 30 e quelli che ha predestinati, questi ha anche chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha
anche giustificati; e quelli che ha giustificati li ha anche glorificati. 31 Che diremo dunque a tutto
ciò? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? 32 Colui che non risparmiò il proprio Figliuolo, ma
per tutti noi lo diede, come non ci donò anche ogni cosa con lui? 33 Chi porterà accuse contro gli
eletti di Dio? Se Dio li giustifica, 34 chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto, anzi
risuscitato; il quale sta alla destra di Dio e intercede per noi. 35 Chi ci separerà dall'amore di
Cristo? la tribolazione o l'angoscia o la fame o la nudità, o il pericolo, o la persecuzione, o la spada?
36 (Secondochè sta scritto: «Per cagion tua siam tratti a morte durante tutto il giorno, siamo stati
calcolati come pecore da macello»): 37 ma in tutte queste cose siamo più che vincitori per opera di
colui che ci ha amato. 38 Poichè io son persuaso che nè morte nè vita, nè angeli nè principati, nè
virtù, nè cose attuali nè future, nè potestà, 39 nè altezza nè profondità, nè alcun'altra creatura potrà
separarci dall'amore di Dio in Cristo Gesù Signor Nostro.
Capitolo 9
Incredulità dei Giudei. 1 - Dico la verità in Cristo; non mentisco, rendendone testimonianza la
mia coscienza nello Spirito Santo: 2 grande dolore io provo e continua pena è nel mio cuore. 3
Vorrei essere io stesso anàtema e separato da Cristo, per i miei fratelli, parenti miei secondo la
carne, 4 i quali sono Israeliti, dei quali è l'adozione a figliuoli e la gloria e i patti d'alleanza e la
Legge e il culto e le promesse, 5 ai quali appartengono i patriarchi, e dai quali è Cristo secondo la
carne, il Dio che è sopra tutte le cose benedetto nei secoli, amen. 6 Non già che sia andata perduta
la parola di Dio, perchè non tutti i discendenti da Israele, sono Israeliti, 7 nè per essere seme
d'Abramo son tutti figli; ma: «In Isacco avrà nome la tua discendenza». 8 Il che vuol dire: non i
figli della carne sono i figli di Dio, ma i figliuoli della promessa van calcolati nella discendenza. 9
Poichè della promessa questa è la parola: «In questo tempo verrò, e Sara avrà un figliuolo». 10 E
non solo questo, ma anche Rebecca ebbe due figli da un solo uomo, da Isacco nostro padre; 11
poichè pur non essendo ancora nati e non avendo fatto nulla nè di bene nè di male, affinchè fermo
stesse il proponimento di Dio relativamente alla elezione, 12 non dalle opere ma dal voler di chi
chiama, fu detto a Rebecca che: 13 «il maggiore sarà servo del minore», conforme sta scritto: «Ho
amato Giacobbe, ho odiato Esaù». Dio non può essere accusato d'infedeltà o d'ingiustizia. 14 Che
cosa diremo dunque? Forse è ingiustizia in Dio? non sia mai! 15 Egli dice a Mosè: «Userò
misericordia a chi uso misericordia, e avrò compassione di chi avrò compassione». 16 Adunque
non è di chi vuole nè di chi corre, ma di Dio misericordioso. 17 Dice la Scrittura a Faraone: «Per
questo appunto ti ho suscitato, per mostrare in te la mia potenza, e perchè sia annunziato in tutto il
mondo il mio nome». 18 Adunque a chi Egli vuole usa misericordia, e chi Egli vuole indura. 19 Mi
dirai: «E allora, di che cosa ancora si lagna? poichè al voler di lui chi s'è opposto?». 20 O uomo, e
chi se' tu che vieni a disputa con Dio? Non mica dirà il vaso al formatore: «Perchè mi hai fatto
così?» 21 o non ha il formatore dell'argilla facoltà di fare della stessa pasta il vaso di uso onorevole,
e quello spregevole? 22 E se Dio, volendo mostrare l'ira sua e far conoscere ciò che egli può,
avesse tollerato con molta longanimità dei vasi d'ira pronti per la perdizione, 23 anche al fine di
7
manifestare la ricchezza della sua gloria verso vasi di misericordia, già preparati per la gloria? 24
[Dico di] noi che anche chiamò non solo dai Giudei ma altresì dalle genti, 25 come dice anche in
Osea: «Chiamerò quello che non è mio popolo, popolo mio: e colei che non era amata, amata», 26
e «Avverrà nel luogo ove fu detto loro: - Non siete mio popolo voi -», proprio là saranno chiamati
«figli del Dio vivente». 27 E Isaia esclama sopra Israele: «Se anche il numero dei figli di Israele
fosse come la rena del mare, non ne sarà salvato che il residuo». 28 Poichè la parola sua
adempiendo e circoscrivendo, l'effettuerà il Signore sopra la terra. 29 Conforne anche aveva
predetto Isaia: «Se il Dio degli eserciti non avesse lasciato a noi un seme, noi saremmo diventati
come Sodoma e ci saremmo assomigliati a Gomorra». I Giudei responsabili della loro
riprovazione. 30 Che diremo dunque? Diremo che le Genti le quali non andavano dietro alla
giustizia l'hanno ottenuta, 31 e Israele che cercava la legge della giustizia a tal legge non pervenne.
32 E perchè? perchè non dalla fede [la cercò], ma dalle opere; urtarono nella pietra d'inciampo; 33
secondo che fu scritto: «Ecco io pongo in Sion un sasso d'inciampo, una pietra d'intoppo, e chi ha
fede in lui non sarà svergognato».
Capitolo 10
1 - Fratelli, il desiderio del mio cuore e la preghiera ch'io fo a Dio per loro, è per la loro salvezza. 2
Poichè fo testimonianza per loro che hanno zelo di Dio, ma non secondo scienza. 3 Poichè
ignorando la giustizia di Dio, e cercando di stabilire la propria, alla giustizia di Dio non si sono
sottomessi. 4 Poichè Cristo è fine della Legge, per la giustizia di chiunque ha fede. 5 Difatti Mosè
scrisse che l'uomo che pratica la giustizia, quella che vien dalla Legge, vivrà in essa. 6 E la
giustizia dalla fede dice così: «Non dire nel tuo cuore: - Chi salirà al cielo? -», ciò è un trarne giù
Cristo; 7 o: «Chi scenderà nell'abisso?», questo è un far risalir Cristo di tra i morti. 8 Ma che cosa
dice la Scrittura? «Vicino a te è la parola, nella bocca tua e nel tuo cuore»; e questa è la parola della
fede che noi annunziamo. 9 Se tu confessi nella bocca il Signore Gesù, e nel tuo cuore hai fede che
Dio lo ha risuscitato da morte, sarai salvo; 10 poichè col cuore si crede per la giustizia, e con la
bocca si fa la confessione per la salute. 11 Poichè dice la Scrittura: «Chiunque in lui crede non sarà
svergognato». 12 Giacchè non vi è distinzione di Giudeo e Greco. È lo stesso il Signore di tutti,
ricco per tutti quelli che lo invocano. 13 Poichè «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà
salvo». 14 Come dunque invocheranno quello in cui non han creduto? e come crederanno in uno di
cui non han sentito dir nulla? E come ne sentiranno parlare senza chi lo annunzi? 15 E come lo
annunzieranno se non sono stati mandati? Conforme sta scritto: «Come belle sono le orme di quelli
che recano lieto annunzio di cose buone!». 16 Ma non tutti hanno dato retta alla buona novella:
Dice infatti Isaia: «Signore, chi ha creduto a quel che ha udito da noi?». 17 Adunque la fede vien
dal sentir parlare, e il sentir parlare si fa per mezzo della parola di Cristo. 18 Ma, dico io: «Non
hanno così sentito nulla?». Sicuro che hanno sentito: «Per tutta la terra si è sparsa la voce loro, e
agli ultimi confini della terra abitata giunsero le loro parole». 19 Ma dico: «Forse non lo seppe
Israele?». Mosè per il primo dice: «Io vi farò gelosi d'una nazione che non è nazione e contro una
nazione che non è nazione e contro una nazione insipiente ecciterò il vostro sdegno». 20 E Isaia osa
dire: «Sono stato trovato da tali che non mi cercavano, e divenni manifesto a tali che non
domandavan di me». 21 E ad Israele dice: «Tutto il giorno ho teso le mani a un popolo che non
crede e contraddice».
Capitolo 11
La riprovazione d'Israele è parziale. 1 - Io dico dunque: «Forsechè Iddio ha rigettato il suo
popolo?». No certo, perchè anch'io sono Israelita, del seme d'Abramo, della tribù di Beniamino. 2
Dio non ha rigettato il popolo suo, che fin da prima riconobbe. Non sapete cosa dice la Scrittura
nella persona di Elia, come sollecita Dio contro Israele? 3 «O Signore, hanno ucciso i tuoi profeti,
hanno distrutto i tuoi altari, ed io fui lasciato solo, e cercano di togliermi la vita». 4 Ma che gli
risponde la voce divina? «Mi son riserbato settemila uomini, i quali non piegarono il ginocchio a
Baal». 5 Così dunque, anche nel momento presente vi è un residuo di eletti, effetto della grazia. 6
Se per la grazia, non più dunque per le opere; altrimenti grazia non è più grazia. 7 Che dunque?
Quel che cerca Israele non l'ha ottenuto ma l'hanno ottenuto gli eletti. Gli altri sono stati accecati, 8
conforme sta scritto: «Diede loro Iddio spirito di stordimento, occhi da non vedere, orecchi da non
sentire, fino al giorno d'oggi».9 E David dice: «La loro mensa sia per essi un laccio e un cappio e
un inciampo e giusta punizione; 10 siano oscurati i loro occhi da non vederci più, e la loro schiena
8
incurvata del tutto». Essa giova alla conversione dei Gentili. 11 Dico dunque: «forsechè
inciamparono in modo di esser caduti?». No certo; ma col fallo loro n'è venuta la salvezza alle
genti, per suscitar la loro gelosia. 12 E se il fallo loro è ricchezza del mondo, e la diminuzione loro
è ricchezza delle genti, quanto più sarà la loro pienezza? 13 E a voi Gentili io dico: «In quanto io
sono apostolo delle genti, farò onore al mio ministero, 14 se mi avverrà di suscitare l'emulazione
del mio sangue e ne salverò alcuni. 15 Poichè se la loro reiezione è stata riconciliazione del mondo,
che sarà la loro accettazione, se non un rivivere risorti da morte? 16 E se la primizia è santa, anche
la massa è santa; e se è santa la radice, santi sono anche i rami. 17 Che se alcuni dei rami sono stati
tagliati via, e tu, che eri un olivo selvatico, sei stato in luogo loro innestato, e sei diventato partecipe
della radice e del succo dell'olivo, 18 non ti vantare, sprezzante, con quei rami; chè se tu li
disprezzi, non sei tu che porti la radice, ma la radice che porta te». 19 Tu dirai: «Sono stati spezzati
dei rami per essere innestato io». 20 «Va bene: per la incredulità sono stati tagliati quei rami e tu
stai su per la fede; non levarti in superbia, ma temi; 21 poichè se Dio non risparmiò i rami naturali,
non risparmierà neppur te. 22 Vedi dunque la benignità e la severità di Dio; la severità verso quelli
che son caduti, e verso di te la benignità di Dio; purchè tu corrisponda a questa benignità; se no,
anche tu sarai tagliato via. 23 E anche quelli, se non rimarranno ostinati nella incredulità, saranno
innestati; poichè Dio è potente a innestarli di nuovo. 24 Poichè se tu sei stato tagliato dall'olivo per
sua natura selvatico, e contro natura sei stato innestato nell'olivo buono, quanto più saranno essi
naturalmente innestati nel loro proprio olivo! Alla fine anche Israele si convertirà. 25 Poichè io
non voglio, o fratelli, che ignoriate questo mistero, (affinchè non siate entro voi stessi orgogliosi),
che è avvenuto un induramento in una parte d'Israele, e ciò fin che non sia entrata la totalità dei
Gentili; 26 allora tutto Israele si salverà, conforme sta scritto: "Verrà da Sion il liberatore e
allontanerà l'empietà di Giacobbe";
27 e "Questo sarà il mio patto con loro, quando io abbia cancellato i loro peccati".
28 Riguardo al Vangelo, son nemici per via di voi, ma rispetto all'elezione sono amati per via dei
padri; 29 i doni e la vocazione di Dio non son cose che soggiacciano a pentimento. 30 Come voi
avete in passato disobbedito a Dio, ora invece avete ottenuto misericordia per la loro incredulità, 31
così anch'essi non hanno ora creduto per la misericordia che è stata usata a voi, affinchè anche essi
ottengano misericordia. 32 Dio ha rinchiuso tutti nella incredulità per usare a tutti misericordia. 33
O profondità della ricchezza e sapienza e conoscenza di Dio! come imperscrutabili sono i suoi
giudizi, e non intracciabili le sue vie! 34 "Chi ha conosciuto il pensiero del Signore? o chi gli fu
consigliere?" 35 o "Chi diede a lui primo da averne il contraccambio?". 36 Chè da lui e per lui e a
lui ogni cosa; a lui gloria nei secoli, così sia».
Capitolo 12
Doveri vicendevoli dei cristiani. 1 - Vi esorto dunque, o fratelli, per la misericordia di Dio, a
offrire i vostri corpi come ostia vivente santa, gradevole a Dio, ciò che è il vostro culto ragionevole;
2 e non conformatevi al secolo presente, ma trasformatevi col rinnovamento del vostro spirito,
affinchè possiate ravvisare qual è la volontà di Dio, ciò che è bene e gradevole e perfetto. 3 Perchè,
per la grazia che a me è stata data, dico a ciascuno che è tra voi, di non voler farsi saggio al di là del
giusto limite, ma presuma solo di sè sino al grado della prudente saviezza, secondo che a ciascuno
Dio distribuì la misura della fede. 4 Poichè come in unico corpo abbiamo varie membra, e le
membra non hanno tutte la stessa funzione, 5 così noi molti siamo un corpo solo in Cristo, e, per i
rapporti reciproci, siamo membri gli uni degli altri. 6 E secondo la grazia data a noi abbiamo doni
differenti: o la profezia, [e chi l'ha, deve usarla] secondo la proporzione della fede; 7 o il ministero,
[e chi v'è chiamato, attenda] al ministero; così chi insegna [si dedichi] a insegnare; 8 chi esorta
[lavori] nell'esortazione; chi dà, [lo faccia] con semplicità; chi presiede, [lo faccia] con tutto
impegno: chi fa opere di pietà [le faccia] con animo ilare. 9 L'amore sia senza ipocrisia. Odiando il
male, siate attaccati al bene; 10 con amor fraterno amandovi gli uni gli altri, e quanto a rispetto,
anteponendo ciascuno gli altri a se stesso. 11 Per diligenza non tardi; di spirito ferventi; a Dio
servendo; 12 nella speranza rallegrandovi, nelle tribolazioni pazienti, perseveranti nella preghiera.
13 Ai bisogni dei santi prendete parte, praticate l'ospitalità. 14 Benedite quelli che vi perseguitano,
benedite e non maledite. 15 Rallegrarsi con chi gode, piangere con chi piange. 16 Abbiate gli stessi
sentimenti gli uni per gli altri; non alte cose presumendo, ma accompagnandovi cogli umili. «Non
siate savi agli occhi di voi medesimi». 17 A nessuno rendete male per male, ricercando il bene a
9
tutti gli uomini. 18 Se possibile per quant'è da voi, abbiate pace con tutti gli uomini; 19 non
vendicandovi da voi stessi, o diletti, ma date luogo all'ira divina, perchè sta scritto: «A me la
vendetta, io darò la retribuzione», dice il Signore. 20 Anzi: «Se ha fame il tuo nemico dagli da
mangiare; se ha sete, abbeveralo; poichè facendo così radunerai carboni di fuoco sopra la sua testa».
21 Non lasciarti vincere dal male, ma vinci nel bene il male.
Capitolo 13
Doveri verso l'autorità. 1 - Ogni persona sia sottoposta alle autorità superiori; perchè non v'è
podestà se non da Dio, e quelle che sono, son da Dio ordinate. 2 Sicchè chi si oppone all'autorità,
fa contro l'ordine di Dio, e quelli che così resistono si tireranno addosso la condanna. 3 Poichè i
magistrati non sono oggetto di paura per l'opera buona, ma per la cattiva. Vuoi tu non dover temere
l'autorità? Fa' il bene, e avrai lode da essa, 4 che è ministra di Dio a te per il bene. Ma se fai il
male, allora devi temere; poichè il magistrato non porta la spada inutilmente, essendo ministro di
Dio, e vindice nell'ira divina per chi fa il male. 5 Perciò è necessario sottomettervi, non solo per
tema dell'ira divina, ma anche per la coscienza. 6 Per questo anche voi pagate i tributi; vi son
ministri di Dio che appunto a questo attendono. 7 Date a tutti ciò che è dovuto, a chi il tributo il
tributo, a chi il dazio il dazio, a chi il timore il timore, a chi l'onore l'onore. i Romani 13
Esortazione alla carità e alla vigilanza. 8 Non siate debitori di nulla a nessuno, altro che di
amarvi scambievolmente; poichè chi ama il prossimo ha adempiuto la Legge. 9 Poichè il «non
fornicare», «non uccidere», «non rubare», «non dir falso testimonio», «non desiderare» e qualsiasi
altro precetto, si riassume in questa formula: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». 10 L'amore
non può far del male al prossimo; dunque la pienezza della Legge è l'amore. 11 E tutto questo
dovete fare ben conoscendo il tempo, poichè è ora già che voi vi svegliate dal sonno; la salvezza
nostra ora è più vicina di quando noi siamo diventati credenti. 12 La notte è inoltrata e il giorno si
avvicina; gettiamo via dunque l'opera delle tenebre, rivestiamo le armi della luce. 13 Come in
pieno giorno, camminiamo onestamente, non in crapule e ubriacature, non in alcove e in licenza,
non in contese e invidia: 14 ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo, e non abbiate cura della carne sì
da destarne le concupiscenze.
Capitolo 14
Doveri verso i cristiani più deboli nella fede. 1 - Colui che è debole nella fede, accoglietelo, non
per discutere sulle differenti opinioni. 2 L'uno crede di poter mangiar d'ogni cosa; un altro che è
debole non mangia che erbe. 3 Or chi mangia non sprezzi colui che non mangia; e chi non mangia
non voglia giudicar chi mangia, poichè Dio stesso l'ha accolto. 4 O tu chi sei che vuoi giudicare il
servo altrui? pel suo padrone, sta o cade; ma starà in piedi, perchè il Signore ha la potenza di
sostenerlo. 5 C'è chi giudica un giorno più d'un altro, c'è chi ritiene tutti i giorni uguali; ognuno
nella propria mente abbia la sua piena sicurezza. 6 Chi bada al giorno, lo fa per il Signore, e chi
mangia, mangia per il Signore; tant'è vero che ne ringrazia Dio, e chi non mangia s'astiene per il
Signore, e così rende grazie a Dio. 7 Nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se
stesso; 8 se viviamo, viviamo pel Signore, e se moriamo, moriamo per lui; sia che viviamo sia che
moriamo, siamo del Signore. 9 Per questo morì Cristo e risorse, per signoreggiare e morti e vivi.
10 E tu, a che giudichi tuo fratello? O anche tu perchè disprezzi tuo fratello? Tutti compariremo
davanti al tribunale di Dio, 11 poichè sta scritto: "Come è vero che io vivo, dice il Signore, ogni
ginocchio si piegherà avanti a me, e ogni lingua liberamente confesserà Dio". 12 Così dunque
ognun di noi renderà conto di se stesso a Dio. 13 Dunque non giudichiamoci più gli uni gli altri, ma
questo piuttosto decidete, di non porre inciampi al fratello o essergli cagion di caduta. 14 Io so e
son persuaso in Cristo Gesù, che nulla cosa è volgare di per sè; però chi ritiene qualche cosa come
volgare, tale è per lui. 15 Se per via del cibo il tuo fratello ha da aver un cruccio, tu non ti conduci
più con amore. Non rovinare pel tuo cibo, colui per cui Cristo è morto. 16 Che quel che è vostro
bene, dunque non sia oggetto di biasimo. 17 Il regno di Dio non è cibo nè bevanda, ma giustizia e
pace e gioia nello Spirito Santo. 18 Chi serve a Cristo in questo, è gradevole a Dio e approvato
dagli uomini. 19 Seguiamo dunque le vie della pace e della scambievole edificazione. 20 Non
distruggere per via d'un cibo, l'opera di Dio; tutte le cose son pure, ma è male per l'uomo che ne
mangia se dà occasione di scandalo. 21 Bello è non mangiar carne, nè bere vino, nè far ciò in cui il
fratello tuo riceve scandalo. 22 La fede che tu hai, tientela per te stesso davanti a Dio. Felice chi
non ha a condannare se stesso in ciò che approva; 23 e chi è incerto se debba mangiare, è
10
condannato mangiandone, perchè non agisce secondo la sua fede; e tutto quello che non è secondo
la fede è peccato.
Capitolo 15
1 - E dobbiamo noi, forti, sopportare le debolezze dei deboli, e non voler compiacere solo a noi
stessi. 2 Ognuno di noi procuri di piacere al prossimo, nel bene, a edificazione, 3 anche Cristo
non cercò piacere a se stesso, ma come sta scritto: "Gli oltraggi di quelli che oltraggiano te son
caduti su di me". 4 Poichè tutto quel che già fu scritto, fu scritto per nostro ammaestramento,
affinchè, mediante la perseveranza e la consolazione delle Scritture noi conservassimo la speranza.
5 Or il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di aver fra voi lo stesso sentire
secondo Cristo Gesù, 6 affinchè con un animo solo e una sola bocca glorifichiate Dio il padre del
Signor nostro Gesù Cristo. 7 Perciò, accoglietevi gli uni gli altri, così come Cristo ha accolto noi, a
gloria di Dio. 8 Dico che Cristo è stato fatto ministro dei circoncisi per la veracità di Dio, al fine
che fossero confermate le promesse dei padri; 9 e i Gentili glorificano Dio per la sua misericordia
conforme sta scritto: "Per questo ti confesserò fra le Genti e salmeggerò al tuo nome". 10 E di
nuovo dice: "Rallegratevi, o Genti, col suo popolo!". 11 E ancora: "Lodate, o tutte le Genti, il
Signore e tutti i popoli lo esaltino". 12 E di nuovo Isaia dice: "Vi sarà la radice di Jesse e colui che
sorgerà a comandare alle Genti; in lui le Genti riporranno la loro speranza". 13 Ora il Dio della
speranza vi riempia d'ogni gaudio e di pace nella fede, sì che voi abbondiate nella speranza, in virtù
dello Spirito Santo. Notizie personali.14 Io per me sono persuaso, o fratelli miei, a riguardo vostro
che anche voi siete pieni di amore, ricolmi d'ogni sapere, in grado anche di ammonirvi gli uni gli
altri. 15 Ma v'ho scritto un po' arditamente, come per richiamar la vostra memoria, per via della
grazia concessa a me dal Signore, 16 di essere il ministro di Cristo tra le Genti, esercitando il
sacerdozio del Vangelo di Dio, affinchè sia da lui bene accolta l'offerta delle Genti, santificata nello
Spirito Santo. 17 Io ho adunque di che gloriarmi in Cristo Gesù per le cose di Dio, 18 perchè non
ardirò dire che vi sia cosa che non l'abbia fatta Cristo per mezzo mio, onde trarre all'obbedienza le
Genti, sia nelle parole sia nei fatti, 19 sia nella potenza dei miracoli e dei prodigi, nella virtù dello
Spirito Santo; di guisa che da Gerusalemme e dai paesi all'intorno fino all'Illirico ho adempiuto la
mia missione rispetto al Vangelo di Cristo. 20 E mi sono studiato di evangelizzare non là dov'era
già stato nominato Cristo, per non edificare su base d'altri, secondo sta scritto: 21 "Vedranno quelli
a cui non è giunta notizia di lui, e quelli che non l'hanno udito l'intenderanno". 22 Perciò anche
sono stato parecchie volte impedito di venir da voi; 23 ora poi non avendo più nulla da fare in
queste terre, e avendo da parecchi anni vivo desiderio di venir da voi, 24 quando viaggerò verso la
Spagna, spero, passando, di vedervi e di esser da voi aiutato nel viaggio verso là, quando prima mi
sarò in parte ripieno di voi. 25 Ora vado a Gerusalemme per portar soccorso a quei santi. 26
Perchè la Macedonia e l'Acaia hanno creduto bene fare una colletta a pro dei poveri fra i santi che
stanno a Gerusalemme. 27 Hanno creduto come ho detto, ma ne sono anche debitori, perchè se le
Genti sono state fatte partecipi nelle cose spirituali, devono anche nelle cose materiali aiutarli. 28
Fatto questo dunque, e assicurato loro questo frutto, partirò per la Spagna passando da voi. 29 E so
che venendo da voi ci verrò nella pienezza della benedizione di Cristo. 30 Vi esorto, o fratelli, per il
Signore nostro Gesù Cristo e per l'amore dello Spirito, di adoperarvi con me nelle preghiere che fate
per me a Dio, 31 affinchè io sia liberato dagli infedeli che sono in Giudea, e l'offerta del mio
ministero sia bene accettata ai santi a Gerusalemme, 32 affinchè con gioia venendo da voi per la
volontà di Dio, possa godere con voi un po' di riposo. 33 Il Dio della pace sia con tutti voi, così sia!
Capitolo 16
Epilogo. - Saluti. 1 - Vi raccomando Febe, la sorella nostra, ministra della chiesa di Cenerea, 2
affinchè l'accogliate nel Signore in modo degno dei santi, e l'assistiate in quelle cose in cui abbia
bisogno di voi; anch'essa è stata d'aiuto a molti e anche a me stesso. 3 Salutate Prisca e Aquila, i
miei cooperatori in Cristo Gesù, 4 (i quali per la vita mia hanno esposto la loro testa, a cui non io
solo son grato ma tutte le chiese dei Gentili); 5 e salutatemi pure la Chiesa che è in casa loro.
Salutate Epeneto l'amico a me diletto, che è la primizia dell'Asia in Cristo. 6 Salutate Maria, la
quale molto si è affaticata per voi. 7 Salutate Andronico e Giunia miei parenti e compagni di
prigionia, i quali son segnalati tra gli apostoli e furono anche prima di me in Cristo. 8 Salutate
Ampliato il mio diletto nel Signore. 9 Salutate Urbano il nostro cooperatore di Cristo Gesù e il
caro amico Stachi. 10 Salutate Apelle, il provato in Cristo. 11 Salutate quei di casa di Aristobulo.
11
Salutate Erodione mio parente. Salutate quei di casa di Narcisso che son nel Signore. 12 Salutate
Trifena e Trifosa che faticano nel Signore. Salutate la carissima Perside, che molto s'affaticò nel
Signore. 13 Salutate Rufo eletto nel Signore, e sua madre che è anche mia. 14 Salutate Asincrito,
Flegonte, Erma, Patroba, Erme, e i fratelli che son con loro. 15 Salutate Filologo e Giulia, Nereo e
sua sorella, e Olimpiade e tutti i santi che son con loro. 16 Salutatevi gli uni gli altri con un santo
bacio. Vi salutano le Chiese tutte di Cristo. Ultime raccomandazioni. 17 O fratelli, vi esorto ad
aprir gli occhi su quelli che son causa di dissensioni e d'inciampi contro la dottrina che voi avete
appreso; e allontanatevi da loro; 18 poichè costoro non servono a Cristo Signor nostro, ma al loro
proprio ventre, e coll'onesto parlare e colle lusinghe ingannano i cuori dei semplici. 19 Ma la vostra
obbedienza è nota a tutti; di voi perciò mi compiaccio e voglio che siate saggi nel bene e semplici
rispetto al male. 20 Il Signore della pace schiacci presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del
Signor nostro Gesù sia con voi. 21 Vi saluta Timoteo il mio cooperatore, e Lucio e Giasone e
Sosipatro, i miei parenti. 22 Vi saluto nel Signore io Terzo, che ho scritto la lettera. 23 Vi saluta
Caio il mio ospite e l'ospite di tutta la Chiesa. Vi saluta Erasto il tesoriere della città, e il fratello
Quarto. Dossologia finale. 24 La grazia del Signor nostro Gesù Cristo con tutti voi. Così sia. 25 A
colui che può consolidarvi secondo il mio Vangelo e la predicazione di Gesù Cristo, conforme alla
rivelazione di un mistero per lunghi secoli taciuto, 26 (ma ora rivelato per mezzo delle Scritture
profetiche, giusta l'ordine dell'eterno Dio e conosciuto fra tutte le genti per trarle all'obbedienza
della fede), 27 a Dio unico Sapiente, per via di Gesù Cristo, sia la gloria per i secoli dei secoli. Così
sia !

PRIMA LETTERA AI CORINTI Pasqua anno 57 d.C., da Efeso


Capitolo 1
Preambolo e saluti. Ringraziamenti a Dio. 1 - Paolo, chiamato apostolo di Cristo Gesù per
volontà di Dio, e il fratello Sostene, 2 alla Chiesa di Dio che è in Corinto, a voi santificati in Cristo
Gesù, chiamati santi con tutti quelli che invocano in ogni luogo il nome del Signor nostro Gesù
Cristo, Signore loro e nostro, 3 grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e Signore Gesù Cristo! 4
Rendo grazie sempre a Dio per voi, per la grazia di Dio che v'è stata data in Cristo Gesù, 5 perchè
in tutto siete stati arricchiti in lui d'ogni dono di parola e d'ogni conoscenza. 6 Così la
testimonianza di Cristo fu confermata in voi, 7 in guisa che non vi manca nessun carisma, mentre
che aspettate la rivelazione del Signor nostro Gesù Cristo. 8 Il quale vi confermerà anche sino alla
fine, in modo da essere irreprensibili, nel giorno del Signor nostro Gesù Cristo. 9 Fedele è Iddio,
per opera del quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo, Gesù Cristo Signor nostro. I
partiti a Corinto. Condanna generale. 10 Io vi esorto, o fratelli, per il nome del Signor nostro
Gesù Cristo, che diciate tutti la stessa cosa, e non vi siano tra voi degli scismi, ma siate uniti nello
stesso pensare e nello stesso sentimento. 11 Giacchè mi è stato riferito intorno a voi, fratelli miei,
da quei di Cloe, che vi son tra voi delle contese. 12 E questo dico, che ciascun di voi dice: «Io son
di Paolo» e «Io di Apollo» e «Io di Cefa» e «Io di Cristo». 13 Cristo è stato fatto a pezzi? Forse
Paolo fu messo in croce per voi, e nel nome di Paolo siete stati battezzati? 14 Ringrazio Dio che
non ho battezzato nessuno di voi, all'infuori di Crispo e di Caio; 15 che nessuno abbia a dire che
siete stati battezzati nel mio nome. 16 Ho battezzato anche la famiglia di Stefana; del resto, non so
di aver battezzato altri. 17 Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad evangelizzare, non in
sapienza di parole, ma perchè non sia resa vana la croce del Cristo. Vera natura del Vangelo. 18
Infatti la parola della croce per quei che si perdono è una pazzia; ma per chi si salva com'è di noi, è
la virtù di Dio. 19 Giacchè fu scritto: " Sperderò la sapienza dei savi e l'intelligenza degli
intelligenti annienterò ". 20 O dov'è il savio? dove lo scriba? dove il dialettico di questo secolo? o
non ha Iddio fatto vedere com'è stolta la sapienza del mondo? 21 Posciachè, nei sapienti disegni di
Dio, il mondo non conobbe Dio per via della sapienza, si compiacque Dio di salvare i credenti
mediante la stoltezza della predicazione. 22 Poichè e i Giudei vogliono dei miracoli e i Greci
cercano la sapienza; 23 ebbene noi annunziamo Cristo crocifisso, scandalo a' Giudei, stoltezza per i
Gentili, 24 ma per quelli chiamati, siano Giudei, siano Greci, Cristo, potenza di Dio e sapienza di
Dio. 25 Giacchè questa pazzia di Dio e più sapiente degli uomini, e la debolezza di Dio è più forte
degli uomini. 26 Guardate la vostra vocazione, o fratelli; non molti tra voi son sapienti secondo la
carne, non molti potenti, non molti nobili; 27 ma le cose stolte del mondo ha scelto Dio per
12
svergognare i sapienti, le debolezze del mondo ha scelto per svergognare i forti, 28 e le cose vili del
mondo e le spregevoli elesse Dio, cose che non son nulla, per annientare le cose che sono; 29
acciocchè nessun individuo si glorii al cospetto di Dio. 30 Orbene per opera di lui voi siete in
Cristo Gesù; il quale è stato fatto da Dio sapienza per noi, e giustizia e santificazione e redenzione;
31 affinchè, come sta scritto: " Chi si gloria, nel Signore si glorii ".
Capitolo 2
La vera sapienza sta nel Vangelo. 1 - Anch'io quando venni presso di voi, o fratelli, non son
venuto ad annunziare la testimonianza di Cristo con sublimità di ragionamento o di sapienza; 2
poichè non giudicai di saper alcuna cosa fra voi se non Gesù Cristo, e questo crocifisso. 3 Anch'io
mi son trovato fra voi con un senso di debolezza, di timore e di grande trepidanza; 4 e il mio
parlare e la mia predicazione non consisteva in persuasivi discorsi di umana sapienza, ma in
dimostrazione di spirito e di virtù, 5 affinchè la vostra fede non si fondasse sulla umana sapienza,
ma sulla virtù di Dio. 6 Di sapienza parliamo sì tra uomini perfetti, ma è sapienza non di questo
secolo, la cui opera si riduce a nulla; 7 noi esponiamo la sapienza di Dio in mistero, la sapienza
nascosta, che Dio preordinò avanti a tutti i secoli a gloria nostra, 8 e che nessuno dei principi di
questo secolo ha conosciuto, perchè se l'avessero conosciuta non avrebbero crocifisso il Signore
della gloria; 9 ma come sta scritto: " Ciò che occhio non vide nè orecchio udì, nè ascese al cuor
dell'uomo è ciò che Dio preparò a quelli che lo amano ". 10 A noi lo rivelò Dio per mezzo dello
Spirito suo, poichè lo Spirito penetra tutte le cose, anche le profondità di Dio. 11 E infatti chi fra gli
uomini conosce le cose dell'uomo, se non lo spirito dell'uomo che è in lui? così anche le cose divine
nessun altri le sa fuor che lo Spirito di Dio. 12 E noi non lo Spirito del mondo abbiamo ricevuto,
ma lo Spirito che vien da Dio, affinchè conosciamo le cose da Dio a noi [graziosamente] donate; 13
le quali noi esponiamo non con le parole che t'insegna l'umana sapienza, ma con quelle insegnate
dallo Spirito, adattando cose spirituali a cose spirituali. 14 Ma l'uomo animale non capisce le cose
dello spirito di Dio; per lui sono stoltezze e non le può intendere, perchè non si possono giudicare
che spiritualmente. 15 Invece l'uomo spirituale giudica sì tutto, ed egli non è giudicato da alcuno.
16 Giacchè chi mai ha conosciuto la mente del Signore da poterla comprendere? Noi invece la
mente di Cristo la conosciamo.
Capitolo 3
1 - Ed io, o fratelli, non potei parlare a voi come a spirituali ma vi parlai come a gente carnale,
quasi bambini in Cristo. 2 Vi ho dato del latte da bere, non del cibo solido: non eravate ancora in
grado di tollerarlo. Gli operai evangelici e la loro missione. 3 Ma neanche ora siete in grado,
poichè siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi gelosie e contese, non è egli vero che
siete carnali, e vi conducete secondo l'uomo? 4 Quand'uno dice: «Io son di Paolo», e un altro: «Io
d'Apollo», non siete uomini! E che cos'è Apollo? che cosa Paolo? 5 Sono dei ministri di Colui al
quale avete creduto, secondo che a ciascuno ha dato il Signore. 6 Io ho piantato, Apollo ha
innaffiato, ma è Dio che ha fatto crescere; 7 di modo che nulla è il piantatore, nulla l'innaffiatore,
ma è tutto il Dio che fa crescere. 8 Il piantatore poi e l'innaffiatore sono la stessa cosa; ciascuno
riceverà la propria mercede secondo la fatica propria; 9 poichè noi siamo cooperatori di Dio; il
campo di Dio, l'edificio di Dio siete voi. 10 Secondo la grazia di Dio a me concessa, io da savio
architetto ho posto il fondamento, un altro ci lavora su. Ciascuno guardi come fabbrica; 11 poichè
nessuno può porre altra base oltre quella che già c'è, che è Gesù Cristo. 12 E se alcuno fabbrica
sulla base cose d'oro, d'argento, pietre preziose, legni, fieno, paglia, 13 l'opera di ciascuno si farà
manifesta; il giorno del Signore lo mostrerà, poichè quel giorno si rivela nel fuoco, e il fuoco
metterà alla prova quale è l'opera di ciascuno. 14 E se rimarrà quel lavoro che uno ha
sopraedificato, ne avrà ricompensa. 15 Se l'opera di qualcuno sarà bruciata, ne soffrirà danno; egli
però sarà salvato, così appunto per mezzo del fuoco. 16 Non sapete che siete il tempio di Dio, e che
lo Spirito di Dio in voi abita? 17 Se alcuno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui; poichè il
tempio di Dio è santo, quali pur voi siete. Avvisi pratici ai fedeli. 18 Nessuno inganni se stesso; se
alcuno fra voi crede di essere savio della sapienza di questo secolo, diventi stolto per farsi savio. 19
Poichè la sapienza di questo mondo è stoltezza presso Dio. Sta scritto: " Io impiglierò i savi nella
loro malizia ". 20 E di nuovo: " Il Signore conosce i pensamenti dei savi, e sa che son vuoti ". 21
Di modo che nessuno si glorii quando si tratta di uomini; 22 ogni cosa è vostra, sia Paolo, sia
13
Apollo, sia il mondo, sia la vita, sia la morte, sia le cose che sono ora, sia le avvenire, tutte son
vostre; 23 ma voi siete di Cristo e Cristo di Dio.
Capitolo 4
1 - Noi ci si deve considerare come servitori di Cristo e come amministratori dei misteri di Dio. 2
Ebbene negli amministratori questo si cerca che sian ritrovati fedeli. 3 A me non importa
minimamente essere giudicato da voi, o da un tribunale umano; ma neppur io stesso mi giudico; 4
non ho coscienza, no, di verun mancamento, ma non per questo mi sento giustificato; e chi mi deve
giudicare è il Signore. 5 Conseguentemente, non giudicate [alcuna cosa] prima del tempo; verrà
finalmente il Signore che darà luce ai nascondigli delle tenebre, e farà palesi i consigli dei cuori;
allora ciascuno avrà la sua lode da Dio. 6 Ora, o fratelli, queste cose io le ho trasportate in figura
su me e Apollo, perchè impariate dall'esempio nostro quel detto: «Non oltre quel che sta scritto»,
affinchè non vi gonfiate d'orgoglio l'uno contro l'altro a favor d'un terzo . 7 Poichè chi differenzia
te da altri? e che cos'hai che tu non abbi ricevuto? e se l'hai ricevuto, perchè ti glorii come non
avessi ricevuto? 8 Voi siete già sazi, siete già fatti ricchi! senza di noi siete saliti in trono! così
foste davvero arrivati al regno, affinchè anche noi regnassimo con voi. 9 Poichè mi par che Dio
noialtri apostoli ci abbia dichiarati ultimi, come condannati a morte, poichè siamo divenuti
spettacolo al mondo, e agli angeli e agli uomini. 10 Noi siamo stolti per via di Cristo, e voi prudenti
in Cristo; noi deboli, voi forti; voi in gloria, noi disprezzati! 11 Anche al momento presente noi
soffriamo la fame e la sete, e siamo nudi, siamo schiaffeggiati, non stiamo mai fermi 12 e
fatichiamo lavorando colle proprie mani; insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; 13
offesi con male parole, esortiamo; siamo diventati e siam tuttora come la spazzatura del mondo, il
rifiuto di tutti. 14 Non per far vergogna a voi scrivo queste cose, ma come ammonimento a figliuoli
carissimi. 15 Poichè se anche avete migliaia di precettori in Cristo, ma non avete di molti padri; e
per mezzo del Vangelo io in Cristo Gesù vi ho generati. 16 Vi esorto dunque, siete miei imitatori,
come io lo sono di Cristo. 17 Per questo appunto v'ho mandato Timoteo, che è mio figlio diletto e
fedele nel Signore; il quale vi rammenterà le mie vie, quelle in Cristo Gesù, come dappertutto in
ogni Chiesa io le insegno. 18 Certuni si son gonfiati nella presunzione ch'io non venga più da voi,
19 ma se il Signore vuole, verrò presto, e conoscerò non le parole di quelli che si son gonfiati, ma
le virtù, 20 poichè non nelle parole sta il regno di Dio, ma nella virtù. 21 Che volete, che io venga
a voi colla verga, o con amore e spirito di mansuetudine?
Capitolo 5
Un grave scandalo a Corinto. 1 - Si sente dire comunemente che tra voi v'è della fornicazione, e
di tal fatta quale non è neppur fra i Gentili, tanto che uno convive colla moglie di suo padre. 2 E
voi siete gonfi; e non piuttosto vi siete rammaricati perchè fosse tolto di mezzo a voi chi ha
commesso tale azione. 3 Io, assente di corpo ma presente di spirito, ho già giudicato come fossi
presente chi ha fatto ciò; 4 e nel nome del Signore Gesù adunati voi e insieme il mio spirito, per il
potere che mi viene dal Signore nostro Gesù, 5 decido di consegnare un uomo siffatto a Satana;
per la rovina della sola carne però, affinchè lo spirito si salvi nel giorno del Signore. 6 Non è mica
bello il vostro gloriarvi! Non sapete che un po' di fermento fa fermentare tutta la pasta? 7 Togliete
via il vecchio fermento, affinchè siate una pasta nuova, come siete azzimi; poichè la nostra Pasqua,
Cristo, è stata immolata. 8 Sicchè celebriamo la festa non col vecchio fermento, nè col fermento
della malizia e della malvagità, ma cogli azzimi della purità e della verità. 9 Vi ho scritto nella mia
lettera di non avere rapporti coi fornicatori; 10 non però in modo assoluto coi fornicatori di questo
mondo, o cogli avari o coi rapaci o cogli idolatri; perchè dovreste uscire a dirittura dal mondo. 11
Ma ho inteso scrivervi di non aver rapporti; se uno chiamandosi fratello, fosse poi un fornicatore o
avaro o idolatra, o maldicente o ubriacone o rapace; con un siffatto neppur mangiare dovete. 12
Che devo giudicar io quei di fuori? ma quei di dentro non siete voi che li giudicate? 13 Quei di
fuori li giudicherà Iddio. Dunque eliminate di mezzo a voi chi è il malvagio.
Capitolo 6
I processi davanti ai pagani. 1 - Qualcuno di voi che abbia qualche lite con un altro, ha cuore di
farsi giudicare da un tribunale d'ingiusti e non dai santi? 2 Non sapete voi che questo mondo lo
giudicheranno i santi? e se tra voi il mondo sarà giudicato, siete forse indegni di giudicare in cose di
pochissimo rilievo? 3 Non sapete che anche gli angeli giudicheremo? quanto più le cose del
secolo? 4 Se dunque avete litigi su cose di questa vita, sceglierete come giudici quelli che nella
14
Chiesa non hanno alcun valore? 5 Ve lo dico per farvi arrossire. O non vi è dunque tra voi nessun
saggio, il quale possa pronunziare un giudizio tra fratello e fratello? 6 e il fratello invece, avendo
lite col fratello, va a farsi giudicare dagli infedeli? 7 Già, in tutti i modi, è mancamento vostro
l'aver liti e processi tra di voi! Perchè non soffrire piuttosto qualche ingiustizia? perchè non
piuttosto patire qualche privazione? 8 Ma voi invece fate ingiustizia e portate danno, e questo a
fratelli. 9 O non sapete che gente ingiusta non erediterà il regno di Dio? Non illudetevi; nè
fornicatori, nè idolatri, nè adulteri; 10 nè effeminati, nè pederasti, nè ladri, nè avari, nè ubriaconi,
nè maldicenti, nè rapaci erediteranno il regno di Dio. 11 E tale era qualcuno di voi; ma siete stati
lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito
del Dio nostro. Malizia del vizio impuro. 12 Tutto mi è lecito, ma non tutto giova; tutto mi è
lecito, ma non mi lascerò dominare da cosa alcuna. 13 I cibi sono pel ventre, e il ventre per i cibi;
ma Dio questo e quelli ridurrà a nulla. Ma il corpo non è per fornicazione, bensì per il Signore, e il
Signore per il corpo; 14 e Dio come risuscitò il Signore, risusciterà anche noi per il suo potere. 15
Non sapete che i nostri corpi sono membra di Cristo? or dunque le membra di Cristo le farò membra
d'una meretrice? non sia mai! 16 O non sapete che chi si unisce con una meretrice forma un corpo
solo con lei? poichè saranno, dice, due in una carne sola. 17 Ma chi s'unisce al Signore forma unico
spirito con lui. 18 Fuggite la fornicazione. Qualunque peccato faccia l'uomo è fuori del corpo; ma il
fornicatore commette un peccato rispetto al proprio corpo. 19 O non sapete che il corpo vostro è
tempio del Santo Spirito che è in voi, [Spirito] che avete da Dio? e non siete di voi stessi, 20 perchè
siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Iddio, e portatelo nel vostro corpo.
Capitolo 7
Risposta a diverse questioni. Matrimonio e verginità. 1 - Rispetto a quel che m'avete scritto, è
bene per l'uomo non toccar donna; 2 ma, per [evitare] le fornicazioni, ciascuno si tenga la propria
moglie, e ciascuna donna si tenga il proprio marito. 3 Alla moglie renda il marito quel che deve, e
parimente la moglie al marito. 4 La moglie non è padrona del proprio corpo, ma lo è il marito; e
del pari il marito non è padrone del proprio corpo, ma lo è la moglie. 5 Non privatevi l'uno
dell'altro, se non per avventura di buon accordo per un certo tempo, per dedicarvi alla preghiera; ma
poi di nuovo siate come prima, perchè non vi tenti Satana per via della vostra incontinenza. 6
Questo dico come concessione, non come ordine; 7 io vorrei sì che tutti gli uomini fossero come
me, ma ciascuno ha il suo proprio carisma da Dio, l'uno così, l'altro in altro modo. 8 Dico poi ai
celibi e alle vedove: «È bello per loro se rimangono come sono io, 9 ma se non si contengono, si
sposino, poichè è meglio sposarsi che ardere». 10 Agli sposati poi dò consiglio, anzi, non io ma il
Signore, che la moglie non sia separata dal marito; 11 e se separata, rimanga senz'altre nozze, o si
riconcilii col marito; e l'uomo non ripudii la moglie. 12 Agli altri dico, io, non più il Signore: «Se
un fratello ha per moglie un'infedele, e questa è contenta di abitar con lui, non la ripudii, 13 e
quella moglie che ha il marito non credente, e questi è contento di star con lei, non ripudii il marito.
14 Poichè il marito non credente è santificato per la moglie, e la moglie non credente è santificata
per il marito credente; se no, i vostri figli sarebbero impuri, e invece son santi. 15 Se poi il non
credente si separa, si separi pure; non ha da rimaner schiavo il fratello o la sorella in cose siffatte; e
alla pace ci ha chiamati Iddio; 16 perchè come puoi sapere tu, o moglie, se salverai il tuo marito? e
tu, o uomo, se salverai la moglie? 17 Del resto a ciascuno secondo la parte assegnatagli dal
Signore, ciascuno si regoli così come lo ha chiamato il Signore». Così io insegno in tutte le Chiese.
18 Un circonciso è stato chiamato? non cerchi di apparire incirconciso; è invece stato chiamato un
incirconciso? non si circoncida. 19 Non è nulla la circoncisione, e il non esser circonciso pure non
vuol dir nulla; quel che vale è l'osservanza dei precetti di Dio. 20 Ciascuno resti nella vocazione a
cui è stato chiamato. 21 Fosti chiamato essendo schiavo? non te ne preoccupare, e se anche potessi
diventar libero, piuttosto eleggi di approfittare della condizione di schiavo. 22 Perchè chi è
chiamato nel Signore come schiavo, è un liberto del Signore, e chi è stato chiamato essendo libero,
è un servo di Cristo. 23 Siete stati riscattati a caro prezzo, non vi fate schiavi degli uomini! 24
Ciascuno in quella vocazione che ha avuto, o fratelli, rimanga presso Dio. 25 Rispetto alle persone
vergini, non ho nessun ordine del Signore, e dò consiglio solo per la misericordia usatami dal
Signore d'essere degno di fiducia. 26 Credo che, date le necessità imminenti, sia buona cosa per
l'uomo di rimanere così com'è. 27 Sei legato a una donna? non cercare di sciogliertene; non hai
legame con donne? non lo cercare. 28 Se prendi moglie, non hai commesso peccato; se una ragazza
15
si sposa non sbaglia; ma costoro avranno afflizioni nella carne, ed io vorrei risparmiare voi. - 29
Questo io dico, o fratelli; il tempo è breve, e resta che anche quelli che hanno moglie siano come
non l'avessero; 30 e quei che piangono come non avessero motivo di pianto; e quelli che sono
allegri, come non lo fossero; e quelli che comprano, come non dovessero conservare gli acquisti
fatti; 31 e quelli che usano di questo mondo, come quelli che non ne usano; poichè passa la figura
del mondo attuale. - 32 Ora io vorrei che voi foste senza preoccupazioni. Chi è celibe si preoccupa
delle cose del Signore come possa piacergli, 33 ma chi è sposato pensa alle cose del mondo, come
possa piacere alla moglie; e resta diviso. 34 Così anche la donna non maritata e la vergine si danno
pensiero delle cose del Signore, volendo esser sante e di corpo e di spirito; ma la maritata è
preoccupata delle cose del mondo, e del come possa piacere al marito. 35 Questo io dico nel vostro
interesse, non già per tendervi un laccio, anzi in vista di ciò che è decoroso, e che permette di
servire a Dio senza impedimenti. 36 Però, se alcuno crede far brutta figura per la sua ragazza,
quando questa oltrepassi il fiore dell'età, e sente il suo dovere così, faccia quel che crede, non pecca,
le dia marito. 37 Ma chi è fermo nel suo cuore, non avendo necessità che lo obblighi, e ha facoltà di
fare secondo il suo talento, e ha deciso in cuor suo di conservar la propria figliuola vergine, farà
bene. 38 Sicchè fa bene chi sposa la sua figliuola; e chi non la sposa farà ancor meglio. 39 La
donna è legata per tutto il tempo che vive suo marito; se questi è morto, è libera di sposar chi altro
vuole, purchè lo sposi nel Signore. 40 Ma più felice è se rimanga così, secondo il mio consiglio; e
credo d'aver anch'io lo Spirito di Dio.
Capitolo 8
Sul cibarsi delle carni offerte in sacrificio agli idoli. 1 - Riguardo poi alle carni sacrificate agli
idoli, sappiamo che tutti abbiamo scienza. La scienza gonfia, mentre la carità edifica; 2 se alcuno
crede saper qualcosa, non ha ancora saputo come bisogna conoscere; 3 ma se uno ama Dio, egli è
riconosciuto da Dio; 4 adunque intorno al mangiar le carni degli idoli, noi sappiamo bene che
nessun idolo esiste al mondo; e non vi è nessun Dio se non quell'uno. 5 Poichè se vi sono esseri
che son detti dèi in cielo e sulla terra, (come ci sono molti dèi e molti signori), 6 ma per noi c'è un
unico Dio Padre, da cui ogni cosa è, e noi in lui, e un solo Signore Gesù Cristo, per cui tutte le cose,
e noi per lui. 7 Ma non in tutti è tal scienza; alcuni per l'idea sinora avuta dell'idolo, mangiano
quella carne sacrificata a un idolo; e la coscienza loro essendo debole n'è contaminata. 8 Certo non
un cibo qualunque ci raccomanderà a Dio; nè, se ce ne asteniamo, abbiamo qualcosa di meno, nè, se
ne mangiamo, qualcosa di più. 9 Ma badate che questa vostra piena libertà non divenga un
inciampo pei deboli; 10 giacchè se uno vede te che hai scienza seduto a mensa in un luogo d'idoli,
la coscienza di costui che è debole, non sarà indotta a mangiare le carni sacrificate agli idoli? 11
questo debole perisce per la scienza tua, lui il fratello per cui Cristo è morto. 12 Così peccando
verso i fratelli e offendendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo. 13 Per
conseguenza, se il cielo è di scandalo a un mio fratello, piuttosto non voglio più mangiar carne mai
e poi mai, per non dar scandalo al mio fratello.
Capitolo 9
Bisogna evitare lo scandalo. 1 - Non sono io libero? non sono apostolo? non ho io veduto Gesù
Cristo Signor nostro? ma non siete voi nel Signore? 2 se non sono apostolo per gli altri, lo sono
per voi; il sigillo del mio apostolato siete voi del Signore. 3 Questa è la mia difesa contro quelli
che fanno delle inchieste sul conto mio. 4 Forse non abbiamo la podestà di mangiare e di bere? 5
O non abbiamo facoltà di condurre attorno una donna, sorella, come donna, come gli altri apostoli e
fratelli del Signore e Cefa? 6 Forse solo io e Barnaba non abbiamo il diritto di far questo? 7 Chi
mai va alla guerra a sue spese? Chi pianta una vigna e non ne mangia il frutto? O chi pascola un
gregge e non si nutre del latte di quel gregge? 8 E questo lo dico forse in senso umano? non lo dice
anche la legge? 9 Nelle leggi di Mosè sta scritto: " Non mettere la musoliera al bue che trebbia il
grano ". Forse che Dio si dà pensiero de' buoi? 10 o non parla in tutto per noi? poichè per noi fu
scritto, che deve chi ara arare per la speranza, e chi trebbia trebbiare per la speranza di raccogliere il
frutto. 11 Se noi abbiam seminato a voi le cose spirituali, sarà un gran chè se noi mieteremo le cose
vostre materiali? 12 Se altri godono di questo diritto su voi, perchè non noi piuttosto? ebbene, noi
non ci siamo valsi di questo diritto, ma sopportiamo ogni cosa, pur di non creare alcun ostacolo al
Vangelo di Cristo. 13 Non sapete che quei che attendono alle cose sacre vivon dei proventi del
santuario, e quei che servono all'altare hanno parte all'altare? 14 Così il Signore ha ordinato a quelli
16
che annunziano il Vangelo, di vivere del Vangelo. 15 Ma io non mi son valso di nessuna di queste
cose. Esempio di Paolo. E non scrivo mica ora tutto questo perchè così si faccia nel caso mio;
preferirei morire anzi che qualcuno rendesse vano il mio vanto. 16 Se io predico il Vangelo, non ne
ho gloria, è per me una necessità il farlo; perchè guai a me se non predicassi! 17 Solo se lo facessi
di mia volontà, meriterei una mercede. E se lo fo senza voler mio, gli è che me ne è stato affidato
l'incarico. 18 Quale è dunque la mia mercede? questa che annunziando il Vangelo, io lo faccio
senza spesa alcuna, senza valermi dei diritti che il Vangelo mi darebbe. 19 Pur essendo libero da
tutti, a tutti mi son fatto schiavo per guadagnarne il maggior numero; 20 e mi son fatto coi Giudei
Giudeo, 21 con quelli sottoposti alla Legge come se fossi sotto la Legge mentre non lo sono, e ciò
per guadagnare quelli che son sottoposti alla Legge: e con quelli senza Legge mi son fatto quasi
senza legge, non essendo affatto senza la legge di Dio, ma anzi nella legge di Cristo, e ciò per
guadagnare quelli che son senza legge. 22 Mi son fatto debole coi deboli, per guadagnare i deboli;
mi faccio ogni cosa a tutti perchè tutti io salvi. 23 E tutto faccio per il Vangelo, affine di aver parte
ad esso. 24 Non sapete che quei che nello stadio corrono, corrono tutti, ma uno solo riceve il
premio? Correte anche voi così da riceverlo. 25 Ed ogni lottatore fa in ogni cosa delle astinenze;
quelli dunque per ottenere una corona corruttibile, noi incorruttibile. 26 Anch'io dunque corro allo
stadio, ma non come alla ventura; fo del pugilato, ma non dando colpi all'aria; 27 ma maltratto il
mio corpo e lo rendo schiavo, perchè non avvenga che dopo aver predicato agli altri, rimanga io
disapprovato.
Capitolo 10
Non è lecito partecipare ai conviti sacri. 1 - Non voglio che voi ignoriate, o fratelli, che i nostri
padri sono stati tutti sotto la nuvola, e tutti passarono per il mare; 2 e tutti per andar dietro a Mosè
s'immersero nella nuvola e nel mare; 3 e tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale e bevvero la
stessa bevanda spirituale; 4 e bevevano dalla roccia spirituale che li accompagnava, e la roccia era
Cristo. 5 Ma della maggior parte di loro non si compiacque il Signore, infatti furon prostrati nel
deserto. 6 Or queste cose divennero esempio per noi del non dover esser desiderosi di cose cattive,
come desiderarono anche quelli. 7 Nè dovete essere idolatri, come alcuni di quelli, secondo sta
scritto: " Il popolo si sedette per mangiare e bere, poi s'alzarono a divertirsi ". 8 Nè fornichiamo
come alcuni di loro fornicarono e in un sol giorno ne caddero ventitremila. 9 Nè tentiamo il
Signore come alcuni di loro fecero e perirono vittime dei serpenti. 10 E non mormorate come
alcuni di loro mormorarono, e perirono per opera dello sterminatore. 11 Queste cose accaddero loro
a modo di esempio, e furono scritte per ammonimento a noi cui doveva toccare la fine dei secoli. 12
Cosicchè chi crede di star su, badi di non cadere. 13 Tentazione non vi ha sorpreso, se non umana;
or Iddio è fedele, e non permetterà siate tentati oltre quel che potete, ma con la tentazione vi
procurerà anche la via d'uscita, onde possiate sopportarla. Regole da seguire nei conviti privati. 14
Perciò, miei diletti, fuggite l'idolatria. 15 Parlo come a persone intelligenti: giudicate voi di quel
che dico. 16 Il calice di benedizione che noi benediciamo, non è comunione del sangue di Cristo? e
il pane che spezziamo non è comunione del corpo di Cristo? 17 perchè unico pane e unico corpo
formiamo noi pur essendo molti, poichè tutti partecipiamo dell'unico pane. 18 Guardate l'Israele
secondo la carne: non è egli vero che quelli che mangiano le carni delle vittime hanno comunione
coll'altare? 19 Che dico io dunque? che l'immolato agli idoli è qualche cosa? o che qualche cosa sia
l'idolo? 20 no, ma quel che sacrificano i Gentili, lo immolano ai demoni non a Dio. Non voglio che
voi abbiate comunione coi demonii; 21 non potete bere il calice del Signore e il calice dei demonii,
non potete partecipare alla mensa del Signore e a quella dei demonii. 22 Vogliam noi destar la
gelosia del Signore? siam forse più forti di lui? 23 Tutto è lecito ma non tutto giova; tutto è lecito,
ma non tutto edifica. 24 Nessuno cerchi il vantaggio proprio ma l'altrui. 25 Tutto quello che si
vende al mercato, mangiatene senza indagare per quel che riguarda la coscienza, 26 poichè del
Signore è la terra e la pienezza di essa. 27 E se v'invita qualcuno degli infedeli, e volete andarci,
mangiate tutto quel che vi è apposto, senza indagare rispetto alla coscienza. 28 Ma se uno vi dica:
«Questa è carne di vittima immolata»; non ne mangiate, per riguardo a lui che v'ha avvertito e per la
coscienza, 29 la coscienza, dico, non di voi stessi, ma di quell'altro. Infatti perchè la mia libertà ha
da esser giudicata dalla coscienza altrui? 30 se io partecipo [alla mensa] con rendimento di grazie,
perchè ho a esser biasimato rispetto a ciò di cui ringrazio? 31 Sia che mangiate dunque, sia che
beviate, sia che facciate altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio. 32 Non siate d'inciampo nè a
17
Giudei nè a Gentili, nè alla Chiesa di Dio. 33 Nel modo che anch'io cerco compiacere a tutti non
cercando il mio vantaggio, ma quello dei molti affinchè siano salvi.
Capitolo 11
L'abbigliamento delle donne nelle adunanze sacre. 1 - Siate imitatori miei, come anch'io sono
di Cristo. 2 Vi lodo poi, fratelli, perchè in ogni cosa vi ricordate di me, e ritenete, come ve le ho
date, le istruzioni mie. 3 Voglio però che sappiate, che d'ogni uomo il capo è Cristo, e che il capo
della moglie è il marito, e il capo di Cristo è Dio. 4 Qualunque uomo preghi o profetizzi avendo la
testa coperta, disonora il suo capo; 5 e qualunque donna preghi o profetizzi senza velo sulla testa,
disonora il suo capo, 6 poichè, se non si vela la donna, si tagli anche i capelli; e se è turpe per la
donna il tagliarsi i capelli e radersi, si veli dunque. 7 L'uomo no, non deve coprir di velo la testa,
essendo immagine e gloria di Dio; e la donna è gloria dell'uomo. 8 Poichè non viene l'uomo dalla
donna, ma la donna dall'uomo, 9 nè fu fatto l'uomo per la donna, ma la donna per l'uomo. 10 Per
questo deve la donna aver sulla testa il segno della sua dipendenza, per via degli angeli. 11 Però nel
Signore, nè la donna è indipendente dall'uomo, nè l'uomo può essere senza la donna; 12 poichè
come la donna è dell'uomo così l'uomo [nasce] per mezzo della donna, e tutto è da Dio. 13
Giudicatene voi stessi; è decoroso che donna senza velo rivolga preghiera a Dio? 14 Non insegna la
natura stessa, che se l'uomo porta lunghi capelli, è per lui disonore, 15 e per la donna invece la
capigliatura è gloria? giacchè la chioma a lei è stata data in luogo di velo. 16 Se poi qualcuno si
compiace a contendere, noi siffatto costume non l'abbiamo, neanche le Chiese di Dio. Abusi nella
celebrazione della cena del Signore. 17 Dichiaro poi questo, a biasimo non a lode, che voi vi
radunate non per il meglio ma per far peggio. 18 Prima di tutto, quando vi adunate in chiesa, sento
che vi son tra voi delle divisioni; e in parte ci credo; 19 bisogna bene vi siano tra voi dei partiti,
perchè diventino riconoscibili quelli degni d'approvazione. 20 Radunandovi dunque assieme, non è
che mangiate la cena del Signore; 21 poichè ciascuno s'affretta a p rendere e consumare la propria
cena, e c'è chi patisce la fame e chi invece si ubriaca. 22 O non avete le vostre case per mangiare e
bere? Avete forse in dispregio la Chiesa di Dio, e volete fare arrossire quelli che non possedon
nulla? Che vi ho a dire? vi loderò di ciò? no, in questo non vi lodo. 23 Poichè quello che io ho
trasmesso, anche a voi, l'ho ricevuto dal Signore; e ciò è che il Signore Gesù la notte in cui fu
tradito, prese del pane, 24 e dopo rese grazie a Dio, lo spezzò e disse: «Prendete e mangiate; questo
è il mio corpo che sarà immolato per voi; fate questo in ricordo mio». 25 E parimente, dopo cenato,
prese il bicchiere dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, e quante volte ne
beviate, fate questo per ricordo di me. 26 Poichè quante volte voi mangiate questo pane e bevete
questo calice, voi rammenterete l'annunzio della morte del Signore, fino a che egli venga». 27
Cosicchè chi mangi il pane o beva il calice del Signore indegnamente, sarà reo del corpo e del
sangue del Signore. 28 Esamini ognuno se stesso, e così mangi di quel pane e beva di quel calice;
29 poichè chi mangia e beve indegnamente, se non riconosce il corpo del Signore, mangia e beve la
propria condanna. 30 Per questo vi son tra voi molti deboli e privi d'ogni forza, e tanti giacciono.
31 Se ci esaminassimo bene da per noi stessi, non saremmo condannati; 32 ma giudicati dal
Signore siamo castigati per non essere col mondo condannati. 33 Cosicchè, fratelli miei,
radunandovi per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri. 34 E se uno ha fame, mangi a casa sua onde
non vi raduniate a vostra condanna. Le altre cose poi regolerò alla mia venuta.
Capitolo 12
I carismi, loro natura e utilità. 1 - Intorno ai doni spirituali poi, o fratelli, non voglio che siate
nell'ignoranza. 2 Voi sapete che quando eravate Gentili, correvate dietro agli idoli muti secondo
che eravate trascinati. 3 Per questo vi fo sapere, che nessuno che parli nello Spirito di Dio, dice:
«Anàtema a Gesù»; e nessuno può dire: «Signore Gesù» se non in Spirito Santo. 4 E vi sono
differenze di carismi, ma lo Spirito è uno solo; 5 e differenze di ministeri, ma il Signore è il
medesimo; 6 e differenze di operazioni, ma è lo stesso Dio che opera ogni cosa in tutti. 7 A
ciascuno è stata concessa la manifestazione dello Spirito per quel che è utile; 8 all'uno per via dello
Spirito fu data la parola della sapienza, all'altro la parola della scienza secondo lo stesso Spirito. 9
A un altro la fede nel medesimo Spirito; ad un altro ancora il dono delle guarigioni nell'unico
Spirito; 10 ad un altro ancora la potenza dei miracoli, ad un altro la profezia, ad un altro il
discernimento degli spiriti, ad un altro le varietà delle lingue, ad un altro l'interpretazione delle
lingue. 11 Orbene tutti questi effetti li produce l'unico e medesimo Spirito, che distribuisce a
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ciascuno secondo che vuole. 12 Poichè, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra
del corpo pur essendo molte il corpo è uno, così anche Cristo; 13 poichè noi tutti, sia Giudei sia
Gentili, sia schiavi sia liberi, in unico Spirito siamo stati battezzati sì da formare un corpo solo, e
tutti siamo stati imbevuti di unico spirito. 14 Anche il nostro corpo non è un membro solo ma molte
membra. 15 Se dicesse il piede: «Siccome non sono mano, non son del corpo», cessa forse per
questo di far parte del corpo? 16 E se l'orecchio dicesse: «Siccome non sono occhio, non sono del
corpo», per questo cesserebbe di far parte del corpo? 17 Se tutto il corpo fosse occhio dove sarebbe
l'udito? e se tutto udito, dove l'odorato? 18 Ora Iddio ha creato le membra, ognuna nel corpo
com'egli volle; 19 se tutto si riducesse a un membro solo, dove sarebbe il corpo? 20 Invece le
membra son molte e unico il corpo. 21 Nè può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; nè
la testa ai piedi : «Non ho bisogno di voi»; 22 anzi le membra del corpo che paion più deboli sono
molto più necessarie, 23 e quelle che stimiamo di meno pregio, noi le circondiamo di onor
maggiore, sicchè le parti meno decenti hanno decenza maggiore, 24 e le parti più decenti non han
bisogno di ciò. Ma Iddio compose l'organismo col dar maggior onore alle parti che ne mancavano,
25 affinchè non vi fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero riguardo le une alle altre allo
stesso modo. 26 E se soffre un membro, tutti con esso soffrono, e se ha gloria un membro, tutte le
membra con lui godono. 27 Or bene voi siete corpo di Cristo, e partitamente siete membra di esso.
28 E alcuni pose Dio nella Chiesa, in primo luogo apostoli, poi profeti, in terzo luogo maestri, e poi
quelli che fanno miracoli, e poi le grazie delle guarigioni, e il soccorrere, e l'amministrare, e il
parlare ogni specie di lingua e il capirle. 29 Forsechè son tutti apostoli? o tutti profeti? o tutti
maestri? 30 o tutti uomini dei miracoli? o tutti hanno il dono delle guarigioni? o tutti parlano le
lingue? o tutti interpretano? 31 Voi aspirate ai migliori carismi. Ebbene, io vi indico ancora una via
di gran lunga migliore.
Capitolo 13
La carità e i carismi. L'elogio della carità. 1 - Se io parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
e non avessi amore, non sarei che un bronzo risonante, o un cembalo squillante. 2 E se avessi il
dono della profezia, e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e se avessi tutta la fede, sì da
trasportar le montagne, e poi mancassi di amore, non sarei nulla. 3 E se anche sbocconcellassi a
favor dei poveri tutto quel che ho, e dessi il mio corpo per esser arso, e non avessi amore, non ne
avrei alcun giovamento. 4 L'amore è longanime, è benigno; l'amore non ha invidia; non agisce
invano; non si gonfia; 5 non è ambizioso; non è egoista, non s'irrita, non pensa il male; 6 non si
compiace dell'ingiustizia, ma gode della verità; 7 soffre ogni cosa, ogni cosa crede, tutto spera,
tutto sopporta. 8 L'amore non mai vien meno; sian le profezie, termineranno; sian le lingue,
cesseranno; sia la scienza, finirà in nulla, 9 poichè parzialmente conosciamo e parzialmente
profetiamo, 10 ma quando venga ciò che è perfetto, il parzialmente finirà. 11 Quand'ero bambino,
parlavo come bambino, pensavo come bambino, ragionavo come bambino; ma fatto uomo, ho
cessato i costumi del bambino. 12 In questo momento noi vediamo traverso uno specchio in
enigma, allora vedremo faccia a faccia; ora io conosco parzialmente, allora conoscerò per intiero,
come anch'io sono stato conosciuto. 13 Ora soltanto queste tre cose perdurano, fede, speranza e
amore, ma la più grande di tutte è l'amore.
Capitolo 14
Il dono della profezia e il dono delle lingue. 1 - Seguite dunque l'amore. E ambite i doni
spirituali, specialmente quello di profezia, 2 poichè chi parla in lingua, parla non agli uomini ma a
Dio; nessuno l'intende, e in ispirito dice cose misteriose. 3 Chi profetizza invece parla agli uomini,
a edificazione ed esortazione e consolazione. 4 Chi parla in lingua edifica se stesso; chi profetizza
edifica la chiesa. 5 Vorrei bene che tutti voi parlaste le lingue ma preferisco che siate profeti: è più
grande il profeta che chi parla le lingue, salvo se faccia da interprete, affinchè la Chiesa ne abbia
edificazione. 6 Difatti, o fratelli, se io venissi a voi parlando le lingue, in che vi gioverei se non vi
parlassi o con qualche rivelazione, o con la scienza, o con la profezia, o con qualche
ammaestramento? 7 Le cose inanimate che dànno un suono, ad esempio un flauto o una cetra, se
non dessero una differenza di suoni, come si riconoscerebbe ciò che è sonato col flauto e ciò che si
suona colla cetra? 8 E se la tromba di guerra desse un suono incerto, chi si preparerebbe al
combattimento? 9 Così anche voi se per via del linguaggio non fate un discorso chiaro, come si
capirà quel che dite? voi parlerete al vento. 10 Càpitano a essere tante le specie di dialetti nel
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mondo, ma nessuno è senza il suo significato; 11 se quindi non conosco il valore del suono, sarò un
barbaro per chi parla, e chi parla per me sarà un barbaro. 12 Così anche voi, poichè siete amanti dei
doni spirituali, cercate di averne in abbondanza per l'edificazione della Chiesa. 13 Perciò chi parla
le lingue preghi di poter essere interprete; 14 chè se io prego in lingua, il mio spirito sì prega, ma la
mia mente, riman priva di frutto. 15 Che cos'è dunque? pregherò collo spirito, ma pregherò anche
coll'intelligenza, salmeggerò collo spirito e salmeggerò anche coll'intelligenza. 16 Poichè se tu
benedici in ispirito, chi tiene il posto del semplice uditore, come dirà «Amen» al tuo rendimento di
grazie? perchè non capisce quel che tu dica, 17 tu fai bene sì il ringraziamento, ma l'altro non
riceve edificazione. 18 Ringraziando Dio, io parlo le lingue di tutti voi; 19 ma nell'adunanza
preferisco dir cinque parole secondo il mio sentimento, onde io possa anche istruire altri, anzichè
migliaia di parole in lingua. 20 Fratelli, non siate fanciulli di animo, ma per quel che è malizia siate
bambini, e nell'animo procurate diventar perfetti. 21 Sta scritto nella legge: «In diversità di lingue e
con labbra d'altri parlerò a questo popolo, ma neanche così mi ascolteranno», dice il Signore. 22 Di
guisa che le lingue son per segno non ai credenti ma agli increduli, e la profezia non è per
gl'increduli ma per quei che credono. 23 Quando dunque si raduni tutta la chiesa e tutti vi parlino le
lingue, se entrino dentro dei profani o degli increduli, non direbbero che diventate matti? 24 E se
tutti profetassero, ed entrasse un incredulo o un profano, egli è convinto da tutti, vien giudicato da
tutti, 25 i segreti del suo cuore si fanno palesi, e così prostrandosi faccia a terra adorerà Dio,
proclamando che Iddio è realmente in voi. Regole pratiche nell'uso dei carismi. 26 Che è dunque,
o fratelli? quando vi adunate, ciascuno di voi ha chi il salmo, chi l'ammaestramento, chi la
rivelazione da fare, o la lingua, o l'interpretazione; ebbene ogni cosa sia a scopo di edificazione. 27
Se c'è chi parli le lingue, parlino in due o in tre al più, ciascuno a sua volta, e uno faccia la
spiegazione; 28 e se non ci sia un interprete, tacciano nell'adunanza, e parlino seco stessi e con Dio.
29 I profeti, parlino due o tre, e gli altri giudichino: 30 e se è stata fatta una rivelazione a un altro
che sta a sedere, il primo si taccia. 31 Poichè potete tutti ad uno ad uno profetare, affinchè tutti
imparino e tutti ricevano consolazione. 32 Gli spiriti dei profeti son soggetti ai profeti, 33 poichè
non è del disordine Iddio, ma della pace, conforme io insegno in tutte le adunanze dei Santi. 34 Le
donne nelle assemblee tacciano, poichè non è loro permesso di parlare; ma stiano sottoposte, come
anche dice la legge. 35 E se vogliono imparar qualche cosa, in casa interroghino i proprii mariti; è
cosa indecorosa per una donna parlare in un'assemblea. 36 Forse che da voi è uscita la parola di
Dio, o a voi soli è pervenuta? 37 Se qualcuno si tiene per profeta o per uomo ispirato, riconosca che
le cose ch'io scrivo a voi, sono precetti del Signore; 38 ma se qualcuno non lo sa, resti cosa
ignorata. 39 Conseguentemente, o fratelli miei, cercate di profetare, però non impedite si parlino le
lingue; 40 ma tutto si faccia decorosamente e con ordine.
Capitolo 15
La risurrezione dei morti. 1 - Vi rammento poi, o fratelli, il Vangelo che vi ho annunziato e che
voi avete accolto, e in cui rimanete saldi, 2 per il quale anche siete salvati, se pur ritenete con che
parola ve l'ho annunziato; salvo se senza alcuna base voi abbiate creduto. 3 Fra le prime cose, io
v'ho trasmesso quello che anch'io ho ricevuto, vale a dire che Cristo morì per i nostri peccati
secondo le Scritture, 4 e fu sepolto, e risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture; 5 e fu visto da
Cefa e poi dai Dodici. 6 Dopo fu visto da più che cinquecento fratelli in una volta, de' quali i più
son tuttora viventi, solo alcuni sono morti. 7 Poi fu visto da Giacomo, poi da tutti gli apostoli, 8
in ultimo di tutti fu visto da questo aborto che son io; 9 giacchè io sono il minimo degli apostoli,
chè non son degno d'esser chiamato apostolo, perchè ho perseguitato la Chiesa di Dio; 10 ma per
grazia di Dio son quel che sono, e la grazia di lui verso di me non fu cosa vana; anzi ho faticato più
di tutti loro, non già io, ma la grazia di Dio con me. 11 Sia dunque io, siano loro, così predichiamo
e così avete creduto. 12 Or se si predica che Cristo è stato risuscitato dai morti, come mai alcuni fra
voi dicono che non ha luogo la risurrezione de' morti? 13 Se non ci fosse la risurrezione de' morti,
neanche Cristo sarebbe risorto; 14 se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra predicazione,
e vana la vostra fede, 15 e noi saremmo come falsi testimoni di Dio: giacchè noi abbiamo attestato
rispetto a Dio, ch'ei risuscitò il Cristo; non l'avrebbe risuscitato se non risuscitano i morti; 16
poichè se i morti non risuscitano, neanche Cristo è risorto, 17 e se Cristo non è risorto, vana è la
vostra fede, e voi siete ancora nei vostri peccati; 18 e però anche quelli che son morti in Cristo sono
periti. 19 Se solo per questa vita noi abbiam riposto in Cristo le nostre speranze, noi siamo più
20
miserabili di tutti gli uomini. 20 Ma invece Cristo risuscitò proprio da morte, primizia di quelli che
giacciono morti. 21 Infatti poichè per via di un uomo è la morte, anche per via d'un uomo v'è la
risurrezione dei morti. 22 Come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti saranno vivificati, 23
ciascuno al suo ordine; primizia è Cristo, poi quei di Cristo che nella venuta sua credettero; 24 poi
sarà la fine, quando consegni il regno a Dio Padre, dopo aver annientato ogni signoria e ogni
podestà e ogni potenza. 25 Poichè bisogna che Egli regni fino a che non abbia posto sotto i suoi
piedi tutti i nemici. 26 Ultimo nemico sarà annientata la morte, giacchè tutto ha posto [Iddio] sotto i
piedi di lui. 27 Quando dice «tutte le cose sono state assoggettate», è chiaro che si deve eccettuare
Colui che ha a lui assoggettato ogni cosa. 28 E quando a lui tutte le cose siano soggette, allora
anche il Figlio stesso sarà sottoposto a Colui che tutto gli ha assoggettato, affinchè Dio sia tutto in
tutti. 29 Se così non fosse, a che si riduce il battesimo, di quelli che si fanno battezzare per i morti?
Se del tutto i morti non risorgono, a che si fan battezzare per loro? 30 e anche noi perchè ci
esponiamo ogni momento a pericoli? 31 In verità, lo affermo per la grande soddisfazione che ho di
voi in Cristo Gesù nostro Signore, in ogni giorno sono esposto a morte. 32 Se ad Efeso ho lottato
colle fiere per mire umane, che vantaggio ne ho avuto? se i morti non risorgono, «mangiamo e
beviamo chè domani morremo». 33 Non lasciatevi sviare; «le cattive compagnie corrompono i
buoni costumi». 34 Riscotetevi per bene e non peccate, poichè alcuni hanno ignoranza di Dio; ve lo
dico a vostra vergogna. Modo della risurrezione e qualità dei corpi gloriosi. 35 Ma dirà taluno:
«Come risorgono i morti? e con che corpo vengono?». 36 Stolto, quel che tu semini, non si vivifica
se prima non muore; 37 e quando semini, non semini il corpo che deve venire, ma un nudo chicco,
poni, di grano o di qualche altra cosa; 38 e Dio gli dà il corpo come ha voluto, e ciascun seme il
proprio corpo. 39 Non ogni carne è la stessa carne, ma altra è la carne degli uomini, altra quella
degli animali; altra la carne degli uccelli, altra quella de' pesci. 40 E corpi celesti vi sono e corpi
terrestri, ma altra è la splendidezza dei celesti, altra dei terrestri; 41 altro è lo splendor del sole,
altro quello della luna, altro quello degli astri, poichè un astro è differente da un altro per splendore.
42 Così è anche la risurrezione dei morti. Il corpo si semina corruttibilmente, risorge incorruttibile;
43 si semina ignobile, risorge in gloria; si semina debole, risorge in forza; 44 si semina corpo
animale, risorge corpo spirituale. Se esiste il corpo animale vi è anche quello spirituale. Così anche
sta scritto: 45 " Il primo uomo Adamo fu fatto anima vivente "; l'ultimo Adamo è spirito
vivificante. 46 Ma non è prima l'elemento spirituale, bensì l'animale, lo spirituale, vien dopo. 47 Il
primo uomo, tratto dalla terra è terrestre, il secondo uomo è dal cielo e celeste. 48 Qual è l'uomo
terrestre, tali anche i terrestri; e quale il celeste tali anche i celesti. 49 E come abbiam portato
l'immagine del terrestre, porteremo anche l'immagine del celeste. 50 E questo dico, o fratelli, che la
carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, nè la corruzione può ereditare
l'incorruttibilità. 51 Ecco, io vi rivelo un mistero: tutti risorgeremo, ma non per tutti avverrà
cangiamento; 52 in un attimo, in un batter d'occhio, al suon dell'ultima tromba; poichè sonerà e i
morti risorgeranno incorruttibili; anche noi saremo cambiati. 53 Poichè bisogna che questo corpo
corruttibile rivesta l'incorruttibilità; e che questo mortale rivesta l'immortalità. 54 E quando questo
mortale rivesta l'immortalità, allora si avvererà la parola che è scritta: " È stata assorbita la morte
nella vittoria. 55 O morte, dov'è la tua vittoria? dov'è, o morte, il tuo pungiglione? ". 56
Pungiglione della morte è il peccato, e quella che mostra l'essenza del peccato è la legge; 57 grazie
sian rese a Dio che diè a noi la vittoria per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo. 58
Conseguentemente, o diletti fratelli, siate stabili, incrollabili, abbondando sempre nell'opera del
Signore, sapendo che la fatica vostra non è vana nel Signore.
Capitolo 16
Raccomandazioni varie e saluti. 1 - Quanto alla colletta pei santi, fate anche voi come ho
disposto per le Chiese della Galazia. 2 Ogni primo dì della settimana, ciascun di voi metta da parte
presso di sè tesoreggiando tutto quel che gli venga bene, affinchè non si debbano far le collette dopo
la mia venuta. 3 E quando sarò costì, quelli che avete designato, li manderò con delle lettere a
riportare la vostra grazia a Gerusalemme. 4 E se converrà che ci vada anch'io, verranno con me. 5
Ora io verrò da voi, quando avrò traversato la Macedonia; perchè traverserò la Macedonia, 6 e da
voi forse rimarrò o anche svernerò, affinchè mi accompagnate dovunque avrò da andare. 7 Non
voglio vedervi solo di passata; spero anzi poter passare un po' di tempo con voi, se il Signore lo
permette. 8 Ad Efeso rimarrò sino a Pentecoste, 9 poichè una porta grande e attiva mi è qui
21
aperta, e molti sono gli avversari. 10 E se viene Timoteo, badate che stia fra voi senza timore,
poichè lavora come me l'opera del Signore; 11 che nessuno dunque lo tenga a vile. E
accompagnatelo in pace, perchè venga da me, lo aspetto coi fratelli. 12 Quanto al fratello Apollo,
l'ho molto pregato a venir da voi coi fratelli, ma assolutamente non aveva voglia di venir ora; verrà
quando ne abbia l'opportunità. 13 Vegliate, state saldi nella fede, siate uomini, siate forti. 4 Tutto si
faccia tra voi con amore. 15 Vi prego poi, fratelli, voi sapete che la famiglia di Stefana è la primizia
dell'Acaia, e che si è dedicata al servizio dei santi; 16 anche voi siate sottomessi a questi tali e a
chiunque coopera e fatica con loro. 17 Mi compiaccio della presenza di Stefana, di Fortunato e di
Acaico, perchè essi hanno riempito il vuoto lasciato dalla vostra mancanza, 18 e hanno ricreato lo
spirito mio e il vostro. Riconoscete adunque siffatte persone. 19 Vi salutano le Chiese dell'Asia; vi
saluta molto nel Signore Aquila, e anco Prisca, colla Chiesa di casa loro. 20 Vi salutano i fratelli
tutti. Salutatevi a vicenda col santo bacio. 21 Il saluto è di mia propria mano, di me Paolo. 22 Se
qualcuno non ama il Signore, sia anàtema. Maràn athà. 23 La grazia del Signore Gesù sia con voi.
24 L'amor mio è con tutti voi in Gesù Cristo.
SECONDA LETTERA AI CORINTI Fine anno anno 57 d.C., dalla Macedonia
Capitolo 1
Intestazione e saluti. Consolazione dell'apostolato. 1 - Paolo, apostolo di Cristo Gesù per
volontà di Dio, e il fratello Timoteo alla Chiesa di Dio che è in Corinto con tutti i santi che sono
nell'Acaia, 2 grazie a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signor Gesù Cristo! 3 Sia benedetto
Iddio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il padre delle misericordie e il Dio di ogni
consolazione, 4 il consolatore nostro in ogni nostra tribolazione, affinchè anche noi possiamo
consolare gli altri in ogni afflizione, per via della consolazione onde noi siam confortati da Dio. 5
Giacchè, come traboccano su noi i patimenti di Cristo, così per Cristo sovrabbonda la nostra
consolazione. 6 E se siamo tribolati, è per consolazione e salvezza vostra; se siam consolati, è per
la vostra consolazione, la quale mostra la sua efficacia nel farvi sopportare gli stessi patimenti che
sopportiamo noi. 7 E salda è la nostra speranza su di voi, sapendo che come siete partecipi dei
patimenti così anche della consolazione. 8 Non vogliamo ignoriate, o fratelli, rispetto alla nostra
tribolazione subita in Asia, che siamo stati oltre misura e sopra le nostre forze aggravati, tanto da
essere anche stanchi della vita. 9 Anzi in noi stessi abbiamo avuto come un responso di morte, e
ciò perchè non ponessimo fiducia in noi stessi ma nel Dio che risuscita i morti. 10 Il quale ci ha
liberati da sì gravi pericoli, e ci libera, e in lui speriamo che ancora dell'altro ci libererà,11
cooperando anche voi a favor nostro colla preghiera, affinchè il dono a noi concesso a mezzo di
molte persone sia per molti oggetto di ringraziamento a riguardo nostro. Paolo si difende
dall'accusa d'incostanza. 12 Poichè questo è il nostro vanto, la testimonianza della nostra
coscienza, che in semplicità di cuore e genuino pensiero di Dio ci siam comportati nel mondo: non
in sapienza carnale ma nella grazia di Dio, specialmente a rispetto di voi; 13 giacchè non altro a voi
scriviamo se non quello che già avete avuto occasione di leggere e di riconoscere, e spero
riconoscerete sino alla fine 14 come parzialmente avete già riconosciuto, che noi siamo il vostro
vanto come voi il nostro pel giorno del Signore nostro Gesù. 15 E in questa fiducia volevo prima
venir da voi, affinchè aveste una seconda grazia; 16 e attraverso il vostro paese poi passar nella
Macedonia, e di nuovo di là tornar da voi, per fare coi vostri auguri il viaggio verso la Giudea. 17
Avendo questa intenzione, forse che ho agito con leggerezza? forse che ciò che voglio lo voglio
secondo la carne in modo che sia in me il «sì» e il «no»? 18 Ma Iddio, fedele è testimone che il
nostro parlare con voi non è ora «sì», ora «no»! 19 Gli è che il Figlio di Dio, Cristo Gesù,
annunziato a voi per mezzo nostro, cioè per opera mia, di Silvano e di Timoteo, non era or «sì» or
«no»; ma il «sì» fu in Lui; 20 poichè quante sono le promesse di Dio, in Lui sono il «sì», e però
anche per opera di Lui è l'«Amen» che per noi si dice a Dio a titolo di gloria. 21 Or chi ci conferma
con voi in Cristo e che ci ha unto è Dio, 22 il quale ha anche impresso su noi l'impronta del suo
sigillo, e ci ha dato la caparra dello spirito nei nostri cuori. 23 E io chiamo Dio a testimone
sull'anima mia, che gli è per risparmiarvi ch'io non son venuto più a Corinto. Non che noi vogliamo
signoreggiare sulla vostra fede, ma siamo cooperatori della vostra allegrezza, perchè voi nella fede
state saldi.
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Capitolo 2
1 - E ho deciso meco stesso, di non venire di nuovo da voi in tristezza; 2 perchè se vi contristo, o
chi vi sarà a rallegrar me se non proprio chi è stato da parte mia contristato? 3 E se ho scritto come
ho scritto, gli è perchè non avvenga, che, al mio venire, io abbia dolore da quelli che mi avrebbero
dovuto rallegrare, persuaso come sono rispetto a tutti voi, che la mia gioia è gioia di voi tutti. 4
Poichè se per la grande afflizione e angustia di cuore v'ho scritto fra molte lagrime, non lo feci
perchè foste rattristati, ma perchè conosceste l'amore che ho grandissimo per voi. 5 E se qualcuno
ha dato dolore, non me solo rattristò ma, almeno parzialmente per non esagerare, voi tutti. 6 Or
basta a quel tale questa riprensione avuta dai più, 7 sicchè è meglio che voi ora invece gli usiate
indulgenza e lo consoliate, non abbia per avventura quel tale a essere sfinito dal troppo dolore. 8
Perciò vi esorto a ravvivare il vostro amore verso di lui; 9 ho scritto anche per questo, per
conoscervi alla prova se in tutto siete obbedienti. 10 A chi usate qualche indulgenza l'uso anch'io,
poichè anch'io dove ho usato indulgenza, se in qualcosa l'ho fatto, l'ho fatto per vostro amore, nella
persona di Cristo, 11 per non essere sopraffatti da Satana, i cui pensieri non ignoriamo affatto. 12
Quando venni a Troade per il Vangelo di Cristo, pur essendomi aperta la porta del Signore, 13 non
ebbi requie nel mio spirito per non aver trovato Tito il mio fratello; e allora, preso congedo da loro,
venni in Macedonia. 14 E grazie siano rese a Dio che sempre ci fa trionfare in Cristo, e per voi
manifesta in ogni luogo il profumo della sua conoscenza; 15 giacchè fragranza di Cristo siam noi,
davanti a Dio, fra quelli che si salvano e fra quelli che periscono; 16 per questi è odore che vien da
morte e conduce a morte, per quelli è odore dalla vita alla vita. E a tali cose chi è adatto? 17 noi
non siamo come i molti i quali adulterano la parola di Dio, ma, con sincerità e come da Dio, e alla
presenza di Dio, in Cristo, parliamo.
Capitolo 3
Paolo si difende dall'accusa di arroganza e di orgoglio. 1 - Cominciamo di nuovo a
raccomandare noi stessi? o forse abbiam bisogno come alcuni di commendatizie scritte a voi o da
voi? 2 Siete voi la nostra lettera, scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini, 3
essendo manifesto che voi siete una lettera di Cristo, di cui noi fummo i ministri, scritta, non
coll'inchiostro, ma collo Spirito di Dio, vivo, non su tavole di pietra ma su tavole consistenti in
cuori di carne. 4 Tale fiducia noi l'abbiamo in Dio mediante il Cristo. 5 Non che da noi stessi
siamo in grado di pensare alcunchè come fosse da noi, ma la sufficienza nostra vien da Dio, 6 il
quale ci ha anche fatti idonei a essere ministri d'un Nuovo Patto, non di lettera ma di spirito: poichè
la lettera uccide e lo spirito vivifica. 7 Che se il ministero della morte espresso in lettere su pietre
fu glorioso, tanto da non potere i figli d'Israele guardar fisso alla faccia di Mosè per lo splendore pur
non durevole della faccia di lui, 8 come non sarà molto più glorioso il ministero dello spirito? 9
Poichè se fa gloria il ministero della condanna, di gran lunga in gloria prevale il ministero della
giustizia. 10 Per questo rispetto non si può neanche dir glorificato quel che è stato glorificato
[prima con Mosè], e ciò per la tanto maggior gloria [d'ora di Cristo]; 11 se ciò ch'era non durevole
ebbe luce di gloria, tanto più è in gloria quel che è permanente! 12 Avendo dunque siffatta
speranza, noi ci valiamo di molta franchezza di parola, 13 e non facciamo come Mosè che si
metteva un velo sul viso perchè i figli d'Israele non fissassero lo sguardo al fine di cosa non
durevole. 14 Senonchè si sono indurate le menti loro; infatti fino al giorno d'oggi lo stesso velo
rimane, durante la lettura dell'Antico Testamento, non rimosso, perchè in Cristo soltanto si annulla.
15 Anzi fino ad oggi quando si legge ad essi Mosè, un velo giace sopra il loro cuore; 16 ma non
appena ci si volge al Signore, il velo si alza. 17 E il Signore è lo Spirito, e dove è lo Spirito del
Signore ivi è libertà. 18 Noi tutti col viso scoperto, riflettendo come in ispecchio la gloria del
Signore, ci trasformiamo nella stessa immagine di gloria in gloria, come per opera dello Spirito del
Signore.
Capitolo 4
1 - Perciò, avendo questo ministero in virtù della misericordia di cui fummo oggetto, non ci
perdiamo d'animo, 2 ma rinunziamo ai nascondigli della vergogna, non procedendo in astuzia nè
adulterando la parola di Dio, ma colla manifestazione della verità raccomandando noi stessi a ogni
coscienza d'uomo nel cospetto di Dio. 3 E se è anche velato il nostro Vangelo, è velato per quei
che periscono; 4 nei quali il Dio di quest'età accecò le menti d'infedeli, sino a non isplendere più
[loro] la luce del Vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio. 5 Giacchè noi non
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predichiamo mica noi stessi, ma Cristo Gesù Signore, e diciamo noi servi vostri per Gesù. 6 Quel
Dio che disse: «Dalle tenebre splenderà la luce», egli stesso lampeggiò nei nostri cuori a illuminare
la conoscenza della gloria di Dio [rifulgente] nel volto di Cristo. Sofferenze, travagli e speranze
degli Apostoli. 7 Or noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinchè [si riconosca che] la
superiorità della potenza è cosa di Dio e non viene da noi. 8 In tutto noi siam tribolati, senza essere
però ridotti agli estremi; angustiati senza essere disperati; 9 perseguitati ma non abbandonati;
abbattuti ma non perduti; 10 sempre portiamo attorno nel corpo nostro la morte di Gesù, affinchè
anche la vita di Gesù sia nei nostri corpi manifestata. 11 Giacchè sempre noi viventi siamo esposti
alla morte per Gesù, affinchè anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. 12
Laonde in noi opera la morte, la vita in voi. 13 Ma avendo lo stesso spirito della fede secondo quel
che sta scritto: " Ho creduto, perciò ho parlato ", anche noi crediamo, perciò anche parliamo, 14
sapendo che ci ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù, e ci farà riessere
insieme con voi. 15 Poichè tutto è per voi, affinchè abbondando la grazia, per via del numero faccia
abbondare anche i ringraziamenti per la gloria di Dio. 16 Perciò non ci scoraggiamo: ma se anche il
nostro uomo esterno si corrompe, l'interno nostro si rinnova, tuttavia di giorno in giorno. 17 Poichè
la momentanea e leggera tribolazione nostra procaccia a noi oltre ogni misura smisurato peso di
gloria; 18 non mirando noi alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poichè le cose
che si vedono son temporanee, e quelle che non si vedono eterne.
Capitolo 5
1 - Noi sappiamo che se l'abitazione nostra terrestre, consistente in una tenda, avesse a essere
disfatta, abbiamo un'abitazione da Dio, non manufatta ed eterna nei cieli. 2 Quaggiù noi
sospiriamo, bramando di penetrare in quella che è l'abitazione nostra celeste, 3 se pur saremo
trovati vestiti, non ignudi; 4 poichè noi che siamo nella tenda, sospiriamo aggravati, in quanto che
non vogliamo essere spogliati, bensì sopravvestiti, affinchè ciò che è mortale sia assorbito dalla
vita. 5 Or chi ci ha lavorati a questo fine è Dio, quegli che ci ha dato la caparra dello spirito. 6
Facendoci dunque coraggio e sapendo che fin che alberghiamo nel corpo peregriniamo lontani dal
Signore 7 (giacchè per fede noi camminiamo, non per visione), 8 siamo pieni di fiducia e teniamo
in maggior conto peregrinar via dal corpo per viaggiare verso il Signore. 9 Perciò anche con ogni
studio cerchiamo, sia che siamo usciti dal corpo sia che vi rimaniamo, di piacere a Lui. 10 Poichè
tutti noi bisogna si comparisca davanti al tribunale di Cristo, affinchè ciascuno riceva le cose che gli
spettano per via del corpo, secondo quel che ha fatto, o in bene o in male. Zelo degli apostoli e di
Paolo nell'esercizio del loro ministero. 11 Sapendo dunque il timore che deve aversi del Signore,
noi ne persuadiamo gli uomini; e a Dio siam ben noti e manifesti, ma anche nelle vostre coscienze
spero di essere chiaro e manifesto. 12 Non è che di bel nuovo ci raccomandiamo a voi, ma vi diamo
l'occasione di un vanto a rispetto nostro, perchè l'abbiate di fronte a quelli che si vantano di ciò che
è apparenza ma non di ciò che è nel cuore. 13 Poichè se siam fuor di noi, gli è per Dio; se abbiam
senno gli è per voi. 14 Poichè l'amore di Cristo ci costringe, considerando che uno è morto per tutti,
e che perciò la sua morte è stata di tutti; 15 e per tutti egli morì affinchè i viventi non vivessero più
per se stessi ma per chi è morto per loro e fu risuscitato. 16 Conseguentemente, da ora innanzi, noi
non conosciamo più nessuno secondo la carne, e se abbiamo conosciuto secondo la carne, Cristo, or
non lo conosciamo più così. 17 Sicchè, se uno è in Cristo, è una creatura nuova, quel ch'era vecchio
è sparito, ecco è sorto il nuovo. 18 E il tutto è da Dio che ci ha a sè riconciliati per mezzo di Cristo,
e ci affidò il ministero della riconciliazione; 19 giacchè era Dio colui che in Cristo riconciliava a sè
gli uomini, non imputando ad essi i loro mancamenti, e riponendo in noi la parola della
conciliazione. 20 Noi facciamo dunque le veci di ambasciatori di Cristo, come se Dio stesso vi
esortasse per mezzo nostro. Per Cristo vi preghiamo, riconciliatevi con Dio. 21 Colui che non
conosceva il peccato, per noi [Dio] lo ha fatto peccato affinchè noi diventassimo in lui giustizia di
Dio.
Capitolo 6
1 - Or come cooperatori [di Cristo], noi esortiamo altresì a che voi non in vano riceviate la grazia
di Dio. 2 Giacchè Egli dice: «Nel tempo favorevole t'ho esaudito e nel giorno della salvezza t'ho
recato aiuto»; ecco ora il tempo assai favorevole, eccolo il giorno della salvezza. 3 A nessuno
diamo noi ragion d'inciampo, a evitare che il ministero sia vituperato, 4 ma in ogni cosa
raccomandiamo noi stessi quali ministri di Dio con grande costanza, in mezzo alle afflizioni, alle
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necessità, alle angustie, 5 sotto i colpi, nelle prigionie, nelle sommosse, tra le fatiche e le veglie e i
digiuni; 6 vivendo in castità, con conoscenza, con longanimità, con dolcezza, nello Spirito Santo,
in amore sincero, 7 con la parola della verità e la virtù di Dio; mediante le armi della giustizia,
armi di offesa e difesa; 8 fra la gloria e l'ignominia, fra la calunnia e la lode; come seduttori eppur
veritieri; come ignoti e pur ben conosciuti; 9 come moribondi ma ecco siam vivi; come castigati,
eppur non siam messi a morte; 10 come addolorati eppur sempre lieti; come miserabili, ma facciam
ricchi molti; come gente che non ha nulla, eppur possediamo ogni cosa. Paolo esorta i Corinti a
corrispondere al suo amore. 11 La bocca nostra s'è aperta verso voi, o Corinti, e il nostro cuore
s'è allargato; 12 non ci state allo stretto in noi, bensì siete allo stretto nelle vostre viscere; 13
ebbene lo dico come a figliuoli, in compenso allargatevi anche voi! 14 Non unitevi a un giogo
sconveniente cogli infedeli; poichè che cosa ha a che fare la giustizia coll'iniquità? e che comunanza
v'è tra la luce e le tenebre? 15 Che accordo tra Cristo e Belial? che rapporto tra il fedele e
l'infedele? 16 Come mettere insieme il tempio di Dio e gli idoli? poichè noi siamo il tempio di Dio
vivente; secondochè disse Iddio: «Io abiterò e camminerò in mezzo a loro; e sarò loro Dio ed essi
saranno mio popolo»; 17 perciò «Uscite di mezzo ad essi, e separatevene» dice il Signore, e: «Non
toccate cosa impura», 18 e io v'accoglierò e sarò a voi come padre e voi a me come figli e figlie,
dice il Signore Onnipotente.
Capitolo 7
1 - Queste promesse avendo dunque, o diletti, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e
spirito, compiendo la santificazione nel timore di Dio. 2 Accoglieteci. Non abbiamo fatto ingiuria
a nessuno, non abbiamo rovinato nessuno, non abbiamo messo in mezzo nessuno. 3 Non dico
questo per condanna, ho già promesso che siete nel nostro cuore sino al vivere e morire insieme. 4
E io parlo franco con voi, e molto è il mio vanto sul conto vostro; sono ripieno di consolazione, e
son colmo di gioia pur in mezzo a tutte le tribolazioni nostre. 5 Difatti da quando noi siam venuti
in Macedonia la nostra carne non ha avuto alcun riposo, ma in tutto patimmo tribolazione; lotte di
fuori, dentro apprensioni. 6 Ma colui che consola i miseri, Iddio, consolò anche noi con l'arrivo di
Tito; 7 e non solo per esser venuto lui ma anche per la consolazione che egli ebbe presso di voi,
riferendo a noi il desiderio vostro, il vostro pianto, il vostro zelo per me; ond'io tanto più mi son
compaciuto. 8 E se anche v'ho rattristati nella lettera, non me ne pento; e se anche ne avessi avuto
pena - vedo bene, che quella lettera, (sia pur temporaneamente), vi ha rattristato - 9 ora ne godo,
non perchè avete sofferto pena voi, ma perchè la vostra pena ha servito al pentimento, la vostra pena
è stata secondo Dio, sì che in nulla avete patito danno da parte nostra, 10 perchè il dolore secondo
Dio produce un ravvedimento di cui si è soddisfatti e che conduce alla salvezza, invece il dolore del
mondo produce la morte. 11 Appunto questo aver patito dolore secondo Dio, quanta premura ha
prodotto in voi, anzi quanto desiderio di giustificarvi, quanto risentimento, quanto timore, quanto
desiderio! e che zelo e che castigo! Per ogni verso avete dimostrato d'essere innocenti in
quell'affare. 12 E se io ho scritto non è stato a motivo di chi ha commesso l'atto ingiurioso nè per
chi l'ha patito, ma perchè palese divenisse presso di voi al cospetto di Dio la nostra premura per voi.
13 Per questo avanti a Dio siamo stati consolati. E nella nostra consolazione ancor più ci siam
rallegrati per la gioia di Tito, giacchè lo spirito di lui fu da tutti voi tranquillizzato. 14 Che se alcun
poco mi son gloriato con lui di voialtri, non ebbi a vergognarmene; ma come ogni cosa avevamo
detto a voi in verità, così il nostro vanto con Tito divenne verità. 15 Ed egli ancor più
svisceratamente vi ama, ricordando l'obbedienza di tutti voi, e con che timore e tremore lo avete
accolto. 16 Son contento che in ogni cosa ho piena fiducia in voi.
Capitolo 8
Esortazione alla colletta per i poveri di Gerusalemme. - Esempio delle chiese di Macedonia. 1
- Ora vi facciamo conoscere, o fratelli, la grazia di Dio concessa alle chiese di Macedonia, 2 che
pur essendo provati molto dalle tribolazioni, abbondano d'allegrezza e la loro profonda povertà ha
prodotto le sovrabbondanti larghezze della semplicità loro. 3 E io son testimone che secondo le
loro forze, anzi al di là delle loro forze, hanno dato, e spontanei, 4 con viva istanza pregandoci di
questa grazia di esser partecipi a questo ministero in favore dei santi; 5 e non come noi ci si
aspettava, ma diedero se stessi, primamente al Signore e a noi per la volontà di Dio, 6 sicchè noi
pregammo Tito che come ha cominciato così anche conduca a termine presso di voi questa
beneficienza. 7 Ma siccome in ogni cosa abbondate, in fede, parola e scienza e in ogni diligenza e
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in amore per noi, fate di sovrabbondare anche in questa carità. 8 Non parlo per dar ordini; ma, data
la diligenza altrui, metto alla prova ciò che v'è di schietto nel vostro amore; 9 poichè voi conoscete
la grazia del Signore nostro Gesù Cristo, che per noi mendicò essendo ricco, affinchè voi per la sua
povertà diventaste ricchi. 10 In questo io dò semplicemente un consiglio, poichè questo a voi
giova, a voi che fin dall'anno passato avete cominciato non solo a fare ma anche a volere. 11 Ed ora
portate a termine anche il fare, affinchè alla prontezza del volere corrisponda anche il compimento
dell'opera secondo i vostri averi. 12 Giacchè se vi è la pronta volontà, è bene accetta secondo che
uno ha, non secondo non ha. 13 Non si tratta di dar sollievo ad altri e afflizione a voi, ma per
uguaglianza al momento presente la vostra sovrabbondanza supplisca alla loro indigenza, 14
affinchè sopravvenga una sovrabbondanza loro a compensare la vostra indigenza, e ci sia così il
pareggio, secondo sta scritto: 15 " Chi aveva raccolto molto non n'ebbe di troppo, e chi aveva
raccolto poco non n'ebbe scarsità ". 16 E grazie sian rese a Dio che lo stesso zelo per voi ha posto
nel cuore di Tito, 17 perchè accolse la preghiera, e fattosi più premuroso spontaneamente partì per
venire da voi. 18 E con lui abbiamo inviato il fratello di cui risuona la lode nel Vangelo per tutte le
chiese; 19 e anzi fu eletto dalle chiese compagno di viaggio nostro in questa buona opera
amministrata da noi per la gloria dello stesso Signore, e per dar prova della nostra pronta volontà.
20 Noi disponiamo questo per evitare che altri ci biasimi relativamente a questa abbondante
colletta che è amministrata da noi; 21 poichè noi ci preoccupiamo di quel che è bene, non solo al
cospetto di Dio, ma anche degli uomini. 22 E con loro abbiam pure mandato il fratello nostro che
in molte occasioni e tante volte abbiamo sperimentato come pieno di zelo, ed ora è molto più
zelante per la molta fiducia che ha in voi. 23 Rispetto a Tito, dunque, dico, è un mio compagno e
vostro cooperatore, e i nostri fratelli, sono apostoli delle Chiese, gloria di Cristo. 24 Date dunque in
loro al cospetto delle Chiese, prova del vostro amore, e giustificazione del perchè noi meniamo
vanto di voi.
Capitolo 9
Qualità e frutti copiosi dell'elemosina. 1 - Intorno al ministero in favore dei santi, mi è superfluo
scrivere a voi; 2 conosco la vostra prontezza d'animo, quale a rispetto vostro io vanto coi
Macedoni, dicendo che l'Acaia s'è preparata fin dall'anno scorso, e che il vostro zelo è stato di
eccitamento a tanti. 3 Ma ho inviato i fratelli, perchè il nostro vanto rispetto a voi non riesca vano
in questa parte e voi siate pronti (come ho detto); 4 non vorrei che se venissero con me dei
Macedoni e vi trovassero impreparati, non avessimo a vergognarci noi (per non dir voi), per la
fondata fiducia [in voi posta]. 5 Perciò ho creduto necessario pregare i fratelli a venir da voi prima,
e preparare la già annunziata vostra larghezza, sì che questa sia pronta come larghezza; non come
spilorceria. 6 Questo è; chi semina scarsamente, scarsamente anche mieterà, e chi semina
largamente, largamente anche mieterà. 7 Ciascuno secondo che destinò nel suo cuore, non con
rincrescimento, nè per forza, poichè ilare donatore ama il Signore. 8 E può Iddio sovrabbondare di
ogni grazia su di voi, affinchè in ogni cosa e sempre avendo tutto il sufficiente sovrabbondiate in
ogni opera di bene, 9 conforme sta scritto: " Ha profuso, ha dato ai poveri, la sua giustizia rimane
in eterno ". 10 Or colui che somministra seme al seminatore, darà anche pane da mangiare e
moltiplicherà la vostra semenza e accrescerà i frutti della vostra giustizia. 11 Così, arricchiti in
tutto, potrete esercitare la più larga beneficienza, la quale per opera vostra dà luogo a ringraziamenti
a Dio. 12 Il servizio di questa oblazione non solo è tale da soddisfare i bisogni dei santi, ma
sovrabbonda anche per molti rendimenti di grazie a Dio; 13 poichè per la prova di questa
somministrazione, glorificano Dio, a motivo della vostra soggezione al riconoscimento del Vangelo
di Cristo e della liberalità e generosità vostra verso loro e verso tutti, 14 e, colle preghiere che
fanno per voi, mostrano volervi un gran bene per la sovrabbondante grazia di Dio che è in voi. 15
Grazie sian rese a Dio per questo ineffabile suo dono.
Capitolo 10
Paolo userà la sua autorità contro i suoi avversari. 1 - Or io stesso Paolo, vi esorto per la
mansuetudine e mitezza di Cristo, io che di presenza fra voi sono così umile, e assente poi sono sì
ardito con voi, 2 vi prego di far in modo che io non debba, venendo, farmi forte di quella
franchezza della quale si crede che io sia audace, contro quelli che fan conto di noi come gente che
vive secondo la carne. 3 Giacchè pur vivendo nella carne non militiamo però secondo la carne; 4
poichè le armi della nostra milizia non sono carnali, ma potenti in Dio a distruggere anche delle
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fortezze, distruggendo noi i falsi ragionamenti 5 e ogni rocca elevata contro la conoscenza di Dio,
e facendo schiava ogni intelligenza all'obbedienza di Cristo; 6 avendo in pronto anche il punire
ogni disobbedienza quando la vostra obbedienza non sia completa. 7 Voi badate a quello che è
l'apparenza delle cose. Se uno confida in sè d'essere di Cristo, questo di nuovo entro di sè rifletta,
che com'è di Cristo lui, così anche noi. 8 Poichè se anche mi vantassi un po' di più della podestà
nostra che il Signore ci diede, a edificazione vostra, e non a rovina, non avrei da vergognarmene; 9
che non abbia a sembrare ch'io vi voglia intimidire con le lettere. 10 Le sue lettere, dice taluno,
sono gravi e forti, ma la presenza di persona è debole, e la parola non val nulla. 11 Chi dice così
rifletta, che quali siamo assenti colla parola per mezzo delle lettere, tali siamo presenti coll'opera.
12 Non abbiamo certo il coraggio di metterci nel novero o di paragonarci ad alcuno di quelli che
mettono avanti se stessi, ma misuriamo noi stessi in noi stessi, e paragoniamo noi a noi stessi; 13
noi non ci vanteremo senza misura, ma staremo alla misura di quel limite di cui Iddio ci ha fatto
parte sì da giungere fino anche a voi. 14 Poichè noi non è che ci arroghiamo troppo, come sarebbe
se non fossimo arrivati sino a voi, perchè sino a voi siam venuti nel predicare l'evangelo di Cristo;
15 non ci vantiamo fuor di luogo in fatiche altrui, e nutriamo speranza che crescendo la fede vostra
in noi, il nostro campo d'azione potrà essere ingrandito secondo il limite nostro largamente, 16 sino
a evangelizzare anche luoghi posti oltre i vostri confini, senza però invadere limiti altrui, sì da
menar vanto di cose già apparecchiate da altri. 17 E chi si vanta, nel Signore si vanti, 18 giacchè
non colui che raccomanda se stesso è approvato, ma quegli cui raccomanda il Signore.
Capitolo 11
Titoli di gloria di Paolo. 1 - Oh, se sopportaste un po' di stoltezza da parte mia! ma sì la dovete
sopportare! 2 perchè io son geloso di voi, d'una gelosia di Dio, poichè vi ho fidanzati per darvi,
vergine casta, a un uomo solo, a Cristo; 3 e temo che, come il serpente ingannò Eva, colla sua
scaltrezza, così i vostri pensieri si siano corrotti allontanandosi dalla semplicità e purezza che
conduce a Cristo. 4 Poichè se il primo venuto predica, o se riceve uno Spirito diverso quale non
avete ricevuto [da me], o se egli annunzia un altro Vangelo da quello che avete accettato, costui lo
sopportate benissimo! 5 Or io penso di non essere rimasto in nulla addietro a questi straordinari
apostoli. 6 Se sono rozzo nel parlare, non lo sono nella coscienza, e l'ho pienamente manifestato
fra voi in ogni cosa. 7 Ho io commesso una colpa, umiliando me stesso perchè voi foste inalzati, in
quanto gratuitamente vi annunziai il Vangelo di Dio? 8 Ho spogliato altre chiese ricevendone
stipendio per il servizio vostro; 9 e venuto da voi, e pur essendo in bisogno, non fui d'aggravio a
nessuno, chè ai miei bisogni provvidero i fratelli venuti dalla Macedonia; e in tutto ho fatto in modo
di non esservi di peso; e lo farò ancora. 10 Verità di Cristo è in me; questo vanto non sarà spezzato
per me nelle contrade dell'Acaia. 11 E perche? perchè non vi amo? Lo sa Iddio. 12 Quel che fo, lo
farò ancora per troncare il pretesto di quelli che vogliono un pretesto per essere trovati come siam
noi in ciò di cui si vantano. 13 Costoro sono falsi apostoli, operai ingannevoli, travestiti da apostoli
di Cristo. 14 Nè è da meravigliarsene, poichè lo stesso Satana si traveste in angelo della luce; 15
non è dunque un gran che se i suoi ministri si travestono come ministri della giustizia. Ma la loro
fine sarà conforme alle loro opere. 16 Lo ripeto, (non forse alcuno creda che io sia pazzo; e se no,
anche come pazzo accettatemi, perchè anch'io un tantino mi vanti). 17 Quel che dico in questa
fiducia di vantamento, non lo dico secondo il Signore, ma come in istoltezza. 18 Dal momento che
molti si vantano secondo la carne, anch'io mi vanterò. 19 Voi volentieri sopportate i pazzi, pur
essendo savi; 20 tollerate che uno vi renda schiavi, o vi divori o vi rubi o vi tratti superbamente, o
vi pigli a schiaffi! 21 Lo dico a nostra vergogna; noi ci siam davvero mostrati deboli! Ma dove altri
ardisce, (parlo sempre da stolto), ardisco anch'io! 22 Son essi Ebrei? anch'io; sono Israeliti?
anch'io; sono seme di Abramo? anch'io. 23 Sono ministri di Cristo? (parlo da stolto), ancor di più
io; da più nelle fatiche, da più nelle prigionie, molto più nelle battiture ricevute, e spesse volte in
rischio di morte. 24 Dai Giudei cinque volte ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; 25 tre volte fui
battuto colle verghe; una volta fui lapidato; tre volte naufragai; una notte e un giorno passai
nell'abisso. 26 In viaggi sono stato più volte, in pericoli di fiumi, in pericoli di pirati, in pericoli da
parte della mia schiatta, in pericoli da parte dei Gentili; pericoli in città, e nel deserto, e sul mare;
pericoli tra i falsi fratelli, 27 in fatiche e pene, nelle veglie tante volte, nella fame e nella sete, nei
frequenti digiuni, nel freddo e nella nudità. 28 E oltre questi mali esteriori v'è il cruccio quotidiano
che su me incombe, cioè la cura di tutte le Chiese. 29 Chi è infermo che anch'io nol sia? Chi è
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scandalizzato senza che io non arda? 30 Se c'è da vantarsi, io vanterò gli atti della mia debolezza;
31 Iddio e Padre del Signore Gesù, colui che è benedetto nei secoli, sa che io non mento. 32 A
Damasco il governatore del re Areta aveva posto guardie intorno alla città de' Damasceni per
pigliarmi, 33 e per una finestra fui calato giù in una cesta lungo il muro, e sfuggii così dalle mani di
lui.
Capitolo 12
1 - Se bisogna proprio vantarsi - non è una bella cosa - verrò alle visioni e rivelazione del Signore.
2 Conosco un uomo in Cristo che quattordici anni fa - o sia corporalmente, non lo so, o sia senza
corpo non lo so, lo sa Dio - un uomo siffatto fu rapito sino al terzo cielo. 3 E so che un tal uomo -
se nel corpo o fuori del corpo nol so, lo sa Iddio - 4 fu rapito in paradiso, e udì parole ineffabili che
non è lecito ad uomo di proferire. 5 Riguardo a siffatto uomo mi vanterò; rispetto a me stesso non
mi vanterò se non delle mie infermità. 6 Se volessi vantarmi, non sarei stolto, poichè dico il vero;
ma mi astengo, perchè nessuno faccia conto su me, oltre quello che in me vede e sente da me. 7 E
quanto all'eccellenza delle rivelazioni perchè io non abbia a insuperbirmene, mi fu dato uno stimolo
nella carne, un angelo di Satana, che mi schiaffeggi, affinchè io non mi insuperbisca. 8 Rispetto a
costui, tre volte ho pregato il Signore perchè lo allontanasse da me. 9 Ed egli mi disse: «Ti basta la
mia grazia, perchè la virtù ha il suo compimento tra le infermità». Volentieri dunque mi glorierò di
più nelle infermità, affinchè abiti presso di me la virtù di Cristo. 10 Per questo mi compiaccio nelle
infermità, nelle violenze, nelle necessità, nelle persecuzioni e nelle angustie per Cristo; perchè
quando sono in cruccio allora ho virtù. 11 Son diventato stolto; voi mi ci avete costretto. Poichè da
voi avrei io dovuto essere raccomandato; non sono stato per nulla affatto inferiore a quegli egregi
apostoli, se anche non valgo nulla. 12 I segni dell'apostolato mio sono stati operati in voi con tutta
costanza, con miracoli e prodigi e virtù. 13 Giacchè in che cosa siete stati di meno in confronto
delle altre Chiese, se non in questo che io non vi sono stato d'aggravio; oh, perdonatemi questo
torto! 14 Ecco per la terza volta ho da venire da voi, e non vi sarò d'aggravio; poichè io non cerco
le cose vostre, ma voi; non spetta ai figliuoli tesoreggiare per i genitori, ma ai genitori per i figli. 15
Ed io ben volentieri spenderò, e io stesso sarò speso tutto per le anime vostre. Se vi amo così
esuberantemente, son io amato meno? 16 E sia pure, io non vi sono stato d'aggravio. Forse da furbo
qual sono, vi ho preso coll'inganno? 17 o forse per mezzo di qualcuno di quelli che vi ho mandato
vi ho ingannati? 18 Ho pregato Tito e insieme con lui mandai quell'altro fratello; forse v'ha
ingannato Tito? non abbiam proceduto collo stesso spirito? non sulle stesse tracce? Timori,
avvertimenti e saluti. 19 Da un pezzo voi pensate che noi vogliamo difenderci con voi; ma davanti
a Dio noi parliamo in Cristo, e il tutto, o diletti, è per la vostra edificazione. 20 Poichè temo,
venendo, di non trovarvi quali io voglio, e d'essere io trovato da voi quale non mi vorreste; che vi
sia tra voi contesa, gelosia, animosità, rivalità, maldicenze, insinuazioni, superbie, sedizioni. 21 E
temo che venendo io, il mio Dio mi umilii di nuovo rispetto a voi, e io abbia a piangere molti di
quelli che prima hanno peccato e non si son pentiti dell'impurità e fornicazione e della dissolutezza
in cui sono vissuti.
Capitolo 13
1 - Ecco dunque per la terza volta vengo da voi; «Ogni parola sarà posta sulla bocca di due o tre
testimoni». 2 L'ho detto prima e lo ripeto, come quand'ero presente la seconda volta così ora
essendo assente, e dichiaro a quelli che hanno mancato prima e a tutti gli altri, che al mio ritorno
non li risparmierò. 3 Cercate forse la prova che Cristo parla in me, quel Cristo che non è debole
rispetto a voi, ma anzi è in voi potente? 4 Fu crocifisso sì per debolezza, ma vive per la potenza di
Dio. Anche noi siamo deboli in lui, ma vivremo con lui per la virtù di Dio su voi. 5 Mettete alla
prova voi stessi se siete nella fede; fate l'esame di voi; o non riconoscete da voi stessi che Gesù
Cristo è in voi? a meno che siate proprio da riprovare. 6 Ma spero riconoscerete che noi non siamo
riprovevoli. 7 E preghiamo Dio che voi non facciate alcun male, non per apparir noi approvabili,
ma perchè voi facciate il bene anche se noi siamo riprovati. 8 Nulla possiamo contro la verità, ma
sì a pro della verità. 9 E ci rallegriamo di esser deboli se voi siete forti; e questo chiediamo
pregando, la vostra perfezione. 10 Perciò scrivo queste cose assente, perchè venendo, non abbia ad
agire duramente secondo la facoltà che mi concedette il Signore, a edificazione non a distruzione.
11 Del resto, o fratelli, siate allegri, fatevi perfetti, consolatevi, siate d'accordo nelle idee, vivete in
pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi. 12 Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio.
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Vi salutano tutti i Santi. 13 La grazia del Signore Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione del
Santo Spirito sia con tutti voi.
LETTERA AI GALATI Anno 56 d.C. (stima). Durante il 3º viaggio apostolico.
Capitolo 1
Preambolo e Saluto. 1 - Paolo [fatto] apostolo non dagli uomini nè per mezzo d'uomo, ma da
Gesù Cristo e da Dio Padre che lo risuscitò da morte, 2 e tutti i fratelli che son con me alle Chiese
della Galazia; 3 grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo, 4 che diede se
stesso per i nostri peccati, allo scopo di sottrarci all'età presente malvagia, secondo il volere di Dio
Padre nostro, 5 a cui sia gloria per i secoli dei secoli. Amen. Paolo fa l'apologia del suo
apostolato e della sua dottrina. 6 Mi meraviglio che così presto voi passiate, da quel Vangelo che
v'ha chiamato nella grazia di Cristo ad uno diverso. 7 Ma non esiste un altro Vangelo; soltanto vi
sono alcuni che vi disturbano, e vorrebbero sovvertire il Vangelo di Cristo. 8 Ma anche se noi
stessi o un angelo del Cielo venisse ad annunziarvi [un Vangelo] diverso da quello che vi abbiamo
annunziato noi, sia egli anàtema. 9 Già l'abbiamo detto e lo ripeto ora: se qualcuno evangelizza
contro l'annunzio che avete ricevuto, sia anàtema. 10 Poichè ora ho io a conciliarmi gli uomini o
Dio? cerco forse di piacere agli uomini? se ancora cercassi piacere agli uomini, non sarei servo di
Cristo. 11 Dovete sapere, o fratelli, che il Vangelo da me predicato non è secondo l'uomo, 12 e di
fatto non l'ho mica ricevuto da un uomo, nè io ne fui ammaestrato, ma l'ho avuto per rivelazione di
Gesù Cristo. 13 Avete certo sentito parlare di come mi comportavo nel giudaismo; perseguitavo
accanitamente la Chiesa di Dio e la devastavo; 14 e progredivo nel giudaismo molto più di varii
coetanei della mia stirpe, essendo gran zelatore delle tradizioni avite. 15 Ma quando Colui che mi
aveva messo da parte fin dal seno di mia madre e mi chiamò colla sua grazia, 16 credette di rivelare
in me il suo Figlio, affinchè lo annunziassi alle genti, immediatamente, senza consultare nè carne nè
sangue, 17 e senza neppure salire a Gerusalemme a vedere quelli che prima di me erano apostoli,
me ne andai in Arabia e poi di nuovo tornai a Damasco. 18 Appresso, dopo tre anni, venni a
Gerusalemme per conoscere Pietro, e rimasi da lui quindici giorni. 19 e non vidi altri degli apostoli,
se non Giacomo il fratello del Signore. 20 Per ciò che scrivo qui, ecco dichiaro davanti a Dio ch'io
non mento. 21 Appresso venni nelle terre della Siria e della Cilicia; 22 ma di persona ero
sconosciuto alle chiese della Giudea, quelle in Cristo, 23 solo avevano sentito dire che «chi una
volta ci perseguitava, ora annunzia la fede che prima voleva distruggere», 24 e rendevano per me
gloria a Dio.
Capitolo 2
Il concilio di Gerusalemme. 1 - Appresso, dopo quattordici anni, salii di nuovo a Gerusalemme
con Barnaba, preso con me anche Tito. 2 Vi andai in seguito a rivelazione, ed esposi loro il
Vangelo quale lo predico ai Gentili, ciò privatamente a quelli che erano più reputati, nel pensiero
che io corressi forse o fossi corso invano. 3 Ma neanche Tito che era con me, essendo Gentile, fu
obbligato a circoncidersi; 4 ciò per via di quegli intrusi falsi fratelli che si ficcaron dentro a
insidiare la libertà che noi abbiamo in Cristo Gesù, per ridurci in servitù, 5 ma a costoro neanche
per il momento volemmo assoggettarci a cedere affinchè la verità del Vangelo rimanesse integra
rispetto a voi. 6 E da quelli che sembrano essere qualcosa (quali erano una volta, non vuol dir nulla
per me: Dio non ha riguardo a persone), questi che sembrano qualcosa non aggiunsero nulla [a quel
che io esposi], 7 ma al contrario vedendo che a me fu affidata l'evangelizzazione degl'incirconcisi,
così come Pietro ne aveva l'incarico pei circoncisi, 8 (giacchè chi aveva dato energia a Pietro per
l'apostolato della circoncisione diè potere anche a me per le genti), 9 e conosciuta la grazia a me
concessa, Giacomo e Cefa e Giovanni, quelli che sono riputati le colonne, porsero a me e a Barnaba
le destre a segno di unione e società fra noi, affinchè noi andassimo alle genti, e loro alla
circoncisione; 10 e ci ricordassimo solo dei poveri, ciò appunto che io mi son dato premura di fare.
Il contrasto di Antiochia. 11 Quando poi venne Cefa in Antiochia, gli resistei in faccia perchè
aveva torto. 12 Difatti prima che venissero alcune persone da parte di Giacomo, mangiava coi
Gentili, venute quelle si ritirò e se ne stette in disparte per paura di quei che provenivano dalla
circoncisione. 13 E a tale simulazione di lui consentirono anche gli altri Giudei, sì che anche
Barnaba fu trascinato da loro a quella simulazione. 14 Or quando io vidi che non camminavano
rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa alla presenza di tutti: «Se tu che sei Giudei
vivi da Gentile, non da Giudeo, perchè costringi i Gentili a far come i Giudei?». 15 Noi di nascita
29
siamo Giudei, e non peccatori provenienti dai Gentili, 16 ma sapendo che non è giustificato un
uomo dalle opere della Legge, bensì solo per la fede di Gesù Cristo, anche noi abbiamo creduto in
Cristo Gesù per essere giustificati in forza della fede in Cristo, e non già in forza della Legge, per la
ragione che dalle opere della Legge nessuna persona sarà giustificata. 17 Se poi procurando d'esser
giustificati in Cristo, fossimo trovati anche noi peccatori, si avrebbe a dire dunque che Cristo sia
ministro di peccato? Certo che no. 18 Poichè se le cose che ho distrutto di nuovo le edifico, mi fo
da me prevaricatore. 19 Ma io per la Legge sono morto alla Legge, per vivere a Dio. Sono stato
crocifisso con Cristo; 20 e vivo non più io, ma vive in me Cristo; e quel che vivo nella carne, vivo
nella fede che ho nel Figliuol di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me. 21 Io non vo'
render vana la grazia di Dio, perchè se la giustizia si avesse già per la Legge, allora Cristo sarebbe
morto invano.
Capitolo 3
Esperienza dei Galati. Esempio di Abramo. 1 - O Galati insensati, chi vi ha affascinati da non
più aderire alla verità, mentre pur fu vivamente dipinto agli occhi vostri Gesù Cristo per voi
crocifisso? 2 Questo solo voglio saper da voi: «Lo Spirito l'avete ricevuto dalle opere della Legge
o dall'adesione alla fede?». 3 Siete così stolti che avendo cominciato collo Spirito, credete ora di
conseguire la perfezione colla carne? 4 Tante sofferenze le avete avute invano? Se pure anche
invano. 5 Chi dunque vi dà lo Spirito, e opera tra voi de' miracoli, lo fa egli in seguito alle opere
della Legge o in seguito all'adesione alla fede? 6 Come sta scritto: "Abramo credette a Dio, e ciò
gli fu ascritto a giustizia". 7 Riconoscete dunque che quelli che provengono dalla fede, questi sono
i figli di Abramo. 8 E la Scrittura prevedendo che Dio giustificherebbe i Gentili dalla fede,
preannunziò ad Abramo: "In te tutte le Genti saranno benedette". 9 Sicchè dunque i provenienti
dalla fede sono benedetti col credente Abramo. 10 Poichè tutti quelli che provengono dalle opere
della Legge sono sotto una maledizione giacchè sta scritto: "Maledetto chiunque non rimane fedele
a tutte le disposizioni scritte nel libro della legge per adempierle" 11 E che nella Legge nessuno sia
giustificato presso Dio è manifesto, perchè il giusto vive della fede. 12 La Legge invece non viene
dalla fede, ma chi avrà fatto ciò che la legge prescrive, avrà vita in quello. 13 Or Cristo ci ha
riscattati dalla maledizione della Legge diventando lui maledizione per noi, poichè è scritto:
"Maledetto chiunque pende dal legno"; 14 e ciò perchè la benedizione di Abramo scendesse sulle
Genti in Gesù Cristo, affinchè noi ricevessimo la promessa dello Spirito per mezzo della fede. La
natura della promessa e la natura della Legge. 15 O fratelli, (io parlo secondo l'uomo). Una
volta stabilito un patto pur tra uomini, nessuno lo annulla o gli fa delle aggiunte. 16 Ora ad Abramo
furono annunziate delle promesse, a lui e al suo seme; non dice: «A' suoi discendenti» come fossero
molti, ma uno solo: «Al tuo seme», e questi è Cristo. 17 Ora io dico questo: Un patto stabilito da
Dio, una legge di quattrocentotrent'anni dopo non lo può mica annullare, sì da rendere vana la
promessa. 18 Se l'eredità fosse dalla Legge, non sarebbe più dalle promesse; ma ad Abramo l'ha
data Dio in virtù della promessa. Fine della Legge nei disegni di Dio. 19 Che cos'è dunque la
Legge? in vista delle trasgressioni essa fu posta, fino a che venisse il seme a cui fu fatta la
promessa; la Legge veniva promulgata per mezzo d'angeli in mano d'un mediatore; 20 or non v'è
un mediatore se si tratta di un solo; e Dio è unico.21 La Legge si dirà dunque essere contraria alle
promesse di Dio? non sia mai. Se fosse stata data una legge che avesse la podestà di vivificare,
allora sì dalla Legge verrebbe la giustizia. 22 Ma la Scrittura ha invece richiuso ogni cosa sotto il
peccato, affinchè fosse concessa ai credenti la promessa congiunta con la fede in Gesù Cristo. 23
Prima che venisse la fede eravate custoditi rinchiusi sotto la Legge, in attesa che fosse rivelata la
fede che doveva venire. 24 Sicchè la Legge è stata il nostro pedagogo a Cristo, affinchè per via
della fede fossimo giustificati; 25 venuta quella, non siamo più sotto il pedagogo. 26 Difatti siete
tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù; 27 quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti
di Cristo. 28 Non vi è più Giudeo nè Greco, non vi è schiavo nè libero, non maschio o femmina,
ma tutti voi siete uno solo in Cristo Gesù. 29 E se voi siete in Cristo, siete seme di Abramo, eredi
secondo la promessa.
Capitolo 4
1 - Or io dico: per tutto il tempo che un erede è fanciullo, non differisce punto da un servo, pur
essendo padrone di tutto, 2 e sta sotto tutori e amministratori fino al tempo prestabilito dal padre. 3
Così anche noi, quando eravamo fanciulli, eravamo schiavi sotto gli elementi del mondo, 4 ma
30
quando venne la pienezza dei tempi, Dio mandò suo figlio, nato di donna, nato sotto la Legge, 5
per riscattare quelli che erano sotto la Legge, e far che noi ricevessimo l'adozione dei figli. 6 E
perchè siete figli, mandò Iddio lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori, il quale grida: «Abba»
(«Padre»). 7 Sicchè tu non sei più servo ma figlio, e, se figlio, anche erede per opera di Dio. 8
Allora non conoscendo Dio, eravate servi di tali che per loro natura non sono dèi, 9 invece ora,
conoscendo Dio, e meglio ancora, riconosciuti da Dio, come mai vi rivolgete di nuovo ai deboli e
poveri elementi, ai quali volete daccapo farvi schiavi? 10 Voi osservate i giorni e i mesi e le
ricorrenze e gli anni; 11 in verità temo di voi, che invano io abbia tra voi faticato. Esortazioni di
Paolo ed effusioni di cuore. 12 Siate come me, o fratelli, ve ne prego, che anch'io son come voi.
Voi non mi avete mai fatto alcun torto; 13 sapete bene come la prima volta vi evangelizzai pur con
un'infermità della carne; e questa prova a cui la mia carne vi sottoponeva, 14 voi nè la dispregiaste
nè n'avete mostrato disgusto, ma mi avete accolto come un angelo di Dio, come Cristo Gesù. 15
Dove dunque se n'è ito quel vostro apprezzamento di felicità? poichè io vi rendo questa
testimonianza, che se fosse stato possibile, vi sareste cavati gli occhi per darmeli. 16 Sicchè, sono
io diventato vostro nemico dicendovi la verità? 17 costoro vi mostrano zelo ma non onestamente,
anzi vi voglion chiuder fuori perchè voi volgiate le vostre premure a loro. 18 Ora è bello essere
oggetto di premure nel bene, sempre, e non solo quando io son tra voi presente, 19 o figliuoli miei,
che io di nuovo partorisco, fino a tanto che sia formato Cristo in voi; 20 oh, come vorrei esser tra
voi ora, e cambiar tono, perchè son tanto perplesso a riguardo vostro. Inutilità della Legge
dimostrata con l'allegoria di Agar e di Sara. 21 Ditemi voi che volete esser sotto la Legge, non
l'avete letta la Legge? 22 Poichè sta scritto che Abramo ebbe due figli, uno dalla schiava e uno
dalla libera. 23 Ma quello che ebbe dalla schiava, nacque secondo la carne, quello che ebbe dalla
libera fu secondo la promessa. 24 Le quali cose sono state dette per allegoria; perchè coteste donne
figurano due patti d'alleanza; l'uno dal Monte Sinai, che porta alla schiavitù, e questo è Agar, 25 e
Agar è appunto il monte Sinai nell'Arabia; e corrisponde alla Gerusalemme d'ora, che è serva co'
suoi figliuoli. 26 Invece la Gerusalemme di lassù è libera, e quella è la nostra madre, 27 poichè sta
scritto: "Rallegrati, o sterile, che non partorisci; prorompi in grida di gioia, o tu che non hai provato
le doglie del parto, poichè molti più saranno i figli della donna abbandonata che di quella che aveva
marito" 28 Ora noi, o fratelli, siamo figliuoli secondo la promessa che riguardava Isacco. 29 Ma
come allora il figlio secondo la carne perseguitò quello secondo lo spirito, 30 così anche ora. Ma la
Scrittura che dice? "Caccia la schiava e il figlio di lei, poichè non avrà l'eredità il figlio della
schiava insieme col figlio della libera". 31 Pertanto, o fratelli, noi non siamo figli della schiava, ma
della libera.
Capitolo 5
Inutilità della circoncisione. 1 - A tal libertà Cristo dunque ci ha liberati; voi state saldi e non
lasciatevi impigliare di nuovo nel giogo di servitù. 2 Vedete, son io Paolo che ve lo dico: se vi fate
circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla. 3 Ma a chiunque è circonciso di nuovo dichiaro che
egli è in dovere di osservare tutta la Legge. 4 Siete stati abbandonati dal Cristo voi che volete esser
giustificati nella Legge; siete decaduti dalla grazia; 5 noi, con lo spirito dalla fede riceviamo
speranza di giustizia. 6 In Cristo Gesù non ha valore l'essere circonciso o incirconciso, ma vale la
fede operante per mezzo dell'amore. 7 Voi correvate così bene, chi vi ha urtato per via da non
aderire più alla verità? 8 questa persuasione vostra non viene da Colui che vi chiama. 9 Un po' di
fermento fa fermentare tutta la pasta. 10 Io per voi ho fiducia nel Signore che non sentirete
diversamente; ma chi vi conturba porterà la condanna, chiunque egli sia. 11 Quanto a me, o fratelli,
se ancora prèdico la circoncisione, perchè sono ancora perseguitato? sarebbe pur così eliminato lo
scandalo della croce! 12 Oh, dovrebbero addirittura farsi evirare costoro che portan tra voi tale
scompiglio! Libertà cristiana. 13 Ma voi sarete stati chiamati a libertà, o fratelli; solo non dovete
usar la libertà come occasione alla carne, ma dovete per amore dello Spirito servire gli uni gli altri.
14 Poichè tutta la Legge ha la sua pienezza in quelle parole: "Amerai il tuo prossimo come te
stesso". 15 Se vi mordete o vi divorate gli uni gli altri, badate che non vi distruggiate a vicenda. 16
Io dico invece: Conducetevi secondo lo spirito, e non soddisfate ai desiderii della carne. 17 La
carne ha desiderii contrari allo spirito e lo spirito li ha contrari alla carne; son cose opposte fra loro,
sì che voi non dovete fare tutto quel che vorreste. 18 E se vi lasciate condurre dallo Spirito, non
siete più sotto la Legge. 19 Or le opere della carne è chiaro quali sono: fornicazione, impurità,
31
dissolutezza, lussuria, 20 idolatria, venefizi, inimicizie, discordie, gelosie, risentimenti, contese,
divisioni, sètte, 21 invidie, omicidii, ubriachezza e gozzoviglie, e cose simili; io vi prevengo, come
ho già detto prima, che quelli che fanno codeste cose non avranno in eredità il regno di Dio. 22
Invece frutto dello Spirito è l'amore, la gioia, la pace, la pazienza, 23 la benignità, la bontà, la
longanimità, la mitezza, la fede, la moderazione, la continenza, la castità. Contro siffatte cose non
c'è Legge. 24 I seguaci di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue
concupiscenze. 25 Se viviamo collo spirito procediamo anche collo spirito; 26 non siamo
vanagloriosi, provocatori gli uni degli altri, e invidiosi gli uni degli altri.
Capitolo 6
Consigli diversi. 1 - O fratelli, se anche una persona fosse còlta in fallo, voi gli spirituali,
correggete questo tale con spirito di mitezza, badando tu a te stesso, che alle volte non cada anche tu
in tentazione. 2 Portate i pesi gli uni degli altri così adempirete la legge di Cristo. 3 Poichè se uno
crede di essere qualcosa mentre non è nulla, illude se stesso; 4 ma ciascuno esamini l'opera
propria, e allora avrà vanto solo riguardo a se stesso non rispetto ad altri; 5 poichè ciascuno porterà
il suo peso. 6 E chi viene istruito nella parola divina faccia parte di tutti i suoi beni a chi lo
istruisce. 7 Non illudetevi: Dio non si lascia deridere. 8 Ciò che uno avrà seminato, quello
mieterà: chè chi semina nella sua carne, dalla carne mieterà corruzione, chi semina nello spirito,
dallo spirito mieterà vita eterna. 9 E non stanchiamoci nel fare il bene; perchè a tempo giusto
mieteremo se non ci rilasciamo. 10 Adunque, come l'occasione si presenta facciamo del bene a
tutti, massime ai compagni di fede. Conclusione. 11 Vedete con che grosso carattere vi ho scritto
qui di mia mano! 12 Tutti quei che vogliono figurar bene nella carne, vi costringono a
circoncidervi, solo per non esser perseguitati per la croce di Cristo. 13 Poichè neanche essi
circoncisi osservano la Legge; ma vogliono che voi vi facciate circoncidere per menar vanto nella
vostra carne. 14 Quanto a me sia lungi il gloriarmi d'altro che della croce del Signor nostro Gesù
Cristo, per la quale il mondo è stato per me crocifisso, e io pel mondo. 15 Nè la circoncisione ha
valore, nè l'essere incirconciso; ma l'essere una creatura nuova. 16 Quanti seguiranno questa
norma, pace su loro e misericordia, e pace sull'Israele di Dio. 17 D'or innanzi nessuno m'inquieti,
perchè io porto nel mio corpo le stimmate di Gesù. 18 La grazia del Signor nostro Gesù Cristo
collo spirito vostro, o fratelli! Amen.
LETTERA AGLI EFESINI Fine anno 63 d.C. Durante la prima prigionia in Roma.
Capitolo 1
Intestazione. 1 - Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, ai Santi che sono in Efeso e ai
fedeli in Gesù Cristo; 2 grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. Il
mistero concepito da tutta l'eternità. 3 Benedetto Iddio e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il
quale ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale, celeste, in Cristo, 4 in quanto ci ha eletti in
Lui, prima della fondazione del mondo, a esser santi e irreprensibili nel suo cospetto, per amore 5
avendoci predestinati a esser figli suoi adottivi per mezzo di Gesù Cristo, secondo la benignità del
suo volere, 6 sì che ciò torni a lode della gloriosa manifestazione della grazia sua, di cui ci fece
dono nel suo diletto Figliuolo. 7 In Lui noi abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue, la
remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia, 8 di cui fu largo a noi in ogni
sapienza e prudenza, 9 facendoci conoscere il mistero della sua volontà secondo la benignità sua,
volontà che Egli aveva in sè prestabilita, 10 per tradurla in atto nella pienezza dei tempi; e [il
mistero consiste in questo]: cioè nell'instaurare tutte le cose in Cristo, sia le cose celesti sia le
terrestri. In Cristo 11 nel quale siamo anche stati fatti eredi noi, predestinati a ciò secondo il
proposito di Chi tutto agisce secondo il consiglio della propria volontà, 12 sì che noi riusciamo a
lode della sua gloria; noi che fin da prima abbiamo sperato in Cristo; 13 nel quale anche voi, udita
la parola della verità, (la buona novella della salvezza nostra), avete riposto fede, e avete ricevuto
l'impronta dello Spirito Santo della promessa, 14 il quale è caparra della nostra eredità per la
redenzione delle genti che egli fece sue a lode della sua gloria. Il mistero attuato nella Chiesa. 15
Per questo ancor io, sentendo la fede vostra nel Signore Gesù e l'amore che portate a tutti i santi, 16
non cesso dal ringraziare per voi, facendo di voi menzione nelle mie preghiere, 17 affinchè il Dio
del Signor nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia Spirito di sapienza e di rivelazione, nella
piena conoscenza di lui, 18 e siano illuminati gli occhi del vostro cuore, affinchè sappiate qual è la
speranza a che v'ha chiamati, quanto sia ricca la gloria della sua eredità fra i santi, 19 e quanto
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immensamente grande la sua potenza su di noi credenti; per l'efficacia della sua potente forza; 20 la
quale egli esercitò in Cristo, risuscitandolo dai morti, e facendolo sedere alla sua destra nei cieli, 21
al di sopra d'ogni Principato e Podestà, Virtù e Dominazione e al di sopra di ogni titolo che si possa
dare non solo nell'età presente ma anche nella futura. 22 E tutto pose sotto i suoi piedi, e Lui
Capitolo 2
1 - E voi pure ha fatto rivivere, che eravate morti per i vostri falli e i vostri peccati, 2 nei quali
una volta vi siete abbandonati secondo l'andazzo di questo mondo, secondo il principe delle podestà
dell'aria, quello spirito che ora agisce tra i figli della incredulità. 3 Tra questi ci siamo aggirati
anche noi tutti, nelle cupidigie della nostra carne, seguendo i capricci della carne e del pensiero, ed
eravamo per natura figli d'ira come gli altri. 4 E Iddio, ricco di misericordia, per il grande amore
che ci portava 5 pur essendo noi morti per le nostre colpe, ci richiamò a vita in Cristo (per sua
grazia siete stati salvati), 6 in Cristo Gesù ci ha risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, 7 affinchè
nelle età avvenire fosse fatta palese l'immensa ricchezza della sua grazia, nella benignità verso noi
in Cristo Gesù. 8 Sì, per grazia siete stati salvati mediante la fede; e ciò non è da voi ma è dono di
Dio; 9 non dalle opere vostre, che nessuno abbia a gloriarsene. 10 Noi siamo fattura di lui, creati
in Cristo Gesù per opere buone, a cui ci preparò Iddio perchè le praticassimo. 11 Perciò ricordatevi
che un tempo voi, pagani nella carne, voi detti gli incirconcisi da quelli che, circoncisi per
operazione chirurgica nella carne, si chiamavan così, 12 eravate in quel tempo all'infuori di Cristo,
esclusi dalla cittadinanza d'Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio
nel mondo. 13 Ora invece in Cristo Gesù, voi che eravate lontani, siete diventati vicini nel sangue
di Cristo. 14 Giacchè egli è la nostra pace; egli delle due cose ne ha fatta una sola, togliendo di
mezzo il muro che li separava, cioè l'inimicizia, e nella sua carne 15 annullò co' suoi precetti la
Legge delle prescrizioni [giudaiche], al fine di ridurre in se stesso, artefice di pace, i due in unico
uomo nuovo, 16 e riconciliarli entrambi in un corpo unico a Dio per mezzo della croce, uccidendo
in sè ogni inimicizia. 17 E venne a recare il buon annunzio di pace a voi che eravate lungi, e pace a
questi che eran vicini; 18 e per lui noi abbiamo accesso entrambi in unico Spirito al Padre. 19
Perciò dunque non siete più ospiti e forestieri, ma siete concittadini dei santi e della famiglia di Dio;
20 edifizio eretto sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendone pietra angolare lo stesso
Cristo Gesù; 21 su cui tutto l'edificio ben costruito s'inalza a tempio santo nel Signore; 22 e voi
pure siete parte di quest'edificio, che ha da essere abitacolo di Dio nello Spirito. in Roma.
Capitolo 3
Rivelazione del mistero. 1 - In grazia di questo io Paolo, il prigioniero di Cristo Gesù per voi
Gentili..., 2 poichè avete udito certo il compito che la grazia di Dio a me data mi ha affidato
rispetto a voi, 3 e come per rivelazione fu da me conosciuto il mistero, come ho prima scritto in
breve, 4 per cui potete, leggendo, capire l'intelligenza che ho nel mistero del Cristo, 5 il quale
nelle altre età non fu conosciuto dai figli degli uomini, così com'ora è stato rivelato ai santi apostoli
di lui e profeti nello Spirito, 6 e ciò è a dire che i Gentili sono coeredi e da formare unico corpo e
compartecipi della promessa di Cristo Gesù mediante il Vangelo. 7 del quale io son diventato
ministro, per dono della grazia di Dio, a me concessa per l'efficacia della sua virtù. 8 A me che
sono meno che l'infimo di tutti i santi fu data questa grazia di recare ai Gentili la buona novella
della imperscrutabile ricchezza di Cristo, 9 e mettere a tutti in luce, qual sia la traduzione in atto
dell'arcano nascosto da secoli in Dio creatore di ogni cosa, 10 affinchè ora fosse nota ai Principati e
alle Podestà dei cieli, per mezzo della Chiesa, la infinitamente varia sapienza di Dio, 11 secondo la
determinazione eterna, che Egli ne fece in Cristo Gesù Signor nostro, 12 in cui abbiamo libero
accesso a Dio, con piena fiducia mediante la fede in lui. 13 Per questo io vi chiedo di non perdervi
d'animo nelle afflizioni che ho per voi, le quali sono la vostra gloria. 14 In vista di ciò io piego le
ginocchia davanti al Padre del Signor nostro Gesù Cristo, 15 da cui ogni famiglia e nei cieli e sulla
terra prende nome, 16 affinchè dia a voi, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere per mezzo
dello Spirito di lui fortemente corroborati nell'uomo interiore, 17 e faccia sì che Cristo dimori nei
vostri cuori per mezzo della fede, e voi radicati e fortificati in amore, 18 siate resi capaci di
comprendere con tutti i santi, qual sia la larghezza e la lunghezza e l'altezza e la profondità, 19 e
intendere quest'amore di Cristo che sorpassa ogni scienza, affinchè siate ripieni di tutta la pienezza
di Dio. 20 E a lui che può far tutto, ben al di là di quel che noi domandiamo, o pensiamo, secondo
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la virtù che opera in noi, 21 a lui, sia la gloria nella Chiesa, e in Cristo Gesù per tutte le
generazioni, nei secoli dei secoli. Amen.
Capitolo 4
Virtù principali della vita cristiana. 1 - Io dunque vi esorto, io il carcerato nel Signore di
condurvi in modo degno della chiamata che avete ricevuto, 2 con tutta umiltà e mansuetudine e
con longanimità, tollerandovi a vicenda con amore, 3 sforzandovi di conservare l'unità dello spirito
nel vincolo della pace; 4 un corpo solo, un solo spirito, come in unica speranza siete stati chiamati;
5 uno è il Signore, una la fede, uno il battesimo; 6 un Iddio e padre di tutti, colui che è sopra a
tutti e per tutti in tutti.7 A ciascuno poi di noi fu data la grazia secondo la misura del dono di
Cristo. 8 Per questo dice: «Salito in alto s'impadronì di molti prigionieri, e diede doni agli
uomini». 9 E l'esser salito che vuol dire, se non che era disceso nelle parti inferiori della terra? 10
Quegli che è disceso è lo stesso che è salito al di sopra dei cieli tutti, per portare a compimento ogni
cosa. 11 Ed egli diede gli uni apostoli, gli altri profeti, gli altri evangelisti, gli altri pastori e maestri,
12 per il perfezionamento dei santi, in vista dell'opera del ministero, che è l'edificazione del corpo
di Cristo, 13 fino a tanto che ci riuniamo tutti nell'unità della fede e nel riconoscimento del Figlio
di Dio, giungendo alla maturità di uomo fatto, alla misura di età della pienezza di Cristo; 14
affinchè non siamo più dei bambini, sballottati e portati via da ogni vento di dottrina per gl'inganni
degli uomini e la malizia loro a render seducente l'errore; 15 ma seguendo il vero con amore
progrediamo in tutto verso di lui che è il capo, Cristo, 16 dal quale tutto il corpo ben composto e
connesso per l'utile concatenazione delle articolazioni, efficacemente, nella misura di ciascuna delle
sue parti, compie il suo sviluppo per l'edificazione di se stesso nell'amore. 17 Questo dunque dico
io, e vi scongiuro nel Signore, di non vivere più come vivono i Gentili nella vanità della mente loro,
18 che ottenebrati nell'intelligenza, sono fatti estranei alla vita di Dio, per la ignoranza che è in loro
per via dell'indurimento del loro cuore; 19 essi, perduto ogni sentimento si son dati alla
dissolutezza sì da operare ogni impurità nella loro cupidigia di possesso. 20 Ma voi non così avete
imparato Cristo, 21 se pur gli avete dato retta e siete stati in lui ammaestrati, confermemente alla
verità che è in Gesù, 22 a deporre, rispetto alla vostra vita di prima, il vecchio uomo corrompentesi
per le passioni ingannatrici, 23 e rinnovarvi nello spirito della vostra mente, 24 e rivestire l'uomo
nuovo quello creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. Avvertimenti generali ai
cristiani. 25 Perciò rigettando ogni menzogna, dite la verità ciascuno al prossimo suo perchè siamo
membri gli uni degli altri; 26 nell'ira non peccate e il sole non tramonti sul vostro sdegno, 27 nè
date luogo al diavolo. 28 Chi rubava non rubi più, piuttosto s'affatichi lavorando colle proprie mani
qualcosa di buono, affinchè abbia di che far parte a chi ha bisogno. 29 Ogni cattivo discorso non
esca più dalla bocca vostra; se mai, qualche discorso buono che serva a edificazione, dato il
bisogno, questo sì, affinchè dia grazia a chi l'ascolta. 30 E non contristate lo Spirito Santo di Dio,
nel quale avete ricevuto l'impronta per il giorno del riscatto. 31 Ogni acrimonia e animosità e ira e
clamore e maldicenza sia sbandita da voi insieme con ogni malizia. 32 Siate benigni gli uni verso
gli altri, misericordiosi, donandovi a vicenda così come Dio in Cristo donò a noi.
Capitolo 5
1 - Fatevi dunque imitatori di Dio, come figli bene amati, 2 e vivete amandovi come anche
Cristo amò noi, e diede se stesso per noi, oblazione e sacrificio a Dio, profumo di soave odore. 3
Fornicazione poi e qualsiasi impudicizia o avidità di possedere, non si nominino neppure tra voi,
come conviene ai santi, 4 e così non disoneste parole, o buffonerie, o scurrilità che non
convengono, ma piuttosto azioni di grazie. 5 Poichè questo dovete tenere a mente, che ogni
adultero o impudico o avaro, che vuol dire idolatra, non ha eredità nel regno di Cristo e di Dio. 6
Niuno v'inganni con vuoti discorsi, poichè per tali cose viene l'ira di Dio sui figli ribelli. 7 Non
fatevi dunque consoci di costoro, 8 poichè una volta eravate tenebre ma ora siete luce nel Signore;
e come figli della luce dovete vivere, 9 giacchè il frutto della luce è in ogni bontà e giustizia e
verità, 10 esaminando quel che è accetto al Signore; 11 e non prendete parte alle opere infeconde
delle tenebre, ma anzi riprendetele, 12 perchè quel che si fa in segreto, è turpe anche il dirlo, 13 e
le cose condannate son tutte messe in chiaro dalla luce, poichè tutto quello che è manifestato è luce.
14 Onde dice: «Risvegliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti» e Cristo ti darà luce. 15 Perciò state
bene attenti a come vi portate; non da insipienti, 16 ma da saggi; valendovi del tempo opportuno,
perchè i giorni son cattivi. 17 Perciò non siate imprudenti, ma cercate di capire qual è la volontà di
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Dio. 18 Nè inebriatevi di vino, nel che vi è la dissolutezza, ma siate ripieni dello Spirito Santo, 19
trattenendovi con salmi, inni, e canti spirituali, cantando e salmodiando di cuore al Signore, 20
rendendo sempre grazie per tutto, nel nome del Signor nostro Gesù Cristo, a Dio Padre, 21
sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Doveri della famiglia cristiana. 22 Le donne
siano soggette ai loro mariti, come al Signore, 23 perchè l'uomo è capo della donna come anche
Cristo è capo della Chiesa, egli il salvatore del corpo di lei; 24 or come la Chiesa sta soggetta a
Cristo, così anche le donne ai mariti, in tutto. 25 E voi, o mariti, amate le vostre mogli, così come
Cristo amò la Chiesa e diè se stesso per lei 26 nel fine di santificarla, purificandola col lavacro
dell'acqua mediante la parola di vita, 27 per far comparire egli stesso davanti a sè gloriosa la
Chiesa, affinchè sia senza macchia, senza ruga o altra cosa siffatta, ma anzi santa e immacolata. 28
Così anche i mariti devono amare le loro mogli come i propri corpi; chi ama sua moglie ama se
stesso; 29 giacchè nessuno ha odiato mai la sua carne, ma la nutre e la circonda di cure come Cristo
fa alla Chiesa, 30 giacchè noi siamo membra del corpo di lui; 31 per questo abbandonerà l'uomo
suo padre e sua madre e s'unirà strettamente colla moglie sua e saranno due in una carne sola. 32
Grande è questo sacramento; - io dico a riguardo di Cristo e della Chiesa. - 33 Così dunque ciascun
di voi ami la propria moglie così come se stesso, e la donna rispetti l'uomo.
Capitolo 6
1 - O figliuoli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perchè questo è giusto. 2 Onora tuo padre e
tua madre, ecco il primo comandamento nella promessa, 3 perchè tu abbia bene e abbia lunga vita
sulla terra. 4 E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figliuoli, ma allevateli nella disciplina e
negli ammonimenti del Signore. 5 O servi, obbedite ai vostri padroni secondo la carne con timore
e tremore nella semplicità del vostro cuore come a Cristo, 6 non servendo solo all'occhio come chi
vuol piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, facendo la volontà di Dio di cuore, 7 servendo
con buona volontà come a Dio non come ad uomini, 8 sapendo che ciascuno se fa il bene, bene
riceverà dal Signore, schiavo o libero che sia. 9 E voi, padroni, fate lo stesso coi servi, astenendovi
dalle minacce, sapendo che il Padrone loro e di voi è nei cieli, e non è appo lui accettazione di
persone. Amatura del cristiano. 10 Del resto, fratelli, siate forti nel Signore e nel potere della
forza di lui. 11 Rivestitevi dell'armatura di Dio per potere affrontare le insidie del diavolo, 12
poichè non è la nostra lotta col sangue e colla carne, ma contro i dominatori del mondo delle
tenebre, contro gli spiriti maligni dell'aria. 13 Per questo prendete l'armatura di Dio affinchè
possiate resistere nel giorno cattivo e, compiuto il vostro dovere, restar in piedi. 14 Saldi dunque,
cingendo i vostri lombi nella verità e indossando la corazza della giustizia, 15 e calzando i piedi
nella preparazione che dà il Vangelo della pace; 16 in ogni cosa impugnando lo scudo della fede,
su cui possiate spegnere tutti i dardi infocati del maligno. 17 E prendete su anche l'elmo della
salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; 18 con ogni preghiera e supplicazione,
pregando in ogni tempo in ispirito, e vegliando allo stesso fine con incessante perseveranza e
supplicazione a pro dei santi tutti 19 e per me, affinchè nell'aprir bocca siami concessa la parola per
far conoscere francamente il mistero del Vangelo, 20 per il quale sono ambasciatore nei ceppi, sì
che io possa in caso usare tutta la libertà di parola come è conveniente. Conclusione. 21 E affinchè
sappiate anche voi le cose mie, e come me la passo, d'ogni cosa v'informerà Tichico il caro fratello e
fedele ministro nel Signore, 22 che ho mandato a voi appunto a questo scopo che voi conosciate le
cose nostre e perchè conforti i vostri cuori. 23 Pace ai fratelli e amore con fede da Dio Padre e dal
Signore Gesù Cristo. 24 La grazia sia con tutti quelli che, senza lasciarsi corrompere, amano il
Signore nostro Gesù Cristo. Così sia.
LETTERA AI FILIPPESI. Inizio 63 d.C. Durante la prima prigionia in Roma.
Capitolo 1
Intestazione e ringraziamento a Dio. 1 - Paolo e Timoteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in
Cristo Gesù che sono a Filippi insieme coi vescovi e coi diaconi, 2 grazia a voi e pace da Dio
nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. 3 Io ringrazio il mio Dio ad ogni ricordo di voi, 4 sempre
in ogni orazione mia pregando con gioia per tutti voi, 5 a motivo della vostra partecipazione al
Vangelo, dal primo giorno fino ad ora, 6 persuaso di questo appunto che chi ha cominciato in voi
l'opera buona, la compirà fino al giorno di Gesù Cristo. 7 Ed è giusto per me il pensar questo di
tutti voi, perchè vi ho nel cuore, come quelli che, e nelle mie catene, e nella difesa e nella
confermazione del Vangelo, siete tutti compagni a me nella grazia. 8 Poichè Dio mi è testimone
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che io voglio bene a tutti voi nelle viscere di Cristo Gesù; 9 e questa è la mia preghiera che la
nostra carità cresca sempre più e più, in cognizione e in ogni finezza di senso, 10 sì da riconoscere
voi le cose migliori, affinchè siate schietti e irreprensibili fino al giorno di Cristo, 11 ripieni del
frutto della giustizia per via di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. La prigionia di Paolo è utile al
Vangelo. 12 E voglio conosciate, o fratelli, che la condizione mia è riuscita ancor più al progresso
del Vangelo, 13 sì da esser diventate palesemente catene in Cristo le mie per tutto il pretorio e per
tutti gli altri;14 e molti dei fratelli, avendo per le mie catene fiducia nel Signore osano più che mai
parlare, senza alcuna paura, la parola di Dio. 15 Vi son bene alcuni che annunziano Cristo per
invidia e spirito di rivalità, ma v'è anche chi lo fa con sentimento di benevolenza; 16 questi per
amore, ben sapendo che io qui mi trovo per la difesa del Vangelo; 17 quegli altri con spirito di
rivalità annunziano il Cristo, non sinceramente, nell'idea di suscitarmi tribolazioni nelle mie catene.
18 Ma che importa? in ogni modo, sia per pretesto sia con veracità, il Cristo è annunziato, e di ciò
io godo. E ancora ne godrò, 19 perchè so che ciò mi riuscirà a salvezza per via delle vostre
preghiere e per l'aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, 20 secondo l'aspettazione e la speranza mia che
in nulla avrò da vergognarmi; ma in piena libertà di parola, come sempre, così ora sarà magnificato
Cristo nella mia persona sia per la vita, sia per la morte. 21 Poichè per me, la vita è Cristo, e il
morire un guadagno. 22 E se il vivere nella carne riesce per me frutto del mio apostolato, che cosa
io debba preferire non so. 23 Son messo alle strette dalle due parti, avendo il desiderio di
andarmene ed esser con Cristo, che è molto meglio, 24 ma il rimanere nella carne è necessario per
voi. 25 E in questa fiducia so che rimarrò e che dimorerò con tutti voi, a vostro vantaggio e a gloria
della fede; 26 affinchè abbondi, a motivo di me, il vostro gloriarvi in Cristo Gesù per via della mia
nuova presenza fra voi. Esortazione alla carità e all'umiltà. 27 Soltanto, conducetevi in modo
degno del Vangelo di Cristo, affinchè, sia che io venga a vedervi, sia che rimanga assente, io oda di
voi che rimanete saldi in uno spirito, collaborando unanimi per la fede del Vangelo, 28 senza
lasciarvi atterrire per nulla dagli avversari; ciò che è per loro una causa di perdizione, ma per voi di
salvezza, e questa da Dio; 29 giacchè a voi fu data questa grazia rispetto a Cristo, non solo di
credere in lui ma di patire per lui, 30 sostenendo la stessa lotta quale avete visto in me e ora sentite
che continua in me.
Capitolo 2
1 - Se dunque è possibile qualche consolazione in Cristo, se v'è qualche conforto dell'amore, se v'è
qualche comunanza di spirito, se avete viscere di compassione, 2 rendete compiuto il mio gaudio
della concordia vostra, avendo uno stesso amore, una stessa anima, uno stesso sentire; 3 nulla si
faccia per spirito di rivalità o per vanagloria, ma per umiltà, ritenendo ciascuno gli altri superiori a
se stesso; 4 non guardi ciascuno solo alle cose proprie ma anche a quelle degli altri. 5 Abbiate in
voi quel sentire che era anche in Gesù Cristo, 6 il quale, sussistendo in natura di Dio, non
considerò questa sua eguaglianza con Dio come una rapina, 7 ma svuotò se stesso, assumendo la
natura di schiavo, e facendosi simile all'uomo; e in tutto il suo esteriore atteggiamento riconosciuto
come un uomo, 8 umiliò se stesso, fattosi obbediente sino alla morte, e alla morte di croce. 9
Perciò Iddio lo esaltò, e gli diede il nome che è sopra ogni nome, 10 affinchè nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi, e degli esseri celesti e dei terrestri, e di quei sotto terra, 11 e ogni lingua
confessi che Signore è Gesù Cristo nella gloria di Dio Padre. 12 Conseguentemente, o carissimi,
come sempre siete stati obbedienti, non solo come se fossi presente, ma tanto più nella mia assenza,
col timore e tremore procacciate la vostra salvezza; 13 poichè Dio è che produce in voi e il volere e
l'agire con buona volontà. 14 Fate ogni cosa senza mormorazioni e senza dispute, 15 affinchè siate
irreprensibili e schietti figli di Dio, senza biasimo in mezzo a una generazione prava e perversa, fra
cui voi risplendete come luminari nel mondo, 16 conservando la parola della vita, affinchè io possa
menar vanto, nel giorno di Cristo, di non aver corso invano e invano faticato. 17 Ma se anche io
fossi immolato, godo del sacrifizio e dell'offerta della vostra fede, ne godo e me ne rallegro con tutti
voi; 18 godete anche voialtri di questo e rallegratevene con me. Timoteo ed Epafrodito. 19 E io
spero nel Signore Gesù di mandarvi questo Timoteo, affinchè anch'io stia di buon animo venendo a
notizia delle cose vostre. 20 Giacchè non ho nessuno che sia così d'accordo con me, e che con
sincera affezione s'interessi di voi; 21 tutti cercano le cose proprie, non quelle di Cristo Gesù. 22 E
voi dovete riconoscere il saggio che Timoteo ha dato di sè, in quanto come figlio rispetto al padre
ha servito con me a pro del Vangelo. 23 Lui dunque spero di mandarvi non appena avrò visto che
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piega prendano le cose mie; 24 e confido nel Signore che verrò presto anch'io. 25 Ma intanto ho
stimato necessario mandarvi Epafrodito, fratello e cooperatore e commilitone mio, vostro
messaggero e ministro delle mie necessità, 26 poichè egli aveva gran desiderio di tutti voi, ed era
tutto triste perchè voi avevate sentito parlare della sua malattia; 27 difatti si ammalò a morte; ma
Dio ebbe compassione di lui; e non solo di lui, ma anche di me, perchè io non avessi dolore sopra
dolore. 28 Perciò mi sono affrettato a inviarlo, perchè, vedendolo, vi rallegriate di nuovo, e anch'io
sia meno in pensiero. 29 Accoglietelo dunque nel Signore con tutta gioia, e abbiate in onore siffatti
uomini, perchè per l'opera di Cristo s'avvicinò fino alla morte, mettendo al rischio la propria vita,
per supplire a quel che non potevate far voi in mio servigio.
Capitolo 3
Avvertimento contro i giudaizzanti. Esortazione alla perfezione. 1 - Del resto, o fratelli miei,
rallegratevi nel Signore. Scrivervi le stesse cose non è grave a me, ma per voi è questione di
sicurezza. 2 Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi dai mutilati. 3 Giacchè
noi siamo i veri circoncisi, noi che allo Spirito di Dio prestiamo culto, e ci gloriamo in Gesù Cristo,
nè poniamo fiducia nella carne. 4 Sebbene io ho di che confidare anche nella carne; se altri pensa
dover confidare nella carne, io tanto più; 5 circonciso l'ottavo giorno, della schiatta d'Israele, della
tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei, rispetto alla Legge Fariseo, 6 rispetto allo zelo
persecutore della Chiesa, rispetto alla giustizia che sta nella Legge, vissuto irreprensibile. 7 Ma
quelli che erano per me guadagni, io li stimai per via di Cristo perdite. 8 Sicuro, credo che tutte le
cose siano una perdita di fronte alla preminenza della cognizione di Cristo Gesù Signor mio; per
amor del quale mi son privato di tutto, e tutto tengo in conto di spazzatura, allo scopo di
guadagnarmi Cristo, 9 e per poter esser trovato in Lui, non ritenendo come mia la giustizia che
vien dalla Legge, ma quella che si ha per la fede di Cristo, quella giustizia che vien da Dio, basata
sulla fede, 10 affine di conoscere lui e l'efficacia della sua risurrezione, e la comunanza dei suoi
patimenti, conformandomi alla morte di Lui, 11 se in qualche modo giunga ancor io alla
risurrezione di tra i morti. 12 Non che io abbia già ricevuto [il premio], o che già mi sia reso
perfetto, ma sto dietro, se mai riesca ad afferrare quello, per cui sono stato anch'io afferrato da
Cristo Gesù. 13 O fratelli, non ancora credo di aver io afferrato, ma [faccio] una cosa sola;
dimenticando quel che mi è dietro le spalle, e slanciandomi alle cose davanti, vo dietro al segno 14
per raggiungere il premio della superna vocazione di Dio in Cristo Gesù. 15 Quanti dunque siamo
perfetti, questi sentimenti nutriamo; e se in qualcosa voi pensate diversamente, anche su ciò Dio vi
rivelerà, 16 solo che al punto a cui siamo giunti, dobbiamo camminare di conserva. 17 Siate
imitatori miei, o fratelli, e guardate quelli che così procedono, conforme avete in noi il modello. 18
Perchè, come molte volte vi diceva, (e anche ora piangendo ve lo dico), molte procedono da nemici
della croce di Cristo; 19 lo scopo dei quali è rovina, il cui Dio è il ventre, e si gloriano di ciò che è
la loro vergogna, e non hanno altro pensiero che alle cose terrene. 20 Giacchè la cittadinanza nostra
è ne' cieli, donde aspettiamo anche Salvatore il Signor Gesù Cristo. 21 Il quale trasformerà il corpo
della miseria nostra sì, che sia conforme al corpo della sua gloria, ciò in virtù del suo potere e del
suo assoggettare a sè ogni cosa.
Capitolo 4
Ultime raccomandazioni. 1 - Per conseguenza, o fratelli miei cari e desideratissimi, allegrezza e
corona mia rimanete così fermi nel Signore, o carissimi. 2 Io esorto Evodìa ed esorto Sintìche ad
avere gli stessi sentimenti nel Signore; 3 e scongiuro anche te, o vero compagno, porgi aiuto a
costoro che con me combatterono insieme per il Vangelo; assieme anche con Clemente, e gli altri
miei cooperatori, i cui nomi son nel libro della vita.4 Siate lieti sempre nel Signore; lo ripeto, siate
lieti. 5 La vostra modestia sia nota a tutti gli uomini; il Signore è vicino. 6 Non angustiatevi di
nulla, ma in ogni cosa siano manifestate le vostre domande a Dio, con preghiere e suppliche,
accompagnate da rendimento di grazie. 7 E la pace di Dio che sorpassa ogni intendimento, custodirà
i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. 8 Del resto, o fratelli, tutte le cose che son vere,
tutte le cose degne, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutto quel che è di
buona fama, se v'è qualche virtù e qualche lode, a questo pensate: 9 e quel che avete imparato e
ricevuto e udito e visto in me, fatelo: e il Dio della pace sarà con voi. Ringraziamenti e saluti. 10
Mi sono poi grandemente rallegrato nel Signore, che finalmente siete rifioriti nel pensare a me; ci
pensavate sì, ma vi mancava l'occasione di manifestarlo. 11 Non che io parli così per rispetto alla
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penuria in cui mi trovo, perchè io ho imparato a bastare a me con le cose che mi trovo ad avere. 12
So anche esser povero, e so essere ricco, (in tutto e per tutto mi sono abituato), e ad essere sazio e
ad aver fame, a nuotar nell'abbondanza e a patir nelle privazioni. 13 Ogni cosa io posso in Colui
che mi dà forza. 14 Però avete fatto bene a prender parte alle mie tribolazioni. 15 Sapete bene
anche voi, o Filippesi, che al principio della predicazione evangelica, quando venni via dalla
Macedonia, nessuna chiesa ebbe con me comunione di conto del dare e del ricevere, eccetto voi
soli, 16 poichè anche a Tessalonica e una volta e due volte avete spedito per i miei bisogni. 17 Non
che io cerchi il dono, ma cerco il frutto abbondante pel conto vostro. 18 Or io ho tutto ricevuto e
sono nell'abbondanza; e fui provvisto avendo ricevuto da Epafrodito ciò che mi veniva da voi,
odore di soavità, ostia accetta, gradita a Dio. 19 E il mio Dio sazierà tutti i vostri bisogni, secondo
la sua ricchezza, e gloriosamente in Cristo Gesù. 20 A Dio nostro Padre sia gloria nei secoli. Amen.
21 Salutate ognuno dei santi in Cristo Gesù. 22 Voi salutano i fratelli che son con me. E vi salutano
tutti i santi, massime quelli della casa di Cesare. 23 La grazia del Signore Gesù Cristo sia con lo
spirito vostro!
LETTERA AI COLOSSESI Anno 63 d.C. Durante la prima prigionia in Roma.
Capitolo 1
Intestazione e ringraziamento a Dio. 1 - Paolo, per volontà di Dio apostolo di Cristo Gesù, e il
fratello Timoteo, 2 ai santi e fedeli fratelli in Cristo, che sono in Colossi, grazia a voi e pace sia da
Dio Padre nostro. 3 Ringraziamo Iddio, Padre del Signor nostro Gesù Cristo, ogni volta che
preghiamo per voi, 4 sentendo la fede che avete in Cristo Gesù e l'amore che portate a tutti i santi,
5 per via della speranza che riposta per voi nei cieli; speranza che avete già da tempo concepito
nella parola di verità del Vangelo, 6 pervenuto a voi, come in tutto il mondo sta producendo i suoi
frutti e facendo progressi quali fa tra voi, da dì che l'avete udito, e avete conosciuto la grazia di Dio
nella sua verità; 7 conforme avete imparato da Epafra, l'amato nostro conservo, il quale è fedele
ministro di Cristo per voi, 8 e che ha fatto anche a noi palese lo spirituale effetto vostro. 9 Perciò
anche noi, dal giorno che abbiamo udito ciò, non cessiamo dal pregare per voi e dal chiedere che
siate ben compenetrati della conoscienza di quel che è la vostra volontà in tutto il campo della
sapienza e intelligenza spirituale, 10 sì da procedere in modo degno del Signore, con pieno suo
gradimento, in ogni opera buona, fruttificando e progredendo nella cognizione di Dio, 11 in ogni
virtù fortificati secondo la sua gloriosa potenza a sopportare ogni cosa con pazienza e longanimità,
12 con gioia ringraziando Dio Padre dell'avervi resi atti ad aver parte nell'eredità dei santi nella
luce; [quel Dio] 13 che ci ha sottratti all'impero delle tenebre, e ci ha trasportati nel regno del Figlio
dell'amor suo, 14 in cui abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati. Dignità sovreminente di
Gesù. 15 Egli è immagine dell'invisibile Dio, il primogenito d'ogni creazione, 16 giacchè in Lui
furon create tutte le cose nei cieli e sulla terra, le cose visibili e le invisibili; siano i Troni, siano le
Dominazioni, siano i Principati, siano le Podestà. Tutto per mezzo di lui e in vista di lui fu creato;
17 ed egli è avanti a tutto e il tutto in lui sussiste 18 ed è il capo del corpo, ossia della Chiesa. Egli
è il principio, e primogenito di tra i morti, affinchè in ogni cosa egli tenga il primato; 19 giacchè in
lui piacque [al Padre] che abitasse ogni pienezza, 20 e per lui fossero a sè riconciliate tutte le cose,
avendole pacificate per il sangue della croce di lui, sia le cose della terra sia quelle dei cieli. 21 E
voi che eravate una volta alienati e nemici nell'anima per le opere malvage, 22 ora vi ha riconciliati
nel corpo della carne sua per via della morte, sì da presentarvi santi e immacolati e irreprensibili di
fronte a se stesso, 23 se pur perseverate ben fondati e saldi nella fede, e non vi lasciate smuovere
dalla speranza del Vangelo che avete udito, e che è stato predicato a tutte le creature sotto il cielo,
di cui io Paolo sono stato fatto ministro. Ministero di Paolo. 24 Ora io mi rallegro nelle sofferenze
che patisco per voi, e completo nella mia carne quel che manca delle sofferenze di Cristo, a pro del
corpo suo che è la Chiesa, 25 della quale io sono stato fatto ministro, secondo il compito da Dio a
me affidato rispetto a voi, di completare la parola di Dio; 26 il mistero occultato ai secoli e alle
generazioni, che ora è stato rivelato ai santi di lui; 27 ai quali ha voluto Iddio far conoscere qual
sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra i Gentili, che è Cristo, in voi speranza di gloria; 28
Lui noi annunziamo esortando ogni uomo, e ogni uomo ammaestrando in tutta la sapienza, affinchè
ogni uomo possiamo presentare come perfetto in Cristo. 29 Al qual fine, io m'affatico lottando
secondo l'energia di lui che in me potentemente agisce.
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Capitolo 2
1 - Giacchè voglio sappiate che lotta sostenga per voi e per quei di Laodicea, e per tutti quelli che
non mi hanno visto di presenza; 2 affinchè siano consolati i loro cuori, uniti strettamente
nell'amore, e giungano a possedere tutta la ricchezza della piena intelligenza, sì da conseguire la
conoscenza del mistero di Dio, [cioè] Cristo, 3 in cui sono tutti i tesori riposti della sapienza e
della scienza. 4 Questo dico, affinchè nessuno vi tragga in inganno per un parlar seducente. 5
Perchè se anche son da voi lontano di corpo, ma con lo spirito sono con voi; e godo osservando
l'ordine vostro e la solidità della vostra fede in Cristo. L'Apostolo impugna i falsi dottori. 6
Come dunque avete accolto Cristo Gesù il Signore, in lui vivete, 7 radicati ed edificati in lui e
rinforzati nella fede come vi era stato insegnato, progredendo in azioni di grazie. 8 Badate che
alcuno non abbia essere il predatore vostro, per mezzo della filosofia e di un vuoto inganno,
secondo la tradizione degli uomini secondo gli elementi del mondo, non secondo Cristo; 9 poichè
in Esso abita corporalmente tutta la pienezza della Divinità, 10 e voi in Lui siete stati ripieni, in Lui
che è capo d'ogni Principato e d'ogni Podestà. 11 In Lui siete anche stati circoncisi, con
circoncisione non fatta da mano d'uomo, nella spogliazione del corpo di carne, [cioè] nella
circoncisione di Cristo, 12 sepolti con Lui nel battesimo, nel quale anche siete stati con lui
risuscitati, per la fede nell'onnipotenza di Dio che Lui risuscitò da morte. 13 E voi che eravate
morti per i peccati e per l'incirconcisione della vostra carne, vi fece con se stesso rivivere,
condonando a voi tutti i peccati, 14 scancellando il chirografo contro di noi delle disposizioni che
erano a noi contrarie, ed ei lo levò di mezzo inchiodandolo alla croce; 15 e spogliati i Principati e le
Podestà, li trascinò alla gogna, trionfando di loro su essa [croce]. 16 Nessuno dunque vi giudichi
quanto al cibo e alla bevanda, o in riguardo di feste, di novilunii, di sabbati, 17 le quali cose son
l'ombra di ciò che doveva avvenire, ma il corpo è di Cristo. 18 Nessuno v'inganni in affettazione di
umiltà e seguendo il culto superstizioso degli angeli, andando dietro a sole fantasie, vanamente
enfiato dei pensieri della carne, 19 non aderendo al capo, dal quale tutto il corpo ben sorretto per
via delle articolazioni e dei legamenti e insieme compatto, prende quello sviluppo, che è da Dio. 20
Se siete morti in Cristo agli elementi del mondo, perchè come viventi nel mondo vi lasciate imporre
precetti: 21 «Non pigliare di questo», «Non gustar di quello», «Non toccare», 22 che son cose
tutte destinate a perir coll'uso secondo gli ordini e le discipline degli uomini? 23 Son cose che
hanno sì ragion di sapienza per apparenza di spontaneo culto e di umiltà, e per trattare senza
riguardi il corpo, ma non hanno alcun valore a soddisfazione della carne.
Capitolo 3
Vita nuova di virtù e di santità. 1 - Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di
lassù dove Cristo è, sedente alla destra di Dio; 2 pensate le cose di lassù, non quelle della terra. 3
Poichè siete morti e la vita vostra, s'è nascosta con Cristo in Dio. 4 Quando Cristo si sarà
manifestato che è la vita vostra anche voi allora con lui sarete manifestati nella gloria. 5
Mortificate dunque le vostre membra terrene, cioè la fornicazione, l'impurità, la libidine, la prava
concupiscenza e l'avarizia che è un'idolaria; 6 per le quali cose piomba l'ira di Dio sui figliuoli
della incredulità; 7 in quelle anche voi camminaste una volta quando in mezzo a que' visi vivevate;
8 ma ora buttate via anche voi tutte codeste cose: ira, animosità, malizia, bestemmia, turpiloquio
che possa uscire dalla vostra bocca; 9 non ditevi bugie a vicenda, spogliandovi dell'uomo antico
coll'opere sue, 10 e rivestendo il nuovo che si rinnovella in modo riconoscibile secondo l'immagine
del suo creatore, 11 dove non è più Gentile nè Giudeo, circoncisione e incirconcisione, Barbaro o
Scita, schiavo o libero, ma tutto e in tutti è Cristo. 12 Assumete dunque come eletti di Dio, santi e
amati, viscere di misericordia, benignità, umiltà, modestia, longanimità, 13 sopportandovi a
vicenda, e a vicenda perdonandovi, se uno abbia a muover lamento d'un altro; come il Signore
perdonò a voi, così fate anche voialtri. 14 E soprattutto rivestitevi di quell'amore che è il vincolo
della perfezione. 15 E la pace di Cristo risieda arbitra nei vostri cuori, [la pace] a cui siete stati
chiamati formando un sol corpo; e siatene grati. 16 La parola di Cristo abiti in voi
abbondantemente, in ogni sapienza ammaestrandovi ed esortandovi a vicenda, fra salmi, inni e
cantici spirituali, dolcemente a Dio cantando nei vostri cuori; 17 e qualunque cosa facciate o con
parole o con opere, tutto fate nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio padre per mezzo di
lui. Doveri di una famiglia cristiana. 18 Mogli, siate soggetti ai mariti, come si conviene nel
Signore. 19 Mariti, amate le vostre mogli e non le amareggiate. 20 Figliuoli, siate ubbidienti ai
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genitori in tutto, poichè questo è ben piacevole nel Signore. 21 Padri, non provocate a sdegno i
vostri figliuoli affinchè non si perdano d'animo. 22 Servi, ubbidite in tutto a quelli che secondo la
carne sono vostri padroni, non a servigio servizievoli all'occhio come fa chi vuol piacere all'uomo,
ma in semplicità di cuore per timor di Dio. 23 Quel che avete a fare, fatelo di buon animo, come
pel Signore, non per gli uomini, 24 sapendo che dal Signore riceverete la ricompensa dell'eredità.
Servito a Cristo Signore, 25 poichè chi commette ingiustizia riceverà il male che ha fatto; e non vi
è accettazione di persone presso Dio.
Capitolo 4
1 - Voi, padroni, date agli schiavi quel che è giusto ed equo, sapendo che anche voi avete un
Signore nel cielo. Ultime raccomandazioni e saluti. 2 Perseverate nella preghiera vegliando in
essa con senso di gratitudine; 3 pregando insieme anche per noi affinchè Iddio ci apra la porta
della parola, e ci sia dato annunziare il mistero di Cristo, per il quale anche sono ora in catene; 4
affinchè io lo manifesti come conviene ch'io parli. 5 Diportatevi saviamente con gli estranei,
cogliendo il tempo opportuno. 6 E il vostro parlare sia sempre grazioso, avveduto, per sapere come
abbiate a rispondere a ciascuno. 7 Le cose mie ve le farà conoscere Tichico, fratello carissimo, e
ministro fedele e conservo nel Signore, 8 cui ho mandato a voi, giusto perchè sappiate le cose
nostre e perchè conforti i vostri cuori; 9 e l'ho mandato insieme col fedele e caro fratello Onesimo
che è dei vostri. Tutto vi faranno essi conoscere delle cose di qui. 10 Vi saluta Aristarco il mio
compagno di prigione e Marco il cugino di Barnaba, per il quale avete ricevuto delle
raccomandazioni; se vien da voi, fategli accoglienza; 11 e Gesù soprannominato il Giusto; i quali
provengono dai circoncisi; quegli soli sono miei cooperatori per il regno di Dio, e mi sono stati di
conforto. 12 Vi saluta Epafra che è dei vostri, servo di Cristo Gesù, il quale si adopra sempre nelle
sue orazioni a pro di voi, affinchè, perfetti, e pienamente convinti, rimaniate saldi in ogni volere di
Dio. 13 Io sono a lui testimone che si preoccupa molto di voi, e di quei di Laodicea, e di quei di
Gerapoli. 14 Vi saluta Luca, l'amato medico, e Demade. 15 Voi salutate i fratelli di Laodicea, e
Ninfa e la chiesa di casa sua. 16 E quando questa lettera sia stata letta da voialtri, fate in modo che
sia letta anche nella chiesa di Laodicea, e quella che verrà da Laodicea fate in modo di leggerla
anche voi. 17 E dite ad Archippo: «Bada al ministero che hai ricevuto nel nome del Signore, e fa' di
adempirlo!». 18 Il saluto è di mia mano, di me Paolo. Ricordatevi delle mie catene. La grazia sia
con voi.
PRIMA LETTERA AI TESSALONICESI Anni 52-53 d.C. Da Corinto
Capitolo 1
Intestazione e ringraziamento a Dio. 1 - Paolo e Silvano e Timoteo alla Chiesa dei Tessalonicesi,
in Dio Padre e Signore Gesù Cristo, grazia a voi e pace. 2 Noi rendiamo sempre grazie a Dio per
tutti voi, facendone menzione nelle nostre preghiere, 3 e non cessando mai di ricordare nel
cospetto di Dio e Padre nostro, l'opera vostra di fede e la carità laboriosa e la costante speranza che
avete in Gesù Cristo Signor nostro. 4 Noi sappiamo, o fratelli amati da Dio, che siete fra gli eletti,
5 poichè il nostro Vangelo non è stato tra voi solo a parole ma con possanza, e nello Spirito Santo,
e in molta pienezza; così voi sapete quali noi siamo stati fra voi per amor vostro. 6 E voi vi siete
fatti imitatori nostri e del Signore, accogliendo la parola, pur in mezzo a molte tribolazioni, con la
gioia dello Spirito Santo, 7 tanto da riuscir voi modello a tutti i credenti nella Macedonia e
nell'Acaia. 8 Poichè da voi si divulgò la parola del Signore, non solo nella Macedonia e nell'Acaia,
ma da per tutto si è sparsa la fede vostra in Dio, sicchè non occorre di riparlarne; 9 giacchè la
gente stessa riferisce di noi, quale accoglienza abbiamo avuto tra voi, e come vi siete dagli idoli
convertiti a Dio per servire al Dio vivo e vero, 10 e attendere dai cieli il Figlio di lui (ch'egli
risuscitò dai morti), Gesù, il quale ci salverà dall'ira ventura.
Capitolo 2
Ministero apostolico di Paolo. 1 - Voi ben sapete, o fratelli, che la nostra venuta non è stata vana,
2 ma avendo patito e ricevuto oltraggi, (come sapete) a Filippi, pure abbiamo preso coraggio nel
nostro Dio di parlare il Vangelo di Dio pur con tanta preoccupazione. 3 Poichè l'esortazione nostra,
non da errore procede, nè da idee men pure, nè si aggira in inganni, 4 ma siccome fummo
approvati da Dio perchè a noi si affidasse il Vangelo, così ne parliamo, non per piacere agli uomini
ma a Dio che scruta i nostri cuori. 5 Poichè, come sapete, non mai fu il nostro discorso di
adulazione, nè pretesto di guadagno, Dio ci è testimone, 6 nè cercavamo gloria fra gli uomini nè
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da voi, nè da altri, 7 pur potendo essere di un qualche peso come apostoli di Cristo, ma ci siamo
fatti piccoli in mezzo a voi, come una nutrice, che carezzi le proprie creature; 8 così dunque nel
nostro tenero amore per voi eravamo disposti a darvi non solo il Vangelo di Dio, ma anche la nostra
stessa vita perchè eravate diventati per noi oggetto di grande amore. 9 Voi ricordate, o fratelli, le
nostre fatiche e angustie; notte e giorno lavorando per non esser di peso a nessuno di voi, abbiamo
annunziato tra voi il Vangelo di Dio. San Paolo predica ai tessalonicesi 10 Siete voi testimoni, e
lo è pure Iddio, come santamente e giustamente e irreprensibilmente ci siam diportati con voi
credenti; 11 e sapete altresì che, (come un padre fa' co' suoi figliuoli), 12 noi esortavamo ciascuno
di voi, confortando e anche scongiurando, a tenere una condotta degna di Dio, che vi chiamò al suo
regno e alla sua gloria. 13 Ed è per questo che noi ringraziamo continuamente Iddio, che voi
accogliendo la parola di Dio da noi udita, l'avete accettata, non come parola di uomini, ma (com'è
davvero), parola di Dio, la quale mostra la sua efficacia in voi che credete. 14 Giacchè voi, o
fratelli, siete diventati imitatori delle chiese di Dio che sono nella Giudea, in Cristo Gesù; e difatti
avete sofferto anche voi le stesse cose da parte dei vostri connazionali, come quelli dai Giudei, 15
cioè da coloro che anche hanno ucciso il Signore Gesù e i profeti, e hanno perseguitato noi, e che
non piacciono a Dio, e sono contrari a tutti gli uomini, 16 in quanto impediscono noi di parlare alle
Genti onde siano salvate, talmente, che essi colmano continuamente [la misura dei] loro peccati. Ma
è giunta su loro l'ira [di Dio] sino in fondo. Amore sollecito di Paolo per i Tessalonicesi. 17 E noi,
o fratelli, strappati da voi per un po' di tempo, separati d'aspetto ma non di cuore, tanto
maggiormente, pel gran desiderio, ci siam proposti di rivedervi; 18 per ciò avevamo disposto di
venir da voi, almeno io Paolo, e una e due volte; ma Satana c'impedì. 19 Giacchè qual sarà la nostra
speranza o gioia o corona di gloria davanti al Signor nostro Gesù nel momento della sua venuta, se
non sarete anche voi? 20 Sì, voi siete la gloria nostra e la nostra gioia.
Capitolo 3
1 - Perciò non potendo più resistere, abbiamo pensato bene di rimaner soli in Atene, 2 e
mandammo Timoteo, il nostro fratello e ministro di Dio nel Vangelo di Cristo, per confermarvi e
incoraggiarvi nella vostra fede, 3 sì che nessuno si conturbi in queste tribolazioni; sapete anche voi
che a questo siam destinati; 4 poichè anche quando eravamo da voi, vi predicevamo che si
sarebbero avute tribolazioni, come avvenne e voi lo sapete. 5 Per questo appunto anch'io non
potendo più tenermi ho mandato a prender notizia della vostra fede, per timore che il tentatore vi
avesse tentati, e la nostra fatica fosse riuscita a vuoto. 6 Ma testè, essendo tornato Timoteo da voi,
e dandoci la buona novella della vostra fede, del vostro amore e della buona memoria che
conservate sempre di noi, e del vostro desiderio di vederci, come è di noi per voi, 7 per questo
abbiamo avuto grande consolazione, o fratelli, rispetto a voi, pur in mezzo a tutte le necessità e
afflizioni nostre a cagione della vostra fede. 8 Ora sì viviamo, se voi rimanete saldi nel Signore. 9
E qual ringraziamento possiamo noi fare a Dio sul conto vostro per tutta la gioia che proviamo per
causa vostra davanti al nostro Dio, 10 dì e notte sempre più caldamente pregandolo di poter
rivedere la vostra presenza, e perfezionare dove ha mancamenti la vostra fede? 11 Or lo stesso Dio
e Padre nostro, e il Signor nostro Gesù, ci aprono la via per venir da voi, 12 e faccia il Signore che
in voi cresca e sovrabbondi l'amore e tra voi e verso tutti, come anche il nostro amore verso di voi,
13 al fine di confermare i vostri cuori innocenti nella santità davanti al Dio e Padre nostro, per la
venuta del nostro Signor Gesù con tutti i suoi santi.
Capitolo 4
Esortazione alla purità, alla carità, al lavoro. 1 - Del rimanente, fratelli, poichè avete sentito da
noi qual sia la condotta da tenere per piacere a Dio, vi chiediamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a
seguir questa condotta, affinchè progrediate sempre più. 2 Voi ben sapete quali precetti noi vi
abbiamo dato per via del Signore Gesù. 3 Poichè questa è la volontà di Dio, la santificazione
vostra; che v'asteniate dalla fornicazione; 4 che ciascuno di voi sappia tenere il proprio corpo in
santità e onestà, 5 non lasciandovi dominare dalla concupiscenza, come fanno i Gentili che non
conoscono Dio; 6 che nessuno usi soperchierie o inganni nei negozi col proprio fratello, perchè il
Signore fa giustizia di tutte queste cose, come v'abbiamo già detto e dichiarato. 7 Dio ci ha
chiamato non a impurità, ma a santificazione. 8 Dimodoche chi sprezza ciò, non disprezza un
uomo ma Iddio stesso, che dà a voi il suo Spirito Santo. 9 Quanto all'amor fraterno, non avete
bisogno ch'io vi scriva, poichè voi stessi avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri; 10 e lo
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fate veramente per tutti i vostri fratelli in tutta la Macedonia. 11 Noi, o fratelli, vi esortiamo a farlo
sempre di più, e abbiate l'ambizione di viver tranquilli, e attendere ai vostri affari e lavorare colle
vostre mani, come vi abbiamo inculcato, 12 affinchè viviate in modo decoroso rispetto a quei di
fuori, e non abbiate bisogno di nessuno. La sorte dei trapassati. 13 Non vogliamo poi, o fratelli,
che siate nell'ignoranza per quel che riguarda quelli che dormono [il sonno della morte], affinchè
non vi rattristiate come gli altri che non hanno speranza. 14 Se crediamo che Gesù è morto ed è
risuscitato, del pari Iddio quelli che son morti per via di Gesù li ricondurrà con sè. 15 Questo vi
diciamo colla parola del Signore, che noi rimasti vivi fino alla venuta di Lui, non precederemo
quelli che si sono addormentati. 16 Il Signore stesso al segnale, alla voce dell'arcangelo e allo
squillo della tromba divina, scenderà dal cielo, e i morti in Cristo prima risusciteranno, 17
appresso, noi rimasti vivi insiem con loro, saremo rapiti nelle nuvole per muovere incontro al
Signore nell'aria, e così saremo sempre col Signore. 18 Sicchè riconfortatevi a vicenda in siffatti
discorsi.
Capitolo 5
Il tempo della venuta di Gesù è ignoto. 1 - Quanto al tempo e al momento, o fratelli, non avete
bisogno che ve ne scriva; 2 voi stessi sapete benissimo che il dì del Signore verrà come un ladro di
notte. 3 Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora improvvisa sopraggiungerà la rovina, come le
doglie del parto a donna incinta, e non sfuggiranno. 4 Ma voi, o fratelli, non siete nelle tenebre, sì
che quel giorno vi abbia a sorprendere come un ladro; 5 poichè siete tutti figli della luce e figli del
giorno; noi non siamo della notte nè delle tenebre. 6 Adunque non dormiamo come gli altri, ma
vegliamo e siamo sobrii. 7 Poichè quei che dormono, dormon di notte, e quei che si inebriano,
s'inebriano di notte; 8 ma noi figli del giorno, siamo sobrii, rivestendo la corazza della fede e della
carità, e prendendo per elmo la speranza della salvezza; 9 poichè Iddio non ci ha destinati all'ira
ma all'acquisto della salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo, 10 morto per noi, affinchè,
sia che vegliamo sia che dormiamo, insieme con lui viviamo. 11 Perciò consolatevi a vicenda, ed
edificatevi l'un l'altro, come state facendo. Raccomandazioni diverse. - Saluti.12 Vi preghiamo
poi, o fratelli, di riconoscere quelli che faticano tra voi e vi guidano nel Signore e vi danno consigli;
12 abbiateli in amore grande per l'opera loro. Vivete in pace fra voi. 14 E vi esortiamo, o fratelli,
ammonite i disordinati, confortate i pusillanimi, sostenete i deboli, siate pazienti con tutti. 15
Badate che nessuno renda altrui male per male, ma sempre fatevi del bene a vicenda e verso tutti. 16
Sempre state allegri, 17 e pregate senza cessar mai. 18 In ogni cosa rendete grazie, poichè questa è
la volontà di Dio manifestata a voi in Gesù Cristo. 19 Non spegnete lo spirito. 20 Le profezie
tenetele in conto. 21 Tutto esaminate, ritenete il bene. 22 Da ogni specie di male astenetevi. 23 Lo
stesso Dio della pace vi santifichi in modo completo, e tutto l'essere vostro, lo spirito, l'anima e il
corpo, sia conservato irreprensibilmente alla venuta del Signor nostro Gesù Cristo. 24 Chi vi ha
chiamato è fedele, e farà anche questo. 25 Fratelli, pregate per noi. 26 Salutate tutti i fratelli col
bacio santo. 27 Vi scongiuro pel Signore che questa lettera sia letta da tutti i santi fratelli. 28 La
grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con voi.
SECONDA LETTERA AI TESSALONICESI Anno 53 d.C., da Corinto.
Capitolo 1
Iscrizione, ringraziamento a Dio e incoraggiamenti. 1 - Paolo e Silvano e Timoteo alla Chiesa
dei Tessalonicesi in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo, 2 grazia a voi e pace da Dio Padre
e dal Signore Gesù Cristo. 3 Noi dobbiamo sempre ringraziar Dio per voi, o fratelli, com'è degno,
perchè cresce la vostra fede e s'aumenta l'amore di ognuno di voi verso gli altri; 4 tanto che noi
stessi ci gloriamo di voi nelle chiese di Dio a motivo della vostra costanza e fede in tutte le vostre
persecuzioni e afflizioni che dovete sopportare; 5 indizio del giusto giudizio di Dio, a fine che
siate ritenuti degni del regno di Dio, per il quale anche soffrite; 6 essendo pur giusto presso Dio il
ricambiare tribolazioni a quei che fan tribolar voi, 7 e che a voi tribolati sia data requie con noi; ciò
nel rivelarsi che farà il Signor Gesù dal cielo coi potenti angeli suoi, 8 in un incendio di fiamme,
facendo vendetta di coloro che non conoscono Iddio e non ubbidiscono al Vangelo del Signor nostro
Gesù; 9 i quali saranno puniti d'eterna perdizione, lungi dalla faccia del Signore e dalla gloria della
sua potenza; 10 in quel giorno quando Egli verrà per essere glorificato in mezzo a' suoi santi e ad
essere ammirato fra tutti quelli che hanno creduto, poichè anche presso voi ha trovato fede la nostra
testimonianza. 11 Al qual fine noi preghiamo anche sempre per voi, onde il nostro Dio vi faccia
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degni della sua chiamata, e compia efficacemente tutta la volontà sua buona, e l'opera della fede, 12
affinchè sia glorificato il nome del Signor nostro Gesù Cristo fra voi e voi in lui, secondo la grazia
del Dio nostro e del Signore Gesù Cristo.
Capitolo 2
Segni precursori della fine del mondo. 1 - E vi preghiamo, o fratelli, quanto alla venuta del
Signor nostro Gesù Cristo e alla nostra radunata per muovergli contro, 2 di non lasciarvi
smuovere dal vostro pensiero, nè lasciarvi intimorire nè per false ispirazioni nè per discorsi nè per
lettera come venisse da me, quasicchè sia imminente il giorno del Signore. 3 Che niuno v'inganni
in nessuna maniera; perchè ciò non sarà, se prima non venga l'apostasia e si sia rivelato l'uomo del
peccato, il figlio della perdizione, 4 l'avversario, che si innalza sopra tutto quello che è chiamato
Dio o che è oggetto di venerazione al punto da sedersi egli nel tempio di Dio, proclamando se stesso
come Dio. 5 Non ricordate che quando ero ancora presso voi, ve le dicevo queste cose? 6 Adesso
sapete ciò che lo trattiene, in modo che egli si manifesterà solo al tempo opportuno. 7 Già è in
azione il mistero dell'iniquità; solamente v'è colui che lo trattiene ora e lo tratterrà fino a che sia
tolto di mezzo. 8 Allora l'iniquo si manifesterà, e il Signore Gesù lo distruggerà col fiato della sua
bocca e lo annichilirà con lo splendore di sua venuta. 9 La venuta di costui avrà luogo per opera di
Satana, con ogni potenza e segni e prodigi bugiardi, 10 e con tutti gli inganni di ingiustizia per
quelli che periranno per non aver accolto l'amore della verità in maniera da salvarsi. E per questo
manderà loro Iddio forza d'inganni sì che credano alla menzogna, 11 onde siano condannati quelli
che non hanno creduto alla verità e anzi si son compiaciuti dell'ingiustizia. 12 Noi poi dobbiamo
rendere sempre grazie al Signore per voi, o fratelli amati dal Signore, perchè vi ha scelti Iddio
primizie della salvezza, nella santificazione dello Spirito e nella fede della verità; 13 e a ciò v'ha
chiamato mediante il nostro Vangelo per l'acquisto della gloria del nostro Signor Gesù Cristo. 14
Adunque, o fratelli, state saldi, e tenete fermi gli insegnamenti che avete ricevuto sia col discorso
sia a mezzo della nostra lettera. 15 Lo stesso Signor nostro Gesù Cristo e Iddio nostro Padre che ci
ha amato e ci ha dato eterna consolazione e buona speranza nella grazia sua, 16 consolino i vostri
cuori e vi confermino in ogni opera e discorso buono.
Capitolo 3
Raccomandazioni diverse. - Saluti. 1 - Del resto, pregate, o fratelli, per noi, perchè la parola del
Signore abbia corso e sia glorificata come presso di voi, 2 e affinchè noi siamo liberati dagli
uomini protervi e malvagi, poichè non è di tutti la fede. 3 Ma fedele è Dio che vi conforterà e
custodirà dal maligno. 4 Abbiam piena fede in Dio per voi, che voi fate e farete le cose che
ordiniamo. 5 E il Signore diriga i vostri cuori all'amore di Dio e alla paziente aspettativa di Cristo.
6 Vi prescriviamo poi, o fratelli, nel nome del Signore Gesù Cristo, di tenervi lontani da qualunque
fratello che si conduca disordinatamente, e non secondo l'insegnamento che avete ricevuto da noi. 7
Poichè voi sapete come ci dovete imitare; non mica in modo disordinato noi abbiamo vissuto fra
voi, 8 nè abbiamo mangiato gratuitamente il pane da nessuno, ma con fatica e pena, notte e giorno
lavorando, per non esser di peso ad alcuno di voi. 9 Non che non avessimo la podestà di ciò, ma
per dare in noi stessi a voi un esempio da imitare. 10 E quando eravamo presso di voi, questo
precetto vi davamo che se uno non vuol lavorare, neppur non deve mangiare. 11 Ma sentiamo dire,
che alcuni fra voi si conducono disordinatamente, non facendo nulla ma dandosi da fare in cose che
non appartengono loro. 12 Ora a sì fatti noi prescriviamo ed esortiamo nel Signore Gesù Cristo, che
mangino il loro pane lavorando tranquillamente. 13 E voi, o fratelli, non vi stancate di fare il bene.
14 E se qualcuno non dà retta alla nostra parola per mezzo di questa lettera, costui segnatelo,
rammentando di non aver commercio con lui affinchè si vergogni; 15 non dico di trattarlo come
nemico, ma ammonitelo come fratello. 16 E lo stesso Signore della pace dia la pace a voi del
continuo in ogni maniera. Il Signore sia con voi tutti. 17 Il saluto di mia mano di Paolo, che è come
il sigillo di ogni lettera; io scrivo così. 18 La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.
PRIMA LETTERA A TIMOTEO Anno 65 d.C. circa. Dalla Macedonia.
Capitolo 1
Intestazione e saluti. 1 - Paolo apostolo di Cristo Gesù, secondo l'ordine di Dio Salvatore nostro,
e di Cristo Gesù nostra speranza, 2 a Timoteo diletto figlio nella fede, grazia, misericordia e pace
da Dio Padre e da Cristo Gesù nostro Signore. Timoteo deve combattere le false dottrine. 3 Già
ti ho raccomandato venendo in Macedonia, di rimanere ad Efeso per far intendere ad alcuni di non
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insegnare dottrine aliene, 4 e di non andar dietro a miti e genealogie interminabili, le quali dànno
luogo a dispute, anzichè promuovere l'opera di Dio che sta nella fede. 5 Ora il fine
dell'ammaestramento è l'amore che proviene da un cuore puro, da una coscienza buona e da una
fede sincera, 6 le quali cose perdendo di mira, alcuni si son sviati a un vano parlottare, 7
pretendendo essere dottori della Legge, mentre non sanno neppure quel che dicono, nè intorno a che
cosa mostrano tanta sicumera. 8 Ora noi sappiamo bene che la Legge è buona se altri se ne serva
legittimamente, 9 nella persuasione che la Legge non è fatta per il giusto, ma per i non giusti e
riottosi, per gli empi e i peccatori, per gli scellerati e i profani, per i parricidi e matricidi e omicidi,
10 per i fornicatori, per i sodomiti, per i ladri d'uomini, i bugiardi, gli spergiuri, e se altra cosa
s'oppone alla sana disciplina, 11 conforme al Vangelo di gloria del beato Dio, che fu a me affidato.
12 Io rendo grazie al mio datore di forza Cristo Gesù nostro Signore, che mi ha stimato fedele,
ponendomi nel suo ministerio, 13 mentre prima ero bestemmiatore e persecutore violento; ma
ottenni misericordia perchè agii per ignoranza nella mia incredulità, 14 e la grazia del nostro
Signore sovrabbondò, con la fede e con l'amore in Cristo Gesù. 15 Ecco una parola di fede e
degnissima d'ogni accoglimento, questa, che Cristo Gesù venne nel mondo a salvare i peccatori; di
cui io sono il primo; 16 ma per questo ottenni misericordia perchè in me primo mostrasse Gesù
Cristo tutta la sua longanimità, a esempio di chi è per credere a lui per la vita eterna. 17 Al re dei
secoli, immortale, invisibile, unico Dio, onore e gloria per i secoli dei secoli. Amen. 18 Questi
avvertimenti ti raccomando, o figlio Timoteo, secondo le predizioni prima fatte su di te; affinchè tu,
conforme a quelle, combatta la buona battaglia,19 mantenendo la fede e la buona coscienza, la
quale rigettando, alcuni han fatto naufragio rispetto alla fede. 20 E son di questo numero Imeneo ed
Alessandro, che io ho abbandonato a Satana, perchè imparino a non dir bestemmie.
Capitolo 2
La preghiera pubblica. 1 - Ti esorto dunque prima di tutto a far preghiere, supplicazioni,
invocazioni, azioni di grazie per tutti gli uomini, 2 e per i re e tutti quelli che stanno in posizione
elevata, affinchè possiamo condurre una vita tranquilla e quieta, con tutta pietà e dignità. 3 Questo
è bello e accetto al cospetto di Dio Salvatore nostro, 4 il quale vuole che tutti gli uomini si salvino,
e pervengano al riconoscimento della verità. 5 Poichè uno è Iddio, uno anche il mediatore fra Dio
e gli uomini, Cristo Gesù uomo, 6 colui che diede se stesso prezzo di riscatto per tutti;
testimonianza fatta nel suo proprio tempo; 7 per la quale io sono stato costituito araldo e apostolo
(dico la verità, non mento), maestro dei Gentili nella fede e nella verità. 8 Io voglio dunque che in
ogni luogo preghino gli uomini, alzando mani pure, senz'ira e senza dispute. 9 Parimenti le donne
voglio che si abbiglino in modo decoroso, con verecondia e modestia, non in riccioli e oro o perle o
vesti preziose, 10 ma, come conviene a donne che fan professione di pietà, con opere buone. 11 La
donna impari silenziosa e in tutta soggezione; 12 di far da maestra, alla donna non lo permetto, nè
di dominar sull'uomo, ma se ne stia in silenzio. 13 Poichè prima fu plasmato Adamo, poi Eva. 14 E
Adamo non fu sedotto, fu la donna a lasciarsi sedurre, e però cadde in trasgressione; 15 sarà salvata
per la procreazione di figli, purchè rimanga nella fede e nella carità e nella santità con modestia.
Capitolo 3
La scelta dei ministri sacri. 1 - Parola sicura questa: Se alcuno aspira all'ufficio di vescovo,
desidera una cosa bella e buona. 2 Ma il vescovo bisogna che sia irreprensibile; marito di una sola
donna, sobrio, prudente, dignitoso, costumato, ospitale, atto ad insegnare; 3 non sia dedito al vino,
nè violento, ma mite, pacifico, senza amor di danaro, 4 della propria casa buon direttore e tenga i
figliuoli così da essere subordinati con perfetta condotta; 5 se uno non sa governare la propria
casa, come potrà aver cura della Chiesa di Dio? 6 Non sia un neofito, perchè non succeda che
gonfiandosi d'orgoglio, incorra nella condanna del diavolo.7 Ancora bisogna ch'egli sia in buona
riputazione presso gli estranei, perchè non cada in discredito e nei lacci del diavolo.8 I diaconi del
pari convien che siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino, non avidi di brutto
guadagno, 9 ma conservino il mistero della fede con pura coscienza. 10 E anche questi siano
prima messi alla prova, e siano addetti all'ufficio di diaconi quando siano inappuntabili. 11 Del pari
le donne siano caste, non malediche, sobrie, fedeli in tutto. 12 Anche i diaconi siano mariti di una
donna sola, e sappiano tener bene i figliuoli e le case proprie. 13 Quelli che hanno adempito bene il
loro ufficio di diaconi, si fanno un posto onorevole e acquistano una grande sicurezza nella fede in
Cristo Gesù. 14 Queste cose io ti scrivo, pur sperando di venir presto da te, 15 affinchè, se mi
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capiterà di tardare, tu sappia come regolarti nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente,
colonna e base della verità. 16 Senza contrasto è grande il mistero della pietà. Colui che si
manifestò in carne, che fu giudicato nello Spirito, fu visto dagli angeli, fu annunziato alle Genti, fu
creduto nel mondo, fu assunto nella gloria.
Capitolo 4
Come opporsi agli errori. 1 - Ma lo Spirito dice espressamente che nei tempi avvenire alcuni
apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti ingannatori e a dottrine di demoni 2 ipocritamente
mentitori, bollati a fuoco nella propria coscienza, 3 i quali vietano le nozze, e vogliono l'astensione
da cibi che Dio ha creati per il godimento, con azioni di grazie, dei fedeli e di quelli che han
conosciuto la verità. 4 Giacchè ogni cosa creata da Dio è buona, e nessuna è da rigettare, se presa
con azioni di grazia; 5 essendo santificato per la parola di Dio e per la preghiera. 6 Queste cose
proponendo ai fratelli, sarai un buon diacono di Cristo Gesù, nutrito colle parole della fede e della
sana dottrina, che tu hai esattamente seguìto. 7 E le favole profane e da vecchierelle, rigettale:
esercitati invece nella pietà. 8 Poichè l'esercizio del corpo è utile a poco, ma la pietà è utile a tutto;
avendo promessa di vita, sì della vita presente, sì della futura. 9 Ecco una parola sicura e da
accettarsi con piena fiducia: 10 per questo noi ci affatichiamo e lottiamo, perchè abbiamo messo la
nostra speranza nel Dio vivente, il quale è il Salvatore di tutti gli uomini, massime dei fedeli. 11 Tu
annunzia queste cose e insegnale. 12 Nessuno abbia a disprezzare la tua giovinezza, ma sii modello
ai fedeli nella parola, nella condotta, nella carità, nella fede, nella purezza. 13 Fin ch'io torni bada
alla lettura, all'esortazione, all'insegnamento. Anno 65 d.C. circa. Dalla Macedonia. 14 Non
trascurare il carisma che è in te, il quale ti fu dato per ispirazione profetica, con l'imposizione delle
mani degli anziani. 15 Cura queste cose, vivi in quelle, perchè il tuo progredire sia palese a tutti.
persevera; facendo così, salverai te stesso e i tuoi ascoltatori.
Capitolo 5
Vedove e seniori. 1 - Non muover rimproveri all'uomo d'età, ma rivolgigli la tua esortazione come
a un padre, e i giovani trattali come fratelli, 2 le donne anziane come madri e le giovani come
sorelle, con ogni castità. 3 Onora le vedove che veramente son vedove. 4 E se una vedova ha
figliuoli o nipoti, questi imparino prima di tutto a usar pietà verso la propria casa, e a rendere il
contraccambio ai genitori, poichè questo è accetto al cospetto di Dio. 5 La vera vedova, rimasta
sola, ha riposto le sue speranze in Dio e persevera nelle preghiere e nelle supplicazioni, di notte e di
giorno; 6 ma quella che si dà alla lussuria, pur vivendo è morta. 7 Fa' loro queste esortazioni,
perchè siano irreprensibili. 8 Che se alcuno non pensa a' suoi, massime a quei di casa, costui ha
rinnegato la fede ed è peggio d'un infedele. 9 Una vedova non sia messa in nota se non abbia
almeno sessant'anni di età, e sia stata moglie d'un solo marito, 10 e abbia attestazione di opere
buone, se allevò figliuoli, se praticò l'ospitalità, se lavò i piedi dei santi, se aiutò gl'infelici, se ad
ogni opera buona tenne dietro. 11 Le vedove giovani trascurale, perchè quando son diventate
tracotanti contro Cristo, vogliono rimaritarsi, 12 avendo la condanna di aver rotto la prima fede; 13
e insieme sfaccendate s'abituano ad andar in giro per le case; non solo sfaccendate, ma anche
chiacchierone, pettegole, curiose, e cinguettano di quel che non devono. 14 Perciò voglio che le più
giovani si sposino, facciano figli, governino la casa, in modo da non dar nessuna occasione
all'avversario di maldicenza. 15 E già alcune si son sviate per andar dietro a Satana. 16 Se
qualcuno tra i fedeli ha delle vedove, le soccorra e non ne sia aggravata la Chiesa, perchè questa
possa bastare a quelle che veramente son vedove. 17 Gli anziani che si comportano bene
nell'ufficio di capi, siano fatti degni di doppio onore, massime quei che s'affaticano nel parlare e
nell'insegnare. 18 Dice la Scrittura: «A bue che trebbia non mettere la musoliera», e «degno è
l'operaio della sua mercede». 19 Contro un anziano non ricevere accuse, salvo se sostenute da due
o tre testimoni. 20 Quelli che sbagliano riprendili in faccia a tutti, perchè anche gli altri abbiano
paura. 21 Ti scongiuro dinanzi a Dio e a Cristo Gesù e agli angeli eletti di osservar questi precetti,
senza prevenzione, nulla facendo per spirito di parzialità. 22 Non imporre le mani a nessuno con
precipitazione, e non prender parte ai mancamenti altrui; conservati puro. 23 Non bever più
soltanto acqua, ma fa' uso di un po' di vino per via del tuo stomaco e delle tue frequenti
indisposizioni. 24 I peccati di certe persone sono manifesti, prevenendo il giudizio, mentre per altri
si scopron dopo; 25 parimente le opere buone son manifeste, e quelle che non lo sono non possono
rimaner nascoste.
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Capitolo 6
1 - Quanti son sotto il giogo schiavi, d'ogni onore stimino degni i proprii padroni, perchè non si
dica male del nome di Dio e della disciplina nostra. 2 E quelli che hanno i padroni credenti, non li
disprezzino, per il motivo che son fratelli, ma piuttosto li servano bene appunto perchè son fedeli e
diletti quelli che son partecipi d'un tal benefizio. Raccomandazioni Diverse. Saluti. Tali cose
insegna ed esorta. 3 Se qualcuno insegna cose diverse e non si attiene ai sani discorsi, quelli del
nostro Signor Gesù Cristo, e conformi alla disciplina della pietà, 4 è pieno d'orgoglio e non sa
nulla, ma ha la malattia delle dispute e delle logomachie, onde nasce invidia, discordia, maldicenza,
sospetti cattivi, 5 controversie di uomini corrotti di mente e privati della verità, gente che crede la
pietà strumento di guadagno. 6 Ed è veramente fonte di guadagno grande la pietà accompagnata
dal contentarsi di quel che si ha; 7 poichè nulla abbiam portato nel mondo e senza dubbio nulla ne
possiamo portar via; 8 ma avendo cibi e vestimenti, di questi ci contenteremo. 9 Ma quelli che
vogliono arricchire, cadono nella tentazione e nel laccio del diavolo, e concepiscono molti desiderii
stolti e dannosi, che sommergono gli uomini nella rovina e nella perdizione. 10 Giacchè radice di
tutti i mali è l'amor del denaro, a cui aspirando taluni si sviarono dalla fede e si son creati molti
guai. 11 Tu, o uomo di Dio, fuggi codeste cose, segui invece la giustizia, la pietà, la fede, la carità,
la costanza, la mansuetudine. 12 Combatti il buon combattimento della fede, afferra l'eterna vita a
cui sei stato chiamato, e hai fatto quella bella professione di fede in presenza di molti testimoni. 13
Ti scongiuro davanti a Dio, dator di ogni vita e di Cristo Gesù, che rese testimonianza davanti a
Ponzio Pilato facendo quella bella professione, 14 di osservare questi precetti, immacolato,
irreprensibile, fino all'apparizione del nostro Signor Gesù Cristo; 15 cui a suo tempo farà vedere il
beato e unico Sovrano, re dei re. Signore dei Signori, 16 l'unico che possiede l'immortalità, che
abita una luce inaccessibile e che nessuno degli uomini vide, nè può vedere, al quale s'appartiene
onore e potere sempiterno. Amen. 17 Ai ricchi dell'età presente dà il consiglio di non essere alteri
d'animo, e di non riporre la speranza nell'incerto della ricchezza, ma di sperar in Dio, che ogni cosa
ci somministra copiosamente per il nostro godimento; 18 facciamo del bene, si arricchiscano di
opere buone, siano facili a dare, a far parte 19 tesoreggiando così per se stessi un buon fondamento
per l'avvenire, affinchè possano raggiungere quella che è veramente vita. 20 O Timoteo, custodisci
il deposito, evitando le profane novità d'espressioni e le contraddizioni di quella che falsamente si
chiama scienza, 21 cui annunziando taluni persero la mira della fede.La grazia sia con voi!
SECONDA LETTERA A TIMOTEO Anno 67 d.C. Da Roma al termine della 2ª prigionia,
prima di morire.
Capitolo 1
Intestazione e azioni di grazie. 1 - Paolo apostolo di Cristo Gesù per volere di Dio secondo la
promessa di vita in Cristo Gesù, 2 al diletto figlio Timoteo, grazia, misericordia, pace da Dio Padre
e da Cristo Gesù nostro Signore. 3 Grazie a Dio, al quale servo, come già gli antenati miei, in pura
coscienza, io fo sempre, senza tralasciar mai, menzione di te nelle mie preghiere, di notte e di
giorno; 4 e ricordando le tue lagrime vivamente desidero di vederti per esser ricolmo di gioia; 5
ho presente la sincera fede che è in te, quale prima albergava nella tua nonna Loide e in tua madre
Eunice, e son ben persuaso che alberga anche in te. 6 Per questa ragione ti rammento di ravvivare
il carisma di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani. 7 Poichè Iddio ci ha dato non uno
spirito di viltà, ma di forza e di amore e di saggezza. 8 Non ti vergognare dunque di render
testimonianza al nostro Signore nè di me incatenato per lui, ma soffri anche tu per il Vangelo,
sorretto dalla virtù di Dio; 9 il quale ci ha salvati e ci ha chiamati con una santa chiamata, non già
per le nostre opere, ma secondo il proprio disegno e per la grazia concessa a noi in Cristo Gesù
avanti che cominciasse il tempo dei secoli; 10 grazia manifestata ora per l'apparizione del Salvatore
nostro Cristo Gesù, il quale annullò la morte, e alla vita diè luce e immortalità mediante il
Vangelo,11 per il quale io sono stato designato araldo e apostolo e maestro dei Gentili. 12 È questa
la causa per cui io soffro queste cose; ma non me ne vergogno, perchè so in chi ho posto fede, e son
convinto che egli ha il potere di conservare il mio deposito fino a quel giorno. 13 Tu conserva,
nella fede e nell'amore in Cristo Gesù, la sostanza delle sane istruzioni che hai ricevuto da me. 14
E il bel deposito custodisci per mezzo dello Spirito Santo che abita in noi. 15 Tu sai come si sono
alienati da me tutti quelli dell'Asia, tra i quali Figello e Ermogene. 16 Usi il Signore misericordia
alla famiglia di Onesiforo, che spesso mi ha consolato, e della mia prigionia non s'è vergognato, 17
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ma venuto egli a Roma mi ha con sollecitudine cercato e mi ha trovato, - 18 gli conceda Iddio di
trovar misericordia presso il Signore in quel giorno -; e quanti servigi egli mi rese ad Efeso tu lo sai
meglio di me.
Capitolo 2
1 - Tu dunque, figlio mio, fortificati nella grazia in Cristo Gesù, 2 e le cose che hai sentito da me
a mezzo di molti testimoni, tu trasmettile a persone fedeli, che saranno in grado di ammaestrare
altri. 3 Anche tu sopporta i dolori come buon soldato di Cristo Gesù. 4 Nessuno che militi
s'implica in affari della vita, allo scopo di piacere a chi lo ha arrolato.5 Anche chi prende parte alle
gare atletiche, non riceve la corona se non ha combattuto secondo le regole. 6 Il contadino che
lavora bisogna che abbia prima la sua parte di frutti. 7 Rifletti a quel che ti dico, giacchè il Signore
ti darà intelligenza in ogni cosa. 8 Ricordati che Gesù Cristo risuscitò dai morti, Egli del seme di
David, secondo il mio Vangelo. 9 Per il quale soffro de' guai, fino alle catene, come un malfattore;
ma la parola di Dio non si lega con catene. 10 Per questo sopporto tutto, per amor degli eletti,
affinchè anche loro conseguano la salvezza in Cristo Gesù, coll'eterna gloria. 11 È parola di fede,
che se siamo insieme morti, con lui insieme anche vivremo; 12 se siamo costanti con lui anche
regneremo: se lo rinnegheremo anch'egli rinnegherà noi; 13 se siamo fedeli noi, egli rimane fedele
perchè non può mica rinnegare se stesso. Condotta da tenere coi novatori. 14 Queste cose
richiama alla memoria, scongiurando davanti a Dio, che non si contrasti a parole; cosa che non
giova a nulla se non alla rovina di quelli che ascoltano. 15 Tu studiati di comparire degno di
approvazione davanti a Dio, come operaio che non ha da arrossire mai, dispensando
convenientemente la parola di verità. 16 Evita le profane e vuote chiacchiere; poichè avanzeranno
sempre più nell'empietà, 17 e la loro parola va serpeggiando come cancrena. Son di questo numero
Imeneo e Fileto, 18 i quali han perso di mira la verità, dicendo che la risurrezione è già avvenuta, e
sovvertono la fede di alcuni. 19 Pure saldo rimane il fondamento di Dio, e porta questo suggello:
«Ha ben conosciuto il Signore quelli che son suoi» e: «Si ritragga dall'iniquità» chiunque
«pronunzia il nome del Signore». 20 In una gran casa non vi sono soltanto vasi d'oro e d'argento,
ma anche di legno e d'argilla, gli uni a uso d'onore, gli altri a uso vile; 21 se adunque uno si sarà
serbato puro da tali cose, sarà come un vaso di rispetto, santificato, utile al padrone adatto a
qualunque opera buona. 22 Fuggi le passioni giovanili, segui la giustizia, la fede, la carità, la pace,
con quelli che invocano il Signore con puro cuore. 23 E le stolte e incivili dispute evitale, sapendo
che generano contese; 24 un servo del Signore non deve litigare ma esser affabile con tutti, bravo a
insegnare, paziente, 25 tale che con mitezza ammaestri quelli che gli si schieran contro, se mai
conceda loro Iddio il pentimento per riconoscere la verità, 26 e ritornino in sè liberandosi dai lacci
del diavolo, che li aveva fatti prigionieri perchè eseguissero la volontà sua.
Capitolo 3
1 - Or sappi questo, che negli ultimi giorni verranno dei tempi difficili; 2 perchè gli uomini
saranno egoisti, avidi di danaro, vantatori, superbi, maldicenti, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi,
disamorati, sleali, calunniatori, intemperanti, crudeli, 3 senz'amor di bene, 4 traditori, temerari,
gonfi di orgoglio, amanti del piacere, più che di Dio, 5 con parvenza di pietà, ma rinnegatori di
quel che n'è l'essenza vera. Anche costoro fuggi; 6 perchè tra essi vi son quelli che s'insinuano
nelle case, e accalappiano delle donnicciuole cariche di peccati, trascinate da svariate passioni, 7
che imparan sempre e non posson mai giungere alla conoscenza della verità. 8 E in quel modo che
Janne e Jambre si opposero a Mosè, così anche costoro resistono alla verità; gente corrotta di mente,
di nessun valore per rispetto alla fede. 9 Ma non andranno molto avanti, poichè la loro stoltezza si
farà manifesta a tutti, come fu anche il caso di quei due. 10 Ma tu hai seguito dappresso la mia
dottrina, la mia condotta, i propositi, la fede, la longanimità, l'amore, la costanza, 11 le persecuzoni,
i patimenti, quali mi sopravvennero in Antiochia, a Iconio, a Listri; sai quali persecuzioni io ho
sopportato, e da tutte mi ha liberato il Signore. 12 E quanti vogliono vivere piamente in Cristo
Gesù, saranno perseguitati. 13 Ma i malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, traviatori e
traviati. 14 Tu attienti a quello che hai imparato e di cui ti sei fatto persuaso, sapendo da chi hai
imparato, 15 e che fin da fanciullo conoscevi le sacre Scritture, le quali hanno la virtù di darti la
saggezza che ti porterà alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. 16 Tutta la Scrittura è
divinamente ispirata, e utile ad insegnare, a redarguire, a correggere, a educare alla giustizia 17
affinchè l'uomo di Dio sia perfetto e reso adatto a qualsiasi opera buona.
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Capitolo 4
Bisogna insistere fino all'ultimo. 1 - Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che deve
giudicare i vivi e i morti, nel nome della sua apparizione e del suo regno, 2 fatti araldo della parola
divina, insisti a tempo opportuno e anche non opportuno, confuta, sgrida, esorta, con grande
pazienza e voglia d'insegnare. 3 Poichè vi sarà un tempo che non sopporteranno la sana dottrina,
ma secondo le proprie passioni, per prurito di orecchio, faran sì che si affollino i maestri; 4 ma
dalla verità ritrarranno l'orecchio per voltarsi alle favole. 5 Tu sii vigile in ogni cosa, pronto a
soffrire, e a far opera di evangelista, adempi i doveri del tuo ministero. 6 Quanto a me, già sono
offerto in libagione, e il tempo del mio discioglimento è imminente. 7 Ho combattuto il buon
combattimento, ho compiuto la mia carriera, ho conservato la fede; 8 quel che resta è pronta per
me la corona della giustizia, che darà a me in quel giorno il Signore, il giusto giudice, e non solo a
me ma a tutti quelli che amano la sua venuta. Ultime raccomandazioni e saluti. Studiati di venir
presto da me; 9 poichè Demade mi ha lasciato, per amore di questo secolo, e se n'è andato a
Tessalonica. 10 Crescente è andato in Galazia e Tito in Dalmazia; 11 solo rimane Luca con me.
Prendi teco Marco e menalo con te, poichè mi è molto utile pel ministero. 12 Tichico l'ho mandato
a Efeso. 13 Il mantello che lasciai a Troade presso Carpo, venendo portamelo, e anche i libri,
specialmente le pergamene. 14 Alessandro il ramaio, mi ha fatto del male assai; lo retribuirà il
Signore secondo le sue opere. 15 Guardatene anche tu perchè troppo violentemente si è opposto
alle nostre parole. 16 Nella mia prima difesa nessuno mi è stato appresso, ma tutti mi
abbandonarono; che non sia loro imputato! 17 Ma il Signore m'assistè e mi diè forza affinchè per
mio mezzo fosse compiuta la predicazione e l'odano tutte le Genti, e fui liberato dalla bocca del
leone. 18 E mi libererà il Signore da ogni opera malvagia, e mi salverà nel suo regno celeste; a lui
gloria nei secoli dei secoli. Amen. 19 Saluta Prisca e Aquila e la famiglia di Onesiforo. 20 Erasto è
rimasto in Corinto, Tròfimo l'ho lasciato a Mileto poco bene in salute. 21 Cerca di venire prima
dell'inverno. Ti saluta Eubulo e Pudente e Lino e Claudia e tutti i fratelli. 22 Il Signore sia col tuo
spirito.La grazia con voi.
LETTERA A TITO anno 65 d.C. Da Roma (presumibilmente).
Capitolo 1
Intestazione e Saluti. 1 - Paolo, servo di Dio, apostolo di Gesù Cristo per la fede degli eletti di
Dio e per il riconoscimento della verità, che è secondo la pietà, 2 e si fonda sulla speranza della
vita eterna, la quale promise Iddio infallibile prima che cominciassero i secoli, 3 e a tempo
opportuno manifestò la sua parola nella predicazione, di cui io fui incaricato per ordine di Dio
Salvatore nostro, 4 a Tito diletto figlio mio secondo la fede comune, grazia e pace da Dio Padre e
da Cristo Gesù nostro Salvatore. Qualita' dei presbiteri. 5 Per questo appunto t'ho lasciato in
Creta, affinchè tu completi l'opera di riordinamento, e stabilisca città per città dei presbiteri, così
com'io t'ho ordinato, 6 se qualcuno v'è irreprensibile, marito di una sol donna, che abbia figliuoli
credenti, senza traccia di dissolutezza o di insubordinazione. 7 Giacchè il vescovo ha da essere
uomo irreprensibile, come amministratore di Dio, non arrogante, non iracondo, non dedito al vino,
non violento, non cercatore di turpe lucro; 8 ma per contro ospitale, amante di bene, saggio, giusto,
pio, temperante, 9 attaccato alla parola di fede conforme all'insegnamento avuto; affinchè sia in
grado anche di esortare nella sana dottrina e di confutare quelli che la contraddicono. 10 Giacchè
molti vi sono insubordinati, chiacchieroni e ingannatori, massime fra i circoncisi, 11 ai quali
bisogna chiuder la bocca; costoro sovvertono intiere famiglie insegnando quel che non si deve, per
vil guadagno. 12 Disse uno di loro, un loro proprio profeta: «I Cretesi sempre bugiardi, male bestie,
ghiottoni, infingardi»; 13 questa testimonianza è vera. Per la qual cosa redarguiscili recisamente,
perchè si risanino nella fede, 14 non dando retta a favole giudaiche e a precetti di uomini che voltan
le spalle alla verità. 15 Tutto è puro per i puri; per i contaminati e gli infedeli nulla è puro, ma si è
contaminata in loro anche la mente e la coscienza. 16 Professano di saper chi è Dio, ma colle opere
lo rinnegano, essendo abominevoli e ribelli e incapaci di qualsiasi opera buona.
Capitolo 2
Riforma dei costumi. 1 - Ma tu discorri le cose che si convengono alla sana dottrina. 2 Che i
vecchi sian sobrii, degni di rispetto, saggi, sani nella fede, nell'amore, nella costanza; 3 e le donne
d'età parimente si mantengano in un contegno di decorosa santità, non siano maldicenti, non schiave
del molto vino, maestre di bene, 4 acciocchè rendan savie le giovani, sì da amare i mariti loro,
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amanti dei figli, 5 sagge, caste, lavoratrici in casa, buone, soggette ai proprii mariti, affinchè della
parola di Dio non si dica male. 6 Del pari esorta i giovani a esser savii in tutto, 7 mostrando te
stesso modello di opere buone, e nell'insegnare mostra purità, gravità, 8 parola sana e
incensurabile, acciocchè chi ci sta contro abbia rispetto, non avendo nulla di male da dire di noi. 9
Gli schiavi siano soggetti ai loro padroni in tutto, compiacenti, non abbiano lo spirito di contraddire,
10 di mettere da parte a vantaggio proprio, ma mostrino in tutto la loro buona fede, in modo da far
onore in ogni cosa alla dottrina del nostro Salvatore Dio. 11 Poichè la grazia di Dio s'è mostrata
salvatrice per tutti gli uomini 12 ammaestrandoci, affinchè rinnegando l'empietà e le cupidigie
mondane, saggiamente e giustamente e piamente viviamo nella presente vita, 13 attendendo quella
beata speranza che è l'apparizione gloriosa del gran Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo; 14 il quale
ha dato se stesso per noi affine di riscattarci da ogni iniquità e purificare per sè un popolo di sua
proprietà, zelatore di opere buone. 15 Tali cose insegna ed esorta, e riprendi con tutta l'autorità. Che
nessuno ti disprezzi.
Capitolo 3
Doveri generali dei cristiani. 1 - Rammenta loro che siano soggetti ai magistrati in carica,
ubbidiscano, siano pronti a ogni opera buona, 2 non dican male di alcuno, non siano litigiosi, ma
modesti, e mostrino tutta la mitezza possibile verso tutti. 3 Eravamo anche noi una volta insensati,
increduli, traviati, schiavi alle passioni e ai piaceri di ogni sorta, vivendo in malizia e invidia,
detestabili e in odio gli uni agli altri. 4 Ma quando apparve la bontà e l'amore verso gli uomini di
Dio Salvatore nostro, 5 egli ci salvò, non per opere di giustizia fatte da noi, ma secondo la sua
misericordia, mediante il lavacro di rigenerazione e un rinnovamento dello Spirito Santo, 6 ch'Egli
copiosamente diffuse su noi per mezzo di Cristo Gesù Salvatore nostro, 7 affinchè giustificati per
la grazia di lui diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna. 8 Parola di fede è questa, e su ciò
voglio che tu parli con tutta sicurezza, affinchè quelli che han creduto in Dio, procurino di stare
intenti alle opere buone. 9 Queste son le cose belle e utili agli uomini; ma le stolte discussioni e
genealogie e contese e le controversie legali, queste sfuggile, chè sono inutili e vane. 10 L'uomo
eretico, dopo una o due ammonizioni, evitalo, 11 sapendo che un siffatto s'è fuorviato, e pecca,
essendo condannatore di se stesso. Ultime raccomandazioni e saluti. 12 Quando t'avrò mandato
Artema o Tichico, affrettati a venir da me qua a Nicopoli, perchè ivi ho deciso di svernare. 13
Provvedi al viaggio di Zena il giureconsulto e di Apollo, affinchè non manchi loro nulla. 14 E
imparino anche i nostri ad iniziare buone opere per i bisogni urgenti, onde non siano disutili. 15 Ti
salutano tutti quelli che sono con me. Saluta quelli che ci amano nella fede.La grazia sia con tutti
voi.
LETTERA A FILEMONE Anno 63 d.C. Da Roma.
1 - Paolo, prigioniero di Cristo Gesù e il fratello Timoteo al caro Filemone nostro cooperatore, 2
e alla sorella Appia, e ad Archippo nostro compagno d'armi e alla chiesa di casa tua, 3 grazia a voi
e pace da Dio nostro Padre e dal Signor Gesù Cristo. 4 Ringrazio il mio Dio ogni volta, e fo
menzione di te nelle mie preghiere, 5 udendo l'amor tuo e la fede che hai nel Signor Gesù e in tutti
i santi; 6 prego che la comunanza della fede tua diventi efficace nel far riconoscere tutto il bene
che è fra noi in Cristo. 7 Davvero una gran gioia io ebbi e consolazione per l'amor tuo; perchè le
viscere dei santi per l'opera tua ebbero un grande sollievo, o fratello. 8 Per la qual cosa, pur avendo
in Cristo molta libertà di ordinarti quel che convenga, 9 preferisco pregarti a titolo di carità, così
come sono, Paolo, vecchio e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. 10 Ti prego per il figlio mio, che
ho generato tra le catene, Onesimo, 11 quello che una volta fu disutile a te, e ora sarà a te e a me
utilissimo; 12 io l'ho rimandato a te, lui, cioè le mie viscere. 13 Lo volevo tenere presso di me,
affinchè in vece tua mi servisse nelle catene del Vangelo; 14 ma non ho voluto far nulla senza il tuo
parere, affinchè il benefizio tuo non fosse forzato ma volontario. 15 Giacchè forse per questo fu
separato da te per un po' di tempo, affinchè tu lo ricuperassi in eterno, 16 non più come schiavo, ma
più che schiavo fratello carissimo, massime per me quanto più per te, e nella carne e nel Signore. 17
Dunque se tu tieni me per intrinseco, accoglilo come me stesso. 18 E se ti ha fatto torto o ti deve
ancor qualcosa, questo mettilo a mio conto. 19 Io Paolo ho scritto di mio pugno il «pagherò», per
non dirti che tu sei debitore a me di te stesso. 20 Sì, fratello, possa io ricavare un utile da te nel
Signore, dà questo sollievo al mio cuore in Cristo. 21 Ti ho scritto fiducioso nella tua obbedienza,
sapendo che tu farai anche di più di quel che dico. 22 E al tempo stesso preparami l'ospitalità,
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perchè spero che per le vostre preghiere vi sarò ridonato. 23 Ti saluta Epafra il mio compagno di
prigionia in Cristo Gesù, 24 e con lui Marco, Aristarco, Demade, Luca, miei collaboratori. 25 La
grazia del Signore Gesù Cristo sia col vostro spirito.
LETTERA AGLI EBREI nni tra il 63 ed il 64 d.C. Dall'Italia.
Capitolo 1
Gesù Cristo è superiore agli Angeli. 1 - Dopo aver Iddio in antico, a più riprese e in molte guise,
parlato ai nostri padri per mezzo dei profeti, 2 in questi ultimi tempi parlò a noi a mezzo del Figlio
suo, ch'egli costituì erede di ogni cosa, per mezzo del quale creò anche i secoli. 3 Questo Figlio,
essendo il riflesso della gloria di Dio e l'impronta della sua sostanza, e tutto sostenendo colla parola
della sua potenza, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, si assise alla destra della Maestà
divina nel più alto de' cieli, 4 diventato così tanto superiore agli angeli quanto più alto nome
ereditò in comparazione di loro. 5 Difatti, a qual mai degli angeli disse Iddio: «Figlio mio sei tu,
oggi ti ho generato?» e di nuovo: «Io sarò a lui come padre, ed egli sarà a me come figlio?». 6 E
quando altra volta introduce il primogenito nel mondo dice: «E s'inchinino a lui tutti gli angeli di
Dio». 7 E rispetto agli angeli dice: «Colui che fa suoi angeli i vènti e suoi servi i fuochi
fiammanti». 8 Invece rispetto al figlio: «Il tuo trono, o Dio, è eterno» e: «La verga della rettitudine
è scettro del tuo regno»; e: 9 «Tu hai amato la giustizia e odiato la iniquità; per questo ti unse
Iddio, il Dio tuo, dell'olio dell'allegrezza ben più che i tuoi compagni»; 10 e: «Tu da principio, o
Signore, hai fondato la terra, e opera delle tue mani sono i cieli; 11 essi periranno, ma tu rimarrai,
tutti invecchieranno come un vestito, 12 tu li rivolterai come un mantello, ed essi saranno rivoltati,
ma tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non verranno meno». 13 A qual degli angeli disse mai:
«Siedi alla mia destra infino a che io faccia de' tuoi nemici lo sgabello de' tuoi piedi?». 14 Non
sono tutti spiriti al servizio [di Dio], inviati a cagione di quelli che devono ricevere l'eredità della
salvezza?
Capitolo 2
Applicazione pratica. 1 - Per questo bisogna che noi tanto più ci atteniamo alle cose udite, per
evitare che per avventura ci avvenga di fuorviare. 2 Poichè se la parola proclamata per mezzo
d'angeli ha avuto la sua sicura conferma, e ogni trasgressione e disobbedienza ha avuto una giusta
retribuzione, 3 come scamperemo noi trascurando una cosiffatta salvezza, che annunziata prima
dal Signore, è stata in noi confermata da quelli che l'avevano udita, 4 rendendo insieme
testimonianza Iddio con segni e prodigi e ogni sorta di miracoli, e con i doni dello Spirito Santo
distribuiti secondo la sua volontà? 5 Difatti non agli angeli sottopose Iddio il mondo a venire di cui
parliamo. 6 E lo attestò qualcuno dicendo in un luogo: «Che cosa è l'uomo che tu ti ricordi di lui?
O il figliuol dell'uomo, che tu ne prenda cura? 7 Tu l'hai fatto un poco inferiore agli angeli; di
gloria e di onore lo hai coronato; e lo hai costituito sopra le opere delle tue mani. 8 Ogni cosa hai
posto sotto i suoi piedi». Nel sottoporgli tutte le cose nulla lasciò che non fosse sottoposto. Ma per
ora non vediamo ancora gli siano sottoposte tutte le cose; 9 bensì quel Gesù che è stato fatto un
poco inferiore agli angeli, noi lo vediamo, per via della morte patita, coronato di gloria e d'onore,
affinchè per la grazia di Dio a favor di tutti subisse la morte. 10 Giacchè ben si conveniva a colui,
per mezzo del quale e a cagione del quale ogni cosa è, volendo condurre alla gloria molti figliuoli,
render perfetto per via di patimenti l'autore della salvezza. 11 Poichè e chi santifica e i santificati
provengono tutti da uno; gli è per questo che non ha scrupolo di chiamarli fratelli dicendo: 12
«Annunzierò il tuo nome a' miei fratelli; in mezzo all'assemblea ti loderò».13 E di nuovo: «Io
metterò la mia fiducia in Lui», e ancora: «Eccomi, io e i figliuoli che Dio m'ha dato». 14 Poichè
dunque i figliuoli partecipano del sangue e della carne, anch'egli ugualmente ne ebbe parte, affinchè
per mezzo della morte annientasse colui che ha il potere della morte, cioè il diavolo, 15 e liberasse
tutti quelli che, per paura della morte, durante tutto il loro vivere erano soggetti a schiavitù. 16
Giacchè non certo ad angeli Egli viene in aiuto, ma viene in aiuto al seme di Abramo. 17 Ond'è
ch'egli doveva in tutto essere fatto simile a' suoi fratelli, per diventare misericordioso e fedele
sacerdote nelle cose divine, affinchè fossero espiate le colpe del popolo. 18 Poichè appunto per
essere stato provato lui e avere sofferto, per questo può venire in aiuto a quelli che sono nella prova.
Capitolo 3
Gesù Cristo è superiore a Mosè. 1 - Voi dunque, fratelli santi, che siete partecipi alla celeste
chiamata ben considerate l'apostolo e il sommo sacerdote della nostra fede, Gesù; 2 il quale è
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fedele a colui che l'ha costituito, come anche Mosè fu [fedele] in tutta la casa di Lui. 3 Giacchè
Gesù è stato fatto degno di tanta maggior gloria in confronto di Mosè, quanto maggior onore ha, in
confronto a una casa, chi l'ha costruita. 4 Poichè ogni casa vien costruita da qualcuno e chi ha
costruito ogni cosa è Dio. 5 Ora Mosè fu sì fedele in tutta la casa di Dio come servitore, a
testimonianza delle cose che sarebbero state annunziate, 6 ma Cristo fu, come figlio, soprastante
alla propria casa e la sua casa siamo noi, a condizione che manteniamo salda sino alla fine la sicura
fiducia e la speranza di cui ci gloriamo. Bisogna perseverare nella fede di Cristo. 7 Perciò, come
dice lo Spirito Santo: «Oggi, se voi udite la sua voce, 8 non indurite i vostri cuori come al tempo
della contesa, nel giorno della tentazione nel deserto, 9 quando mi tentarono i vostri padri nella
prova. E videro le opere mie 10 per quarant'anni; per cui mi irritai con questa generazione, e dissi: -
Sempre si sviano nel cuor loro, e non hanno conosciuto le mie vie -; 11 sicchè io giurai nell'ira mia:
- Non entreranno nel mio riposo -». 12 Badate, o fratelli, che non vi sia in alcuno di voi un cuor
malvagio ed incredulo, sì da scostarsi dal Dio vivente, 13 ma esortatevi a vicenda ogni giorno, fino
a che si può dire «oggi», affinchè non «s'indurisca» qualcuno di voi per l'inganno del peccato; 14
poichè noi siam partecipi di Cristo alla condizione che manteniamo salda sino alla fine la fiducia
che avemmo a principio 15 quando si diceva: «Oggi se udite la voce di Lui, non indurite i vostri
cuori come al tempo della contesa». 16 E chi furono quelli che ascoltata la sua voce contesero con
Lui? non forse quelli tutti che erano usciti dall'Egitto per opera di Mose? 17 E contro chi s'irritò nei
quarant'anni? non con quelli che avevano peccato, i cui cadaveri giacquero nel deserto? 18 A chi
giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo se non a quelli che non avevan creduto? 19 E noi
vediamo che non poterono entrare per la loro incredulità.
Capitolo 4
1 - Temiamo dunque, non avvenga, che sussistendo ancora la promessa del poter entrare nel riposo
di lui, qualcuno di voi sembri esser giunto troppo tardi. 2 Poichè la buona novella è stata
annunziata a noi come a loro, ma a nulla giovò la parola udita da loro, non essendosi insinuata colla
fede negli ascoltatori. 3 Invece noi entriamo «nel riposo», noi che abbiamo creduto, secondo disse:
«Così giurai nell'ira mia: - Non entreranno nel mio riposo! -». E disse così, sebbene fossero già
terminate le sue opere da quando ebbe creato il mondo. 4 Difatti in qualche luogo ha detto del
settimo giorno così: «Dio nel settimo giorno si riposò da tutte l'opere sue». 5 E qui di nuovo: «Non
entreranno nel mio riposo». 6 Or poichè è concesso ad alcuni di entrarvi, e quei che prima
ricevettero la buona novella non vi entrarono per la loro disobbedienza, 7 di nuovo fissa un giorno
«oggi» dicendo in David, dopo tanto tempo, come s'è visto sopra: «Oggi, se udite la voce di lui, non
indurite i vostri cuori». 8 Poichè se Giosuè avesse loro dato il «riposo», David non avrebbe dopo
ciò parlato di un altro giorno. 9 Adunque è riserbato un giorno di riposo al popolo di Dio. 10
Poichè chi è entrato nel riposo di lui, anch'egli si riposa dalle opere proprie, come Iddio dalle sue.
11 Affrettiamoci dunque di entrare in quel riposo, perchè non avvenga che qualcuno cada dando lo
stesso esempio di disobbedienza. 12 Poichè viva è la parola di Dio, ed efficace, e più tagliente di
una spada a due tagli, e penetrante sino a dividere l'anima e lo spirito, e le giunture e le midolle, e
scrutatrice dei sentimenti e dei pensieri del cuore; 13 e non v'è creatura che rimanga nascosta
davanti a Lui, ma tutto è nudo e palese agli occhi suoi, e a Lui noi dobbiamo render conto. Gesù
Cristo è sommo sacerdote. 14 Avendo dunque un grande Sommo Sacerdote che ha traversati i
cieli, Gesù figlio di Dio, rimaniamo fermi nella professione di nostra fede. 15 Non abbiamo infatti
un sommo sacerdote che non possa compatire le nostre debolezze, ma invece è stato provato in tutto
a somiglianza di noi, salvo il peccato. 16 Accostiamoci dunque con fiducia al trono della grazia, per
ottenere misericordia e trovar grazia per opportuno soccorso.
Capitolo 5
1 - Ogni sommo sacerdote, proveniente dagli uomini, è costituito a vantaggio degli uomini per i
loro rapporti con Dio, allo scopo di offrire oblazioni e sacrifizi per i peccati; 2 egli può essere
indulgente verso gli ignoranti e i traviati, 3 poichè anch'egli è soggetto a debolezza, e per questo
deve, come per il popolo, così per se stesso soffrire sacrifici in espiazione dei peccati. 4 E non v'è
alcuno che assuma da sè la dignità, ma vi è chiamato da Dio, com'è il caso di Aronne. 5 Così anche
Cristo non s'arrogò da sè la gloria di diventare Sommo Sacerdote, ma gliela diede Colui che disse:
«Tu sei figlio mio, oggi io ti ho generato»; 6 come anche in altro luogo dice: «Tu sei sacerdote in
eterno secondo l'ordine di Melchisedec». 7 Egli nei giorni della sua vita nella carne, avendo con
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forti grida e lagrime, presentato preghiere e supplicazioni a chi lo poteva salvare dalla morte; ed
essendo stato esaudito a cagion della sua pietà, 8 pur essendo Figlio, imparò da quel che sofferse a
obbedire, 9 e giunto alla perfezione, divenne per tutti quelli che gli obbediscono, cagione di eterna
salvezza, 10 proclamato da Dio Sommo Sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec. 11 Intorno a
ciò è lungo il mio discorso e difficile a spiegare, perchè voi siete diventati lenti a capire. 12 Poichè
mentre per il tempo dovreste essere maestri, avete ancora bisogno vi s'insegnino i primi elementi
della parola di Dio, e siete diventati bisognosi di latte piuttosto che di nutrimento solido. 13 Chi
prende ancora latte, non ha esperienza del discorso della giustizia, essendo ancora bambino; 14 il
cibo solido è solo quello degli uomini fatti, cioè di quelli che per la pratica hanno le facoltà
esercitate al discernimento del bene e del male.
Capitolo 6
1 - Perciò lasciando da parte l'insegnamento elementare di Cristo, solleviamoci all'insegnamento
perfetto, senza affermare di nuovo i principi fondamentali del ravvederci dell'opere morte e della
fede in Dio, 2 della dottrina dei battesimi, dell'imposizione delle mani, della risurrezione dei morti,
e del giudizio eterno. 3 Faremo anche questo se Dio lo permetterà. 4 Poichè è impossibile che
quelli che furono una volta illuminati, quei che hanno gustato il dono celeste, e son diventati
partecipi dello Spirito Santo, 5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo a
venire, 6 [è impossibile] se un'altra volta cadano, ricondurli a penitenza, ricrocifiggendo essi per
conto proprio il Figlio di Dio ed esponendolo all'infamia. 7 La terra quando si imbeve della
pioggia che su lei spesso cade, se produce erbe utili a quelli per opera dei quali è coltivata essa ha
parte alla benedizione di Dio; 8 ma se non produce che spine e triboli, non gode stima, quasi quasi
è maledetta, e la sua fine è il fuoco. 9 Ma rispetto a voi, o diletti, se anche parliamo così, noi
abbiam fiducia in cose migliori, che menino alla salvezza. 10 Non è infatti ingiusto Iddio da
dimenticarsi delle opere vostre e dell'amore che mostraste al suo nome, avendo reso servigi ai santi
e tuttora rendendone. 11 E desideriamo che ciascuno di voi dimostri la stessa diligenza a
conservare la più intera fiducia sino alla fine, 12 affinchè non vi facciate pigri, ma siate imitatori di
quelli che per la fede e la perseveranza si fanno eredi della promessa. 13 Iddio quando fece la
promessa ad Abramo, poichè non aveva da giurare per uno più grande di se stesso, giurò per se
stesso, 14 dicendo: «Sì certo, ti benedirò e ti moltiplicherò». 15 Così avendo Abramo perseverato
nella fede, ottenne si effettuasse la promessa. 16 Gli uomini infatti giurano per uno più grande di
loro, e il giuramento come garanzia è fine a ogni disputa. 17 E Dio volendo più che mai mostrare
agli eredi della promessa l'immutabilità della sua risoluzione, intervenne con un giuramento, 18
affinchè per via di due cose immutabili, nelle quali è impossibile c'inganni Dio, noi avessimo un
vivo conforto, noi che ci eravamo rifugiati nell'attenerci stretti alla promessa postaci dinanzi; 19 la
quale speranza noi teniamo, àncora dell'anima, sicura e salda; la quale penetra di là dal velo, 20
dove, precursore per noi, entrò Gesù, fatto Sommo Sacerdote in eterno secondo l'ordine di
Melchisedec.
Capitolo 7
Gesù Cristo è Sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec. 1 - Questo Melchisedec, re di Salem,
sacerdote del Dio altissimo, colui che mosse incontro ad Abramo quando tornava dalla sconfitta dei
re, e lo benedisse, 2 a cui Abramo fece anche parte della decima d'ogni cosa, colui il cui nome fu
interpretato «re di giustizia» e poi anche «re di Salem» ossia re della pace, 3 colui che è senza
padre e senza madre, senza genealogia, e che non ha nè principio di giorni nè termine di vita - così è
fatto simile al figlio di Dio, - colui rimane sacerdote in eterno. 4 Considerate quanto è grande
colui, a cui il patriarca Abramo diede le decime del miglior bottino. 5 I discendenti dai figli di
Levi, che ricevono il sacerdozio, hanno, secondo la Legge, l'ordine di prender le decime dal popolo,
ciò è a dire, dai fratelli propri, sebbene usciti dai lombi di Abramo; Costui invece, che pure non è
iscritto nelle loro genealogie, ha prelevato la decima su Abramo e ha benedetto colui che aveva le
promesse. 7 Or senza alcuna possibilità di contraddire, è l'inferiore che riceve la benedizione del
superiore. 8 E qui uomini mortali ricevon le decime, là invece le prende uno di cui si attesta che
vive. 9 E (per così dire), Levi stesso che prende le decime, nella persona di Abramo ha ceduto le
decime 10 poichè era ancora nei lombi del padre quando lo incontrò Melchisedec. 11 Se dunque la
perfezione avesse potuto aver luogo per via del sacerdozio levitico (poichè sotto di esso ricevette il
popolo la sua legislazione), che bisogno c'era ancora sorgesse un altro sacerdote secondo l'ordine di
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Melchisedec, e non si dicesse secondo l'ordine di Aronne? 12 poichè mutato il sacerdozio, di
necessità avviene anche il mutamento della legge. 13 Poichè colui rispetto al qual si dice questo,
appartenne a un'altra tribù, dei cui discendenti nessuno fece servizio all'altare; 14 giacchè è certo
che il Signor nostro è sorto dalla tribù di Giuda, rispetto alla quale Mosè non disse nulla di relativo
a sacerdoti. 15 E molto più evidente ancora si fa la cosa quando si vede sorgere un altro sacerdote
secondo la somiglianza di Melchisedec, 16 il quale sacerdote venne a essere non secondo la legge
d'un ordine carnale ma in virtù d'una vita imperitura. 17 Difatti l'attestazione è: «Tu sarai in eterno
sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec». 18 Così ha luogo l'abrogazione di una legge per quel
che v'è di debole e d'inutile, 19 - poichè la Legge non ha portato nulla a perfezione - e v'è
l'introduzione di una miglior speranza per cui ci accostiamo a Dio. Altre prerogative del
sacerdozio di Gesù. 20 E come ciò avvenne non senza un giuramento (quegli altri senza
giuramento sono stati fatti sacerdoti, 21 ma Egli con giuramento per via di chi gli disse: «Giurò il
Signore, e non se ne pentirà: - Tu sarai sacerdote in eterno -»), 22 così d'un patto anche migliore del
precedente s'è fatto garante Gesù. 23 Inoltre, quelli erano sacerdoti in molti perchè dalla morte
erano impediti di perdurar tali; 24 ma Egli rimanendo in eterno, ha un sacerdozio che non si
trasmette; 25 ond'è ch'Egli può anche salvar perfettamente coloro che per via di lui si accostano a
Dio, sempre essendo vivo sì da poter intercedere in loro favore. 26 Tale era infatti il Sommo
Sacerdote che a noi conveniva, santo, innocente, senza macchia, staccato dai peccatori, ed elevato al
di sopra dei cieli; 27 il quale non ha bisogno, giorno per giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di
far sacrifizi prima per i propri peccati, poi per quelli del popolo, poichè questo lo fece per una volta
tanto offrendo se stesso. 28 Poichè la Legge costituisce sacerdoti uomini soggetti a ogni debolezza,
e la parola del giuramento posteriore alla Legge pone un Figliuolo che è perfetto in eterno.
Capitolo 8
Gesù Cristo è mediatore della nuova Alleanza. 1 - Un punto capitale in quel che stiamo dicendo
è questo che noi abbiamo un Sommo Sacerdote tale che si è posto a sedere alla destra del trono
della Maestà [divina] nei cieli, 2 qual ministro del santuario e del tabernacolo vero, cui eresse non
un uomo ma il Signore. 3 Ogni sommo sacerdote è posto per offrire doni e sacrifizi; onde è
necessario che anche egli abbia qualcosa da offrire. 4 Or se egli fosse sulla terra, non sarebbe
neppur sacerdote, essendovi già di tali che offrono doni secondo la Legge; 5 i quali attendono a un
servizio divino che è copia e ombra delle cose celesti, secondo che n'ebbe divino avviso Mosè
nell'atto d'innalzare il tabernacolo; «Bada, dice, tu farai ogni cosa secondo il modello che ti è stato
additato sulla montagna». 6 Ma ora Gesù ha ottenuto un servizio divino tanto più alto quanto di
miglior patto egli è mediatore, patto fondato su migliori promesse. 7 Se quel primo patto fosse
senza difetti, non vi sarebbe stato il caso di porne un secondo. 8 Giacchè gli è biasimo quello che il
Signore espresse dicendo: «Ecco i giorni vengono, dice il Signore, in cui contrarrò un nuovo patto
colla casa d'Israele e con quella di Giuda; 9 non come il patto che feci coi padri loro nel giorno in
cui li presi per mano per condurli fuori dalla terra di Egitto; perchè essi non rimasero fermi al patto
mio, e io non mi curai più di loro, dice il Signore. 10 Or questo è il patto che io stringerò colla casa
d'Israele; dopo quei giorni dice il Signore: - Metterò le mie leggi nell'intelligenza loro, e sui loro
cuori le scriverò, e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. 11 E non avranno più da
ammaestrare ciascuno il proprio concittadino e il proprio fratello dicendo: "Conosci il Signore",
perchè tutti mi conosceranno dai piccoli ai grandi di loro; 12 io perdonerò alle iniquità loro e dei
loro peccati non mi ricorderò più-». 13 Parlando così di un patto nuovo, ha reso antico quel di
prima; e ciò che è fatto antico ed è invecchiato, è vicino a scomparire.
Capitolo 9
Il sacrificio levitico e il sacrificio di Gesù. 1 - Anche il primo patto aveva le sue norme di culto e
il santuario terrestre. 2 Infatti fu costruito un tabernacolo con una parte anteriore in cui era il
candeliere e la tavola e l'esposizione dei pani che si dice «il santo»; 3 e dietro un secondo tendone
eravi il tabernacolo detto «Santo dei Santi» 4 contenente un turibolo d'oro, in cui v'era una tazza
d'oro contenente la manna, e la verga d'Aronne che aveva fiorito, e le tavole del patto. 5 Sopra di
essa arca, v'erano i Cherubini della gloria, facenti ombra al propiziatorio. Ma di tali cose non è il
momento di parlare ora dettagliatamente. 6 Essendo le cose così disposte, nella parte anteriore
entrano in qualunque momento i sacerdoti per compire il loro servizio, 7 ma nella parte seconda
solo il sommo sacerdote entra una volta all'anno, e non senza sangue che egli offre, per se stesso e
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per i peccati del popolo; 8 questo volendo significare lo Spirito Santo; che non era ancora aperta la
via al Santo dei Santi, finchè sussisteva il tabernacolo anteriore; 9 il che è figura da riferirsi al
tempo presente, in quanto che s'offrono doni e sacrifizi non capaci, secondo coscienza, ad elevare
alla perfezione chi presta questo culto; norme soltanto carnali oltre quelle che si riferiscono ai cibi,
alle bevande, 10 alle diverse abluzioni, norme imposte soltanto fino al tempo della riforma. 11 Ma
invece Cristo venuto come Sommo Sacerdote dei beni avvenire, attraverso un più grande e più
perfetto tabernacolo, non fatto da mano d'uomo, cioè non di questa creazione [terrestre], 12 nè per
il sangue di capri e di vitelli, ma mediante il proprio sangue, entrò una volta per sempre nel
Santuario, ottenendoci una redenzione eterna. 13 Se il sangue di capri e di tori, e la cenere d'una
giovenca, sparsa su quelli che sono immondi, li santifica rispetto al procurare la purità della carne,
14 quanto più il Sangue di Cristo, il quale per via dell'Eterno Spirito offrì se stesso immacolato a
Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perchè rendiamo culto al Dio vivente? 15
Per questo Egli è mediatore d'un nuovo patto, affinchè, avvenuta la sua morte allo scopo di redimere
i trascorsi commessi sotto il patto di prima, i chiamati ricevano l'eredità eterna loro promessa. 16
Infatti dove c'è un testamento, bisogna intervenga la morte del testatore, 17 poichè un testamento è
valido solo se trattasi di morti, nè ha forza alcuna finchè vive il testatore. 18 Ond'è che neppure il
primo patto potè senza sangue essere rinnovato. 19 Infatti, quando Mosè ebbe esposti al popolo
tutti i precetti secondo la legge, preso del sangue di vitelli e di capri, con acqua e lana scarlatta e
issopo, asperse il libro stesso e tutto il popolo, 20 dicendo: «Questo è il sangue dell'alleanza che ha
stretto con voi Iddio». 21 E parimenti col sangue asperse il tabernacolo e tutti gli arredi del culto;
22 e secondo la legge quasi ogni cosa si purifica nel sangue, e senza spargimento di sangue non si
dà perdono. 23 Era dunque necessario che i simulacri delle cose che son nei cieli fossero purificati
in questo modo, e le cose celesti stesse lo fossero con sacrifizi superiori a questi. 24 Cristo non
entrò in un santuario manufatto, immagine di quello vero, ma entrò nel cielo stesso, per apparire
davanti al cospetto di Dio, per amor nostro; 25 non già per offrire tante volte se stesso come il
sommo sacerdote entra nel santuario ogni anno con un sangue che è d'altri; 26 poichè altrimenti
molte volte avrebbe dovuto patire dal tempo della creazione; invece egli per una sola volta, al
compirsi dei secoli, si manifestò, allo scopo di annullare il peccato per mezzo del sacrificio di se
stesso. 27 E siccome è destino dell'uomo morire una sol volta, e che dopo la morte ci sia il giudizio,
28 anche il Cristo dopo essersi offerto una volta per togliere i peccati di molti, apparirà una
seconda volta, non più col peccato, per dar la salvezza a quelli che lo aspettano.
Capitolo 10
Inefficacia del sacrificio levitico ed efficacia del sacrificio di Gesù Cristo. 1 - La Legge non
avendo che un'ombra dei beni futuri, e non l'immagine essa stessa delle cose, non può mai, pur con
codesti sacrifizi, sempre gli stessi anno per anno che perpetuamente offrono, condurre alla
perfezione quei che accedono [all'altare]. 2 Altrimenti, non avrebbero essi cessato dall'essere
offerti, dato che quei che rendono questo culto, una volta purificati, non avrebbero più alcuna
coscienza dei loro peccati? 3 Invece per tali sacrifici il ricordo dei peccati d'anno in anno si
rinnova, 4 poichè è impossibile che sangue di tori e di capri tolga le colpe. 5 Ecco perchè,
entrando nel mondo, [dice Cristo]: «Tu non hai voluto sacrifizio nè offerta, ma mi hai preparato un
corpo; 6 olocausto anche per il peccato tu non gradisti: 7 allora dissi: - Ecco io vengo - (giacchè
di me si parla nel rotolo del libro) - per compiere, o Dio, la tua volontà -». 8 Avendo detto prima:
«Non hai voluto nè gradito sacrifizi e offerte e olocausti per il peccato» e son le offerte secondo la
legge; 9 appresso disse: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà», annulla quel di prima perchè
rimanga in piedi il secondo punto. 10 E in questa volontà noi siamo stati santificati per l'offerta del
corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre. 11 Ed ogni sacerdote sta su ogni giorno per il servizio
di culto, e offre tante volte gli stessi sacrifizi, i quali non possono mai levar di mezzo il peccato. 12
Questi offrendo unico sacrifizio per i peccati, si assise per sempre alla destra di Dio, 13 attendendo
oramai che i suoi nemici siano posti «come sgabello de' suoi piedi». 14 Poichè con una unica
offerta ha perfezionato per sempre quelli che son santificati. 15 A noi lo attesta anche lo Spirito
Santo; chè dopo aver detto: 16 «Questo è il patto che io patteggerò con loro dopo quei giorni, dice
il Signore; mettendo le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nel loro pensiero, 17 e dei loro peccati
e delle iniquità loro io non più mi ricorderò». 18 Or dov'è remissione dei peccati, non v'è più
offerta per il peccato. Bisogna perseverare nella fede di Gesù Cristo. 19 Avendo dunque, o
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fratelli, in virtù del sangue di Gesù, piena facoltà d'ingresso nel Santuario 20 per quella via nuova e
vivente che egli inaugurò per noi a traverso il tendone, cioè traverso la carne sua, 21 e avendo un
grande Sacerdote sulla casa di Dio, 22 accostiamoci con cuore sincero, in pienezza di fede,
purificati i cuori da ogni mala coscienza, e lavati il corpo con acqua pura; 23 manteniamo ferma la
professione della nostra speranza poichè fedele è Chi ha promesso; 24 e a vicenda usiamoci
vigilanza per eccitarci all'amore e alle opere buone, 25 non abbandonando le nostre adunanze,
com'è costume di fare per alcuni, ma esortandoci, tanto più in quanto vedete che s'avvicina il
giorno. Severo giudizio di Dio contro gli apostoli. 26 Poichè se volontariamente manchiamo dopo
aver avuto la notizia della verità, non riman più alcun sacrifizio per i peccati, 27 e vi sarà una
terribile attesa di giudizio, e la vampa d'un fuoco che sarà per divorare i ribelli. 28 Uno che abbia
violato la legge di Mosè, senza pietà, in forza di due o tre testimonianze, muore; 29 di quanto più
severo castigo pensate sarà per esser giudicato degno chi si sarà messo sotto i piedi il figlio di Dio, e
avrà stimato vile il sangue del patto nel quale fu santificato, e avrà oltraggiato lo spirito della
grazia? 30 Sappiam bene chi ha detto: «A me la vendetta, io ripagherò!»; e di nuovo: «Il Signore
giudicherà il suo popolo!». 31 È terribile il cadere nelle mani del Dio vivente. Costanza mostrata
in altre persecuzioni. 32 Richiamate alla memoria i giorni di prima, in cui dopo essere stati
illuminati, doveste tollerare grande lotta di sofferenze, 33 da una parte esposti come a spettacolo a
oltraggi e tribolazioni, dall'altra accomunandovi voi con quelli che così erano maltrattati. 34 E
difatti voi soffriste insieme coi carcerati e la confisca delle vostre sostanze accoglieste con gioia,
sapendo di avere per voi una ricchezza migliore e durevole. 35 Non rinunziate dunque alla vostra
ferma fiducia, la quale ha una sicura ricompensa. 36 Poichè di costanza avete bisogno, affinchè
facendo la volontà di Dio possiate conseguire la promessa. 37 Poichè ancora «un po' di tempo,
poco dopo; e chi viene verrà e non tarderà; 38 e il giusto mio vivrà per la fede; ma se indietreggia,
non ha gradimento in lui l'anima mia». 39 Ma noi non siamo quei della ritirata che porta alla
perdizione, bensì della fede per la salvezza dell'anima.
Capitolo 11
Splendidi modelli di costanza nella fede. 1 - La fede è realtà di cose sperate, e convincimento di
cose che non si vedono. 2 In questa gli antichi ricevettero buona testimonianza. 3 Per fede noi
pensiamo che il mondo è stato formato dalla parola di Dio, in modo che ciò che si vede non è sorto
da cose che già apparivano.- 4 Per fede Abele offrì a Dio un sacrifizio più eccellente che quel di
Caino, e per esso ebbe la testimonianza di essere giusto, attestandolo Dio stesso col gradire le
offerte di lui, e per via della fede, essendo morto, parla ancora.- 5 Per la fede Enoc fu trasportato
sì che non vedesse la morte e non si trovò più perchè Dio l'aveva portato via, ma prima della
sparizione ricevette la testimonianza di essere piaciuto a Dio. 6 Or senza fede non è possibile
piacere a Dio, poichè chi s'accosta a Dio, deve credere che Egli esiste, e che Egli è rimuneratore di
quelli che lo cercano.- 7 Per la fede Noè divinamente avvisato di cose ancor non visibili, con pia
cautela costruì un'arca per la salvezza della sua casa, e per essa condannò il mondo e divenne erede
di quella giustizia che si ottiene secondo la fede.- 8 Per la fede Abramo chiamato a partire per un
luogo che doveva ricevere in eredità, obbedì, e partì senza sapere dove andava. 9 E per la sua fede
venne a stanziarsi nella terra promessa come in terra straniera abitando nelle tende, insieme con
Isacco e Giacobbe, eredi con lui della medesima promessa; 10 poichè egli attendeva la città fornita
di solide fondamenta, di cui architetto e costruttore è Iddio.- 11 Per la fede la stessa Sara ricevette,
oltre il limite dell'età, la virtù di dare in luce una creatura, poichè stimò fedele chi l'aveva promesso.
12 E però da uno solo, e da uno già decrepito nacquero tanti di numero quante sono le stelle del
cielo e i granelli di sabbia presso la riva del mare, che sono innumerabili.- 13 Nella fede morirono
tutti costoro senza aver conseguito la terra che era stata promessa, ma vedendola di lontano, e
abbracciandola, e confessando di essere forestieri e di passaggio sulla terra. 14 Chi dice così mostra
chiaramente che è in cerca di una patria. 15 Se avessero avuto in mente quella onde erano usciti,
avrebbero avuto tempo di ritornarvi, 16 invece aspirano ad una migliore e vale a dire a una patria
celeste. E però Dio non si vergogna di essere chiamato il Dio loro, poichè preparò loro una città.- 17
Per la fede Abramo messo alla prova offrì Isacco, l'unico suo figliuolo, egli che aveva ricevuto le
promesse, 18 e gli s'era detto che «per via di Isacco una discendenza sarebbe chiamata col suo
nome», 19 egli faceva conto che Dio può anche risuscitare da morte; ond'è che lo riebbe come in
figura.- 20 Per la fede Isacco benedì Giacobbe ed Esaù, in cose avvenute.- 21 Per la fede Giacobbe
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morendo benedì ciascuno dei figli di Giuseppe, e «appoggiato al sommo del suo bastone
s'inchinò».- 22 Per la fede Giuseppe morendo rammentò l'esodo dei figli d'Israele, e diè degli ordini
relativamente alla sua salma.- 23 Per la fede Mosè appena nato rimase nascosto tre mesi per opera
de' suoi genitori, perchè videro che il bambino era bello e non si lasciarono spaventare dall'ordine
del re.- 24 Per la fede Mosè, fatto grande, rifiutò di esser detto figlio di una figlia di Faraone, 25
preferendo essere maltrattato insiem col popolo di Dio, che avere il godimento momentaneo della
colpa, 26 e stimando maggior ricchezza dei tesori egiziani l'obbrobrio di Cristo, poichè aveva lo
sguardo rivolto alla ricompensa.- 27 Per la fede lasciò l'Egitto, non temendo l'ira del re, perchè
come se vedesse l'invisibile, tenne duro.- 28 Per la fede celebrò la Pasqua e fece l'aspersione del
sangue, perchè lo sterminatore dei primogeniti non toccasse quei di loro [Israeliti].- 29 Per la fede
passarono il Mar Rosso come su terra asciutta, della quale avendo fatto la prova, gli Egiziani furono
ingoiati.- 30 Per la fede caddero le mura di Gerico: fattone il giro per sette giorni.- 31 Per la fede
Raab la cortigiana, non perì coi ribelli, avendo accolto le spie con benevolenza.- 32 E che dirò io
ancora? mi mancherebbe il tempo a parlare di Gedeone, di Barac, di Sansone, di Jefte, di David e
Samuele e dei profeti; 33 i quali per la fede conquistarono dei regni, esercitarono la giustizia,
conseguirono le cose promesse, chiusero le gole dei leoni, 34 spensero la forza del fuoco,
scamparono al taglio della spada, ricevettero forza quando s'erano infiacchiti, diventarono valenti in
guerra, misero in fuga eserciti stranieri. 35 Delle donne riebbero i loro morti per risurrezione; altri
furono messi alla tortura, non accettando la liberazione per ottenere una risurrezione migliore, 36
altri ebbero a provare scherni e sferze, e anche ceppi e prigione; 37 furon lapidati, sottoposti a dure
prove, segati, morirono di spada, andarono in giro in pelli di capra, mancanti di tutto, perseguitati,
maltrattati. 38 Di essi non era degno il mondo, e andavano errando per i deserti e i monti e le
caverne e spelonche e le grotte della terra. 39 Ebbene anche costoro pur ricevendo testimonianza
per la fede non conseguirono l'oggetto della promessa, 40 Dio avendo in vista qualcosa di meglio
per noi, perchè non arrivassero alla perfezione senza di noi.
Capitolo 12
L'esempio di Gesù Cristo. Le tribolazioni segno dell'amor di Dio. 1 - Adunque anche noi,
circondati come siamo da sì gran nuvolo di testimoni, facendo getto di ogni impedimento e del
peccato che sì ci avvolge, con costanza corriamo l'agone che ci è proposto, 2 guardando al duce e
perfezionatore della fede Gesù, il quale in luogo della gioia che gli si parava innanzi, sostenne il
supplizio della croce disprezzandone l'ignominia, e si assise alla destra del trono di Dio. 3 Or
considerate chi ha sopportato una tale opposizione contro la propria persona da parte dei peccatori,
perchè non vi stanchiate perdendovi d'animo. 4 Voi non avete ancora resistito fino al sangue
lottando contro il peccato, 5 e vi siete scordati dell'esortazione che a voi, come a figliuoli, dice:
«Figlio mio, non far poco caso della disciplina del Signore, e non ti scoraggiare quando sei da lui
ripreso; 6 poichè il Signore castiga chi ama e sferza ogni figliuolo che accoglie». 7 Perseverate
nella disciplina; come figliuoli vi tratta Iddio; qual figlio c'è che il padre non corregga? 8 Se siete
fuori di disciplina, di cui tutti sono partecipi, siete bastardi, non figli legittimi. 9 E poi, i nostri
padri della carne noi li avevamo castigatori, e pur li rispettavamo; non dovremo tanto più sottoporci
al padre degli spiriti, per aver la vita? 10 Quelli ci castigavano secondo quel che pareva loro per
pochi giorni; Dio lo fa per nostro vantaggio, affinchè partecipiamo alla santità di lui. 11 Ogni
castigo non sembra lì per lì esser di gioia, bensì di dolore; ma più tardi porta a chi è per via di esso
esercitato, pacifico frutto di giustizia. 12 Perciò «rilevate le mani cascanti e le ginocchia sciolte»,
13 è «sentieri diritti fate per i vostri piedi», affinchè lo zoppo non si svii ma anzi risani. Virtù da
praticarsi dai fedeli. 14 Cercate sempre la pace con tutti, e la santità, senza la quale nessuno vedrà
il Signore, 15 badando che nessuno si scosti dalla grazia di Dio; che nessuna radice di amarezza,
mettendo su germogli, disturbi, e ne siano infetti i molti; 16 che nessuno sia impuro o profano,
come Esaù, che per un sol cibo cedette la sua primogenitura. 17 Voi sapete che anche dopo,
volendo ereditare la benedizione [paterna], fu respinto, perchè non trovò modo di farlo mutar di
sentimento, per quanto la sollecitasse colle lagrime agli occhi. 18 Poichè voi non vi siete accostati a
cosa tangibile nè a fuoco ardente, nè a nuvole, nè a tenebre, nè a tempeste, 19 nè al suon della
tromba, nè alla voce parlante che chi l'udì, richiese non s'aggiungessero più discorsi, 20 poichè non
tolleravano quel divieto «anche se una bestia tocchi il monte sarà lapidata» 21 e lo spettacolo era sì
terribile che Mosè disse: «Sono spaventato e tremo tutto!», 22 ma voi vi siete accostati al monte
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Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste, e alle miriadi di angeli, adunata 23 e
assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, e a Dio giudice di tutti, e agli spiriti dei giusti arrivati
alla perfezione, 24 e a Gesù mediatore del nuovo patto, e al sangue dell'aspersione che parla meglio
di quello d'Abele. 25 Badate a non dispensarvi dall'ascoltar chi parla; poichè se quelli [gli Israeliti]
non scamparono avendo negato di dar ascolto a chi sulla terra pubblicava i suoi oracoli, molto meno
scamperemo noi se voltiam le spalle a chi parla dai cieli. 26 La sua voce allora scosse a terra, ora
ha promesso dicendo: «Ancora una volta io scuoterò non solo la terra ma anche il cielo». 27 Or
questo «ancora una volta» indica il passaggio delle cose che possono essere scosse come cose
create, affinchè sussistan sempre le cose che non possono essere scosse. 28 Perciò ricevendo noi un
regno non scotibile, siamone grati, e colla gratitudine rendiamo a Dio un culto nel modo a lui
gradito, con pietà e timore. 29 Poichè il nostro Dio è anche «un fuoco che divora».
Capitolo 13
1 - L'amor fraterno rimanga fra voi. 2 Non dimenticate l'ospitalità, poichè per via di essa alcuni
ospitarono, senza saperlo, degli angeli. 3 Ricordatevi dei carcerati, come se foste compagni del
carcere, e dei tormentati, pensando che anche voi avete un corpo. 4 Siano onorate le nozze in tutto,
e il talamo sia senza macchia; gli impuri e gli adulteri Dio li giudicherà. 5 Senza avidità di danaro
sia la vostra condotta, contentandovi di ciò che avete; poichè egli disse: «Io non ti lascerò, nè
abbandonerò»; 6 talchè con piena fiducia possiamo dire: «Il Signore mi è di aiuto, io non temerò
nulla; che male può farmi un uomo?». 7 Ricordatevi di quelli che sono stati a voi preposti, i quali
vi hanno annunziato la parola di Dio; e considerando l'esito del loro tenor di vita, imitatene la fede.
8 Gesù Cristo è il medesimo ieri e oggi, ed è anche per i secoli. 9 Non lasciatevi trascinare da
dottrine diverse e forestiere, poichè è bene che il cuore sia rinsaldato dalla grazia, e non da pratiche
circa gli alimenti, che in nulla giovarono a chi le osservava. 10 Abbiamo un altare da cui non han
diritto di trar cibo quelli che seguono il culto del tabernacolo. 11 Poichè i corpi delle vittime il cui
sangue portato nel santuario si offre dal sommo sacerdote per i peccati, tali corpi son bruciati fuori
del campo. 12 Gesù per santificare col suo sangue il popolo soffrì fuori della porta. 13 Usciamo
dunque verso lui fuori del campo, portando gli oltraggi di lui, 14 poichè non abbiamo qui una città
permanente, ma cerchiamo quella avvenire. 15 Per lui dunque offriamo continuamente a Dio un
sacrifizio di lode, cioè il frutto di labbra confessanti il suo nome. 16 E non dimenticatevi di far del
bene e di partecipare [il vostro ad altri]; poichè di tali sacrifizi Dio si compiace. 17 Obbedite ai
vostri capi e siate sottomessi, giacchè essi vegliano per le anime vostre come ne devano render
conto, affinchè con gioia lo facciano, non gemendo e sospirando, chè questo sarebbe senza alcun
utile per voi. Ultime raccomandazioni e saluti. 18 Pregate per noi, poichè crediamo di avere una
buona coscienza, volendo in ogni cosa condurci onestamente. 19 Sopratutto vi esorto a pregare
affinchè al più presto io vi sia restituito. 20 E il Dio della pace che in virtù del sangue dell'eterno
patto, ha risuscitato dai morti il gran pastore delle pecore, il Signor nostro Gesù, 21 vi renda atti a
ogni opera buona sicchè possiate fare la sua volontà, operando egli in noi ciò che è gradito a' suoi
occhi, per opera di Gesù Cristo a cui sia gloria nei secoli de' secoli. Amen. 22 Vi prego, o fratelli,
prendete in buona parte il discorso di esortazione, poichè vi ho scritto brevissimamente. 23
Sappiate che il nostro fratello Timoteo è stato rilasciato; se egli verrà presto, io verrò a vedervi con
lui. 24 Salutate tutti i vostri capi e tutti i santi. Vi salutano i fratelli d'Italia.
25 La grazia sia con voi tutti.

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