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Mt. 5, 37: a a : eld che Ma il ain vostro parlare . vien dal sia maligno. Anno XV - n. 22 Ubi Veritas et lustitia, ibi Caritas ‘uindicinale Cattle » ANTIMODERNISTA + Direttore: Se. Emmanuel de Taveas Artazione « Informasione - Disamina - Responsable 31 Dicembre 1989 GOUASORATIONE APEATA A TUTTE UE = PENNE PERO) TRON VOLER SAPERE CHI UNA DETIO WA PONT MENTE A CIO CHE OETIO™ tm Co) Un gesto che onora IL CLERO ITALIANO Un gesto che onorail clero italiano, fin troppo disonorato dalla vilta di troppi «buoni» Sacerdoti, il gesto del sac. Enzo Boninsegna, del quale ci capita tra le mani un opuscolo dal titolo: La Comunione nella mano? No! Lettera aperta sulle ragioni din rifiuto: vi apprendiamo che questo sacerdote della Diocesi di Verona ha dato le dimissioni da Vicario cooperatore par- rocehiale ed ha comunicato alle Auto- rita Superiori, dal Papa fino al suo parroco, la sua «non disponibilita ad ‘assumere il ministero in altriposti in cui i sia anche solo ilrischio di dover dare «i fedeli 'Eucarestia nelle mani». Pub- Dlichiamo qui di seguito i passi pit significativi dell/opuscolo, il quale sta ‘a dimostrare che chiungue riflette sul!” attuale crisi della Chiesa alla luce della Fede e del buon senso soprannaturale, che nasce dalla fede, perviene alle medesime conclusioni N. B. [sottotitoli ed alcuni neretti, come indicato tra parentesi, sono della nostra redazione, Le ragioni delle dimissioni bl 1°) Dando in mano !Eucaristia ai fedeli, avverra inevitabilmente che non pochi di questi, incuranti del! indiea- jone che @ stata data di assumere Ostia Consacrata davanti al sacerdo- te, la assumeranno tornando al loro posto e seminando frammenti dell’O- stia Santa sul pavimento della chiesa. Che questi frammenti siano grandi o iceoli, che siano tanti o pochi, non ambia la sostanza del problema e cio’ che verra fatta una sistematica prof: nazione del Corpo del Signore. Intro- ducendo questo nuovo metodo di di- stribuzione dell'Eucaristia, la Chiesa pud dirsi ancora coerente con quanto insegna e ordina nel Codice di Diritto Canonico (can. 898): «ffedeli abbiano in sommo onore la santissima Euca- ristia,... ricevendo con... massima devo- zione questo sacramento e venerandolo con somma adorazione...»? Che molti fedeli arrivino un po’ alla volta ed assumere I'Eucaristia tornando al loro posto e con la stessa disinvoltura con cui a un rinfresco prenderebbero un bocconcino, ® facilmente prevedibile, visto quanto & caduto in basso il «sen- s0 del sacro» e visto come gid ora, e da tempo, non si va troppo per il sottile nell'ignorare altre norme della Chiesa riguardanti 'Eucaristia. 2) Tutti i sacerdoti sanno, per esperienza, che, dato il tipo di pane ‘con cui sono fatte le ostie che si usano per la S, Messa, dopo aver distribuito MEucaristia restano quasi sempre tra le dita dei piccoli framenti di Pane Consacrato. E per questo che dopo la Santa Comunione si purificano le dita, perché neanche il pid piccolo fram: perduto e questo per do- vveroso rispetto e in adorazione al Cor- po del Signore. Su «Principi e norme per l'uso del Messale Romano», al n 237 leggiamo: «Ogni volta che qualche frammento di ostia rimane attaccato alle dita, soprattutto dopo la frazione 0 dopo la comunione dei fedeli, il sacer- dote asterge le dita sulla patena, oppu- re, se necessario, lava le dita stesse Cosi pure raecoglie eventali frammenti fuori della patenay. E i fedeli? Dove finiranno i frammenti che resteranno anche a loro insaputa, sulle loro dita e che sono a tutti gli effetti il Corpo del Signore? Dio solo lo sa! |... 3°) Nelle due parrocchie in cui ho esercitato il ministero sacerdotale & stata «rubata» I'Eucaristia, Va preci- sato che in entrambi i casi non sono stati rubati né soldi, né vasi sacri, né' altri oggetti. Quesia é la prova eviden- te che lo scopo inequivocabile di quei ‘ladri» era quello di «rubare» I"Euce- ristia per servirsene in riti satani cosiddette «messe nere», che in questi ultimi tempi stanno dilagando in modo impressionante. Ne @ conferma il fatto che sono sempre pitt numerose le par- rocehie che subiscono il «furto» dell’ Eucaristia. D’ora innanzi, questarazza di_profanatori indemoniati non avra pit bisogno di compiere o di far com- piere dei rischiosi «furtin notturni VEucaristia verranno a riceverla tran- quillamente in mano: gliela offrirannoi sacerdoti su un piatto d’oro, |... La gerarchia non ha «aleun potere contro la Verita, ma per la Verita» (San Paolo) Do gia per scontata un’obiezione a queste mie riflessioni e alla mia deci- sione: «Se il Papa, per mezzo delle competenti Congregazioni vaticane, ha approvato che si dia la Comunione sulle mani, tu devi accettare in spirito diobbedienza». Certo, io per primo mi sono: posto il problema in termini di obbedienza: so che devo obbedire al Papa (e cerco di farlo in tutto), ma non sono tenuto all’ obbedienza quando cid che mi viene richiesto @ percepito dalla mia coscienza come una disobbedien- za al Signore. San Paolo, conscio dei suoi poteri di apostolo, ma anche dei limiti di questi poteri, scrive: «Non abbiamo. ‘aleun potere contro la verita, ma per ia verita» (2 Cor. 13, 8). E siccome Cristo @ la «Verita» e si é fatto Eucaristia, & come se l'apostolo Paolo ci avesse detto: «Non abbiamo alcun potere con- tro Cristo, ma per Cristo. Non abbiamo alcun potere contro l'Eucaristia, ma per VEucaristia. Viene da chiedersi: ma coloro che sono oggi i successori degli apostoli si rendono conto, come se ne 2 rendeva conto San Paolo, che i loro poteri non sono illimitati, ma hanno limiti precisi e invalicabili? Dauna parte il Concilio Ecumenico Vaticano Il mi insegna che «nella San- tissima Eucaristia ¢ racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa» (Presby= terorum Ordinis n. 5)), dallaltra parte mi.viene chiesto ora di accettare una norma che autorizza Ia Comunione sulle mani, con tutto cid che ne con- segue e cioé, come ho detto sopra, una profanazione sistematica del Corpo del Signore (profanazione che avverra inevitabilmente al di la delle intenzioni di chi ha voluto e di chi ha approvato questa norma). Per me @ fin troppo chiara la contraddizione tra it principio dottrinale ricordato dal Concilio e la norma disciplinare approvata ora. E. posta davanti a questa contraddizione, la mia coscienza sceglie il principio dottrinale e rifiuta la norma discipli nare che @ in contrasto col principio. Ma allora io giudico i vescovi ¢ il Papa come colpevoli di aver varato questa contraddizione? Niente affatto! Non giudico la loro coscienza (non ho il diritto di farlo), soltanto disapprovo la loro scelta. E questo ho il diritto- dovere di farlo, L'infallibilita del Papa non ® per niente garantita nelle scelte pastorali e nelle norme disciplinari Meno ancora. in queste cose. sono infallibilii vescovi. So che @ mio dovere accettare le scelte e le norme date dai suecessori degli apostoli, anche quan do non sono le migliori, ma non mi & lecito accettarle quando calpestano di fatto (al di la delle intenzioni di chi le ha volute o approvate) quel Cristo che, stando al loro stesso insegnamento € quindi alla nostra fede, & «tutto il bene spirituale della Chiesa La mia coscienza a queste condi- zioni,-non pud pili accettare e obbe- dire. ‘Se obbedissi a questa norma mi sentirei disobbediente a Cristo |.) Con la fede di Pietro @ lecito giudicare i successori di Pietro Mi si pud obiettare: «... chi & eri stiano e tanto pit) un sacerdote, ha il dovere di formare la sua coscienza sull'insegnamento del Magistero della Chiesa e a questa coscienza ha poi Vobbligo di obbediren. Certo. Ed & proprio perché la mia coscienza & plasmata dall’insegnamento dottrinale della Chiesa che non pud accettare la norma disciplina- re che autorizza la Comunione sul- Ia mano, |neretto nostro} e questo non pera cosa in sé, come ho gia detto, ma per le conseguenze che ne derivano. Non 2 colpa mia se il principio dottri- nale e la norma disciplinare sono in ‘contrasto tra loro, Non 2 colpa mia se sono costrettoa scegliere trail primo e il secondo. Se scegliessi la norma, sacrificherei il principio e questo la mia coscienza non me lo permette |... Prevedo un'altra obiezione: «Tu non giudichi la responsabilita sogget- tiva dei vescovi e del Papa. ma con sideri oggettivamente sbagliata la loro scelta». Certo, Ma da questo non si pud affrettatamente concludere che io sia fuori strada, L’apostolo Paolo si é opposto a Pietro «a viso aperto perché evidentemente aveva tortor e lo ha rimproverato «in presenza di tutlin perché «non si comportaca rettamente secondo la verité del vangelon e agiva con «ipocrisia» Gal. 2. 11-14. Se dunque Pietro, apostolo. capo degli apostoli, primo. papa. santo ¢ uomo arricchito da Gesii di speciali carismi, @ caduto nell’ ipocrisia, per ché dovremmo dare per scontato che oggi i successori degli apostoli siano preservati dal rischio di fare scelte sbagliate e dannose per Ia vita della Chiesa? Io, a differenza di Paolo. non accuso di ipocrisia nessuno. ma non posso non vedere le contraddizioni che in certi casi ci sono tra cid che si predica e cid che si opera. E non mi Tiferiseo a cid che si opera a livello personale ¢ privato (su questo piano. a partire da me, almeno qualche volta siamo tutti incoerenti € mai perfet tamente all'aitezza del vangelo che predichiamo). Miriferisco invece a cit che si opera nella Chiesa a livello pubblico, nel campo pastorale. con seelte programmate che dovrebbero essere prima attentamente vagliate che sono invece, in aleuni casi, in chiara contraddizione con quel van elo di cui la pastorale dovrebbe esse- re lincarnazione Shandamenti nella Chiesa, e anche molt gravi, ce ne sono oggi pit che mai enon solo imputabili alla confusione e allo spirito di anarchia che regna quasi indisturbato nella trappa (preti e fe- deli). Di aleuni sbandamenti sono re- sponsabili i vertici della Chiesa. E. prima ancora che a livello pastorale si registrano sbandamenti a livello dot- trinale, Non sono opinion! mie: qui sono i fatti che parlano. To non he alcuna autorita per giudicare il Magi- stero della Chiesa, o meglio: con le mie opinioni non posso giudicare vero 0 falso questo o quell'insegnamento dei pastori. Ma con la mia fede, che poggia sull’insegnamento della Chiesa, posso e devo giudicare se le affermazioni dei pastori di o: sono conformi 0 contrarie all segnamento idi Con la fede di Pietro non solo posso giudicare operato di Pietro (come ha fatto ’apostolo San Paolo), ma posso anche giudicare mento dei suecessori di Pietro e di tutti gli altri pastori della Chiesa ‘31 dicembre 1989 Ineretto nostro], Sbandamenti dottrinali Ma veniamo ai fatti Contro il Primato 1°) Sul Messale Romano. nella Messa per un Papa defunto. il Papa & stato declassato e ci viene ora presentato come «vicario di Pietro», anche se la fede ce lo ha sempre indicato come «wicarto di Cristo successare di Pie tron. Una svista? No! La cosa si spiega solo col vento che da qualche tempo spira per colpa della «nuova teologia: si vuole dare sempre pili spazio & potere alle conferenze episcopali ni zionali e questo a scapito del potere del Papa, potere che nessuno sulla terra, neanche la Chiesa, neanche il Papa stesso puo diminuire, per ché viene direttamente da Cristo Ineretto nostro}. Mi si pud obiettare che in qualche altra parte della stessa Messa il Papa @ presentato come «vi cario di Cristo». D'aceordo, ma questo non rettifiea lerrore precedente. ge nera piuttosto confusione nei fedeli, che non sanno pitt se il Papa é «vieario di Cristo» o semplicemente «vieario di Pietro». E chié responsabile di questo declassamento della figura del Papa’ Sono rexponsabili proprio quei vertic della Chiesa che, « quanto pare. non sanno (0 non vogliono) pitt filtrare Ferrore per separarlo dalia veri, co: me avveniva un tempo. ma sono art vati a dare dignita all'errore fino « inserirlo a pieno titolo nei testi liturgici della Chiesa. Contro il dogma dett inferno 2+) Nei 10" prefazio delle domeni che del tempo ordinario si legge: « oggi la tua famiglia, riunita nell ascolto della parola e nella comunione dell’ nico pane spezzato, fa memoria del Signore risorto nellattesa della ce ‘menica senza tramonto, quando l'uma rnitd intera entreré nel tuo riposo. Allora noi vedremo il tuo volto e loderemo senzafine la tua misericordia...». Quié fin troppo chiaro che non sitratta diun desiderio, diun augurio: che rutti sian salvi, ma di un’affermazione: tutti sa ranno salvi! Dunque... tutti in paradi- so! Linferno non esiste pit) neanche come ipotesi. E questa la «nuova» verita della Chiesa? E in sintonia col vangelo di Gesii questa «nuova» ve rit&? E in sintonia con quanto insegna Vapostolo Paolo che ci raccomande: aattendete alla vostra salvezza con ti- ‘more e tremore» (Fil. 2, 12)? E di chi é la responsabilita se in'mezzo al buon grano contenuto nei testi liturgici co mincia a spuntare questa zizzania? Ancora una volta i responsabili vanno cercati non nella truppa ma nei vertici della Chiesa, sempre piii deboli e in- capaci ormai diresistere, come dovreb- 31 dicembre 1989 ero, al vento di fronda della «nuova teologia», che sta dilagando e conta- giando tutto e tutti. Sono solo due esempi tra i non pochi che potrei portare. Allo sfascio di rale iplina e pasto- E se a livello dottrinale le guide della Chiesa, in certi casi, non guidanoi fedeli come dovrebbero, ancor pi gra- ve é la situazione a livello disciplinare © pastorale. E non pud essere che cosi! Quando coloro che hanno autorita nella Chiesa fanno fiasco come maestri serendo nei libri liturgici degli errori che praticamente equivalgono a delle eresie, @ da considerarsi scontato che facciano ancor pit fiasco come pastori, introducendo norme o tollerando pras- si non ispirate al vangelo. E quando nella Messa non c’® pitt rispetto per Cristo-Veritd, come di fatto avviene oggi, non pud esserei pitt rispetto nemmeno per Cristo-Eucaristia, Chi pur conoscendo la verita del vangelo @ capace di tradirla, é capace anche di ogni altra cosa. E in questa logica che si spiega la nuova normativa che autorizza la Co- munione sulle mani: una scelta po- ulista, fedele alle istanze (o ai capric- cil) di certi fedeli, ma non altrettanto fedele al primo, primissimo dovere della Chiesa che é quello di considerare Gesii- Euearistia come il suo bene pitt grande, ‘come un tesoro che deve essere custodito gelosamente e amministrato con tutto il rispetto e le precauzioni possibili per euitare la dispersione anche solo del pitt viceolo frammento Dissacrazione dell’Eucaristia Quest'ultima «conquista» della Chiesa italiana (I'Eucaristia sulle ma: ni), ottenuta grazie alla richiesta dei suoi pastori e col «placet» del Vati- cano, @ stata preparata e facilitata, resa possibile e giudicata opportuna grazie al quel clima di grave insensi- Dilita e di dissacrazione nei confronti dell’Eucaristia, che da tempo si @ an: dato instaurando a tutti i livelli, sotto lo sguardo passivo o compiacente di chi poteva e doveva intervenire e non lo ha fatto. Eccone alcune prove. 1°) Mossi dalla loro sensibilita re- ligiosa, alcuni fedeli si sono accollati Vingrato compito di fare la correzione fraterna a dei sacerdoti, perché abi- tualmente tralasciavano la genufles: sione quando entravano in chiesa (e- seluso I'ingresso perla Messa), oquan- do passavano davanti al tabernacolo, La risposta con cui sono stati pagati & che si tratta di «case superate», cose di altri tempi. si si_no no’ 2+) Molti preti mandano i ministri straordinari dell’Eucaristin a portare la Comunione a persone anziane o malate, che cosi sitrovano a dover fare la Comunione senza potersi confes- sare. In certi casi questi fedeli, se fossero sollecitati dal sacerdote, accet- terebbero di confessarsi. E quanto sarebbe necessaria la confessione per certi anziani o malati, anche se questi pensano di non averne bisogno! Parlo per esperienza personale. Questo mo- do di fare non pud forse portare anche a delle comunioni sacrileghe? To ne so qualeosa, E oltre a cid, che @ gia un fatto gravissimo, non @ anche vero che viene fatto un pessimo servizio agli cultimi» della parrocchie? Si parla tanto degli «ultimi», maalcuni “ultimi” sono cosi “ultimi” ‘che non meritano niente, neanche che un prete si scomodi er offrire loro la possibilité di confes- sarsi. Di aiutare gli «ultimi» nelle loro hecessita spirituali non ci si pensa abbastanza. E una prova, tra le tante altre, che in molti cristiani e preti il cristianesimo si ® paganizzato! '3¢) Non sono pochi i preti che, ca: enorme esistenti, ecid che ancor pid grave, calpestando le esigen- ze della fede, danno 'Eucaristia a persone notoriamente divorziate e ri- sposate civilmente 0 conviventi °) E noto anche il tradimento di certi preti (0 vescovi) che si astinano nel dare 'Eucaristia a dei cattolici(cosi si ritengono loro) abortisti dichiarati, che si sono impegnati accanitamente ¢ pubblicamente, in campo culturale e politico, in favore della pitt infame & assassina delle leggi e contro la vita nascente e che, anche al presente, non rinnegeno ma giustificano la loro scelta abortista 5°) Del resto, se la Chiesa permette che dei preti dichiaratamente abortisti, come padre Ernesto Balducci, cele. brino I'Eucaristia e non interviene co- me dovrebbe, con precise sanzioni nei loro confronti, non ¢’é pitt nulla di cui meravigliarsi 6*) E si sa anche di quei preti che, in chiara disobbedienza alle disposi- zioni della Chiesa, invitano i fedeli a restare in piedi durante la Consacra- zione, perché — dicono — lo stare in piedi esprime meglio la fede in Cristo risorto. E quando e come quei preti insegnano ai fedeli a inginocchiarsi, per esprimere meglio l'adorazione al Signore Gesti che, proprio perché ri sorto, si dimostra nostro Dio e quindi degno della nostra adorazione? 7) E che dire dei ministri “straor- dinari” dell’Eucaristia che in qualche parrocchia, per colpa del loro parroco, «argo di vedute», sono diventati mi- nistri“ordinari” (gia perché iloro preti, stanchi, hanno hisogno di riposare ¢ stanno ‘in sacrestia a chiacchierare, a mentre i loro gregari danno la Comu- nione) e che, ostinatamente disobbe- dienti alle norme della Chiesa, distri- buiscono U'Eucaristia in maniche di camicia, 0 comunque senza veste litur- gica che dovrebbero indossare? 8°) Ma di queste cose non ci si meraviglia pit se si pensa che questi laici non fanno altro che imitare, con minor colpa, l'esempio di qualche prete che, appena pud approfittarne, perché imboscato in qualche piccolo gruppo, celebra la Messa in camicia « blue. Jeans! 9) Ma c’8 ancora di pit: in certe oceasioni qualche «prete particolar- mente ecumenicon celebra la Messa tenendosi vicino, 0 comunque ospi- tando in presbiterio, qualche pastore rotestante, al quale, al momento della Comunione, rivolge Finvito a prendersi UEucaristia. Viva 'ecumenismo! 10°) Da qualche anno gli alti vertici vaticani ci hanno autorizzato anon fare iti la genuflessione con tutte e due le ginocchia davanti al Signore Gest: so- lennemente esposto nell’Eucaristia. C’ era proprio bisogno di eliminare que- sto piccolo segno di adorazione, visto quanto gia stava calando lo spirito di adorazione? Se si considera che nelle moschee per tutto il tempo della pre- ghiera si resta piegati sulle due ginoc- chia e prostrati a terra, vien dapensare che, pur restando vero che ilcattolice- simo non ha nulla da imparare dal ‘musulmanesimo, in quanto a spirito di adorazione noi cattolici dobbiamo im- parare dai musulmani. Bella conqui- sta del cristianesimo modernista! 11°) E come é stato ristrutturato il presbiterio in molte nostre chiese dopo il Concilio? Semplice: si¢ riuscito a fare di Cristo il grande escluso. 1 fedeli guardano la bella faccia dei prete, il prete guarda la bella facia dei suoi fedeli. E Gesd Cristo? Gesi Cristo Eucaristia se ne stia buono buono dietro le spalle del prete. Se venisse il papa in visita nelle nostre chiese n sun prete si metterebbe davanti gir doglile spalle. Al Papa no, maa Cristo sl. Al Papa gli ossequi'e a Cristo Voffese, La maleducazione religiosa & ormai di casa e purtroppo... in cat 12°) E comprovato che o i cristiani cambiano il mondo oil mondo cambia i cristiani. Per averne una prova evi- dente basta osservare come la spudo- ratezza ® andata crescendo in questi ultimi tempi anche nelle nostre chiese. La moda @ adorata ormai pit di Dio. Soprattutto una moda senza pudor In quali condiz questa unoffesa a Cristo Eucaristia? Ma la stragrande maggioranza dei pr ti finge di non vedere. Per non parlaré 4 sisi nono 31 dicembre 1989 di certe parrocchie in cui la minigonna 0,su pulpito per ‘anche questa mancipazione fernminile? B un legit- timo ammodernamento del cristiane- simo? O non 2 invece profanazione del luogo sacro, offesa agii altri fedeli che sono in chiesa e soprettutto offesa a Cristo che @ It presente nell’Bucari- stia 13°) E Che pensare degli applaust che certipreti “festaioli” fanno fare in chiesa in onore degli sposi o in altre circostanze? Si legge nella Bibbia: «Per ogni cosa c’e il suo momento... c’... un tempo per tacere e un tempo per parla- ren (Qo 3, 1. 2. 7). Ma per certi preti ogni tempo e ogni luogo sono buoni per fer starnazzare i presenti. Non si ren- dono conto che quegli applausi fanno degli sposi i personaggi principali e di Cristo realmente presente nell’Euca- tuna presenza secondaria, quasi il chierichetto della situazione? 14°) E come valutare la tolleranza che quasi tutti i vescovi hanno avuto per anni nei confronti vano nella Messa (che & Cristo in obbedienza al Padre) la loro ostinata e del tutto immotivata disob- bedienza? Guide guidate (fuori strada) E sul terreno di questa ormai dif- fusa e radicata insensibilita verso I Eucaristia che &.maturata le recente decisione di dare, anche in Italia, la Comunione sulla mano. ‘Quando l'autorizzazione non c’era ancora, i vescovi sembravano non ren- dersi conto che a loro, pit che ad altri, ‘competeva il diritto-dovere di inter- veniré. E cosi, per colpa della loro latitanza, il «pallino» di qualcuno ® diventato il «pallino» di tanti, la disob- Dedienza ® andata allargandosi a mac- chia d'olio, fino a costringere prati ‘vamente la Chiesa a piegarsi al dato di fatto e cio’ alle voglie dei ribelli. * Per rimuovere una disobbedienze non ci sono che due strade: o piegare i ribelli e riportarli all’obbedienza, 0 cancellare la legge @ cui iribelli disob- bediscono. Le guide della Chiesa han- no scelto anche in questo caso la seconda strada. Ancora una volta la soluzione pid comoda! Una soluzione che non risolve un bel niente, anzi, aggrava il problema, Tentare di ripor- tare all’ obbedienza degli ostinatirribel- Ii era rischioso: c’era il pericolo o, pitt ésattamente, la certezza di dover su- bire qualche contraccolpo. Meglio ac- contentare i ribelli e piegarsi alle loro voglie. Cosi il gioco é fatto: non ci son pil disobbedienti. E, inoltre, contenti ribelli, che hanno ottenuto cid che vo- levano, e contenti i pastor, che sono riuseiti a cavarsela senza rogne. Se poi «@ farne le spese & Cristo-Bucaristia... @ affar suo. Qualcuno, senzarendersi conto del- lasciocchezza che diceva, ha cercato di smuovermi dai miei «scrupolin affer- mando: «Ci penseranno gli angeli a raccogliere i frammentiv. Quanto sia- ‘mo lontani dai tempi in cui la Chiesa non delegava gli angeli a compiere quello che era (ed 2!) suo preciso dovere compiere, ma usava ogni accor- tezza possibile, distribuendo’Eucari- stia alle balaustra ricoperte di una tovaglia e con l'uso di un piattino, per evitare la dispersione di ogni fram- mento dell’ Eucaristia! Se oggi non si usa pitt la stessa delicatezza di un tempo, non sara forse perché non si crede pi: nella presenza reale di Gest nei piccoli rammenti del Pane Consacrato? Purtroppo, per al- ‘cuni® cosi! E anche questa una scoper- ta della «nuova» teologia che sta con- quistando posizioni, complici certe ca- se editrici cattoliche e certe librerie cattoliche che divulgano opuscoli e libri contenenti questa eresia. Perfino qualche vescovo sta abboceando all’ amo. Prima che venisse concessa l'auto- Hizzazione a dare la Comunione in ‘mano, alcuni vescovi non solo non hhanno cereato di riportare all'obbe- dienza i ribelli, ma postisi «umilmen- te» alla loro scuola, ne hanno imitato il pessimo esempio. Ancora una volta si ® assistito al triste spettacolo che si ri- pete ormai da troppo tempo: delle uide che invece di guidare si sono fatte guidare e, quel che ® peggio, si sono lasciate guidare fuori strada, I«profeti» della comunione nel- la mano Con a nuova normative, i preti ibelli, che per anni hanno dato ai fedeli'Eucaristia sulle mani pur senza avere le facolta di farlo, da ribelli quali erano (e quali restanol) ora appaiono come «profeti», come anticipatori del nuovo corso deila Chiesa. Ma la verita resta un’altra: a responsabilita di que- sti preti_resta gravissima in diverse direzioni 1+) Col loro esempio hanno conta- giato altri sacerdoti, che hanno spo- sato con entusiasmo la causa di dare la Comunione in mano quando ancora non era consentito. E cosi, con la loro “santa crociata” sono diventati “mae- tri di disobbedienza” 2) Con la moda che hanno voluto far nascere, o che hanno contribuito a diffondere, hanno fatto violenza ad altri sacerdoti che, anche se non con- dividevano la nuova moda, si sono titi quasi costretti a cedere, ¢ di fatto hanno ceduto, sotto Ia spinta ‘delle insistenti richieste di certi fedeli ‘«aggiornati» e vogliosi di cose nuove, sempre pit numerosi e sempre pith arroganti nel pretendere I'Eucaristia sulle mani. 39) Ipreti che come me non si sono piegati, né volentieri, né malvolentieri alla moda non autorizzata della Co- munione in mano, per colpa di quei loro “confratelli” che hanno sposato ideale dell obbedienza alla moda e della moda della disobbedienza, hanno subito 1” ingiustizia di apparire come gente fuori del tempo e come ribelli alla Chiesa |... 4°) Intere comunita di suore, legate alla Chiese da un solenne voto di obbedienza, hanno imboccato la stra- da della disobbedienza pubblica e o- stinata (da anni infatti chiedono e ottengono la Comunione sulla mano) proprio per colpa di certi preti che le hanno «viziate» (e dicendo «viziaten non esagero. Infatti, se l'obbedienza @ uuna virti, la disobbedienzaé un vizio!). Per queste suore e per questi preti, loro maestriaggiomamento della vita religiosa, secondo lo spirito del Conei- lio, si identifica con la disobbedienza alla Chiesa econ l'obbedienza alle varie ‘mode del momento. 5°) E un grave danno questi preti aggiornatin, questi «anticipatorin, questi «profetin prima incompresi ¢ ora vincitori, Io hanno recato a tutta la comunité cristiana che @ stata educata alla disobbedienza e che si venuta a trovare nella confusione pitt di quanto gid non lo fosse. 6°) Infine, un torto non trascurs- bile lo hanno fatto anche a voi vescovi, intaccando il potere di governo che i Signore vi ha dato. Vi hanno espro- riato delle redini, che non avevano il diritto di pretendere e che voi non Se see detec Ineretto nostro| Nave senza nocchiero in gran tempesta La comunita cristiana aveva e con- tinua ad aver bisogno di ben altri «profetin, sia in basso che in alto, aveva e continua ad aver bisogno di guide illuminate e coraggiose, capaci diindividuare i veri e gravi problemi in cui si dibatte oggi la Chiesa e capaci di combattere la «buona battaglian (1 Tim. 1, 18) e disposti a pagare per rinnovare il mondo, per farlo da sel- vaggio umano e da umano cristiano. ‘La comunita cristiana ha bisogno che i suoi pastori fermino la loro at- tenzione su problemi pit urgenti e pit ravi. Da alcuni decenni la Chiesa sta perdendo tutte le batteglie, eppure la maggior parte dei pastori non sembra allarmata. Ci si rifugia in un comodo 31 dicembre 1989 ottimismo e con toni di frizzante spe- ranzasi parla di “primavera della Chie- sa”. E quando si trova il coraggio di guardare in faccia la realta, quasi mai siva pid in la della diagnosi: si segnala tun malessere, si indica un problema, ‘ma non si passa quasi mai alla terapia, Quasi tutti i pastori, in questa grigia stagione della Chiesa, hanno ridatto it loro “potere di governo” a uno scialbo “potere di consiglio” e intanto il males- Quasi dieci anni fa (6/2/1981) il papa Giovanni Paolo II ha lanciato un grido di allarme che avrebbe dovuto disturbare i soni di tutti. «Bisogna ammettere realisticamente e con soffer- ta sensibilita — sono parole del Papa — che i cristiani oggi in gran parte si sentono smarriti, confusi, perplessi e perfino delusi, si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la verita rivelata e da sempre insegnata; si sono ropalate vere e propre eresie in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si é manomessa anche la liturgia; immersi nel relati- vismo intellettuale e morale e percid nel ermissivismo, i cristiani sono tentati dall'ateismo, dall'agnosticismo, dall'l- luminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico, senza dogmi defini: ¢ senza morale oggettivar. Un quadro piuttosto fosco, un appello drammatico rivolto a tutti, ma soprat- tutto ai vescovi, eppureilletargonon si 2 interrotto. Tutto continua come al- Tora e peggio di allora. Quand’ anche la decisione di intro- durre la possibilita della Comunione sulla mano fosse stata una scelta op- portuna e ben fatta, come si fa a non endersi conto che ia Chiesa he biso- ‘gno oggi di ben altre riforme e di altri interventi? Erano e sono altre le bat- taglie da combattere! Dopo il grido di allarme del Papa, ‘cosa si® fatto per trovare un rimedio ai ‘mali diagnosticeti dal capo della Chie- sa? Quasi niente, tolta una pioggia di documenti, un diluvio di parole che hanno lasciato immutata la situazione. Lupi feroci, neanche tanto ma- scherati E sotto gli occhi di tutti che la comunita cristiana ® oggi insidiata da aleuni falsi pastori che in realta sono lupi feroei, ormai neanche tanto ma- scherati Incampo teologico propongono sem- pre pit palesemente l'eresia, o l'equi voco o 'annacquamento della verita In campo morale chiamano «male» il bene e «bene» il male, ponendosi in netto contrasto con quanto ha inse- gato il Signore Gesi e con quanto insegna il Magistero della Chiesa. In campo diseiptinare vivono nell’anar- sisi nono chia pid completa e contagiano, con questa infezione, i loro discepoli. In campo pastorale, invece di educare allo spirito del vangelo, corrompono il loro gregge con forme pitt o meno larvate di pornografia, che pornografia resta an- che se battezzata nelle sale cinema- tografiche cattoliche. Lo scorso maggio, il card. Poletti, presidente della Conferenza Episco- pale Italiana, si mostrato seriamente preoccupato per lalettera di 63 “cultori di scienze ecclesiastiche”. Ha ravvisato tra l'altro, in quel documento: «al- terazioni profonde del contenuto della fede cattolica ¢ conseguenti divisioni nella compagine ecclesialen. «Tale let- tera — sono ancora parole del pre- sidente della C. E. I. —non appare in sintonia col retto sentire ed agire eccle- siale». E pid avanti: «Le preoccupa- zioni riguardano poi in particolare gli allievi dei nostri seminari e istituti teo- logici, coloro che domani saranno i nostri nuovi sacerdoti, ¢ che certo non ricevono oggi da alcuni loro maestri un esempio formativo, sotto il profilo della teologia, della spiritualita del senso della Chiesa» ‘A queste gravi e motivate preoceu- pazioni del card. Poletti si sono asso- ciati il Papa e I’Assemblea dei vescovi italiani Liallarme 2 stato chiaro e gravissi- mo: se certi teologi continueranno a insegnare nei seminari, possiamo star certi che ci rovineranno i futuri pret Ma nonostante il giustificato allarme, i singoli vescovi interessati,ritornati ai loro ovili, hanno lasciato immutata la jazione: non uno dei teoloy tari stato rimosso, tutti sono rimasti al loro posto, liberi di agire come vogliono e di infettare i futuri preti; e alcuni, oltre che riconfermati, sono stati pubblicamente lodati dai loro vescovi. Eco quale senso della realta quale coraggio hanno mostrato molt pastori della Chiesa italiane. |... Quel che non @ difficile preve- dere Certo & che non cresceranno il rispetto, I'amore e Vadorazione all Eucaristia, vedremo invece 'Eucari- stia sempre pit banalizzata, Sul set- timanale diocesano si legge: «Non si douré certo assistere a scene di comu- nicandi che si prendono la particola dalle mani del ministro a mo’ di pizza 0 in alire forme goffe, ridicole e indegne. Con un po’ di pazienza, informazione ¢ educazione, irisultati buoni non doureb- bero mancare» (Verona Fedele - 15 ottobre 1989). Parole ottimistiche e piene di speranze, ma basteranno po- chi mesi, al massimo pochi anni a smentirle. 1°) Tanto per cominciare, si sa gia di un vescovo del nord Italia che ha invitato i suoi preti a dare I'Eucaristia soltanto (!) in mano a tutti i fedeli «per evitare confusioniv. E cosi, qualche vescovo, oltre a non educare all’obbe- dienza, ‘si colloca in prima fila tra i ribelli alle disposizioni del Papa, che prevede non uno, ma due modi di distribuzione dell Eucaristia, 2¢) Ma anche senza che piova dall’ alto (da qualche vescovo scriteriato ribelle) 'ordine di dare la Comunione soltanto in mano, avverrd in breve tempo da chi vorrebbe ricevere ‘Ostia Santa in bocca si vedr’ considerato come una persona fuori dal tempo, un “fossile”, un “tradizionalista”, come & gia stato marchiato, da qualche «con- fratello», chi non avrebbe voluto l'in- troduzione della Comunione sulla m no. E cosi, contrariamente a quanto & stato deciso nelle alte sfere, restera in uuso un solo modo di distribuzione dell'Eucaristia, il peggiore (!) e vera lesala iberta di chi, per ottime ragioni, vorrebbe continuare a ricevere Ostia Santa in bocca, ma non avra il coraggio dichiederlo per non apparire ridicoloe superato. 3°) Aleuni «profetin della Comu- nione in mano, contenti di aver ottenu to cid che volevano e per cui si sono battuti con l'arma della disobbedien- za, provvedendo da soli a darsi 'auto- rizzazione prima ancora che l'autor zazine venisse dall’alto, gia si prefig- gono nuove “conquiste”. Presto invite- ranno ii fedeli a salire all’altare ¢ a prendersi da solil'Ostia Santa, anche se cid resta chiaramente e tassativamente vietato.. B i loro vescovi, come hanno fatto con I'abuso della Comunione sul- la mano quando non c’era l'autoriz- zazione, anche di fronte ai prossimi abusi fingeranno di non vedere e con- ‘tinueranno a tacere e a lasciar fare. Fil nuovo modo di guidare la Chiesa! 4°) Ec poiun altro problema: che si faré con i bambini della prima Co- munione? Non essendo in grado di decidere loro, chi decidera per loro? I genitori? Nella maggior parte dei casi non lo faranno. E cosi, sara il parroco a decidere. E il parroco che scelta fara? Ovviamente, nella stragrande maggio- ranza dei casi si sceglierd la novita e si dird ai bambini di protendere le mani, senzanemmenolasciare in piedi, perle nuove generazioni, 'altra possibilita di ricevere in boceal"Ostia Santa. Ese, in questo contesto, un papa e una mam ma, che sono i primi educatori dei loro figli anche in campo teligioso, non gradissero la scelta del loro parroco, che cosa dovrebbero fare? Dovranno attaccare al collo del loro bambino un cartello con sopra scritta la loro scelta, perché il parroco sappia che, @ dif- ferenza di quasi tutti gli altri, il loro figlio non deve ricevere PEucaristia 8 sulla mano? O dovranno rassegnarsi a vedere massificato il loro bambino e a vedersi espropriati del loro dirtto-dove- ke di essere i primi educatori dei loro ‘figli? E non potra anche accadere che i ‘genitori sieno costretti a piegarsi e ad accettare di malavoglia cid che per il loro bambino non avrebbero voluto, per evitare che il loro figlio sia deriso dai compagni perché «diverso»? Ci tengoaprecisare che questo problema non @ zampillato dall'effervescenza della mia fantasia, ma mi ® stato pro- spettato, in tono preoccupato, dal pa- pa e dalla mamma di una bambina che fara la prima Comunione il prossimo anno. “I problemi creati dalla nuova prassi LJ. Problemi di tensione nel clero, anche se molti sacerdoti non lasciano trapelare all’esterno l'amarezza che portano in cuore. Problemi di diso- Tientamento in tanti fedeli, agli occhi dei quali questa Chiesa, da vent’anni ormai sempre a caccia di novita, ap- pare come un'anziana signora che si vergogna della sua eta venerandae con fare goffo si mette a scimmiottare gli adolescenti. Ma soprattutto, problemi relativi al rispetto per U'Eucaristia. In questi ul: timi tempi sono state rispolverate le parole di S. Cirillo di Gerusalemme, in appoggio alla possibilita di avere I’ Eucaristia sulla mano: «Quando ti ac- ‘costi, non procedere con le palme delle mani aperte, né con le dita separate, ma colloca la sinistra con la destra ‘come un trono che deve ricevere il Re. Mangialo badando bene che non vada perduto nulla, Se ne perdi un po’, devi considerare tale perdita come lamputa- zione di una delle tue membra. Dimmi: , se qualcuno tiavesse dato dei frammen- 8 di oro, non li terresti con ogni dili- ‘genza, guardando bene di non perdeme ‘leun pezzettino? Non starai percié mol- to pitt attento a non perdere neppure una briciola di cid che @ pitt prezioso dell oro e delle pietre preziose?» Basandosi sulla prima parte di que- ste parole di 8. Cirillo, i sostenitori della Comunione sulla’ mano tirano un'indebita conclusione: se si faceva, nei primi secoli della Chiesa, perché non si dovrebbe fare anche oggi? Io, al contrario, basandomi sulla seconda parte di quelle parole, tirola conclusio- ne opposta; 8 vero che al tempo di S. Cirillo si riceveva 'Eucaristia sulle mani, ma é anche vero che col pane che siusa oggiper fare le ostie, S. Cirillonon approverebbe pit! la Comunione sulla ‘mano, perché é inevitabile la dispersio- ne non solo di qualche frammento, ma di troppi frammenti. Basta considerare attentamente cosa significava per S.

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