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Charles Taylor, Il disagio della Modernit, Laterza, Milano, 2002.

Per Charles Taylor esistono sostanzialmente tre fonti di preoccupazione per la societ moderna: 1)
lindividualismo,
2) la ragione strumentale e
3) il dispotismo morbido (alla Tocqueville).
A fronte di queste fonti di difficolt Taylor analizza specularmente i tre disagi principali della societ
contemporanea: la perdita di senso dovuta al venir meno degli orizzonti morali; leclisse dei fini di
fronte al dilagare della ragione strumentale; ed infine il rischio della perdita della libert.
1) Individualismo e perdita di senso. La libert che alla base della civilt moderna fu conquistata
quando ci emancipammo dai vecchi orizzonti morali, con quello che stato chiamato il
disincantamento del mondo.
C chi ha scritto della perdita di una dimensione eroica della vita. Gi uomini non hanno pi il
senso di uno scopo superiore, di qualcosa per cui vale la pena morire. Nello scorso secolo Alexis de
Tocqueville manifest talvolta un atteggiamento del genere, parlando dei petits et vulgaires
plaisirs cui gli uomini aspiravano nellepoca della democrazia. Da un altro angolo di visuale, noi
soffriamo di una mancanza di passione. Kierkegaard vide let presente in questi termini. E gli
ultimi uomini di Nietzsche si trovano al nadir, al punto di arrivo di questo declino; nella loro vita
non aspirano pi a nullaltro che a un miserabile benessere.
Questa perdita di senso era legata a un restringimento. Gli uomini perdevano la visione pi ampia
perch si concentravano sulle loro vite individuali. [...] In altre parole, il lato oscuro
dellindividualismo il suo incentrarsi sullio, che ad un tempo appiattisce e restringe le nostre vite,
ne impoverisce il significato, e le allontana dallinteresse per gli altri e la societ (Taylor 2002, 6-7).
2) Il primato della ragione strumentale e leclisse dei fini. Il disincantamento del mondo si collega a
un altro fenomeno rilevantissimo dellet moderna, che pure turba grandemente molta gente.
Potremmo chiamarlo il primato della ragione strumentale. Con ragione strumentale intendo il tipo
di razionalit cui ci rifacciamo quando calcoliamo lapplicazione pi economica dei mezzi disponibili
a un fine dato. La sua misura del successo il massimo di efficienza, il miglior rapporto
costi-beneficio. [...] Il primato della ragione strumentale evidente anche nel prestigio e nellaura
che circondano la tecnologia, e che cinducono a credere che dobbiamo cercare soluzioni
tecnologiche anche quando quel che ci occorre in realt qualcosa di molto diverso. Vediamo
questa logica allopera abbastanza spesso in campo politico [...]. Patricia Benner ha sostenuto in
parecchi importanti lavori che in medicina lapproccio tecnologico ha spesso relegato in secondo
piano quel tipo di trattamento che implica il considerare il paziente come una persona nella sua
interezza, che ha alla spalle tutta una vita, e non come il luogo di un problema tecnico. Non di rado,
la societ e lestablishement medico sottovalutano il contributo degli infermieri, cui spetta il pi
delle volte di fornire questo trattamento umanamente sensibile, rispetto a quello degli specialisti
provvisti di un sapere tecnologicamente avanzato. [in nota: Vedi specialmente Patricia Benner
Benner, Judith Wrubel J, The primacy of caring. Stress and coping in health and illness,
Addison-Weasley, Reading, MA, 1989] (Taylor 2002, 7.13).
3) Il dispotismo morbido e la perdita delle libert. Individualismo e ragione strumentale incidono
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sulle istituzioni e sulle strutture della societ, cos come sul singolo individuo limitando
pesantemente le sue libert, come si pu vedere dalla difficolt ad affrontare i grandi temi ad
esempio dellinquinamento atmosferico.
Ma c unaltra specie di perdita della libert, che pure stata largamente discussa, e da nessuno
in maniera pi memorabile che da Alexis de Tocqueville. Una societ in cui gli esseri umani si
riducono nella condizione di individui rinchiusi nei loro cuori una societ in cui pochi vorranno
partecipare attivamente allautogoverno. La maggioranza preferir starsene a casa e godersi le
soddisfazioni della vita privata, almeno fintantoch il governo in carica, qualunque sia, produce i
mezzi di queste soddisfazioni, e ne fa una larga distribuzione. [cfr. luomo nella prosperit non
comprende come gli animali che periscono Salmo 49, 29].
Ci fa emergere il pericolo di una forma di dispotismo nuova, specificatamente moderna, che
Tocqueville chiama dispotismo morbido. Non sar una tirannia del terrore e delloppressione,
come nel tempo andato. Il governo sar mite e paternalistico. Potr perfino conservare le forme
democratiche, con elezioni periodiche. Ma di fatto ogni cosa sar governata da un potere immenso
e tutelare, cu cui gli uomini avranno ben scarso controllo Secondo Tocqueville, lunica difesa una
vigorosa cultura politica che attribuisca un alto valore alla partecipazione (a una molteplicit di
livelli) alla struttura di governo, e anche nelle associazioni volontarie. Ma latomismo dellindividuo
assorbito in s medesimo milita contro questipotesi. [...]
Molti pensatori contemporanei hanno considerato profetica lopera di Tocqueville. Se questo vero,
allora ci che rischiamo di perdere il controllo politico sul nostro destino, ossia una facolt che
potremmo esercitare in comune in quanto cittadini. quella che Tocqueville chiamava libert
politica. Quella che si trova qui minacciata la nostra dignit in quanto cittadini (Taylor 2002,
12-14).
Auto-realizzazione, Cultura dellautenticit e marginalit del senso

Taylor sviluppa il primo dei disagi della modernit: lindividualismo e la perdita del senso.
Lindividualismo della societ moderna comporta la messa al centro dellio e una concomitante
esclusione, quando non uninconsapevolezza, delle pi vaste questioni o preoccupazioni che lo
trascendono, non importa se religiose, politiche o storiche. La vita di conseguenza si restringe e il
discorso finisce nella preoccupazione della perdita delle libert politiche, gi anticipata altrove con il
termine di dispotismo morbido.
Taylor condivide molte delle censure rivolte da vari autori alla cultura contemporanea narcisistica,
soggettivistica, edonistica , tuttavia ritiene che il relativismo che tali critiche sottendono sia un
errore da correggere, ossia il fatto che essi non riconoscono che alla base di questo primato
dellauto-realizzazione ci sia un ideale morale che si esprime con il dovere di diventare se stessi, la
fedelt a se stessi..
Io penso che il relativismo oggi largamente diffuso sia un gravissimo errore, e anzi, per certi versi,
un errore che si smentisce da s. Mi sembra vero che la cultura dellauto-realizzazione abbia
condotto molti a perdere di vista le questioni che li trascendono in quanto individui. E appare
indubbio che abbia assunto forme volgari e auto-indulgenti. [Come nella ricerca di unidentit meno
incerta creano nuove forme di dipendenza che fanno si che ci si rivolga ad esperti e guide di ogni
tipo o alla scienza o a forme di spiritualit esotiche]
E tuttavia, nella logica delle argomentazioni sviluppate da questi autori c qualcosa che intendo
contestare. [...] [Essi non sembrano] riconoscere ch qui allopera un potente ideale morale, per
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quanto degradata e pervertita possa essere la sua espressione. Lideale morale che sta dietro
lauto-realizzazione quello della fedelt a se stessi, in unaccezione di questo termine specificamente
moderna. [...]
La forza di termini come narcisismo (Lasch) o edonismo (Bell) sta nel fatto di implicare che non
qui allopera nessun ideale orale; o se c (in superficie), che bisogna piuttosto vedervi una
copertura per lauto-indulgenza. [...]
[Al contrario] Ci che abbiamo bisogno di capire a questo riguardo la forza morale che sta dietro
a nozioni come lauto-realizzazione. Per il solo fatto di provare a spiegarla semplicemente come una
specie degoismo, o di lassismo morale, come una forma di auto-indulgenza (a paragone di una pi
dura ed esigente epoca passata), siamo gi fuori strada. [...] Il punto non soltanto che gli esseri
umani sacrificano i loro rapporti damore, e la cura dei figli, per inseguire le loro carriere: qualcosa
del genere forse sempre esistito. Il punto che oggi molti si sentono chiamati a far questo,
sentono che in un modo o nellaltro le loro vite sarebbero sprecate, o rimarrebbero irrealizzate, se si
comportassero diversamente.
Quel che va perduto in questa critica la forza morale dellideale di autenticit. Esso si trova i
qualche modo implicitamente screditato, insieme con le sue forme contemporanee. La cosa non
sarebbe cos grave, se potessimo volgerci allopposizione per una difesa. Ma su questo punto ci
attende una delusione. Il fatto che ladozione dellautenticit assuma la forma del relativismo
morbido significa che difesa vigorosa di qualsivoglia ideale morale implica labbiamo visto pi
sopra che talune forme di vita siano realmente superiori ad altre, mentre la cultura della tolleranza
in materia di auto-realizzazione individuale rifugge da pretese siffatte. Ci vuol dire, com stato
spesso sottolineato, che nella posizione in questione c qualcosa di contraddittorio e di
autodistruttivo, poich in definitiva lo stesso relativismo alimentato (almeno in parte) da un ideale
morale. Ma, coerentemente o meno, questa la posizione solitamente adottata. Lideale decade al
livello di un assioma, di qualcosa che viene contesto, ma che non viene mai neppure chiarito.
Coloro che, nel quadro della cultura dellautenticit, come preferisco chiamarla, adottano lideale,
aderiscono a una certa specie di liberalismo, che stata abbracciato anche da molti altri. Si tratta
del liberalismo della neutralit. Uno dei suoi principi fondamentali che una societ liberale deve
essere neutrale riguardo a ci che costituisce una vita degna di essere vissuta. La vita degna di
essere vissuta quella che ciascuno cerca per s, a suo modo; e il governo verrebbe meno al suo
dovere dimparzialit, e quindi allobbligo di un eguale rispetto per tutti i cittadini, se prendesse
posizione su questa questione. Quantunque molti degli autori di questa scuola siano appassionati
avversari del relativismo [...] il risultato della loro teoria di relegare le discussioni su ci che rende
la vita degna di essere vissuta ai margini del dibattito politico.
Il risultato una straordinaria mancanza di articolazione riguardo a uno degli ideali costitutivi della
cultura moderna. I suoi avversari lo disprezzano, e i suoi amici non possono parlarne. Lintero
dibattito cospira a lasciarlo nellombra, a renderlo invisibile (Taylor 2002, 19.23).
Tutto ci ha conseguenze perniciose, sostiene Taylor, anche perch esistono altri fattori che
congiurano a rafforzare questo silenzio attorno a ci che renda la vita degna di essere vissuta: il
soggettivismo morale; la percezione dellobsolescenza della metafisica biologica aristotelica per
esempio attorno al concetto di natura umana; ed infine le scienze sociali che spiegano il
fenomeno dellindividualismo e della ragione strumentale come effetti collaterali
dellindustrializzazione progressiva della societ.

Etica dellautenticit
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Letica dellautenticit, sostiene Taylor, qualcosa di relativamente nuovo e di peculiare nella cultura
moderna.
Essere fedele a me stesso significa essere fedele alla mia propria originalit, la quel qualcosa che
io solo posso articolare e scoprire. Nellarticolarla, io definisco altres me stesso, realizzando una
potenzialit ch propriamente ed esclusivamente mia. questa lidea che fa da sfondo al moderno
ideale dellautenticit, e agli obiettivi di auto-appagamento o di auto-realizzazione che ne
concretano solitamente la formulazione. Ed questo lo sfondo che conferisce forza morale alla
cultura dellautenticit, incluse le sue forme pi degradate, assurde o banalizzate. questo che d
senso allidea del fare ci che ci appartiene, o del trovare la nostra propria realizzazione (Taylor
2002, 36).
dunque per questo che non deve essere nascosta n minata la legittimit morale dellautenticit,
anche nelle sue forme pi criticabili del soggettivismo o dellegocentrismo. C una forza positiva
nelletica dellautenticit che va colta e governata.
Etica dellautenticit: la scelta e lorizzonte di valore

Abbiamo visto pi sopra [...] che lodierna cultura dellautenticit tende a scivolare nel relativismo
morbido. Ci rafforza ulteriormente un generale postula soggettivistico in materia di valore: le corse
hanno unimportanza non di per s, ma perch gli uomini ritengono che labbiano. Come se gli
uomini potessero determinare che cosa importante o mediante una decisione, o magari, senza
saperlo n volerlo, semplicemente perch sentono in questo modo. Questa una follia. Io non
posso semplicemente decidere che lazione pi importante di tutte strofinare le dita dei piedi nel
fango caldo. [...]
Il fatto che tu senti in un certo modo non potr mai essere una ragione sufficiente a impormi il
rispetto delle tua posizione, perch la tua sensazione non pu determinare ci che importante. Il
relativismo morbido si auto distrugge.
Le cose assumono importanza contro uno sfondo diintelligibilit. Chiamiamolo un orizzonte. Ne
segue che una delle cose che non possiamo fare, se vogliamo definire noi stessi in maniera
significativa, sopprimere o negare gli orizzonti entro i quali le cose assumono un significato per
noi. Che appunto il tipo di mossa auto-negatrice cos spesso effettuata nella nostra societ
soggettivistica. Nellinsistere sulla legittimit della scelta tra certe opzioni, accade spessissimo che
priviamo le opzioni del loro significato. Per esempio, circola un certo discorso inteso a giustificare
gli orientamento sessuali devianti. Chi lo fa vuole sostenere che la monogamia eterosessuale non
lunica maniera di raggiungere lappagamento sessuale [...].
In alcune forme questo discorso scivola per verso unaffermazione della scelta in s presa. Tutte le
opzioni hanno lidentico valore perch sono scelte liberamente, ed la scelta che conferisce valore.
qui allopera il principio soggettivistico che sottende il relativismo morbido. Ma ci nega
implicitamente lesistenza, anteriormente alla scelta, di un orizzonte di significati in forza del quale
alcune cose sono pi ed altre meno importanti, e altre ancora non lo sono affatto. A questo punto la
scelta dellorientamento sessuale perde qualunque significato speciale. Si trova allo stesso livello di
qualunque altra preferenza, come quella per partner sessuali pi alti o pi bassi, biondi o bruni. [...]
Una volta che lorientamento sessuale venga assimilato a siffatte propensioni che quel che
avviene quando si fa della scelta il cruciale fattore giustificante lo scopo originario, chera di
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asserire leguale valore di questorientamento, risulta sottilmente frustrato. Affermata in questo
modo, la differenza diventa insignificante (Taylor 2002, 44-45).
La difesa del valore di un orientamento omosessuale, andr svolta in altro modo. Non possiamo
limitarci a postularlo a priori, sulla base dellargomento che qualunque sia la nostra scelta, essa
ineccepibile. Insomma dellidea della libert che si auto determina.
Ma per il momento la lezione generale che lautenticit non pu essere difesa in maniere che
distruggano gli orizzonti di valore. [...]
In quanto ideale, lauto-scelta ha un senso soltanto perch alcune questioni sono pi significative di
altre. [...] Quali questioni siano rilevanti, non sono io che lo decido. Se cos fosse, nessuna questione
sarebbe rilevante. Ma allora lideale stesso dellauto-scelta in quanto ideale morale sarebbe
impossibile.
Lideale dellauto-scelta presuppone dunque lesistenza di altre questioni rilevanti, al di l
dellauto-scelta. Lideale non pu reggersi da solo, perch ha bisogno di un orizzonte di questioni
rilevanti, le quali contribuiscono a definire i profili sotto i quali lauto-creazione significativa
(Taylor 2002, 46-47).
Riassunto: Lindividualismo della societ moderna si base sullideale morale dellautenticit. Ma
questo pu essere chiuso in se stesso, poggiato sulla scelta di una libert che si autodetermina, e
allora originano le forme pi banalizzanti del narcisismo, delledonismo angusto e piatto, della
perdita di ogni significato e valore. Oppure lideale morale dellautenticit pu essere aperto ai
differenti orizzonti di significato, aperto a questioni rilevanti oltre alla scelta del singolo individuo, e
allora originano identit forti nelle quali lautenticit dellindividuo il presupposto dellorizzonte di
significati che gli provengono dallesterno.
In altre parole, io posso definire la mia identit soltanto sullo sfondo di cose che hanno
unimportanza. E accantonare la storia, la natura, la societ, le esigenze della solidariet, insomma
ogni cosa tranne ci che trovo in me stesso, significherebbe eliminare tutti i candidati a una
qualunque importanza. Soltanto se esisto in un mondo in cui la storia, o le esigenze della natura, o
lappello di Dio, o qualcosaltro di questo genere ha unimportanza essenziale, posso definire
unidentit per me che non sia banale. Lautenticit non il nemico delle istanze che provengono
dallesterno dellio; essa anzi le presuppone.
Ma se cos, allora c qualcosa che possiamo dire a quanti sono impantanati nelle forme pi
volgari dellautenticit. La ragione non impotente. (Taylor 2002, 48-49).
La ragione strumentale ed etica della dedizione

La ragione strumentale giunge [...] a noi insieme a un ricco retroterra morale. Non affatto vero
che il suo unico motore sia stata unipertrofica libido dominandi. Ci nondimeno, fin troppo spesso
sembra servire gli scopi di un maggiore controllo, della padronanza tecnologica. Il recupero del suo
pi ricco retroterra morale pu giovare a mostrare che questo stato di cose non ineluttabile e che,
in molti casi, si risolve anzi in un tradimento di questo retroterra morale, non diversamente da come
le modalit di auto-realizzazione pi accentuatamente egocentriche tradiscono lideale
dellautenticit.
Le implicazioni di questo recupero sono essenzialmente le stesse che nel caso dellautenticit.
Dobbiamo congiungere due ordini di considerazioni. Riflettendo a sugli aspetti della vita umana che
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forzatamente condizionano la realizzazione degli ideali in questione, possiamo determinare b in che
cosa concretamente tradurrebbe questa realizzazione.
Possiamo scorgere le implicazioni di questo tipo di riflessione guardando a un esempio importante,
che concerne il campo dellassistenza sanitaria. A proposito di a, rileviamo che lideale della ragione
disincarnata deve essere considerato appunto come unideale, e non come unimmagine dellattore
umano quale realmente . Noi siamo agenti incarnati che vivono in una condizione dialogica e
abitano il tempo il tempo in una maniera specificamente umana: le nostre vite acquistano un senso
in quanto storie che connettono il passato, da cui veniamo, ai nostri progetti futuri. Ci significa b
che per trattare nel modo giusto un essere umano dobbiamo rispettare questa sua natura incarnata,
dialogica, temporale. Le estensioni incontrollate della ragione strumentale, come la pratica medica
che dimentica il paziente in quanto persona, che non si cura minimamente di rapportare il
trattamento alla sua storia individuale, ignorando cos le determinanti della speranza e della
disperazione, che trascura la relazione essenziale tra terapeuta e paziente, sono qualcosa cui
dobbiamo opporci in nome proprio di quel retroterra morale di benevolenza che giustifica queste
applicazioni della ragione strumentale [In nota: Ho attinto largamente alla penetrante analisi di
Benner e Wrubel, The primacy of caring, la quale mostra quanto la filosofia possa contribuire a
elaborare una nuova maniera di intendere e delimitare la ragione strumentale, del tipo di quella che
discuto qui.] Se arriviamo a capire a che cosa qui la tecnologia debba innanzitutto la sua
importanza, la sua limitazione ad opera di unetica della dedizione verr da s.
Continua su un modo nuovo di intendere la tecnologia,compatibile con unetica della benevolenza
rivolta a persone reali, in carne e ossa
Charles Taylor, Il disagio della Modernit, Laterza, Milano, 2002.

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