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DIZIONARIO
PRATICO DI
ORTODONZIA
TECNICA
Edizioni Futura
1
Prefazione
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BUONA CONSULTAZIONE
ABBRACCIO Porzione della protesi molto aderente alla corona del dente,
posizionata al di sopra delle zone di sottosquadro. La sua funzione quella
di evitare che la protesi si muova lateralmente.
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BIBLIOGRAFIA: J.H. Ahlin, Applicazioni tecniche e pratiche di una
apparecchiatura craniomandibolare rimodellabile, Mondo Ortodontico,
Ed. Masson, Anno 1998, N. 1.
(Gancio di) ADAMS Gancio presentato da P. Adams nel 1950 durante una
conferenza a Liverpool.
La sua ideazione nasce da una modifica del gancio Schwarz e la sua
validit da sempre riconosciuta ed apprezzata ovunque tanto da divenire il
sistema ritentivo ortodontico per antonomasia
Il suo larghissimo utilizzo dovuto non solo allottimo sfruttamento delle
zone di sottosquadro mesio - vestibolare e disto - vestibolare, ma anche alla
semplicit di costruzione e versatilit di applicazione: possibile, infatti,
confezionarlo su quasi tutti i denti, dal molare al premolare, dal molaretto
da latte al canino. Inoltre, fattore non trascurabile, al gancio possibile
apportare piccole modifiche mirate a migliorarne la ritenzione.
Costruzione
Per la sua costruzione, lAutore consiglia di adoperare un filo in acciaio
con diametro di 0,7 mm privo di curvature, per evitare linsorgere di
fastidiose tensioni durante e dopo il confezionamento.
Preparazione dei denti pilastro
Dopo aver ripulito con cura il modello di lavoro da eventuali bolle e
stirature dovute alla presa delle impronte, necessario asportare con una Le
Cron i triangoli interdentali gengivali mesio e disto - vestibolari. Tale
operazione indispensabile per valorizzare ancor di pi le zone di
sottosquadro
Realizzazione del ponte e degli speroni
In primis, si misura la distanza che intercorre tra le pareti distale e mesiale
del dente trasferendola sul filo precedentemente preparato. A questo punto,
facendo riferimento a tali dati, si realizzano il ponte e gli speroni
rispettando la seguente procedura:
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- con una pinza a becco duccello si eseguono, nei punti ricercati, due
angoli un p pi acuti di 90;
- successivamente, con la stessa pinza si effettuano due pieghe a forma di
U chiuse in prossimit del ponte realizzando cos gli speroni ( la
grandezza di questi ultimi direttamente proporzionale allaltezza del
dente in modo da posizionare il ponte al centro della corona );
- infine, si conclude questa fase posizionando gli speroni, resi
convergenti, nelle nicchie precedentemente preparate sul modello.
Modellazione dei gambi e delle ritenzioni
Loperazione successiva prevede la modellazione dei due gambi negli spazi
interdentali presenti tra gli elementi contigui al dente, sede del gancio.
Relativamente semplice, questa fase non da trascurare; necessario infatti
che lAdams non interferisca a livello occlusale con lantagonista.
Inoltre, per evitare un indebolimento eccessivo del filo, importante che
lodontotecnico operi con estrema cautela ed attenzione.
BIBLIOGRAFIA: 1) C.P. Adams, Ideazioni e costruzioni di apparecchi
ortodontici rimovibili, Pavia, Ed. Cortina, 1958.
2) F. Brandies - N.F. Sthal, Tecnica Ortognatodontica, Milano,
Ed. Masson, Anno 1993.
(Gancio di) ADAMS con Unico Sperone Questo gancio, cos come si
evince dal nome, si differenzia dal tradizionale per lassenza di uno
sperone. Esso utilizzato quando si costretti a realizzare il gancio su un
dente poco erotto da un lato, sia esso mesiale o distale ( Es. ultimo molare
inferiore ). In questi casi, infatti, la presenza della gengiva provoca uno
scalzamento del gancio con relativa perdita di stabilit del dispositivo
ortodontico.
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ADESIONE E la forza molecolare scaturita tra particelle di due corpi
diversi messi a contatto.
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ALA in Resina Si tratta di un elemento di tenuta singolare in quanto la
sua funzione ritentiva garantita solo dalla resina presente nelle zone
buccale e vestibolare dei diatorici.
Il filo utilizzato per la sua costruzione ha un diametro di 0,8 mm. ed il suo
scopo quello di supportare lacrilico, limitando cos le eventuali rotture
dello stesso. Il suo impiego indicato in fase di permuta poich possibile,
con una semplice ribasatura, ristabilizzare il presidio terapeutico.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
ANSA Per ansa sintende qualsiasi piega curvilinea che viene realizzata sul
filo per conferirne pi elasticit.
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(Molla) APERTA Si tratta di un accessorio elastico che, utilizzato per
lapertura di spazi, favorisce lestrusione dei denti non erotti.
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(Dispositivi di) ARNDT Apparecchi fissi superiori realizzati con fili a
memoria nichel titanio.
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AVANZATORE Mandibolare Ideato dal dr. Korn, rappresenta la sintesi
di una ricerca clinica durata diversi anni. I suoi vantaggi sono riassumibili
nella semplicit di applicazione (strutturalmente simile ad un lip - bumper
che, applicato al mascellare superiore, agisce sulla struttura muscolo -
scheletrica della mandibola), nella estrema versatilit e nel minimo
ingombro, favorendo cos la fattiva collaborazione del paziente.
BAKER Ideatore, insieme con il Dr. Case, delle trazioni elastiche inter -
mascellari.
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(Diagramma di) BALLARD E Wylie Tale diagramma, frutto di uno studio
condotto a 360, consente di prevedere (in base alla somma dei diametri
mesio - distali degli incisivi inferiori permanenti) la grandezza in senso
antero - posteriore dei canini e dei premolari non ancora erotti. Esso quindi
facilita e, in un certo qual modo semplifica, la terapia ortodontica in fase
intercettiva.
BIBLIOGRAFIA: F. Marci - A. Monaco - C. Chimienti, Prevenzione delle
disarmonie occlusali, Il Dentista Moderno, UTET Periodici, Anno 1996,
N. 5.
(Molla di controllo del torque anteriore di) BASS Nel sistema ortopedico
funzionale del Dr. Bass, la T. C. A. (Tourque Control Auxiliares)
sostituisce il tradizionale arco vestibolare superiore. Il suo scopo quello
di:
- prevenire linclinazione linguale degli incisivi superiori provocata dalla
forza ortopedica distalizzante;
- stabilizzare ulteriormente la placca in senso anti - orario, andando ad
opporsi alla trazione extra - orale alta che causa dello scalzamento
dello splint.
Realizzazione
Per la sua costruzione, necessario innanzitutto scaricare con della cera la
zona palatale degli incisivi superiori lasciando libero 1 mm. del margine
incisale.
Successivamente, utilizzando un filo con diametro di 0,6 mm.:
- si segue la sagoma vestibolare degli incisivi centrali (al di sopra del
picco della giuntura gengivale);
- si costruiscono due occhielli allaltezza del triangolo interdentale;
- infine, facendo passare il filo al di sopra della rima incisale nella zona
palatale, si realizzano le ritenzioni.
(Pinza a tre) BECCHI Si tratta di una pinza molto usata in ortodonzia per
la modellazione di archi e ganci di ritenzione.
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BIBLIOGRAFIA: L. Pierantonelli - G. Cardinaletti - O. Olivi - E.
Sassarelli, Evoluzione in terapia con apparecchi funzionali: lapparecchio
bimascellare elastico (Bimaflex) di Pierantonelli, Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone N. 57.
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BIONATOR Il Bionator, ideato da Balters, forse lapparecchio
funzionale che riscuote pi apprezzamenti poich, rispetto ad altri, di
minimo ingombro per il paziente, di facile gestione per il professionista e di
grande efficacia per il riordino della dinamica linguale. Tre sono le
configurazioni principali ideate dal Dr. Balters:
- Bionator 1 o tipo, mirato alla correzione delle 2 Classi scheletriche;
- Bionator 2 o schermato, indicato nei casi di deglutizione scorretta;
- Bionator 3 o inverso, applicato in presenza di 3 Classi scheletriche.
Fondamentalmente lapparecchio composto da:
- un arco palatale o ansa linguale;
- un arco vestibolare o ansa buccinatoria;
- un corpo in resina a ferro di cavallo, comprendente i tavolati occlusali e
la superficie linguale.
BIBLIOGRAFIA: 1) W. Balters, Il Bionator ed i suoi elementi, Milano,
Ed.Pro-stomatologica, Anno 1967.
2) B. Scheffler, Considerazioni sulla configurazione funzionale del
Bionator secondo Balters; La Quintessenza Odontotecnica; Ed. Resch,
Anno 1991, N. 2.
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BIBLIOGRAFIA: F.V.Tenti, Guida alla scelta ragionata degli apparecchi
ortodontici fissi e rimovibili, Ed. Microlito, Recco (Ge).
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anteriore del palato proprio per permettere alla lingua di adagiarsi
correttamente sullo spot.
BIBLIOGRAFIA: M. Pardini, I dispositivi di riposturazione linguale,
Ortodonzia Tecnica (Rivista Or. Tec.), Anno 1995, N. 2.
2) P. Ponti-C. Buraglio, LELN del dottor Bonnet: caratteristiche e
modalit di costruzione, Ortodonzia Tecnica (Rivista OrTec), N. 3, Anno
2000.
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BRACCI di Forza Ausiliari che applicati ai brackets permettono
lapplicazione degli elastici.
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(Sindrome di) BRODIE Patologia a carico del mascellare superiore che si
presenta molto sviluppato trasversalmente rispetto alla mandibola spesso
contratta.
BIBLIOGRAFIA: L. Moser - U. Moser, La sindrome di Brodie: diagnosi,
terapia e presentazione di un caso clinico, Mondo Ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1990, N. 6.
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BIBLIOGRAFIA: M. Melegari - M. Bonanini, Le protesi maxillo - facciali:
gli apparecchi mobilizzatori. 1 Parte, Ortodonzia Tecnica (Rivista Or
Tec), Anno 1995, N. 2.
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(Placca di) CAROL Murillo Apparecchio superiore rimovibile con ganci
di Adams e molle utili per lespansione trasversale dellarcata superiore.
BIBLIOGRAFIA: F. Francolini, Lemacchinette, Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone, N. 46.
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Altre differenze sono riscontrabili nei sistemi ritentivi che, inesistenti nella
placca per infante, (molto simile alla base di una protesi mobile totale) sono
inseriti appena erompono i decidui.
BIBLIOGRAFIA: P. Bracco - C. De Bernardi M. L. Mossino, La placca
di Castillo Morales, Manuale operativo di fisiopatologia della
deglutizione, Ed. Omega, Anno 1990.
CAVITA Orale La bocca (la c.d. cavit orale) una cavit ovaloide di
grandezza variabile che si affaccia allesterno grazie alla rima labiale
(orifizio orale).
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(Placca di) CETLIN Apparecchio rimovibile superiore che, in
combinazione alla trazione extra - orale, permette la distalizzazione dei
molari superiori. Essa costituita da:
- due ganci di Adams, confezionati sui 14 - 24;
- uno scudo anteriore, avente unanima in filo rettangolare 0,22 x 0,28,
che interessa le superfici vestibolari degli incisivi superiori;
- il rialzo anteriore utile per evitare blocchi occlusali;
- le due molle ad occhiello con funzione distalizzante.
Queste ultime sono parti fondamentali del dispositivo, ragion per cui vanno
realizzate scrupolosamente seguendo le indicazioni del Professor Norman
Cetlin:
- per la costruzione si deve utilizzare un filo tondo 0,28 mm.;
- gli occhielli o elici devono avere un diametro di 5 mm. e
necessariamente vanno posizionate distalmente rispetto al centro dei
molari da distalizzare;
- le porzioni terminali di tali molle, infine, devono essere poste
mesialmente ai molari ed il pi vicino possibile alla gengiva.
BIBLIOGRAFIA: 1) N. M. Cetlin, Terapia non estrattiva, Ed. Orteam,
Milano, Anno 1994.
2) R. Spena, Cetlin: punti chiave della filosofia e della tecnica, Schede di
aggiornamento S.I.D.O., 1994-1995.
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CLASSE 1 di Angle Posizione relativa delle arcate dentali in senso
mesio-distale. Secondo il Dr. Angle i rapporti antero - posteriori delle
arcate dentali superiore ed inferiore sono normali.
Gli incisivi superiori sono in una posizione avanzata rispetto a quelli
inferiori, lover jet e lover bite sono pari a circa 2 mm.; gli incisivi
inferiori di conseguenza si trovano immediatamente al di sotto del cingolo
platea degli incisivi superiori; i canini superiori occludono tra i canini
inferiori ed i primi premolari inferiori; la cuspide vestibolo - mesiale del
primo molare superiore in contatto con il solco intercuspidale del primo
molare inferiore (ipotizzando che non ci siano stati slittamenti di singoli
denti).
BIBLIOGRAFIA: E.H. Angle, Classification of malocclusion, Dental
Cadmos, N.41, Pag. 248-264 /350-357, Anno 1899.
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(Pseudo) CLASSE 3 Tale malocclusione sottintende una falsa 3 Classe
dovuta non ad una discrepanza scheletrica, ma ad un contatto dentale
deflettente, che costringe la mandibola in una posizione avanzata, in
chiusura abituale.
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pu essere superato realizzando il clear - aligner in resina acetalica o in
lega per scheletrati.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno 1994.
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COLOMBIANI (Autore storico) E stato uno dei primi Autori di testi in
ambito odontoiatrico con il libro Il tutto ristretto in poco, risalente al
1724.
CONSONANTI
- LINGUO - PALATALI: L. N. T. D., con appoggio anteriore;
- LINGUO - PALATALI: J. CI. GI., con appoggio laterale;
- LINGUO - VELARI: K. GH. CH., con appoggio tra porzione posteriore
della lingua e palato molle.;
- BI - LABIALI : B. P. M., con appoggio sul labbro inferiore.
(Apparecchio di) CONTE Dispositivo extra - orale ideato dal dottor Conte
per la correzione ortodontica di malocclusioni di III Classi.
BIBLIOGRAFIA: A. Conte - A. Carano - E. Simone - G. Siciliani, Un
nuovo sistema per la protrusione mascellare, Ortognatodonzia Italiana
(Rivista SIDO), Anno 2000, N. 3.
(Pinza di) COON Strumento utilizzato per applicare il filo di legatura tra
lattacco e larco.
COPPIA di Forza Essa costituita da due forze che, applicate in due punti
diversi e con direzioni opposte, riescono a far compiere al dente un
movimento corporeo.
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(Gancio) CRAMPONE E uno degli elementi ritentivi a braccio singolo
pi efficace. La sua conformazione, infatti, garantisce sia la ritenzione che
lappoggio grazie alla particolare sagoma del supporto (il cosidetto
crampone). Si realizza con un filo da 0,7 mm. modellato tra i denti a forma
di lancia rovesciata.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Bologna, Ed. Martina,
Anno 1994.
CROSS - Bite Inversione dei corretti rapporti occlusali tra i denti delle due
arcate.
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(Arco universale) DAL PONT Apparecchio multi - bande composto da
dodici bande fornite di un attacco verticale posizionato vestibolarmente. A
questi ultimi solidarizzato larco universale formato appunto da dodici
anse.
BIBLIOGRAFIA: U. Zompetti, Larco universale Dal Pont, Ortodonzia
tecnica (Rivista Or Tec), Dicembre 1996, N.4.
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(Maschera di) DELAIRE Sistema extra-orale ideato dal Prof. Delaire per
correggere discrepanze scheletriche di III Classe.
BIBLIOGRAFIA: A. Castaldo, Maschera di Delaire: ortodonzia e
ortopedia, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1995, N. 5.
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- i canini a dieci anni;
- i secondi premolari a undici anni;
- ed infine, i secondi molari a dodici anni.
Il terzo ed ultimo periodo si riferisce alleruzione dei cosiddetti denti del
giudizio o terzi molari la cui comparsa, molto variabile e non sicura, pu
avvenire dal ventesimo anno in poi.
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b) Tipo 2, gli incisivi inferiori occludono lingualmente rispetto agli incisivi
superiori e larcata superiore normale;
c) Tipo 3, gli incisivi superiori ed inferiori sono in una posizione invertita,
i primi sono affollati, mentre gli ultimi si presentano allineati.
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(Dispositivo per) DISCINESIE Dispositivo bi-mascellare realizzato con
materiale termoplastico e completo di scudi laterali utili per correggere
atteggiamenti viziati.
BIBLIOGRAFIA: A. Licantro, Dispositivi per mioartropatie, Rivista
Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, N. 4, Anno 1994.
DISTAL Jet Ideato dal dott. Carano e dallod. Testa, il Distal Jet un
distalizzatore per molari superiori in grado di determinare un movimento
corporeo degli stessi. I componenti peculiari del Distal Jet sono le due
cannule di 0,9 mm. di diametro interno inserite nel bottone di Nance,
ancorato ai primi o ai secondi premolari. Nelle cannule sono inseriti due fili
ancorati alle bande posizionate sui molari. Sui tubi, una volta terminato il
dispositivo, saranno inseriti una molla di nichel - titanio ed un nottolino con
vite. La forza distalizzante si ottiene attraverso la massima compressione
della molla con il fermo garantito dal nottolino.
BIBLIOGRAFIA: A. Carano - M. Testa, Applicazioni cliniche del Distal
Jet, Catalogo Micerium, Anno 1999.
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DISTALIZZAZIONE Spostamento di uno o pi denti verso la parte
posteriore della bocca, lontano quindi dalla linea mediana.
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BIBLIOGRAFIA: U. Belassi, D. M. B. distalizzatore molare Belassi,
Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 57.
DONAT Molla prefabbricata a spire aperte con diametro interno pari a 1,5
mm. Essa, inserita nei lip - bumper o negli archi per trazione extra orale,
permette la distalizzazione degli elementi ancorati alle bande.
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(Molla) DRITTA Segmento di filo alla cui estremit aggiunta una goccia
di saldame. La sua funzione quella di guidare il dente in una posizione
pi vestibolare.
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(Gancio di) DUYZING Ideato da Duyzing questo gancio sfrutta le
superfici ritentive localizzate sulla parete vestibolare del pilastro. Esso
costituito da due fili di 0,7 mm. modellati ciascuno a forma di U coricate,
le cui parti superiori sono posizionate al di sopra dellequatore del dente e
quelle inferiori al di sotto allo scopo di garantire una certa stabilit alla
placca.
BIBLIOGRAFIA: 1) J.A. Duyzing, Orthodontische Apparatur, Utrecht, L.E.
Bosch, 1954.
2) Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna, Anno 1994.
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(Placca con) ELASTICO Vestibolare Cos come la placca con arco
rettrattore di Roberts anche questo dispositivo risulta efficace in presenza
di un leggero tourque vestibolare degli incisivi. Essa costituita da due
ganci di Adams realizzati sui 16 - 26 e da due uncini posizionati
vestibolarmente tra i premolari, ai quali viene applicato lelastico in
tensione del tipo 3/8 o 5/8. Il grosso svantaggio di questo apparecchio di
rifinitura la facilit con cui lelastico tende a scivolare sulla superficie dei
denti, andando cos a danneggiare la mucosa gengivale. Per eliminare
questo inconveniente possibile inserire nellacrilico, tra gli incisivi, due
fermi in metallo s da bloccare lelastico.
BIBLIOGRAFIA: W.J.B. Houston, Sinossi di Ortodonzia di Walther, Edi -
Ermes, Milano, Anno 1988.
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BIBLIOGRAFIA: J. Duran Von Arx, Elastodonzia: varianti dei
posizionatori elastici: classificazione e uso clinico, Mondo Ortodontico,
Ed. Masson, Anno 1990, N. 6.
(Slitta divergente di) ELEN Accessorio che, abbinato alla trazione extra-
orale, permette la vestibolarizzazione degli incisivi inferiori.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
1985.
ELEVATORE del Velo Palatino Fa parte dei muscoli del palato molle;
esso permette lelevazione del palato.
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(Arco di) ESPANSIONE Si tratta di un arco continuo.
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BIBLIOGRAFIA: A. Samuels - V. Cacciafesta, Luso clinico della trazione
extraorale ortodontica, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno
1999, N. 3.
FACCIA Porzione della testa che va dalla radice del naso alla zona
inferiore del mento.
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BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
1985.
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FERULA Particolare apparecchio utilizzato in fase di contenzione. Si
caratterizza per lestensione che interessa solo le corone dentali.
BIBLIOGRAFIA: B.G.N. Smith, Ferule definitive, Rivista Italiana degli
Odontotecnici, Dental Press, Anno 1992, N. 1.
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FORZA Singola Tipo di forza che, applicata ai denti, produce un
movimento dinclinazione.
(Placca di) GINEVRA Apparecchio superiore indicato per le classi II, con
ganci di Adams sui secondi premolari, arco vestibolare semplice, piani
rialzati laterali, vite di espansione e tubi per attivatore utili per
lapplicazione della trazione extra - orale.
BIBLIOGRAFIA: 1) J. P. Joho - F. De Kalbermatten, Placca di Ginevra
con trazione extra - orale, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone,
N. 59.
2) N. Salento - R. Grassi, Gli attivatori con trazione extra - orale delle
scuole svizzere, Ortognatodonzia Italiana (Rivista SIDO), Anno 1995, N.
5.
66
GRABER Si tratta di un lip - bumper.
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GUARDIA Orale Dispositivo mobile interessante entrambe le arcate ed
esteso, sia lingualmente che vestibolarmente, oltre il colletto dei denti. Tale
apparecchio realizzato in materiale termoplastico ed il suo scopo quello
di preservare il complesso dento - alveolare durante lattivit fisica.
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stomatognatico: lassimilazione del cibo e la riduzione della fuoriuscita
della saliva. Per ottenere tali risultati lattivatore composto da:
- quattro scudi (due per arcata) posti vestibolarmente in zona anteriore,
utili per garantire una buona sensibilit della zona periorale ed il
ripristino della chiusura della rima orale;
- un corpo linguale a forma di coda, al quale si possono aggiungere vari
accessori che, stimolando la lingua e la zona orale, hanno il compito di
ripristinare il riflesso deglutitorio e la coordinazione dei vari elementi
interessati.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - A. Levrini - L.
Levrini, Stimolatori orali: una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed.
Masson, Anno 1994, N. 2.
(Arco linguale di) HELLIS Arco linguale con un omega centrale realizzato
in oro con capsule prestampate.
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BIBLIOGRAFIA: M. Ruzza, Attivatore di Herren, Ortodonzia Tecnica
(Rivista Or Tec), Anno 1996, N. 4.
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quello di risolvere eventuali problemi ortodontici e/o funzionali ortopedici
sin dalla loro comparsa in et evolutiva.
BIBLIOGRAFIA: F. Fiorile, Trattamento intercettivo, Ortodonzia Italiana
(Rivista SIDO), Anno 2000, N. 2.
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IOGLOSSO E un muscolo che fa parte della lingua. Esso la deprime e
concorre al suo arretramento.
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(Contrazione muscolare) ISOMETRICA Il muscolo si contrae senza
apprezzabile diminuzione di lunghezza, mentre la sua tensione aumenta.
(Placca di) JENSEN Placca superiore con rialzo anteriore che non prevede
ganci di ritenzione. Anteriormente, sulla superficie vestibolare degli
incisivi superiori, presente un arco vestibolare realizzato con un filo di
spessore di 0,4 x 0,5 mm.
BIBLIOGRAFIA: C. Raiman, Speciali apparecchi di ritenzione amovibili,
La Quintessenza Odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1989, N. 12.
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JET Family Sistematica comprendente una serie di dispositivi ideati
dellodontotecnico Mauro Testa e dal dottor Aldo Carano. La loro
peculiarit rappresentata dal sistema telescopico, fulcro di tutti gli
apparecchi, che opportunamente assemblato permette la risoluzione di
diverse disgnazie.
BIBLIOGRAFIA: A. Carano - M. Testa, Catalogo Jet Family, Micerium.
(Mini) JIG Dispositivo in materiale elastico ideato dal Prof. Korn per
intrudere i settori dentali anteriori.
BIBLIOGRAFIA: M. Korn - J.P. Massol - E. Serfaty, Lorthodontie
posturale, Rev. Orthopo. Dentofac., Anno 1995, n. 29.
(Indice di) KORKHAUS Tale Autore ritiene che il rapporto tra la somma
dei diametri mesio-distali dei quattro incisivi superiori e la profondit della
porzione anteriore dellarcata superiore sia fondamentale per pianificare la
vestibolarizzazione o la lingualizzazione del gruppo frontale.
(Apparecchio di) KRAUS Schermo anti - lingua, utilizzato per evitare che
la lingua si interponga tra le arcate, durante la deglutizione.
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LABBRO Leporino Vedere LABIO Schisi.
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LINGUA Geografica Vedere (Lingua) GEOGRAFICA.
(Tecnica) LINGUALE Ideata da Fujita a met degli anni 70, tale tecnica
prevede lapplicazione dei bracketts sulle superfici linguali, e non
vestibolari, dei denti. Questa metodica che rende possibile un alto grado di
mimetizzazione dellapparecchiatura ortodontica con relativi pregi estetici
e difetti riscontrabili, soprattutto nella biomeccanica pi complicata, nella
fonesi un po alterata e nella formazione di lesioni alla mucosa orale.
BIBLIOGRAFIA: 1) M. Grazioso, Attacchi linguali: metodo diretto, Schede
di aggiornamento SIDO, 1994-1995.
2) G. Siciliani, Ortodonzia Linguale, Ed. Masson, Milano, Anno 1992.
LIP - Bumper I lip - bumper devono essere considerati dei veri e propri
apparecchi funzionali. La loro applicazione, sempre pi diffusa, indicata
in presenza di una pressione notevole delle labbra verso il complesso dento
- alveolare. Essi sono realizzati con un filo in acciaio completo di anse e
stop o fornito di olive in resina poste anteriormente a livello buccale. I lip -
bumper possono essere solidarizzati a due bande cementate sui molari o,
pi raramente, inseriti a splint rimovibili in resina. Il loro grosso vantaggio
rappresentato dalla estrema versatilit di applicazione. E infatti possibile
utilizzarli in abbinamento con quasi tutti i presidi correttivi: dai brackets
agli archi saldati, dai dispositivi mobili meccanici a quelli funzionali.
BIBLIOGRAFIA:1) F. Contento - R. Palla - P. Tonini - D. Zanini, Il lip -
bumper in ortodonzia: caratteristiche e indicazioni, Rassegna
Odontotecnica, N. 33.
2) A. Petrera-V. Becherucci-G. Galluccio- G. Fratto, Lip bumper inferiore.
Valutazione qualitativa e quantitativa degli effetti ortodontici, Mondo
Ortodontico, Ed. Masson, N. 5, Anno 2000.
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LIP - Bumper di III Classe Si tratta di un particolare lip-bumper che,
solidarizzato allarcata inferiore, si sviluppa sul mascellare superiore.
Particolarmente interessante la configurazione ideata dallodontotecnico
Mariano Zocche che, attraverso un sistema telescopico fornito di molle,
riuscito ad ovviare ai problemi caratterizzanti tale presidio terapeutico.
BIBLIOGRAFIA: M. Zocche, Lip - bumper di terza Classe, Bollettino di
Informazioni Ortodontiche Leone, N. 46.
(Gancio di) LUCCHESE Questo gancio nasce da una modifica del gancio
di Adams per sfruttare al meglio i sottosquadri dei diatorici. LAutore ha
aggiunto vestibolarmente, grazie allapplicazione di un uncino, unisoletta
in resina che abbraccia i denti al di sotto dellequatore, garantendo cos al
dispositivo unottima ritenzione e una conseguente stabilit.
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MACRODONZIA Termine indicante uno o pi denti aventi un diametro
mesio-distale molto pi grande rispetto alla norma.
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BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso,
Anno 1985.
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MELADONZIA Infantile Patologia a carico dei denti da latte che si
manifesta con la comparsa di macchie oscure sulle corone dei decidui
anteriori.
MESIAL Jet Dispositivo fisso facente parte della Family Jet. La sua
applicazione, indicata per la chiusura di spazi, permette la mesializzazione
corporea del dente. Per quel che concerne la componentistica, essa
identica a quella del Distal Jet: lunica differenza, logicamente
rappresentata nellassemblaggio dei vari elementi.
BIBLIOGRAFIA: A. Carano - M. Testa, Catalogo Jet Family, Micerium.
(Arco di) MILLS Questo particolare arco costruito con un filo di 0,7 mm.
ed utilizzato per completare la linguo - inclinazione degli incisivi
superiori a fine terapia ortodontica. Per aumentarne la flessibilit,
91
opportuno sagomare le anse lontano dai tessuti molli, estendendosi con il
filo fino ai premolari. Durante lattivazione, inoltre, lortodontista deve
operare accuratamente bilanciando equamente le pieghe dellarco.
BIBLIOGRAFIA: W.J.B. Houston, Sinossi di ortodonzia di Walther,
Edi.Ermes, Milano, Anno 1988.
93
MOA Labiale Attivatore Labiale a media Apertura.
BIBILOGRAFIA: H. S. Orton, Gli apparecchi funzionali in terapia
ortodontica. Indicazioni cliniche e tecniche di costruzione, Scienza e
Tecnica Dentistica, Ed. Internazionali, Milano, Anno 1995.
94
eseguire tra laltro due tra le pi importanti operazioni tecniche e
diagnostiche:
- realizzazione di qualsiasi presidio riabilitativo e correttivo;
- esame visivo tridimensionale delle arcate dentali nella loro interezza,
con il vantaggio di poter analizzare dettagliatamente anche le zone
propriamente dette (superficie interna delle arcate alveolo gengivo -
dentarie, palato duro e pavimento duro e pavimento della lingua),
indagine questa assai difficoltosa e laboriosa se compiuta direttamente
nel cavo orale del paziente.
MATERIALI
Uno tra i primi materiali utilizzati per realizzare i modelli in odontotecnica
fu lo zolfo. Esso permetteva alloperatore, dopo opportuno riscaldamento in
un appropriato crogiuolo e successiva colatura (allinizio della fase di
cristalizzazione) nellapposita impronta, di ottenere ad indurimento
avvenuto un calco che in qualche modo riproduceva larcata interessata.
Oggigiorno, invece, grazie allo sviluppo merceologico, esistono prodotti
allavanguardia, come:
- i gessi resinosi extra-duri tipo IV A.D.A., addizionati con speciali resine
atte a migliorare la durezza ed a esaltarne lelasticit durante la
lavorazione;
- resine epossidiche;
- poliuretani che, scevri da impurit e dotati di minima espansione e
distorsione, massima stabilit ed elevata resistenza (anche nei bordi e
nelle preparazioni pi sottili), risultano molto affidabili e capaci di
ricopiare con una eccellente precisione la parte anatomica impressa
nellimpronta. Essi sono usati per lavori estremamente complicati, ove
indispensabile una rigorosit esecutiva esasperata:
- modelli per protesi su impianti;
- accurati margini per protesi in ceramica;
- riproduzioni di monconi e modelli per ponti estesi in protesi fissa;
- applicazioni di intarsi in ceramica;
- realizzazione di compositi per inlays ed onlays.
I modelli in ortodonzia
Dallo strumento diagnostico al dispositivo riabilitativo fisso o mobile, i
gessi comunemente impiegati per il confezionamento dei modelli in
ortodonzia sono quelli del tipo III e IV preferibilmente di colore bianco.
Essi a loro volta, in base alla loro funzione, vengono classificati in:
- modelli di lavoro;
- modelli diagnostici o di studio (i cosidetti musei).
Entrambi sono confezionati con la metodica universale o dellammasso,
rispettando le modalit conosciute (rapporto acqua polvere, miscelazione
sottovuoto, utilizzo del vibratore).
I modelli di lavoro
95
Essi, cos come si evince dal nome, hanno come unica finalit quella di
permettere allodontotecnico di costruire il presidio clinico richiesto
dallodontoiatra. Le lavorazioni tecniche ortodontiche abbracciano due
settori ben distinti: gli apparecchi rimovibili ed i dispositivi fissi. Se per il
primo inutile dilungarsi poich non vi alcuna discordanza rispetto alla
metodica succitata, per il secondo invece necessario un approfondimento
poich sussistono sostanziali differenze.
I modelli di lavoro in ortodonzia fissa
La particolarit caratterizzante tali modelli risiede nella presenza delle
bande, necessarie sia per la costruzione del dispositivo fisso che per la
successiva cementazione nel cavo orale del paziente. La sistemazione delle
bande sul modello pu essere eseguita con la tecnica diretta o con quella
indiretta in base alla metodica utilizzata dallo specialista.
Tecnica diretta
Essa prevede una fase clinica ed una tecnica:
- come prima cosa lortodontista deve adattare ai denti scelti le opportune
bande;
- in seguito dopo aver rilevato limpronta con le bande in sito, deve
rimuoverle e consegnare il tutto al tecnico. In laboratorio, dopo aver
pulito ed asciugato lalginato, si dovranno posizionare accuratamente le
bande nei rispettivi alloggi. Successivamente, dopo averle ricoperte con
un leggero strato di cera, viene colato il gesso nellimpronta cos
attrezzata. Infine dopo la rimozione del modello, lintera operazione si
conclude con la squadratura.
Tecnica indiretta
A differenza della tecnica diretta, tale metodica viene sviluppata
esclusivamente in laboratorio, poich la ricerca ed il successivo
adattamento delle bande vengono eseguite direttamente sul calco
riproducente larcata del paziente. Se ci comporta un notevole risparmio
di tempo per lo specialista e minori fastidi per il paziente, per
lodontotecnico al contrario aumentano sia le responsabilit che il tempo
lavorativo. La fase clinica inerente consiste nella presa delle impronte,
nella scelta dei denti pilastro e nella prescrizione del dispositivo.
Lodontotecnico, che deve possedere una buona conoscenza dellanatomia
dentale nella sua interezza (corona, colletto, processo radicolare), dopo
aver sviluppato limpronta e squadrato il modello provveder a scalzare gli
elementi in gesso per ladattamento delle bande. E questa la fase pi
delicata, da essa infatti dipende il buon esito dellintero lavoro. A tal
riguardo necessario asportare, al di sotto del colletto (sia vestibolarmente
che buccalmente), 5 mm. di gesso riproducente la gengiva; per far ci con
un seghetto si eseguono due tagli, luno mesiale e laltro distale ai denti.
Successivamente con una fresa conica a taglio fine in modo da non scalfire
il gesso si asporta la gengiva aderente seguendo i tagli effettuati
96
precedentemente, fino a riprodurre il profilo radicolare. In seguito, dopo
aver eliminato gli angoli di gesso formatisi con il taglio del seghetto e con
lazione della fresa, si proceder alla ricerca delle bande, fino a scegliere
quelle pi adatte. Per definirsi tale, queste ultime devono possedere alcuni
requisiti essenziali, quali:
- la perfetta aderenza con gli elementi preparati;
- la totale assenza di deformazioni strutturali.
I modelli diagnostici o da museo
I modelli da museo rappresentano in ortodonzia un fondamentale strumento
clinico; essi espletano, infatti, due compiti essenziali:
- nellimpostazione diagnostica, completano con lesame fotografico,
radiografico, clinico ed anamnesico un serio check - up ortodontico;
- nel prosieguo della terapia diventano sia per lortodontista che per il
paziente un formidabile parametro di valutazione.
Grazie ad essi infatti, possibile effettuare in momenti diversi tutta una
serie di valutazioni atte a risolvere la malocclusione:
- Classe di Angle;
- Indice di Bolton;
- Over jet ed Over bite;
- Curve di Von Spee e Wilson;
- Denti mancanti per agenesie ed avulsioni;
- Soprannumerari;
- Elementi irrecuperabili;
- Ectopie;
- Disodontiasi;
- Rotazioni ed inclinazioni;
- Morsi crociati e deviazione della linea mediana.
Il tecnico di rimando, per soddisfare al meglio tali richieste, deve
confezionarli con la massima precisione tenendo ben presenti determinate
caratteristiche:
- le indicazioni dellAutore;
- il gesso duro bianco, colore per antonomasia in ortodonzia;
- locclusione identica a quella del paziente (essa deve essere riscontrata
senza alcun basculamento, allorquando i modelli vengono posizionati
sulle loro basi posteriori);
- la fedelt nella riproduzione di ogni dettaglio anatomico (dalle corone
alla gengiva aderente, dai fornici vestibolari al rafe mediano, dai frenuli
alle pliche palatali).
Classificazione
I modelli diagnostici si dividono essenzialmente in due gruppi. Il primo
comprende quei musei costituiti da un unico blocco di gesso; essi sono
realizzati con laiuto della squadramodelli o con lausilio di zoccolatori.
Sono da considerare molto precisi perch riproducono fedelmente oltre ai
97
tavolati occlusali, tutte quelle zone anatomiche interessanti dal punto di
vista diagnostico. I modelli da museo appartenenti al secondo gruppo,
invece, sono di facile costruzione, poich vengono assemblati in preformati
di plastica. Questi ultimi risultano meno precisi dei precedenti, pi
artificiali e quindi meno affidabili.
BIBLIOGRAFIA:1) G. Consolmagno, I modelli da museo in
ortognatodonzia, Ed. Ellebi, Anno 1983, N. 5 bis.
2) Manuale di Tecnica ortodontica, Bologna, Ed. Martina, Anno 1994.
3) E. Viora, I modelli gnatostatici in ortodonzia, Ed. Minerva
Stomatognatica, 1983.
99
MORDEX Apertus Esterno Severo morso aperto contraddistinto da
notevole crescita scheletrica verticale della zona inferiore del complesso
facciale e, nei casi pi gravi, dalla mancanza di contatto occlusale degli
incisivi, canini e premolari delle due arcate.
BIBLIOGRAFIA: E. Muzj, Indirizzo antropometrico nella determinazione
dellanatomia dentale nel profilo facciale europide, Bologna, Ed. Martina,
Anno 1993.
100
MORSO Aperto Beanza sussistente tra le due arcate dentarie per il
mancato contatto occlusale di uno o pi denti.
BIBLIOGRAFIA: G. Di Donna - P. Balercia - F. Aquilano, Eziopatogenesi
dellopen - bite. Abitudini viziate e disfunzioni, Dental Cadmos, Anno
1999, N. 15.
(Pinza di) MOSQUITO Pinza utilizzata per applicare il filo per legatura
tra lattacco e larco.
(Pinza di) NANCE Pinza utilizzata per realizzare anse chiuse di diverse
grandezze.
102
abbastanza alta (allincirca 4-6 mm.) rilevata con la mandibola in posizione
avanzata.
BIBLIOGRAFIA: D. Caprifoglio - M. Gandolfini - M. Fedi - L. Levrini,
Stimolatori orali: Una rassegna critica, Mondo Ortodontico, Ed. Masson,
Anno 1994, N.2.
103
NITE - Guide Dispositivo preformato in materiale elastico bi - mascellare,
utilizzato in ortodontia preventiva. Secondo lAutore, il Nite - Guide deve
essere applicato in pazienti con et compresa tra i 5 e i 7 anni.
BIBLIOGRAFIA: A. Polimeri - L. Ottolenghi - G. Ierardo - L. Manzon,
Aspetti clinici e terapeutici della deglutizione atipica, Dental Cadmos,
Anno 1999, N. 17.
NUMERAZIONE internazionale
- semi arcata destra superiore: 11 12 13 14 15 16 17 18
- semi arcata sinistra superiore: 21 22 23 24 25 26 27 28
- semi arcata destra inferiore: 41 42 43 44 45 46 47 48
- semi arcata sinistra inferiore: 31 32 33 34 35 36 37 38
105
OPEN - Attivator Dispositivo di scuola olandese ad azione funzionale,
costituito da:
- ansa palatale, tipo Coffin;
- archi vestibolari semplici, superiore ed inferiore;
- archi, palatale e linguale, modellati sulle superfici interne degli elementi
anteriori;
- ed infine, dal corpo in resina che interessa solo le zone posteriori di
entrambi i mascellari (da canino a molare).
BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del nord Europa: alcuni
apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press,
Anno 1991, N. 3.
106
O.P.T. Acronimo di Ortopantomografia. Si tratta di una stratigrafia delle
arcate dentali e delle strutture ad esse connesse.
BIBLIOGRAFIA: S. Oddini Carboni - M. Ronchin - S. Dess, La radiologia
in ortognatodonzia Dossier Parte IV, Mondo Ortodontico Ed. Masson,
Anno 1991, N.6.
108
OTTURATORE Presidio clinico applicato in pazienti affetti da
palatoschisi.
BIBLIOGRAFIA: I. Santiago, Trattamento ortopedico-ortodontico delle
palatoschisi, Bollettino di Informazioni Ortodontiche Leone, N. 60.
OVER Bite Analizza la distanza tra i margini incisali dei centrali superiori
ed inferiori sul piano sagittale in senso verticale.Valore medio = +/- 2 mm.
OVER Jet Analizza la distanza tra i margini incisali dei centrali superiori
ed inferiori sul piano sagittale in senso antero - posteriore. Valore medio =
+/- 2 mm.
109
(Arco) PALATINO Solitamente utilizzato come ancoraggio, Questo arco
realizzato con un filo da 0,9 mm. - 1 mm. modellato nella regione palatina
dellarcata dentale superiore.
110
PARODONTITE Patologia infiammatoria a carico del tessuto connettivo
che abbraccia la radice dei denti (Parodonto).
(Placca) PIANA SI tratta di una placca superiore con rialzi totali lisci
utilizzata in soggetti con patologie a carico dellarticolazione temporo-
madibolare di natura muscolare.
BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali
nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di
Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996.
114
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Ed. Grasso, Bologna,
1985.
115
costruito rispettando alcuni parametri, che sono peraltro modificabili in
funzione del fine terapeutico perseguito.
ESTENSIONE
- fino ai colletti (Ridotto)
- 2-3 mm. oltre i colletti (Normale)
- 6-8 mm. oltre i colletti (Esteso)
SPESSORE
- 2 mm. (Sottile)
- 3 mm. (Normale)
- 4-5 mm. (Spesso)
DUREZZA
- 50 - 60 Shore A, (Soft) indicato in tutti quei casi dove sono richieste
correzioni molto estese;
- 65 - 70 Shore A, (Medio) consigliabile per la realizzazione di
posizionatori gnatologici con un ottimo grado di elasticit;
- 75 - 80 Shore A, (Hard) ideale per posizionatori di contenzione e dove
sia richiesto un minimo ingombro dentale, per bruxisti o come
paradenti.
E importante ed opportuno precisare che lefficacia del dispositivo
strettamente legata ad alcuni fattori, quali:
- lanatomia dentale;
- il tipo e la qualit della cura ortodontica effettuata dallo specialista;
- la perfetta esecuzione del set - up da parte del tecnico;
- le caratteristiche del materiale impiegato per la costruzione del
posizionatore.
BIBLIOGRAFIA: G. Mayerhofer, Realizzazione di un posizionatore
gnatologico, Quintessenza odontotecnica, Ed. Resch, Anno 1993, N. 7 8.
116
POSIZIONATORI Occlusali Vedere POSIZIONATORE e (Placche
per) BRUXISTI.
118
BIBLIOGRAFIA: W. Andreini, Protezione dento mascellare, Materiali e
metodi, Sillabo G.B.M. Italia.
120
RAFE Mediano Il rafe mediano ricopre la sutura palatina. Esso partendo
dalle papilla retroincisiva termina ai margini del palato duro.
(Vite) RAGNO Dispositivo fisso ideato dai dottori Schellino e Modica che
permette la diastasi asimmetrica del mascellare superiore.
BIBLIOGRAFIA: L. Levrini V. Filippi A. Tagliabue A. Macchi,
Meccanismo dazione della vite Ragno, Bollettino di Informazioni
Ortodontiche Leone, N.62.
121
RELAZIONE Centrica Si riferisce alla relazione esistente tra il cranio e
mandibola. Tale rapporto, riguardante in effetti la posizione dei condili
nelle cavit glenoidee, non tiene in alcuna considerazione gli elementi
dentari.
123
RETAINER Vedere (Apparecchio di) CONTENZIONE.
124
BIBLIOGRAFIA: A. Silvestri - A.M. Della Grotta - M. Iaquaniello - C.
Azzuni, Pseudo III Classi: diagnosi e programmazione terapeutica, Mondo
Ortodontico Ed. Masson, Anno 1991, N. 1.
125
RIALZO Anteriore La funzione principale del rialzo anteriore quella di
modificare la posizione della mandibola. Altri effetti scaturenti dalla sua
applicazione possono essere:
- il rialzo della dimensione verticale, in seguito allestrusione dei settori
dentali latero - posteriori;
- il rilassamento della muscolatura masticatoria;
- ed infine, secondo alcuni Autori, lintrusione degli incisivi inferiori.
Tecnicamente il piano rialzato anteriore realizzato seguendo questi
parametri:
- deve interessare solo le superfici incisali degli incisivi inferiori;
- deve avere una conformazione a mezza luna e parallela al piano
masticatorio;
- non deve ostacolare pi del dovuto la mobilit linguale.
BIBLIOGRAFIA: N. Pantaleoni, Ortodontotecnica, Bologna, Ed. Grasso.
Anno 1985.
127
che, opportunamente confezionato, permette la risoluzione dalla
malocclusione.
BIBLIOGRAFIA: W. Manuzzi - L. Curioni - R. De Stefanis - M. Testa - E.
Ferla, Nuovi ausili terapeutici: placca di Rivoli, Cervera modificato e
TLM, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1994, N.2.
(Pinza di) ROSE Pinza utilizzata per eseguire il torque ad una sezione di
arco senza provocare distorsione nella parte rimanente del filo.
128
(Doccia evolutiva di) ROZENCWEIG Dispositivo superiore utilizzato
in ambito gnatologico in pazienti affetti da disturbi muscolari.
BIBLIOGRAFIA: E. Pessina-M. Bosco-V. Collesano,Le placche occlusali
nella terapia dei disordini cervico-cranio-mandibolari, Quaderni di
Protesi, Ed Masson, Milano, Anno 1996
130
SALTAMORSO di Sander Lattivatore di Sander impiegato per il
trattamento delle II Classi. Esso composto da due placche con ganci di
ritenzione e viti trasversale, realizzate su entrambe le arcate. La
particolarit di questo dispositivo la presenza di un sistema di scorrimento
costituito da due aste a decorso dorsale che, partendo dalla vite superiore,
scivolano in apposite guide ricavate nello splint inferiore. Tale meccanica,
abbinata alla posizione protrusa della mandibola, permette la risoluzione
funzionale della retrognazia.
BIBLIOGRAFIA: F. G. Sander, Fabbricazione ed applicazione del
saltamorso, Sillabo Foresta - Dental.
134
SEATING Lug Supporto buccale.
135
(Arco vestibolare) SEMPLICE con Anse Verticali a M Variante
dellarco vestibolare semplice che prevede la modellazione, a livello
canino, di anse a forma di M. Tale modifica pu essere utile per
lingualizzare o controllare meglio i canini.
137
BIBLIOGRAFIA: M. Testa, Ortodonzia del Nord Europa: alcuni
apparecchi terapeutici, Rivista Italiana degli Odontotecnici, Dental Press,
Anno 1991, N. 6.
139
SPATOLA Linguale Strumento extra - orale utilizzato per favorire
lallineamento di un incisivo linguo - verso in pazienti in fase di crescita.
BIBLIOGRAFIA: A. Richardson, Ortodonzia Intercettiva, Ed. Masson,
Milano, Anno 1993.
SPINGI - Bande Strumento utile per inserire le bande sui denti pilastro.
SPRING - Jet Apparecchio fisso facente parte della Family Jet che
consente lespansione in senso trasversale dellarcata superiore. Esso
composto dal sistema telescopico, elemento peculiare di tali dispositivi,
ancorato alle bande. Con lo Spring - Jet possibile ottenere sia
lespansione dentale con lapplicazione del monotubo (un solo sistema
telescopico ancorato solitamente alle bande molari), che lespansione
ortopedica del mascellare attraverso lutilizzo del bitubo (rappresentato
da due sistemi telescopici opportunamente confezionati alle bande molari e
premolari).
BIBLIOGRAFIA: A. Carano - P. Leone - E. Rotunno - M. Testa, Lo Spring
- Jet, un nuovo dispositivo per lespansione dellarcata superiore, Mondo
Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 5.
STEP - Down Termine inglese indicante una piega rivolta verso il basso.
143
(Superficie) SUB - Linguale Superficie situata nella zona compresa tra la
cresta retro - miloioidea ed il frenulo linguale. Essa si suddivide in due
parti, una anteriore e laltra posteriore.
146
T. E. O. F. (Trazione Extra Orale Funzionale) Sistema funzionale
modulare ideato dallodontotecnico Roberto Paludetti che si caratterizza
per la presenza dellarco extra - orale. Elementi peculiari di questo
dispositivo sono lesiguo ingombro e lestrema versatilit applicativa che si
traducono in vantaggi sia per il paziente che per lo specialista.
BIBLIOGRAFIA: R. Paludetti, Dispositivi modulari polivalenti, Rivista
Italiana degli Odontotecnici, Dental Press, Anno 1995, N. 3.
148
(Arco) TIRA - Spingi Arco continuo utilizzato nella tecnica bioprogressiva
di Ricketts.
BIBLIOGRAFIA: M. Langlade, Terapia ortodontica, Scienza e Tecnica
Dentistica, Ed. Internazionali, Milano.
TOGLI - Brackets Strumento utile per decementare gli attacchi dai denti.
TORUS Palatino Sporgenza sita sul palato duro che sottolinea la sinartrosi
delle apofisi palatine del mascellare.
151
TRAZIONE di 2 Classe Trazione elastica inter-mascellare che va dalla
porzione anteriore del mascellare superiore alla porzione posteriore della
mandibola.
152
maniera tale da agire con i segmenti della placca perpendicolarmente agli
elementi dentari.
BIBLIOGRAFIA: Manuale di Tecnica Ortodontica, Ed. Martina, Bologna,
Anno1994.
153
TUBI Linguali Supporti che, puntati alle bande, sono utili per
linserimento degli archi rimovibili. Essi permettono allortodontista di
disinserire il dispositivo fisso senza essere costretto a decementare le bande
dai denti pilastro.
(Pinza per anse di) TWEED Pinza utile per realizzare anse chiuse con fili
quadrati e rettangolari.
(Placca di) TYLAR Si tratta di una placca superiore con arco vestibolare
in nylon.
BIBLIOGRAFIA: P. Gandini - M. Mancini - D. Fraticelli - G. Sfrondino,
Quaderni di Odontoiatria Infantile a cura di D. Caprifoglio, Ed. Masson,
Milano, Anno 1992.
UGOLA Fa parte dei muscoli del palato molle; essa permette il suo
accorciamento.
155
(Apparecchiatura) UNIVERSALE Tecnica multi - attacchi nata dalla
fusione di alcuni concetti dellEdgewise e della Ribbon - Arch, ideata da S.
R. Atckinson.
159
VETRO Ionometrico Cemento con sottofondo protettivo utilizzato per
fissare le bande ortodontiche ai denti.
WAFER - Bite E una metodica ideata dal Dott. Per U. Varde utile per la
costruzione del posizionatore. Essa prevede la rilevazione di due morsi in
cera:
- uno in relazione centrica con rialzo, necessario per garantire un
sufficiente spessore inter - occlusale al posizionatore;
- laltro, in massima intercuspidazione, indispensabile per lesecuzione
del set - up.
Tali dati sono trasferiti in articolatore seguendo le seguenti fasi:
- montaggio dei due modelli con la cera di rialzo;
- in tale posizione si blocca lastina dellarticolatore;
- indurito il gesso e staccato il modello inferiore, si sostituisce il morso di
costruzione con la cera di massima intercuspidazione;
- infine, rifissati i due modelli, si realizza il wafer - byte.
Si sono cos trasferite sullarticolatore le registrazioni effettuate in bocca:
- con il wafer-byte le arcate sono in massima intercuspidazione;
160
- senza placca intermedia si ha la posizione data dal morso di costruzione.
BIBLIOGRAFIA: Per U. Varde, Registrazione del morso in cera per la
costruzione del positioner, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1991,
N. 1
(Scudi labiali di) WEBER Gli scudi labiali di Weber sono parte integrante
di apparecchi rimovibili applicati solitamente allarcata inferiore. Per la
loro realizzazione si usano fili in acciaio con diametro di 0,8 mm. che,
partendo dalla placca in resina, si affacciano vestibolarmente nello spazio
interdentale presente tra premolare e canino. Sulla zona anteriore sono
realizzate le ritenzioni meccaniche che fungeranno da sedi per le olive in
resina. La forma, lestensione e altri parametri costruttivi degli scudi in
resina sono simili a quelli dei lip - bumper tradizionali.
BIBLIOGRAFIA: F. Brandies - N.F. Stahl, Tecnica Ortognatodontica,
Milano, Ed. Masson, Anno 1993.
WELLS (Autore storico) Nel 1844 il dr. Horace Wells fa uso di un gas
esilerante per allievare il dolore durante lestrazione di un dente.
161
WHITE (Autore storico) Precursore delluso delle bande fisse usate come
ancoraggio e ideatore di una placca in vulcanite per lespansione
trasversale dellarcata superiore.
(Arco linguale di) WILSON E uno degli apparecchi ideati dal dr. Wilson.
Larco linguale 3D, prefabbricato in diverse misure, applicato per
lespansione dellarcata dentale inferiore. Esso solidarizzato ai denti
tramite gli attacchi a caricamento verticale 3D puntati sulle bande molari.
BIBLIOGRAFIA: P. Rametta, Larco linguale di Wlison. Biomeccanica e
indicazioni cliniche, Mondo Ortodontico, Ed. Masson, Anno 1998, N. 3.
162
BIBLIOGRAFIA: S. Colli - G. Caluppo, Dispositivi funzionali II e III
Classi secondo D. G. Woodside, Rivista Italiana degli Odontotecnici,
Dental Press, Anno 1992, N.4.
(Molla a) ZETA con Occhiello E una molla a zeta semplice con due o pi
occhielli utili per aumentarne lelasticit.
163
SOMMA RIO
Adams
Acco
Abrasione
Abbraccio
164
Biocompatibility Cephalometric Complicated
Competenza
Complete Completo
165
Craniofacial Debonding Dental compensation
Diagnosis Diagnosi
Different Diverso
Difficult Difficile
166
Digital radiography Environment Facial profile Profilo
Growth prediction
Previsione di crescita
168
Intercanine width Light cured composite Mandibular posture
Posizione mandibolare
169
Mechanical strani Neuromuscolar Open Aperto
attacchi Propriocezione
171
Publischer Editore Root development Skeletal divergency
Temporomandibular doloroso
temporo-mandibolare attacco
173
Twin Gemello
aeree superiori
Upper Superiore
Useless Inutile
Vertical deficiency
Insufficienza verticale
Vertical dimension
Dimensione verticale
Vertical relationships
Rapporti verticali
Water proff
Impermeabile
Weak Debole
Wet Bagnato
Whole Intero
Wide Largo
Work Lavoro
174
175