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Mt. 5, 37: Ma il vostro parlare sia Rivlasions © Religions Atuaslone « Informasione Anno XV-n. 3 u a pla vien dal Ubi Veritas et lustitia, ibi Caritas ‘Ouindicnale Cattlien « ANTIMODERNISTA » Fondetere: Sec. Francesco Put Direttore: Sac. Emmanuel de Tavenu cl che ain mallgno. Dleamina - Rasponaabilts 15 Febbraio 1989 "COLLASORAZIONE APEATA A TUTTE LE = PENNE PEROT « NON VOLER SAPFRE ORI UWA DETTO MA PON MENTE A CIO” ONE DETTO™ Um, Gr) LA TRADIZIONE, IL CONCILIO e i «TRADIZIONALISTI» I I Concilio e la Tradizione «Mons, Lefebure non capisce la real- ta della Tradizione. — Cosi nell'in- tervista concessa alla televisione ita- liana il card, Ratzinger — Il Santo Padre sia nella sua lettera scritta in occasione del tempo pasquale sia nel suo “Motu Proprio” ha indicato bene il concetto di tradizione e il fondamento del dissenso: c’é un'idea molto fissa di tradizione, una volta per tutte fissata in certe formule, ¢ tradizione che é un’ idea vivente sempre ispirata ad una grande fedelta, ma anche con il dina- mismo dello Spirito Santo che sempre pi ci induce nella verita» (1) Ed ecco i testi cui fa riferimento il card. Ratzinger: 1) «Mentre la prima tendenza “progressisti"| sembra riconoscere co me giusto cid che & nuovo, Valtra “conservatori" o “integristi'] invece ve- de il giusto soltanto in cié che é “antico” ritenendolo sinonimo della Tradizione. Tuttavia non 81"antico” in quanto tale, né il “nuovo” per se stesso che cor- rispondono al concetto giusto della Tra- dizione nella vita della Chiesa. Tale concetto infatti significa la fedele per- manenza della Chiesa nella verita ri- cevuta da Dio, attraverso le mutevoli vicende della Storia. La Chiesa, come quel padrone di casa del Vangelo, e- strae con sagacia “dal suo tesoro cose nuove e antiche” (cfr. Mt. 13, 52) rimanendo assoluamente obbediente allo Spirto di verita che Cristo ha dato alla Chiesa come Guida. divina. E la Teer eee eee eee Chiesa compie questa delicata opera di discernimento attraverso il Magistero utentico (cfr. Lumen Gentium, 25)» @), 2) aba radice di questo atto scisma- tico & individuabite in una incompleta e contraddittoria nozione di Tradizione. Incompleta, perché non tiene sufficien- temente conto del carattere vivo della Tradizione, “che — come ha insegnato chiaramente il Concilio Vaticano II — trae origine dagli Apostoli, progredisce nella Chiesa sotto Vassistenza dello Spirito Santo: infatti la comprensione tanto delle cose quanto delle parole tra- smesse, cresce sia con la rflessione e lo studio dei credenti, i quali la meditano in euor loro, sia con la profonda intelli- genza che essi provano delle cose spiri- tuali, sia con la predicazione di coloro i qualiicon la successione episcopale han- 1no ricevuto un carisma certo di veritd Ma ¢ soprattutto contraddittoria u- ‘na nozione di Tradizione che si oppone al Magistero universale della Chiesa, di cui & dententore il Vescovo di Roma e il Corpo dei Vescovi. Non si pué rimanere fedeli alla Tradizione rompendo il le- ‘game ecclesiale con colui al quale Cristo stesso, nella persona dell'apostolo Pie- tro, ha affidato il ministero dell unit nella sua Chiesa» (3). Tmonito coinvolge tutti coloro che, appellandosi alla Tradizione cattolica, resistono al nuovo corso ecclesiale. Esamineremo, percid, alla luce della dottrina cattolical’ortodossia della po- sizione dei cosiddetti «tradizionali- stiv. Tanto pitt che lo stesso Santo Padre, a conclusione, invite «tutti i fedeli cattolicin ad una «sincera rifles- sione cirea la propria fedelta alla Tra- dizione della Chiesa, autenticamente interpretata dal Magistero ecclesiasti- co, ordinario e straordinario, special- ‘mente nei Concili ecumenici da Nicea al Vaticano Il. Da questa riflessione, tutti devono trarre un rinnovato ed efficace convincimento della necessita di miglio- rare ancora tale fedelté, rifiutando interpretazioni erronee ed appli- eazioni arbitrarie ed abusive, in materia dottrinale, liturgica e di- sciplinarey (4) L’«antico» sinonimo di Tradi- zione in senso oggettivo «Lo Spirito Santo — dichiara il Vaticano I — ¢ stato promesso ai Suc- ccessori di Pietro non perché rivelas- sero una nuova dottrina, ma perché sotto la sua assistenza, custodissero con purezza ed esponessero fedel- mente la Rivelazione tramandata ‘Per mezzo degli Apostoli ovvero il depo- sito della Fede» (6), Dunque: 1) La Tradizione (dal latino tra- dere: trasmettere) ® la trasmissione della divina Rivelazione. 2) Il soggetto della trasmissione & il Magistero infallibile, divinamente assistito, e non il semplice «Magistero 2 ‘utentico» (mere authenticum) (6), di cui, invece, si parla nei testi pontifici citati dal card. Ratzinger. 3) Lioggetto della Trasmissione & il deposito della Fede» (Tradizione oggettiva o passiva), il quale deposito comprende: a) la Rivelazione divino-apostolica (oggetto primario); ’) tutto cid che dalla divina Rive- lazione ® presupposto o che comunque % con essa connesso, dovendosi logi- camente supporre presente alla mente del Rivelatore allatto della Rivela- ione (oggetto secondario) (7). In tal senso, oggettivo e passivo, la ‘Tradizione stata definita dal Concilio di Trento, che parla di «tradizioni [al plurale, cio’ di insegnamenti (8), che, Ticevute dalla bocca stessa di Cristo dagli Apostoli, o dai medesimi Apostoli «a cui lo Spirito Santo le aveva dettate (rivelate), trasmesse quasi di mano in ‘mano, pervennero fino a noi» ovvero di «tradizionin «sia spettanti alla fede sia spettanti alla morale, siccome dettate da Cristo a voce, e dallo Spirito Santo suggerite (agli Apostoli), e conservate er continua successione dalla Chiesa cattolica» (9). Nello stesso senso, of: gettivo e passivo, la Tradizione @ stata definita anche dal Concilio Vaticano I, che riprende testualmente le parole del Concilio di Trento (10). 4) L’assistenza dello Spirito di Verita al Magistero non ? un prolun gamento della Rivelazione: la Rive zione, contrariamente a quanto riten- gono i modernisti, si & chiusa con la morte degli Apostoli (11). Ai loro Suc cessori spetta il solo compito di tra smetterla e spiegaria, nel senso eti- mologico della parola (explicare: trar fuori dalle pieghe). Ne consegue che —T'cantico» @ realmente sinonimo della Tradizione in senso oggettivo ovvero dell’oggetto della Tradizione, del udeposito della Feden; — il Magistero, anche infallibile, & organo vivo», ma «non é organo di nuove veritén (12): ogni atto di Magi stero @ un atto di tradizione, cio’ di ‘trasmissione di un contenuto, datouna volta per sempre: il Magistero @ per sua natura «tradizionalen (13): «o Ti- ‘motemo custodisci il deposito..» «il deposito é cid che ti® stato affidato, non trovato da te; tu Thai ricevuto, non escogitato con le tue forze. Esso non é fratto di ingegno personale, ma di dot- ‘rina; non riservato per uso privato, ma appartenente ad una tradizione pubbli- ca. Non uscl da te, ma a te venne: nei suoi riguardi tu non puoi compor- tarti da autore, ma da semplice ‘eustode. Tu non ne sei l'niziatore, ma il discepolo; non spettera a te diri- gerlo, ma @ tuo dovere seguirlo» (14). Tl che non esclude, come vedre- Po si si_no no mo, un legittimo sviluppo dottrinale, ma lo condiziona rigorosamente. Perdere di vista l'wantico» e cio’ la dimensione oggettiva della Tradizione significa cadere in quel soggettivismo dommatico, di stampo protestantico, tipico del modernismo, che riduce il cristianesimo «a un vago sentimento da adattarsi liberamente ai diversi bisogni 0 alle aspirazioni delle generazioni suc- cessive» (15); significa cadere nell'evo- luzionismo 0 storicismo dommatico, che fa della Verita, anche rivelata, una variabile dipendente della storia; si- gnifica soprattutto perdere ogni punto dirriferimento per distinguere la verita cattolica dall’errore. Lo sguardo all’«antico» condi- zione di fedelta Liassistenza dello Spirito di V rita, appunto perché tale (ad-sisto: ‘sto accanto), presuppone, non esclu- de, Yettivita’ umana: il Magistero in- fallibile he il dovere di usare tutti i mezzi per assicurare la fedelta della trasmissione, primi tra tutti: a) lo stu- dio e la ricerca nelle fonti della Rive lazione (Sacra Scrittura e Tradizione Apostolica); b) la nomina nella Chiesa Gi Vescovi insigni «amore et studio doctrinae ab Apostolis traditae ac pari detestatione omnis novitatis» (16); c) I consultazione di teologi altrettanto di stinti_ per il loro attaccamento alla ‘Tradizione e «che conoscono bene le regle della Fede voglionosegiren 17 E, dunque, il costante riferimento all'«antico», in uno con Passistenza dello Spirito Santo, che assicura quel- la «fedele permanenza della Chiesa nella veritaricevuta da Dio attraversole ‘mutevoli vicende della storia» di cui parla il Santo Padre (2). Al punto che, quando l'amore e la fedelta all’«anti- co» vengono meno, lo Spirito di Verita impedisce, con un'assistenza pura mente negativa, che si compia la defi- nizione erronea da parte del Magiste- 10 infallible (18). Al Magistero autentico, invece, cio’ al Magistero che si pronunzia al grado in cuinon ® infallibile, non @ assicurata per i singoli atti nessuna assistenza, né positiva né negativa: Ia sicurezza della dottrina resta legata unicamente alla cura umane di ricollegarsi alla Tradi- zione. Questa cura, percid, & per il Magistero autentico un gravissimo do- vere di prudenza. Bd infatti il Magist 10, che per lo piti si esprime al grado cuinon @infallibile, propone ed inculca ‘per lo pi... quanto @ gid, per altre ragioni patrimonio delta dottrina catto- lica» (19). La prudenza del Magistero auten- tico condiziona lassenso dei fedeli: «'assenso prudente e che esclude a 15 febbraio 1989 itualmente ogni dubbio», che si deve infatti a questo Magistero «é legitt- mato datl’alta prudenza con la quale Vautorita ecclesiastica agisce abitual- mente in queste circostanze» (20), La «Tradizione vivente»: Magi- stero infallibile e non Magistero autentico Premesso cid, appare chiaro che i teologi posteriori al secolo XVIII, nello spostare l'accento sul soggetto della Tradizione, e quindi sul Magistero quale «Tradizione vivente», parlano del Magistero infallibile (21), nel quale non c’t dubbio che Voggetto dell’insegnamento, in virti della divi- na assistenza s‘identifichi, come di fatto s'identifica, con il udeposito della Fede» ovvero con la Tradizione in senso oggettivo. Nondimeno, nello stesso Magiste- 10 infallibile, soggetto ed oggetto della ‘Tradizione restano ben distinguibil: il Magistero infallibile non @ fonte in sé della Rivelazione; lo & soltanto per noi; a sua volta, ha la sua fonte nella Sacra Scrittura e nella Tradizione; noi attin- ‘giamo, come a fonte prossima, al Ma- gistero infallibile della Chiesa e il Ma gistero infallibile, a sua volta, attinge alle fonti remote ed ultime della Ri- velazione (22), I titolo di «Tradizione vivente» in nessun modo pub, invece, attribuirsial Magistero autentico, non infallibile, nel quale l’esame dell’oggetto propo- sto alla nostra credenza non solo lecito, ma pud rendersi persino dove- oso. La Chiesa, infatti, mentre esige per il Magistero infallibile un assenso fermo, irrevocabile, incondizionato, per il Magistero autentico chiede un assenso relativo e condizionato; con- dizionato, anzitutto, dalla fedelta dell’ insegnamento proposto al deposito del- la fede (23). Ed 8 logico: «'ordine di credere fermamente senza esaminare l’oggetto /..) pud obbligare veramente solo se l'autorita é infallibile» (24), e la Chiesa non ha mai attribuito al fellibile i diritti dellinfal- libile (25), Vaticano II: lecito e doveroso Pesame dell’oggetto Il Vaticano Il si pone come atto di Magistero autentico non infalibile e per di pit cartteriezeto da somma imprudenza, @ Non infallibile Lo attestano: il discorso di aper- tura di Giovanni XXII, la notifica tione del Segretario del ‘Concilio (16 novembre 1964), gli atti stessi del Concilio, le ripetute affermazioni di Paolo Via Concilio concluso (26), Sua Santita Giovanni Paolo II, che anche 15 febbraio 1989 nei testi in esame parla soltanto di «Magistero autentico» ed infine lo stesso card. Ratzinger, che nel discor- so alla Conferenza episcopale cilena ha ammesso: «La verita 2 che lo stesso Concilio non ha definito nessun dogma ed ha voluta in modo cosciente esprimersi ad un live pit: modesto, meramente come Coneilio pastorale» (27) Tl modo «straordinario» con cui quest'atto di Magistero autentico si @ esercitato, e cio’ in Concilio ecume- nico, non ne accresce la autorevolezza, poiché questa dipende dal grado: in- fallibile o «mere» autentico, e non dal modo di esercizio del Magistero: or- dinario, e cio’ legato al semplice eser- cizio della propria funzione pepale od episcopale, 0 straordinario. Percid si di nella Chiesa un Magistero ordinari infallibile e pud darsi, come si @ dato col Vaticano If, un Magistero straordi- nario semplicemente autentico, non infallible (28). Da quanto sopra consegue che I'e- same dell’oggetto proposto alla nostra accettazione dal Vaticano II @ lecito. © Caratterizzato da sommaim- prudenza Il Vaticano II si pone come atto di Magistero autentico, non infallibile, pilotato per di pit’ da Vescovi non insigni «amore et studio doctrinae ab Apostolis traditae ac pari detestatione omnis novitatis» (29), e cio’ non per attaccamento alla Tradizione e per Yorrore di ogni novita, bensi insigni «amore et studio omnis novitatis ac detestatione doctrinae ab Apostolis tra- ditae» e ciod per «prurito dinovita» ed odio alla Tradizione nonché da «teo- login — i veri autor del Concilio — gia condannati dal Sant’Uffizio, perché usi a disprezzare le regole deila Fede, come il postconcilio ha irrefutabilm: te dimostrato. Questa caratteristica del Vaticano TI & autorevolmente at- testata dal card. Ratzinger: al «vero» Concilio «gia durante le sedutee poi via-via sempre di pitt nel periodo suc- cessivo sicontrappose un sedicente “spi- rito del Concilio”, che in realté:ne é un vero “anti-spiriton; secondo questo «spirito del Concilion «tutto cid che & “nuovo” sarebbe sempre e comunque rmigliore di cid che c’® stato 0 c’é» e wla storia della Chiesa sarebbe da far co- ‘minciare dal Vaticano II, visto come una specie di punto zero» (30). Da quanto sopra consegue che I esame dell'oggetto proposto dal Va- ticano II doveroso. L'impostura Esigere per il Vaticano Il, Magi- stero autentico, non infallibile, renso cieco che si deve al solo Magi- stero infallibile # — bisogna dirlo — sisi nono un'impostura: significa attribuire all” ultimo Concilio un’autorita che la Chie- sa non gli riconosce e che neppure gli uomini di Chiesa si sono mai spinti a riconoscergli apertis verbis. In pole- mica con i protestanti S. Harent scri- veva: «Anche nel campo ecclesiastico e religioso si concepisce un tribunale fall- bile, purché si limiti arichiamare le verita gid definite o professate da tutti i cristiani ad esigerne il rispetto ‘mediante misure disciplinari e scomu- niche, ma che un tale tribunale preten- da troncare definitivamente e senza ossibilité di appello una controversia di fede, cio’ una questione nuova e liberamente discussa, e voglia con la sua decisione obbligare la fede cri- stiana, la fede ferma ed irrevoca- bile, ad andare in un senso piut- tosto che in un altro, & il fallibile che usurpa i diritti del’infallibile, éunatirannia delle coscienze» (31). Tale e peggiore @ la pretesa a cui si trovano a dover resistere oggi i catto- lici. Peggiore, perché loggetto dell'i- naceettabile imposizione non concer- ne materia nuova e liberariente scussa, bensi materia gia regolats, co- me vedremo, dal Magistero della Chie- sa. Mai niente di assolutamente nuovo 1 Vaticano T dichiara «La dottrina di fede, che Dio ha rive lato non @ stata proposta agli in- gegni umani come un’invenzione filosofica da perfezionare, ma & stata affidata come deposito divino alla Sposa di Cristo, perché la custo. disse fedelmente e la annunciasse con Magistero infallible. Quindi si ha da ritenere sempre quel senso dei sacri dogmi, che una volta dichiar® la santa ‘Madre Chiesa, né mai da quel senso si hha da recedere col pretesto ¢ con le ‘apparenze di una pit alta intelligenza, Con relativo anatema: «Se qualcuno dira che ai dogmi proposti dalla Chiesa ud attribuirsi, in virtit del progresso della scienza, un significato diverso da ‘quello che ha sempre inteso ed intende lintellexit et intellegit] la Chiesa, sia scomunicato» (32). L«antico», dunque, ® a tal segno sinonimo di Tradizione che nella dot- trina della Chiesanon si da mai nulla di sostanzialmente ed assolutamente nuo- vo. Tl «nuovo» ehe vi compare, in virti dello sviluppo 0 esplicazione dottri nale, # un nuovo accidentale erelativ ~ 02 il passaggio da una formu- lazione meno esetta e completa ad una pid esatta ¢ completa; — 0 2 il passaggio da una fede soggettiva (fides qua creditur) ed un insegnamento meno esplicito ad una fede soggettive ed un insegnamento 3 pit espliciti (98) La Chiesa infatti pud esercitare il suo Magistero: © in modo esplicito (documenti del Magisteto, teologi «probatin, ca- techesi, predicazio colarmente liturgica, e leggi discipli- nari) © in modo tacito, infine, perché la Chiesa propone sempre tacitamente ad ogni generazione tutto il depositum fide «tutto cid che & stato creduto dal tempo degli Apostoli.. tutto cid che & racchiuso nella Sacra Serittura e nei monument della Tradizione» (34) 0 documenti, che dir si voglia, cio’ in tutte le opere nelle quali il Magistero della Chiesa ha preso, per cosl dire, corpo nel corso dei secoli e si fatto sensibile sotto gli occhi dei fedeli: libri liturgici, norme disciplinari,istituzio- ni, ordini religiosi, chiese’e monu- menti, devozioni, pratiche di carita, di zelo o di pieta, vite dei Santi cano- nizzati, vita dei fedeli docili alla voce della loro Madre la Chiesa, civilizza- zione, costumi, lingua ed arti dei po- eristian!ece. (08) Pollsib accader pet varie circostanze ~ eresie, offuscamento di una verita insegnata solo implicitamente o taci- tamente ecc. — che si oocasioni il passaggio dal Magistero implicito all” esplicito osirendanecessarioilritorno all'insegnamento espresso di quanto ern periodo la Chiesa si era limitata a proporre tacitamente (36). Cosi, ad esempio, quando la Chiesa faceva pre- gare per il fedeli defunti implicita- mente insegnava il dogma dell esisten. za del purgatorio e quando da questa prassi liturgica fu esplicitato il dogma del purgatorio ci fu passaggio da un insegnamento implicto all’esplicto ma non ci fu_nessuns «novita> in senso proprio. Cosi dicasi del Primato, im- plicito nella prassi del ricorso a Roma, © del dogma dell'Immacolata Conce: zione, implicito nella Divina Maternita i Marie ece Un esempio diritorno dal Magiste- 10 tacito al Magistero esplicito si ebbe proprio a riguardo della Tradizione, allorché la Chiesa nel Conciio di Tren: to ne defini, contro i protestanti, la nozione esatta, che si era limitata a proporre tacitamente nel periodo della Scolastica amotivo della perfetta coin- cidenza della dottrina cattolica con la Tradizione. Insomma, se@ vero che «la Chiesa non @ uno strumento automa- tico che ripete attraverso i secoli le formule impiegate dal Salvatore dai suoi Apostolin, ma «® come un maestro vivo che sa quel che dice» e accomoda all'intelligenza e ai bisogni delle varie generazioni 'insegnamento divino, va- Tiandone la forma, proponendone suc- cessivamente i molteplici sspetti “ «chiarendo e proponendo espressamen- tea.credere punti prima rimasti nell'om- bra, nascosti in qualche modo in mezzo aad altri punti dai quali non sipensava a distinguerlin & altresi vero che «questa proposizione esplicita é solo una ma- niiera di affermare con pitt chiarezza, con pitiprecisione, con pilicertezza, con itLinsistenza le veritd rivelate, che sono sempre state credute almeno implicita- mente» e che la Chiesa ad ogni gene- razione trasmette la divina Rivelazi ne «senza nulla aggiungervi e senza nulla togliervi» (37). Onde, nonostante lo sviluppo dottrinale di 20 secoli, Pio XII poteva scrivere che la Chiesa «a- dempie il suo mandato di conservare erennemente pure ed integre le verita rivelatee le trasmette senza contamina zioni, senza aggiunte, senza diminu- zioni> (38) Conclusione: se la Chiesa pud pa ragonarsi al padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose antiche e cose nuove, resta altresi vero che le trae dall'unico tesoro della divine Rivela- zione, nella quale erano entrambe con tenute: esplicitamente le cose che a noi appaiono «antichen, implicitamente le cose che anoi appaiono «nuoven. Ogni altro «nuovo», ogni «nuovo» irridu- cibile all'«antico» non @ sviluppo, ma corruzione della dottrina cattolica, Vaticano Il: V'irruzione del «nuovo» Col Vaticano Il c’é stata un‘irru- ione di «nuovo» nella Chiesa. E que- sto di per sé gia @ una novita senza riscontro nella storia del. progresso dottrinale, sempre lento, graduale, pon- derato. E un «nuovo» che, a partire dal Concilio ed in nome dei Concilio, @ venuto manifestendosi in tutti quei ‘modi nei quali si esprime il Magistero ordinario: © modo esplicito: «nuoven dot- trine, «nuove catechesi, «nuove teologie, «nuoven interpretazioni 0 «riletture» dei Padri della Chiesa e perfino della Sacra Serittura; © modo implicito: «nuova», 0 me- slio «nuove» liturgie, «nuova» disci plina (se cosi pud ancora chiamarsi), «riuiove» prassi; © modo tacito: tutti i documenti o «monumenti» del Magistero preceden- te vengono svalutati, distrutti o sepolti nell oblio, mentre una dottrina affatto nuova va prendendo corpo e facendosi sensibile sotto i nostri occhi in «mo- numenti» affatto nuovi. Tn tanta irruzione di «nuovo», poi ché il Magistero infallibile tace, poiché il «prurito di novita», da cui mani festamente appaiono affetti i testi del Vaticano II, episcopato in genere ei loro «teologi» di fiducia, impone pru- enti riserve sul Magistero wautenti- sisi_no no co», i cattolici hanno il dovere dinanzi a Dio e quindi il diritto irrinunciabile dinanzi agli uomini di domandarsi se queste «novita» sono sviluppi 0 cor- ruzioni dottrinali, use la Chiesa di oggi — per dirla col card. Ratzinger — é realmente quella di ieri o se Uhanno cambiata con un‘altra senza avvisarli» (39). Il contrasto con I’«antico» in- dice di corruzione dottrinale In circostanze siffatte i cattolici non sono affatto sproweduti di un criterio oggettivo che permetta loro di discernere lo sviluppo legittimo dal- le corruzioni dottrinali Il criterio, accessibile a tutti, in- segnato a) dai Padri delle Chiese; b) dail'unanimita dei teologi realmente cattolici, che «conoscono le regole della Feden; ¢) dalla prassi e dallo stesso Magistero infallibile della Chiesa. a) Trai Padri della Chiesa suffi- ciente segnalare San Vincenzo di Le- ino (V_secolo). Nel suo Commoni torio, inteso appunto a cercare «una regola certa» che consenta ai cattolici di distinguere la verita dall’errore in tempi in cui «l'astuzia dei nuavi eretici richiede una vigilanza ed una atten- zione sempre maggiorin, San Vincenzo di Lerino scrive: «Forse qualeuno dird: nessun pro- aresso della religione & allora possibile nella Chiesa di Cristo? Certo che ilprogresso cideve esseree grandissimo’ Chi sarebbe tanto ostile agli uominie avverso a Dio da tentare di impedirlo? A condizione, pero, che: tratti veramente di progresso per la fede, non di modificazione. Caratteristica del progresso & che una cosa si aceresca, rimanen- do sempre identica a se stessa; della modificazione, invece, che una cosa si trasformi in un’altra. Cresea dunque, e molto efortemente progredisea col susseguirsi delle etd ¢ dei secoli, V'intelligenza, la scienza, la sapienza, tanto dei singoli, quanto di tutti, tanto di ciascun womo quanto di tutta la Chiesa; ma nei limiti dello stesso identico dogma, nello stesso significato, nella stessa doitrinan Commentando, poi, l'esortazione 4i San Paolo a Timoteo: «Custodisci il deposito, evitando le profane novita di parole» (1 Tm. 6, 20), San Vincenzo di Lerino spiega: «Le profane novita di parole sono le novitd concernenti dogmi, cose e opinio- ni in contrasto con la Tradizione e Vantichita» (40) E qui sta il valore indiscusso della regola o canone leriniano: nellindi- care nell’armonia o nel contrasto con Vantico i criterio per discernere con sicurezza cid che & progresso da cid 15 febbraio 1989 che & corruzione dottrinale: se nel campo della Chiesa spunta un «nuo- vo» in contrasto con Vantico, non & una verita tratta fuori dal suo tesoro, ma ® la zizzania dell’errore seminata dallinimicus homo (Mt. 13, 24-30) (a1). Tn tal caso non ci sono dubbi: «é all'antico che bisogna attenersi: se la novita ¢ profana, Vantichita é sacra»; ® Tanovita che deve cessare «di lanciare sospetti e accuse contro 'antichité: la novita che deve smettere di «nolestare eperseguitare l'antichité»; non élafede antica che deve cessare «di opporsi con tutte le sue forze alla novita» (42). ) Tra i teologi realmente catto- liei ci piace quiccitare il card. Newman, perehé forto 8 stato travisato dal modernisti. Tra i criteri elencati per distin- guere uno sviluppo legittimo dalla cor- uzione dottrinale, il card, Newman pone: — «il possesso iniziale di legittimi indizi dei futuri sviluppio; — «la tendenza degli sviluppi poste- riori a conservare la dottrina preceden- temente possedutan: qualora il «nuo- vo» tenda ad escludere I«antico» sia mo sicuramente dinanzi ad una corru- zione dottrinale (43). E sostanzial- mente il canone leriniano. ) Dall'identico criterio appare i spirata la prassi della Chiesa in tutti i Coneili dommatici intesi a distin guere la Verita cattolica dall’eresia Finalmente — e questo taglia la testa al toro — il Magistero infalli- bile della Chiesa nel Vaticano T ha fatto propria la regola leriniana, ri prendendola testualmente nella Con- stitutio de fide catholica Sess. IIL «Cresca dungue, e molto fortemente rogredisca col susseguirsi delleté e dei secoli Vintelligenza, la sapienza, tanto dei singoli quanto di tutti, tanto di ‘ciascun uomo quanto di tutta la Chiesa, rma nei limiti dello stesso identico dom- significato, nella in eodem sensu, ». Con relative in eadem sententi anatema (44) Insomma se nei limiti sopra pre- cisati, pud dirsi che la Chiesa estrae dal suo tesoro «cose nuove e «case antiche», ® certo che non ne puod trarre enon ne trarré mai, al grado in cui il suo Magistero @ infallibile, cose nuove in contrasto con le antiche. Nella storia della Chiesa cattolica — scriveva il futuro card. Newman, ancora pastore anglicano, e questo fu il motivo della sua conversione — ® dato di trovare Vescovi in contraddizione con altri Ve- scovi, Padri della Chiesa in contraddi: zione con altri Padri ed anche con se stessi, ma non si trova mai che la Chiesa, al grado in cui si esprime «quale oracolo del Cielo» (Magistero 15 febbraio 1989 sisi_no no 5 infallibile), contraddica se stessa (45). Per il Magistero semplicemente au- tentico, poi, # affidato alla fede e alla prudenza degli uomini di Chiesa il non sostenere l'esatto contrario di cid che sta serito in chiari documenti del Ma- aisteron (46) ¢ resta alla fede e alla prudenza dei fedeli il diritto al con- fronto tra il Magistero di oggi e ill ‘Magistero di ieri (47). Il «nuovo» del Vaticano II: cor ruzione dottrinale non progresso Quando si aperto il Vaticano IIa Chiesa godeva ‘del possesso secolare ininterrotto ed indiscusso di dottrine esplicite relative: © all’ecumenismo ed in parti colare alla posizione delle sette ereti. che e/o scismatiche, dell'ebraismo delle false religioni; D airapporti Chiesa-Stato ed in particolare alla esatta nozione di «li- berta religiosa» alla tolleranza dei falsi culti (48). Non si trattava — si badi — di questioni opinabili, I alla libera discussione dei teol ‘cane erano dottrine esplicitamente 0 implicitamente rivelate, contenute nel- la Sacra Scrittura: ad esempio, l'ina- nita dell’ebraismo dopo Nostro Signo- re Gest Cristo: Evangeli e lettere di San Paolo (49), onde, per legittimare il nuovo corso, il card. Willebrands si @ visto costretto a negare il valore sto- rico degli Evangeli (50); la condanna delle false religioni: Vecchio ¢ Nuovo ‘Testamento; I'unicita della Chiesa di Cristo (61) ec. Altre erano conclusioni teologiche, cio verita connesse con la divina Rive lazione e quindi appartenenti indiret- tamente al depositum fidei e per le quali alla Chiesa é promessa 'infallibi- lita non meno che per le verita ap- partenenti direttamente al deposito della fede (52), per l'evidente ragione che 2 impossibile negare o toccare in qualche modo queste verita senza ne gare o toccare di logica conseguenza, anche le verita rivelate cui esse si riconnettono. Percid anche «questi in- segnamenti non rivelati sono garantiti da Dio stesso come certamente veri peril fatto stesso della istituzione del Ma- sistero infallibile della Chiesa» e «i negatori ostinati d'un insegnamento non rivelato, proclamato dalla Chiesa ‘come vero, potrebbero essere facilmen- te presunti ribelli all’autorité stessa della Chiesa chiaramente affermata dalla Rivelazione e di conseguenza in ‘opposizione formale alla stessa Rive- lazione» (63). Inoltze, all’apertura del Vaticano Tl, la Chiesa godev. i di una liturgia espressione in- tegra ed inequivocabile di fede cattoli- ca. Laprassiliturgica — abbiamo visto —bilcampo nel quale principalmente si esercita il Magistero implicito della Chiesa. Onde gia nel V secolo Genna- de de Marseille (+493) aveva formu lato il «principio costantemente ed uni: versalmente riconosciuto dalla tradi- zione cristiana: ut legem credendi lex statuat supplicandin (54): «la legge della preghiera stabilisca la legge della feden: i testi liturgici (Novus Ordo escluso, s'intende) sono tra i princi- ali documenti o « monumenti» della Tradizione (55). In questi tre campi: liturgia, ecu: menismo, rapporti Chiesa-Stato si @ riversato il «nuovo» del Coneilio. Di- sgraziatamente 2 un «nuovo» in con- trasto, anzi in lotta con 'antico, Infatti se la Chiesa insegna, come gli uomini della Chiesa hanno sempre insegnato fino al Vaticano I, che la Chiesa di Cristo @una solae che fuori diessa non vie salvezza e che pertanto le altre se- dicenti «Chiese» non sono Chiese, ma sete, wchiese illegittimen (Sant'Ire- neo), «tralei secchi» (Sant’ Agostino) ei singoli individui, affetti da ignoranza invineibile, possono salvarsi solo in virti: dell'appartenenza in voto alla vera Chiesa, in nessun modo da questa dottrina pud venir fuori, col Vaticano T, che «le stesse Chiese e Comunita separate... nel mistero della salute non sono affatto spoglie di significato ¢ di eso» e che «lo Spirito di Cristo non Ticusa di servirsi di esse come di stru ment di salvezza [spiritosa invenzione di Karl Rahner S. JJ» (56) perché la «nuova» dottrina chiaramente esclude Vantica e tocca le verita rivelate che a questa si sottendono: le «Chiese ille- gittimen si scoprono legittime, nei stralci secchi» scorre la linfa della Grazia, e, di conseguenza, la Chiesa di Cristo ‘non @ pitt unica né & «unica arca di salvezza» (57). Nel postcon cilio, poi — 'appetito vien mangiando — in nome del decreto conciliare No- stra Aetate, anche le religioni non er stiane si sono viste promosse a vie almeno «straordinarie» di salvezza (58). Ancora: se la Chiesa insegna, come sli uomini della Chiesa hanno sempre segnato fino al Vaticano II, che No- stro Signore Gest Cristo, essendo Dio, ha il diritto di regnare non solo sugli individui, ma anche sulle societa e che pertanto la sola Chiesa cattolica ha il diritto naturale e divino al concorso negativo e positivo dello Stato, nel quale concorso rientra anche il dovere diimpedire il culto pubblico delle false religion’ salvo che motivi di prudenza politica ne consiglino la tolleranza, in nessun modo da questa dottrina si pud dedurre, col Vaticano II, che esista un «diritto» della persona umana a non essere impedita nella professione pub- blica ed associata della propria ere- denza falsa ed anche irreligiosa (59) che identico «dirito» [2 la tesi erronea del Lamennais, del Maritain e di tuttii liberal-modernisti] spetti alle settee alle false religioni (60), perché la «nuo- va» dottrina chiaramente esclude I antica e tocca la verita rivelata, che ad essa si sottende: cessa il diritio della sola Chiesa cattolica al concorso dello Stato, cessa il dovere dello Stato di impedire il culto pubblico delle false religion e vi subentra il dovere di favorirle senza discriminazioni; di wtol- leranza» non @ neppure il caso di par- lare. Nostro Signore Gesit Cristo, in- somma, non ha pit il diritto di regnare sulle societd non meno che sugli in- dividui, benché Pio XI, istituendo la festa di Cristo Re, abbia esaurien- temente dimostrato che questa verita si fonda nella Sacra Scrittura e nella ‘Tradizione cattolica e quindi 2 verita di fede divina rivelata, anche se non de- finita (61), Pud bastare cosi: le «novita» del Concilio non sono progressi, ma cor- ruzioni dottrinali tutto eid che si va facendo nel posteoncilio della gerar- chia innome del Concilio, main contra- sto con la Tradizione cattolica, lo con- ferma irrefutabilmente: il «convegno di preghieran di Assisi con le altre inizia- tive ecumeniche, sempre vietate dalla Chiesa, la iquidazione dei residui Stati cattolici, coi «nuovi» Concordati, la soppressione delle due strofe relative alla regalita sociale di Nostro Signore Gest Cristo nelf'inno dei primi e se- condi Vespri della Festa di Cristo Re eee, ece. A che continuare? Basta pen- sare che il card. Ratzinger & giunto a dichiarare «perimée (62), sorpassata, defunta la dottrina cattolica sui rap: porti Chiesa-Stato; quasi che una dat: trina, che risale alle origini della Chiesa (48), possa rigettarsi senza rigettare anche T'nfallibilita della Chiesa Quanto alla nuova liturgia, in nes- sun modo pud ritenersi legittimo un Novus Ordo, dal quale i posteri, ap- plicando il predetto principio: «la leage della preghiera stabilisca la legge della fede», dedurranno che verso la fine del XX secolo la Chiesa profess una fede pitt protestantica che cattolica nel San- to Sacrificio della Messa (69), Nessun «discernimento» sull’ «antico» Né vale in materia invocare il po- tere di «discernimento» proprio del Magistero. Detto potere, infatti, si esercita sul «nuovo» per stabilime Pomogeneita o I'eterogeneita rispetto" all'«anticon, ma si esercita sull'«an- tico» solo per confermarlo e ripro- porlo, perché I'«antico» @ quel «tesoro di famiglia» che non va dissipato, ma custodito e trasmesso con cura gelosa si si_no no 15 febbraio 1989 (64). Nessun «discernimento», dunque, spetta al Magistero circale dottrine gia definite dal Magistero streordinario infallibile (Papa ex cathedra o Concilio dommatico) 0 anche esplicitamente, costantemente ed unanimemente ins gnate e ritenute nella Chiesa, perché dette dottrine, alle suddette condi- zioni, impegnano, non meno dei Con- cili dommatici e’ delle definizioni ex cathedra, 'infallibilita della Chiesa in docendo (Magistero ordinario infall Dile) e in credendo (infallibilita passiva dei credenti). Rimetterle in questione, infatti, «porterebbe necessariamente a dire che tutti fedeli di tutti tempi, tuttii ‘anti, icasti, icontinent, le vergini, tutti ichieric,ilevit, i vescovi, le migliaia di confessori, gli eserciti dei martiri, un cosi gran numero di ctta e di popoli, di isolee di province, dire, digenti, diregni e di nazioni, in una parola ii mondo tutto incorporato a Cristo capo median- te la fede cattolica, per un cost gran numero di secoli abbia ignorato, errato, bestemmiato, senza sapere quello che doveva crederen (65). Mentre & certo che nessun errore pud sorgere nella Chiesa senza suscitare la reazione di un numero sia pure limitato di cre- denti, che ne avvertano il contrasto col precedente Magistero (infallibilita pas- siva della Chiesa), e senza che, in un tempo relativamente breve, il Magiste- rostesso lorigetti come corpo estraneo al deposito della fede (infallibilita atti- va) (66). E percid che, in materia gid definita data per certa dal Magistero o anche soltanto insegnata e creduta costan temente nella Chiesa, gli stessi Concili dommatici, nei quali i Vescovi cum Petro et sub Petro siedono quali iudices fidei, e cio® definitori della Fede, pos- sono esercitare un giudizio solo «an- fermativo» e giammai «dubitativo» (67). ‘Ancor meno un atto di Magistero «au- tenticon, non infallibile, qual & il Vati- cano Il, hail potere di negare, mettere in dubbio o anche soltanto ritornare sulle decisioni o su una dottrina espli- cita, certa, costante della Chiesa. Ne consegue che, sui punti, nei quali l'ultimo Concilio contraddice quanto nella Santa Chiesa é stato costantemente insegnato e ritenuto, particolarmente in materia di ecume- nismo, ebraismo, false religioni,liber- t& religiosa e rapporti Chiesa-Stato, i cattolici, nella certezza morale deil’ errore, non devono al Vaticano TI nes sun ossequio religioso interno e nep ure un rispettoso silenzio (68), per- ché al contrario, essendo in pericolo la Fede cattolica ed essendosi ogni ri- corso alle autorita rivelato vano, hanno il preciso dovere di manifestare pub- blicamente il proprio dissenso (69). Comportarsi oft esigere che ci si com porti diversamente significa attribuire al Vaticano IT un’autorita che non gli spetterebbe neppure se fosse Magi- stero infallible, e che certissimamente non si sarebbe arrogato, se effetti- vamente fosse stato Magistero infal- libile. L'«antico» criterio di discerni- mento tra dissenso ereticale e dissenso cattolico Dunque, anche a voler prescindere dagli «abusi» (70) senza numero, ai ‘quali ha spalancato la porta il Concilio. con il suo «prurito di novita», il «nuo- vo» che ha fatto irruzione nella Chiesa con i soli testi conciliari non é sviluppo legittimo, ma autentica corruzione dot- trinal Quattro fatti lo confermerebbero, se conferma fosse necessaria, 1) Il «nuovo» del Vaticano II & tanto nuovo che se ne pud indicare con esattezza, come tutti fanno, compres il card. Ratzinger, V'atto di nascita: il Concilio Vaticano TI: «prima del Con- cilion, wdopo il Coneilio» (71). Ora, & proprio degli errori dottrinali essere datati, non della Fede cattolica, che, come ‘diceva ironicamente Sent'Ata- nasio ai Vescovi ariani, non @ un «do- cumento imperialen (72). 2) Tl «nuovo» del Vaticano I & tanto nuovo che ha destato in tutto il mondo cattolico, come ha ammesso lo stesso card. Ratzinger, la reazione del «sensus fidei», con conseguente rot- tura del consenso unanime in materia di fede, di cui godeva la Chiesa prima del Vaticano IT (72). E la reazione del sensus fidei» nei cattoliei sufficien- temente informati sull’argomento (ché nei poco o niente informati attendersi reazione equivale, secondo la felice espressione di Melchior Cano (74), a domandare il colore di un oggetto ad tun cieco), essendo I’eco del Magistero infallibile della Chiesa, & uno dei criteri della divina Tradizione (75): @il «mur- mur populi» di cui parla Sant’ Agosti- no che si leva quando la «quaestion & tale da non poter sfuggire neppure alla cognizione popolare (76) [8 questo il ‘caso della «riformay liturgical; sono le ‘«aures populi sanctiores quam corda sacerdotum», di cui parla Sant'llario (77): le orecchie del popolo pit sante dei cuori sacerdotali,allorché i Sacer- doti, avendo receduto dalla purezza ed integrita della Fede cattolica, insegna- no cose in contrasto con quanto quelle orecchie erano avvezze ad ascoltare; &, insomma, l'espressione dell'infallib ta passiva per cui «quando si tocca qualcosa che riguarda la fede, gli spiriti ‘ne sono necessariamente turbati in quel momento si tocca la Chiesa nella sua Parte pi viva e piti sensibile e lo Spirito di verita che la anima non permette che novita di tal genere Sorgano senza contrasto» ignificato totalmente opposto ha il il dissenso progressista ) perché non rende testimonianza del Magistero costante della Chiesa, ‘ma, al contrario, spinge a contraddirlo ulteriormente, mentre il consenso e il dissenso nella Chiesa non hanno valo- re di per sé (altrimenti avrebbe avuto valore anche il dissenso di un Lutero), ma solo in quanto attestano 'armonia oil contrasto del Magistero attuale col Magistero precedente della Chiesa, non essendo le Chiesa una democrazia ed essendo l'infallibilita dei credenti tun'infallibilita passiva, effetto cio’ del Magistero infallible Anche qui @ l'wanticon a determi- nare il valore ereticale o cattolico del dissenso nella Chiesa: in nessun modo possono mettersi sullo stesso piano la tendenza» che «sembra_|sie!| rico: noscere come giusto [solo] cio che é nuovo e la tendenza che non «ede il iusto soltanto in cid che # antico» (2), ‘ma semplicemente rigetta il «nuovo» perché in contrasto con l«antico». 3) Il «nuovo» del Vaticano I tanto nuovo che lungi dal «conservare la dottrina precedentemente possedu- ta» (79) lotta per escluderla e non cessa dal «molestare e perseguitare Fantichité» nella pretesa che sia, in- vece, «la fede antica» a cessare «di ‘opporsi con tutte le forze alla novitd» (60). 4) Tl «nuovo» del Vaticano Il @ tanto nuovo che gid la Chiesa lo aveva rigettato, come corpo estraneo al suo ‘«tesoroy ovvero alla divina Rivelazio- ne. I testi del Vaticano Il, infatti, ripropongono, spesso letteralmente, errori in materia di ecumenismo, di rapporti Chiesa-Stato, di «liberta re- ligiosan e delle altre cosiddette «li bert moderne». Ora @ impossibile, chiaramente anzi assurdo, che errori, gi combattutie rigettati dalla Chiesa, siano, in un secondo tempo, ricono- sciuti dalla medesima come progressi dottrinali (81): 0 la Chiesa avrebbe sbagliato ieri 0 sbaglierebbe og: L’assistenza dello Spirito Santo alla Chiesa in tempi di «novita» Se il dilemma tra il Magistero «di iri» e il Magistero «di oggi> si ponesse ‘ livello di due Magisteri entrambi infallibili, le fede dei cattolici sarebbe messa ad una prova davvero insupe- rabile: avremmo avuto per la prima volta cid che al Newmann, ancora an- glicano, non fu dato di trovare nella storia della Chiesa cattolica e cio® che la Chiesa, esprimendosi «quale ora- colo del cielo», ha contraddetto se stessa. Ma, per la divina assistenza, neppure ora venuta meno alla Chiesa, 15 febbraio 1989 sisi hono 7 Al dilemma, nonostante un Concilio ecumenico, non si pone a livello di Magistero infallibile. Noi sappiemo, con la Chiesa, che linfallibilita & ga rantita per i singoli atti di Magistero infalibile, me non di Magistero auten- tico, nel quale la sicurezza della dot- trina resta direttamente proporziona- le all’amore ¢ all'attaccamento all’an- tico nel soggetto del Magistero (Papa e Vescovi con relativi «teologi» di fidu- cia) e quindi all’impegno umano di non insegnare nulla che non sia conforme alla Tradizione, ed & inversamente proporzionale ail'amore per le «no- vita e al fastidio per la Tradizione (16). | che non significa che, preva- Tendo negli uomini di Chiesa l'amore alle «novita» e i fastidio per la Tra- dizione, venga meno alla Chiesa istenza dello Spirito di Verita. Si- gnifica.che in tal caso quest'assistenze garantisce a Chiesa da pronunzia- erronei e assicura che nntualmente sorto non si sa senza dissenso e, soprattutto, definitivamente. E, in- somma, un'assistenza non particolare, garantita hic et nunc per quel deter- ‘minato atto, in quella determinata cir- costanza, ma un'assistenza generale, per tutta la Chiesa e non per i singoli atti di Magistero, e che percid si mi- sura a lungo termine, nella conserva- zione inalterata del «deposito della Fede», nonostante le eventuali vicissi- tudini contrarie. E per cid che, mentre tunsolo atto di Magistero autenticonon pud rivendicare per sé la nota di in- fallibilita, questa nota spetta, invece, sicuramente al Magistero autentico «i ieri» nella sua continuita: la sua costanza, la sua universalita, la sua consonanza con la Tradizione, con- fermata dal consenso unanime go- duto, chiamano infatti in causa I'in fallibilita attiva e passiva, in docendo e in credendo, della Chiesa. Onde i Padri della Chiesa e i teologi «probati» af- fermano che una credenza costante ed uunanime in materia dottrinale equi- vale in pratica ad una definizione e- messa da un Concilio ecumenico dom- matico, ¢ la loro convinzione @ stata fatta propria dal Magistero anche fallibile della Chiesa, dovendosi rite- nere implicitamente definita dal Va ticano I nella sua menzione del «Ma- 4gistero ordinario e universale» (83), che ha dato il vie all’approfondimento teo- logico sul Magisteo ordinaro infall Ne consegue la superiorita del Ma- gistero «di ierin, infalibile, anche se ordinario, sul Magistero straordinario, ma solo autentico del Vaticano II e quindi il dovere per il cattolico, nel contrasto tra il Vaticano IT il Magi stero «di ieri», di attenersi al Magi stero «di ieri». Lo Spirito di Verita eil Vaticano Allla luce di quanto sopra esposto, pSssiamo con soprannaturale ragion volezza supporre che lo Spirito di Verita si servito dell'avversione alle definizioni dommatiche, tipica del li beral-modernismo, per impedire che il Magistero infallibile della Chiesa fosse impegnato in un Conecilio, nel quale da Parte umana esistevano tutte le pre ‘messe per pronunciamenti erronei. Ed e questa 'unica assistenze, puramente negativa, che pud rivendicare da parte dello Spirito di Verita il Vaticano Ilo, pid esattamente, la Chiesa in occa- sione del Vaticano II. E questo vale a spiegare anche l'anomalia dell'unico Concilio ecumenico nella storia della Chiesa, al quale spetta la qualifica di Magistero straordinario, si, ma auten- tico ovvero non infalibile. (continua) (2) Sabato 16/22 luglio 1988 (2) whetera di Giovanni Paolo Il al card Rat ringer» LOsservatore Ramano 9 aprile 1988 18) Motu Proprio Ecclesia Det. LOssereatore Romano 3 hglo 19 “a Poder (6) Vatleano I Comteurione dommatia De Ec. lena Chit Dr. 1886 (G) Salaverr S.J. De Beclsia Christ inSacroe Theologiae Summa B. A.C. Made L Ip. 683 (per A Magstero were authenicums vat Ii ex 8) (fe. L Blot De Beclenir Q. 13 tes 26 (7) Chr Dictionnaire de Ttologi catholique vors Foi. VI, Depot de a Fo, tT, Tradition, XV (@)B.Bartmann Teologia Dogmatica ed Peoline Weditione p47 (9) De 783 (1) De 1787 (11) De, 1637 oq, 1658, 1705, 1800; per I tess ‘modernsta vedi Lamentabi 31 (Dz.2021) (12) R.Spiars OP uRivelasione computa con 1a morte degl Apostoln in Gregoranam 3 (1982) 8 (1 1. Slaves op. ct. (18) San Vince Larne: Commonto n au: SanPase Tm 0-2 Me SL 2,1 Pm 620.2. Wie Te Scat a0 ce Sova Gu Tactic de Th sah v Pate Vie Big de fot CW ch 508 cy Boel cata rene 115 Dtecie de Tdlpecathsgue1V dere ol 1870 sper a te inoeritcn Pasco 118) €f, PrantlinDe Dina Tadao ei: 4. MOA Vacant Le magutie Ge glee tt Samer an TT) SAL A. Vacant op. ie cap. 1V. GB Gans Trt a toe donates was Me Sedo Ip, 10 sn 1) Di ie tl ath vose Fl. VL co. 262 {19} Po lt uma’ Geer ef Dom Pl Nas nour doctrinal senses Coe 120) Dice de Théo cath voce Balt t.1V col 2200; ef. Dom Paul Nau op. cit. Salavern St op. ci {21) Dic, de Théot cath. voce Treiton, XY: ft doueph Ratinger Chiesa, ecumentamo epelites 4: Paeline p. 80 (22) Dec de Tél cath voce Fot. Vico. 161; G. B. Gustets Tratat i eolgin dommatica ed Mariett tT p, 208, 23) 1 Selavern S.J. on cit (24) BilotDeBeclesat XVI cfr. Dict de théot cath voce Fit. Vice 163483 Slavers'S Jeon (25) Dice de Tht cath voce Foi. VI col 155 (26) Per Giovanni XXIII», L’Otservtore Rox ‘mano 12 of. 1962 «per Pela VI7 dicembre 1965, UA S. ann 1966, 81; odiensa 12 gennaio 1968, iowseriatore Romano 21 gennalo 1868 (27) Card. Ratenger: Dacor ala conferenza eplcopal ellen 1 Sabato 30 ugio-S agosto 1988 (28) Cle 1 Salavere S.J. op. ce (25) Feanselin sopre et (G0) J. Retinger Repportn sulla Fede ed, Pao line particolarmente p33; R. Wiltgen Le Rhin Jette dane Le Tbe, Batis 1975 (GU)Dict. de Tol cath. voce Felt. Vico. 155 eR, Amero Jota Unum Ricciardi ed Ted. § 520, par (32) Dr 1800, 1818 (83) Bartmann opt 95; Dict. de Théoleath oes dagne 1 et 4Paedepitde lo1 col oat (34) Dice deh cath voce Elise t TV col. 2194; JM. A. Vacant op cit cap. (G8) 9. MA. Vacant sopra ct ($6) Franselinop, ce test XID; J.M. A Vacant so. Dat de Tol cath woe dope 1 (37) J-MA. Vacant op. ct cap. T (28) Bola Muniicentssimus Deus, Ct. Mase Sola O, P, Levolution homagtne du dogme cat. ligue,L. Bilt S.J. De Immuabiltote Traditions cantta modemem hoereim evolutions (39) Sabato 80 ugio:s agosto 1988 ot; peril into dei fedell ef. Tota Unum sopre et (40) Commonitrio nn. 1,2, 28,24 (41) Frantelin De Divina Tradition tei XXIV; De vero sensu canons Vincentians Dicdonnaire de ‘Thiol cath voce dogme col. 1606 se (42) San Vincenze di LerinoCommondorion. 82 ‘Newman Essay on the development of ian doctrne:ef Dict de Tht cath ¥-dogme ol 1634 (44) De 1800, 1816; of. modernists Ciuramento ant (48) Si veda nel Dice de Théo cath t,1V voce glia col. 2212 ss, ultimo excurneeorico della dotting cattle origin Ce Totes (48) Cit. Francesco Spadafors Crisnanesimo ¢ Gaetano. Keon, Via deli iberh 186, 28100 (60) «Sua per una crrettapresentazion degli bret € dellEbrasmo nella predicarione «ela ‘ateches! dell Chien cttoica™ L‘Osienatore Re ‘mano 24-25 gugno 1880 (U1) Cir. Francesco SpadaforsFuor delle Chie sa nom ct salvesva ed. Krnom, Va della Liberta 186, $9100 Caltansseta: erin condanna del fino ccumenismo si vede perticolarmente Pio XI Mor ‘alum animoe (62) Cf. Quanta Cura Ds, 1699, Vaticano ID. 1820, Immortale Dei Dz 1880; Lamenabii 7 proposisione condannata. Clr Dict de Tht cath UW 'voce dogme col 1577 se. Eli col. 2196 AS Bet de Tet cath voce dope 1 cl (54) Ibidem t 1V voce Blt col. 2180 (58) Cte. Pio XII Mediator De (6) Unis Redintgraion.3 (61) De. 1649: efe TV Conc 420. Concio di Fienae Des T14 (68) J. Ratsinger Rapportn sulla Fede ed, Pao line. 11 163) Digntaie Humanae n.2 (60) went (61) Pio Xt Quos Primas 162) J. Ratzinger Les principe de ta théologie ‘catholique ed. Teg, Parity p. 421 edi conto, Blot De Beclesta Christ tH De habiudine Be. clesae ad cle socetatem nonché Dit de ThEok ‘ath t TV voce Epie col 2212 0, (3) Per ulteioe esempliicazionrimandiamo, ‘lize a quanto da ot pubbiseto in 18 anni allo Studio Tota Unum i Romano Amero wule mu. {toni sortantial nella Chews det KX secolo, (64) J. M.A. Vacant op cit cap. 1V (65) San Vincenzo di berino op itn. 24 (66) Cte Pranelin De Disine radio ei XIL e XXIN; L Bilt De Beclea'@. 13 26 167) Dice de Théo cath voce Conciles tol 665; San Leone MagnoLetora a TeodortaP. eV col 1048 (691 Salnver’S. J. op. cit, StraubDeBeclesia teranenne Ds Nene ee 1, 988, Schultes De Feleie (6) San Tommaso §. TIT ‘Americ fo Unum sopra cit (G0) Cle. Dscorte alla Conferenze episcopate cilena 1! Sabato 90 lagho.S agoato 1988 (i) Teen (72) De Synodis 3.5: MC 26, 68-88, (73) 1 Sabato sopra ct; R. Amerie lta Unum, Ricciardi od 1° pp. 696-97 (74) De loci heoogicis 7, 5,4 C. 4.830. 40d2:R. Si si_no no (75) Franzelin De Divina Tradition teal XM: ef Dick de Thiol cath voce Ease (08) Conta Tuan (G7) Contra Auzenium (78) Bonsuet Oeweres comptes ed. Vives 1867 XMM, 346 (79) Newnan op cl, (80) San Vincenzo i Lerino op. cit n. 92 (61) Diet de Theol cath voce depét dela fot. 1V ol 626 a8 15 febbraio 1989 (82) Cf. Franzlin op, cit: Bilot De Ecclesia: Bootuet cit; Dic de Tht cath voce Ese CIN ($2) San Vincenzo Lerinoop it nn. 28029, Sant Agostino Contra fullanu ip I, 790-99 e 10,3754, MA, Vacantop. cit cap. Salavere S.J ot: Diet de Theat. cath. voce Ela TV col ‘oS se lnltoiae du Pope Vl: Vaticano Dei Filus'c'3 (Dz, 1792); ee. Lever dt Po 1 ‘lfarcvencovo di Monaco 21 aie. 1863 (Dr. 1689), fh De. 1896 ute ac probota Ecclesiae pri), Inmortae De Gudieto stabi) SEMPER INFIDELES © Diocesi di Modena Avvenire, organo ufficioso dell'E: piscopato italiano, 12 febbraio 1989: nella chiesa di San Faustino i musul mani usufruiscono per i loro atti di culto di una sala parrocchiale, che «a Modena ¢ chiamata gia la moschea». Tl parroco, don Mauro, spiega: «Ab- biamo preso spunto dal Concilio |e chi poteva dubitarne?| dando noil'esempio di rispetto verso un credo diverso, con Vaugurio che altrettanto rispetto possa venire alle comunita cattoliche che vi i Arabi. Le quali comu- ¢ la passano tutt’altro che bene con i musulmani che fanno og- getto di continue profanazioni persino eimiteri La questione, perd, non & questa. La questione @ che il parroco di San Faustino: 1) offende unico vero Dio; 2) tradisce la sua missione di mi- nistro dell'unico Salvatore Gest Cri- sto; 3) calpesta la dottrina della Chiess che vieta di favorire il culto delle false divinita; 4) predica con ifatti alle sventurate anime affidate alle ste cure «una delle iit deleterie eresien,e cio’ che la verita o falsita della credenza religiosa @ del tutto irrilevante ai fini della bonta della vita e della salvezza religiosa (cfr Roberti-Palazzini Dizionario di Teolo- gia morale, voce indifferentismo). E tutto cid con la benedizione del ‘Vescovo, mons. Santo Quadri, il qua- le dice: «@ bene per entrambi la co- SOLIDARIETA’ ORANTE Perseveriamo nel dedicare Rosario del Venerdi a quest'uni. ca intenzione: che il Signore salvi la Chiesa dalle conseguen- ze delle colpe degli uor la Chiesa. noscenza reciproca ed ilrispetto [ma qui si tratta di ben altro!l, che sono alla base del dialogo e quindi dell'evange- lizzazionen e aggiunge «ancor pit con- vinto»: «uno dei segni dello sviluppo civile di un popolo verso un altro é rispettare il suo credo». Dando cost dell'incivile non solo ai missionari di tutti i tempi, ma allo stesso Signore Nostro Gesit Cristo, il quale, se il Vangelo non mente, «ha inviato i suoi apostoli a predicare’a tutte le nazioni, cioé a rovesciare tutte le religioni esistenti, per stabilire V'unica reli- gione cristiana su tutta la terra» (card. Pie Sermone sull'intolleranza dottrinale in Oeuvres sacerdotales vol. 1, p. 356) Sulla faccenda, naturalmente, I'or- gano di stampa dell'Episcopato ita- iano, a sua volta, non ha nulla da ridire, Delle Congregazioni romane, poi, inutile parlare: Ia sfolgorante luce del «Concilion ha messo tutti al... buio. © Diocesi di Genova ‘Se Modeha piange, Genova, sotto il successore di Siri, non ride. «Segno nel mondo», settimanale dell’ Azione {ex] Cattolica Italiana, 5 dicembreu.s., nella rubrica Telex ecclesiale informa: «A Genova mons. Giovanni Canestri compie un passo ecumenico inconsueto: fa salire all’altare della cattedrale ‘di San Lorenzo un giovane laureato libanese (da sette anni a Genova) per pregare Maria, madre di Gest, se- ‘condo la spiritualita islamica Nella Spd. ABD. Post. Gr. = 70% TILATTENGIONE DEGLI UFFIGI POSTAL: fn easo di maneate,recaita 0 30 es TRINVIARE ALL-UEFICIO POSTALE foned VELLETRI Tossa a cance di ai sno ne Associatoalf'Unione ‘Stampe Peridica Italiana citta, lo scorso anno, sié aperta la prima ‘moschea inuno scantinato del quartiere San Teodoro. Sono oltre un migliaio i ‘musulmani a Genova». Pregare «Ma- ria, madre di Gest, secondo la spiri- tualita islamica», per chi non lo si pesse, 2 bestemmiarla insieme col suo Divin Figlio. Ges, infatti, «secondo la spiritualite islamica», non & Dio: & solo un profeta, inferiore — beninteso — a “Maometto; di conseguenza Maria, sem- pre «secondo la spiritualité islamica», non @ Madre di Dio. Cade cosi quel titolo che & a fondamento di ogni suo privilegio e di tutta la sua grandezza. Dopo di che resta solo da doman, darsi se un Vescovo eattolico, il qualé dallaltare della cattedrale fa «pre- gare» un musulmano «secondo la men- talita islamican, presenti ed ecume- nicamente compartecipi i fedeli catto- lici, debba e possa ancora considerarsi Vescovo e cattolico. ab auditione mala non timebit E a disposizione dei nostri lettori il volume «La Passione di Cristo» (illustrazione sto- rico-giuridica del testo evan- gelico) del sac. Damiano Laz- zarato, il Iustus del nostro periodico. Vio della Conaulta'1/8 — 1 plana it. ‘ies toms. et, (0) aise Theda ese, Via" Madonna deg Angel fs desir! Via pp. Nuova al 5) oHo89 Veli te (06) 96355. Direttore Respensobile: Maria Caso punmo i 3.000 enue fancy Fenbol Corto ear" post n 60226008 intestoto 2 oma 15709 / 5124918

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