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Timo

Il timo è un organo linfoide primario in quanto in esso i progenitori emopoietici che maturano all’interno del
midollo osseo si differenziano in linfociti T, solo il 5% dei linfociti che arrivano al timo viene però poi riversato
nel sangue in quanto quest’organo rappresenta anche la sede di una selezione cellulare rigorosa durate la
genesi dei linfociti T.
È molto sviluppato nel bambino ed in età prepuberale dopo la quale, a causa della sua sensibilità negativa
agli ormoni steroidei, regredisce progressivamente e viene sostituito da tessuto adiposo anche se
permangono alcuni isolotti di tessuto timici; la produzione di linfociti T sarà pertanto compromessa.
Il timo, impari e mediano, è costituito da due lobi simmetrici e si trova nel mediastino anterosuperiore e,
parzialmente, nello spazio viscerale del collo. Ha colorito che varia dal rosa al giallo a seconda dell’età e
dello stato di infiltrazione adiposa, la superficie è lobulare e pesa 12 grammi alla nascita per poter
raggiungere, in pubertà, i 30 grammi. Ha la forma di una piramide quadrangolare con piramide nel
mediastino e l’apice, diviso in due prolungamenti conoidi detti corni timici, nel collo. Contrae rapporti
anteriormente ed in alto con la faccia posteriore della fascia cervicale media e con i muscoli sottoioidei
mentre in basso con il manubrio ed il corpo dello sterno, i vasi toracici e le estremità sternali dei primi 4-6
spazio intercostali; posteriormente è in rapporto nel collo con la trachea, è incrociato dal tronco venoso
brachiocefalico di sinistra che lo separa dalla arteria succlavia e dalla carotide comune sinistra mentre a
livello mediastinico ha rapporti con la vena cava superiore e l’aorta ascendente; lungo i margini laterali ha
invece rapporto con la pleura mediastinica ed i polmoni. In questa sede il timo non è tenuto da particolari
mezzi di fissità, il foglietto posteriore della porzione mediastinica della fascia cervicale media, andandosi a
fondere con il pericardio, delimita posteriormente la loggia timica che anteriormente è segnata dalla fascia
endotoracica dello sterno a cui il timo aderisce mediante connettivo lasso.
Vascolarizzazione:
Arterie: timiche che originano dalla toracica interna direttamente o indirettamente per mezzo dei suoi rami
pericardicofrenici. La porzione superiore dell’organo è irrorata delle tiroidee inferiori.
Vene: generalmente satelliti delle arterie.
Linfatici: drenano ai linfonodi mediastinici anteriori e tracheobronchiali.
Innervazione: Principalmente destinata ai vasi, proviene dall’ortosimpatico tramite il plesso cardiaco e
parasimpatica dal vago.
Struttura: il timo è un organo lobulare; ciascun lobulo, delimitato da dei setti interlobulari connettivali che si
irradiano dalla parete interna della capsula connettivale che avvolge ciascuno dei due lobi ed in cui
decorrono i casi sanguigni e linfatici, presenta una parte periferica, la sostanza corticale, scura e una parte
centrale, la sostanza midollare, più chiara. Le cellule che riempiono questo parenchima sono:
Linfociti: costituiscono la grande maggioranza della popolazione cellulare del timo e sono stipati nella
midollare, sono cellule piccole il cui citoplasma è quasi completamente occupato dal nucleo che talvolta
appare in mitosi; essi sono presenti anche nella corticale ed intorno ad i capillari, che attraversano per
portarsi nel sangue,ma in misura molto minore. Essi proliferano essenzialmente nella corticale, che
costituisce quindi il centro germinativo, e da qui migrano nella midollare penetrando all’interno dei capillari
e delle venule.
Cellule epiteliali timiche (TEC): dette anche reticolari o stellate, sono elementi molto grandi, con un nucleo
più voluminoso e meno condensato ed un citoplasma più esteso con prolungamenti che vanno a formare,
con quelli di cellule vicine, una rete tridimensionale in cui si raccolgono i linfociti che risultano così isolati
dagli antigeni presenti nel sangue; intorno ai capillari ed alle venule le cellule epiteliali formano una lamina
epiteliale continua che prende il nome di barriera ematotimica, con la funzione di regolare il flusso di antigeni
tra sangue e timo in modo da evitare reazioni immunitarie abnormi. Altre formazioni attribuibili a questa
categoria di cellule sono i corpuscoli di Hassal, gruppi di cellule epiteliali degenerate o invecchiate disposte
concentricamente attorno ad una massarella ialina o granulosa, essi sono più numerosi nella midollare.
Macrofagi: molto meno numerosi rispetto agli altri tipi cellulari, si dispongono generalmente intorno ai vasi
sanguigni, alcuni contengono lifociti apoptotici che non hanno superato le selezioni positive e negative.
DISPOSIZIONE CELLULARE
-CORTICALE ESTERNA cellule nutrici che sono TEC modificate che esprimono IL7 per i timociti con attività
linfoblastica contenuti nelle invaginazioni
-CORTICALE INTERMEDIA cellule epiteliali collegate con le propaggini delle altre tramite desmosomi e tra
le lacune piccoli linfociti stipati.
-CONFINE CORTICOMIDOLLARE ci sono le arteriole che staccano dalle arterie che penetrano nel timo
attraverso i setti lobulari e ramificano in capillari destinati sia alla midollare che la corticale, e le vene che
escono anche a livello di questo confine e si trovano venule ad endotelio alto(HEV) che permettono il
passaggio di linfociti maturi. Più in vicinanza della midollare vi sono i macrofagi che attuano selezione
negativa, cioè riconoscono i linfociti T che riconoscono il self attraverso MHC di classe I.
-MIDOLLARE vi sono i linfociti meno addensati e in fase di selezione positiva(riconoscimento di MHC classe
II) permessa dalle cellule interdigitate dendritiche, cellule TEC, specializzate nel presentare l'antigene e
secernono IL. Vi sono inoltre i corpuscoli di hassal che sono specializzazioni delle cellule epiteliali che si
ritrovano a foma lamellare concentrica a costituire una specie di cipolla la cui rottura può dare origine a cisti,
le cellule qui si ritrovano ossificate, calcificate o necrotiche.
Milza
La milza può essere considerata come un filtro ad elevata capacità discriminativa per le cellule ematiche
circolanti. È infatti capace di distruggere eritrociti o piastrine invecchiati o danneggiati (funzione
emocateretica) per mezzo di cellule fagocitarie, macrofagi, localizzate in uno dei due compartimenti del
parenchima renale, la polpa rossa.
L’altro compartimento, la polpa bianca, costituisce l’ambiente in cui si svolgono le risposte immunitarie di tipo
umorale e cellulare sopratutto dalle guaine linfoidi periarteriolari (PALS) composte da linfociti T, e alla zona
marginale della polpa bianca i linfociti B.
Quest’organo è accolto nella loggia lienale, situata nello spazio sovramesocolico della cavità addominale e si
proietta nella regione dell’ipocondrio sinistro. Questa loggia è delimitata superiormente, posteriormente e
lateralmente dal diaframma, posteroinferiormente dal rene e dal surrene sinistro, anteriormente dalla
flessura colica e dal legamento frenocolico mentre medialmente è aperta e si affaccia sulla faccia posteriore
dello stomaco e sulla coda del pancreas e costiusce parte della faccia laterale della cavità retroepiploica. Ha
la forma di un ovoide appiattito con l’asse maggiore orientato dal dietro all’avanti, dall’alto in basso e da
destra a sinistra; è lunga 13 cm, larga 8 cm e spessa 3 cm mentre il suo peso si aggira sui 180-250 grammi,
dato che può variare a seconda dei momenti funzionali; il colore è rosso scuro. Esternamente è rivestita da
una capsula fibrosa mentre il parenchima è molle; presenta alla descrizione una faccia esterna o
diaframmatica, orientata verso destra e liscia ed una faccia interna, o viscerale, orientata verso destra, che è
percorsa longitudinalmente da un rilievo che la divide in una faccia gastrica, anteriore, ed in una renale
posteriore e in basso e lateralmente prende rapporto con la flessura colica sinistra che va a lasciarli
l'impronta colica a volte definita faccia colica inferiore. Al limite tra il rilievo e la faccia gastrica si trova l’ilo
dell’organo spesso sormontato da un rilievo, la tuberosità lienale. La faccia diaframmatica è in rapporto, con
l’interposizione del diaframma, con la pleura ed il polmone sinistro e con la parete costale; la faccia gastrica
invece è in contatto con il fondo e la faccia posteriore del corpo dello stomaco e, in basso, con la flessura
sinistra del colon mentre quella renale con la faccia anteriore e margine larale del rene e faccia
anterolaterale surrene sinistro. Proiettata nella parete, la milza corrisponde alla 9°, 10° e 11° costa, tra la
linea angoloscapolare
ed ascellare anteriore; il polo superiore si trova in vicinanza della colonna vertebrale a livello della 10°
vertebra toracica mentre quello inferiore non oltrepassa l’arco costale.
La milza risulta essere abbastanza mobile, la sua posizione nella loggia è mantenuta dalla pressione
addominale positiva e da alcuni legamenti peritoneali. Essa è infatti avvolta completamente dal peritoneo
che la abbandona lungo certe linee per portarsi allo stomaco, al pancreas ed al diaframma formando così i
legamenti:
Gastrolienale: che va dal labbro anteriore dell’ilo al fondo dello stomaco.
Pancreaticolienale: che va dal labbro posteriore dell’ilo alla parete addominale posteriore
dove la sierosa ricopre il
pancreas; porta al suo interno i vasi dell’ilo e la coda del pancreas.
Frenicolienale: dipendenza del legamento pancreaticolienale che si porta dall’estremita
superiore della milza e dal
tratto superiore dell’ilo al diaframma.
Vascolarizzazione:
Arterie: arteria lienale, ramo del tronco celiaco, che decorre da destra a sinistra, con
andamento sinuoso, lungo il
margine superiore del pancreas. Durante il suo decorso rilascia rami per stomaco, pancreas e
grande omento, giunta a 5-6 cm dall’ilo si divide nei suoi due rami terminali, superiore ed
inferiore, da cui originano le arterie gastrichebrevi che raggiungono lo stomaco attraverso il
legamento gastrolienale e, dal ramo inferiore, origina anche l’arteria
gastroepiploica sinistra.
Vene: dalla vena lienale che si costituisce da 6-8 rami emergenti dal parenchima, questa dopo
aver ricevuto la vena
gastroepiploica sinistra e la mesenterica inferiore si getta nella vena porta.
Linfatici: si dividono in un plesso superficiale, nella capsula fibrosa, e uno profondo
satellite delle vene.
Fuoriescono dall’ilo e da qui si portano ai linfonodi lienali e pancreatico superiori.
Innervazione:
Seguono i rami dell’arteria gastrolienale e provengono dal plesso celiaco.
Struttura: è delimitata da una capsula fibrosa di connettivo denso, rivestita esternamente dal
peritoneo, contenente una
modesta quantita di fibre elastiche da questa si dipartono spesse trabecole, troppo brevi per
dividere l’organo in lobuli da cui penetrano nel parenchima i vasi; la capsula si approfonda
solo in corrispondenza dell’ilo. Il parenchima è formato da tessuto connettivo reticolare che
per la maggior parte appare di colore rossastro, a causa della gran quantita di sangue e prende
il nome di polpa rossa. Essa è percorsa da vasi di ampio lume e parete sottile, i seni venosi
splenici, e da accumuli di cellule ematiche che si trovano tra di essi e costituiscono i cordoni
splenici. Dispersi nella polpa rossa si trovano poi accumuli di cellule linfoidi che si
presentano come noduli biancastri e costituiscono la polpa bianca separata dalla rossa dalla
zona marginale. Il parenchima e riccamente vascolarizzato: i rami dell’arteria lienale
decorrono lungo le trabecole suddividendosi in rami sempre piu piccoli; raggiunto un diametro di
0,2 mm esse abbandonano le trabecole e vengono circondate da una spessa guaina di tessuto
linfoide(PALS) che circonda direttamente la tonaca media del vaso costituendo la polpa bianca.
Strutturalmente la polpa bianca e formata da linfociti e macrofagi accolti in una fine rete di
fibre collagene formando, ad intervalli regolari, follicoli linfatici di tipo secondario nel
corpuscolo linfatico del malpighi. Alla polpa bianca spettano infatti le funzioni
immunopoietiche della milza, oltre che linfociti si possono in essa trovare anche linfoblasti
nei nuclei germinativi e plasmacellule. Attraversati i follicoli linfatici, o corpuscoli di
Malpighi, le arteriole passano nella polpa rossa dove si suddividono in ciuffi di ramuscoli del
calibro di 15 μm, le arterie penicillari, che a loro volta si suddividono nei capillari con
guscio, piccoli vasi che presentano esternamente all’endotelio un guscio o ellissoide, un
involucro formato da elementi allungati disposti concentricamente rispetto al lume del vaso e
con proprietà macrofagiche. Superato questo tratto provvisto di guscio i capillari penetrano
nella polpa rossa dove si aprono, nella maggior parte dei casi, nei cordoni cellulari (circolo
aperto) o, piu raramente, nei seni venosi della polpa rossa (circolo chiuso). La zona marginale
è composta da reticolo connetivale che accoglie cellule con architettura simile alla polpa
rossa, si ritrova un seno marginale adiacente ai follicoli linfoidi e risulta costituito da una
serie di spazi vascolari appiatitti tra polpa bianca e zona marginale. Un seno cavernoso
perimarginale si trova all'esterno della zona marginale e dove manca il seno marginale è in
rapporto diretto con i follicoli linfoidi. Inteposto fra le guaine linfoidi e i seni marginali,
si ritrovano dei linfociti B disposti come nei cordoni della polpa rossa, e invece interposte
fra i seni marginali e i seni perimarginali si ritrovano cellule dendritiche (APC).
La polpa rossa, preminente rispetto alla bianca, risulta formata da una componente vascolare e
da una parenchimale; quella vascolare è formata, oltre che dalle arteriole della polpa rossa,
dalle arteriole penicillari e dai capillari con guscio, dai seni venosi, ampi canali vascolari
con un endotelio ed una membrana basale caratteristici. Le cellule endoteliali si presentano
allungate secondo l’asse maggiore del vaso e affiancate con ampie fenestrature poligonali
disposte regolarmente a cui ne corrispondono altre sulla membrana basale del vaso che contiene
anche numerose fibre collagene (anulari) disposte perpendicolarmente all’asse vasale. I seni
venosi sono tributari delle vene della polpa rossa a cui fanno seguito le vene trabecolari,
radici della vena lienale. La componente parenchimale della polpa rossa e costituita dai
cosiddetti cordoni della polpa che si organizzano in una rete tridimensionale intorno ai vasi,
essi sono formati da uno stroma reticolare nelle cui maglie trovano posto cellule di vario tipo
come linfociti, macrofagi ed elementi provenienti dal sangue. nella polpa rossa il rapporto tra
linfociti e macrofagi e a favore di questi ultimi, al contrario di quanto avviene nella polpa
bianca e però si distinguono dei cordoni linfoidi della polpa rossa che presentano addensamenti
di linfociti B.djio.

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