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RIFLESSOLOGIA

PLANTARE

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INDICE

Introduzione

Storia della riflessologia

I: Struttura del piede

1.1. Zone del piede e linee guida

1.2. Anatomia del piede

1.3. Tecniche di rilassamento del piede

1.4. Lettura della morfologia del piede

1.5. Mappe del piede

2: Le tecniche operative

2.1. Respirazione, alimentazione, trattamento e tecniche di scarico e ricarica

2.2. Le mani: strumento di lavoro

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INTRODUZIONE

La riflessologia plantare è una disciplina olistica nata secoli fa il cui scopo è quello
di portare equilibrio energetico alla persona nella sua globalità di corpo, mente e spirito.
Nei piedi e nelle mani, esistono zone riflessogene collegate a tutte le parti del corpo;
attraverso le estremità inferiori e superiori è quindi possibile stimolare l'intero organismo.
I piedi possiedono aree riflessogene sulla pianta, sul dorso e anche sui bordi.
Gli organi che si riflettono meglio sono quelli che presentano una maggiore innervazione,
come l'apparato digerente, quello urinario e quello genitale, e quelli che, se infiammati,
provocano dolore acuto, come le orecchie e i denti; gli organi più compatti, come il fegato,
si riflettono con maggiore difficoltà.
La stimolazione viene effettuata su punti ben precisi, in modo che il cervello decifri il
messaggio e lo trasmetta poi all'organo interessato. Il massaggio zonale stimola la
circolazione sanguigna e linfatica, contribuendo all'eliminazione delle tossine, riduce la
tensione e da ottimi risultati anche in caso di dolori articolari, mal di schiena, artrosi
cervicale, lombalgie e sciatalgie, emicranie, problemi mestruali e digestivi, allergie e
disfunzioni ormonali.
Dopo una seduta di riflessologia plantare si può percepire una sensazione generale di
rilassamento e benessere.
La chiave di lettura della riflessologia plantare è sempre quella energetica per cui
l’obiettivo è sempre quello di ripristinare quel circuito virtuoso delle relazioni corporee, in
grado di consentire all’organismo e alla persona di ritrovare un equilibrio di funzionamento.
Essa cerca di affrontare e risolvere questi disturbi verificando con la manipolazione del
piede quali aree sono dolenti e quindi in squilibrio.
Tutti noi abbiamo i piedi e sappiamo a cosa servono: ci permettono di camminare,
di stare in piedi, di correre, di muoversi e di fare altre mille cose. Ma in pochi gli osservano
e sentono cosa trasmettono o cosa vogliono dire.
Sotto al piede c’è “un mondo” affascinante da scoprire.
Il piede grazie alla riflessologia ci parla, è lo specchio di noi e del nostro vissuto, delle
nostre sensazioni ed emozioni, di quello che viviamo e dell’energia all’interno del nostro
organismo.

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STORIA DELLA RIFLESSOLOGIA PLANTARE

Le tecniche di trattamento terapeutico del piede erano conosciute già millenni fa in


tutte le aree del pianeta e ancora oggi le medicine tradizionali ed etniche le utilizzano
ampiamente. L’Occidente ha riscoperto tali metodiche operative all’inizio di questo secolo
grazie ad alcuni operatori della salute che nella loro attività terapeutica ne hanno
riproposto l’uso sistematizzandone mappe e applicazioni.
La testimonianza più antica delle tecniche riflessogene è stata ritrovata in Egitto, nella
necropoli di Saqqara. Nella così detta “tomba dei Medici”, caratterizzata dalla presenza di
diverse scene murarie rappresentanti operazioni mediche, vi è un affresco che mostra un
trattamento manuale dei piedi e delle mani. Si è accertato che tale dipinto risale a circa
2330 a.C.
Nel IV secolo, un agopuntore cinese, il dottor Ko Hung, scoprì che utilizzando i pollici per
esercitare pressione sulle piante dei piedi dopo aver applicato gli aghi era possibile
favorire la guarigione e aumentare il rilascio di energia.
La moderna riflessologia plantare è legata al nome di William H. Fitzgerald, medico
statunitense nato nel 1872, egli esercitò in molti ospedali del suo paese come
otorinolaringoiatra. L'inizio delle sue ricerche in questo campo fu quasi casuale; egli
rimase infatti sorpreso dal fatto di poter talvolta eseguire un'operazione al naso o alla gola
senza far provare dolore al paziente, mentre altre volte la stessa operazione provocava
dolori insopportabili. Egli scoprì che nel primo caso il paziente praticava delle pressioni su
alcune parti della mano.
Osservando gli sciamani pellerossa che tramite la stimolazione di punti riflessi di mani e
piedi ottenevano effetti analgesici, e ripensando agli antichi metodi di digito-pressione
cinese che aveva potuto studiare durante i suoi soggiorni in Europa, ebbe le prime
intuizioni del suo metodo. Lo scopo di Fitzgerald era quello di ottenere un effetto
antidolorifico, anche per evitare l'uso dell'oppio.
Nel 1913 comunicò le sue scoperte ai colleghi dentisti, che cominciarono ad usare la
tecnica di pressione al posto degli anestetici.
Il dottor Fitzgerald fu anche il primo studioso a pubblicare un trattato su questa terapia; nel
1917, in collaborazione con il dottor Edwin F. Bowers, pubblicò il suo primo volume
sull'argomento: Zone Therapy, or Relieving pain at Home - La Terapia Zonale, ovvero
alleviare il dolore a casa. Dagli studi approfonditi del dottor Fitzgerald nacquero le prime
mappature di mani e piedi.
Il massaggio zonale si diffuse rapidamente negli Stati Uniti, anche per merito del dott Joe
Riley, che raffinò la tecnica e fece disegni e diagrammi minuziosi; nel 1919 pubblicò
anche un libro, Zone Therapy Simplified - Terapia Zonale Semplificata.

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L'americana Eunice D. Ingham, inizialmente incoraggiata da Riley, di cui era allieva, intuì
che i piedi erano notevolmente più sensibili alla pressione che le mani. Considerandoli
quindi come parte centrale del trattamento, in seguito mise a punto una tecnica di
massaggio per compressione, l'Ingham Reflex Method of Compression Massage - Il
metodo Ingham di massaggio sui riflessi per compressione. Nel 1973 venne fondato
l'Istituto Internazionale di Riflessologia, per continuare il lavoro a cui la Ingham dedicò
quasi tutta la sua vita.
Oggi il valore terapeutico del massaggio zonale è del tutto accertato e continua a
diffondersi e a svilupparsi nel mondo occidentale.

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CAPITOLO I: STRUTTURA DEL PIEDE
1.1. Zone dei piedi e Linee guida

Esistono in totale dieci zone, cinque per ciascun piede, rappresentate da un semplice
sistema di numerazione , e ognuna con inizio dalle dita dei piedi:
 la zona 1 inizia dal primo dito della mano (pollice), risale lungo il braccio sino al
cervello e scende poi al primo dito del piede (alluce);

 la zona 2 inizia dal secondo dito della mano (indice), risale lungo il braccio sino al
cervello e scende poi al secondo dito del piede;

 la zona 3 inizia dal terzo dito della mano (medio), risale lungo il braccio sino al
cervello e scende poi al terzo dito del piede;

 la zona 4 inizia dal quarto dito della mano (anulare), risale lungo il braccio sino al
cervello e scende poi al quarto dito del piede;

 la zona 5 inizia dal quinto dito della mano (mignolo), risale lungo il braccio sino al
cervello e scende poi al quinto dito del piede.

Le zone percorrono il corpo dalle dita del piede al cervello, dividendo il corpo in cinque
zone su ciascun lato della colonna vertebrale. Una sensibilità in un punto del piede crea
uno squilibrio per l’intera lunghezza di detta zona.
Quando lavoriamo sui piedi da un lato all’altro, lavoriamo sistematicamente attraverso
la totalità del corpo umano.
Benché tutte le zone comprendano parti del corpo che possono causarci problemi, la zona
più potente è di gran lunga zona 1. Quando lavorerete sui piedi delle persone, scoprirete
che questa zone è sempre la più sensibile. Questo perché la Zona 1 include tantissimi
organi e parti vitali. In questa zona per esempio sono compresi il fondamentale sistema
nervoso centrale, la colonna vertebrale e il cervello, ma anche l’ipofisi e l’ipotalamo.
L’ipofisi, nonostante le sue dimensioni sono molto piccole, è spesso definita il “direttore
d’orchestra”, perché regola tutta l’attività endocrina e pertanto esercita un effetto enorme
su quasi tutte le funzioni corporee. La zona 1 comprende inoltre il naso e la bocca, l’inizio
del plesso solare sede del 3° chakra, l’apparato riproduttivo e l’ombelico.

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Oltre a comprendere le zone, il riflessologo deve conoscere il principio delle linee guida
dei piedi, nonché il modo in cui queste si correlano a tutte le altri parti del corpo.
Analogamente alle zone le linee sono fondamentali per la loro comprensione e la patica
della riflessologia.
 La linea delle Spalle: si trova appena sotto la base delle dita e viene definita linea
secondaria.
 La linea del Diaframma: si trova sotto la base delle ossa del metatarso.
 La linea della Vita: si individua facendo correre un dito lungo il lato esterno del
piede fino ad individuare una protuberanza ossea. Tracciando una linea attraverso
il piede da questo punto si individua la linea della vita, che in genere è l parte più
stretta del piede.
 La Linea Pelvica o del Tallone: si trova dalle ossa della caviglia su due lati del piede
attraverso la base del calcagno.

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1.2 Anatomia del piede
La disposizione delle ossa del piede ci permette di stare eretti e di camminare e correre
mantenendo l’equilibrio. Per consentire ai nostri piedi la loro estrema flessibilità, esiste una
complicata struttura di legami, tendini e muscoli che supportano queste ossa e
interagiscono con esse.
Le ossa dei piedi comprendono sette ossa tarsali (caviglie), cinque ossa metatarsali che
coprono la lunghezza del piede e 14 falangi, due nell’alluce e tre in ciascun dito più
piccolo.

Le ossa del piede sono distribuite in archi flessibili, sostenuti da legamenti e muscoli.
Queste strutture sostengono il peso del corpo, consentono ai piedi di essere flessibili e
agiscono da leva durante la deambulazione.
Nel piede ci sono tre archi:
- Arco longitudinale mediale: situato sul bordo interno del piede.
- Arco longitudinale laterale: situato sul bordo esterno del piede.
- Arco trasverso: si estende da lato a lato.
Le principali vene del piede sono superficiali e sono conosciute come vene safene. La
vena safena minore corre lungo il bordo esterno del piedi e dietro la caviglia, quindi sale
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lungo la gamba per unirsi alla vena poplitea sul retro del ginocchio. La vena safena
maggiore, che è la più lunga del corpo, comincia in prossimità dell’alluce, corre lungo il
bordo interno del piede e quindi risale per il polpaccio, supera il ginocchio, corre nella
coscia e si collega alla vena femorale nell’inguine.
Il nervo tibiale serve i muscoli e la pelle della pianta del piede e i nervi delle dita. Scende
lungo la gamba dal ginocchio, dove si collega al nervo sciatico, che percorre la coscia dal
gluteo. Il nervo sciatico è il nervo più spesso del corpo umano e ha uno spessore pari a
circa quello di un mignolo, mentre la maggior parte dei nervi è sottile come un capello.

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1.3. Tecniche di rilassamento del piede

Questi esercizi migliorano il rilassamento e garantiscono al piede il massimo movimento.


Sono ottimi per cominciare e concludere una seduta.

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1.4. Lettura della morfologia del piede
La morfologia è la scienza che studia la forma strutturale esterna ed interna di elementi
organismi e corpi. Osservando la forma del piede possiamo avere una serie di
informazioni sulla personalità del soggetto.
La pianta rappresenta la struttura di base di una persona, mentre le dita la parte che si
evolve e si trasforma, possono infatti modificarsi nel corso del tempo..

Lo squilibrio energetico può derivare da una disarmonia tra ciò che siamo
profondamene e ciò che invece manifestiamo.

Ogni dito rappresenta una funzione, un centro:


 1° dito ALLUCE rappresenta la funzione intellettiva;
 2° dito o ILLICE rappresenta la funzionalità motoria;
 3° dito o TRILLICE rappresenta i valori;
 4° dito o PONDOLO rappresenta le emozioni;
 5° dito o MINOLO rappresenta la creatività e la sessualità.

Se osserviamo il nostro piede vediamo che l’alluce è molto più sviluppato del 5° dito
perché abbiamo sviluppato molto di più la parte mentale di quella creativa istintiva.
Il 2° dito se è prominente ci parla di buone capacità pratiche nello sport e di leadership.
Il 3° dito rappresenta i valori, ossia in che modo la persona vive la propria sensibilità e
riesce ad esprimere i proprio valori prioritari.
Il 4° dito indica come le emozioni sono vissute ed espresse.
Il 5° dito indica come la persona riesce ad esprimere la propria originalità ed inventiva.
I bambini appena nati hanno tutte le dita uguali, poi iniziano a differenziarsi esprimendo un
input genetico.

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NON SONO VERITA’ ASSOLUTE, MA SOLO DELLE INDICAZIONI

Guardando il piede possiamo notare a primo colpo d’occhio del rossore, dei calli, la forma
diversa in piede e nell’altro, la conformazione del piede e delle dita, odore, colore,
gonfiore, sporgenze, rughe, fossette, solchi ecc…. Tutto ciò che è in difetto o in eccesso
evidenzierà uno squilibrio nel corpo.

IL TALLONE
Quadrato la persona è forte e decisa, dopo aver valutato attentamente il suo insieme.
Triangolare la persona è impetuosa, che affronta senza valutare , amante del rischio.
Rotondo la persona che pondera giustamente prima di agire, in equilibrio, armonia.

METATARSI ( cuscinetti )
Larghi e sporgenti stanno a significare generosità, bontà, disponibilità. Sono persone
affidabili e servizievoli;
Piatti stanno a significare scarsa emotività;
Gonfi stanno a significare un carico emotivo eccessivo, generalmente sono persone che
trattengono, accumulano;
Stretti stanno a significare poco evidenti, tendenzialmente una persona chiusa
emotivamente, di scarsa comunicazione;
Molli e vuoti stanno a significare persone che danno tanto emotivamente ma hanno la
sensazione di non ricevere.

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ARCO PLANTARE
Piatto non c’è confine tra parte emotiva ed istintiva;
Molto Curvo persone tendenti alle esagerazioni , agli eccessi, anche nel quotidiano;

PIANTA
E’ la forma della persona come la persona tende ad essere ed è correlata con terra,
fuoco, aria, acqua. Talvolta la tipologia è mista
Terra pianta quadrata. La zona dei metatarsi e del tallone hanno quasi le stesse
dimensioni. Indica stabilità, concretezza, radicamento, tradizioni, riluttanza ai cambiamenti.

Fuoco pianta triangolare. La pianta è ampia rispetto al tallone di forma triangolare. Indica
dominio, dirigenza, impulsività, azione, intolleranza.

Aria pianta rettangolare, piedi che sembrano volare, leggeri, tendenzialmente idealisti.

Acqua pianta armonica ben proporzionata. Evidenza elasticità flessibilità, capacità di fare
più cose contemporaneamente, imparare facilmente, adattamento, sensibilità. Grande
bisogno di libertà, non sopporta gli impedimenti.

DITA NEL LORO INSIEME

Dita a scaletta, tendenzialmente una persona con il pensiero ordinato, metodico.

Dita a triangolo, tendenzialmente una persona ipocrita, analizzano tutto con giudizio.

Dita a semicerchio, tendenzialmente persona dal pensiero armonico.

Dita a semicerchio stretto, tendenzialmente persona idealista e che dà poco spazio alle
cose materiali, leader.

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LE DITA

Esprimono la situazione attuale, come una fotografia, Si possono modificare e possono


cambiare, manifestando come la persona si esprime.
Sulle dita terminano ed iniziano i meridiani energetici che sono espressione delle visceri.
Dita dritte e tese: persona diretta che si esprime liberamente e segue la sua direzione.
Dita piegate: segno di autoprotezione, difesa o aggressività trattenuta. Talvolta legato ad
un’alimentazione troppo carnea, cambiano variando la dieta.

Dita ravvicinate: addossate le une alle altre, segno di chiusura, di protezione ma senza
aggressività.

Dita Gemelle: quasi identiche, segno di carisma, valori da comunicare.


Dita ben separate e allineate: persona equilibrata i centri sono autosufficienti, versatilità.
Dito più lungo: propensione a sviluppare il centro a cui corrisponde.
Secondo dito più pronunciato: carisma e leadership.
Dito che si sovrappone: ha energia in eccesso che presta a quello sottostante.
Dito che sta sotto: l’energia del centro è debole e approfitta dell’energia in eccesso di
quello sopra.

Torsione: la rotazione intorno al proprio asse, parla di incapacità ad esprimere e viver


l’energia di quel centro, la funzione è vissuta in modo distorto e c’è difficoltà ad esprimerlo.

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FORMA DEL DITO
a Cono: manifesta forte bisogno di espressione. La persona esprime poco rispetto a
quello che avrebbe da trasmettere.
A Fungo: indica una compressione del centro a cui corrisponde, ricco di potenzialità
inespressa.

FORMA DELLA FALANGE


Quadrata: fissazione, difficoltà a cambiare.
Triangolare: persona critica, analizzatrice esigente nei dettagli.
Rotonda: in armonia, ha facilità a lavorare con gli altri.

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L’ ALLUCE
L’alluce è il punto riflesso della testa e visto nel suo insieme, è il dito più importante, e può
apparire duro, rosso, biancastro, svuotato, storto, ecc..

Un alluce duro: pieno indica eccesso di energia, una situazione di pienezza, il soggetto
potrebbe soffrire di cefalee, dovuto al troppo sangue che arriva alla testa.

Un alluce morbido o molle: denota uno scarso flusso di sangue alla testa, la persona
potrebbe accusare testa tra le nuvole, vuota o nel pallone. Si avrà quindi una diminuzione
della pressione endocrina con minor afflusso di sangue ed ossigeno al cervello, potrebbe
avere vuoti di memoria.

Alluce insaccato: avremo nella struttura corporea la testa che si avvicina al tronco.
Questa postura fa avvicinare i trapezi allo sternocleidomastoideo con conseguente
sofferenza delle vertebre cervicali e del plesso cervico-branchiale.

Alluce esteso: è tipico di persone che hanno fiducia nella vita, i tendini della parte
superiore dell’alluce sono contratti. Nel corpo la parte che ne risulta contratta è il trapezio
con conseguente compensazione dello sternocleidomastoideo.
Un’eccessiva estensione è segno di persone troppo proiettate nel futuro, nel piede sinistro
riferito a situazioni affettive, nel piede destro è riferito ad aspetti pratici del quotidiano.

Alluce flesso: indica che i tendini della parte inferiore dell’alluce sono contratti, e da un
immagine della persona che ha una visione della vita e del futuro limitata.
Flesso nel piede sinistro, vive la condizione suddetta, nell’affetto emozionale.
Flesso nel piano destro tende a non realizzare progetti.

Alluce grosso: persone con grandi capacità manageriali.

Alluce sottile: persone idealiste, con scarse capacità manageriali.

Alluce valgo: Patologia che interessa l’articolazione metatarso-falangea. E’ un


atrofizzazione dovuta alla contrazione del flessori. Questa contrazione genera calore
producendo una infiammazione con espansione del liquido sinoviale che determinerà
dolore, rossore e svilupperà borsite.
Ogni vota che il liquido sinoviale tenderà ad essere riassorbito si avrà una percezione
cristallina che modificherà la testa del 1° metatarso modificandone la dimensione. L’area
dell’alluce valgo corrisponde alle 7° cervicale, che risulterà ben evidente sul corpo..
La causa dell’alluce valgo è un sovraccarico di responsabilità, che riguarda il vissuto
sofferto di una persona.
Se si manifesta sul piede sinistro è un sovraccarico di responsabilità che coinvolge le
emozioni e gli affetti in ambito familiare.
Se si manifesta sul piede destro, indica che la persona si trova a fare dei cambiamenti
sofferti con preoccupazione e responsabilità nel campo lavorativo, dello studio, nella
quotidianità, con assunzioni di impegni gravosi.
Normalmente chi ne ha solo uno lo manifesta sul piede destro, mentre quando si
manifesta su entrambi i piedi inizia prima a sinistra e poi anche a destra. Quando si
manifesta su tutti e due i piedi siamo di fronte ad una persona che per sua natura è
tendenzialmente preoccupata.

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SEGNI VARI

Sotto la pianta del piede si possono trovare una serie segni, come rughe, calli, solchi,
fossette, verruche ecc, che ci possono dare delle indicazioni sulle zone in cui si sono
formati.

RUGHE

La riga è una leggera piega della superficie cutanea, che rimane evidente anche se la
pelle viene stesa. Indica un lungo periodo di preoccupazione che può generare una
diminuzione delle difese immunitarie della zona riflessa a cui si riferisce.
Rughe orizzontali è tutto ciò che abbiamo ereditato, ma nulla a che vedere con
esperienze vissute;
Rughe verticali legate ad esperienze vissute;
Rughe e taglietti sul tallone stanchezza nel quotidiano;
Tagli sulla pelle dura indica notevole stress;
Rughe profonde sulla falange dell’alluce, indica che c’è stato un forte cambiamento.

CALLO
Il callo è costituito da un ispessimento dello strato corneo più circoscritto, molto doloroso,
perché provvisto di un fittone che raggiunge la radice nervosa, se viene tolto rimane il
buco a forma di cono. Il callo esprime un lungo periodo di sofferenza.

CALLOSITA’
Sono strutture rigide, formate da una ipergenerazione dello strato corneo dell’epidermide.
Sono determinati da una postura scorretta del corpo che si riflette in una rigidità del piede
nelle scarpe, con contrazione delle dita e variazione dei piani di inclinazione.
Le callosità hanno differenti forme e colori, bianche secche, gelatinose, giallognole.
Le callosità vanno sempre massaggiate , se sono troppo spesse si chiede all’interlocutore
di andare a farsi una pulizia dal podologo o estetista, in quanto dopo la pulizia aumenterà
la vascolarizzazione della zona.

DURONI
E’ l’accentuazione dell’ispessimento di una callosità. Si trova maggiormente nella zona
calcaneare ed esprime un lungo periodo di sofferenza prevalentemente organica.

SOLCHI
Il solco è una piega profonda e permanente della superficie cutanea.

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Indica un periodo di sofferenza che ha prodotto un indebolimento delle difese immunitarie
della zona rilessa a cui si riferisce.

FOSSETTE
Leggeri avvallamenti di forma circolare, più o meno estesi. Potrebbe indicare un
prolassamento delle pareti.

VERRUCHE
Ha forma circolare ed a cratere, bordi rialzati e nella parte centrale papille ( puntini bianchi
o rossicci).
Molto dolorosa e di origine virale, indica un abbassamento delle difese e quindi uno
squilibrio in quella zona.

EDEMI
Consistono in un abnorme aumento del liquido interstiziale dei tessuti, indica sempre una
stagnazione e difficoltà di riflusso linfatico e venoso.

MACCHIE
E’ una pigmentazione della pelle che indica uno squilibrio della zona a cui si riferisce:
Verde: momento di trasformazione
Rosso: momento di profonda tensione
Bianco: periodo di tristezza
Marrone: lungo periodo di tristezza
Nero: lungo periodo di paura.

SENSAZIONI AL PRIMO SGURADO


Le sensazioni al primo sguardo del piede possono essere molto preziose, ci possono dare
delle indicazioni sulla persona in generale senza schematizzare troppo.
Tendenzialmente un piede piccolo, leggero e piacevole, apparterrà ad una persona in
grado di vivere la vita in maniera positiva e leggera.
Invece un piede grosso e pesante, la persona ha un rapporto con la vita pesante e poco
fluido.
Se il piede è spesso ci parla di difficoltà al cambiamento ed a lasciar andare.
Si possono trovare piedi in mille modi che al primo tatto possono darci alcune
informazioni.

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Piedi duri fuori e dentro
Soggetto rigido, con controllo esasperato delle emozioni. Dicono di star bene ma tendono
ad ammalarsi.

Piedi duri fuori e molli dentro


Danno prima una sensazione di resistenza poi di cedimento. Sono persone che
indossano un armatura per proteggersi.

Piedi molli fuori e dentro


Sono di soggetti lenti e senza vitalità ai quali sembra manchi l’energia per vivere, sono
quasi sempre freddi.

Piedi molli fuori e duri dentro


Sono di quei soggetti che fanno sempre ciò che vogliono, in apparenza sono amabili, in
realtà sono duri e resistenti, detti anche piedi da manager.

LA PELLE DEI PIEDI

Umida (non sudata) non ci sono conflitti particolare;

Secca stanchezza e riduzione dell’energia vitale;

Sudata determina uno stress molto forte;

Ruvida rapporto di insoddisfazione e conflittualità con l’esterno;

Che si spella segno di cambiamento;

Dura difesa

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1.5. Le Mappe del Piede

Le mappe del piede mostrano le aree riflesse degli organi e delle parti del corpo.
Ogni area contiene molti punti riflessi, come spilli su un puntaspilli.

Gli organi riflessi sul piede corrispondono a quelli del nostro organismo, quindi piede
destro sono riflessi gli organi che stanno a destra e sul piede sinistro gli organiche stanno
a sinistra.

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CAPITOLO 2: LE TECNICHE OPERATIVE
2.1. Respirazione, alimentazione, trattamento e tecniche di scarico e
ricarica

L’Operatore Olistico è un facilitatore del benessere, in discipline bio-naturali aiuta


l’interlocutore a ritrovare l’armonia psico-fisica ed energetica attraverso l’uso di tecniche
manuali, spirituali, vibrazionali, sonore, che stimolano un naturale processo di
trasformazione e crescita della consapevolezza di Sé.

L’Operatore Olistico NON è un terapeuta, NON fa diagnosi e NON cura


malattie fisiche o psichiche; NON prescrive medicine o rimedi, quindi
NON si pone in conflitto con la medicina ufficiale; anzi collabora con
essa.

L’operatore olistico deve tenere in grande considerazione la propria salute.


In Oriente il medico o il massaggiatore devono cercare di essere sempre in buona salute
offrendo quindi anche un esempio per chi chiede il loro aiuto, se per qualche motivo
questo non si verifica non operano fino al ristabilimento del proprio equilibrio psico-fisico.
L’atteggiamento dell’operatore olistico nei confronti della propria salute è perciò
fondamentale. Egli deve innanzi tutto imparare a conoscersi e a curare se stesso
adottando tutte le misure preventive e di stile di vita per mantenersi in salute e in perfetta
efficienza.

RESPIRAZIONE E RESPIRO
Il primo elemento per una buona prevenzione generale è la respirazione. Una respirazione
adeguata è la base della salute fisica e psichica. Infatti se l’organismo è adeguatamente
rifornito di ossigeno tutte le sue funzioni possono esprimersi al meglio, tra l’altro una
corretta respirazione massaggia dolcemente la zona addominale e la colonna vertebrale.
La respirazione è l’unica funzione del corpo governata sia dal sistema involontario che da
quello volontario, attraverso di essa possiamo perciò da un lato capire la nostra
condizione psichica ed emotiva del momento dell’altro intervenire per gestirla al meglio
recuperando uno stato più equilibrato.
Anche i nostri interlocutori dovranno imparare a recuperare un rapporto più corretto con la
respirazione, soprattutto durante una sessione di riflessologia, o di qualsiasi altra tecnica
olistica dovremo essere noi operatori ad insegnare loro la corretta respirazione.

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Durante un trattamento l’interlocutore potrebbe avere dei profondi sospiri o sbadigli, ciò sta
ad indicare che si stanno sciogliendo delle tensioni; oppure un’accelerazione del ritmo
respiratorio indica che si stanno toccando zone emotivamente sensibili, ecc… Comunque
rimane importante osservare la funzionalità respiratoria prima durante e dopo il
trattamento, sia dell’operatore che dell’interlocutore.
Per un operatore olistico è quindi importantissima una buona respirazione ed è possibile
migliorala con tecniche di rilassamento, yoga, meditazione o di altre discipline in cui la
rieducazione della respirazione sia fondamentale.
Durante un trattamento il respiro dell’operatore deve essere calmo e profondo, il suo ritmo
deve scandire e guidare il lavoro. Questo può essere ottenuto attraverso una costante
pratica di tecniche respiratorie poiché durante il trattamento il respiro deve essere sempre
tranquillo, fluido e non forzato.

ALIMENTAZIONE
Secondo caposaldo della salute è l’alimentazione. Il cibo può essere utilizzato come primo
strumento per ripristinare un equilibrio alterato.
Capire quali sono gli alimenti e i sapori più adatti a ciascuno di noi e alla stagione,
imparare a godere del cibo e del palato, fare del pasto un piccolo e tranquillo rito
quotidiano, evitare gli eccessi, sono accorgimenti utili per l’operatore. Troppe volte
mangiamo di fretta, troppo e qualunque cosa, non considerando che il nutrimento non
viene dalla quantità di cibo ma dalla qualità e dagli abbinamenti.
Prima di ogni sessione evitare di fare pasti abbondanti o abbuffate, per evitare di trattare
durante la digestione, questo vale anche per l’interlocutore che viene a farsi un
trattamento. Evitare di trattare una persona durante la digestione, tutte le sensazioni
potrebbero essere alterate.

TRATTAMENTO
Terzo strumento essenziale è il trattamento personale. Chiunque faccia, per lavoro o per
hobby, trattamenti manuali, in particolare la riflessologia, dovrebbe farsi trattare spesso
anche se è in buona salute.
Una volta alla settimana sarebbe l’ideale, ma comunque almeno una vota al mese è
importante farsi fare un trattamento, di qualsiasi tipo, imparando così a sentirsi
interlocutore o comunque a vivere questa esperienza stando dall’altra parte, anche perché
si possono imparare molte cose utili per la propria attività da altri operatori olistici.

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Chi si avvicina alla riflessologia plantare ha comunque in mano uno strumento molto utile
per lavorare su se stesso e così contribuire quotidianamente al proprio riequilibrio
funzionale.

TECNICHE DI SCARICO E RICARICO


L’operatore dovrebbe eseguire sempre tra un trattamento e l’altro una serie di operazioni
di scarico e di ricarica energica per rinnovare la sua condizione psico-fisica e proporsi al
nuovo interlocutore nelle condizioni migliori.
Le pratiche di scarico vanno eseguite immediatamente dopo il trattamento, meglio se
mentre il cliente rimane per qualche minuto rilasciato e rilassato sul lettino ad assorbire gli
effetti del trattamento.
Tali pratiche comprendono:
 Lo scorrimento di acqua fredda su polsi e mani per diverso tempo ( da 20” a un
minuto) con le mani accostate ma lasciando uno spazio tra i palmi;
 Bere almeno un bicchiere d’acqua;
 Evacuare la vescica;
 Il lavaggio di mani e viso,
 Di nuovo scorrimento d’acqua sulle mani (più breve),
 Lo scrollamento energetico delle mani prima di asciugarle.
Dopo aver congedato l’interlocutore, tra una sessione e l’altra, ci si siede a terra su un
cuscino o su di uno sgabello con la schiena eretta ma non rigida e si eseguono 10 sospiri
profondi con la bocca.
Le pratiche di ricarica possono essere molteplici, che possono semplicemente consistere
nell’osservazione, per alcuni minuti, del ritmo respiratorio; oppure il suono dei gong,
campane tibetane, canto armonico, cristalli, meditazione, tisana di acqua e zenzero ecc…
Lasciamoci perciò un certo spazio per noi (almeno 20 minuti) tra un trattamento e l’altro.

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2.2. Le Mani: Strumento di Lavoro

Gli strumenti di lavoro del riflessologo sono le MANI; ad esse va quindi dedicata una certa
cura sia per mantenerle ben toniche e sciolte, sia per renderle flessibili, resistenti e capaci
di lavorare a lungo e con intensità. Le dita devo essere curate, pulite e con unghia corte.

Avere “ MANI DI GHEISHA E DITA DI SAMURAI”.

Oltre alle mani è molto importante osservare le braccia e le spalle mentre operiamo, per
questo è molto importante imparare a lavorare mantenendo le spalle rilassate e le braccia
morbide.
A tal fine bisogna abituarsi, soprattutto all’inizio, ad eseguire quotidianamente una serie di
esercizi specifici di riscaldamento, scioglimento e potenziamento della mani.
Gli esercizi consigliati per il riscaldamento della mani sono molto semplici:
 Lavaggio a secco della mani, strofinandole tra loro come si stessero insaponando;
 Intreccio delle dita tese a pettine e scorrimento verso l’alto delle dita, alternando la
mano attiva a quella passiva;
 Intreccio a pettine e torsione delle dita salendo progressivamente sui tre ordini di
falangi;
 Battitura della mani con palmi e dita ben tesi;
 Battitura del dorso con il palmo, avendo sempre cura di tenere le dita unite e
leggermente tese e alternando le mani;
 Apertura e chiusura a pugno della mani seguendo il ritmo respiratorio, con le
braccia aperte e distese a croce;
 Scuotimento della mani a polsi morbidi, come per eliminare l’acqua.
Questi esercizi andrebbero eseguirti almeno un paio di volte al giorno e comunque prima
di ogni trattamento.
Va considerato che più ci si esercita e si lavora più le mani diventeranno sciolte e forti.
Quindi il lavoro sulle mani, se essenziale all’inizio, può essere ridotto a mano a mano che
aumenterà la pratica quotidiana dei trattamenti, ma mai abbandonato.

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SEQUENZA DI TRATTAMENTO
PIEDE DESTRO PIEDE SINISTRO
1- Colonna vertebrale e paravertebrali Colonna vertebrale e paravertebrali
2- Articolazioni Articolazioni
3- Testa – ipofisi e epifisi Testa – ipofisi e epifisi
4- Collo – trigemino Collo - trimegino
5- Intestino - Colon ascendete e trasverso Colon trasverso –discendente- retto
6- Intestino tenue Intestino tenue
7- Fegato e colecisti Milza
8- Stomaco – esofago- pancreas Stomaco – esofago - pancreas
9- Plesso solare Plesso solare
10- Polmoni diaframma piccolo cuore Polmoni diaframma Cuore
11- Tiroide e paratiroide Tiroide e paratiroide
12- Rene- uretere e vescica Rene- uretere e vescica
13- Utero ovaia tube /prostata testicoli dotto Utero ovaia tube /prostata testicoli dotto
deferente deferente
14- Apertura laguna linfatica
15- Vie linfatiche superiori Vie linfatiche superiori
16- Vie linfatiche inferiori Vie linfatiche inferiori
17- Nervo sciatico Nervo sciatico
18- 2° zona organi genitali 2° zona organi genitali
19- Focolare della respirazione Focolare della respirazione
20- Petto coste Petto coste -sblocco circolatorio
21- Denti Denti
22- Occhi Occhi
23- Orecchie Orecchie
24- Seni nasali frontali Seni nasali frontali
25- Naso -gola - tonsille Naso -gola - tonsille
26- Chiusura del plesso solare Chiusura del plesso solare

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