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RIZA

EDIZIONI RIZA

GENNAIO/
febbraio 2018
numero 356
Periodico mensile
SCIENZE mensile di scienza dell’uomo
ISSN 2499-0426 (ONLINE)

ecco il segreto del benessere di corpo e mente

correggi
correggi la postura

la postura
Molti dei nostri disturbi
dipendono dalla posizione
sbagliata della colonna
RIZA SCIENZE - n. 356 - gennaio/ febbraio 2018

●Riconosci la posizione corretta per te


quando sei in piedi, seduto o cammini

● Così eviti lo stress e le tensioni, salvi ossa


e articolazioni, elimini il mal di schiena

●Ci sono anche effetti benefici sul cervello,


buonumore e migliora subito l’autostima

di F. Padrini
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ingombrano il nostro
mon­do interiore
ci ammaliamo di
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depressione. Nessun
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stiamo male. Proprio
perché siamo unici, c’è
qualcosa dentro di noi
che sa come curarci:
sì, siamo abitati dal
nostro psicoterapeuta
nascosto e non
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Riza
Scienze

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la postura
Molti dei nostri disturbi dipendono
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sommario Riza
Scienze

8 EDITORIALE

10 INTRODUZIONE
La postura influisce sulla nostra salute

13 essere consapevoli di Sé
rende più sicuri

31 Agire sulla postura
è fondamentale per stare bene

47 Come eliminare rigidità e blocchi:


tutti gli esercizi

73 qual è il tuo carattere


te lo dice il portamento

92 conclusioni
Scopri la tua unicità e conquisti autostima

L’autore
Francesco Padrini
Psicologo, psicoterapeuta, sessuologo. Da anni conduce i corsi di Bioenergetica nella
Scuola di Specializzazione in Psicoterapia a indirizzo psicosomatico dell’Istituto Riza e
nella Scuola di Naturopatia.

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editoriale

di Daniela Marafante

Scopriamo il legame tra


postura, emozioni e salute
Q uesto Riza Scienze torna a occuparsi del nostro corpo,
spiegandoci come possiamo mantenerlo in forza e in
salute se assumiamo posizioni corrette. L’autore di que-
sto volume è Francesco Padrini, psicologo, psicoterapeuta
e sessuologo, specializzato in Bioenergetica e di questa
materia docente da anni nei corsi Riza di psicoterapia e di
naturopatia. Il dottor Padrini ha profondamente fuso lo stu-
dio fisiologico del corpo con la postura spiegando che essa
non è definita solo dal punto di vista biologico e meccanico,
ma anche dalla componente emozionale e psicologica. E
così scopriamo che bisogna avvicinarsi al corpo leggendolo
come espressione della storia del soggetto. Del resto an-
che l’immagine corporea è un processo continuo che me-
dia e integra le nostre sensazioni, le nostre convinzioni ed
emozioni. A questo proposito, nel primo capitolo emerge
un concetto molto interessante, e cioè che la postura che
assumiamo da adulti viene in buona parte impostata nei
primi anni di vita, durante l’infanzia e l’adolescenza, perio-
di in cui esperienze psicologiche positive e negative sono
in grado di agire su essa. Il cuore di questo Riza Scienze
è mettere in luce l’esistenza di uno strettissimo legame
tra il nostro sistema motorio e le nostre emozioni; ecco
perché troverete qui la descrizione di come sono le nostre
spalle quando siamo depressi, stanchi, pensierosi o carichi
di gioia. Proseguendo nella lettura scoprirete che sono tre
le parti del nostro corpo che partecipano al movimento e
contribuiscono all’ottimale equilibrio del corpo in posizione
eretta, con il minimo sforzo, e che per questo devono or-

8
Riza
Scienze

ganizzarsi lungo una linea retta verticale: testa, torace e


bacino. Da qui Padrini ci spiega come scoprire se il nostro
corpo è allineato che, attenzione, non significa essere drit-
ti, rigidi o tutti d’un pezzo. L’allineamento posturale, infatti,
è qualcosa di dinamico e interattivo rispetto agli stimoli
interni ed esterni. La posizione corretta, dunque, è quel-
la naturale che ognuno di noi può assumere, senza sforzo
e senza tensioni. Nelle pagine successive troverete poi le
spiegazioni delle posizioni da assumere e dei movimenti
da eseguire per non provocare lesioni a ossa, articolazio-
ni e muscoli, durante l’attività fisica, quando siete seduti,
mentre camminate o dormite. L’ultima parte di questa gui-
da di salute è composta da una serie di esercizi utili per
eliminare rigidità e blocchi e per sciogliere tensioni fisiche
ed emotive così da potervi muovere con
serenità e armonia. Sempre!

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volte ci travolgono. E così ricorriamo agli psicofarmaci con la speranza di salvezza. Ma non è
fuggendo dal sintomo, o cercando di metterlo a tacere con le medicine, che possiamo risolvere
il problema. Questi disagi racchiudono una gemma preziosa: è il grande sapere dell’anima che
preme per farci realizzare la nostra vera natura, cioè il nostro essere diversi da tutti gli altri.
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Riza
Scienze

introduzione
LA POSTURA INFLUISCE
SULla nostra SALUTE
La posizione che assumiamo è il nostro biglietto da visita perché
rivela molto di noi. È uno specchio della nostra personalità
e del modo in cui consideriamo noi stessi, gli altri e l’ambiente

IL NOSTRO ATTEGGIAMENTO
DICE COSA STIAMO PROVANDO

I l nostro atteggiamento fisico è la manifestazione del no-


stro stato d’animo. Se cambia l’umore si modifica anche
il modo di atteggiarci, ma è vero anche il contrario: se
modifichiamo volontariamente la nostra postura, anche
lo stato d’animo ne risente, in senso positivo o negativo.
Ecco un esempio: quando ci sentiamo tristi o abbattuti e
vogliamo riprenderci, spesso, e anche senza rendercene
conto, raddrizziamo la schiena, alziamo lo sguardo, tenia-
mo un portamento più eretto. Ci sentiamo subito meglio:

10
respiriamo più profondamente, proviamo maggiore sicu-
rezza. La postura è fondamentale anche per la salute; le
posizioni scorrette, se adottate a lungo, possono causare
numerosi disturbi: dolori articolari e muscolari, ma anche
malfunzionamento degli organi interni.

La postura: cosa c’è da sapere


Il concetto di postura può essere definito da varie prospetti-
ve. Il primo passo è delineare tutti gli elementi che contribui-
scono a costituire l’equilibrio posturale: quali sono gli aspetti
strutturali muscolo-scheletrici, come si forma la rappresen-
tazione dello schema corporeo, qual è il “programma di mo-
vimento” inconscio dentro di noi, da cosa dipende l’immagine
che ci facciamo del nostro corpo, come lo vediamo e come lo
sentiamo. E anche quali sono i disturbi che possono essere
provocati da posture scorrette, e i consigli per evitarle. Per
stare bene nel nostro corpo, con noi stessi e con gli altri è
importante anche dare spazio alle riflessioni psicosomatiche
che aiutano a collegare la postura allo sviluppo psico-emotivo
Imparare
della formazione del Sé, inteso come unità psico-corporea; a modificare
e in questo ci aiutano gli esercizi bioenergetici di base. E se il nostro modo
vogliamo conquistare salute e benessere? Dobbiamo soffer- di atteggiare
il corpo aiuta
marci sugli atteggiamenti posturali in relazione alla persona-
a prevenire
lità per scoprire le tipologie esemplari di postura, i mecca- problemi fisici
nismi difensivi messi in atto attraverso l’atteggiamento del e psicologici,
o a risolverli
corpo, indicativi del carattere e del nostro modo di essere e
al meglio
relazionarci con gli altri.

11
Il termometro
dello stato di salute
e forza è l’energia
che deve essere
sempre libera
di circolare
e “scaricata”
in sintonia
con ciò
che si prova

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Riza
Scienze

Essere
consapevoli
di Sé
rende più sicuri

Una postura equilibrata richiede uno sforzo minimo


e permette il rilassamento della maggior parte dei muscoli.
E, plasmandosi e riadattandosi ogni giorno
in risposta alle esperienze e agli incontri che facciamo,
infonde una sensazione di vitalità, di leggerezza e di benessere

13
essere consapevoli di sé

La Posturologia:
cosa studia e a cosa serve
O rmai da diversi anni lo studio della Posturologia è entrato a far parte del
programma didattico universitario. In molti atenei troviamo corsi di perfe-
zionamento rivolti non solo a coloro che svolgono professioni in ambito stret-
tamente sanitario, come medici, odontoiatri, infermieri, fisioterapisti, ma an-
che a chi esercita nell’ambito delle attività motorie e sportive, della psicologia,
dell’ingegneria biomedica. Si tratta di diverse figure professionali, in quanto
l’approccio ai disturbi posturali necessita di una collaborazione interdisciplinare
per sviluppare un linguaggio comune tra tutte le figure che si occupano di alte-
razioni della postura, di riabilitazione delle disfunzioni e dei sintomi a esse colle-
gati, primo fra tutti il dolore. Nello studio di questo tema sono coinvolte molte
materie e discipline: anatomia, neurologia, fisiologia, biomeccanica articolare,
medicina interna, fisiatria, ortopedia, ortodonzia, oculistica, vestibologia, scien-
ze motorie, terapie manuali, osteopatia, psicologia, psicosomatica e bioenerge-
tica (analisi bioenergetica e strutture caratteriali). Quando il problema è con-
cretamente individuabile in una precisa funzione corporea, il trattamento
specifico può apportare sostanziali miglioramenti o la scomparsa della
disfunzione e del dolore. Talvolta però il percorso diventa più tortuoso
e dalle varie analisi posturologiche non è facile individuare
i trattamenti più adatti. Può succedere allora che le
persone vengano indirizzate a sottoporsi a cure dei
generi più svariati con esiti incerti.

Scopriamo IL NOSTRO
MODO DI ESSERE AL MONDO

L a postura non si può definire solo dal punto di vista bio-


meccanico, con riga, squadra e filo a piombo, e non si può
correggere solo con esercizi fisici o particolari stimolazioni:
tutte tecniche che non tengono conto della sua componente
emozionale e psicologica. Spesso, infatti, la focalizzazione

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Riza
Scienze

delle problematiche posturali si concentra solo sugli aspetti


neurofisiologici e biomeccanici, e meno su quelli psicosoma-
tici che invece rivestono un ruolo rilevante nel modulare la
postura. Questo perché si interviene sulla componente che
sembra primariamente chiamata in causa, per esempio la
posizione dei piedi (corretta attraverso solette), o il sistema
muscoloscheletrico (su cui si praticano interventi di manipo-
lazione, osteopatici o chinesiologici), o ancora l’occlusione
dentaria (modificata attraverso l’ortodonzia).

La POSTURA:
ECCO COS’È

La postura è, in senso più ampio, l’atteggiamento abituale


che assume il corpo nello spazio e la relazione spaziale tra
i suoi vari segmenti scheletrici, sia quando il corpo è fermo
che quando è in movimento, per mantenere l’equilibrio. L’at-
teggiamento del corpo è determinato dalla contrazione di gruppi di muscoli
scheletrici che si contrappongono alla forza di gravità. Tutto questo dovreb-
be avvenire col minor dispendio energetico e la miglior ripartizione del lavo-
ro tra le diverse componenti, consentendo di muoversi con il minimo sforzo.

Servono cambiamenti profondi


Oggi incontriamo sempre più spesso la figura professionale
del “posturologo” che dovrebbe essere, in teoria, l’esperto
più indicato per correggere eventuali squilibri della postura.
Il punto però è che si tende a pensare alla terapia posturale
come aggiustamento del disfunzionamento del corpo, facen-
do diventare il terapeuta il riparatore della macchina-corpo.
Ma la terapia non può essere soltanto meccanica perché
bisogna avvicinarsi al corpo leggendolo come espressione
della storia del soggetto, della sua individualità, e al sintomo

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essere consapevoli di sé

come un segnale che fa emerge-


La postura ideale
È solo teorica re in superficie questa sua sin-
golarità. Se la persona non viene
Nella realtà, tendenzialmente, esiste messa in grado di integrare in
per ognuno un assetto posturale perso- modo cosciente i cambiamenti
nale in grado di permettere la massi- che vengono apportati dall’ester-
ma possibilità espressiva con il minimo no su una parte del suo corpo
sforzo, nel modo più naturale e confor- o sul suo modo di atteggiarlo,
tevole. Ognuno ha i propri disequilibri non può assimilare un reale ap-
e, in un certo senso, deve partire da prendimento corporeo e quindi
questi per trovare un proprio creativo stabilire dall’interno di sé nuovi
equilibrio personale. punti di riferimento posturali,
accettandoli a livello inconscio e
conscio in modo da renderli suoi. Questo spiega il motivo
per cui, nonostante la correttezza di certe interpretazioni
diagnostiche e dei conseguenti interventi correttivi, spes-
so accade che la persona manifesti un miglioramento solo
temporaneo dei propri problemi fisici, oppure che trovi so-
stanzialmente inefficaci le terapie a cui si è sottoposta.
Questo succede perché il corpo ha ormai una radicata
idea e memoria di sé, che tende a permanere e che si
modifica solo dopo una rielaborazione profonda; motivo
per cui è difficile attivare dei cambiamenti reali, che di-
ventino stabili e duraturi.

L’obiettivo è percepire
meglio noi stessi
Qualsiasi intervento sulla postura dovrebbe quindi aiutare
la persona a percepire meglio le sensazioni che provengo-
no dalle varie parti del corpo e a favorire la riduzione dello
stato di tensione muscolare cronica che si annida in alcu-
ne aree come risposta agli eventi stressanti e che riduce

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Riza
Scienze

la capacità di percepire il proprio corpo. Per qualsiasi


intervento di miglioramento posturale è necessaria dun-
que una rieducazione delle percezioni sensoriali, che si
può sviluppare man mano che si acquisisce una maggiore
attenzione alle informazioni provenienti dal proprio corpo.

COME CI MUOVIAMO
E COME CI VEDIAMO

L a postura coinvolge facoltà legate alle emozio-


ni, ai sentimenti, alla percezione, alla memoria,
all’organizzazione e al controllo, in continua interazio-
ne tra l’interno di sé e il mondo. Per poter comprendere
i processi che stanno alla base di questa elaborazione,
occorre introdurre i concetti di schema corporeo e di
immagine corporea che possono aiutarci a capire come
si determina la nostra capacità di muoverci e di occupare
La postura
lo spazio intorno a noi: in sostanza come diventiamo quello si sviluppa
che siamo e come hanno origine i cambiamenti della nostra come importante
postura. Sussiste ancora una certa confusione tra i due risposta
di adattamento
termini, che vengono talvolta interscambiati e sovrapposti, dell’individuo
anche se negli ultimi anni si è cercato di fare chiarezza. all’ambiente.
Ecco perché non si
tratta di riadattare
Lo schema corporeo la postura
Lo schema corporeo è la rappresentazione interna del no- “scorretta”
stro corpo (una mappa percettiva) inscritta nel cervello, secondo canoni
ideali, dati a priori
grazie alla quale ci sappiamo orientare nello spazio che oc- come corretti,
cupiamo e localizziamo le diverse parti del nostro corpo. ma di far sì che la
Questo avviene in modo inconsapevole e ci consente di at- propria personale
modalità posturale
tuare tutti quegli aggiustamenti posturali che ci permetto- possa avere
no di stare in equilibrio e di muoverci senza doverne essere la libertà
coscientemente consapevoli attimo per attimo. Il sistema di autoespressione
nervoso attua autonomamente il processo di localizzazione

17
essere consapevoli di sé

spaziale attraverso input sensoriali multipli che inte-


ragiscono con i sistemi motori del nostro corpo. Lo
schema corporeo è “localizzato” o, meglio, si costitu-
isce prevalentemente in alcune aree della corteccia
cerebrale parietale. Altre componenti dello schema
vengono elaborate in regioni differenti del cervello.
Questo schema è la fonte della percezione del cor-
po, ma non è una replica esatta della sua morfolo-
gia: è sempre in evoluzione, è plastico e dinamico
e fornisce un repertorio di funzioni motorie neces-
sarie per vivere e per interagire con gli altri e con
l’ambiente. Ogni nuova postura e movimento vengo-
no registrati in questo schema plastico e messi in
relazione con le altre informazioni già in possesso.
Si inizia a soffrire Esso può anche incorporare parti esterne al corpo, come
quando ci si stacca
una protesi su un arto amputato o un attrezzo utilizzato
dalle sensazioni
corporee con abilità: il bisturi che diventa tutt’uno con la mano del
e si è spinti chirurgo, lo strumento musicale per un musicista, gli sci
solo dalla mente o la bicicletta per uno sportivo.
Lo schema corporeo ci permette, continuamente, di com-
piere rapidamente gesti piccoli e grandi essenziali per la
nostra vita quotidiana, di prendere oggetti, di camminare,
di usare utensili e così via. Pensiamo per esempio all’atto
di camminare, che coinvolge l’azione simultanea e fluida
dei muscoli di tutto il corpo. Se dovessimo coscientemente
prestare attenzione a tutte le operazioni sensitive e moto-
rie che stanno alla base del camminare, non riusciremmo
probabilmente a farlo. Quando subiamo danni neurologici
(come una lesione cerebrale o dei nervi, un ictus) posso-
no comparire disturbi dello schema corporeo, legati a una
percezione erronea del corpo, con una perdita del controllo
innato sulla postura e sui movimenti.

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Riza
Scienze

L’immagine corporea
L’immagine corporea è l’immagine del corpo che ci formiamo
nella mente, il modo in cui esso ci appare e viene da noi
valutato. Mentre lo schema corporeo è una rappresenta-
zione percettiva del corpo di cui non siamo consci, che si
sviluppa dall’esperienza motoria, l’immagine corporea invece
è intenzionale: è il corpo che coscientemente conosciamo e
sentiamo, è lo specchio interiore con cui lo valutiamo e riflet-
tiamo su di esso. Ci rendiamo conto del nostro corpo, delle
sue posizioni, ne abbiamo conoscenze e convinzioni, provia-
mo emozioni e sentimenti, visualizziamo la nostra taglia e
la forma del nostro corpo nel suo insieme e nelle singole
parti, lo confrontiamo con quello degli altri, esprimiamo giu-
dizi, proviamo sentimenti, prendiamo decisioni, per esempio
sull’alimentazione da seguire e sull’attività fisica.
L’immagine corporea è un processo continuo che media e
integra le nostre sensazioni, le nostre convinzioni e le no-
stre emozioni. Essendo legata agli stati emotivi e affettivi,
l’immagine corporea si sviluppa e si modifica costante-
mente nel corso della vita e influisce enormemente sulla
nostra autostima. Anche l’immagine corporea è collegata
all’attività di determinate aree cerebrali (come l’insula,
l’amigdala, la corteccia).

Come si costruisce - L’immagine corporea si costituisce L’immagine


in un processo che inizia già dai primi giorni di vita e re- che ognuno ha
sta strettamente legato al nostro sviluppo neurologico, del proprio corpo
si forma a partire
affettivo e sociale. Il neonato dal terzo mese manifesta un dai primi mesi
interesse verso il mondo esterno e il proprio corpo, ma di vita, ma è solo
non è ancora in grado di distinguerli. dai 3 anni
che il bimbo
A partire dai 3 anni il bambino raggiunge la coscienza di sé
sa “riconoscersi”
ed è in grado di riconoscere il riflesso della sua immagine

19
essere consapevoli di sé

allo specchio; verso i 5-6 anni completa l’integrazione del-


le varie parti del suo corpo e riconosce quelle degli altri.
Nell’adolescente avviene una trasformazione del corpo e
della sua rappresentazione perché deve “rimentalizzarlo”,
cioè ricostruire il proprio schema corporeo e la propria
immagine corporea.

Immagine, identità e autostima


L’immagine corporea si poggia sulla nostra capacità di
direzionare la nostra attenzione: questo spiega perché
talvolta prestiamo molta attenzione a qualche parte del
corpo, facendone una priorità, mentre ne trascuriamo o
ignoriamo qualche altra.
Esperienze psicologiche vissute durante l’infanzia e l’ado-
lescenza, sia di tipo positivo che negativo, sono in grado
di agire sull’immagine corporea: per esempio umiliazio-
ni subite per l’aspetto fisico, ma anche apprezzamenti
eccessivi, durante l’infanzia e l’adolescenza, possono
influire rendendo la persona estremamente attenta al
proprio aspetto fisico, che diventa un fattore prioritario
per la propria identità.
Quest’ultima non può essere compresa davvero se se-
parata dal corpo e dalle sensazioni fisiche provate. I

È dalle figure
di riferimento
con cui entriamo
in relazione
da piccoli che
“prende forma”
la nostra postura

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Riza
Scienze

concetti di schema corporeo e di immagine corporea


danno modo di rappresentare la complessità della rap-
presentazione del corpo. Vi concorrono in varia misura
elementi genetici predeterminati, elementi di interazio-
ne tra genetica e ambiente, aspetti in cui prevale l’inter-
vento dell’ambiente.
La postura che assumiamo viene in buona parte imposta-
ta nei primi anni, come risultato di un processo di inte-
razione tra le componenti, innate e impersonali (schema
corporeo) e individuali e soggettive, legate all’energia
investita nelle fasi dello sviluppo infantile e nelle prime
relazioni con le persone di riferimento che si sono prese
cura del bambino e negli eventi della vita individuale (im-
magine corporea).

I neuroni specchio
e la loro influenza
Siamo esseri prevalentemente sociali, la nostra
vita dipende dalla nostra capacità di capire cosa
fanno gli altri, di comprendere le loro intenzioni
e i loro sentimenti, in modo da poter interagire e
creare insieme forme di convivenza sociale. Una
delle più importanti scoperte neurofisiologiche,
avvenuta negli anni ‘90 del XX secolo, ha messo La funzione
in luce un particolare meccanismo di comprensione “in- basilare di
tuitiva” delle azioni eseguite dagli altri e delle loro inten- questi specifici
neuroni è favorire
zioni. Si tratta della scoperta dei neuroni specchio, da il movimento
parte di un gruppo di ricerca in neuroscienze dell’Univer- volontario
sità di Parma, coordinato dal professor Giacomo Rizzo-
latti. Questa scoperta ha aperto vie innovative di cono-
scenza del rapporto tra espressione corporea, empatia
e comprensione immediata e non concettuale dell’altro.

21
essere consapevoli di sé

Nel cervello
dell’uomo si
trovano dei neuroni
motori che si
attivano sia quando
si compie l’azione,
sia quando si vede
un’altra persona
farne una simile,
con lo stesso scopo

L’importanza di veder fare


I neuroni specchio, originariamente scoperti nella corteccia
motoria del macaco, una specie, come l’uomo, eminente-
mente sociale, formano una particolare classe di cellule
nervose che si attivano sia quando la scimmia esegue uno
specifico atto motorio, come afferrare un pezzo di cibo, sia
quando essa osserva un altro individuo (scimmia o uomo)
eseguire un atto motorio identico o simile. La scoperta di
questi neuroni nella scimmia ha subito posto il problema del-
la loro possibile esistenza nell’essere umano.
In altri termini, la semplice osservazione di un’azione determi-
na un aumento dell’attività della corteccia cerebrale, analoga
a quella che normalmente si registra durante l’esecuzione
dell’azione stessa, quasi che l’osservatore la stia eseguendo.
Questa scoperta ha dimostrato che fare una cosa e vederla
fare da un altro non sono due fenomeni totalmente distinti.
Inoltre nell’uomo il rispecchiamento e la risonanza delle azioni
osservate sono molto più ampi che nella scimmia. Molteplici
esperimenti hanno dimostrato che nel cervello umano esisto-
no sistemi multipli dotati di meccanismi specchio: non solo
nelle regioni motorie, ma anche in varie aree emozionali. È un
meccanismo generale del cervello, fatto per capire gli altri.

22
Riza
Scienze

Impariamo guardando
Perché il sistema motorio contiene neuroni che rispon-
dono alla visione di atti motori eseguiti da altri? L’ipotesi
generalmente accettata è che i neuroni specchio siano
necessari per una comprensione immediata dell’azione al-
trui. Quando una persona è spettatrice dell’azione altrui,
una parte del suo cervello motorio è attiva, sta simulan-
do la stessa azione, anche se non effettua fisicamente il
movimento. Questo rispecchiamento è un fattore molto
importante per capire e riconoscere i comportamenti,
perché la comprensione non avviene solo con il ragiona-
mento, ma anche con una simulazione motoria: grazie al
sistema specchio noi capiamo le azioni degli altri diretta-
mente, senza dover pensare.
La stessa cosa avviene per le emozioni. Si comprende
meglio lo stato d’animo dell’altro perché osservandolo si
attivano le stesse aree cerebrali che agiscono quando si
prova quell’emozione. Quando una persona vede il riso di
un’altra persona, gli si attiva esattamente quel centro
corticale che lo determina. I risultati derivati da-
gli studi sull’uomo, come da quelli sulla scimmia,
mostrano che l’intenzione che sottende l’azione
eseguita da altri è compresa grazie al sistema
specchio. Questo, ovviamente, non implica che il
meccanismo specchio sia l’unico che ci permette
di capire le intenzioni degli altri: esistono anche
altri meccanismi. Tuttavia, quello che il sistema
specchio offre è una conoscenza diversa, espe-
rienziale. Si crea infatti un legame diretto nella co- Se sorridi attivi
municazione tra i due individui, le azioni compiute da uno i neuroni specchio
del sorriso
di loro diventano messaggi che l’osservatore comprende
in chi ti guarda
senza che vi sia alcun accordo preliminare tra di loro.

23
essere consapevoli di sé

L’attivazione dei neuroni


Il grado di attivazione delle aree coinvolte dipende dall’e-
sperienza e dalle conoscenze motorie del soggetto in
quella azione: un giocatore di tennis che osserva una
persona che gioca al suo stesso sport, avrà un’attiva-
zione maggiore rispetto a un osservatore che non ha
mai tenuto in mano una racchetta. Allo stesso modo
osservare i passi di danza di un balletto attiva il sistema
dei neuroni specchio maggiormente in un ballerino pro-
fessionista rispetto a un principiante. A mano a mano
che quest’ultimo impara i passi di danza, vi è un incre-
mento dell’attivazione del suo sistema specchio durante
Osservando l’osservazione del balletto.
il movimento
di chi abbiamo Il sistema specchio confronta gli atti motori compiuti da
di fronte siamo altri con quelli propri del patrimonio motorio dell’osser-
portati a imitarlo, vatore, e più questo è sviluppato più il sistema diventa
nella respirazione,
nella posizione efficace.
delle mani, Nei bambini che non sanno ancora camminare, i neuroni
nell’inclinazione specchio non si attivano se vedono un altro bambino
della testa,
camminare. Se invece vedono un altro bambino gattona-
creando un dialogo
empatico di re, cosa che loro possono già fare, si attivano i neuroni
confidenza specchio collegati a questa attività motoria.
Il meccanismo non serve solo a capire, ma anche a
imparare e a perfezionare quei movimenti che si
vedono compiere da altri.
Rivivere mentalmente certi gesti, corrisponde
già ad attivare gli schemi motori necessari ad
attuarli in pratica. Quando un atleta visualizza
nella propria mente i movimenti necessari nel
suo sport, egli sta allenando effettivamente i
suoi sistemi motoneurali per la realizzazione di
quelle azioni.

24
Riza
Scienze

Apprendiamo per imitazione


Quando osserviamo gli altri, oltre a capire cosa fanno, dun-
que apprendiamo nuovi comportamenti motori.
Il sistema specchio è coinvolto nell’apprendimento, tra-
sformando gli atti motori osservati da un for-
mato visivo a un formato motorio. Gli atti mo-
tori vengono ulteriormente elaborati dal cervello
formando dei modelli di movimento che vengo-
no ritrasmessi quindi al sistema specchio per
la loro esecuzione. I neuroni specchio si attivano
quando ci sono elementi sufficienti per capire l’in-
tenzione dell’atto motorio dell’altro, pur senza ve-
dere la sequenza completa dell’azione. In pratica
noi siamo in grado di attribuire un significato alle
azioni degli altri sulla base di una pre-forma di si-
Quando capiamo
mulazione motoria: quando osserviamo qualcuno, nel nostro alla prima occhiata
cervello vengono attivate (a un livello “subliminare”) le stesse cosa sta per fare
aree che si attiverebbero se fossimo noi a compiere l’intera l’altro in noi
si sono attivate
sequenza di movimenti che compongono l’azione. Dentro di le sue stesse
noi essa viene imitata e simulata. Questo è molto eviden- aree cerebrali
te nella comunicazione empatica che si crea tra mamma
e bambino: alla prima occhiata la mamma è già in grado
di prevedere cosa ha intenzione di fare il suo bambino (e
magari è anche in grado di intuire se, nella foga di cammi-
nare, potrebbe cadere da un momento all’altro).

Sistema specchio anche per le emozioni - Come nel caso


delle azioni, anche per le emozioni si può parlare di un’im-
mediata comprensione pre-logica, presupposto necessa-
rio per quel comportamento empatico alla base di gran
parte delle nostre relazioni. I neuroni specchio rappresen-
tano un meccanismo globale di comprensione dell’altro.

25
essere consapevoli di sé

Sono due le emozioni che sono state particolarmente


Non solo dolore studiate: il disgusto e il dolore. Cosa avviene quando noi
e disgusto,
ma anche osserviamo una persona che esprime disgusto? Esiste
la risata risponde un meccanismo specchio per quest’ultimo? La risposta
al meccanismo dei è sì. Ad alcune persone è stato fatto annusare un odore
neuroni specchio:
ecco perché sgradevole (di uova marce). Questa stimolazione olfat-
è contagiosa tiva con input disgustosi provoca l’attivazione di alcune
aree del cervello. Ad altre persone sono state mostrate
delle foto con espressioni facciali di disgusto. È emerso
che avveniva un’attivazione delle stesse aree cerebrali.
Esperimenti analoghi sono stati fatti studiando soggetti
che provavano dolore o immaginavano che un’altra per-
sona ne provasse uno simile. Ad alcune donne è stato
somministrato un input leggermente doloroso (median-
te uno stimolo elettrico su una mano) e durante la sen-
sazione del male si è visto quali siti cerebrali si fossero
attivati. Poi a queste stesse donne è stato detto che an-
che i loro fidanzati avrebbero ricevuto lo stesso stimo-
lo doloroso. Quando vedevano gli elettrodi applicati alla
mano dei loro fidanzati e pensavano che essi provassero
dolore, si attivavano nelle donne gli stessi siti cerebrali.
Come per il disgusto, anche il riconoscimento del dolo-
re degli altri risulta quindi mediato da un meccanismo
specchio: il riconoscimento delle emozioni degli altri av-
viene attraverso l’attivazione delle stesse strutture che
si attivano quando noi stessi proviamo quelle emozioni. E
lo stesso succede per la risata, che diventa contagiosa.

Postura, depressione e umore


C’è uno strettissimo legame tra il nostro sistema motorio
e le nostre emozioni: anche piccoli cambiamenti della po-
stura possono influenzare le convinzioni e le credenze che

26
Riza
Scienze

sono alla base di certi nostri atteggiamenti emotivi. La


nostra postura inoltre può inglobare anche elementi che
sono al di fuori del nostro corpo e può quindi espandersi o
contrarsi a seconda delle condizioni e dei vincoli ambien-
tali. In ogni situazione della vita, se abbiamo la possibi-
lità di allargare la nostra postura, di espandere i nostri
movimenti, ci sentiamo più potenti e, a volte, prepotenti
o scorretti. Questo succede nelle occasioni più diverse, Tenere la schiena
sia quando ci troviamo sui sedili delle nostre auto, sia al ricurva e piegata
lavoro o in ambito famigliare. su se stessa
è una delle
Quando una persona depressa assume un atteggiamento
manifestazioni
posturale accasciato (spalle curve, collo piegato in avanti corporee
con la testa inclinata verso il basso, braccia verso la par- della tristezza
te centrale del corpo), tende a incarnare maggiormente
stati d’animo negativi e convinzioni di autosvalutazione,
rispetto a quando assume una postura eretta, mantenen-
do la schiena dritta.
Secondo alcuni ricercatori, questo provoca degli effetti
anche sul modo di respirare; quando ci sentiamo depressi
e le spalle sono chiuse verso l’interno, il torace è incassa-
to e la schiena si incurva: la respirazione sarà meno pro-
fonda ed efficace, perché i polmoni non possono espan-
dersi bene. Questo limita l’apporto di ossigeno al corpo
e al cervello, privandoci di energia e rallentando anche le
attività mentali.

Piegarsi su se stessi fa stare peggio - Provare sentimenti


depressivi induce ad assumere una postura accasciata
e piegata che, a sua volta, tende ad alimentare tali stati
d’animo negativi: un circolo vizioso.
È stato anche dimostrato che il movimento influisce posi-
tivamente sull’umore e sul livello di energia: in particolare

27
essere consapevoli di sé

il movimento vivace è risultato, sulla base di esperimenti


specifici, più efficace di una camminata rilassata per far
sentire più energici e attivi.
Un altro studio di psicologia sperimentale ha evidenziato
che se i soggetti con depressione lieve o moderata man-
tengono una postura corretta (con la schiena giustamente
eretta) durante un compito considerato stressante, come
per esempio parlare in pubblico, tengono lontani i pensieri
negativi, provano più fiducia ed entusiasmo, si sentono più
sicuri di se stessi e di quello che stanno facendo.

Il portamento contro il dolore


Stare con la schiena dritta e con una postura eretta aiuta
Agire sulla postura
a sopportare meglio sia il dolore fisico che la sofferenza
aiuta a migliorare
l’umore, il proprio emotiva, mentre una posizione scomposta ne aumen-
livello di energia ta la percezione. Questi dati risultano da ricerche spe-
e anche a sentirsi rimentali in cui i partecipanti a uno studio sono stati
più positivi e sicuri
nel rapporto sottoposti a due situazioni: in una dovevano mantenere
con gli altri testa e spalle dritti e farsi misurare la soglia del dolore
rispetto a uno stimolo doloroso, nell’altra veniva misu-
rato lo stress durante un colloquio con un interlocutore
in una situazione stressante.
Dai risultati è emerso che chi manteneva una postura
eretta era in grado di sopportare meglio il dolore e an-
che di tollerare meglio lo stress del colloquio rispetto a
chi mostrava una postura dimessa o scomposta.

Aiuta a sopportare la sofferenza - Mantenere una postura


corretta quando si sta male fisicamente o mentalmente,
evitando di assumere una posizione rannicchiata, come
si è portati a fare, permette, secondo le ipotesi dei ri-
cercatori, di mantenere maggiormente il controllo sulle

28
Riza
Scienze

proprie sensazioni e di ridurre la percezione e l’espres-


sione del dolore. Quando la postura è più eretta e aper-
ta aumenta il rilascio di testosterone, mentre si riduce
il cortisolo, l’ormone dello stress, aumentando così la
capacità di tollerare la situazione spiacevole, rendendo-
la meno dolorosa.

TEST
SCOPRI L’OPINIONE CHE HAI DI TE
E QUAL È LA TUA POSTURA REALE

Ti proponiamo un semplice test per valutare qual è la rappresentazione che


dai di te stesso e qual è la tua effettiva postura. I risultati ti serviranno per
scegliere in quali ambiti posturali agire e per avere una maggiore consape-
volezza del tuo portamento e del tuo stato d’animo.

1 Disegna l’immagine del tuo corpo - Prendi un foglio bianco (formato A4)
e disegna, con lo stile che preferisci, come vedi il tuo corpo.
Non devi eseguire un ritratto osservandoti allo specchio, ma disegnare
l’immagine del tuo corpo come la percepisci mentalmente.

2 Fotografati a figura intera - Scatta (o fatti scattare) tre fotografie di te,


a figura intera: frontale, di profilo e da dietro. Mettiti in posizione eretta,
con il tuo atteggiamento naturale, senza forzare la postura. È meglio se
indossi vestiti leggeri (o il costume da bagno), in modo che la silhouette sia
ben visibile.

3 L’analisi in conclusione (pag. 92) - Ora metti da parte il disegno e le


foto, li riprenderai in mano quando, alla luce di quanto esposto nelle pros-
sime pagine, avrai modo di scoprire un’analisi della tua rappresentazione e
della tua postura reale, come emerge dalle fotografie.

29
Dobbiamo
imparare
a stare ancorati
al terreno
e all’oggi, saldi
ma flessibili,
dritti ma
non rigidi

30
RIZA
SCIENZE

AGIRE SULLA
POSTURA
È FONDAMENTALE
PER STARE BENE

Occorre prestare attenzione ai segnali che l’organismo ci invia.


Se non percepiamo i limiti e i confini
delle nostre possibilità fisiche, ci stressiamo eccessivamente.
E il corpo si ribella perché “lui” sa perfettamente
cosa è meglio per sé

31
AGIRE SULLA POSTURA

La posizione che assumi


dice come stai
O gnuno di noi occupa lo spazio in modo diverso, sia perché ha diverse caratte-
ristiche fisiche, come altezza, peso, masse muscolari, parti scheletriche, sia
perché vive e agisce in modo assolutamente personale: c’è chi si erge e affronta
il mondo come se dovesse sfidarlo ogni momento e chi procede nella vita senten-
dosi oppresso e schiacciato da pesi eccessivi; c’è chi aggredisce, chi si difende,
chi è curioso, chi è annoiato, chi è arrabbiato... Un persona che sta seduta molte
ore davanti a un computer, sottoponendo la sua schiena a un notevole stress
biomeccanico, svilupperà contratture muscolari che influiranno sulla sua postura
anche in altre posizioni. Un giovane innamorato si muoverà in modo sognante e
leggero, un militare durante una parata in modo ostentatamente rigido e fiero,
una persona delusa e depressa procederà lentamente e cautamente, quasi a
proteggersi dal mondo esterno; un bambino che non vede l’ora di uscire da scuola
per correre a giocare esprimerà fisicamente e trasmetterà in modo palese con il
proprio corpo, anche senza parole, la gioia e il senso di libertà; ben diversa sarà la
postura di quello stesso bambino mentre entra a scuola per cominciare le ore di
lezione. La postura, quindi, è qualcosa di complesso e multifattoriale, in cui entrano
in gioco l’anatomia dei tessuti (muscoli, ossa, tendini, sistema fasciale ecc.), le
condizioni fisiche generali, le abitudini sportive, i fattori ereditari, nutrizionali e ca-
ratteriali, così come gli elementi ambientali. Essa esprime lo stile di adattamento
personalizzato di ogni individuo dal punto di vista fisico, psichico ed emozionale.

32
RIZA
SCIENZE

IL CORPO È UNO SPAZIO


DA “ABITARE”
Lo scheletro non è rigido
Il corpo è un sistema integrato le cui componenti sono
tutte interconnesse tra loro. Esso mantiene un equilibrio
dinamico tra i due estremi: flessibilità e stabilità. In genere
immaginiamo lo scheletro come una struttura rigida che
tiene “su” il corpo come se fosse l’impalcatura metallica di
un grattacielo. In realtà le ossa vengono tenute insieme e
collegate tra loro da tessuti morbidi e flessibili che rendono
possibili i movimenti: cartilagini, muscoli, tendini... È una
struttura in equilibrio tra tensione (da intendere come
distensione, allungamento, forza che tira in due dire-
zioni opposte) e compressione, schiacciamen-
to. Essa distribuisce la tensione equamente,
con il minimo dispendio energetico, fornendo
maggiore flessibilità e stabilità.
Ogni azione muscolare è una complessa combinazio-
ne di muscoli che agiscono insieme ad altri (siner-
gicamente) e di muscoli che agiscono contro altri
(antagonisticamente). Quando un muscolo è forte e il
suo antagonista è debole, ne risulta uno squilibrio e un
disallineamento corporeo. Il più forte dei due tende ad

Sei consapevole del tuo respiro?


È superficiale o profondo?
Senti le tue gambe
e i piedi e il terreno sotto di essi?
E le eventuali tensioni
in alcune parti del corpo?

33
AGIRE SULLA POSTURA

accorciarsi e il più debole ad allungarsi. Sia la debolezza


che l’accorciamento possono causare un allineamento
difettoso.
Dal punto di vista posturale, la forza di gravità è il principio
attorno a cui si organizza il mantenimento dell’equilibrio.
Ora, se il corpo si trova in un corretto allineamento verti-
cale delle sue varie parti, lo stare dritti richiede il minimo
sforzo alle strutture corporee osteomuscolari. Poiché il
corpo è un sistema integrato, uno sbilanciamento in una
sua parte ne produrrà un altro corrispondente in un’altra
parte. Se il corpo diviene “non-allineato” ecco che lo sta-
re in posizione eretta richiede maggiori sforzi, con conse-
guente compressione e usura delle strutture corporee, e
un loro più rapido invecchiamento.

Impariamo a percepire noi stessi


La sensibilità propriocettiva, cioè la capacità di percepire
il proprio corpo o una parte di esso in movimento, varia da
individuo a individuo. Per lo più l’atteggiamento abituale del
corpo (postura), il suo modo di camminare e di muoversi, è
inconscio e spesso vi sono errori di percezione di quest’ulti-
mo, legati a una scarsa attenzione corporea o a repressione
inconscia delle sensazioni provenienti da alcune sue parti.
Se si chiede a differenti persone di mettersi in posizione
eretta, con la testa allineata sul tronco e le braccia e le
gambe poste lungo l’asse verticale, si vedrà che, in realtà,
questa posizione sarà diversa per ognuna di esse, anche
se tutte penseranno di avere il corpo perfettamente alli-
neato e diritto. Tutti abbiamo in comune la stessa struttura
fisica, ma i modi in cui ciascuno “abita” tale struttura sono
molto diversi. In seguito a
posture e atteggiamen-

34
RIZA
SCIENZE

ti corporei scorretti, così come a causa di emozioni non


espresse, che rimangono “imprigionate” in noi, accade che
le fasce muscolari e le strutture che costituiscono la po-
stura divengano compresse, più solide e rigide, impedendo
la fluidità dei movimenti e delle emozioni.

È questione di equilibrio
Il mantenimento ottimale dell’equilibrio del corpo in po-
sizione eretta, con il minimo sforzo, presuppone che i tre
pesi principali del corpo, testa, torace e bacino, si or-
ganizzino lungo una linea retta verticale. Lo scarico del
peso del cranio sulla colonna vertebrale che lo sostiene
è fondamentale per l’allineamento posturale. La testa
pesa mediamente 5-7 chilogrammi. Il suo peso viene
trasferito, tramite la prima vertebra cervicale (atlante),
lungo la colonna vertebrale, fino al bacino e all’osso sa-
cro, per scaricarsi infine nel terreno attraverso le gambe Una “lettura
del corpo”,
e i piedi. Le dimensioni delle vertebre aumentano dall’alto
delle strutture
verso il basso, come in una piramide. L’allineamento otti- muscolari,
male della testa sulla colonna vertebrale è fondamentale delle posizioni
anche per il sistema nervoso, perché il midollo spinale e i e dei loro
significati
nervi spinali escono lateralmente dalla colonna vertebrale è importante
e una deviazione dall’allineamento rischia di comprimerli per raggiungere
e di provocare conseguenze nocive. una vera
integrazione
Una zona chiave del sistema nervoso è collocata a livello corporea
della prima vertebra cervicale, su cui poggia l’osso occipi-
tale del cranio. Questo punto non deve essere troppo pie-
gato (quando il mento tende a innalzarsi troppo), ma deve
rimanere sciolto e “aperto” (il pomo d’Adamo non dovrebbe
essere troppo visibile). Altrimenti si crea una pressione ec-
cessiva e innaturale sulla prima vertebra. Inoltre, se si tiene
la testa inclinata troppo in avanti rispetto alla colonna,

35
AGIRE SULLA POSTURA

SCOPRI SE IL TUO CORPO


È ALLINEATO
Curiosità

Per verificare l’allineamento occorre guardare una


persona di profilo, oppure farsi osservare da qual-
cuno. È ideale se i punti citati si trovano sulla stessa
linea, in verticale:
• malleolo esterno (l’osso sporgente della caviglia);
• lato del ginocchio;
• lato dell’anca (alla testa del femore);
• lato della gabbia toracica;
• lato della cintura scapolo-omerale (punto centrale
“dell’attacco” del braccio alla spalla);
• centro dell’orecchio.

questo provoca un notevole incremento della forza ne-


cessaria affinché la muscolatura cervicale possa soste-
nere il capo.

Le curve della colonna vertebrale - Fisiologicamente,


nell’allineamento verticale di testa, tronco e bacino, si
crea lungo la colonna una sequenza di curvature alter-
nate: all’altezza della cervicale, del torace, delle verte-
bre lombari e dell’osso sacro. Queste curve servono per
ammortizzare gli eventuali urti e migliorare la distribu-
zione del peso. Se i tre “blocchi” non sono allineati sulla
verticale (basta un elemento fuori posto nell’equilibrio),
alcuni muscoli devono fare da contrappeso allo squilibrio
con una tensione eccessiva. I muscoli antagonisti (cioè
quelli che svolgono il lavoro opposto) si rilasciano e si
indeboliscono.

36
RIZA
SCIENZE

Si crea un circolo vizioso di compensazioni e di alterazio-


ni delle fisiologiche curvature, sia a livello antero-poste-
riore (cifosi/lordosi) che a livello laterale (scoliosi).

Stare diritti, ma flessibili


L’allineamento posturale non va inteso come un equili-
brio rigido e statico del tipo “stare dritti” rigidamente,
perché questo incoraggia le contrazioni e le tensioni che
riducono la stabilità e la mobilità della colonna e del cor-
po intero. L’allineamento posturale è qualcosa di dinami-
co e interattivo rispetto agli stimoli interni ed esterni:
l’equilibrio della colonna vertebrale dipende dalla mo-
bilità delle sue curvature, dalla sintonia della forza di
gravità che spinge verso il basso e dalla controazione di
una forza centrifuga che spinge verso l’alto. Queste for-
ze si esprimono nell’alternanza e nell’equilibrio dinamico
tra allungamento e compressione; ciò permette di avere Una delle principali
una colonna vertebrale sensibile, non artificiosamente e risorse
innaturalmente “diritta”. che l’uomo
ha per ritrovare
La flessibilità dell’articolazione delle ginocchia permet- se stesso,
te di compensare eventuali squilibri e sbilanciamenti nella sua totalità,
dell’allineamento che arrivano dall’alto, per mantenere è ritornare
a “sentirsi”
il corpo eretto.
Ma questo può andare a scapito dell’integrità di ginoc-
chia, caviglie e piedi. Infatti il ginocchio può essere in
equilibrio ottimale solo in un punto preciso, che corri-
sponde all’allineamento diretto con la forza di gravità.
Qualunque deviazione del peso verso l’interno o l’esterno
dell’articolazione la fa sbilanciare e il ginocchio, portan-
do su di sé tutto il peso del corpo, si sottopone a una
notevole tensione per poter mantenere l’equilibrio in po-
sizione eretta. Questo può usurare l’articolazione.

37
AGIRE SULLA POSTURA

I FATTORI CHE DETERMINANO


LA POSTURA

L a postura è frutto dell’interazione di numerosissime aree


del nostro corpo e dipende da svariati fattori che diffe-
riscono, notevolmente, da persona a persona. Ecco alcune
delle caratteristiche personali alle quali essa è collegata.

• La performance dei muscoli - Non tutte le persone han-


no la stessa resa e potenza muscolare.

• L’equilibrio - Dipende in buona parte dal sistema labirin-


tico dell’orecchio controllato dal sistema nervoso.

• I recettori - Sono strutture del sistema nervoso spe-


cializzate nel trasmettere al cervello la condizione fisica
e biomeccanica di una determinata parte dell’organismo
e servono a farci percepire esattamente le condizioni ge-
nerali del corpo e le modifiche che avvengono al variare
della nostra posizione. Alcuni, specifici, trasmettono in-
formazioni sulla pressione, la velocità, la temperatura, il
dolore, l’equilibro e la spazialità.

• L’integrità dei tessuti delle articolazioni - I legamenti


non hanno solamente una funzione meccanica, ma anche
neurologica. Essi infatti informano il nostro cervello sullo
stato posturale dell’intero individuo. Una lesione al lega-
mento crociato del ginocchio, per esempio, può pregiudi-
care una corretta postura in piedi.

• Il sistema nervoso centrale - A esso arrivano i segnali


dell’ambiente attraverso i recettori da cui partono, verso
la periferia, i corretti segnali per adattarsi all’ambiente.
38
RIZA
SCIENZE

NON SIAMO MAI


COMPLETAMENTE FERMI
Curiosità

Una persona che sta apparentemente ferma in piedi, non può


esserlo mai completamente: si trova infatti in una condizione
di continua e persistente oscillazione, anche se impercettibi-
le. Questa oscillazione è il risultato del costante processo di
adattamento posturale che il soggetto attua per mantenere l’e-
quilibrio a fronte di stimoli (visivi, uditivi, meccanici, termici)
destabilizzanti provenienti dall’ambiente esterno e da quello
interno dell’organismo (respirazione, modulazioni muscolari,
emozioni). Il risultato di questa interazione fra i diversi stimoli è
l’equilibrio corporeo nello spazio.

I possibili problemi fisici


Ogni persona non è del tutto conscia della propria postu-
ra, sia essa oggettivamente corretta oppure che presenti
delle disfunzioni.
I fattori ambientali, i vissuti emotivi, le condizioni sociali,
agiscono in intima connessione con i recettori sensoriali
e le strutture nervose per determinare il nostro compor-
tamento corporeo, l’espressione del nostro “essere nel
mondo”: ci si adatta alla realtà, momento per momento,
senza rendersene conto. La postura umana è la strate-
gia impiegata dal nostro sistema nervoso, muscolare e
scheletrico per rimanere in equilibrio. Traumi, alterazioni
patologiche, eventi stressanti, possono influire su que-
sto complesso meccanismo. La persona, pur riuscendo a
mantenere l’equilibrio in relazione alla forza di gravità, può
farlo in modo non ottimale, sviluppando tensioni croniche

39
AGIRE SULLA POSTURA

IL LINGUAGGIO e uno sforzo eccessivo. Anomalie


DEL CORPO della postura si possono manifesta-
re palesemente attraverso asimme-
La postura non è solo un equilibrio trie, deviazioni dell’asse corporeo,
meccanico, per quanto sofisticato; disturbi dolorosi a livello di muscoli
essa è anche, in modo molto potente, e articolazioni, ma anche una scarsa
veicolo di comunicazione tra individuo coordinazione del movimento, distur-
e ambiente. Il linguaggio del corpo bi psicologici e del comportamento.
è da intendersi come rapporto inte- Lo studio e l’eventuale correzione di
rattivo continuo, spesso spontaneo una postura scorretta e i problemi
e inconscio (cioè indipendente dalla a essa collegati coinvolgono diverse
nostra volontà cosciente), tra l’indivi- branche e specialisti di formazio-
duo e tutto ciò che lo circonda e lo ne varia. Una postura alterata può
coinvolge in modo più o meno diretto. determinare dolori o disturbi dei
quali si occupano in prima istanza
l’ortopedia e la medicina riabilitativa; ma su altri piani pos-
sono essere coinvolte anche l’odontoiatria, l’oculistica, la
vestibologia (che si occupa dei disturbi dell’equilibrio legati
a problemi dell’orecchio interno, il vestibolo, appunto), la
psicologia, la neurofisiologia. Un altro ambito molto sfac-
cettato comprende le tecniche corporee che migliorano la
consapevolezza del proprio corpo e che, attraverso esercizi
mirati e specifici, favoriscono la postura corretta.

LE POSSIBILI CAUSE
Le posture scorrette possono essere collegate ad altera-
Dolori mandibolari zioni del sistema posturale dovute a una serie di fattori
che si prolungano fisici. Ecco alcune possibili cause.
nel tempo possono
• Problemi alla dentatura e alla mandibola - Malocclusione
modificare
profondamente dentaria, bruxismo.
la postura • Alterazioni meccaniche - Asimmetrie nei piedi, differen-
ze di lunghezza delle gambe, alterazioni del bacino.

40
RIZA
SCIENZE

• Alterazioni del lavoro muscolare.


• Disturbi nella vista - Strabismo, difficoltà di accomo-
dazione.
• Disturbi all’udito - Patologie del vestibolo.
• Malfunzionamenti del sistema nervoso.

Tutte queste alterazioni creano una serie di input disfun-


zionali che inducono delle contratture generali di compen-
so, provocando dolori e disturbi. Le sintomatologie dovu-
te alle disfunzioni dei recettori possono essere: dolori alla
Una posizione
schiena, cefalea, dolori ai piedi, disturbi viscerali, difficol- sbagliata
tà motorie, tensioni muscolari, vertigini, acufeni (perce- può arrivare
zione di ronzii o fischi all’interno dell’orecchio), torcicollo, a influenzare
altre parti
problemi di concentrazione. del corpo che
rischiano di essere
I disturbi che si rischiano affette da vari
disturbi
Imparare a migliorare la postura ci aiuta a prevenire i
dolori, le contratture e le lesioni. Oltre a provocare mal
di schiena o di testa, una postura scorretta adottata in
maniera continua può comportare problemi cronici come
stanchezza o errato allineamento del bacino, fino ad arri-
vare all’ernia del disco.
Ecco le conseguenze più comuni.

Dolore lombare - È un disturbo frequente nelle persone


che rimangono per molto tempo in posizione seduta con
la schiena curva, oppure in posizione eretta con la schie-
na eccessivamente inarcata e l’addome sporgente.
Può comparire anche dopo aver sollevato un oggetto pe-
sante, comprimendo le vertebre. Il dolore lombare può
arrivare ad estendersi fino ai glutei e, in alcuni casi,
anche alle gambe.

41
AGIRE SULLA POSTURA

Fastidio alla zona centrale della schiena


Questa sensazione è comune nelle per-
sone che stanno sedute con una curva
esagerata del tratto dorsale e le spalle
incurvate in avanti, oppure che stanno
in piedi in posizione scorretta, eccessivamente inarcati.
È un disturbo che compare anche quando stiamo fermi o
in piedi per un prolungato periodo di tempo, senza bilan-
ciare correttamente il peso e senza alternare i pesi sulle
gambe. Si manifesta in ogni caso con fitte dolorose nella
parte centrale della schiena.

Male al collo e al trapezio - È un distur-


bo provocato da uno sforzo eccessivo
delle articolazioni delle ultime vertebre
cervicali, quelle che sostengono il peso
della testa. Compare, in genere, quando
manteniamo il collo teso e rigido a lungo, oppure sforzia-
mo le vertebre in posizioni innaturali per concentrarci sul
lavoro, soprattutto al computer.

Lesioni articolari - Tenere costantemente


una postura sbagliata in posizione sedu-
ta, o eretta, oppure compiendo sforzi e
movimenti, aumenta il rischio di soffrire
di lesioni articolari dovute all’usura delle
parti, come l’artrosi, perché il nostro peso viene mal distri-
buito e si concentra su alcuni punti.

La “gobba” da smartphone
Una volta era il peso degli zaini e dei libri di testo a su-
scitare allarme per le possibili conseguenze sulle schie-

42
RIZA
SCIENZE

ne e sulla salute dei ragazzi, oggi invece


sta sorgendo un altro problema simile le-
gato all’utilizzo di smartphone e tablet: la
cosiddetta “igobba”, cioè la gobba dovuta a
dispositivo digitale. Essa è provocata dal-
la posizione innaturale che il collo assume
quando si controlla continuamente il tele-
fono cellulare: la testa si inclina in avanti di
60 gradi e il collo, per mantenere forzata-
mente questa posizione, deve sopportare
un grande sforzo. Più è piccolo lo schermo
del dispositivo, più ci si piega per leggerlo,
inducendo una postura sbagliata, con la schiena ricurva Quando guardiamo
un dispositivo
in avanti. Anche l’abitudine di scrivere gli sms mentre elettronico
si cammina può alterare il sistema di equilibrio e la sottoponiamo
postura. a forte stress
articolazioni e
muscoli. Ecco
LA POSIZIONE CORRETTA È QUELLA NATURALE - È impor- perché dobbiamo
tante cercare di assumere, e mantenere, una postura prestare sempre
grande attenzione
naturale quando si guarda il telefono: tenere le spalle e
a come ci
la testa più all’indietro e alzare leggermente il braccio “sistemiamo”
che regge il telefono per portarlo più vicino al viso.

Sciogli periodicamente il collo e le spalle


con movimenti di stretching.
E poi piega la testa di lato,
mantenendo la spalla rilassata,
per 10 secondi, da un lato e
dall’altro. Accompagna l’esercizio
con qualche respirazione profonda

43
AGIRE SULLA POSTURA

ESERCIZI BASE QUOTIDIANI

U na postura corretta è quella che mantiene il corpo


allineato e stabile con il minor consumo di energia
possibile. Per riuscirci, è molto importante fare in modo
che la colonna vertebrale non abbia nessuna deviazione
laterale e che non si incurvi né nella parte superiore né in
quella inferiore. Per correggere queste posizioni errate,
ecco alcuni utili esercizi.

Guardati allo specchio


Mettiti in piedi di fronte a uno specchio a figura intera e
prova a correggere la postura. Controlla di distribuire il
peso in modo uniforme su entrambi i piedi, con le spalle
indietro. Poi mettiti di profilo e controlla di avere un cor-
retto allineamento verticale, quando una linea retta im-
maginaria tocca l’orecchio, la spalla, il fianco, il ginocchio
e la caviglia.

Appoggiati alla parete


Appoggia la schiena e i glutei alla parete, senza schiacciar-
ti, ma assumendo la tua posizione normale. Infila la mano
tra la schiena e la parete, all’altezza della curva lombare,
sopra i glutei. Se la mano non passa o è troppo schiacciata
significa che la curva è poco accentuata, se invece “balla”
troppo, vuol dire che la curvatura è eccessiva.

Assumi la posizione eretta


Il petto deve essere alto, la testa diritta e i muscoli addo-
minali un po’ contratti, poiché ci aiutano a stare in equi-

44
RIZA
SCIENZE

librio. Il peso del corpo deve essere ripartito tra le due


gambe e le ginocchia devono essere leggermente flesse.

Mentre cammini
Mantieni la testa diritta e il collo in posizione verticale.
Evita di tenere la testa piegata guardando a terra, poiché
sforza le vertebre cervicali. Assicurati di appoggiare pri-
ma il tallone e poi la punta del piede.

Se sei seduto
Verifica che la schiena sia dritta, le spalle indietro e verso
il basso e la pianta dei piedi appoggiata al suolo. Mantieni
la curva lombare, con l’aiuto di un sostegno incorporato
nella sedia o con un cuscino basso.

Quando dormi
La posizione migliore da assumere durante il sonno è
quella appoggiata sul fianco, con le gambe leggermente
piegata perché aiuta a mantenere le curve della colonna
vertebrale e serve a facilitare la respirazione.

Durante l’attività fisica


L’attività fisica e il movimento sono importanti per
mantenere il tono muscolare necessario alla corretta
postura. Quindi… cammina, corri, pedala, nuota, fai
stretching, cercando di rafforzare i muscoli e la resi-
stenza fisica, senza strafare.
Cerca anche di variare continuamente la tua posizione,
spostando il peso da una gamba all’altra, o muovendo
la schiena, sia da seduto sia che tu rimanga in piedi a
lungo.

45
«La maggior parte della gente
pensa di avere i piedi per terra.
In senso meccanico è vero,
ma non a livello di sensazioni
e di energia»
Alexander Lowen

46
Riza
Scienze

COMe ELIMINARE
RIGIDITÀ
E BLOCCHI:
tutti gli esercizi

La bioenergetica suggerisce
tutti i movimenti per assumere le posture giuste,
per sentirsi ben radicati al terreno
e per sciogliere le tensioni, fisiche ed emotive,
che compromettono l’equilibrio e l’atteggiamento corporeo

47
come eliminare rigidità e blocchi

Trova la tua giusta posizione


L a posizione che sentiamo di avere nel mondo dipende anche dalla postura che
assumiamo. E, come detto, considerando che il modo in cui atteggiamo il
nostro corpo influenza anche il nostro modo di sentire noi stessi e di rapportarci
con gli altri, possiamo modificare i nostri stati d’animo e la nostra autostima
agendo sulla postura, con gli esercizi che sono stati studiati a questo scopo dalla
bioenergetica. Secondo la bioenergetica, ogni persona nasce con un corpo unico
e matura in un ambiente unico e, quindi, per ognuna ci sarà una sua disposizione
unica ideale che permetterà il massimo dell’equilibrio posturale e dell’espressione
corporea. Ecco perché sarebbe meglio parlare di allineamento naturale piuttosto
che ideale.
Questo è anche il prodotto dell’equilibrio tra spontaneità e controllo, che si
raggiunge quando la persona è ben radicata e integrata dal punto di vista psi-
cosomatico. La relazione ideale del nostro corpo con il terreno e con la forza di
gravità è quella in cui le ossa, grazie al lavoro dei muscoli, sono ben allineate e
fronteggiano la forza di gravità con il minor dispendio di energia, scaricando il
peso del corpo a terra, senza richiedere del
lavoro muscolare in più, necessario per te-
nere in equilibrio il corpo disallineato a cau-
sa di posizioni scorrette o di emozioni non
regolate.
In posizione allineata ed equilibrata il meta-
bolismo funziona a pieno ritmo, grazie a un
buon rifornimento di ossigeno; la persona
resta pienamente in contatto con i propri
vissuti interni e la realtà esterna. È chiaro
È bene mettere
comunque che la struttura del corpo e la
in evidenza sua forma sono influenzati da fattori ereditari, genetici, pre-
che non c’è una natali, nutrizionali, ambientali, dall’esercizio fisico, oltre che
postura ideale
da fattori bioenergetici ed emotivi. Tutti questi elementi sono
che valga per tutti
interconnessi tra loro in modo dinamico.

48
Riza
Scienze

IL CORPO: STRUTTURA,
FORMA ED EMOZIONI
Come mantenere la postura
Come è possibile correggere le posizioni scorrette, che
sottopongono il corpo a sforzi e tensioni che hanno riper-
cussioni sia sul piano fisico sia su quello psicologico?
Non possiamo modificare i componenti della nostra parti-
colare e unica struttura anatomica, ma possiamo in ogni
caso, e sempre, diventare più flessibili. Quando osser-
viamo il corpo di una persona, per prima cosa vediamo
quanta armonia e grazia c’è nel movimento che compie: in
alcuni casi una postura può all’apparenza sembrare im-
perfetta, ma l’individuo può comunque essere flessibile
e la posizione del suo corpo può cambiare prontamente
a seconda della situazione. Al contrario, una postura
può sembrare all’apparenza buona e ben allineata,
ma potrebbe essere in realtà mantenuta con rigi-
dità e tensioni muscolari molto limitanti, tanto da
risultare poco mobile e flessibile.
La fluidità è una caratteristica propria di tutti gli
organismi viventi, le cui origini risalgono tutte
alla componente acquatica, in cui è nata la vita. E
la salute è strettamente legata a un buon grado di flui-
dità all’interno dell’organismo: quando i tessuti sono ben
irrorati e le energie vitali scorrono liberamente, il corpo
si mantiene in buone condizioni. Sul piano psico-emotivo, Una corretta
postura dipende
possiamo tradurre il concetto di “fluidità” nei termini di anche dall’avere
duttilità, adattabilità, capacità di provare, esprimere e un’efficiente
mutare le proprie emozioni. Analogamente il concetto di mobilità corporea
e una giusta
rigidità si associa ai blocchi psico-emotivi e alla resisten- elasticità mentale
za ai cambiamenti.

49
come eliminare rigidità e blocchi

La bioenergetica e il massaggio, offrendo una conoscenza


più precisa dello schema corporeo e delle tensioni pre-
senti, operano una rieducazione alla consapevolezza del
proprio corpo e delle posizioni che assume, a tutto van-
taggio del benessere psicofisico.

Il grounding: radicarsi sul terreno


Il punto di partenza per diventare più “fluidi” e interveni-
re sulla propria postura sono i piedi: occorre riuscire a
“ragionare con i piedi” anziché con la testa. Essi infatti
sono il nostro punto di contatto con la terra, che simbo-
licamente rappresenta la realtà. La bioenergetica pone
al centro dell’attenzione il “grounding”, che significa let-
teralmente “radicamento” e riguarda quindi la pratica di
ristabilire il contatto dei piedi con il terreno. Ma essere
radicati significa molto di più che avere i piedi totalmente
a contatto con la terra. In tal caso tutto il corpo si trova in
una relazione funzionale con la forza di gravità che la terra
esercita su di noi: il corpo starà dritto e sarà in grado di
muoversi con il minimo dispendio di energia e senza su-
perflue contrazioni muscolari. Praticamente il grounding
Se si ha grounding porta la persona ad abbassare il centro di gravità a livel-
ci si sente saldi
lo dell’addome, imparando a sentire e liberare la carica
e sicuri sulle
gambe e sostenuti energetica delle gambe e dei piedi. La persona in questo
dal suolo modo si sente più “radicata” e “centrata”, trova il corag-
gio di “stare in piedi sulle proprie gambe”, diviene più in
contatto con la realtà, ed è più integrata con le situazioni
che vive. Il contatto con il terreno determina il proprio
senso di sicurezza interiore.
Attenzione, non si tratta della forza delle gambe, ma della
loro sensibilità! Gambe particolarmente robuste e mas-
sicce, anche se sembrano idonee a sorreggere, spesso

50
Riza
Scienze

sono troppo rigide e meccaniche, tradiscono un’insicu-


TESTA
rezza di fondo, che la persona inconsciamente compensa
appesantendo la massa muscolare a danno dell’elasticità
corporea. Quando al contrario la muscolatura delle gam-
be è esile, mentre le spalle appaiono larghe e forti, ciò
rivela un’analoga mancanza di sicurezza, con un inconscio
TORACE
timore di cadere o di essere abbandonati. Le persone
con queste caratteristiche “si tengono su” con le spalle,
invece di cercare un appoggio nel terreno tramite la mu-
scolatura delle gambe. BACINO

Avere grounding significa essere una persona piena-


mente in contatto con:
• la realtà del suolo sul quale si trova;
• la realtà del suo corpo, che è la condizione del suo sen-
tirsi una persona;
• la realtà della sua sessualità;
• la realtà della situazione della sua vita.
Stare con i piedi saldamente radicati al terreno, significa
Se le aree
in ogni momento essere consapevoli di chi si è e di dove della testa,
si è. Il concetto di grounding include il senso interiore del torace
di sicurezza e anche l’aspetto dell’approfondimento: es- e del bacino
sono in armonia
sere in grado di conoscere e portare avanti un’attività, tra loro possiamo
una relazione o un lavoro in modo profondo, maturo e dire di avere
responsabile. un corpo integrato

Trova l’armonia
tra le parti del corpo
Non c’è grounding se non c’è integrazione tra le varie
strutture del corpo e le diverse funzioni della personalità.
Un corpo è integrato quando testa, torace e bacino, le tre
aree fondamentali, si trovano in armonia.

51
come eliminare rigidità e blocchi

• La testa - È la sede del pensiero e della coscienza ed è


connessa alla possibilità di capire, pensare e creare.

• Il torace - Sede del cuore e dei polmoni, è connesso


nella sua parte anteriore (corrispondente al petto) all’af-
fettività e alla possibilità di amare e relazionarsi. La parte
posteriore (la schiena) è connessa, invece, alle compo-
nenti aggressive della personalità.

• Il bacino - Esprime il lato istintuale, collegato alla so-


pravvivenza e al piacere di esistere.

Il portamento e il grounding sono rivelatori della persona-


lità - Il portamento impaurito parla di una persona che
tenderà a rannicchiarsi, mentre se è triste o depresso
ad accasciarsi. L’individuo avrà un portamento severo e
autoritario o una postura rigida e poco naturale se sta
cercando di negare o compensare un senso interiore di
insicurezza. Il portamento sarà naturalmente eretto se
la persona ha un senso di sé forte e sicuro.

La sicurezza “nasce” da piccoli


Il senso fondamentale di sicurezza di una persona è
determinato dal suo precocissimo rapporto con la ma-
dre, che incarna simbolicamente l’immagine del terre-
no su cui poggiamo e che ci nutre. L’equivalenza tra la
madre terra e la madre biologica è un concetto base
dell’analisi bioenergetica. Il modo in cui una persona
sta in piedi ci dice molto riguardo ai suoi primi rapporti
con la madre. L’insicurezza di tale rapporto si tramu-
ta in insicurezza a reggersi sulle proprie gambe ed
è l’insicurezza fondamentale nell’affrontare la vita. Le

52
Riza
Scienze

esperienze positive di amore, affetto, sostegno e ap-


provazione danno al corpo del bambino un’impronta di Il processo
di crescita
morbidezza, naturalezza e grazia. Il corpo diventa per e di autonomia
lui una fonte di piacere e di gioia; in esso il bambino è frutto
si identifica e ne fa il tramite per creare il legame con dell’integrazione
tra la componente
la propria natura animale. Il bambino crescerà bene,
“morbida”
ancorato alla terra, con un forte senso di sicurezza materna, legata
interiore (la base dell’autostima) e quindi con un buon all’accudimento
grounding. e alla cura, e
quella paterna, più
Se invece il bambino è privato del sostegno e dell’affet- “dura” e robusta,
to materno, il suo corpo reagirà alla freddezza emotiva legata al sostegno
come al gelo fisico, irrigidendosi: solleverà le spalle
per la paura, tenderà il diaframma, tratterrà il respiro.
L’insicurezza che sente nel rapporto con la madre si
strutturerà nel suo corpo e tenderà a rimanere come
sensazione di fondo anche negli anni successivi e nella
vita adulta. Il problema dell’insicurezza non potrà esse-
re risolto se la persona non diventa consapevole della
propria mancanza di grounding.

Quando manca il grounding - Il concetto di grounding non


può essere compreso del tutto fino a quando non si fa
un’esperienza diretta di lavoro corporeo.
Per far capire meglio questo concetto si può dire che
fisicamente la più chiara indicazione della mancanza di
grounding è quando si sta in piedi con le gambe irrigidite e
le ginocchia bloccate. Questa modalità limita la sensibilità
e impedisce alle ginocchia di fungere da ammortizzatori
del corpo. Quando le ginocchia sono bloccate, le tensioni
(non solo fisiche, ma anche psicologiche) si scaricano a
livello della schiena, rendendola più vulnerabile e soggetta
a problemi e patologie.

53
come eliminare rigidità e blocchi

Per acquisire grounding occorre prima di tutto spostare


la propria consapevolezza e sensibilità verso il basso.

Come stare in piedi correttamente


Per valutare se possediamo grounding e ci appoggia-
mo saldamente, ma con elasticità, sul terreno bisogna
partire dal considerare la propria posizione eretta, per
osservare se stiamo assumendo un atteggiamento sba-
gliato, che può pesare sulla struttura corporea.
Rilassandoci nella posizione eretta allineata, durante l’inspi-
razione la colonna vertebrale si allunga e la testa e il bacino
si spingono un po’ all’indietro, nell’espirazione la colonna si
raccoglie, mentre testa e bacino si volgono leggermente in
avanti, così da alternare convessità e concavità della spina
dorsale.

le pressioni giuste
che risvegliano il corpo
Curiosità

Il “Contact grounding” è una tecnica sviluppata nell’ambito


della Terapia bioenergetica da Francesco Padrini. Consiste
nell’effettuare pressioni controllate su una parte
del corpo, seguendo il ritmo della respira-
zione: dapprima le pressioni effettuate
sono maggiori per favorire la percezio-
ne delle strutture ossee e muscolari
sottostanti e risvegliare le sensazioni
profonde. Poi, si eseguono pressioni
delicate e movimenti di avvolgimen-
to per integrare l’area sollecitata con
il resto del corpo.

54
Riza
Scienze

Fai così - Assumi la posizione eretta di base: piedi


paralleli, ginocchia leggermente flesse, bacino sciol-
to e leggermente rivolto indietro.
Inclina in avanti la metà superiore del corpo, fino a
sentire il peso sugli avampiedi. Potresti avere l’im-
pressione di cadere in avanti. Per non perdere l’e-
quilibrio basterebbe fare un passo in avanti, tuttavia
non sarà necessario se terrai la testa correttamente
allineata sulla colonna vertebrale.
Solleva la testa in modo da guardare dritto in avanti.
Per bilanciare il peso immagina di avere un libro in
equilibrio sul capo.
Mantenendo la testa eretta, lascia cadere le spalle e
dilata l’addome in modo che la respirazione sia piena e
profonda. Lasciati sostenere dal suolo.
Potresti sentirti scomodo per la tensione dovuta
allo stiramento dei muscoli, sensazione che
passerà non appena i muscoli si rilasseranno.
Il passo successivo - Da questa posizione
puoi cominciare a camminare con più grazia e
flessibilità: le ginocchia sbloccate incentivano un’an-
datura elastica, che favorisce e intensifica la sensa-
zione del contatto con il terreno.

Il corpo, libero da tensioni croniche, compie continua- Una postura


mente dei micromovimenti ondulatori intorno all’asse equilibrata
immaginario del corretto allineamento. rilassa i muscoli,
donando
L’organismo è più vitale e permette una maggiore elasti- una sensazione
cità anche a livello emotivo: ciò significa una maggiore di leggerezza
capacità di esprimere le emozioni e di gestirle in modo e benessere
equilibrato.

55
come eliminare rigidità e blocchi

GLI ESERCIZI FONDAMENTALI


La posizione di base
La posizione di base in cui si eseguono tutti gli esercizi in
piedi prevista dalla bioenergetica è detta anche “posizio-
ne di grounding”.

Fai così - Mettiti in posizione eretta con i piedi paralleli


a una distanza tra loro uguale alla larghezza delle tue
spalle, le punte leggermente rivolte verso l’interno,
le ginocchia leggermente piegate, il bacino rilassato
e spostato all’indietro, con i glutei non contratti. Il
pavimento pelvico (la parte inferiore del bacino, che
corrisponde alla zona genito-urinaria e anale) deve
essere rilassato. Devi lasciarti andare, come se ti
volessi liberare, senza mantenere contrazioni. Il peso
del corpo deve poggiare prevalentemente sulla parte
anteriore dei piedi.

Mantieni il torace e le spalle dritti, ma rilassati. La respi-


razione è normale, calma e rilassata, senza rimanere in
apnea. La mandibola rimane morbida e non serrata.
Nella posizione di grounding le ginocchia vengono mante-
nute un po’ flesse e per rimanere in equilibrio occorre far
lavorare contemporaneamente dei muscoli antagonisti tra
di loro: i quadricipiti (nella parte anteriore della coscia)
fanno estendere il ginocchio, mentre i muscoli posteriori
della coscia lo fanno piegare. I due muscoli devono con-
trarsi entrambi per mantenere una posizione intermedia
tra quella eretta e quella flessa. Così le gambe sostengono
solidamente il peso, ma sono anche elastiche e non rigide.
Gli esercizi bioenergetici sul grounding ci fanno modificare

56
Riza
Scienze

le posture abituali che spesso man-


L’esercizio
tengono il quadricipite e i muscoli consigliato
posteriori della coscia cronicamen-
te contratti e squilibrati tra loro. Siediti comodamente
su un tappeto, af-
I piedi e il contatto ferra un piede con
con il suolo le mani ed effettua
I piedi garantiscono al corpo la pre- delle pressioni su
sa di contatto con il suolo: il modo tutto l’arco plantare,
in cui si effettua questo contatto sul dorso e sulle dita. Cer-
può indicare il tipo di rapporto che ca di percepire la struttura ossea
si ha con la realtà. sottostante, distinguendo le aree
Dal semplice aspetto tecnico e del piede che sono a diretto contat-
meccanico del contatto con il terre- to con il terreno e quelle più delicate
no dipende la capacità di conferire dell’arco plantare. Espira durante la
equilibrio nell’avanzare del nostro pressione e inspira nel momento in
corpo. Il contatto con il terreno pre- cui stacchi le dita. Dopo questi primi
senta varianti molto interessanti. contatti effettua delle pressioni più
È importante in primo luogo il leggere. Questo ti aiuterà a perce-
modo ”ideale” in cui il piede si ap- pire tutta la struttura portante dei
poggia sulla terra, suddiviso in tre piedi. Concludi con una pressione
fasi, che hanno anche un significa- generale, scivolando su tutto il pie-
to simbolico. de. Come lo senti? In modo diverso
1. La posa del tallone sul terreno in- dall’altro che non hai trattato? Fai lo
dica il primo contatto con la realtà. stesso sull’altro piede.
2. Il contatto terreno-pianta cor- L’effetto - Creare un contatto di-
risponde a una consapevolezza e retto tra le tue estremità (mani e
analisi, quasi si volesse esaminare piedi), risvegliando la consapevo-
meglio il terreno-realtà. lezza di quelle inferiori. Diventare
3. Il contatto terreno-punta invita più coscienti del corpo e di questa
all’azione, cioè innesca la cammina- parte che ci connette al terreno.
ta, l’avanzata.

57
come eliminare rigidità e blocchi

La camminata consapevole - Prova a camminare come se lo


facessi per la prima volta in vita tua: comincia adagio, a pie-
di nudi, ginocchia leggermente flesse, spostando il peso del
corpo sul bordo esterno dei piedi, respirando e camminan-
do per un minuto. Se dovessi percepire del dolore, espira
con forza, emettendo un suono. Ora riposiziona l’appoggio
su tutta la pianta e ascolta le sensazioni che vengono dai
tuoi piedi. Poi cammina per un altro minuto appoggiandoti
sui bordi interni dei piedi, respirando liberamente.
Anche un semplice
Nel caso in cui tu senta dolore anche in quest’area, espira in
esercizio come modo sonoro. Fermati, ascolta le sensazioni dei tuoi piedi.
camminare diventa A questo punto cammina naturalmente, cercando di sen-
fondamentale
tire a ogni passo il contatto dei piedi con il suolo e pog-
per la salute
se eseguito giando il peso del corpo su ciascun piede.
con consapevolezza Rilassa le spalle, non trattenere il respiro e non irrigidire
e con attenzione le ginocchia.
alle sensazioni
che ci arrivano
Appoggia i piedi su un bastone - Questo esercizio andreb-
be eseguito a piedi nudi.
Assumi la posizione eretta tenendo un bastone (di 1-2
centimetri di diametro) sotto un piede. Fai ruotare il ba-
stone lungo tutta la pianta del piede in modo dapprima
veloce, poi più lento. Ripeti l’esercizio con l’altro piede. A
questo punto poni entrambi i piedi paralleli sul bastone
appoggiandoti su di esso con tutto il peso del corpo: parti
dall’avampiede, premendo questa parte contro il bastone,
poi la zona centrale e infine il tallone. Effettua uno o più
atti respiratori in ogni posizione.
Se cominci a sentire dolore riduci la pressione sul basto-
ne in quel punto. Infine togli il bastone e rimani qualche
attimo con i piedi appoggiati al terreno, sentendo la diffe-
renza rispetto a prima.

58
Riza
Scienze

Sblocca le ginocchia
per favorire movimento e sostegno
Le gambe rivelano attraverso la loro funzione di mo-
vimento e di sostegno il modo con cui “affrontiamo la
vita” e le diverse situazioni che quotidianamente dob-
biamo trattare. Esse dovrebbero essere mobili, ela-
stiche e ammortizzare i pesi degli stress della vita e
del corpo e anche potersi flettere liberamente e non
essere rigide o bloccate.
Una chiara indicazione della mancanza di grounding si
avverte quando si sta in piedi con le gambe irrigidite e
le ginocchia bloccate, modalità che limita la sensibilità
e impedisce alle ginocchia di fungere da ammortizza-
tori del corpo. Quando le ginocchia sono bloccate, le Gambe rigide
tensioni (non solo fisiche, ma anche psicologiche) si e ginocchia
bloccate
scaricano a livello della schiena, rendendola più vulne-
segnalano
rabile e soggetta a problemi e patologie. la mancanza
Occorre acquistare maggiore flessibilità e spostare la di un contatto
corretto
propria consapevolezza e sensibilità verso il basso.
con il terreno.
E la schiena
Bend over (piegamento in avanti) - Questo esercizio, uno potrebbe
tra i fondamentali della bioenergetica, aiuta a percepire risentirne
maggiormente le gambe, ad aumentare la carica e l’energia.
Partendo dalla posizione di base, in piedi, poni le punte
dei piedi leggermente verso l’interno, in modo da esten-
dere anche alcuni muscoli delle natiche.
Abbandona la testa in avanti lasciando cadere il mento
verso il petto.
Gradualmente poi, a ogni espirazione, piega sempre di
più il busto in avanti, fino a toccare il pavimento con le
dita delle mani, tenendo la testa il più possibile abban-
donata e sciolta.

59
come eliminare rigidità e blocchi

Le ginocchia devono essere leggermente piegate. Il peso


del corpo non dovrebbe essere sulle mani, ma restare
sui piedi, o meglio, sugli avampiedi.
Mantieni la pancia morbida e la bocca socchiusa. Respi-
ra con la bocca liberamente e profondamente durante
tutto l’esercizio. Raddrizza poi lentamente le ginocchia,
senza irrigidirle, fino a distendere i tendini della parte
posteriore delle gambe. In questa posizione respira len-
tamente e profondamente per 20-25 atti respiratori o
comunque fino a che non percepisci delle vibrazioni. È
molto frequente avvertire lieve dolore e tensione nelle
gambe. Immagina di espirare “attraverso” il dolore e le
vibrazioni. Lentamente incomincia a rialzarti così: spingi
con i piedi sul terreno flettendo “abbondantemente” le
ginocchia, mentre la testa continua ad essere abbando-
In questo
fondamentale nata in avanti. A poco a poco, inspirando, porta avanti il
esercizio bacino e poi, vertebra dopo vertebra, raddrizza il busto.
di bioenergetica
La testa sarà l’ultima a raddrizzarsi.
il peso del corpo
non deve essere Se durante la risalita avverti un lieve giramento di testa,
sulle mani significa che la risalita è stata troppo rapida: fai una
ma sugli avampiedi breve sosta, appoggiandoti con le mani sulle ginocchia.
L’assenza di vibrazione è il segno di un’eccessiva tensione
nelle gambe. In questo caso, per favorire lo scioglimento
della rigidità e la comparsa delle vibrazioni, puoi raddriz-
zare e flettere ripetutamente e lentamente le gambe,
facendo attenzione a ridurre i due movimenti al minimo
indispensabile, per ammorbidire le ginocchia. Inspirando
fletti le ginocchia, espirando raddrizzale.

Posizione ad arco - Questo esercizio contribuisce ad al-


lentare la tensione nei muscoli addominali.
Partendo dalla consueta posizione di base, in piedi, ap-

60
Riza
Scienze

poggia contro i reni le mani chiuse a pugno con le noc-


che rivolte verso l’alto. Piega poi le ginocchia il più pos-
sibile, senza alzare i talloni da terra. Inarca la schiena
all’indietro sopra i pugni, spingendo in avanti il bacino e
la pancia.
Cerca di mantenere la pancia in fuori. Lo sguardo deve
essere rivolto in avanti, con la testa diritta.
Assicurati che il peso del tuo corpo rimanga sugli avam-
piedi. Respira profondamente dilatando la pancia e il petto.
Se provi un po’ di dolore alla schiena è perché in questa
parte del corpo hai accumulato tensione. Mantieni que-
sta posizione per circa un minuto, quindi esegui l’eserci-
zio di bend over (pag. 59) per scaricare la tensione alla
schiena accumulata nella posizione ad arco e favorire le
vibrazioni nelle gambe.

Il bacino e i glutei:
il collegamento tra alto e basso
Il bacino è un’area importante: rappresenta infatti la base
su cui poggia la parte superiore del nostro corpo colle-

Curare posizione
e mobilità
del bacino
e sciogliere
blocchi e tensioni
è fondamentale
per stare bene
ogni giorno

61
come eliminare rigidità e blocchi

gandola con la parte inferiore. Racchiude inoltre l’inner-


vazione che regola gli aspetti anali e sessuali del corpo.
La sua posizione, i blocchi e le tensioni muscolari, la sua
mobilità, sono elementi importanti per il raggiungimento
di uno stato di benessere generale.
Posizioni del bacino cronicamente spostate in avanti (o
all’indietro) rispetto all’asse del corpo rappresentano dei
fattori di stress psico-fisico.
Un bacino inclinato indietro, in cui la parte bassa della
schiena tende a essere molto incurvata, riflette un’ele-
vata carica sessuale e sentimentale a cui non sempre si
riesce a dare libero sfogo, a causa della notevole ener-
gia investita. Il bacino inclinato indietro rivela la ricchez-
za delle moltissime sensazioni interiori. Si accompagna
solitamente a un diaframma contratto, che esprime ira
trattenuta, e a una regione
L’educazione toracica tesa e debole, che
corporea del bimbo riflette una capacità ridotta
Curiosità
di esprimersi e di affermar-
si. Le persone che presenta-
Una fase importante dello sviluppo
no questa conformazione del
del bambino, anche per la crescita
bacino, che provoca un’ac-
dell’autoconsapevolezza e della pro-
pria autonomia, è profondamente le- centuazione della curva all’in-
gata al controllo delle funzioni anali. dietro della colonna lombare
Tenere i muscoli contratti in questa (iperlordosi), possono tende-
zona del corpo indica difficoltà a la- re a un’iperattività sessuale;
sciare spazio alle emozioni. E, inoltre, nel contempo però essi la
spesso la minore flessibilità e sponta- temono profondamente, per-
neità nei rapporti con gli altri vanno di ché abbandonarsi alle sensa-
pari passo con le tensioni che si mani- zioni sessuali significa anche
festano in queste aree. lasciar andare tutte le emo-
zioni accumulate nel bacino

62
Riza
Scienze

e nella pancia. La paura di lasciarsi andare è, infatti, un


sentimento molto frequente in questi soggetti.
Al contrario invece un bacino troppo spinto verso l’avanti,
in cui la parte inferiore della schiena e i glutei tendono a
essere appiattiti, rivela una diminuzione dell’energia ses-
suale e una tendenza a trattenere eccessivamente l’e-
spressione dei sentimenti.

Oscillazione del bacino - È uno degli esercizi chiave della


bioenergetica perché permette lo scorrimento dell’ener-
gia dalla testa ai piedi attraversando il bacino. Partendo
dalla posizione di base, in piedi, porta il peso del corpo
sugli avampiedi. Oscilla all’indietro il bacino, inarcando la
parte inferiore della schiena, mantenendo il peso sem-
pre sugli avampiedi e lasciando che l’aria inspirata arrivi
alla pancia, riempiendola. Quindi fai oscillare il bacino in
avanti, premendo sugli avampiedi ed espirando. Cerca di
compiere il movimento in modo continuo e non a scatti.
È impossibile effettuare questo esercizio in modo corret-
to se non si piegano le ginocchia.

Rotazione del bacino - Questo movimento è molto si-


mile a quello rotatorio dei fianchi necessario per far
girare l’hula hoop. La posizione di partenza è la stessa
dell’esercizio precedente. Appoggia le mani sulle anche
e comincia a ruotarle lentamente da sinistra verso de-
stra. Il movimento deve interessare in particolar modo
il bacino e coinvolgere solo in minima parte la zona
superiore del dorso e le gambe. Dopo aver compiuto
alcune rotazioni in senso orario, inverti la direzione e
ripeti l’esercizio in senso antiorario. Il movimento deve
essere coordinato con la respirazione: inspira quando

63
come eliminare rigidità e blocchi

il bacino ruota indietro, espira quando invece ruota in


avanti. Se durante la rotazione percepisci degli “scatti”
o degli “spigoli” nel movimento, immagina di arroton-
darli respirando più profondamente in quella parte.

L’effetto - Tutti gli esercizi che coinvolgono il baci-


no mirano allo scioglimento delle tensioni presenti
in questa area, tensioni che frenano l’energia e
possono favorire patologie ed inestetismi (dolori
mestruali, colite, cellulite, adiposità localizzate).

La pancia, sede degli istinti


Se la testa rappresenta la centrale della ragione, il
cuore il centro degli affetti e delle emozioni, la pancia
è la sede degli impulsi e dei desideri arcaici. Nella pel-
vi e nell’addome sono collocate inoltre le fondamenta
rudimentali della nostra psicologia: è lì che nascono le
nostre passioni di base come la voglia di sopravvivere,
il desiderio di avere scambi intimi con un’altra persona,
la vita di relazione.
Un addome “sano” deve essere morbido ed elastico, né
troppo rilasciato né troppo contratto.
Nell’idea generale, invece, una pancia piatta e tesa,
quasi risucchiata all’interno, viene considerata un ele-
mento di attrazione e di bell’aspetto, atteggiamento
Ogni volta
che piangiamo corporeo che è indicato nel militare perché deve fun-
o ridiamo, zionare come un automa e che, a questo, è stato adde-
è nel ventre strato: “pancia in dentro, petto in fuori, spalle in alto”.
che sperimentiamo
la vita a livello
Questo portamento però esprime il massimo della rigi-
viscerale dità perché nega l’autonomia, la spontaneità e anche la
sessualità della persona.

64
Riza
Scienze

La pancia risucchiata in dentro rende infatti la respira-


zione addominale molto difficile e costringe a gonfiare
troppo il petto per avere abbastanza aria.
Una pancia morbida e rilassata implica la possibilità di
provare sensazioni sessuali.
Una pancia piatta appiattisce, appunto, le emozioni,
impoverendo il sesso e rendendo “piatto” anche il modo
di sentire e di pensare. La tendenza a tenere la pancia
in dentro non è legata solo alla inibizione sessuale.
Contratta e tenuta serve anche per reprimere i sen- Il sano e corretto
modo di respirare
timenti di tristezza, per controllare le lacrime e i sin- si basa
ghiozzi. Se la lasciassimo andare, quindi, dovremmo sul rilassamento
abbandonarci al pianto, aprendo la porta alla possibili- della muscolatura
addominale
tà di una vera risata “di pancia”.

Respirazione con la pancia - Stenditi su un tappeto e pie-


ga le ginocchia, tenendo i piedi ben appoggiati al suo-
lo e divaricati di circa 40 centimetri (più o meno come
la larghezza delle spalle). La posizione della testa deve
permetterti di stendere completamente la gola (che deve
essere abbandonata).
Tieni le mani appoggiate sulla pancia, in modo da per-
cepire i movimenti addominali.
In questa posizione respira per circa un minuto a bocca
aperta, lasciando che la pancia possa sollevarsi natu-
ralmente (senza forzare troppo) durante l’inspirazione
ed abbassandola durante l’espirazione.

L’effetto - Evidenziare le eventuali tensioni presen-


ti a livello della gola e la rigidità del petto, favoren-
do la distensione.

65
come eliminare rigidità e blocchi

Respirazione e oscillazione pelvica - Partendo dalla posi-


Ogni volta
che esegui
zione di base, sdraiato, come nell’esercizio precedente,
gli esercizi inspirando, arcua la parte inferiore della schiena per-
suggeriti mettendo alla pancia di riempirsi. Per espirare fai com-
è importante
piere al bacino una spinta in avanti, premendo legger-
non forzare
in alcun modo mente con i piedi contro il terreno. Prosegui per circa
il corpo due minuti. Fai attenzione a non sollevare la schiena, ma
soltanto a oscillare il bacino.
Lasciare che il bacino si possa muovere liberamente pro-
voca in genere sensazioni piacevoli.
I movimenti pelvici, infatti, dovrebbero aumentare la
profondità della respirazione, l’ampiezza dei movimenti
addominali e la scioltezza dell’addome.
Questo tipo di esercizio può provocare una sensazione
di formicolio alle mani o in altre parti del corpo, oppure
l’impressione di un’emozione incombente, tutte sensa-
zioni che scompaiono semplicemente fermando il movi-
mento e il respiro.
Potrai notare come nell’atto inspiratorio il mento ten-
de ad avvicinarsi al petto e nell’atto espiratorio la gola
si apre, la nuca ruota leggermente all’indietro, la parte
centrale della schiena preme contro il terreno mentre le
mani scendono un po’ verso i piedi.

L’effetto - Cercare di sciogliere la tensione della parte


bassa del corpo.

Il torace è la sede naturale


di sentimenti ed energia
La regione toracica, che va dal diaframma fino alle cla-
vicole, ha la funzione di amplificare e decodificare le

66
Riza
Scienze

emozioni che fluiscono dal ventre attraverso il diafram-


ma, trasformandole in passioni e sentimenti, cioè in
legami personali.
Nel torace si trovano due importanti organi, il cuore e
i polmoni: il primo è fonte di amore e affetti, i secondi
attraverso la respirazione stabiliscono il rapporto tra il
nostro interno e l’esterno.
L’apertura e lo sviluppo del torace rispecchierà perciò
il nostro stile di relazione con il mondo esterno. Un
torace non contratto, tonico e mobile, è uno strumento
ottimale, perché ha la possibilità di caricarsi di energia
attraverso la respirazione e può esprimere le emozioni
coinvolgendo il cuore.
L’eccessiva contrazione o espansione del torace non
sono atteggiamenti del tutto sani, mentre l’equilibrio
tra i due estremi è la situazione migliore, più carica
di energie vitali. Come un respiro è composto da due
fasi, l’inspirazione e l’espirazione, allo stesso modo i
rapporti d’amore sono basati sulla capacità di dare e
quella di ricevere. La vitalità e la bellezza della regione
toracica sono stabilite dall’equilibrio tra morbidezza e
durezza, tra interno ed esterno, tra dare e ricevere,
tra espansione e contrazione. L’espirazione provoca il
rilassamento in tutto il corpo.
Chi teme di lasciarsi completamente andare ha spesso
qualche difficoltà a espirare completamente e persi-
no dopo un’espirazione forzata tratterrà ancora un po’
d’aria nel petto. Questo è un comportamento di difesa
contro la paura di non essere capaci di immettere aria A ogni espirazione
corretta
sufficiente, e quindi soccombere. Questo timore di per- il corpo si rilassa,
dere tutta l’aria è l’espressione fisiologica della paura profondamente
di perdere la propria sicurezza.

67
come eliminare rigidità e blocchi

Le spalle: il fulcro dell’agire


Le spalle (che comprendono l’articolazione scapolo-ome-
rale), le braccia e le mani sono collegate soprattutto con
gli aspetti del “fare” e dell’espressione aggressiva e at-
tiva delle emozioni. L’energia fluisce dalla parte inferiore
della schiena (zona lombare), scorre nei muscoli lunghi
ai lati della colonna vertebrale e risale verso le spalle e
verso la testa. Se le spalle sono sciolte, l’energia può
fluire liberamente lungo le braccia e dare all’uomo la
possibilità di effettuare un’azione compiuta attraverso le
mani: prendere o mandare via.
Le emozioni collegate all’amore “si muovono” lungo la
parte anteriore del corpo (dal cuore), scorrono e si
espandono verso il viso, le spalle e le braccia, fino alle
mani: un’emozione tenera si può così esprimere attra-
verso gli occhi, la bocca, le braccia e le mani.
La possibilità di espressione di queste emozioni prima-
rie dipende anche dalla libertà di movimento delle spalle
che rappresentano l’elemento di snodo, che media tra le
energie e i sentimenti che si agitano nel torace e la capa-
cità espressiva di braccia e mani. Le spalle possono as-
sumere posture molto diverse, collegate a una grande

Il termine “aggressivo” si intende


nel senso etimologico di “andare
verso”, “protendersi”,
e include sia gli aspetti più attivi
come quelli di difesa-attacco,
sia gli aspetti teneri come
quelli d’amore che si esprimono
nell’abbraccio e nel portare a sé

68
Riza
Scienze

varietà di emozioni. Il loro atteggiamento può esprimere


paura, tristezza, stanchezza, fierezza, sottomissione,
forza, chiusura...

Rotazione delle spalle - Stando seduto con la schiena


eretta, le braccia rilassate e le mani appoggiate sulle gi-
nocchia, immagina di avere dei pennelli sulle spalle e di
dover dipingere lateralmente dei cerchi. Comincia a ruo-
tare lentamente le spalle in senso orario per un paio di
minuti, cercando di disegnare cerchi sempre più grandi,
accompagnando il movimento con una respirazione pro-
fonda. Ripeti l’esercizio ruotandole anche in senso antio-
rario, fino a raggiungere la massima ampiezza.

L’effetto - Sciogliere le tensioni che si formano a li-


vello delle spalle.

Rotazione dei gomiti e delle braccia - Alza i gomiti all’al-


tezza delle spalle, immaginando di dipingere con essi dei
cerchi sempre più ampi. Mentre i gomiti salgono nella
rotazione inspira, mentre scendono invece espira. Arriva- Ricordati
to al punto del massimo diametro possibile di rotazione, di ruotare
le spalle
stendi le braccia senza irrigidire i gomiti e disegna dei
e respirare
cerchi tenendole distese e respirando. profondamente
almeno una volta
Braccia e mani al giorno: così
allenti le tensioni,
sono i canali comunicativi senza sforzo
Energia ed emozioni fluiscono attraverso il torace e le spal-
le e divengono azioni con le braccia e le mani. Queste ulti-
me, insieme al volto, rappresentano i canali di espressio-
ne e comunicazione privilegiati e sono gli strumenti che ci
permettono di elaborare e acquisire informazioni. Come gli

69
come eliminare rigidità e blocchi

arti inferiori sono appendici del bacino e servono a renderci


nello stesso tempo saldi e mobili rispetto alla terra, così le
braccia sono appendici del torace e trasmettono il flusso
dell’energia dal tronco verso la periferia del corpo e quindi
verso il mondo. Le braccia sane ed efficienti sono forti,
flessibili e prive di tensioni, energiche ma gentili, capaci di
protendersi e di afferrare, come di ritrarsi e rifiutare, di
dare e di prendere, di accarezzare e di colpire.

Rotazione dei polsi - Distendi le braccia in avanti, con


il palmo verso il basso. Comincia a ruotare i polsi e le
mani, in lente circonvoluzioni libere, che gradualmente si
allargano fino a coinvolgere anche le braccia, che ruotano
anch’esse a livello delle spalle. Esegui l’esercizio ruotando
i polsi prima in senso orario e poi antiorario.

Stiramento delle dita - Stando in posizione distesa, posa


il palmo delle mani sul pavimento, ai lati del corpo, con
le dita aperte a ventaglio. Spingendo la mano in avanti,
allarga le dita tra loro, partendo dal mignolo per arriva-
re fino al pollice, fino a ottenere l’estensione massima.
Ripeti partendo dal pollice per arrivare al mignolo, con
entrambe le mani.

Quando sei a terra, La schiena: aggressività e paura


spingi la mano in
avanti e allarga le La schiena è la zona del corpo che evoca maggiormente i
dita, dal mignolo al valori e le emozioni legati alla propria sicurezza personale.
pollice, al massimo È la parte più compatta del corpo che può sopportare
meglio i colpi e che nello stesso tempo fornisce l’energia
muscolare per darne. Per sferrarne uno, infatti, il mo-
vimento ha bisogno di salire lungo i muscoli del dorso e
passare attraverso la spalla prima di fluire nel braccio.

70
Riza
Scienze

All’opposto, quando si adotta un atteggiamento difensivo,


si tende a curvarsi in avanti con le spalle, come per pro-
teggere la parte ventrale del corpo, più indifesa e vulnera-
bile. Una schiena che assume questa posizione trasmette
un messaggio di rassegnazione, di perdita di dominanza
e di debolezza perché, a livello inconscio, rimanda all’atto
di inchinarsi (segno di sottomissione), di prostrarsi o di
abbassarsi sotto un peso.
Un busto eretto invece fa apparire leggermente più alti,
più aggressivi e sicuri, contribuendo in maniera notevole
a conferire un aspetto dominante.

La lettura del corpo in bioenergetica - Analizzare


l’atteggiamento della schiena delle persone può rivelare
storie e vissuti di grave sofferenza psico-emotiva, soprat-
tutto in presenza di deformazioni evidenti. Il nostro corpo,
infatti, manifesta, attraverso asimmetrie, torsioni, late-
ralizzazioni nella postura, la ricerca di un difficile equi-
librio, vissuto come precario e raggiunto faticosamente
attraverso un disequilibrio, aspetto che diventa evidente
soprattutto osservando la schiena. Spesso, infatti, chi
presenta posture “squilibrate” a livello della schiena rivela
delle personalità cerebrali, creative e ipersensibili, a volte
Paura
problematiche. L’inarcamento della parte lombare del dor- e aggressività
so e i movimenti laterali dei fianchi hanno frequentemente sono emozioni
anche una sfumatura di significato sessuale, soprattutto intimamente legate
tra loro, come
nelle donne perché contribuiscono a rendere più sporgen- nella reazione
ti i glutei e a mettere in evidenza le “curve”. L’attrattiva tipo di “attacco o
delle schiene maschili, invece, risiede soprattutto nello fuga”. Ed entrambe
trovano un punto
sviluppo armonico dell’apparato muscolare, che porta ad
di riferimento nella
allargare la parte alta della schiena, mentre quella inferio- schiena
re, lombare, appare tonica e più stretta.

71
Impariamo
a individuare
le posizioni-tipo
legate alla
struttura
del corpo,
riconoscendo
quando
vengono
assunte
e cosa
comunicano

72
RIZA
SCIENZE

QUAL È IL TUO
CARATTERE
TE LO DICE
IL PORTAMENTO

Esistono alcune posture tipiche, segni di come l’individuo


cerca di difendersi o di affermarsi attraverso l’atteggiamento,
che sono indicative della personalità e della considerazione
che la persona ha di sé. Analizziamo cinque posizioni principali
e il carattere a cui sono collegate

73
QUAL È IL TUO CARATTERE

Il modo di atteggiarsi
rivela la personalità
I l corpo adotta delle posizioni che complessivamente esprimono un “atteggia-
mento” che cambia in funzione delle varie situazioni ed esigenze. Una parte dell’e-
spressione corporea è impostata e governata dalla volontà, un’altra parte, però,
sfugge al nostro controllo volontario e rappresenta il linguaggio segreto del corpo,
espressione della nostra personalità individuale. Dall’atteggiamento postu-
rale, dalle posizioni e dai gesti, emerge la personalità, il carat-
tere, la valutazione di sé, la sicurezza, la spontaneità e il
modo in cui ognuno di noi si pone in relazione col mondo.

5 I PRINCIPALI ATTEGGIAMENTI POSTURALI - Secon-


do la bioenergetica questi tipi rivelano l’impronta
di base tipologico-caratteriale della persona e rappresenta-
no cinque modi di differire dalla struttura ideale della postu-
ra e cinque atteggiamenti difensivi, con cui si reagisce allo
stress, alle relazioni e al mondo. Quando si discosta dalla
postura ideale, il corpo può:
• scomporsi e lateralizzarsi (posizione asimmetrica).
• crollare come se fosse stanco (posizione dipendente).
• piegarsi e comprimersi (posizione oppressa).
• ingrossarsi nella parte superiore (la cosiddetta posizione
dominante).
• irrigidirsi (posizione rigida).

SCOPRI IL TUO PORTAMENTO


Si potrebbe dire

G
che ci sono tante uardandoti allo specchio, cerca di individuare in una
posture diverse
delle figure che illustrano le varie posizioni, o nella
quanti sono
gli individui combinazione di alcune di esse), che presentiamo nelle
prossime pagine, quale si avvicina di più alla tua.

74
RIZA
SCIENZE

Sappi che i tipi proposti sono “modelli puri”, mentre


quasi tutte le persone in realtà sono combinazioni. Può
dunque succedere che sia necessario osservare figure
diverse, o parti di esse, per ottenere un risultato accu-
rato. Se è così le tue caratteristiche saranno il risultato
di una combinazione di vari tipi.

Come capire il significato


delle posizioni
Un metodo molto utile per comprendere il significato delle
posizioni del corpo è di assumerle e osservare come ci si
sente in ciascuna di esse. I sentimenti che ne risultano
dovrebbero darvi un’idea di cosa provano le persone con
questi atteggiamenti posturali. Per ogni tipologia verran-
no anche consigliati alcuni esercizi bioenergetici per favo-
rire l’autostima.

La divisione in tipologie
è un riferimento utile,
ma valido solo a livello teorico.
In pratica un’effettiva tipologia
“pura” non esiste

Nella realtà si trovano essenzialmente tipologie miste


che possono presentare degli aspetti secondari di altri
tipi, pur appartenendo principalmente alla tipologia che li
rappresenta in modo più ampio.
La traccia tipologica è importante per cogliere gli aspetti
predominanti della personalità dai quali si può acquisire
consapevolezza e sui quali si può lavorare, considerandoli
una sorta di bussola per orientarsi.

75
QUAL È IL TUO CARATTERE

1 LA POSTURA ASIMMETRICA

Questo atteggiamento posturale è tipico della tipologia


cerebrale, termine con cui definiamo una persona con un
senso di sé ridotto, con un Io debole e un contatto notevol-
mente limitato con il corpo e le sue sensazioni.
A livello fisico - Le varie parti del corpo della persona
“asimmetrica” appaiono sconnesse e divise l’una dall’altra.
La parte alta e quella bassa, il lato destro e quello sinistro
presentano asimmetrie più o meno evidenti, nel corpo e nel
viso. Una spalla può essere più alta dell’altra, il busto tende
a piegarsi lateralmente, il bacino è contratto e le gambe
rigide, con i piedi “scomposti”. Il corpo trova un equilibrio
nel disequilibrio e manifesta la difficoltà della persona a
unire corpo e mente, pensieri ed emozioni.

I movimenti della persona “asimmetrica” appa-


iono non armonici:
• a volte può muoversi a scatti, con movimenti
meccanici e con brusche interruzioni, quasi come
se fosse una marionetta;
• in altri casi i movimenti della persona cerebrale ri-
cordano molto quelli di una bambola di pezza, mor-
bidi ma slegati.
Queste due modalità di movimento si rifanno alla
stessa matrice emotiva che ha radici antiche, infantili
e a volte addirittura prenatali, differenziandosi, però,
nella modalità espressiva.

Dal punto di vista bioenergetico il primo caso (movimenti


a scatti) è stato definito “tipologia cerebrale legata”: è

76
RIZA
SCIENZE

caratterizzata da muscolatura asciutta, contratta e tesa


e corporatura smilza.
Il secondo caso (movimenti morbidi ma slegati) è stato
definito “tipologia cerebrale slegata”: il corpo ha marcate
differenze tra la parte alta e quella bassa. Quest’ultima
spesso è dilatata e atonica. Le articolazioni si presentano
deboli e con lassità legamentosa. Qui possiamo ipotizza-
re che la problematica psicoenergetica di base risalga a
momenti prenatali più antichi.
La tipologia cerebrale privilegia le attività mentali a disca-
pito del senso pratico e degli aspetti materiali e per que-
sto in essa emergono le componenti creative, intellettua-
li, artistiche e spirituali. Ecco perché la persona si muove
tendenzialmente nel mondo artistico o immaginativo o Nella tipologia
predilige lo studio e la ricerca scientifica, nei suoi aspetti cerebrale
più analitici e rigorosi. Dotata di elevata ricettività intui- è particolarmente
valorizzato
tiva, ha la tendenza a proteggersi e ripararsi dal mondo l’aspetto creativo
emotivo, per la sua estrema sensibilità e vulnerabilità.
È una persona che, nel primo periodo di vita, ha avuto
un trascorso difficile o una non completa accettazione da
parte dei genitori, oppure ha vissuto situazioni trauma-
tiche difficili da elaborare. Potrebbe aver ricevuto poco
calore emotivo e un profondo distacco e così per non sen-
tire la freddezza nelle relazioni primarie si è allontanata
dalle sensazioni corporee, che sarebbero vissute conflit-
tualmente, e si è rifugiata nella componente mentale e
nella cerebralità.

Qui l’energia non fluisce - L’energia trattenuta non scorre


fino alle strutture periferiche del corpo, cioè negli organi
che stabiliscono il contatto con il mondo esterno: viso,
mani, genitali e piedi, impendendo a livello energetico il-

77
QUAL È IL TUO CARATTERE

completo contatto con il nucleo. Allo stesso modo anche i


sentimenti non fluiscono liberamente verso l’esterno, ma
sono bloccati da tensioni muscolari croniche localizzate
alla base del capo, nelle spalle, intorno al diaframma, nel-
la pelvi e nelle articolazioni delle anche. Il soggetto non si
identifica con il suo corpo e se ne dissocia.

Mancanza di autostima - Questa tipologia non ha potuto


sviluppare un grado sufficientemente alto di autostima, a
causa di un percorso emotivo in genere fortemente per-
turbato, che non gli ha permesso una crescita ottimale
rispetto all’integrazione corporea e al contatto con la re-
altà. Questa scarsa autostima si esprime in particolare
sotto forma di un basso grado di autoconsiderazione di
base, sfiducia in se stesso, scarsa capacità di esprimere
le emozioni.
Invece, nel suo mondo elettivo dove può sviluppare un alto
livello di competenze specifiche e raggiungere riconosci-
menti e successo il suo grado di autovalutazione può risul-
tare buono (autostima specifica). Le aree fondamentali in
cui è sostenuto da una buona autostima sono soprattutto
quella scolastica e professionale (intellettuale e artistica),
Per realizzare mentre quelle in cui potranno esserci un’evoluzione e uno
pienamente sviluppo maggiore legato all’emotività, ai sentimenti e alle
se stesso
l’“asimmetrico” sensazioni, saranno l’area corporea e le aree relazionale,
deve imparare familiare e sociale.
a entrare
in contatto
con le proprie Evoluzione della tipologia cerebrale - L’elemento principale
emozioni su cui operare è arrivare a sentire il corpo unito in tutte
le sue parti in modo da percepire maggiormente la parte
inferiore del corpo (bacino, gambe e piedi), sviluppare il
grounding e unire il corpo con la mente.

78
RIZA
SCIENZE

GLI ESERCIZI CONSIGLIATI


Per questa tipologia si rivelano particolarmente utili
gli esercizi rotatori e di mobilizzazione di tutte le arti-
colazioni. Per favorire la consapevolezza corporea, è molto posi-
tivo ricevere da parte di una persona di cui si ha un buon grado
di fiducia un “Contact grounding” (vedere pagina 54) a livello
dei punti di passaggio dei distretti corporei (collo, vita) e delle
articolazioni.

2 LA POSTURA DIPENDENTE

Una personalità con struttura dipendente contiene molti


tratti tipici del periodo della prima infanzia: scarso senso
di indipendenza, tendenza ad aggrapparsi agli altri, basso
livello di aggressività, profondo bisogno interiore di esse-
re curato e sorretto.
A livello fisico - Il corpo si curva verso il basso e la testa
è protesa in avanti, il petto è incavato e le ginocchia sono
serrate. Il corpo assume una posizione come se avesse
bisogno di sostegno. La testa spinta in avanti dimostra
un protendersi quasi per cercare nutrimento. Le spalle
arrotondate rivelano mancanza di aggressività e incapa-
cità di prendere ciò che è necessario. Il petto incavato
trattiene una profonda tristezza. La tensione nell’addome
blocca i sentimenti di vuoto; le ginocchia serrate servono
a sostenere il corpo, malgrado la mancanza di energia
e di forza. Il corpo tende a essere lungo e sottile, ma
differisce da quello tipico della postura cerebrale perché
non è smilzo e contratto. Lo scarso sviluppo muscolare
è particolarmente evidente nelle gambe e nelle braccia.

79
QUAL È IL TUO CARATTERE

Anche i piedi sono esili e stretti. Le gambe danno quasi


l’impressione di non essere in grado di sostenere il cor-
po. Vi sono poi altri segni di immaturità fisica: la pelvi, sia
negli uomini che nelle donne, può essere adolescenziale e
la peluria è spesso ridotta. Il seno nelle donne si presenta
piccolo, appena abbozzato, infantile, oppure ipersviluppato.

Un vuoto interiore - Il tipo dipendente è afflitto da un sen-


so di vuoto interiore. Il senso di privazione che lo carat-
terizza è dovuto alla mancanza di contatto con una figura
materna calda, sufficientemente affettuosa e protettiva,
perché assente o per problematiche analoghe della ma-
dre stessa. Tale assenza gli ha impedito di soddisfare in
modo completo e corretto i propri bisogni di amore, ca-
lore e contatto nel primo anno di vita (fase orale). E così
è come se si aspettasse che arrivi qualcuno a riempirlo,
anche se a volte si comporta come se fosse lui quello che
dà il suo appoggio agli altri. Ha, sia in senso letterale che
figurato, difficoltà a stare in piedi da solo, ma questa ten-
denza può essere mascherata da un atteggiamento esa-
gerato di indipendenza. Un altro tratto tipico è ritenere
che tutto gli sia dovuto, atteggiamento che deriva dall’e-
sperienza precoce di deprivazione. È soggetto a repentini
sbalzi di umore, a momenti di malinconia e tristezza o di
grande euforia. In ambito sociale è loquace e intelligente.

Il corpo della persona “dipendente” può essere:


• longilineo, come una “canna al vento”;
• dilatato e atonico, come un “sacco vuoto” (in que-
sto caso c’è una compensazione orale del senso di
vuoto, con l’assunzione di cibo).

80
RIZA
SCIENZE

Dal punto di vista bioenergetico il primo caso, descritto


nel box di pagina 80, denominato da noi “tipologia dipen-
dente longilinea”, ha costituzione longilinea, con zone di
avvallamento allo sterno e tra le scapole, muscolatura
scarsa. Il secondo caso denominato da noi “tipologia di-
pendente dilatata” ha la figura arrotondata nel viso e nel
corpo, con tendenza al sovrappeso e al ristagno di liquidi.

Qui l’energia è debole - Dal punto di vista energetico


la struttura dipendente è caratterizzata da una carica
ridotta. L’energia non è congelata nel nucleo come nella
condizione cerebrale, ma fluisce molto debolmente verso
la periferia del corpo. Tutti i punti di contatto con l’am-
biente hanno una carica debole. La mancanza di energia
e di forza, tuttavia, è più evidente nella parte inferiore
del corpo, perché lo sviluppo nel bambino procede dalla
testa in giù.

Autostima altalenante - Questa tipologia gode di un’auto-


stima “fluttuante” e di sbalzi di umore. Avendo un’energia
L’impressione
non molto alta, in alcuni momenti si infiamma e si sen- è che il corpo
te euforica, dimostrando un alto grado di considerazione. della tipologia
All’esaurirsi dell’energia, è predisposta a cadute nella ma- dipendente
abbia bisogno
linconia, momenti in cui necessita di un appoggio e di rico-
di sostegno
noscimento, che non ricerca in se stessa, ma negli altri, e di nutrimento
da cui diventa dipendente. Appena riceve ciò di cui ha bi-
sogno, recupera energia e autostima. Quando, invece, non
si sente sorretta e nutrita affettivamente, può avvertire di
nuovo stanchezza, delusione e esaurimento È poco auto-
critica, ha difficoltà ad esprimere i propri bisogni e avverte
spesso insoddisfazione e mancanza di appagamento. In lei
si riscontra una correlazione tra bassa autostima, minimo

81
QUAL È IL TUO CARATTERE

livello di energia, scarsa aggressività, modesto radicamen-


to (grounding) e sviluppo muscolare. In ambito sociale può
avere una buona autostima perché è loquace e dotata di
buone capacità comunicative.

Evoluzione della tipologia dipendente - Questa tipologia


dovrebbe imparare a sviluppare una maggiore autono-
mia, possibile accrescendo la muscolatura, il sostegno
sulle gambe e la relazione con la componente aggressi-
vo-volitiva.

GLI ESERCIZI CONSIGLIATI


Per la tipologia dipendente sono utili gli esercizi respi-
ratori e quelli che favoriscono lo sviluppo del groun-
ding (compresi il bend over e l’arco, vedere pagine 59 e 60). Per
integrare bene il suo schema corporeo un valido aiuto arriva
dalle tecniche di massaggio, in particolare quello bioenergetico.

3 LA POSTURA OPPRESSA

Questo atteggiamento posturale è tipico della tipologia


sottomessa. Si tratta di una persona con una buona ca-
rica di energia, che però viene frenata nella sua espres-
sione.
A livello fisico - Il corpo della persona “oppressa” ha una
struttura tendenzialmente brevilinea e muscolosa, gli
arti sono lievemente più corti rispetto al tronco, le mani
e i piedi sono squadrati. La muscolatura è generalmente
ipersviluppata, con la gola e i glutei contratti. Il corpo,
schiacciato verso il basso, si curva in avanti. In questa

82
RIZA
SCIENZE

posizione appare come se fosse sotto sforzo, come se


stesse trasportando un carico pesante o se fosse bloc-
cato in una posizione spiacevole.
I tessuti dell’apparato muscolo-scheletrico tendono tan-
to più ad accorciarsi quanto maggiore è la compressione
nel corpo e le due “strettoie” principali di quest’ultimo, il
collo e la vita, tendono a sparire.
Il collo corto, con la testa tendenzialmente incassata tra
le spalle, riflette la paura di rischiare, come se stesse
per schivare un colpo.
Si avverte quasi un senso di sconfitta nel curvarsi in
avanti della parte superiore del corpo. Mentre la parte
anteriore, più corta e tesa, trattiene nel retro i senti-
menti di rabbia e di aggressività, così come le spalle
ruotate in avanti.
Sul dorso, a livello cervicale può esservi un deposito
adiposo (la cosiddetta “gobba di bisonte”). E a livello
della schiena c’è un appiattimento della curva lombare
e il bacino è ruotato in avanti con la muscolatura anale
contratta.

Ha la sensazione di essere “schiacciato” - Il tipo sotto-


messo può svilupparsi all’interno di una famiglia che lo
Questa tipologia
ha investito di troppo amore. La figura della madre in fa fatica
questo caso può essere spesso risultata opprimente. ad affermare
E l’ansia eccessiva del genitore provoca una sensazione bisogni
ed esigenze
di umiliazione e soffocamento. Perciò questo tipo è cre- e a esprimere
sciuto con la sensazione di essere schiacciato e di es- l’aggressività
sere sempre rinchiuso in una trappola che gli impedisce
di sfogare completamente la sua personalità. Il soggetto
sente di non essere mai stato libero di lasciarsi andare
davvero per poter esprimere totalmente ciò che sente.

83
QUAL È IL TUO CARATTERE

La struttura brevilinea del “sottomesso” si può


associare alle seguenti caratteristiche fisiche:
• una componente rotondeggiante adiposa. I tes-
suti del tronco sono lievemente più atonici, il viso è
più rotondeggiante;
• un aspetto maggiore di rigidità, con il bacino in-
flessibile e spinto in avanti.

Dal punto di vista della bioenergetica il primo caso, de-


nominato “tipo sottomesso-remissivo”, include elementi
di oralità (più frequente nel sesso femminile), mentre il
corpo è più rotondeggiante e atonico. Il secondo caso,
denominato da noi “tipo sottomesso-compresso”, include
elementi di rigidità (più frequente nel sesso maschile), ha
il bacino poco flessibile e rivolto in avanti.

Qui l’energia è tanta, ma non si scarica - A differenza della


struttura dipendente, questa è carica di energia che tuttavia
viene forzatamente relegata dentro e, a causa della forte
costrizione, non riesce a raggiungere in misura sufficiente le
aree di contatto con il mondo esterno (mani, piedi, genitali).
Non c’è dunque liberazione attraverso la scarica. Di conse-
guenza l’azione espressiva e l’estensione del corpo sono for-
temente limitate. Questa personalità è dominata dall’ansia
quando frena l’azione e quando agisce si sente in colpa, con-
dizione che crea la sensazione di essere continuamente in
trappola, qualunque cosa la persona faccia.

Si stima poco, ma solo in apparenza - Questa tipologia gode


apparentemente di una bassa autostima ed esternamente
si sottovaluta. Tendenzialmente remissiva e sfiduciata, può
nutrire in sé sentimenti di ostilità e superiorità. A causa del

84
RIZA
SCIENZE

forte controllo, teme di esprimere la propria aggressività in


modo diretto, esternandola in modo indiretto, lamentandosi.
Nell’area scolastica e professionale lavora molto, batten-
do tutti per impegno e resistenza lavorativa. Nel piano
sociale e della relazione può essere carente. Si rivolge
agli altri rendendosi utile e risolvendo problemi pratici,
ma le sue aspettative di ricompensa vengono spesso de-
luse, cosa che mina la sua autostima perché non si sente
ripagato a sufficienza per quello che ha fatto.

Evoluzione della tipologia sottomessa - Questa tipologia


di carattere dovrebbe osare di più ed esprimere in modo
diretto le proprie necessità. Per uscire dalla “trappola”,
deve poter sciogliere la tensione e far fluire liberamente
l’energia nella gola, nelle mani, nei piedi e nel bacino, at-
traverso movimenti espressivi e liberatori.

GLI ESERCIZI CONSIGLIATI


Sono particolarmente indicati gli esercizi di sciogli-
mento dei muscoli della gola, come quelli che preve-
dono l’espressione sonora (“far sentire la propria voce”) e in
quest’ottica tutti gli esercizi espressivi.

4 LA POSTURA DOMINANTE

Il tipo dominante ha la tendenza a dominare e a con-


trollare sia l’ambiente sia il proprio corpo e le proprie
emozioni. Investe molta energia nella propria immagine
e nella cura di sé. Può anche avere un forte desiderio di
potere sugli altri perché è orientato a manipolare chi lo
attornia sia con la forza che con la seduzione.

85
QUAL È IL TUO CARATTERE

A livello fisico - Il corpo, allargato sopra la vita, si as-


sottiglia sotto di essa. È rilevabile una forte tensione
nella testa, nel collo, nel bacino e nelle gambe. Il torace
appare gonfiato dall’orgoglio e dal senso di superiorità.
La parte inferiore del corpo è invece più stretta e, in
un certo senso, presenta la debolezza della struttura
tipologica dipendente.

Il tipo dominante si presenta somaticamente con


due modalità differenti.
• “Tipo dominante” - Manifesta un evidente sbilan-
ciamento della struttura del corpo verso l’alto, con
una tendenza all’ipersviluppo della parte tora-
cica, che si mantiene in atteggiamento inspira-
torio, in una posizione di dominanza. Anche il
collo è robusto. Questa struttura ricorda la par-
te superiore del corpo di un culturista, mentre
le gambe possono essere più contratte e tese.
• “Tipo dominante-seduttivo” - È caratteriz-
zato da una minore rigidità rispetto al primo. Il
corpo appare più omogeneo, più flessibile e mobi-
le, con anche un buon tono muscolare.

Dal punto di vista bioenergetico il tipo dominante si


fonda sull’immagine che è in grado di offrire di sé e
sente il bisogno di essere superiore a tutti, in tutte le
situazioni. Questa tendenza al dominio e al controllo si
ripercuote anche su di lui che, per la paura inconscia
di fallire e di mostrare le sue debolezze, “si tiene su” e
non si lascia mai andare, è sempre all’erta e guardingo,
non permettendosi mai di entrare in contatto profondo
con il suo corpo e con le sue emozioni. Tende a negare

86
RIZA
SCIENZE

l’esistenza dei propri sentimenti, diversamente dal tipo


cerebrale che invece se ne distacca. Un altro aspetto
essenziale è il bisogno di avere qualcuno da tenere sot-
to controllo, da cui però, nonostante le apparenze, è
anche dipendente.
Al di là delle apparenze questo “tipo” è abitato da una
profonda paura di essere sopraffatto, di essere usato e
a livello profondo vive una lotta per sopravvivere come
persona indipendente. Nella storia di questo individuo
c’è generalmente una figura parentale molto seduttiva
che lo ha in qualche modo manipolato, motivo per cui,
a sua volta, sarà poi lui a manipolare e sedurre gli altri.

Qui la testa è sovraccarica di energia - Nel dominante


l’energia è tutta spostata nella parte alta del corpo e
nella testa, a causa dell’ipereccitazione dell’apparato
mentale rivolto al modo di conquistare il controllo del
proprio corpo e delle situazioni, provocando, compren-
sibilmente, una carenza nella parte bassa. Si rileva
anche una costrizione nell’area diaframmatica e nella
vita, generata dalle tensioni legate al continuo control-
lo della propria condizione corporea.

Ha un’autostima “espansa” - Il tipo dominante è una


persona generalmente briosa e di compagnia, mol-
to portata alle relazioni sociali, alla seduzione e alla Il dominante
conquista, ma incapace di esprimere le proprie vere si presenta
“come se” avesse
emozioni. Oltre ad avere un torace espanso in fase di un’alta energia
inspirazione continua, presenta anche un’autostima fisica
“espansa”, mostrando degli aspetti narcisistici che si e mentale
e la situazione
esprimono nel compiacimento di se stesso, della sua
sempre in pugno
figura, del suo abbigliamento, dei suoi successi e delle

87
QUAL È IL TUO CARATTERE

sue performance. Esibisce un atteggiamento di sicu-


rezza e di “grandezza” per dimostrare di essere all’al-
tezza di ogni situazione, spesso perdendo la consapevo-
lezza dei propri limiti.
Sotto questa maschera si nasconde spesso, però, la
paura di fallire e di essere manipolato per questo quan-
do non riesce a raggiungere i suoi scopi proprio con la
manipolazione o la seduzione, cerca di ottenerli attra-
verso la forza.
La modalità di controllo del tipo dominante-seduttivo,
invece, è meno diretta e meno violenta: non usa la forza,
ma l’espressione del fascino di cui si ritiene dotato per
raggiungere i propri obiettivi.

Evoluzione della tipologia dominante - Per evolversi, que-


sta tipologia ha bisogno di arrivare alla reale percezione
del proprio corpo, piuttosto che della propria immagine
“gonfiata” e della propria personalità. Per ottenere que-
sto risultato occorre che entri maggiormente in con-
tatto con le proprie gambe, così come con la propria
realtà, ridimensionandosi.

GLI ESERCIZI CONSIGLIATI


Per questa tipologia si rivelano particolarmente indi-
cati gli esercizi che favoriscono l’abbandono del con-
trollo eccessivo a livello della testa, attraverso lo scioglimento
della muscolatura del collo e delle spalle. Questo avverrà solo
dopo aver instaurato una giusta relazione con il terreno da par-
te delle gambe per mezzo degli esercizi di bend over, quelli
dell’arco e di respirazione attraverso la pancia (vedere pagine
59, 60 e 65) e grazie alle tecniche di rilassamento.

88
RIZA
SCIENZE

5 LA POSTURA RIGIDA

Questa postura caratterizza una tipologia di persone


tendenzialmente equilibrate, ma è stata denominata
rigida per il fatto che il soggetto è frenato nell’espres-
sione delle emozioni e dei sentimenti teneri all’interno
dei rapporti più significativi. Questa tendenza potrebbe
essere spiegata, e legata, a un’educazione infantile ri-
gorosa e a volte severa, più attenta all’intelligenza, alla
riuscita e all’organizzazione, che rivolta all’espressione
libera della sfera affettiva.
Il tipo rigido è diretto, chiaro e affidabile, ambizioso e
competitivo, con un buon livello energetico. Resiste nel
“lasciarsi andare” perché ha paura di apparire buffo o
stupido e perciò si controlla. Quando, però, la rigidi-
tà diventa marcata e profonda si possono riscontrare
elementi di ossessione, fobia e ripetitività delle azioni.
A livello fisico - La tensione dei muscoli estensori dor-
sali curva il corpo all’indietro.

La tipologia rigida ha un rapporto equilibrato con


il proprio corpo che si presenta con una forma ten-
denzialmente armoniosa.
La pelle e i capelli sono normali, così come gli oc-
chi che sono dotati di brillantezza naturale, ma solo
quando la rigidità non è severa.
È però un individuo che può manifestare una pre-
disposizione a specifici disturbi quali ipertensione,
tachicardia, palpitazioni, vertigini, disturbi digestivi
e gastrite.

89
QUAL È IL TUO CARATTERE

Il collo e le spalle sono sostenuti rigidamente, il petto


tende a essere irrigidito e la respirazione frenata: in
questa posizione il corpo appare sull’attenti, quasi fosse
preparato per la sfida. La rigidità nel collo e nelle spalle
trattiene la rabbia e il risentimento e mantiene quella
determinazione che il successo sembra richiedere.
Il petto è tonico e dà un’impressione di orgoglio e di
forza, ma trattiene tristezza e desiderio di tenerezza.
I muscoli lunghi della schiena sono tesi e irrigiditi. La
parte posteriore delle gambe e i tendini sono serrati
e agiscono in unione con il fondoschiena per tenere il
bacino nella posizione tirata indietro. I muscoli lunghi
anteriori (flessori) e posteriori (estensori) si irrigidi-
scono producendo rigidità nel corpo. Questo
freno muscolare ed emotivo si realizza anche
nei muscoli respiratori, riducendo la capacità
di espansione respiratoria e controllando così
le emozioni.

Qui l’energia si scarica sull’ambiente - A diffe-


renza delle altre tipologie, il rigido ha maggior
possibilità di entrare in contatto con il mondo
e di agire in modo efficace portando a termine
ciò che si propone, di comunicare e prendere,
portando a sé o respingendo. Questo atteggia-
mento tendenzialmente equilibrato è possibile
perché questa struttura è ancorata alle due
In generale, estremità del fisico (testa e piedi) e dotata di un buon
il corpo
di chi appartiene contatto con la realtà. L’energia, infatti, arriva in tutte le
alla tipologia parti del corpo che entrano in contatto con l’ambiente,
rigida appare mentre è il controllo periferico che limita l’espressione
sull’attenti
dei sentimenti.

90
RIZA
SCIENZE

Gode di una buona autostima - Un moderato grado di


rigidità permette all’individuo di godere di una buona re-
lazione con la realtà, di un buon grounding, e di assu-
mere una postura eretta, ma flessibile. In questo caso
c’è una maturità della personalità che consente di spa-
ziare in ambiti diversi con un buon livello di sicurezza e
sufficiente flessibilità e tolleranza. La persona gode di
un’elevata autostima in quanto quando c’è la capacità di
passare da uno stato di concentrazione e tensione a uno Dotato di un livello
medio-alto
di rilassamento e di espressione emotiva, la situazione
di energia fisica
è ottimale. e mentale,
Quando la rigidità del carattere diventa eccessiva, il cor- il “rigido”
po si tende ancor di più posteriormente e il suo peso non dovrebbe
trattenersi
si sposta indietro verso i talloni, l’equilibrio posturale nell’esprimere
e il grounding diventano più insicuri. In questo caso la ciò che prova
rigidità eccessiva fa perdere la capacità di adattamento,
cosa che capita quando, nel corso della vita e soprat-
tutto con l’invecchiamento, ci si trova a confrontarsi con
situazioni più critiche e stressanti: la persona può veder
crollare repentinamente la propria autostima, rischian-
do di cadere in situazioni depressive.

Evoluzione della tipologia rigida - Il rigido necessita di


ammorbidire i suoi “spigoli”, diventando più flessibile at-
traverso una respirazione più libera e sciolta, l’espres-
sione delle emozioni e il rilassamento.

GLI ESERCIZI CONSIGLIATI


Sono particolarmente consigliati gli esercizi di bend
over, l’arco (vedere pagine 59 e 60), quelli respiratori
e di rilassamento e anche il massaggio bioenergetico.

91
Riza
Scienze

CONCLUSIONI
SCOPRI la tua unicità
e conquisti autostima

È impossibile descrivere tutte le posizioni e posture


che possono essere assunte dal corpo. Possiamo, però, “leggere”
quelle tipo legate alla nostra struttura,
riconoscendo quando le assumiamo e cosa comunicano

COME ANALIZZARE
IL DISEGNO E LE FOTO

P er concludere passiamo ora a valutare il disegno del cor-


po che ti abbiamo chiesto di eseguire all’inizio, a pagina
29, e anche a esaminare con attenzione le fotografie della
tua postura, scattate di profilo e di fronte. Li osserveremo
alla luce di quanto abbiamo scritto a proposito del portamen-
to e dell’autostima.

92
IL DISEGNO
Osserva il tuo
Il disegno serve per cogliere come la persona considera se
stessa, non solo nell’aspetto, ma anche per ciò che riguarda
le capacità e il ruolo che ricopre in rapporto agli altri.

Riprendi il disegno che hai eseguito e presta attenzione ai


seguenti dettagli.
• Hai disegnato solo un simbolo del corpo, come un albero,
una stella, il sole, o invece una figura umana che rappre-
senta il tuo corpo reale?
• Dov’è collocato il disegno nel foglio? In alto, al centro,
in basso?
• Il corpo è nudo o vestito? Quali sono le parti che ti sei
permesso di esporre e di rappresentare?
• Le parti del corpo ci sono tutte? Anche le mani e i pie-
di? E gli organi sessuali? Hai disegnato le parti del corpo
unite, divise o tratteggiate?
• C’è solamente la testa?
Per entrare
• Prova a guardare il tuo corpo allo specchio e confrontalo in contatto
col disegno: lo riconosci? con i nostri
sentimenti
dobbiamo essere
Scopri il significato degli elementi che ti abbiamo chiesto di consapevoli delle
analizzare. nostre percezioni
• Il disegno di un simbolo esprime una personalità tenden- sensoriali,
ossia del corpo
zialmente cerebrale che può evolvere iniziando con la traccia

93
conclusioni

di una figura più simile al corpo, come un albero, per arrivare


a rappresentarlo realisticamente.
• Aver disegnato soltanto una parte del corpo, come il viso,
esprime una relazione privilegiata con il versante più razio-
nale. Per ritrovare l’equilibrio psicofisico l’invito è quello di
proseguire a disegnare il resto del corpo successivamente.
• La collocazione del disegno in alto o in basso, a destra
o a sinistra del foglio, o comunque in una parte periferica,
denota una difficoltà a prendersi i propri spazi. Se la figura
è molto lateralizzata, prova a chiederti: “A chi ho lasciato
l’altro spazio che rimane libero nel foglio?”.
• Se ci sono tratti ricalcati e altri più leggeri e sfumati, i primi
rappresentano le aree del corpo nelle quali senti maggiore
energia e con cui sei più in contatto. Prova a rifare il disegno,
rendendolo più omogeneo, visibile e completo. Così sviluppi più
confidenza con le parti con cui sei meno in contatto.
• Il segno della matita interrotto e tratteggiato in alcuni pun-
ti denota la necessità di maggiore integrazione per percepire
il corpo nella sua unità.
• Il disegno in cui mancano alcune parti del corpo (per esem-
pio mani o piedi) mette in evidenza che sono proprio quelle
che ricevono meno energia e andrebbero integra-
Gli esercizi te meglio nella visione complessiva di te stesso.
bioenerge- Oppure può trattarsi di un eccesso di energia che
tici posso- viene trattenuta e frenata per paura di agire.
no aiutarti a • Se il disegno appare sovradimensionato ri-
trovare una migliore spetto al foglio può essere espressione di un ec-
integrazione psico- cesso di esuberanza e di autovalutazione. Prova
corporea e una per- a ridimensionare la figura intera in un maggiore
cezione più comple-
equilibrio con lo spazio a disposizione.
ta di tutte le parti del
• Se nel disegno appaiono anche degli oggetti,
corpo.
chiediti dove ti trovi tu tra queste cose.

94
Riza
Scienze

le foto
Esamina le tue
Osserva ora le foto che hai fatto (o ti sei fatto fare) ed esa-
mina l’immagine del tuo corpo in posizione eretta, per notare
quali sono le caratteristiche della tua postura e il legame con
i tuoi aspetti emotivi. Il corpo
è lo strumento
Immagina di tracciare, o disegna realmente, sulla foto di che ci permette
profilo una linea verticale che, come un filo a piombo, passa di “lavorare”
attraverso i punti dell’allineamento ideale che abbiamo indi- sul carattere
cato nel libro.
Ora osserva quali parti del tuo corpo sono troppo in avanti
o troppo indietro rispetto alla linea ideale.
Fai lo stesso con la foto frontale, facendo passare una
linea verticale al centro del corpo, dalla testa ai piedi.

Sofferma la tua attenzione ai seguenti parti-


colari.
• La testa è inclinata da un lato?
• Le spalle sono asimmetriche? E i fianchi?
• Le gambe e i piedi si spostano su un lato?
• I piedi sono allineati in avanti o le punte guar-
dano verso l’esterno o l’interno?

Ti riconosci in qualcuno degli atteggiamenti posturali,


descritti da pagina 73 e collegati alle diverse tipologie
di personalità? Trovi qualche somiglianza tra il tuo ca-
rattere e la tua postura con le tipologie delineate? Se
sì, segui le indicazioni relative agli esercizi bioenergetici, consi-
gliati di volta in volta, per migliorare la tua postura e consolidare
l’autostima.

95
conclusioni

AUTOVALUTAZIONE

Adesso, se lo desideri, prova a riguardarti allo


specchio mentre sei in posizione eretta e valu-
ta la tua postura in generale.
Cerca di sperimentare piccole modifiche
della posizione che hai assunto per favori-
re un maggiore allineamento. Avrai modo
di notare che anche piccole variazioni del-
le posizioni di diverse parti del corpo ti
daranno la sensazione di cambiamenti nella
tensione strutturale dei tessuti, dei muscoli
e delle articolazioni.

L’effetto - Favorire la presa di coscienza dell’atteggiamento


posturale e iniziare, così, un percorso di miglioramento, in autonomia oppu-
re assistito da interventi di specialisti che possono essere di grande aiuto.

I PASSI SUCCESSIVI
Per essere consapevole, quindi, della tua postura e di eventuali necessità
specifiche è fondamentale che tu ti renda conto dello stretto legame che
esiste tra l’immagine del tuo corpo e la tua più intima e profonda natura.
Acquisire coscienza di questo rapporto è importante, ma occorre anche
far sì che questa conoscenza si evolva sperimentando davvero questo le-
game e cercando di agire sulla postura per vincere i freni che impediscono
il fluire dell’energia interiore e che abbassano l’autostima.

Per riconquistare una maggiore fiducia in te stesso occorre, quindi:


• allacciare un rapporto più stretto con il tuo nucleo naturale;
• ascoltare sensazioni e percezioni corporee;
• mettere in pratica quello che il cuore e il corpo sapranno suggerirti.

96
NU
OV
Rigenera il fegato O

Ti allunghi la vita!

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Scuola di Naturopatia
Corso Triennale di Formazione Dato l’alto
Anno Accademico 2017-2018 numero di richieste
si consiglia di
prenotarsi
DATE D’Inizio con largo anticipo

TORINO E ROMA MILANO BOLOGNA VERONA


13 gennaio ‘18 20 gennaio ‘18 21 gennaio ‘18 27 gennaio ‘18

La Naturopatia è una disciplina che si ispira alla visione olistica di mente e


corpo e rappresenta la sintesi dei metodi naturali al servizio del benessere
e della qualità della vita. Oggi è ormai da tutti riconosciuta come sicuro
coadiuvante della salute e del benessere e particolarmente utile per la
prevenzione. Il naturopata, con le sue conoscenze professionali nelle tec­
niche di trattamento che si riallacciano alle grandi Tradizioni Orientali ed
Occidentali, è un “operatore del benessere” le cui indicazioni si iscrivono
nel quadro di una riconciliazione con le leg­gi della Natura.
Il naturopata opera in ambito educativo e assistenziale, in palestre, centri
di fitness, centri Be­nes­sere, centri estetici, strutture termali/di balneazione,
strutture assistenziali pubbliche/private, strutture per l’infanzia e la 3° età,
presso stu­di medici, in ambienti propri. At­tual­mente in Italia non è ancora
stata giuridicamente ri­co­no­sciuta la figura professionale del Naturo­pata. Esi­ FINR
Federazione italiana dei naturopati riza

sto­no però, delle leggi re­gionali (Lom­bar­dia, To­sca­na, Ligu­ria, Emilia Roma­
gna) già approvate e in attesa solamente di essere com­pletate e rese operative
che prevedono l’esi­stenza e il riconoscimento della figura professionale del Col patrocinio
natu­ropata e di scuole di Nat­u­ro­patia idonee a formarlo. Il corso è rivolto della Società Italiana
di Medicina
Psicosomatica
a coloro che si avvi­cinano per la prima volta a questa realtà, dalla quale si
aspettano l’apertura di nuovi sbocchi professionali. Ma è indicato anche a
coloro che già svol­gono un’attività come riabilitatori o fisioterapisti, infer­
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Direzione della Scuola COSTI E PAGAMENTI a tasso zero

Dott. Raffaele Morelli


Presidente dell’Istituto Riza e della Scuola di Naturopatia La quota annuale di partecipazione al Corso compren-
siva dei seminari, del materiale didattico di base, della
Dott. Vittorio Caprioglio quota annuale di iscrizione alla Fe­dera­zione Ita­liana
Direttore dell’Istituto Riza e della Scuola di Naturopatia Natu­ro­pati Riza è di € 2165, IVA inclusa.

Per informazioni e iscrizioni:


Tel. 02/5820793 - 02/58207920 - Fax 02/58207979 - scuolanaturopatia.milano@riza.it - www.scuola-naturopatia.riza.it

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