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Mt. 5, 37: a a cid che Ma il ein vostro parlare vien dal sia maligno, Ubi Veritas et lustitia, ibi Caritas Aivelatione © Religione Atuasone « Informasione - Dissmins - Responesbita Anno XV - n. 11 ‘uindicinale Cattliea « ANTIMODERRISTA » 9 Put Direttore: Sac. Emmanuel de Tavesu 15 Giugno 1989 ‘GOULASORATIONE APERTA A TUTTE LE = PENNE PERO” NON VOLEA GAPERE CHI LWA DETTO MA PON MENTE A CIO” GNE DETTO™ (Um Gr A chi dobbiamo imputare il discorso papale dell’11 gennaio u. s.? Verita di fede defi E difede divina definita che Nostro Signore Gesti Cristo dopo la morte discese con I’anima, separata dal cor- po agli inferi, ovvero nel cosiddetto preinferno o Limbo dei Santi Padri, dimora dei giusti vissuti prima della Sua venuta. Questa verita di fede & professata nel Simbolo Apostolico: «Credo... in Iesum Christum.... qui descendit ad inferosy: «Credo... in Gesti Cristo... che. discese agli inferi» (Dz. 3/6) e nel Simbolo Quicumque Atanasiano: «Est ergo fides recta ut credamus et confiteamur quia Dominus noster Tesus Christus... descendit ad inferos»: «E percid fede ortodossa che crediamo e confessiamo che il Signor nostro Gesti Cristo... discese agit inferi» (Dz, 40), Pietto Abelardo sostenne «quod anima Christi per se non descendit ad inferos, sed per potentiam tantum»: «anima di Cristo non discese real: ‘mente negli inferi, ma soltanto con la sua potenzan, ma il Concilio di Sens (1140 0 41) condannd questo errore (Dz, 38/5 n. 18). Il coneilio Lateranense IV (1215), contro gli errori dei Catari, dopo aver ribadito: ‘«Firmiter credimus et simpliciter confitemur... Et tandem unigenitus Dei Filius Iesus Christus... pro salute hu- ‘mani generis in ligno crucis passus et ‘mortuus, descendit ad inferos resur- rexit a mortuis et ascendit in coelum...» precisa: «descendit in anima et re surrexit... in carne, ascenditque pariter in utroquen: adiscese con U'anima ed é risorto col corpo; ascese in anima e corpo» (Dz. 429) Tl dogma, dunque, professa la reale discesa dell’anima di Cristonegliinferi € non una discesa simbolica o meta fotica. IL dogma cattolico della reale disce- sa dell’anima di Cristo negli inferi si fonda nella Sacra Scrittura ¢ nella ‘Tradizione orale, fonti della Divina Rivelazione. La reale discesa di Cristo agli inferi e attestata dalla Sacra Scrittura segna- tamente in Mt, 12, 40: Atti, 2, 24e2 , 31; Rom. 10, 6-7. B attestata, altresi, concordemente dai Padri della Chiesa, testimoni della Tradizione: S. Ignazio di Antiochia (Magn. 9, 2); S. Ireneo (Adv. Haer. IV, 33, 1.12 e V.31, 1);8. Giustino (Dial.'72, 99); Tertulliano (De anima 7, 55); Ippolito (De antichristo 26, 45); Sant’ Agostino, che testimonia deila fede universale della Chiesa seri vendo: «Chi mai se non un infedele pud negare che Cristo sia stato negli inferi?» (Ep. 146, 2, 3). La stessa letteratura apoerifa rende testimonianza dell'in- discussa Tradizione della reale disce- sa di Nostro Signore Gest agli inferi. San Tommaso «principe della teo- logia cattolica, riassume la Tradizione della Chiesa nella Summa theologica pars III q. 52 aa. 1-8, dove pone e risolve i seguenti quesiti i quali hanno senso solo in relazione'ad una reale discesa di Cristo agli inferi: «1. Se fosse opportuno che Cristo discendesse agli inferi; 2. In quale infer- no sia disceso; 3. Se egli sia disceso all'inferno tutto intero; 4. Se vi sia rimasto per qualche tempo; 5. Se abbia liberato dall'inferno i santi Patriarchi: 6. Se abbia liberato i dannati dail’ inferno; 7. Se abbia liberato i bambini morti col peceato originale; 8. Se abbia liberato gli uomini dal purgatorion. Al quesito (a. 2) «Se Cristo sia disceso anche nell inferno dei dannatin oltre che nella dimora infernale dei giusti, San Tommaso risponde: «Uno pud trovarsi in un luogo in due maniere. Primo mediante i suoi effet- ti/..]. Secondo, si pud dire che uno @ in tun dato luogo col proprio essere. E in tal modo I’anima di Cristo disce- sein quella parte dell’inferno in cui ‘eranodetenutii giusti: poiché volle visitare localmente con la propria anima coloro che visitava interior ‘mente mediante la grazia con la propria divinitén, Eal quesito «se Cristo abbia sostato nellinferno per qualche tempo» (a. 4) risponde: «Cristo, come volle che il suo corpo fosse posto in un sepolero, cosi volle che Ia sua anima discendesse all’infer- no. Ora, il suo corpo, per comprovare la réfilta della sua morte, rimase nel se- polero un giorno intero e due notti. Percié & da credere che anche la sua anima in tutto questo tempo sia rimasta nellinferno: cosicché poi simultane: ‘mente uscirono la sua anima dall’ inferno ¢ il suo corpo dal sepol- cro», Sulla realta della discesa di Cristo agli inferi insiste anche il Catechismo Romano, pubblicato da San Pio V per decreto del Concilio di Trento: ‘«Né dobbiam credere che vi sia disceso in modo da farvi pervenire soltanto la sua virti e la sua po- tenza, non gid la sua anima, Dob- biamo invece ritenere con ogni fer- mezza che la sua anima discese realmente e con la sua presenza nell’inferna. Abbiamo in proposito esplicita testimonianza di David: Non lascerail'anima mia nell’inferno(Salm., XV, 10)». Nessun dubbio, dunque, che la Chiesa ha sempre ed ovunque profe: sato che Cristo ® realmente disceso 2 negli inferi, condannando ogni inter- pretazione simbolica o metaforica di questo articolo del Credo. Un'eresia Invece, nel testo della catechesi papale dell'll gennaio u. s., qual @ stato pubblicato da L'Osservatore Ro- ‘mano del 12 gennaio 1989, ci vediamo riproporre... leresia di Abelardo! In riferimento a 1 Pt 3, 19: «ln spirito (Cristo) andé ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che atten- devano in prigione>, leggiamo che la discesa di Cristo agli inferi «sembra essere una rappresentazione meta- forica dell’estensione della potenzadi Cristo crocifisso anche a_coloro che erano morti prima di luin. E perché sia chiaro che non «sembra», ma ® «una rappresentazione metaforica», il testo prosegue: «Pur nella sua oscurita, il testo petrino conferma gli altri quanto alla concezione della “discesa agli in- feri” come adempimento fino alla pie- nezza del messaggio evangelico della Wezza. E Cristo che, deposto nel sepolero quanto al corpo, ma glorificato nella sua anima ammessa alla pie~ nezza della visione beatifica di Dio, comunica il suo stato di beati- tudine a tutti i giusti di cui, quanto al ‘corpo, condivide lo stato di morte». (N B.ilneretto & nostro, gli altri caratte ‘come nel testo de LOsservatore Ro- ‘mano, anche per le successive cita- zioni). Dungue, stando alla catechesi dell’ 11 gennaio, l'anima di Nostro Signore Gest Cristo, mentre il suo corpo giace- va nel sepoicro, non sarebbe discesa agli inferi, come le Chiesa ha sempre creduto ed insegnato, al contrario, sa- rebbe... ascesa al Cielo e, pertanto, quando nel Credo professiamo che «idiscese agli inferin enunciamo non un fatto reale, ma una semplice «rappre- sentazione metaforica, per significare Peestensione della potenza del Cristo ‘erocifisso anche a coloro che erano morti prima di luiv. I che ® riproporre 1né pit né meno che lerrore di Abelar- do: Cristo @ disceso agli inferi «per po- tentiam tantum», soltanto con la sua potenza. Purtroppo tutto il testo papale non lascia dubbi. Pit oltre, in riferimento a 1 Pt 4, 6: «..€ stata annunziata la buona novella ai morti, perché pur vendo subito, perdendo la vita del corpo, la condanna comune a tutti gli uomini, vivano secondo Dio nello spi- rito», leggiamo: | Anche questo versetto, pur non essendo di facile interpretazione, riba- disce il concetto della “‘discesa agli inferi” come V'ultima fase della sione del Messia: fase “condensata” in pochi giomni dai testi che tentano di si si_no no farne una presentazione accessibi- Te a chi é abituato a ragionare e a parlare in me‘ fore temporali e spaziali, ma immensamente vasto nel suo signifieato reale di estensione dell'opera redentrice a tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi, anche di coloro che nei giorni della morte e della sepoltura di Cristo giacevano gid nel “regno dei morti”». La «discesa agli inferiv, dunque,— insiste il testo della catechesi papale — non 2 un fatto reale, ma solo una «presentazione accessibile a chi ¢ abi- tuato a ragionare e a parlare in me- tafore temporali e spaziali; il suo «si- gnificato reale», non metaforico, in- fatti, 2 estensione dell'opera reden- trice di Cristo a tutti gli uomini dituttii tempi e di tutti meno, niente di p L’altro «significaton: «

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