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PARTE GENERALE
1. La nozione di tributo
Nel linguaggio ordinario, i termini tributo, imposta, tassa, contributo ed altri sono
in sostanza, semanticamente equivalenti; in sede giuridica tali termini, sono
specialistici.
La definizione di tributo affidata allinterprete.
Oltre che limpostazione degli studi di scienza delle finanze, sui giuristi italiani
ha operato linfluenza della dottrina tedesca del diritto pubblico
che, caratterizzava il tributo come espressione di sovranit.
Da qui nasce il tributo come entrata coattiva o autoritativa, ossia unentrata la
cui obbligatoriet imposta con un atto dellautorit, senza che vi concorra la
volont dellobbligato.
La coattivit distingue il tributo dalle entrate di diritto privato (entrata con base
contrattuale);
essa (la coattivit) per carattere tipico ma non esclusivo del tributo. [Infatti
non lo distingue da altre entrate di diritto pubblico come ad esempio le sanzioni
pecuniarie, che sono anchesse prestazioni pecuniarie imposte
autoritativamente, ma derivano da fatti illeciti].
Capitolo Secondo
Le Fonti
1. Le fonti
A) La legge dello Stato la fonte, per cos dire, normale delle norme
tributarie: ci una conseguenza della riserva di legge contenuta
nellart. 23 . Il che comporta che ,di massima, le norme tributarie siano
contenute in atti aventi forma di legge o efficacia di legge. Nessuna
peculiarit vi per la formazione e lapprovazione delle leggi tributarie:
si applicano gli artt. 70 e seg. della Cost. Le leggi tributarie per non
possono essere abrogate con referendum popolare e non possono
essere approvate con la legge di bilancio. Si inteso conservare la
distinzione tra leggi (sostanziali) di prelievo e di spesa, e legge
(formale) di approvazione del bilancio.
B) Anche la legge regionale fonte di norme tributarie: essa soddisfa la
riserva di legge ex art. 23, ma pu disporre solo entro certi limiti, che
sono pi ristretti per le regioni a statuto ordinario, pi larghi per quelle
a statuto speciale. Per le regioni ordinarie, occorre far capo allart. 119
Cost. che, nel primo comma, proclama lautonomia finanziaria (Le
regioni hanno autonomia finanziaria nelle forme e nei limiti stabiliti da
leggi della Repubblica che la coordinano con la finanza dello Stato,
delle Provincie e dei Comuni) e, nel secondo, delimita la potest
tributaria (alle regioni sono attribuiti tributi propri e quote di tributi......).
Questi precetti costituzionali sono stati interpretati in vario modo. Di
fatto il legislatore ha optato per una soluzione piuttosto riduttiva: con la
l. Del 16/5/70 n 281, sono state attribuite alle r egioni di diritto comune
quattro specie di tributi (imposta sulle concessioni statali dei beni del
demanio e del patrimonio indispensabile; tassa sulle concessioni
regionali; tassa di circolazione; tassa per loccupazione di spazi e aree
pubbliche). La legge statale regola completamente questi tributi,
lasciando al legislatore regionale la sola facolt di fissare le aliquote,
entro minimi e massimi prefissati dalle legge statale. Questi tributi
quindi sono propri delle regioni solo perch le regioni ne ricevono il
gettito; nella sostanza, sono tributi voluti dallo Stato, che provvede
anche ad amministrarli. Per le regioni a statuto speciale, andrebbero
analizzate le singole norme statutarie: queste sembrano attribuire alle
regioni differenziate unautonoma potest normativa in campo
tributario in armonia con il sistema tributario statale . Di tale potest le
regioni hanno fatto uso soltanto per concedere esenzioni o
agevolazioni rispetto a tributi erariali : il che stato ritenuto
ammissibile dalla Corte solo a condizione che le norme regionali di
favore trovino riscontro in un tipo di esenzione gi contemplato dalle
norme statali.
C) I decreti legge sono abbastanza frequenti in materia tributaria. Essi
possono essere emanati dal Governo in casi straordinari di necessit
ed urgenza e debbono essere convertiti in legge entro 60 gg.,
altrimenti decadono ex-tunc. Le Camere possono regolare con legge i
rapporti giuridici sorti sulla base di decreti non convertiti (art. 77).
D) Anche i decreti legislativi sono molto frequenti in materia tributaria.
Essi trovano fondamento nellart. 76 Cost. , che consente alle Camere
di delegare al Governo lesercizio della funzione legislativa con
determinazione dei principi e criteri direttivi e soltanto per un tempo
limitato e per oggetto definiti. Il ricorso frequente in materia tributaria
al meccanismo della delega trova la sua ragione in ci che le norme
tributarie, per il loro tecnicismo, mal si prestano ad essere elaborate e
discusse in sede parlamentare, soprattutto quando larea di intervento
piuttosto estesa.
4. I testi unici.
5. I regolamenti.
Nella gerarchia delle fonti sono subordinati alle leggi; quindi non possono
essere in contrasto con norme di legge; se sono contrari alla legge,
possono essere annullati dal giudice amministrativo e disapplicati dagli
altri giudici (ordinario e tributario). I regolamenti non sono oggetto di
giudizio di costituzionalit; se contrari a norme costituzionali, sono
annullati o disapplicati come nel caso in cui sono contrari alla legge. Nei
limiti in cui ci consentito dalla riserva di legge (art. 23), fonte di
produzione di norme tributarie possono essere anche i regolamenti, sia di
organi statali sia di enti locali.
A) La l. 23/8/88 n400, recante disciplina dellat tivit di governo e
ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha
disciplinato (art. 17) la potest regolamentare prevedendo che i
regolamenti governativi sono deliberati dal Consiglio dei Ministri, dopo
aver sentito il parere del Consiglio di Stato, e sono emanati dal Pres.
Della Rep.. Tali regolamenti possono essere emanati per disciplinare:
1) lesecuzione delle leggi e dei decreti legislativi; 2) Lattuazione ed
integrazione delle leggi e dei decreti legislativi; 3) le materie in cui
manchi la disciplina da parte di leggi o di atti aventi forza di legge; 4)
lorganizzazione e il funzionamento delle amministrazioni pubbliche
secondo le disposizioni dettate dalla legge; 5) Lorganizzazione del
lavoro e i rapporti di lavoro dei pubblici dipendenti in base agli accordi
sindacali.
Il Governo dispone di una potest regolamentare generale esercitabile
anche senza specifica autorizzazione legislativa; esso titolare,
inoltre, di una potest esercitabile solo previa autorizzazione
legislativa, nelle materie non coperte da riserva assoluta di legge.
B) I regolamenti ministeriali sono adottati con decreto del Ministro nelle
materie di competenza del ministro. Quando la materia di
competenza di pi ministri, sono emanati regolamenti interministeriali,
sempre in base ad apposite autorizzazione legislativa. I regolamenti
ministeriali non possono dettare norme contrarie a quelle dei
regolamenti governativi e debbono essere comunicati al Pres. del
Consiglio dei Ministri prima della loro emanazione.
C) Vi sono poi i regolamenti locali, emanati da regioni, province e comuni;
per lo pi essi hanno per oggetto la fissazione di aliquote (la legge
per fissa sempre il tetto max).
6. Le fonti comunitarie.
Il trattato istitutivo della CEE stato ratificato con legge ordinaria; stato
cos inserito, nel sistema delle fonti del nostro diritto, un meccanismo in
base al quale valgono nellordinamento italiano anche le norme
comunitarie. Il sistema delle fonti del diritto comunitario costituito,
innanzitutto, dal diritto c.d. primario, elaborato direttamente dagli stati
membri, e vi poi il diritto derivato, costituito dalle norme emesse dagli
organi comunitari. Tra le fonti di produzione del diritto comunitario
derivato hanno particolare importanza i regolamenti e le direttive. Il
regolamento a norma dellart. 189 del trattato, ha portata generale,
obbligatorio in tutti i suoi elementi, ed direttamente applicabile in
ciascuno degli stati membri. La diretta applicabilit comporta che gli Stati
non possono e non debbono emanare norme per introdurre un
regolamento nellordinamento interno. In quanto produttivo di effetti
immediati, il regolamento idoneo ad attribuire ai singoli dei diritti che i
giudici nazionali devono tutelare. Le direttive secondo lart. 189 del
trattato CEE, vincolano gli Stati membri per quanto riguarda il risultato da
raggiungere, mentre rimessa alla discrezionalit dei singoli Stati
ladozione degli strumenti e dei mezzi per raggiungerlo.
Capitolo Terzo
2. I vincoli dellinterpretazione.
Lattivit interpretativa non del tutto libera n del tutto vincolata. I vincoli
dinterpretazione, posti dallo stesso ordinamento giuridica sono i
seguenti:
a) vincoli derivanti dalla struttura gerarchica dellordinamento: i testi di
legge devono essere interpretati in modo da risultare conformi alla
Cost.; in materia tributaria le leggi devono essere interpretate in modo
da risultare conformi allart. 53 Cost.; i testi delle leggi delegate
devono essere interpretati in modo da risultare conformi alle leggi di
delegazione; i testi delle norme nazionali devono essere interpretati in
modo da risultare conformi alle norme comunitarie; i testi dei
regolamenti devono essere interpretati in modo da risultare conformi
alle norme di legge , ecc;
b) Vincoli derivanti da leggi interpretative e dalle definizioni legislative;
c) Vincoli derivanti dalle norme sullinterpretazione.
Tra le norme generali sullinterpretazione vanno ricordate le seguenti.
Innanzitutto va ricordato lart. 12 disp. Prel. C. C. Primo comma
(nellapplicare la legge non si pu attribuire ad essa altro senso che
quello fatto palese del significato proprio delle parole secondo la
connessione di esse, e dalla intenzione del legislatore. In secondo luogo
vi lart. 12 cit. Secondo comma ( se una controversia non pu essere
decisa con una precisa disposizione si ha riguardo alle disposizioni che
regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio,
si decide secondo i principi generali dellordinamento giuridico dello
Stato). Terzo luogo, art. 13, che vieta lanalogia per le leggi penali e per
quelle che fanno eccezione a regole generali o ad altre leggi.
3. Semantica delle leggi tributarie.
6. Le lacune e lanalogia.
8. Le leggi interpretative.
9. Le circolari interpretative.
Capitolo terzo
13. Linterpello.
Per ovviare allo stato di incertezza in cui possono trovarsi gli operatori
economici i quali, proponendosi di porre in essere unoperazione, hanno
motivo di ritenere che il fisco la consideri elusiva, stato istituito uno
speciale procedimento, con il quale i contribuenti possono interpellare
lamministrazione finanziaria e conoscerne preventivamente il giudizio in
ordine ad una determinata operazione. I contribuenti possono interpellare
lamm. finanziaria in ordine allapplicazione delle seguenti norme:
operazioni di fusione, concentrazione, trasformazione, scorporo e
riduzione di capitali; in caso di interposizione di persona i redditi sono
imputati al titolare effettivo e non a quello apparente; sulla qualificazione
di determinare spese come spese di rappresentanza ovvero di pubblicit
e propaganda. La procedura di interpello cos articolata: il contribuente,
quando sta per porre in essere un comportamento che potrebbe dar
luogo allapplicazione di una delle citate norme antielusive, pu richiedere
il preventivo parere alla competente direzione generale del Ministero delle
finanze fornendole tutti gli elementi conoscitivi utili ai fini della corretta
qualificazione tributaria della fattispecie prospettata; in caso di mancata
risposta della direzione generale, o di risposta alla quale il contribuente
non intende uniformarsi, dato al contribuente il diritto di richiedere il
parere del comitato consultivo per lapplicazione delle norme
antielusive; la mancata risposta da parte del comitato consultivo entro 60
gg. dalla richiesta del contribuente, e dopo ulteriori 60 gg. da una formale
diffida ad adempiere, equivale a silenzio-assenso.
Capitolo quarto
I principi
Si visto che, tra le fonti del diritto tributario, vanno annoverate le fonti
comunitarie; queste vanno distinte in due gruppi: a) disposizioni fiscali del
Trattato istitutivo della CEE; b) norme di diritto comunitario derivato
(norme create dagli organi della comunit sulla base del Trattato). I pi
importanti tra i principi del Trattato sono i seguenti: Il Trattato impone agli
Stati membri lobbligo di non applicare, ai prodotti provenienti dagli stati
membri imposizioni interne superiori a quelle applicate ai prodotti
nazionali, ed il divieto di sovvenzionare le esportazioni con rimborsi
superiori alle imposizioni subite allinterno dello stato dai prodotti che
vengono esportati; lobbligo degli stati membri di istituire unimposta sulla
cifra daffari con il sistema dellimposizione del valore aggiunto;
larmonizzazione delle legislazioni fiscali degli stati membri, al fine di
realizzare un mercato europeo comune.
Sul versante del diritto derivato, molti settori del diritto tributario interno
sono regolati da norme contenute in direttive comunitarie, o da norme
interne che si ispirano a norme di direttive comunitarie. Va in primo luogo
segnalato il corpus di direttive emanate in materia di imposta sul valore
aggiunto ed in materia di accise. In secondo luogo, vanno ricordate le
direttive intese ad armonizzare le imposte sulla raccolta dei capitali cui si
conformano le norme dellimposta di registro sugli aumenti di capitale e
sui finanziamenti delle societ. In terzo luogo, in materia di imposte
dirette, va ricordata una direttiva che istituisce un sistema di assistenza
reciproca fra le amministrazioni finanziarie al fine di reprimere levasione
mediante scambio di informazioni fra gli Stati membri.
Capitolo quinto
Le fattispecie
1. Sistematica dellimposta.
3. Esenzioni ed esclusioni.
4. Fattispecie sostitutive.
5. Fattispecie equiparate.
8. Fattispecie alternative.
9. Fattispecie condizionali.
Capitolo sesto
Gli effetti
2. La base imponibile.
4. Il tasso.
6. Obbligazioni dacconto.
7. Obbligazioni dipendenti.
8. Effetti connessi.
9. Le garanzie: i privilegi.
Capitolo settimo
I soggetti
1. Il creditore.
2. Lamministrazione finanziaria.
3. Il contribuente.
Il contribuente viene usato in due accezioni: una assai lata, per cui esso
designa ogni soggetto, che sia o possa diventare termine passivo di
riferimento di obbligazioni verso il fisco; in un significato pi ristretto indica
quello che, nella variet dei soggetti passivi da denominare obbligato
principale. Nel primo significato il termine ricorre nel decreto istitutivo
dellanagrafe tributaria; liscrizione allanagrafe implica attribuzione di un
n di codice fiscale; contribuente dunque ogni so ggetto iscritto o
iscrivibile allanagrafe ovvero ogni soggetto la cui esistenza fiscalmente
rilevante.
4. Lobbligato principale.
5. La solidariet: a) le fattispecie.
7. Il responsabile dimposta.
Vi sono casi, nei quali risponde del debito dimposta un soggetto diverso
da colui che ne realizza il presupposto e ne risponde non con tutto il suo
patrimonio, ma soltanto con un determinato bene; lo si denominato
perci responsabile limitato.
A) in un primo gruppo di casi la posizione del terzo un riflesso della
disciplina dei privilegi speciali. Quando il credito dimposta garantito
da privilegio speciale sui beni ai quali il tributo si riferisce, il privilegio
importa il diritto di seguito; il bene continua ad essere gravato dal
privilegio anche se viene trasferito a terzi; i terzi assumono cos la
veste di responsabile (limitatamente a quel bene che pu essere
espropriato per soddisfare il credito dimposta). Secondo la
giurisprudenza lazione del fisco nei confronti del terzo pu essere
esercitata solo dopo che stata infruttuosamente esperita lazione
esecutiva nei confronti dellobbligato principale; la responsabilit del
terzo quindi viene detta sussidiaria.
B) in un altro gruppo di ipotesi, la responsabilit del terzo un riflesso di
norme in materia di pignoramento; una prima ipotesi si ha in caso di
cessione dazienda; avviata lesecuzione nei confronti di chi sia stato
titolare di azienda, e labbia ceduta, lesattore pu sottoporre a
pignoramento i beni mobili e le merci dellazienda ceduta. Unaltra
concerne i beni mobili rinvenuti nella casa di abitazione del
contribuente; contro il pignoramento di tali beni non possono proporre
opposizione di terzo il coniuge, i parenti e gli affini entro il terzo grado
del contribuente e dei coobbligati. Infine, i frutti degli immobili del
debitore, soggetti a privilegio, possono essere espropriati, nelle forme
dellespropriazione presso il debitore, anche se limmobile affittato
(quindi anche se i frutti appartengono allaffittuario). In questo secondo
gruppo di ipotesi, lesecuzione si svolge sulla base dellatto di
imposizione e delliscrizione a ruolo del debitore dimposta, il terzo,
quindi, subisce lesecuzione forzata per lattuazione dun debito altrui
senza essere soggetto passivo del processo esecutivo.
11. Il successore.
Per le imposte sui redditi previsto che le societ e gli enti che non
hanno la sede legale o amministrativa nel territorio dello Stato, devono
indicare (al fisco) le generalit e lindirizzo in Italia di un rappresentante
per i rapporti tributari. Per lIva i non residenti che effettuino operazioni
rilevanti ai fini del tributo nellambito del territorio dello Stato, possono
nominare un rappresentante che provveda ad adempiere gli obblighi e ad
esercitare i diritti derivanti dallapplicazione dellimposta. Se non
nominato un rappresentante, i soggetti residenti che acquistino beni o
servizi da non residenti debbono provvedere essi stessi agli adempimenti
IVA (c.d. autofatturazione).
Parte terza
Dinamica dellimposta
Capitolo ottavo
Profili generali
1. I modelli.
2. La potest dimposizione.
3. Il procedimento dimposizione.
Lattuazione dellimposta da parte dellamministrazione avviene con una
serie di attivit di varia natura coordinate allemanazione di un atto
conclusivo. Nel diritto amministrativo generale il procedimento ha trovato
riconoscimento e disciplina nella l. 7/8/90 n 241. Tale legge si applica
anche ai procedimenti tributari con la sole eccezione del capo dedicato
alla partecipazione (del cittadino al provvedimento). Il procedimento
amministrativo in generale si articola in pi fasi: le principali sono a) la
fase iniziale, b) la fase istruttoria, c) la fase conclusiva. Il procedimento
dimposizione inizia sempre dufficio sia quando mancata la
dichiarazione, sia quando questa presentata, e quindi lazione
dellufficio rivolta a controllare e rettificare la dichiarazione. Inoltre, nel
criterio tributario dimposizione non abbiamo una serie prestabilita di atti
da porre in essere prima dellemanazione dellatto finale. Ai procedimenti
tributari non si applicano come si detto le norme generali in tema di
partecipazione del cittadino al procedimento. Solo in alcuni casi la legge
obbliga lufficio ad interpellare il contribuente ad a consentirgli una
qualche forma di difesa; quindi rimesso alla discrezionalit dellufficio
dar vita ad un contraddittorio nel corso del procedimento. Nella fase
istruttoria , lufficio esperisce le indagini del caso per ricercare e verificare
i fatti fiscalmente rilevanti con luso dei poteri dindagine che la legge gli
conferisce. Infine, si ha la fase conclusiva, ossia lemanazione del
provvedimento dimposizione. Il procedimento pu concludersi per
anche senza emanazione di provvedimenti: ci avviene quando l'ufficio
constata che non vi sono i presupposti per la emanazione di
provvedimenti.
5. La teoria dichiarativa.
6. La teoria costitutiva.
Capitolo nono
1. Considerazioni preliminari.
Dei tre modelli di attuazione delle leggi dimposta, indicati in via astratta,
quello accolto dal nostro ordinamento per la pi parte dei tributi il
modello della imposizione eventuale. Le ragioni della scelta legislativa
sono evidenti: la massa enorme di adempimenti richiesti da tali imposta
non possono che essere affidate, innanzitutto agli stessi contribuenti, i
quali devono adempiere una serie assai vasta di obblighi c.d. formali o
strumentali.
Alla regole della contabilit ordinaria non sono soggetti tutti gli
imprenditori perch, per le imprese minori, previsto un regime
semplificato di contabilit. Va messo in rilievo, da un lato, che la nozione
di impresa minore ai fini tributari non coincide con la nozione civilistica di
piccolo imprenditore e, dallaltro, che lo statuto fiscale dellimpresa minore
ha rilievo, non soltanto ai fini degli obblighi contabili, ma anche ad altri
fini. La nozione fiscale di impresa minore legata alle dimensioni del
fatturato; sono imprese minori le imprese individuali e societ di persone
il cui fatturato non supera una determinata soglia (360 ml. per periodo
dimposta). La contabilit fiscale semplificata composta,
essenzialmente, dai registri IVA, cio da registri dove sono annotati
acquisti e vendite. Le imprese minori non sono obbligate a tenere, le
scritture contabili di cui consta la contabilit ordinaria (giornale, inventari,
scritture ausiliarie) e la dichiarazione dei redditi sar elaborata sulla base
dei dati desunti dai registri IVA. Data la sua rudimentalit la contabilit
semplificata poco attendibile quindi il controllo del fisco nei confronti
delle imprese minori, fondato, non sulla contabilit, ma su standards
medi di redditivit di coefficienti presuntivi.
Le scritture contabili che devono tenere i sostituti sono: i libri paga; i libri
matricola; le schede dei compensi a terzi. Nelle prime due scritture sono
annotate le somme corrisposte ai dipendenti, con le ritenute effettuate,
mentre la terza concerne le somme erogate ad altri soggetti da sottoporre
a ritenuta. Come vedremo, i dipendenti possono omettere la
presentazione al fisco della dichiarazione dei redditi presentando al
sostituto una speciale dichiarazione nella quale sono indicati gli altri
redditi posseduti e gli oneri deducibili.
Capitolo nono
Capitolo decimo
Listruttoria
Il controllo sostanziale affidato agli uffici delle imposta ad alla g.d.f.; per
lo svolgimento di tali indagini, uno degli strumenti pi efficaci
leffettuazione di accessi, ispezioni e verifiche.
A) Per quel che riguarda laccesso, gli impiegati dellamministrazione
finanziaria che eseguono laccesso devono essere muniti, in ogni
caso, di apposita autorizzazione che ne indica lo scopo, rilasciata dal
capo dellufficio da cui dipendono. In alcuni casi richiesta anche
lautorizzazione del Procuratore della Repubblica. Per laccesso nei
locali adibiti ad attivit commerciali e per laccesso in locali adibiti ad
attivit di lavoro autonomo sufficiente lautorizzazione del capo
dellufficio. Per, nel caso di accesso nei locali destinati allesercizio di
arti e professioni, richiesta la presenza del titolare dello studio (o di
un suo delegato). Nel caso di accessi in studi professionali, vi da
contemperare la tutela dellinteresse fiscale con quella del segreto
professionale. Per lesame di documenti e la richiesta di notizie cui
venga eccepito il segreto professionale si esige lautorizzazione del
Procuratore della Repubblica. Per laccesso nelle abitazioni, si
richiede (oltre allautorizzazione del capo dellufficio) anche
lautorizzazione del P. Della Rep., che pu essere concessa soltanto
in presenza di gravi indizi di violazioni della norme fiscali, ed allo
scopo di reperire libri, registri, documenti ed altre prove delle
violazioni. La norma contempera due esigenze: da un lato la tutela del
domicilio, dall'altro la tutela degli interessi fiscali. Art. 14: il domicilio
inviolabile. E quindi in ossequio ad una esigenza costituzionalmente
prevista che laccesso nelle abitazioni per motivi fiscali consentito
solo in presenza di due presupposti, uno sostanziale ( gravi indizi di
violazioni) ed una formale ( autorizzazione motivata dellautorit
giudiziaria). Lautorizzazione del Procuratore della Repubblica
necessaria anche per procedere a perquisizioni personali e
allapertura di plichi, casseforti, ecc.
B) Lispezione documentale ha per oggetto i libri, registri, documenti e
scritture che si trovano nei locali compresi quelli la cui tenuta e
conservazione non sono obbligatori.
C) Le verificazioni infine, sono i controlli sugli impianti, sul personale
dipendente, sullimpiego di materie prime ed altri acquisti.
D) Di ogni accesso deve essere redatto un processo verbale da cui
risultino le ispezioni e rilevazioni eseguite, le richieste fatte al
contribuente, e le risposte ricevute. Il verbale deve essere sottoscritto
dal contribuente, che ha diritto di averne copia. Viene redatto, inoltre,
un processo verbale di constatazione, che sintetizza i dati rilevati. Nel
processo verbale di constatazione sono anche quantificate le sanzioni
pecuniarie irrogabili, al fine di consentire al contribuente la c.d.
definizione in via breve.
5. Indagini bancarie.
6. Inviti e richieste.
Capitolo undicesimo
Lavviso di accertamento
1. Natura giuridica.
2. Le statuizioni.
Esaminiamo il contenuto dispositivo dellatto dimposizione.
A) In materia di imposte sui redditi, la legge prescrive che lavviso di
accertamento deve recare lindicazione dellimponibile o degli
imponibili accertati, delle aliquote applicate e delle imposte liquidate....
Ci che sembra essenziale soltanto la determinazione
dellimponibile; vi sono infatti ipotesi in cui latto non va oltre tale
determinazione. Una prima ipotesi data dallaccertamento dei redditi
delle societ di persone; con esso viene determinata limposta dovuta
dalla societ ILOR ma , agli effetti dellimposta dovuta dal socio, rileva
soltanto la determinazione dellimponibile della societ, da imputare
poi, pro quota, a ciascun socio, agli effetti dellimposta dovuta al socio.
Unaltra ipotesi si ha quando limponibile di segno negativo oppure
costituito dal c.d. pareggio fiscale; lavviso che accerta delle perdite o
accerta il pareggio non comporta, evidentemente, statuizioni circa
limposta; si pu dire, anche, che comporta la statuizione che non
dovuta alcuna imposta per quel periodo.
B) Nella disciplina dellIva, il contenuto dellavviso di accertamento non
specificato dal legislatore, che si limita a stabilire che lufficio imposta
sul valore aggiunto procede alla rettifica della dichiarazione annuale
presentata dal contribuente quando ritiene che ne risulti unimposta
inferiore a quella dovuta ovvero una eccedenza detraibile o
rimborsabile superiore a quella spettante.
C) Le imposte indirette si differenziano da quelle dirette in quanto la loro
applicazione avviene attraverso una sequenza di atti in parte diversa.
Allavviso di accertamento delle imposte sui redditi corrisponde nelle
imposte indirette, lavviso di accertamento di valore cos denominabile
in quanto di regola, in tali imposte, occorre stabilire il valore venale del
bene su cui incide l'imposta. Lessenziale caratteristica che differenzia
tale avviso da quello delle imposte dirette non per tanto il fatto che
esso implichi la valutazione del valore venale di un bene, quanto al
fatto che il suo contenuto riguarda soltanto tale valore, senza
estendersi alla determinazione dellimposta. La determinazione
dellimposta infatti affidata ad un altro atto, avente una sua specifica
individualit e funzione: lavviso di liquidazione. La determinazione
dellimponibile pu assumere articolazioni differenziate nelle tre
imposte cui ci si riferisce: registro, successione ed INVIM. Agli effetti
dellimposta di registro lavviso di accertamento stabilisce il valore
venale degli immobili o delle aziende. Agli effetti dell'imposta sulle
successioni, l'avviso contiene la determinazione del valore dei beni
caduti in successione, ma esso pu riguardare anche le passivit
ereditarie. Per lINVIM, quando il tributo viene applicato su beni il cui
trasferimento sia soggetto allimposta di registro o sulle successioni, o
sul valore aggiunto, i valori accertati o i corrispettivi assunti ai fini di tali
imposte valgono anche per lINVIM. Peraltro, ai fini di questultima
imposta, laccertamento imponibile assume un contenuto pi
articolato, riguardando non solo il valore finale ma anche quello
iniziale e le spese incrementative detraibili.
3. La motivazione.
A) Che gli atti di disposizione debbano essere sempre motivati un
principio alla cui affermazione generale si pervenuti solo di recente.
Sono due i dati normativi nei quali trova sicuro fondamento il principio
generale dellobbligo di motivazione dei provvedimenti
dellamministrazione finanziaria. Il primo nella legge che regola in
generale ogni provvedimento amministrativo; ci si riferisce allart. 3
della l. 7/8/ 90 n 241, ove stabilito, con formu la di portata generale,
che ogni provvedimento amministrativo deve essere motivato. Il
secondo dato normativo nellart. 21 del d.p.r. n 636, il quale
stabilisce che la commissione tributaria non pu disporre la
rinnovazione dellatto impugnato quando sia fatto valere il vizio di
motivazione: il che implica, da un lato, lobbligo dellamministrazione di
motivare i provvedimenti impugnabili e dall'altro il carattere invalidante
del vizio di motivazione.
B) Motivazione, negli atti discrezionali, lesternazione dei motivi di
opportunit, di convenienza amministrativa, ecc, che stanno a
fondamento dellatto. Per gli atti dimposizione, sembra valida la
formula giurisprudenziale: motivazione lindicazione delliter logico
giuridico seguito dallorgano nella formazione dellatto. Il lettore del
provvedimento deve essere posto in grado di ripercorrere litinerario
logico seguito dallautorit nella formazione del provvedimento.
Questa idoneit del provvedimento a rendere noto litinerario logico
che sorregge il dispositivo sussiste o non sussiste: il provvedimento,
cio, motivato o non lo .
C) Un provvedimento con motivazione insufficiente, omessa,
contraddittoria, ecc; un provvedimento, cio viziato nella motivazione
invalido; esso destinato ad essere annullato dallautorit
giurisdizionale; il giudice, a fronte di un atto invalido, pu soltanto
annullarlo; non pu mai sostituirlo.
4. Invalidit.
6. La notificazione.
7. Il termine.
8. Effetti soggettivi.
9. La definitivit.
Capitolo undicesimo
Lavviso di accertamento
Sezione seconda tipologia
20. Il concordato.
Lavviso di accertamento
Sezione terza Misure antielusive
1. Nozione di elusione.
3. Linterpretazione antielusiva.
8. Linterpello dellamministrazione.
Per ovviare allo stato di incertezza in cui possono trovarsi gli operatori
economici, i contribuenti possono interpellare lamm. Finanziaria e
conoscerne preventivamente il giudizio. I casi sono predeterminati:
operazione che potrebbe essere considerata elusiva, ed inquadrata in
uno dei casi di elusione espressamente stabiliti; operazione alla quale
potrebbe essere applicata la norma in tema di interposizione di
persona. La procedura di interpello cos articolata:
- il contribuente, quando sta per porre in essere uno dei
comportamenti sopra indicati pu richiedere preventivo
parere alla competente direzione generale del Ministero delle
finanze
- in caso di mancata risposta della Dir. generale, o di risposta
alla quale non si intende uniformarsi, dato al contribuente il
diritto di richiedere il parere del Comitato consultivo per
lapplicazione delle norme antielusive.
- La mancata risposta del Comitato entro 60 gg. dalla richiesta
del contribuente, e dopo ulteriori 60 gg. da una formale
diffida ad adempiere, equivale a silenzio assenso.
Capitolo dodicesimo
La riscossione
7. La ritenuta diretta.
8. Il versamento diretto.
Capitolo dodicesimo
Sezione terza La riscossione delle imposte indirette
Capitolo dodicesimo
Sezione quarta Esecuzione forzata
22. Lingiunzione.
Capitolo tredicesimo
Il rimborso
Sezione prima Le fattispecie
Svariati sono i rapporti nei quali i privati sono in posizione di credito verso
lamministrazione finanziaria; simili posizioni possono essere denominate,
in senso ampio, crediti dimposta o diritti di rimborso. Il credito dimposta
si distingue dai rimborsi: il primo designa un credito estinguibile mediante
compensazione, il secondo indica corresponsione della somma oggetto
del credito. Dal punto di vista delle modalit di esercizio vi sono crediti
che debbono essere esercitati mediante la loro inclusione nella
dichiarazione dei redditi o nella dichiarazione Iva; e crediti da indebito,
che implicano unapposita istanza. Si ha dunque un tripartizione cos
articolata: a) crediti di rimborso la cui fattispecie costitutiva un
pagamento indebito
b) crediti di restituzione la cui fattispecie non un pagamento indebito; e
le cui modalit di esercizio non sono caratterizzate in termini di
compensazione necessaria con il debito dimposta;
c) crediti dimposta in senso stretto che, non derivano da un pagamento
indebito, e la cui modalit di esercizio caratterizzata dalla
compensazione con il debito dimposta.
Capitolo tredicesimo
Sezione seconda Il procedimento
6. Articolazione generale.
8. Imposte indirette.
9. Il rimborso dufficio.
10. Il diniego.
11. Il silenzio.
Capitolo quattordicesimo
Le sanzioni
Capitolo quattordicesimo
Le sanzioni
4. Le fattispecie.
5. La pena pecuniaria.
6. La soprattassa.
7. Altre sanzioni.
Gli illeciti amministrativi sono puniti, oltre che con le sanzioni gi
esaminate, con altre sanzioni, c.d. accessorie: - lo scioglimento degli
organi amministrativi e la revoca dellautorizzazione allesercizio del
credito, per gli enti di credito che violino le norme in tema di certificazioni
di passivit bancarie e in tema di deroghe al segreto bancario; - la
decadenza dal diritto di fruire di contributi o altre provvidenze dello Stato;
- la sospensione dallesercizio della professione; - la sospensione
dallesercizio di unattivit commerciale.
Capitolo quattordicesimo
Sezione terza Le misure penali
10. La riforma.
Questo reato integrato all condotta di chi non tiene, o non osserva per
il periodo necessario taluna delle seguenti scritture contabili: libro
giornale; libro degli inventari; registro delle fatture; registro dei
corrispettivi; registro degli acquisti. Si considerano non tenute le scritture
contabili non regolarmente bollate e non vidimate, nonch quelle
inattendibili nel loro complesso a causa di irregolarit gravi, numerose e
ripetute.
Frode fiscale torna utile per classificare una serie di ipotesi delittuose,
che il legislatore tratta unitariamente.
A) Le condotte.
Le sei ipotesi delittuose sono le seguenti:
a) rilascio o utilizzazione di scritture o documenti contraffatti o alterati;
b) distruzione o occultamento di scritture o documenti contabili;
c) indicazione di nomi diversi da quelli veri in elenchi allegati alla
dichiarazione;
d) rilascio o utilizzazione di fatture false o di altri documenti falsi;
e) indicazione nei certificati rilasciati dal sostituto al sostituito di somme
diverse da quelle effettivamente corrisposte;
f) indicazione nelle scritture contabili, o nel bilancio, o nella
dichiarazione, di elementi positivi o negativi di reddito, in misura falsa;
Abbiamo quindi accanto al reato di distruzione od occultamento della
contabilit, che viene indicata come frode fiscale per soppressione (sub
b), unipotesi di reato di falso materiale (sub a); le rimanenti 4 ipotesi
sono tutte inquadrabili come reati di falso ideologico.
B) Il dolo.
Per tutte le ipotesi di reato, il legislatore esige che il dolo sia specifico;
occorre, cio, che il fatto sia commesso alfine di evadere le imposte sui
redditi o limposta sul valore aggiunto o di conseguire un indebito
rimborso ovvero di consentire levasione o lindebito rimborso a terzi.
C) La pena.
La legge prevede, come sanzioni, la reclusione da sei mesi a 5 anni e la
multa da 5 a 10 ml.. Se i fatti previsti alle lettere a, b, c, e, f, sono di lieve
entit, abbiamo unattenuante: la sanzione detentiva e quella patrimoniale
sono alternative e la loro misura minore. Non si ha lieve entit quando
gli importi sono superiori a 50ml..
18. La frode mediante falso materiale.
La norma in esame punisce colui che indica nella dichiarazione dei redditi
ovvero nel bilancio o rendiconto ad essa allegato, al di fuori dei casi
previsti dallart. 1, ricavi, proventi o altri componenti positivi del reddito,
ovvero spese od altri componenti negativi di reddito in misura diversa da
quella effettiva utilizzando documenti attestanti fatti materiali non
corrispondenti al vero, ovvero ponendo in essere altri comportamenti
fraudolenti idonei ad ostacolare laccertamento dei fatti materiali.
A) Soggetti attivi del reato.
Nel caso di persone fisiche, vi coincidenza tra soggetto dichiarante e
autore del reato; nel caso delle societ invece autori del reato sono coloro
che agiscono per la societ. E penalmente responsabile il soggetto che
sottoscrive la dichiarazione dei redditi della societ; i singoli consiglieri di
amministrazione e i sindaci rispondono penalmente quando abbiano
partecipato al reato commesso, ad esempio, dallamministratore
delegato.
B) La condotta
Nella condotta che integra questo reato vanno distinti due momenti:
lindicazione dei componenti reddituali falsi e il comportamento
fraudolento. Commette reato infatti chi espone dati falsi nella
dichiarazione ovvero nel bilancio; il mendacio nella dichiarazione o nel
bilancio deve per essere accompagnato da un altro elemento, di tipo
fraudolento: o lutilizzo di documenti falsi o in generale un altro
comportamento fraudolento.
C) Loggetto della condotta.
Altro punto dubbio se, per integrare il reato occorra che la condotta
investa congiuntamente bilancio e dichiarazione. Data la lettera della
legge (dichiarazione ovvero bilancio) sembra sufficiente che la condotta
investa uno soltanto di tali documenti. In pratica comunque sembra
improbabile che la falsit vi sia nel bilancio e non nella dichiarazione o
viceversa.
D) Assenza di soglia minima.
Ai fini di questo reato non vi una soglia minima; la ragione di ci
evidente; chi pone in essere un comportamento fraudolento va punito per
il fatto che il comportamento fraudolento, astraendo da valutazioni
quantitative; la quantit rileva solo come attenuante; se limporto
inferiore a 50 ml. si ha una circostanza di attenuazione della pena
edittale.
E) Alternativit tra contravvenzioni ex art. 1 e delitto ex art. 4 lett. f).
1. Cenno storico.
4.3. Lintervento.
Ogni atto pu essere impugnato per i vizi che lo concernono (vizi propri) e
non per i vizi che riguardano altri atti; un atto non pu essere impugnato
per vizi di atti precedenti. Per i ricorsi contro lavviso di accertamento non
vi sono limitazioni; tutti i vizi dellavviso, di forma o di sostanza, che
possono determinare lannullamento, sono deducibili come motivi del
ricorso. Nellimpugnazione dellavviso di liquidazione, pu essere fatto
valere ogni vizio che attenga alla liquidazione. Liscrizione a ruolo con la
cartella di pagamento, presuppone un avviso di accertamento o una
dichiarazione; i vizi dellaccertamento debbono essere fatti valere
impugnando tale atto, e quindi non possono essere fatti valere
impugnando il ruolo. Lavviso di mora atto del Concessionario della
riscossione e non dellufficio delle entrate. Se lavviso di mora non stato
preceduto dalla cartella di pagamento, lo si potr impugnare per tale
motivo. Se invece stato preceduto dalla notificazione della cartella potr
essere impugnato contestando che vi sia mora. Circa il provvedimento
sanzionatorio, da ricordare che la applicazione delle sanzioni
amministrative, nelle imposte le cui controversie sono attribuite alle
commissioni, di competenza dello stesso ufficio che amministra
limposta. Pertanto limpugnazione dellatto amministrativo che applica
una sanzione, diretta allannullamento dellatto sanzionatorio.
5. La costituzione in giudizio.
15.1. I decreti.
21. La cassazione.
23. La revocazione.
Anche nel processo tributario le parti possono trovare un accordo, per cui
il processo si chiude, non con sentenza, ma con conciliazione. La
conciliazione tributaria equivale ad una transazione, e, poich la
transazione non pu avere ad oggetto diritti non disponibili, nella
conciliazione viene ravvisata una deroga alla c.d. indisponibilit del
rapporto dimposta. La transazione disciplinata dal codice realizzata
attraverso reciproche concessioni. La conciliazione invece, nel diritto
pubblico, si configura come un istituto autonomo, il cui scopo quello di
realizzare la composizione consensuale giusta della lite. Quali
controversie possono essere conciliate? Il legislatore non ha esplicato
alcun limite, non significa per conciliabilit illimitata. In sostanza la
conciliazione deve presentarsi con contenuto accertativo, con effetti di
diritto sostanziale e processuale. La conciliazione appare legittima solo
nelle liti che riguardano lavviso di accertamento, e solo per questioni di
tipo quantitativo. Non sono conciliabili le questioni che riguardano le
sanzioni, pur se si tratta di questione riguardante solo il quantum. Tale
ultimo limite si deduce dalla norma che fa seguire alla conciliazione la
riduzione delle sanzioni irrogate ad un terzo del minimo edittale.
TRIBUTARIO
Parte speciale
PARTE SPECIALE
Vedi pp. 14 16
Vedi pp. 23 24
LE CATEGORIE DI REDDITO
Vedi pp. 78 79
Stabilire quali attivit danno luogo a reddito dimpresa rileva sotto due
profili:
Discriminare i fenomeni che danno luogo a reddito dimpresa da
quelli che non rilevano ai fini fiscali
Discriminare il redito dimpresa da quello delle altre categorie
importante tener conto che non sempre valori iscrivibili nel bilancio
civilistico sono riconosciuti dal diritto tributario
Talvolta lelemento patrimoniale fatto oggetto di una svalutazione o di
un ammortamento non riconosciuto fiscalmente viene mantenuto in
bilancio ma a fronte di esso viene istituito un fondo che prende il nome
di fondo tassato: costituito con somme assoggettate ad imposte e ormai
pienamente disponibili per la societ. Tali fondi potranno quindi essere
successivamente distribuiti come utili senza essere tassati, perch la
tassazione gi avvenuta nellesercizio in cui tali fondi sono stati
costituiti
Un fenomeno opposto si verifica quando la legge consente di escludere
da imposizione elementi positivi di reddito accantonandoli in un
apposito fondo contabile: si tratta di riserve in sospensione dimposta
SOPRAVVENIENZE ATTIVE
AMMORTAMENTI
I COSTI PLURIENNALI
LE IMPRESE MINORI
Nel calcolo del calcolo della differenza tra compensi e spese del
professionista obbligatoria una contabilit
I redditi da lavoro autonomo assimilati non sono invece determinati
contabilmente ma attraverso deduzioni percentuali ai compensi, senza
obblighi contabili
Fornitore Tizio
Valore del bene: 80
Prezzo di vendita: 80 + 20 IVA
IVA versata: 20 (addebitata al cliente Caio)
Cliente Caio
Prezzo di acquisto: 80 + 20 IVA = 100
Prezzo di vendita:120 + 30 IVA = 150
IVA versata: 30 (addebitata al cliente Sempronio) 20 (detrazione dellIVA sugli acquisti, addebitatagli
dal fornitore Tizio) = 10
Cliente Sempronio
Prezzo di acquisto:120 + 30 IVA = 150
IVA pagata: nel prezzo di acquisto paga le 20 versate allo stato dal fornitore Tizio, da questi addebitate al
cliente Caio, e dal cliente Caio addebitate al cliente Sempronio, e le 10 che il cliente Caio ha comunque
dovuto versare allo stato anche dopo aver detratto le 20 di IVA gi pagate dal fornitore Tizio: quindi in
totale si vede addebitate nel prezzo tutte le 30 di IVA, 20 versate allo stato dal fornitore Tizio e 10 dal
cliente Caio
TERRITORIALIT DELLIMPOSTA
OPERAZIONI ESENTI
DICHIARAZIONE ANNUALE
Trasferimenti immobiliari
Sentenze
Cessioni di autoveicoli
Locazioni immobiliari
Atti meramente dichiarativi
LACCERTAMENTO DI VALORE E LE ALTRE VICENDE
APPLICATIVE DELLIMPOSTA