Sei sulla pagina 1di 18

GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

Clausole limitative di responsabilità

Assicurazione e clausola claims made


CASSAZIONE CIVILE, Sez. III, 15 marzo 2005, n. 5624
Pres. Fiduccia - Rel. Talevi - P.M. Napoletano (diff.) - Soc. Axa Assicurazioni c. P. ed altri

Assicurazione (contratto di) - Responsabilità civile - Sinistro - Fatto accaduto durante la vigenza del contratto - Polizza
claims made - Contratto atipico - Liceità.
(c.c. art. 1917)

Nel contratto di assicurazione della responsabilità civile il sinistro, in base al quale sorge l’obbligo per
l’assicuratore di tenere indenne l’assicurato di quanto da lui dovuto al danneggiato, si identifica con
il fatto accaduto durante il tempo dell’assicurazione e non nella richiesta da parte del danneggiato,
sicché la clausola c.d. claims made, atta a limitare la copertura ai sinistri denunciati nel corso della vi-
genza contrattuale, non rientra nella fattispecie tipizzata dal legislatore, ma integra un contratto ati-
pico pienamente lecito.

Assicurazione (contratto di) - Responsabilità civile - Polizza claims made - Clausola limitativa della responsabilità -
Vessatorietà - Sussistenza.
(c.c. artt. 1341, 1917)

Poiché limita la responsabilità a carico dell’assicuratore predisponente, risolvendosi nella mancata co-
pertura di rischi per i quali solitamente ci si assicura, la clausola c.d. claims made è vessatoria, sicché
per la sua efficacia è necessaria la specifica sottoscrizione da parte dell’assicurato.

Svolgimento del processo tuito il libretto, perché sottoposto alla misura della cu-
Nell’impugnata decisione lo svolgimento del processo è stodia cautelare; che a seguito di richiesta del P. il B. D.
esposto come segue. N. comunicava che il deposito relativo al suddetto Falli-
“Con citazione notificata in data 8/5/1996 la curatela del mento risultava estinto in data 30/9/1992; che a seguito
Fallimento L. G. s.n.c. e dei soci, premesso che con sen- di specifica istanza del nuovo Curatore il B. D. N. forni-
tenza n. 344/1983 il Tribunale di Napoli aveva dichiara- va alcuni documenti, tra cui l’estratto dei movimenti re-
to il fallimento della s.n.c. L. G. e C. e dei suoi soci, no- lativi alle operazioni di prelevamento ed accredito sul
minando curatore l’avv. A. P.; che a seguito della istitu- predetto libretto; che dall’esame di tale estratto era
zione del Tribunale di Torre Annunziata la procedura era emerso che su tale libretto erano stati effettuati depositi
stata trasferita al Tribunale di nuova istituzione; che a se- ed accrediti di interessi per complessive lire
guito di provvedimento preso dal Tribunale il P. veniva 1.185.293.809, cui corrispondevano prelevamenti non
sostituito dal nuovo Curatore G. G.; che dall’esame del- giustificati, tali da determinare la chiusura del conto alla
la documentazione il nuovo Curatore accertava che il P., data del 30/9/1992; che il B. D. N., quale istituto deposi-
nell’allora qualità di Curatore, aveva aperto presso il B. tario, si era reso inadempiente ai suoi obblighi, non
D. N., Agenzia di Castelcapuano, un libretto di deposito avendo osservato la normativa disciplinante i libretti e i
nominativo intestato a Fall. Proc. 344/1983 P. Fall. L.; depositi a risparmio; che anche il P., nella sua qualità di
che sul frontespizio del libretto vi era l’annotazione “fir- curatore fallimentare, aveva violato i doveri inerenti
ma singola curatore avv. A. P.”; che su detto conto l’ufficio e principalmente il dovere nascente dal princi-
avrebbero dovuto transitare tutte le liquidità che il P. an- pio di intrasmissibilità delle funzioni e il dovere di dili-
dava a realizzare; che con missiva del 17/7/1994 indiriz- genza nell’assolvimento del suo incarico, omettendo al-
zata al G. D. del Tribunale di Torre Annunziata il P. co- tresì di presentare il conto della propria gestione; tanto
municava che, il libretto bancario sul quale erano state premesso, conveniva in giudizio innanzi al Tribunale di
depositate le somme ricavate dalla vendita di beni mo- Torre Annunziata il B. D. N. S.p.A. e l’avv. A. P. per sen-
bili ed immobili del fallimento era in possesso del rag. G. tire ordinare al primo di rendere il conto della gestione
D. C., delegato al fine di effettuare, mediante consegna del suddetto deposito e, di conseguenza, per sentirlo con-
alla Banca, l’aggiornamento degli interessi maturati sul- dannare - previa declaratoria della sua responsabilità -
le somme in deposito, il quale, però non aveva più resti- alla restituzione della somma di lire 1.185.293.809, oltre

DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005 1071


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

interessi, svalutazione monetaria e danni derivati dalla filo il primo giudice aveva errato nel ritenere rientrante
mancata disponibilità delle somme, e per sentire con- nell’ambito della copertura assicurativa il sinistro de quo
dannare il secondo - previa dichiarazione della sua re- in quanto non aveva tenuto conto del fatto che l’art. 6,
sponsabilità per non avere adempiuto ai doveri del pro- lett. a), delle Condizioni Particolari escludeva la garan-
prio Ufficio - a risarcire il fallimento dei danni a lui im- zia assicurativa per i danni causati da dolo dell’assicurato
putabili per la cattiva gestione del conto di deposito. In- o dei suoi associati e, in generale, di ogni persona che -
stauratosi il contraddittorio, il B. D. N. impugnava l’as- come appunto il D. C. - al momento del fatto non fosse
sunto attoreo, sostenendo che doveva ritenersi la esclu- alle dirette dipendenze dell’Assicurato con rapporto di
siva responsabilità del curatore in forza del principio del- lavoro subordinato o di apprendistato.
la causalità giuridica, in quanto un comportamento dili- La sentenza veniva impugnata anche dal B. D. N., che,
gente del curatore avrebbe impedito il danno. Pertanto, premesso di avere concluso una transazione con la Cura-
il Banco chiedeva il rigetto della domanda e in subordi- tela e di essere, pertanto, succeduta nei diritti e nelle ra-
ne la declaratoria della responsabilità del Banco in misu- gioni di questa nei confronti del P., affermava la sua le-
ra non superiore al 50%; in ogni caso spiegava domanda gittimazione ad impugnare e chiedeva le riforma della
riconvenzionale e di garanzia per ottenere la condanna sentenza nella parte in cui non conteneva l’affermazione
del P. a rivalerlo di tutto quanto fosse obbligato a corri- della esclusiva responsabilità del P. nella produzione del
spondere a qualsiasi titolo alla curatela. Si costituiva an- danno al Fallimento, verificatosi per negligenza nella cu-
che il P., che si dichiarava assolutamente estraneo ai fat- stodia del deposito fallimentare da parte del P., che non
ti narrati dalla curatela, sostenendo che la responsabilità avrebbe dovuto avvalersi dell’opera del D. C. senza l’au-
degli stessi doveva ascriversi unicamente al B. D. N., per torizzazione del giudice delegato e non gli avrebbe dovu-
aver violato gli obblighi inerenti al contratto di deposito to consegnare il libretto.
e per essersi sottratto alla richiesta di rendiconto. Il P. Anche il P. si costituiva e proponeva appello incidenta-
chiedeva, comunque, di poter chiamare in causa la U. I. le per i seguenti motivi: a) il B. D. N., avendo pagato a
A. al fine di essere tenuto indenne dalle conseguenze di soggetto non legittimato, doveva essere ritenuto il solo
una statuizione di responsabilità nei suoi confronti. Au- responsabile, in quanto il comportamento del P. non po-
torizzata la chiamata in causa dell’U. I. S.p.A., questa si teva essere assunto come concausa dell’evento dannoso,
costituiva tempestivamente, eccependo la mancata ope- ma solo una occasione, priva di efficienza causale, in ap-
ratività della garanzia assicurativa. Nel corso del giudizio plicazione del principio della causalità giuridica; b) il
la curatela fallimentare e il B. D. N. stipulavano atto di giudice di primo grado, preso atto della rinuncia da par-
transazione, con contestuale cessione al B. D. N. dei di- te del Fallimento - attore alla domanda principale,
ritti e delle ragioni di credito vantate dalla curatela nei avrebbe dovuto dichiarare cessata la materia del conten-
confronti del precedente curatore A. P. Con sentenza dere tra tutti i convenuti, avendo efficacia nei confronti
depositata in data 16/3/2000 il Tribunale di Torre An- di tutte le parti la rinuncia all’azione; c) non ricorrevano
nunziata dichiarava cessata la materia del contendere tra i presupposti dell’art. 111 c.p.c., non essendo esso appli-
la curatela del Fallimento e il B. D. N. e condannava il cabile in caso di cessione della res litigiosa da parte del-
P. al pagamento in favore del B. D. N. della somma di li- l’attore, con conseguente esclusione della successione
re 499.681.381. Inoltre, per effetto della riconosciuta del B. D. N. nella posizione sostanziale e processuale del
operatività della garanzia assicurativa, condannava la proprio “dante causa” di talché il giudice non poteva
Società U. I. S.p.A. a tenere indenne il P. dall’obbligo prendere in esame ed accogliere, sia pure in parte, una
del suddetto pagamento in favore del B. D. N. ed al rim- domanda che, in quanto nuova e non modificabile, era
borso in favore del P. delle spese di giudizio, che liquida- da considerare inammissibile, anche perché, non essen-
va in complessive lire 12.260.000. Avverso la sentenza do stata notificata la cessione dei diritti al debitore cedu-
proponeva appello la società A. A. S.p.A. (in qualità di to, non poteva parlarsi di successione neppure sotto tale
incorporante la Società U. I. S.p.A.), deducendo che il profilo; d) inoltre, erroneamente il primo giudice aveva
giudice di prime cure in sede di interpretazione dell’art. riconosciuto al B. D. N. non già il presunto credito ce-
2 del contratto di assicurazione, era erroneamente per- duto, che peraltro era indeterminabile per la mancanza
venuto alla conclusione che non erano coperti dalla ga- di prova documentale dei prelievi, ma il corrispettivo
ranzia assicurativa solo quei sinistri per i quali era già sta- pagato per la transazione...”.
ta presentata al professionista richiesta di risarcimento Con sentenza 1-28.2.2001 la Corte d’appello di Napoli,
antecedente alla stipula del contratto e quindi verificati- definitivamente pronunciando sugli appelli avverso la
si in epoca anteriore alla stipula del contratto. Sostene- sentenza n. 522/200, emessa dal Tribunale di Torre An-
va, invece, l’appellante che il citato art. 2 avrebbe dovu- nunziata in data 16/3/2000, proposti dalla S.p.A. A. A.,
to essere interpretato nel senso di una copertura assicu- da P. A. e dal B. D. N., rigettava gli appelli e compensa-
rativa solo per quei sinistri per i quali il terzo danneggia- va le spese del grado di giudizio.
to avesse formulato richiesta di risarcimento nel periodo Contro questa decisione ha proposto ricorso per cassa-
di efficacia cronologica del contratto di assicurazione. zione la A. A. S.p.A.
Deduceva ancora l’appellante che anche sotto altro pro- Ha resistito con controricorso l’avv. A. P.

1072 DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

Ha resistito con controricorso ed ha proposto ricorso in- quanto questi, in conseguenza del fatto accaduto duran-
cidentale il B. D. N. - Filiale di Napoli est. te il tempo dell’assicurazione, dovrà pagare ad un terzo,
L’A. A. S.p.A. ha depositato memoria. in dipendenza della responsabilità dedotta in contratto”.
Anche il B. D. N. - Filiale di Napoli est. ha depositato Da tale circostanza si può infatti dedurre che il Legisla-
memoria. tore italiano prenda in considerazione, per dare discipli-
na al tema dell’assicurazione della responsabilità civile,
Motivi della decisione il fatto che produce il danno e che fa sorgere, di conse-
Anzitutto va disposta la riunione dei ricorsi. guenza, l’obbligo a carico dell’assicuratore. La problema-
Con il primo motivo di ricorso la ricorrente principale tica principale al riguardo, invero, è stata quella di stabi-
A. A. S.p.A. denunciava “violazione e falsa applicazio- lire quale sia effettivamente questo “fatto” ingenerante
ne di norme di diritto in tema di interpretazione del la responsabilità civile professionale dell’assicurato: for-
contratto e, in particolare, dell’art. 2 delle C.G.A.” se l’errore professionale che origina il sinistro? Oppure
esponendo doglianze che possono essere sintetizzate co- l’evento dannoso conseguente che può dar luogo ad una
me segue. Ogni dubbio viene eliminato, dalla lettura del richiesta di risarcimento? O, eventualmente, la stessa ri-
contratto di assicurazione richiamato, nel quale, all’art. chiesta di risarcimento? Per cogliere tutta la difficoltà
2 delle condizioni generali di assicurazione, si stabilisce, del problema è sufficiente por mente al fatto che il sini-
sotto l’epigrafe “...Inizio e termine della garanzia” che stro, inteso come fatto dannoso, può a sua volta artico-
“...L’assicurazione vale per le richieste di risarcimento larsi in più “fasi”. È quanto si verifica generalmente nel-
presentate per la prima volta all’Assicurato nel corso del le assicurazioni della responsabilità civile dei professio-
periodo di assicurazione...”. Da ciò si desume pacifica- nisti, nelle quali può trascorrere un periodo più o meno
mente come la pretesa di manleva ex adverso avanzata in lungo dal momento in cui si verifica il fatto idoneo a
giudizio fosse destituita di ogni giuridico fondamento, e produrre il danno al momento in cui il danno si produ-
non poteva essere diversamente, trattandosi, nel caso di ce o si manifesta; e non è quindi sempre agevole indivi-
specie, di un contratto di assicurazione - a suo tempo sti- duare il momento in cui si è verificato il fatto che è al-
pulato tra la ricorrente Società e l’Avv. P. - rientrante l’origine del danno. È da tenersi in debita considerazio-
nella tradizionale impostazione della responsabilità civi- ne che, tuttavia, tale diatriba - nata originariamente so-
le di derivazione anglosassone, improntata sul principio prattutto in relazione alla necessità di determinare la de-
del claims made, principio, quest’ultimo, che tuttavia, correnza del termine annuale di prescrizione dell’azione
per essere spiegato in modo sufficientemente completo dell’assicurato contro l’assicuratore - risulta essere stata
ed esaustivo, necessita di un preliminare approfondi- superata definitivamente dall’art. 2952 c.c. che, avendo
mento di carattere giuridico. La tecnica assicurativa - fissato una volta per tutte la decorrenza di questo termi-
partendo da una evidente necessità di conformarsi, pri- ne dalla richiesta del terzo, ha, implicitamente, risolto la
ma di ogni cosa, al dettato di cui all’art. 1917 c.c. - ha questione di principio. Infatti da questa disposizione, ol-
predisposto due differenti tipologie di architettura con- tre che dalla definizione che dell’assicurazione della re-
trattuale onde pervenire alla copertura di siffatta tipolo- sponsabilità civile dà l’art. 1917, si evince anche la de-
gia di rischio all’interno di un ben determinato lasso terminazione del momento in cui nasce il diritto dell’as-
temporale: quella c.d. del loss occurrence (in italiano, sicurato verso l’assicuratore e il concetto di sinistro nel-
“insorgenza del danno”) e quella del c.d. claims made (in l’assicurazione della responsabilità: non la semplice na-
italiano, “a richiesta fatta”). La prima - più risalente ed scita dell’obbligazione a carico del patrimonio dell’assi-
ormai quasi interamente scomparsa dal mercato - pren- curato, ma la pratica certezza di essere chiamato a soddi-
de a base, al fine di addivenire all’esatta delimitazione sfarla mette l’assicurato nella necessità di invocare la ga-
temporale dell’oggetto del contratto, la data di verifica- ranzia promessa e l’assicuratore in condizione di assume-
zione del comportamento colposo posto in essere dal- re la direzione della lite e dei rapporti col terzo. È la stes-
l’assicurato, che pertanto, per essere ritenuto in garan- sa legge quindi, ove correttamente interpretata, ad iden-
zia, deve avvenire necessariamente nel periodo inter- tificare la “...richiesta di risarcimento...con il fatto acca-
corrente tra il momento di inizio di efficacia e quello di duto durante il tempo dell’assicurazione...” dal quale ul-
cessazione degli effetti del contratto, indipendentemen- timo scaturisce l’obbligazione di tenere indenne l’assicu-
te dal fatto che la connessa richiesta di risarcimento del rato di quanto questi dovrà pagare ad un terzo: in prati-
danno, da parte del terzo danneggiato, si manifesti in ca, la richiesta di risarcimento del danno coincide, di
pendenza di siffatto periodo o, invece, successivamente. fatto, con il termine “...sinistro...” di cui all’art. 1882
La seconda - che si concreta nelle polizze attuali di re- c.c., che provoca all’assicurato il danno del quale l’assi-
sponsabilità civile professionale del tipo claims made pre- curatore si obbliga a rivalere il cliente. L’introduzione
senti sul mercato - si basa invece - contrariamente a del sistema assicurativo del claims made, quindi, non ha
quanto sostenuto dalla Corte d’appello di Napoli - su fatto altro che recepire - per cosi dire, contrattualizzan-
una diversa ed ugualmente corretta lettura dell’art. 1917 dola - una corretta interpretazione della disciplina del
del codice civile, ove appunto si stabilisce che “...l’assi- codice civile in tema di assicurazione della responsabi-
curatore è obbligato a tenere indenne l’assicurato di lità civile. Si evidenzia inoltre, per mero tuziorismo di

DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005 1073


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

difesa, che tale clausola, costituisce, ben vero, una espli- pervenute dopo la cessazione del contratto. Questo tipo
cita estensione di garanzia in favore dell’assicurato. La di estensioni sono note ai cultori della materia come
polizza, come si è detto, comprende, infatti, tutte le ri- “sunset clause” (in italiano, “clausole del tramonto”). Ta-
chieste di risarcimento pervenute all’assicurato durante le clausola peraltro - e non poteva essere diversamente
il periodo di validità del contratto stesso. L’assicuratore, data l’architettura contrattuale della polizza in riferi-
pertanto, acquisisce in copertura tutti i danni potenzial- mento - è presente anche nel contratto di assicurazione
mente già in corso, causati in conseguenza di errori pro- illo tempore sottoscritto dalle parti, ove all’art. 3 delle
fessionali precedentemente posti in essere e non ancora C.G.A. Ma la richiesta di proroga della garanzia ivi pre-
conosciuti dal professionista, che altrimenti resterebbe- vista non è stata formulata dall’avv. P. - cancellatosi nel-
ro fuori dalla garanzia assicurativa prestata. Inoltre - al- l’occasione, su propria domanda, sia dall’Albo degli Av-
tro motivo di vantaggio per l’assicurato - anche in caso vocati di Napoli, sia dall’Albo Nazionale dei Cassazio-
di successione di più assicuratori, il “sinistro” inciderà nisti -, riconoscendo espressamente la cessazione del
necessariamente su una sola polizza: in questa prospetti- contratto a far data dal 28/02/1995. La Corte d’appello
va la formulazione del claims made appare più adatta a di Napoli, nonostante l’inequivocabile contenuto te-
dare copertura a sinistri la cui origine può non avere da- stuale del contratto, che trova riscontro vieppiù, come
ta certa, come spesso può accadere, nel campo della re- ut supra affermato, nella realtà effettuale e nella cono-
sponsabilità civile del professionista. Oltre alla maggio- scenza e coscienza del contesto sociale, ha ritenuto, vi-
re chiarezza del rapporto, l’assicurato, tra l’altro, può go- ceversa e sorprendentemente, che la garanzia, nel caso
dere vieppiù dei seguenti vantaggi: la richiesta di risarci- che ci occupa, dovesse considerarsi operante. Nell’inter-
mento cade (ovviamente) proprio nel periodo assicura- pretazione delle clausole contrattuali, il giudice di meri-
to e quindi il capitale in garanzia su cui incide la richie- to, allorché le espressioni usate dalle parti fanno emer-
sta è più congruo rispetto alle aspettative di quanto ac- gere in modo immediato la comune volontà delle me-
cadrebbe con una polizza che prenda a riferimento la da- desime, deve arrestarsi al significato letterale delle paro-
ta in cui il comportamento imperito e/o negligente è le e non può ripiegare su ulteriori criteri ermeneutici il
stato posto in essere: in quest’ultima ipotesi, per danni ricorso a quest’ultimi criteri (fuori dall’ipotesi di ambi-
risalenti ad epoca remota, la somma a suo tempo conve- guità della clausola) doveva avere come presupposto la
nuta può non essere sufficiente, al momento in cui vie- rigorosa dimostrazione dell’insufficienza del mero dato
ne richiesto il risarcimento, per coprire tutto le conse- letterale ad evidenziare in modo soddisfacente la vo-
guenze dovute a fenomeni - ad esempio - di tipo inflatti- lontà dei contraenti: dimostrazione che nella parte mo-
vo, a mutamenti di indirizzo della Magistratura et similia; tiva della sentenza oggetto della presente impugnazione
immediata identificazione dell’assicuratore competente è del tutto carente (rectius inesistente). Privo di rilievo,
a procedere alla liquidazione dell’indennizzo, senza ne- appare, altresì, la tesi della Corte d’appello di Napoli ad
cessità, per l’assicurato, di andare a cercare la polizza col- una spiegazione che, aderendo alle tesi interpretative
pita da sinistro tra i vecchi documenti assicurativi; as- prospettate dalla Società ricorrente - in altri e più elo-
sunzione in rischio di tutta l’attività professionale già quenti termini il sacrosanto dato letterale - “si perver-
posta in essere prima della di stipulazione della polizza. rebbe a conclusioni che mal si conciliano con la natura
Per accertare che quanto ut supra argomentato da questa di contratto aleatorio del contratto di assicurazione, affi-
difesa risponde a sacrosante ed incontestabili verità ef- dandosi alla disponibilità o al calcolo delle parti il far
fettuali, è sufficiente fare riferimento, come fatto con- rientrare un dato evento nella copertura assicurativa,
cludente, alla realtà del mercato assicurativo italiano e, che vi sarebbe o sarebbe esclusa in dipendenza della
in particolare, al testo della polizza R.C. professionale il- scelta operata da un soggetto e del tutto sganciata dal
lo tempore elaborata dall’A. - A. N. T. L. I. A., che è di fatto colposo e dal periodo in cui lo stesso ebbe a verifi-
riferimento per tutti gli operatori del settore assicurativo carsi”. Ed infatti, innanzitutto si è dimostrato come sia
-, a cui si ispira pedissequamente anche la polizza a suo proprio il codice civile a rendere coincidenti, in base al
tempo rilasciata dalla U. I. A. S.p.A. all’Avv. P. Circo- combinato disposto di cui agli artt. 1917 e 2952 c.c., il
stanza questa pacifica, incontestata ed incontestabile, concetto di “...sinistro...” con quello di “...richiesta di ri-
nelle coscienze e conoscenze di chi si interessa a vario ti- sarcimento del danno”. In secondo luogo, è assoluta-
tolo della materia de qua, ivi compresa la migliore dot- mente erroneo ravvisare l’alea e l’incertezza ad essa cor-
trina e giurisprudenza, in una con il legislatore naziona- relative nella pretesa del terzo. Se il rischio garantito at-
le e sovranazionale. Solo per il tramite di specifiche ed tiene al pregiudizio del patrimonio dell’assicurato in
espresse estensioni contrattuali da accordarsi per mezzo quanto può insorgere a suo carico un ‘obbligazione di re-
di appositi appendici, se non addirittura con polizza au- sponsabilità, l’alea riposa nella incertezza di questo fatto.
tonoma, ed in ogni caso con il pagamento di un congruo Del resto il fatto per cui il danneggiato non faccia vale-
sovrappremio le imprese di assicurazione operanti sul re la sua pretesa può avvenire anche rispetto a rischi in
mercato italiano (e non solo) si determinano a dare la ordine ai quali il contratto non adotta la clausola in og-
copertura assicurativa - nell’ipotesi, quale quella di spe- getto: ma questa incertezza sulle iniziative del danneg-
cie, di claims made - anche alle richieste di risarcimento giato non attiene all’alea propria del rischio garantito.

1074 DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

Il motivo non può essere accolto in quanto la motivazio- zione di “fatto” ovvero di sinistro (valida anche nell’am-
ne esposta dalla Corte d’appello è immune dai vizi de- bito dell’art. 1917 c.c.) come quella sostenuta dalla tesi
nunciati. criticata.
Anzitutto non appare condivisibile la tesi in diritto (pe- In conclusione va enunciato il seguente principio di di-
raltro opposta a quella sostenuta nell’atto di appello ove ritto: il contratto di assicurazione della responsabilità ci-
si ammette la difformità della tesi in esame rispetto alla vile con la clausola claims made non rientra nella fatti-
previsione normativa; v. infatti a pag. 7 ove si legge: “...si specie astratta tipica prevista dall’art. 1917 c.c., ma co-
perviene alla, unica possibile, conclusione, e cioè che le stituisce un contratto atipico (da ritenersi in linea gene-
parti hanno convenuto che la garanzia assicurativa, in rale lecito ex art. 1322 c.c.).
difformità a quanto previsto dall’art. 1917, 1° comma, Una volta assodata la mancanza di pregio della tesi in-
cod. civ., fosse operante solo per quei sinistri per i quali il terpretativa dell’art. 1917 cit. proposta dalla A. A.
terzo danneggiato avesse formulato richiesta di risarci- S.p.A., si deve stabilire se la Corte d’appello abbia in
mento nel periodo di efficacia cronologica del contratto qualche modo violato le norme ermeneutiche ed in par-
di assicurazione...”; trattandosi di tesi in diritto, ciò non ticolare il principio in claris non fit interpretatio.
comporta peraltro inammissibilità per novità della do- Occorre rilevare anzitutto che in tema di interpretazione
glianza) secondo la quale sarebbe la stessa legge ad iden- del contratto l’art. 1362 c.c. pone il principio non del-
tificare la “...richiesta di risarcimento...” con il “...fatto l’interpretazione letterale bensì della ricostruzione della
accaduto durante il tempo dell’assicurazione”; e ciò in volontà delle parti, in ordine alla quale il tradizionale e
quanto: non codificato principio in claris non fit interpretatio (sul
- A) nel primo comma dell’art. 1917 c.c. il legislatore usa fatto che non si sia di fronte ad una delle regole legali di
l’espressione “...fatto accaduto durante il tempo dell’assi- ermeneutica appare concordare anche il ricorrente, il
curazione...” palesando così l’intento di far riferimento al quale però sostiene che la chiarezza ed univocità del te-
fatto di cui l’assicurato deve rispondere civilmente (la sto contrattuale rende inammissibile il ricorso a criteri
lettera della norma appare evidente in tal senso); ermeneutici sussidiari) postula che la formulazione te-
- B) sempre nel primo comma di tale articolo si stabilisce stuale sia talmente chiara da precludere la ricerca di una
che “...Sono esclusi i danni derivanti da fatti dolosi...”; il volontà diversa; ma la sussistenza di tale chiarezza costi-
che evidenzia in modo ancor più evidente che il “...fatto tuisce peraltro propriamente il thema demonstrandum, e
accaduto...” è il “fatto” di cui l’assicurato deve risponde- non già premessa argomentativa di fatto (v. Cass. n.
re; 12957 del 13/07/2004); ciò significa che per poter rite-
- C) il precedente art. 1913 c.c. (facente parte della me- nere (sostanzialmente) operante detto principio occorre
desima sezione II, “Dell’assicurazione contro i danni”), (comunque) prima affrontare e risolvere il problema del-
allorquando impone all’assicurato l’onere di “...dare av- la sussistenza o meno di tale chiarezza ed univocità; ed il
viso del sinistro all’assicuratore o all’agente...entro tre legislatore ha attribuito al giudice di merito il potere-do-
giorni da quello in cui in sinistro si è verificato o l’assicu- vere di stabilire se la comune intenzione delle parti risul-
rato ne ha avuto conoscenza...” identifica indubbiamen- ti in modo certo ed immediato dalla dizione letterale del
te detta data iniziale (dalla quale decorre il termine di tre contratto (cfr. Cass. n. 511 del 20/01/1984); in altri ter-
giorni) facendo riferimento al fatto predetto (ed usando mini costituisce questione di merito, rimessa al giudice
quindi l’espressione “sinistro” come sinonimo di “fatto” competente, valutare il grado di chiarezza della clausola
inteso nel senso ora esposto) e non alla richiesta di risar- contrattuale, ai fini dell’impiego articolato dei vari crite-
cimento da parte del danneggiato (tale interpretazione è ri ermeneutici; e deve escludersi quindi che nel giudizio
sempre stata sostanzialmente pacifica); di cassazione possa procedersi a una diretta valutazione
- D) il precedente art. 1914 c.c. prevede per l’assicurato della clausola contrattuale, al fine di affermare od esclu-
un obbligo di salvataggio che incontestabilmente sorge dere la legittimità del ricorso da parte del giudice di me-
semplicemente in conseguenza del fatto (nel senso pre- rito ad ulteriori canoni ermeneutici (cfr. Cass. n. 13456
detto) e quindi prima della richiesta di risarcimento da del 9/10/2000: “Costituisce questione di merito, rimessa
parte del danneggiato ed a prescindere da questa. al giudice competente, valutare il grado di chiarezza del-
Alle decisive argomentazioni fondate su tali norme non la clausola contrattuale, ai fini dell’impiego articolato
vale opporre il sopra citato contenuto dell’art. 2952 c.c. dei vari criteri ermeneutici; deve escludersi quindi che
(evidentemente la parte ricorrente intende alludere al nel giudizio di cassazione possa procedersi a una diretta
terzo comma) in quanto questa norma ha diverso ogget- valutazione della clausola contrattuale, al fine di esclu-
to e diversa ratio, essendo volta solo a stabilire la decor- dere la legittimità del ricorso da parte del giudice di me-
renza del termine di prescrizione dei diritti dell’assicura- rito al canone ermeneutico del comportamento succes-
to nei confronti dell’assicuratore; non c’è quindi da stu- sivo delle parti”).
pirsi che a tali particolari fini il legislatore abbia scelto di Nella specie la Corte di merito ha chiaramente ritenuto
dare rilevanza alla richiesta di risarcimento fatta dal dan- insussistenti la chiarezza ed univocità suddette (come si
neggiato all’assicurato (od al fatto che sia stata promossa evince, tra l’altro, in particolare, dall’uso del termine
l’azione); e non si può pertanto da essa dedurre una no- “...infelice...” con riferimento alla “...formulazione lette-

DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005 1075


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

rale usata...”; v. a pag. 10); ed ha fondato la propria in- mostrare (caso per caso) l’affermazione che l’assicura-
terpretazione su considerazioni concernenti, oltre che zione claims made copre (in misura maggiore o minore)
detta formulazione, sia il contenuto di altre parti del i fatti dannosi antecedenti alla stipulazione del contrat-
contratto sia “...la natura di contratto aleatorio del con- to; va rilevato che detta affermazione potrebbe comun-
tratto di assicurazione...”, esponendo una motivazione que avere solo un rilievo essenzialmente statistico e pro-
basata essenzialmente su tipiche valutazioni di merito babilistico; e che appare in ogni caso ben difficilmente
che si sottraggono al sindacato di legittimità in quanto ipotizzabile l’ipotesi che vengano coperti effettivamen-
immuni dai vizi logici e giuridici specificamente e ritual- te tutti i fatti antecedenti (purché la richiesta di risarci-
mente denunciati (ovviamente questa Corte Suprema mento sia stata fatta nel periodo di efficacia del contrat-
non può prendere in esame doglianze non specificamen- to), tra l’altro in quanto ciò implicherebbe che nella
te e ritualmente esposte). specie è da escludere con certezza che l’assicurato, al
Non sembra inutile aggiungere quanto segue circa la te- momento della stipulazione del contratto, fosse effetti-
si della parte ricorrente secondo la quale si sarebbe di vamente a conoscenza di qualche possibile suo compor-
fronte ad “...una esplicita estensione di garanzia in favo- tamento produttivo di danno risarcibile. Con riferi-
re dell’assicurato...” (v. a pag. 15 del ricorso): si ipotizzi mento alla parte finale del rapporto assicurativo, va poi
che un soggetto, con riferimento alla sua responsabilità rilevato che più ci si avvicina al termine di questo, più
professionale, preveda di correre ingenti rischi nei suc- aumenta la possibilità che fatti che l’assicurato vorreb-
cessivi cinque anni; se si assicura con la clausola loss oc- be coperti dall’assicurazione si trovino invece ad essere
currence per tale quinquennio ottiene facilmente e chia- scoperti in quanto in relazione ad essi il danneggiato
ramente una assicurazione esattamente rispondente al- presenta la richiesta di risarcimento dopo il termine
le sue esigenze; se invece si assicura con la clausola medesimo. È appena il caso di accennare infine al fatto
claims made tale corrispondenza (specialmente tempo- che ogni considerazione e previsione in materia è com-
rale) diviene più difficile, in quanto, dato il (general- plicata dalla concreta possibilità che danneggiato e
mente) variabile ed imprevedibile lasso di tempo inter- danneggiante trovino una concordanza di interessi e
corrente tra il fatto (nel senso suddetto) e la richiesta di quindi un accordo in ordine al momento in cui il primo
risarcimento del danneggiato all’assicurato, è difficile deve procedere a detta richiesta allo scopo di farla rien-
stabilire un quinquennio di assicurazione claims made trare nel periodo assicurato. In conclusione proprio in
suscettibile di coprire integralmente il quinquennio di quanto il contratto di assicurazione per responsabilità
rischio previsto (a meno di ricorrere ad un periodo di as- professionale con la clausola claims made non rientra
sicurazione claims made più lungo od a sunset clauses; nella tipica fattispecie astratta prevista dal legislatore,
corrispondendo però premi più elevati); ed anche se riu- ma costituisce un contratto atipico e quindi suscettibile
scisse a risolvere il problema, la sua tutela assicurativa di variare notevolmente da caso a caso, ogni questione
non sarà identica; infatti, con riferimento ai fatti (inte- al riguardo (compresa quella circa la vessatorietà o me-
si sempre nel senso predetto) avvenuti prima del perio- no della clausola di cui al motivo di ricorso successivo)
do di assicurazione claims made ma con la richiesta di ri- va affrontata caso per caso in relazione al concreto con-
sarcimento presentata nel periodo, va rilevata l’insoste- tenuto del singolo contratto in questione (e, tra l’altro,
nibilità della tesi secondo cui sarebbero tutti comunque al particolare tipo di responsabilità professionale ogget-
coperti. Tale tesi omette infatti di considerare tutte le to di assicurazione).
problematiche (concernenti la sussistenza del rischio ri- Quanto sopra esposto, oltre che a confermare l’inaccet-
sarcibile e la buona fede) relative alla conoscenza dei tabilità della sopra citata tesi in diritto della parte ricor-
fatti stessi da parte dell’assicurato; non a caso gli assicu- rente, serve anche e soprattutto a dimostrare come tutte
ratori, nel predisporre le clausole del contratto, limitano le argomentazioni della A. A., generiche e talora apodit-
talora la loro responsabilità ai fatti (intesi nel senso sud- tiche circa il contratto con clausola claims made in gene-
detto) accaduti nell’anno o nei due anni precedenti al- rale (nel senso che non viene prospettato un rituale e
la conclusione del contratto; e non a caso nell’assicura- specifico elenco delle caratteristiche asseritamente ge-
zione claims made viene generalmente richiesto all’assi- nerali e comuni di tale contratto riscontrabili anche nel-
curato, al momento della stipulazione del contratto, di la fattispecie) ed estremamente limitate ed insufficienti
dichiarare se è a conoscenza di sinistri risarcibili già ve- circa il concreto contenuto del contratto in questione, a
rificatisi; il che a sua volta implica l’esplicita od implici- parte la clausola 2 (viene ritualmente precisato solo che
ta volontà di stabilire l’applicabilità degli artt. 1892, all’art. 2 delle condizioni generali di assicurazione, si sta-
1893 e 1894 c.c. relativi alle dichiarazioni di rischio. Da bilisce, sotto l’epigrafe “...Inizio e termine della garan-
ciò discende che, anche in considerazione della diver- zia...” che “L’assicurazione vale per le richieste di risarci-
sità dei rischi professionali in questione (ad es. un chi- mento presentate per la prima volta all’Assicurato nel
rurgo è generalmente in grado di accorgersi di un suo corso del periodo di assicurazione...”), anche per tali loro
eventuale errore in un lasso di tempo breve; altri profes- caratteristiche, non riescano mai ad evidenziare vizi nel-
sionisti possono ignorare di aver commesso atti colposi l’impugnata decisione (che, come già accennato si basa,
per tempi anche molto lunghi) è in realtà tutta da di- anche se in modo parzialmente implicito, pure su altre

1076 DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

parti del contratto, specie per ciò che concerne l’“...og- clausola limitativa della responsabilità ma, invero, di
getto della garanzia assicurativa...”). clausola limitativa della garanzia rispetto al tempo. Ed
Il primo motivo va dunque respinto in quanto privo di infatti, la clausola limitativa della garanzia (spaziale,
pregio. temporale o quantitativa che sia), che attiene al rischio,
Con il secondo motivo la ricorrente principale denuncia oggetto della prestazione dell’assicuratore, non può esse-
“Violazione e falsa applicazione dell’art. 1341 c.c. in re- re confusa - come pare ritenere immotivatamente il Giu-
lazione all’art. 2 delle C.G.A.” esponendo doglianze che dicante di secondo grado - con la limitazione della re-
possono essere sintetizzate come segue. La Corte d’ap- sponsabilità, quale reazione ad un comportamento con-
pello di Napoli ha pure manifestamente errato, addu- trario alle norme del contratto o alla legge, di cui all’art.
cendo che l’interpretazione dell’art. 2 delle C.G.A. dato 1341 c.c. In altre parole, non può aversi limitazione del-
dall’odierna ricorrente “qualora dovesse avere un avallo la responsabilità, se non c’è esenzione dalla sanzione per
nella infelice ed insolita formulazione letterale usata, l’inadempimento e, nell’ambito del rapporto assicurati-
non potrebbe sfuggire alla sanzione di inefficacia che vo, la prestazione dell’assicuratore non deriva da un ina-
l’art. 1341 c.c. prevede per le clausole vessatorie, com- dempimento contrattuale, ma dall’assunzione di un ri-
portando essa, con la definizione e precisazione di una schio. È superfluo, pertanto, aggiungere che le clausole
copertura per rischi normalmente fuori da un contratto che escludono determinati rischi - e che quindi determi-
di assicurazione ed escludendo i rischi per i quali di soli- nano e delimitano con precisione il rischio trasferito al-
to ci si assicura per eventi collegati alla colpa professio- l’assicuratore - attengono tutte all’oggetto del contratto
nale, una evidente limitazione di responsabilità, che e non sono quindi suscettibili di essere considerate ves-
avrebbe dovuto quanto meno essere approvata specifica- satorie, individuando soltanto lo scambio economico tra
mente per iscritto al fine di rendere edotto l’assicurato assicurato ed assicuratore ed essendo, pertanto, rimesse
dello spostamento del rischio assicurato rispetto a quello esclusivamente alla volontà negoziale delle parti. In ogni
che solitamente viene munito di copertura assicurativa caso l’assicurato era nella specie un affermato avvocato.
in caso di colpa professionale...”. In proposito, infatti, oc- Anche il secondo motivo non può essere accolto, in
corre rilevare che, in primis, è stato già dimostrato, (si ve- quanto inammissibile (dato che l’applicabilità dell’art.
da, in proposito, sub punto 1) come lo stesso impianto 1341 c.c. con le relative conseguenze costituisce solo la
codicistico, se sistematicamente inteso, prevede che la seconda ratio decidendi; e che perciò la sentenza restereb-
“...richiesta di risarcimento del danno...” debba inten- be comunque ferma sulla base dell’autonoma e prima ra-
dersi essa stessa come “...avverazione del sinistro in ma- tio decidendi sopra considerata, oggetto del primo motivo
teria di responsabilità civile” e che, quindi, nessuno spo- di ricorso; cfr. Cass. n. 11200 del 17/07/2003 e Cass.
stamento del rischio assicurato si è verificato nella spe- 5902 del 23/04/2002: “Qualora la sentenza di merito im-
cie. Inoltre, non è assolutamente vero che “...solitamen- pugnata si fondi su più ragioni autonome, ciascuna delle
te...” viene prestata garanzia assicurativa diversa da quel- quali logicamente e giuridicamente idonea a sorreggere
la oggetto del presente esame e che la clausola in esame la decisione, l’omessa impugnazione, con ricorso per cas-
ha “...un’infelice ed insolita formulazione letterale...”. Il sazione, anche di una soltanto di tali ragioni determina
mercato assicurativo italiano ed internazionale infatti - l’inammissibilità, per difetto di interesse, anche del gra-
se soltanto fosse stato meglio conosciuto dalla Corte vame proposto avverso le altre, in quanto l’eventuale
d’appello di Napoli - avrebbe da sé fornito dimostrazione accoglimento del ricorso non inciderebbe sulla ratio deci-
che la più gran parte delle polizze di assicurazione della dendi non censurata, con la conseguenza che la sentenza
responsabilità civile professionale - fornite dalla presso- impugnata resterebbe pur sempre fondata su di essa”)
ché totalità delle imprese assicuratrici nazionali e stra- prima ancora che privo di pregio.
niere - sono caratterizzate dall’impianto contrattuale del Detta mancanza di pregio deriva dalle seguenti conside-
claims made con la stessa identica formulazione e che, razioni.
inoltre, in specifici settori della responsabilità civile di Occorre premettere che certamente la clausola claims
nuova introduzione - si pensi alla R.C. prodotti o inqui- made, pur non corrispondendo alla previsione legislativa
namento - tale formulazione dell’oggetto della garanzia è (art. 1917 c.c.) è lecita (si consideri tra l’altro che, come
l’unico, non soltanto esistente, ma pur anche di fatto giustamente osservato dalla parte ricorrente, l’art. 1932
possibile in virtù della normativa (specialmente di deri- prevede la non derogabilità, se non in senso più favore-
vazione comunitaria) disciplinante la materia. Sarebbe, vole all’assicurato, del terzo e quarto comma dell’art.
d’altra parte, insolito davvero - accedendo all’interpreta- 1917; ma non del primo comma).
zione della Corte d’appello di Napoli - concedere, di fat- Si deve ora stabilire se sia immune dai vizi denunciati la
to, trent’anni di copertura assicurativa ad un soggetto tesi della Corte d’appello circa la vessatorietà della clau-
che si assicura - come normalmente avviene nella mag- sola. A tal fine va ricordato che una clausola contrattua-
gioranza dei casi - per un periodo decennale, con il paga- le può essere ricompresa tra quelle che stabiliscono limi-
mento di un premio assolutamente non proporzionato al tazioni di responsabilità a favore di colui che l’ha predi-
rischio garantito. Infine, occorre rilevare - in via del tut- sposta a condizione che essa restringa (ad es. sotto il pro-
to generalizzata - che, nella specie, non si tratta affatto di filo quantitativo, spaziale o temporale) l’ambito obietti-

DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005 1077


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

vo di responsabilità, così come fissato, con più ampia ranzia assicurativa prestata a norma dei precedenti arti-
estensione, da precetti normativi (cfr. Cass. n. 5390 del coli “...non vale...per i danni causati da dolo dell’Assi-
16/06/1997: “Una clausola contrattuale può essere ri- curato o dei suoi associati e, in genere, di ogni persona
compresa tra quelle che stabiliscono limitazioni di re- che al momento del fatto non fosse alle dirette dipen-
sponsabilità a favore di colui che l’ha predisposta a con- denze dell’Assicurato con rapporto di lavoro subordina-
dizione che essa restringa l’ambito obiettivo di responsa- to odi apprendistato...”. Nel caso in esame, è emerso in
bilità così come fissato, con più ampia estensione, da modo indiscutibile dalle risultanze istruttorie raccolte
precetti normativi (o da altre clausole generali): non in corso di causa - né, peraltro, tale assunto pare smen-
possono, pertanto, qualificarsi vessatorie quelle clausole tito dalla stessa Corte d’appello di Napoli -, che la re-
che abbiano, - per contenuto, una mera determinazione sponsabilità dell’assicurato, Avv. P., sia insorta in ragio-
della effettiva estensione delle reciproche prestazioni de- ne di un comportamento doloso posto in essere da tale
dotte in obbligazione”; (cfr. inoltre Cass. n. 3890 del Rag. D. C. che non rivestiva né la qualità di suo asso-
09/06/1999)). ciato, né era alle dirette dipendenze dell’Avv. P. Ed in-
La Corte di merito ha appunto ritenuto che la clausola vero - rilevando sin d’ora che alla citata clausola sono
in questione, se interpretata nel senso sostenuto dall’as- interamente applicabili per analogia tutte le argomen-
sicuratore, comportasse per quest’ultimo “...una eviden- tazioni in tema di insussistenza di vessatorietà, in prece-
te limitazione di responsabilità...”. Dunque ha motivato denza dispiegate sub punto 2 - si evidenzia inoltre che,
facendo una corretta applicazione dell’art. 1341 c.c. in realtà, quella che apparentemente è sembrata alla
Quanto ai vizi logici (in realtà denunciati al di là dall’in- Corte d’appello di Napoli essere una limitazione di re-
testazione del motivo ove si censura espressamente solo sponsabilità, è, viceversa, un’esplicita estensione di ga-
un vizio giuridico) si osserva: - A) circa l’esatta interpre- ranzia a rischi che, in sua assenza, non sarebbero altri-
tazione dell’art. 1917 c.c. si rinvia a quanto già esposto; - menti garantiti. In realtà, anche questa clausola risulta,
B) con l’espressione “...rischi per i quali di solito ci si as- infatti, come la precedente, un’estensione di garanzia in
sicura...” la Corte ha evidentemente fatto riferimento al- favore dell’assicurato: ove infatti tale specificazione di
la tradizionale impostazione della questione ex art. 1917 mancata copertura assicurativa del solo dolo dei non di-
c.c. secondo la suddetta interpretazione; comunque le pendenti non fosse stata esplicitata, l’assicuratore, ben
argomentazioni della parte ricorrente secondo la quale vero, non avrebbe risposto neppure dei fatti colposi di
l’impianto contrattuale claims made sarebbe di gran lun- tali ausiliari che, per parte loro, sono portatori di un’au-
ga il più comune in concreto sono palesemente inam- tonoma e separata responsabilità non assicurabile in as-
missibili in quanto trattasi di tesi in fatto esposta in ter- senza di una specifica pattuizione quale quella in com-
mini sostanzialmente apodittici; - C) per il resto si osser- mento. La responsabilità civile per danni derivanti dal
va che la tesi della Corte di merito circa la predetta ves- fatto illecito dei preposti (l’unica, lo si sottolinea, che
satorietà (tesi subordinata rispetto a quella sopra esami- investe, nella specie, l’Avv. P.), responsabilità oggetto
nata con riferimento al primo motivo di ricorso; e quin- della prestata garanzia assicurativa in virtù della richia-
di destinata a valere solo nell’ipotesi che si ritenesse di mata clausola, deve essere infatti opportunamente in-
accogliere la diversa tesi interpretativa della S.p.A. A. quadrata per verificare se, nella specie, ne siano ricorsi i
A.) si riferisce evidentemente non ad una ipotetica ge- presupposti. Ed infatti, ai fini della responsabilità indi-
nerale figura di contratto in concreto usata nella materia retta del preponente per il danno arrecato dal fatto ille-
in questione, ma allo specifico contratto oggetto del pre- cito (colposo o doloso) dell’ausiliario, è necessario che
sente giudizio; e cioè allo specifico contenuto del mede- sussista almeno un nesso - c.d. occasionalità necessaria -
simo (sempre qualora si accogliesse la predetta interpre- tra l’illecito stesso ed il rapporto che lega detti soggetti
tazione); ma a questo punto è incontestabile che si è di (la parte ricorrente cita Cass. 10.12.1998, n. 12417). È
fronte ad un tipico giudizio di merito che si sottrae al sin- evidente, pertanto, che, nella fattispecie, avendo il D.
dacato di legittimità un quanto immune dai vizi denun- C., incaricato dell’Avv. P., agito esclusivamente per fini
ciati. propri ed anzi all’insaputa dello stesso preponente, nes-
Con il terzo motivo la parte ricorrente denuncia “Vio- sun rapporto di interdipendenza può verosimilmente ri-
lazione e falsa applicazione dell’art. 1341 c.c. in relazio- tenersi sussistente tra i due soggetti con l’ulteriore con-
ne all’art. 6, lett. a), delle C.G.A.” esponendo doglian- seguenza che, per i fatti di cui al presente giudizio, non
ze che possono essere sintetizzate come segue. L’odierna potrà ritenersi sussistente la copertura assicurativa pre-
ricorrente reitera, ancora una volta, la propria eccezio- stata dall’odierna comparente in favore dell’Avv. P. stes-
ne, a suo tempo articolata in primo grado e riproposta so che riguarda, infatti, la sola responsabilità dell’assicu-
come inascoltato motivo d’appello, relativa all’ulteriore rato e, indirettamente, di coloro dei quali debba rispon-
ragione di inoperatività della garanzia assicurativa pre- dere. È assolutamente pacifico che, infatti, in occasione
stata dalla U. I. A. S.p.A. (ora A. A. S.p.A.) ai sensi dell’apparente svolgimento delle sue mansioni il D. C.
dell’art. 6, lett. a), delle C.G.A., prevista giustappunto non abbia semplicemente agito autonomamente nel-
nel dettato contrattuale della polizza in riferimento. Sif- l’ambito dell’incarico ricevuto o ecceduto i limiti delle
fatta clausola, infatti, prevede espressamente che la ga- sue mansioni, avendo viceversa posto in essere compor-

1078 DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

tamenti che in nessun caso ed in alcun modo possano danni derivanti dal fatto illecito dei preposti (l’unica,
ritenersi collegati all’attività di preposto. lo si sottolinea, che investe, nella specie, l’Avv. P.)...”
Anche il motivo in esame non può essere accolto in in quanto omettono di considerare (ritualmente) l’ef-
quanto la decisione si basa su una motivazione che, pure fettiva ratio decidendi esposta sul punto dalla Corte
per quanto riguarda i punti oggetto del motivo medesi- d’appello, la quale (con motivazione immune da vizi)
mo, è sufficiente, logica, non contraddittoria e rispettosa ha chiaramente ritenuto che la responsabilità dell’avv.
della normativa in questione. P. derivasse dalla sua “estrema imprudenza” (nel lascia-
È opportuno precisare che le doglianze in esame deb- re il libretto suddetto nella disponibilità del D. C.); più
bono ritenersi inammissibili prima ancora che prive di precisamente, dette doglianze, nella misura in cui sem-
pregio: - A) nella misura in cui, in violazione del prin- brano basarsi sulla fattispecie di cui all’art. 2049 c.c.
cipio di autosufficienza del ricorso si basano su brani (come sembrerebbe evincersi dalle argomentazioni
del contratto eccessivamente brevi (v. tra le altre Cass. esposte e dalla giurisprudenza citata - la sent. Cass. n.
n. 2394 del 9/2/2004; e Cass. n. 9079 del 6/6/2003) e 12417 del 10/12/1998 riguarda appunto detto articolo)
quindi inidonei a supportare validamente le censure si collocano al di fuori dell’ambito argomentativo del-
esposte in quanto tolgono specificità alle medesime e l’impugnata decisione (e quindi non la criticano ritual-
ne comportano quindi l’inammissibilità per genericità; mente).
- B) nella misura in cui si basano sulla tesi che nella Il ricorso principale va dunque respinto.
specie è in questione una “...responsabilità civile per ... Omissis...

ASSICURAZIONE CLAIMS MADE, SINISTRO (LATENTE) E DILATAZIONE


(TEMPORALE) DELLA RESPONSABILITÀ CIVILE
di Roberto Simone

Ferrigno (inedita), nettamente avversa alla clausola a “richiesta fatta”;


Trib. Crotone 8 novembre 2004 (data della decisione), G.U. Borrelli
La sentenza si occupa della nozione di sinistro nel (inedita) in senso favorevole, che si possono consultare nel sito
contratto di assicurazione della responsabilità civile http://www.ania.it/rc_generale/attivita/index.asp; si legga ancora Trib. Casa-
e della possibilità di includere all’interno della for- le Monferrato 25 febbraio 1997, in Foro it., Rep. 1997, voce Assicurazione
mula codicistica della clausola claims made, di cui (contratto di), n. 168, per esteso in Giur. merito, 1997, 700, la quale in
realtà non si occupa ex professo del problema in esame, ma riguarda l’in-
si proclam la liceità, sia pur in obiter, anche l’atti- clusione nell’ambito del contratto di responsabilità civile delle spese so-
tudine limitatrice della responsabilità dell’assicura- stenute per prevenire un danno. Spese, queste ultime, nella specie affron-
tore. tate da un terzo, il quale poi aveva preteso il rimborso da parte dell’assi-
Il commento che segue s’interroga sulla possiblità di curato. In dottrina sull’argomento si legga U. Carassale, Assicurazione
danni e responsabilità civile, Milano, 2005, 244 ss.; D. De Strobel, L’assicu-
far combaciare i dilatati orizzonti temporali della razione di responsabilità civile, Milano, 2004, 203 ss.; Id., L’assicurazione del-
r.c. con quelli propri del contratto di assicurazione la responsabilità civile, in Manuale di tecnica delle assicurazioni (a cura di
della relativa responsabilità, evidenziandone la fun- A.D. Candian - S. Paci), Milano, 2002, 305 ss.; M. Franzoni, Responsabi-
zione di delimitazione del rischio a livello contrat- lità civile (assicurazione della), voce del Dig. disc. priv. - sezione commerciale,
Torino, 1996, XII, 401 s.; A.D. Candian, Responsabilità civile e assicurazio-
tuale, non senza rimarcare alcune concrete difficoltà ne, Milano, 1993, 290 ss., spec. 305 ss., al quale si deve la trattazione più
operative di quello che ormai è il modello assicura- organica; W. Pfennigstorf, L’assicurazione r.c. danni da inquinamento, in
tivo prevalente su entrambe le sponde dell’Atlantico Assicurazioni, 1991, I, 61 ss.
in questo settore. (2) W.I.B. Enright, Professional Indemnity Insurance Law, London, 1996,
3.023: «The insurer may offer to write the professional indemnity policy on an
“occurence” basis or an a “claims made” basis. An “occurence basis” policy has
its core a promise by the insurer to indemnify the insured for any loss, arising out
I. - Il contratto di assicurazione della responsabilità ci- of a defined event, occurrence, circumstance or accident. The defined event,
vile c.d. claims made approda in Cassazione (1). Ma l’esor- occurrence, circumstance or accident will be one that affects the third party in-
dio, pur ricevendo in obiter un primo autorevole riconosci- surance and must occur within the specified period … The professional indem-
mento sul piano della liceità ex art. 1322 c.c., è tale da rag- nity insurer will be unlikely to offer an “occurrence basis” policy but it is likely
that its offer would be a “claims made” policy. The core of this policy is a pro-
gelare le aspirazioni degli assicuratori in merito alla possibi- mise by the insurer to the insured that it will indemnify for any claim that is ma-
lità d’importare, dall’esperienza del common law (2), lo stru- de by a third party against the insured within the duration of the policy, no mat-
mento per risolvere il problema dei sinistri tardivi (o se- ter, subject to the provisions in relation to the time within which notice must be
given, when the defined event affecting the third party occurred. There may or
may not be a time limit on the making of the claim by the insured against the in-
Note:
surer. There may have been acts or omissions within the duration of the “claims
(1) Scarsi i precedenti alle nostre latitudini. Oltre la pronuncia della Cor- made” policy which give rise to claims many years later, and thus an insured will
te partenopea (inedita) si segnalano Trib. Bologna 2 ottobre 1998, G.U. need to maintain the policy for a lengthy period, even after ceasing business».

DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005 1079


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

condo altri latenti), con i correlati calcoli tariffari ed an- materia di determinazione del dies a quo del termine di pre-
nessa predisposizione delle riserve. scrizione in ambito extracontrattuale con riferimento ai
Non basta: la clausola, oltre a dover fare i conti con la danni c.d. lungolatenti (7), vien fatto di domandarsi se
lettera dell’art. 1917, comma 1, c.c. e con l’interpretazione
consolidata della dottrina maggioritaria, impatta duramen- Note:
te contro il presidio formale approntato dall’art. 1341 c.c.,
(3) In tema di rapporti tra contratti di assicurazione ed abusività di singo-
sul presupposto (per il vero assai labile) della vessatorietà le clausole, si rinvia a A. Palmieri, La prassi contrattuale assicurativa fa i
derivante dalla sua attitudine a limitare la responsabilità conti con le clausole abusive: perplessità e segnali incoraggianti, in questa Rivi-
gravante sull’assicuratore predisponente. Sull’argomento, sta, 2005, 933 ss.; Candian, Contratto di assicurazione e clausole vessatorie -
Lineamenti generali, in G. Alpa - S. Patti (a cura di), Le clausole vessatorie
per vero nient’affatto secondario nell’economia della sotto- con i consumatori, Milano, 1997, II, 972 ss.).
stante decisione della Corte partenopea, si dirà più avanti,
(4) Cfr. V. Salandra, Commentario del codice civile, a cura di Scialoja -
non senza ricordare sin d’ora che il 19° considerando della Branca, Libro IV - Delle obbligazioni, sub art. 1917, Bologna-Roma, 1966,
direttiva 93/13/CEE individua un’area franca nell’indagine 358 s., proprio con riferimento alla validità delle clausole con cui l’assicu-
sull’abusività delle clausole racchiudenti l’oggetto principa- ratore si esonerava dalla garanzia, qualora la richiesta da parte del dan-
le del contratto, specificando, con riferimento ai contratti neggiato fosse stata presentata con notevole ritardo. Problema, quest’ulti-
mo, in larga parte risolto dall’art. 2952, comma 3, c.c., con cui il dies a quo
assicurativi, che “le clausole che definiscono o delimitano per l’esercizio dei diritti dell’assicurato per la r.c. è stato agganciato al mo-
chiaramente il rischio assicurativo e l’impegno dell’assicu- mento della richiesta o della proposizione del giudizio da parte del terzo.
ratore non formano oggetto di siffatta valutazione qualora i (5) C. Viterbo, L’assicurazione della responsabilità civile, Milano, 1936, 119;
limiti in questione siano presi in considerazione nel calco- Salandra, op. cit., 357 s.; R. Miccio, Commentario del codice civile, Libro
lo del premio pagato dal consumatore” (3). Resta, nondi- quarto, tomo quarto, sub art. 1917, Torino, 1959, 361s.; A. Donati, Tratta-
to del diritto delle assicurazioni private, vol. III, Milano, 1956, 349; De Stro-
meno, il caveat secondo cui “l’assicuratore può delimitare bel, L’assicurazione di responsabilità civile, cit., 199 ss.; Franzoni, Responsabi-
come crede il rischio e subordinare il danno alle condizioni lità (assicurazione della), cit., 400; Candian, Responsabilità civile e assicura-
di risarcibilità che ritiene più opportune”, salvo il limite zione, cit., 293 ss.
dell’art. 2965 c.c. in materia di nullità dei patti che fissano (6) Cfr. A. De Gregorio - G. Fanelli - A. La Torre, Il contratto di assicura-
termini di decadenza tali da rendere eccessivamente diffici- zione, Milano, 1987, 162 s., 249 ss. In questo modo la clausola claims ma-
le per una parte l’esercizio del diritto (4). de troverebbe pieno riconoscimento a livello normativo, sebbene pare
controintuiva la tesi sostenuta dal ricorrente in Cassazione, per tornare
II. - A questo punto, però, s’impone un passo indietro. all’odierna vicenda, secondo cui la clausola avrebbe recepito la soluzione
Occorre tornare al cuore del problema portato all’attenzio- normativa e non viceversa. In common law non c’è dubbio che «[t]he in-
ne della Cassazione: la nozione di sinistro rilevante in ma- sured event is a claim by the third party against the insured rather than an event
teria di assicurazione della responsabilità civile. affecting the third party» (Enright, op. cit., 3.025). Oltralpe l’aggancio del
sinistro alla richiesta fatta dal terzo si lega alla stessa lettera dell’art. 124-1
In base all’art. 1917, comma 1, c.c., “nell’assicurazione del Côde des assurance (richiamante l’art. 50 della L. 13 juillet 1930):
della responsabilità civile l’assicuratore è obbligato a tene- “Dans le assurances de responsabilité, l’assureur n’est tenu que si, à la suite du
re indenne l’assicurato di quanto questi, in conseguenza del fait dommageable prévu au contrat, une réclamation amiable ou judiciarie est
faite à l’assuré par le tiers lésé”, rimanendo, tuttavia, il problema della sussi-
fatto accaduto durante il tempo dell’assicurazione, deve pa- stenza, o no, della copertura assicurativa per richieste di risarcimento in-
gare a un terzo in dipendenza della responsabilità dedotta tervenute dopo la scadenza contrattuale, ma originate da fatti commessi
nel contratto. Sono esclusi i danni derivanti da fatti dolo- durante la sua vigenza, cfr. M. Picard - A. Besson, Les assurances terrestres
si”. La dottrina sul tema è saldamente attestata nel ritenere en droit francais, I, Parigi, 1975, 529 ss., 542 ss. Di qui l’atteggiamento giu-
risprudenziale di ostilità verso le clausole che ancorano la durata della ga-
che il sinistro s’identifica con il fatto dannoso che espone ranzia alla richiesta di risarcimento. Di recente la materia dei contratti di
l’assicurato al rischio di dover rispondere con il proprio pa- assicurazione della responsabilità è stata oggetto di un nuovo intervento
trimonio nei confronti della vittima (5). È rimasta, invece, ad opera della loi n. 2003-706 du 1° août 2003, art. 80-II¸ escludendo i
isolata l’opinione di chi ha ritenuto che la determinazione contratti “par la réclamation” rispetto alla responsabilità professionale del-
le persone fisiche e, là dove ammessi, imponendo la durata di cinque an-
del dies a quo per l’esercizio del diritto dell’assicurato, ag- ni.
ganciata alla richiesta o all’azione promossa dal terzo, aves-
(7) È d’obbligo il riferimento a Cass. 6 febbraio 1982, n. 685, in Foro it.,
se implicitamente risolto la questione proprio nel senso di Rep. 1982, voce Prescrizione e decadenza, n. 33, per esteso in Giust. civ.,
inquadrare il sinistro, ricadente nell’ambito del contratto di 1982, I, 2781, annotata da W. Ventrella, nonché la più recente Cass., sez.
assicurazione della responsabilità civile, nella richiesta fat- III, 21 febbraio 2003, n. 2645, in Foro it., Rep. 2003, voce Prescrizione e de-
ta dal terzo (6). cadenza, n. 30, per esteso in questa Rivista, 2003, 845, con nota di I. Ri-
ghetti, Prescrizione e danno lungolatente, con postilla di U. Izzo, La decor-
Nell’interpretazione della nozione di sinistro incluso renza della prescrizione nell’azione risarcitoria da danno lungolatente: quali re-
nel contratto di assicurazione della responsabilità civile, la gole per governare l’incertezza probatoria?, secondo cui «il termine di pre-
Cassazione si adegua all’orientamento maggioritario della scrizione del diritto al risarcimento del danno del soggetto che assuma di
aver contratto per contagio una malattia per fatto doloso o colposo di un
dottrina utilizzando argomenti di carattere testuale, ossia terzo inizia a decorrere, a norma dell’art. 2947, 1º comma, c.c., non dal
l’espressione “fatto accaduto durante il tempo dell’assicu- momento in cui il terzo determina la modificazione che produce danno
razione” contenuta nell’art. 1917, comma 1, c.c., nonché all’altrui diritto o dal momento in cui la malattia si manifesta all’esterno,
quella di “fatti dolosi” (contenuta nella stessa disposizio- ma da quello in cui essa viene percepita - o può essere percepita - quale
danno ingiusto conseguente al comportamento doloso o colposo di un
ne) come ipotesi di esclusione della sussistenza dell’obbli- terzo, usando l’ordinaria diligenza, tenuto conto, altresì, della diffusione
go dell’assicuratore. Sennonché, a voler guardare la pro- delle conoscenze scientifiche». Sentenza, quest’ultima, da leggere in pa-
gressiva evoluzione della giurisprudenza di casa nostra in (segue)

1080 DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

una simile diversità fra orizzonti temporali sia concreta- Note:


mente sostenibile nell’ambito di una visione dell’assicura- (segue nota 7)
zione della responsabilità civile includente anche la posi- rallelo con Court of Appeal (Inghilterra) 20 dicembre 1973, Harper v. Na-
zione del danneggiato. tional Coal Board, in Foro it., 1975, IV, 130. Contra, in piena aderenza alla
Detto più in chiaro, se l’orizzonte della responsabilità tesi espressa da P.G. Monateri, La responsabilità civile, in Trattato di diritto
civile, diretto da R. Sacco, Torino, 1998, 373 ss.; Cass., sez. II, 28 gennaio
civile, dedotta in contratto, può allargarsi a dismisura in 2004, n. 1547, id., Rep. 2004, voce cit., 29, per esteso in questa Rivista,
considerazione della possibilità, neanche troppo remota, 2004, 389, con nota di Monateri; in Giur. it., 2004, 1581, annotata da Ri-
di un notevole stacco temporale fra il compimento dell’a- ghetti; in Dir. e giust., 2004, 46, con nota di M. Rossetti, secondo cui oc-
zione e l’insorgenza dell’evento dannoso, per tacere della corre far riferimento alla data del fatto e non a quella del danno (ma l’af-
fermazione rispetto al profilo della responsabilità extracontrattuale è un
rilevanza, o no, dell’ignoranza circa la possibilità di ricolle- mero obiter). Si veda anche Cass., sez. III, 23 luglio 2003, n. 11451, id.,
garlo alla condotta colposa dell’agente (8), occorre chie- Rep. 2003, voce cit., n. 15, che riporta nel campo dell’irrilevanza l’igno-
dersi se in parallelo non si possa avallare l’evoluzione della ranza del danneggiato sull’identità della persona obbligata a risarcirgli i
danni. Anche in campo contrattuale accanto alla impostazione tradizio-
prassi contrattuale orientata non più verso il fatto com- nale che aggancia la regola dell’art. 2935 c.c., ossia della possibilità di
messo, ma “a richiesta fatta”, come ammesso nella senten- esercitare il diritto, al momento dell’inadempimento, cfr. Cass. 28 luglio
za in commento, sia pur in obiter in termini di liceità ex art. 2004, n. 14249, id., Rep. 2004, voce cit., n. 45; Cass. 14 aprile 2004, n.
7066, id., Rep. 2004, voce Contratto in genere, n. 500. In senso opposto,
1322 c.c. della clausola. D’altro canto, poiché in materia ossia in una prospettiva volta a valorizzare il momento della lesione, v.
contrattuale ha un rilievo centrale quel che le parti stabi- Cass. 6 febbraio 2004, n. 2287, id.., Rep., voce Prescrizione e decadenza, n.
liscono (9), e la clausola altro non è che una definizione 11; Cass. 13 gennaio 2003, n. 311, ibidem, n. 20; Cass. 29 agosto 1995, n.
9060, id., Rep. 1995, voce cit., n. 30. Interpretazione applicata anche al
convenzionale di sinistro, un’interpretazione basata sul campo lavoristico, cfr. Cass., sez. lav., 12 dicembre 2003, n. 18995, id.,
criterio del “fatto commesso” rischia di lasciare scoperti Rep. 2003, voce cit., n. 34; Cass. 29 agosto 2003, n. 12666, ibidem, n. 32.
per l’appunto quegli eventi dannosi per i quali è possibile (8) Questa è la normalità dei casi in materia di danni da inquinamento e
un divario temporale tra la condotta e l’insorgenza del pre- da prodotto difettoso, materie dove, con riferimento ai sinistri tardivi ed
giudizio (10). Problema, quest’ultimo, comune tanto al- ai rischi da sviluppo, non a caso è sorta primariamente su entrambe le
sponde dell’Atlantico la necessità di modulare i contratti di assicurazione
l’ambito extracontrattuale, quanto a quello contrattuale, della r.c. secondo la tecnica del claims made, cfr. Pfennigstorf, L’assicura-
primo fra essi il campo della responsabilità medica, dove zione r.c. danni da inquinamento, cit., 61 ss., il quale già all’epoca sottoli-
può accadere che la condotta sia posta in essere prima del- neava la scarsa popolarità delle polizze claims made fra gli assicurati per
la decorrenza del contratto, ma il danno si manifesti du- l’allungamento del periodo assicurativo e per la difficoltà di mutare assi-
curatore per il rischio di smembramento della copertura dei sinistri.
rante la vigenza di questo, ovvero che il danno prenda cor-
(9) Al riguardo sul ruolo del testo e sull’interpretazione del contratto si
po dopo la scadenza del contratto, pur collegandosi ad una legga Monateri, Ripensare il contratto: verso una visione antagonista del con-
condotta posta in essere in pendenza del rapporto assicura- tratto, in Riv. dir. civ., 2003, I, 409.
tivo. (10) Cfr. Cass. 22 ottobre 1963, n. 2817, in Foro it., Rep. 1964, voce Assi-
Nella prassi contrattuale da tempo sviluppatasi in se- curazione, n. 119, per esteso in Giur. it., 1964, I, 1, 314. Cfr. sull’argomento
de municipale la ripresa del passato è avvenuta appunto G. Volpe Putzolu, Le assicurazioni - Produzione e distribuzione, Bologna, 1992,
68, secondo cui «se il contratto non dispone diversamente l’assicuratore è
mediante la clausola claims made, indipendentemente dal quindi tenuto a risarcire tutti i danni prodotti dal sinistro che si sia verifica-
momento di verificazione del fatto e del danno (11), men- to nel periodo di efficacia del contratto, anche se successivi alla scadenza
tre la si è esclusa per quei fatti che avessero prodotto il dan- della garanzia, in quanto conseguenze inevitabili del rischio assicurato».
Nello stesso senso N. De Luca, L’attuazione del rapporto assicurativo, in Re-
no dopo la scadenza del contratto, ovvero, secondo il mo- sponsabilità e assicurazione (a cura di R. Cavallo Borgia), Milano, 2004, 97.
dello tradizionale, mediante la clausola di estensione al c.d.
(11) Inizialmente lo schema delle condizioni delle polizze di responsabi-
sinistro latente. lità civile approvato dall’ANIA non conteneva alcuna delimitazione
Proprio alla difficoltà di stabilire, soprattutto nel caso temporale: “L’assicurazione vale per le richieste di risarcimento presenta-
di successione di contratti di tipo tradizionale, se l’evento te per la prima volta all’Assicurato nel corso del periodo di assicurazione,
qualunque sia l’epoca in cui è stato commesso il fatto che ha dato origine
dannoso sia incluso, o non, nella copertura assicurativa, a alle richiesta di risarcimento”. Attualmente, invece, si prevede che “[l]’as-
causa della possibile distanza temporale tra il fatto e l’in- sicurazione vale per le richieste di risarcimento presentate per la prima
sorgenza del danno, tende ad ovviare il sistema più recen- volta all’Assicurato nel corso del periodo di assicurazione, a condizione
te imperniato sulla “richiesta fatta”. A questa semplifica- che tali richieste siano conseguenti a comportamenti colposi posti in es-
sere non oltre due anni prima della data di effetto della polizza. L’Assicu-
zione nell’individuazione dell’assicuratore obbligato all’in- rato dichiara, ai sensi di quanto previsto dagli artt. 1892 e 1893 c.c. di non
dennizzo deve aggiungersi la maggiore adeguatezza dei aver ricevuto alcuna richiesta di risarcimento e di non essere a conoscen-
massimali, perché determinati in un tempo più vicino alla za di alcun elemento che possa far supporre il sorgere di un obbligo risar-
cimento per danno a lui imputabile. L’assicurazione vale altresì per le ri-
pretesa del terzo, sì da potere includere non solo eventi un chieste di risarcimento presentate per la prima volta all’assicurato entro
tempo ritenuti estranei al genere di condotta assicurata … anni dalla cessazione del contratto, sempre che il fatto che ha origina-
(ad es. impiego di una sostanza nociva, prima non classifi- to la richiesta si sia verificato durante il periodo di validità della polizza”.
È evidente che con queste precisazioni si corregge un sistema a base claims
cata come tale), ma anche poste di danno di nuovo conio made puro, consentendo, però, di dare ultrattività alla copertura anche in
(12). Si consideri ancora il venir meno della necessità di epoca successiva alla conclusione del contratto.
tenere sotto osservazione per un lungo periodo, almeno (12) Cfr. Candian, Responsabilità civile e assicurazione, cit., 296 s.
per il tempo previsto dall’art. 2946 c.c., i contratti scaduti, (13) È controverso se l’obbligo di comunicazione da parte dell’assicurato
al fine di poter determinare la tariffa da parte dell’assicura- sorga solo in occasione della richiesta fatta dal terzo, in tal senso Candian,
tore (13). (segue)

DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005 1081


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

Sul punto mette conto rilevare che la disposizione del- gionamento del giudice di seconde cure, là dove sostene-
l’art. 1917, comma 1, c.c. non rientra fra quelle considera- va che l’esclusione della copertura di rischi per i quali nor-
te inderogabili dall’art. 1932 c.c., per essere tali solo i com- malmente ci si assicura per eventi legati alla colpa profes-
mi 3 e 4 della stessa norma in tema di spese sostenute dal- sionale implica un problema di specifica sottoscrizione
l’assicurato per resistere all’azione proposta dal danneggiato per iscritto. In realtà, il percorso seguito per giungere a
ed alla facoltà di chiamata in causa dell’assicuratore da par- ravvisare nella clausola in esame una limitazione della re-
te dell’assicurato. sponsabilità si risolve in una petizione di principio, per-
III. - Il timore di uno snaturamento del contratto e, ché attribuisce carattere cogente ad una prassi contrat-
addirittura, del venir meno della causa del contratto in di- tuale, non considerando che essa è il portato di una vi-
pendenza della scelta non sindacabile del terzo circa il mo- cenda analoga, ma di segno contrario, maturata in un’e-
mento di proposizione della richiesta di risarcimento pare poca in cui il ruolo della responsabilità civile era del tutto
francamente eccessivo. Ferma restando l’esigenza di una marginale.
maggiore trasparenza nel tenore delle clausole contrattuali La clausola limitativa della responsabilità, fermo il li-
ed il correlativo richiamo dell’attenzione degli assicurati sul mite dell’art. 1229 c.c., rappresenta uno strumento di misu-
regolamento accettato (14), la richiesta da parte del terzo razione dell’interesse del creditore alla prestazione e corre-
entra nell’ambito della nozione di sinistro quale presuppo- lativamente fa sì che lo sforzo organizzativo del debitore,
sto per la nascita del diritto all’indennizzo, ma il rischio as- cui si aggancia l’elemento corrispettivo a lui richiesto, sia a
sicurato rimane sempre quello del pregiudizio al patrimonio quello proporzionato. In altri termini, la clausola limitativa
(15). Ancora, il pericolo di rimanere privi di copertura in della responsabilità svolge la sua funzione nel momento
caso di recesso dell’assicuratore dopo la denuncia di sini- della patologia del contratto, ponendo un limite alla deter-
stro, paventato da una parte della dottrina (16), non sussi- minazione dell’ambito del pregiudizio risarcibile, ma pre-
ste, posto che, una volta intervenuta la richiesta da parte suppone che si sia già definito l’evento di cui il debitore de-
del terzo ed effettuata la comunicazione all’assicuratore, ve rispondere. Una clausola limitativa del rischio dedotto
con la correlativa sospensione della prescrizione a norma
dell’art. 2952, comma 4, c.c., l’eventuale recesso non potrà
Note:
valere che per il futuro e non per il passato.
(segue nota 13)
Sennonché, ogni prodotto ha i suoi difetti. Primo fra es-
si l’allungamento della durata dei contratti. Infatti, a meno Responsabilità civile e assicurazione, cit., 320 ss., ovvero al momento della
produzione dell’evento dannoso, C. Russo, L’assicurazione di responsabilità
che l’assicurato non riesca a spuntare una coda di ultrattività del medico e della casa di cura (nota a Cass. 8 gennaio 1999, n. 103), in As-
della polizza particolarmente lunga, la durata del vincolo do- sicurazioni, 1999, II, 222. La diversa rilevanza ai fini della nascita dell’ob-
vrebbe dilatarsi in parallelo con la possibilità di essere chia- bligazione dell’assicuratore e del decorso del termine di prescrizione ha
mato a rispondere del proprio operato. La stessa ANIA se- indotto a disattendere una nozione unitaria di sinistro in materia di assi-
curazione della responsabilità civile, cfr. De Luca, L’attuazione del rappor-
gnala la possibilità di sinistri che possono rimanere scoperti: to assicurativo, op. cit., 98.
1) nel caso di successione di più polizze claims made con una
(14) Su tale versante dovrà verificarsi l’impatto della nota informativa,
retroattività limitata senza clausole di garanzia postuma; 2) prevista dall’art. 185 del recente Codice delle assicurazioni, dove rac-
nel caso di mutamento dell’assicuratore e di fatti che si ma- chiudere tutte le informazioni necessarie “affinché il contraente e l’assi-
nifestino durante la vigenza del precedente contratto, ma per curato possano pervenire a un fondato giudizio sui diritti e gli obblighi
contrattuali e, ove opportuno, sulla situazione patrimoniale dell’impre-
i quali la richiesta di risarcimento arrivi dopo la sua scadenza, sa”. Semmai in tale materia, per l’esistenza di un’asimmetria informativa
l’assicurato è tenuto, a norma degli artt. 1892 e 1893, a co- fra i paciscenti, è sempre incombente il rischio di selezione avversa, ossia
municare la circostanza con il rischio di vedersi opporre il ri- la difficoltà per l’assicuratore, se non ad alti costi, di distinguere gli assi-
fiuto alla copertura se non a costo di un premio onerosissimo. curati ad alto rischio da quelli a basso rischio, con la conseguenza di spin-
gere fuori dal mercato questi ultimi, altrimenti costretti a pagare dei pre-
Vien fatto di osservare, tuttavia, che in tale ultima ipotesi, os- mi più onerosi. Per un esame più approfondito, R. Cooter - U. Mattei -
sia a fatto dannoso già posto in essere, l’eventuale contratto P.G. Monateri - R. Pardolesi - T. Ulen, Il mercato delle regole - Analisi eco-
di assicurazione potrebbe essere nullo ex art. 1895 c.c. per nomica del diritto civile, Bologna, 2001, 76 ss.; Russo, Trasparenza ed infor-
cessazione del rischio, a meno di non voler dar seguito all’o- mazione nel contratto di assicurazione - La prospettiva dell’analisi economica
del diritto, Padova, 2001, 142 ss.
pinione di quanti sostengono la validità del contratto facen-
do leva proprio sulla incertezza soggettiva dell’assicurato in (15) Cfr. Candian, Responsabilità civile e assicurazione, cit., 327.
merito alla verificazione del sinistro in tutte le sue compo- (16) Cfr. Carassale, op. cit., 249.
nenti, incluso pertanto anche il danno (17). (17) G. Scalfi, I contratti di assicurazione. L’assicurazione danni, Torino,
IV. - Altro e ben diverso è il problema dell’esatta de- 1991, 171; e Volpe Putzolu, Le assicurazioni - Produzione e distribuzione, cit.,
64 ss., la quale, nell’ambito della valutazione circa l’ammissibilità di un’as-
terminazione del rischio nel contratto di assicurazione e, sicurazione retroattiva basata su una nozione di rischio non più individua-
quindi, quello della delimitazione dell’oggetto di questo. le, ma concepito come “medio”, giunge a ritenere che «la copertura re-
Al riguardo, occorre chiedersi se la delimitazione del ri- troattiva non può considerarsi a priori incompatibile con la funzione del
schio dedotto in contratto costituisca una limitazione del- contratto, né dal punto di vista dell’assicurato che realizza il suo interesse
nell’indennizzo a costo parziale, né dal punto di vista dell’assicuratore che
la responsabilità, sì da innescare il problema della vessa- ha calcolato il premio in funzione di una sinistrosità media, sulla quale
torietà ex art. 1341, comma 2, c.c. come sostenuto nella non incide il momento della produzione dei sinistri, quanto piuttosto la
sentenza epigrafata. Infatti, la Cassazione ha avallato il ra- loro frequenza nel periodo assicurativo di volta in volta considerato».

1082 DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

nel contratto di assicurazione, invece, serve a definire l’og- Insomma, nel silenzio del formante più neghittoso, la paro-
getto del contratto, opera a monte e non circoscrive l’am- la resta, come sempre, agli altri due: la dottrina e la giuri-
bito della responsabilità, ma individua il presupposto del sprudenza. Avanti, dunque.
diritto alla prestazione indennitaria (18). In altri termini,
così richiamando il 19° considerando della direttiva Note:
93/13/CEE, la clausola in esame serve a mettere a fuoco il
(18) Cass. 4 febbraio 2002, n. 1430, in Foro it., Rep. 2002, voce Assicura-
rischio oggetto di copertura, rinviando la determinazione zione (contratto), n. 64, per esteso in Giust. civ., 2002, I, 1895; Cass. 27 lu-
del quantum all’accertamento del debito dell’assicurato nei glio 2001, n. 10290, id., Rep. 2002, voce cit., n. 66, per esteso in Dir. ed
confronti del danneggiato. econ. assic., 2001, 1137; Cass. 16 giugno 1997, n. 5390, id., Rep. 1997, vo-
V. - Per chiudere, mette conto rilevare che non è an- ce Contratto in genere, n. 335; Cass. 23 febbraio 1996, n. 1437, id., Rep.
1996, voce Assicurazione (contratto), n. 99; Cass. 12 marzo 1993, n. 2974,
cora definitivamente risolto il problema di quando il debi- id., Rep. 1993, voce cit., n. 69; Cass. 10 ottobre 1987, n. 7524, id., Rep.
to dell’assicuratore possa considerarsi insorto, ossia se possa 1987, voce cit., n. 91.; Trib. Venezia 28 novembre 1986, id., Rep. 1987, vo-
ipotizzarsi un raccordo tra gli effetti del decorso del tempo ce cit., n. 93, in extenso in Giur. merito, 1987, 589; Cass. 7 settembre 1984,
in danno dell’assicurato per la maturazione degli accessori n. 4787, id., Rep. 1984, voce cit., n. 81; Cass. 22 aprile 1982, n. 2477, id.,
Rep. 1982, voce cit., n. 74. Da ultime si leggano in tema di clausola di eso-
del credito risarcitorio e quelli relativi all’ambito tempora- nero della copertura assicurativa in caso di guida in stato di ebbrezza Trib.
le del diritto dell’indennizzo verso l’assicuratore. Il proble- Venezia 24 maggio 2004, in questa Rivista, 2005, 558, con nota di P. San-
ma, che in campo di azioni dirette del danneggiato nei con- toro, Clausola limitativa dell’oggetto del contratto di assicurazione; Trib. Bolo-
fronti dell’assicuratore ex art. 18 legge 990/69 trova soluzio- gna 17 luglio 2002, id., Rep. 2003, voce Assicurazione, n. 151, per esteso in
Arch. circolaz., 2002, 938, che ne hanno escluso la vessatorietà ex art. 1341,
ne nell’ambito della responsabilità ultramassimale (19), ri- comma 2, c.c.; contra sullo specifico argomento Trib. Venezia, sez. dist. Do-
schia di condizionare, e non di poco, la possibilità per la vit- lo, 11 luglio 2002, id., Rep. 2002, voce Contratto in genere, n. 344 e 345, per
tima di vedere soddisfatto il proprio credito per il pericolo esteso in questa Rivista, 2003, 886, annotata da M. Gagliardi, Parità di trat-
tamento nella liquidazione del danno biologico e inefficacia di clausole assicurati-
di incapienza (20) del danneggiante nelle ipotesi di assicu- ve, a cui si rinvia anche per i riferimenti bibliografici alle sottonote 10 e 11.
razione della responsabilità civile facoltativa (21).
(19) Cass. 9 febbraio 2005, n. 2653, annotata da T. Greco, in corso di
Infatti, secondo l’orientamento maggioritario in giuri- pubblicazione su questa Rivista.
sprudenza, l’obbligo dell’assicuratore verso l’assicurato sor-
(20) Cfr. Cass. 28 agosto 2000, n. 11228, in Foro it., 2001, I, 1240, secon-
ge quando il credito del danneggiato diviene liquido ed esi- do cui «in tema di assicurazione della responsabilità civile, il diritto del-
gibile e, quindi, dal momento in cui la responsabilità del se- l’assicurato ad essere tenuto indenne dalle conseguenze dei danni cagio-
condo sia giudizialmente accertata e determinato l’am- nati sorge con la stipulazione del contratto di assicurazione (divenendo
montare del dovuto (22). A quest’impostazione si contrap- attuale e concreto con la richiesta di risarcimento avanzata dal danneg-
giato), e sin da tale momento costituisce situazione giuridica soggettiva
pone l’orientamento secondo cui il diritto dell’assicurato suscettibile di spossessamento in caso di suo fallimento».
nei confronti dell’assicuratore, sorto al momento dell’even- (21) Proprio per arginare un siffatto pericolo App. Torino 16 novembre
to dannoso, diviene attuale e concreto quando prende for- 2004, in Foro it., 2005, I, 1914, annotata da Palmieri, ha sollevato la que-
ma la minaccia al suo patrimonio, ossia quando il terzo ma- stione di costituzionalità «dell’art. 1917, comma 1 e 2, c.c., 42, 46, comma
nifesta, anche per via stragiudiziale, la volontà di essere ri- 1, e 111 l. fall., nella parte in cui non consentono al dipendente rimasto
danneggiato da infortunio sul lavoro, derivante da violazione del dovere di
sarcito (23). L’influenza esercitata dalla legge 990/69 sul re- sicurezza, l’esercizio dell’azione diretta contro la compagnia dell’assicura-
gime dell’assicurazione facoltativa, stante la comunanza trice del datore di lavoro e, quindi, in ipotesi di fallimento la prededuzione
della causa, ha spinto parte della dottrina a rilevare come del relativo credito, che viene invece posposto alla previa falcidia dei cre-
«l’obbligazione dell’assicuratore sorga al momento della ri- diti della procedura, in riferimento agli art. 2, 3, 24, 32, 36 e 42 Cost.».
chiesta di risarcimento del terzo, tempestivamente comu- (22) Cfr. Cass. 22 maggio 1998, n. 5137, in Foro it., Rep. 1998, voce As-
nicata dall’assicurato, sicché il valore del massimale debba sicurazione (contratto), 116; Cass. 7 maggio 1996, n. 4240, id., Rep. 1996,
voce cit., n. 102; Cass. 1° luglio 1995, n. 7330, ibidem, n. 107, per esteso in
essere commisurato a quel tempo: la sua incapienza al mo- Assicurazioni, 1996, II, 2, 13; Cass. 14 ottobre 1993, n. 10170, id., Rep.
mento della liquidazione del danno, pertanto, può essere 1994, voce cit., 149, per esteso in Dir. ed econ. assic., 1994, 330.
imputata alla condotta dell’assicuratore, ricorrendo i pre- (23) Cfr. Cass. 28 agosto 2000, n. 11228, cit.; Cass. 24 febbraio 1995, n.
supposti della mala gestio» (24). 2103, id., Rep. 1995, voce cit., n. 142; Cass. 18 luglio 1987, n. 6341, id., Rep.
Resta allora da chiedersi se, nell’ambito di un proces- 1987, voce cit., n. 152; Cass. 25 ottobre 1984, n. 5442, id., Rep. 1985, voce
cit., n. 150; Cass. 20 luglio 1974, n. 2196, id., Rep. 1974, voce cit., n. 172.
so di trasformazione della responsabilità civile sempre più
legata ai profili assicurativi, con conseguente emersione di (24) Franzoni, Responsabilità civile, cit. 401; in tal senso già V. Angeloni,
Assicurazione responsabilità civile, voce dell’Enc. dir., Milano, 1958, III, 562.
un rapporto di tipo trilaterale, non siano maturi i tempi per
(25) La norma, che riprende L. 13 juillet 1930, art. 53, nel disporre “L’as-
l’approdo ad una generalizzazione dell’azione diretta del sureur ne peut payer à un autre que le tiers lésé tout ou partie de la somme due
terzo verso l’assicuratore, come ormai praticato da lungo par lui…” è sempre stata interpretata per l’appunto in termini di azionabi-
tempo oltralpe in base all’art. L 124-3 del Côde des assuran- lità diretta da parte della vittima, tanto più che, come già detto, in base
ces (25) e sostenuto da una parte della dottrina (26). Ma all’art. 124-1 del Côde des assurances il sinistro è dato per l’appunto dalla
richiesta del terzo.
non è da escludere che per questa via non possa generarsi,
anche in Italia, un moto di reazione giurisprudenziale av- (26) Cfr. da ultimo Candian, Responsabilità civile, cit., 212 ss., spec. 233 ss.;
in questa direzione, ma sulla base di una lettura teleologica dell’art. 2697
verso all’opponibilità al terzo proprio delle clausole subor- c.c., v. già Donati, Trattato, cit., III, 429 ss. Più di recente, ma in senso
dinanti l’operatività della garanzia alla presentazione della contrario, sull’argomento v. P. Palmisano, La tutela dei diritti e la prescrizio-
richiesta di risarcimento durante la vigenza del contratto. ne, in Responsabilità e assicurazione (a cura di Cavallo Borgia), cit., 224 ss.

DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005 1083


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

CLAUSOLE CLAIMS MADE: LEGITTIME, MA VESSATORIE


di Chiara Lanzani

rence, idoneo, cioè, a fornire protezione rispetto a fatti o


Nella controversia insorta tra una compagnia di as- comportamenti colposi verificatisi durante la vigenza del
sicurazione e un curatore fallimentare, chiamato a contratto, a prescindere dal momento di presentazione del-
rispondere dei danni provocati da un non corretto la domanda risarcitoria.
esercizio delle sue funzioni, la Cassazione, confer- Per ovviare a questa evenienza, economicamente
mando la decisione dei giudici di merito, ritiene ope- svantaggiosa, è stata elaborata una tecnica alternativa, ba-
rante la garanzia assicurativa, basata sulle clausole sata sull’utilizzo delle così dette clausole claims made: l’in-
c.d. claims made. Queste, seppur in deroga allo sche- novazione fondamentale consiste nella differente interpre-
ma tipico del contratto di assicurazione previsto da- tazione riservata al concetto di sinistro, quale fatto che de-
gli art. 1882 ss. c.c., sono legittime, in quanto per-
seguenti interessi meritevoli di tutela, e configurano Note:
un contratto atipico pienamente compatibile con (1) Molte sono le perplessità sollevate in passato a proposito della possi-
l’ordinamento giuridico, ex art. 1322 c.c. Costituen- bilità di estendere la ratio sottesa al sistema assicurativo anche a quegli ef-
do, però, un patto di esonero da responsabilità, ai fetti patrimoniali negativi conseguenti un comportamento illecito tenu-
to da un libero professionista. Il dibattito è, però, stato del tutto superato,
sensi dell’art. 1229, secondo comma, c.c., vengono in considerazione del fatto che, a fronte di una evoluzione economica
considerate vessatorie, ex art. 1341, secondo com- sempre crescente e di esigenze sociali sempre più complesse, qualora l’at-
ma, c.c., e necessitano di specifica approvazione tività umana non avesse potuto neutralizzare i rischi della responsabilità
scritta. patrimoniale legati all’esercizio delle professioni intellettuali, in nessun
modo il legislatore avrebbe realmente potuto fornire una adeguata e com-
pleta tutela al danneggiato, ostacolando, di fatto, lo sviluppo economico
della moderna civiltà di massa. Per una attenta analisi sul legame esisten-
La vicenda in esame, oltrepassati, oramai, i dubbi sul- te tra responsabilità civile e il sistema di eliminazione e compensazione
la applicabilità anche nell’ambito delle libere professioni economica dei rischi, attuato tramite le forme assicurative, si veda l’ap-
profondito saggio di Fanelli, I problemi fondamentali dell’assicurazione della
delle peculiarità del sistema assicurativo (1), propone una responsabilità civile per i rischi della strada con particolare riferimento al proget-
interessante panoramica su due tecniche attualmente uti- to governativo, in Riv. dir. comm., 1966, I, 347.
lizzate. All’architettura tradizionale, prevista nel nostro or- (2) La dottrina in quest’ambito è, da sempre, vastissima: si vedano Viter-
dinamento dagli artt. 1882 ss. c.c., infatti, si è andata, man bo, L’assicurazione della responsabilità civile, Milano, 1936; Rodotà, Il pro-
mano, affiancando in tutti i settori, e, dunque, anche in blema della responsabilità civile, Milano, 1964; Comporti, Esposizione al pe-
quello della r.c. professionale (2), qui indagato, una prassi, ricolo e responsabilità civile, Napoli, 1965; Durante, L’assicurazione obbliga-
toria per la responsabilità civile dopo un decennio di applicazione, Milano,
inizialmente diffusasi nel mondo anglosassone, che ha por- 1991; De Strobel, L’assicurazione di responsabilità civile, Milano, 1998;
tato alla nascita di tecniche assicurative nuove, nel tentati- Candian - Donato, Responsabilità civile e assicurazione, Milano, 1993;
vo di fornire una adeguata risposta alle imprevedibili esi- Merz, Manuale pratico dell’assicurazione della responsabilità civile, Padova,
2003; Cavallo Borgia, Responsabilità e assicurazione, in Trattato della re-
genze del mercato. sponsabilità civile, diretto da Franzoni, Milano, 2004.
Dalla fine degli anni Settanta, e in modo particolare
(3) Colquitt - Lee - Hoyt - K. Mc Cullough, The impact of asbestos and en-
dalla metà degli anni Ottanta, tutto il comparto assicurati- vironmental reserves increases on shareholder wealth, working paper, Univer-
vo è stato oggetto, infatti, di una profonda crisi dovuta al ri- sity of Georgia, may 2003; Marley, Policyholder victory; Pennsylvania adopts
conoscimento giudiziale di fattispecie di danni completa- triple-trigger coverage theory for asbestos, Business Insurance, v. 27, 1, Sept.
mente nuove, quali il danno da esposizione a sostanze tos- 6, 1993.
siche (come l’amianto) o il danno ambientale e da inqui- (4) Si è a lungo discusso in dottrina se l’evento da qualificarsi come sini-
namento (3). Le Corti, di fronte al proliferare di richieste stro coincidesse o meno con il fatto illecito produttivo del danno. La dot-
trina ha definito, infatti, il sinistro in termini di “fenomeno complesso”: a
risarcitorie late-reported, presentate, cioè, con notevole sfa- riguardo sono stati individuati almeno quattro momenti astrattamente
satura temporale rispetto al momento genetico del fatto le- idonei a corrispondere al sinistro, rilevante per la decorrenza degli effetti
sivo, sono necessariamente pervenute ad una ridefinizione che la legge vi riconnette. Il primo istituto è sicuramente il fatto danno-
so; in secondo luogo, l’evento potrebbe essere interpretato come richiesta
del concetto di occurrence (4), ovverosia di evento, quale di risarcimento del danno, richiamata dallo stesso codice all’art. 2952, ma
fattore in grado di attivare la copertura assicurativa. Si è vo- potrebbero essere individuate quali fattispecie significative anche il rico-
luto, cioè, offrirne una interpretazione estensiva e dilatar- noscimento giudiziale del diritto al risarcimento e il pagamento dello stes-
ne, così, la portata, al punto da includere nei confini tem- so. Va, altresì, sottolineato che nell’esercizio delle così dette professioni
protette la esatta identificazione del sinistro diviene un’operazione anco-
porali della coverage i momenti a partire dalla prima esposi- ra più intricata: risulta, infatti, assai più ardua la collocazione temporale
zione alla situazione potenzialmente pericolosa fino alla ef- dell’evento generatore del danno, i cui effetti possono, talvolta, essere
fettiva manifestazione del danno. molto differiti nel tempo, o apparentemente slegati dall’attività origina-
Questo fenomeno, unitamente alla crescente inflazio- riamente posta in essere. Si rinviene questa impostazione, ad esempio, in
Durante, L’assicurazione di responsabilità civile, Milano, 1964, 260 (Id., As-
ne, non poteva che avere, quale ricaduta immediata, un sicurazioni contro la responsabilità civile, in Noviss. dig. it., Torino, 1980,
forte innalzamento dei premi all’interno del tradizionale 504) e, più recentemente in Donati - Volpe Potzulu, Manuale di diritto del-
contratto assicurativo, basato sulla formula del loss occur- le assicurazioni, Milano, 2000, 173 ss.

1084 DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

ve accadere in pendenza di contratto e fonte dell’obbliga- ne temporale della copertura, con i conseguenti riflessi an-
zione dell’assicuratore. che dal punto di vista dei costi, in sensibile rialzo, le impre-
Attraverso l’inserimento di questa tipologia di clauso- se assicuratrici sembrano voler garantire ai loro clienti la
le, le parti del contratto pervengono ad una definizione possibilità di fare un passo indietro verso lo schema tradi-
convenzionale della nozione di sinistro, facendolo coinci- zionale.
dere, cioè, con la mera richiesta di risarcimento del danno,
restando privo di rilievo, invece, il momento in cui tale Un contratto atipico
danno si sia concretamente verificato. È innegabile, del resto, che i vantaggi economici e la
La differenza fra le due tipologie di contratto non si flessibilità della tipologia contrattuale basata sulle clausole
pone, come è intuibile, solo sul piano definitorio; ha, piut- claims made abbiano portato ad una loro diffusione sempre
tosto, alla base una giustificazione prettamente economica. più capillare, anche nel settore della r.c. professionale. Si è
La formula loss occurence risulta, infatti, estremamente iniziato, tuttavia, a sospettare che l’inserimento automatico
più onerosa tanto per l’assicurato, in termini di costi, quan- di queste clausole all’interno dei contratti standardizzati
to per l’assicuratore, in termini di rischi assunti, garantendo potesse costituire un illegittimo, e quindi nullo, squilibrio
copertura anche per le domande c.d. late-reported, presenta- economico, a favore delle imprese predisponenti le con-
te a contratto scaduto e rendendo, così, del tutto superfluo venzioni, a discapito del contraente debole.
stipulare polizze integrative, come quella così detta tail-co- Con la sentenza in esame, proprio per questo attesa
verage, per coprire la fase successiva alla fine del rapporto con preoccupato interesse dal settore assicurativo, la Cassa-
contrattuale. Gli svantaggi per il soggetto assicurato con zione si è, invece, definitivamente pronunciata per la legit-
una polizza loss occurence risultano, dunque, legati quasi timità delle clausole del tipo claims made, annoverandole,
esclusivamente agli ingenti costi, oltre che alla possibile però, tra quelle vessatorie, per le quali occorre una specifi-
svalutazione monetaria: il risarcimento concesso a distanza ca approvazione per iscritto da parte del contraente debole,
di anni viene, infatti, calcolato sulla base dei premi origi- ai sensi dell’art. 1341, secondo comma, c.c.
nariamente corrisposti, non sempre adeguati all’avanzare La S.C., pur confermando l’impianto giuridico fornito
dell’inflazione, potendo, dunque, costituire per l’assicurato nella pronuncia di merito impugnata (5), ne ha ribaltato
una protezione molto debole. l’architettura giuridica, sulla base della quale giustificare la
Polizze del tipo claims made risultano, invece, incom- legittimità (6) di questo tipo di deroghe al sistema codici-
parabilmente meno onerose: l’assicurato, infatti, sebbene stico, riconducendole, cioè, non più al contratto di assicu-
costretto a rinnovi annuali e ad una costante attenzione a razione, previsto dagli artt. 1882 ss. c.c., ma all’art. 1322 c.c.
che la propria retroactive date, ossia il momento iniziale del- e alla tutela da esso garantita ai contratti atipici perseguen-
la copertura assicurativa, non venga di volta in volta fatta ti interessi meritevoli.
avanzare, a fronte dei minori rischi assunti dall’impresa as- L’esposizione presentata dalla compagnia, non accolta
sicuratrice, si trova a dover corrispondere premi notevol- dalla Cassazione, giustificava il preteso mancato operare
mente inferiori. La maggior convenienza economica e il della garanzia sulla base del ritardo dell’assicurato nel pre-
circoscritto rischio hanno, in sostanza, portato la quasi to- sentare la richiesta di risarcimento, risultata late-reported.
talità delle assicurazioni a strutturare le polizze sulla base di Di fatto, si argomentava, adducendo a sostegno la frequen-
questo innovativo sistema, trascurando, di fatto, nella for- za dell’utilizzo dell’impianto contrattuale del claims made,
mulazione standard del contratto per adesione, la oggettiva che, in quest’ambito, si fosse assistito, di fatto, ad una sorta
minor protezione garantita ai soggetti assicurati. di contrattualizzazione di una prassi, oramai consolidata,
La possibilità di correggere la convenzione, così come interamente improntata al favor dell’assicurato. Tale usus
già predisposta, con adattamenti negoziali in grado di am-
pliare temporalmente l’efficacia della coverage è prevista so- Note:
lo dietro la stipula di polizze ulteriori e il pagamento di pre- (5) App. Napoli 28 febbraio 2001, n. 503, inedita: i giudici partenopei
mi aggiuntivi. Così, ad esempio, con l’introduzione di clau- avevano, infatti, ritenuto operante una garanzia assicurativa prestata a fa-
sole c.d. tail-coverage si può garantire un avanzamento tem- vore di un professionista con clausola claims made, anche se la richiesta del
terzo danneggiato era arrivata allo stesso dopo la scadenza del contratto
porale della copertura, aggiungendo un c.d. extended repor- assicurativo. Rileva, cioè, non la richiesta del terzo danneggiato, ma «i
ting period, la cui durata è rimessa alla volontà della parti, fatti colposi verificatisi nella vigenza del contratto di assicurazione». In
per presentare le domande risarcitorie oltre la scadenza del ogni caso, la Corte aveva sostenuto la vessatorietà della clausola e, data la
contratto e vederle soddisfatte. Simmetricamente, l’inseri- mancanza di specifica approvazione scritta, la sua inefficacia.
mento della clausola c.d. prior acts coverage, implica la re- (6) Non tutta la giurisprudenza si è, però, nel tempo dimostrata unanime
nella valutazione di questo tipo di clausole. In Trib. Bologna 2 ottobre
troattività della copertura assicurativa, includendovi anche 2002, n. 3318, inedita, riguardante la somministrazione di cure, ritenute
fatti e comportamenti verificatisi prima della stipulazione inidonee, da parte di un odontoiatra, denunciante il sinistro dopo la sca-
della polizza. denza del contratto, si legge testualmente che «la clausola prevista dalla
In questo modo, si può negozialmente derogare al suddetta disposizione contrattuale» (la claims made, appunto) «deve con-
siderarsi nulla in quanto contraria alla disposizione di cui all’art. 1917 c.c.,
contratto standard, privando della proprie peculiarità la ga- norma primaria ed imperativa, di immediata applicazione, la quale deve
ranzia offerta dall’impianto claims made: venendo meno, in- essere, quindi, inserita nel contratto concluso dalle parti in sostituzione
fatti, o, se non altro, riducendosi in gran parte la limitazio- della clausola difforme, ai sensi degli artt. 1339 e 1419 c.c.».

DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005 1085


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

riceverebbe, tra l’altro, pieno riconoscimento nel disposto mento al fatto come comportamento colposo. Infine, an-
dell’art. 2952 c.c., il quale, al terzo comma, espressamente che l’art. 1914 c.c. offre ulteriori argomenti a sostegno, con
prevede che “nell’assicurazione sulla responsabilità civile, il la previsione del c.d. obbligo di salvataggio a carico del
termine decorre dal giorno in cui il terzo ha richiesto il ri- contraente, ossia il dovere per l’assicurato di fare tutto
sarcimento all’assicurato o ha promosso contro di questo quanto in suo potere per evitare il verificarsi del sinistro o,
l’azione”. se già manifestatosi, per attenuare quanto più possibile le
La soluzione all’annoso problema interpretativo del sue conseguenze. Quest’obbligo, incontestabilmente, sorge
concetto di “sinistro”, quale elemento essenziale del con- in conseguenza del comportamento colposo, fenomeno an-
tratto tipico, sarebbe stata, in sostanza, fornita dallo stesso tecedente e del tutto diverso dalla richiesta risarcitoria.
legislatore, attraverso la lettura coordinata degli artt. 1917 L’art. 2952 c.c. non ha, secondo la Cassazione, la fun-
e 2952 c.c. Non l’architettura del loss occurence, ma quella zione e la ratio di identificare il contenuto del concetto di
del claims made configurerebbe, dunque, la fattispecie real- sinistro, ma è esclusivamente “volto a stabilire la decorren-
mente tipica, idonea a fornire, in aggiunta, una maggiore e za del termine di prescrizione dei diritti dell’assicurato nei
più completa tutela all’assicurato, acquisendo l’assicuratore confronti dell’assicuratore”.
in copertura anche tutti i danni già potenzialmente in cor- Il modello contrattuale tipico resta, dunque, quello
so e causati da errori professionali antecedenti il periodo di previsto nel codice: la possibilità negoziale di prevedere e
efficacia del contratto. inserire deroghe (11) è consentita, invece, dalle larghe ma-
Secondo i giudici di legittimità, diversamente, la tesi glie della disciplina del contratto in generale (12) e del
interpretativa proposta non ha pregio: riprendendo in buo- principio della libera autonomia contrattuale, se nel pieno
na parte la struttura argomentativa dei giudici di merito, si rispetto delle norme imperative.
è inequivocabilmente chiarito che il concetto di “sinistro”
deve essere identificato con il fatto, con il comportamento Una limitazione di responsabilità
colposo all’origine dell’obbligazione risarcitoria. da approvare specificamente
La Cassazione mostra, cioè, di condividere l’opinione Ciò che destava maggiori preoccupazioni da parte del
dottrinale secondo la quale «se il contratto non dispone di-
versamente, l’assicuratore è tenuto a risarcire tutti i danni Note:
prodotti dal sinistro, che si sia verificato nel periodo di effi- (7) Volpe Potzulu, Le assicurazioni. Produzione e distribuzione. Problemi giu-
cacia del contratto, anche se successivi alla scadenza della ridici, Bologna, 1992, 67.
garanzia, in quanto conseguenze inevitabili del rischio assi- (8) Interessanti, a proposito dell’intrinseca natura aleatoria del contratto
curato» (7). di assicurazione, le considerazioni proposte da Gerbo, Le condizioni gene-
Rilevante è, dunque, esclusivamente la data di verifi- rali di contratto nel settore assicurativo privato, in C.M. Bianca (a cura di), Le
cazione del comportamento illecito: le possibili conseguen- condizioni generali di contratto, Milano, 1981, II, 183 ss.
ze derivantine rientrano nell’alea gravante sull’assicuratore (9) In definitiva, si subordinerebbe l’operatività del contratto di assicura-
e assunta quale corrispettivo del versamento del premio. zione non al momento di accadimento del fatto, ma alla condotta discre-
zionale dei pretesi danneggiati e si escluderebbe di fatto al copertura assi-
Diversamente, se il sinistro coincidesse con la doman- curativa dei sinistri accaduti in prossimità della scadenza della polizza pro-
da giudiziale, l’alea (8) insita nel contratto in questione fessionale.
verrebbe interamente a gravare sulla discrezionale iniziati- (10) Parte della dottrina tedesca, ad esempio, escludeva la aleatorietà del
va del terzo, e non sull’incertezza rispetto all’insorgere di re- contratto di assicurazione sostenendo che la prestazione dell’assicuratore
sponsabilità dell’assicurato in seguito alle sue azioni (9). La non si sostanziava nell’essere tenuto all’indennizzo in caso di sinistro, ma
nell’essere pronto a corrisponderlo, e la necessarietà di tale disponibilità
natura aleatoria del contratto di assicurazione, a lungo di- non si presentava affatto come incerta. Cfr. Bruck, Kommentar zum Versi-
scussa in dottrina (10), implica, invece, che il rischio del cherungsvertragsgesetz, Berlin, 1961.
verificarsi dell’evento possa sì essere più o meno probabile, (11) Svariate, infatti, sono le clausole che le parti possono inserire nel ne-
ma non unicamente legato a una scelta individuale. gozio. Ad esempio la clausola “a prima richiesta fatta” o “sinistro in serie”,
Numerosi sono, poi, i riferimenti normativi sulla base per la quale si considerano unitariamente verificati tutti i danni causati da
dei quali la Cassazione motiva l’interpretazione fornita. Il un unico evento per il quale sia stata avanzata la prima richiesta di risar-
cimento durante il tempo dell’assicurazione, ancorché siano state avanza-
primo comma dell’art. 1917 c.c. utilizza l’espressione “fatto te, successivamente alla scadenza del contratto, ulteriori domande risarci-
accaduto durante il tempo dell’assicurazione”; sempre il torie, o si siano manifestati danni aggiuntivi; ancora, può ricordarsi la
medesimo articolo esclude, poi, il risarcimento per i danni clausola “sinistro latente” con la quale si ottiene la copertura assicurativa
di tutti i danni provocati da un singolo evento verificatosi anteriormente
derivanti da “fatti” dolosi: la lettera della norma appare, alla conclusione del contratto, purché manifestatisi durante il tempo del-
dunque, sufficientemente chiara nel fare riferimento a veri la copertura.
e propri comportamenti di cui l’assicurato deve rispondere (12) Prima di questa sentenza, la giurisprudenza di merito, ancorandole al
e non all’esercizio dell’azione e della pretesa risarcitoria. modello contrattuale tipico dell’assicurazione, aveva giustificato l’inseri-
Ancora: prevedendo a carico dell’assicurato un onere mento delle clausole claims made con la derogabilità dell’art. 1917 previ-
di avviso dell’accadimento del sinistro, quale forma di tute- sta dall’art. 1932 c.c. possibile esclusivamente a favore dell’assicurato. In
questo senso, si veda Trib. Crotone 8 novembre 2004, n. 478, in Assicur.,
la dell’assicuratore, onde consentirgli una prudente valuta- 2004, II, 260, ove, peraltro, non viene affrontato il problema della vessa-
zione in ordine all’effettivo diritto dell’assicurato all’inden- torietà della clausola, poiché, nel caso specifico, presentava la specifica
nità, l’art. 1913 c.c. identifica la data iniziale facendo riferi- approvazione scritta da parte del consumatore.

1086 DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

comparto assicurativo, era, però, l’eventuale giudizio di una particolare il presunto esclusivo favor nei confronti dell’as-
loro possibile nullità, presentando esse l’aspetto di una pa- sicurato, vantato dalla ricorrente, ossia la copertura di tutti
lese limitazione di responsabilità, ai sensi dell’art. 1229 c.c., i danni, anche antecedenti alla stipula del contratto, omet-
secondo comma. te del tutto di fare riferimento alla parte finale del rapporto
La compagnia di assicurazione, nel tentativo di per- assicurativo, rispetto alla quale, come precedentemente ac-
suadere la S.C. della compatibilità con l’ordine pubblico cennato, la garanzia rischia di essere, in buona sostanza,
delle clausole claims made, ha inteso evidenziarne esclusiva- inoperante, data la obiettiva mancanza di tempo per avan-
mente la caratteristica di esplicita estensione di garanzia zare la pretesa risarcitoria.
per l’assicurato: svincolando l’efficacia della copertura dal- Tuttavia, le clausole claims made, pur annoverandosi
l’accertamento di circostanze non sempre facilmente ri-
scontrabili, quali l’accadimento del fatto o il manifestarsi Note:
del danno, e vincolandola, invece, ad un dato obiettivo e (13) Molto ampia la dottrina a riguardo: si vedano, tra i tanti, Ceccherini,
certo nella sua collocazione temporale, viene, infatti, ad Responsabilità per fatto degli ausiliari. Clausole di esonero da responsabilità, in Il
codice civile commentato. Artt. 1228-1229, fondato da P. Schlesinger e di-
eliminarsi ogni possibilità di contestazione sulla validità retto da F.D. Busnelli, Milano, 2003, 149 ss.; in prospettiva comparatistica,
della copertura stessa rispetto al sinistro. Ponzanelli, Le clausole di esonero dalla responsabilità civile, Milano, 1984;
La piena validità di questo tipo di clausole derivereb- Saccomani, Orientamenti della giurisprudenza e tendenze dottrinali in tema di
be, inoltre, dalla loro appartenenza non alla categoria delle clausole di esonero dalla responsabilità, in Giust. merito, 1976, IV, 295; Cabel-
la Pisu, Le clausole di esonero da responsabilità, in Trattato di diritto privato, di-
pattuizioni dirette a limitare o escludere la responsabilità retto da P. Rescigno, Torino, 1984, IX, 230; Benatti, Clausole di esonero da
del debitore (13), ma tra quelle volte a delimitare e meglio responsabilità, in Dig. disc. priv., sez. civ., III, Torino, 1988, 402; Ponzanelli,
circoscrivere l’oggetto del contratto (14), nel caso specifico Le clausole di esonero dalla responsabilità, in questa Rivista, 1998, 852.
il rischio. Tali accordi, interamente rimessi alla libera di- (14) Sulla differenza tra clausole di esonero da responsabilità e clausole de-
sponibilità delle parti, non assumono, secondo la società ri- limitative dell’oggetto della prestazione dedotta in contratto emblematica
corrente, nessun carattere di vessatorietà, individuando è stata la vicenda delle cassette di sicurezza. In tale occasione, con la sen-
tenza Cass. 29 marzo 1976, n. 1129, in Banca, borsa, tit. cred., 1987, II, 173,
soltanto con maggior precisione il contenuto dello scambio la S.C., pronunciandosi sulla natura del patto contenuto nel contratto di
economico tra assicurato ed assicuratore, non necessitan- custodia in cassette di sicurezza, che imponeva alle parti di non conserva-
do, pertanto, di nessuna specifica approvazione scritta (15). re nella cassetta beni aventi valore complessivo superiore a £ 1.000.000, ha
È stato, comunque, sottolineato come, talvolta, una accolto la tesi della natura di clausola di limitazione della responsabilità,
con la conseguente applicazione dell’art. 1341, comma 2, c.c., e della ne-
clausola di limitazione dell’oggetto del contratto, pur diffe- cessaria presenza di un’apposita approvazione per iscritto della clausola.
rendo nella sostanza dalle clausole di esonero da responsa- L’accoglimento della interpretazione di una limitazione dell’oggetto,
bilità, potrebbe integrare ugualmente un significativo squi- avrebbe, diversamente, condotto all’esonero della banca interessata dal ri-
sarcimento dei danni che superassero i limiti stabiliti convenzionalmente.
librio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto, pur Si vedano anche, a titolo esemplificativo, Macario, Rubini, smeraldi
risultando valida ai sensi dell’art. 1341, secondo comma, e…giuramenti: la cassette di sicurezza dopo le sezioni unite (nota a Trib. Ro-
c.c., in presenza di sottoscrizione espressa. La determinazio- ma 8 novembre 1995; Trib. Roma 12 giugno 1995; Trib. Roma 12 giugno
ne dell’oggetto del contratto, infatti, non deve spingersi fi- 1995; Trib. Roma 25 maggio 1994) in questa Rivista, 1996, 241.
no a rendere eccessivamente oneroso l’esercizio del diritto (15) In questo senso si vedano Cass. 10 marzo 1998, n. 2636, in Gius,
da parte dell’assicurato, ponendo a suo carico attività trop- 1998, 10, 1546; Cass. 7 settembre 1984, n. 4787, in Dir. e prat. ass., 1985,
457, con nota di Antinozzi, Clausola limitatrice della responsabilità e garan-
po gravose o annullando di fatto la garanzia assicurativa. zia furto; Cass. 17 settembre 1981, n. 6680, in Arch. civ., 1982, 625; Cass.
Va detto che il legislatore per primo, e la giurispru- 12 marzo 1993, n. 2974, in Foro it., Rep. 1993, voce Assicurazione (con-
denza di conseguenza (16), non sono stati chiari nell’indi- tratto), n. 69; Cass. 16 giugno 1997, n. 5390, in Giust. civ., 1997, I, 2431,
viduare le differenze tra le clausole di limitazione da re- dove si legge espressamente: «non possono qualificarsi come vessatorie
quelle clausole che abbiano, per contenuto, una mera determinazione
sponsabilità e quelle volte a circoscrivere l’oggetto del con- della effettiva estensione delle reciproche prestazioni dedotte in obbliga-
tratto: rileggendo talune disposizioni letterali, infatti, si os- zione». È questo, peraltro, un indirizzo costante della giurisprudenza, che
serva come, nell’indicare circostanze ricomprese o meno ha ritenuto valide, ad esempio, sulla base della medesima ratio, quelle
clausole con cui le parti in una assicurazione contro il furto subordinano
nel rischio normalmente garantito, siano stati utilizzati espressamente la garanzia assicurativa all’adozione di determinate misure
spesso termini più facilmente riconducibili alla disciplina di sicurezza o di sorveglianza da parte dell’assicurato, o quelle pattuizioni
dell’inadempimento delle obbligazioni che non a quella che, in una polizza assicurativa relativa al rimborso di spese mediche, su-
dell’individuazione del rischio assunto dall’assicuratore bordinano la corresponsione dell’indennizzo alla durata del ricovero ospe-
daliero; si veda, a riguardo, il commento di Pedrazzi, Clausole limitative di
(17). La Cassazione, di fronte all’annoso problema inter- responsabilità ed oggetto del contratto: due recenti pronunce della Cassazione in
pretativo, in contrasto con quanto sostenuto dalla società materia assicurativa (nota a Cass. 1° dicembre 1998, n. 12190 e Cass. 8
ricorrente, ha ritenuto, invece, che la formulazione di clau- gennaio 1999, n. 102), in questa Rivista, 1999, 643.
sole claims made consenta alle compagnie di assicurazione (16) Cfr. App. Milano 27 settembre 1946, in Assic., 1947, 29; Trib. Bolo-
non di specificare con maggior precisione l’oggetto del con- gna 22 maggio 1947, in Assic., 1948, II, 2, 29, con nota di Fanelli, Delimi-
tratto, ma, differentemente, di limitare l’esposizione a re- tazione del rischio assicurato e limitazione di responsabilità; Trib. Bolzano 9 no-
vembre 1960, in Temi, 1960, 613.
sponsabilità, sotto il profilo quantitativo, qualitativo o tem-
(17) Il codice civile stabilisce, infatti che l’assicuratore “è obbligato per il
porale: cessata la polizza, infatti, nulla più viene preso a ca- sinistro” (art. 1900), o “non è obbligato per i danni” (art. 1912), oppure
rico, e l’obbligazione resta limitata solo ai fatti per i quali sia “è tenuto a risarcire” (art. 1905), o, ancora, “non è tenuto al pagamento
pervenuta in tempo utile la domanda risarcitoria. In modo delle somme assicurate” (art. 1927).

DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005 1087


GIURISPRUDENZA•ASSICURAZIONI

tra i patti di limitazione della responsabilità, non rientrano zione e per la comunanza di trattamento fornita a tutti gli
direttamente nella previsione dell’art. 1229, secondo com- “assicurati”; pregio della novella legislativa del 1996, inve-
ma, c.c., che colpisce con la sanzione della nullità solo le li- ce, è la maggior completezza ed esaustività dell’elenco del-
mitazioni concretantesi in violazione di norme riconduci- le clausole, sebbene ragionevoli sono i dubbi avanzati sulla
bili ad un concetto di ordine pubblico, inteso quale forma loro portata innovativa (23).
di tutela delle persone dei consumatori, nella loro integrità Tuttavia, pur permanendo la consapevolezza della la-
fisica, morale e patrimoniale. cunosità del prodotto normativo attuale, della mancanza di
La Cassazione le riconduce, piuttosto, a limitazioni da coordinamento con la disciplina di settore e delle sue evi-
responsabilità, facenti parte delle così dette condizioni ge- denti disarmonie, anche giurisprudenziali (le stesse clauso-
nerali di contratto (18), di cui all’art. 1341, secondo com- le di esonero e limitazione di responsabilità vengono, infat-
ma, c.c. La rilevanza sociale del fenomeno assicurativo e la ti, inserite in due disposizioni differenti, gli artt. 1469-bis,
massificazione dei rapporti contrattuali hanno, invero, reso comma terzo, n. 1 e 2 e 1469-quinquies comma terzo c.c.,
irrinunciabile il ricorso alle condizioni generali di contrat- con diverse previsioni a riguardo), l’impatto generale è nel
to, quali strumenti in grado di vincolare non un singolo in- complesso da considerarsi positivo. Tanto a livello naziona-
dividuo, ma l’intera collettività, e quali indice della ten- le, quanto a livello comunitario, si è configurata, infatti,
denza a superare il riferimento puntuale al singolo negozio quale elemento sempre più pregnante, la sempre crescente
per divenire, invece, norma obiettiva dell’ordinamento. sensibilizzazione della giurisprudenza, e la pronuncia in esa-
Con il ricorso a tali pattuizioni accessorie, perseguenti me ne costituisce esplicita conferma, per il perseguimento
l’omogeneizzazione e la razionalizzazione dei rischi, imprese di una più efficace protezione per la parte contrattuale de-
che si trovino, di fatto, ad occupare una posizione contrat- bole, tramite maggiore equità e trasparenza contrattuale,
tuale dominante, al fine di disciplinare in modo uniforme soprattutto nelle situazioni con basso grado di concorren-
una serie di rapporti contrattuali (19), tendono a riversare zialità, nella forse utopistica tensione a che «nelle allargate
sul soggetto debole una parte del rischio, che lo schema dimensioni di un grande mercato senza frontiere e con l’of-
contrattuale tipico, invece, lascerebbe a loro carico; per- ferta di una ricca e variegata gamma di prodotti provenien-
tanto, al fine di ricomporre l’equilibrio del rapporto, il legi- ti da tante imprese in competizione fra loro, sarà la stessa
slatore ha previsto la necessità di una specifica approvazio- legge economica della concorrenza a spazzare via dai con-
ne scritta. La dottrina più attenta ha, però, giustamente ri- tratti ogni clausola vessatoria o iniqua» (24).
levato come un controllo efficace non possa basarsi esclusi-
vamente sulla necessità di una specifica approvazione scrit- Note:
ta: questa previsione, nella pratica, infatti, si è rivelata una (18) La dottrina a proposito è vastissima: si veda, Roppo, Contratti stan-
tutela quasi del tutto formale del contraente debole (20), dard, Milano, 1975, 10 ss.; Patti, Le condizioni generali del contratto, in I
alla quale, pertanto, risulta necessario affiancare, caso per grandi orientamenti della giurisprudenza civile e commerciale, Padova, 1996;
caso, un vero e proprio giudizio di vessatorietà, volto a va- Bianchi, Nullità e annullabilità del contratto, Padova, 2002.
gliare le peculiarità dei singoli casi. (19) Dossetto, voce Condizioni generali di contratto, in Noviss. dig. it., Tori-
no, 1980, 1109.
Questa problematica sta, poi, alla base anche delle va-
lutazioni sulla effettiva incidenza della novella del 1996, (20) De Nova, Le condizioni generali di contratto, in Trattato di diritto priva-
to, diretto da P. Rescigno, X, Torino, 1995, 109 ss.
frutto del processo di recepimento della direttiva 93/13, sui
contratti conclusi con soggetti qualificabili come consuma- (21) Senza alcuna pretesa di esaustività, si citano come riferimenti biblio-
grafici: Scalfi, La direttiva del Consiglio CEE del 5 aprile 1993 sulle clausole
tori (21), nel preciso intento di offrire maggiore protezione abusive nei contratti stipulati coi consumatori, in Resp. civ. e prev., 1993, 437;
al contraente debole. Capotosti, Clausole contrattuali abusive: loro eliminazione per effetto di un ob-
Nell’ottica assicurativa, qui indagata, ci si è domanda- bligo legale o per interesse dell’imprenditore in un mercato concorrenziale, in As-
sic., 1993, II, 1, 99; Alpa, Le clausole abusive nei contratti coi consumatori, in
ti se la nozione di “assicurato” e quella di “consumatore” Corr. giur., 1993, 635; Roppo, La nuova disciplina delle clausole abusive nei
possano interamente o parzialmente coincidere (22). La ri- contratti tra imprese e consumatori, in Riv. dir. civ., 1994, I, 277; Costanza,
sposta non può che essere negativa. Il rapporto assicurato- Condizioni generali di contratto e contratti stipulati dai consumatori, in Giust.
re-assicurato non sempre coincide con la coppia professio- civ., 1994, II, 543; Cesaro (a cura di), Clausole abusive e direttiva comunita-
ria, Padova, 1994; Busnelli - Morello, La direttiva 93/13 CEE del 5 aprile
nista-consumatore: pertanto, nell’ambito della r.c. profes- 1993 sulle clausole abusive nei contratti stipulati coi consumatori, in Riv. not.,
sionale, non si possono considerare consumatori quei liberi 1995, 389; De Nova,Clausole vessatorie,Milano, 1996; Bianca - Alpa (a cu-
professionisti che stipulano polizze che, pur incombendo ra di), Le clausole abusive nei contratti stipulati coi consumatori, Padova, 1996;
sulla persona o sul patrimonio, ineriscono alla loro attività. Stella Richter, Il tramonto del mito: la legge uguale per tutti (dal diritto comu-
nitario dei contratti al contratto dei consumatori), Relazione tenuta al conve-
La più ristretta nozione di consumatore, rispetto a gno su “Clausole abusive e tutela del consumatore”, Palermo, novembre
quella di assicurato, dunque, sembra comportare una diffe- 1996; Romagnoli, Clausole vessatorie e contratti di impresa, Padova, 1997.
renziazione di discipline a seconda dello status del soggetto (22) La Torre, Contratti di assicurazione e tutela del consumatore, in Assic.,
assicurato, circostanza di per sé in contrasto con la aspira- 1996, 129.
zioni di unità e parità di trattamento tipiche della contrat- (23) Cfr. Busnelli, Note introduttive al Commentario al capo XIV-bis del co-
tazione standardizzata. dice civile: dei contratti col consumatore, in Le nuove leggi civili commentate,
Confrontando le due discipline, la normativa degli 1997, 757.
artt. 1341 ss. appare preferibile per il più ampio raggio d’a- (24) La Torre, Contratti di assicurazione, cit., 156.

1088 DANNO E RESPONSABILITÀ N. 11/2005

Potrebbero piacerti anche