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Analisi

Lavoro

Il lavoro intermittente nel turismo


di Daniela Merolla
Nel recepire il Protocollo sul welfare stipulato tra Governo e parti sociali il 23 luglio 2007, la l. 24 dicembre 2007, n. 247 prevede labrogazione degli articoli da 33 a 40 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 sul lavoro intermittente (o a chiamata). Tuttavia, al fine di contrastare il possibile
ricorso a forme di lavoro irregolare o sommerso, la legge consente che nei settori del turismo e dello
spettacolo i contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente piu` rappresentative a livello nazionale possano prevedere la stipula di specifici
rapporti di lavoro per lo svolgimento di prestazioni di carattere discontinuo durante il fine settimana,
nelle festivita`, nei periodi di vacanze scolastiche e per ulteriori casi, comprese le fattispecie gia` individuate dallart. 10 comma 3 d.lgs. n. 368 del 2001.

Il Protocollo del 23 luglio 2007


e la lotta alla precarieta`
La precarieta` del lavoro e le sue molteplici conseguenze e` stata posta al centro del dibattito politico e
sindacale soprattutto a partire dal 2005, quando i dati sulloccupazione hanno evidenziato un notevole
incremento delle assunzioni con tipologie contrattuali diverse dal contratto di lavoro subordinato
a tempo indeterminato (1). Anche se cio` ha determinato una riduzione della disoccupazione giovanile, ha anche creato un mercato del lavoro secondario
che difficilmente comunica con quello principale (2): inoltre, la precarieta` e` diventata cronica, dato
che si stima che la meta` dei lavoratori assunti con
contratto a termine non e` confermato alla cessazione
del rapporto, con conseguente aumento del turnover (3). La precarieta` ha effetti negativi sulla professionalita`, sulle future prestazioni pensionistiche,
sul deficit pubblico per lesigenza di prevedere misure di sostegno al reddito, sulla maturazione personale dei giovani impossibilitati ad avere qualsiasi progetto per il futuro (4).
Gia` nel Monitoraggio delle politiche occupazionali e
del lavoro del 2003 (5) si osservava che loccupazione prodotta dallintroduzione di una nuova fattispecie contrattuale piu` flessibile non possa mai considerarsi totalmente aggiuntiva, in quanto in parte si
genera a discapito di altre modalita` contrattuali senza una sostanziale modifica della situazione occupazionale, ma con la mera sostituzione dellassetto di
interessi da piu` favorevole al lavoratore a piu` favorevole al datore di lavoro.
Nellambito delle misure volte a contrastare la
precarieta` si inserisce il Protocollo su previdenza,
lavoro e competitivita` per lequita` e la crescita soste-

nibili siglato tra Governo e parti sociali il 23 luglio


2007 (6). Infatti, il Protocollo sul welfare individua
misure importanti alcune delle quali puntano a ridurre gli effetti della discontinuita` del lavoro, altre incidono direttamente sulle tipologie di lavoro flessibili (7). Tra queste ultime, il Protocollo prevede labrogazione della figura del lavoro intermittente
(c.d. job on call o lavoro a chiamata) (8), temperata
dal coevo annuncio di un futuro tavolo di confronto
con le parti sociali per esaminare ipotesi di part-time
Note:
(1) Si stima che nel 2005 la meta` dei giovani sia stata assunta con
contratti a termine: v. Piccinini, Le vie duscita dalla precarizzazione, in Lav. giur., 2006, 1175 ss.
(2) Boeri-Garibaldi, Dal vicolo circo alla stabilita`, in www.lavoce.info, 6 novembre 2006, 1.
(3) Naccari, Lo scambio tra minori tutele e unificazione dei rapporti di lavoro, in www.cgil.it/giuridico.
(4) Vedi Treu, Proposte di riforma del lavoro, in Riv. giur. lav.,
2005, I, 421.
(5) Nota di aggiornamento, Ministero del lavoro e delle politiche
sociali, dicembre 2003, in www.welfare.it.
(6) Menghini, Protocollo del 23 luglio 2007 e lotta alla precarieta`,
in Lav. giur., 2007, 261 ss., Zilio Grandi, Un nuovo 23 luglio per il
diritto del lavoro e le relazioni industriali italiane. Ritorno al passato o ponte per il futuro?, in Dir. rel. ind., 2007, 787 ss.
(7) Aumento delle pensioni basse, riforma dellaccesso al pensionamento anticipato, misure previdenziali per i giovani, riforma degli
ammortizzatori sociali, riforma del mercato del lavoro (in particolare, i servizi per limpiego, gli incentivi alloccupazione, il contratto
a termine, il contratto a tempo parziale ed altre tipologie negoziali
atipiche), la competitivita`, i giovani e le donne.
(8) Infatti, nel Protocollo si legge lorientamento del governo e`
quello di procedere allabrogazione delle norme previste dal D.Lgs.
n. 276/2003 concernenti il lavoro a chiamata (artt. 33-40).

DIRITTO DEL TURISMO N. 2/2008

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Lavoro

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QUADRO NORMATIVO
che rispondessero ad esigenze di attivita` di breve durata
per lavoratori e imprese.
Nel recepire il Protocollo sul
welfare, lart. 1 comma 45 l.
24 dicembre 2007, n. 247
conferma labrogazione degli articoli da 33 a 40 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 sul lavoro
intermittente,
prevedendo,
tuttavia, un regime residuale
di perdurante vigenza del lavoro a chiamata limitatamente ai settori del turismo
e dello spettacolo (9).

Il lavoro intermittente:
cronaca di una morte
annunciata

 Legge 24 dicembre 2007, n. 247 di


attuazione del Protocollo 23 luglio 2007 su
previdenza, lavoro e competitivita` per favorire
lequita` e la crescita sostenibili, nonche
ulteriori norme in materia di lavoro e
previdenza sociale.
 D.lgs. 10 settembre 2003, n. 276 di
attuazione delle deleghe in materia di
occupazione e mercato del lavoro, di cui alla
legge 14 febbraio 2003, n. 30.
 Art. 1 comma 45 l. 24 dicembre 2007, n.
247: sono abrogati gli articoli da 33 a 40 del
d.lgs. n. 276 del 2003 relativi al lavoro
intermittente o a chiamata.
 Art. 1 commi da 47 a 50 l. 24 dicembre
2007, n. 247: nei settori del turismo e dello
spettacolo i CCNL potranno disciplinare forme
di lavoro intermittente per lo svolgimento di
attivita` durante il fine settimana, le festivita`, i
periodo di vacanze scolastiche e per ulteriori
casi. I contratti collettivi disciplinano: le
condizioni, i requisiti e le modalita`
delleffettuazione della prestazione connesse
ad esigenze oggettive e la durata massima; i
trattamenti spettanti non inferiori a quelli
corrisposti ad altro lavoratore per le medesime
mansioni; il pagamento di unindennita` di
disponibilita`.

Il contratto di lavoro intermittente o a chiamata, disciplinato dagli artt. 33 ss.


d.lgs. n. 276/2003, era definito come il contratto mediante il quale un lavoratore
si pone a disposizione di un
datore di lavoro che ne puo`
utilizzare la prestazione lavorativa nei limiti fissati
dallo stesso decreto: era una
nuova tipologia contrattuale nella quale si mescolavano lavoro e attesa di lavoro (10). Il lavoro intermittente, che poteva essere stipulato a tempo
indeterminato o determinato, si distingueva in due
sottospecie a seconda che il lavoratore si impegnasse
a rispondere alla chiamata del datore di lavoro, con
conseguente diritto o meno di percepire una indennita` di disponibilita` negli intervalli - che nellimpianto
legislativo predisposto sembravano essere indeterminati e casuali - di mancata prestazione lavorativa.
La finalita` perseguita con lintroduzione del lavoro
intermittente era quella di regolarizzare le prassi
esistenti di lavoro non dichiarato o comunque
non regolare: emblematico e` il fenomeno del lavoro a fattura, con lemissione di semplici note o fatture a titolo di lavoro autonomo da parte di soggetti
ai quali in realta` e` richiesta una prestazione lavorativa intermittente come lavoratori dipendenti. Sono

prassi che ledono i diritti


dei lavoratori e risultano
distorsive della stessa
competizione tra le imprese (11).
Con lintroduzione del lavoro a chiamata si intendeva realizzare un ampliamento delle occasioni
di lavoro, convogliando
verso nuova occupazione
o occupazione emersa
segmenti anche molto limitati di domanda di lavoro da parte delle imprese.
Infatti, il datore di lavoro
poteva disporre di manodopera nel momento in
cui gli serviva, evitando di
stipulare brevi contratti
con una pluralita` di lavoratori (12).
Invece, dal lato del lavoratore, lincerta distribuzione dei tempi di lavoro e di
attesa non consentiva progetti per il futuro, senza
contare la possibile elusione degli obblighi previdenziali (13). Il legisla-

nuova disciplina del welfare. Commentario alla legge 24 dicembre


2007, n. 247, a cura di Persiani-Proia,in Le nuove leggi civ. comm.,
Padova, 2008; Lamberti, Il lavoro a chiamata rivisitato, in Guida
lav., 2008, Suppl. n. 2, 78 ss.; Alessi, La flessibilita` del lavoro dopo
la legge di attuazione del protocollo sul welfare: prime osservazioni, in WP C.S.D.L.E. Massimo DAntona.it, 68/2008, 31 ss.
(10) Gottardi, Lavoro intermittente, in AA.VV., La riforma del
mercato del lavoro e i nuovi modelli contrattuali. Commentario al
decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, a cura di GragnoliPerullli, Padova, 2004, 471. Sul lavoro intermittente vedi anche Perulli, Il lavoro intermittente, in Id., Impiego flessibile e mercato del
lavoro, Torino, 2004, 133 ss.; Bavaro, Sul lavoro intermittente. Note critiche, in AA.VV., Il lavoro tra progresso e mercificazione.
Commento critico al decreto legislativo n. 276/2003, a cura di
Grezzi, Roma, 2004, 213 ss.; Romei, Il lavoro intermittente, in
AA.VV., Il nuovo mercato del lavoro. Commento al D.lgs. 10 settembre 2003, n. 276, coordinato da Pedrazzoli, Bologna, 2004, 401
ss.; Voza, I contratti ad orario ridotto, modulato o flessibile tra
lavoro e disponibilita`, in AA.VV., Lavoro e diritti a tre anni dalla
legge n. 30/2003, a cura di Curzio, Bari, 2006, 333 ss.
(11) Vedi Circolare Ministero del lavoro, 2 febbraio 2005, n. 4 che
aveva fornito importanti chiarimenti sullapplicazione del lavoro intermittente.

Note:

(12) Viceconte, Prime considerazioni sul nuovo istituto del lavoro


intermittente, in Lav. prev. oggi, 2005, n. 3, 373 ss.

(9) Sullabrogazione del lavoro a chiamata vedi Grasso, Comma 45.


Abrogazione dellistituto del lavoro intermittente, in AA.VV., La

(13) Infatti, il contratto di lavoro intermittente, una volta effettuati


(segue)

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Lavoro

IL LAVORO INTERMITTENTE
biettivo di ottenere labrotore aveva ignorato il crite- DAL 18 GENNAIO 2008
gazione di tale tipologia
rio fatto proprio dalla sencontrattuale.
tenza della Corte costituzio- Generalita` dei settori
`
Le previsioni sul probabile
nale n. 210/1992 (14), dalla E abrogato il lavoro intermittente in ogni sua
insuccesso delloperazione
quale puo` ricavarsi il giudi- forma e modalita` di esecuzione. Non potranno
si sono verificate. Infatti, il
zio di incostituzionalita` del piu` essere stipulati nuovi contratti a chiamata,
contratto di lavoro interlavoro part-time a chiamata, mentre manca una disciplina transitoria che
mittente, contraddistinto
nel quale almeno la quantita` chiarisca la sorte dei contratti in corso di
della prestazione lavorativa e` esecuzione.
dallinasprimento
della
Settori
del
turismo
e
dello
spettacolo

fissata ancorche spetti al dacondizione di subordinatore di collocarla temporal- Saranno i contratti collettivi nazionali a
zione, con soglie limitate
mente (15). In particolare, individuare le prestazioni intermittenti da
di protezione del lavoratorendere durante il fine settimana, nelle
la Consulta giudico` inamre ed elevata precarizzafestivita`, nei periodi di vacanze scolastiche e
missibili contratti di lavoro a
zione, ha avuto uno sviper ulteriori casi.
tempo parziale con clausole
luppo limitato e sollevato
che, facendo venir meno la
molteplici critiche fino alla
possibilita` per il lavoratore
recente abrogazione.
Esclusa la possibilita` di stipulare in futuro contratti
di programmare altre attivita`, gli impediscono di
integrare il reddito in misura corrispondente ai parametri costituzionali (16).
vo 276/2003 sul mercato del lavoro, in Riv. giur. lav., 2003, I, 887
ss.
Intriso della duplice condizione della parzialita` del(16) Romagnoli, Radiografia di una riforma (guida alla lettura del
la prestazione nel tempo e della precarieta` del
d.lgs. 276/2003, in materia di occupazione e mercato del lavoro),
vincolo giuridico (17), il lavoro intermittente non
Bologna, 2003, 8.
consentiva la programmabilita` del tempo da parte
(17) Rusciano, Diritti Lavori Mercati: significato di un cambiamendel lavoratore, soggetto allandamento della produto, in Dir. merc. lav., 2003, 5.
zione e del mercato (18).
(18) Voza, La destrutturazione del tempo di lavoro: part-time, lavoIl contratto di lavoro intermittente rientrava nella fatro intermittente e lavoro ripartito, in AA.VV., Lavoro e diritti dopo
tispecie classica del lavoro subordinato, ma eroil decreto legislativo 276/2003, a cura di Curzio, Bari, 2004, 252 ss.
dendone le colonne portanti; in particolare, la cono(19) Elemento fondamentale del nostro ordinamento giuridico e` la
programmabilita` della prestazione, la cui assenza non puo` essere
scibilita` della durata della prestazione, della sua artigiustificata dalla compensazione indennitaria.
colazione o dislocazione temporale (19) e, quindi,
(20) Nel caso in cui il lavoratore si fosse obbligato a rispondere alla
della retribuzione spettante. Durante i periodi di esechiamata del datore di lavoro, era previsto un preavviso minimo di
cuzione della prestazione di lavoro, questa doveva
un giorno lavorativo; durante i periodi di non lavoro, il lavoratore
svolgersi secondo i canoni tradizionali, anzi con una
non era titolare di alcun diritto riconosciuto ai lavoratori subordinati, ne maturava alcun trattamento economico, salva lindennita` di dimaggiore soggezione del lavoratore al datore di lasponibilita`. In caso di malattia e in tutti gli altri casi di sospensione
voro. Durante lattesa tra una prestazione e laltra,
legittima della prestazione, il lavoratore non maturava il diritto alnon si verificava la fuoriuscita dallarea della suborlindennita` e qualora non ci fosse stata informazione tempestiva deldinazione di cui allart. 2094 c.c. (20).
levento che rendeva temporaneamente impossibile rispondere alla
chiamata il lavoratore perdeva il diritto allindennita` di disponibiliScarsa attenzione e` stata riservata al lavoro a chiata` per un periodo di quindici giorni, salva diversa previsione del
mata dalla contrattazione collettiva che si e` sostancontratto individuale. Riguardo al secondo sotto-tipo di lavoro interzialmente astenuta dal svolgere le funzioni che le
mittente, quello che non prevedeva per il lavoratore lobbligo di rispondere alla chiamata, erano stati manifestati dubbi sulla legittimita`
erano state assegnate (21), mirando, invece, alloNote:
(segue nota 13)
gli adempimenti legati allinstaurazione del rapporto, non consentiva levidenziazione dello svolgimento di ogni singola prestazione,
rimessa allaccordo anche informale tra le parti e, quindi, si prestava
a facili ed evidenti abusi.
(14) Corte cost. 11 maggio 1992, n. 210, in Riv. it. dir. lav., 1992,
II, 731, con nota di Ichino. V. anche Corte cost. 15 luglio 2005, n.
283, in Giust. civ., 2005, I, 2600.
(15) Alleva, Ricerca e analisi dei punti critici del decreto legislati-

di tale tipologia contrattuale nellordinamento in quanto era un


contratto nullo perche privo della qualita` di fonte di vincoli obbligatori per luna e laltra parte (Alleva, op. cit., 887 ss.). La condizione potestativa era duplice: se chi si obbligava a retribuire la prestazione aveva la discrezionalita` di chiamare al lavoro, chi effettuava
la prestazione aveva la discrezionalita` di rifiutare.
(21) Ai sensi dellart. 34 comma 1 d.lgs. n. 276/2003, come modificato dal d.lgs. n. 251/2004, lautonomia collettiva avrebbe dovuto
individuare le esigenze collegate allo svolgimento delle prestazioni
di carattere discontinuo o intermittente. Pochi sono i contratti collettivi siglati dopo lentrata in vigore del d.lgs. n. 276/2003 che contengono una regolamentazione del lavoro a chiamata: v. CCNL della piccola e media industria alimentare del 6 maggio 2004, i CCNL
(segue)

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Lavoro

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di lavoro intermittente, il legislatore non ha previsto


una disciplina transitoria che chiarisca la sorte dei
rapporti di lavoro a chiamata in corso di esecuzione al momento dellentrata in vigore della l. n.
247/2007. Si puo` ritenere che qualora tali rapporti
siano stati instaurati a tempo determinato, il contratto di lavoro manterra` la propria efficacia fino alla
scadenza del termine previsto, senza possibilita` di
proroghe. Riguardo, invece, ai contratti di lavoro intermittente stipulati a tempo indeterminato, il principio di irretroattivita` della legge induce a considerare
i contratti in corso validi ed efficaci sie die, fatte salve le cause ordinarie di estinzione, quali il recesso
unilaterale e la risoluzione per mutuo consenso (22).

Il lavoro intermittente nel settore del turismo


Al momento dellentrata in vigore del lavoro intermittente era stato osservato (23) che il tipo di settore
produttivo e il livello di disoccupazione territoriale
avrebbero inciso sulla sua diffusione: infatti, limpatto della nuova tipologia contrattuale sarebbe stato
diverso nellindustria rispetto ai servizi, nei territori
a bassa disoccupazione rispetto a quelli ad alta occupazione e a seconda delle qualificazioni professionali, con una maggiore ricorrenza per alcune categorie
nei settori nella moda, nel turismo e nella ristorazione.
Proprio al fine di salvaguardare una tipologia contrattuale che in alcuni settori ha rivelato un certo tasso di utilizzo, ponendosi come alternativa credibile
al lavoro nero (24), il legislatore, con uninnovazione introdotta nel dibattito parlamentare, ha previsto
una deroga allabrogazione del lavoro intermittente nei settori del turismo e dello spettacolo (25).
Ai sensi dellart. 1 comma 47 l. n. 247/2007 (26), al
fine di contrastare il possibile ricorso a forme di lavoro irregolare o sommerso per sopperire ad esigenze di utilizzo di personale per lo svolgimento di prestazioni di carattere discontinuo, nei settori del turismo e dello spettacolo i contratti collettivi stipulati
dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente piu` rappresentative
a livello nazionale possono prevedere la stipulazione
di specifici rapporti di lavoro per lo svolgimento di
prestazioni durante il fine settimana, nelle festivita`, nei periodi di vacanze scolastiche e per ulteriori
casi (27) comprese le fattispecie gia` individuate
dallart. 10 comma 3 d.lgs. n. 368/2001 (28).
Quindi, in questo caso, non si assiste al semplice
rinvio allautonomia collettiva in funzione di integrazione o di deroga della disciplina legale, ma la
legge affida alle parti sociali la scelta sullintrodu-

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zione o meno della particolare tipologia contrattuale (29). Infatti, in assenza di unespressa autorizzazione legislativa, e` dubbio che la contrattazione collettiva avrebbe potuto regolare tale fattispecie (30);
essa avrebbe dovuto essere ricondotta nellambito
Note:
(segue nota 21)
dei settori industria e artigianato siglati il 4 marzo 2005 dalla confederazione italiana Unionquadri, Conflavoratori-Confterziario, il
CCNL Quadri imprese creditizie, finanziarie e strumentali del 12
febbraio 2005 e il CCNL per i dipendenti del Centro elaborazione
dati sottoscritto da Ugl-Terziario e Assoced del 14 aprile 2005. Peraltro, alcuni di questi accordi sembrerebbero difettare del requisito
della maggiore rappresentativita` comparata richiesta dallart. 34,
comma 1, D.Lgs. n. 276/2003.
(22) In questo senso v. Fondazione Studi Consulenti del Lavoro,
Circolare 14 gennaio 2008, n. 1, in Guida lav., 2008, 4, 12 ss., con
commento di De Fusco. Di contrario avviso la Direzione provinciale del lavoro di Modena (Circolare del 5 gennaio 2008, in
www.dplmodena.it) secondo la quale i contratti di lavoro in corso al
31 dicembre 2007 dovrebbero ritenersi cessati, con la conseguenza
che dovrebbero essere posti in essere gli adempimenti connessi con
la risoluzione del rapporto di lavoro.
(23) Gottardi, op. cit., 476.
(24) Cfr. le opinioni di Confindustria, Confcommercio e Confesercenti nel corso dellindagine conoscitiva in Commissione lavoro su
Le cause e le dimensioni del precariato nel mondo del lavoro
svoltasi nei primi mesi del 2007.
(25) La scelta legislativa e` stata, infatti, quella della abrogazione
delle disposizioni che disciplinavano il lavoro intermittente, anziche
quella, piu` radicale, della abolizione, come e` avvenuto, per esempio, per la somministrazione a tempo indeterminato.
(26) Vedi Grasso, Commi 47-50. Tipologie specifiche di lavoro nei
settori del turismo e dello spettacolo, in AA.VV., La nuova disciplina del welfare, cit.
(27) Anche la vecchia disciplina sul lavoro intermittente prevedeva
la possibilita` di stipulare contratti di lavoro intermittente per prestazioni da rendersi nel fine settimana, nonche nei periodi delle ferie
estive o delle vacanze natalizie e pasquali, cioe` prestazioni svolte
nei periodi di non lavoro o di riduzione del lavoro del lavoratori subordinati tradizionali. Il D.Lgs. n. 276/2003 affidava alla contrattazione collettiva lindividuazione di ulteriori periodi predeterminati e prevedeva la corresponsione dellindennita` di disponibilita` solo in caso di effettiva chiamata da parte del datore di lavoro. La
scarna disciplina non consentiva di chiarire se si trattasse di una terza tipologia di lavoro intermittente; infatti, a differenza delle precedenti, questo particolare lavoro intermittente godeva di una limitazione temporale predeterminata dei periodi in cui la prestazione poteva essere chiesta.
(28) Ai sensi di tale disposizione, nei settori del turismo e dei pubblici esercizi, e` ammessa lassunzione diretta di manodopera per lesecuzione di speciali servizi di durata non superiore ai tre giorni, determinata dai contratti collettivi stipulati con i sindacati locali o nazionali aderenti alle Confederazioni maggiormente rappresentative
sul piano nazionale. Tali rapporti sono esclusi dal campo di applicazione del D.Lgs. n. 368/2001 che disciplina il lavoro a tempo determinato.
(29) Alessi, op. cit., 31.
(30) Alessi, loc. cit.

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della disciplina del lavoro a tempo parziale (31) e il


potere di chiamata del datore di lavoro sarebbe stato
soggetto ai limiti previsti per le clausole elastiche e
flessibili, nonche a quelli individuati dalla Corte costituzionale (32). Invece, il rinvio legislativo configura il contratto in esame come tipologia autonoma
rispetto al lavoro a tempo parziale (33).
Nel delineare la disciplina del lavoro intermittente
lautonomia collettiva dovra` attenersi ad alcuni principi individuati dal legislatore.
Innanzitutto i contratti collettivi dovranno prevedere le
condizioni, i requisiti e le modalita` delleffettuazione
della prestazione connesse ad esigenze oggettive e i
suoi limiti massimi temporali; quindi, la stipulazione
del contratto dovra` essere collegata ad esigenze di incremento dellattivita` che siano intermittenti, anche
se prevedibili. Inoltre, il trattamento economico e normativo spettante non dovra` essere inferiore a quello
corrisposto ad altro lavoratore per le medesime mansioni, in proporzione alla prestazione effettivamente svolta.

Si tratta dellapplicazione del principio del pro rata


temporis che impone di riproporzionare i trattamenti
economici e normativi alla durata della prestazione
di lavoro (34).
Infine, i contratti collettivi dovranno prevedere la
corresponsione di una specifica indennita` di disponibilita` nel caso in cui il lavoratore si impegni a
svolgere la prestazione a richiesta del datore di lavoro, in un arco temporale definito. Quindi, il legislatore obbliga la contrattazione collettiva ad individuare larco temporale entro il quale il lavoratore e`
tenuto a volgere la prestazione, al fine di soddisfare lesigenza di programmabilita` del tempo di non
lavoro di cui alla sentenza della Corte cost. n. 210/
1992. Cos` come la norma indica alcune ipotesi
predefinite che legittimano la stipulazione di contratti di lavoro intermittente quali il fine settimana,
le vacanze natalizie, le festivita`, allo stesso modo i
contratti collettivi, nellintrodurre ulteriori ipotesi,
dovranno indicare non solo le esigenze oggettive
che legittimeranno la stipulazione del contratto, ma
anche i periodi di tempo nei quali potra` richiedersi
la prestazione. Inoltre, il legislatore rinvia alla contrattazione collettiva la determinazione dellindennita` di disponibilita`, cos` riconoscendo ulteriori spazi
di flessibilita` rispetto alla disciplina precedente che
rinviava la specificazione dellimporto minimo dellindennita` ad un decreto ministeriale (35).
La contrattazione collettiva potra` prevedere il ricorso
al lavoro intermittente anche nelle ipotesi che consentono nel settore turismo lassunzione di perso-

Lavoro

nale c.d. extra, al fine di fronteggiare esigenze di


carattere temporaneo e momentaneo dovute allinstabilita` della domanda di mercato e ai picchi di lavoro
di brevissima durata, ancorche frequentemente ripetuti nel tempo (36). Infatti, ai sensi dellart. 10, comma 3, D.Lgs. n. 368/2001 sul lavoro a tempo determinato, le imprese del settore turismo possono assumere lavoratori a giornata (37), purche il singolo
servizio, anche se programmato e a cadenza sistematica, si svolga nel prescritto limite temporale di tre
giorni e non serva a sopperire a carenze di organico
e a soddisfare esigenze aziendali normali, quali la
sostituzione di lavoratori in malattia, infortunio e altro (38).
Note:
(31) Infatti, laccordo per il rinnovo del CCNL Turismo sottoscritto
il 27 luglio 2007 ha introdotto una particolare tipologia di lavoro a
tempo parziale di durata inferiore al limite minimo previsto per la
generalita` dei casi (quindici ore settimanali) utilizzabile per far fronte ai picchi di attivita` che si verificano durante il fine settimana. I
c.d. contratti week end potranno essere stipulati sia a tempo indeterminato sia a tempo determinato e unicamente con lavoratori studenti.
(32) Corte cost. 11 maggio 1992, n. 210, cit.
(33) Dubbi sulla riconducibilita` del lavoro intermittente al lavoro a
tempo parziale sono stati espressi dalla dottrina a seguito di una
sentenza della Corte di giustizia in materia di lavoro secondo fabbisogno: v. CGCE 12 ottobre 2004, causa C-313/02, Wippel, in
Riv. it. dir. lav., 2005, II, 772 con nota di Bavaro.
(34) Il principio deriva dalle direttive comunitarie in materia di lavoro a termine (Direttiva 99/70/CE) e di lavoro a tempo parziale
(Direttiva 97/81/CE) ed e` ripreso rispettivamente dallart. 6 D.Lgs.
n. 368/2001 e dallart. 4 D.Lgs. n. 61/2000.
(35) Vedi d.m. 10 marzo 2004 che fissava lindennita` di disponibilita` minima al 20% della retribuzione ordinaria.
(36) Ai sensi dellart. 87 del CCNL Turismo del 19 luglio 2003 sono speciali servizi, in occasione dei quali e` consentita lassunzione
diretta di manodopera per un durata non superiore a tre giorni: banquetting, meeting, convegni, fiere, congressi, manifestazioni, presenze di gruppi nonche eventi similari; attivita` di assistenza e ricevimento agli arrivi e alle partenze in porti, aeroporti, stazioni ed altri
luoghi similari; ulteriori casi individuati dalla contrattazione integrativa, territoriale e/o aziendale. Tali previsioni sono rimaste invariate
nel rinnovo del CCNL del settore siglato il 27 luglio 2007.
(37) In questo particolare regime neanche la reiterazione, senza intervallo, di numerose assunzioni brevi dello stesso lavoratore comporta linstaurazione di un rapporto a tempo indeterminato, purche
il lavoratore non sia obbligato a tenersi a disposizione, ma resti libero di rifiutare ciascuna proposta di assunzione.
(38) V. Russo, Contratto a termine nel settore del turismo, in
AA.VV., Il nuovo lavoro a termine. Commentario al d.lgs. 6 settembre 2001, n. 368, a cura di Biagi, Milano, 2001, 317. Sulla necessita` o meno dellelemento della straordinarieta` e dellimprevedibilita` dellevento per la legittima apposizione del termine vedi Cass.
21 maggio 2002, n. 7468, in Dir. lav., 2002, 4, 255 con nota di
Cacciapaglia e Alvaro, secondo la quale il contratto a termine per
speciali servizi di durata non superiore a tre giorni individuati dai
contratti collettivi dei settori del turismo e dei pubblici esercizi e` le(segue)

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Lavoro

Analisi

Pertanto, al fine di consentire alle imprese di fronteggiare un temporaneo e discontinuo aumento del
fabbisogno di risorse umane, i contratti collettivi potranno prevedere che, per lo svolgimento di servizi
di durata non superiore a 3 giorni, le imprese possano ricorrere al contratto di lavoro intermittente, in
alternativa al c.d. lavoro extra, il quale viene fatto
espressamente salvo dalla l. n. 247/2007.
Loperativita` della nuova disciplina e` subordinata allemanazione di un decreto ministeriale che dovra`
definire le modalita` (in forma semplificata) degli
adempimenti amministrativi concernenti linstaurazione, la trasformazione e la cessazione di tali rapporti di lavoro, nonche i profili previdenziali delleventuale indennita` di disponibilita` (comma 49).
Infine, decorsi due anni dallemanazione delle disposizioni contrattuali attuative delle disposizioni della
l. n. 247/2007, e` prevista lapertura di un tavolo di
confronto tra il Ministero del lavoro e le parti sociali al fine di verificare gli effetti degli accordi in
termini di contrasto del lavoro sommerso e di promozione del lavoro regolare nei settori interessati
(comma 50).
Dunque, il legislatore affida la regolamentazione
dellistituto al gia` sperimentato mix di determinazione collettiva e di intervento ministeriale. Tuttavia, non essendo disposto alcun intervento sostitutivo ministeriale per sopperire ad eventuali inerzie dei
contratti collettivi, la reale portata della deroga allabrogazione del lavoro intermittente e` rimessa allautonomia collettiva il cui intervento regolatore rappresenta uneventualita`, non un obbligo, col rischio
che, considerata lavversione del sindacato e la precedente esperienza in materia di lavoro a chiamata, i
contratti collettivi non intervengano affatto.
E` auspicabile che le parti sociali non perdano loccasione di sfruttare lampia delega legislativa (39), al
fine di sfruttare le potenzialita` e le opportunita` dellistituto nel settore turismo (40): i lavoratori potrebbero ottenere una parziale stabilizzazione del rapporto di lavoro con una maggiore tutela sul piano
previdenziale e una prospettiva di carriera, mentre le
imprese ricaverebbero un risparmio dei costi amministrativi che caratterizza la gestione del lavoro extra.
Il legislatore, tenendo conto della forte stagionalita` e
dellaccentuata flessibilita` nellimpiego delle risorse
umane che contraddistinguono il settore turistico, ha
esperito un nuovo e circoscritto tentativo di sviluppo
dellistituto, destinato al fallimento, se le parti sociali non sapranno introdurre una disciplina in grado di
bilanciare linevitabile frammentarieta` dellesperienza lavorativa con le istanze di protezione dei sogget-

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ti coinvolti, magari utilizzando gli spunti provenienti


dagli altri Paesi europei in materia di soglie minime
di lavoro e di maggiore programmabilita` del tempo
per il lavoratore (41).

Note:
(segue nota 38)
gittimo anche se il servizio non sia straordinario, eccezionale, imprevedibile o improgrammabile, purche rientri tra quelli indicati dal
contratto collettivo: quindi, il concetto di speciale servizio si identifica con quello desumibile dalla contrattazione collettiva e, di conseguenza, deve intendersi per tale ogni evento indicato per tale
dalla disposizione collettiva. In senso critico Pozzaglia, Esclusioni,
discipline specifiche ed esenzioni nella nuova disciplina del contratto a termine, in AA.VV., Il contratto di lavoro a tempo determinato
nel D.lgs. 6 settembre 2001, n. 368, a cura di Perone, Torino, 2002,
206.
(39) Con ogni probabilita` i contratti collettivi del settore, che pur affermando un particolare interesse a fare ricorso al lavoro a chiamata,
non hanno configurato alcuna disciplina collettiva, dovranno effettuare una ricognizione delle norma abrogate ma gia` utilizzate per
definire i contorni applicativi dellistituto, alcune delle quali auspicabili al fine di configurare una compiuta tutela dei lavoratori (come, ad esempio, i divieti, i requisiti di forma del contratto, il principio di non discriminazione).
(40) Cfr. Nucara-Candido, Come cambia il lavoro nel turismo. Le
opportunita` offerte dalla riforma Biagi e dal rinnovo del Ccnl Turismo, Roma, 2006. Vedi, inoltre, Riflessioni e proposte per il rinnovo del CCNL Turismo, documento firmato a Roma il 5 ottobre 2006
da Federalberghi, Fipe, Fiavet, Faita, Federreti in cui si auspicava
che il legislatore, prima di abrogare il contratto di lavoro intermittente, considerasse le implicazioni positive conseguenti allapplicazione dellistituto nel settore turismo.
(41) Gottardi, op. cit., 483.

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