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Joe Abercrombie (1974) dopo aver lavorato come montatore freelance e produttore televisivo comincia la stesura
del romanzo Il richiamo delle spade, primo della popolarissima trilogia epic-fantasy La Prima Legge (pubblicata fra il
2006 e il 2008). Il richiamo delle spade gli valso la candidatura al prestigioso John Campbell Award per il Miglior
nuovo scrittore fantasy.
Joe Abercrombie fra gli autori della serie della BBC The
Worlds of Fantasy, insieme a Michael Moorcock, Terry Pratchett e China Miville. Il suo primo libro pubblicato in Italia
The Heroes (Gargoyle, 2012).
Vive a Bath con la moglie e due figli.
www.gargoylebooks.it
info@gargoylebooks.it
ISBN: 978-88-98172-01-6
NOTE
Ho modificato alcune piccole porzioni del testo, in quanto
ho ritenuto la traduzione non ottimale. In particolare:
1. "Glokta sapeva tutto sui denti, dal momento che la sua
bocca era stata oggetto di certi coi fiocchi male da parte dei
migliori sul campo." L'originale recita: "There was nothing
Glokta didnt know about teeth. His own mouth had been
worked on by the very best." Ho preferito rendere la frase in
questo modo: "Glokta sapeva tutto sui denti, dal momento
che la sua bocca era stata oggetto di certi lavoretti da parte
dei migliori sul campo."
2. "Calmatosi tutto insieme, si sedette lentamente con le
labbra contratte." Nell'originale, non c' traccia di "Calmatosi tutto insieme" ("He pursed his lips and slowly sat down.")
Vista anche la stranezza dell'espressione, ho scelto di eliminarla, lasciando soltanto: "Si sedette lentamente con le labbra
contratte."
3. "il cuoio duro gli strusciava dolorosamente contro i
giochi ogni volta che cercava di muoversi." Nell'originale si
parla di "frutti", non di "giochi", per cui ho preferito rendere
l'espressione con "gioielli".
Buona lettura!
1.
La Fine
ruggendo pi forte che poteva. Si ud uno scricchiolio quando la lama affond in profondit nel cranio dello Shanka.
Che fortuna aveva avuto, ma d'altra parte Logen pensava che
la fortuna fosse in debito con lui.
Il Testapiatta se ne stava l, a fissarlo stordito, quindi cominci a oscillare da una parte all'altra, con il sangue che gli
colava lungo la faccia. Alla fine croll come un masso, strappando l'ascia dalle mani di Logen, e rimase ai suoi piedi a
contorcersi. Logen cerc di afferrare l'impugnatura della sua
arma, ma lo Shanka era chiss come riuscito a non mollare la
presa sulla propria lancia, la cui punta ora si agitava in aria.
Ah!, strill Logen quando la lancia gli penetr nel braccio, e subito dopo vide un'ombra calargli sul viso. Era un altro Testapiatta, uno dannatamente grosso, gi a mezz'aria con
le braccia aperte. Non c'era tempo per recuperare l'ascia, n
per togliersi di mezzo. Logen apr la bocca, ma non c'era
tempo neanche per emettere un fiato. E comunque, cosa mai
si potrebbe dire in una situazione del genere?
Si schiantarono insieme sul suolo umido, si rotolarono nel
groviglio di fango, spine e rami spezzati; si artigliarono, si
presero a pugni, ringhiarono l'uno contro l'altro. La testa di
Logen colp la radice di un albero con una violenza tale da
fargli fischiare le orecchie. Aveva un coltello da qualche parte, ma non ricordava dove. Seguitarono a rotolare e rotolare
lungo un pendio, il mondo continuava a ribaltarsi su se stesso, mentre Logen cercava di riaversi e allo stesso tempo di
strangolare il grosso Testapiatta. Non c'era modo di fermarsi.
Gli era sembrata un'idea astuta quella di accamparsi vicino alla gola, perch in questo modo nessuno avrebbe potuto
coglierli di sorpresa alle spalle. Ora che Logen era scivolato
sul torace oltre l'orlo del precipizio, l'idea aveva perso gran
parte del suo fascino. Le sue mani cercarono un appiglio sulla terra bagnata, ma si riempirono solo di fango e aghi di
pino secchi. Le sue dita si chiudevano per aggrapparsi per
al nulla. Stava per precipitare. Si lasci scappare un gemito.
Le sue mani afferrarono qualcosa: la radice di un albero
PARTE PRIMA
La lama stessa induce alla violenza.
Omero
2.
I sopravvissuti
Per prima cosa, sent lo sciabordio dell'acqua nelle orecchie; quello, lo stormire degli alberi e lo strano cinguettio
sincopato di un uccello.
Quando Logen schiuse gli occhi, fu accecato dalla luce
confusa che trapelava dalle foglie. Era morto? Allora perch
gli faceva male tutto? La parte sinistra del corpo era tutta indolenzita e cercando di fare un respiro profondo per poco
non soffoc, poi toss acqua e fango dai polmoni. Si mise a
carponi gemendo e ansimando tra i denti serrati, prima di trascinarsi fuori dal fiume e abbandonarsi sulla schiena lungo la
riva melmosa coperta di muschio e pezzi di legno marcio.
Giacque cos per un momento, con il respiro sibilante nella gola secca, a guardare il cielo grigio al di l dei rami scuri.
Sono ancora vivo, si disse con voce roca, sopravvissuto
nonostante gli strenui assalti della Natura, degli Shanka, degli uomini e delle bestie. Bagnato fradicio e steso sulla schiena, cominci prima a ridacchiare, poi a ridere in modo convulso e stridulo. Una cosa si pu ben dire di Logen Novedita,
che un sopravvissuto.
Ma un vento gelido spir sulla sponda putrida del fiume,
portandosi via la risata di Logen. Ora era vivo, s, ma sopravvivere era tutt'altra cosa. Per prima cosa si tir a sedere tra le
fitte di dolore, poi, poggiandosi al tronco dell'albero pi vicino, riusc faticosamente a tornare in piedi. Dopo essersi pulito il fango dal naso, dagli occhi e dalle orecchie, alz la maglia bagnata per controllare le lesioni.
Un fianco era tutto ricoperto di lividi violacei, conseguenza della caduta, e il costato era morbido al tocco, ma sembrava non ci fosse niente di rotto. La gamba invece, quella era
tro a un tronco ricoperto di muschio e sbirci l'accampamento con il cuore in gola e la mano destra serrata attorno all'impugnatura scivolosa del coltello con una tale forza da fargli
male.
Vide un cerchio annerito laddove c'era stato il fuoco, qualche pezzo di legno bruciacchiato e cenere calpestata tutt'intorno. Scorse anche il grosso ciocco su cui stavano seduti
Tretronchi e Dow quando i Testapiatta li avevano attaccati,
oltre a frammenti di equipaggiamento disseminati nella radura. Cont tre cadaveri di Shanka riversi a terra, uno con una
freccia conficcata nel petto. Tre morti, ma nessun segno di
vita. Che fortuna! Quel tanto che bastava per farlo restare
vivo, come sempre. Ma potevano tornare da un momento all'altro, per cui doveva sbrigarsi.
Usc fuori dal suo nascondiglio e si mise a perlustrare il
terreno. Gli stivali erano ancora dove li aveva lasciati, cos
corse a prenderli e se li infil ai piedi gelati saltellando, sul
punto di scivolare per la fretta. Avvist anche la sua giacca
infilata sotto il ciocco. Era logora e frusta, dopo dieci anni di
guerra e intemperie, piena di strappi e ricuciture, peccato le
mancasse mezza manica. La sua sacca era l accanto, uno
straccio informe buttato nel sottobosco, ma tutto ci che conteneva era sparso lungo il pendio. Senza prendere fiato, si accucci a ficcare di nuovo tutto dentro alla rinfusa: una corda,
la sua vecchia pipa d'argilla, qualche trancio di carne secca,
ago e filo, e una borraccia tutta deformata, in cui c'era ancora
del liquore. Tutta roba buona, tutto utile.
Impigliata a un ramo, c'era anche una coperta sbrindellata,
fradicia e incrostata di fango. Quando Logen la tir via fu
piacevolmente sorpreso di trovarvi sotto, pieno di ammaccature, il suo vecchio tegame rovesciato su un lato. Forse l'avevano preso a calci durante lo scontro ed era finito lontano dal
fuoco. Lo afferr con entrambe le mani, provando un senso
di sicurezza e di familiarit, nonostante fosse rovinato e annerito dopo tanti anni di costante utilizzo. Non sapeva neanche lui da quanto tempo ce l'aveva; se l'era portato dietro in
tutte le guerre, per tutto il Nord, ed era sempre stato con lui.
Tutti l'avevano usato per cucinarci e mangiarci durante gli
spostamenti. Forley, Cupo, Mastino, tutti.
Diede un ultimo sguardo all'accampamento e vide gli
stessi tre Shanka morti, ma ancora nessuna traccia dei suoi.
Forse erano riusciti a scappare. Se avesse corso il rischio,
provando a cercarli
No, sussurr. Ci ripens subito. I Testapiatta erano arrivati in tanti, anzi, in troppi, e non aveva idea di quanto tempo fosse rimasto privo di sensi sulla riva del fiume. Anche se
un paio dei ragazzi erano riusciti a fuggire, gli Shanka li stavano sicuramente braccando nella foresta. Ormai non erano
altro che un mucchio di cadaveri, sparsi per le vallate. L'unica cosa che Logen poteva fare era raggiungere le montagne
per tentare di salvare la propria misera vita. Anche se fa
male, bisogna essere realisti.
Siamo solo io e te adesso, disse Logen, infilando il tegame nella sacca che poi si gett su una spalla. Quindi cominci a risalire la collina zoppicando pi veloce che poteva.
Verso il fiume, verso le montagne. Solo loro due, lui e il tegame.
Gli unici sopravvissuti.
3.
Interrogatori
Perch lo faccio?, si chiese per la millesima volta l'Inquisitore Glokta nel percorrere zoppicante il corridoio, le cui pareti lisce non venivano imbiancate da parecchio. In quel luogo aleggiava un'atmosfera di decadenza, appesantita dall'odore d'umidit, poich le gallerie si snodavano in profondit
sotto terra e non c'erano finestre, solo lanterne che gettavano
in ogni angolo ombre sinuose.
Perch qualcuno dovrebbe voler fare una cosa del genere? I suoi passi battevano un ritmo regolare sulle mattonelle
sudice del pavimento: prima veniva il clicchettio sicuro del
tacco destro, poi il colpo secco del bastone, e per ultimo l'infinito trascinarsi del piede sinistro, che si accompagnava alle
familiari fitte alla caviglia, al ginocchio, alle natiche e alla
schiena. Tacco, bastone, lamento. Questo era il ritmo della
sua andatura.
Di tanto in tanto, lungo le pareti luride e sempre uguali, si
incontravano delle pesanti porte chiodate incorniciate dal
ferro arrugginito, e in un'occasione gli sembr di udire un
grido di dolore attutito provenire da dietro una di queste.
Chiss quale povero sciocco stanno interrogando l
dentro Di che crimine colpevole, o innocente? Quali segreti stanno sviscerando, quali menzogne stanno rivelando,
quali tradimenti stanno mettendo a nudo? Ma smise presto
di chiederselo, poich la rampa di scale interruppe i suoi
pensieri.
Se avessero chiesto a Glokta di scegliere una persona a
caso da torturare, avrebbe certamente scelto l'inventore delle
scale. Prima delle sue disgrazie, quando era giovane e oggetto di grande ammirazione, non ci faceva nemmeno caso, anzi
scendeva i gradini due a due per poi proseguire tranquillamente sulla propria strada. Ma ora non pi. Sono dovunque.
Senza, non si pu passare da un piano all'altro, e scendere
peggio che salire. Eppure la gente non se ne rende conto.
Normalmente, quando si inciampa salendo, non si ruzzola
fino in fondo.
Conosceva bene quella scala in particolare, quei sedici
gradini scolpiti nella roccia levigata, un po' consunti verso il
centro e velati d'umido, come ogni cosa l sotto. Non c'era
corrimano, n altro a cui appigliarsi. Sedici nemici per una
vera e propria sfida. Aveva impiegato molto tempo per sviluppare un metodo di discesa che fosse il meno doloroso
possibile, e alla fine aveva scelto di procedere lateralmente
come un granchio, poggiando prima il bastone, poi il piede
sinistro, infine il destro, mentre l'agonia aumentava quando
scaricava il peso sulla gamba sinistra e si aggiungeva anche
un dolore straziante al collo. Ma perch mi deve far male il
collo quando scendo le scale? Che, lui a reggere tutto il
mio peso? Eh? E tuttavia, la sofferenza era innegabile.
Si ferm a quattro gradini dalla fine assaporando quanto
poco mancasse alla vittoria. La mano gli tremava sul pomo
del bastone e un male furibondo gli tormentava la gamba sinistra. Si tocc le gengive con la punta della lingua, l dove
un tempo c'erano stati i denti davanti, e poi, preso un respiro
profondo, fece per poggiare il piede sul gradino successivo.
Solo che la caviglia cedette per il tremendo dolore e gli fece
perdere l'equilibrio, cos privo ormai d'ogni punto d'appoggio, si ritrov ad annaspare nel vuoto, con la mente subito ottenebrata dall'orrore e dalla disperazione. Incerto come un
ubriaco, trov il gradino successivo sotto di s, ma poich
non c'erano altri appigli all'infuori delle mura lisce a cui tentava di aggrapparsi con le unghie, si lasci sfuggire un sibilo
di terrore. Stupido bastardo che non sei altro! Il bastone batt pi volte a terra nella caduta, eppure Glokta riusc in un
modo o nell'altro a lasciarsi dietro quegli scalini scivolosi e
ad arrivare in fondo, ancora in piedi per miracolo.
Che diavolo significa Severard apr il coperchio e allora Kalyne vide il denaro. Tutte quelle bellissime monete. Il
Superiore smise d'un tratto di urlare, incapace di proferire altro, e assunse un'espressione prima sorpresa, poi sconcertata
e infine diffidente. Si sedette lentamente con le labbra contratte.
Grazie, Pratico Severard, disse Glokta. Puoi andare.
Intanto che l'uomo usciva con tutta calma dalla stanza, il Superiore prese ad accarezzarsi pensoso le basette, mentre il
suo volto riacquistava gradualmente un normale colorito rosato. Confiscato a Rews. di propriet della Corona adesso, ovviamente. Ho pensato di doverlo dare a voi, come mio
diretto superiore, affinch lo consegniate alla Tesoreria. O
ti ci compri una scrivania pi grande, sanguisuga che non
sei altro.
Glokta si chin in avanti, poggiando le mani sulle ginocchia. Potremmo giustificarci dicendo che Rews si era spinto
un po' troppo in l, che gli abbiamo rivolto delle domande,
che si doveva dare un esempio. Non possiamo mostrarci indifferenti, dopotutto. Le grandi gilde si spaventeranno e righeranno dritto per un po'. Gi, cos tu potrai estorcere da
loro pi denaro. O potrete sempre dir loro che io sono uno
storpio scellerato e che la colpa tutta mia.
Bench il Superiore cercasse di non darlo a vedere, questa
storia stava cominciando a piacergli, tant' che persino le basette gli fremevano alla vista di tutte quelle monete, e Glokta
se ne era accorto. D'accordo, d'accordo. Molto bene. Si
protese a richiudere con delicatezza il coperchio dello scrigno. Ma se ti venisse in mente di ripetere un gesto simile,
fammi il favore di parlane prima con me. Non mi piacciono
le sorprese.
Glokta si rimise in piedi con sommo sforzo e si avvi
zoppicando verso la porta. Ah, un'ultima cosa! L'Inquisitore si volt rigidamente e vide che Kalyne lo stava guardando
in modo serio da sotto le folte sopracciglia. Quando andr
dai Merciai, dovr presentare la confessione di Rews.
ni di alcuni strumenti erano orribilmente ovvie, mentre quelle di certi altri erano orribilmente oscure. Chiss quale lo
spaventa di pi
Stavamo parlando del vostro dente, se non sbaglio,
mormor Glokta. L'occhio di Rews si lev di scatto su di lui.
Oppure preferite confessare? Ce l'ho in pugno. quasi
mio. Confessa, confessa, confessa, confessa
Ma qualcuno buss energicamente alla porta. Dannazione, un'altra volta! Di nuovo, Gelo apr uno spiraglio e scambi pochi bisbigli con la persona dall'altra parte. Rews, intanto, si leccava le labbra gonfie. Dopo aver richiuso la porta,
l'albino si pieg a sussurrare qualcosa all'orecchio del suo superiore.
l'Arfilettore. Glokta raggel. Il denaro non bastato.
Mentre mi trascinavo qui dal suo ufficio, quel vecchio bastardo di Kalyne andato a farmi rapporto dall'Arcilettore.
Dunque, sono davvero un uomo finito? Sent un brivido colpevole al solo pensiero. Ebbene, prima mi occuper di questo maiale obeso.
Di' a Severard che vado subito. Detto questo, ritorn a
concentrarsi sul prigioniero, ma Gelo gli pos una grossa
mano bianca sulla spalla e, indicando la porta, aggiunse:
No. L'Arfilettore. Qui. Ora.
Qui? Una palpebra cominci a fremergli. Perch? Si tir
in piedi appoggiandosi al bordo del tavolo. Mi ritroveranno
nel canale domattina? Morto e gonfio, cos deforme da non
essere pi riconoscibile? Eppure, l'unica emozione che provava all'idea era un senso di sollievo. Niente pi scale.
L'Arcilettore dell'Inquisizione di Sua Maest lo stava
aspettando in corridoio, appena fuori dalla porta. Le mura luride sembravano quasi marroni a confronto con la brillantezza immacolata della sua veste nivea, dei guanti candidi e della sua selva di capelli bianchi. Nonostante avesse passato i
sessant'anni, non mostrava nessuna delle infermit della vecchiaia, e ogni spanna della sua persona alta, ben rasata ed
esile d'ossatura mostrava i dettagli di un abbigliamento im-
nata e con un soffitto troppo basso per potersi sentire a proprio agio. Presentava una grossa crepa al posto della macchia
d'umidit ma, a parte questo, era identica alla stanza di Glokta. C'erano il tavolo graffiato, le sediacce e persino la macchia di sangue che non era stata rimossa a dovere. Chiss
che non le dipingano apposta per creare un certo effetto
Uno dei Pratici sbatt la porta di proposito, nella speranza
che il tonfo lo facesse sobbalzare dallo spavento, ma Glokta
aveva ben altri pensieri.
Dopo che si fu seduto con eleganza su una delle sedie,
l'Arcilettore Sult attir verso di s un pesante fascio di carte
ingiallite gi posato sul tavolo, quindi fece segno a Glokta di
sedersi sull'altra sedia, quella di solito riservata al prigioniero. Non gli sfuggirono le implicazioni di quel gesto.
Preferisco restare in piedi, Vostra Eminenza.
Sult gli sorrise coi suoi deliziosi denti appuntiti, bianchi e
brillanti. No, non vero.
Non ha tutti i torti, ammise Glokta tra s e s, dunque si
adagi impacciato sulla sedia del prigioniero. L'Arcilettore,
intanto, volt la prima pagina della pila di documenti, aggrott la fronte e scosse la testa pian piano, come se fosse
tremendamente deluso da ci che stava leggendo. Sono forse
i dettagli della mia illustre carriera?
Ho ricevuto una visita del Superiore Kalyne poco fa. Era
molto arrabbiato. I duri occhi azzurri di Sult si levarono
dalle carte. Arrabbiato con te, Glokta. stato piuttosto
esplicito al riguardo. Mi ha riferito che sei diventato una minaccia incontrollabile, che agisci senza pensare alle conseguenze e che non sei altro che uno storpio scellerato. Ha
chiesto che tu venga rimosso dal suo dipartimento. L'Arcilettore gli riserv un sorriso maligno, freddo, identico a quello che Glokta rivolgeva di solito ai suoi prigionieri. Solo con
pi denti. Credo che intendesse farti rimuovere permanentemente. I due si fissarono dai lati opposti del tavolo.
questo il momento in cui devo implorare piet? In cui
devo mettermi a strisciare per terra per baciarti i piedi?
scatto il fascio di fogli e vi poggi una mano sopra, sporgendosi sul tavolo per avvicinarsi a lui. Proprio come faccio io
coi miei prigionieri quando chiedo loro di confessare. Ho
un compito da assegnarti, per il quale potrai impiegare meglio il tuo talento, che non per correre dietro a insignificanti
contrabbandieri. Si tratta di una cosa che ti aiuter a redimerti agli occhi dell'Inquisizione. L'Arcilettore fece una lunga
pausa. Voglio che arresti Sepp dan Teufel.
Glokta aggrott la fronte. Teufel? Il Reggente della Zecca, Vostra Eminenza?
Esatto.
Il Reggente della Zecca Reale. Un uomo importante, di
un'importante famiglia. Un pesce molto grosso per il mio
piccolo acquario, con amicizie potenti. Potrebbe essere pericoloso, o addirittura fatale, arrestare un uomo del genere.
Posso chiedere perch?
No, non puoi. Lascia che sia io a preoccuparmi dei perch. Tu concentrati sull'ottenere una confessione.
Una confessione per quale colpa, Arcilettore?
Beh, per corruzione e alto tradimento! Pare che il nostro
amico, il Reggente della Zecca, sia stato assai indiscreto nel
condurre certi affari personali. Sembra che abbia accettato
delle tangenti, cospirando con la Gilda dei Merciai per defraudare il Re. In questo senso, sarebbe estremamente utile
se un Merciaio di alto rango facesse il suo nome a proposito
di un qualche sfortunato collegamento.
Non pu essere una coincidenza che proprio in questo
momento io tenga prigioniero un Merciaio d'alto rango nella
mia stanza degli interrogatori. Glokta alz le spalle. Quando la gente comincia a parlare, sconvolgente sentire quanti
nomi saltino fuori.
Bene. L'Arcilettore agit la mano. Puoi andare, Inquisitore. Torner per la confessione di Teufel domani a quest'ora. meglio che tu me la faccia avere.
Glokta respirava lentamente nell'arrancare lungo il corridoio. Inspira, espira. Calmo. Non si aspettava di lasciare
4.
Non davvero una scelta
dore acido e stantio del suo sudore, che pure puzzava terribilmente, bens la coperta che cominciava a marcire. Ne aveva strappati vari pezzi per legarseli attorno ai polsi con uno
spago a mo' di guanti, un altro gli avvolgeva la testa come se
fosse un cappello sporco e maleodorante, altri due fungevano
da imbottitura per gli stivali, e lo straccio rimanente se l'era
avvolto a pi strati attorno al corpo, sotto la giubba. Emanavano un fetore nauseabondo, ma gli avevano salvato la vita
durante la notte, e questo per Logen era un buon compromesso. Il tanfo sarebbe dovuto aumentare parecchio, prima
di convincerlo a liberarsi della coperta.
Si rimise in piedi a fatica e si guard intorno. La stretta
valle, conchiusa da pareti scoscese e soffocata dalla neve, era
sovrastata da tre grandi picchi, tre mucchi innevati di roccia
grigio scuro che si stagliavano contro l'azzurro del cielo. Li
conosceva bene, erano suoi vecchi amici, in effetti gli unici
che gli fossero rimasti. Si trovava sugli Alti Luoghi, sul tetto
del mondo, ed era salvo.
Salvo, si disse con voce roca, ma senza gioia. Salvo dal
cibo, e salvo anche dal calore, questo era poco ma sicuro.
Non c'era pericolo di incontrare due nemici del genere lass.
Era sfuggito agli Shanka, ma questo posto era abitato solo
dai morti, e se non si fosse sbrigato ad andarsene li avrebbe
raggiunti presto.
Per l'appunto, adesso aveva una fame da lupi e nello stomaco sentiva una voragine senza fondo, che lo chiamava gridandogli il proprio dolore. Logen frug nella sacca in cerca
dell'ultimo trancio di carne, che ormai era solo un boccone
vecchio, marrone e unticcio, simile a un rametto secco. Non
gli avrebbe certo riempito lo stomaco, ma non aveva altro,
quindi lo azzann. Era duro come la pelle di un vecchio stivale, tanto che dovette mandarlo gi assieme a un po' di
neve.
Si scherm gli occhi con un braccio e guard a nord lungo
la valle, lungo la strada da cui era arrivato il giorno prima. Il
terreno digradava a poco a poco, la neve e la roccia lasciava-
Logen prese un lungo respiro gelato e butt fuori tutta l'aria. Addio, amici miei, mormor. Addio. Quindi si gett
la sacca su una spalla, si volt e cominci ad arrancare nella
neve alta. A valle, verso sud, lontano dalle montagne.
Cadeva ancora una pioggia leggera. La fredda rugiada che
ricopriva ogni cosa si raccoglieva a poco a poco sui rami,
sulle foglie e sugli aghi di pino, per poi precipitare in grosse
gocce sui vestiti gi fradici di Logen, inzuppandolo fino alle
ossa.
Si accovacci nel sottobosco umido e rimase immobile, in
assoluto silenzio, mentre l'acqua gli scorreva lungo il viso e
scivolava sulla lama luccicante del coltello. Attorno a lui
sentiva solo il grande movimento della foresta, coi suoi innumerevoli suoni: gli infiniti zampettii degli insetti, il cieco tramestio delle talpe, il timido fruscio del cervo, il lento pulsare
della linfa dentro gli antichi tronchi. Tutte le creature viventi
della foresta andavano in cerca del proprio cibo, e lui non faceva eccezione. Lasci che la sua mente si concentrasse su
un animale vicino, che si stava muovendo cautamente tra le
fronde alla sua destra. Delizioso. La foresta divenne d'un
tratto silenziosa, a parte l'interminabile gocciolare dell'acqua
dai rami. Tutto il mondo adesso girava attorno a Logen e al
suo prossimo pasto.
Quando lo giudic abbastanza vicino, balz allo scoperto
sull'animale e lo atterr nel fango. Il giovane cervo scalciava,
si dimenava, ma Logen affond fulmineo la lama nel collo
della bestia, fino a recidergli la gola, e subito il sangue bollente si rivers a fiotti dallo squarcio, scorrendo sulle sue
mani e intridendo la terra gi bagnata.
Logen raccolse la carcassa e se la gett sulle spalle, pensando a quanto sarebbe stata buona cucinata in umido, magari con qualche fungo. Squisita. E poi, dopo mangiato, avrebbe interrogato gli spiriti, i cui consigli erano del tutto inutili,
ma quantomeno gli avrebbero fatto compagnia.
Quando raggiunse l'accampamento, era quasi il tramonto.
La dimora che s'era creato era adatta a un eroe della sua statura, ovvero due grossi bastoni che sorreggevano un mucchio
di rami umidi sopra un buco nel terreno. Almeno l sotto era
quasi asciutto e poi aveva smesso di piovere, perci decise
che quella notte avrebbe acceso un fuoco, perch era tanto
tempo che non si riservava una cortesia del genere, un fuoco
tutto per s.
Pi tardi, ben nutrito e riposato, Logen mise un pezzetto
di chagga nella sua pipa. Ne aveva trovata una bella colonia
umida e gialla alcuni giorni prima, alla base di un albero, ma
prima di quella sera il pezzo che aveva staccato non s'era
seccato abbastanza per poterlo fumare. Raccolse un rametto
infuocato dalle fiamme e lo infil nel focolaio della pipa, poi
tir boccate avide finch il fungo non cominci a bruciare,
spargendo in aria il familiare aroma dolciastro di terra.
Toss, soffi fuori il fumo marrone e si mise a fissare le
fiamme mutevoli, che riportarono la sua mente ad altri tempi, ad altri fal. Vide Mastino, col suo ghigno e la luce che
gli baluginava sui denti appuntiti; Tul Duru, grosso come una
montagna e dalla risata simile al tuono, gli era seduto davanti; c'era Forley il Debole, sempre un po' impaurito, con quei
suoi occhi nervosi che scattavano da una parte all'altra, e
Todd Tretronchi, e anche il silenzioso Harding il Cupo, che
non fiatava mai e per questo lo chiamavano il Cupo.
C'erano tutti, eppure non c'erano, perch la morte li aveva
restituiti alla terra. Logen svuot la pipa nel fuoco e la mise
via, visto che non aveva voglia di fumare adesso. Suo padre
aveva ragione nel dire che non si dovrebbe mai fumare da
soli.
Svit il tappo della fiaschetta ammaccata, bevve una sorsata e sput una cascata di goccioline sulle fiamme, facendo
innalzare una vampata di fuoco nell'aria gelida. Dunque, si
pul le labbra nell'assaporare l'amaro del forte liquore, poi
poggi la schiena contro il tronco nodoso di un pino e attese.
Ci misero un po' ad arrivare. Erano in tre. Giunsero silenziosi dalle ombre che danzavano tra gli alberi, e acquistarono
sinistra.
Logen corrug la fronte. Aveva sentito parlare di questi
Maghi. Una volta aveva incontrato uno stregone, ma lo aveva fatto fuori senza problemi, anche perch quello non aveva
usato poteri soprannaturali a quanto gli risultava. Un Mago,
per, era tutt'altra faccenda.
Sappiamo che i Maghi sono saggi e forti, disse lo spirito centrale. Uno come lui pu portare un uomo lontano,
mostrargli molte cose. Ma sono anche subdoli e perseguono i
loro scopi personali.
Che cosa vuole da me?
Chiediglielo. Gli spiriti non erano interessati agli affari
degli uomini, per cui non fornivano mai molti dettagli. Comunque era sempre meglio questo che le solite chiacchiere
sugli alberi.
Che cosa farai, Novedita?
Logen ci pens su. Andr a sud e trover questo Mago,
per chiedergli che cosa vuole da me.
Gli spiriti annuirono senza lasciar trapelare il loro pensiero in merito, non gli interessava.
Addio, dunque, Novedita, disse lo spirito sulla destra.
Potrebbe essere l'ultima volta che ci incontriamo.
Prover a tirare avanti anche senza di voi.
Ma l'arguzia di Logen era sprecata con loro. Gli spiriti si
alzarono e si allontanarono dal fuoco, sparendo a poco a
poco nell'oscurit. Ben presto furono scomparsi, eppure dovette ammettere che gli erano stati pi utili di quanto avesse
osato sperare, perch gli avevano dato uno scopo.
Si sarebbe diretto a sud al mattino e avrebbe trovato questo Mago. Chiss Magari era anche un tipo loquace. Di
certo non poteva essere peggio che beccarsi una pioggia di
frecce senza motivo. Guard le fiamme, annu lentamente tra
s e s.
Ricord altri tempi e altri fal, quando non era solo.
5.
Giocare coi coltelli
Era una bellissima giornata di primavera ad Adua e i tiepidi raggi solari penetravano attraverso i rami del cedro profumato, gettando trame screziate di luce e ombra sui giocatori
seduti sotto le sue fronde. La gradevole brezza che spirava
nel cortile li obbligava a tenersi strette le carte in mano, oppure a fermarle sul tavolo con bicchieri o monete. Gli uccelli
cantavano sugli alberi e dalla parte opposta del prato giungeva lo schiocco delle cesoie di un giardiniere, che risuonava
tenue e persino piacevole sugli alti edifici bianchi del cortile.
Se i giocatori considerassero gradevole anche la grossa somma di denaro al centro del tavolo, dipendeva dalle carte che
avevano in mano, ovviamente.
Al Capitano Jezal dan Luthar piaceva di sicuro. Aveva
scoperto il suo sorprendente talento per il gioco da quando
aveva ottenuto l'incarico nella Guardia del Re, talento che
sfruttava per vincere elevate somme di denaro a scapito dei
suoi compagni d'arme. Non che avesse bisogno di soldi,
chiaramente, data la ricchezza della sua famiglia, ma ci gli
aveva permesso di mantenere l'illusione di essere un risparmiatore, quando invece spendeva come un forsennato. Ogni
volta che tornava a casa, suo padre non faceva altro che annoiare tutta la famiglia sulla lungimiranza economica del figlio, e alla fine l'aveva premiato comprandogli il titolo di Capitano solo sei mesi prima. Ai suoi fratelli non era andata
gi. S, in effetti il denaro era senz'altro utile, e nulla d pi
soddisfazione dell'umiliare i propri amici pi cari.
Jezal stava sbracato sulla panca con una gamba distesa,
mentre scrutava uno per uno tutti gli altri giocatori. Il Maggiore West si dondolava sulla sedia, talmente in bilico che
moda e molto dispendiosa, e Jezal non avrebbe mai rinunciato a una cosa del genere solo perch non gli piaceva. Inoltre,
l'ultima volta che era stato in citt, suo padre gli aveva comprato una bellissima pipa d'avorio che gli s'addiceva molto.
Ai suoi fratelli non era andato gi neanche questo, ora che ci
pensava.
Vedo, disse Brint.
Jezal tolse la gamba dalla panca. In questo caso, rilancio
di diciamo cento. Spinse la pila intera al centro del tavolo
e West risucchi l'aria tra i denti stretti. Una moneta cadde di
taglio dalla cima, rotol lungo il tavolo di legno e fin per
terra, sul lastricato, tintinnando in modo inconfondibile. Il
giardiniere dall'altra parte del cortile volt istintivamente la
testa per poi tornare a occuparsi della potatura.
Kaspa respinse le carte come se gli bruciassero tra le dita,
poi scosse la testa. Dannazione, sono un pessimo
giocatore, si lament, mentre si appoggiava contro il tronco
ruvido dell'albero.
Jezal fiss il Tenente Brint diritto negli occhi, accennando
un sorriso che non rivelava nulla. Sta bluffando, borbott
Jalenhorm. Non farti prendere in giro, Brint.
Non farlo, Tenente, sugger invece West; ma Jezal sapeva che l'avrebbe fatto, perch doveva dimostrare di poter perdere quella cifra. E difatti, senza esitare, Brint spinse tutte le
sue monete sul tavolo con un gesto noncurante.
E fanno cento, prendere o lasciare. Stava cercando con
tutto se stesso di sembrare padrone della situazione di fronte
agli ufficiali pi anziani, ma nella sua voce si avvertiva
un'affascinante sfumatura d'isteria.
Ottimo, disse Jezal. Qui siamo tutti amici. Che cos'hai
in mano, Tenente?
Ho la Terra. Gli occhi di Brint avevano un che di febbrile mentre mostrava le carte al gruppo.
Jezal assapor l'atmosfera carica di tensione. Prima corrug la fronte, poi scroll le spalle e sollev le sopracciglia. Si
gratt la testa con aria pensosa, dilettandosi nell'osservare
Con il grosso martello da guerra, Jezal vibr un colpo diretto alla testa del vecchio con tutta la forza che aveva nel
braccio sinistro, ma a stento riusciva a sollevare quel dannato
arnese nelle giornate migliori. Il Maresciallo Varuz schiv
senza difficolt e gli sferr una bastonata in faccia.
Ahi! Mentre barcollava all'indietro gemendo, il martello gli sfugg di mano e gli cadde su un piede. Aaaaah! Jezal si chin subito ad afferrarsi il dito dolorante, ma per farlo
fu costretto a mollare anche la spranga, che piomb a terra
con un clangore metallico. Il Maresciallo approfitt della distrazione per picchiarlo sul fondoschiena, con uno schiocco
secco che riecheggi per tutto il cortile e che fece cadere Jezal a faccia avanti, in preda a un dolore tremendo.
Sei pietoso!, grid il vecchio. Mi stai facendo vergognare di fronte al Maggiore West! Il Maggiore si stava dondolando sulla sedia ed era scosso da risate soffocate. Jezal rimase a fissare gli stivali lucidissimi del Maresciallo, non vedendo la ragione per affrettarsi a rialzarsi.
In piedi, Capitano Luthar!, tuon Varuz. Il mio tempo
prezioso, a differenza del tuo!
D'accordo, d'accordo! Jezal, esausto, si rialz a fatica e
se ne rest l, ansimante e sudato, a dondolarsi sotto il sole
rovente.
Varuz gli si avvicin per odorargli il fiato. Hai gi bevuto a quest'ora?, domand smuovendo i baffi grigi. E hai
bevuto anche ieri sera, sicuramente! Jezal non seppe che rispondere. Accidenti a te! Abbiamo del lavoro da fare e non
posso farlo da solo, Capitano Luthar! Mancano quattro mesi
al Torneo, quattro mesi per fare di te uno spadaccino esemplare!
Varuz attese una risposta, che Jezal per non fu in grado
di dargli. La verit era che stava facendo tutto questo per accontentare suo padre, ma qualcosa gli diceva che il vecchio
soldato non avrebbe accettato una spiegazione del genere,
cos tacque per il timore di prendersi un'altra batosta.
Bah!, gli grid Varuz in faccia, poi si volt, con il bastone
di pietra.
Siccome il Consiglio Aperto era riunito in seduta, la piazza era semideserta, e Jezal pot raggiungere il portone della
Casa dei Guerrieri con andatura pi tranquilla. Un sergente
corpulento gli fece un cenno con la testa mentre oltrepassava
l'ingresso e Jezal si chiese se costui appartenesse o meno alla
sua compagnia, poich, a conti fatti, i soldati semplici si somigliavano tutti. Ignor l'uomo e prosegu la sua corsa tra i
torreggianti edifici bianchi.
Perfetto, mormor. Jalenhorm e Kaspa erano seduti accanto alla porta della Torre delle Catene, intenti a fumare le
pipe e a farsi grasse risate. Quei bastardi dovevano aver immaginato che sarebbe passato di l.
Per l'onore e la gloria!, rugg Kaspa, mentre scuoteva la
spada infoderata al passaggio di Jezal. Non far aspettare il
Lord Maresciallo! gli url alle spalle, prima di scoppiare a
ridere.
Dannati idioti, ansim, aprendo la pesante porta con
una spinta della spalla. Non appena inizi a salire la ripida
scala a chiocciola, Jezal sent il respiro raspargli in gola.
Duecentonovantuno gradini in tutto lo aspettavano in quella
che era una delle torri pi alte dell'Agriont. Scale del cazzo,
imprec dentro di s. Quando ebbe raggiunto il centesimo
gradino, quasi non sentiva pi le gambe e respirava ormai a
fatica; giunto al duecentesimo, era talmente esausto che sal
le scale rimanenti senza correre. Ogni gradino era una vera e
propria tortura. Finalmente, usc da una torretta e si ritrov
sul tetto, dove and subito ad appoggiarsi al parapetto, stringendo subito gli occhi per l'improvvisa luminosit.
A sud la citt si estendeva sotto di lui come un tappeto infinito di case bianche disposte lungo tutta la baia luccicante,
ma nella direzione opposta la veduta dell'Agriont era ancora
pi impressionante, coi magnifici edifici bianchi che parevano accatastati l'uno sopra all'altro, in un disordine punteggiato di alte torri e spezzato di tanto in tanto da verdi prati o alberi enormi, con l'ampio fossato che correva parallelo alle
Il Lord Maresciallo, per, era meno impressionato. Pieghi troppo le ginocchia in terza posizione, e devi cercare di
stendere di pi il braccio destro in quarta, ma a parte
questo, fece una pausa, sei passabile. Jezal esal un sospiro di sollievo. Un vero elogio da parte del Maresciallo!
A-ha!, grid il vecchio, colpendolo al costato con l'estremit della custodia. Jezal croll al suolo, quasi senza fiato. Devi migliorare i riflessi per, Capitano. Bisogna sempre stare all'erta. Sempre. Se hai delle spade tra le mani, allora tienile sollevate.
S, signore, gracchi Jezal.
E non hai resistenza, sei gi a pezzi. So da fonti attendibili che Bremer dan Gorst corre dieci miglia al giorno, e a
malapena gli esce una goccia di sudore. Il Maresciallo Varuz si pieg sopra di lui. Da oggi in poi tu farai lo stesso.
Oh, s. Tutte le mattine alle sei, farai il giro delle mura dell'Agriont, e poi un'ora di duello con il Maggiore West, che
stato cos gentile da accettare di farti da avversario. Sono
certo che porr in evidenza tutte le piccole debolezze della
tua tecnica.
Jezal si massaggi le costole tra smorfie di dolore. E per
quanto riguarda le bevute, voglio che tu ci dia un taglio. Io
sono per i divertimenti quando il momento adatto, ma avrai
tutto il tempo di festeggiare dopo il Torneo, a patto che il
duro lavoro ti porti alla vittoria. Fino ad allora, devi rigare
dritto. Mi capisci, Capitano Luthar? Si pieg ancora di pi
su di lui, scandendo ogni parola con molta chiarezza. Rigare. Dritto. Capitano.
S, Maresciallo Varuz, mormor Jezal.
Sei ore dopo era pi sbronzo di una spugna. Si tuff per
strada ridendo come un matto, con la testa che vorticava nonostante l'aria gelida gli schiaffeggiasse la faccia. Le casette
squallide attorno a lui oscillavano fino a confondersi e tutta
la via mal illuminata pareva inclinarsi come una nave mezza
sommersa. Jezal trattenne valorosamente l'impulso di vomi-
spada, ma lo spettro bianco si fece avanti con terribile rapidit. Da vicino era anche pi massiccio, ostile e terrificante.
Suo malgrado, Jalenhorm arretr di un passo, inciamp su
una sporgenza della strada e cadde all'indietro con un forte
baccano. La testa di Jezal non smetteva di battere.
Indietro!, grid West estraendo l'arma dal fodero, con
un lieve fruscio metallico.
Aaaaah!, ringhi il mostro, i pugni stretti simili a due
grossi macigni bianchi.
Aargh!, gorgogliava l'uomo con la testa nel sacco.
Pieno d'angoscia, Jezal rivolse lo sguardo a quello allampanato, che gli sorrise. Come si poteva ridere in un momento
del genere? Grande fu la sua sorpresa quando vide che teneva in mano un orrendo coltellaccio lungo. Da dove era spuntato? Subito armeggi goffamente per estrarre la spada, ma
fu interrotto.
Maggiore West!, fece una voce nell'ombra, pi gi lungo la strada. Jezal si ferm, incerto sul da farsi, con la spada
sguainata a met. Jalenhorm si alz in piedi in modo impacciato, con la divisa incrostata di fango, ed estrasse la spada a
propria volta. Il mostro pallido li fissava senza battere ciglio,
n arretrare di un passo.
Maggiore West!, ripet la voce, ora accompagnata anche da un ticchettio legnoso. West era impallidito. Una figura
che zoppicava vistosamente emerse dalle tenebre con l'ausilio di un bastone, poggiato per terra a intervalli regolari. Il
cappello a tese larghe gli oscurava la parte superiore del volto, ma la sua bocca era distorta in uno strano ghigno. Jezal
not nauseato che gli mancavano i quattro denti davanti. Poi
la figura si trascin verso di loro, ignorando le spade e i coltelli snudati, per offrire a West la mano libera.
Il Maggiore rinfoder lentamente la spada, gli prese la
mano e la strinse senza vigore. Colonnello Glokta?, domand con voce roca.
Tuo umile servo, anche se non sono pi un uomo d'arme.
Faccio parte dell'Inquisizione del Re adesso. Sollev un
6.
Denti e dita
7.
Il vasto e desolato Nord
rali improvvisi, ma quando poteva Logen accendeva dei fumosi focherelli di stoppie per la notte, onde sollevarsi un tantino il morale fin sotto terra e attirare eventuali stregoni di
passaggio. Quella sera era piovuto, quindi Logen aveva dovuto aspettare che il suolo si fosse asciugato un po' prima di
poter accendere il fuoco. Aveva appena messo sulle fiamme
il tegame, per fare uno stufato con l'ultimo pezzo di carne
che si era portato dietro dalla foresta. Il mattino successivo
avrebbe dovuto spostarsi in cerca di cibo, ma il Mago poteva
raggiungerlo in un secondo momento, se ancora gli interessava.
Stava mescolando il suo magro pasto, mentre rifletteva se
ritornare verso nord o proseguire a sud il giorno dopo, quando ud un rumore di zoccoli sulla strada, quello di un cavallo
solo, e lento. Logen si accomod sulla sua giubba e attese.
Sent un nitrito, poi il tintinnio dei finimenti, e infine un
uomo a cavallo apparve sulla cima della collina. Poich il
sole era debole e basso all'orizzonte dietro di lui, Logen non
poteva vederlo chiaramente, ma l'uomo sedeva rigido e impacciato sulla groppa del cavallo, come se non fosse abituato
a viaggiare. Lo sconosciuto spron il cavallo con delicatezza
in direzione del fuoco e tir le redini a qualche passo da lui.
Buona sera, esord.
Non era affatto il tipo di uomo che Logen si era aspettato,
bens un giovane macilento con un pallore da malato in faccia, tutto sorrisi nervosi, occhioni cerchiati di scuro e capelli
lunghi, che la pioggerella gli aveva incollato sulla testa. Era
pi zuppo che saggio, e di certo non potente oltre l'immaginazione degli uomini. Pareva soprattutto affamato, infreddolito e malato. Tuttavia c'era da dire che Logen non aveva un
aspetto poi molto diverso.
Dov' il tuo bastone?
Il giovane parve sorpreso. Io non cio ecco io
non sono un Mago. Arretr di un poco e si inumid le labbra
con fare nervoso.
Gli spiriti mi hanno detto di aspettare un Mago, ma spes-
so si sbagliano.
Oh Beh, io sono un apprendista, ma il mio Maestro, il
grande Bayaz, disse chinando la testa con rispetto, niente
meno che il Primo Mago, esperto nella Nobile Arte e profondo conoscitore del mondo. Mi ha mandato a cercarti, il giovane parve all'improvviso dubbioso, per portarti ma tu
sei Logen Novedita?
Logen sollev la mano sinistra e guard il ragazzo pallido
attraverso lo spazio vuoto dove una volta c'era il dito medio.
Oh, meno male. L'apprendista fece un sospiro di sollievo,
poi si ferm di colpo. Cio, voglio dire ehm mi spiace
per il dito.
Logen scoppi a ridere per la prima volta da quando era
riuscito a scampare al fiume. Non era una battuta divertente,
ma rise forte comunque e la cosa gli diede una bella sensazione. Il giovane sorrise e scese di sella tutto dolorante. Il
mio nome Malacus Quai.
Malacus che?
Quai, rispose nell'avvicinarsi al fuoco.
Che razza di nome ?
Provengo dal Vecchio Impero.
Logen non aveva mai sentito nominare quel posto. Un
impero, eh?
Beh, lo era, una volta. La nazione pi potente del Mondo
Circolare. Il giovane si sedette rigidamente accanto ai fuoco. Ma la gloria del passato sbiadita da tempo. Ora non
altro che un enorme campo di battaglia. Logen annu, poich sapeva bene che aspetto avesse un campo di battaglia.
molto lontano, a occidente del mondo. L'apprendista fece
un gesto vago con la mano.
Logen rise di nuovo. Quello l'est.
Al che Quai gli rivolse un sorriso mesto. Sono un veggente, ma non uno dei migliori, a quanto pare. Il Maestro Bayaz mi ha mandato a cercarti, ma non ho incontrato il favore
delle stelle e mi sono perso nel temporale. Si tolse i capelli
da davanti agli occhi e apr le mani. Avevo un cavallo da
caratteraccio.
Logen bevve altro liquore. Il calore si stava diffondendo
nel suo corpo per la prima volta dopo settimane. Ci fu una
pausa. Che cosa vuole da me, Quai?
Nessuna risposta. Il ragazzo gi russava sommessamente
dall'altra parte del fuoco. Logen sorrise e, avvolgendosi nella
giubba, si mise a dormire anche lui.
L'apprendista si dest in preda a un improvviso accesso di
tosse. Era prima mattina e sul mondo ancora buio aleggiava
una nebbia spessa. Probabilmente era meglio cos, perch
non c'era molto da vedere, a parte miglia e miglia di fango,
roccia e sterpi marroni di ginestrone. Ogni cosa era ricoperta
da uno strato di rugiada gelida, ma Logen era riuscito a tenere in vita un focherello triste. Quai, i capelli appiccicati al
volto esangue, si gir su un lato, sempre tossendo, e sput
del catarro per terra.
Aaah, gemette con voce roca, poi toss e sput di nuovo.
Logen assicur sull'infelice cavallo l'ultimo pezzo del suo
misero equipaggiamento e disse: 'Giorno. Lev gli occhi
al cielo bianco, prima di aggiungere: Non un buon giorno,
per
Morir. S, morir, cos non sar costretto a muovermi.
Non abbiamo cibo, quindi se restiamo qui morirai di certo. Cos potr mangiarti e ritornare sulle montagne.
L'apprendista gli rivolse un debole sorriso. Che facciamo, allora?
Gi, bella domanda. Dove si trova questo Bayaz?
Alla Grande Biblioteca del Nord.
Logen non l'aveva mai sentita nominare, ma d'altra parte i
libri non gli erano mai interessati molto. E dove sarebbe?
A sud di qui, a circa quattro giorni di cavallo, accanto a
un grande lago.
Conosci la strada?
L'apprendista si tir in piedi a fatica e rimase l, a dondo-
lare. Oltre ad avere il respiro corto, era pallido come un morto e sulla fronte gli luccicava una patina di sudore. Credo di
s, mormor, ma non sembrava tanto convinto.
Anche ammesso che non si perdessero, n Quai n il suo
cavallo avrebbero potuto affrontare quattro giorni di marcia
senza mangiare, quindi trovare del cibo era la prima cosa. La
strada che portava a sud attraverso i boschi era la migliore, e
anche se il rischio di venire uccisi dai banditi era maggiore,
sarebbe stato pi semplice trovare del cibo. In tutti gli altri
casi sarebbero comunque morti di fame.
Tu andrai a cavallo, disse Logen.
Ma sono stato io a perdere gli altri due, quindi dovrei andare a piedi.
Logen mise la mano sulla fronte del ragazzo e la sent calda e appiccicaticcia. Hai la febbre. meglio che sia tu ad
andare a cavallo.
L'apprendista non tent neanche di controbattere, ma
guard gli stivali malandati di Logen. Almeno, prendi i
miei stivali.
Logen scosse la testa. Troppo piccoli. Si inginocchi
sui resti fumanti del fuoco e arricci le labbra.
Che stai facendo?
Ci sono gli spiriti nel fuoco. Questo qui lo terr sotto la
mia lingua, cos potr usarlo pi tardi per accendere un altro
fal. Quai pareva troppo malato per meravigliarsi, cos Logen risucchi lo spirito e toss sul fumo, rabbrividendo per il
sapore amaro. Sei pronto per partire?
L'apprendista spalanc le braccia in un gesto di impotenza. Pi pronto di cos!
Malacus Quai adorava parlare e lo fece ininterrottamente
mentre attraversavano la brughiera verso sud, per tutto il
tempo che il sole impieg a salire nel cielo caliginoso, e
quando entrarono nel bosco verso sera non aveva ancora
smesso. Neanche la febbre riusciva a zittirlo, ma a Logen
non dispiaceva, perch era passato tanto tempo da quando
aveva parlato con qualcuno, e ascoltare le chiacchiere lo aiutava a distrarsi dal dolore ai piedi. Era esausto e affamato,
ma erano soprattutto i piedi a dargli il vero tormento, poich
gli stivali erano ormai ridotti a due brandelli di pelle consunta, per cui le dita erano piene di tagli e ferite, e il polpaccio
gli faceva ancora male per il morso dello Shanka. Ogni passo
era un'ordalia. Una volta lo definivano l'uomo pi temuto del
Nord, invece ora aveva paura dei pi piccoli rametti e sassolini sul sentiero. Ci sarebbe stato quasi da riderne, se non che
colp un ciottolo con un piede e fu distratto dal dolore.
e cos ho trascorso sette anni a studiare con il Maestro
Zacharus. grande tra i Maghi; pensa che il quinto dei dodici apprendisti di Juvens, un grande uomo. Tutto quello
che aveva a che fare coi Maghi sembrava grande agli occhi
di Quai. Ha sentito che ero pronto per venire alla Grande
Biblioteca del Nord a studiare con il Maestro Bayaz e guadagnarmi finalmente il bastone del Mago, ma le cose non sono
state semplici per me una volta arrivato l. Il Maestro Bayaz
molto esigente e
D'improvviso il cavallo si ferm, sbuff, e fece un incerto
passo indietro. Logen annus l'aria incupito e sent che c'erano degli uomini, gente che non si lavava da parecchio.
Avrebbe dovuto accorgersene prima, ma era stato completamente assorbito dai suoi piedi. Quai lo guard dalla sella.
Che succede?
Come in risposta alla sua domanda, un uomo sbuc da
dietro un albero a circa dieci passi di distanza, e un altro
comparve pi gi lungo la via. Erano feccia, senza alcun
dubbio; lo cap subito perch erano sporchi, con barbe incolte, vestiti di pelli stracciate e pellicce mal assortite. Non erano poi tanto diversi da Logen, tutto sommato. Quello scheletrico sulla sinistra impugnava una lancia con dei barbigli sulla punta, quello corpulento sulla destra aveva una spada pesante macchiata di ruggine e un vecchio elmo ammaccato
con uno spuntone sulla sommit. Avanzarono, compiaciuti
nei loro ghigni. Logen sent un rumore alle sue spalle e volt
sta della lancia con una mano, gli diede sulla faccia una testata tale da frantumargli il naso e, mentre quello si allontanava con il sangue che gli colava sul mento, Logen lo attir
di nuovo a s con uno strattone. Tracci un ampio arco con il
braccio sinistro, per accumulare potenza nel colpo e poi gli
sferr un pugno al collo. Il bandito croll, strozzato, e Logen
gli strapp la lancia dalle mani.
Sentendo poi del movimento alle sue spalle, si butt subito a terra e si rotol verso sinistra. L'ascia sibil nel fendere
l'aria sopra la sua testa e apr un lungo taglio sul fianco del
cavallo, spargendo alcune gocce di sangue per terra e recidendo anche la cintura che teneva la sella in groppa. Bubbone continu a girare su se stesso, trasportato dalla forza d'inerzia, cos Logen si lanci per assalirlo, ma prese una storta
su un sasso e cominci a zoppicare come un ubriaco, urlando
per il dolore. Una freccia scagliata dagli alberi alle sue spalle
gli sfior la faccia ma svan tra i cespugli sul lato opposto del
sentiero. Il cavallo nitriva, scalciava, rivoltando gli occhi in
modo frenetico, finch alla fine non part lungo il sentiero al
galoppo sfrenato. Malacus Quai emise una specie di guaito
quando la sella scivol dalla groppa dell'animale e lui piomb tra i cespugli.
Logen per non aveva tempo di pensare a lui adesso. Con
un folle ruggito di battaglia si scagli contro l'uomo con l'ascia nell'intento di infilzargli il cuore con la lancia, solo che
l'altro sollev in tempo la sua arma per deviare la traiettoria
del colpo. Ma non abbastanza. La punta gli trapass la spalla
da parte a parte, lo fece girare su se stesso con un movimento
che spezz l'asta della lancia. Logen perse l'equilibrio e incespic in avanti, finendo per cadere addosso a Bubbone e
graffiandosi la fronte con la punta di metallo che usciva fuori
dalla schiena dell'altro, ma ci non gli imped di afferrargli i
capelli arruffati con entrambe le mani e di fracassargli la faccia contro un sasso.
Si rialz con gran fatica e si pul il sangue dagli occhi appena in tempo per vedere una freccia che, dal fitto della ve-
to insanguinato e che lo guardava a bocca aperta con gli occhi spalancati, fissi al cielo.
Devo avergli sfondato la trachea, mormor. Le sue
mani inzaccherate di sangue non smettevano di tremare, al
punto che dovette afferrarsele una con l'altra per farle stare
ferme.
Che ne stato di quello tra gli alberi?
Logen annu e basta. Che successo al cavallo?
Scappato, rispose Quai con aria disperata. Che faremo
adesso?
Vediamo se avevano del cibo con loro. Logen indic il
cadavere fumante. E tu mi aiuti a togliergli gli stivali.
8.
Allenamenti di scherma
io, capisci? Si farebbe prima a demolire il Palazzo del Creatore. Il Lord Maresciallo indic il profilo lontano del gigantesco torrione, che incombeva sugli edifici del cortile. Il Palazzo del Creatore!, grid, pieno di disgusto.
Jezal tir su col naso e sbatt il tacco dello stivale per terra, chiedendosi per la centesima volta se non fosse meglio lasciar perdere e rifiutarsi da oggi in poi di tenere di nuovo in
mano una spada. Ma poi che cosa avrebbe detto la gente?
Suo padre, che era assurdamente fiero di lui, se ne andava in
giro a vantarsi del suo talento con chiunque gli desse ascolto.
Voleva con tutto il cuore vedere suo figlio combattere sulla
Piazza dei Marescialli, di fronte a una folla in delirio; quindi,
se Jezal si fosse arreso ora, suo padre ne sarebbe rimasto
mortificato, e allora tanti saluti all'incarico di Capitano, tanti
saluti alla rendita e tanti saluti alle sue ambizioni. Senza dubbio, i suoi fratelli avrebbero fatto i salti di gioia.
Il segreto sta nell'equilibrio, continuava Varuz. Tutta
la forza proviene dalle gambe! Da oggi in poi faremo un'ora
in pi sulla trave. Tutti i giorni. Jezal fece una smorfia. Ricapitoliamo: corsa, esercizi con la barra, posizioni, un'ora di
duello, poi di nuovo posizioni e infine un'ora sulla trave. Il
Lord Maresciallo annu soddisfatto. Per ora, baster. Ci vediamo alle sei in punto domani mattina, e voglio vederti lucido, sobrio e riposato. Varuz aggrott la fronte. Lucido. Sobrio. Riposato.
Non potr tenere questo ritmo per sempre, sai?, disse
Jezal, rigido e zoppicante, di ritorno ai suoi alloggi. Quanta
merda si pu umanamente sopportare?
West sorrise. E questo nulla. Non ho mai visto il vecchio bastardo essere cos tenero coi suoi allievi. Devi stargli
parecchio simpatico, perch con me non mai stato tanto
bendisposto.
Jezal non poteva crederci. Era peggiore di cos?
Io non avevo la tua preparazione. Pensa che una volta mi
ha fatto tenere la barra sospesa sulla testa per un giorno inte-
Jezal per poco non si strozz mentre mandava gi, versandosi un po' di vino sulla giacca. Oh, che sbadato, disse.
Ecco, tenetelo un momento. Ardee gli consegn il suo
bicchiere, che Jezal prese senza pensare, ritrovandosi con entrambe le mani occupate. Quando lei cominci a tamponargli
il petto con un fazzoletto bianco, lui non pot obiettare alla
sua sfrontatezza. Per la verit, se lei non fosse stata cos bella, avrebbe obiettato eccome. Si chiese se Ardee avesse la
minima idea della splendida veduta che gli stava offrendo del
suo petto. Ovviamente no, come poteva? Lei era semplicemente nuova qui, ignara delle usanze della corte, coi modi
spontanei delle ragazze di campagna, e cos via bella vista
per, non lo si poteva negare.
Fatto. Ora va meglio, fece lei, ma il suo tentativo di pulizia non aveva sortito grandi differenze, almeno non nella
divisa. Gli prese entrambi i bicchieri dalle mani e scol il suo
con un rapido e ben collaudato movimento della testa, poi li
spinse sul tavolo. Vogliamo andare?
S certamente. Oh. Le offr il braccio.
Ardee lo condusse lungo il corridoio e poi gi per le scale,
sempre chiacchierando liberamente. Lo assedi con una raffica di parole pi simili a stoccate e, come aveva notato il
Maresciallo Varuz poco prima, la sua difesa era debole. Jezal
tent disperatamente di parare questi colpi mentre attraversavano l'ampia Piazza dei Marescialli, ma riusc a malapena a
proferire parola. Era come se Ardee fosse quella di citt e lui
il bifolco venuto dalla provincia.
La Casa dei Guerrieri si trova l dietro? Lei fece un
cenno della testa per indicare il muro imponente che separava il quartier generale dell'esercito dell'Unione dal resto dell'Agriont.
Esatto. L ci sono gli uffici dei Marescialli. E anche gli
alloggi, le armerie e Perse il filo, non gli venne in mente
altro da aggiungere, ma Ardee arriv in suo soccorso.
Dunque, mio fratello da qualche parte l dentro. un
soldato famoso, suppongo, il primo a superare la breccia di
aggrottata. In effetti era strano che non ci avesse mai pensato, ma vivendo nell'Agriont ci si abituava a vederlo e non ci
si faceva pi caso. Il Palazzo sigillato, credo.
Sigillato? Ardee gli venne molto vicina. Jezal si guard
attorno nervosamente, ma nessuno li stava guardando. Non
vi pare strano che nessuno entri mai l dentro? Non vi pare
un mistero? Poteva quasi sentire il respiro di lei sul collo.
Voglio dire, perch non buttare gi la porta?
Jezal stava facendo uno sforzo immane per concentrarsi,
con Ardee che gli stava tanto vicina, e per un istante di spavento ed eccitazione insieme si chiese se la ragazza non stesse facendo la civetta con lui. Ma no, certo che no! Lei non
era abituata alla citt, ecco tutto, e aveva i modi spontanei di
una ragazza di campagna eppure, gli stava molto vicino.
Ah, se solo fosse stata meno attraente o meno sicura! Se solo
fosse stata meno la sorella di West!
Tossicchi e rivolse gli occhi al sentiero, nella vana speranza di trovare una distrazione ma, bench ci fossero alcune
persone per strada, non vide nessuno che conosceva, a
parte L'incantesimo di Ardee si infranse all'improvviso e
Jezal raggel: una figura ingobbita, vestita con indumenti
troppo pesanti per la giornata soleggiata, veniva claudicante
verso di loro, appoggiandosi pesantemente a un bastone. Era
quasi piegato in due e faceva smorfie di dolore a ogni passo;
i passanti, pi veloci di lui, gli stavano alla larga. Jezal cerc
di svignarsela assieme ad Ardee prima che l'uomo li vedesse,
ma lei oppose un'aggraziata resistenza e si diresse diritta verso l'Inquisitore zoppo.
La testa dell'uomo scatt verso di loro mentre si avvicinavano e nei suoi occhi luccic un barlume di discernimento:
l'aveva riconosciuto. Il cuore di Jezal sprofond. Non c'era
modo di evitarlo, ormai.
Ma guardate, il Capitano Luthar!, esord cordialmente
Glokta, trascinandosi un po' troppo vicino per stringergli la
mano. Che piacere! Sono sorpreso che Varuz vi abbia congedato cos presto. La vecchiaia deve averlo ammorbidito.
Sto bene, se cos si pu dire. La sua espressione era diventata strana e mise Jezal pi a disagio che mai. Grazie
molte per averlo chiesto. Nessuno lo fa mai.
Segu un silenzio imbarazzato, finch l'Inquisitore non
pieg la testa da una parte e si fece scrocchiare il collo sonoramente. Ah!, esclam. Cos va meglio. stato un piacere rivedervi entrambi, ma il dovere mi chiama. Concluse
con uno dei suoi sorrisi disgustosi e poi riprese ad arrancare,
trascinando il piede sinistro sull'acciottolato.
Ardee aggrott la fronte mentre fissava la schiena ritorta
dell'uomo che si allontanava lentamente. cos triste, disse sottovoce.
Che cosa?, domand Jezal. Era tornato con la mente a
quel grosso bastardo albino incontrato per strada, a quei suoi
occhietti rosa, al prigioniero con il sacco sulla testa. Tutti
serviamo il Re a modo nostro. Come no. Involontariamente,
rabbrivid.
Lui e mio fratello erano molto amici. Una volta trascorse
l'estate da noi, e la mia famiglia era talmente fiera di ospitarlo che lo metteva in imbarazzo. Lui e Collem tiravano di
scherma tutti i giorni, ma Sand vinceva sempre. C'era qualcosa di eccezionale nel modo in cui si muoveva. Sand dan
Glokta era la stella pi luminosa del firmamento. Accenn
di nuovo quel suo mezzo sorriso compiaciuto. E ora dicono
che la stella siate voi.
Ehm, fece Jezal, incerto se prenderlo come un complimento o una presa in giro. Non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di essere stato sconfitto due volte quel giorno, prima dal fratello, e poi dalla sorella.
Ma lo intrigava pensare che fosse stata lei a infliggergli la
batosta peggiore.
9.
Il rituale del mattino
letto.
Ho fatto bollire l'acqua per il bagno, signore. Riuscite ad
alzarvi?
Una volta Gelo aveva dovuto abbattere la porta per entrare. Forse dovrei lasciarla aperta tutta la notte, ma poi non
riuscirei a dormire. Credo di farcela, sibil. Con la lingua
premuta contro le gengive senza denti e le braccia tremanti,
si sollev di peso dal letto e si sedette sulla poltrona l accanto.
La grottesca gamba sinistra senza dita scattava da sola,
senza che avesse ancora modo di controllarla, cos la guard,
pieno d'un odio cocente. Orribile gamba di merda, pezzo di
carne rivoltante e senza utilit, perch non ti hanno amputata e basta? E che aspetto ad amputarti io stesso? Ma sapeva
perch non lo aveva ancora fatto: con la gamba attaccata al
corpo, poteva almeno fare finta di essere uomo, anche se a
met. Sferr un pugno sulla coscia atrofizzata, ma se ne pent
immediatamente. Stupido, stupido. Il dolore cominci a strisciargli lungo la schiena, un po' pi intenso di prima e sempre pi forte. Andiamo, dai, non litighiamo adesso. Prese a
massaggiarsi delicatamente la carne guasta. Dobbiamo stare
insieme per forza, quindi perch tormentarmi?
Riuscite a camminare fino alla porta, signore? Glokta
storse il naso per il cattivo odore, afferr il suo bastone e,
lentamente, penosamente, si tir in piedi. Anche se a met
strada fu sul punto di scivolare, riusc a raddrizzarsi con una
fitta lancinante e ad attraversare zoppicando tutta la stanza.
Infine, gir la chiave nella serratura e, appoggiatosi al muro
per tenersi in equilibrio, spalanc la porta.
Si trov davanti Barnam, che aveva le braccia protese e
pronte per afferrarlo. Che infamia! Pensare che io, Sand dan
Glokta, il pi grande spadaccino che l'Unione abbia mai conosciuto, debba essere trasportato da un vecchio fino alla tinozza, per lavarmi la mia stessa merda di dosso. Se la rideranno a crepapelle tutti quegli sciocchi che ho sconfitto, se
ancora si ricordano di me. Riderei anch'io, ma mi fa troppo
Pazienza, sospir Glokta. Un uomo non deve mai perdere la speranza, no?
Ma certo, signore, borbott il servo, gi diretto verso la
porta.
Non forse cos?
L'ufficio dell'Arcilettore si trovava all'ultimo piano del
Palazzo degli Interrogatori. Fin lass era una bella scarpinata, ma la cosa peggiore era l'affollamento dei corridoi, pieni
di Pratici, scrivani, Inquisitori, tutti che zampettavano come
formiche su una montagna di letame secco. Ogniqualvolta
sentiva i loro occhi posarsi su di lui, Glokta non esitava nei
suoi passi e sorrideva, a testa alta, ma poi, quando non passava nessuno, si fermava a imprecare, ansimante e sudato, per
farsi tornare a suon di schiaffi e massaggi quel minimo di
sensibilit alla gamba.
Ma perch deve stare cos in alto?, si chiese, trascinandosi lungo i corridoi semibui e sulle scale a chiocciola del labirintico edificio. Quando raggiunse l'anticamera, era ormai
esausto e a corto di fiato, la mano sinistra gli faceva male a
forza di stringere il pomello del bastone.
Il segretario dell'Arcilettore lo studi sospettoso da dietro
un'immensa scrivania di legno scuro che occupava met della stanza. Di fronte, c'erano alcune sedie su cui gli ospiti potevano innervosirsi durante l'attesa. Due massicci Pratici stavano di guardia su entrambi i lati dell'ampia doppia porta
dell'ufficio, cos immobili e cupi che sembravano far parte
del mobilio.
Avete un appuntamento?, chiese il segretario con voce
stridula. Sai benissimo chi sono, merdina supponente. Ovviamente, ribatt Glokta seccato. Credi che mi sia trascinato fin quass solo per ammirare la tua scrivania?
Il segretario, un giovane pallido e bello con folti capelli
biondi, gli rivolse uno sguardo di sufficienza. Quest'omuncolo pieno di s sar di sicuro il quinto figlio di qualche nobile
di terz'ordine coi lombi iperattivi, e pensa forse di potermi
segnalate da una pietra preziosa, e una minuscola Adua in argento sorgeva in rilievo al centro esatto del ripiano.
L'Arcilettore era seduto a questo tavolo su un antico
scranno, tutto concentrato a parlare con un altro uomo, un
vecchio allampanato e calvo dalla faccia corrucciata e gli
abiti scuri. Sult si illumin quando lo vide claudicare verso
di loro, ma l'espressione dell'altro non cambi di una virgola.
Oh, Inquisitore Glokta, che gioia vedervi! Conoscete il
Sorvegliante Generale Halleck?
Non ho ancora avuto il piacere, rispose Glokta. Non
che sembri un piacere, comunque. Il vecchio burocrate si
alz in piedi e gli strinse la mano senza entusiasmo.
E costui uno dei miei Inquisitori, Sand dan Glokta.
S, ho sentito parlare di voi, dichiar Halleck. Eravate
nell'esercito, se non sbaglio. Vi ho visto tirare di scherma una
volta.
Glokta si diede dei colpetti sulla gamba con il bastone.
Non recentemente, suppongo.
No. Poi ci fu silenzio.
Il Sorvegliante Generale potrebbe ricevere ben presto
una promozione molto importante, disse Sult. Un seggio
nel Consiglio Ristretto! Il Consiglio Ristretto? Davvero?
Promozione pi che importante.
Tuttavia, Halleck non mostr alcuna contentezza. La
considerer tale solo quando sar piacere di Sua Maest invitarmi di persona, ribatt, ma non prima di allora.
Sult si mosse magistralmente su questo terreno insidioso.
Sono sicuro che tutto il Consiglio vi consideri l'unico candidato che valga la pena raccomandare, ora che Sepp dan Teufel non pu pi essere preso in considerazione. Il nostro
vecchio amico Teufel? Non pu pi essere preso in considerazione per cosa?
Halleck aggrott la fronte e scosse la testa. Teufel. Ho
lavorato con quell'uomo per dieci anni e non mi mai piaciuto. Perch, ti mai piaciuto qualcuno? Ma non lo avrei
mai creduto un traditore.
Sult scosse la testa con aria triste. Tutti noi siamo rimasti
costernati, ma qui c' la sua confessione, nero su bianco.
Sollev il foglio arrotolato con un'espressione dolente.
Temo che le radici della corruzione possano insinuarsi in
profondit. Nessuno lo sa meglio di me, il cui grave compito
estirpare la malerba.
Gi, mormor Halleck, annuendo con aria tetra. Per
questo meritate la nostra gratitudine. Anche voi, Inquisitore.
Oh, no, io no, rispose Glokta con umilt. I tre si guardarono con falso rispetto reciproco.
Infine, Halleck scost la sedia dal tavolo. Bene, le tasse
non si raccolgono da sole. Devo tornare al lavoro.
Godetevi i vostri ultimi giorni da Sorvegliante
Generale, disse Sult. Vi do la mia parola che il Re vi mander presto a chiamare!
Halleck si concesse un piccolissimo sorriso, poi fece un
rigido cenno di saluto con la testa e si avvi alla pesante porta, che il segretario apr per lui e poi richiuse. Dopo di che,
silenzio. Che io sia dannato se parler per primo.
Scommetto che ti stai chiedendo che razza di storia
questa, eh, Glokta?
In effetti, ci ho pensato, Vostra Eminenza.
Ci scommetto. Sult si alz in piedi con eleganza e and
alla finestra, incrociando le mani avvolte dai guanti bianchi
dietro la schiena. Il mondo cambia, Glokta, il mondo cambia. Il vecchio ordine si sfalda. La lealt, il dovere, l'orgoglio, l'onore, sono concetti che non vanno pi di moda ormai.
E sai che cosa li ha rimpiazzati? Lanci uno sguardo all'indietro sopra la propria spalla e curv le labbra. L'avidit. I
mercanti sono diventati i nuovi padroni di questa terra. Banchieri, negozianti, venditori: uomini piccoli, con menti piccole e piccole ambizioni. Uomini leali soltanto a loro stessi,
il cui unico dovere nei confronti del loro portafogli, il cui
unico orgoglio raggirare quelli migliori di loro e il cui unico onore si misura in base all'argento che gli si offre. Bene,
il vostro pensiero sulla classe dei mercanti abbastanza
chiaro.
Sult guard il panorama con sguardo accigliato e poi si
gir. Oggigiorno, pare che il figlio di chiunque possa ricevere un'educazione e un'attivit, e diventare ricco. Le gilde
dei mercanti, i Merciai, gli Speziali, e cos via, acquistano
sempre pi potere e ricchezza. Poveracci arricchiti che danno
ordini a quelli che per natura sono superiori a loro. Quelle
sudice dita grassocce che tentano di afferrare le redini del
potere quasi troppo da sopportare. Rabbrivid mentre
passeggiava per la stanza.
Voglio essere onesto con te, Inquisitore. L'Arcilettore
fece un aggraziato gesto della mano, come se la sua onest
fosse un dono inestimabile. L'Unione non mai parsa pi
potente, non ha mai posseduto cos tante terre, ma sotto la
facciata siamo deboli. Non un segreto che il Re non pi
in grado di prendere decisioni. Il Principe Ereditario Ladisla
un damerino circondato da sciocchi e adulatori, a cui importano solo il gioco e i vestiti. Il Principe Raynault sarebbe
molto pi adatto ad essere Re, ma secondogenito. Il Consiglio Ristretto dovrebbe avere il compito di dirigere questa
barca che affonda, invece zeppo di imbroglioni e cospiratori. Qualcuno sar anche leale, qualcuno no, ma tutti, indistintamente, cercano di manipolare il Re. Sai che frustrazione
per voi, che vorreste lo manipolassero solo per il vostro tornaconto.
E nel frattempo, l'Unione assediata dai nemici, dai pericoli oltre i suoi confini e dai contrasti interni. Il nuovo Imperatore di Gurkhul un sovrano forte e si sta preparando a
un'altra guerra. Anche gli Uomini del Nord appostati ai confini dell'Angland sono in rivolta. Nel Consiglio Aperto i nobili si appellano ad antichi diritti, mentre nei villaggi i contadini ne reclamano di nuovi. Sospir profondamente. S, il
vecchio ordine si sta sfaldando, e nessuno possiede n il coraggio, n la forza per sostenerlo.
Sult fece una pausa e si mise a fissare il dipinto di un
uomo calvo, possente, vestito tutto di bianco. Glokta lo co-
nosceva bene. Zoller, il pi grande degli Arcilettori. Instancabile campione dell'Inquisizione, eroe dei torturatori e flagello degli uomini sleali. Li guardava dal muro in modo minaccioso e arcigno, come se anche da morto potesse incenerire i traditori con un'occhiata.
Zoller, brontol Sult. Le cose erano diverse ai suoi
tempi, te lo assicuro. Nessun malcontento da parte dei contadini, nessun mercante imbroglione, nessun nobile imbronciato. Se un uomo dimenticava qual era il suo posto, il ferro rovente glielo ricordava, e tutti quei giudici capziosi che osavano lamentarsi venivano fatti sparire nel nulla. L'Inquisizione
era una nobile istituzione allora, in cui gli uomini migliori,
gli astri pi luminosi, non chiedevano altro che servire il loro
Re e sradicare la disonest. Oh, le cose erano magnifiche ai
vecchi tempi.
L'Arcilettore torn a sedersi elegantemente sullo scranno
e si pieg in avanti sul tavolo. Ora, invece, siamo un'istituzione in cui i terzogeniti dei nobili in disgrazia si possono
riempire le tasche di tangenti o dove alla feccia criminale
concesso di dare sfogo alla sua passione per la tortura. La
nostra influenza presso il Re andata sempre pi diminuendo, cos come i nostri finanziamenti. Una volta eravamo temuti e rispettati, Glokta, ma ora Siamo miseri fantocci.
Sult aggrott la fronte. Beh, ora non pi. Intrighi e tradimenti abbondano e io temo che l'Inquisizione non sia pi all'altezza dei propri compiti. Troppi tra i Superiori non sono
pi uomini fidati, perch non fanno gli interessi del Re, n
quelli dello Stato, n di nessun altro, se non i propri. I Superiori? Non sono pi fidati? Svengo dallo sconcerto! L'espressione corrucciata di Sult si fece ancora pi pronunciata.
E ora Feekt morto.
Glokta alz lo sguardo. Questa s che una notizia. Il
Lord Cancelliere?
Diventer di dominio pubblico domani mattina. morto
all'improvviso l'altra notte, mentre tu eri occupato con il tuo
amico Rews. Ci sono ancora degli interrogativi riguardo la
pomeriggio, dopotutto.
S, abbiamo compiuto un buon primo passo. Questi sono
tempi davvero difficili, ma molto spesso rischio e opportunit camminano a braccetto. Glokta avvert una strana sensazione strisciargli lungo la schiena. paura, ambizione, o entrambe? Ho bisogno di qualcuno che mi dia una mano a sistemare le cose, qualcuno che non tema i Superiori, n i mercanti, e nemmeno il Consiglio Aperto. Qualcuno di cui possa
fidarmi perch agisca con astuzia, discrezione e crudelt.
Qualcuno la cui fedelt all'Unione sia indiscutibile, ma che
non abbia amici all'interno del governo. Qualcuno che tutti
odiano? Qualcuno a cui dare la colpa se le cose dovessero
mettersi male? Qualcuno al cui funerale non andrebbe un'anima?
Ho bisogno di un Inquisitore Libero, Glokta, che operi al
di sopra del controllo dei Superiori, ma con mia piena autorit. Qualcuno che risponda soltanto a me. L'Arcilettore sollev un sopracciglio, come se l'idea gli fosse appena venuta
in mente. E tu mi sembri estremamente adatto a questo
compito. Che ne pensi?
Penso che colui che accetter questo incarico avr molti
nemici e un solo amico. Glokta scrut l'Arcilettore. E quell'unico amico potrebbe non essere tanto affidabile. Penso
che colui che accetter questo incarico non durer molto.
Posso avere del tempo per ponderare la mia decisione?
No.
Rischio e opportunit camminano spesso a braccetto
In tal caso, accetto.
Eccellente. Credo che questo sia l'inizio di un rapporto
di lavoro duraturo e proficuo. Sult sorrise da sopra il bordo
del bicchiere. Lo sai, Glokta, di tutti i mercanti arraffoni
che girano l fuori, trovo che i Merciai siano i pi odiosi.
stato soprattutto grazie alla loro influenza che Westport entrata a far parte dell'Unione, ed stato grazie al denaro di
Westport che abbiamo vinto la guerra contro Gurkhul. Ovviamente, il Re li ha ricompensati, concedendo loro diritti di
commercio inestimabili, ma da allora la loro arroganza diventata insopportabile. Sembrava avessero combattuto in prima linea, con tutte le arie che si davano e le libert che si
prendevano. L'onorata Gilda dei Merciai, ghign. Pensandoci bene, ora che il tuo amico Rews ci ha dato il pretesto
per coinvolgerli nello scandalo, sarebbe un peccato lasciare
che ci sfuggano.
Glokta era molto sorpreso, ma pensava di nasconderlo
bene. Andare oltre? Perch? Se i Merciai se la cavano, continueranno a pagare, e questo render tutti felici e contenti.
Per come stanno le cose, adesso sono vulnerabili e spaventati, si chiedono chi sar il prossimo tra quelli che Rews ha
nominato. Se andiamo oltre li danneggeremo troppo o li
schiacceremo del tutto; allora smetteranno di pagare e saranno in molti a non esserne contenti. Alcuni in questo stesso edificio. Potrei tranquillamente continuare le mie investigazioni, Vostra Eminenza, se questo che desiderate. Glokta bevve un altro sorso, era davvero un vino eccellente.
Dobbiamo essere cauti. Cauti e minuziosi. Il denaro dei
Merciai scorre a fiumi, hanno molti amici, anche presso i pi
alti circoli della nobilt. Brock, Heugen, Isher e molti altri.
Alcuni tra gli uomini pi grandi di questo regno. risaputo
che almeno una volta abbiano succhiato da quella tetta, e i
bambini piangono quando gli si toglie il latte. Un sorriso
crudele balen sul volto di Sult. Eppure, se si vuole insegnare loro la disciplina, ogni tanto bisogna farli piangere
Chi ha nominato quel verme di Rews nella confessione?
Glokta si pieg dolorosamente, fece scivolare la confessione di Rews verso di s, poi la apr e scorse con gli occhi la
lista di nomi dal basso verso l'alto.
Sepp dan Teufel, lo conosciamo tutti.
Oh, lo conosciamo e lo amiamo, Inquisitore, disse Sult
illuminandosi, ma credo che possiamo tranquillamente depennarlo dalla lista. Chi altro?
Beh, dunque, vediamo. Glokta torn a guardare il foglio in tutta calma. C' Harold Polst, un Merciaio. Un si-
gnor nessuno.
Sult agit la mano con impazienza. Non nessuno.
Solimo Scandi, Setaio di Westport. Altro signor nessuno.
No, no, Glokta, possiamo fare di meglio di Solimo Come-si-chiama, non credi? Questi piccoli Merciai non hanno
la bench minima importanza. Tolta la radice, le foglie muoiono da s.
Ma certo, Arcilettore. C' Villem dan Robb, nobile minore. Ha un posto di scarsa rilevanza alla dogana. Sult parve
pensarci su, poi scosse la testa. Allora c'
Aspetta! Villem dan Robb L'Arcilettore schiocc le
dita. Suo fratello Kiral uno dei gentiluomini della Regina.
Mi ha mancato di rispetto in occasione di un evento sociale.
Sult sorrise. S, Villem dan Robb. Interrogalo.
E cos, procediamo. Servo e obbedisco, Vostra Eminenza. C' qualche nome in particolare che volete sentire menzionato? Glokta poggi il bicchiere vuoto sul tavolo.
No. L'Arcilettore si gir dall'altra parte, agitando di
nuovo la mano. Chiunque, tutti, non mi interessa.
10.
Il Primo Mago
Rivolse lo sguardo al lago, cos placido, e pens che perlomeno non sarebbero rimasti a corto d'acqua potabile per i
prossimi giorni. Estrasse il pesante tegame dalla sacca e lo
poggi sulla ghiaia, ripensando a tutto il tempo che avevano
passato insieme. Solo che adesso non c'era pi niente da cucinare e non ci si pu affezionare agli oggetti, non quando si
in mezzo alla natura selvaggia. Lanci la corda tra i cespugli e si gett la sacca alleggerita su una spalla.
Quai aveva richiuso gli occhi e respirava appena. Logen
ricordava molto bene la prima volta in cui era stato obbligato
a lasciare qualcuno indietro, e la cosa strana era che ricordava il volto del ragazzo ma non il suo nome.
Uno Shanka gli aveva strappato un pezzo di coscia, un
pezzo bello grosso. Non aveva fatto altro che lamentarsi per
tutto il viaggio, ripeteva che non riusciva a camminare, e poi
la ferita stava andando in cancrena, perci sarebbe morto comunque. Erano stati costretti a lasciarlo. Nessuno aveva biasimato Logen per quella decisione, tanto pi che il ragazzo
era troppo giovane e non sarebbe dovuto nemmeno essere l.
Una vera sfortuna per lui, certo, ma sarebbe potuto capitare a
chiunque. Aveva gridato mentre il gruppo silenzioso e cupo
scendeva a testa bassa lungo il fianco della collina. Logen
aveva avuto l'impressione di sentire le sue urla anche da molto lontano. Poteva sentirle ancora.
In guerra era diverso, invece. Gli uomini della colonna cadevano in continuazione durante le lunghe marce invernali:
prima si portavano in coda al gruppo, poi restavano indietro
e infine crollavano. I malati, i feriti, gli assiderati Logen
rabbrivid e si chiuse nelle spalle. Al principio aveva cercato
di aiutarli, ma poi aveva imparato ad accettare con gratitudine il fatto di non essere uno di loro, finch, alla fine, non era
arrivato a scavalcare i cadaveri senza quasi farci caso. Si impara presto a capire quando un uomo non si rialzer pi.
Guard Malacus Quai: un'altra vittima della natura incontaminata che differenza poteva fare? Bisogna essere realisti, in
fondo.
smodico dormiveglia. Logen si morse il labbro, nella speranza che l'altro si risvegliasse di nuovo, ma non c'era molto da
sperarci. Per magari questo Bayaz avrebbe potuto fare qualcosa per lui, era il Primo Mago dopotutto, istruito sui segreti
del mondo e quella roba l. Cos Logen si rimise il ragazzo in
spalla e avanz faticosamente tra le due antiche pietre.
La strada risaliva ripida tra le pareti rocciose che incombevano sul lago, in alcuni tratti sterrata, in altri scavata in
profondit nel terreno pietroso. Era sconnessa, rovinata dal
tempo, invasa dalle erbacce e si avvolgeva pi e pi volte su
se stessa, tanto che Logen si ritrov ben presto a corto di fiato, tutto sudato e con le gambe doloranti per lo sforzo. La sua
andatura stava rallentando.
La verit era che cominciava a stancarsi, ma non a causa
dell'arrampicata, n della fatica massacrante di camminare
con un apprendista mezzo morto sulle spalle, e neppure per
la sfacchinata del giorno prima, o per lotta tra i boschi. Era
stanco di tutto: degli Shanka, delle guerre, di tutta la sua vita.
Non posso camminare in eterno, Malacus, non ce la faccio pi a combattere. Quanta merda si pu umanamente sopportare? Ho bisogno di sedermi un attimo, ma su una cazzo
di sedia come si deve! Sto chiedendo troppo, forse? In questo stato d'animo, tra imprecazioni e borbottii, e con la testa
di Quai che gli sbatteva contro il sedere, Logen raggiunse il
ponte.
Semplice, esile e ricoperto di rampicanti, era antico tanto
quanto la strada. Si trattava di uno stretto passaggio di circa
venti passi sospeso su una gola vertiginosa, sul fondo della
quale un fiume in piena spumeggiava contro delle aguzze
rocce affioranti e sollevava, ruggendo, un luccichio di spruzzi. Al di l del ponte, tra gigantesche facciate di roccia muscosa, sorgeva un muro imponente costruito cos bene che risultava difficile dire dove finisse la parte naturale e cominciasse quella artificiale. Un unico, antichissimo portale rivestito in rame battuto era incassato in questa parete, pieno di
screziature verdi in conseguenza del tempo e delle intempe-
rie.
Mentre avanzava cautamente sulla roccia scivolosa, l'abitudine spinse Logen a domandarsi come cingere d'assedio
quel posto. Era impossibile. Neanche con mille uomini scelti
potevi espugnarlo, prima di tutto perch lo spazio antistante
il portale era nient'altro che una lingua di roccia, e non c'era
posto per posizionare una scala o per prendere la rincorsa
con l'ariete; in secondo luogo, il muro era alto almeno venti
passi, senza contare che il portale aveva tutta l'aria di essere
terribilmente resistente. Inoltre, i difensori avrebbero sempre
potuto scegliere di far crollare il ponte Logen sbirci oltre
il bordo e deglut constatando che sarebbe stato proprio un
bel volo.
Prese un respiro profondo e con il pugno batt sul rame
umido e verdastro quattro forti colpi, simili a tuoni. In quello
stesso modo aveva bussato alle porte di Carleon dopo la battaglia e gli abitanti erano corsi da lui per arrendersi. Adesso,
invece, non gli rispose anima viva.
Attese, buss ancora, attese di nuovo, e intanto la nebbiolina di schizzi che saliva dal fiume lo stava inzuppando. Digrign i denti e sollev un braccio per bussare un'altra volta,
ma uno stretto sportellino si apr di scatto e un paio d'occhi
umidi lo fissarono freddi da dietro delle spesse sbarre.
Chi altro ?, chiese una voce burbera.
Il mio nome Logen Novedita. Ho
Non ti ho mai sentito nominare.
Non era proprio il benvenuto che aveva sperato. Sono
venuto per parlare con Bayaz. Nessuna risposta. Il
Primo
S, qui. Eppure il portale non si apr. Non riceve visitatori. Anche all'ultimo messaggero l'ho detto.
Io non sono un messaggero. Ho Malacus Quai qui con
me.
Malache?
Quai, l'apprendista.
Apprendista?
al sorriso, ma fu gi in grado di dire che mai nella vita avrebbe voluto inimicarsi quell'uomo.
E cos, hai riportato all'ovile la nostra pecorella
smarrita. Con la fronte aggrottata, Bayaz guard Malacus
Quai che giaceva immobile sull'erba. Come sta?
Potrebbe farcela, signore, ma dovremmo portarlo dentro
al caldo, rispose Wells.
Il Primo Mago schiocc le dita e il colpo secco riecheggi
sugli edifici del cortile. Aiutatelo. Il maniscalco accorse a
sollevare il giovane per i piedi, poi lui e Wells lo trasportarono oltre l'alta porta della biblioteca.
Ora, Mastro Novedita, io ho chiamato e tu hai risposto, e
ci dimostra che conosci le buone maniere. Voglio che tu
sappia che ho apprezzato il gesto, bench di cortesia non se
ne veda molta qui nel Nord. Alla gentilezza si risponde con
la gentilezza, questo ho sempre pensato. Ma che succede
ora? Il vecchio custode stava attraversando di corsa il cortile, senza un filo di fiato. Due visitatori in un solo giorno?
Che altro dovr aspettarmi?
Maestro Bayaz!, ansim il guardiano. Ci sono dei cavalieri alla porta, con tanto di armi e cavalcature! Dicono di
avere un messaggio urgente per voi da parte del Re degli Uomini del Nord!
Non poteva che essere Bethod, perch gli spiriti avevano
detto che si era procurato un cappello dorato, e chi altri
avrebbe osato proclamarsi Re del Nord? Logen deglut, ricordando il loro ultimo incontro, quando Bethod l'aveva privato di tutto fuorch della vita. Eppure ad altri era andata
peggio, molto peggio.
Allora, maestro?, chiese il portiere. Devo cacciarli
via?
Chi li guida?
Un giovane tutto in ghingheri con una faccia cattiva.
Dice di essere il figlio del Re, o qualcosa del genere.
Calder o Toro? Entrambi hanno la faccia cattiva.
Quello pi giovane, mi pare.
spettate.
Infatti cos, Principe Calder, rispose lo stregone in
tono calmo. Ma ti prego di non scoraggiarti, poich al tuo
ultimo messaggero stato vietato addirittura di attraversare il
ponte, per cui, vedi, stai facendo progressi.
Calder si accigli. Perch non avete risposto alla convocazione di mio padre?
Sono un uomo molto impegnato, disse Bayaz nel sollevare la ghirlanda. Queste non si intrecciano mica da sole,
sai?
Il Principe non si stava divertendo. Mio padre, tuon,
Bethod, Re del Nord, vi ordina di presentarvi al suo cospetto a Carleon! Si schiar la voce. Non tollerer e scoppi in un accesso di tosse.
Come? Parla ad alta voce, ragazzo!
Vi ordina Il Principe toss ancora, farfugli, ma stava
soffocando. Si mise una mano alla gola e all'improvviso l'aria parve essere diventata immobile.
Mi ordina, eh?, Bayaz aggrott la fronte. Riporta il
grande Juvens dalla terra dei morti. Solo lui pu darmi ordini, lui e nessun altro. Il suo sguardo divenne ancora pi torvo e Logen dovette reprimere lo strano istinto di ritrarsi.
Non tu, n tuo padre, qualsiasi cosa egli si proclami!
Calder cadde lentamente in ginocchio, il volto contratto e
gli occhi pieni di lacrime. Bayaz lo guard dall'alto in basso.
Che abiti scuri! morto qualcuno? Tieni, disse infilando
la ghirlanda sulla testa del Principe, un po' di colore ti tirer
su. Di' a tuo padre che sar lui a dover venire da me. Io non
perdo il mio tempo con gli sciocchi e i secondogeniti. Sono
un tipo all'antica per queste cose. Amo parlare con la testa
del cavallo, non con le sue chiappe. Hai capito, ragazzo?
Calder si era accasciato su un fianco, gli occhi rossi e sporgenti. Il Primo Mago fece un gesto con la mano. Puoi andare.
Il Principe tir un profondo sospiro, toss ancora e si tir
in piedi, poi and al suo cavallo, issandosi in sella con molta
Cibo. Bagno. Sicurezza. Logen dovette trattenere le lacrime mentre seguiva il vecchio all'interno della biblioteca.
11.
Il brav'uomo
da.
Solamente Hoff parve non esserne influenzato, anzi, si
mise a squadrare i quattro Uomini del Nord dall'alto in basso
con un'espressione corrucciata, impressionato dal gigante col
cappuccio tanto quanto lo era stato da Bravo Heath. Cos
voi siete i messaggeri di Bethod. Arrot le parole in bocca
prima di pronunciarle: Il Re degli Uomini del Nord.
Esatto, disse il vecchio sorridente, nel fare una profonda riverenza. Il mio nome Occhio Bianco Hansul. Aveva
una voce ricca, rotonda, armoniosa e priva di inflessioni, totalmente diversa da quella che West si era aspettato.
E siete l'ambasciatore di Bethod?, chiese Hoff con aria
indifferente, prima di bere un altro sorso di vino dal calice.
Per la prima volta in vita sua, West fu contento che il Lord
Ciambellano si trovasse nella sala con lui, ma poi alz lo
sguardo sull'uomo incappucciato e il senso d'inquietudine ritorn.
Oh, no, rispose Occhio Bianco, io sono qui in qualit
di interprete. Questi l'ambasciatore del Re degli Uomini del
Nord. Il suo occhio buono scatt nervoso verso la figura
scura col mantello, come se persino lui ne avesse paura.
Fenris. Indugi sulla "s" finale, il cui sibilo risuon per la
sala. Fenris il Temuto.
Non poteva avere un nome pi adatto. Al Maggiore West
tornarono alla mente le canzoni che aveva sentito da bambino, le storie dei giganti assetati di sangue che infestavano le
montagne del lontano Nord. Per un momento nella sala non
vol una mosca.
Humf, fece il Lord Ciambellano, imperturbabile. E
state cercando udienza presso Sua Maest Augusta, il Re Supremo dell'Unione?
Esattamente, Lord Ciambellano, rispose il vecchio
guerriero. Il nostro signore, Bethod, si rammarica molto per
l'ostilit esistente tra i nostri due popoli. Il suo unico desiderio essere in buoni rapporti coi nostri vicini del Sud. Il mio
Re porta al vostro un'offerta di pace e un dono che dimostri
Chi?
Ehm Solfo, o Zulfo, o una cosa del genere.
Mai sentito nominare, grugn il Lord Ciambellano.
Che uomo ? Una specie di uomo del Sud? Non un altro
contadino, voglio sperare!
Il Sotto-segretario esamin le sue carte e deglut. Un ambasciatore?
S, s, ma chi lo manda?
Marrow s'era fatto piccolo piccolo, come un bambino che
si aspetta uno schiaffo da un momento all'altro. Il Grande
Ordine dei Maghi!, proruppe d'un fiato.
Segu un momento di silenzio scioccato. West alz le sopracciglia e rimase a bocca aperta, immaginando che anche i
soldati stessero avendo quella stessa reazione dietro le visiere. Fece istintivamente una smorfia in attesa della risposta
del Lord Ciambellano, ma Hoff li sorprese tutti quando scoppi a ridere. Eccellente! Almeno, ci divertiremo un po'.
Sono anni che non viene un Mago qui! Fate entrare lo stregone, non dobbiamo farlo aspettare!
Yoru Zolfo si rivel una delusione, poich indossava abiti
semplici e sporchi per il viaggio, non tanto migliori di quelli
di Bravo Heath, in effetti, e il suo bastone, sulla cui estremit
non brillava nessun cristallo, non era nemmeno rivestito in
oro. Negli occhi del Mago non splendevano fiamme misteriose e, per la verit, sembrava un tipo piuttosto ordinario,
sui trentacinque anni, leggermente stanco, come se avesse
viaggiato molto, ma per il resto del tutto a proprio agio davanti al Lord Ciambellano.
Buongiorno a voi, signori, disse appoggiandosi al bastone. West non riusciva a capire da dove provenisse; di certo non dall'Unione, perch la sua pelle era troppo scura, ma
neanche da Gurkhul o dall'estremo sud, perch la sua pelle
era troppo chiara. Non dal Nord, n dalla Styria. Da pi lontano allora, ma da dove? Guardandolo con pi attenzione,
not che aveva gli occhi di colori diversi, uno blu e l'altro
verde.
Buongiorno anche a voi, signore, disse Hoff, e poi sorrise come se il suo saluto fosse sincero. La mia porta sempre aperta per il Grande Ordine dei Maghi. Ditemi, ho il piacere di parlare con il grande Bayaz in persona?
Zolfo parve frastornato. No. Forse hanno sbagliato ad
annunciarmi? Il mio nome Yoru Zolfo. Mastro Bayaz calvo. Si pass una mano tra i riccioli castani. C' una statua
che lo ritrae per strada, ma io ho avuto l'onore di essere suo
allievo per diversi anni. un maestro potente e sapiente.
Ma certo! Ma certo che lo ! E in che cosa possiamo servirvi?
Yoru Zolfo si schiar la voce come se stesse per raccontare
una storia. Alla morte del Re Harod il Grande, il Primo
Mago Bayaz lasci l'Unione. Ma giur di ritornare.
S, s, vero, ridacchi Hoff. Come no, ogni scolaretto
conosce questa storia.
E afferm che il suo ritorno sarebbe stato annunciato da
un altro.
vero anche questo, s.
Ebbene, disse Zolfo con un gran sorriso, eccomi qua.
Il Lord Ciambellano scoppi in una risata fragorosa. Eccovi qua!, grid nello sbattere i pugni sul tavolo. Persino
Harlen Morrow si concesse una timida risatina, ma si zitt
non appena il sorriso di Hoff cominci ad affievolirsi.
Durante il mio mandato in qualit di Lord Ciambellano,
ho ricevuto tre membri del Grande Ordine dei Maghi che volevano avere udienza presso il Re. Due erano palesemente
matti e il terzo era un impostore d'una faccia tosta eccezionale. Si pieg in avanti, poggi i gomiti sul tavolo e congiunse le punte delle dita. Ditemi, Mastro Zolfo, voi a quale tipologia di Mago appartenete?
A nessuna di quelle che avete nominato.
Capisco. Suppongo che avrete dei documenti, allora.
Ovviamente. Zolfo tir fuori dal mantello una piccola
lettera chiusa da un sigillo bianco, con un unico simbolo
strano impresso sulla ceralacca. La poggi sul tavolo davanti
nome.
Hoff si rivolse al Sotto-segretario per le Udienze. Va' immediatamente dall'Arcilettore Sult e digli che dobbiamo parlare con urgenza, poi chiama anche l'Alto Giudice Marovia e
il Lord Maresciallo Varuz; di' loro che si tratta di una questione di importanza estrema, ma non parlarne con nessun altro. Agit il dito davanti alla faccia sudata di Morrow. Non
una parola!
Il Sotto-segretario rimase a fissarlo con gli occhi spalancati e gli occhiali storti. Muoviti!, rugg Hoff. Morrow balz in piedi e usc in tutta fretta da una porta laterale, inciampando sull'orlo della veste. West aveva la bocca cos secca
che riusciva a malapena a deglutire.
Hoff scocc lunghe e severe occhiate a tutti i presenti in
sala. E per quanto riguarda voi, non fatene parola con anima viva, o le conseguenze saranno molto gravi! Ora fuori,
tutti quanti! I soldati, tra cui anche West, uscirono sferragliando dalla sala senza farselo ripetere due volte, cos il
Lord Ciambellano rimase solo sul suo scranno, impensierito.
Anche i pensieri di West erano cupi e confusi mentre richiudeva la porta dietro di s. Ad affollare la sua mente c'erano frammenti di vecchie storie sui Maghi, la paura per la
guerra nel Nord, immagini di giganti incappucciati tanto alti
che sfioravano il soffitto. Strani e sinistri visitatori s'erano
presentati nell'Agriont quel giorno e West era oppresso dalle
preoccupazioni. Cercava di scrollarsele di dosso, di convincersi che erano tutte sciocchezze, ma d'altra parte non riusciva a pensare ad altri che a sua sorella, che gironzolava per la
cittadella come una sciocca.
Grugn tra s e s. Probabilmente si trovava con Luthar in
questo momento. Ma perch li aveva fatti conoscere? Per
qualche ragione, si era aspettato di rincontrare la stessa ragazzina che ricordava, pallida, goffa e dalla lingua tagliente,
invece era rimasto scioccato quando ai suoi alloggi s'era presentata una donna adulta. L'aveva a stento riconosciuta, tanto
era cresciuta, e s'era fatta cos affascinante! Luthar, da parte
12.
Sulla lista
Perch lo faccio?
Il profilo della casa cittadina di Villem dan Robb si stagliava scuro contro il limpido cielo notturno. Non era un edificio appariscente, bens un'anonima casa su due piani, con
un muretto basso e un cancello d'ingresso, non diversa dalle
altre centinaia di abitazioni presenti su quella stessa via. Il
nostro vecchio Rews abitava in una grande villa lussuosa vicino al mercato. Robb avrebbe dovuto chiedergli delle mazzette pi sostanziose. Pazienza. Meglio per noi che non l'abbia fatto. In altre zone alla moda della citt, le strade principali erano illuminate a giorno e la gente ubriaca avrebbe ingombrato le vie fino all'alba, ma questa isolata stradina secondaria era ben lontana da tutte quelle luci e, soprattutto, da
occhi indiscreti.
Possiamo agire indisturbati.
Fatto il giro dell'edificio, si vedeva una lampada accesa a
una finestrella del piano superiore. Bene. Il nostro amico in
casa, ma ancora sveglio, per cui dobbiamo andarci cauti.
Si volt verso il Pratico Gelo e gli indic il lato della casa, al
che l'albino annu e scivol come un'ombra dall'altra parte
della strada.
Glokta attese che avesse raggiunto il muro e si fosse nascosto all'ombra dell'edificio, poi, guardando Severard, indic la porta d'ingresso. L'esile Pratico gli sorrise con gli occhi
per un momento, prima di chinarsi e avviarsi rapidamente a
scavalcare il muretto per balzare dall'altra parte in assoluto
silenzio.
Finora, perfetto, ma adesso devo muovermi anch'io.
Glokta si chiese che cosa ci facesse l, dal momento che
Severard, sia lui che Glokta si bloccarono all'istante. Rimasero immobili come statue, in attesa di sentire dei rumori al
piano di sopra. Eppure tutto tacque, per cui Glokta riprese a
respirare, mentre il Pratico, da parte sua, ricominci la sua
silenziosa salita, un gradino dopo l'altro. Alla fine, giunto
quasi alla sommit, poggi la schiena contro il muro e sbirci cauto da dietro l'angolo, prima di compiere l'ultimo passo
e sparire silenzioso dietro lo spigolo.
Il Pratico Gelo emerse dal buio in fondo al corridoio.
Glokta sollev un sopracciglio verso di lui con aria interrogativa, ma l'albino scosse la testa, come a dire che di sotto
non c'era nessuno. Cos Glokta si gir verso la porta e inizi
a spingerla con delicatezza, ma soltanto quando fu richiusa
del tutto moll pian piano il pomello, affinch la serratura
scattasse.
Questo dovete proprio vederlo.
Glokta sussult al suono improvviso di quella voce. Voltandosi con un movimento brusco che gli caus una tremenda scarica di dolore alla schiena, vide Severard che stava in
piedi in cima alle scale, con le mani poggiate sui fianchi. Il
Pratico si gir, avviandosi verso la fonte di luce, e Gelo, che
ormai non si preoccupava pi di muoversi furtivamente, sal
la rampa dietro di lui con piedi pesanti.
Perch nessuno resta mai al piano terra? Sempre queste
maledette scale. Quantomeno non dovette pi cercare di far
silenzio durante la faticosa salita, quindi lasci che il piede
destro facesse scricchiolare gli scalini liberamente e il sinistro si trascinasse rumoroso sulle assi di legno. Giunto in
cima, and zoppicante verso una stanza in fondo al corridoio, quella dalla quale proveniva la luce che illuminava tutto il
piano superiore, ma quando fu arrivato sulla soglia, fermandosi un istante per riprendere fiato, si trov davanti a una
cosa che non si aspettava.
Oh, povero me, che macello! Una grossa libreria era stata
ribaltata, e i libri erano sparsi dappertutto sul pavimento, alcuni aperti, alcuni ancora chiusi; un bicchiere di vino rosso
Si mise a osservare un gruppo di giovani soldati che remavano su una barca in mezzo al lago. A un certo punto, uno
di loro si alz in piedi con una bottiglia in mano e si mise a
sproloquiare, in equilibrio precario, poi quando la barca prese a beccheggiare pericolosamente, i suoi compagni gli urlarono di rimettersi seduto. A Glokta giunsero vaghe risate bonarie trasportate dal vento, solo con qualche secondo di ritardo per via della distanza. Bambini. Come sembrano giovani
e innocenti. Anche io ero cos non molto tempo fa. Ma
come se fossero passati cent'anni. Anzi, di pi. Era un altro
mondo.
Glokta.
Alz lo sguardo, schermandosi gli occhi di fronte a una figura controsole. Finalmente l'Arcilettore Sult era arrivato,
una sagoma scura che si stagliava contro l'azzurro del cielo.
Sotto lo sguardo gelido dell'altro, Glokta ebbe l'impressione
di vedere il suo superiore un poco pi stanco, pi rugoso, pi
teso rispetto al solito.
Spero che sia importante. Sult sollev con un gesto gli
orli della lunga veste bianca e si sedette in modo aggraziato
sulla panchina. Il popolo di nuovo in rivolta vicino a
Keln. Qualche idiota di proprietario terriero impicca un paio
di bifolchi e adesso tocca a noi sedare le ribellioni! Quanto
pu essere difficile gestire un campo di robaccia e una manciata di contadini? Non si deve per forza trattarli bene, ma
neanche impiccarli! La sua bocca era una linea dritta e decisa, mentre guardava i prati con sguardo torvo. Per cui mi
auguro vivamente che sia importante.
Cercher di non deludervi allora. Villem dan Robb
morto. Come a dare enfasi a queste parole, il soldato ubriaco scivol fuori bordo piombando in acqua e le risate urlate
dei suoi compagni raggiunsero Glokta con un attimo di ritardo. stato ucciso.
Ah. Capita. Va' dal prossimo sulla lista. Sult si alz in
piedi con la fronte aggrottata. Non pensavo che avessi bisogno della mia approvazione per ogni singola cosa. Perci ho
13.
Un'offerta e un dono
voleva fare nella vita? Ma poi in che modo si sarebbe distinto dai tanti altri giovani nobili come lui? Molto tempo prima,
aveva deciso di voler fare qualcosa di speciale: diventare un
Lord Maresciallo, magari, e poi un Lord Ciambellano, chi lo
sapeva, ma comunque una figura di spicco. Ambiva a sedersi
su una grossa poltrona nel Consiglio Ristretto e prendere decisioni importanti. Desiderava ricevere solo sorrisi e adulazioni dalle persone, voleva che tutti pendessero dalle sue labbra e che sussurrassero al suo passaggio: "Ecco Lord
Luthar!" Non si sarebbe mai accontentato di essere per tutta
la vita una versione pi ricca, pi sveglia e pi affascinante
del Tenente Brint. Mai! Non era neanche da prendere in considerazione.
abbiamo ancora moltissima strada davanti, ma non ce
la faremo in cos poco tempo, a meno che non cambi atteggiamento. I tuoi duelli sono pietosi, la resistenza ancora
poca, e per quanto riguarda l'equilibrio lasciamo stare.
Inoltre temeva l'opinione degli altri. Che avrebbe fatto suo
padre? Che avrebbero detto i suoi fratelli? E gli altri ufficiali? Avrebbe fatto la figura del codardo. E poi c'era Ardee
West, a cui aveva pensato molto negli ultimi due giorni. Gli
si sarebbe avvicinata ancora cos tanto, se lui avesse smesso
di tirare di scherma? Gli avrebbe parlato con quel tono cos
dolce, ridendo alle sue battute? L'avrebbe guardato con quei
suoi grandi occhi scuri, cos vicina da sentire quasi il suo respiro sul viso
Mi stai ascoltando, ragazzo?, tuon Varuz. Per adesso,
Jezal sentiva soltanto il respiro del maestro sul viso, insieme
a una buona quantit di sputi.
S, signore! Duelli pietosi, poca resistenza! Jezal deglut nervosamente. Lasciamo stare l'equilibrio.
Esatto! Comincio a pensare, anche se non posso crederci
dopo tutti i guai che mi hai fatto passare, che non ci metti il
cuore. Fiss Jezal negli occhi in modo torvo. Che ne pensate, Maggiore?
Non ci fu risposta. West era accasciato sulla sedia a brac-
va con un paio d'occhioni azzurro chiaro. Che colore di merda, riflett lui. Si chiese in quale argomento la fanciulla fosse
pi ignorante: scherma o politica? Voi che ne pensate?
La fronte dell'accompagnatrice si aggrott appena e la
stessa Lady Ariss sembr colta alla sprovvista, tanto che arross lievemente, intanto che si sforzava di elaborare una risposta. Beh, ehm io credo che sono certa che tutto si
risolver alla fine?
Grazie al cielo!, pens Jezal. Siamo al sicuro allora! Doveva andarsene di l. Ma certo, tutto si aggiuster alla fine.
Si obblig a sorridere ancora una volta. stato un vero piacere fare la vostra conoscenza, ma temo di dover entrare in
servizio a breve, quindi devo lasciarvi. Si inchin con gelida formalit. Tenente Kaspa, Lady Ariss.
Kaspa, pi amichevole che mai, gli diede una pacca sul
braccio, mentre quella riccona ignorante della cugina gli rivolse un sorriso incerto. La governante, da parte sua, gli lanci uno sguardo accigliato mentre passava, ma lui non ci
fece neppure caso.
Giunse al Circolo dei Lord proprio mentre i membri del
consiglio stavano ritornando dall'intervallo per il pranzo. Salut sbrigativamente le guardie all'atrio con un cenno della
testa, poi prosegu dritto oltre l'immenso ingresso e lungo il
corridoio principale. I pi grandi pari del regno formavano
una fila disordinata alle sue spalle, come lo inseguissero, e
facevano riecheggiare lo spazio intorno di passi, borbottii e
sussurri. Jezal segu il muro curvo per andarsi a sedere al suo
posto, dietro l'alto seggio.
Jezal, com' andata la lezione di scherma?, Jalenhorm,
che per una volta non era arrivato tardi, stava cogliendo l'opportunit per farsi una chiacchierata in attesa dell'arrivo del
Lord Ciambellano.
Ho avuto mattinate migliori. Tu?
Oh, io ho passato una bellissima giornata. Ho conosciuto
quella cugina di Kaspa, sai, disse, cercando di ricordare il
nome.
Jezal sospir. Lady Ariss.
S, ecco! Tu l'hai vista?
Ho avuto la fortuna di incontrarli per caso poco fa.
Jalenhorm emise uno sbuffo d'apprezzamento. Non
meravigliosa?
A-ah. Jezal, annoiato, diresse lo sguardo sulla fila di dignitari che sciamavano pian piano alle loro poltrone, avvolti
nelle preziose vesti foderate di pelliccia. In realt, quelli che
stava guardando non erano proprio i nobili, ma i loro figli
minori o i loro rappresentanti inviati dietro pagamento, perch pochissime autorit si presentavano di persona al Consiglio Aperto in quei tempi, a meno che non avessero qualcosa
di importante su cui recriminare. Molti, addirittura, non si disturbavano neanche a mandare qualcuno in loro vece.
Ti giuro, una delle ragazze pi belle che abbia mai visto. So che Kaspa farnetica di lei in continuazione, ma non le
ha mai reso giustizia.
A-ah. I consiglieri cominciarono a sparpagliarsi, dirigendosi ciascuno al proprio posto. Il Circolo dei Lord era
stato progettato come un teatro, in cui i pi potenti nobili
dell'Unione l dove sarebbe stato il pubblico, ovvero su delle
panche disposte a semicerchio seguendo la curva delle gradinate, tagliate da un corridoio che scendeva verso il centro
della sala.
E proprio come a teatro, certi posti erano migliori di altri.
I membri meno influenti sedevano in alto, verso il fondo, e
man mano che si scendeva lungo le gradinate si incontravano
consiglieri sempre pi influenti. La prima fila era riservata ai
capi delle famiglie pi autorevoli, o a chiunque mandassero
al loro posto. I rappresentanti del Sud, Dagoska e Westport,
si trovavano sulla sinistra, accanto a Jezal; all'estrema destra
c'erano invece i rappresentanti del Nord (l'Angland) e dell'Occidente (lo Starikland). La massa di panche centrali era
occupata dalla vecchia nobilt del Midderland, il cuore dell'Unione. L'Unione propriamente detta, per come la vedeva-
che ora la sala sembrava sproporzionata rispetto a lui: le panche, i tavoli, persino le guardie, d'un tratto parvero versioni
in miniatura di ci che erano, come se fossero giocattoli per
bambini. Mentre il gigante passava, due dei rappresentanti
pi vicini al corridoio si rannicchiarono e si spostarono sulle
panche. Anche Jezal si incup, perch questo colosso incappucciato non aveva l'aspetto di un latore di buone notizie,
checch ne dicesse Hoff. Mormorii di rabbia e sospetto riempirono di echi la sala non appena i due Uomini del Nord presero posto davanti all'alto seggio.
Vostra Maest, disse l'Annunciatore, con un inchino talmente profondo e ridicolo che dovette sorreggersi con l'asta,
il Consiglio Aperto riconosce Fenris il Temuto, messo di
Bethod, Re degli Uomini del Nord, e Occhio Bianco Hansul,
suo Interprete!
Il Re, del tutto inconsapevole, fissava con aria felice una
delle enormi finestre sulla parete curva, forse per ammirare il
modo in cui la luce trapelava da quelle bellissime vetrate colorate, ma si riscosse all'improvviso, lanciando occhiate confuse adorno a s e facendosi ballare le guance flosce non appena il vecchio guerriero mezzo cieco si rivolse a lui.
Vostra Maest. Vi porgo i pi sentiti omaggi da parte del
mio signore Bethod, Re degli Uomini del Nord. Il Circolo
era caduto in un silenzio assoluto, tanto che il grattare delle
penne degli scrivani sembrava produrre un baccano assurdo.
Il vecchio guerriero fece un cenno della testa al gigante incappucciato che gli stava accanto, accompagnando il gesto a
un sorriso imbarazzato. Fenris il Temuto porta a voi un'offerta da parte di Bethod. Da Re a Re. Dal Nord all'Unione.
Un'offerta e un dono, disse, prima di sollevare lo scrigno.
Il Lord Ciambellano fece un mezzo sorrisetto compiaciuto. Diteci prima dell'offerta.
Si tratta di un'offerta di pace. Una pace che durer in
eterno tra le nostre due grandi nazioni. Occhio Bianco si inchin di nuovo. Jezal doveva ammettere che le sue maniere
impeccabili non erano certo quelle di un selvaggio del freddo
se sulla panca, come se tutta la sua rabbia fosse all'improvviso svanita; un paio di dignitari seduti in prima fila scavalcarono addirittura gli schienali delle panche per balzare sulla
fila successiva; altri distolsero lo sguardo o si coprirono la
faccia con le mani. Uno dei soldati moll la sua lancia, che
cadde a terra sferragliando.
Fenris il Temuto si gir lentamente verso l'alto seggio,
sollev l'enorme pugno tatuato e apr l'abisso della sua bocca
con uno spasmo orrendo che gli percorse tutto il viso. Angland!, url, in modo pi forte e pi terribile di quanto il
Lord Ciambellano avesse mai fatto. Gli echi della sua voce
rimbombarono in alto sul soffitto a cupola, risuonando sulle
mura ricurve, finch tutta la sala non fu riempita dal suo penetrante grido.
Uno dei Cavalieri della Guardia del Corpo scivol mentre
indietreggiava e urt il bordo del seggio con la gamba avvolta dall'armatura.
Il Re stesso si ritrasse sul trono, tanto che per poco la corona non gli cadde dalla testa, poi si copr la faccia con una
mano, ma tra le dita semiaperte si vedeva un occhio terrorizzato che fissava il gigante.
La penna di uno degli scrivani cadde dalle sue dita inerti,
mentre la mano di un altro, rimasto a bocca aperta, continu
a muoversi sul foglio per la forza dell'abitudine, ma tracci
soltanto uno scarabocchio diagonale che and a coprire le righe precise e ordinate scritte fino a quel momento.
Angland.
La faccia del Lord Ciambellano era cerea. Si port il calice alle labbra ma, trovandolo vuoto, lo riappoggi sul tavolo
delicatamente, con una mano tremante che fece tintinnare la
base sul legno. Tacque un momento, durante il quale si ud
solo il suo respiro pesante. Ovviamente, questa offerta non
accettabile.
Questa una gran sfortuna, rispose Occhio Bianco,
ma c' ancora il dono. Tutti gli occhi si volsero verso di
lui. Abbiamo una tradizione al Nord. A volte, quando tra
avete rubato la loro terra! Qual , dunque, questa legge antichissima? quella del pi forte, che prende ci che vuole dal
pi debole? Socchiuse gli occhi. Anche noi abbiamo quella legge.
Fenris il Temuto si strapp il pugnale dal braccio, allora
poche altre gocce di sangue caddero picchiettando sul pavimento, ma furono le ultime, perch sulla sua carne tatuata
non c'era pi alcuna ferita, n alcun segno. Il coltello rimbalz nella pozza di sangue ai suoi piedi e l rimase. Fenris fece
correre un'ultima volta quegli occhi folli, sbarrati e frementi,
su tutta l'assemblea, poi si gir e si diresse verso il corridoio
che portava fuori dalla sala, mentre i Lord e i delegati si ritraevano inorriditi sulle panche al suo passaggio.
Occhio Bianco Hansul fece un inchino profondo. Forse
arriver il giorno in cui rimpiangerete di non aver accettato
la nostra offerta, o il nostro dono. Avrete presto nostre notizie, disse in tono calmo, poi alz tre dita verso il Lord
Ciambellano e aggiunse: Quando sar il momento, manderemo tre segni.
Mandatene trecento se volete, berci Hoff, ma questa
pantomima finita!
Occhio Bianco Hansul annu con garbo. Avrete presto
nostre notizie. Si volt per seguire Fenris fuori dal Circolo
dei Lord e dietro di lui le grosse porte si richiusero con un
tonfo. La penna dello scrivano pi vicino grattava debolmente sulla carta.
Avrete presto nostre notizie.
Fedor dan Meed guard il Lord Ciambellano coi bei tratti
distorti dall'ira e la mascella serrata. E queste sarebbero le
buone notizie che dovrei portare a mio padre?, grid. Tutto
il Consiglio Aperto cadde nel caos pi totale tra grida e insulti verso tutto e tutti, in una confusione della peggior specie.
Hoff balz in piedi, rovesciando lo scranno dietro di s, e
cominci a urlare parole furibonde a sua volta, ma persino la
sua voce era soffocata dal tumulto. Meed gli diede le spalle e
14.
Il Re degli Uomini del Nord
so malfermo e usc all'aperto, tirando su col naso, e strizzando gli occhi al gelido vento mattutino.
Logen era contento di vederlo, pi di quanto si aspettasse,
cos gli diede una pacca forse un po' troppo calorosa sulla
schiena, come se fosse un vecchio amico. L'apprendista inciamp sulla coperta aggrovigliata attorno ai piedi, e sarebbe
caduto se Logen non lo avesse sorretto con un braccio.
Non sono ancora abbastanza in forma per combattere,
mormor Quai, accennando un sorriso.
Stai comunque meglio dell'ultima volta che t'ho visto.
Anche tu. Non hai pi la barba, vedo, e neanche il cattivo odore. Se avessi meno cicatrici, sembreresti quasi civilizzato.
Logen alz le mani. Tutto, ma non quello.
Wells venne avanti e, abbassata la testa sotto la porta-finestra del balcone, usc alla luce intensa del mattino con un rotolo di bende e un coltello in mano. Potrei vedere la vostra
ferita, Mastro Novedita?
Logen si era quasi dimenticato del taglio. Non c'era sangue fresco sulla fasciatura, ma quando il vecchio srotol le
bende, scopr una lunga crosta rossiccia che gli correva dal
polso fin quasi al gomito, circondata da uno strato rosa di
pelle nuova. Ormai non gli faceva pi male, gli prudeva e
basta. Questa cicatrice ne incrociava due pi vecchie; una,
grigia e frastagliata, ce l'aveva vicino al polso e, se non ricordava male, se l'era procurata tantissimi anni prima, durante
un duello con Tretronchi. Logen fece una smorfia al ricordo
delle botte che s'erano dati. La seconda cicatrice, meno evidente, si trovava un po' pi su, ma non ricordava da dove
fosse venuta. C'erano state cos tante occasioni
Wells si pieg a tastare la carne attorno alla ferita, mentre
Quai sbirciava cautamente da dietro la sua spalla. Sta cicatrizzando bene. Siete uno che guarisce in fretta.
Ho fatto un sacco di pratica.
Well alz lo sguardo sul viso di Logen, dove il taglio sulla
fronte stava gi sbiadendo in un'ennesima linea rosata.
dere l'espressione sul suo viso. Chi mai vorrebbe venire a sapere di essere in compagnia di Novedita il Sanguinario? Un
uomo che ha fatto pi morti della peste, ma con meno rimpianto. Non sarebbero mai potuti essere amici ormai, non
con tutti quei cadaveri di mezzo.
Ma poi sent la mano di Quai dargli una pacca sulla spalla. Beh, comunque, disse quello con un sorriso da parte a
parte, hai salvato me e per questo ti sono molto grato!
Ho salvato un uomo quest'anno, e ne ho uccisi solo quattro. Mi sento rinato. Entrambi risero per un po', e fu una
bella sensazione.
E cos, Malacus, vedo che sei tornato tra noi.
Si voltarono, e nel farlo l'apprendista inciamp sulla coperta con un'espressione vagamente atterrita. Il Primo Mago
era in piedi nel vano della porta-finestra, vestito di una tunica bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti. A Logen
continuava a sembrare pi un macellaio che uno stregone.
Maestro Bayaz ehm stavo proprio venendo da voi,
balbett Quai.
Ma davvero? Che fortuna per entrambi, allora, che sia
stato io a venire da te! Il Mago usc sul balcone. Ritengo
che un uomo in grado di parlare, ridere e stare all'aperto si
senta abbastanza in forze anche per leggere, studiare ed
espandere la sua mente ristretta. Tu che ne dici?
Senza dubbio
Senza dubbio, s! Dimmi, come procedono i tuoi studi?
Lo sventurato apprendista era del tutto frastornato. Ultimamente li ho un po' sospesi?
Non hai fatto progressi con I Principi dell'Arte di Juvens
mentre vagavi per le colline sotto il brutto tempo?
Ehm no, nessun progresso no.
E le tue conoscenze storiche si sono sviluppate ulteriormente mentre Mastro Novedita ti stava riportando alla biblioteca?
Beh, confesso di no.
Ma gli esercizi e la meditazione, per di certo hai fatto
Appunto.
Il vento sembrava pi freddo di prima. Se anche Logen
non avesse rivisto Bethod mai pi, sarebbe stato comunque
troppo presto, ma certe cose vanno fatte e basta, per cui tanto
vale farle che vivere nel terrore dell'altezza. Questo avrebbe
detto suo padre. Cos, fece un respiro profondo e raddrizz le
spalle, prima di dire: Ci sar.
Ottimo. Allora manca solo un'ultima cosa.
Quale?
Bayaz fece un sorrisetto. Ti serve un'arma.
I sotterranei della biblioteca non erano umidi, ma in compenso erano bui e molto, molto tortuosi. Logen e Bayaz avevano salito e sceso una quantit di scale, girato diversi angoli, oltrepassato varie porte e prese parecchie svolte a destra e
a sinistra. Quel posto era un labirinto. Logen sperava di non
perdere mai di vista il tremolio della torcia dello stregone o
sarebbe rimasto intrappolato sotto la biblioteca per sempre.
asciutto qui sotto, si sta bene, senti?, diceva Bayaz
parlottando tra s e s, la voce che riecheggiava nei cunicoli,
mescolata allo scalpiccio dei loro passi. L'umidit la peggior nemica dei libri. Si ferm all'improvviso davanti a una
pesante porta. O delle armi. Diede una spintarella e l'uscio
si apr senza cigolare.
Ma guarda! Sono anni che non viene aperta, eppure i
cardini ruotano ancora come se fossero imburrati! Questa s
che maestria! Perch a nessuno importa pi niente dell'artigianato di qualit? Bayaz super la soglia senza aspettare
una risposta e Logen lo segu da vicino.
La torcia dello stregone illumin una sala dal soffitto basso, cos lunga che l'estremit opposta rimase al buio. Sulle
pareti, fatte di blocchi di roccia scabra, si allineavano rastrelliere e scaffalature; il pavimento era ingombro di scatole e
supporti, ovunque c'erano mucchi disordinati di armi e armature. Lame, spuntoni, superfici lucide in legno e metallo catturarono la luce tremolante della torcia, mentre Bayaz avan-
cantilenante, ma la musica era diversa adesso, era una canzone dura, stridula, omicida. Tu, vecchio verme! Ti nascondi
qui, tra queste quattro mura, coi tuoi servi e i tuoi libri! Il tuo
tempo finito da tanto, sciocco! Non sei altro che cenere e
parole! Il Primo Mago arricci le labbra con aria calma e
sbuff del fumo. Cenere e parole, vecchio verme! Beh, vedremo. Verremo in forze alla tua biblioteca! Lo stregone
pos delicatamente la pipa sul tavolo mentre il fumo saliva
ancora dal focolaio, arricciandosi in aria. Torneremo in forze alla tua biblioteca, butteremo gi le mura, passeremo i
tuoi servi a fil di spada e faremo un rogo dei tuoi libri! Faremo
Silenzio. Bayaz aveva un'espressione minacciosa in
viso, pi feroce di quella con cui aveva guardato Calder alcuni giorni prima in cortile. Logen fu di nuovo colto dal desiderio di allontanarsi, ma questa volta era pi forte, tanto
che si ritrov a guardarsi attorno nella stanza in cerca di un
posto in cui nascondersi. Le labbra di Caurib si muovevano
ancora, ma emettevano soltanto un mormorio roco, privo di
senso.
Vorreste buttare gi le mie mura, eh?, disse Bayaz. Le
sopracciglia grigie erano cos aggrottate da sembrare un unico solco profondo, inciso duramente al di sopra del suo naso.
Ucciderete i miei servi, questo farete?, domand. La
stanza era diventata tutto d'un tratto gelida, malgrado il fuoco
scoppiettante.
Brucerete i miei libri, dici?, tuon Bayaz. Tu parli
troppo, strega! Le ginocchia di Caurib cedettero e la sua
mano bianca artigli lo stipite della porta mentre si accasciava contro il muro, facendo tintinnare tutti i gioielli che indossava.
Cenere e parole, questo sarei? Bayaz alz quattro dita.
Hai ricevuto quattro doni da me, Bethod: il sole d'inverno,
un temporale d'estate, e altre due cose che non avresti mai
conosciuto se non fosse stato per la mia Arte. Che cosa mi
hai dato in cambio, eh? Questo lago e questa valle, che erano
gi miei, e un'altra cosa solamente. Bethod scocc una rapida occhiata a Logen, prima di tornare a guardare il Mago.
Sei ancora mio debitore, eppure mi invii messaggeri, mi fai
delle richieste e osi cercare di comandarmi? Questa non la
mia idea di buone maniere.
Toro, che solo adesso era riuscito a capire la situazione,
aveva gli occhi talmente sporgenti che sembravano sul punto
di schizzargli fuori dalle orbite. Maniere? A un Re non servono le buone maniere! Un Re si prende ci che desidera!,
disse, facendo un passo verso il tavolo.
Toro era grande, grosso e cattivo, questo era poco ma sicuro, e non c'era nessuno pi adatto di lui a infierire su uno
gi sconfitto, Logen per non era sconfitto, non ancora, e
non potendone pi di stare a sentire quel pallone gonfiato, si
fece avanti per sbarrargli la strada, con la mano gi pronta
sull'elsa della spada. Piantala.
Il Principe lo guard con quegli occhi sgrananti e lev un
grosso pugno, che strinse talmente forte da farsi diventare le
nocche bianche. Non tentarmi Novedita, carogna miserabile! I tuoi giorni sono finiti! Potrei romperti come un uovo!
Puoi provarci, ma ti assicuro che non te lo lascer fare.
Conosci il mio lavoro. Fa' un altro passo e mi metto a lavorare su di te, maiale obeso del cazzo!
Toro!, esclam Bethod. Non c' niente per noi qui,
chiaro. Ce ne andiamo. Il mostruoso principe serr il blocco
enorme della mascella, le mani che si aprivano e si chiudevano lungo i fianchi mentre guardava Logen con tutto l'odio e
la ferocia di questo mondo. Poi, ghignando, arretr lentamente.
Bayaz si chin in avanti. Hai detto che avresti portato la
pace nel Nord, Bethod, e invece che cosa hai fatto? Hai sommato la guerra alla guerra! Hai dissanguato la terra con il tuo
orgoglio e la tua brutalit! Re degli Uomini del Nord? Ah!
Non valeva la pena aiutarti. E pensare che riponevo in te le
mie speranze!
Bethod rispose solo con una breve alzata di sopracciglio,
15.
Una strada tra due dentisti
su un mucchio putrido di immondizia. Glokta sent lo squittio dei topi che correvano a rintanarsi nell'oscurit.
Conosci tutti i posticini migliori qui intorno, eh, Severard?
per questo che mi pagate, Inquisitore. Severard mise
per sbaglio uno stivale nero e sporco sulla poltiglia maleodorante d'immondizia. Glokta aggir la guazza con attenzione,
usando la mano libera per tenere sollevato l'orlo del mantello. Io ci sono cresciuto in questa zona, continu il Pratico.
La gente non fa domande.
Tranne noi. Noi abbiamo sempre delle domande.
Certo. Severard fece una risatina smorzata dalla maschera. Noi siamo l'Inquisizione. La sua lampada illumin
un portone di ferro ammaccato, su cui si innalzava un muro
con spuntoni arrugginiti sulla sommit. Ci siamo. Ah, che
posto dall'aria rassicurante! Evidentemente il portone non
veniva usato molto, perch i cardini marroni stridettero risentiti quando il Pratico lo spinse, dopo averlo aperto con la
chiave. Glokta mise goffamente un piede in una pozzanghera
che aveva riempito un solco nel terreno e imprec quando
vide che il mantello strisciava sull'acqua lurida.
I cardini stridettero di nuovo quando Severard, con la
fronte corrugata per lo sforzo, lott per richiudere la porta,
poi il Pratico sollev il cappuccio della lanterna e illumin
un ampio cortile ornamentale, soffocato da calcinacci, erbacce e frammenti di legno.
Eccoci qua, fece Severard.
Una volta doveva essere un edificio magnifico, a suo
modo. Quanto devono essere costate tutte quelle finestre?
Tutta quella muratura decorativa? Chi visitava questa casa
doveva rimanere sbalordito di fronte alla ricchezza del proprietario, se non di fronte al suo buongusto. Ma ora non pi.
Le finestre erano sigillate da assi di legno marce, le volute
della muratura erano soffocate dal muschio e incrostate dagli
escrementi d'uccello. Il sottile strato di marmo verde che ricopriva le colonne era tutto scrostato e pieno di crepe, tanto
che l'intonaco marcio al di sotto era ormai allo scoperto. Tutto cadeva a pezzi, tutto era deteriorato e in rovina. I blocchi
della facciata sgretolata erano sparsi ovunque e gettavano
lunghe ombre sulle mura alte del cortile. Met della testa di
un cherubino giaceva per terra, con lo sguardo dolente levato
su Glokta mentre questi gli passava accanto zoppicando.
Si era aspettato qualche capannone squallido, qualche
umido scantinato vicino all'acqua. Che cos' questo
posto?, chiese con lo sguardo alzato sul palazzo fatiscente.
L'ha costruito qualche mercante anni fa. Severard allontan con un calcio il blocco di una scultura caduta a pezzi, facendolo rotolare nell'oscurit. Uno ricco, molto ricco.
Voleva vivere accanto ai suoi capannoni e ai suoi pontili, per
tenere sempre d'occhio gli affari. Sal con passo tranquillo
le scale piene di crepe e muschio, fino a un'enorme porta
sfaldata. Pensava che la sua idea avrebbe preso piede, ma
non accadde. Chi mai vorrebbe vivere in questa zona, se non
costretto? Poi perse tutti i soldi, come capita spesso ai mercanti. I creditori ebbero problemi a trovare qualcuno che volesse comprare questa casa.
Glokta fiss una fontana rotta che stava inclinata da un
lato, mezza piena d'acqua stagnante. Non mi sorprende.
La lanterna di Severard a stento riusciva a illuminare tutto
l'atrio cavernoso dell'entrata. Due enormi e ripide scalinate
salivano ricurve verso il piano superiore, profilandosi nel
buio davanti a loro. Un'ampia balconata correva parallela
alle pareti del primo piano, anche se una grossa sezione era
crollata e aveva frantumato le umide assi di legno del pavimento al di sotto, di modo che una delle scalinate si interrompeva sul vuoto, come amputata. Il pavimento umido era
disseminato di pezzi di intonaco, assi di legno cadute dal soffitto, travi spaccate e macchie grigie d'escrementi d'uccello.
Il cielo notturno occhieggiava da diversi buchi nel soffitto.
Glokta sentiva il vago tubare dei piccioni nascosti nell'ombra
tra i travetti, oltre al lento gocciolio dell'acqua che proveniva
da qualche parte.
cinque dall'altro, erano ritratte di profilo nell'atto di andarsene e le loro pose bizzarre non ne lasciavano intravedere i
volti. Stavano di fronte a un altro uomo con le braccia protese, tutto vestito di nero e con un mare di fuoco di stucco colorato alle sue spalle. La forte luce delle sei lampade accese
non faceva sembrare l'affresco pi bello. Non un lavoro di
qualit; sembra pi una decorazione che una pittura, ma
colpisce lo stesso.
Non ho idea di cosa dovrebbe essere, comment Severard.
Il Fommo Creatore, biascic il Pratico Gelo.
Ma certo, fece Glokta, fissando la figura oscura e le
fiamme alle sue spalle. Dovresti studiare la nostra storia,
Pratico Severard. Questo il Sommo Creatore, Kanedias.
Si volt a indicare l'uomo morente sulla parete opposta. E
questo il grande Juvens, che l'altro ha ucciso. Pass una
mano sulle figure in bianco. Questi, invece, sono gli apprendisti di Juvens, i Maghi, che marciano per andarlo a vendicare. Storie di fantasmi che servono a spaventare i bambini.
Chi pagherebbe per avere una merda del genere spiaccicata sulle pareti della sua cantina?, domand Severard,
scuotendo la testa.
Oh, era molto in voga una volta. C' una stanza con una
pittura identica nel palazzo. Questa per una copia, e anche
scadente. Glokta alz lo sguardo sul volto in ombra di Kanedias, che fissava cupo dall'alto sia la stanza che il cadavere
sanguinante dall'altra parte. Eppure, c' qualcosa di inquietante in queste raffigurazioni, non credete? O dovrebbe esserci, se me ne importasse un accidente. Sangue, fuoco,
morte, vendetta. Non ho idea del perch uno dovrebbe farsi
dipingere una cosa del genere in uno scantinato. Forse, il nostro amico mercante aveva qualche segreto.
Un uomo ricco ha sempre qualche segreto, osserv Severard. E questi chi sono?
Glokta aggrott le sopracciglia. Due figure pi piccole,
sono?
Siamo poco lontani dalla Via Centrale, sotto il livello
dell'acqua. Glokta fece una smorfia quando i muscoli della
sua gamba si contrassero all'improvviso. La stese con cautela, in attesa di sentir scrocchiare il ginocchio, e poi continu.
Sai, la Via Centrale una delle arterie principali della citt,
arriva fino al cuore dell'Agriont e prosegue fino al mare. Passa per vari distretti, e su di essa si affacciano molti edifici degni di nota. Gran parte delle zone alla moda della citt si trova appena usciti dal vicolo. Per me, per, non altro che una
strada tra due dentisti.
Il prigioniero socchiuse gli occhi e li fece scattare su uno
o sull'altro degli strumenti posati sul tavolo. Non insulta pi
per. Pare che l'odontoiatria abbia attratto la sua attenzione.
In fondo alla strada, disse Glokta, indicando grossomodo il nord, c' una delle zone pi care della citt, proprio davanti ai giardini pubblici, e quella grande casa bianca che
sorge all'ombra dell'Agriont la dimora di Mastro Farrad.
Forse l'hai sentito nominare
Va' a farti fottere!
Glokta alz le sopracciglia. Magari. Dicono che Mastro
Farrad sia il pi bravo dentista del mondo. Credo sia originario di Gurkhul, ma fuggito dalla tirannia dell'Imperatore, rifugiandosi presso l'Unione. Qui si rifatto una vita migliore
e vive salvando i cittadini pi abbienti dal terrore dei denti
guasti. Quando tornai dalla mia visitina al Sud, la mia famiglia mi mand da lui, per vedere se potesse fare qualcosa per
me. Glokta fece un ampio sorriso, onde mostrare all'assassino la natura del suo problema. Ovviamente, fu inutile. I torturatori dell'Imperatore hanno fatto in modo che il danno fosse irrecuperabile. Ma come dentista eccezionale, lo dicono
tutti.
E allora?
Glokta lasci che il suo sorriso si appassisse. Mentre all'altro capo della Via Centrale, vicino al mare, tra lo sporco,
lancargli la bocca in modo doloroso. Il sicario sbarr gli occhi. Fa male, eh? E questo niente, credimi.
Attento alla lingua, disse Glokta. Vogliamo che parli.
Non preoccupatevi, mormor Severard mentre guardava nella bocca del prigioniero, ma all'improvviso si ritrasse.
Bleah! Gli puzza il fiato di merda!
Che disdetta, ma non mi sorprende. raro che i sicari si
preoccupino della loro igiene personale. Glokta si alz lentamente in piedi e fece il giro del tavolo zoppicando. Allora,
sussurr, con una mano indecisa sugli strumenti, da dove
cominciamo? Prese uno specillo e si chin in avanti per
esplorare con attenzione i denti del sicario, con la mano
stretta saldamente attorno all'impugnatura del bastone. Non
ha una bella dentatura, questo sicuro. Mi sa che preferisco
avere i miei denti che i suoi.
Ah, povero me, questi denti sono in uno stato pietoso!
Marci fino alle radici. Ecco perch hai il fiato cos cattivo.
Non ci sono scuse. Un uomo della tua et!
Aaah!, grid il prigioniero quando Glokta gli tocc un
nervo. Prov a parlare, ma con le pinze infilate nella bocca
biascicava pi del Pratico Gelo.
Zitto, hai avuto la possibilit di parlare. Forse ne avrai
un'altra pi tardi, non ho ancora deciso. Glokta rimise l'ago
sul tavolo, scuotendo la testa con aria triste. I tuoi denti
sono una cazzo di disgrazia. Che schifo. Parola mia, stanno
per cadere da s. Sai, disse mentre prendeva il martellino e
lo scalpello dal tavolo, credo che vivresti meglio senza.
16.
Testapiatta
Mastino se ne stava seduto al freddo umido dei boschi, all'inizio di una mattinata grigia, a pensare quanto le cose fossero migliori prima. Di tanto in tanto girava lo spiedo, nel
tentativo di non innervosirsi troppo nell'attesa. Ma Tul Duru
non lo stava aiutando per niente, anzi, si stava consumando
gli stivaloni nel camminare avanti e indietro sull'erba e attorno alle vecchie rocce, paziente come un lupo in calore. Mastino lo guardava sbattere i piedi pesantemente. Da tanto ormai aveva imparato che i grandi guerrieri sono utili per una
cosa sola: combattere. Per tutte le altre cose, non servono a
un cazzo, soprattutto se si tratta di aspettare.
Perch non ti metti a sedere, Tul?, mormor Mastino.
Ci sono tanti sassi qua intorno! E poi pi caldo vicino al
fuoco. Riposali quei poveri piedi, mi rendi nervoso.
Sedermi?, rugg il gigante e gli si avvicin, ergendosi
su di lui come una maledetta montagna. Come faccio a sedermi, e come fai tu a stare seduto? Guard le rovine e gli
alberi con le grosse, pesanti sopracciglia aggrottate. Sei sicuro che il posto questo?
S, questo. Mastino lasci correre lo sguardo attorno a
s, sulle rocce spezzate, e sper con tutto se stesso di non essersi sbagliato. Non poteva negare per che di loro non ci
fosse ancora traccia. Arriveranno, non ti preoccupare. A
meno che non si fossero fatti ammazzare tutti quanti, pens,
ma ebbe l'accortezza di non dirlo. Aveva marciato abbastanza
al fianco di Tul Duru Testadituono da sapere che era meglio
non istigarlo, se ci tenevi alla testa.
Meglio per loro che arrivino presto. Le mani immense
di Tul si strinsero in due pugni che avrebbero potuto frantu-
con il sorriso di uno che non aveva mai sentito una battuta
pi divertente in vita sua. Non mi fanno paura, ragazzone,
non pi di quanta me ne fai tu, solo che a me non va di starmene qua seduto ad aspettarli, per dare a Tretronchi il tempo
di alzare il culo flaccido dal letto. Io me ne vado a sud!, e
strapp un altro pezzo di carne.
Chi che ha il culo flaccido?
Mastino abbozz un sorriso quando vide Tretronchi venire a grandi passi verso il fuoco, quindi si alz in piedi per
stringere la mano del suo vecchio amico. Con lui c'era Forley
il Debole, cui Mastino diede una pacca sulla spalla cos forte
mentre passava, che per poco non lo butt per terra, ma era
cos contento di rivederli tutti sani e salvi, di vedere che l'avevano scampata per un altro mese. E poi, non guastava mai
avere un capo attorno al fuoco. Tutti parvero felici una volta
tanto, tutti sorridevano, si stringevano le mani, e via dicendo.
Tutti tranne Dow, ovviamente, che se ne rimase seduto a fissare il fuoco e a succhiare l'osso del maiale, con una faccia
acida quanto il latte andato a male.
bello rivedervi tutti interi, ragazzi. Tretronchi si tolse
il grosso scudo rotondo dalla spalla e lo appoggi contro un
muro mezzo crollato. Come ve la passate?
Abbiamo un freddo del cazzo, disse Dow senza neanche alzare lo sguardo. Ce ne andiamo a sud.
Mastino sospir. Neanche due minuti insieme e gi ricominciavano a litigare. Le cose sarebbero state difficili, adesso che non c'era pi Logen a mantenere tutti quanti calmi.
Difficili, e probabilmente cruente. Tretronchi, per, non
esplose subito, ma si prese un momento per pensare, come
faceva sempre; amava prendersi quei momenti, lui, era ci
che lo rendeva pericoloso. A sud, eh?, disse Tretronchi,
dopo averci rimuginato un attimo. E quando l'avete
deciso?
Non abbiamo deciso niente, rispose Mastino, aprendo i
palmi per l'ennesima volta, pensando che da allora in poi
avrebbe dovuto farlo spesso.
non era bravo ad ammazzare gli altri, per sapeva come dissuadere gli altri dall'ammazzarsi tra loro. Mastino gli augur
buona fortuna per il tentativo. Dai, ragazzi, perch non
Chiudi quella cazzo di bocca, tu!, berci Dow, puntandogli violentemente un dito sudicio in faccia. Da quando
quello che dici tu conta qualcosa, Forley?
Lascialo stare, tuon Tul e mise il pugno enorme sotto
il mento di Dow, o ti dar qualcosa per cui strillare davvero!
Mastino non poteva guardare. Dow e Tretronchi non facevano altro che provocarsi, ma erano svelti a sbollire tanto
quanto lo erano a infiammarsi. Testadituono, invece, era di
un'altra specie, perch una volta che quel grosso bue si imbizzarriva per bene, non c'era modo di calmarlo. A meno che
non si avesse la forza di dieci uomini, e parecchia corda a disposizione. Mastino prov a pensare a che cosa avrebbe fatto
Logen; lui avrebbe saputo come farli smettere, ma era morto.
Merda!, grid Mastino allontanandosi di colpo da davanti al fuoco. Qua intorno pieno di merdosi Shanka! E
anche se riusciamo ad ammazzare loro, c' sempre Bethod a
cui pensare! Il mondo pieno di questioni da risolvere, senza
che noi ne creiamo delle altre! Logen morto e Tretronchi
il secondo, e questa l'unica cosa che voglio sentire! Punt
ripetutamente il dito contro nessuno in particolare, poi attese
nella speranza che il trucco avesse funzionato.
Gi, grugn il Cupo.
Forley cominci ad annuire come un picchio. Mastino ha
ragione! Litigare ci serve quanto le pustole sul cazzo! Tretronchi il secondo. lui il capo adesso.
Tutti tacquero un momento. Dow fiss Mastino con uno
sguardo gelido, vuoto e omicida, come quello di un gatto con
il topo tra le grinfie. Mastino deglut. Molti uomini - la maggior parte, forse - non avrebbero osato sostenere uno sguardo
del genere da parte di Dow il Nero, uno che aveva avuto il
suo Nome per via della pessima reputazione che lo precedeva in tutto il Nord, uno che arrivava nei villaggi nell'ora pi
ma il pugno e poi due dita, per dire che erano in dodici, e infine punt il sentiero da dove stavano arrivando gli altri. Il
Cupo annu e scomparve tra gli alberi.
Mastino lanci un'ultima occhiata agli Shanka, giusto per
essere sicuro che non li avessero visti, quindi scese silenziosamente dall'albero e si allontan.
Stanno accampati vicino alla strada. Io ne ho visti dodici, ma forse sono di pi.
Ci stanno cercando?, chiese Tretronchi.
Pu essere, ma non mi sembra che si stiano dando tanto
da fare.
Possiamo aggirarli?, domand Forley, che cercava sempre di evitare gli scontri.
Dow, che invece cercava sempre di trovarcisi in mezzo,
sput a terra. Dodici non sono niente! Possiamo sistemarli.
Mastino guard Tretronchi, immerso nel suo momento di
riflessione. Non era vero che dodici erano niente, lo sapevano tutti, ma era comunque meglio sistemarli per bene che lasciarseli vivi e vegeti alle spalle.
Che facciamo, capo?, domand Tul.
Tretronchi serr la mascella. Alle armi.
Un guerriero che non tiene le proprie armi pronte e pulite
uno sciocco, e Mastino aveva finito con la sua neanche
un'ora prima. Controllarle non ti ammazza, ma non controllarle pu risultare fatale.
Si sent il fruscio dell'acciaio sul cuoio, il ticchettio del legno e il clangore del metallo. Mastino li osserv tutti: il
Cupo pizzic la corda del suo arco, prima di controllare le
piume delle frecce; Tul Duru fece correre il pollice lungo il
filo della sua spada, che era alta quasi quanto Forley, e chiocci come una gallina quando vide una macchiolina di ruggine; Dow il Nero stava passando un panno sulla lama della
sua ascia, mentre la guardava con gli occhi dolci di un amante; infine, Tretronchi regol le cinghie del suo scudo e poi
fece frusciare in aria la spada di metallo splendente.
Mastino, con un sospiro, tir le cinghie della guardia at-
Arrivandogli da dietro, us lo scudo per scaraventare un Testapiatta sul fuoco, prima di falciarne un altro con la spada.
Una freccia di Mastino affond nelle budella di uno Shanka,
facendolo cadere sulle ginocchia; un momento dopo Tul gli
tagli la testa con un ampio fendente della spada.
La battaglia era ormai in pieno e rapido svolgimento: colpi, grugniti, raschi, sferragliamenti. Il sangue schizzava
ovunque, le armi vibravano e i corpi cadevano troppo velocemente perch Mastino avesse modo di prendere la mira. In
tre avevano accerchiato i pochi Testapiatta ancora vivi, che
strillavano e berciavano, ma Tul Duru mulinava la grossa
spada per tenerli a bada. Tretronchi si scagli nel mezzo e
amput le gambe a uno, mentre Dow ne fece fuori un altro
che si era girato di spalle.
Mastino prov a beccare l'ultimo, che lanci un grido
mentre cercava di scappare verso gli alberi, ma lo manc
perch correva troppo; tuttavia, la freccia sfior per un soffio
la gamba di Dow, senza che per fortuna lui se ne accorgesse.
Il Testapiatta era quasi arrivato ai cespugli, quando d'un tratto scatt all'indietro con un gemito e piomb a terra, contorcendosi. Forley, nascosto tra la vegetazione, lo aveva trafitto.
Ne ho preso uno!, grid.
Tutto tacque per un momento. Mastino scese verso la radura, tutti gli altri si guardarono attorno per assicurarsi che
non ci fosse pi niente da uccidere, poi Dow il Nero emise
un urlo assordante, agitando le armi insanguinate sopra la testa. Li abbiamo uccisi tutti, cazzo!
Per poco non uccidi anche tutti noi, dannato idiota!,
url Tretronchi.
Eh?
Che ne stato del fottuto segnale?
Ho creduto di averti sentito urlare!
Non ho mai urlato!
Ah no?, chiese Dow, con un'aria molto perplessa.
Qual era il segnale, comunque?
Tretronchi sospir e si mise le mani tra i capelli.
17.
Il corso del vero amore
Rallent subito a una camminata riluttante e si ferm accanto al tavolo. Sarete senza dubbio contento di sapere che
oggi non ci saranno n corse, n nuotate, n trave, n barra
pesante, disse lo storpio. Non avrete neanche bisogno di
quelle. Col bastone, indic le spade da scherma che Jezal
teneva in mano. Ci faremo quattro chiacchiere. Tutto qui.
L'idea di passare quattro ore stancanti con Varuz all'improvviso non sembrava pi tanto malsana, ma Jezal non aveva intenzione di farsi vedere a disagio. Butt le spade sul tavolo facendo un gran baccano e si sedette con aria noncurante sull'altra sedia, mentre Glokta, immerso nell'ombra, non
smise mai di osservarlo. Jezal aveva in mente di incutergli
una sorta di timore a forza di fissarlo, ma il tentativo si rivel
vano e, dopo due secondi che guardava il suo volto devastato, il ghigno vuoto e gli occhi infossati e febbricitanti, inizi
a trovare il ripiano del tavolo qualcosa di molto interessante
da studiare.
Ditemi, Capitano, perch avete cominciato a tirare di
scherma?
Un gioco, dunque. Una mano di carte con due giocatori
soltanto. Tutto quello che veniva detto sarebbe stato riferito a
Varuz, era certo, per cui Jezal doveva essere cauto nel giocare, tenersi strette le carte e stare all'erta. Per il mio onore,
per quello della mia famiglia e per quello del mio Re, rispose freddamente. Ci provasse, lo storpio, a trovare un difetto
in quella risposta.
Ah, dunque in nome della nazione che avete intrapreso
questa strada. Che cittadino esemplare siete. Che altruismo.
Un esempio per tutti noi. Glokta sbuff. Ti prego! Se devi
mentire, almeno menti in un modo che tu stesso trovi credibile. Quella risposta un insulto per entrambi.
Come osava quel fallito senza denti rivolgersi a lui con
quel tono? La gamba di Jezal ebbe uno spasmo come fosse
proprio sul punto di alzarsi e andarsene, al diavolo Varuz e il
suo dannato tirapiedi, ma mentre posava le mani sui braccioli
della sedia per tirarsi su, incontr gli occhi dello storpio, che
gli sorrideva come a prenderlo in giro. Andarsene adesso sarebbe stato come ammettere la sconfitta, in un certo senso.
Perch aveva cominciato a tirare di scherma, comunque?
Mio padre mi ha spinto a farlo.
Ah, capisco. Il mio cuore trabocca di compassione. Il figlio leale, obbligato dal suo forte senso del dovere, costretto a realizzare le ambizioni del padre. Una storia familiare,
simile a una vecchia, comoda poltrona su cui tutti amiamo
sederci. Di' loro ci che vogliono sentire, eh? Non male
come risposta, ma ancora lontana dalla verit.
Perch non me lo dite voi, allora?, ribatt Jezal ingrugnato. Visto che ne sapete pi di me!
D'accordo, eccoti la risposta. Gli uomini non tirano di
scherma per il loro Re, n per le loro famiglie e neanche per
fare esercizio - ti anticipo, prima che provi anche quella via.
Gli uomini tirano di scherma per la loro carriera, per loro
stessi. Io lo so bene.
Ah, voi lo sapete bene? Jezal sbuff. Non mi pare abbia funzionato nel vostro caso. Rimpianse immediatamente
quelle parole. Accidenti alla sua boccaccia che lo metteva
sempre nei guai!
Ma Glokta si limit a far balenare sulle labbra quel suo
sorriso rivoltante. Stava funzionando eccome, finch non
sono finito nelle prigioni dell'Imperatore. Qual la tua scusa,
invece, bugiardo?
A Jezal non piaceva per niente come stava andando quella
conversazione. Nelle carte, era troppo abituato alle vittorie
facili e ai pessimi giocatori, e questo aveva intorpidito la sua
abilit. Meglio passare per questa volta, almeno fino a quando non avesse compreso la natura del suo nuovo avversario.
Cos serr la mascella e non fiat.
Ci vuole duro lavoro, ovviamente, per vincere un Torneo. Avrai di certo visto l'impegno del nostro comune amico,
Collem West. Se l' sudata, correndo per mesi mentre tutti
noi lo prendevamo in giro. Un idiota arricchito di plebeo che
osa competere contro chi meglio di lui, questo pensavamo.
rimarr deluso, e anche il Maggiore West, tuo padre, e via dicendo. Ma credimi se ti dico, e si pieg, ostentando ancora
quel sorriso orribile, che a me non potrebbe importare di
meno. Buongiorno, Capitano Luthar. Detto questo, Glokta
si allontan zoppicando in direzione del portale.
Dopo lo spiacevole colloquio, Jezal si ritrov con qualche
inaspettata ora di tempo libero, ma non era dell'umore giusto
per darsi ai bagordi. Vag per le strade deserte, per le piazze
e i giardini dell'Agriont, sempre riflettendo cupamente su ci
che gli aveva detto lo storpio; maledisse ripetutamente il
nome di Glokta, bench non riuscisse a togliersi dalla testa la
conversazione avuta con lui. Ne esamin ogni frase, pi e
pi volte, dalla prima all'ultima parola, e gli sovvennero tutte
le risposte che avrebbe potuto dargli. Se solo gli fossero venute in mente sul momento!
Ah, Capitano Luthar! Jezal si riscosse e alz lo sguardo. Un uomo che non conosceva, seduto sotto un albero sull'erba umida, con una mela smozzicata in mano, gli sorrise.
La mattina il momento perfetto per fare una passeggiata,
secondo me. Tutto calmo, grigio, pulito e deserto. Non ha
nulla a che vedere con il rosa chiassoso del tramonto. Tutto
quel trambusto, quelle persone che vanno e vengono. Come
fa un uomo a pensare in mezzo a tutta quella insensatezza?
Vedo che siete del mio stesso avviso e ci mi fa piacere.
Diede un grosso morso croccante alla mela.
Ci conosciamo?
Oh, no, no, disse lo sconosciuto, prima di alzarsi in piedi e pulirsi il terriccio dal retro dei pantaloni, non ancora. Il
mio nome Zolfo, Yoru Zolfo.
Davvero? Cosa vi porta nell'Agriont?
Diciamo che sono in missione diplomatica.
Jezal lo osserv nel tentativo di capire da dove venisse.
Per conto di?
Del mio signore, ovviamente, fu la risposta poco utile
di Zolfo. Aveva gli occhi di colori diversi, not Jezal. Un
darlo al suo posto ad annunciare la brutta notizia al Lord Maresciallo Varuz. Era una scena a cui non voleva assistere, per
cui, se avesse potuto, se la sarebbe risparmiata volentieri.
Buss e attese, poi buss ancora, finch la porta non si apr.
Capitano Luthar! un onore quasi insopportabile!
Ardee, mormor Jezal, alquanto sorpreso di vederla l,
bello vedervi di nuovo. E una volta tanto era sincero. Lei
era interessante, ecco la verit. Per lui era una piacevole novit interessarsi davvero a ci che una donna aveva da dire, e
non poteva negare che Ardee era anche dannatamente bella,
lo diventava sempre di pi ogni volta che la vedeva. Non sarebbe mai potuto succedere nulla tra di loro, ovviamente,
perch West era un suo amico, ma non c'era niente di male
nel guardarla, no? Ehm vostro fratello c'?
Lei si butt con aria noncurante su una cassapanca accostata al muro e allung una gamba, con aria molto contrariata. Non c'. uscito. sempre impegnato. Non ha mai tempo per me. Aveva un rossore inequivocabile sulle guance.
Lo sguardo di Jezal si fiss sulla caraffa del vino, che era
mezza vuota.
Siete ubriaca?
Un po', rispose lei, adocchiando il bicchiere mezzo pieno accanto al suo gomito, ma pi che altro sono annoiata.
Non sono neanche le dieci.
Non ci si pu annoiare prima delle dieci?
Sapete che intendo.
Lasciate che sia mio fratello a farmi la morale, a lui si
addice di pi. Bevete qualcosa. Fece un gesto della mano
verso la bottiglia. Avete l'aria di averne bisogno.
Beh, non aveva tutti i torti. Si vers un bicchiere per s e
si mise seduto su una sedia davanti ad Ardee; lei lo guard
per tutto il tempo con le palpebre pesanti, poi, quando prese
la sua coppa dal tavolo, Jezal not che accanto era posato un
libro capovolto.
Com' il libro?, le chiese.
La Caduta del Sommo Creatore, in tre volumi. Dicono
che sia uno dei pi grandi classici della storia. Per me solo
un mucchio di sciocchezze, e sbuff ironica. Tutti quei
saggi Maghi, quei cavalieri austeri con le spade enormi, e
quelle dame con petti ancora pi enormi. Magia, violenza e
amore in egual misura. Una merda assoluta. Diede una botta al libro, che cadde sul tappeto, con le pagine che si voltavano da sole.
Ci sar pure qualcosa che potete fare per non annoiarvi.
Davvero? Cosa suggerite?
Le mie cugine fanno parecchi ricami.
Fottiti.
Mmmh, fece Jezal con un sorriso. Le sue imprecazioni
non sembravano pi offensive come quando si erano incontrati la prima volta. Che facevate a casa, nell'Angland?
Oh, a casa, comment, appoggiando la testa allo schienale della cassapanca. Pensavo di annoiarmi l. Non vedevo
l'ora di venire qui, al centro delle cose; invece adesso non
vedo l'ora di tornare, sposare qualche contadino, avere una
dozzina di marmocchi. Almeno avrei qualcuno con cui parlare. Chiuse gli occhi e sospir. Ma Collem non me lo permette. Si sente responsabile, ora che nostro padre morto, e
pensa che sia troppo pericoloso tornare a casa. Teme che io
possa rimanere uccisa per mano degli Uomini del Nord, ma
il suo senso di responsabilit si ferma a questo. Non cos
profondo da fargli trovare dieci minuti della sua giornata da
passare con me. Cos, a quanto pare, sono incastrata qui, con
tutti voi snob arroganti.
Jezal si mosse sulla sedia, a disagio. Se la cava bene,
per.
Oh, s, sbuff Ardee, Collem West un tipo che se la
sa cavare! Ha vinto un Torneo, lo sapevate? stato il primo
a superare la breccia di Ulrioch. Non ha un briciolo di educazione, non sar mai uno di noi, ma a posto per essere un
plebeo! Peccato per quella sorella arricchita che si ritrova,
che ha un quarto del suo cervello. E dicono anche che le
piaccia bere, sussurr. Non sa stare al suo posto. una
pensi di essere quello in difficolt? Ma ti prego! Io stessa potrei cominciare a tirare di scherma, disse con amarezza.
Chiedi al Lord Maresciallo se ha tempo per un'allieva in
pi, ti dispiace? Almeno avrei qualcuno con cui parlare!
Jezal strabuzz gli occhi. Questo non era interessante, era
maleducato. Aspetta un attimo, tu non hai idea di cosa significhi
Oh, e smettila di lamentarti! Quanti anni hai, cinque?
Perch non torni a succhiare la tetta di tua madre,
poppante?
Non riusciva a credere alle sue orecchie. Come osava?
Mia madre morta. Ah-a! Questo l'avrebbe fatta sentire in
colpa, le avrebbe strappato una scusa. Macch.
Morta? Beata lei, almeno non costretta ad ascoltare le
tue lagne! Voi ragazzini viziati siete tutti uguali. Avete tutto
quello che si pu chiedere e poi fate i capricci quando dovete
rimboccarvi le maniche! Sei patetico! Mi fai salire il vomito,
cazzo!
Jezal sgran gli occhi. Sentiva la faccia che gli andava a
fuoco, come se fosse stato appena schiaffeggiato. Anzi, uno
schiaffo avrebbe fatto meno male. Nessuno gli aveva mai
parlato in quel modo in tutta la sua vita, nessuno! Peggio di
Glokta, molto peggio, e molto pi inaspettato. Si rese conto
che aveva la bocca aperta, cos la serr, digrignando i denti.
Poi sbatt il bicchiere sul tavolo e si alz per andarsene. Si
era appena voltato verso la porta quando questa si spalanc,
e lui e il Maggiore West si ritrovarono faccia a faccia.
Jezal, fece West, dapprima era semplicemente sorpreso,
poi, quando vide sua sorella scomposta sulla cassapanca, divenne un po' sospettoso. Che ci fai qui?
Ehm cercavo te, veramente.
Ah, s?
S, ma adesso non posso aspettare. Ho degli impegni.
Detto questo, pass accanto al suo amico e usc nel corridoio.
Che cos' questa storia? Sent West chiedere ad Ardee,
18.
Come si addestrano i cani
Il Pratico Gelo stava in piedi accanto al muro, completamente immobile, del tutto silenzioso, a malapena visibile
nell'oscurit, come un pezzo dell'edificio. L'albino non si era
spostato di un centimetro in pi di un'ora, non aveva mosso
un piede, n sbattuto le palpebre; non aveva neanche respirato, da quanto Glokta aveva visto, e teneva gli occhi fissi sulla
strada davanti a loro.
Glokta, invece, non stava fermo un attimo. La sua faccia
si distorceva costantemente per il dolore di stare in piedi;
ogni tanto dava sfogo a un'imprecazione, si grattava la faccia, risucchiava l'aria tra le gengive. Perch ci mettono tanto? Altri due minuti e mi addormento in piedi, cos cadr in
questo canale puzzolente e affogher. Sarebbe molto appropriato. Guard l'acqua oleosa e maleodorante sciabordare
sotto di lui increspandosi. Cadavere galleggiante rinvenuto
vicino al molo, gonfio d'acqua di mare e cos deforme da
non essere pi riconoscibile
Gelo gli sfior un braccio nell'oscurit e indic la strada
con un grosso dito bianco. Tre uomini avanzavano piano nella loro direzione camminando con le gambe leggermente piegate, nell'atteggiamento tipico di gente abituata a tenersi in
equilibrio sul ponte di una nave che beccheggia. Cos questi
sono met degli invitati. Meglio tardi che mai. I tre marinai
attraversarono met del ponte e poi si fermarono ad aspettare, a neanche venti passi di distanza da loro. Glokta riusciva
a sentire chiaramente il tono della loro conversazione: aspro,
sicuro, da popolani, come era anche il loro accento. Si ritrasse ancora di pi all'ombra dell'edificio.
Ora si sentivano anche dei passi svelti provenienti dalla
direzione opposta, dove due uomini stavano avanzando rapidamente lungo la strada. Quello molto alto e asciutto, vestito
con un cappotto di pelliccia dall'aspetto costoso, si guardava
attorno sospettosamente. Quello deve essere Gofred Hornlach, Merciaio anziano. Il nostro uomo. Il suo compagno aveva una spada al fianco e tentava di tenere in equilibrio un
grosso baule sopra una spalla. Il servo, o la guardia del corpo, o entrambi. Non ci interessa. Glokta sent i peli rizzarglisi sul collo, man mano che gli uomini si avvicinavano al
ponte. Hornlach scambi poche, rapide parole con uno dei
marinai, un tipo grosso con una folta barba castana.
Pronto?, sussurr a Gelo. Il Pratico annu.
Fermi!, grid Glokta pi forte che pot. In nome di
Sua Maest! Il servo di Hornlach si volt di scatto, buttando con un tonfo il baule sul ponte per poter portare la mano
alla spada. Si sent un lieve vibrare nell'ombra che avvolgeva
il lato opposto della via, dopo di che l'uomo rimase come
sorpreso, fece uno sbuffo e cadde in avanti. Il Pratico Gelo
avanz rapido dalle tenebre, mentre i suoi piedi scalpicciavano sulla strada.
Hornlach abbass lo sguardo terrorizzato sul cadavere
della sua guardia del corpo, poi si gir a fissare l'enorme albino. Aiutatemi! Fermatelo!, grid ai marinai.
Il loro capo sorrise. Non credo proprio. I suoi due compagni si mossero senza fretta a bloccare il ponte. Il Merciaio,
nel tentativo di scappare, fece un passo incerto verso l'oscurit in cui era immerso l'altro lato del canale, ma Severard
comparve dall'ingresso di un edificio e gli sbarr la strada,
con l'arco appoggiato su una spalla. Se portasse un mazzo di
fiori al posto dell'arco, potrebbe sembrare uno che sta andando a un matrimonio. Non pare proprio che abbia appena
ucciso un uomo.
Circondato, Hornlach non pot fare altro che guardarsi attorno in silenzio, con gli occhi spalancati per la paura e lo
stupore, mentre i due Pratici gli si avvicinavano, seguiti dallo
zoppicante Glokta. Io vi ho pagato!, grid disperato Horn-
lach ai marinai.
Mi hai pagato per un ormeggio, rispose il Capitano,
non per la lealt.
La grossa mano pallida del Pratico Gelo si pos pesantemente sulla spalla del mercante e lo obblig a inginocchiarsi.
Severard, intanto, si avvicin alla guardia del corpo con passo tranquillo, infil la punta sporca dello stivale sotto il cadavere e lo gir sulla schiena. Gli occhi del morto fissavano vitrei il cielo notturno e dal collo gli spuntavano le penne della
freccia. Il sangue fuoriuscito dalla bocca pareva nero al chiarore lunare.
Morto, borbott, piuttosto inutilmente.
S, capita quando ti trafiggono il collo con una freccia,
comment Glokta. Toglilo di mezzo, ti spiace?
Detto, fatto. Severard afferr i piedi del cadavere, li
sollev, poggiandoli sul parapetto del ponte, poi prese il
morto sotto le ascelle, lo alz e lo gett nel canale con un
grugnito. Rapido, pulito e abile. Si vede che l'ha gi fatto altre volte. Si sent uno scroscio quando il cadavere piomb
nell'acqua melmosa al di sotto. Gelo aveva legato saldamente
le mani di Hornlach dietro la sua schiena e gli aveva gi infilato il sacco sulla testa. Glokta si trascin fino ai tre marinai,
con le gambe atrofizzate dalla lunga e immobile attesa nel
vicolo.
Eccoci qua, disse loro, tirando fuori un pesante borsellino dalla tasca interna del mantello, quindi lo fece oscillare
appena sopra il palmo aperto del Capitano. Dimmi, che
successo stanotte?
Il vecchio lupo di mare sorrise e il suo volto segnato dalle
intemperie si corrug come la pelle di uno stivale. Il carico
mi si stava rovinando, dovevamo salpare con la prima marea,
e io gliel'avevo detto. Abbiamo aspettato met della notte accanto a quel canale puzzolente, ma - riuscite a crederci? quel bastardo non mai arrivato.
Molto bene. Questa la storia che racconterei a Westport, se mai qualcuno dovesse chiedere.
Il Capitano sembr ferito. Ma cos che andata, Inquisitore. Che altra storia potrei mai raccontare?
Glokta fece cadere il borsellino sul palmo del marinaio,
facendo tintinnare il denaro all'interno. Coi complimenti di
Sua Maest.
Il capitano lo soppes. sempre un piacere fare un favore a Sua Maest! Poi lui e i suoi due compagni si voltarono,
coi loro sorrisi ingialliti, e si avviarono verso il molo.
Bene, disse Glokta, muoviamoci.
Dove sono i miei vestiti?, grid Hornlach contorcendosi sulla sedia.
Domando scusa, so che scomodo senza, ma i vestiti
possono nascondere delle cose. Lascia un uomo vestito e gli
lasci anche l'orgoglio, la dignit e tutte quelle cose che meglio non avere qui dentro. Io non interrogo mai i prigionieri
coi vestiti addosso. Ti ricordi di Salem Rews?
Chi?
Salem Rews. Uno dei tuoi. Un Merciaio. L'abbiamo beccato a evadere le tasse Reali. Ha confessato e ci ha dato i
nomi di un paio di persone. Io volevo parlarci, ma sono tutti
morti.
Gli occhi del mercante scattavano a destra e a sinistra. Sta
considerando le sue opzioni, cerca di capire che cosa sappiamo, La gente muore in continuazione.
Glokta si fiss sull'affresco alle spalle del prigioniero, che
raffigurava il cadavere di Juvens, sanguinante di vernice rosso acceso. La gente muore in continuazione. Questo ovvio, ma non in modo cos violento. Ho idea che qualcuno li
voleva morti, che qualcuno abbia ordinato di farli ammazzare. E ho idea che questo qualcuno sia tu.
Non hai uno straccio di prova! Non te la caverai!
Le prove non significano niente, Hornlach, ma te lo concedo. Rews ancora vivo. proprio in fondo al corridoio, di
fatto, senza un amico. Balbetta piagnucolando i nomi di tutti
i Merciai che gli vengono in mente, o che vengono in mente
cani?
Hornlach, ancora senza fiato, se ne stava ciondolante e in
lacrime sulla sedia, incapace di parlare. ancora come un
pesce strappato all'acqua: la bocca si apre e si chiude, ma
non emette suono.
A forza di ripetere, disse Glokta. Ripetere, ripetere, ripetere. Bisogna far fare al cane lo stesso giochino centinaia
di volte, e poi farglielo fare di nuovo. Tutto sta nella ripetizione. Se vuoi che il cane abbai a comando, non devi andarci
leggero con la frusta. Tu abbaierai per me, Hornlach, davanti
al Consiglio Aperto.
Tu sei matto!, proruppe il Merciaio, guardandosi attorno. Siete tutti matti!
Glokta fece balenare quel suo sorriso sdentato. Se lo preferisci. Se ti fa sentire meglio. Abbass nuovamente gli occhi sul foglio che aveva in mano. Come ti chiami?
Il prigioniero deglut. Gofred Hornlach.
Sei un membro anziano della Gilda dei Merciai?
S.
Uno dei vice del Magistro Kault, vero?
S!
Hai cospirato con altri Merciai per defraudare Sua Maest il Re? Hai assunto un sicario per uccidere intenzionalmente dieci sudditi di Sua Maest? Ti stato ordinato dal
Magistro Coster dan Kault, capo della Gilda dei Merciai?
Hornlach lanci occhiate disperate attorno a s, e sia Gelo
che Severard ricambiarono il suo sguardo.
Ebbene?, incalz Glokta.
Il mercante chiuse gli occhi. S, piagnucol.
Come hai detto?
S!
Glokta sorrise. Eccellente. Ora dimmi. Come ti chiami?
19.
T e vendetta
una regione bellissima, non trovi?, chiese Bayaz, ammirando le alture frastagliate che si levavano su entrambi i
lati della strada.
Il ritmo lento ma regolare degli zoccoli sul sentiero stonava con l'agitazione di Logen. Ah, s?
Beh, chiaramente una regione dura per chi non la conosce. Un Paese aspro e inclemente. Ma c' anche qualcosa
di nobile in esso. Il Primo Mago fece un ampio gesto per
abbracciare tutta la veduta, prendendo compiaciuto un respiro d'aria gelata. Ha onest, integrit. L'acciaio migliore non
sempre quello che luccica di pi. Lo guard, seguendo
dolcemente il ritmo della sella. Dovresti saperlo.
Non posso dire di vederne la bellezza.
No? E cosa vedi?
Logen lasci correre gli occhi sui ripidi declivi erbosi,
punteggiati da cespugli di falasco e ginestrone, costellati da
grigie rocce sporgenti e gruppetti d'alberi. Vedo un terreno
favorevole per una battaglia. Sempre che uno arrivi per primo.
Davvero? In che senso?
Logen indic la sommit bitorzoluta del colle. Gli arcieri
sulla cima, lass, non si vedono dalla strada e dietro questi
massi ci puoi nascondere la maggior parte della fanteria.
Qualche uomo in armatura leggera lo metti sui declivi, giusto
per attirare il nemico sul terreno pi scosceso qui intorno.
Indic poi i cespugli spinosi che ricoprivano i pendii pi
bassi. Prima li lasci venire un po' avanti, poi, quando sono
alle prese con quei cespugli, li bersagli con le frecce. Ti vedi
arrivare dall'alto una raffica di dardi addosso C' poco da
se stesso.
Ah, s, la vendetta, il passatempo pi diffuso tra gli Uomini del Nord. La sua popolarit non tramonta mai.
Logen guard cupamente gli elementi circostanti: gli alberi, le rocce, le depressioni lungo i fianchi delle valli, i tanti
posti in cui il nemico avrebbe potuto nascondersi. Di sicuro
ci sono dei guerrieri che ci cercano tra queste colline. Gruppetti di uomini abili, con un sacco di battaglie alle spalle,
buone cavalcature e armi adeguate, gente che conosce bene
questa terra. Ora che Bethod ha fatto fuori tutti i nemici, non
c' nessun luogo nel Nord in cui non possa arrivare. Magari
ci stanno gi aspettando l, e indic alcuni massi pi gi
lungo la strada, o tra quegli alberi, o tra quelli. Malacus
Quai, che cavalcava poco pi avanti assieme al cavallo da
soma, si guardava attorno nervosamente. Potrebbero essere
ovunque.
E questo ti spaventa?, chiese Bayaz.
Tutto mi spaventa, ed un bene. La paura una buona
amica per gli uomini braccati. grazie a lei se sono ancora
vivo. Solo i morti non hanno paura e a me non interessa raggiungerli. Mander anche degli uomini alla biblioteca.
Oh, s, a bruciare i miei libri, e via dicendo
E questo vi spaventa?
Non molto. Le pietre che circondano il portale sono protette dalla parola di Juvens, e ancora oggi essa non pu essere violata. Nessuno che abbia intenzioni violente pu avvicinarsi. Immagino che gli uomini di Bethod vagheranno attorno al lago sotto la pioggia finch non finiranno le provviste,
e intanto si chiederanno com' possibile che non si riesca a
trovare una cosa tanto grossa come una biblioteca. No, disse felice lo stregone, grattandosi la barba. Io mi concentrerei sulla nostra situazione contingente. Cosa pensi che succeder se ci catturano?
Bethod ci uccider e nella maniera peggiore che riuscir
a inventarsi. A meno che non gli vada di essere misericordioso, allora ci mander via con un avvertimento.
Lo trovo improbabile.
Pure io. La cosa migliore da fare procedere verso il
Fiume Bianco, cercare di guadarlo per entrare nell'Angland e
sperare che non ci vedano. A Logen non piaceva affidarsi
alla fortuna, la sola parola gli lasciava l'amaro in bocca. Lev
lo sguardo al cielo nuvoloso. Ci vorrebbe un po' di tempo
cattivo. Una sana pioggia ci nasconderebbe a meraviglia. Il
cielo gli aveva pisciato addosso per settimane, ma ora che
avevano davvero bisogno della pioggia si rifiutava di fare
anche solo due gocce.
Malacus Quai li guardava girato all'indietro con due occhioni tondi e preoccupati. Non dovremmo cercare di aumentare il passo?
Forse s, disse Logen, dando una pacca sul collo del cavallo, ma poi le bestie si stancherebbero e potremmo aver
bisogno di correre parecchio. Potremmo nasconderci di giorno e viaggiare di notte, ma cos rischieremmo di perderci.
Meglio continuare come stiamo facendo adesso: ci spostiamo lentamente e preghiamo che non ci vedano. Aggrott la
fronte mentre osservava la cima del colle. Che non ci abbiano gi visto.
Mmmh, disse Bayaz, allora forse giunto il momento
per dirtelo. Quella strega, Caurib, non la sciocca per cui
l'ho fatta passare.
A Logen parve di sprofondare. No?
No. Al di l di tutto quel nero attorno agli occhi, dell'oro
e delle chiacchiere sull'estremo Nord, sa il fatto suo. "La lunga vista", la chiamano. Trucchetto vecchio, ma efficace. Lei
ci ha osservati.
Sa dove siamo?
Sa quando siamo partiti, molto probabilmente, e dove
eravamo diretti.
Questo non ci aiuta.
Direi di no.
Merda. Logen colse del movimento tra gli alberi alla
loro sinistra e subito la sua mano scatt all'elsa della spada.
Due uccelli spiccarono il volo. Attese, col cuore in gola. Nulla. Allora lasci cadere la mano. Dovevamo ucciderli quando potevamo. Tutti e tre.
Ma non l'abbiamo fatto ed inutile rimuginarci. Bayaz
lo guard. Se ci prendono, qual il tuo piano?
Correre. E sperare che i nostri cavalli siano pi veloci
dei loro.
E questo?, chiese Bayaz.
Nonostante gli alberi, il vento tagliente che spirava sull'avvallamento faceva tremolare e danzare le fiamme del fuoco. Malacus Quai ingobb le spalle e si strinse la coperta attorno al corpo, mentre guardava, con la fronte aggrottata dalla concentrazione, lo stelo corto che Bayaz teneva sollevato
davanti a lui.
Ehm Era la quinta pianta che gli veniva mostrata, ma
il povero apprendista doveva ancora azzeccarne una.
ehm Ilyith?
Ilyith?, fece eco lo stregone, dalla cui faccia non si poteva capire se fosse la risposta giusta o meno. Era spietato
quanto Bethod, quando si trattava del suo apprendista.
Forse?
Non direi. L'apprendista chiuse gli occhi ed esal il
quinto sospiro della serata. A Logen dispiaceva per lui, davvero, ma non poteva farci nulla. Ursilum, nella lingua antica, la specie con le foglie rotonde.
S, s, ma certo, Ursilum, ce l'ho avuto sulla punta della
lingua per tutto il tempo.
Se il nome ce l'avevi sulla punta della lingua, allora gli
usi staranno poco pi gi, verso la gola, giusto?
L'apprendista socchiuse gli occhi e alz lo sguardo speranzoso verso il cielo notturno, come se potesse leggere la risposta nelle stelle. per i dolori alle articolazioni?
Decisamente no. Ho paura che le giunture ti daranno ancora problemi. Le dita di Bayaz giocherellarono con lo stelo. L'Ursilum non ha usi, non che io sappia. una semplice
tito.
Quai fece bene la sua parte e continu a fissare la radice
con la fronte aggrottata, mentre fingeva di pensare. Piede
di Corvo?, azzard.
Bayaz lo guard perplesso. S, esatto. Ben fatto, Malacus. Puoi parlarmi dei suoi usi?
Logen toss di nuovo. Ferite, bisbigli con la mano davanti alla bocca, guardando i cespugli con aria indifferente.
Forse non ne sapeva molto sulle piante, ma in materia di ferite aveva parecchia esperienza.
Credo che serva per le ferite, disse Quai lentamente.
Eccellente, Mastro Quai. Piede di Corvo, giusto. E si usa
per curare le ferite. Sono contento di vedere che stiamo facendo progressi, finalmente. Si schiar la voce. Tuttavia,
curioso che tu abbia usato quel nome, perch diffuso solo a
nord delle montagne. Io, di certo, non ti ho mai insegnato a
chiamarla cos. Mi chiedo, chi conosci che proviene da quella parte del mondo? Scocc un'occhiata a Logen. Hai mai
preso in considerazione una carriera nelle arti magiche, Mastro Novedita? Guard di nuovo Quai con gli occhi socchiusi. Potrei aver bisogno di un nuovo apprendista.
Malacus abbass la testa. Mi dispiace, Maestro Bayaz.
S, ci scommetto. Forse potresti lavare i piatti per noi.
Sarebbe un impiego pi adatto al tuo tipo di talento.
Con riluttanza Quai si tolse la coperta di dosso, raccolse
le ciotole sporche e si trascin nella boscaglia in direzione
del corso d'acqua. Bayaz si pieg sul tegame posato sul fuoco e aggiunse qualche foglia secca all'acqua che bolliva. La
luce tremolante delle fiamme gli illumin la parte inferiore
della faccia, mentre il vapore cominciava ad arricciarsi in
aria attorno alla sua testa calva. Tutto sommato, la sua specializzazione gli si addiceva.
Che cos'?, chiese Logen nel prendere la pipa. Un incantesimo? Una pozione? Un grande esempio di Nobile
Arte?
T.
Eh?
Foglie di una certa pianta che vengono bollite in acqua.
considerato un lusso a Gurkhul. Vers un po' dell'infuso
in una tazza. Vuoi provarlo?
Logen lo annus con sospetto. Puzza di piedi.
Come vuoi. Bayaz scosse la testa e si rimise a sedere
davanti al fuoco, avvolgendo le dita attorno alla tazza fumante. Ma ti stai perdendo uno dei doni pi belli che la natura
abbia mai fatto all'uomo. Bevve un sorso, poi fece schioccare le labbra soddisfatto. Calma la mente e rinvigorisce il
corpo. Ci sono pochi mali che una buona tazza di t non possa curare.
Logen infil un pezzo di chagga nel focolaio della pipa.
Anche un'ascia conficcata in testa?
Quella una delle poche cose, ammise Bayaz con un
ghigno. Dimmi, Mastro Novedita, perch tutto quest'astio
tra te e Bethod? Non hai combattuto per lui in pi occasioni?
Perch vi odiate tanto?
Logen fece una pausa, mentre prendeva una boccata dalla
pipa ed esalava il fumo. Vari motivi, disse freddamente.
Le ferite erano ancora fresche e non gli piaceva che qualcuno
le andasse a stuzzicare.
Ah, vari. Bayaz abbass gli occhi sulla tazza. E che
mi dici dei tuoi motivi? L'ostilit non reciproca?
Forse.
Ma sei disposto ad aspettare?
Devo.
Mmmh. Sei molto paziente per essere un Uomo del
Nord.
Logen pens a Bethod, ai suoi figli ripugnanti e a tutti gli
uomini buoni che avevano ucciso in nome della loro ambizione. Gli uomini che lui aveva ucciso in nome della loro
ambizione. Pens agli Shanka, alla sua famiglia, alle rovine
del villaggio vicino al mare. Pens a tutti gli amici che aveva
perso. Risucchi l'aria tra i denti serrati e fiss il fuoco.
Ho regolato alcuni conti ai miei tempi, ma ne ho creati
non hai fatto niente. Dunque sai quando devi agire, e agire
velocemente, ma sai anche quando non devi farlo. Ci dimostra moderazione e una mente calcolatrice.
O forse avevo solo paura.
Di lui? Andiamo! Non hai avuto paura di Toro, mi parso, e lui ben pi preoccupante! Hai camminato quaranta
miglia con il mio apprendista sulle spalle, una cosa che dimostra coraggio e compassione. Combinazione rara, direi.
Violenza e controllo, calcolo e compassione Senza contare
che parli con gli spiriti.
Logen alz un sopracciglio. Non tanto spesso, e solo
quando non c' nessun altro in giro. I loro discorsi sono noiosi e neanche lontanamente lusinghieri quanto i vostri.
A-ha! Questo vero. So che gli spiriti hanno poco da
dire agli uomini, anche se non ci ho mai parlato perch non
ho il dono. In pochi ce l'hanno di questi tempi. Bevve un altro sorso dalla tazza, sempre tenendo d'occhio Logen da sopra il bordo. Non mi viene in mente nessuno oltre a te che
sia ancora vivo.
Malacus riapparve tra gli alberi, tutto tremante, e pos le
ciotole bagnate per terra, poi afferr la coperta e se la avvolse stretta stretta attorno alle spalle. Guard speranzoso il tegame fumante sul fuoco. t?
Bayaz lo ignor. Dimmi, Mastro Novedita, da quando
sei arrivato alla mia biblioteca non mi hai mai chiesto perch
ti ho mandato a chiamare, o perch adesso stiamo vagando
per il Nord a rischio delle nostre vite. Mi sembra strano.
Non lo . che non voglio saperlo.
Non vuoi?
tutta la vita che cerco di sapere le cose. Che c' oltre le
montagne? Che cosa pensano i miei nemici? Quali armi useranno contro di me? Di quali amici posso fidarmi? Scroll
le spalle. La conoscenza sar pure la radice del potere, ma
pi cose conosco e peggio mi sento. Tir ancora una boccata dalla pipa, ma il chagga era finito, cos la sbatt piano per
terra onde svuotare il focolaio dalla cenere. Qualsiasi cosa
vendetta, una cosa che gli sta dando alla testa, e io ho giurato di servirlo. Dito Nero lo fiss con uno sguardo diretto e
triste. Mi dispiace che debba essere io, per quel che vale.
Stessa cosa per me, mormor Logen, mi spiace che
debba essere tu. Estrasse lentamente la spada dal fodero.
Per quel che vale. All'improvviso fece scattare il braccio in
avanti e colp la bocca di Dito Nero con il pomello dell'elsa.
Il vecchio guerriero emise un grido roco quando il metallo
smussato gli frantum i denti, poi cadde all'indietro, mollando l'ascia che piomb sferragliando sul sentiero. Logen afferr l'asta della lancia dell'uomo grosso appena sotto la punta.
Scappate!, grid a Quai, ma l'apprendista si limitava a
restituirgli uno sguardo allibito. L'uomo senza collo stratton
la lancia con una forza tale che Logen rischi di cadere dalla
sella, ma la sua presa sull'asta era salda, cos si alz in piedi
facendo forza sulle staffe e sollev la spada in alto sulla testa. Senzacollo tolse d'istinto una mano dall'asta e la alz per
ripararsi, terrorizzato, allora Logen cal la spada con tutta la
forza che aveva.
Fu uno shock scoprire quanto fosse affilata, tanto da amputare il braccio del nemico appena sotto il gomito, affondargli nella spalla, fendendo le pellicce e la cotta, fino allo stomaco: l'uomo era quasi tagliato in due. Un fiume di sangue
prese a scrosciare sulla strada e schizz anche sul muso del
cavallo di Logen, che era addestrato a portare l'uomo ma non
alla guerra, perci fu colto dal panico e si impenn, girando
su se stesso prima di ricadere sulle zampe anteriori e cominciare a tirare calci. Il meglio che Logen pot fare fu restare in
groppa a quel dannato animale. Con la coda dell'occhio, vide
Bayaz schiaffeggiare il didietro della cavalcatura di Quai,
che part subito al galoppo con l'apprendista che sobbalzava
sulla sella, seguito dal cavallo da soma.
Poi tutto divenne un caos di bestie imbizzarrite e sbuffi,
clangore di metallo raschiante, imprecazioni e grida. Battaglia. Una cosa familiare per Logen, ma non per questo meno
terrificante. Resse le redini con la destra mentre il cavallo si
ba. Il cavallo continuava a galoppare senza una guida e rivolse gli occhi verso Logen, che lo stava superando.
Ancora vivo. Alle sue spalle, Dito Nero era tornato in
sella per inseguirlo, con l'ascia levata sopra la testa e i capelli
scomposti che svolazzavano al vento. Gli altri due lancieri,
di fianco a lui incitavano i cavalli. Logen scoppi a ridere,
perch forse ce l'aveva fatta, dopotutto. Agit la spada in direzione di Dito Nero, proprio mentre la strada si insinuava
all'interno di un bosco sul fondo della vallata.
Sono ancora vivo!, grid con tutta la voce che aveva in
corpo; inaspettatamente, per, il suo cavallo si arrest di colpo. Logen riusc a tenersi in sella e a non essere scagliato oltre la testa dell'animale solo perch gli gett un braccio attorno al collo, ma non appena si fu rimesso dritto si trov di
fronte a un problema bello grosso.
Diversi tronchi d'albero erano stati trascinati in mezzo alla
strada, i monconi dei rami tagliati erano stati affilati fino a
farne delle punte aguzze, che irrompevano minacciose in tutte le direzioni. Altri due Scagnozzi con cotte di maglia si trovavano davanti a questa palizzata, con le lance gi pronte.
Neanche il cavallerizzo migliore del mondo avrebbe potuto
superare quella barriera con un salto, e Logen non era il cavallerizzo migliore del mondo. Bayaz e l'apprendista, a quanto pareva, la pensavano come lui, dal momento che entrambi
sedevano immobili sulle selle davanti alla barricata, il vecchio sconcertato, il giovane semplicemente spaventato.
Logen tast l'impugnatura della spada e si guard intorno
nel tentativo disperato di trovare una via d'uscita tra gli alberi. Allora li vide. Arcieri. Uno, ora due, ora tre, che strisciavano lentamente fuori dalla boscaglia a entrambi i lati della
strada, frecce gi incoccate e corde gi tirate.
Logen si gir sulla sella, ma Dito Nero e i suoi due compagni stavano arrivando al trotto, per cui da quella parte non
si poteva scappare. Tirarono le redini a qualche passo di distanza da lui, ben lontani dalla portata della sua spada. Logen
si afflosci. L'inseguimento era finito. Dito Nero si pieg in
nerite, accanto al quale erano stesi due corpi, a malapena riconoscibili come umani, carbonizzati com'erano fino alle
ossa. Le punte annerite delle loro lance giacevano per terra,
ma le aste erano scomparse. Degli arcieri, invece, non v'era
traccia, forse ormai non erano altro che fuliggine portata via
dal vento. Quai era steso a faccia in gi, immobile, ancora
con le mani sulla testa, e dietro di lui il cavallo di Dito Nero
giaceva su un fianco, con una zampa che gli scattava, l'altra
immobile.
Bene, disse Bayaz. Quel suono attutito fece sussultare
Logen, che per qualche motivo si aspettava di non sentire
mai pi un rumore in vita sua. Non c' altro. Il Primo
Mago scavall la gamba dalla groppa dell'animale e scivol
di sella, mentre il cavallo se ne rimase l, fermo e obbediente.
Non aveva mosso un muscolo per tutto il tempo. Ecco, Mastro Quai, vedi che cosa si pu fare se si comprende appieno
la natura delle piante?
La voce di Bayaz era calma, ma le sue mani tremavano
come foglie. Sembrava patito, malato e vecchio, come un
uomo che si era trascinato dietro un carretto per dieci miglia.
Logen lo fiss, dondolando pian piano avanti e indietro e
reggendo mollemente la spada.
Cos questa l'Arte, eh? La sua voce suon molto bassa
e distante.
Bayaz si deterse il sudore dalla faccia. Una specie. Non
del tipo pi fine, ma d'altra parte, disse stuzzicando uno dei
corpi carbonizzati con la punta dello stivale, la finezza
sprecata con gli Uomini del Nord. Fece una smorfia, si strofin gli occhi infossati e sbirci lungo la strada. Ma dove
diavolo sono andati quei cavalli?
Logen sent un lamento strozzato nella direzione del cavallo di Dito Nero e si diresse da quella parte un po' malfermo. Inciamp e cadde, ma si rialz subito e riprese a camminare. La spalla gli faceva male da morire, il braccio sinistro
era intorpidito, le dita sanguinanti erano piene di tagli, ma
Dito Nero era messo peggio. Molto peggio. Si era appoggia-
PARTE SECONDA
La vita, per com' fatta davvero, non una battaglia
tra il bene e il male, ma tra il male e il peggio.
Joseph Brodsky
20.
Com' fatta la libert
La punta della pala affond nel terreno, con il tipico stridore del metallo contro la terra. Rumore sin troppo familiare.
Non penetr in profondit, a dispetto dello sforzo di chi stava scavando, perch il terreno era duro come pietra, cotto dal
sole.
Ma lei non si sarebbe scoraggiata davanti a un po' di terra
indurita.
Aveva scavato talmente tante fosse, e su terreni assai peggiori di quello.
Quando la battaglia finita, se sei ancora viva, scavi tombe per i compagni morti, come ultimo segno di rispetto nei
loro confronti, anche se da vivi non li rispettavi affatto. Continui a scavare finch ne hai voglia, butti i cadaveri dentro, li
ricopri, loro marciscono e vengono dimenticati. Cos sempre stato.
Con un colpo di spalla gett una palata di terra rossiccia
da una parte. Segu con gli occhi la zolla che si disintegrava
in aria in tanti granelli di terriccio e pietruzze, per poi cadere
sulla faccia di uno dei soldati. Il tizio la guardava con disapprovazione da un occhio solo, dal momento che nell'altro c'era conficcata una delle sue frecce; qualche mosca gli ronzava
pigra attorno alla faccia. Per lui non ci sarebbe stata sepoltura, perch le tombe erano solo per la sua gente. Lui e quei
bastardi dei suoi amici potevano continuare a marcire sotto il
sole impietoso.
In fin dei conti, anche gli avvoltoi dovevano mangiare.
La pala produsse un lieve sibilo in aria quando lei la riport contro il terreno. La affond di nuovo, gett via un altro blocco indurito, quindi fece una pausa per asciugarsi il
c'era una cosa, una sola cosa che Ferro sapeva fare, era uccidere. Quel vecchio bastardo avrebbe dovuto essere a terra,
trafitto dalle sue frecce, a grondare fuori l'anima sul terreno
roccioso. Invece, restandosene immobile a sorridere, pareva
dire: Sai meno di ci che credi di sapere. Io so di pi.
La cosa la irritava da morire.
Ma chi sei, vecchio bastardo?
Mi chiamano Yulwei.
Vecchio bastardo andr bene lo stesso. Butt l'arco e
abbandon le braccia lungo i fianchi, ma in modo che uno rimanesse nascosto dietro al suo corpo, dove, con un gesto del
polso, si fece scivolare in mano il coltello ricurvo nascosto
nella manica. Ci sono molti modi per uccidere un uomo, e se
uno non funziona bisogna provarne un altro.
Ferro non era mai stata una che si arrendeva alla prima
difficolt.
Yulwei cominci ad avanzare verso di lei, coi piedi nudi
che poggiavano sonoramente sulle rocce e i bracciali che tintinnavano dolci. Ora che ci pensava, era molto strano che, facendo tutto quel baccano mentre camminava, non lo avesse
sentito arrivare. Come era riuscito a strisciarle alle spalle?
Che cosa vuoi?
Voglio aiutarti. Venne avanti e si ferm davanti a lei,
sempre con lo stesso sorriso, alla distanza di un braccio.
Con il coltello, Ferro era rapida come una serpe, e due
volte pi letale, come l'ultimo dei soldati avrebbe testimoniato, se avesse potuto. La lama saett scintillante in aria, con
tutta la forza e la furia di Ferro a guidarla. Se il vecchio fosse
stato dove lei aveva puntato, la testa gli sarebbe schizzata via
dal collo, solo che non era l, bens un po' pi a sinistra.
Allora lei gli si lanci contro con un grido di battaglia, intenzionata a spingergli la lama nel cuore, ma accoltell soltanto l'aria, poich il vecchio era tornato dove era prima, fermo e sorridente per tutto il tempo. Molto strano. Gli gir attorno, cauta, strusciando i sandali nella polvere, la mano sinistra sospesa in aria davanti a s e la destra stretta attorno al
niente. Non ricordava neanche che cosa fosse la felicit, e difatti il suo stesso sorriso le risult strano, insolito, sghembo.
Ed solo la vendetta a cui pensi, ogni minuto della tua
giornata, il tuo unico desiderio?
S.
Fare del male a loro? Uccidere loro? Finire loro?
S!
Non vuoi niente per te stessa?
Lei fece una pausa. Che?
Per te stessa. Che cosa cerchi per te?
Lo fiss con sospetto, ma non le venne in mente nessuna
risposta. Yulwei scosse la testa, intristito. A me sembra,
Ferro Maljinn, che tu sia ancora una schiava, come lo sei
sempre stata. E come sempre sarai. Si sedette a gambe incrociate su un masso.
Lei continu a fissarlo per un momento, confusa, finch la
rabbia non rimont di nuovo, bollente e rassicurante. Se sei
venuto per aiutarmi, allora dammi una mano a seppellirli!
Indic i tre corpi insanguinati, stesi uno dopo l'altro accanto
alle fosse.
Oh, no. Quello un lavoro per te.
Ferro diede nuovamente le spalle al vecchio, imprecando
a bassa voce, e si diresse da quelli che una volta erano i suoi
compagni. Prese il cadavere di Shebed sotto le braccia e lo
trascin fino alla prima tomba, mentre le sue scarpe si lasciavano dietro due leggeri solchi nel terreno. Ce lo butt dentro.
Il successivo fu Alugai, su cui si rovesci una piccola quantit di terra secca, una volta piombato sul fondo della fossa.
A quel punto rivolse la sua attenzione alla carcassa di Nasar, ucciso da un colpo di spada in pieno viso. Ferro pens
che cos fosse un po' pi bello di prima.
Quello pare un bel tipo, disse Yulwei.
Nasar. Ferro rise, ma senza entusiasmo. Stupratore, ladro e codardo. Si fece salire un grumo di catarro in bocca e
gli sput in faccia da dove la bava cominci lentamente a colare gi. In assoluto il peggiore dei tre. Ma poi, guardando
arida, i soldati avrebbero lasciato gli accampamenti e sarebbero avanzati con cautela verso le colline. Se Ferro si fosse
fatta trovare ancora l al loro arrivo, l'avrebbero uccisa di sicuro o, peggio, catturata. Non poteva combatterne cos tanti
da sola, anche ammesso che non ci fosse un Mangiatore con
loro.
Pertanto, sebbene odiasse ammetterlo, la sua vita era nelle
mani di Yulwei adesso.
Il vecchio guard il cielo con gli occhi socchiusi. ora.
Si precipitarono gi per il roccioso fianco collinare, in
mezzo ai massi e ai pochi, stentati cespugli mezzi secchi,
cercando di fare attenzione a dove mettevano i piedi nell'oscurit. Verso nord, verso Gurkhul. Poich Yulwei si muoveva in modo straordinariamente rapido, a tratti Ferro fu obbligata a correre per stargli dietro, ma tenne gli occhi sempre
fissi sul terreno, per non inciampare sulle rocce spoglie.
Quando finalmente raggiunsero i piedi del colle e lei pot alzare lo sguardo da terra, vide che Yulwei la stava conducendo verso il lato sinistro della linea, dove i fuochi erano pi
numerosi.
Aspetta, sussurr afferrandogli la spalla e indicando il
lato destro della linea, dove i fuochi non erano cos tanti e
dunque avrebbero avuto meno difficolt nel passarci in mezzo. Perch non andiamo da quella parte?
Pot vedere soltanto i denti bianchi di Yulwei che brillavano alla luce delle stelle. Oh, no, Ferro Maljinn. Quello
il punto in cui si trovano quasi tutti i soldati oltre al nostro
amico. Non si preoccupava affatto di parlare a voce bassa e
ci la innervos. Loro si aspettano che tu vada da quella
parte, se scegli di dirigerti a nord, bench non ti aspettino affatto, perch pensano che andrai a sud a morire nel deserto,
piuttosto che rischiare di essere catturata, che quello che
sarebbe successo se non fossi stato qui.
Yulwei si volt e riprese a camminare, cos lei lo segu tenendosi bassa, silenziosa come un'ombra. Man mano che si
avvicinavano, Ferro ebbe modo di vedere che Yulwei aveva
ragione, perch c'erano, s, degli uomini seduti attorno ad alcuni fuochi, ma erano in pochi. Il vecchio avanz sicuro verso i quattro bivacchi all'estrema sinistra, di cui solo uno era
presidiato da soldati; mentre procedeva non fece neanche il
tentativo di tenersi basso, n di evitare che i bracciali tintinnassero, n di impedire ai piedi di fare rumore sulla terra
riarsa. Ormai erano tanto vicini da distinguere i tratti dei tre
uomini attorno alle fiamme. I soldati avrebbero visto Yulwei
da un momento all'altro, quindi lei cerc di attirare la sua attenzione con un sussurro, sicura che l'avrebbero sentita.
Yulwei si gir mostrando un'espressione stupita alla luce
tenue delle fiamme. Che c'? Lei fece una smorfia in attesa che i soldati balzassero in piedi, invece quelli continuarono ignari a chiacchierare. Yulwei li guard. Non ci vedranno e non ci sentiranno, a meno che non inizi a urlargli nelle
orecchie. Siamo al sicuro. Riprese la sua avanzata, passando ben alla larga dai tre uomini, ma Ferro, spinta dalla forza
dell'abitudine, si tenne comunque bassa e cerc di non fare
rumore.
Nell'avvicinarsi colse degli stralci della loro conversazione, cos rallent per ascoltare meglio. All'improvviso cambi
direzione e inizi a incamminarsi verso il fuoco. Yulwei si
gir verso di lei. Che stai facendo?, le chiese.
Ferro osserv i tre soldati: un veterano grosso dall'aspetto
duro, uno magro dall'aria furba e uno giovane, che aveva una
faccia onesta e non pareva per niente un soldato. Le armi
giacevano sparse sul terreno, infoderate e chiuse nelle loro
custodie, a dimostrazione di quanto fossero impreparati. Ferro gir loro attorno con circospezione e si mise ad ascoltare.
Dicono che quella non ci stia con la testa, sussurrava il
magro al giovane, nel tentativo di spaventarlo, dicono che
abbia ucciso cento uomini, o anche di pi. Se sei uno carino,
ti taglia le palle mentre sei ancora vivo, disse afferrandosi il
cavallo dei pantaloni, e se le mangia davanti a te!
Ah, ma sta' zitto, intervenne quello grasso, non da
noi che verr. Indic il punto in cui i fuochi erano di meno
e la sua voce cal in un sussurro. Andr da lui, se mai dovesse venire da questa parte.
Beh, io spero che non venga affatto, dichiar il giovane. Vivi e lascia vivere, dico io.
Il secco aggrott la fronte. E che mi dici di tutti i bravi
uomini che ha ucciso? Donne e bambini? Non dovevano essere lasciati vivere anche loro? Ferro digrign i denti, perch non aveva mai ucciso bambini, che dimostrassero il contrario.
Beh, mi spiace per loro, ovviamente. Non dico che non
debba essere catturata. Il giovane soldato si guard attorno
nervosamente. Ma magari non da noi.
L'uomo grosso scoppi a ridere a quelle parole, ma quello
magro non sembrava per niente divertito. Sei un codardo?
No!, rispose l'altro in tono infuriato. Ma ho una moglie e una famiglia che dipendono da me, e mi risparmierei
volentieri di essere ammazzato l fuori, tutto qua. Sorrise.
Aspettiamo un altro figlio e speriamo che sia maschio stavolta.
Quello grosso annu. Mio figlio quasi un uomo ormai.
Crescono cos in fretta.
Tutto quel parlare di bambini, di famiglie e di speranze
non fece altro che aumentare la rabbia nel petto di Ferro.
Perch loro dovevano avere una vita, quando lei non aveva
niente? Quando loro e quelli della loro specie le avevano
portato via tutto? Estrasse il pugnale ricurvo dal fodero.
Che stai facendo, Ferro?, sibil Yulwei.
Il giovane prese a guardarsi intorno. Avete sentito?
Il grassone rise. S, ho sentito che ti sei cacato sotto.
L'allampanato ridacchi tra s e s, e anche il giovane sorrise
imbarazzato. Ferro strisci alle loro spalle, a un piede o due
di distanza, dove il fuoco la illuminava nitidamente, eppure
nessuno dei soldati la vide. Alz il coltello.
Ferro!, grid Yulwei. Il soldato giovane salt in piedi
con la fronte corrugata e cerc di penetrare con lo sguardo
l'oscurit che avvolgeva la piana. Guard Ferro dritta in fac-
21.
La Giustizia del Re
con grazia su uno scranno accanto a lui, mentre l'Alto Giudice Marovia si sedette lentamente dalla parte opposta, senza
mai distendere la fronte aggrottata. Il volume dei sussurri angosciati crebbe appena nella sala, i volti dei grandi magnati
in prima fila erano cupi e pieni di sospetto. L'Annunciatore si
pose davanti all'alto seggio, ma non era il solito imbecille
benvestito, bens un uomo scuro e barbuto dal torace prominente. Sollev in alto il bastone e lo sbatt sul pavimento con
forza tale da risvegliare i morti. Io richiamo all'ordine questa seduta del Consiglio Aperto dell'Unione!, rugg, e il baccano si plac gradualmente.
C' solo una questione da discutere oggi, inizi il Lord
Ciambellano, scrutando l'uditorio intero da sotto le folte sopracciglia, una questione riguardante la Giustizia del Re.
Ci furono alcuni mormorii sparsi. Una questione che riguarda la licenza reale per il commercio nella citt di Westport.
Il rumore aument all'istante: sussurri di rabbia, fruscii di
fondoschiena nobili che si muovevano preoccupati sulle panche, il familiare raschiare delle penne sugli immani registri.
Jezal vide le sopracciglia di Lord Brock congiungersi sulla
sua fronte, gli angoli della bocca di Lord Heugen curvarsi
verso il basso. Non gradivano molto il gusto di quelle parole.
Il Lord Ciambellano tir su col naso e bevve una bella sorsata di vino, in attesa che i bisbigli cessassero. Non sono io il
pi qualificato per discutere di questa faccenda, pertanto
No, infatti!, ribatt acido Lord Isher, nel muoversi sulla
panca con aria infuriata.
Hoff lo fiss. Pertanto, convoco un uomo che lo sia! Il
mio collega del Consiglio Ristretto, l'Arcilettore Sult!
Il Consiglio Aperto riconosce l'Arcilettore Sult!, tuon
l'Annunciatore, mentre il capo dell'Inquisizione scendeva
con grazia i gradini della pedana e si portava al centro dello
spazio pavimentato davanti all'alto seggio, sempre sorridendo amabilmente sotto gli sguardi arrabbiati dei presenti che
lo seguivano.
Miei Lord, inizi con voce lenta e musicale, accompa-
le si gonfi attorno a lui, e si rimise a sedere con un movimento fluido. Oh, ma proprio questa la nostra intenzione,
Lord Isher!
Il pesante chiavistello di una porticina laterale venne tirato con un forte tonfo. Si sent un tramestio mentre i Lord e i
delegati si giravano, alzandosi in piedi per sbirciare che cosa
stesse accadendo. Le persone nella galleria pubblica si sporsero pericolosamente dalla balaustra per l'impazienza di vedere. Nella sala cal il silenzio assoluto. Jezal deglut. Un
clicchettio strascicato parve provenire da dietro il vano, dopo
di che una strana processione di figure sinistre emerse dall'oscurit.
Sand dan Glokta entr per primo, zoppicando come sempre con l'aiuto del suo bastone, ma la sua testa era alta e sul
viso scavato aveva un ghigno ritorto e sdentato. Tre uomini
si trascinavano in catene dietro di lui, legati insieme per le
mani e i piedi scalzi, sferragliando nell'avanzare verso l'alto
seggio. Erano stati rasati e vestiti di sai marroni di tela da
sacco. L'abbigliamento dei penitenti, dei rei confessi.
Il primo dei prigionieri si umettava le labbra, pallido di
terrore, e lasciava guizzare gli occhi da una parte all'altra,
mentre il secondo, pi basso e massiccio, con la bocca mollemente spalancata, inciampava ingobbito nel tirarsi dietro il
piede sinistro; osservandolo, Jezal vide un rivolo di bava
rosa cadergli dalle labbra e gocciolare a terra. Infine, il terzo
uomo era dolorosamente magro, con due enormi cerchi scuri
attorno agli occhi; si guardava lentamente attorno, sbatteva
le palpebre con sguardo terrorizzato, anche se pareva non cogliere nulla. Jezal riconobbe all'istante nell'uomo che seguiva
i tre prigionieri il grosso albino che aveva visto in strada
quella notte. Ci gli mise addosso un freddo improvviso e,
colto da uno strano disagio, spost il peso da un piede all'altro.
A quel punto, lo scopo della panca fu chiaro. I tre prigionieri si afflosciarono sul sedile, mentre l'albino si inginocchiava a chiudere le catene attorno alla sbarra. Il silenzio in
sala era completo, tutti gli occhi fissavano l'Inquisitore storpio e i suoi tre prigionieri.
Le nostre indagini sono iniziate qualche mese fa, disse
l'Arcilettore Sult, immensamente inorgoglito di avere l'assemblea sotto il suo totale controllo. Una semplice questione di conti che non tornavano, non vi annoier coi dettagli.
Sorrise nel guardare Brock, Isher e Barezin. So che voi tutti
siete uomini molto impegnati. Chi mai avrebbe pensato, allora, che una questione tanto insignificante ci avrebbe condotto
sin qui? Chi mai avrebbe pensato che le radici del tradimento
fossero cresciute cos nel profondo?
S, s, fece il Lord Ciambellano un po' spazientito, alzando lo sguardo dal calice. Inquisitore Glokta, a voi la parola.
L'Annunciatore sbatt il bastone sul pavimento. Il Consiglio Aperto riconosce Sand dan Glokta, Inquisitore Libero!
Lo storpio attese educatamente che le penne degli scrivani
cessassero di grattare e si appoggi al bastone, portandosi al
centro dello spazio vuoto, apparentemente imperturbato dall'importanza dell'occasione. Alzati e affronta il Consiglio
Aperto, disse rivolto al primo prigioniero.
L'uomo terrorizzato balz in piedi, facendo sferragliare le
catene, si lecc le labbra pallide e strabuzz gli occhi al cospetto dei Lord in prima fila. Il tuo nome?, chiese Glokta.
Salem Rews.
Jezal si sent stringere la gola. Salem Rews? Lui conosceva quell'uomo! Suo padre ci aveva fatto affari in passato, una
volta era un ospite regolare nella loro tenuta! Jezal studi
l'impaurito traditore pelato con orrore crescente e la sua
mente torn a quel mercante grassottello e benvestito con la
battuta sempre pronta. Era lui, non c'era dubbio. I loro occhi
si incontrarono per un istante, ma Jezal si sbrig a distogliere
lo sguardo, preso dall'ansia. Suo padre aveva parlato con
quell'uomo nel salone di casa sua! Gli aveva stretto la mano!
Le accuse di tradimento sono come le malattie: rischi di beccartele solo perch ti trovi nella stessa stanza! Senza che po-
22.
Vie di fuga
Aprite la porta, in nome di Sua Maest!, tuon il Tenente Jalenhorm per la terza volta, martellando sulla porta
con il grosso pugno. Che babbeo. Perch gli uomini grossi
tendono ad avere cervelli cos piccoli? Forse si concentrano
troppo spesso sui muscoli e la loro mente si secca come una
prugna al sole.
La Sede dei Merciai era un edificio impressionante, situato su un'affollata piazza non lontana dall'Agriont. Una calca
consistente di spettatori, incuriositi, affascinati, ma anche
spaventati, s'era gi radunata attorno a Glokta e alla sua scorta armata, e si faceva via via sempre pi fitta. A quanto pare,
sentono l'odore del sangue. Glokta si sentiva pulsare la gamba dopo lo sforzo di arrivare l in tutta fretta, ma dubitava di
riuscire a cogliere i Merciai del tutto di sorpresa. Si guard
attorno con impazienza: le guardie in armatura, i Pratici mascherati, gli occhi duri di Gelo, il giovane ufficiale che batteva il pugno sulla porta.
Aprite la
Basta con queste cretinate. Credo che vi sentano, Tenente, lo interruppe Glokta un po' seccato, ma non vogliano
rispondere. Sareste cos gentile da buttare gi la porta?
Cosa? Jalenhorm fiss come un allocco prima lui e poi
le massicce doppie porte ben sprangate. E come faccio a
D'un tratto si vide il Pratico Gelo fiondarsi a dare una poderosa spallata a uno dei battenti, il quale, tra lo schianto assordante del colpo e lo scricchiolio fragoroso del legno, fu
strappato dai cardini e croll sul pavimento della sala al di l
dell'ingresso.
Cos, mormor Glokta nel superare l'architrave, mentre
le schegge del legno si stavano ancora depositando. Jalenhorm, sbalordito, lo segu all'interno, accompagnato da una
dozzina di soldati in armature sferraglianti.
Uno scrivano oltraggiato si pose nel bel mezzo del corridoio per sbarrare loro la strada. Non potete ufff!, grid,
quando Gelo lo spinse fuori dai piedi, facendogli sbattere la
faccia contro il muro.
Arrestate quell'uomo! Glokta indic con il bastone lo
scrivano stordito. Uno dei soldati lo afferr rudemente coi
pugni inguantati di ferro e lo mand a ruzzolare fuori dal palazzo, alla luce del sole. I Pratici presero a riversarsi dalla
porta spaccata, armati di pesanti randelli, occhi inferociti sopra le maschere nere. Arrestate tutti!, sbrait Glokta rivolto all'indietro. Zoppicava lungo il corridoio pi veloce che
poteva, onde seguire la schiena larga di Gelo fin dentro le viscere dell'edificio.
Da una porta aperta Glokta scorse un mercante con una
veste variopinta addosso la cui faccia era coperta da una patina di sudore. Stava buttando disperatamente cumuli di documenti nel focolare acceso. Acciuffatelo!, grid, e subito
due Pratici si precipitarono nella stanza per prenderlo a randellate. L'uomo cadde lanciando un grido, rovesci un tavolino, diede un calcio a una pila di registri e, man mano che i
randelli calavano su di lui, pi e pi volte, la stanza si riemp
di fogli svolazzanti e frammenti di carta incenerita.
Glokta pass oltre rapidamente. Tutto l'edificio attorno a
lui cominciava a risuonare di grida e schianti; c'era odore di
fumo, sudore, paura. Le porte sono tutte sorvegliate, ma
Kault potrebbe avere una via di fuga segreta, quella serpe
strisciante. Speriamo di non essere arrivati troppo tardi. Accidenti alla mia gamba! Fa' che non sia troppo tardi
All'improvviso, mentre Glokta barcollava, dolorante e
senza fiato, qualcuno gli si aggrapp ai vestiti. Aiuto!,
strill l'uomo. Sono innocente! Glokta vide soltanto un
faccione insanguinato, ma le dita che gli strattonavano gli
abiti lo tiravano verso il basso e minacciavano di farlo cadere
per terra.
Toglietemelo di dosso!, fece artigliando il muro nel tentativo di reggersi in piedi. Colp debolmente l'uomo con il
suo bastone, poi uno dei Pratici salt addosso all'assalitore e
gli diede una randellata sulla schiena.
Confesso!, piagnucol il mercante alla vista del bastone
sollevato di nuovo su di lui, ma il Pratico gli spezz il randello sulla testa e lo sollev di peso sotto le braccia, per trascinarlo alla porta. Glokta prosegu in tutta fretta, con lo sgomento Tenente Jalenhorm al suo fianco. Quando raggiunsero
un'ampia scalinata, Glokta la guard con odio. I miei vecchi
nemici, sempre qui, di fronte a me. Cominci a salire nel
modo pi veloce possibile, ma fece segno a Gelo di andare
intanto avanti. Un mercante sconcertato venne trascinato via
davanti a loro, mentre starnazzava qualcosa sui suoi diritti e
scalciava sbattendo i tacchi delle scarpe contro i gradini.
D'un tratto, Glokta scivol e rischi di cadere in avanti,
ma qualcuno lo prese per un gomito e lo tenne in piedi. Era
Jalenhorm, sul cui faccione onesto c'era ancora un'espressione confusa. Allora gli uomini grandi e grossi hanno la loro
utilit, dopotutto. Il giovane ufficiale lo sostenne per il resto
della salita, e Glokta non ebbe l'energia per rifiutare il suo
aiuto. Perch disturbarmi? Un uomo dovrebbe conoscere i
propri limiti. Non c' niente di nobile nello sbattere il muso a
terra. Io lo so bene.
In cima alla scalinata trovarono una strana anticamera, abbellita da un folto tappeto e da una quantit di arazzi dai colori brillanti appesi alle pareti. Due soldati con le spade gi
sguainate erano di guardia di fronte a una grossa porta, vestiti con la livrea della Gilda dei Merciai. Gelo, coi pugni chiusi in due morse bianche, si ergeva minaccioso davanti a loro.
Una volta raggiunto il pianerottolo, Jalenhorm sguain la sua
spada e si port subito al fianco dell'albino. Glokta non pot
fare a meno di sorridere. Il torturatore mezzo muto e il fiore
della cavalleria. Che improbabile alleanza.
Ho un mandato di cattura per Kault, firmato dal Re in
Il Magistro fece un ghigno feroce. Errori? Non avete fatto altro, idiota! Il mondo non come credi tu! Non sai neanche da che parte stai! Non sai neanche quali sono le parti!
Io sto dalla parte del Re, mentre voi no. Non ho bisogno
di sapere altro. Gelo aveva intanto raggiunto la credenza e
vi si era nascosto dietro, nel tentativo di sbirciare con quegli
occhietti rosa senza farsi vedere. Un po' pi in l, solo un
pochino
Tu non sai niente, storpio! Qualche affaruccio con le tasse, qualche insignificante tangente. Ecco di cosa siamo colpevoli!
E di nove omicidi dettaglio insignificante.
Non avevamo scelta!, grid Kault. Non abbiamo mai
avuto scelta! Dovevamo pagare i banchieri! Ci hanno concesso i finanziamenti e noi dovevamo restituirli! Sono anni
che li paghiamo! Valint & Balk, quelle sanguisughe! Gli abbiamo dato tutto, ma loro volevano sempre di pi!
Valint & Balk? Banchieri? Glokta gett uno sguardo su
quell'opulenza ridicola. Non mi sembra che ve la passiate
poi tanto male.
Sembra! Sembra! Tutta polvere! Tutte menzogne! tutto
dei banchieri! Possiedono anche noi, dal primo all'ultimo!
Gli dobbiamo migliaia, milioni di marchi! Kault ridacchi.
Ma suppongo che adesso non avranno niente, non vero?
No. Suppongo di no.
Il Magistro si pieg sulla scrivania e la corda penzolante
sfior la pelle che ricopriva il piano. Vuoi dei criminali,
Glokta? Vuoi dei traditori? Dei nemici del Re e dello Stato?
Cercali nel Consiglio Ristretto. Cercali nel Palazzo degli Interrogatori. Cercali nell'Universit e nelle banche, Glokta!
D'un tratto not Gelo sbucare da dietro la credenza, a neanche quattro passi da lui, allora spalanc gli occhi e si alz di
scatt dalla sedia.
Prendilo!, berci Glokta. Gelo si lanci verso di lui, allungandosi oltre la scrivania, e afferr l'orlo svolazzante della veste da cerimonia di Kault, proprio nel momento in cui il
23.
Tre segni
West fin col culo per terra. Una delle spade gli sfugg di
mano e prese a scivolare sull'acciottolato.
Stoccata!, grid il Maresciallo Varuz. Senza dubbio!
Bel combattimento, Jezal, ben fatto!
West cominciava a stancarsi di perdere. Sebbene fosse pi
forte e pi alto, e il suo braccio avesse una portata migliore
di quella di Jezal, quel piccolo bastardo di un galletto era veloce, dannatamente veloce, e di giorno in giorno la sua rapidit aumentava. Ormai conosceva bene tutti i trucchetti di
West, pi o meno, e se avesse continuato a migliorare di quel
passo, ben presto l'avrebbe battuto tutte le volte. Anche Jezal
lo sapeva, era evidente dall'irritante sorrisetto compiaciuto
con cui aiut West a rialzarsi da terra.
Finalmente, si va da qualche parte! Varuz si picchi la
gamba con il bastone per la contentezza. Chiss che anche
noi non avremo un campione, eh, Maggiore?
molto probabile, signore, rispose West, massaggiandosi il gomito escoriato e dolorante per la caduta. Scocc
uno sguardo in tralice a Jezal, che si crogiolava al calore delle lodi del Maresciallo.
Ma non dobbiamo adagiarci!
No, signore, rispose Jezal con enfasi.
No, infatti. Il Maggiore West uno schermitore capace,
ovviamente. Duellare con lui un privilegio per te, ma,
ecco, e fece un sorriso a West, la scherma una disciplina per giovani, eh, Maggiore?
Certo, signore, mormor West. Una disciplina per giovani.
Mi aspetto che Bremer dan Gorst sia un avversario di al-
ho seri problemi a farmi rispettare dagli ufficiali di grado inferiore. Ma gli uomini a cui dovrei dare ordini, signore, se
entrassi nel vostro Stato Maggiore, sarebbero ufficiali d'alto
grado e lignaggio Fece una pausa, esasperato. Il Maresciallo lo guard senza capire. Non me lo permetteranno!
Le sopracciglia di Burr si congiunsero. Permetteranno?
Il loro orgoglio non si piegher, signore, la loro
Al diavolo il loro orgoglio! Burr si pieg in avanti, fissando gli occhi scuri sul volto di West. Adesso ascoltatemi
attentamente. I tempi stanno cambiando. Non mi servono uomini d'alto lignaggio, mi servono uomini in grado di pianificare, organizzare, dare ordini ed eseguirli. Nel mio esercito
non ci sar spazio per quelli che non sanno fare ci che gli
viene detto, non mi importa quanto siano nobili. Come membro del mio Stato Maggiore, voi rappresentate me e io non
tollerer di essere offeso o ignorato. Fece un rutto improvviso e sbatt il pugno sul tavolo. Provveder io affinch non
succeda!, rugg. I tempi stanno cambiando! Loro ancora
non lo sanno, ma presto se ne accorgeranno!
West ricambi il suo sguardo con aria istupidita. In ogni
caso, e Burr fece un gesto vago della mano, non mi sto
consultando con voi, vi sto informando. Questo il vostro
nuovo incarico. Il vostro Re ha bisogno di voi, il vostro Paese ha bisogno di voi, e questo tutto. Avete cinque giorni per
rassegnare le dimissioni come comandante di battaglione.
Detto questo, torn a concentrarsi sulle sue carte.
S, signore, mormor West.
Chiuse la porta dietro di s con mani intorpidite e si incammin lentamente lungo il corridoio, tenendo lo sguardo
fisso a terra. Guerra. Guerra nel Nord. Dunbrec caduta, gli
Uomini del Nord a imperversare nell'Angland. Altri ufficiali
gli passavano accanto, qualcuno lo sfior anche, ma lui se ne
accorse a malapena. Molte persone erano in pericolo, potevano morire! Gente che conosceva, magari, vicini di casa. Persino adesso gi si combatteva all'interno dei confini dell'Unione! Si gratt la mascella. Questa poteva essere una guerra
terribile, addirittura peggiore di quella con Gurkhul, e lui sarebbe stato al centro degli eventi. Un incarico nello Stato
Maggiore di un Lord Maresciallo. Lui? Collem West? Un popolano? Ancora non poteva crederci.
Avvert un'intensa, subdola soddisfazione, che lo fece sentire in colpa. Era per un incarico simile che aveva lavorato
come un mulo per tutti quegli anni. Se avesse agito bene,
chiss dove sarebbe potuto arrivare. Quella guerra era una
cosa brutta, terribile, senza dubbio. Eppure si ritrov a sorridere. Una cosa terribile ma poteva anche segnare una svolta nella sua carriera.
24.
Dal costumista di scena
E Bethod vuole fare la guerra contro tutto questo? sussurr. Deve essere pazzo.
Forse. Ma malgrado il suo orgoglio e i suoi sprechi, Bethod comprende l'Unione. Bayaz fece un cenno della testa
verso la citt. Tutte quelle persone l sono gelose l'una dell'altra. Sar un'unione di nome, ma di fatto tutti si combattono con le unghie e coi denti. I poveri litigano per sciocchezze, i ricchi scatenano guerre segrete per il potere e la ricchezza, e lo chiamano governo. Guerre fatte di parole, di dissimulazioni e di astuzie, ma non per questo meno sanguinose.
Le vittime sono molte. Il Mago sospir. Dietro quelle
mura si grida, si discute, si accoltella l'altro alla schiena in
continuazione. Le vecchie dispute non si risolvono mai, ma
si amplificano, mettendo radici, e le radici vanno sempre pi
in profondit ogni anno che passa. sempre stato cos. Quelli non sono come te, Logen. Un uomo qui pu sorriderti,
adularti, dichiararsi tuo amico, darti dei doni con una mano e
accoltellarti con l'altra. Lo troverai un posto strano.
Ma per Logen quello era gi il posto pi strano che avesse
mai visto. Era infinito e, man mano che la barca scivolava all'interno della baia, la citt sembrava sempre pi grande. Una
selva di edifici bianchi, le cui finestre somigliavano a macchioline nere, li abbracciava da tutti i lati, ricoprendo le colline di un'accozzaglia di tetti e torri. Le case si ammassavano
muro a muro, premute contro la linea costiera.
Navi e barche di tutti i tipi si superavano a vele spiegate
sulla baia, mentre i membri degli equipaggi correvano sui
ponti da una parte all'altra, si calavano dalle reti, gridavano
per farsi sentire al di sopra del frastuono dell'acqua. Alcune
imbarcazioni erano persino pi piccole del loro vascello a
due vele, mentre altre erano molto pi grandi. Logen rimase
sconvolto quando vide una nave enorme solcare i flutti verso
di loro, preceduta a prua da un ribollire di spuma luccicante,
come fosse una montagna di legno che si reggeva a galla per
magia. Pass loro accanto e li lasci a beccheggiare nella sua
scia, ma ce n'erano altre, molte altre, ancorate alle innumere-
sone come lui, con pensieri, umori e sogni? I volti gli venivano incontro per scomparire dopo un istante, preoccupati e
ansiosi, coi loro bronci che svanivano in un angosciante lampo di colore. Logen inghiott, sbatt le palpebre; si sentiva la
gola terribilmente secca e gli girava la testa. Quello era sicuramente l'inferno. Sapeva di esserselo meritato, ma non ricordava di essere morto.
Malacus!, sibil disperato, al che l'apprendista si gir a
guardarlo. Fermati un momento! Logen si allarg il colletto nel tentativo di lasciar passare un po' d'aria. Non riesco a
respirare!
Quai sorrise. Sar il cattivo odore.
S, era possibile. Il molo puzzava da morire, questo era
poco ma sicuro: pesce, spezie nauseanti, frutta marcia, merda
fresca, sudore di cavalli e muli e persone, si mescolavano
moltiplicandosi sotto il sole rovente, sommandosi fino a
creare un olezzo peggiore di ciascun odore che lo costituiva.
Muoviti! Una spalla lo scost rudemente da una parte,
poi scomparve. Logen si appoggi contro un muro sudicio e
si asciug il sudore sulla fronte.
Bayaz stava sorridendo. Qui non come il vasto e desolato Nord, eh, Novedita?
No. Logen osserv quel brulichio di gente passargli davanti agli occhi: cavalli, carretti, l'infinit dei volti. Un uomo
gli lanci un'occhiata sospettosa; un ragazzino lo indic e
grid qualcosa; una donna che portava un cesto gli pass alla
larga, guardandolo con occhi spaventati, e poi aument il
passo. Ora che ci pensava un attimo, tutti lo guardavano, tutti
lo indicavano con tanto d'occhi e non sembravano affatto felici di vederlo.
Logen si pieg all'orecchio di Malacus. Mi temono e mi
odiano in tutto il Nord. Non mi fa piacere, ma almeno so il
perch. Alcuni marinai accigliati lo scrutarono con occhi
pieni d'odio e si scambiarono sussurri tra loro. Logen, perplesso, ricambi i loro sguardi, finch non li vide scomparire
dietro un carro che rombava sulla strada. Ma perch mi
odiano qui?
Bethod si mosso rapidamente, fece Bayaz, nel guardare preoccupato la folla. La sua guerra contro l'Unione
gi iniziata. Temo che il Nord non sia molto popolare ad
Adua di questi tempi.
Come fanno a sapere da dove vengo?
Malacus sollev un sopracciglio. Non passi certo inosservato.
Logen sobbalz quando un paio di giovani gli passarono
davanti ridendo. Ah, s? In mezzo a tutti questi?
Beh, in effetti somigli solo a un pilastro lurido e pieno di
cicatrici.
Ah. Si diede un'occhiata addosso. Capisco.
Lontano dal molo, la folla si dirad, assieme al cattivo
odore e al baccano. Certo, la gente era ancora tanta, il rumore ancora forte e la puzza persistente, ma almeno Logen riusciva a respirare.
Attraversarono enormi piazze pavimentate, abbellite da
piante e statue, e c'erano delle insegne di legno montate sulle
porte con raffigurazioni vivaci di pesci azzurri, o maiali rosa,
o grappoli d'uva viola, o pagnotte di pane marroni. C'erano
tavoli e sedie fuori al sole, dove la gente sedeva a mangiare
dentro ciotole piatte e a bere da bicchieri di vetro verde. Percorsero vicoli stretti, in cui le case di stucco e legno mal fissato sporgevano su di loro, quasi toccandosi al di sopra delle
loro teste, al punto che in alto si vedeva soltanto una sottile
striscia azzurra di cielo. Vagarono lungo ampie strade acciottolate, gremite di gente e di mostruosi edifici bianchi schierati lungo i lati. E Logen non smise mai di restare sorpreso di
fronte a tutto questo.
Non si era mai sentito tanto perso, neanche nelle lande pi
nebbiose o nelle foreste pi intricate. Non avrebbe pi saputo
dire dove si trovava la barca, bench se la fossero lasciata
alle spalle neanche mezz'ora prima. Il sole era nascosto dai
palazzi torreggianti e ogni cosa pareva uguale all'altra. Aveva
taglia, e poich gli avevano chiuso la ferita con il ferro rovente, gli faceva male, sempre pi male. Il dolore lo aveva
reso folle. Come se a quei tempi avesse bisogno di una scusa
per essere violento. Ricordava il puzzo del sangue, di sudore,
di fumo. Le grida, gli schianti, le risate.
Per favore Logen inciamp e per poco non cadde.
Qualcosa gli si era aggrappato alla gamba: una donna, seduta
per terra a ridosso di un muro, con dei cenci laceri addosso e
una faccia pallida, smunta dalla fame. Teneva tra le braccia
una specie di fagotto di stracci. Un bambino. Per favore,
disse solamente. La gente rideva, chiacchierando beatamente, evitava di calpestarli, come se non ci fossero. Per favore
Non ho nulla, mormor Logen. Neanche cinque passi
pi gi, un uomo con un alto cappello sedeva a un tavolo,
tutto concentrato su un piatto fumante di carne e verdure,
mentre ridacchiava con un amico. Logen guard il cibo sbattendo gli occhi e poi fiss la donna affamata.
Logen! Andiamo! Bayaz l'aveva preso per un gomito e
cercava di tirarlo via.
Ma non dovremmo
Guardati intorno. Sono ovunque. Il Re ha bisogno di denaro, per cui spreme i nobili. I nobili spremono i loro affittuari, che a loro volta spremono i contadini. Alcuni di loro, i
vecchi, i deboli, i figli e le figlie in pi, vengono spremuti
fino all'osso. Troppe bocche da sfamare. I pi fortunati diventano ladri o puttane, tutti gli altri finiscono a mendicare.
Ma
Fate largo! Logen si premette contro il muro insieme a
Malacus e Bayaz, mentre la folla si apriva per lasciar passare
una lunga colonna di uomini, guidati da guardie in armatura.
Alcuni erano giovani, a malapena ragazzi, certi altri erano
decrepiti, ma tutti indossavano stracci luridi e in pochi sembravano in salute. Un paio di loro erano addirittura zoppi e
avanzavano meglio che potevano; uno sul davanti aveva un
braccio solo. Un passante, vestito di una favolosa giubba cre-
25.
Barbari alle porte
Jezal sfrecciava sul viottolo accanto al fossato. I suoi piedi battevano pesanti sui ciottoli logori, le mura bianche scorrevano all'infinito alla sua destra, una torre dopo l'altra, mentre lui compiva il suo giro quotidiano attorno all'Agriont. Da
quando aveva ridotto il consumo di alcool la sua resistenza
era aumentata in maniera impressionante, tanto che quasi
non rimaneva pi senza fiato. Visto che era prima mattina, le
strade della citt erano semideserte e quei pochi passanti lo
seguivano con gli occhi, magari gridando qualche parola di
incoraggiamento. Ma Jezal li notava appena. Teneva gli occhi fissi sull'acqua luccicante del fossato che sciabordava. La
sua mente era altrove.
Ardee. E dove altro, se no? Dopo l'avvertimento di West e
dopo aver smesso di vederla, credeva che i suoi pensieri sarebbero presto tornati a concentrarsi su altre faccende, su altre donne. Si era applicato parecchio nella scherma, aveva
cercato di mostrare interesse per i suoi doveri di ufficiale, ma
non riusciva a concentrarsi e tutte le altre donne, ormai, sembravano creature insipide, pallide e noiose. Le lunghe corse, i
monotoni esercizi con la spranga e quelli sulla trave davano
alla sua mente svariate opportunit di distrarsi, ma il tedio
dei soldati in tempo di pace era anche peggiore, poich c'erano solo noiose carte da leggere o c'era da montare la guardia
a cose che non avevano bisogno di essere sorvegliate. La sua
attenzione veniva inevitabilmente meno, e Ardee era l.
Ardee vestita da contadina, accaldata e sudata dopo il
duro lavoro nei campi. Ardee scintillante di gioielli da principessa. Ardee che si bagnava in uno stagno nella foresta, mentre lui la spiava da dietro i cespugli. Ardee timida e riservata,
sta.
Dopo di che, per Jezal fu semplice dare una pedata al sedere dell'avversario e spingerlo fuori dal cerchio.
Touch!, grid il Maresciallo Varuz.
Ci fu uno scoppio di risate quando il Maggiore capitombol a faccia avanti nell'erba. Touch nel culo! Il Principe
Ereditario, la cui piuma ondeggiava avanti e indietro, era
piegato in due dalle risate. Uno a zero per il Capitano Luthar! West non sembrava pi tanto minaccioso con la faccia
affondata nel fango. Jezal fece un piccolo inchino davanti al
pubblico e, risollevandosi, arrischi un sorriso nella direzione di Ardee, ma rimase deluso nel constatare che non stava
guardando lui, bens suo fratello, che era alle prese con la
polvere per terra, e aveva un piccolo ghigno crudele sulle
labbra.
West, intanto, si tir lentamente in piedi. Bel tocco,
mormor tra i denti serrati, mentre rientrava nel cerchio. Anche Jezal riprese posto, ma non riusc a trattenere un sorriso.
Cominciate!
West si fece di nuovo sotto con foga, per Jezal ci stava
prendendo gusto, visto che le acclamazioni del pubblico crescevano nel vederlo danzare da una parte all'altra, gli applausi sparsi lo accompagnavano quando infiorettava i suoi movimenti e i cori di oooh e aaah aleggiavano nel cortile a
ogni colpo che deviava. Non aveva mai tirato di scherma
cos bene, non si era mai mosso con tanta agilit. L'omone
stava cominciando a stancarsi un po', era evidente dal fatto
che i suoi affondi avevano perso vigore, ma le loro spade
lunghe continuarono comunque a cozzare e stridere l'una
contro l'altra. Jezal fece una rapida mossa con il polso destro
e strapp la spada dalle dita di West, poi si fece avanti e lo
colp con la sinistra.
Ah! Con una smorfia, West moll anche la spada corta,
poi si allontan saltellando e tenendosi l'avambraccio. Qualche goccia di sangue cadde a terra.
Due a zero!, grid Varuz.
poi, quando l'acqua gli spruzz in faccia, il selvaggio si ritrasse con un passo goffo e per poco non butt Jezal a terra.
Una fonte?, sussurr. Com' possibile?
Piet. Quell'uomo era come un bambino. S, un bambino
di un metro e novanta con la faccia simile al ceppo di un macellaio. Ci sono i tubi!, Jezal pest i piedi per terra. Sotto terra!
Tubi, ripet a bassa voce il selvaggio, sempre fissando
l'acqua spumeggiante.
Gli altri erano andati pi avanti ed erano ormai vicini al
magnifico edificio che ospitava gli uffici di Hoff. Jezal inizi
ad allontanarsi dalla fontana, nella speranza di farsi seguire
dall'ottuso primitivo, cosa che l'altro fece, con suo grande
sollievo, anche se non smise di scuotere la testa e ripetere
"tubi" all'infinito tra s e s.
Entrarono nella fredda oscurit dell'anticamera degli uffici, dove c'erano persone sedute su delle panche lungo le pareti; alcuni avevano l'aria di aver aspettato molto, e tutti fissarono Morrow mentre conduceva quello strano gruppo direttamente negli uffici di Hoff. L'occhialuto segretario apr le
pesanti doppie porte e si fece da parte, dopo di che entrarono
prima il vecchio calvo, poi il ragazzo con il bastone, poi quel
pazzo di Zolfo e infine il primitivo con nove dita.
Jezal fece per seguirli, ma Morrow si mise in mezzo e gli
blocc il passaggio. Grazie infinite per il vostro aiuto, Capitano, disse con un sorrisino. Potete tornare al portale. Jezal tent di sbirciare la stanza alle sue spalle e vide il Lord
Ciambellano che se ne stava seduto dietro un lungo tavolo,
con lo sguardo imbronciato. Accanto a lui, tetro e sospettoso,
c'era l'Arcilettore Sult, e dall'altra parte l'Alto Giudice Marovia, con un sorriso sulla faccia rugosa. Tre membri del Consiglio Ristretto.
Poi Morrow gli chiuse la porta in faccia.
26.
Il prossimo
niente.
Ci ha traditi per una risibile somma di denaro, che delusione, continu Sult, arcuando le labbra per il disgusto.
Direi che Kault gli avrebbe dato dieci volte quella somma,
se solo avesse avuto l'intelligenza di chiederlo a lui. Le nuove generazioni non hanno un briciolo d'ambizione e pensano
di essere pi astuti di quanto non siano in verit. Scrut
Glokta con quei gelidi occhi azzurri. Io faccio parte della
nuova generazione, pi o meno. Ha ragione a umiliarmi.
Il vostro segretario stato punito?
L'Arcilettore pos delicatamente il bicchiere sul ripiano
del tavolo, tanto che la base del vetro a malapena tintinn sul
legno. Oh, s, e con molta severit. Ma non parliamo di lui,
irrilevante. Ci scommetto. Corpo galleggiante rinvenuto
vicino al molo Devo dire di essere rimasto molto sorpreso
quando hai identificato Kalyne come la fonte della nostra
fuga di notizie. Quell'uomo della vecchia guardia qualche volta ha chiuso un occhio su questioni di poca importanza, ma tradire l'Inquisizione? Vendere i nostri segreti ai Merciai? Sult sbuff. Mai. Hai lasciato che la tua personale
antipatia per quell'uomo annebbiasse il tuo giudizio.
Lui sembrava l'unica possibilit, mormor Glokta, ma
rimpianse subito quelle parole. Sciocco, sciocco. L'errore ormai fatto. Meglio tenere la bocca chiusa e basta.
Sembrava? L'Arcilettore schiocc la lingua per la profonda disapprovazione. No, no, no, Inquisitore. "Sembrava"
non va bene per noi. In futuro ci baseremo su fatti concreti,
se non ti dispiace. Per non sentirti troppo in colpa per questo; ti ho lasciato seguire il tuo istinto e, per come stanno le
cose, il tuo abbaglio ha ulteriormente rafforzato la nostra posizione. Kalyne stato destituito Corpo galleggiante e il
Superiore Goyle sta arrivando dall'Angland per assumere il
ruolo di Superiore di Adua.
Goyle? Qui? Quel bastardo, il nuovo Superiore di Adua?
Glokta non riusc a trattenersi dall'arricciare le labbra.
Fra voi due non corre buon sangue, eh, Glokta?
L'Arcilettore parve pensarci su un momento, mentre fissava Glokta coi suoi duri occhi freddi. Chiss che gi non fosse a conoscenza di questa banca in particolare Chiss che
non ne sappia gi molto pi di me. Come ha detto Kault?
Vuoi i traditori, Glokta? Cercali nel Palazzo degli Interrogatori
No, ribatt secco Sult, Questi banchieri sono troppo
collegati a noi. Gli dobbiamo parecchi favori e, senza Kault,
non potremo provare niente. Abbiamo gi ottenuto dai Merciai quello che volevamo. Inoltre, devi sbrigare una faccenda
pi urgente.
Glokta alz lo sguardo. Un altro incarico? Ero ansioso
di interrogare i prigionieri arrestati alla Sede dei Merciai, Vostra Eminenza, pu darsi che
No. L'Arcilettore scans le parole di Glokta con un gesto della mano inguantata. Questa faccenda potrebbe andare
avanti per mesi. La far gestire a Goyle. Poi aggrott la
fronte. A meno che tu non abbia obiezioni
Cos io aro il campo, getto i semi, annaffio i germogli, e
Goyle miete il raccolto? Mi pare giusto. Tuttavia chin la testa con umilt. Ma certo che no, Vostra Eminenza.
Bene. Probabilmente sai gi degli strani visitatori che
abbiamo ricevuto ieri.
Visitatori? Per tutta la settimana precedente, Glokta era
stato tormentato dal mal di schiena e soltanto il giorno prima
aveva cercato di alzarsi dal letto per andare ad assistere al
duello di quel cretino di Luthar, ma altrimenti era rimasto
confinato nella sua stanzetta, teoricamente incapace di muoversi. Non me ne sono accorto, si limit a rispondere.
Bayaz, il Primo Mago. Glokta fece di nuovo quel suo
sorrisetto, ma l'Arcilettore non rideva per niente.
State scherzando, ovviamente.
Magari.
Un impostore, Vostra Eminenza?
E chi altri, se no? Ma un impostore con del talento. Lucido, ragionevole, intelligente. Ha elaborato la sua farsa alla
perfezione.
Avete parlato con lui?
S. estremamente convincente, perch conosce cose
che non dovrebbe sapere. Non lo si pu mettere da parte e
basta. Chiunque egli sia, ha soldi e informazioni corrette.
L'Arcilettore si accigli profondamente. Si porta dietro un
bruto, un rinnegato di Uomo del Nord.
Glokta aggrott la fronte. Un Uomo del Nord? Non nel
loro stile. Sono tipi piuttosto diretti, quelli.
Ho pensato la stessa cosa.
Una spia dell'Imperatore, dunque? I Gurkish?
Forse. I Kantichi adorano gli intrighi, ma tendono a rimanere nell'ombra. Questi teatranti non si comportano come
loro, e sospetto che la risposta sia molto pi vicina a casa nostra.
I nobili, Vostra Eminenza? Brock? Isher? Heugen?
Forse, riflett Sult, possibile. D'altra parte li abbiamo fatti infuriare. Oppure c' il nostro vecchio amico, l'Alto
Giudice, che mi parso un po' troppo compiaciuto da tutta
questa storia. Sta complottando qualcosa, me lo sento.
I nobili, l'Alto Giudice, gli Uomini del Nord, i Gurkish
potrebbe essere chiunque di loro, oppure nessuno. Ma perch? Non capisco, Arcilettore. Se sono semplicemente delle
spie, perch prendersi tutto questo disturbo? Ci sono modi
pi semplici per entrare nell'Agriont.
Questo il punto. Sult fece la smorfia pi amara che
Glokta avesse mai visto. C' una poltrona vuota nel Consiglio Ristretto, c' sempre stata. Una tradizione sciocca che si
conserva giusto per etichetta, una poltrona riservata a una figura mitica, in ogni caso morta da centinaia di anni. Nessuno
poteva immaginare che qualcuno sarebbe venuto a reclamarla.
E lui l'ha fatto?
L'ha fatto! L'ha pretesa! L'Arcilettore si alz e fece rapido il giro del tavolo. Lo so! inconcepibile! Una spia, un
bugiardo venuto da chiss dove, informato sul funzionamen-
to del cuore del nostro governo! Ma ha con s qualche pergamena impolverata, quindi tocca a noi screditare lui! Riesci a
crederci?
Ovviamente Glokta non ci riusciva. Ma che senso ha dirlo?
Ho richiesto del tempo per condurre un'indagine, ma non
si pu rimandare il Consiglio Ristretto per un tempo indefinito. Abbiamo pi o meno una settimana per denunciare questo cosiddetto Mago come l'impostore che . Nel frattempo,
lui e i suoi compagni fanno come se fossero a casa loro in
uno splendido appartamento della Torre delle Catene, e noi
non possiamo fare niente per impedirgli di andarsene a spasso per l'Agriont, a causare i danni che gli pare! Una cosa
potremmo farla
La Torre delle Catene molto alta. Se qualcuno dovesse
cadere
No, non ancora. Abbiamo gi tentato troppo la fortuna in
certi ambiti. Almeno per adesso, dobbiamo procedere con
cautela.
Si pu sempre interrogarli. Se li arrestassimo, scoprirei
in un attimo per chi lavorano
Procedere con cautela, ho detto! Voglio che cerchi informazioni su questo Mago, Glokta, e sui suoi compagni. Scopri chi sono, da dove vengono, che cosa vogliono. Ma soprattutto, scopri chi c' dietro, e perch. Dobbiamo smascherare questo sedicente Bayaz prima che possa far danni. Dopo
di che, potrai usare i mezzi che vuoi. Sult si volt e si diresse alla finestra.
Glokta si alz goffamente in piedi, pieno di dolori. Da
dove comincio?
Seguili!, grid l'Arcilettore con impazienza. Sorvegliali! Vedi con chi parlano, che fanno. Sei tu l'Inquisitore,
Glokta!, fece bruscamente, senza neanche voltarsi a guardarlo. Fa' qualche domanda!
27.
Meglio che morire
vo. Pensaci.
E questo, per il momento, le chiuse la bocca. Camminava
con gli occhi rivolti al paesaggio arido, coi sandali che scricchiolavano sul terriccio indurito. Lanci uno sguardo in tralice al vecchio. Le aveva salvato la vita coi suoi trucchi, non
poteva negarlo.
Ma non sarebbe andata a nord neanche per tutto l'oro del
mondo.
La fortezza era nascosta all'interno di un'insenatura rocciosa, ma da dove si trovavano loro, sulla cima di una scogliera, con il sole rovente alle spalle, Ferro era in grado di distinguerne bene la forma. Un muro alto conchiudeva file ordinate di case, abbastanza numerose da formare una piccola
citt e, accanto a esse, c'erano lunghi pontili costruiti direttamente sull'acqua. Ai pontili erano ormeggiate delle navi.
Enormi navi.
Torri di legno, fortezze galleggianti. Ferro non aveva mai
visto barche grosse neanche la met di quelle, coi loro alberi
che insieme parevano formare una foresta buia, contro l'acqua chiara sullo sfondo. Dieci erano ancorate sotto di loro,
altre solcavano lentamente i flutti, entrando nella baia con le
enormi vele spiegate; una quantit di figure minuscole brulicavano sui ponti e tra la ragnatela di cordame in alto.
Io ne vedo dodici, disse Yulwei, ma tu hai occhi migliori.
Ferro guard in lontananza sull'acqua. Dietro la curva della linea costiera, circa venti miglia pi gi, vide un'altra fortezza, un altro gruppo di pontili. Ce ne sono altre laggi,
nove o dieci, e sono pi grosse.
Pi grosse di queste?
Molto pi grosse.
Oh, spirito divino!, mormor Yulwei tra s e s. I Gurkish non hanno mai costruito barche cos grosse in passato,
n cos tante. Tutto il legno del Sud non basterebbe per costruire una flotta simile, quindi devono averlo comprato a
bili.
Senti, continu il soldato, piegato di lato verso Ferro.
Questa vale il doppio, e non c' alcun pericolo, perch
quando arriveremo a Shaffa dir a tutti che morta nella polvere durante la marcia. Nessuno si meraviglier, succede in
continuazione! Io mi prendo dieci e altrettanto risparmi tu.
Cos vincono tutti!
Vincono tutti. Ferro scrut la guardia, che si tolse l'elmo
per asciugarsi la fronte con il dorso della mano. Calma, Ferro, sussurr Yulwei.
D'accordo, allora otto!, grid il soldato. Ha un bel sorriso! Fagli vedere il sorriso, puttanella! L'angolo della bocca della ragazzina si curv appena. Ecco, vedi? Otto, ed
gi un furto!
Ferro strinse i pugni e le unghie affondarono nella sua
stessa carne. Calma, Ferro, ribad il vecchio, in tono d'avvertimento.
Tu sei uno che contratta parecchio, ragazzo! Sette, ultima offerta. Sette, dannazione! Il soldato agit l'elmo per la
frustrazione. Trattala bene e tra cinque anni varr ancora di
pi! un investimento!
La faccia del soldato stava a pochi metri da quella di Ferro, tanto che lui riusciva a vedere ogni sua minima goccia di
sudore sulla fronte, ogni pelo ispido sulle sue guance, ogni
graffietto, imperfezione e poro della sua pelle. Poteva quasi
sentire il suo odore.
Chi ha veramente sete beve di tutto, piscio, acqua salata e
persino olio, non importa quanto possano far male, perch il
bisogno di bere troppo grande. Ferro l'aveva visto accadere
tante volte nelle Terre Arse. Allo stesso modo, lei aveva bisogno di uccidere quest'uomo, farlo a pezzi a mani nude, soffocare la vita che c'era in lui e dilaniargli la faccia coi denti. Il
desiderio era quasi troppo forte per resistervi. Calma!, sibil Yulwei.
Non posso permettermela, si sent dire Ferro.
Potevi dirlo prima, ragazzo, e risparmiarmi la fatica! Il
28.
Farsi notare
Logen si affacci al parapetto per godersi la vista, l il forte sole lo costrinse a sbattere gli occhi.
Aveva fatto la stessa cosa dal balcone della sua stanza alla
biblioteca, ma sembravano passati secoli. I due panorami
non potevano essere pi diversi: davanti a s vedeva l'alba
levarsi su un tappeto brulicante di edifici, caldo, luminoso,
pieno di rumori distanti, mentre dalla biblioteca aveva visto
una vallata deserta, avvolta da una nebbia gelata che ovattava tutto e lo rendeva immobile come la morte. Ricordava
come si era sentito un uomo diverso quella mattina. Di certo
si sentiva diverso anche adesso: pi stupido. Piccolo, spaventato, brutto e confuso.
Logen. Malacus usc sul balcone per andare da lui e
sorrise guardando il sole divampare sulla citt, riflettersi sulla baia luccicante gi solcata da numerose navi. bellissima, non vero?
Se lo dici tu, ma io non sono mica sicuro. Tutta quella
gente Logen rabbrivid nonostante il caldo. C' qualcosa
di sbagliato. Mi spaventa.
Tu? Spaventato?
Sempre. Sin da quando erano arrivati, Logen non era
mai riuscito a farsi una bella dormita. In quel posto non c'era
mai buio completo e il frastuono era continuo. Tutto era troppo caldo, troppo soffocante e troppo puzzolente. I nemici facevano paura, per almeno li si poteva sconfiggere e farla finita, inoltre il loro odio era comprensibile per lui. Ma come
combattere contro una citt priva di volto, piena di disinteresse e di baccano? Il suo odio abbracciava ogni cosa. Questo non il posto per me. Sar contento di andarmene.
sguardi severi a fissare le teste dei numerosi passanti. La statua che gli stava pi vicina aveva qualcosa di familiare, dunque Logen si avvicin, la guard bene e poi sorrise. Il Primo
Mago era un po' ingrassato da quando era stata scolpita; forse alla biblioteca mangiava troppo bene. Si gir verso un
ometto che stava passando proprio in quel momento, con un
cappello nero sulla testa e con un grosso libro sotto il braccio.
Bayaz, disse indicando la statua. Mio amico. L'uomo
fiss lui, poi la statua, e poi di nuovo lui, prima di darsela a
gambe.
Le sculture erano allineate su entrambi i lati del viale,
quelle dei Re dell'Unione erano quelle di sinistra, suppose
Logen. Alcuni portavano delle spade, altri dei manoscritti arrotolati o delle minuscole navi. Uno aveva addirittura un
cane ai suoi piedi, un altro un fascio di grano sotto il braccio
ma, a parte questi particolari, era difficile distinguerli, perch
tutti indossavano la stessa grossa corona e avevano la stessa
espressione austera. A guardarli, parevano tipi che non avevano mai detto o fatto una cosa stupida in vita loro, che non
avevano mai neanche cagato, tanto sembravano tutti d'un
pezzo.
All'improvviso Logen sent dei passi rapidi che si avvicinavano alle sue spalle, cos si volt giusto in tempo per vedere il giovane altezzoso del portale che veniva di corsa lungo
il viale, con la casacca intrisa di sudore. Si chiese dove mai
stesse andando tanto di fretta, ma preferiva morire che corrergli dietro per chiederglielo, con quel caldo. E poi, in ogni
caso, c'erano molti altri misteri ancora da risolvere.
La strada sfociava su un grande spazio verde, che qualche
mano gigante aveva raccolto dalle terre selvagge e posato l,
tra gli edifici, anche se non somigliava a niente che Logen
avesse mai visto prima. L'erba era un tappeto, anzi, una coperta morbida di un verde brillante, tagliata quasi raso terra.
C'erano fiori, ma crescevano in serie o in cerchio o in file
dritte e coloratissime, e poi cespugli lussureggianti e alberi,
tutti stretti tra loro e recintati, con le chiome di forme innaturali. C'era anche l'acqua: un po' ne scendeva a rivoli da alcuni gradini di pietra, altra formava uno stagno con degli alberi
tristi che vi correvano tutto intorno.
Logen vag per quella distesa verde dai contorni squadrati, con gli stivali che scricchiolavano sulle minuscole pietruzze grigie di un sentiero. Di tutte le persone radunate nel parco, schiacciate l'una contro l'altra per godersi il sole, alcune
sedevano a bordo di barchette, mentre vogavano lentamente
in cerchio, senza andare da nessuna parte. Altre poltrivano
sul prato, mangiavano, bevevano, chiacchieravano. Qualcuno indicava Logen e poi gridava, oppure sussurrava con il vicino, oppure se la svignava direttamente.
Era una folla parecchio strana, soprattutto le donne. Pallide e spettrali, erano avvolte in vestiti elaborati e portavano i
capelli raccolti all'ins, come se fossero torri, con una quantit di spille e pettinini a tenerli fermi, senza contare quelle
bizzarre, enormi piume, o quei cappellini striminziti senza
utilit. Erano proprio come il grosso vaso nella camera rotonda, ovvero troppo esili e delicate per servire a qualcosa, e
ulteriormente deturpate dai troppi ornamenti che portavano
addosso. Ma era passato tanto tempo cos Logen, nella remota possibilit, sorrise a tutte con aria allegra, solo che alcune parvero scioccate, altre sussultarono per l'orrore. Logen
sospir. Non aveva perso il suo tocco.
Pi avanti, su un'altra ampia piazza, si ferm a guardare
dei giovani soldati far pratica. Quelli, per, non erano mendicanti o ragazzini effeminati, bens uomini dall'aspetto massiccio con tanto di armature complete - pettorali e gambali
lucidati a specchio - e lance lunghe in spalla. Erano disposti
in quattro gruppi di circa cinquanta uomini ciascuno; formavano dei quadrati e stavano immobili come le statue del viale, tutti uguali. Poi un uomo basso con un giacchetto rosso il loro capo, immagin Logen - url qualcosa, allora tutti i
soldati si girarono allo stesso momento, puntando le lance in
avanti, e cominciarono ad avanzare sulla piazza, al ritmo dei
Vengo dall'Angland, conosco la tua gente. Inoltre, aggiunse, mettendo un braccio dietro lo schienale della panchina, nessuno vuole parlare con me. Sono disperata.
Logen diede uno sguardo al moncone del dito medio e lo
agit avanti e indietro, piegandolo per quanto gli era possibile. Gi, devi proprio esserlo. Io sono Logen.
Buon per te. Io non sono nessuno.
Tutti sono qualcuno.
Io no. Io non sono niente. Sono invisibile.
Logen la guard con le sopracciglia corrugate e vide che
era girata in parte verso di lui, abbandonata sulla panchina a
godersi il sole, con quel lungo collo liscio rivolto verso l'alto
e il petto che si alzava e si abbassava dolcemente. Ma io ti
vedo.
Volt la testa per guardarlo. Tu sei un uomo di campagna.
Logen si lasci sfuggire una risatina. L'avevano chiamato
in molti modi, ma mai uomo di campagna. La giovane, per,
non parve divertita quanto lui. Questo non il mio posto,
mormor tra s e s.
Neanche il mio.
No, ma questa casa mia. Si alz in piedi e concluse
dicendo: Addio, Logen.
Addio, nessuno. La fiss mentre si voltava e si allontanava con tutta calma, poi scosse la testa, pensando che Bayaz
aveva ragione: quel posto era strano, ma la gente che ci viveva era ancora pi strana.
Svegliatosi di soprassalto, si guard attorno con occhi terrorizzati. Buio. Beh, non del tutto, ovviamente, dato l'onnipresente bagliore che avvolgeva la citt. Credeva di aver sentito qualcosa, ma non c'era nessuno. Faceva un caldo infernale, le cose parevano chiudersi attorno a lui, stringendolo in
una morsa soffocante, nonostante gli spifferi d'aria umida
che entravano dalla finestra aperta. Emise un grugnito e si
tir gi le coperte fino al bacino, poi si asciug il sudore sul
29.
Domande
lo dite voi.
S, lo dico io.
Ci fu un attimo di silenzio. E cos, abbiamo concluso coi
Merciai, vero? Il tono di Severard parve quasi nostalgico.
Sembrerebbe di s. Sono finiti. Non ci resta che fare un
po' di pulizia.
Una pulizia vantaggiosa, suppongo.
Supponi bene, rispose Glokta piuttosto acido. Ma Sua
Eminenza pensa che siamo pi adatti ad altri scopi. Come
fare gli appostamenti a finti stregoni. Spero che tu non abbia perso quella piccola propriet vicino al porto.
Severard alz le spalle. Non mi sorprenderebbe se aveste
di nuovo bisogno di un posto lontano da occhi indiscreti, tra
poco tempo. Sar ancora l, a un buon prezzo. solo un peccato lasciare un lavoro a met, tutto qui.
Vero. Glokta ci pens su per un momento. pericoloso.
L'Arcilettore ha detto di fermarci. molto pericoloso disobbedire, per sento puzza di bruciato. Non mi piace avere
questioni in sospeso, al di l di quello che pu dire Sua Eminenza. Forse, c' un'ultima cosa.
Davvero?
S, ma non farti scoprire. Che mi dici delle banche?
Sono grossi edifici. Prestano soldi alla gente.
Glokta fece un sorrisino. Non avevo idea che te ne intendessi tanto, ma ce n' una in particolare di cui mi preme sapere. Il nome Valint & Balk.
Non l'ho mai sentita, ma posso fare qualche domanda in
giro.
S, ma sii discreto, Severard, hai capito? Nessuno deve
saperlo, dico sul serio.
Io sono un campione di discrezione, capo, chiedete a
chiunque. Chi meglio di me? Tutti mi conoscono per
questo.
Meglio che sia vero, Severard. Meglio che sia vero. O
ci rimetteremo la testa entrambi.
Glokta sedeva, nel vano della feritoia, con la schiena appoggiata contro i mattoni di pietra e la gamba sinistra - una
fornace pulsante di dolore - distesa davanti a s. Si aspettava
il dolore ogni giorno, ogni minuto della sua vita. Ma oggi
peggio che mai.
Ogni suo pi piccolo, arduo movimento era accompagnato da lamenti soffocati, pi simili ai rantoli dell'agonia che
agli ansiti della fatica. Ricord quando il Maresciallo Varuz
lo faceva correre su e gi per quelle scale tanti anni prima,
durante gli allenamenti. Salivo e scendevo quei gradini a tre
a tre, senza pensarci due volte. Ora, invece, guardami. Chi
avrebbe mai pensato che sarei finito cos?
Il suo corpo tremante era intriso di sudore, le lacrime gli
scendevano dagli occhi brucianti e persino dal naso gli colava del moccio acquoso. Nonostante tutta l'acqua che il mio
corpo produce, ho comunque una sete tremenda. Che senso
ha? Ma nulla aveva senso. E se qualcuno, passando, dovesse
vedermi in questo stato? Il terrificante flagello dell'Inquisizione afflosciato cos, con il culo piantato su una feritoia,
praticamente incapace di muoversi. Sar in grado di coprire
con un sorriso noncurante questa rigida maschera
d'agonia? Riuscir a fare finta che vada tutto bene, dicendo
che vengo spesso qui, a spaparanzarmi accanto alle scale?
Oppure comincer a piagnucolare, a urlare e a implorare
aiuto?
Tuttavia non pass nessuno, cos se ne rimase l, incastrato in quello spazio angusto, con la nuca abbandonata sui
blocchi di roccia fredda e le ginocchia tremanti piegate di
fronte a s; mancava ancora un quarto dei gradini fino alla
cima della Torre delle Catene. Sand dan Glokta, maestro di
spada, elegante ufficiale di cavalleria: chiss quanta gloria
gli riserver il futuro! C' stato un tempo in cui ero in grado
di correre per ore e ore, senza mai stancarmi. Sent una goccia di sudore scivolargli lungo la schiena. Perch lo faccio?
Perch diavolo qualcuno dovrebbe voler fare una cosa del
genere? Potrei smettere oggi stesso e tornare a casa da mia
madre. E poi?
Che cosa farei, dopo?
Inquisitore, sono contento che siate qui.
Buon per te, bastardo, io no. Una volta arrivato in cima
alle scale Glokta si appoggi contro il muro, e digrign i suoi
pochi denti contro le gengive.
Sono dentro, c' un po' di confusione D'un tratto la
mano di Glokta cominci a tremare, sbatacchiando la punta
del bastone sul pavimento di pietra; inizi a girargli la testa e
la guardia gli apparve indistinta e sfocata da sotto le palpebre
vibranti. State bene? Il soldato si avvicin con un braccio
proteso.
Glokta lo guard. Apri quella cazzo di porta e basta,
idiota!
L'uomo scatt verso l'uscio e lo spalanc all'istante. Glokta avrebbe voluto mollare con tutto se stesso ogni cosa e accasciarsi per terra, ma fece appello a tutta la sua volont per
cercare di restare dritto. Mise un piede davanti l'altro e tent
di calmare il respiro, dopo di che procedette a testa alta davanti alla guardia, con un'aria imperiosa che nascondeva il
tormento estremo del suo corpo. Tuttavia, ci che vide oltre
la porta minacci di sgretolare la dignit di cui s'era ricoperto.
Solo ieri queste erano le stanze pi belle di tutta l'Agriont, riservate agli ospiti di maggior riguardo o ai pi importanti dignitari esteri. Ieri. Al posto della finestra ora c'era
un buco che dava sul vuoto, da dove la luce del giorno entrava in modo accecante dopo l'oscurit delle scale. Un'intera
sezione del soffitto era crollata e le travi spezzate penzolavano sospese sulla stanza, assieme a una quantit di frammenti
di intonaco; il pavimento era disseminato di pezzi di pietra,
schegge di vetro e brandelli di tessuto colorato, oltre ai miseri resti dell'antico mobilio, che in parte giacevano carbonizzati, come se fossero andati a fuoco. Soltanto una sedia, met
del tavolo e un grosso vaso ornamentale erano scampati alla
distruzione, e proprio quell'unico oggetto in particolare appariva assurdamente intatto nel bel mezzo di tutte quelle macerie.
Circondato dal costoso disastro, c'era un giovane dall'aria
confusa e malaticcia che osserv Glokta aggirare cautamente
i detriti davanti all'ingresso. Il suo nervosismo era evidente
dal modo in cui la lingua gli guizzava sulle labbra. Nessuno
mai parso un imbroglione pi di lui.
Ehm, buon giorno? Il giovane, molto agitato, si aggiust la pesante veste, su cui erano ricamati dei simboli arcani. Ci sta scomodo dentro. Se quest'uomo l'apprendista
di uno stregone, io sono l'Imperatore di Gurkhul.
Il mio nome Glokta. Dell'Inquisizione di Sua Maest.
Sono stato mandato a indagare su questa sfortunata faccenda. Mi aspettavo di trovare qualcuno un po' pi anziano
di voi.
Oh, s, scusate, io sono Malacus Quai, balbett il giovane, apprendista del grande Bayaz, il Primo Mago, istruito
sui segreti del mondo ed esperto della nobile In ginocchio, in ginocchio al mio cospetto! Sono il possente Imperatore di Gurkhul!
Malacus, lo interruppe Glokta con ben poco garbo,
Quai. Provenite dal Vecchio Impero?
Beh, s, e i suoi occhi si illuminarono a quelle parole.
Conoscete il mio
No. Per niente. Tutto l'entusiasmo si smorz sul volto
pallido dell'altro. Dove eravate ieri notte?
Ehm, s, dormivo nella stanza qui accanto. Temo di non
aver visto niente, per Glokta lo fiss a lungo e intensamente, senza mai sbattere le palpebre, nel tentativo di capire
di che pasta fosse fatto. L'apprendista diede un imbarazzato
colpo di tosse e rivolse gli occhi al pavimento, come se si
stesse domandando da dove cominciare a dare una rassettata.
possibile che questo individuo impensierisca l'Arcilettore?
Che attore miserabile! Tutto quello che fa puzza di imbroglio.
un grosso peso che gli tolse il fiato e minacci di farlo crollare sulle ginocchia, entrandogli a forza nella testa per lasciare
soltanto un brandello di dubbio. Allora guard nuovamente il
buco nella parete. Polvere esplosiva? Catapulte? Operai?
Non esiste una spiegazione pi semplice? Come era successo
qualche giorno prima nell'ufficio dell'Arcilettore, il mondo
sembrava spostarsi attorno a lui, la sua mente scomponeva i
fatti, li considerava singolarmente e li rimetteva insieme. E
se stessero semplicemente dicendo la verit? E se
No! Glokta si costrinse a scacciare quell'idea dalla sua
mente, poi alz la testa e rivolse ai vecchio il suo caratteristico ghigno. Un attore anziano con la testa rasata e dei modi
plausibili. Niente pi di questo. Se come dite, non avete
niente da temere dalle mie domande, n dalle vostre
risposte.
Il vecchio accenn un sorriso e la strana pressione si allegger di colpo. Il vostro candore, almeno, una ventata
d'aria fresca, Inquisitore. Senza dubbio farete tutto il possibile per dimostrare la vostra teoria, per cui vi auguro buona
fortuna. Io, come avete detto, non ho nulla da temere, ma vi
chiedo di trovare una qualche prova del nostro inganno, prima di importunarci di nuovo.
Glokta fece un rigido inchino. Ci prover, disse, e fece
per andare alla porta.
Un'ultima cosa! Il vecchio stava guardando il buco nella parete. Sarebbe possibile avere altri appartamenti? Qui
dentro spira un vento gelato.
Provveder.
Bene. Magari uno con meno scale. Quelle dannate cose
sono un tormento per le mie ginocchia. Davvero? Almeno
su questo siamo d'accordo.
Prima di andare, Glokta li osserv per bene un'ultima volta. Il vecchio ricambi il suo sguardo con un volto che non
tradiva nulla, mentre il ragazzo allampanato distolse gli occhi nervosamente non appena si sent osservato. L'Uomo del
Nord, invece, guardava ancora la porta della latrina, molto
30.
Nobilt
quanto.
Merda! Riapr il bigliettino e lo rilesse. "Ci vediamo
stanotte?" All'inizio non pot evitare di arrossire un poco per
la soddisfazione, ma dopo quel rossore divenne una vera e
propria vampa di piacere, e suo malgrado sorrise come un
cretino. Incontri segreti nell'oscurit? Prospettiva eccitante
Ma i segreti trovano sempre il modo di venire a galla, e che
sarebbe successo se suo fratello l'avesse scoperto? La cosa
gli provoc ancora pi angoscia. Prese il foglietto di carta
con entrambe le mani, pronto a strapparlo, ma all'ultimo momento ci ripens e se lo lasci scivolare in tasca.
Gi percorrendo la galleria Jezal poteva sentire l'eco di
uno strano mormorio che pareva scaturire dalla pietra stessa:
la folla. L'aveva gi sentito l'anno prima, s, ma da spettatore,
e far parte del pubblico molto diverso che far parte dello
spettacolo. Allora non aveva sudato freddo e lo stomaco non
gli si era rivoltato come adesso.
Rallent il passo per un momento prima di fermarsi del
tutto, poi chiuse gli occhi e si appoggi al muro, mentre il
ruggito della calca gli rombava nelle orecchie. Cerc quindi
di fare un respiro profondo per darsi un contegno.
Non preoccuparti, so bene come ti senti. West gli pos
una mano sulla spalla per consolarlo. La prima volta stavo
per darmela a gambe, ma passer non appena avrai sguainato
le spade, fidati.
S, rispose Jezal, certo. Ma aveva i suoi dubbi che
West sapesse con esattezza come si sentiva in quel momento.
Il Maggiore poteva anche aver partecipato a un paio di Tornei, ma non aveva avuto un appuntamento segreto con la sorella del suo migliore amico la notte stessa della gara. Jezal
si chiese se sarebbe stato altrettanto premuroso con lui sapendo il contenuto del biglietto che aveva nel taschino, e decise di no.
Meglio muoversi. Non vorrei che cominciassero senza di
noi.
Mentre prendeva posto nel cerchio, piantando per bene i piedi nella terra arida, Jezal sent il peso opprimente del silenzio
che avvolgeva la piazza. Broya scroll le spalle, scosse la testa, sollev le lame. Jezal invece doveva pisciare come non
mai. E se si fosse pisciato sotto adesso? Una grossa macchia
scura che si allargava sui cavallo dei suoi pantaloni. Sarebbe
passato alla storia come l'uomo che se l'era fatta sotto al Torneo. Non avrebbe mai dimenticato la figuraccia, neanche in
cent'anni.
Cominciate!
Eppure non se la fece sotto. Lui e Broya rimasero immobili, fronteggiandosi con lo sguardo, con le spade alla mano.
Jezal doveva grattarsi un sopracciglio, ma come poteva farlo
in quel momento? L'avversario si inumid le labbra, fece un
passo cauto alla sua sinistra e Jezal lo imit. Allora i due cominciarono a girare l'uno attorno all'altro per studiarsi, mentre nell'aria si sentiva solo il dolce scricchiolio delle loro
scarpe sull'erba secca. Si avvicinarono lentamente, molto
lentamente, e man mano che lo facevano il mondo di Jezal si
restrinse allo spazio compreso tra le punte delle loro spade
lunghe. A separarle adesso c'era soltanto un passo, un piede,
sei pollici La sua mente si focalizz del tutto sulle due
estremit di metallo scintillante. Tre pollici. All'improvviso,
Broya fece un debole affondo, che Jezal riusc a deviare
come d'istinto.
Le lame risuonarono sommessamente nel toccarsi e, quasi
fosse un segnale prestabilito tra tutte le persone presenti nell'arena, le urla ricominciarono. Dapprima erano poche e sparse:
Uccidilo, Luthar!
S!
Affonda! Affonda!
Ma ben presto tornarono a mescolarsi nel rombo generale,
simile a un mare in tempesta che si gonfiava e si ritraeva a
seconda dei movimenti compiuti all'interno del cerchio.
Pi vedeva combattere quello smilzo idiota, pi il corag-
No, grazie, gli rispose Jezal, allontanando delicatamente la bottiglia prima che Kaspa avesse modo di versare. Per
quanto ubriaco, l'amico parve un momento perplesso, poi si
rivolse a Jalenhorm.
Ancora?
Sempre. L'omone fece scivolare il bicchiere sul ruvido
tavolo di legno, in un modo che pareva dire: "Non sono
sbronzo", bench lo fosse palesemente. Kaspa abbass la
bottiglia sulla coppa, ma doveva avere difficolt a vederla
bene, come se fosse lontanissima. Jezal ne osserv il collo
tremolare, sospeso sul bordo del bicchiere, su cui poi si pos
con un tintinnio. Fu quasi inevitabile che il vino si riversasse
sul tavolo e andasse a finire sui pantaloni di Jalenhorm.
Sei sbronzo!, si lament l'omone, prima di alzarsi vacillante, rovesciando lo sgabello dietro di s, per cercare di pulirsi i vestiti con quelle grosse mani rese malferme dall'ubriachezza. Gli altri clienti guardarono il loro tavolo con evidente disprezzo.
Sempre, ridacchi Kaspa.
West alz momentaneamente gli occhi dal suo bicchiere.
Siete sbronzi tutti e due.
Non colpa nostra, si difese Jalenhorm, mentre cercava
di ritirare su lo sgabello. lui! Indic Jezal con un dito
che non stava fermo.
Ha vinto!, ridacchi Kaspa. Hai vinto, no, e ora dobbiamo festeggiare!
Ma Jezal avrebbe voluto che festeggiassero in modo pi
sobrio, perch lo stavano facendo vergognare.
Mia cugina Ariss c'era oggi e ha visto tutto. rimasta
impressionata. Kaspa mise un braccio attorno alla spalla di
Jezal. Mi sa che stracotta di te stracotta stracotta.
Accost le labbra umide alla sua faccia nel cercare di pronunciare bene la parola. ricca sfondata, sai, ricchissima.
Stracotta.
Jezal storse il naso. Non nutriva alcun interesse per quella
sempliciotta evanescente, per quanto ricca, e poi a Kaspa
puzzava il fiato. Bene fantastico. Si divincol dal Tenente e lo respinse in modo niente affatto gentile.
Allora, quando cominciamo con questa faccenda del
Nord?, domand Brint a voce un po' troppo alta, come se
lui per primo non vedesse l'ora di mettersi all'opera. Speriamo presto. Saremo a casa prima dell'inverno, eh, Maggiore?
Mh, sbuff West accigliandosi, di questo passo, saremo fortunati a partire prima dell'inverno.
Brint parve piuttosto sorpreso. Beh, quando partiamo
partiamo, ma sono certo che daremo una bella lezione a questi selvaggi.
Bella lezione!, grid Kaspa.
Gi. Jalenhorm annu.
West per non era dell'umore adatto. Io non ne sarei tanto sicuro. Avete visto in che stato sono alcune delle reclute?
A malapena camminano, figuriamoci combattere. una catastrofe.
Jalenhorm accanton l'obiezione con un gesto d'irritazione. Non sono nient'altro che selvaggi di merda, tutti quanti!
Gli romperemo il culo, come ha fatto oggi Jezal con quell'idiota, non vero? Saremo a casa prima dell'inverno, lo dicono tutti!
Conosci quelle terre?, chiese West, sporgendosi sul tavolo. Foreste, montagne, fiumi a non finire. Pochissimi spazi aperti su cui combattere, pochissime strade adatte alla
marcia. Li devi prendere, prima di dargli la tua bella lezione.
A casa prima dell'inverno? L'inverno prossimo, forse, se ci
arriviamo vivi.
Gli occhi di Brint erano sgranati, terrorizzati. Non dirai
mica sul serio!
No no, hai ragione. West sospir e cerc di darsi un
contegno. Sono certo che tutto si risolver per il meglio.
Gloria e promozioni per tutti. Saremo a casa prima dell'inverno. Ma se fossi in te, io mi porterei una giubba pesante,
non si sa mai.
Un silenzio imbarazzato scese sul gruppo. West aveva sul
taglie campali ed stato il primo a superare la breccia di Ulrioch! Non sar un nobile, ma un uomo con un coraggio
che tutti si sognano! Oltre al fatto che conosce il suo mestiere, conosce il Maresciallo Burr e conosce l'Angland! Tu invece che conosci, Brint? Jezal curv le labbra. A parte il
modo di perdere a carte e svuotare una bottiglia di vino?
Un uomo che sa questo non ha bisogno d'altro, a casa
mia, rise nervosamente Jalenhorm, nel tentativo di calmare
gli animi. Ancora vino!, grid a nessuno in particolare.
Jezal croll sulla sedia. Se la compagnia era gi depressa
prima che West andasse via, adesso lo era ancora di pi.
Brint aveva messo su il broncio, Jalenhorm si dondolava sullo sgabello, Kaspa si era addormentato sul tavolo bagnato e
russava sommessamente.
Scol il bicchiere e pos lo sguardo su quelle facce scure.
Accidenti che noia. Soltanto adesso cominciava a rendersi
conto che solo uno sbronzo pu trovare interessante una conversazione tra ubriachi, e che qualche bicchiere di vino in
pi pu trasformare degli imbecilli insopportabili in divertenti compagni di bevute. Si chiese se anche lui da ubriaco
fosse noioso quanto Kaspa, o Jalenhorm, o Brint.
Guard il bastardo immusonito con un sorrisetto. Se fosse
stato Re, fantastic, avrebbe condannato a morte i colpevoli
di conversazione noiosa, o almeno li avrebbe sbattuti in galera a vita. Dopo un po' si alz.
Jalenhorm lo guard con tanto d'occhi. Dove vai?
Meglio che mi faccia qualche ora di sonno. Devo allenarmi domani, rispose gelido. Ringraziassero il cielo che
non si era defilato senza dire una parola.
Ma hai vinto! Non vuoi festeggiare?
solo il primo turno. Devo battere ancora altri tre avversari, e saranno tutti pi bravi di quel coglione di oggi. Prese
la giubba dallo schienale della sedia e se la infil.
Fa' un po' tu, comment Jalenhorm, risucchiando il
vino dal bicchiere.
Kaspa sollev la testa dal tavolo un momento, mostrando
Ma sei venuto lo stesso. Dovrei sentirmi lusingata, suppongo. Gli gir attorno lentamente, lo squadr dal basso
verso l'alto, dalla fronte ai piedi e viceversa, ripetutamente.
Te la sei presa comoda, comunque. tardi. Presto dovr
tornare a casa.
C'era qualcosa nel modo in cui lo stava guardando che
non lo aiutava a calmarsi, anzi, tutto il contrario. Ma comunque doveva dirle che non potevano pi vedersi, che era sbagliato per entrambi, che nulla di buono poteva venirne nulla di buono
Respirava velocemente adesso, perch era teso, eccitato e
non riusciva a staccare gli occhi dal suo volto in penombra.
Doveva dirglielo, adesso. Era per questo che era venuto o
no? Apr la bocca per parlare, ma tutte le sue elucubrazioni
sembrarono all'improvviso lontane, come se riguardassero
altri tempi, altre persone, inafferrabili e prive di senso.
Ardee, cominci.
Mh? Gli si avvicin, inclinando la testa da una parte.
Jezal prov anche a ritrarsi, ma la statua non glielo permetteva. Ardee si avvicin ancora di pi, le labbra appena schiuse,
gli occhi fissi sulla sua bocca. Cosa poteva esserci di tanto
sbagliato, in fondo?
Quando fu pi vicina ancora, il viso di lei si sollev verso
il suo. Jezal poteva sentire il suo respiro tiepido sulla guancia, il suo profumo che gli riempiva la testa. Cosa c'era di
sbagliato in questo?
Le dita fredde di Ardee gli accarezzarono il viso, percorrendogli la linea della mascella, gli si insinuarono tra i capelli dietro la nuca per attirarlo verso di s, poi le sue labbra,
umide e calde, gli si posarono sulla guancia, sul mento, e infine sulla bocca, con un leggero risucchio. Gli si strinse addosso, con l'altra mano gli cinse la schiena. La sua lingua gli
tocc le gengive, i denti, la lingua; emetteva piccoli rumori
dalla gola. Forse pure lui li faceva, ma non ne era sicuro.
Tutto il suo corpo rabbrividiva per il freddo e avvampava per
il caldo allo stesso momento, la sua mente era contenuta nel-
la sua bocca. Era come se non avesse mai baciato una ragazza prima. Cosa poteva esserci di male in questo? Lei gli morse le labbra in modo quasi doloroso solo quasi.
Ansimante, tremante, vicino allo svenimento, Jezal apr
gli occhi e vide che lei lo stava guardando come a studiare la
sua reazione, con quelle due gemme scure che rilucevano al
buio.
Ardee
Che c'?
Quando potr rivederti? La sua gola era talmente secca
che la voce gli usc roca. Lei abbass lo sguardo per terra e
fece un sorrisetto crudele, come se lo avesse costretto a
esporsi in questa partita e avesse appena vinto un mucchio di
denaro. Ma a lui non importava. Quando?
Oh, ti far sapere.
Doveva baciarla di nuovo, fanculo le conseguenze, fanculo West e tutto il mondo. Cos si pieg verso di lei con gli occhi chiusi.
No, no, no. Ardee gli allontan la bocca. Saresti dovuto venire prima. Poi sciolse l'abbraccio, si volt, ancora sorridente, e si allontan con tutta calma. Lui la osserv affascinato senza fiatare, incapace di muoversi, come se si fosse
trasformato in un pezzo di ghiaccio, e sent che la fredda
base di pietra della statua gli premeva contro la schiena. Non
si era mai sentito cos. Mai.
Lei si guard indietro un momento, solo una volta, forse
per vedere se lui la stava ancora fissando, e quando i loro occhi si incontrarono di nuovo, Jezal avvert una dolorosa stretta al petto, ma poi lei svolt un angolo e scomparve.
Se ne rimase l qualche secondo con gli occhi sbarrati, a
respirare e basta, finch una raffica di vento gelato soffi sulla piazza e il peso del mondo torn a gravargli sulle spalle: la
scherma, la guerra, il suo amico West, i suoi doveri. Un bacio, uno solo, e tutta la sua determinazione era sgocciolata
via come piscio in un vaso da notte bucato. Si guard attorno, sentendosi all'improvviso colpevole, confuso e spaventa-
31.
Lavoro infame
tobosco.
Mentre tornava di soppiatto all'accampamento, il suo cuore sprofond nel sentire gli altri discutere a voce alta. Era talmente stufo di quelle liti continue che per un attimo si chiese
se non dovesse semplicemente tirare dritto e lasciarli stare,
ma alla fine ci ripens, poich non un buon esploratore colui che lascia indietro la sua gente.
Perch non chiudi quella fogna di bocca, Dow? La voce
rombante di Tul Duru. Volevi andare a sud, ma quando ci
siamo andati non hai fatto altro che lamentarti di dover valicare le montagne! E ora che le abbiamo passate, fai la lagna
di giorno e di notte perch hai la pancia vuota! Non ne posso
pi di sentirti guaire come un cane!
Allora si sent il ringhio minaccioso di Dow il Nero. Perch dovresti essere tu a mangiare il doppio? Solo perch sei
un grosso porco obeso?
Piccolo bastardo! Ti schiaccer come il verme che sei!
E io ti taglier la gola mentre dormi, ammasso di lardo!
Hai voglia a mangiare dopo! Almeno non dovremo pi sentire il tuo fottutissimo russare! Adesso capisco perch ti chiamano Testadituono, brutta scrofa grufolante!
Chiudete il becco, tutti e due!, rugg Tretronchi, con un
tono cos alto da risvegliare i morti. Non vi sopporto pi!
Ora Mastino li vedeva, tutti e cinque: Tul Duru e Dow che
litigavano, Tretronchi tra di loro con le mani alzate, Forley
seduto a guardarli, triste, e il Cupo che a loro non badava
nemmeno, perch stava controllando le frecce.
Ehi!, sibil Mastino, e tutti si voltarono a guardarlo.
Mastino, fece il Cupo, senza quasi alzare gli occhi
dal suo lavoro. Impossibile capire quell'uomo, che non fiatava per giorni e giorni, e poi quando parlava era solo per dire
ci che era gi sotto gli occhi di tutti.
Forley, come sempre, era ansioso di distrarre i ragazzi.
Era dura indovinare quanto avrebbero resistito quei due dall'ammazzarsi a vicenda se non ci fosse stato lui nei paraggi.
Che hai trovato, Mastino?, chiese.
capo andare verso di loro, mentre la luce del fuoco si rifletteva sul bordo metallico del suo grosso scudo rotondo. L'uomo
si morse il labbro, guard Dow e Mastino avanzare pian piano, uno da destra e uno da sinistra, e poi vide Testadituono
torreggiare nell'oscurit tra gli alberi, troppo grosso per essere umano, con l'enorme spada scintillante posata di traverso
sopra la spalla. Questo lo convinse a gettare il coltello a terra.
Dow balz su di lui e gli leg i polsi dietro la schiena,
spingendolo a inginocchiarsi davanti al fuoco. Mastino fece
lo stesso con il ragazzo, che non emise fiato tra i denti sbarrati. Tutto si svolse in un attimo, in modo silenzioso e freddo,
come aveva detto Tretronchi. C'era sangue sulle mani di Mastino, ma quello non si poteva evitare. Anche gli altri si stavano avvicinando. Il Cupo usc sguazzando dal fiume e si
gett l'arco in spalla, poi, mentre passava davanti a quello a
cui aveva scoccato la freccia, gli diede un calcio, ma il cadavere non si mosse. Morto, disse.
Forley era alle loro spalle che scrutava i due prigionieri.
Dow fissava quello che aveva legato con tutto l'odio che poteva.
Io lo conosco questo qui, disse, e sembrava anche abbastanza compiaciuto. Groa Pantano, non cos? Che fortuna!
un po' che ti penso, lo sai?
Pantano guardava per terra con una faccia torva. Tipo dall'aria crudele, pens Mastino, se c'era uno che poteva impiccare dei contadini, era quello l. S, sono Pantano, ma inutile chiedervi chi siete voi! Quando scopriranno che avete
ammazzato alcuni esattori del Re sarete tutti morti comunque!
Mi chiamano Dow il Nero.
La testa di Pantano scatt in alto, la bocca spalancata.
Oh, merda, sussurr.
Il ragazzo inginocchiato accanto a lui si guard intorno
con gli occhi sgranati. Dow il Nero? Cosa? Lo stesso Dow
il Nero che oh, merda.
sua ascia. per lavori del genere che vi portate dietro uno
come me.
Pantano cominciava a riprendere fiato proprio in quel momento. Testadituono?, toss, guardandoli uno a uno. Siete
tutto il gruppo, non vero? Tu sei Tretronchi, tu il Cupo e
quello l il Debole. Cos non volete inginocchiarvi, eh?
Buon per voi, stronzi. E dov' Novedita? Eh?, li canzon.
Dov' il Sanguinario?
Dow si volt e fece correre il pollice lungo il filo dell'ascia. tornato alla terra e presto lo sarai anche tu. Abbiamo
sentito abbastanza.
Fammi alzare, bastardo!, strill Pantano lottando contro
le corde. Tu non sei migliore di me, Dow il Nero! Hai ammazzato pi gente della peste! Fammi alzare e dammi una
spada! Avanti! Hai paura di combattere contro di me, codardo? Hai paura di uno scontro equo?
E sarei io il codardo?, ringhi Dow. Sei tu quello che
ammazza bambini perch gli piace! Ce l'avevi un'arma, ma
l'hai gettata. Quella era la tua unica possibilit e avresti dovuto coglierla, perch quelli come te non se ne meritano
un'altra. Se hai qualcosa che valga la pena sentire, faresti meglio a parlare ora.
Crepa!, grid Pantano. Crepate tutti, branco di
L'ascia di Dow gli affond tra gli occhi con uno scricchiolio. Pantano cadde all'indietro e fu percorso da qualche spasmo prima di morire. Nessuno di loro pianse per la morte di
quel bastardo, persino Forley si limit a fare una smorfia
quando l'ascia penetr. Dow si pieg a sputare sul cadavere e
Mastino non lo biasim. Ora rimaneva il problema del ragazzo che guard il corpo di Pantano con gli occhi sbarrati e poi
alz lo sguardo.
Siete voi, non vero?, disse. Quelli che Novedita ha
battuto.
S, ragazzo, siamo noi, rispose Tretronchi.
Ho sentito parecchie storie su di voi. Che ne farete di
me?
32.
Parole e polvere
Kurster si pavoneggi facendo il giro all'esterno del cerchio, tir baci alle ragazze e dispens saluti alla folla, coi
lunghi capelli dorati che gli ondeggiavano sulle spalle. Quel
giovane flessuoso era uno sbruffone, ma il pubblico lo applaud e lanci grida e fischi d'acclamazione. Era un aduano,
ufficiale della Guardia del Re. Un ragazzo del posto, e molto
popolare.
Bremer dan Gorst stava appoggiato contro la staccionata a
guardare con gli occhi socchiusi l'avversario che sfilava. Le
sue spade sembravano insolitamente ingombranti, abusate e
ammaccate, troppo pesanti forse per poter essere maneggiate
con rapidit. Ma d'altra parte anche lo stesso Gorst sembrava
poco agile: grande e grosso come un toro, con quel collo cos
tozzo, lo si sarebbe detto pi un lottatore che uno spadaccino. Per questo duello, infatti, la maggior parte del pubblico
lo dava gi come sconfitto. Ma io no.
Un allibratore l vicino gridava delle quote, accettando
denaro da persone che farfugliavano numeri attorno a lui.
Quasi tutte le scommesse davano Kurster come vincitore.
Glokta si chin in avanti sulla panca. Quali sono le quote su
Gorst in questo momento?
Su Gorst?, chiese l'allibratore. Pareggia.
Scommetto duecento marchi su di lui.
Mi spiace, amico, troppo alta.
Cento, allora, per cinque a quattro.
L'allibratore alz gli occhi al cielo e ci pens su un momento, mentre faceva i conti a mente. Andata.
Glokta si rimise comodo quando sent l'arbitro presentare
i concorrenti. Osserv Gorst arrotolarsi le maniche della ca-
di Kurster accorse dalla zona recintata e rivolt con delicatezza il suo allievo malconcio, che scalci debolmente e si
port piagnucolando una mano al torace. Gorst lo guard un
momento senza mostrare alcuna emozione, dopo di che
scroll le spalle e ritorn tranquillamente al suo posto all'interno del cerchio.
L'allenatore di Kurster si rivolse all'arbitro. Mi spiace,
disse, ma il mio allievo non pu continuare.
Glokta non riusciva a trattenersi, al punto che dovette premersi le mani davanti alla bocca; tutto il suo corpo sussultava per le risate, ogni movimento gli causava un dolorosissimo spasmo al collo, ma non gli importava. Gran parte della
folla, per, non aveva trovato lo spettacolo altrettanto divertente, poich tutti quelli attorno a lui mormoravano scandalizzati. Quando Kurster fu trasportato fuori dal cerchio, sostenuto dall'allenatore e dal secondo, i bisbigli divennero prima dei fischi e poi dei veri e propri cori infuriati.
Gorst percorse pigramente la folla con quegli occhi socchiusi, prima di scrollare nuovamente le spalle e ritornare
con passo pesante e lento all'interno del suo recinto. Glokta
ridacchiava ancora quando usc zoppicante dall'arena, con le
tasche molto pi gonfie di prima. Erano anni che non si divertiva cos.
L'Universit sorgeva in un angolo dimenticato dell'Agriont, direttamente all'ombra del Palazzo del Creatore, dove
persino gli uccelli sembravano vecchi e stanchi. Si trattava di
un immenso edificio traballante che l'edera - in parte seccatasi - aveva inghiottito nel corso dei secoli ed era stato costruito secondo un tipo d'architettura evidentemente appartenente
a un'epoca anteriore si diceva infatti che fosse uno degli edifici pi antichi della citt. E ne ha tutto l'aspetto.
I tetti erano infossati al centro e un paio erano persino
prossimi al collasso, cos come le fragili guglie, che si stavano inesorabilmente sbriciolando e minacciavano di crollare
sui giardini incolti al di sotto. Il rivestimento delle mura su-
gobbo trascinarsi nell'oscurit. Persino Glokta non ebbe particolari difficolt a stare al passo con lui, tanto lenta era la
sua andatura.
Arrancarono fianco a fianco lungo un corridoio in penombra. Le finestre di una delle pareti erano molto antiche e i
minuscoli pannelli di vetro che le costituivano erano cos
sporchi che anche in una giornata particolarmente luminosa
avrebbero lasciato trapelare poca luce, ma ora che la sera
avanzava cupa, di luce non ce n'era affatto. Lungo la parete
opposta, la fiamma della candela tremol su degli impolverati dipinti, sorretti da cornici sfaldate, tutti raffiguranti anziani
pallidi vestiti di nero e di grigio che fissavano i passanti con
occhi folli, ognuno con qualcosa tra le mani rugose: chi una
fiala, chi una rotella dentata, chi un compasso.
Dove stiamo andando?, domand Glokta dopo alcuni
minuti di camminata nelle tenebre.
Gli Adepti sono a cena, ansim il custode con occhi infinitamente stanchi.
Il refettorio dell'Universit non era altro che un antro pieno di echi, a malapena illuminato da poche candele guizzanti, con un focherello stentato che ardeva in un camino gigantesco e gettava ombre ballerine tra i travetti del soffitto. Una
tavola smisurata occupava tutta la lunghezza della sala, consunta dai lunghi anni d'utilizzo e circondata da sedie sgangherate. Bench potesse tranquillamente ospitare un'ottantina
di persone, solo in cinque sedevano a tavola, tutti stretti vicino al fuoco. Alzarono gli occhi udendo i colpetti del bastone
di Glokta che riecheggiavano nello spazio arioso, quindi
smisero di mangiare e sbirciarono con grande interesse nella
sua direzione. Quello seduto a capotavola si alz subito per
andargli incontro, tenendo sollevato l'orlo della veste nera
con una mano.
Un visitatore, sibil il custode nell'indicare Glokta con
la candela.
Ah, da parte dell'Arcilettore! Io sono Silber, Sovrintendente dell'Universit!, e gli strinse la mano. I suoi compa-
gni s'erano intanto alzati faticosamente in piedi, come se fosse appena arrivato l'ospite d'onore.
Inquisitore Glokta, si present, fissando uno per uno i
vecchi entusiasti. Quanta deferenza! Devo dire che non me
l'aspettavo. D'altra parte, il nome dell'Arcilettore apre tutte
le porte.
Glokta, Glokta, rimugin uno di loro, non la prima volta che sento questo nome, mi pare.
A te pare sempre cos, ma non ricordi mai quand' stata
la prima volta, scherz il Sovrintendente, gratificato solo da
risate a mezza bocca. Vi prego, lasciate che faccia le dovute
presentazioni.
Pass in rassegna i quattro uomini di scienza abbigliati di
nero. Saurizin, il nostro Adepto Chimico. Era un vecchio
nerboruto e trasandato, con macchie e bruciature sul davanti
della veste e parecchie briciole incastrate nella barba. Denka, Adepto dei Metalli. Era molto pi giovane degli altri,
anche se non proprio di primo pelo, e aveva la bocca atteggiata in una smorfia arrogante. Chayle, Adepto
Meccanico. Glokta non aveva mai visto un uomo con la testa tanto grossa e la faccia tanto piccola; le orecchie, soprattutto, erano enormi e piene di peli grigi. E Kandelau, Adepto Medico. Questo somigliava a una vecchia cornacchia
scheletrica, con quel collo lungo e quel naso a becco, sulla
cui punta erano posati un paio di occhiali. Vi prego, fateci
compagnia, Inquisitore, e il Sovrintendente indic una sedia
vuota tra due degli Adepti.
Gradite un bicchiere di vino?, chiese gentile Chayle,
con un sorriso sussiegoso sulle labbra fine, ma gi mentre lo
chiedeva s'era sporto in avanti con una caraffa e stava versando del vino in un bicchiere.
Come rifiutare?
Stavamo proprio discutendo i relativi meriti dei nostri
vari campi di studio, dichiar Kandelau, mentre fissava
Glokta attraverso le lenti baluginanti degli occhiali.
Tanto per cambiare, si lament il Sovrintendente.
sitore ha chiesto risultati, risultati! Le mie nuove leghe saranno pi resistenti dell'acciaio, una volta perfezionate!
E basta con queste leghe!, sospir Chayle, alzando gli
occhietti al cielo. Nessuno apprezza l'importanza di un solido ragionamento meccanico!
Gli altri tre Adepti si voltarono verso di lui con sguardi di
odio, ma il Sovrintendente intervenne prima che qualcuno
potesse parlare. Signori, vi prego! L'Inquisitore non interessato alle nostre piccole divergenze! Tutti avranno la possibilit di discutere i loro ultimi conseguimenti e mostrarne i
meriti. Non una gara, non vero, Inquisitore? Tutti gli occhi si rivolsero a Glokta, che guard una a una, lentamente,
quelle facce vecchie e speranzose, senza per dire nulla.
Io ho sviluppato una macchina che
I miei acidi
Le mie leghe
I misteri del corpo umano
Ma Glokta li interruppe, dicendo: In realt, l'area
delle suppongo che le potreste chiamare sostanze esplosive, che mi interessa particolarmente in questo momento
L'Adepto Chimico balz in piedi. il mio campo!, grid nel guardare tutti i colleghi con aria trionfante. Ho dei
campioni! Ho degli esempi! Vi prego di seguirmi, Inquisitore! Butt le posate sul piatto e si avvi verso una delle porte.
Il laboratorio di Saurizin era esattamente come ci si sarebbe aspettati, dal primo all'ultimo dettaglio: una lunga stanza
con il soffitto a botte, macchiato in alcuni punti da chiazze
rotonde o strisce di fuliggine. Gli scaffali coprivano praticamente tutte le pareti ed erano ingombri di scatole, vasetti e
bottiglie posati alla rinfusa, ognuno con il proprio contenuto,
che poteva essere in polvere, fluido, o sotto forma di asticelle
di metallo. Non si riscontrava nessun ordine apparente nelle
posizioni dei vari contenitori e la maggior parte non aveva
targhetta. L'organizzazione non sembra essere una sua prio-
rit.
I banchi di lavoro in mezzo alla stanza erano anche pi in
disordine degli scaffali, ricoperti com'erano da costruzioni di
vetro e rame vecchio, che si sviluppavano in altezza: pile di
tubetti, fiale, piattini e lampade, di cui una accesa, con la
fiamma scoperta. Tutto pareva sul punto di crollare e riversare una cascata di veleni ustionanti su colui che, per uno sfortunato caso, si fosse trovato a passare l vicino.
Ciononostante, l'Adepto Chimico rovist tra la confusione
come una talpa nella sua tana. Dunque, vediamo, borbott
tra s e s, mentre si lisciava la barba piena di briciole con
una mano, le polveri esplosive sono qui da qualche
parte
Glokta entr zoppicando dopo di lui e si guard attorno
sospettoso, indugiando su quel caos di boccette che ricoprivano ogni superficie. Storse il naso perch in quella stanza
c'era un odore acre, rivoltante.
Eccole qua!, gracchi l'Adepto nel mostrare un vasetto
impolverato, mezzo pieno di granuli neri. Fece un po' di spazio su uno dei banchi di lavoro, scansando con l'avambraccio
robusto i contenitori tintinnanti di vetro e metallo. Questa
roba assolutamente rara, sapete, Inquisitore? Rarissima.
Tolse il tappo e rivers una striscia di polvere nera sul ripiano di legno. Pochi sono i fortunati ad aver visto questa polvere in azione! Si contano su una mano! E voi tra poco sarete
uno di questi!
Glokta arretr di un passo per cautela, dal momento che
ricordava bene le dimensioni del buco nella parete della Torre delle Catene. Siamo al sicuro da questa distanza,
spero
Assolutamente, mormor Saurizin. Con il braccio disteso per tenersi prudentemente lontano, inclin una candela accesa di modo che la fiamma toccasse un'estremit della striscia. Non c' pericolo di alcun gen
Cominci con uno scoppiettio, accompagnato da una
pioggia di scintille bianche. L'Adepto Chimico balz indietro
Glokta tocc la maniglia di una porta molto antica, rinforzata da ribattini neri, e cominci a girarla, ma poi sent la
mano di Silber afferrargli il braccio.
No!, fece subito il vecchio, guidando Glokta verso un
corridoio l accanto. I libri sono qua sotto.
Era vero che l'Adepto Storico pareva anche lui un pezzo
di storia antica. La sua faccia era una rugosa maschera di
pelle floscia e semitrasparente. I capelli, radi e bianchi come
neve, gli restavano quasi in verticale sulla testa, tutti scompigliati, e bench gliene rimanesse un quarto, quelli che c'erano erano quattro volte pi lunghi del normale. Anche le sopracciglia erano rade, ma le poche che aveva restavano dritte, puntando in ogni direzione in tutta la loro straordinaria
lunghezza, come i baffi di un gatto. Stava con la bocca sdentata mollemente socchiusa, e le sue mani sembravano guanti
stropicciati, pi grandi di parecchie misure. Soltanto i suoi
occhi mostravano qualche segno di vita, mentre guardavano
Glokta e il Sovrintendente che si avvicinavano.
Visitatori, vero?, gracchi, in apparenza rivolto a un
grosso corvo nero appollaiato sulla sua scrivania.
Questi l'Inquisitore Glokta!, sbrait il Sovrintendente,
piegandosi verso l'orecchio del vecchio.
Glokta?
Da parte dell'Arcilettore!
Ah, s? L'Adepto Storico lo guard in tralice con quegli
occhi stanchi.
un po' sordo, mormor Silber, ma nessuno conosce
questi libri quanto lui. Ci pens su per un momento e guard gli scaffali che procedevano all'infinito, sfumando nel
buio. Anzi, a parte lui, nessuno li conosce e basta.
Grazie, gli rispose, al che il Sovrintendente annu e si
avvi verso le scale. Quando Glokta avanz di un passo verso il vecchio, il corvo spicc il volo dalla scrivania e cominci a svolazzare selvaggiamente da un capo all'altro del soffitto, spargendo piume ovunque. Glokta sobbalz dolorosa-
mente per lo spavento. Ero sicuro che quel dannato coso fosse impagliato. Continu a guardarlo sospettoso finch non si
fu posato in cima a uno degli scaffali, rimanendo l, a fissarlo con quegli occhi gialli, minuti e brillanti.
Poi Glokta prese una sedia e vi si butt sopra. Ho bisogno di sapere di Bayaz.
Bayaz, ripet il vecchio a bassa voce. Ovviamente, la
prima lettera dell'alfabeto nella lingua antica.
Non lo sapevo.
Il mondo pieno di cose che non sai, giovane uomo.
L'uccello emise un improvviso, ruvido gracchiare che riecheggi forte come un tonfo nel polveroso silenzio della biblioteca. Pieno.
Dunque ora di cominciare la mia educazione. dell'uomo Bayaz che voglio sapere. Il Primo Mago.
Bayaz. Il nome che il grande Juvens diede al suo primo
apprendista. Una lettera, un nome. Primo apprendista, prima
lettera dell'alfabeto, capisci?
S, comincio ad arrivarci. Esiste davvero?
L'anziano Adepto aggrott la fronte. Senza dubbio. Non
ce l'hai avuto un precettore quando eri piccolo?
Sfortunatamente s.
E non ti ha insegnato la storia?
Ci ha provato, ma io ero pi interessato alla scherma e
alle ragazze.
Ah. Io ho smesso di interessarmi a queste cose molto
tempo fa.
Pure io Torniamo a Bayaz.
Il vecchio sospir. Secoli or sono, prima che esistesse
l'Unione, il Midderland era composto da tanti piccoli regni
sempre in guerra tra loro, regni che nascevano e morivano
col passare delle epoche. Uno di questi era dominato da un
uomo di nome Harod, che pi tardi sarebbe diventato Harod
il Grande. L'hai sentito nominare, presumo.
Ovviamente.
Bayaz entr nella sala del trono di Harod e gli promise
di farlo diventare Re di tutto il Midderland, a patto che avesse fatto ci che gli veniva detto. Harod, che era giovane e testardo, non gli credette, allora Bayaz frantum la lunga tavola con la sua Arte.
Magia, eh?
Cos racconta la storia. Harod rimase impressionato
Comprensibile.
e decise di accettare il consiglio del Mago
Che era?
Di stabilire qui ad Adua la capitale del suo regno, di fare
la pace con alcuni regni vicini e fare la guerra con altri, spiegando quando e come farlo. Il vecchio lanci un'occhiata
storta a Glokta. La racconti tu o la racconto io questa
storia?
Voi. E ve la state anche prendendo comoda.
Bayaz mantenne la parola. Col tempo il Midderland venne unificato, Harod divenne il Primo Re Supremo e nacque
l'Unione.
E dopo?
Bayaz serv Harod come Primo Consigliere. Le nostre
leggi e i nostri statuti, la struttura stessa del nostro governo,
si dice siano tutti di sua invenzione, e da allora non hanno
subito molte modifiche. Istitu i Consigli, Aperto e Ristretto,
e form l'Inquisizione. Alla morte di Harod lasci l'Unione,
ma promise di ritornare un giorno.
Capisco. E c' qualcosa di vero in tutto questo?
Difficile a dirsi. Mago? Stregone? Fattucchiere? Il vecchio guard la fiamma tremolante della candela. Per un selvaggio, quella candela potrebbe essere un'opera di magia. La
linea che separa l'imbroglio dalla magia molto sottile, capisci? Ma questo Bayaz era una mente acuta ai suoi tempi,
un dato di fatto.
Tutte cose inutili. E prima?
Prima di che?
Prima dell'Unione, prima di Harod.
Il vecchio si strinse nelle spalle. La storiografia non era
trare" L'Adepto pass la mano sul manoscritto con un gesto di frustrazione, perch l'umidit, o chiss che altro, aveva
sfocato i caratteri della sezione successiva. Non riesco a
leggere qui dice qualcosa sulla figlia del Creatore, pu
darsi.
Sicuro?
No!, ribatt stizzito il vecchio. Manca una sezione intera!
Ignorala, allora! Passa alla prossima cosa di cui sei sicuro.
Beh, vediamo Bayaz lo segu fino al tetto e lo gett di
sotto. L'anziano si schiar rumorosamente la voce. Il Creatore precipit avvolto dalle fiamme e si schiant sul ponte. I
Maghi cercarono il Seme in lungo e in largo, ma non lo trovarono.
Il Seme?, domand Glokta perplesso.
Cos c' scritto, non dice altro.
Che diavolo significa?
Il vecchio si riaccasci sulla sedia, palesemente contento
per questa rara opportunit di mostrare la sua competenza
nel proprio campo di studio. La fine dell'era mitica, l'inizio
dell'era della ragione. Bayaz, i Maghi, rappresentano l'ordine. Il Creatore, invece, una figura semidivina: la superstizione, l'ignoranza, non saprei. Non pu essere del tutto inventato, per. Dopo tutto qualcuno dovr pure averlo costruito quel dannato torrione, e scoppi in una risata a pieni polmoni.
Glokta non si disturb neanche a evidenziare che l'Adepto
aveva fatto quella stessa battuta pochi minuti prima. E neanche prima aveva fatto ridere. Ripetere la condanna dei
vecchi. Che mi dite di questo Seme?
La magia, i segreti, il potere? tutta una metafora.
L'Arcilettore non si lascer impressionare dalle metafore.
Soprattutto da quelle riuscite male. Non c' altro?
Va un po' pi avanti, vediamo Torn a guardare i
simboli. Si schiant sul ponte, cercarono il Seme
S, s.
Pazienta, Inquisitore. Il suo dito avvizzito segu i caratteri. Sigillarono il Palazzo del Creatore. Seppellirono i caduti, tra cui anche Kanedias e sua figlia. Tutto qua. Guard
con attenzione la pergamena, con il dito sospeso sopra le ultime lettere. E Bayaz prese la chiave. Basta.
L'espressione di Glokta si fece sorpresa. Cosa? Com'
l'ultimo pezzo?
Sigillarono le porte, seppellirono i caduti, e Bayaz prese
la chiave.
La chiave? Quella del Palazzo del Creatore?
L'Adepto Storico strizz gli occhi sulla pagina. Cos
dice.
Non esiste una chiave. Quella torre rimasta sigillata per
secoli, tutti lo sanno. Il nostro impostore non avr nessuna
chiave, questo certo. Lentamente, un sorriso si affacci sul
viso di Glokta. Non molto, no, ma con lo scenario giusto e
la giusta enfasi, potrebbe bastare. L'Arcilettore rimarr
compiaciuto.
Questo me la porto via. Attir verso di s l'antico manoscritto e cominci ad arrotolarlo.
Cosa? Gli occhi dell'Adepto si spalancarono, terrorizzati. Non puoi! Si tir in piedi vacillante, in modo anche pi
doloroso di come avrebbe fatto Glokta, e il corvo si alz in
volo nello stesso momento, gracchiando furiosamente, svolazzando di nuovo da una parte all'altra del soffitto, ma Glokta li ignor entrambi. Non puoi prenderlo! insostituibile,
sibil il vecchio, nel disperato tentativo di afferrare il rotolo.
Glokta spalanc le braccia. Fermatemi, allora! Avanti,
fatelo. Sai che bella scena! Ve lo immaginate? Noi due storpi
che zoppichiamo tutti agitati tra gli scaffali, mentre un uccello ci caga in testa e questo vecchio pezzo di carta viene strattonato da una parte all'altra. Ridacchi. Non sarebbe molto
dignitoso, non credete?
L'Adepto Storico, spossato dai suoi miseri sforzi, si accartocci di nuovo sulla sedia, ansimante. Nessuno d pi im-
33.
Gli eccezionali talenti di Fratel Piedelungo
Era da una settimana che Logen si svegliava tutte le mattine a causa delle grida e degli applausi. Cominciavano presto
a strapparlo dal sonno, fragorosi come una battaglia imminente e, in effetti, la prima volta aveva creduto che fossero
davvero urla di battaglia, ma ora aveva capito che si trattava
soltanto del loro dannatissimo, stupido sport. Chiudere la finestra attenuava il baccano, ma ben presto il caldo diventava
insopportabile, e poich la scelta era tra dormire poco e non
dormire affatto, aveva imparato a lasciare la finestra aperta.
Si strofin gli occhi e si tir a sedere sul letto, imprecando. Un'altra afosa giornata di noia nella Citt delle Torri
Bianche. Sulla strada, nella natura selvaggia, era pronto e
scattante non appena apriva gli occhi, ma qui, tra l'inerzia e il
caldo, era come rallentato, impigrito. Inciamp sulla soglia
della porta del salotto, fece uno sbadiglio enorme e si pass
una mano sulla mascella. Poi si gel.
C'era qualcuno. Uno sconosciuto investito dalla luce del
sole se ne stava in piedi davanti alla finestra, con le mani
dietro la schiena. Era un tipo piccoletto dai capelli molto corti e la testa bitorzoluta, indossava strani vestiti rovinati dal
viaggio, fatti di un tessuto cascante, ormai sbiadito, che si
era avvolto a pi strati attorno al corpo.
Ancora prima che Logen avesse modo di parlare, l'uomo
si volt e fece un agile scatto verso di lui. E voi siete?,
chiese. La sua faccia sorridente era molto abbronzata, e segnata dalla vita all'aria aperta; ci aveva reso la sua pelle simile al cuoio increspato di un vecchio paio di stivali, e per
questo motivo era impossibile dire quanti anni avesse - forse
venticinque, forse cinquanta.
so: un nobile o un plebeo? Oppure qualcos'altro? Ah. Diventa improvvisamente molto complicato, no?
Ehm
Tanto benessere, tanto denaro, ma anche tanta povert! I
mendicanti e gli straccioni sono moltissimi. Non sano che
ci siano ricchi cos ricchi e poveri cos poveri, tutti gli uni
sugli altri poi, ma un bel posto, e cresce in continuazione.
Per me troppo affollato, fece Logen, prendendosi una
spallata da un passante, e troppo caldo.
Bah! Affollato? E questo lo chiamate affollato? Dovreste
vedere il grande tempio di Shaffa alla preghiera del mattino!
Oppure la grandiosa piazza di fronte al Palazzo dell'Imperatore quando i nuovi schiavi vengono venduti all'asta! E poi,
caldo? Non questo il vero caldo! A Ul-Saffayn, nell'estremo sud di Gurkhul, la canicola estiva tale che si pu cuocere un uovo sulla soglia di casa. Veramente! Di qua. Si intrufol tra la gente che passava per imboccare una stradina laterale. Di qua si fa prima!
Logen lo prese per un braccio. Laggi? Cerc di penetrare il buio con gli occhi. Sicuro?
Ne dubitate?, domand Piedelungo, all'improvviso
inorridito. Come fate a dubitarne davvero? Tra i miei eccezionali talenti, l'orientamento quello principale! soprattutto in virt di questo che il Primo Mago ha versato un contributo cos generoso nei forzieri dell'Ordine! possibile che
voi ma aspettate un attimo. Alz una mano, e il sorriso
torn a poco a poco sul suo viso, poi picchiett con un dito il
petto di Logen. Voi non conoscete Fratel Piedelungo. Non
ancora. Siete cauto e sospettoso, lo capisco; sono qualit positive queste, se messe al posto giusto. Non mi aspetto che
voi abbiate la mia fede incrollabile nelle mie abilit. No!
Non sarebbe giusto. E l'ingiustizia una qualit negativa.
No! L'ingiustizia non da me.
Volevo solo dire che
Ma vi convincer!, grid. Lo far, ci potete scommettere! Arriverete a fidarvi della mia parola ancor prima di fi-
darvi dalla vostra. S! Di qua si fa prima! E imbocc a grandi passi il vicolo scuro, camminando con una rapidit impressionante. Bench le gambe di Logen fossero di mezzo
piede pi lunghe delle sue, aveva difficolt a stargli dietro.
Ah, i vicoli!, grid il Navigatore rivolto all'indietro,
guidando Logen lungo delle stradine buie e luride dove gli
edifici si accalcavano in modo soffocante. Vicoli, eh? Man
mano che andavano avanti, i viottoli si facevano sempre pi
oscuri, sempre pi stretti, e sempre pi sporchi, ma l'ometto
continuava a prendere una svolta dopo l'altra, senza mai fermarsi a considerare da che parte dirigersi. Sentite questo
odore? Lo sentite, Mastro Novedita? Sa di, e fece una
pausa, in cui si strofin gli indici contro i pollici in cerca delle parole pi adatte, mistero! Avventura!
A Logen pareva pi puzza di merda. Un uomo giaceva riverso a faccia in gi nella spazzatura, ubriaco fradicio forse,
o magari semplicemente morto. I passanti che incontravano
procedevano zoppicando, tanto erano macilenti, e altri uomini ancora sedevano in gruppi poco raccomandabili di fronte
alle case, intenti a passarsi delle bottiglie. Ma c'erano anche
delle donne.
Per quattro marchi ti faccio un bel servizietto, Uomo del
Nord!, gli grid una di loro, mentre lui le passava davanti.
Un servizietto che non scorderai tanto presto! Facciamo tre,
allora!
Puttane, sussurr Piedelungo scuotendo la testa, e a
poco prezzo anche. Vi piacciono le donne?
Beh
Allora dovreste andare a Ul-Nahb, amico mio! Ul-Nahb,
sulle rive del Mare Meridionale! Si possono comprare delle
schiave di letto l. Oh, s! Costano una fortuna, ma le addestrano per anni!
Si possono comprare delle ragazze?, chiese Logen
sconcertato.
E anche ragazzi, se avete quel tipo di tendenze.
Eh?
za guardia sul manico ma era meglio di niente. Molto meglio. Logen lo agit in aria davanti ai loro nasi, giusto per accertarsi che tutti l'avessero visto e la cosa gli diede una bella
sensazione, come se le sue possibilit fossero tutto d'un tratto
aumentate.
Allora, chiese, chi il prossimo?
I due si mossero in direzioni opposte per coprire entrambi
i lati, soppesando i coltelli nelle loro mani, ma non sembravano troppo ansiosi di farsi avanti.
Possiamo prenderlo!, sussurr lo strabico, per il suo
amico non era tanto sicuro.
Oppure, potete avere queste. Logen apr il palmo chiuso, in cui teneva strette le monete che Piedelungo gli aveva
dato poco prima. E ci lasciate stare. Non posso darvi altro.
Agit ancora un po' il coltello, quasi volesse dare pi peso
alle sue parole. Valete queste per me, e non un soldo di pi.
Che decidete?
Lo strabico sput per terra. Possiamo prenderlo!, sibil
di nuovo. Va' prima tu!
Va' tu, cazzo!, strill l'altro.
Prendete quello che vi sto offrendo, cos nessuno dovr
andare da nessuna parte, disse Logen.
Quello che aveva preso a gomitate gemette nel rigirarsi
per terra e ci parve ricordare agli altri la fine che avrebbero
fatto, dunque si decisero. E va bene, brutto bastardo del
Nord, va bene. Le prendiamo!
Logen sogghign. Gli pass per la testa di tirare le monete
allo strabico e accoltellarlo mentre era distratto, come avrebbe fatto quando era giovane, ma decise altrimenti. Perch disturbarsi, dopotutto? Sicch apr le dita e gett il denaro dietro di s, spostandosi al contempo verso il muro pi vicino.
Lui e i due ladri si studiarono prudentemente a vicenda e cominciarono a muoversi in cerchio; ogni loro passo li portava
pi vicini al denaro, ogni suo passo lo portava pi vicino alla
salvezza, poi, una volta che si furono scambiati di posto, Logen cominci ad arretrare lungo la strada, ma non abbass
34.
Quelli come lei combattono contro tutto
terra morbida e lui era quasi invisibile in quell'oscurit d'inchiostro. Quando il tintinnio dei suoi bracciali si fu dissolto
nella notte, Ferro si mise di spalle alla citt, prese un respiro
profondo e corse gi dalla collina in direzione sud, rientrando nei confini di Gurkhul.
Ora Ferro sapeva correre. Veloce come il vento, per ore e
ore, perch aveva passato un sacco di tempo a farlo. Cos,
quando raggiunse i piedi della collina, si diede alla fuga,
quasi volando sul terreno aperto, con il respiro che giungeva
rapido e pesante. Sent uno sciabordio poco pi avanti, dunque scivol lungo un argine e si tuff tra le secche di un fiume che scorreva lento e in cui arranc con l'acqua fredda che
le arrivava alle ginocchia.
Voglio proprio vedere se il vecchio bastardo riesce a seguire le mie tracce adesso, pens.
Dopo un po' infagott le sue armi e le tenne sollevate sopra la testa, mentre nuotava controcorrente con un braccio
solo. Arrivata al di l del fiume, prese a seguire l'argine,
asciugandosi la faccia gocciolante.
Il tempo pass lentamente, finch non si cominci a scorgere un bagliore arrampicarsi pian piano in cielo. Il mattino
stava per arrivare. Il fiume le gorgogliava accanto, i suoi sandali scandivano un ritmo rapido sull'erba dura. Alla fine si lasci il corso d'acqua alle spalle e sfrecci su una pianura deserta; il nero che l'avvolgeva stava virando al grigio nell'imminenza dell'alba, e Ferro vide un gruppetto d'alberi stentati
profilarsi davanti a lei.
Si precipit tra i tronchi e and a rintanarsi tra i cespugli
strisciandoci in mezzo, con il respiro sibilante in gola e il
cuore che le martellava in petto. Rabbrivid alla fioca luce e
stette in ascolto del silenzio che regnava oltre gli alberi. Tutto taceva. Bene. Dalle tasche dei vestiti tir fuori un tozzo di
pane e una striscia di carne, molliccia dopo la nuotata ma ancora commestibile. Sorrise al pensiero di aver conservato
met delle cose che Yulwei le aveva dato negli ultimi giorni.
Stupido vecchio bastardo, ridacchi tra un boccone
vestiti da nobili, avvolti da seta fluente nella brezza, e indossavano una gran quantit di gioielli, ma nessuno dei due era
armato. Ferro si precipit a recuperare l'arco.
Stai attento, fratello, disse la donna, esaminandosi le
unghie. Combatte bene.
Come un demonio! Ma non paragonabile a me, sorella,
non temere. Cos dicendo, smont di sella. Allora, Maljinn, vogliamo
La freccia lo colp al petto con uno schiocco secco trapassandolo da parte a parte.
cominciare? Il dardo balugin, ma la punta brillante
che gli fuoriusciva dalla schiena non era imbrattata di sangue. L'uomo dapprima avanz piano verso di lei, incurante
della freccia successiva che gli trafisse la spalla, poi cominci ad aumentare gradualmente il passo fino a correrle incontro con enormi e pesanti falcate. Ferro lasci cadere l'arco e
port la mano tremante all'elsa della spada, ma non fece in
tempo a sguainarla prima che l'uomo stendesse il braccio e le
desse una spinta sul petto talmente forte da sbatterla a terra.
Oh, ben fatto, fratello! La donna applaud gioiosa.
Ben fatto!
Ferro si rotol tossendo nella polvere, poi, la spada stretta
con entrambe le mani, vide che l'uomo osservava la sua fatica nel rialzarsi in piedi. Agit l'arma, tracciando un grande
arco sopra la sua testa, ma la lama si conficc nel terreno,
perch l'altro era riuscito, chiss come, a spostarsi per evitare
il colpo. Un piede spuntato dal nulla le diede un micidiale
calcio nello stomaco, che la fece piegare in due, impotente e
senza fiato. Le ginocchia le tremavano, le sue dita si contrassero, ma la spada era rimasta piantata per terra.
E adesso Qualcosa le diede una botta tremenda sul
naso. Le gambe di Ferro cedettero e lei cadde di schianto all'indietro sull'erba; eppure, malgrado tutto le vorticasse intorno e i suoi sensi fossero annebbiati, riusc a rotolarsi per mettersi in ginocchio. Sentiva di avere del sangue sulla faccia.
Sbatt ripetutamente le palpebre, scosse la testa per far smet-
Ferro sent le risate della donna, ma distanti, e poi un volto comparve galleggiando nell'oscurit e una mano le diede
degli schiaffetti sulla guancia, con dita morbide, tiepide e
gentili.
Non muoverti, bambina, sussurr la donna. I suoi occhi
erano scuri e profondi, Ferro poteva sentire sul viso il suo respiro caldo e fragrante. Sei ferita, devi riposare. Ora sta ferma dormi. Le gambe di Ferro erano pesanti come piombo, ciononostante scalci un'ultima volta, debolmente, prima
di abbandonarsi. Il cuore le batteva piano
Riposati ora. Le palpebre di Ferro furono sul punto di
chiudersi e intanto il bellissimo volto della Mangiatrice diventava indistinto.
Dormi. Ma la ragazza si morse forte la lingua e la sua
bocca si inond di salato.
Ferma. D'un tratto, Ferro le sput il sangue in faccia.
Ah, grid la donna disgustata, pulendosi il sangue dagli
occhi. Combatte contro di me!
Quelli come lei combattono contro tutto, fece la voce
dell'uomo, appena dietro l'orecchio di Ferro.
Ora ascoltami, puttana!, sibil la donna, che le aveva
afferrato il mento con dita d'acciaio e le stava voltando bruscamente la testa da una parte e dall'altra. Tu verrai con noi!
Con noi! In un modo o nell'altro! Hai sentito?
Lei non va da nessuna parte. Un'altra voce, profonda e
suadente, dal suono familiare. Ferro sbatt gli occhi intontita
nel voltare la testa nella stessa direzione della donna, che
guardava un vecchio non lontano da loro. Yulwei. I suoi
braccialetti tintinnavano mentre avanzava con passo soffice
sull'erba. Sei viva, Ferro?
Uh, rispose con voce roca.
La donna rivolse un sogghigno a Yulwei. E tu chi saresti,
vecchio bastardo?
Yulwei sospir. Sono un vecchio bastardo.
Vattene, cane!, grid l'uomo. Ci manda il Profeta. Veniamo da parte di Khalul in persona!
35.
Non m'ama
Ah!, grid, quando la punta della spada di Filio gli affond con prepotenza nella spalla. Jezal barcoll all'indietro,
tra smorfie di dolore e imprecazioni, al che lo styriano gli
sorrise soddisfatto agitando le lame con un gesto plateale.
Touch per Mastro Filio!, grid l'arbitro. E sono due a
due! Qualche applauso sparso lo ricevette mentre tornava
tutto impettito nel recinto dei contendenti, con quel sorriso
irritante ancora impresso sulla faccia. Viscido bastardo, sibil Jezal tra s e s, seguendolo. Avrebbe dovuto prevedere
l'arrivo di quella stoccata, ma era distratto e lo sapeva.
Due a due?!, gli disse minaccioso Varuz. Jezal si accasci ansimante sulla sedia. Due a due? Contro questa nullit? Non neanche uno dell'Unione!
Jezal pens fosse meglio non puntualizzare che Westport,
in teoria, faceva a tutti gli effetti parte dell'Unione ormai,
per aveva capito cosa intendeva Varuz, e come lui anche
tutti i presenti nell'arena. Quel Filio era uno straniero, per
quanto li riguardava. Afferr il panno dalla mano protesa di
West e si asciug il viso sudato. Un duello di cinque tocchi
era lungo, ma Filio sembrava tutto fuorch esausto, anzi, se
ne stava l a saltellare, annuendo verso il rumoroso allenatore
che gli dava consigli in styriano.
Puoi batterlo!, mormor West, e gli pass la bottiglia
dell'acqua. Lo sconfiggi e poi ci sar la finale. La finale,
ovvero Gorst. Jezal non era mica tanto sicuro di volerci arrivare.
Varuz, al contrario, era pi che sicuro. Devi batterlo,
dannazione!, sibil il Maresciallo. Jezal bevve un sorso per
sciacquarsi la bocca, poi sput met dell'acqua nel secchio e
ingoi il resto. Battilo e basta! Battilo e basta. Facile a dirsi, ma era subdolo, quel bastardo di styriano.
Puoi farcela!, ribad West, accarezzandogli la spalla.
Ammazzalo! Ammazzalo e falla finita! Il Maresciallo
Varuz lo fiss dritto negli occhi. Tu sei una nullit, Capitano Luthar? Ho forse sprecato il mio tempo con te? Oppure
sei qualcuno? Eh? questo il momento di decidere!
Signori, prego, li richiam l'arbitro. Il tocco finale.
Jezal soffi fuori tutta l'aria e, dopo aver preso le spade da
West, si alz in piedi. Poteva sentire l'allenatore di Filio gridare incoraggiamenti al di sopra del crescente vociare della
folla. Ammazzalo e falla finita!, gli url un'ultima volta
Varuz, prima di lasciarlo tornare nel cerchio.
Il tocco finale. Quello decisivo, in tutti i sensi: Jezal sarebbe andato o no in finale? Era qualcuno o una nullit? Era
stanchissimo, solo questo sapeva per certo; aveva duellato
senza fermarsi per circa mezz'ora di seguito, e una prova del
genere sfibrante, soprattutto con quel caldo. Difatti, aveva
gi ricominciato a sudare e la sua faccia grondava.
Si port al suo posto, che non era altro se non un segno di
gesso tracciato sull'erba secca. Filio, quella merda, lo stava
aspettando con il sorriso di uno che gi sente in bocca il sapore della vittoria. Se Gorst era in grado di martellare i suoi
avversari all'interno di quel cerchio, allora anche Jezal poteva schiacciare nella polvere la faccia di quell'idiota. Strinse
le impugnature delle spade e si concentr sul sorrisetto nauseante di Filio, desiderando per un attimo che le lame non
fossero smussate. Ma poi ricord che poteva anche essere lui
a rimanere trafitto.
Cominciate!
Jezal esamin le carte una a una, mescolandosele tra le
mani senza neanche guardare i semi, n preoccuparsi di non
farle vedere agli altri.
Rilancio di dieci, annunci Kaspa, e fece scivolare alcune monete sul tavolo con uno sguardo che pareva dire
tuta sconcia.
Oh, s, mi pare proprio il tipo che ci sta. Kaspa ridacchi. Poggiando la pipa sul tavolo, Jezal not che la sua
mano tremava leggermente e che l'altra stringeva il bracciolo
della sedia con forza tale da farsi venire le nocche bianche.
Ve lo dico io, riprese Brint, se non pensassi che il
Maggiore mi infilzerebbe con la sua spada, sarei tentato di
infilzare sua sorella con la mia, eh? Jalenhorm scoppi a ridere. Una palpebra di Jezal cominci a fremere quando Brint
gli rivolse quel suo sorrisetto laido. E tu, Jezal, che ne pensi? L'hai conosciuta, o sbaglio?
Che ne penso? La sua stessa voce parve provenire da
spazi infinitamente lontani, mentre fissava quelle tre facce
ghignanti. Credo che dovresti stare attento a come parli,
brutto figlio di una gran puttana.
Si alz in piedi quasi senza accorgersene e strinse i denti
talmente forte che pareva stessero per frantumarsi. I tre sorrisi ebbero un attimo di incertezza, prima di scomparire del
tutto, poi Jezal sent la mano di Kaspa sulla spalla. Andiamo, voleva solo dire che
Jezal divincol il braccio, afferr il bordo del tavolo e lo
rovesci, facendo volare monete e carte, bottiglie e bicchieri,
che sparsero il loro contenuto sull'erba. La spada, fortunatamente ancora infoderata, la stringeva nell'altra mano. Si pieg su Brint e, sputacchiando, gli ringhi in faccia: Adesso
stammi a sentire, piccolo bastardo! Se ti sento un'altra volta
dire una cosa del genere, anche una sola, non sar di West
che dovrai preoccuparti! Premette l'impugnatura della spada
contro il petto di Brint. Perch sar io a sventrarti come un
fottuto pollo!
I tre uomini lo guardarono sgomenti, a bocca spalancata,
stupiti dall'improvvisa violenza di Jezal almeno quanto lo era
lui stesso.
Ma, fece Jalenhorm.
Ma cosa?, grid Jezal nell'afferrare la giubba dell'omone, fin quasi a tirarlo in piedi. Che cazzo hai da dire?
risate!
Merda. Jezal affond la testa tra le mani. A lui non veniva per niente da ridere. Ma come aveva fatto Ardee a ridurlo cos? Come? Che cosa c'era di tanto speciale in lei? Era
bella da guardare, ovviamente, intelligente, divertente e tutte
le altre cose, ma quella non poteva essere la sola spiegazione. Non posso pi rivederla, sussurr a se stesso. Non la
rivedr pi! Sbatt la mano contro il muro. Quando Jezal
prendeva una decisione, niente al mondo poteva fargli cambiare idea.
A parte un altro bigliettino sotto la porta.
Gemette e si schiaffeggi la tempia. Perch si sentiva
cos? Perch era cos non riusciva neanche a concepirla,
quella parola invaghito di lei? Ma poi comprese il perch.
Perch Ardee lo odiava.
Quei mezzi sorrisetti di scherno, quegli sguardi di traverso che ogni tanto coglieva, quegli scherzi che andavano un
po' troppo vicini agli insulti, per non parlare degli esempi occasionali di sdegno vero e proprio. A lei piaceva il suo denaro, forse, la sua posizione nel mondo, chiaramente, e senza
dubbio il suo aspetto. Ma, in sostanza, quella donna lo disprezzava.
E Jezal non aveva mai provato quella sensazione prima.
Per tutta la vita aveva dato per scontato di essere amato da
tutti, non aveva mai avuto motivo di dubitare di essere un
uomo per bene e meritevole del massimo rispetto. Eppure, ad
Ardee non piaceva, comprese, e ci lo fece riflettere. A parte
naturalmente la mascella, il denaro e i vestiti, che cosa c'era
in lui da amare?
Lei lo trattava con il disprezzo che lui sapeva di meritare,
e il bello era che non gli bastava mai. Assurdo, disse tra s
e s, abbandonato come un derelitto contro il muro della galleria. Assurdo.
E gli venne voglia di farle cambiare idea.
36.
Il Seme
sciandogli sulla guancia e sulla palpebra. Una lingua, anch'essa fredda. Fredda come il ghiaccio. Glokta aveva la pelle d'oca.
Non lo so! Non riuscirono a trovarlo!
Non riuscirono? Le sue dita gli si chiusero attorno al
collo e cominciarono a stringere, premere, stritolare, mozzandogli il respiro. Fredde, fredde come l'acciaio, e altrettanto dure. Pensi di sapere che cosa sia il dolore, uomo spezzato? Tu non sai niente! Il suo fiato congelante gli raschiava
nell'orecchio, le sue dita di ghiaccio stringevano, stringevano
imperterrite. Ma posso mostrartelo io! Posso mostrartelo
io!
Glokta lanci un grido e si dimen contorcendosi sotto le
coperte. Si alz in piedi non senza difficolt, ma vi rimase
solo un istante, completamente stordito, prima di piombare
nel vuoto a causa della gamba malandata. La stanza buia parve crollare attorno a lui, che fin schiantato sulle assi del pavimento, dopo aver sbattuto la fronte con un tonfo atroce, per
ritrovarsi con un braccio piegato sotto di s.
Con sforzo immane riusc a tirarsi su aggrappandosi alla
gamba del letto, dopo di che appoggi la schiena contro il
muro e cerc di riprendere fiato. Non smise mai di fissare la
sedia con gli occhi sgranati dal terrore, anche se allo stesso
tempo non aveva il coraggio di guardare per paura di ci che
avrebbe visto. Un dardo di luce lunare trapelava dalla finestra, tagliando come una lama le coperte disfatte e il legno liscio della sedia. Vuota.
Scocc occhiate al resto della stanza, e man mano che i
suoi occhi si abituavano all'oscurit, riusciva a penetrare anche gli angoli pi bui. Niente. Vuota. Un sogno.
E ora che il folle martellare del suo cuore si stava calmando, ora che il suo respiro spezzato diventava pi regolare, cominciava a sentire il dolore. Prima il battere della testa, poi
l'agonia della gamba e il pulsare sordo del braccio. In bocca
sentiva il sapore del sangue, le lacrime salate gli bruciavano
gli occhi, la nausea gli rivoltava lo stomaco. Emise un mugolio mentre saltellava fino al letto tra dolori indescrivibili, per
poi abbandonarsi, esausto e madido di sudori gelati, sul materasso illuminato dal chiarore della luna.
Si sent qualcuno bussare con insistenza alla porta. Signore? State bene? La voce di Barnam. Buss ancora. Brutta situazione. chiusa a chiave. Lo sempre, ma questa volta non penso di riuscire a muovermi. Gelo dovr buttarla
gi. Eppure la porta si spalanc e Glokta si scherm gli occhi
dall'improvviso bagliore rossastro di una lampada.
State bene?
Sono caduto, borbott. Il braccio
Il vecchio domestico si appollai sul letto, gli prese delicatamente la mano e gli tir su la manica della camicia da
notte. Glokta fece una smorfia, mentre il vecchio invece
schiocc la lingua, perch sull'avambraccio del suo padrone
scopr un lungo segno rosato che cominciava gi a gonfiarsi,
e arrossarsi.
Non credo sia rotto, osserv il servo, ma, nel caso,
meglio chiamare il dottore.
S, s. Glokta lo conged con un gesto della mano sana.
Vallo a chiamare.
Vide il vecchio precipitarsi mezzo chino fuori dalla porta,
lo sent camminare per lo stretto corridoio, poi scendere le
scale e infine sbattere la porta di casa. A quel punto, cal il
silenzio.
Guard la pergamena rubata all'Adepto Storico, ancora arrotolata nella sua custodia, in attesa di essere consegnata all'Arcilettore Sult. Il Creatore precipit avvolto dalle fiamme.
Si schiant sul ponte. strano come il mondo reale possa
contaminare i sogni di una persona. Quel dannato Uomo del
Nord e la sua intrusa. La donna, il freddo. Sar stato questo
a scatenare il mio incubo.
Glokta si massaggi pian piano il braccio, premendo la
carne dolorante con la punta delle dita. Nulla. Solo un sogno.
Eppure, qualcosa non gli tornava. Guard il retro della porta
e vide che la chiave era ancora infilata nella serratura e rifletteva il lucore arancione della lampada. Non era chiusa, ma
com' possibile? Io la chiudo sempre. Adocchi allora la sedia vuota. Come ha detto quell'idiota di un apprendista? La
magia viene dall'Aldil. Dal mondo sotterraneo. Dagli Inferi.
In quel momento e dopo quel sogno, non gli risultava
troppo difficile crederci. La paura ricominci a montargli in
gola, adesso che era solo. Allung la mano sana verso la sedia e ci mise un'eternit ad arrivarci, perch tremava, ma alla
fine le sue dita toccarono il legno. freddo, ma non gelato.
Non gelato. Non c' niente qui. Ritrasse lentamente la mano
e strinse a s il braccio malconcio. Nulla. Vuota.
Solo un sogno.
Che diavolo vi successo?
Glokta risucchi l'aria tra le gengive con fare acido.
Sono caduto dal letto. Si gratt sovrappensiero il polso attraverso i vestiti. Fino a un momento prima gli faceva male
da morire, ma ci che vedeva ora di fronte a s aveva messo
in secondo piano il dolore. Poteva andarmi peggio. Molto
peggio. Raccapricciante, eh? Non un bello spettacolo.
Potete scommetterci. Severard, nonostante avesse met
della faccia coperta dalla maschera, pareva disgustato come
non mai. Io ho quasi vomitato quando l'ho visto. Io!
Glokta abbass lo sguardo incupito su quella massa informe di carne maciullata, reggendosi a un tronco con una
mano, e con la punta del bastone scans dei cespugli di felce
per vedere meglio. Siamo sicuri che sia un uomo?
Potrebbe pure essere una donna. umano, comunque. L
c' un piede.
Ah, s, lo vedo. Come l'avete trovato?
Lui l'ha trovato. Severard fece un cenno della testa verso un giardiniere, seduto sull'erba con la faccia pallida e l'espressione fissa accanto a una piccola pozza di vomito mezzo secco. In mezzo agli alberi, qui, nascosto tra i cespugli.
All'Universit?
Beh, non possiamo mica lasciarlo l. Qualche nobildonna a passeggio nel parco potrebbe prendersi un bello spavento. Severard ridacchi. E io forse conosco qualcuno che
in grado di gettare luce su questo mistero.
Avete fatto una scoperta molto interessante, Inquisitore.
L'Adepto Medico interruppe il suo lavoro e guard Glokta
con un occhio enorme, ingrandito dallo scintillante monocolo. Molto, molto affascinante, dichiar, mentre ritornava a
specillare il corpo coi suoi strumenti, sollevando, torcendo e
punzecchiando lembi di carne lucida con tutta la sua concentrazione.
Glokta osserv il laboratorio con una smorfia di disgusto.
File di vasi di tutte le dimensioni riempivano due delle quattro pareti e dentro si vedevano pezzi di carne galleggianti
nell'aceto, alcuni riconoscibili come parti del corpo umano,
alcuni altri impossibili da identificare. Si sentiva un po' a disagio, circondato da quei macabri campioni. Mi chiedo dove
Kandelau possa aver preso tutti questi organi. Forse i suoi
ospiti finiscono smembrati e rinchiusi a pezzi dentro questi
vasi? Io sarei interessante come esemplare?
Affascinante. L'Adepto allent la cinghia del monocolo
e se lo tir indietro sulla testa, grattandosi il cerchio rosato
che gli aveva lasciato attorno all'occhio. Cosa potete dirmi
al riguardo?
Glokta aggrott la fronte. Io ero venuto per sapere che
cosa voi potevate dirmi al riguardo.
Ma certo, come no. Kandelau curv le labbra. Beh,
ecco, in merito al sesso del nostro sfortunato amico, ehm,
e la frase rimase incompiuta.
Ebbene?
Eh eh, beh, ecco, gli organi che mi avrebbero permesso
di capirlo sono, fece un gesto per indicare la carne sul tavolo, intensamente illuminato dalle lampade accese, assenti.
piegarsi in due per passare sotto lo stipite della porta. Entrambi indossavano maschere e vestiti da Pratici, neri dalla
punta dei capelli alle dita dei piedi.
Questa la Pratica Vitari, ridacchi Goyle nell'indicare
la donna dai capelli rossi, che era scivolata fino ai vasi, silenziosa come un'ombra, per osservare il contenuto di ciascuno
di essi, picchiettandoli con le dita e facendo ondeggiare gli
esemplari all'interno. E questi sono il Pratico Halim, l'uomo del Sud super Goyle per poter entrare nella stanza, cominciando a lanciare sguardi incuriositi qua e l, e Byre. Il
gigantesco Uomo del Nord fiss Glokta da un'altezza che rasentava il soffitto. Nel suo Paese lo chiamano Spaccamassi,
pensate! Ma non credo che qui funzionerebbe come nome,
non vero Glokta? Pratico Spaccamassi, ve lo immaginate?
Rise piano tra s e s, scuotendo la testa.
E questa sarebbe l'Inquisizione? Non avevo idea che in
citt fosse arrivato il circo. Che fanno adesso, montano l'uno sull'altro? Saltano nel cerchio di fuoco?
Personale molto diversificato, not Glokta.
Oh, s, rise Goyle, li ho raccolti dovunque mi abbiano
portato i miei viaggi, vero, amici miei?
La donna si strinse nelle spalle sempre con lo sguardo fisso sui vasi, il Pratico scuro di pelle inclin la testa, mentre
l'enorme Uomo del Nord non mosse un muscolo.
Dovunque mi abbiano portato i miei viaggi!, ripet
Goyle ridendo, come se tutti avessero riso assieme a lui. Ma
ne ho altri, sapete! passato parecchio tempo, parola mia!
Si asciug una lacrima d'allegria dall'occhio e si avvicin al
tavolo al centro della stanza. Sembrava che tutto fosse motivo di divertimento per lui, persino lo scempio sul banco di
lavoro. Ma che cos' questo? Un corpo, a meno che non mi
sbagli! Goyle alz di scatto gli occhi scintillanti su Glokta.
Un corpo? Un omicidio all'interno della citt? Come Superiore di Adua, rientra nella mia sfera di competenza, no?
Glokta si inchin. Naturalmente. Non ero al corrente che
foste arrivato, Superiore Goyle. Inoltre, ho pensato che le
37.
Mai scommettere contro un mago
A Logen non importava un fico secco, ma pens che distrarsi in qualche modo dai suoi ricordi gli avrebbe giovato,
cos diede uno sguardo ai combattenti che si stavano preparando all'interno delle zone recintate, non lontano da dove
era seduto lui. Il bel giovane superbo che avevano conosciuto al portale era uno, mentre l'altro era un tipo massiccio e
possente, con il collo grosso e l'aria quasi annoiata.
Logen scroll le spalle. Io non me ne intendo di questa
cosa.
Chi, tu? Novedita il Sanguinario, il campione che ha
combattuto e vinto dieci duelli? Il pi temuto di tutto il Nord
non ha un'opinione? Di certo i combattimenti uno contro uno
sono gli stessi in tutto il mondo!
Logen fece una smorfia e si umett le labbra. Novedita il
Sanguinario. Era passato tanto tempo, ma mai abbastanza per
i suoi gusti. Sentiva ancora il sapore del metallo, del sale, del
sangue. Toccare un uomo con una spada o squartargli le budella non proprio la stessa cosa, ma torn comunque a osservare per bene i due contendenti. Il giovane altezzoso si arrotol le maniche, poi si pieg fino a toccarsi la punta dei
piedi e prese a ruotare il busto di qua e di l, prima di mettersi ad agitare le braccia come se fossero le pale di un mulino,
e tutto questo sotto lo sguardo di un anziano soldato, rigido
come un bastone, con addosso una pulitissima divisa rossa.
Un altro uomo, pi alto e preoccupato, consegn al duellante
due spade, una pi lunga dell'altra, e il ragazzo le fece guizzare davanti a s con una rapidit impressionante, intanto che
l'acciaio lampeggiava al sole.
L'avversario invece se ne stava l, appoggiato contro la
staccionata di legno, a farsi scrocchiare quel tronco di collo
prima da una parte e poi dall'altra, senza apparente fretta. Si
guardava attorno con occhi pigri.
Chi chi?, si inform Logen.
Quell'asino spocchioso del portale Luthar. Quello che
dorme in piedi Gorst.
Era chiaro chi fosse il preferito del pubblico. Ogni tanto,
qualche tattica, qualche espediente per arginare il flusso inarrestabile di quella violenta marea di metallo. Gorst per non
aveva intenzione di concedergli neanche un secondo. Stava
gi emettendo il grugnito che avrebbe accompagnato il prossimo colpo, l'acciaio lungo gi sollevato a tracciare un arco
inarrestabile.
Jezal schiv laddove pot e par in tutti gli altri casi, ma i
polsi cominciavano a fargli male, a furia di resistere agli incessanti assalti. Per cominciare, sperava che Gorst si sarebbe
stancato, perch nessuno poteva continuare all'infinito a menare quel tipo di colpi, cos presto l'impeto delle stoccate l'avrebbe rallentato e le pesanti lame avrebbero perso vigore. A
quel punto Jezal si sarebbe fatto sotto come un ariete, sfinendo l'avversario e conquistando il podio. La folla avrebbe rivoltato l'Agriont per la veemenza degli applausi. La classica
storiella della vittoria inaspettata.
Solo che Gorst non si stancava mai. Quell'uomo era instancabile. Dopo alcuni minuti non c'era ancora il bench minimo segno di stanchezza in quegli occhi socchiusi, anzi, per
l'esattezza non c'era il bench minimo segno di emozione alcuna in lui, o almeno Jezal non lo vide, neanche nei rari momenti in cui osava staccare lo sguardo dalle lame saettanti.
La grossa spada lunga roteava, roteava, roteava disegnando i
suoi brutali cerchi in aria, mentre la spada corta, instancabile
e decisa, era sempre l per deviare quei pochi, deboli colpi
che Jezal riusciva a sferrare tra una parata e l'altra. La forza
dei fendenti non diminu e i versi gutturali uscivano sempre
pi rochi dalla gola di Gorst. La folla non aveva niente per
cui applaudire, perci si limitava a mormorare indignata.
Finch alla lunga non fu Jezal a sentirsi spossato, le sue gambe si fecero pi lente, la presa sulle else pi scivolosa e cominci a sudare a profusione.
Lo vide arrivare da un miglio di distanza, ma non pot
farci niente. Era arretrato fino al bordo del cerchio, aveva
bloccato e deviato fino a perdere la sensibilit alle dita, ma
questa volta, quando lev il braccio dolorante e le lame coz-
braccio, port le guardie delle loro spade a incastrarsi stridenti l'una con l'altra. Jezal cerc di stoccare brutalmente con
la lama corta, per Gorst blocc anche quella, alzando la lunga appena in tempo per fermare l'acciaio avversario a pochi
pollici dal suo petto.
Per un attimo, le quattro lame rimasero incastrate, else raschianti e visi che quasi si toccavano. Jezal ringhiava stringendo i denti come un cane, e bench la sua faccia fosse ritorta in una maschera d'agonia, i tratti marcati di Gorst mostravano che stava compiendo solo uno sforzo trascurabile.
Sembrava uno che stava facendo una pisciatina, ovvero era
come se fosse impegnato in un'attivit ordinaria e un po'
sgradevole che doveva portare a termine il pi rapidamente
possibile.
Per tutto il tempo in cui le loro lame rimasero come incatenate, Jezal spinse con tutta la sua forza, con ogni allenato
muscolo del suo corpo, sentendo le gambe che resistevano
sul terreno, gli addominali contratti nel tentativo di torcere le
braccia, le braccia stesse tese a spingere con le mani e le
mani strette tenacemente attorno alle else. Ogni muscolo,
ogni nervo, ogni tendine. Sapeva di essere in una posizione
migliore dell'altro, perch Gorst era sbilanciato, per cui se
solo fosse riuscito a farlo indietreggiare di un passo di un
pollice
All'improvviso Gorst abbass la spalla e respinse Jezal
con un grugnito, nello stesso modo in cui un bambino avrebbe allontanato un giocattolo venutogli a noia.
Jezal arretr con passo vacillante, bocca e occhi spalancati per la sorpresa, slittando coi piedi sul terriccio e concentrandosi ai massimo per non cadere. Sent Gorst emettere
l'ennesimo grugnito e, in preda allo shock, lo vide tracciare
un ampio arco nella sua direzione. Non era nella posizione
giusta per schivare e comunque non ne ebbe il tempo. Quindi
sollev d'istinto il braccio sinistro, ma la spessa lama smussata dell'avversario scans la sua come fosse un filo di paglia
portato dal vento e poi gli affond nelle costole. I suoi pol-
me.
La pesante spada lunga di Gorst balen in aria. Il colpo finale sicuramente. Luthar non avrebbe avuto altra scelta che
tentare di bloccare e capitombolare cos fuori dal cerchio. O
magari farsi aprire quel testone in due. Auguriamoci che
vada cos. Glokta sorrise, gi quasi di spalle per andarsene.
Ma con la coda dell'occhio vide che, chiss come, il colpo
era andato a vuoto. Gorst, smarrito, sbatt le palpebre nel
momento in cui la sua lama lunga si conficc nell'erba, e poi
grugn nel sentire la spada di Luthar coglierlo sulla gamba
con un fendente sinistro. Fino a quel momento, era stata l'unica traccia d'emozione che aveva mostrato.
Uno per Luthar!, grid l'arbitro dopo una piccola pausa,
incapace di trattenere lo stupore nella sua voce.
No, borbott Glokta. La folla attorno a lui esplose in un
roboante applauso. No. Aveva combattuto centinaia di duelli
da giovane e aveva assistito ad altri mille, ma mai in vita sua
aveva visto una cosa del genere, mai aveva visto qualcuno
muoversi con una rapidit simile. Luthar era un bravo spadaccino, s. Ma cos bravo impossibile Aggrott la fronte, osservando i due finalisti ritornare ai propri posti dopo la
seconda pausa.
Cominciate!
Luthar era come trasformato. Si fece sotto con una raffica
furiosa di fendenti fulminei e non diede all'avversario neanche il tempo di cominciare. Ora era l'omone a sembrare in
difficolt, con tutto quel parare e schivare e allontanarsi dalla
portata dell'altro. Fu come se avessero scambiato il vecchio
Luthar con un uomo completamente diverso, un gemello pi
forte, pi veloce e molto pi sicuro di s.
Dopo essere stata privata a lungo di qualcosa per cui applaudire, la folla adesso urlava a squarciagola. Ma Glokta
non condivideva il loro entusiasmo. C' qualcosa che non va
qui, qualcosa di strano. Lanci occhiate alle facce tutte intorno, eppure nessuno si era accorto di niente. Vedevano solo
quello che volevano vedere, e cio Luthar che infliggeva al
Buon per me, allora, fece Bayaz tra i denti serrati, senza distogliere lo sguardo dai due finalisti, che non siamo
pi nel Nord. Il sudore iniziava di nuovo a imperlargli la
fronte, scorrendogli copioso lungo il viso. I pugni stretti gli
tremavano per lo sforzo.
Luthar men furiosamente, ripetutamente, con quelle spade che neanche si vedevano tanto erano veloci. Gorst grugniva e ringhiava, deviando ogni colpo, ma l'altro era troppo rapido per lui adesso, e troppo forte, e respingeva l'omone nel
cerchio come un cane rabbioso pu respingere una vacca.
Che imbroglione del cazzo, fece di nuovo Logen, quando la lama di Luthar saett, graffiando la guancia dell'avversario. Qualche goccia di sangue schizz sul pubblico alla sinistra di Logen e tutti gridarono per la gioia. L'urlo dell'arbitro che dichiar il tre pari quasi non si sent. Gorst aggrott
appena la fronte e si port una mano alla guancia.
Al di sopra del baccano, Logen riusc a malapena a udire
il sussurro di Quai nell'orecchio: Mai scommettere contro
un Mago
Jezal sapeva di essere bravo, ma non si era mai sognato di
essere cos bravo: agile come un gatto, svelto come una mosca e forte come un orso. Le costole non gli facevano pi
male, i polsi non erano pi indolenziti, e dentro di s non v'era pi traccia di insicurezza, n di stanchezza. Era impavido,
impareggiabile, inarrestabile. Gli applausi tuonavano attorno
a lui, eppure riusciva a sentire ogni singola parola, riusciva a
vedere ogni singolo dettaglio dei visi che componevano la
folla. Il suo cuore pompava fuoco incandescente al posto del
sangue e i suoi polmoni erano in grado di risucchiare persino
le nubi.
Non si disturb neanche a sedersi durante la pausa, tanto
era ansioso di ritornare nel cerchio, e poi la sedia era un insulto per lui. Non ascolt nemmeno le parole di West e di Varuz, perch quei due non avevano pi importanza ormai.
Gente piccola, laggi in basso. Lo fissarono arrossati, non a
torto stupefatti.
Era il pi grande schermitore di tutti i tempi.
Quello storpio di Glokta non avrebbe potuto neppure immaginare quanto aveva avuto ragione nel dire che Jezal doveva solo provarci e, a quanto pareva, poteva conquistare
tutto. Sorrise mentre tornava baldanzoso al suo posto, e poi
scoppi a ridere quando sent la folla in delirio. Sorrise anche a Gorst che stava rientrando nel cerchio. Tutto era esattamente come doveva essere. Quelle palpebre erano ancora pesanti e pigre, sopra il taglio che aveva inflitto all'avversario,
ma ora nei suoi occhi c'era qualcosa in pi: un'ombra di meraviglia, di cautela, di rispetto. E non a torto.
Non c'era niente ormai che Jezal non potesse fare. Era invincibile. Inarrestabile. Era
Cominciate!
completamente andato. Il dolore al fianco si riaffacci
all'improvviso con una scarica da spezzargli il fiato. Di colpo
erano tornate la paura, la stanchezza e la debolezza. Gorst
ringhi e scaten quei suoi furibondi colpi di taglio, sbatacchiando le spade tra le mani di Jezal e facendo saltellare lui
come un coniglio spaventato. La maestria era andata a farsi
benedire, assieme a tutto l'entusiasmo e l'energia, e gli assalti
di Gorst parevano pi violenti di prima. La disperazione si
impossess di lui quando il grosso bue gli strapp la lama
lunga dalla mano insensibile, scagliandola oltre la staccionata. Jezal croll in ginocchio, tra gli ansiti scioccati della folla. Era tutto finito
No, non era tutto finito. Mentre stava calando ad arco
su di lui per sferrare il colpo finale, la lama avversaria parve
in qualche modo deviarsi da sola. Lenta, lenta come se stesse
affondando nel miele. Jezal sorrise. Fu semplicissimo per lui
respingerla con la spada corta. Sent la forza rifluirgli in corpo, allora balz in piedi, diede una spinta a Gorst con la
mano disarmata, devi un nuovo affondo, e poi un altro, grazie alla sua unica spada che faceva il lavoro di due senza per
questo risentirne. Tutta l'arena teneva il fiato sospeso e ovun-
nei confronti del talento di Jezal, ma almeno le urla che seguirono annegarono le sue parole. Nessuno che non fosse
nella tribuna reale sent ci che il Re disse. Tutti fraintesero
il vero significato di quello che, per Jezal, fu il momento pi
imbarazzante di tutta la sua vita.
38.
Il pubblico ideale
Quando Glokta entr, l'Arcilettore Sult era affacciato all'enorme finestra del suo ufficio, con lo sguardo rivolto verso
il Palazzo del Creatore, oltre le guglie dell'Universit. Era
alto e solenne come sempre nella sua immacolata veste bianca, e la piacevole brezza che spirava nell'ampia stanza circolare gli arruffava quella selva di capelli candidi, facendo svolazzare anche le numerose carte posate sull'immane scrivania.
Si volt quando sent Glokta trascinarsi nella stanza. Inquisitore, disse soltanto, e gli porse la mano inguantata, su
cui la grossa gemma lampeggiava di un bagliore violaceo,
catturando e riflettendo il sole che entrava dalla finestra
aperta.
Servo e obbedisco, vostra Eminenza. Glokta gli prese la
mano e si pieg a baciare l'anello del suo ordine con una
smorfia di dolore, con il bastone che gli tremava in mano per
lo sforzo di tenersi dritto. Che io sia dannato se il vecchio
bastardo non me la porge ogni volta sempre pi in basso.
Giusto per vedermi sudare.
Sult si adagi sull'alto scranno con un movimento fluido,
poi poggi i gomiti sul ripiano e congiunse i polpastrelli.
Glokta non pot fare altro che aspettare un invito a sedersi,
bench la gamba gli andasse a fuoco e lui grondasse sudore,
dopo l'ormai familiare arrampicata su per il Palazzo degli Interrogatori.
Ti prego, siedi, mormor l'Arcilettore. Aspett che
Glokta si fosse fatto dolorosamente strada fino a una delle
sedie pi basse attorno al tavolo rotondo. Ora, dimmi, la tua
inchiesta ha portato qualche frutto?
Qualcuno. C' stato un intruso nelle stanze dei nostri visitatori l'altra notte. Loro affermano che
chiaramente un modo per rendere pi credibile la loro
oltraggiosa storia. Magia!, sbuff Sult sprezzante. Hai scoperto come hanno fatto davvero ad aprire quel buco nella parete?
Magia, forse? Temo di no, Arcilettore.
Ah, che peccato. Una qualche prova che si tratti di un
trucco ci tornerebbe utile. Eppure, sospir come se non si
fosse aspettato niente di meglio, non si pu avere tutto. Hai
parlato con queste persone?
S, ma Bayaz, se cos posso chiamarlo, parla in modo
sfuggente. Senza l'aiuto di mezzi pi persuasivi delle sole
domande non sono riuscito a ottenere nulla da lui. Anche il
suo amico Uomo del Nord cova qualcosa.
Una ruga comparve sulla fronte liscia di Sult. Sospetti
qualche connessione con quel selvaggio di Bethod?
possibile.
possibile?, fece eco l'Arcilettore in tono acido, come
se quelle parole fossero veleno. Che altro?
C' un nuovo arrivato nell'allegra combriccola.
Lo so. Il Navigatore.
Ma che mi disturbo a fare? S, Vostra Eminenza, un Navigatore.
Buona fortuna a loro! Quegli indovini spilorci fanno pi
danni che altro. Sempre a cianciare su Dio e quant'altro. Avidi incivili.
Assolutamente. Pi danni che altro, Arcilettore, anche se
sarebbe interessante sapere perch ne hanno assunto uno.
E perch l'hanno fatto?
Glokta fece una pausa. Non lo so.
Pff, sbuff Sult. C' altro?
In seguito alla loro disavventura notturna con l'intruso, i
nostri amici sono stati trasferiti in certi appartamenti vicini al
parco. Proprio l, c' stato un omicidio a dir poco efferato
qualche notte fa, a neanche venti passi dalle loro finestre.
cantili, della terra, dei titoli e di politica. La scherma, assieme al suo eccezionale talento, era un argomento che veniva a
malapena sfiorato, e non c'era stata nessuna promozione immediata per lui. Cos Jezal se ne stava seduto l, con un sorriso incollato sulla faccia, ad accettare le gi rare e tiepide
congratulazioni di sconosciuti vestiti a festa che non gli facevano neanche la cortesia di guardarlo negli occhi. Una statua
di cera avrebbe svolto quel compito altrettanto bene. Doveva
ammettere che l'adulazione dei popolani nell'arena era stata
molto pi gratificante, visto che almeno loro erano sembrati
sinceri.
Tuttavia non era mai stato all'interno del complesso del
mastio, che era una fortezza nella fortezza dell'Agriont, dove
a pochi veniva consentito l'accesso. Ora era seduto al tavolo
principale nella sala dei banchetti del Re, malgrado fosse
certo che Sua Maest consumava quasi tutti i pasti a letto,
probabilmente imboccato da qualcuno.
C'era uno strano allestimento sulla parete in fondo alla
sala. Una volta aveva sentito dire che Ostus, il Re bambino,
aveva dei giullari che davano spettacolo per lui a ogni pasto,
mentre Morlic il Pazzo aveva pi volte organizzato delle esecuzioni durante la cena. Re Casamir, si diceva, era solito fare
colazione mentre le controfigure dei suoi acerrimi nemici lo
insultavano gridando dal palcoscenico, e questo solo per
mantenere vivo il suo odio nei loro confronti. Ma il sipario
era chiuso adesso, quindi Jezal avrebbe dovuto cercare altrove una distrazione, ma la scelta era davvero esigua.
Il Maresciallo Varuz gli chiacchierava a vanvera nell'orecchio. Era l'unico ancora interessato alla scherma, ma sfortunatamente non parlava d'altro. Non ho mai visto una cosa
del genere. Tutta la citt ne vocifera. stato il duello pi
spettacolare che si sia mai visto! Ti giuro, sei anche pi bravo di Sand dan Glokta, e io pensavo che non ci fosse nessuno al suo livello! Non mi sarei mai sognato che fossi capace
di combattere cos, Jezal, l'idea neanche mi sfiorava la
testa!
Io non parlavo di disprezzarli, Lord Marovia, n di opprimerli, ma solo di far loro pagare ci che ci dovuto in
quanto proprietari terrieri e, se vogliamo dirla tutta, anche in
quanto loro superiori per natura
Il Maresciallo Varuz, intanto, non gli dava tregua. Che
spettacolo, eh? Il modo in cui l'hai sconfitto, una spada contro due! Il vecchio soldato mim un fendente con la mano.
Tutta la citt ne vocifera. Sei destinato a grandi cose adesso,
dammi retta, ragazzo. Destinato a grandi cose. Che io sia
dannato se un giorno non ti daranno il mio posto nel Consiglio Ristretto!
Era davvero troppo. Jezal aveva sopportato quell'uomo
per mesi, credendo che se avesse vinto il Torneo ci avrebbe
dato un taglio ma, a quanto pareva, doveva rimanere deluso
anche in questo, come in tante altre cose. Era strano, per
prima d'ora Jezal non si era mai pienamente reso conto di
quanto fosse noioso e imbecille il Lord Maresciallo. Ma ora
s, cominciava ad accorgersene, eccome.
Come se non fosse abbastanza, poi, molte delle persone ai
tavoli erano ospiti che lui avrebbe decisamente preferito non
invitare. Poteva anche chiudere un occhio su Sult, l'Arcilettore dell'Inquisizione, dal momento che sedeva nel Consiglio
Ristretto ed era senza dubbio un uomo potente, ma non riusciva a capire perch si era dovuto portare dietro quel bastardo di Glokta. Lo storpio sembrava anche pi malato del solito, con quegli occhi spasmodici e quelle occhiaie livide. Per
qualche oscura ragione, di tanto in tanto lanciava a Jezal occhiate bieche e diffidenti, neanche lo reputasse colpevole di
chiss quale crimine. Che faccia tosta! E alla sua festa, per
giunta!
Ma al peggio non c'era mai fine. Infatti, dall'altra parte
della sala c'era pure quel vecchio pelato, quello che si faceva
chiamare Bayaz. Jezal non era ancora riuscito a comprendere
le sue strane congratulazioni dopo il Torneo, n per inciso la
reazione di suo padre quando l'aveva visto. Lui e quel suo orribile amico, quel barbaro con nove dita che gli sedeva ac-
canto.
Il Maggiore West aveva avuto la sfortuna di capitare accanto al selvaggio, ma se la stava cavando bene in effetti,
perch i due erano impegnati in una fitta conversazione.
L'Uomo del Nord scoppiava a ridere all'improvviso e prendeva a pugni il tavolo, facendo tintinnare i bicchieri. Beh, almeno loro si stavano divertendo a quella festa, pens Jezal
acidamente, e desider quasi di essere seduto laggi, vicino a
loro.
Eppure aveva sempre saputo di voler essere un uomo importante un giorno, indossare abiti con un sacco di pelliccia e
pesanti catene d'oro da cerimonia, voleva che la gente si inchinasse, si scappellasse, scodinzolasse davanti a lui. Aveva
preso questa decisione molto tempo addietro e l'idea gli piaceva ancora, in teoria. Solo che, cos da vicino, l'intera faccenda gli sembrava talmente falsa e noiosa. Quanto avrebbe
preferito starsene per i fatti suoi assieme ad Ardee, bench
l'avesse vista solo la notte prima! Con lei non ci si annoiava
di certo
i selvaggi stanno accerchiando Ostenhorm, ci che
ho sentito!, grid qualcuno alla sinistra di Jezal. Il Lord
Governatore Meed sta radunando un esercito e giura di sbatterli fuori dall'Angland!
Ah ah! Meed? Quel pallone gonfiato non riuscirebbe a
sbattere un uovo in una ciotola!
Sarebbe comunque sufficiente per sconfiggere questi
animali del Nord, no? Un uomo forte dell'Unione vale dieci
di questi barbari
Jezal sent la voce di Terez levarsi all'improvviso stridula
al di sopra del chiacchiericcio, abbastanza forte da farsi sentire persino all'altro capo della sala: certo che sposer
chi mi comanda mio padre, ma non deve piacermi per
forza! In quel momento sembrava cos incattivita che Jezal
non sarebbe rimasto sorpreso nel vederla prendere a forchettate la faccia dell'Erede al Trono. Si sent gratificato di sapere che, dopotutto, non era l'unico ad avere problemi con le
donne.
oh, s, una performance eccezionale! Ne parlano
tutti, blaterava ancora Varuz.
Jezal si agit sulla sedia. Per quanto ancora sarebbe andata avanti questa dannata tortura? Si sentiva soffocare. Pass
nuovamente in rassegna tutti i visi ai tavoli e colse le occhiatacce di Glokta che lo fissava sospettoso e guardingo con
quella faccia rovinata. Festa in suo onore o no, Jezal non
seppe sostenere a lungo quello sguardo. Ma perch lo storpio
ce l'aveva tanto con lui?
Piccolo bastardo. Ha imbrogliato. Non so come, ma ha
imbrogliato. Gli occhi di Glokta si posarono lentamente sulla
fila di visi davanti a s, fino a focalizzarsi su Bayaz. Il vecchio impostore se ne stava seduto l, come se fosse a casa
propria. Anche lui c'entra. Hanno imbrogliato insieme. Ma
non so come.
Signori e signore! Il chiacchiericcio si affievol non appena il Lord Ciambellano si alz in piedi per fare un annuncio alla sala. A nome di Sua Maest, vorrei dare a tutti voi il
benvenuto a questo suo umile banchetto. Il Re si mosse un
momento, si guard attorno senza espressione e poi richiuse
gli occhi sbattendo le palpebre. Ovviamente, siamo qui riuniti in onore del Capitano Jezal dan Luthar, il cui nome figura da poche ore in un selezionatissimo elenco, quello dei vincitori del Torneo estivo. Si lev qualche calice, ci fu qualche borbottio d'acclamazione, ma forzato.
Tra di voi riconosco oggi diversi altri vincitori, a molti
dei quali sono stati affidati incarichi di estrema importanza:
il Lord Maresciallo Varuz, il Comandante dei Cavalieri Araldi Valdis, e naturalmente il Maggiore West laggi, ora nello
Stato Maggiore del Maresciallo Burr. Persino io fui un vincitore ai miei tempi. Sorrise e si guard il ventre prominente.
Anche se i miei tempi sono lontani ormai. Un educato
scoppio di risate percorse la sala. Non merito neanche di essere menzionato, vedo. Non tutti i vincitori sono invidiabili,
eh?
I campioni del Torneo, continu il Lord Ciambellano,
sono sempre stati destinati a grandi cose. Io spero, tutti speriamo, che sar cos anche per il nostro giovane amico, il Capitano Luthar. Io invece spero che incappi in una morte
lenta, lass nell'Angland. Stronzetto imbroglione. Tuttavia,
Glokta lev il calice assieme a tutti gli altri e brind a quell'asino arrogante che se ne stava seduto a godersi ogni parola.
Ma pensate. Dopo aver vinto il Torneo anche io sedevo su
quella stessa sedia, circondato da applausi e invidia, tutti
che mi davano grosse pacche di congratulazioni sulla schiena. C'erano altri uomini vestiti a puntino, facce diverse che
grondavano per il caldo, ma nulla cambiato davvero. Il
mio sorriso era forse meno compiaciuto? Certo che no. Anzi,
ero peggio di lui. Per io almeno lo meritavo.
Lord Hoff era cos felice per la vittoria di Luthar che non
smise di brindare finch non ebbe scolato il calice, poi lo
spinse sul tavolo e si lecc le labbra. E ora, prima che arrivino le portate, il mio collega, l'Arcilettore Sult, ha preparato
una piccola sorpresa in onore di un altro nostro ospite. Spero
vi diletti. E il Lord Ciambellano si rimise pesantemente a
sedere, porgendo a un servo il calice affinch lo riempisse di
nuovo.
Glokta lanci un'occhiata a Sult. Una sorpresa dall'Arcilettore? Brutte notizie per qualcuno.
I pesanti drappeggi rossi del palcoscenico si aprirono lentamente, rivelando un vecchio stramazzato sulle assi di legno, avvolto da una veste bianca che per era imbrattata di
sangue. Una grossa tela sullo sfondo raffigurava una foresta
sotto un cielo stellato. L'immagine ricord a Glokta, in modo
piuttosto spiacevole, l'affresco della sala rotonda, quella sotto
le cantine del fatiscente palazzo di Severard, vicino al porto.
Un secondo uomo entr in scena da dietro le quinte, un tipo
alto e snello con bei lineamenti affilati, la testa liscia come
un sasso e una corta barbetta bianca. Glokta lo riconobbe al-
l'istante. Iosiv Lestek, uno degli attori pi rispettati della citt. L'uomo trasal in modo affettato nel vedere il corpo insanguinato.
Oooooooh!, gemette, spalancando le braccia in una resa
drammatica della disperazione e dello sconcerto. La sua era
una voce realmente fragorosa e cos potente da far tremare le
travature del soffitto. Sicuro di aver attratto su di s la totale
attenzione di tutta la sala, Lestek cominci a intonare i suoi
versi, accompagnandoli con ampi movimenti delle braccia.
Le passioni laceranti che esprimeva gli si avvicendavano sul
volto.
E cos, infine, il grande Juvens ai miei piedi giace!
Se ne va col mio signore ogni speranza di pace,
Straziati dalla mano di Kanedias traditore.
Finita, oh maestro, l'epoca del nostro fulgore,
E su di essa tramonta ora il sole.
Il vecchio attore gett la testa all'indietro, e Glokta vide
delle lacrime luccicargli negli occhi. Bel trucco, saper piangere cos a comando. Una lacrima solitaria gli scese lungo la
guancia. Il pubblico sedeva rapito e il vecchio si gir di nuovo a guardare il corpo.
Ah, infame fratricidio! Lento scorre il tempo,
Ma mai occhio vide crimine tanto violento.
Mi aspetto quasi che si spengano gli astri.
Perch la terra non scoppia dei bagliori rossastri
Di distruttrici fiamme?
Si gett in ginocchio e cominci a battersi il petto anziano.
Oh, fato crudele, per quanto lieto sarei
Di raggiungere il maestro, come potrei?
Ch chi resta dopo i grandi nel pi angusto mondo
dispiacerebbe rovesciare la zuppa da tutti i piatti per, quindi Con un forte tonfo, la sedia dell'Arcilettore collass all'improvviso. L'uomo si afferr di scatto alla tovaglia, circondato da una nube di schegge in fiamme, e fin a gambe all'aria sul pavimento, emettendo un grugnito. Il Re si svegli di
soprassalto e i suoi ospiti sbatterono gli occhi increduli, tutti
trattennero il fiato, fissando Bayaz con tanto d'occhi. Ma il
Mago li ignor.
Questa zuppa squisita, disse, e ne succhi rumorosamente una cucchiaiata.
39.
Il Palazzo del Creatore
Era una giornata temporalesca e l'immensa forma del Palazzo del Creatore si ergeva dura, lugubre e scura contro le
nubi sfilacciate. Un vento freddo si insinuava tra gli edifici e
spazzava le piazze dell'Agriont, facendo sventolare gli orli
del mantello nero di Glokta, che si trascinava alle spalle del
Capitano Luthar e di quel Mago mancato, con lo sfregiato
Uomo del Nord al suo fianco. Sapeva che li stavano osservando. Lungo tutto il tragitto. Dietro le finestre, negli ingressi delle case, sui tetti. I Pratici erano dovunque, sentiva i loro
occhi addosso.
Si era aspettato, e in parte lo aveva anche sperato, che Bayaz e i suoi compagni se la fossero svignata durante la notte,
invece erano ancora l. Il vecchio pelato sembrava tranquillo
come se stesse andando ad aprire le porte di una rimessa per
la frutta, e questo a Glokta non piaceva per niente. Quando
finisce il bluff? Quand' che alza le mani e ammette che
tutto un gioco? Una volta arrivati all'Universit? Quando
avremo attraversato il ponte? Oppure nel momento in cui ci
troveremo davanti al portale del Palazzo del Creatore e ci
renderemo conto che la chiave non entra nella serratura?
Eppure in qualche punto nascosto della sua mente aleggiava
un pensiero. E se non dovesse finire affatto? E se invece la
porta si aprisse e lui fosse davvero chi dichiara di essere?
Bayaz chiacchierava amabilmente con Luthar, mentre attraversavano con passo spensierato lo spiazzo deserto in direzione dell'Universit. rilassato quanto un nonno che
parla al nipote preferito, ed altrettanto noioso. ovviamente la citt molto pi grande dell'ultima volta in cui ci
sono venuto. Quel distretto che chiamate le Tre Fattorie oggi
brulica di gente e chiasso, ma ricordo che allora tutto il quartiere era costituito da tre fattorie! Davvero! E ben lontano
dalle mura di cinta!
Ah, disse Luthar.
E per quanto riguarda la nuova sede degli Speziali, mai
in vita mia ho visto tanta ostentazione
Mentre Glokta zoppicava dietro di loro, la sua mente galoppava in cerca di significati nascosti in quel mare di chiacchiere, tentando di trovare un ordine nel caos. Le domande si
affollavano, una dopo l'altra. Perch scegliere me come testimone e non l'Arcilettore stesso? Forse questo Bayaz d per
scontato di potermi imbrogliare pi facilmente? E perch
Luthar? Perch ha vinto il Torneo? E perch ha vinto? Anche lui fa parte dell'inganno? Ma se Luthar era coinvolto in
qualche piano scellerato non lo dava per niente a vedere, poich Glokta non aveva scorto in lui il bench minimo segnale
che fosse una persona diversa dal giovane idiota narcisista
per cui passava.
Per non parlare di lui: un vero mistero. Guard con la
coda dell'occhio l'Uomo del Nord. Nessuna traccia di intenzioni omicide sul suo volto segnato, ma poche, in realt, erano le tracce che gli passasse qualcosa per la testa in generale.
molto stupido o molto astuto? Lo devo ignorare o temere?
il servo o il padrone? Tuttavia non aveva trovato risposta a
nessuna domanda. Per ora.
Beh, questo posto l'ombra di ci che era prima, comment Bayaz con un sopracciglio sollevato, quando, fermandosi davanti alle porte dell'Universit, si trov di fronte alle
due statue sporche e sbilenche. Diede qualche rapido colpo
sulla porta di legno rovinato, facendola sbattere sui cardini, e
con immensa sorpresa di Glokta qualcuno venne ad aprire
quasi subito.
Vi stavamo aspettando, gracchi il vecchio custode.
Tutti lo superarono ed entrarono nel buio dell'ingresso. Vi
indicher come, cominci il vecchio, richiudendo a fatica
la porta scricchiolante.
Non serve, fece Bayaz guardando all'indietro, gi avviatosi a passo svelto lungo il corridoio polveroso, conosco
la strada! Glokta tent di tenere il passo e ben presto cominci a sudare nonostante il freddo. La sua gamba era in
fiamme, e lo sforzo non gli diede neanche il tempo di considerare come facesse quel bastardo senza capelli a conoscere
tanto bene l'edificio. Eppure, a conoscerlo, lo conosce di
certo. Percorreva i corridoi come se avesse trascorso l dentro ogni giorno della sua vita, schioccava la lingua disgustato
davanti alla decadenza del luogo e non smetteva un attimo di
blaterare.
non ho mai visto tanta polvere, eh, Capitano Luthar?
Non mi sorprenderebbe sapere che qui dentro non hanno pi
spolverato dall'ultima volta che ci sono stato! Non riesco a
capire come faccia un uomo a pensare in queste condizioni!
Non ne ho proprio idea Una sfilza di Adepti morti da secoli, e giustamente dimenticati, li fissava tetra dalle tele,
come se tutto quel rumore li stesse disturbando.
I corridoi dell'Universit si susseguivano l'uno dopo l'altro
in quel luogo antico, pieno di polvere e d'abbandono, abitato
soltanto da vecchi ritratti impolverati e libri ammuffiti. Jezal
non sapeva che farsene dei libri. Ne aveva letto qualcuno
sulla scherma e sull'equitazione, un paio su delle famose
campagne militari, una volta aveva persino aperto la copertina di un grosso libro di storia dell'Unione che aveva trovato
nello studio di suo padre, ma dopo tre o quattro pagine si era
stufato.
Bayaz intanto parlava all'infinito. Qui combattemmo
contro i servi del Creatore. Me lo ricordo bene. Invocarono
gridando il nome di Kanedias affinch li salvasse, ma lui non
scese. Questi corridoi erano pieni di sangue, urla e fumo quel
giorno.
Jezal non aveva idea del perch il vecchio idiota avesse
scelto di raccontare le sue storie inverosimili proprio a lui, e
ancora meno sapeva che cosa rispondergli. Sembra
cruento.
Bayaz annu. Lo fu. Non ne vado fiero. Ma gli uomini
buoni ogni tanto sono costretti a fare cose cruente.
Eh, disse l'Uomo del Nord all'improvviso. Jezal non si
era neanche accorto che stesse ascoltando.
E poi era un'altra epoca. Un'epoca di violenza. Soltanto
nel Vecchio Impero i popoli erano pi avanzati rispetto allo
stadio primitivo. Il Midderland, il cuore dell'Unione, che voi
ci crediate o no, era un porcile. Una terra desolata abitata da
trib barbare e guerrafondaie. I pi fortunati tra di loro venivano presi al servizio del Creatore, ma tutti gli altri erano
nient'altro che selvaggi con le facce dipinte, senza una scrittura, senza una scienza, quasi delle bestie.
Jezal lanci uno sguardo furtivo a Novedita. Non era affatto difficile immaginare un barbaro con quel bruto vicino,
ma gli risultava ridicolo credere che una volta la sua bellissima casa era una terra incolta, e lui un discendente di popoli
primitivi. Quel vecchio pelato era un bugiardo fanfarone, o
un pazzo, anche se certa gente importante sembrava prenderlo sul serio.
E Jezal pensava fosse meglio fare sempre ci che diceva
la gente importante.
Logen segu gli altri attraverso un malridotto cortile, delimitato su tre lati dagli edifici cadenti dell'Universit e chiuso
sul quarto dalla facciata interna delle dritte mura dell'Agriont. Tutto era ricoperto da uno strato di muschio vecchio,
folta edera e rovi secchi. Un uomo sedeva su una sedia sgangherata in mezzo alle erbacce e li guardava avvicinarsi.
Vi stavo aspettando, esord alzandosi con un po' di difficolt. Dannate ginocchia. Non sono pi quello di un tempo. Era un tipo anonimo che aveva passato la mezz'et e indossava una casacca logora impataccata sul davanti.
Bayaz gli rivolse uno sguardo aggrottato. Sei il Capo
Guardiano?
Esatto.
Clic.
Glokta si sent i muscoli della faccia contrarsi in accordo
con il suono. L'ho immaginato? Lo sper con tutto se stesso.
Clic.
Di nuovo. No, non mi sbaglio. E ora, di fronte ai suoi occhi increduli, i cerchi sul portale cominciarono a girare. Fece
un passo indietro per lo stupore e il suo bastone stridette sui
mattoni del ponte.
Clic, clic.
Non gli era sembrato che il metallo fosse costituito da pi
pezzi, non c'erano fessure, n solchi, nessun meccanismo,
eppure i cerchi giravano, ciascuno a velocit diversa.
Clic, clic, clic
Pi veloci ancora, velocissimi. Glokta si sent la testa leggera. L'anello pi interno, quello coi caratteri pi grandi, girava molto lentamente, ma quello pi esterno, il pi fino,
vorticava in modo talmente rapido che i suoi occhi non riuscirono pi a seguirlo.
clic, clic, clic, clic, clic
Cominciarono ad apparire delle forme tra i simboli che si
sfioravano tra loro: righe, quadrati, triangoli, incredibilmente
intricati, come in una danza di fronte a Glokta e subito svaniti man mano che i cerchi giravano
Clic.
Poi tutto si ferm all'improvviso, ma i caratteri erano disposti secondo un nuovo schema. Bayaz estrasse la chiave.
Si sent un lieve fruscio, come dell'acqua corrente in lontananza, dopo di che sul portale comparve una lunga fessura
verticale. Le due met si mossero piano, senza rumore, separandosi l'una dall'altra per lasciare uno spazio sempre pi
ampio tra di loro.
Clic.
Scivolarono all'interno del muro, sparendo nei lati dell'architrave squadrato. Il portale era dunque aperto.
Questo s, mormor Bayaz, che fine artigianato.
Nessun vento fetido spir da dentro, nessun puzzo di mar-
gli occhi per terra, sulla mappa del Midderland sotto i suoi
piedi, ma trattenne il fiato. Peggio di prima! Anche il pavimento sembrava girare! Tutta la stanza vorticava attorno a
lui! Gli architravi che conducevano fuori erano una dozzina,
o anche di pi, ed erano tutti identici. Adesso era impossibile
indicare quella da cui erano entrati, e Jezal fu sopraffatto dal
panico. Soltanto il nero globo distante al centro del meccanismo restava immobile, per cui fiss disperatamente gli occhi
annebbiati su quello e tent di calmare il respiro.
Poi la brutta sensazione pass. La vasta sala era di nuovo
immobile, o quasi. Gli anelli si muovevano ancora, ma in
modo quasi impercettibile, di pollice in pollice. Jezal ingoi
un bel po' di saliva, incurv le spalle e si affrett a seguire gli
altri a testa bassa.
Non da quella parte!, rugg all'improvviso Bayaz, con
la voce simile a una deflagrazione nella densit di quel silenzio, uno schianto la cui eco rimbalz centinaia di volte nello
spazio cavernoso.
Non da quella parte!
Non da quella parte!
Jezal balz all'indietro. Il passaggio ad arco che dava sull'apertura buia sembrava identico a quello per cui erano passati gli altri, i quali, ora Jezal se ne accorgeva, erano lontani
alla sua destra. In qualche modo, si era girato e stava procedendo nella direzione sbagliata.
Andate solo dove vado io, ho detto!, sibil il vecchio.
Non da quella parte!
Non da quella parte!
Mi spiace, balbett Jezal, con una voce che sembrava
pietosamente sottile in quell'immensit. Pensavo qui
tutto uguale!
Bayaz pos una mano rassicurante sulla sua spalla e lo
guid gentilmente in un'altra direzione. Non volevo spaventarvi, amico mio, ma sarebbe un vero peccato se uno tanto
promettente come voi dovesse perdere la vita a una cos giovane et. Jezal deglut ancora, scrut l'ingresso buio, pen-
si copriva il naso.
Per una volta, Logen fu d'accordo con lui. Era un odore
che conosceva bene e le sue labbra si curvarono per l'odio.
Puzza di fottuti Testapiatta.
Oh, s, disse Bayaz, anche gli Shanka sono opera del
Creatore.
Opera sua?
Esatto. Prese dell'argilla, del metallo, degli avanzi di carne, e li cre.
Logen lo guard con gli occhi spalancati. Li cre?
Per farli combattere in guerra. Contro di noi, i Maghi.
Contro suo fratello Juvens. Diede vita ai primi Shanka qui, e
poi li lasci liberi per il mondo affinch crescessero, si riproducessero e distruggessero. Quello era il loro scopo. Per
molti anni dopo la morte di Kanedias li abbiamo cercati, ma
non siamo riusciti a catturarli tutti. Li abbiamo ricacciati negli angoli pi bui del mondo, ma l si sono di nuovo moltiplicati, e oggi continuano a crescere e distruggere. Il loro
scopo rimasto inalterato. Logen rimase a bocca aperta.
Shanka, ridacchi Luthar scuotendo la testa.
Non c'era proprio niente da ridere sui Testapiatta. Logen
si gir di colpo verso di lui, ingombrando la stretta balconata
con il suo corpo, e si erse davanti a Luthar nella penombra.
Ti fa ridere?
Beh, volevo dire, tutti sanno che non esiste niente del genere.
Io li ho combattuti con le mie mani, ringhi Logen,
per tutta la vita. Hanno ucciso mia moglie, i miei figli e i
miei amici. Il Nord zeppo di fottuti Testapiatta. Si pieg
su di lui. Quindi non dirmi che non esiste niente del
genere.
Luthar era impallidito. Guard Glokta in cerca di sostegno, ma l'Inquisitore stava appoggiato contro il muro a massaggiarsi la gamba, con le fine labbra serrate e la faccia scavata imperlata di sudore. Non me ne frega un cazzo in ogni
caso!, rispose brusco.
Ci sono un mucchio di Shanka in giro per il mondo, sibil Logen, con la faccia a pochi pollici da quella di Luthar.
Forse un giorno ne incontrerai qualcuno. Poi si volt e
prese a seguire Bayaz con ampie falcate, anche perch il
Mago stava gi svanendo attraverso un passaggio ad arco in
fondo alla balconata e Logen non aveva alcuna intenzione di
rimanere indietro in quel posto.
Un'altra sala. Enorme, costeggiata su entrambi i lati da
una silenziosa foresta di colonne, tra le quali regnava una
moltitudine di ombre. Dardi di luce calavano dall'alto ricamando strane trame sul pavimento di pietra, forme di luce e
d'ombra, linee nere e bianche. Quasi come delle lettere. C'
forse scritto un messaggio per me? Glokta tremava. Se guardassi solo un minuto di pi, forse capirei
Poi Luthar lo sorpass, la sua ombra si proiett sul pavimento spezzando le linee e la sensazione scomparve. Glokta
tent di riscuotersi. Sto perdendo la ragione in questo posto
maledetto. Devo pensare con razionalit. Attieniti ai fatti,
Glokta, solo ai fatti.
Da dove proviene la luce?, chiese.
Bayaz fece un gesto con la mano. Dall'alto.
Ci sono finestre?
Forse.
Il bastone di Glokta toccava la luce, toccava l'ombra, lo
stivale sinistro si trascinava dietro di lui. Ci sono soltanto
corridoi e passaggi qui? Che senso ha?
Chi pu conoscere la mente del Creatore?, inton Bayaz solennemente. O scandagliare i suoi grandi piani?
Sembrava quasi che il non dare mai risposte dirette lo rendesse orgoglioso.
Da quel che Glokta vedeva, tutto quel posto sembrava un
gigantesco spreco di fatica. In quanti vivevano qui dentro?
Tanti anni fa, in tempi pi felici, molte centinaia. Persone di ogni tipo servivano Kanedias e lo aiutavano nella sua
opera. Ma il Creatore era sempre diffidente e geloso dei suoi
segreti. Cos, a uno a uno, scacci tutti i suoi seguaci, relegandoli nell'Agriont, nell'Universit. Verso la fine, solo in tre
vivevano qui: Kanedias, il suo assistente Jaremias, Bayaz
fece una pausa, e sua figlia Tolomei.
La figlia del Creatore?
S, allora?, ribatt il vecchio.
Niente, niente. Eppure, tutto il suo smalto venuto
meno, anche se solo per un momento. strano che conosca
cos bene i meandri di questo posto. E voi quando vivevate
qui?
Bayaz sfoggi uno sguardo contrariato. Non gradisco
troppe domande.
Glokta lo osserv allontanarsi. Sult si sbagliava. Neppure
l'Arcilettore infallibile, dopotutto. Ha sottovalutato questo
Bayaz, e ci gli coster caro. Chi questo pelato irascibile
per ridicolizzare e mandare a gambe all'aria l'uomo pi potente dell'Unione? Ma l dentro, nelle viscere di quel posto
ultraterreno, la risposta non sembr affatto strana.
Il Primo Mago.
Eccoci.
Dove?, chiese Logen. Il corridoio proseguiva su entrambi i lati, curvando appena per poi scomparire nell'oscurit, con le sue mura di mattoni enormi e ininterrotti.
Bayaz non rispose. Faceva correre pian piano le mani sulle pietre, in cerca di qualcosa. S, ci siamo. Il Mago tir
fuori la chiave dalla casacca. Meglio che vi teniate pronti.
Per cosa?
Bayaz inser la chiave in una serratura invisibile, al che
uno dei blocchi che formavano il muro svan all'improvviso
all'interno del soffitto, con uno schianto tremendo. Logen
barcoll all'indietro e scosse la testa. Vide Luthar piegarsi in
due con le mani premute sulle orecchie. Tutto il corridoio
parve risuonare all'infinito di tonfi.
Aspettatemi qui, fece Bayaz, anche se Logen lo ud a
stento al di sopra del fischio che gli riempiva le orecchie.
No. Erano quei tre uomini a stare in cima alla sua lista. Il
vecchio arrogante con le sue stupide ciance e quell'aura di
sufficienza e mistero di cui si circondava; l'enorme selvaggio
pieno di brutte cicatrici, con quel perenne broncio minaccioso; lo storpio che adorava fare le paternali e lanciava in continuazione quei commenti sprezzanti con la pretesa di sapere
tutto della vita. Loro tre, combinati all'aria stagnante e alla
perpetua oscurit di quell'orribile posto, sarebbero bastati per
farlo vomitare di nuovo. Jezal riusciva a immaginare solo
una cosa peggiore di quella compagnia, cio il non avere affatto una compagnia. Guard le ombre che si addensavano
tutte intorno a lui e rabbrivid al pensiero di trovarsi l dentro
da solo.
Eppure il suo stato d'animo miglior un poco dopo che
ebbero svoltato un angolo. C'era un quadratino di luce pi
avanti e Jezal vi si precipit, sorpassando Glokta che si trascinava con il suo bastone e pregustando il momento in cui
sarebbe uscito di l, di nuovo alla luce del sole.
Chiuse gli occhi per il piacere di respirare all'aria aperta.
Il vento freddo gli sferzava la faccia e lui ne inspir tutte le
boccate che pot. Il sollievo era inimmaginabile, neanche
fosse stato intrappolato l dentro al buio per settimane; fu
come se una mano stretta attorno al suo collo avesse all'improvviso mollato la presa. Avanz su un ampio spazio aperto,
pavimentato con pietre piatte e rozze. Novedita e Bayaz erano poco pi avanti, l'uno di fianco all'altro, affacciati a un
parapetto che arrivava loro alle cintole, e al di l
L'Agriont. Un tappeto di mura bianche, tetti grigi, finestre
scintillanti e verdi giardini. Non si trovavano neanche vicini
alla cima del Palazzo del Creatore, bens su uno dei tetti pi
bassi, sopra il portale, ma comunque paurosamente in alto.
Jezal riconobbe la fatiscente Universit, la cupola lucida del
Cerchio dei Lord, la forma tarchiata del Palazzo degli Interrogatori. Si vedeva la Piazza dei Marescialli, simile a una
ciotola di panche di legno tra gli edifici, magari anche il minuscolo accenno del cerchio giallo al centro. Oltre la citta-
grossi pugni serrati sul parapetto di pietra nuda. Io lo aggredii con fuoco e acciaio, e carne, e lui aggred me. Lo feci
precipitare. Cadde avvolto dalle fiamme e si schiant sul
ponte. E cos l'ultimo figlio di Euz lasci questo mondo, e
tanti loro segreti andarono persi per sempre. Si distrussero
l'uno con l'altro, tutti e quattro. Che spreco.
Bayaz si gir a guardare Logen. Ma stato molto tempo
fa, eh, amico mio? Molto tempo. Gonfi le guance e fece
uscire tutta l'aria, rannicchiandosi nelle spalle. Andiamocene di qui. Sembra di stare in una tomba. Beh, una tomba.
Sigilliamola di nuovo e con essa sigilliamo anche i ricordi. Il
passato passato.
Mmh, disse Logen. Mio padre diceva che i semi del
passato danno i frutti nel presente.
cos, infatti. Bayaz allung lentamente una mano e
con le dita sfior il metallo scuro e freddo della scatola che
Logen sosteneva. vero. Tuo padre era un uomo saggio.
La gamba di Glokta era preda di un dolore lancinante e la
sua ritorta spina dorsale era interamente percorsa da insopportabili fitte, dal culo alla testa. In bocca gli sembrava di
avere la segatura, tanto era secca; la sua faccia sudata veniva
colta da spasmi improvvisi e il respiro gli sibilava dal naso,
ma tir dritto nell'oscurit, via dalla vasta sala dell'orbe nero
con quello strano aggeggio intorno, e oltre verso il portale
aperto. Alla luce.
Se ne rest l con la testa inclinata all'indietro, sul ponte
stretto davanti allo stretto accesso, con la mano tremante sul
pomello del bastone, poi si strofin gli occhi sotto le palpebre che battevano, prendendo grosse boccate d'aria pulita e
sentendo la brezza fredda sulla faccia. Chi l'avrebbe detto
che il vento potesse dare una cos bella sensazione? Meglio
che non abbia incontrato scale, comunque. Non ce l'avrei
mai fatta.
Luthar era arrivato gi a met del ponte, neanche avesse
un demone alle calcagna. Novedita lo seguiva da vicino, col
ginaria. Tutto tornato com'era prima che arrivassimo. Volt la schiena formicolante, risucchi l'aria tra le gengive contro i consueti attacchi di nausea e, tra un'imprecazione e
un'altra, attravers il ponte zoppicando.
Luthar batteva disperatamente i pugni sui vecchi battenti
dall'altra parte. Fateci entrare! Quasi singhiozzava quando
Glokta si avvicin, e nella sua voce rotta si riscontrava una
nota di panico. Fateci entrare! Infine il portone si apr traballando e dietro di esso comparve lo stupefatto Guardiano.
Peccato. Ero sicuro che il Capitano Luthar sarebbe scoppiato in lacrime. Il fiero vincitore del Torneo, il giovane pi coraggioso dell'Unione, il fiore della virilit, che frigna come
una fanciulla in ginocchio. Vederlo in quello stato avrebbe
dato pi senso a questa visita. Luthar si fiond oltre la porta
aperta, seguito da un cupo Novedita che stringeva ancora la
scatola di metallo tra le braccia. Il Guardiano squadr Glokta
mentre arrivava zoppicando fino al portone. Tornati cos
presto?
Vecchio imbecille. Ma che diavolo dici, cos presto?
Io non ho neanche finito le uova. Siete stati via neanche
mezz'ora.
Glokta scoppi in una risata senza gioia. Mezza giornata,
forse. Ma si accigli nello scrutare il cortile al di l della
porta e constatare che le ombre erano quasi nella stessa,
identica posizione di quando l'avevano attraversato. Ancora
prima mattina, ma com' possibile?
Una volta il Creatore mi disse che il tempo tutta questione di mente. Glokta fece una smorfia di dolore quando
volt la testa e vide che Bayaz era quasi arrivato e si stava
picchiettando la tempia liscia con un grosso dito. Potrebbe
andare peggio, credetemi. C' da preoccuparsi davvero quando si esce prima di essere entrati. Sorrise e i suoi occhi
scintillarono, investiti dal fascio di luce che proveniva da oltre il portone. Fa il cretino, o mi sta prendendo in giro? In
ogni caso, questi giochetti alla lunga stufano.
Basta con gli indovinelli, ringhi Glokta. Perch non
40.
Il cane di nessuno
Perch a me?, bofonchi West tra i denti sbarrati, in vista del ponte al Cancello Sud. Quella ridicola faccenda al
porto gli aveva preso molto pi tempo del previsto, ma d'altra parte non era sempre cos negli ultimi giorni? Certe volte
gli sembrava di essere l'unico in tutta l'Unione che si stesse
seriamente preparando a una guerra, l'unico a dover organizzare da solo tutto quanto, occupandosi persino della ferratura
dei cavalli. Era gi in ritardo per l'appuntamento quotidiano
con il Maresciallo Burr e sapeva di dover concludere un centinaio di cose impossibili quel giorno. Tutti i giorni era cos,
e rimanere invischiato in quell'inutile ritardo al portale dell'Agriont era proprio l'ultima cosa di cui aveva bisogno.
Perch, perch proprio a me? L'ormai troppo familiare
mal di testa che gli pulsava dietro agli occhi stava gi ritornando e pareva arrivare sempre prima, ormai, e andare a finire sempre peggio.
A causa del caldo degli ultimi giorni, alle guardie era stato
accordato il permesso di entrare in servizio senza l'armatura
completa, ma West immagin che almeno due di loro se ne
stessero pentendo in quel momento. Uno stava rannicchiato
per terra accanto al portale e gemeva rumorosamente con le
mani ficcate tra le gambe. Il suo sergente, bench ancora in
piedi, stava piegato in due accanto a lui, con il naso gocciolante di sangue, di cui alcune gocce si erano sparse sui mattoni del ponte ai suoi piedi. Gli altri due soldati della guardia
tenevano le lance abbassate, le punte dirette verso un giovane macilento dalla pelle scura, vicino al quale c'era un altro
uomo del sud, con lunghi capelli grigi, appoggiato alla ringhiera a guardare la scena con un'aria di profonda rassegna-
zione.
Il giovane si guard rapidamente dietro le spalle e West si
sorprese nel vedere che in realt era una donna. Aveva capelli neri e corti, che le rimanevano dritti sulla testa in una massa di spuntoni unticci; una manica del suo vestito era strappata all'altezza della spalla e lasciava cos scoperto un lungo
braccio muscoloso, la cui mano brandiva un affilatissimo pugnale ricurvo brillante come uno specchio, l'unica cosa di lei
a sembrare pulita. Tutto il lato destro della sua faccia, dal sopracciglio nero alle labbra sdegnose, era sfregiato da una fina
cicatrice grigia. Tuttavia furono i suoi occhi a cogliere West
in contropiede: lievemente a mandorla, socchiusi, ostili e sospettosi, ma soprattutto gialli. Ai suoi tempi, quando aveva
combattuto a Gurkhul, ne aveva visti di Kantichi, ma nessuno con occhi cos profondi e intensi, di quel giallo dorato, simile al
Piscio. Tale era anche il suo odore quando si fu avvicinato
un poco a lei. Piscio, sporco e sudore acido, stantio. Anche
quello era un ricordo della guerra, la puzza degli uomini che
non si lavavano da un'eternit. Accostandosi a lei, West represse l'istinto di storcere il naso e mettersi a respirare con la
bocca, e allo stesso modo cerc di resistere al bisogno impellente di stare alla larga da quella lama scintillante. Mai farsi
vedere impauriti quando si deve calmare una situazione a rischio, anche se te la stai facendo addosso, l'esperienza gli
aveva infatti insegnato che se mostri di avere tutto sotto controllo sei gi a met dell'opera.
Che accidenti succede qui?, ringhi al sergente dalla
faccia insanguinata. Non dovette nemmeno fingere di essere
seccato, visto che il suo ritardo e la sua rabbia aumentavano
con il passare dei secondi.
Questi mendicanti fetenti pretendono di entrare nell'Agriont, signore! Ho provato a mandarli via, ovviamente, ma
hanno delle lettere!
Lettere?
Lo strano vecchio picchiett la spalla di West, gli conse-
gn un foglio di carta ripiegato, lievemente sporco sui margini, e lui lo lesse con un'espressione via via sempre pi cupa.
Questa una lettera di permesso firmata da Lord Hoff in
persona. Dovete lasciarli passare.
Ma non armati, signore! Gli ho detto che non potevano
entrare con le armi! Il sergente sollev le braccia onde mostrare uno strano arco di legno scuro in una mano e una spada del tipo ricurvo che si usava a Gurkhul nell'altra. Ci abbiamo messo un po' per farle consegnare queste, ma quando
ho tentato di perquisirla questa cagna Gurkish La donna sibil e fece un rapido passo avanti, al che il sergente e le
due guardie si ritrassero nervosamente, chiudendosi in gruppo.
Calma, Ferro, sospir il vecchio in lingua kantica. Per
l'amor di Dio, calma. La donna lanci uno sputo sulle pietre
del ponte e sibil un insulto che West non riusc a comprendere, poi agit la lama avanti e indietro come a dire che sapeva come usarla, ed era pi che disposta a farlo.
Perch a me?, mormor West sottovoce. Era chiaro che
non sarebbe andato da nessuna parte finch non avesse risolto quella questione. Come se non avesse gi tante cose di cui
preoccuparsi. Prese un respiro profondo e fece del suo meglio per mettersi nei panni della donna maleodorante: una
straniera, circondata da uomini bizzarri della cui lingua non
capiva una sola parola, gente che le puntava contro le lance
mentre provava a perquisirla. Probabilmente anche lei in
quel momento stava pensando a quando puzzasse West. Doveva essere pi disorientata e spaventata che pericolosa. Non
che sembrasse innocua, certo, e neanche impaurita, a dirla
tutta.
Il vecchio sembrava sicuramente il pi ragionevole dei
due, quindi West si rivolse a lui per primo. Voi due venite
da Gurkhul?, chiese in un kantico stentato.
L'altro lo guard con occhi stanchi. No. A Sud non ci
sono solo i Gurkish.
Kadir, allora? Taurish?
Conosci il Sud?
Un po'. Ho combattuto in guerra l.
Il vecchio fece uno scatto della testa verso la donna, che li
fissava sospettosa con quelle schegge gialle. Lei viene da
un posto chiamato Muntaz.
Mai sentito.
Certo, perch dovresti averlo sentito? Il vecchio scroll
le spalle ossute. Un paesino vicino al mare, a est di Shaffa,
oltre le montagne. I Gurkish lo conquistarono anni fa e il suo
popolo venne disperso, oppure schiavizzato. A quanto pare,
lei intrattabile da allora. La donna li scrut accigliata,
sempre tenendo d'occhio i soldati.
E tu?
Oh, io vengo da molto pi a sud, da oltre Kanta, al di l
del deserto. Fuori dal Circolo del Mondo, addirittura. La terra in cui sono nato non segnata sulle tue mappe, amico. Il
mio nome Yulwei. E gli offr una lunga mano nera.
Collem West. La donna li osserv con diffidenza mentre si stringevano la mano.
Questo si chiama West, Ferro! Ha combattuto contro i
Gurkish! abbastanza perch ti fidi di lui? Yulwei non
sembrava molto speranzoso, e in effetti le spalle della donna
erano comunque curvate e pronte a scattare, n la sua presa
sull'impugnatura del coltello s'era allentata. Uno dei soldati
scelse proprio quel momento inopportuno per avanzare di un
passo, portando avanti la lancia verso di lei, cos la donna
ringhi, sput di nuovo e grid altri insulti incomprensibili.
Adesso basta!, la voce di West rugg al soldato. Tirate
su quelle fottute lance! Loro lo guardarono esterrefatti e lui
lott per far tornare la sua voce a un tono normale. Non
penso sia un'invasione su larga scala, non credete? Per cui tiratele su!
Le punte di lancia si allontanarono dalla donna con riluttanza. West le si piant davanti, tenendo gli occhi fissi su di
lei con tutta l'autorit di cui era capace. Non mostrare paura,
pens, anche se il suo cuore martellava. Apr il palmo di
Questo tutto.
E vorreste che dicessi questo al Lord Maresciallo?
Armare le reclute una responsabilit dei Lord che le arruolano, snocciol formalmente. Io non posso essere biasimato se loro trascurano i loro obblighi. Semplicemente, non
un nostro problema, Maggiore West, Provate a dire questo
al Lord Maresciallo.
Era sempre cos. Avanti e indietro: dagli uffici di Burr ai
vari ufficiali di reparto, e da l ai comandanti delle compagnie, dei battaglioni o dei reggimenti, poi dritto fino ai magazzini sparsi per l'Agriont e per la citt, passando per le armerie, i baraccamenti, le stalle o il porto, da dove i soldati e
il loro equipaggiamento si sarebbero imbarcati di l a pochi
giorni; e poi di nuovo indietro presso altri reparti, con cui si
ritrovava al punto di prima, dopo aver camminato miglia e
miglia senza concludere niente. Tutte le notti crollava nel letto come un sasso e si svegliava qualche ora dopo solo per ricominciare tutto da capo.
Quando comandava un battaglione, il suo mestiere era
stato quello di combattere il nemico con l'acciaio, ma come
ufficiale di Stato Maggiore, apparentemente, il suo compito
era quello di combattere il suo stesso Paese con le scartoffie;
era un segretario, pi che un soldato. Si sentiva come uno
che spinge un masso su per una collina e fatica da morire
senza smuoverlo di un pollice, e senza poter smettere di
spingere per il timore che il masso lo schiacci. E intanto, bastardi arroganti come quello, gente che correva il suo stesso
pericolo, se ne stava a braccia conserte sul pendio accanto a
lui, dicendo: Beh, non il mio sasso.
Solo adesso capiva perch, durante la guerra a Gurkhul,
certe volte gli uomini non avevano abbastanza cibo da mangiare e vestiti da indossare, perch mancavano sempre carri
per il trasporto degli approvvigionamenti, o addirittura i cavalli con cui trainare i carri, e tutte quelle altre cose che erano tanto necessarie quanto prevedibili.
West si sarebbe dannato, ma mai avrebbe permesso a cose
Non saprebbe da dove cominciare! Come potreste essere felici insieme? La sua testa era sul punto di spaccarsi a met,
ma continu a strepitare. E che succede se, cosa molto pi
probabile, dovesse abbandonarti? Eh? Saresti finita, ci hai
pensato? Ci sei gi andata vicina una volta! E tu dovresti essere quella sveglia! Stai diventando lo zimbello di tutti! L'ira lo stava quasi strozzando. E anche io, per colpa tua!
Ardee trattenne il fiato. Ah, dunque cos!, grid. A
nessuno frega un cazzo di me, ma se la tua reputazione in
pericolo
Stupida puttana dei cazzo! La caraffa vortic a mezz'aria, infrangendosi sul muro non lontano dalla testa di Ardee e
schizzando frammenti di vetro ovunque, mentre il vino prendeva a colare sull'intonaco. Ci lo rese ancora pi furioso.
Perch non mi ascolti, cazzo!
Attravers la stanza in un baleno, tanto che Ardee rimase
esterrefatta per un istante, poi il pugno di lui incontr la faccia della sorella che si stava alzando in piedi. Il corpo non
tocc neanche terra, perch le mani dell'uomo la afferrarono
prima, sollevandola di peso e sbattendola al muro.
Ci distruggerai! La testa di lei colp la parete, una, due,
tre volte. Lui le chiuse le dita attorno alla gola, serr i denti e
il suo corpo la schiacci contro il muro. Si sent un rantolo
quando West cominci a stringere.
Inutile, egoista dannata puttana!
I capelli di Ardee le si erano aggrovigliati sulla faccia, e
lui vedeva soltanto un pezzetto di pelle, l'angolo della bocca,
un occhio scuro che lo fissava, ma privo di dolore e paura.
Vuoto, inespressivo come quello di un cadavere.
Lui stringeva, lei rantolava, lui stringeva ancora.
Sempre di pi
Poi West si riebbe con un sobbalzo nauseato. Le dita si
aprirono all'istante e la mano si ritrasse di scatto. Sua sorella
rimase in piedi contro il muro. Il suo respiro era corto, la
sentiva ansimare. Oppure era lui a farlo? Pareva che la testa
gli si stesse aprendo in due. E quell'occhio che lo fissava an-
cora
Aveva senz'altro immaginato tutto. S, sicuramente. Si sarebbe svegliato dopo qualche secondo e l'incubo sarebbe passato. Un sogno. Ma poi lei si scost i capelli dalla faccia.
Era cerea, pallida come la morte, e su quel biancore il rivolo di sangue che le scendeva dal naso pareva quasi nero. I
segni rossi attorno al collo di sua sorella erano vividi, erano i
segni che le avevano lasciato le sue dita. Era tutto vero, allora.
Lo stomaco di West si rivolt. Apr bocca ma non riusc a
fiatare, intanto che fissava il sangue sul labbro di lei. Ardee Era talmente disgustato che quasi vomit nel pronunciare il suo nome. Sentiva il sapore della bile in fondo alla
gola, eppure continu a balbettare. Scusa scusa Stai
bene?
Sono stata peggio. Lei sollev una mano lentamente e
si tocc il labbro con la punta di un dito, allora il sangue le
imbratt la bocca.
Ardee Allung una mano verso di lei, ma la ritrasse
immediatamente, nel timore di ci che avrebbe potuto fare.
Perdonami
Lui chiedeva sempre perdono, ricordi? Ci picchiava e
poi piangeva. Gli dispiaceva sempre, ma questo non lo ha
mai fermato e le volte successive era sempre la stessa storia.
Te lo sei dimenticato?
West ebbe un conato e si ricacci nuovamente il vomito in
gola. Se lei avesse pianto o urlato, o se l'avesse preso a pugni, sarebbe stato molto pi semplice per lui, perch poteva
sopportare tutto, ma non questo. Cercava di non pensarci, ma
non se l'era dimenticato. No, sussurr, ricordo.
Pensi che si sia fermato quando sei andato via? No.
peggiorato. L'unica differenza che mi nascondevo da sola.
Sognavo che tu saresti tornato a salvarmi, ma quando tornavi
restavi solo qualche giorno, e le cose tra noi erano cambiate.
Non hai fatto nulla.
Ardee io non sapevo
41.
Ogni uomo venera se stesso
Ferro fiss quel muso rosa con gli occhi socchiusi e lui le
restitu lo sguardo. Lo scambio andava avanti gi da un bel
po', e infatti si erano guardati, se non per tutto il tempo, almeno per la maggior parte. Erano brutti tutti, quegli affari
flaccidi e bianchicci, ma lui era un caso a parte.
Era orribile.
Lei sapeva di essere sfregiata, segnata dal sole e dal vento, e logorata dagli anni trascorsi all'aperto, ma la pelle chiara sulla faccia di quel tipo sembrava uno scudo martoriato in
battaglia, tutta piena di bozzi e tagli, ammaccature e cicatrici.
Era sorprendente vedere degli occhi ancora vivi su una faccia cos malridotta, eppure eccoli l, e la fissavano.
Aveva deciso che era pericoloso.
Non era solo grosso, ma anche forte. Brutalmente forte.
Pesava il doppio di lei, forse, e quel collo massiccio era tutto
muscoli. Ferro avvertiva la forza che si irradiava da lui. Probabilmente avrebbe potuto sollevarla con una mano, ma lei
non se ne preoccupava troppo, perch prima avrebbe dovuto
prenderla. La stazza e la forza possono rendere un uomo lento.
E lento e pericoloso non vanno d'accordo.
Le cicatrici la impensierivano anche meno. Significava
solo che aveva combattuto un sacco di volte, ma mica che
aveva vinto. Erano altre cose a metterla in allarme, come il
modo in cui stava seduto, immobile ma mai rilassato, pronto,
paziente. Il modo in cui muoveva quegli occhi astuti e attenti, guardando prima lei e poi il resto della stanza, e poi di
nuovo lei; occhi scuri, guardinghi, meditabondi che la soppesavano. C'erano grosse vene sui dorsi delle mani, ma le dita
erano lunghe e intelligenti, sporche sotto le unghie. Gli mancava un dito, per cui aveva un moncone bianco, e questo non
le piaceva affatto. Puzzava di pericoloso.
Mai avrebbe voluto combattere contro di lui disarmata.
Per aveva consegnato il pugnale a quel muso rosa al
ponte. Era stata sul punto di sgozzarlo, ma all'ultimo momento aveva cambiato idea perch qualcosa nei suoi occhi le
aveva ricordato Aruf, prima che i Gurkish mettessero la sua
testa su una picca. Triste e sincero, come se la capisse, come
se lei fosse una persona e non una cosa. Sicch, all'ultimo
momento, suo malgrado, aveva consegnato la lama e aveva
permesso a quegli altri di portarla l dentro.
Stupida!
Se ne pentiva adesso, e amaramente, ma avrebbe combattuto con le unghie e coi denti se fosse stata costretta. La gente non si rende conto di quanto il mondo sia pieno di armi:
cose da lanciare o su cui lanciare i nemici, cose da rompere o
usare come mazze, panni da avvoltolare per strangolarli, terriccio con cui accecarli. E in mancanza di tutto questo, gli
avrebbe azzannato la gola. Tir indietro le labbra e gli mostr i denti come a dirgli che ne era capace, ma lui non le
diede la bench minima soddisfazione e se ne rimase seduto
l a osservare tutto, silenzioso, immobile, brutto e pericoloso.
Musi rosa di merda, sibil tra s e s.
Il tipo secco, invece, non sembrava per niente pericoloso,
malaticcio semmai, con quei capelli lunghi da femmina. Goffo e scattoso, non faceva altro che leccarsi le labbra, e ogni
tanto le lanciava qualche sguardo, ma si girava subito quando lei ricambiava bieca le sue occhiate e deglutiva facendo
muovere il pomo d'Adamo su e gi. Pareva impaurito, perci
non era una minaccia, ma Ferro lo teneva d'occhio lo stesso,
anche se era concentrata soprattutto su quello grosso. Meglio
non trascurarlo, quello.
La vita le aveva insegnato ad aspettarsi sempre delle sorprese.
la sua cella molto prima che egli diventasse Uthman-ul-Dosht, quando era solo il figlio minore dell'Imperatore. Quando
lei era una dei suoi tanti schiavi, ma sua prigioniera. Ferro si
sporse in avanti e sput dalla finestra.
Odiava i giardini.
Odiava le citt in generale, perch erano luoghi di schiavit, paura e degradazione, circondate da mura che erano come
le sbarre di una prigione. Prima se ne sarebbe andata da quel
posto maledetto e prima sarebbe stata contenta. O almeno un
po' meno infelice. Si tolse dalla finestra e aggrott di nuovo
la fronte. Tutti la stavano guardando.
Quello di nome Bayaz parl per primo. Hai scoperto una
cosa davvero stupefacente, fratello. Non passa certo inosservata, eh? Sei sicuro che lei sia quello che cerco?
Yulwei la fiss per un po'. Non potrei esserlo di pi.
Guardate che io sono qui, disse loro con un ringhio, ma
il porco pelato continu a parlare come se lei non ci fosse.
Sente dolore?
Poco. Ha lottato contro un Mangiatore durante il viaggio.
Davvero? Bayaz ridacchi a bassa voce. L'ha ferita
gravemente?
S, ma nel giro di due giorni gi poteva camminare e una
settimana dopo era guarita. Ora non mostra neanche un graffio. Non normale.
Abbiamo visto molte cose non normali ai nostri tempi.
Dobbiamo esserne sicuri. L'uomo senza capelli si infil una
mano in tasca e Ferro lo osserv sospettosa mentre tirava
fuori qualcosa stretto nel pugno e lo posava sul tavolo: due
sassi lisci e levigati.
Il vecchio si pieg in avanti. Dimmi, Ferro, qual la pietra blu?
Lei gli lanci un'occhiata dura e poi si concentr sui sassi,
ma sembravano identici. Tutti la guardavano, tutta l'attenzione era rivolta a lei, cos digrign i denti.
Quella. Indic il sasso sulla sinistra.
menti?
E ti ho mai condotto su un sentiero sbagliato?
Questo da vedere. Tu sei il Primo, Bayaz, ma non sei
Juvens. mio compito contestarti e Zacharus far altrettanto.
A lui piacer meno che a me. Molto meno.
Ma non abbiamo scelta.
Altri pagheranno il prezzo, come sempre stato. Questo
Uomo del Nord, Novedita, sa parlare con gli spiriti?
S. Ferr si accigli. Spiriti? Quel monco di un maiale,
a vederlo, a stento sapeva parlare con un altro uomo.
E se trovi il Seme, fece la voce di Yulwei da oltre la
porta, vuoi che Ferro lo custodisca?
Il sangue ce l'ha, e qualcuno deve farlo.
Sta' attento, allora, Bayaz. Ricorda, io so come sei. Pochi
ti conoscono meglio di me. Dammi la tua parola che la terrai
al sicuro, anche dopo che il tuo scopo sar raggiunto.
La sorveglier da vicino, pi che se fosse figlia mia.
Sorvegliala meglio di quanto hai fatto con la figlia del
Creatore e io mi riterr soddisfatto.
Segu un lungo silenzio. Ferro mosse la mascella mentre
ponderava su ci che aveva sentito. Juvens, Kanedias, Zacharus, erano nomi che non significavano nulla per lei. E
quale seme avrebbe potuto ridurre tutto il mondo in cenere?
Lei non ne voleva sapere niente, poco ma sicuro. Il suo posto
era a Sud, a combattere i Gurkish con armi che comprendeva.
La porta si apr e i due vecchi uscirono. Non avrebbero
potuto essere pi diversi tra loro: uno era scuro di pelle, alto
e ossuto e con capelli lunghi, l'altro era bianco, massiccio e
calvo. Li guard entrambi con diffidenza. Quello bianco parl per primo.
Ferro, ho un'offerta per
Non ci vengo con te, vecchio stupido muso rosa.
Una lievissima ombra di disappunto pass per un attimo
sulla faccia dell'uomo calvo, ma scomparve subito. Perch?
Che altro hai da fare di tanto importante?
cerdoti, tutti lo sapevano, cos come i palazzi dei governatori. I sacerdoti erano ovunque, a sciami, come insetti. Nelle
citt, nei villaggi, tra i soldati, sempre a spargere le loro
menzogne, a sussurrare, a consigliare, a ordinare. Yulwei
aveva un broncio infelice sulla faccia, ma Ferro sapeva che il
vecchio muso rosa aveva ragione. S, capisco.
Aiutami e ti dar la tua vendetta, Ferro. Quella vera.
Non la morte di un soldato, o di dieci, ma di migliaia! E magari anche dell'Imperatore stesso, chi lo sa? Scroll le spalle
e si gir un poco. Comunque, non posso costringerti. Torna
alle Terre Arse, se lo desideri. Nasconditi, scappa, rovista
nella sabbia come un topo, se questo ci che ti soddisfa. Se
questa tutta la vendetta che cerchi. I Mangiatori, i figli di
Khalul, ti vanno cercando, e senza di noi ti prenderanno prima di quanto pensi. Ciononostante, la scelta tua.
Ferro aggrott la fronte. Tutti quegli anni nella natura selvaggia, a combattere con le unghie e coi denti, sempre in
fuga, non l'avevano portata a niente. Nessuna vendetta che
fosse degna di essere chiamata tale. Se non fosse stato per
Yulwei, adesso sarebbe morta. Un mucchio d'ossa bianche
nel deserto, carne nei ventri dei Mangiatori. Una schiava in
una gabbia davanti al Palazzo dell'Imperatore.
Putrefatta.
Non poteva dire di no e lo sapeva, ma non le piaceva per
niente. Quel vecchio sapeva esattamente che cosa offrirle e
Ferro odiava non avere scelta.
Ci penser, disse tuttavia.
Di nuovo, un leggerissimo accenno di rabbia subito dissimulata adombr la faccia del vecchio senza capelli. Pensaci
pure, ma non metterci troppo. I soldati dell'Imperatore si
stanno ammassando e il tempo poco. Detto questo, segu
gli altri fuori dalla stanza e la lasci sola con Yulwei.
Non mi piacciono questi maiali, disse ad alta voce, per
farsi sentire dal vecchio appena uscito in corridoio, ma poi
aggiunse abbassando il tono: Dobbiamo andare con loro?
Tu devi. Io me ne torno al Sud.
Cosa?
Qualcuno deve tenere d'occhio i Gurkish.
No!
Yulwei cominci a ridere. Hai provato due volte a uccidermi, una volta a scappare, ma ora che me ne vado vuoi che
resti? Non c' modo di capirti, Ferro.
Lei si accigli. Questo pelato dice che pu darmi la mia
vendetta. Mente?
No.
Allora devo andare con lui.
Lo so. Perci ti ho portato qui.
Non sapeva che dire. Abbass lo sguardo, ma Yulwei la
sorprese avvicinandosi all'improvviso. Ferro sollev una
mano per parare un colpo, invece lui le mise le braccia attorno al corpo e la strinse in un abbraccio. Strana sensazione,
essere cos vicini a qualcun altro. Sentiva calore. Poi Yulwei
la lasci, ma le pos una mano sulla spalla. Cammina sul
sentiero di Dio, Ferro Maljinn.
Mh. Qui non ce l'hanno un Dio.
Ne hanno molti, piuttosto.
Molti?
Non hai notato? Qui ogni uomo venera se stesso. Lei
annu poich era pi o meno la verit. Sii prudente, Ferro. E
presta ascolto a Bayaz. Lui il primo del mio ordine e pochi
al mondo sono saggi quanto lui.
Non mi fido.
Yulwei le si avvicin all'orecchio. Non ho mica detto che
devi fidarti. Dunque sorrise e si volt. Ferro lo osserv
camminare lentamente fino alla porta, poi fuori in corridoio,
ascolt i suoi piedi scalpicciare sulle mattonelle mentre se ne
andava, i suoi bracciali tintinnare dolcemente.
Finch non rimase sola con il lusso, coi giardini e coi
musi rosa.
42.
Vecchi amici
ha fatto?
West lo fiss con aria sgomenta e insicura, ma non disse
nulla.
Glokta si pieg verso di lui, con le mani aperte sul tavolo,
ritraendo le labbra per mostrare la sua bocca devastata.
Morto! morto sul ponte! E cosa rimane di lui? Una dannata carcassa che porta il suo nome! Un'inquietante ombra
che zoppica! Un fantasma storpio, che resta aggrappato alla
vita come l'odore di piscio resta aggrappato a un vagabondo!
Non ha amici, questo disgustoso avanzo di merda, e non ne
vuole avere! Vattene, West! Torna da Varuz e da Luthar, e da
tutti quei bastardi con la testa vuota! Qui non c' nessuno che
conosci! Le sue labbra bagnate di sputo tremarono per la repulsione, ma non sapeva chi lo disgustasse di pi, se West o
se stesso.
Il Maggiore sbatt le palpebre, i muscoli della sua mascella si mossero, ma non parl. Poi si alz in piedi, tremando.
Mi spiace, disse gi di spalle.
Dimmi una cosa!, grid Glokta, e l'altro si ferm all'istante davanti alla porta. Tutti gli altri, loro mi sono rimasti
vicini fintanto che gli servivo, fintanto che ero qualcuno. Ma
questo l'ho sempre saputo. Non sono rimasto sorpreso che
non volessero pi saperne niente di me al mio ritorno. Ma tu,
West, pensavo che fossi un amico migliore, un uomo migliore. Pensavo che almeno tu, e tu soltanto, saresti venuto a trovarmi. Scroll le spalle. Ma suppongo che mi sbagliassi
sul tuo conto. Glokta si gir dall'altra parte, rivolgendo il
viso accigliato verso il fuoco, in attesa di sentire la porta di
casa che si chiudeva.
Non te l'ha detto?
Glokta lo guard. Chi?
Tua madre.
Sbuff. Mia madre? Dirmi che?
Che sono venuto. Due volte. Non appena seppi che eri
tornato. Lei mi sbatt fuori dai cancelli della vostra tenuta.
Disse che eri troppo malato per ricevere visite, e che, in ogni
Luthar.
West divenne, se possibile, ancora pi pallido. C' dell'altro che non mi sta dicendo. Ma Glokta non se la sent ancora
di impicciarsi degli affari del suo unico amico, non cos presto, perch il loro rapporto era appena rinato, dunque tacque,
e dopo un po' il Maggiore riprese a parlare.
La vita stata difficile per lei. Io avrei potuto fare
qualcosa. Avrei dovuto. Fiss il tavolo con aria infelice, poi
uno spasmo gli distorse i lineamenti del viso. Lo conosco
bene, quello. uno dei miei preferiti. Disprezzo nei confronti di se stessi. Ma ho scelto di dare precedenza ad altre cose
e ho fatto del mio meglio per dimenticare, fingendo che tutto
andasse bene. Lei ha sofferto e la colpa mia. Toss, deglut
con difficolt, poi le labbra cominciarono a tremargli e si copr la faccia con le mani. colpa mia se dovesse accaderle qualcosa Le sue spalle presero a sussultare in silenzio,
cos Glokta sollev le sopracciglia sorpreso, anche se era
abituato a vedere la gente piangere in sua presenza. Ma di
solito devo mostrargli i miei strumenti prima.
Andiamo, Collem, questo non da te. Si protese lentamente sul tavolo, ritraendo un po' la mano all'inizio, per poi
dare delle pacche goffe sulla spalla del suo amico scosso dai
singhiozzi. Hai commesso degli errori, ma chi non sbaglia?
Il passato passato, e non si cambia. L'unica cosa che si pu
fare cercare di migliorare, non pensi? Cosa? Sono io che
parlo? L'Inquisitore Glokta, che consola gli afflitti? Ma West
sembr calmarsi. Alz la testa, si pul il naso umido e guard
Glokta con occhi lacrimanti e speranzosi.
Hai ragione, hai ragione, certo. Devo riparare ai miei
sbagli. Devo! Mi aiuterai, Sand? La terrai d'occhio, quando
me ne sar andato?
Far tutto il possibile per lei, Collem, puoi fidarti di me.
Una volta ero fiero di dichiararmi tuo amico e lo sarei ancora. Strano, ma Glokta sent quasi una lacrima bagnargli
l'occhio. Io? possibile? L'Inquisitore Glokta, un amico fidato? L'Inquisitore Glokta, un protettore di fanciulle vulne-
43.
Tornato alla terra
que Forley doveva aver detto ci che gli era stato ordinato,
che si aspettassero un uomo solo. Mastino vide Tul che sbirciava da sotto l'arco muscoso, mentre i cavalli gli passavano
sulla testa. Per i morti, quanto gli tremavano le mani! Temeva che la freccia gli sarebbe partita per sbaglio con la corda
tirata a met, rovinando tutto.
Il carro si ferm sulla sponda opposta, al che i due uomini
si alzarono in piedi e puntarono gli strani archi verso Tretronchi. Mastino aveva sotto mira uno di loro, quindi tir la
corda al massimo. Quasi tutti i cavalieri ora erano sul ponte,
e i loro cavalli si agitavano, non troppo contenti di starsene
tutti appiccicati. Il primo uomo tir le redini davanti a Tretronchi, con la lancia abbassata verso di lui. Il capo per non
arretr di un passo - non lui - e aggrott la fronte, senza concedere ai cavalieri la possibilit di girargli intorno, cos che
rimanessero tutti stipati sul ponte.
Bene, bene, Mastino sent dire il primo cavaliere.
Rudd Tretronchi. Pensavamo che fossi morto da un pezzo,
vecchio. Riconobbe la voce di uno degli Scagnozzi di Bethod che stava con lui da tanto tempo. Lo chiamavano il Tremendo.
Perch mi restano ancora una o due battaglie in corpo,
rispose Tretronchi, ancora piantato l.
Il Tremendo si diede un'occhiata intorno e sbirci tra gli
alberi, poich si era accorto di non godere di una posizione
molto buona, ma non parve sospettare niente. Dov' il resto
della compagnia? Dov' quel fottuto Dow, eh?
Tretronchi alz le spalle. Ci sono solo io.
tornato alla terra, vero? Mastino scorse a malapena il
sorriso del Tremendo al di sotto dell'elmo. Peccato. Speravo
di essere io ad ammazzare quello sporco bastardo.
Mastino fece una smorfia, in attesa che Dow uscisse da
dietro quei massi per fiondarsi all'attacco, ma di lui non c'era
traccia. Non ancora, almeno. Aspettava il segnale, per una
volta.
Dov' Bethod?, chiese Tretronchi.
budella.
Il Tremendo sorrise in direzione dei suoi uomini dietro di
s e loro fecero altrettanto. E va bene, vecchio, visto che ci
tieni. Calder ci ha detto di aspettare, ma io non sto nella pelle, voglio proprio vedere la tua faccia. Il Debole sul carretto. Gran parte di lui, almeno. Sorrise e lasci cadere dalla
sella un sacco di tela che racchiudeva un oggetto. Mastino
gi aveva capito di cosa si trattasse. La sacca piomb per terra accanto ai piedi di Tretronchi, allora il contenuto rotol
fuori e dalla faccia del capo Mastino vide che aveva indovinato bene. La testa di Forley.
Beh, era fatta, ovviamente. Fanculo al segnale. La freccia
di Mastino becc uno di quelli sul carretto in pieno petto,
cos l'uomo lanci un grido e si butt all'indietro, trascinando
con s anche quello che guidava. Era stato un ottimo tiro, ma
non c'era tempo di starci a pensare adesso, perch era troppo
impegnato a prendere un'altra freccia e a urlare. Neanche lo
sapeva che cosa urlava, sapeva solo che lo stava facendo.
Anche il Cupo doveva aver scoccato, dal momento che uno
degli Scagnozzi sul ponte emise uno strillo, cadendo da cavallo e piombando nel ruscello.
Tretronchi si era acquattato per ripararsi dietro allo scudo
mentre arretrava davanti al Tremendo, che era deciso a ficcargli la lancia in corpo. Lo Scagnozzo di Bethod affond gli
sproni nei fianchi del cavallo, per spingerlo a superare il
ponte e proseguire sul sentiero al lato. Il cavaliere dietro di
lui lo super aggirandolo, ansioso di togliersi dal ponte anche lui, ma cos facendo arriv proprio accanto ai massi.
Fottuti bastardi! Dow si butt dalle rocce e atterr sul
cavaliere, quindi entrambi piombarono per terra in una confusione di membra e armi, ma Mastino vide che Dow era
quello che stava sopra. La sua ascia si alz e cal un paio di
volte, velocemente. Uno in meno di cui preoccuparsi.
La seconda freccia di Mastino manc il bersaglio di parecchio, tanto era impegnato a gridare fino a farsi scoppiare
la testa, ma prese uno dei cavalli sulla coscia posteriore e fu
la cosa migliore che potesse succedere, poich la bestia cominci a impennarsi, a dimenarsi, e ben presto tutti gli altri
cavalli presero a girare su se stessi, nitrendo come pazzi; i
loro cavalieri vennero sbatacchiati sulle selle tra un'imprecazione e l'altra, mentre le loro lance si muovevano impazzite
in aria. Ovunque c'era caos e baccano.
Tutto d'un tratto, il cavaliere in fondo si spacc in due in
una fontana di sangue. Testadituono era risalito da sotto il
ponte e gli era arrivato alle spalle, e nessuna armatura avrebbe potuto proteggere l'altro da un colpo del genere. Il gigante
rugg e alz di nuovo quel grosso pezzo di metallo insanguinato sopra la testa; l'uomo successivo fece in tempo a sollevare lo scudo, ma avrebbe anche potuto evitare di prendersi
il disturbo. La spada di Tul ne tagli via un bel pezzo, per
poi rompere in due il cranio del nemico e sbatterlo a terra. Il
colpo fu talmente forte che fece ruzzolare anche il cavallo.
Un altro cavaliere aveva fatto voltare il proprio animale e
stava avanzando dal fianco con la lancia abbassata in direzione di Tul, ma prima di raggiungerlo sussult, arcuando la
schiena con un grugnito. Mastino vide le piume della freccia
che gli spuntavano da un fianco. Il Cupo. L'uomo cadde dalla
sella, ma un piede gli rimase incastrato in una staffa e lui rimase l a ciondolare. Gemeva, si lamentava, cercava di tirarsi su, per il suo cavallo glielo impediva perch si agitava assieme a tutti gli altri, facendolo ballare sottosopra, sbattendo
la sua testa contro il ponte. L'uomo lasci cadere la lancia nel
ruscello e tent per l'ennesima volta di tirarsi su, poi il cavallo gli assest un mezzo calcio su una spalla, che tuttavia riusc a liberarlo. Cadde sotto gli zoccoli dei cavalli imbizzarriti, e quello fu il momento in cui Mastino smise di occuparsi
di lui.
Il secondo arciere stava ancora seduto sul carretto, a malapena ripresosi dallo shock, e intanto puntava il suo arco bizzarro verso Tretronchi, che stava ancora accucciato dietro
allo scudo. Mastino scocc, ma troppo in fretta e mentre urlava, perci il dardo manc il bersaglio per andare a colpire
corpo. Era solo uno in meno, ma a Mastino sembr una mancanza enorme.
Tretronchi aggrott la fronte, si prese il suo momento per
pensare a cosa dire. Meno male che era lui il capo, quello a
dover trovare le parole, perch Mastino giudic che non sarebbe stato in grado di spiccicare una sillaba. Dopo un minuto, Tretronchi cominci a parlare, lento come la luce che svanisce al tramonto.
Questo qui non era un uomo forte. Debole, infatti, era il
suo nome. Fa ridere, chiamare un uomo il Debole. Il guerriero peggiore che riuscirono a trovare per arrendersi a Novedita. Un guerriero debole, senza dubbio, ma dal cuore forte,
dico io.
Gi, convenne il Cupo.
Cuore forte, disse Tul Duru.
Il pi forte, aggiunse Mastino, che, ad essere onesti,
sentiva un groppo in gola.
Tretronchi annu tra s e s. Ci vuole fegato per andare
incontro alla morte come ha fatto lui. Andare, senza lamentarsi. Chiederla. E non per se stesso, bens per altri che nemmeno conosceva. Tretronchi serr la mandibola e si prese
un momento ancora, guardando la fossa. Tutti lo fecero.
Non ho altro da dire. Torniamo alla terra assieme a te, Forley. Ora noi siamo pi poveri e la terra pi ricca.
Dow si inginocchi e pos la mano sul terreno smosso di
fresco. Tornato alla terra, disse. Per un momento, Mastino
pens di vedere una lacrima colargli lungo il naso, ma doveva essere solo pioggia, perch quello era Dow il Nero, dopotutto. Si alz e se ne and a testa bassa verso i cavalli, seguito dagli altri, uno dopo l'altro.
Addio, Forley, disse Mastino. Niente pi paura.
E in quel momento comprese che era lui adesso il codardo
della compagnia.
44.
Infelicit
ci avesse provato, e avrebbe pure avuto ragione. Lei non aveva bisogno del suo aiuto. Inoltre, non poteva toccarla poich
c'era gente intorno, accidenti a loro, occhi ovunque, e non si
poteva mai dire chi stesse guardando. Quel pensiero lo rese
alquanto nervoso.
Ardee non rischioso? Voglio dire, che succede se tuo
fratello
Lei sbuff. Dimenticati di lui. Non far niente. Gli ho
detto di non ficcare il naso nei miei affari. Jezal non pot
fare a meno di sorridere, pensando a quanto la scena doveva
essere stata divertente. E poi, ho saputo che partirai per
l'Angland con la prossima marea e non potevo lasciarti andare senza dirti addio, non pensi?
Io non lo avrei mai fatto!, disse, di nuovo colto dall'orrore. Era penoso persino sentirle pronunciare la parola "addio". Voglio dire che, beh, li avrei lasciati partire senza di
me, ma ti avrei salutato!
Ah.
Camminarono in silenzio per un momento, fianco a fianco, costeggiando il lago, entrambi con gli occhi abbassati
sulla ghiaia. Non era l'addio agrodolce che Jezal aveva immaginato, era agro e basta. Passarono in mezzo a un gruppo
di salici, i cui rami morbidi sfioravano l'acqua al di sotto. Era
un punto appartato, protetto da occhi indiscreti, e Jezal giudic che non avrebbe trovato un posto migliore per dirle quello
che doveva dire. Cos la spi con la coda dell'occhio e fece
un respiro profondo.
Ardee, senti, io non so quanto star via. Voglio dire, suppongo passeranno dei mesi Si morse il labbro superiore e
pens che le parole non stavano uscendo come aveva sperato. Quel discorso se l'era ripetuto davanti allo specchio una
ventina di volte, finch non aveva trovato l'espressione pi
giusta: seria, sicura, leggermente suadente. Adesso, per, le
parole vennero fuori goffe e tutte insieme. Spero che insomma, magari spero che vorrai aspettarmi?
Di certo sar ancora qui. Non ho altro da fare. Ma non
preoccuparti, avrai molto a cui pensare nell'Angland: la guerra, l'onore, la gloria, e tutte quelle cose. Presto ti dimenticherai di me.
No!, grid, afferrandole il braccio. No, non lo far!
Ritrasse subito la mano, preoccupato che qualcuno potesse
vederli. Quantomeno adesso lei io stava guardando, un po'
stupita per la veemenza della sua smentita, forse, ma non
meravigliata quanto lui.
Jezal la scrut sbattendo le palpebre. Non male come ragazza, s, ma era troppo scura, troppo abbronzata e di gran
lunga troppo intelligente; i suoi vestiti erano semplici e disadorni, la sua faccia era tumefatta, e nella mensa degli ufficiali avrebbe a stento suscitato qualche commento. Allora
com'era possibile che a Jezal sembrasse la donna pi bella
del mondo? La Principessa Terez faceva schifo rispetto a lei.
Il discorso che aveva cos accuratamente preparato si dilegu
nella sua mente, e lui parl senza pensare, guardandola dritto
negli occhi. Forse quella era ci che chiamavano sincerit.
Senti, Ardee, so che pensi che sono uno stronzo e, beh,
credo che tu abbia ragione, ma non sempre lo faccio apposta.
Non so neanche perch mi guardi, non so nulla di queste
cose ma, ecco Penso a te tutto il tempo. Non riesco a concentrarmi su nient'altro ormai. Fece un altro respiro profondo. Io penso Si guard attorno di nuovo, giusto per controllare che nessuno stesse guardando. Io penso di amarti!
Ardee scoppi a ridere. Sei veramente uno stronzo, disse. Disperazione. Jezal era letteralmente prostrato. Tanta era
la delusione che non riusciva neanche a respirare, e il suo
volto si distorse tutto, la testa gli cadde inerte sul petto. Si ritrov a fissare il terreno mentre le lacrime gli riempivano gli
occhi. Lacrime vere. Pietoso. Ma aspetter. Subito la gioia
torn a gonfiargli il petto ed eruppe sotto forma di un singulto da femmina. Non poteva farci niente. Era ridicolo il modo
in cui lei lo teneva in pugno. La differenza tra l'infelicit e la
gioia dipendeva dalle sue parole. Lei rise di nuovo. Ma
guardati, sciocchino.
Gli pos una mano sulla guancia e gli asciug una lacrima
con il pollice. Aspetter, ripet, prima di sorridergli, con
quel suo sorriso sghembo
La gente, il parco, la citt, il mondo, erano scomparsi tutti. Jezal fiss Ardee non seppe per quanto tempo, nel tentativo di imprimersi nella mente ogni minimo dettaglio del suo
volto. Per qualche ragione, aveva la sensazione che il ricordo
di quel sorriso avrebbe dovuto aiutarlo a superare tante cose.
Il porto era sovraffollato, persino per essere un porto. Le
persone si ammassavano sulle banchine, facendo rimbombare l'aria di voci e schianti. Soldati e scorte formavano file infinite sulle scivolose passerelle, in attesa di salire sulle navi.
Casse a mezz'aria, barili che venivano fatti rotolare, centinaia
di cavalli con la schiuma alla bocca, che rivoltavano gli occhi mentre venivano trainati, spinti a bordo o presi a calci.
Gli uomini tiravano cordami bagnati, issavano travi intrise
d'acqua tra grugniti di fatica, tutti sudati e urlanti sotto la
pioggia battente; alcuni slittavano sui ponti bagnati delle
navi, correndo qua e l in una confusione inaudita.
Ovunque c'era gente che si abbracciava e si baciava, o che
si salutava da lontano: mogli e mariti, madri e figli, figli e
padri, tutti ugualmente inzaccherati dalla pioggia. Alcuni affrontavano la partenza dei loro cari con coraggio, mentre altri piangevano e si disperavano. E poi ce n'erano certi altri
ancora a cui non importava nulla, ma erano solo degli spettatori venuti ad assistere alla follia.
Ma niente di tutto ci aveva significato per Jezal, appoggiato alla ringhiera erosa della nave che lo avrebbe portato
nell'Angland. Era sprofondato in un umore tetro, gli colava il
naso e i capelli gli si erano appiccicati sulla testa per via dell'acqua. Ardee non c'era, eppure era ovunque. Sentiva la sua
voce che lo chiamava al di sopra del baccano, oppure la vedeva di sfuggita che lo stava guardando, allora il respiro gli
si mozzava in gola, poi, quando sollevava una mano verso di
lei, tutto sorridente, si accorgeva che non era Ardee, ma sol-
le sue spalle, e il rumore del chiavistello suon come il clangore del grosso catenaccio di una prigione.
Bayaz si alz in piedi e and verso di lui, facendo il giro
della scrivania. Capitano Luthar! Che gioia che avete potuto raggiungerci. Il vecchio prese la mano umida di Jezal e la
strinse con decisione nelle sue, conducendolo intanto verso il
centro della stanza. Grazie per essere venuto. Grazie davvero.
Ehm, prego. Come se avesse avuto altra scelta.
Beh, adesso probabilmente vi starete chiedendo che razza di storia questa. Permettetemi di spiegare. Arretr e si
appoggi sul bordo del tavolo, come uno zio gentile che racconta una storia a un bambino. Io e alcuni coraggiosi compagni - persone scelte, voi capite, persone con certe qualit stiamo per intraprendere un grande viaggio! Un viaggio epico! Una grandiosa avventura! Non ho dubbi che, se avremo
successo, si racconteranno storie su di noi per molti anni a
venire. Per moltissimi anni a venire. La fronte di Bayaz si
incresp quando sollev le bianche sopracciglia. Allora che
ne pensate?
Ehm Jezal lanci occhiate nervose a Marovia e Varuz, ma da loro non ricevette indizi su che cosa stesse succedendo. Posso parlare liberamente?
Ma certo, Jezal posso chiamarti Jezal, vero?
S, beh ecco, suppongo di s. Insomma, la cosa Mi
chiedevo che cosa avesse a che fare tutto questo con me.
Bayaz sorrise. Ci manca un uomo.
Segu un lungo, pesante silenzio. Una goccia di pioggia
scivol sulla testa di Jezal, gli corse lungo i capelli e il naso,
per poi cadere sul pavimento ai suoi piedi. L'orrore cominci
a strisciargli in corpo, dallo stomaco fino alle punte delle
dita. Io?, gracchi.
La strada sar lunga e difficile, probabilmente gremita di
pericoli. Abbiamo molti nemici l fuori, tu e io, pi di quanti
riusciresti a credere. E chi meglio di uno spadaccino provetto
come te potrebbe rendersi utile? Nientemeno che il vincitore
del Torneo!
Jezal inghiott la sua angoscia. Apprezzo l'offerta, davvero, ma temo di dover declinare. Il mio posto nell'esercito,
voi capite. Fece un incerto passo indietro in direzione della
porta. Sono diretto a Nord. La mia nave salper tra poco
e
Ho paura che sia gi salpata, Capitano, intervenne Marovia, con quella voce calda che lo immobilizz. Non dovrete pi preoccuparvi di questo. Non andrete nell'Angland.
Ma, vostra Grazia, la mia compagnia
Troveremo un altro comandante, sorrise l'Alto Giudice,
comprensivo, paziente, ma orribilmente deciso. Apprezzo il
vostro senso del dovere, davvero, ma consideriamo pi urgente questo. importante che l'Unione venga rappresentata
in questa faccenda.
Terribilmente importante, aggiunse Varuz, ma con poca
convinzione. Jezal guard i tre vecchi con gli occhi stretti.
Non c'era modo di tirarsene fuori. Dunque era quella la sua
ricompensa per aver vinto il Torneo? Un viaggio da squinternati fino a chiss dove, in compagnia di un vecchio demente
e di un branco di selvaggi? Come desiderava, adesso, di non
aver mai iniziato a tirare di scherma! Di non aver mai visto
una spada in vita sua! Ma desiderare non serviva a nulla.
Non poteva pi tornare indietro.
Io ho bisogno di servire il mio Paese, mormor.
Bayaz scoppi a ridere. Ci sono altri modi di servire il
tuo Paese, ragazzo mio, piuttosto che essere un cadavere in
un mucchio, lass tra i ghiacci del Nord. Partiamo domani.
Domani? Ma le mie cose sono
Non preoccuparti, Capitano, e il vecchio scivol gi dal
tavolo per venirgli a dare un'entusiastica pacca sulla spalla,
gi tutto pronto. Le tue valigie sono state scaricate dalla
nave prima che salpasse. Hai tempo stasera per scegliere
qualcosa da portarti, ma sappi che dovremo viaggiare leggeri. Armi, naturalmente, e resistenti abiti da viaggio. Assicurati di mettere in valigia anche un paio di stivali buoni, eh?
Niente uniformi, temo, poich potrebbero attrarre l'attenzione di persone sbagliate nel luogo in cui siamo diretti.
No, capisco, disse infelice Jezal. Posso chiedervi
dove stiamo andando?
Ai confini del mondo, ragazzo mio, ai confini del mondo! Gli occhi di Bayaz scintillarono. Andata e ritorno
spero.
45.
Novedita il Sanguinario
chiss dove. E in quel caso non sarebbe pi riuscito ad andarsene da quella dannata citt.
Cominci quindi a calcolare le distanze, pens al modo
migliore di attaccarli, soppes le sue possibilit; solo che era
stato troppo tempo inattivo e la sua mente era lenta. Ci stava
ancora pensando quando Ferro balz all'improvviso all'attacco contro uno di loro e lo atterr con un grido atroce, poi
fece in tempo ad assestargli un paio di violenti cazzotti in
faccia, prima che gli altri due la afferrassero e la tirassero in
piedi.
Merda, sibil Logen. I tre lottarono nel vicolo come
folli, sbatterono contro i muri, grugnirono e imprecarono,
senza smettere di tirare calci e pugni in un groviglio di braccia in movimento. A quanto pareva, il tempo per un approccio ben calcolato era scaduto, quindi Logen strinse i denti e
part alla carica.
Mentre gli altri due lottavano per tenere ferma Ferro,
quello a terra s'era rimesso in piedi e cercava di scuotersi il
torpore dei pugni dalla testa. Sollev in alto il bastone caricando il colpo con la schiena, pronto a rompere in due il cranio di Ferro, ma Logen lanci un ruggito e la faccia mascherata si gir di scatto verso di lui in preda alla sorpresa.
La spalla di Logen impatt violentemente contro le costole dell'uomo e la forza dello scontro fu tale da sollevarlo da
terra e mandarlo a gambe all'aria qualche passo pi gi. Con
la coda dell'occhio vide un altro alzare il bastone su di lui,
ma siccome li aveva colti con la guardia abbassata, il colpo
fu troppo debole, perci lo par con l'avambraccio, poi fece
uno scatto in avanti sotto il randello e assest due pugni ben
messi, uno con ciascuna mano, sulla maschera dell'uomo. Il
nemico agit le braccia, gi cadendo all'indietro, ma non ne
ebbe il tempo perch Logen gli afferr la giubba nera con entrambe le mani, lo alz e lo scagli a testa in gi contro il
muro. L'uomo rimbalz con un singulto e si accasci sull'acciottolato.
Logen si volt rapidamente coi pugni stretti, ma l'ultimo
degli uomini giaceva con un ginocchio di Ferro premuto sulla schiena, mentre lei lo teneva per i capelli e gli sbatteva la
testa per terra, gridando per tutto il tempo imprecazioni senza significato.
Ma che cazzo hai fatto?, le grid Logen prendendola
sotto il gomito per tirarla su.
Lei si liber della sua morsa e se ne rimase l ad ansimare, coi pugni stretti lungo i fianchi e un rivolo di sangue che
le colava dal naso. Niente, ringhi in risposta.
Logen fece cautamente un passo indietro. Niente? Che
significa tutto questo, allora?
Lei scand ogni singola parola e gliela sput in faccia nel
suo brutto accento. Non lo so. Si pul le labbra sanguinanti con una mano, poi si gel. Logen si guard dietro le
spalle e vide che altri tre uomini mascherati correvano verso
di loro lungo il vicoletto.
Merda!
Muoviti, muso rosa! Ferro si diede alla fuga e Logen la
segu. Che altro poteva fare? Correre. Quella terribile corsa a
perdifiato delle prede, l'attesa di un colpo alla schiena, l'ansimare affaticato, gli echi dei piedi degli inseguitori.
Alti edifici bianchi scorrevano rapidi su entrambi i lati,
assieme a finestre, porte, statue, giardini. E persone anche,
che si tuffavano urlando da una parte o si schiacciavano contro i muri per non essere travolte. Logen non aveva idea di
dove fossero, n di dove stessero andando. Un uomo spuntato dall'ingresso di una casa gli si piazz davanti con un grosso fascio di fogli in mano, e lui, suo malgrado, gli and addosso. I due caddero e rotolarono pi e pi volte fino a finire
nell'immondizia, avvolti dai fogli che svolazzavano tutti attorno a loro.
Logen prov a rialzarsi, ma gli facevano male le gambe
e non vedeva niente! Aveva un pezzo di carta sulla faccia,
e mentre lo strappava sent qualcuno prenderlo sotto il braccio per trascinarlo via con s. In piedi, muoviti! Ferro. Lei
non aveva neanche il fiatone, mentre i polmoni di Logen era-
combattere contro gli Uomini del Nord! Quanto avrebbe voluto starsene con Ardee! Gli sembr fosse passata una vita
intera da quando era stato felice, e ora la sua esistenza era orribile. Orribile. Si abbandon apaticamente sulla poltrona e
si chiese se le cose potevano andare peggio di cos.
Argh!, gorgogli Logen. Un randello gli colp il braccio, un altro la spalla e un altro ancora il fianco. Vacill all'indietro, quasi in ginocchio, e cerc di parare le batoste meglio che poteva. Sentiva le urla di Ferro da qualche parte alle
sue spalle, ma non capiva se fossero grida di furore oppure di
dolore, perch era troppo occupato a prendersi le botte.
Qualcosa lo colp alla testa con durezza tale da farlo indietreggiare verso gli spalti. Barcoll fino a perdere l'equilibrio e piomb in avanti, sbattendo con violenza il petto sulla
prima panca. Il respiro gli si spezz e si accorse di avere sangue ovunque: sulla testa, sulle mani, sulla bocca. Gli occhi
presero a lacrimargli per una botta al naso, e le nocche delle
mani sanguinavano per le escoriazioni, malconce quasi quanto i suoi vestiti strappati. Giacque immobile per un momento, nel tentativo di recuperare le poche forze che gli restavano, poi scorse uno spesso pezzo di trave buttato per terra dietro la panca, allora lo afferr sentendo che era slegato. Lo attir verso di s e apprezz la bella sensazione di possedere di
nuovo un'arma tra le mani. Era pesante.
Prese un respiro profondo in vista del prossimo sforzo,
quindi mosse pian piano le braccia e le gambe per capire se
poteva farcela, ma sembrava non avere nulla di rotto a parte
il naso, forse, e comunque non sarebbe stata la prima volta.
Sent i passi di qualcuno che si avvicinava, passi lenti, ponderati.
Si tir in piedi, lentamente, e cerc di fare finta di essere
stordito, ma poi si volt all'improvviso con un ruggito di battaglia e sollev la trave sopra la testa. L'asse si ruppe in due
con un poderoso schianto sulla spalla del nemico e una met
vol in aria atterrando rumorosamente a una certa distanza
d'equilibrio.
Era vicinissimo ai tetti degli altri edifici dietro la struttura,
ma molti dei posti a sedere sul fondo erano gi stati gi
smontati, quindi restavano soltanto le travi verticali, simili a
enormi colonne collegate da strette assi, e ai lati soltanto un
vuoto vertiginoso. Ferro salt da un montante all'altro, poi
corse lungo un'asse traballante, senza curarsi del salto pauroso sotto di lei, per finire su un tetto piatto dall'altra parte,
molto pi in alto rispetto a lui. A Logen sembr una bella distanza da coprire.
Merda. Cominci ad attraversare la trave pi vicina,
con le braccia spalancate per mantenere l'equilibrio e i piedi
che strusciavano come se fosse un vecchio. Il cuore gli batteva come il martello sull'incudine di un fabbro, senza contare
che le ginocchia indebolite dall'arrampicata gli tremavano.
Tent di non fare caso alle urla e al tramestio degli uomini
che lo inseguivano e prov a concentrarsi solo sulla superficie irregolare della trave, ma non riusciva a farlo senza vedere anche la ragnatela di travature sotto di s e le minuscole
lastre di pietra della piazza sul fondo. In basso, molto pi in
basso.
Attravers barcollando un tratto di passerella ancora intatto, poi, una volta arrivato dall'altra parte, si iss su una trave
sopra la sua testa, vi strinse le gambe attorno e si trascin
con il culo ben saldo sul legno, mentre si sussurrava ripetutamente: Sono ancora vivo. La maschera pi vicina era intanto arrivata alla passerella e la stava percorrendo di corsa
nella sua direzione.
La trave di Logen era collegata a uno dei montanti verticali, un quadrato di legno largo un piede o due, oltre il quale
c'era un salto di due passi nel vuoto; dopo di che, si incontrava un quadrato identico a quello, il culmine di un'altra trave
alta quanto l'albero di una nave, e poi finalmente l'asse che
conduceva al tetto piatto. Ferro lo fissava, affacciata al parapetto.
Salta!, gli grid. Salta, bastardo di un maiale!
E Logen salt, circondato dal sibilo del vento. Con il piede sinistro atterr sul piccolo scampolo di legno, dopo di che
non ebbe modo di fermarsi e il destro si pos sull'asse successiva, poi una storta alla caviglia, un cedimento del ginocchio, e il mondo si inclin. Il piede sinistro si poggi met
sul legno e met sul nulla, facendo traballare l'asse. Per un
attimo che sembr infinito rimase sospeso nel vuoto, dimensionandosi in cerca di equilibrio.
Uuuf! Il parapetto gli sbatt contro il torace e lui lo artigli con le mani nel tentativo di tirarsi su, ma non aveva pi
fiato, cos, pollice per pollice, in modo terribilmente lento,
cominci a scivolare. All'inizio poteva vedere la superficie
del tetto, poi solo le sue mani, e poi soltanto le pietre davanti
alla sua faccia. Aiuto, sussurr, ma non venne nessuno.
Era un bel volo, Logen lo sapeva, un volo spaventoso, e
questa volta sul fondo non c'era l'acqua in cui cadere, ma
solo roccia piatta, dura e mortale. D'un tratto sent il rumore
della maschera che stava attraversando l'asse alle sue spalle e
l'urlo di qualcuno, ma nulla aveva pi importanza ormai. Scivol un altro po', mentre le sue unghie raspavano sulla malta
sgretolata. Aiuto, gracchi, ma non si fece vivo nessuno.
C'erano solo Ferro e le maschere, e quelli non parevano tipi
da aiutarti.
Poi ci fu uno schianto, seguito da un grido disperato. Ferro aveva spostato l'asse con un calcio e la maschera era precipitata; il suo grido parve durare molto, ma si affievol a
poco a poco, fino a cessare bruscamente con un tonfo distante. Il corpo della maschera s'era ridotto in poltiglia sul terreno cos lontano sotto di lui, e Logen sapeva che presto avrebbe fatto la stessa fine. Bisogna essere realisti in queste cose.
Non ci sarebbe stato nessun fiume, nessuna sponda su cui
trascinarsi stavolta. Le sue dita scivolavano pian piano, la
malta cominciava a spaccarsi. La lotta, la corsa, l'arrampicata, gli avevano risucchiato tutte le forze e adesso era troppo
debole per farcela. Si chiese che razza di suoni avrebbe lanciato precipitando nel vuoto. Aiuto, borbott a mezza boc-
ca.
E delle dita forti si chiusero saldamente attorno al suo polso, dita scure e sporche. Sent il grugnito di qualcuno che gli
tirava il braccio con forza. Grugn anche lui, e subito dopo il
parapetto ricomparve di fronte ai suoi occhi, assieme a Ferro,
che teneva i denti stretti e gli occhi strizzati, quasi chiusi per
lo sforzo. Vide le vene gonfie sul suo collo, la cicatrice livida
che le correva lungo la faccia scura. Logen si afferr al parapetto con l'altra mano, si iss fino al torace e riusc infine a
poggiare un ginocchio sulla pietra.
Lei fece il resto. Logen si rotol fino ad abbandonarsi di
schiena dall'altra parte, boccheggiando come un pesce strappato all'acqua, fissando il cielo bianco sopra di lui. Sono ancora vivo, biascic tra s e s dopo un momento, incapace
di crederci. Non sarebbe rimasto sorpreso se invece Ferro gli
avesse schiacciato le dita per farlo cadere.
La faccia di lei comparve sopra la sua, con quegli occhi
gialli puntati su di lui, i denti sbarrati in un ringhio. Stupido, pesante, bastardo di un maiale!
Ferro si volt, scuotendo la testa, si diresse a un muro, cominci ad arrampicarsi e in un attimo s'era gi issata su un
tetto leggermente rialzato. Logen la guard con una smorfia.
Ma non si stancava mai quella? Le sue braccia erano un disastro, tutte contuse e piene di graffi, e le gambe non stavano
tanto meglio, per non parlare del naso, che aveva ripreso a
sanguinare. Gli faceva male tutto. Si gir a guardare di sotto
e vide una maschera che lo scrutava dal bordo degli spalti, a
venti passi in linea d'aria; pi gi, altri si affrettavano di qua
e di l, in cerca di un modo per salire, e pi in basso ancora,
nel cerchio d'erba ingiallita, una figura esile coi capelli rossi
puntava un dito verso i posti, poi verso di lui, dando ordini ai
suoi uomini.
Prima o poi avrebbero trovato il modo di salire. Ferro stava appollaiata sulla cima del tetto sopra di lui, un'ombra dai
contorni irregolari stagliata contro il cielo luminoso. Resta
qua se vuoi, abbai, poi si gir e scomparve. Logen emise
un grugnito mentre si tirava in piedi, per poi trascinarsi, sempre tra i lamenti, fino al muro. Sospir e inizi a cercare un
appiglio.
Ma dove sono finiti tutti?, chiese Fratel Piedelungo.
Dov' il mio illustre datore di lavoro? Dove sono Mastro
Novedita e quell'affascinante fanciulla, Maljinn?
Jezal si guard intorno. Il pallido apprendista era troppo
concentrato sul suo scoramento personale per rispondere.
Non so che fine abbiano fatto gli altri due, ma Bayaz si sta
facendo il bagno.
Giuro di non aver mai incontrato un uomo che ama lavarsi pi di lui. Spero che gli altri non tardino troppo. tutto
preparato, capite? La nave pronta a salpare, le provviste
sono state caricate a bordo, e rimandare una partenza non
da me. No, non lo affatto! Dobbiamo sfruttare la marea, o
rimarremo bloccati qui fino a L'ometto fece una pausa,
fissando Jezal con improvvisa preoccupazione. Ma voi siete
turbato, mio giovane amico, siete molto inquieto. Io, Fratel
Piedelungo, posso esservi di qualche aiuto?
Jezal aveva una mezza idea di dirgli di farsi gli affari suoi,
ma opt per un irritato No, no.
Scommetto che c' di mezzo una donna. Ho ragione?
Jezal gli scocc un'occhiata omicida, chiedendosi come aveva fatto a indovinare. Vostra moglie, forse?
No! Non sono sposato! Non nulla del genere. che,
beh, cerc le parole giuste per descrivere ci che sentiva,
ma non riusc a trovarle. Non nulla del genere, tutto qui.
Ah, fece il Navigatore, ghignando come uno che la sa
lunga. un amore proibito, dunque, un amore segreto?
Con suo grande fastidio, Jezal sent che stava arrossendo.
Ho ragione, vedo! Non c' frutto pi dolce di quello che
non si pu assaggiare, eh, mio giovane amico? Eh? Eh?
Alz e abbass le sopracciglia in un modo che a Jezal parve
molto sgradevole.
Mi chiedo che cosa stia trattenendo quei due. Non che a
to dallo stipite della porta, con un paio di chiodi che spuntavano da un'estremit. Logen lo afferr, poi si rimise in piedi
a fatica e cominci a percorrere il corridoio con passo pesante, finch non giunse a un bivio. Altri due corridoi in penombra si dipartivano su entrambi i lati, con delle finestrelle che
gettavano piccole pozze di luce fredda sul pavimento di stuoia scura. Non c'era modo di indovinare da che parte fosse andata Ferro, perci decise di andare a destra, in direzione di
una rampa di scale.
C'era una figura che incedeva cautamente verso di lui lungo il corridoio scuro, lunga ed esile come un ragno nero nel
buio, in equilibrio sulla punta dei piedi. Una scheggia di luce
le illumin i capelli rossi.
Ancora tu, disse Logen, soppesando il pezzo di legno
nella mano.
Esatto. Ancora io. Si ud un tintinnio, poi si vide il balenare scintillante del metallo nelle tenebre, e Logen sent che
il pezzo di legno gli veniva strappato dalle mani, per volarsene oltre la spalla della donna e cadere con un clangore sul
corridoio dietro di lei. Cos era di nuovo disarmato, ma non
ebbe il modo n il tempo di preoccuparsene. Lei aveva qualcosa in mano, qualcosa di simile a un coltello. Qualunque
cosa fosse, gliela scagli contro, ma lui la schiv togliendosi
di mezzo e ne sent solo il fischio vicino a un orecchio; allora
la donna fece uno scatto fulmineo con l'altro polso e qualcosa apr un taglio sulla guancia di Logen, proprio sotto l'occhio. Lui arretr contro il muro, nel tentativo di capire con
che razza di magia avesse a che fare.
Era come una croce di metallo, la cosa che aveva in
mano, con tre lame ricurve, una delle quali terminava a forma di uncino, e sull'impugnatura c'era un anello da cui pendeva una catena, che la donna si faceva scomparire dentro la
manica.
La specie di coltello balen di nuovo e manc di un pollice la faccia di Logen, ma solo perch lui si abbass prima;
sulla via del ritorno, l'arma raschi contro il muro creando
una pioggia di scintille, e poi torn con uno schiocco nel palmo dell'agile mano della sua proprietaria. La donna lasci
calare la catena fino a che gli uncini non toccarono terra tintinnando, poi la scagli di nuovo con un movimento improvviso del polso, mentre si avvicinava a Logen balzando come
una gatta. Stavolta lui non fece in tempo a spostarsi e la cosa
gli apr un lungo taglio sul petto. Alcune gocce di sangue
schizzarono sul muro.
Si tuff verso di lei, ma le sue braccia protese afferrarono
il nulla. Sent un lieve sferragliare, dopo di che il suo piede
fu trascinato via da sotto il suo corpo. La caviglia si distorse
in modo doloroso, presa dalla catena che la donna, accucciata, stava manovrando. Logen cadde di faccia e subito cominci a rialzarsi, ma la catena gli avvolse il collo come un serpente. Per fortuna riusc a inserire la mano tra s e il metallo
appena prima la donna cominciasse a tirare. Lei gli stava sopra adesso, con un ginocchio premuto sulla sua schiena, il respiro sibilante attraverso la maschera, e intanto la catena
sempre pi tesa gli si conficcava nel palmo della mano.
Logen grugn, si alz in ginocchio e poi in piedi su gambe
malferme. Lei gli stava ancora aggrappata alla schiena con
tutto il suo peso, mentre stringeva la catena pi forte che poteva. Logen cerc di prenderla con la mano libera, ma non ci
arrivava, e non riusciva nemmeno a scrollarsela di dosso; era
come una cozza attaccata a uno scoglio, e lui ormai non respirava quasi pi. Avanz barcollando di qualche passo,
quindi si gett all'indietro.
Aargh!, gli sussurr la donna all'orecchio quando tutto
il suo peso la schiacci sul pavimento. La catena si allent
abbastanza perch lui potesse sfilarsela dal collo. Era libero.
Per cui si gir e chiuse la mano sinistra attorno al collo della
donna, cominciando a stringere. Lei lo prendeva a ginocchiate, a pugni, ma lui la schiacciava con il suo peso e i colpi erano deboli. Trattennero il fiato, ringhiarono, si scambiarono
versi rochi, suoni animali con le facce distanti solo pochi
pollici. Un paio di gocce di sangue caddero dal taglio di Lo-
con gli anelli infilati alle orecchie, gliel'aveva lanciato da oltre il tavolo, tutto sorridente e compiaciuto di aver colto il
bersaglio. Terribile errore, perch Novedita il Sanguinario
stava andando a prenderlo. Un altro coltello gli sfrecci vicino, ma fin contro il muro, cos il Sanguinario sal sul tavolo
con la spada in mano.
L'uomo nero schiv il primo grande fendente e anche il
secondo. Rapido, astuto, ma non abbastanza. Il terzo tentativo lo prese al fianco, ma fu soltanto un piccolo assaggio che
gli ruppe le costole e lo fece inginocchiare con un grido.
L'ultimo colpo fu molto meglio: un fendente di carne e ferro,
che gli affond nella guancia e si port via met del cranio,
dopo di che un getto di sangue lord i muri. Il Sanguinario si
strapp il pugnale dalla spalla, lo gett per terra, e un fiotto
di sangue prese a ruscellare dalla ferita, creando una grossa
macchia rossa, tiepida e deliziosa.
L'uomo nero ciondol inerte e poi cadde come foglia che
si stacca dall'albero, rotolando sul pavimento. Un altro uomo
gli si lanci contro, ma la sua spada con la lama corta tagli
soltanto l'aria dove prima c'era il Sanguinario e, prima che
potesse voltarsi, la furia fu su di lui, con la mano sinistra che
gli avvolgeva i polsi. La maschera prov a dibattersi, ma era
inutile; la presa del Sanguinario era salda come le radici delle montagne e implacabile come la marea. Mandano quelli
come te a combattermi? Sbatt l'uomo contro il muro e cominci a stringergli le mani attorno all'impugnatura dell'arma, forzandole a girarsi finch la lama non fu rivolta dritta al
petto del suo proprietario. Un fottuto insulto!, rugg, sputando sulla sua stessa spada.
L'uomo grid, ancora e ancora, dietro la sua maschera, ma
il Sanguinario rise e continu a girare la lama. Logen avrebbe avuto piet, ma Logen era lontano in quel momento e il
Sanguinario era impietoso come l'inverno. Anche di pi.
Conficc, squarci, tagli, sorrise, mentre le urla morivano a
poco a poco; e quando l'uomo smise di gridare, il Sanguinario lasci che il cadavere si afflosciasse sulle pietre fredde.
non ancora Croll sulle ginocchia. Non ancora. C'era ancora altro da fare, c'era sempre altro da fare.
Non ancora, ringhi, ma il suo tempo era scaduto
Logen lanci un grido e cadde a terra. Il dolore era
ovunque, alle gambe, alle spalle, alla testa. Gemette fintanto
che il sangue non gli scese in gola e minacci di strozzarlo,
allora toss, ansim e si gir sul torace raspando il pavimento. Il mondo era tutto offuscato. Rigurgit il sangue e se lo
lasci colare dalle labbra, e quando ebbe finito ricominci a
gemere.
Una mano gli tapp la bocca. Smettila di piagnucolare,
dannato maiale! Mi senti? Una voce gli sussurrava all'orecchio con una certa urgenza. Una voce strana, dura. Smettila,
o ti lascio qui, chiaro? Hai una sola possibilit! Quando la
mano si allontan, l'aria fuoriusc dai suoi denti sbarrati in un
lamento acuto, profondo, ma non troppo rumoroso.
Una mano gli afferr il polso con forza per sollevargli il
braccio, e lui trattenne il fiato quando sent il suo stesso arto
distendersi, tutto il suo corpo trascinato su qualcosa di duro.
Una tortura. In piedi, bastardo, non posso portarti in spalla!
In piedi, adesso! Ultima possibilit, chiaro?
Venne sollevato pian piano e si aiut con una spinta delle
gambe. Il respiro sibilava come se gli si fosse incagliato in
gola, ma poteva farcela. Piede sinistro, piede destro. Facile.
Ma il ginocchio cedette e una scarica di dolore gli percorse
tutta la gamba, cos grid di nuovo e cadde strisciando sul
pavimento. Meglio restare fermi. Gli occhi si chiusero da
soli.
Poi sent qualcuno schiaffeggiarlo forte in faccia, una, due
volte. Emise un grugnito. Qualcosa gli si insinu sotto l'ascella e cominci a tirarlo in piedi.
Muoviti, muso rosa! In piedi, o me ne vado. Ultima possibilit, mi senti?
Inspira, espira. Piede sinistro, piede destro.
Piedelungo non stava fermo un attimo per la preoccupazione. Prima tamburellava le dita sul bracciolo della poltrona, poi le picchiettava singolarmente, mentre scuoteva la testa in uno sproloquio continuo a proposito della marea. Jezal
taceva, nella fievole speranza che i due selvaggi fossero annegati nel fossato e che tutta l'avventura si sarebbe perci risolta nel nulla. C'era ancora tempo sufficiente per raggiungere l'Angland. Forse non tutto era perduto
Ud la porta aprirsi dietro di s e tutti i suoi sogni svanirono in un soffio, anzi la disperazione lo assal di nuovo ma,
non appena si gir, venne subito soppiantata dall'orrore e
dallo sgomento.
All'ingresso c'erano due figure malridotte, ricoperte di
sangue e sporcizia. Demoni, di certo, scappati dai portali dell'inferno. La donna Gurkish imprecava nel trascinarsi nella
stanza. Novedita teneva un braccio appoggiato sulle spalle di
lei, e l'altro che ciondolava come fosse pesantissimo, mentre
il sangue gocciolava dalla punta delle dita, e la testa era abbandonata da una parte.
Fecero un paio di passi barcollanti, prima che l'Uomo del
Nord inciampasse contro la gamba di una sedia e sia lui che
la donna crollassero al suolo. Lei ringhi, si scroll di dosso
il braccio molle dell'uomo, lo spinse da parte e si tir in piedi. Novedita si rotol lentamente sulla pancia tra un lamento
e l'altro, mostrando un taglio profondo sulla spalla, dal quale
il sangue prese a riversarsi sul tappeto. Era rosso in quel punto, come la carne fresca nella bottega di un macellaio. Jezal
deglut, inorridito e affascinato allo stesso tempo.
Oh, respiro divino!
Sono venuti a prenderci.
Cosa?
Chi venuto?
Una donna gir cautamente attorno allo stipite della porta.
Aveva i capelli rossi, era vestita interamente di nero, e portava una maschera sulla faccia. Una Pratica, diceva la mente
intorpidita di Jezal, ma non riusciva a capire perch fosse
46.
Gli strumenti che ci restano
Glokta se ne stava nello stretto ingresso ad aspettare, appoggiato al suo bastone. Dall'altra parte della porta sentiva
delle voci che urlavano.
Ho detto niente visitatori!
Sospir. Aveva cose ben pi importanti da fare, invece
che restarsene l impalato con la gamba in fiamme, ma aveva
dato la sua parola e intendeva mantenerla. Un misero, banale
ingresso in una misera, banale casetta tra centinaia di altre
uguali. Tutto il quartiere era di costruzione recente e progettazione all'avanguardia, fatto di case a schiera in legno e muratura su tre livelli, perfette per una famiglia e un paio di servi, forse. Ce n'erano a centinaia cos, una identica all'altra.
Abitazioni per gente benestante, il nuovo ceto abbiente. Plebei arricchiti, come li avrebbe chiamati Sult: banchieri, mercanti, artigiani, negozianti, impiegati. Magari ci trovi anche
la casa di qualche signorotto di campagna che ha avuto successo nella vita, proprio come in questo caso.
Le voci erano cessate. Glokta sent del trambusto, un tintinnio di vetro, poi la porta si apr di uno spiraglio e la domestica, una ragazza bruttina con due occhioni umidi che sbirciavano con aria colpevole e spaventata, si affacci. Tanto ci
sono abituato. Tutti sembrano colpevoli e spaventati di fronte all'Inquisizione.
Ora pu ricevervi, mormor la serva. Glokta annu e si
trascin nella stanza superando la ragazza.
Aveva ricordi vaghi di quella settimana estiva trascorsa a
casa della famiglia di West nell'Angland, forse una dozzina
d'anni prima, anche se sembrava trascorso un secolo. Ricordava di come tirava di scherma assieme a West nel cortile di
si pone subito riparo. Noi tipi imbranati dovremmo stare insieme per controllarci l'un l'altro, non credete?
Lei lo guard pensosa per un momento, toccandosi i lividi
sulla mascella. S, rispose infine, suppongo di s.
La Pratica di Goyle, Vitari, era sbracata su una poltrona di
fronte a Glokta, appena fuori dalle porte scure dell'ufficio
dell'Arcilettore. Pi che sbracata, era come infossata, squagliata sulla poltrona, abbandonata come uno straccio bagnato, le lunghe braccia penzoloni e la testa reclinata all'indietro.
Di tanto in tanto, i suoi occhi si spostavano pigri per la stanza sotto le palpebre pesanti, a volte si posavano su Glokta e
l indugiavano sgarbatamente per diversi istanti. Non voltava
la testa, n muoveva un muscolo, come se anche quello richiedesse uno sforzo troppo penoso.
E, probabilmente, sar proprio cos.
Era evidente che la Pratica era stata coinvolta in una rissa
molto violenta, un corpo a corpo. Appena sopra il colletto
nero, la sua pelle era una lastra di lividi, ma ne aveva altri,
molti altri, attorno alla maschera, oltre a un lungo taglio sulla
fronte. Una delle sue mani ciondolanti era avvolta da una pesante fasciatura, mentre le nocche dell'altra erano escoriate e
piene di croste. Si presa pi di un paio di cazzotti. Ha combattuto per la vita contro qualcuno che faceva sul serio.
La campanella tintinn. Inquisitore Glokta, annunci il
segretario, mentre accorreva da dietro la scrivania per aprirgli la porta, Sua Eminenza pronta a ricevervi.
Glokta sospir e, appoggiandosi al bastone, si alz in piedi con un grugnito. Buona fortuna, disse la donna nel vederlo zoppicare verso le porte.
Come?
Lei fece un cenno della testa appena percettibile verso
l'ufficio dell'Arcilettore. di pessimo umore oggi.
Mentre la porta si apriva, la voce di Sult invase l'anticamera, passando da un mormorio attutito a un urlo a voce
spiegata, in conseguenza del quale il segretario si ritrasse
non ci metteranno niente a volgere questa farsa a loro vantaggio. Marovia sta gi suscitando un vespaio, quel vecchio
trombone, e non fa altro che pigolare sulla libert, su controlli pi stretti e su un sacco di altre sciocchezze! Dannati uomini di legge! Loro l'hanno avuta vinta, e noi non abbiamo
concluso nulla! La colpa tutta tua, Goyle! Io temporeggio,
chiedo scusa, cerco di mettere le cose nella miglior luce possibile, ma una merda una merda, qualunque sia la luce in
cui la presenti! Hai la minima idea del danno che hai causato? Dei mesi di lavoro che hai buttato nella latrina?
Ma Arcilettore, ora non hanno forse lasciato
Torneranno, cretino! Non si preso tanto disturbo solo
per levare le tende, imbecille! S, se ne sono andati, brutto
idiota, e si sono portati via anche le risposte che cercavamo!
Chi sono, che vogliono, chi li comanda! Lasciato? Lasciato?
Che tu possa crepare, Goyle!
Sono costernato, Vostra Eminenza.
La tua costernazione non basta!
Posso soltanto domandare perdono.
Sei fortunato a non doverlo domandare sulla forca! Sult
fece una smorfia di disgusto. Ora sparisci da davanti ai miei
occhi!
Nell'uscire dalla stanza con aria mortificata, Goyle lanci
a Glokta un'occhiata che esprimeva tutto il suo odio per lui.
Addio, Superiore Goyle, addio. La furia dell'Arcilettore non
poteva ricadere su un candidato pi meritevole di te. Glokta
non riusc a trattenere un leggerissimo sorriso nel vederlo andar via.
Lo trovi divertente? La voce di Sult era di ghiaccio,
mentre gli porgeva la bianca mano inguantata su cui scintillava la gemma viola.
Glokta si pieg a baciarla. Ma certo che no, Vostra Eminenza.
Bene. Perch non hai niente di cui ridere, te lo assicuro!
Chiavi?, sogghign. Storie? Manoscritti? Ma che mi preso quando ho prestato ascolto alle tue chiacchiere?
che sta succedendo, per cui metti sullo spiedo il Lord Governatore finch non avr scolato tutto il grasso!
Glokta deglut. Il Lord Governatore sullo spiedo?
C' forse un'eco qui dentro?, ringhi Sult, abbassandosi
su di lui ancora di pi. Scova il marcio ed eliminalo! Trancialo! Brucialo! Tutto, di qualunque cosa si tratti! Se devi,
prendi tu stesso il comando delle difese della citt. Eri un
soldato una volta! Si allung e fece scivolare un foglio di
pergamena sul ripiano del tavolo. Questo il mandato del
Re, sottoscritto da tutti e dodici i membri del Consiglio Ristretto. Tutti. Ho sudato sangue per ottenerlo. All'interno della citt di Dagoska avrai pieni poteri.
Glokta fiss il documento, che era un semplice foglio di
pergamena color crema su cui erano tracciate lettere a inchiostro nero, con un gigantesco sigillo rosso sul fondo. Noi,
i sottoscritti, conferiamo al Superiore Sand dan Glokta, servo fedele di Sua Maest, i nostri pieni poteri e la nostra autorit Seguivano poi diversi paragrafi di scrittura ordinata,
e sotto due colonne di nomi che non erano altro che scarabocchi scritti di fretta, ghirigori, sgorbi quasi illeggibili.
Hoff, Sult, Marovia, Varuz, Halleck, Burr, Torlichorm e tutti
gli altri. Nomi potenti. Glokta si sent svenire quando prese il
documento tra le mani tremanti; sembrava pesare una tonnellata.
Ma ora non montarti la testa! Devi ancora andarci cauto.
Non possiamo sopportare altre figuracce, ciononostante i
Gurkish dovranno starsene buoni a tutti i costi, almeno finch non avremo risolto questa faccenda nell'Angland. A tutti
i costi, mi hai capito bene?
Capisco eccome. Un incarico in una citt circondata da
nemici e zeppa di traditori, dove un Superiore gi misteriosamente scomparso. pi una coltellata alla schiena che
una promozione, ma dobbiamo adoperare gli strumenti che
ci restano. Capisco, Arcilettore.
Bene. Tienimi ben informato. Voglio essere sommerso
dalle tue lettere.
Sar fatto.
Hai due Pratici, giusto?
S, Vostra Eminenza, Gelo e Severard, entrambi
molto
Non bastano! Non potrai fidarti di nessuno laggi, neanche dell'Inquisizione. Sult parve pensarci su un momento.
Soprattutto dell'Inquisizione. Ho scelto una dozzina di uomini di comprovato talento, compresa la Pratica Vitari.
Quella donna, che mi guarda le spalle? Ma
Arcilettore
Non voglio sentire nessun "ma"!, sibil Sult. Non osare contraddirmi con un "ma", non oggi! Potrei renderti pi
storpio di quello che sei, chiaro?
Glokta chin la testa. Perdonatemi.
Rifletti, non cos? Vedo le rotelle che si muovono in
quella tua testa. Stai forse pensando che non vuoi uno degli
uomini di Goyle tra i piedi? Sappi che prima di lavorare per
lui, Vitari lavorava per me. styriana, di Sipano. Quello un
popolo freddo come la neve, e lei la pi fredda di tutti, te lo
assicuro. Perci non devi preoccuparti. Non di Goyle, comunque. No, infatti. Solo di voi, che molto peggio.
Sar onorato di averla tra i miei. Star dannatamente
attento, piuttosto.
Sii onorato quanto ti pare, ma non deludermi! Incasina
tutto quanto e ci vorr pi di quel pezzo di carta per salvarti.
La nave gi al porto, pronta per salpare. Va', ora.
Certo, Vostra Eminenza.
Sult si gir e and alla finestra. Glokta si alz senza far
rumore, accost pian piano la sedia sotto il tavolo, e poi si
trascin in silenzio fuori dalla stanza. L'Arcilettore, con le
mani incrociate dietro la schiena, non si era ancora mosso
dalla finestra quando Glokta richiuse le porte con molta attenzione, ma solo dopo che sent lo scatto della maniglia si
rese conto che stava trattenendo il fiato.
Com' andata?
Si volt bruscamente, e il collo gli scrocchi in modo do-
Ringraziamenti
Quattro persone senza le quali
Ben Abercrombie, che lo ha letto
finch non gli facevano male gli occhi
Nick Abercrombie, che ne ha sentito parlare
finch non gli facevano male le orecchie
Rob Abercrombie, che ha voltato le pagine
finch non gli facevano male le dita
Lou Abercrombie, che mi ha sostenuto
finch non gli facevano male le braccia
E inoltre
Matthew Amos, per i saggi consigli in un momento critico
Gillian Redfearn, che ha letto l'inizio
e mi ha convinto a cambiarlo
Simon Spanton, che lo ha comprato prima di leggerlo tutto
Indice
1. La Fine
PARTE PRIMA
2. I sopravvissuti
3. Interrogatori
4. Non davvero una scelta
5. Giocare coi coltelli
6. Denti e dita
7. Il vasto e desolato Nord
8. Allenamenti di scherma
9. Il rituale del mattino
10. Il Primo Mago
11. Il brav'uomo
12. Sulla lista
13. Un'offerta e un dono
14. Il Re degli Uomini del Nord
15. Una strada tra due dentisti
16. Testapiatta
17. Il corso del vero amore
18. Come si addestrano i cani
19. T e vendetta
PARTE SECONDA
20. Com' fatta la libert
21. La Giustizia del Re
22. Vie di fuga
23. Tre segni
24. Dal costumista di scena
25. Barbari alle porte
26. Il prossimo
Gargoyle Books
www.gargoylebooks.it
info@gargoylebooks.it
1. Chelsea Quinn Yarbro, Hotel Transilvania
2. Joseph Nassise, Riverwatch
3. J.G. Passarella, Wither
4. Michael Laimo, Dal profondo delle tenebre
5. Christopher Golden, Di Santi e d'Ombre
6. Robert R. McCammon, Hanno sete
7. Caitln R. Kiernan, La Soglia
8. Chelsea Quinn Yarbro, Il Palazzo
9. John Passarella, La Pioggia di Wither
10. Graham Masterton, Spirit
11. Gianfranco Manfredi, Magia Rossa
12. Chelsea Quinn Yarbro, Giochi di sangue
13. Robert R. McCammon, L'ora del lupo
14. Dan Simmons, L'estate della paura
15. Francesco Dimitri, La ragazza dei miei sogni
16. John Passarella, L'eredit di Wither
17. David Niall Wilson, Il Vangelo della Maddalena
18. Chelsea Quinn Yarbro, Il sentiero dell'eclissi
19. F. Paul Wilson, Messa di mezzanotte
20. Robert R. McCammon, La Via Oscura
21. Dan Simmons, L'inverno della paura
22. Joseph S. Le Fanu, Lo Zio Silas
23. J.H. Watson, Sherlock Holmes contro Dracula
24. J.C. Chaumette, Le stagioni del Maligno
25. Chelsea Quinn Yarbro, Un destino di sfida
26. Clanash Farjeon, Le Memorie di Jack Lo Squartatore
27. J.H. Watson, Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Holmes
28. Gianfranco Manfredi, Ho freddo
29. F. Pezzini, A. Tintori, The Dark Screen
30. Dan Simmons, Danza macabra
31. Claudio Vergnani, Il 18 vampiro
32. Robert R. McCammon, La maledizione degli Usher
33. Danilo Arona, L'estate di Montebuio
34. Emilio de' Rossignoli, Io credo nei vampiri
35. Graham Masterton, Il sangue di Manitou
Gargoyle Extra
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1. Loren D. Estleman, Hollywood Detective
2. John Scalzi, Morire per vivere
3. George R.R. Martin, In fondo il buio
4. Richard K. Morgan, Sopravvissuti
5. Stephen J. Cannell, I collezionisti di destini
6. Ursula K. Le Guin, Citt delle illusioni
7. Tony Pollarci, I segreti del Lazarus Club
8. Joe Abercrombie, The Heroes
9. Wil Mara, The Gemini Virus
10. John Scalzi, Le Brigate Fantasma
11. George R.R. Martin, Armageddon Rag
12. Joe Abercrombie, Il richiamo delle spade
Finito di stampare
nel mese di marzo 2013
presso Grafiche del Liri Srl
per conto della Gargoyle Srl