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Il SUPPORTO VITALE AVANZATO si occupa in particolare degli ultimi due anelli della Catena della
Sopravvivenza:

• Defibrillazione precoce
• Supporto Cardiaco Vitale Avanzato

BLS – D ACLS
Nella realtà italiana l’ACLS extraospedaliero viene fornito in prevalenza da personale medico e/o
paramedico presente sulle ambulanze e sugli elicotteri:
questo differisce in modo sostanziale dalla realtà U.S.A. nella quale il soccorso avanzato sul territorio viene
erogato da paramedici e Vigili del Fuoco in costante contatto con l’ambiente ospedaliero.

OBIETTIVI dell’ACLS
• Ottenere un ritorno di circolo spontaneo (ROSC)
• Mantenere un ritmo cardiaco valido (prevenzione del riarresto)
• Garantire il supporto dei parametri vitali: ABC
• Preservare l’integrità dell’encefalo (danno ipossico cerebrale)

Ritmi di arresto cardiaco:


In ACLS, avendo a disposizione un monitor defibrillatore è
possibile fare diagnosi di ritmo di arresto cardiaco…
Esistono 3 ritmi di arresto cardiaco in cui il cuore è funzionalmente
fermo e (ovviamente!!) non vi è polso carotideo:

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• Fibrillazione Ventricolare (FV)
• Asistolia
• PEA (Attività Elettrica Senza Polso)

Questi ritmi di esordio hanno una frequenza molto diversa tra loro:

• FV e TVSP à 90%
• ASISTOLIA à 8%
• PEA à 2%

… ed hanno una prognosi altrettanto diversa!! à la Fibrillazione Ventricolare è il ritmo di esordio più
benigno in quanto si giova della DEFIBRILLAZIONE come terapia spesso risolutiva.

Per questo motivo, essendo la FV e la TVSP gli unici ritmi defibrillabili, ovvero che si giovano della
defibrillazione, ed essendo anche quelli di gran lunga più frequenti, capiamo come il punto cardine dell’ACLS
ma anche del BLS sia proprio la DEFIBRILLAZIONE PRECOCE.

La precocità della manovra è importante perché la FV essendo una attività caotica emodinamicamente
inefficace (polso assente in quanto il cuore è fermo) consuma O2 e quindi, dopo pochi minuti si trasforma (o
per meglio dire degenera) in Asistolia con prognosi decisamente peggiore.

Dal momento che la FV è tempo-dipendente, la % di FV sul territorio è indice indiretto dell’efficienza del
Sistema di Emergenza in quanto un intervento tardivo porterà ad un incremento della Asistolia e ad una
diminuzione della FV rilevate.

La Defibrillazione Precoce
E’ la più potente terapia a disposizione per l’ACR;
si applica solo ai ritmi defibrillabili (FV e TVSP)
che rimangono tali solo per pochi minuti
à TEMPO DIPENDENTE

Dobbiamo fare in modo di rafforzare la Catena della Sopravvivenza


e incentivare la defibrillazione precoce in modo da migliorare la sopravvivenza ma anche la prognosi dei
pazienti colpiti da ACR

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L’ACLS comprende anche altri elementi terapeutici che mirano a ottenere un ritorno di circolo spontaneo
ROSC ma anche a mantenere e preservare tutti i parametri vitali (ABC) trattandoli in modo non più
“BASIC” ma “ADVANCED” (quarto anello della Catena della Sopravvivenza).

Le manovre comprese nell’ACLS devono essere conosciute dal soccorritore in quanto egli è parte integrante
dell’ACLS Team e come tale deve coadiuvare il Team Leader (Medico o Paramedico) nell’esecuzione delle
manovre stesse.

A à Gestione avanzata delle vie aeree


1. Comprende l’Intubazione Oro-tracheale,
2. L’intubazione rino-tracheale, la
3. Maschera Laringea, la Tracheostomia.

• Assicurare pervietà costante vie aeree.


• Garantire l’isolamento vie aeree - vie digestive.
• Via alternativa per somministrare alcuni farmaci.

1 Tubo Oro Tracheale


2 Tubo Oro Tracheale Pediatrico
3 Laringoscopio con lama grande
4 Laringoscopio con lama retta ( Pediatrica )
5 Laringoscopio con lama media
6 Pinza di Magill
7 Siringa
8 Lubrificante
9 Apridenti
10 Pinze di Klemmer
11 Cerotto
12 Mandrino

Inserimento del laringoscopio in bocca

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Graduale discesa verso la base della
lingua e l’epiglottide

Epiglottide

Corde Vocali

Trachea

Inserimento del TOT: Manovra di Sellick

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Cuffiaggio del tubo e connessione con Catheter Mount e
pallone: Sellick mantenuta fino a cuffiaggio avvenuto .

Auscultazione dello stomaco … … e dei polmoni per la conferma del corretto


posizionamento del Tubo Oro Tracheale

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B à Ventilazione avanzata

Le tecniche di ventilazione avanzata in extraospedaliero sono 3:

• Ventilazione con pallone autoespansibile e TOT.


• Ventilazione con Va e Vieni e TOT.
• Ventilazione con Ventilatore automatico.

Spesso, durante RCP, al Soccorritore viene lasciato l’incarico di ventilare il paziente intubato: è abitudine
diffusa quella di non rispettare più il ciclo 15:2 ma di procedere in modo asincrono con il soccorritore alla
ventilazione che mantiene i soliti 12 atti/min.

La ventilazione con Va e Vieni richiede la regolazione di una valvola che permette di evacuare il gas in
eccesso per evitare di provocare lesioni polmonari da eccessiva pressione nelle vie aeree dovuta ad
insufflazioni a pressioni troppo alte (barotrauma).
Allo stesso modo, possiamo ridurre il flusso di O2 e contemporaneamente chiudere la valvola in modo da
ottimizzarne il consumo.

C à Supporto avanzato del Circolo

Il punto C dell’ACLS prevede oltre all’eventuale M.C.E. il reperimento di un accesso venoso,l’inizio della
fluidoterapia e soprattutto l’uso di farmac i.

Anche in questa fase, l’aiuto dei soccorritori è fondamentale nella preparazione di queste manovre.

Sempre in questa fase è prevista nel Periarresto l’esecuzione di ECG, misurazione Pressione Arteriosa e
altre valutazioni cliniche da parte del sanitario.

Il soccorritore deve acquisire la conoscenza degli strumenti e la competenza per assistere il medico in
queste manovre (vedi sezione dedicata).

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Protocollo A.C.R. per P.E.A.

Attività elettrica al monitor


Polso non palpabile

Considera le possibili cause:


• Ipovolemia • Embolia Polmonare
• Ipossia • Intossicazione da farmaci
• Tamponamento Cardiaco • IperKalemia
• Pneumotorace Iperteso • Acidosi
• Ipotermia • IMA Massivo

Se non già disponibili


1. Intubazione
2. Accesso venoso

Adrenalina 1mg endovena

RCP 4 cicli
(Con rapporto 15:2)

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Protocollo A.C.R. per F.V.
o T.V. senza polso

F.V. o T.V. senza polso


al Monitor Defibrillatore

* (Pugno Precordiale)

DC Shock 150-150-150J (Defibrillatore Bifasico)


200-200-360J (Defibrillatore Monofasico)

Controllo del Ritmo ROSC


Altri Ritmi di
arresto

Vedi Protocollo Specifico


Persiste F.V.

Se non già disponibili:


1. Intubazione
2. Accesso venoso

Adrenalina 1 mg endovena

RCP 4 cicli (Con rapporto 15:2)

DC Shock 150-150-150 (200-200-360J)

Persiste F.V.

Dopo 3 cicli considerare l’uso di altri farmaci (Lidocaina)

*Indicato se arresto testimoniato e monitor defibrillatore non immediatamente disponibile


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Protocollo A.C.R. per Asistolia

Asistolia al monitor
confermata da almeno 2 derivazioni

Isoelettrica Onde P senza QRS

Pacing transtoracico
Se non già disponibili
1. Intubazione
2. Accesso venoso

Adrenalina 1mg endovena

RCP 4 cicli
(Con rapporto 15:2)

Atropina 3mg endovena


(Una sola volta)

Attività elettrica presente?

NO SI inizia algoritmo specifico

Considera il termine degli sforzi rianimatori

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Tracciati ECG

Ritmo sinusale (normale)

Fibrillazione Ventricolare
ad alto voltaggio

Fibrillazione Ventricolare
a basso voltaggio

Asistolia

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IL PERIARRESTO
Per periarresto intendiamo tutte quelle situazioni d’emergenza in cui il paziente non si trova in arresto
cardiorespiratorio ma presenta una patologia così grave da poter evolvere in arresto in pochi minuti od ore.
E’ molto importante anche per il soccorritore e non solo per il medico capire di essere di fronte ad una
situazione di questo tipo in quanto massima dovrà essere la collaborazione tra tutte le figure dell’equipe di
soccorso per cercare di ridurre i tempi per l’ospedalizzazione e per prepararsi psicologicamente e
praticamente all’eventualità di una RCP.
Le patologie considerabili come periarresto (ovvero, letteralmente, attorno all’arresto) possono essere
suddivise in base ai codici di invio del 118:

1. Traumatiche à tutti i politraumi sono, per definizione, periarresti (vedi sezione dedicata)
2. Cardiologiche à Infarto Miocardio Acuto
à Dolore toracico
à Aritmie
3. Respiratorie à Edema polmonare acuto
à Dispnea
à Crisi Asmatica
4. Neurologiche à Ictus
à Perdite di coscienza
à Attacchi epilettici
5. Tossicologiche à Overdose da oppiacei
à Abuso di alcool
à Abuso di farmaci
6. Metaboliche à Crisi ipoglicemiche nel diabetico
à Crisi iperglicemiche nel diabetico

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LO SHOCK
Lo shock è definito come una situazione di ridotta perfusione di sangue negli organi che ha tendenza ad
automantenersi e ad evolvere (se non prontamente trattata), verso la morte, mediante un circolo vizioso. La
mortalità per shock spesso supera facilmente il 50%.
La perfusione dipende essenzialmente da tre fattori che sono:

• Volume di sangue circolante (volemia)


• Capacità di contrazione del cuore PERFUSIONE DEGLI ORGANI
• Capacità dei vasi sanguigni (letto vascolare)

Tutte le situazioni che alterino uno di questi tre fattori, inevitabilmente provocano uno squilibrio che porta,
se non corretto tempestivamente, ad uno stato di ipoperfusione alla base dello shock.
Una delle caratteristiche dello shock è infatti la sua tendenza a sviluppare un circolo vizioso che si
automantiene portando rapidamente alla morte del paziente.

ê del volume di sangue circolante: la riduzione della volemia è tipicamente osservata nello shock
emorragico dove tale diminuzione è dovuta ad una perdita reale di sangue all’esterno (emorragia esterna) o
in addome o torace (emorragia interna). Vi sono situazione di shock ipovolemico non emorragico: in questi
casi vi è una riduzione del sangue circolante senza perdita reale di sangue. L’esempio tipico è la compressione
aorto-cavale della donna in stato avanzato di gravidanza, supina, o il pneumotorace iperteso (vedi trauma). In
questi casi vi è una diminuzione del ritorno del sangue venoso verso il cuore dalla periferia con riduzione del
sangue che può essere nuovamente mandato in circolo dal cuore; in altre parole è come se quel sangue si
fosse perso davvero pur essendo ancora nel nostro organismo!

ê della capacità contrattile del cuore: il cuore che subisce un danno ischemico (esempio infarto miocardio
acuto) può diminuire in modo anche spiccato la sua capacità di contrazione muscolare con una conseguente
minore efficienza di far circolare il sangue nei diversi organi. In questo caso il sangue nel nostro organismo è
presente in quantità adeguata e sarebbe anche interamente disponibile ma è la pompa che non riesce a farlo
circolare in modo adeguato: si tratta di uno shock cardiogeno in quanto è generato da un problema cardiaco.

é della capacità del letto vascolare: se il letto vascolare si dilata bruscamente per esempio a seguito di un
rilascio improvviso di istamina o a seguito di una lesione dei nervi che controllano il tono dei vasi, il volume di
sangue che sarebbe normale diventa improvvisamente inadeguato e la perfusione degli organi diminuisce.
Questo meccanismo di shock è alla base dello shock anafilattico e dello shock spinale (vedi trauma).

In tutti i casi ad eccezione dello shock spinale ed anafilattico, il quadro di segni e sintomi che il
soccorritore si troverà ad affrontare è sempre lo stesso ed è dovuto alla ridotta perfusione del cervello e
degli altri organi e al tentativo di compenso che il nostro organismo cerca di mettere in atto.
Da un punto di vista generale, i segni e i sintomi dello shock sono:
respiro rapido e superficiale , polso debole e veloce, diminuzione della pressione arteriosa, cute fredda e
sudata.
Nei primi stadi la vittima è cosciente, anche se agitata, non completamente orientata, spesso può avere una
sensazione di morte imminente. Inizialmente, una costrizione compensatoria dei vasi sanguigni periferici
favorisce il ripristino della circolazione cerebrale; se, tuttavia, lo shock non viene trattato prontamente i
meccanismi compensatori falliscono, il circolo vizioso si innesca e l'ipoperfusione (cioè la scarsa irrorazione

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da parte del sangue degli organi) e la conseguente ipossia (scarso apporto di ossigeno) danneggiano
irrimediabilmente organi vitali quali il cervello, il cuore, il fegato e i polmoni.

PARAMETRO SHOCK SHOCK


emorragico/ipovolemico Cardiogeno
Stato di coscienza Alterato Alterato
Freq. Respiratoria Aumentata Normale o Aumentata
Pressione Arteriosa Normale à diminuita Normale à diminuita
Frequenza cardiaca Aumentata Aumentata à Diminuita
Cute Pallida, sudata fredda Pallida, sudata fredda

Farmaci in ACLS
L’utilizzo dei farmaci rappresenta un momento fondamentale che differenzia l’ACLS dal supporto vitale di
base. Le ambulanze medicalizzate e quelle infermieristiche sono per questa ragione dotate di una serie di
farmaci e di strumenti per la loro somministrazione. Anche se la prescrizione e la somministrazione di
farmaci è esclusiva competenza medica o al massimo infermieristica, il soccorritore di livello avanzato è
tenuto a conoscere i farmaci di uso più comune e la loro preparazione in quanto, soprattutto nelle situazioni
di periarresto e di arresto cardiaco il suo apporto in questa fase dell’intervento diventa sostanziale. D’altra
parte, anche American Heart Association che detta le linee guida internazionali sull’ACLS definisce come
ACLS Team una squadra composta da almeno due soccorritori.
L’unica eccezione alla prescrizione di farmaci e alla loro somministrazione da personale non medico è quella
dell’ossigeno nel malato critico per brevi periodi di tempo. Chi si scandalizzasse da questa possibilità di
prescrivere una terapia da parte di soccorritori, può considerare comunque che si tratta del farmaco
salvavita più importante presente in ambulanza e anche in ospedale, del più scevro da effetti collaterali e da
rischi (a meno che non vi siano fiamme o scintille vicino o non venga usato per periodi prolungati di molte ore
o giorni). Da quanto detto, se ancora vi fossero persone scettiche su questo punto, vorrei ricordare quanti di
noi quotidianamente si prescrivono e assumono farmaci potenzialmente pericolosi, non privi di
controindicazioni ed effetti collaterali anche gravi, senza alcuna indicazione medica o sulla base di
prescrizioni fatte da un medico mesi prima o addirittura ad altri familiari senza preoccupazione o remora!

Vie di somministrazione
le vie di somministrazione in medicina d’urgenza sono solo alcune di quelle possibili per i farmaci in quanto la
prerogativa di un farmaco somministrato in regime d’urgenza è quella di avere una azione rapida e
controllabile da chi lo somministra. Per questa ragione le vie di somministrazione usate in ACLS sono:

1. Inalatoria 5. Endotracheale
2. Endovenosa 6. Sublinguale
3. Orale 7. Sottocutanea
4. Intramuscolare 8. Rettale

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1. Inalatoria: la via inalatoria è la via più utilizzata in quanto molto efficace, rapida e sicura. Il farmaco più
utilizzato per questa via è anche quello più utilizzato in senso assoluto ovverosia l’Ossigeno. Altri farmaci
molto utili per questa via sono gli spray per l’asma come il Ventolin o l’Oxivent.
2. Endovenosa: è una via molto utilizzata in quanto i farmaci entrano direttamente nel sangue e di qui
raggiungono il loro bersaglio (ad esempio il cuore o i polmoni). Per questa ragione presenta il vantaggio di
essere una via molto efficace, rapida e ben controllabile ma necessita di un accesso venoso e questo può
rappresentare un problema nei pazienti gravemente obesi, pediatrici, in stato di shock o che hanno fatto
chemioterapia. In ogni caso, quando vi sia la disponibilità di un accesso venoso periferico o centrale, il
medico ha due possibilità: la somministrazione rapida del farmaco cosiddetta in bolo oppure quella di una
somministrazione lenta cosiddetta in infusione continua (in genere utilizzata per farmaci di cui voglio
gestire l’effetto nel tempo in base alla risposta clinica), potendo sospendere e riprendere la
somministrazione. Per questo tipo di infusione, ho bisogno di vettori, ovverosia di liquidi inerti che mi
diluiscano il farmaco permettendomi il suo dosaggio lento e regolabile. Il vettore comunemente usato è la
Soluzione Fisiologica (sodio cloruro 0,9%) in flebo (in genere da 100 ml salvo diversa richiesta del medico)
talvolta associato con un deflussore di precisione (che al posto della chiavetta o della rotellina ha una sorta
di dosatore cilindrico con l’indicazione dei millilitri all’ora che voglio somministrare) detto dial a flow.
La metodica in bolo è quella usata praticamente sempre durante ACR, quella in infusione continua è più tipica
delle situazioni di periarresto, nelle quali possiamo utilizzare anche la somministrazione in bolo di alcuni
farmaci.
I farmaci endovenosi più utilizzati sono, nell’ACR, l’Adrenalina (che si trova in frigo) e l’Atropina. Altri
farmaci dell’ACR possono essere la Lidocaina 2% e il Sodio Bicarbonato che si utilizzano in bolo. Farmaci
endovenosi del periarresto sono innumerevoli: Lidocaina, Revivan (o Dopamina), Lasix, Solu Medrol, Bentelan,
Narcan (o Naloxone) sono farmaci spesso utilizzati in bolo. Alcuni farmaci sono utilizzati in boli refratti
previa diluizione in siringa (in genere da 10 ml) come il Valium (o Diazepam), l’Adrenalina non nell’ACR, la
Morfina (che essendo uno stupefacente è custodita dal medico).

Per portare un farmaco a 10 ml dobbiamo:


- prendere una siringa da 10 ml
- aspirare la fiala del farmaco richiesto
- eliminare tutta l’aria in siringa
- aspirare tanta soluzione fisiologica quanta serve per arrivare a 10 ml in totale
- etichettare la siringa con il nome del farmaco su un pezzo di cerotto

I farmaci che più frequentemente vengono somministrati endovena previa diluizione in flebo sono:
Cordarone (o Amiodar), Venitrin (o Nitrosorbide), Aminomal (o Aminofillina), Revivan (o Dopamina), Ventolin
(presente non solo in spray ma talvolta anche in fiale).
3. Orale: la via orale è una via più lenta a fare effetto, quindi meno usata in emergenza. Ha il vantaggio di
essere facilmente utilizzabile non richiedendo manovre invasive ma non può essere utilizzata in pazienti che
non hanno capacità di deglutire come bambini molto piccoli, pazienti incoscienti o semicomatosi, o che
presentano vomito. I farmaci più frequentemente somministrati per questa via sono: Aspirina (nell’infarto
miocardio acuto), Valium o altre benzodiazepine (negli stati di ansia o di agitazione) in gocce, Effortil in
gocce (per gli stati ipotensivi lievi),
4. Intramuscolare: è una via di somministrazione davvero poco usata in emergenza. Può essere utilizzata per
il Narcan come dose di mantenimento dopo overdose da oppiacei, per alcuni antidolorifici (Voltaren).
5. Endotracheale: si tratta di una via di emergenza che può essere usata quando abbiamo un paziente
intubato senza la possibilità do ottenere un accesso venoso. Solo alcuni farmaci possono essere
somministrati per questa via come ad esempio la Adrenalina. La via endotracheale prevede la

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somministrazione di 3 fiale di adrenalina portate a 10 ml e passate al medico con un sondino da aspirazione i
modo da poterlo passare tramite il tubo endotracheale.
6. Sublinguale: è una via utile e rapida per alcuni farmaci come il Carvasin sublinguale (farmaco utile per le
crisi di angina pectoris). Tale farmaco si trova come compresse in blister e deve essere sciolto sotto la
lingua e non inghiottito. Altro farmaco somministrato per via sublinguale è l’Adalat (o Citilat) usato per
ridurre la pressione arteriosa. Si trova sottoforma di capsule liquide da forare con un ago e spremere sotto
la lingua del paziente. Anche questo non deve essere inghiottito ma tenuto sotto la lingua.
7. Sottocutanea: in prativa solo l’Adrenalina diluita a 10 ml (almeno) può essere somministrata in emergenza.
La sua indicazione è nello shock anafilattico (ad esempio da puntura di insetto) o nelle crisi asmatiche
refrattarie a cortisonici e spray. In queste poche patologie, comunque, rappresenta una via di
somministrazione salvavita.
8. Rettale: ha indicazione solamente pediatrica ed in particolare per il Valium nelle crisi convulsive. La via
rettale è sicura, poco invasiva ed efficace anche se lenta e scarsamente prevedibile. In commercio esistono
dei microclimi di Valium a dosaggi pediatrici che saltuariamente fanno comparsa sulle ambulanze
medicalizzata.

PREPARAZIONE DI UNA FLEBOCLISI


E’ quasi esclusivo compito del soccorritore. Per la corretta preparazione di una flebo dobbiamo:
1. Conoscere il tipo di Soluzione da preparare. Ci sono essenzialmente due classi principali di liquidi da
infusione che sono: – Cristalloidi à scarso poter di espansione del volume circolante nel sistema
circolatorio ma ottimi come vettori per i farmaci. Tra essi troviamo Soluzione Fisiologica (Sodio
Cloruro 0,9%), Ringer Lattato, Glucosio 5%, Glucosio 10%, Sodio Bicarbonato 8,4% (oggi in disuso).
- Colloidi à hanno un grande potere di espansione del circolo (adatti per
situazioni quali shock emorragico. Non adatti come vettori per farmaci (non diluirci nessun farmaco).
Tra essi ricordiamo: Emagel, Voluven, Haes 6%.
2. Conoscere la grandezza della flebo: esistono flebo da 100, 250, 500 e 1000 ml. Se si usa un
cristalloide come vettore per farmaci in genere si utilizza Soluzione Fisiologica da 100 ml. (è
comunque il medico a dare questa indicazione).
3. Aprire la confezione della flebo
4. Aprire la confezione del deflussore.
5. Inserire il deflussore nel gommino della sacca o della bottiglia di vetro (sempre più in disuso per la
loro pericolosità, per la loro pesantezza e perché non possono essere spremute per aumentare la
velocità di infusione (a mano o mediante spremisacca pneumatico).
6. Riempire a metà il pozzetto del deflussore.
7. Fare defluire il liquido lungo il tubo del deflussore agendo sulla chiavetta in odo da togliere
completamente l’aria dal deflussore.
8. Tenere pronta la flebo per il collegamento con l’agocannula (direttamente o tramite rubinetto a tre
vie).

MATERIALE PER INCANNULAMENTO VENOSO PERIFERICO


L’accesso venoso periferico è un momento piuttosto comune nella gestione di malati critici. Esso può essere
ottenuto mediante agocannula di diverse misure identificate da un numero e da un colore sempre uguali.
Dal calibro più grosso (che lascia passare cioè un flusso maggiore di liquido al minuto) al più piccolo abbiamo:

14 G à Arancione 20 G à Rosa
16 G à Grigio 22 G à Blu
Pediatrici
18 G à Verde 24 G à Giallo

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Per l’accesso venoso periferico servono nell’ordine:

1. Laccio
2. Agocannula chiesta dal medico
3. Garza con disinfettante
4. Flebo pronta o tappino perforabile
5. Cerotto
6. Eventuale rubinetto a tre vie

PROTEZIONE DAL RISCHIO BIOLOGICO


Anche se la trasmissione tramite puntura accidentale di malattie virali a trasmissione ematica (in prevalenza
Epatite C, B e HIV) è relativamente bassa, grande attenzione deve essere posta nell’utilizzo dei dispositivi
di protezione individuale che devono essere forniti dall’Ente preposto ma devono essere utilizzati dal
lavoratore (e quindi anche dal volontario) pena la decadenza della copertura assicurativa. A maggior ragione,
grande attenzione deve essere prestata al vaneggiamento dei taglienti e degli aghi (siringhe, agocannule
ecc.). Nel caso fortuito di una puntura con materiale usato dobbiamo immediatamente comunicarlo al medico
e presentarsi entro 4 ore dall’evento al Pronto Soccorso in quanto è possibile, nel caso che il paziente sia
positivo ad una delle precedenti malattie, instaurare una profilassi per il possibile contagio. Per questo
motivo non dobbiamo in alcun modo sentirci in colpa o avere vergogna di quanto è accaduto.
Per ridurre al minimo il rischio di puntura accidentale con aghi usati è bene tenere a mente queste semplici
regole:
• Non ritappare mai le siringhe e le agocannule ma gettarle negli appositi contenitori di plastica (rossi o
gialli) presenti in ambulanza.
• In abitazione ritappare con molta cura subito tutti gli aghi facendo attenzione a non sfondare il cappuccio
di plastica con l’ago stesso.
• Non lasciare in abitazione o in strada aghi o taglienti nemmeno tappati
• Non lasciare in abitazione o in strada siringhe contenenti farmaci o fiale piene, compresse ecc…
• Non riutilizzare la stessa siringa usata per iniettare il farmaco nel gommino del deflussore per riaspirare
un farmaco.
• Prediligere agocannule con valvola per iniezione o connettere l’agocannula con un rubinetto a 3 vie in modo
da poter utilizzare la siringa senza ago per iniettare il farmaco ed usare l’ago solo per riaspirare nuovo
farmaco.

ERRORE FARMACOLOGICO
Dal momento che come già detto la preparazione dei farmaci viene spesso delegata al soccorritore da parte
del medico, ritengo importante sottolineare alcuni aspetti di sicurezza.
Molti dei farmaci utilizzati in emergenza sono potenti, rapidi e potenzialmente letali se usati a sproposito.
Per errore farmacologico si intende la somministrazione accidentale di un farmaco diverso da quello che
inizialmente volevamo somministrare a prescindere dal fatto che questo arrechi danno o meno al paziente.
Esistono molti tipi di errore farmacologico, a cominciare dalla preparazione per finire alla somministrazione
vera e propria.
1. Scambio di siringhe: rappresenta l’errore farmacologico più frequente in anestesia (20% di tutti gli
incidenti farmacologici) à non lasciare siringhe sparse senza un corretto “etichettamento” delle
stesse.
2. Scambio di farmaci: 17% degli incidenti farmacologici in anestesia. Esso può essere dovuto a:
- grande numero di farmaci a disposizione
- conservazione dei farmaci fuori dalle confezioni

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- troppi passaggi di mano
- presenza di più nomi commerciali per indicare lo stesso principio attivo
- presenza di confezioni simili per farmaci diversi

Per questo motivo dobbiamo etichettare le siringhe contenenti farmaci soprattutto quando vengano
preparati più farmaci contemporaneamente.
3. Errata diluizione: alcuni farmaci molto potenti, devono (o possono) essere diluiti per poter dosare
meglio la loro somministrazione. Il medico userà il termine “portare a…”per indicare la diluizione
desiderata (ad es. “portare a 10” per indicare che dopo avere aspirato il farmaco in una siringa da 10 ml
si dovrà aspirare tanta Soluzione Fisiologica fino ad arrivare ad un volume totale di 10 ml.).
4. Somministrazione troppo rapida in flebo: una flebo in cui siano stati inseriti farmaci per una
somministrazione in infusione continua deve essere sorvegliata durante il servizio in quanto può essere
chiusa (ad esempio per trasferire in ambulanza il paziente con il coltrino) e riaperta a velocità superiore
al momento dell’arrivo in ambulanza. E’ necessario inoltre scrivere chiaramente sulla flebo il tipo e la
quantità del farmaco contenuto perché sia noto anche a chi prenderà in carico il paziente al momento
dell’arrivo in ospedale.

Alcune regole per la preparazione dei farmaci in sicurezza:


1. non essere sicuri nel preparare i farmaci: la troppa sicurezza e la troppa esperienza inganna.
2. attenzione alla corretta comprensione del farmaco chiesto dal medico: nel dubbio non aver paura di
richiedere il nome
3. attenzione alla corretta individuazione del farmaco nella borsa à leggere sempre 2 volte il nome sulla
fiala
4. attenzione alla corretta preparazione del farmaco specialmente se deve essere diluito
5. attenzione a non scambiare due farmaci soprattutto se richiesti e preparati uno di seguito all’altro à al
minimo dubbio sul contenuto di una siringa non aver paura a gettare via tutto e ripreparare quanto
richiesto.
6. i farmaci devono essere preparati da un solo soccorritore alla valigia (o almeno da un solo soccorritore
alla volta)
7. scrivere sempre sulle flebo il farmaco presente e la sua quantità (1 fiala, 2 fiale ecc.).

MODALITA’ DI CONSERVAZIONE DEI FARMACI

Vi sono alcuni farmaci che devono essere conservati in frigorifero in quanto a temperatura superiore a 20°
perdono la loro attività farmacologica. E’ chiaro che i farmaci che sono tolti dal frigorifero per il loro uso in
servizio devono e possono essere rimessi in frigo al termine dello stesso se non utilizzati, purchè vengano
riposti in tempi brevi.
I farmaci che devono essere conservati in frigorifero sono:
• Adrenalina
• Insulina (Actrapid o Humulin)
• Midarine (non sempre presente in ambulanza)

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ACCESSO VENOSO CENTRALE
Metodica poco usata dal medico d’emergenza territoriale. Le sue indicazioni sono essenzialmente quelle in
cui non è possibile ottenere un accesso venoso periferico e si ha assoluta necessità di somministrare
farmaci endovenosi.
Vantaggi à possibilità di posizionare cateteri venosi che arrivano in Vena Cava Superiore rilasciando i
farmaci in stretta vicinanza al cuore con un effetto rapido e potente.
Si utilizzano vene grandi, centrali sempre presenti anche in coloro che non hanno vene
periferiche.
Svantaggi à Maggiore difficoltà nel posizionamento
Maggiore esperienza del medico
Maggiore dispendio di tempo
Richiesto campo sterile
Possibili danni nel suo posizionamento (es. pneumotorace)

In ambito extraospedaliero abbiamo a disposizione essenzialmente due tipi di catetere centrale:


Cavafix: ha una confezione sterile lunga e trasparente. Il catetere è di colore giallo.
Drum: è un catetere centrale che utilizza una vena periferica riducendo i rischi dell’accesso venoso centrale
vero e proprio (in genere alla piega del gomito) ed è in una confezione rettangolare a forma di un grosso 9.
La loro inserzione prevede l’allestimento di un piccolo campo sterile con guanti sterili, garze sterili, telino
con foro e betadine come disinfettante. A questi dispositivi si collega normalmente il dispositivo a vite del
deflussore normale (detto Luer Lock).

Con questa breve carrellata sull’utilizzo e la preparazione dei farmaci in emergenza non ho inteso in alcun
modo preparare dei “piccoli medici” in grado di sapere quale farmaco utilizzare, quando ed in quale paziente.
Questo ahimè, non è sempre appannaggio neanche del medico più bravo e preparato: la mia intenzione è
stata, ed è, quella di cercare di creare una collaborazione stretta tra il medico d’emergenza ed i
soccorritori, per ottenere quella intesa d’equipe necessaria per rendere al meglio in un campo, quello
dell’emergenza, dove fare bene e fare presto è spesso requisito fondamentale per il buon esito
dell’intervento stesso.

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FARMACI DI USO PIÙ FREQUENTE NELLA RCP

Nome volume note

Adrenalina 1ml in frigo, talvolta da diluire

Atropina 1ml talvolta da diluire

Lidocaina 2% 10ml

Sodio Bicarbonato. 10ml

Dopamina (Revivan) 5ml da diluire in 100 o 250 ml di Sol. Fisiologica

FARMACI DI USO CARDIOLOGICO E RESPIRATORIO

Nome volume note

Carvasin compresse sublinguale

Adalat capsule subinguale

Venitrin 1,5ml da diluire

Nitrosorbide 10ml da diluire

Rytmonorm 20ml

Lasix 2ml

Morfina 1ml da diluire a 10 ml, custodito dal medico

Aminomal 10ml talvolta da diluire in 100 ml. Sol. Fisiologica

Cordarone da diluire in 100 o 250 ml

ALTRI FARMACI DI USO COMUNE IN EMERGENZA

Nome volume note

Anexate 10ml

Narcan 1ml + di 1 fiala nella stessa siringa

Solu-medrol 40, 500,1000,2000 mg in polvere

Bentelan 2 ml da 1,5 e 4 mg

Ventolin erogatore spray

Valium fiale 2ml da diluire

Valium gocce flacone

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