Sei sulla pagina 1di 62

36.

TRATTI FONDAMENTALI DEL SISTEMA DI POTERE NAZISTA: REPRESSIONE E


CONSENSO
Due aspetti centrali, nonch facce della stessa medaglia, dell'egemonia di Hitler furono la
repressione e il consenso. La prima si manifest ad esempio attraverso la liquidazione delle
opposizioni. L'obbiettivo dichiarato della nuova coalizione era infatti quello di eliminare i comunisti
attraverso nuove elezioni, preparando un decreto per la difesa del popolo tedesco , che limitava la
libert di riunione e di stampa degli avversari politici (comunisti, socialdemocratici, sindacati e
Zentrum), contro cui si scaten anche la violenza nazionalsocialista.
Gi a partire dal 1933, il ministro dell'interno prussiano Goering aveva provveduto a organizzare
l'epurazione politica nel Land e ulteriori provvedimenti aprivano notevoli spazi d'azione alle SS e
SA, presentate come associazioni patriottiche appoggiate dalla polizia per limitare allo stesso tempo
gli spazi d'azione delle sinistre.
Un evento centrale fu l'incendio del Reichstag, che fu fatto passare dai nazisti come un complotto
comunista e che port all'emanazione del decreto d'urgenza 'per la difesa del popolo e dello Stato'
che sospendeva a tempo indeterminato tutte le libert fondamentali (persona, opinione, stampa,
associazione, riunione, segreto postale e telefonico...). Con questo decreto i nazisti creano uno Stato
di non diritto. La notte stessa dell'evento vennero inoltre avviati provvedimenti contro i comunisti, i
quali portarono all'arresto dei funzionari e dei deputati comunisti e quindi all'annientamento del
partito stesso.
Dopo le elezioni, si procedette con lo scioglimento dei partiti gi indeboliti dalla Machtergreifung, i
primi furono i socialdemocratici, liquidati nel giugno 1933, seguiti dai partiti borghesi, dal Zentrum
e dai sindacati, che furono assorbiti dalla Deutsche Arbeitsfront (DAF).
Nella primavera del 1934 negli ambienti delle SA, la milizia di partito, cominci a diffondersi la
delusione per la mancata realizzazione delle promesse propagandate da Hitler, infatti la ripresa
tardava. La situazione che doveva affrontare il finora indiscusso potere hitleriano era la seguente:
-Opposizioni di sx: le SA, i cui capi (Roehm) non erano soddisfatti del poco potere ricevuto e che
erano diventate le portavoci della componente rivoluzionaria e anticapitalista del
nazionalsocialismo. Per Hitler erano ormai solo fonte di imbarazzo politico.
-Opposizioni di dx: i conservatori tradizionali sperano che le difficolt economiche e la crisi interna
della NSDAP consenta di mettere da parte Hitler, con l'appoggio della Reichswehr. La manovra fu
organizzata da Von Papen.
La notte tra il 30 giugno e il 1 luglio 1934 detta la notte dei lunghi coltelli, poich essa vide
l'arresto e l'uccisione da parte delle SS dei principali capi delle SA, ma anche dei collaboratori di
Von Papen (esponenti conservatori, tra cui von Schleicher).
La repressione non fu solo applicata alle opposizioni politiche ma anche agli ebrei e agli elementi
asociali.
Per quanto riguarda invece il consenso, esso la capacit di integrazione sociale del regime, e
contribuisce a spiegare la quasi totale assenza di resistenza interna. Determinante fu la personalit
carismatica del Fuhrer, il quale seppe ottenere successi politici sul piano politico interno ed estero.
Egli seppe esercitare il suo inesprimibile fascino sia sulle masse scontente, che vennero mobilitate
offrendo loro forme di identificazione, opportunit di ascesa e venendo in contro alle loro esigenze
concrete (in realt molti gruppi non trassero alcun vantaggio dal loro appoggio al regime), sia sui
suoi colleghi, alcuni dei quali manifestavano verso di lui una vera e propria fede genuina e non
suggerita da un calcolo opportunistico. Altri invece, avendo ottenuto la completa libert d'azione dal
Fuhrer (es. Himmler, capo SS), lavoravano soprattutto per accrescere anche il proprio potere
personale. Lavorare per il Fuhrer, il quale interveniva di rado direttamente nelle decisioni del
governo, contribuiva da un lato ad accrescere il consenso plebiscitario tramite iniziative, dall'altro
invece esse sono usate dai centri di potere per aumentare la loro sfera di potere e per il loro
tornaconto. Il sistema di governo nazista si alimentava dunque con il consenso: il sostegno delle
masse era cos importante per Hitler, a tal punto che per non perderlo egli recedeva da qualsiasi
azione potesse danneggiare il suo prestigio. Ad ogni successo quindi doveva succederne
necessariamente un altro, con il fine di mantenere viva la mobilitazione psicologica. Per questo

motivo corretta la teoria di Max Weber, il quale sostiene che una struttura di governo fondata sul
potere carismatico si presenta intrinsecamente instabile, caotica e insicura, essa quindi lo specchio
del suo dittatore ed tutt'altro che monolitica e razionale.
Il consenso ottenuto dal Fuhrer derivava inoltre dalla propaganda, affidata a Joseph Goebbels e che
aveva l'obbiettivo di inculcare al popolo tedesco l'ideologia hitleriana grazie a semplici ma
ossessivi slogan, ripetuti attraverso nuovi mezzi come la radio. La propaganda effettuata da
Goebbels era dunque volta a creare il mito di Hitler, visto come il grande leader che avrebbe
salvato la Germania, e vi riusc, infatti si svilupp un forte e reale consenso verso questa figura, che
non veniva messa in discussione per due motivi:
credito residuo di cui gode la sua figura;
mancanza di alternative come eventuale sostituto.
Al contrario l'unanime consenso al regime era una pura facciata, infatti esso destava perplessit in
parecchi ambienti sociali. Il sostegno ad esso era alimentato soprattutto dal partito e
dalle organizzazioni di massa, tra cui la Hitlerjugend (settore giovanile) in cui si
ottennero i maggiori successi.
37.LA POLITICA ESTERA DI HITLER E L'ATTEGGIAMENTO DELLE POTENZE
OCCIDENTALI
La politica estera di Hitler si bas essenzialmente sull'opportunismo, infatti il Fuhrer fu piuttosto
abile nel scegliere il momento giusto per prendere le decisioni cruciali. Tuttavia, per saper
approfittare di eventuali occasioni propizie era necessario un riarmo.
-Nell'ottobre 1933 vi fu l'uscita della Germania dalla Societ delle Nazioni e nel 1934 il patto di non
aggressione con la Polonia, i quali indebolirono il legame tra GB e Francia volto a contenere una
nuova minaccia tedesca.
-Nel gennaio del 1935 si tenne un nuovo plebiscito sul destino della Saar, regione occidentale
tedesca, industrializzata e a maggioranza cattolica che ora si trovava legata alla Francia da
un'unione doganale. Alle elezioni si opt per il ritorno di questa regione nell'ambito del Reich.
-In marzo 1935 H. ripristina il servizio di leva conseguentemente al riarmo inglese e
all'allungamento del servizio militare francese trattato di Versailles viene cancellato in questa
parte. I trattati erano per H. semplici strumenti per migliorare la posizione tedesca.
-Giugno 1935: trattato navale con la GB, base al quale la Germania accettava di limitare di molto il
proprio armamento navale. Questo trattato, unito all'isolamento dell'italia dovuto alla guerra
etiopica cre nuovi spazi d'azione per la Germania.
-Marzo 1936: la Francia stipula un patto di mutua assistenza con l'Unione Sovietica e la Germania,
contro il trattato di Versailles, schiera le sue truppe nella regione renana.
-Inverno 1935-36: il riarmo rallenta a causa delle cattive condizioni dell'economia
-Fine 1936: alleanza con l'Italia, primo passo verso l'Anschluss, e accordo con il Giappone in
funzione antisovietica. L'economia viene reindirizzata verso il riarmo perch H. intende far presto
per tener testa alle altre potenze.
-Novembre 1937: Protocollo Hossbach in cui esposta la visione strategica di Hitler per quanto
riguarda la soluzione del problema del Lebensraum, che per non viene risolto prima della met
degli anni 40. Ora H. si concentra sulle acquisizioni della Cecoslovacchia e dell'Austria.
Nel giro di poche settimane la Wehrmacht elabora un piano d'azione contro la Cecoslovacchia e i
vertici delle forze armate, preoccupati di un'azione prematura, vengono messi da parte. Keitel il
nuovo capo della Wehrmacht.

38.L'ANTISEMITISMO NAZISTA: ORIGINI E SVILUPPI FINO ALLO SCOPPIO DELLA


GUERRA
L'antisemitismo un tratto originario del nazismo, infatti uno dei punti meglio articolati nel Mein
Kampf, opera di H. che racchiude la sua ideologia. Il Fuhrer, ispirato da studiosi come Eckart e
Rosemberg, in essa descrive gli ebrei come la malattia del mondo e come individui che vogliono
rovinare la Germania facendo uso del bolscevismo.
Uno degli obbiettivi i H. era quello di costruire una Volksgemeinschaft, cio una comunit di
popolo, concepita come l'unione di tutti gli individui di stirpe tedesca, superiori agli altri. In essa
erano poco importanti aspetti di carattere culturale e gli obiettivi di
armonizzazione sociale (scarso interesse per il corporativismo)infatti veniva
individuata soprattutto in base a criteri di ordine razziale.
Nell'ambito della purificazione della Volksgemainschaft H. voleva in primo luogo
l'espunzione e l'emarginazione degli elementi non Volkgenosse, in secondo
luogo l'eliminazione dei Volkgenosse considerati inadatti. I principali elementi
di corruzione che secondo H. andavano estirpati dalla comunit di popolo erano
gli ebrei, considerati tipica categoria non Volkgenosse.
Sin dal 33 dunque, il Fuhrer attu nei loro confronti una politica antisemita,
mirata ad escluderli totalmente dalla comunit. Alcuni provvedimenti sono:
Commissione centrale della Nsdap per la difesa dallistigazione ebraica
allodio e al
boicottaggio (primavera 1933), che organizzava il boicottaggio degli esercizi
ebraici tramite azioni delle SA e SS. Voluta soprattutto da J. Streicher, non
sostenuta con particolare entusiasmo da Hitler. Fu un complessivo insuccesso
per scarsa adesione della popolazione.
Introduzione della clausola di arianit nella legge per la riorganizzazione
del ceto
funzionariale: consentiva l'espulsione e il licenziamento della maggioranza
dei funzionari e impiegati ebrei (esclusi reduci di guerra) dalle pubbliche
amministrazioni. Questa legge, oltre ad epurare, serviva anche per aprire spazi
al partito, che voleva acquisire posizioni di forza nell'apparato pubblico.
LEGGI DI NORIMBERGA, settembre 1935 :
-Legge sulla cittadinanza: sono cittadini solo i Volksgenosse, quindi esclusi gli
ebrei. E' una discriminazione sul piano giuridico tra tedeschi ariani ed ebrei.
-Legge per la difesa del sangue e dellonore tedeschi: legifera sul matrimonio e
sui rapporti sessuali interrazziali e porta al divieto di ogni forma di relazione
sociale e sessuale fra tedeschi e non ariani. Si voleva quindi separare
nettamente l'elemento ebraico da quello ariano.
Condizione degli ebrei in Germania dopo le leggi di Norimberga: immediata
emarginazione nellambito della societ tedesca:
Emigrazione (soprattutto i giovani);
Sopravvivono in nicchie conducendo vita di apparente normalit.
L'evento che segna la radicalizzazione del regime sulla questione ebraica la
NOTTE DEI CRISTALLI (novembre 1938): pogrom che provoca un centinaio di
vittime,
alcune migliaia di internati nei campi di concentramento e manifesta l'aperta
intolleranza del
regime verso gli ebrei, che vanno espulsi dal corpo della nazione;
L' emigrazione (con contestuale espropriazione) della popolazione ebraica
rimane la linea ufficiale del regime, anche dopo inizio della guerra.
1) Progetto Madagascar (1940): ipotesi di trasferire tutti gli ebrei nella colonia
francese del
Madagascar, abbandonandoli a loro stessi. Il progetto irrealizzabile, anche per

la mancata fine
della guerra in Europa.
2) Trasferimento ad Est: deportazione verso Siberia e steppe asiatiche delle
comunit
ebraiche europee. Impossibile per problemi logistici quali le dimensioni delle
comunit ebraiche
dellEuropa orientale e la mancata vittoria nella guerra contro lUrss.
Con queste ipotesi comincia a profilarsi la soluzione finale.

39. LA POLITICA ECONOMICA DEL FASCISMO NEGLI ANNI 30


Negli anni Trenta la politica economica del fascismo fu volta
soprattutto alla risoluzione della crisi in atto a livello
internazionale in seguito al crollo borsistico di Wall Street
(1929), i cui principali effetti in Italia furono:
la riduzione delle esportazioni e delle importazioni;
l'aumento della disoccupazione;
Crollo dei prezzi agricoli e scomparsa dei capitali esteri;
CRISI DEL RAPPORTO BANCA-INDUSTRIA, essenziale nel
modello di sviluppo dei settori moderni dellindustria italiana.
Infatti, le banche avevano un ruolo centrale e di controllo nel
finanziamento dello sviluppo del settore industriale italiano. La
loro presenza nei pacchetti azionari delle imprese era quindi
molto forte e in seguito alla forte riduzione del corso dei titoli
azionari dell'industria, le banche subirono ingenti perdite.
Per rispondere alla crisi, lo Stato intervenne mediante:
la creazione dellIstituto Mobiliare Italiano (IMI, 1931),
incaricato di acquisire i pacchetti azionari delle imprese in
difficolt;
la creazione dellIstituto per la Ricostruzione Industriale (IRI,
1933), i cui dirigenti principali erano A. Beneduce e D.
Menichella. Il nuovo istituto permise allo Stato di assumere il
controllo delle principali banche miste (BCI, CI ecc.), le quali
tornarono a operazioni di credito commerciale. Inoltre le azioni
e i titoli industriali passarono direttamente nelle mani dell'IRI,
che nel 1937 venne trasformato in un ente permanente.
Di conseguenza, lo Stato rese stabile il controllo pubblico su un
gran numero di imprese industriali italiane, tuttavia mancava
un serio sforzo di riorganizzazione e di razionalizzazione
settoriale delle imprese. Vi furono alcuni tentativi da parte di
societ come la Finsider, ma questi ebbero scarso successo.
Nella seconda met degli anni Trenta l'economia fascista fu

caratterizzata non solo dagli effetti della crisi mondiale, bens


anche da fattori di matrice politica, come le campagne militari
condotte dal paese contro l'Etiopia e a sostegno delle forze
golpiste spagnole. Proprio in seguito alla guerra d'Etiopia la
SdN impose delle sanzioni, come il blocco del commercio
d'armi, e la conseguenza fu l'adozione dell'AUTARCHIA,
principio economico in base al quale una nazione doveva
essere in grado di produrre autonomamente tutto ci di cui
avesse bisogno, sia dal punto di vista delle produzioni agricole,
che da quello del settore industriale. In questo modo crebbe il
controllo dello Stato sul commercio estero e sui movimenti di
valuta (ministero ad hoc).
La politica autarchica fu per attuata solo in misura ridotta
(molto meno che in Germania) e fu un fattore che contribu al
cattivo esito del successivo sforzo bellico italiano.

40. IL FASCISMO DALL'EUGENETICA ALLE LEGGI RAZZIALI


Negli anni Venti si rilev un calo del tasso di natalit, che il
regime associ all'indebolimento della razza, dovuto alla
secolarizzazione e ai fenomeni di emigrazione sia verso
l'estero, sia internamente (per esempio passaggio da citt a
campagne). Per queste ragioni venne condotta una politica
demografica caratterizzata da un aspetto eugenetico, in quanto
le tesi ruraliste avevano come obiettivo il miglioramento
della razza, producendo individui pi sani e robusti.
L'Eugenetica fascista adott un approccio prevalentemente
quantitativo (a differenza del nazionalsocialismo): il regime
tent di incrementare la natalit con una politica di premi alle
famiglie numerose, sostenute per esempio mediante assegni
familiari ed esenzioni fiscali in base al numero dei figli. Inoltre
furono penalizzati coloro che non collaboravano, come nel
caso della tassa sul celibato. Tutti questi vantaggi erano per a
titolo della popolazione maschile.
Per quanto riguarda le donne, questa aveva il ruolo di madresposa, immagine legata alla fecondit, alla maternit e alla
cura domestica.
Nel dicembre 1925 venne creata l'Opera nazionale maternit
ed infanzia (Omni), che si occupava delle politiche di assistenza
allinfanzia.

Dunque, la famiglia rappresentava la cellula fondamentale del


regime fascista e proprio per questo il Codice Penale Rocco
(1930) introdusse:
1) normativa dura contro laborto;
2) i delitti contro la famiglia;
3) i delitti contro lintegrit e sanit della stirpe.
Le concezioni demografiche e le politiche eugenetiche erano
senza dubbio legate alla politica razziale. La prima legislazione
esplicitamente razziale vi fu nel 1935-1936 quando, dopo la
conquista dellEtiopia, il regime afferm in modo netto la
separazione razziale fra italiani e popolazioni africane
autoctone.
Il processo raggiunse il suo culmine nel 1938, con l'emanazione
delle leggi razziali antisemite, applicate agli ebrei, poich
questi, da quanto affermato dal Duce, erano ostili al fascismo.
La legislazione del novembre 1938 riguardava innanzitutto i
matrimoni, consentiti esclusivamente tra coniugi di razza
ariana e, con un permesso speciale, tra italiani e stranieri. In
secondo luogo venne data una definizione di chi appartenesse
alla razza ariana e chi a quella ebrea.
Successivamente gli ebrei vennero esclusi da qualunque ente a
partecipazione statale e gli sbocchi professionali erano dunque
fortemente limitati.
Anche per quanto riguarda le scuole pubbliche e private
vennero presi dei provvedimenti antisemiti: gli studenti ebrei
furono espulsi e costretti a frequentare apposite scuole
ebraiche. Quindi, a partire dal 1938 gli ebrei divennero un
nucleo separati dal resto della comunit nazionale e
continuarono ad essere visti con sospetto e considerati
socialmente pericolosi per molti anni.

42. LA SPAGNA DALLA REPUBBLICA ALLA GUERRA CIVILE+ EVENTI


MILITARI
La nascita della Repubblica fu quasi casuale e avvenne in seguito
all'abbandono del paese da parte di Alfonso XIII, il quale non abdic
formalmente.
Altri fattori favorevoli furono per l'ostilit della Sinistra nei confronti
della monarchia, cos come anche la delusione degli ambienti moderati,
pure monarchici, dovuta all'inettitudine del sovrano, che li aveva
contrariati appoggiando la dittatura.
A capo del governo vi fu inizialmente Zamora (di simpatie monarchiche),

che guid una fase di transizione in vista di nuove elezioni, caratterizzata


da:
Sostegno dei socialisti al governo, con l'eccezione dell'estrema destra e
degli anarchici, raggruppati attorno alla Cnt e alla Fai (Federacin
anarquista berica), che spingevano per orientare le masse in senso pi
radicale mediante scioperi e astensione elettorale.
Provvisoria tregua garantita da forze cattoliche e monarchiche, che
per nel 1931 cess, creando un clima di scontro con il governo. Tuttavia,
le elezioni del giugno 1931 videro l'affermazione delle forze di centrosinistra (socialisti, repubblicani, radicali), mentre le destre non ebbero
successo.
Durante la PRIMA FASE REPUBBLICANA Alcal Zamora fu eletto
presidente della repubblica, ma si dimise in favore di Manuel Azaa
(repubblicano), il cui programma prevedeva:
una politica laicista;
il controllo dello Stato sul sistema educativo;
l'elaborazione di una riforma agraria, attuata tuttavia lentamente.
Questa azione per fece s che prevalesse una linea di scontro con i
poteri tradizionali, che alienava al governo le simpatie borghesi, senza
compattare le sinistre, le cui componenti estreme (soprattutto anarchici)
assunsero posizioni sempre pi radicali.
Per quanto riguarda le opposizioni di destra, nacque nel 1932 la CEDA,
guidata da J. M. Gil Robles, che sanc l'integrazione del mondo cattolico
nellordinamento repubblicano con un disegno di orientamento
conservatore, ma non reazionario, anche se alcune componenti, ad
esempio la JAP movimento giovanile avevano posizioni pi estremiste.
Nei primi anni i movimenti della destra estrema, sebbene di ispirazione
fascista, erano relativamente deboli, ma chiassosi: alcuni esempi sono la
Juntas de ofensiva nacional-sindicalista (Jons), guidata da R. Ledesma
Ramos e la Falange Espaola, di J. A. Primo de Rivera.
La Repubblica cominci ad entrare in una fase di crisi, in quanto i partiti
non si riconoscevano pi reciprocamente la legittimit democratica.
Le elezioni del gennaio-febbraio 1936 inasprirono la situazione.
Da un lato, vi era la transitoria compattezza delle forze di sinistra,
raccolte nel FRONTE POPOLARE, guidato da Azaa, che comprendeva
repubblicani, socialisti, autonomisti, comunisti, e fu favorita
dall'atteggiamento neutrale degli anarchici; dall'altro lato vi era la
divisione delle forze di destra, dovuta all'iniziale propensione della Ceda
a creare una lista autonoma.
Il meccanismo elettorale, per, premi la sinistra, poich favoriva le
coalizioni, assegnando l'80% dei seggi di ogni circoscrizione alla lista che
avesse ottenuto la maggioranza assoluta dei voti.
Le elezioni si svolsero in due turni: il primo fu caratterizzato da una
relativa calma, mentre il secondo fu caratterizzato da un clima di
violenza politica (omicidi, rapimenti, scioperi violenti, occupazioni di
terre, attacchi ad edifici religiosi, ecc.). Questo periodo passato alla
storia con l'appellativo di PRIMAVERA TRAGICA.

In questo stesso periodo vi fu lo sfaldamento della Ceda a favore delle


correnti pi intransigenti (Jap), disposte a collaborare con la Falange e i
gruppi monarchici. All'aumento della violenza politica di destra
(formazioni di ispirazione fascista) si contrappose la violenza politica,
altrettanto spietata, di sinistra e il governo Azaa fu impotente a
fronteggiare la situazione.
In questo clima, i militari decisero di intervenire nel luglio 1936, attuando
un colpo di stato, concepito come un classico pronunciamiento, ma
questa volta ebbe un esito atipico:
Governo legittimo non cadde, e continu a controllare ampie zone del
paese;
Allo stesso tempo i militari ribelli non vennero sconfitti.
La guerra civile si aliment inizialmente di una situazione di incertezza e
di stallo sotto il profilo militare, che per fu progressivamente rotta
dall'arrivo delle truppe africane (africanistas) e dall'intervento precoce
delle potenze straniere (Italia, Germania), che svolsero inizialmente
funzioni soprattutto logistiche, per esempio trasportando le truppe
nazionaliste di Franco sul continente europeo.
In generale, la linea ufficiale adottata dalle potenze mondiali era quella
del non intervento (agosto 1936), ma questa non fu rispettata:
Italia, Germania: appoggiarono i nazionalisti, con uomini e mezzi, e
consentirono l'acquisto a credito di armi e rifornimenti;
Urss: appoggi il fronte repubblicano attraverso i comunisti, soprattutto
con materiale bellico, da pagare per immediatamente;
Nacquero le brigate internazionali, che avevano un importante aspetto
simbolico, di opposizione antifascista, ma non erano molto rilevanti sotto
il profilo militare.
In quanto agli eventi militari, durante la primavera 1937 i nazionalisti
stabilirono il controllo della zona sul confine portoghese e realizzarono il
collegamento fra il nucleo meridionale e quello settentrionale. Nel mese
di aprile dello stesso anno si manifestarono evidenti dissidi allinterno del
fronte repubblicano:
1) comunisti, in omaggio alle direttive di Mosca (che forniva sostegno ai
fronti popolari) diventarono unpartito dellordine con l'obiettivo di
vincere la guerra;
2) vi furono dei contrasti con altre forze dellestrema sinistra anarchici,
Poum (Partito obrero de unificacion marxista) che volevano una
contemporanea rivoluzione sociale;
3) si verificarono scontri armati fra formazioni di sinistra (es: insurrezione
anarchica di Barcellona) con la dura repressione da parte dei comunisti
delle frazioni estreme.
Nel periodo compreso tra giugno e ottobre 1937 il fronte settentrionale,
costituito da Paesi Baschi e Asturie, fu liquidato.
Tra marzo e aprile 1938 part un attacco nazionalista da Teruel(Spagna
centrale) in direzione del Mediterraneo, che provoc la separazione del
fronte repubblicano in due zone: Madrid-Valencia e Barcellona.
Nel 1938 la guerra era ormai strategicamente vinta dai nazionalisti, ma
le operazioni procedettero lentamente per vari motivi.

1) volont di Franco di consolidare il suo potere nellambito del fronte


nazionalista;
2) inizio di una repressione durissima nelle zone di nuova occupazione;
3) attendere ulteriore sfaldamento del fronte repubblicano.
Infine, a febbraio-marzo 1939 la guerra ebbe fine dopo la caduta di
Barcellona e poi di Madrid, mentre inizi la dittatura franchista.

43. LE FORZE POLITICHE SPAGNOLE DURANTE LA GUERRA


CIVILE
L'evoluzione della politica interna della Spagna essenziale per
comprendere gli esiti finali della guerra, che si verific tra le
forze golpiste e le forze repubblicane.
Le prime, definite anche nazionaliste, erano inizialmente
caratterizzate da un clima di scontri interni. In particolare, la
rivolta del 18 luglio 1936 port alla composizione, a Burgos, di
una Giunta di difesa nazionale, all'interno della quale vi furono
degli iniziali e forti contrasti . Essa era inoltre poco disposta a
collaborare con i civili che avevano partecipato al complotto,
che si scontrarono con i militari, i quali erano sostenuti da forze
politiche a loro volta soggette a forti divisioni:
1) componenti della Ceda;
2) monarchici moderati (alfonsini) e monarchici tradizionalisti
(carlisti e loro formazioni militari, Requets);
3) gruppi di orientamento fascista (Falange, Jons).
Queste divisioni, che si riflettevano anche nel diverso
orientamento dei generali inseriti nella Giunta, contribuivano
ad indebolire il fronte ribelle. Fu in questa situazione di
incertezza che emerse la figura di Francisco Franco, il quale
inizialmente non era il capo designato della ribellione e venne
nominato generale in capo solo alla fine del settembre 1936.
Egli rappresentava una figura di mediazione fra le diverse
componenti militari e civili e sfrutt lo stato di guerra per
accrescere e consolidare il proprio prestigio, assumendo
gradualmente un sempre maggiore potere autonomo;
La necessit di una guida militare forte si tradusse anche nel
ruolo politico:
In primo luogo Franco ottenne l'appoggio, sebbene non
incondizionato, della Chiesa, importante per consolidare il ruolo

di Franco come capo dello stato e come uomo in grado di


tenere le redini del potere anche dopo la conclusione della
guerra civile.
In secondo luogo fu fondamentale anche l'assorbimento
progressivo dei gruppi conservatori e fascisti, attuato mediante
la creazione, nell'aprile 1937, della Falange espaola
tradicionalista y de las Jons, nome che ne indicava il carattere
di semplice cappello del nuovo partito.
Per quanto riguarda invece le forze repubblicane, queste anche
dopo il colpo di stato controllavano la maggior parte delle
province del paese, ma i mesi successivi videro il rapido
sfaldamento del fronte repubblicano.
Il governo centrale conserv un ruolo autonomo soprattutto
per la gestione della politica estera e per il coordinamento
dell'aiuto esterno. Il ruolo di Azaa divenne presto marginale,
poich egli venne sostituito da esponenti dei partiti e dei
movimenti sindacali pi forti, che assunsero il potere a livello
locale.
1) il Psoe e la Ugt controllavano la situazione a Madrid e in
Castiglia;
2) la Fai e la Cnt dominavano in Aragona, a Valencia e a
Barcellona;
3) Crebbe ovunque influenza del partito comunista.
I partiti cedettero malvolentieri il potere conquistato, a dispetto
della necessit di collaborare per la conduzione della guerra.
Tuttavia, a causa della mancanza di una figura di mediazione
come quella di Franco nello schieramento nazionalista, i
governi repubblicani di coalizione (dopo Azaa, F. L. Caballero e
poi Negrin) rimasero deboli e per questo i repubblicani furono
incapaci di evitare la vittoria dei nazionalisti, che vinsero a
Madrid nel 1939, ponendo fine alla guerra civile. All'interno
delle forze repubblicane permasero odi profondissimi, che gli
impedirono di creare un governo spagnolo in esilio.

44. LA SECONDA GUERRA MONDIALE. CAUSE ED EVENTI MILITARI


La Seconda Guerra Mondiale un conflitto le cui cause sono pi facilmente individuabili rispetto al
primo, soprattutto in riferimento alla tesi della guerra dei trentanni europea(1914-1945), di cui il
conflitto rappresenta una sorta di atto finale dopo le numerose guerre regionali degli anni
precedenti al 1939, come la guerra d'Etiopia, quella di Spagna, l'occupazione della Manciuria da
parte del Giappone e l'aggressione nipponica alla Cina del 1937.
Le cause fondamentali che scatenarono il conflitto furono le seguenti:
Esito fallimentare della sistemazione dei rapporti fra le grandi potenze con il Trattato di Versailles,
fortemente svantaggioso per la Germania;
Cattiva soluzione delle questioni nazionali nellEuropa centro-orientale, meno nota in quanto
anestetizzata dall'egemonia sovietica dopo il 1945, come la cessione di territori della Romania,
inserita nel sistema di alleanze dell'Asse, a Bulgaria e Ungheria nel 1941.
Politica di espansione imperialista delle potenze fasciste (Italia, Germania e Giappone) che
ambivano a posizioni di primato detenute da Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, con l'obiettivo di
creare degli imperi autosufficienti sotto il profilo economico;
Crisi economica mondiale, prolungatasi fino al 1932, ma che ebbe strascichi duraturi per tutti gli
anni Trenta, portando per esempio all'affermazione del nazionalsocialismo in Germania e
all'isolazionismo degli Stai Uniti, che aveva determinato anche il fallimento della Societ delle
Nazioni.
Aspetto ideologico: il conflitto caratterizzato da uno scontro fra ideologie spesso totalitarie e
inconciliabili, fattore che rese totale il conflitto, poich previde un ampio coinvolgimento delle
popolazioni civili.
Per quanto riguarda i piani di guerra, in Germania Hitler inizi a prepararsi fin dal suo avvento al

potere. Egli, infatti, procedette al riarmo, andando contro i principi imposti da Versailles, e alla
reintroduzione della leva. La politica estera revisionista tedesca fu incoraggiata dall'appeasement
occidentale, una pacificazione con concessioni da parte di Francia e Gran Bretagna allo scopo di
favorire i rapporti internazionali e allontanare la possibilit di una nuova guerra. Tuttavia, questa
sembrava inevitabile a causa dell'atteggiamento di Hitler, che procedette seguendo il
PROTOCOLLO HOBACH (novembre 1937), il quale prevedeva che le questioni politiche fossero
risolte con una decisa azione militare. Il periodo migliore per agire sarebbe stato quello compreso
tra il 1943 e il 1945, con una piena preparazione tedesca, mentre quella delle potenze occidentali
non sarebbe stata ancora completa. Ciononostante era possibile, se ritenuto necessario, che l'azione
sarebbe dovuta essere anticipata.
La costellazione auspicata era la stabilizzazione ad est (Austria, Cecoslovacchia) prima di colpire ad
ovest, prospettiva che effettivamente si realizz anche grazie all'Appeasement, che consent ai
tedeschi di raggiungere i loro obiettivi senza ricorrere alla forza:
1) La prima mossa della Germania fu l'Anschlu con lAustria (marzo 1938);
2) nell'ottobre 1938 vi fu la Conferenza di Monaco, alla quale segu l'annessione dei Sudeti;
3) Occupazione e smembramento della Cecoslovacchia (marzo 1939).
Gli appetiti hitleriani indussero le potenze occidentali ad assumere un atteggiamento pi duro
riguardo alle rivendicazioni tedesche verso la Polonia, prossimo obiettivo di Hitler.
Nel frattempo anche l'URSS, che aveva una chiara lettura della situazione, ader all'appeasement,
firmando il Patto di non aggressione(Patto Ribbentro-Molotov) il 23 agosto 1939 con la
Germania. Esso comportava:
1) neutralit reciproca;
2) intensificazione della collaborazione economica;
3) spartizione della Polonia;
4) consolidamento sovietico in Europa orientale: occupazione delle repubbliche baltiche, Bessarabia
romena, guerra di confine con la Finlandia.
In sole due settimane la resistenza polacca venne vinta dai tedeschi, i quali invasero il paese (1
settembre 1939) anche per il concomitante intervento sovietico da est.
Di conseguenza vi fu la dichiarazione di guerra di Francia e Gran Bretagna, che
tuttavia non fu seguita da operazioni militari di rilievo, tanto che si fa
riferimento all'inverno 1939-40 con le espressioni Drle de guerre/Phoney
War.
Successivamente, nei mesi di maggio-giugno 1940 la guerra arriv sul serio:
1) Innanzitutto fu ripetuto, in grande, il piano Schlieffen, quindi furono occupati
il Belgio e l'Olanda, fino ad invadere la Francia. Questa fase conosciuta come
BLITZKRIEG, che consisteva in una guerra di movimento con ampio ricorso a
mezzi motorizzati e corazzati, sostenuti dallaviazione, con manovre avvolgenti.
2)In seguito il governo francese Ptain chiese l'armistizio (22 giugno 1940) e
buona parte del territorio del paese fin sotto l'occupazione tedesca, con la
creazione di un governo francese a sovranit limitata, la Repubblica di Vichy;
3) Nel frattempo (10 giugno 1940) fece il suo ingresso in guerra lItalia, poich
Mussolini riteneva che la guerra fosse ormai finita dato il successo tedesco.
Tuttavia la modestia dell'apparato economico, l'insufficiente mobilitazione della
societ, lo scarso coordinamento tra le diverse forze nella pianificazione
militare e la mancanza di chiari obiettivi della guerra fascista fecero s che il
conflitto italiano avesse un andamento disastroso.
4) In quanto alla resistenza britannica, nonostante le sconfitte subite in Francia,
gli inglesi optarono per la resistenza a oltranza, e il paese si difese con
successo dai massicci attacchi aerei tedeschi.
La resistenza inglese venne inoltre favorita dall'intervento degli Stati Uniti, che
con il Lend-Lease Act (marzo 1941) concessero il sostegno economico alla Gran
Bretagna e il concorso nella protezione delle rotte atlantiche.

Nonostante i problemi irrisolti sul fronte occidentale, Hitler avvi la guerra a cui ambiva
maggiormente, quella contro lUrss. Le motivazioni pi importanti erano:
Conquista del Lebensraum, lo spazio vitale per il popolo tedesco;
Distruzione del regime bolscevico;
Soluzione della questione ebraica.
Il Fhrer stabilizz il fronte balcanico tra aprile-maggio 1941(occupazione Romania, truppe in
Jugoslavia, occupazione penisola greca) anche per sostenere linetto alleato italiano e il 22 giugno
1941 lanci l'Operazione Barbarossa, la quale, nonostante il massiccio spiegamento di forze e la
relativa debolezza sovietica dovuta alle purghe staliniane, non riusc. Allora, a un certo punto,
l'esaurimento delle forze e le difficolt logistiche fermarono i tedeschi davanti a Mosca, con alcuni
arretramenti nellinverno 1941-42.
L'Urss approfitt della situazione per riorganizzare la propria resistenza, in primo luogo creando
nuove formazioni, facendo leva sul potenziale umano del paese; in secondo luogo trasferendo
lindustria bellica verso est, in regioni pi sicure; poi coinvolgendo in modo massiccio
anche lelemento femminile; e infine facendo appello al sentimento nazionale russo, mettendo
l'ideologia comunista in secondo piano, e a tutte le forze pronte a collaborare.
Cos la guerra contro il fascismo divenne una guerra nazionale, che assunse il nome di Bolaja
Oteestvennaja Vojna (Grande guerra patriottica).
Nell'estate 1942 ebbe luogo una nuova offensiva tedesca in direzione sud-est (Caucaso), al fine di
impadronirsi dei campi petroliferi della zona. Inizialmente vi furono dei progressi , tuttavia non vi
fu un successo decisivo. Infatti questa diversione su Stalingrado si rivel non solo inutile sotto il
profilo strategico, ma anche disastrosa per il mancato ritiro delle truppe tedesche. Difatti nel
gennaio 1943 si giunse a un punto di svolta per la guerra: la VI Armata rimase accerchiata nella
citt (Stalingrado) e fu costretta ad arrendersi. La Germania perse definitivamente liniziativa sul
fronte orientale ed ebbe inizio una disastrosa guerra di logoramento, che esaur senza speranze le
risorse tedesche. Le truppe sovietiche avanzarono inesorabilmente, recuperando territori perduti,
entrando nei Balcani ed in Polonia, e conducendo un'offensiva finale su Berlino nella primavera
1945.
Altro possibile punto di svolta fu l'attacco giapponese a Pearl Harbour il 7 dicembre 1941, che mise
provvisoriamente a tappeto le forze aeronavali americane, fatto che permise la momentanea
supremazia navale nipponica e la rapida espansione giapponese nel Pacifico e nel sud-est asiatico
(Hong Kong, Filippine, Singapore, Thailandia, Malesia, Indonesia, Indocina francese).
Tuttavia la battaglia di Midway del giugno 1942 segn la fine di questo predominio e l'inizio di una
guerra difensiva per il Giappone, il quale, nonostante la tenacissima resistenza, non aveva
prospettive strategiche.
Inoltre, dopo gli avvenimenti di Pearl Harbour gli Stati Uniti entrarono nel conflitto contro le
potenze dell'Asse, determinando l'enorme prevalenza economica e militare degli alleati.
Altre conseguenze dell'ingresso americano in guerra furono:
Aumento del sostegno economico americano allUrss (gi partito nella primavera 1941);
Adesione sovietica (gennaio 1942) alla CARTA ATLANTICA (agosto 1941):
1) lotta concorde e senza compromessi al fascismo;
2) cooperazione fra le potenze vincitrici per la costruzione di un dopoguerra con assetti
stabili e democratici (si sorvola l'argomento della democraticit del regime sovietico).
Preparazione del secondo fronte in Europa: dopo la liquidazione del fronte in Nordafrica, vi fu lo
sbarco in Sicilia (luglio 1943) per provocare l'uscita dellItalia dalla guerra. Il 25 luglio 1943 il
Fascismo cadde e Mussolini venne arrestato.
Apertura del secondo fronte in Europa (6 giugno 1944) con lo sbarco in Normandia, a cui i
tedeschi non ebbero la forza di opporsi.
Nonostante l'accanita resistenza, la Germania fu occupata nel maggio 1945, ponendo fine al
conflitto in Europa. Nel Pacifico, invece, si giunse alla pace solo nel mese di agosto, dopo il lancio
delle bombe atomiche sul Giappone (Hiroshima e Nagasaki, 6 e 9 agosto 1945) che indusse il
governo di Tokyo ad accettare la resa.

45.LE TAPPE DELLA SOLUZIONE FINALE

La soluzione finale designa il genocidio compiuto dal nazismo nei


confronti delle etnie, considerate inferiori, dell'Europa orientale, ed
in particolare delle popolazioni ebraiche assai numerose in queste
regioni. Essa una conseguenza dei numerosi progetti di
risanamento razziale e di politica antisemita attuati dal Reich ed
volta alla distruzione della razza ebraica in Europa, che ha uno
stretto legame con la guerra ad est. L' invasione dellUrss infatti
da un lato una guerra per la conquista del Lebensraum, dall'altro
una guerra ideologica e razziale contro il 'bolscevismo giudaico'.
Inizialmente la volont del regime non era quella di annientare tutti
gli ebrei ma quella di effettuare un'espulsione di massa (prima
emigrazione, poi progetto Madagascar). Solo dopo la conquista
della Polonia, in cui viveva una comunit ebraica di almeno 2
milioni di persone, inizi la costituzione dei ghetti nelle principali
citt polacche e il trasferimento progressivo degli ebrei del Reich
nel Governatorato generale di Polonia., in attesa che i collaboratori
di Hitler elaborassero la linea della soluzione finale.
Essa non ancora del tutto chiara agli occhi degli storici,
soprattutto il passaggio dalla politica di deportazione e
ghettizzazione a quella di sterminio, probabilmente perch manca
una presa di posizione esplicita da parte di H., la Soluzione finale
infatti ufficialmente un segreto, anche se nota ad ampi settori
della popolazione tedesca.
Inoltre vi fu un probabile concorso di istanze di potere diverse: le
varie decisioni dei singoli centri di potere contribuiscono a
determinare provvedimenti sempre pi radicali contro gli ebrei e gli
altri gruppi destinati ad essere eliminati (es: Sinti, Rom). Dunque
non si tratta di una singola decisione ma di un sommarsi di
decisioni.
L'inizio effettivo della soluzione finale la guerra contro l'Urrs
(Operazione Barbarossa) nella primavera-estate del 1941:
1) Prima dellinvasione vengono diramati gli ordini criminali (es.
Kommissarbefehl) sul trattamento di ufficiali e commissari politici
dellArmata Rossa, dirigenti del partito e dello Stato sovietico,
gruppi di popolazione considerati pericolosi (es. ebrei comunisti,

andavano liquidati).
2) Dietro esercito tedesco in avanzata operano Einsatzgruppen delle
SS, ma anche reparti Sipo e della Wehrmacht per attuare queste
istruzioni.
3) Interpretazione estensiva degli ordini: leliminazione fisica
(fucilazione) riguarda il complesso
della popolazione ebraica delle zone occupate, attuata spesso con
cooperazione delle
popolazioni locali (baltici, ucraini) e degli eserciti alleati (rumeni).
4) Stime dei massacri in Urss: almeno 700.000 uccisioni, forse un
milione, entro la
primavera 1942. es. massacro di Babi-Yar, Ucraina.
L'impossibilit di un trasferimento ad est delle comunit ebraiche
dei territori europei porta a una 'soluzione territoriale':
1) Liquidazione dei ghetti grandi e piccoli delle citt polacche;
2) La macchina dello sterminio comincia ad essere organizzata in
Polonia nell'autunno del 1941: edificazione dei primi campi di
sterminio del Governatorato, come Belzec, Sobibor e Treblinka con
eliminazione delle residue comunit ebraiche polacche, di quelle del
Reich, e poi di quelle dei paesi europei occupati dai nazisti.
Nel gennaio 1942 si tenne la Conferenza di Wannsee nella quale si
discutono gli aspetti logistici (rastrellamenti, trasporti e
potenziamento delle strutture di raccolta e sterminio).
Auschwitz divenne il principale campo di sterminio: in esso non
venne eliminato solo la gran parte dell'ebraismo europeo, ma anche
gruppi etnici considerati inferiori come i rom, e centinaia di migliaia
di cittadini polacchi e sovietici, di individui asociali e di oppositori
politici al regime. La sua struttura era per composta da numerosi
campi: a Birkenau vi erano i forni crematori e le camere a gas, dove
finivano appena arrivati bambini, vecchi e la maggioranza delle
donne; altri insediamenti raccoglievano invece i prigionieri abili al
lavoro e quindi destinati a lavorare nei complessi dell'industria
bellica, ad esempio nella fabbrica di gomma sintetica della IG
Farben a Monowitz (es. Primo Levi). Quindi Auschwitz era anche un
campo di lavoro.
Responsabilit: la Soluzione finale dovrebbe essere segreta ma,
date le sue dimensioni, gran parte degli apparati burocratici
tedeschi, come le SS e altre organizzazioni del movimento nazista,
le forze armate, le amministrazioni civili (ferrovieri, impiegati
postali, funzionari delle pubbliche amministrazioni locali) e pi in
generale tutta la societ tedesca erano senza dubbio a conoscenza
di quanto avveniva in Polonia. Inizialmente, nonostante le prove
precocemente a disposizione, anche alleati e comunit ebraiche
mondiali non vollero credere alle dimensioni del genocidio. Furono

la Wehrmacht e altre elite funzionali tedesche che ebbero le


responsabilit maggiori per l'attivit di deportazione e sterminio.

46. L'ORDINE MONDIALE INTERNAZIONALE ALLA FINE DELLA GUERRA E L'INIZIO


DELLA GUERRA FREDDA
L'espressione Guerra Fredda, coniata intorno al 1947 da W. Lippmann, indica
l'insorgere delle tensioni fra USA e URSS sulle principali questioni internazionali
del secondo dopoguerra, dovute in particolare a ragioni di ordine geopolitico e
alla diversit socio-economica e politico-ideologica fra le due potenze vincitrici.
I primi palesi contrasti si manifestarono gi alla Conferenza di Potsdam (giugno
1945), quindi subito dopo la fine della guerra, il che rende necessario guardare
a cause pi lontane: dapprima, infatti, dominava in Europa un atteggiamento di
ostilit verso l'Urss, manifestatosi attraverso il sistema di Versailles, la cui
funzione non era solo anti-tedesca, bens anche antibolscevica.
Dal canto loro i sovietici vedevano la Germania nazista come la punta
avanzata (strumento di politica antisovietica) del capitalismo occidentale,
motivo che spiega la stipulazione del Patto Ribbentrop-Molotov (1939),
mediante il quale l'Urss non solo ottenne vantaggi territoriali quali
l'occupazione degli stati baltici e della Polonia orientale, ma riusc anche a
tenersi fuori dal conflitto scoppiato pochi giorni dopo. Dal punto di vista degli
occidentali, invece, il patto mostrava una sorta di affinit tra i due regimi,
poich entrambi erano dittature totalitarie, anche se comunque i nazisti erano
considerati pi pericolosi. A dimostrazione di questa ostilit verso l'Urss
nell'agosto 1941 USA e Gran Bretagna redassero la Carta Atlantica , con la
quale si impegnavano a riportare la pace, a favorire l'autodeterminazione dei
popoli, la libert economica e la democrazia. Si trattava dunque di una
dichiarazione antinazista, ma implicitamente anche antisovietica.

Tuttavia, nell'autunno 1941 vi fu un cambio di prospettiva, dovuto all'attacco


tedesco nei confronti dell'Urss, che intraprese una guerra contro la Germania
nazista, interpretata (giustamente) come guerra patriottica, cio pi russa
che sovietica. In questo modo inizi un progressivo avvicinamento, i cui
passaggi fondamentali furono l'inserimento russo nella Legge Affitti e Prestiti
(ottobre 1941) e l'adesione alla Carta Atlantica (gennaio 1942), anche se le
profonde riserve reciproche non scomparvero mai del tutto.
A questo punto tra il 1942 e il 1944 gli alleati occidentali cominciarono a
considerare la Russia come un partner affidabile per la ricostruzione dellordine
postbellico. Inoltre, si riconobbe, sebbene in modo implicito, la futura egemonia
sovietica sullEuropa orientale, cosa che per caus la permanenza di motivi di
contrasto, poich da un lato vi era la Polonia, il cui governo in esilio era
ostilissimo ai comunisti, e dall'altro vi era l'atteggiamento di Realpolitik assunto
dai sovietici e condiviso anche dagli inglesi, rispetto all'ordine postbellico
multilaterale auspicato dagli USA.
La collaborazione tra Roosevelt e Stalin, dunque, non fu altro che una rapida
parentesi, dovuta alla comune necessit di sconfiggere la Germania nazista.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il loro fine era quello di promuovere la
ricostruzione economica internazionale in un'ottica multilaterale. Come
principale interlocutore essi poterono contare sulla Gran Bretagna, che seppure
con obiettivi diversi, si trov in posizione di forte dipendenza da Washington,
tanto che molti ritennero che la soluzione migliore fosse quella di aderire al
sistema multilaterale auspicato dagli Stati Uniti, i quali avrebbero avuto il ruolo
di guida, ma allo stesso tempo gli inglesi avrebbero mantenuto i loro interessi.
Tuttavia, per questi ultimi trattare con gli USA su un piano di parit si rivel
impossibile.
In questo contesto le Nazioni Unite si assunsero il compito di realizzare le
condizioni migliori per l'organizzazione delle vertenze internazionali e a tal
proposito nacquero delle apposite istituzioni di carattere economico: il Fondo
Monetario Internazionale (FMI), che si occupava di garantire la stabilit dei
cambi, la Banca Internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS, poi
Banca mondiale), il cui compito era mobilitare capitali per favorire la
ricostruzione e lo sviluppo, e l'Organizzazione internazionale del Commercio
(ITO), la quale, per, fall e fu sostituita dall'accordo sulle tariffe doganali
(GATT).
Gli americani, intanto, cercarono di attuare la loro prospettiva di mondo
unico(ONE WORLD), che comportava l'accettazione dell'esistenza di una
componente, organizzatasi dal punto di vista politico ed economico in modo
molto diverso da quanto essi avrebbero voluto. Ciononostante, questa visione
non si realizz a causa della diversit degli obiettivi di ciascun alleato: infatti,
mentre i sovietici volevano servirsi delle nuove istituzioni per ricavare fondi che
finanziassero la propria ricostruzione, i britannici erano favorevoli alla
collaborazione, ma allo stesso tempo ambivano al mantenimento di un
rapporto privilegiato con limpero.
La situazione peggior con il cambio al vertice statunitense, in seguito al quale
emersero rapidamente i contrasti con i sovietici, che toccarono vari ambiti, tra
qui quello del Medio Oriente.
Gli Stati Uniti erano il primo produttore mondiale di petrolio, ma anche il Medio
Oriente era divenuto un'importante zona di produzione, controllata soprattutto
dalle compagnie inglesi (Irak Petroleum Company, Anglo-Iranian Company,
Royal Dutch Shell), le quali avevano in mano la situazione anche in Iran, grazie
ai legami con le classi dirigenti tradizionali che in quegli anni si trovavano in

difficolt a causa del malumore popolare.


Nel novembre-dicembre 1943 si tenne la Conferenza di Teheran, in occasione
della quale la posizione statunitense afferm la volont di ripristinare l'integrit
territoriale del paese e di dare vita a un cartello petrolifero anglo-russostatunitense, il cui primo teatro di applicazione sarebbe stato proprio l'Iran.
Dunque la linea statunitense si mantenne favorevole alla collaborazione con i
sovietici, il cui atteggiamento per si dimostr ambiguo per vari motivi:
innanzitutto essi valutarono l'idea di procedere all'annessione delle regioni
settentrionali, che erano le pi importanti, e di intraprendere un dialogo
separato con il governo iraniano per le concessioni petrolifere. Inoltre,
incoraggiarono le spinte autonomistiche degli azeri, che vivevano in territorio
sovietico.
Ciononostante alla conferenza di Yalta del 1945 prevalse nuovamente la linea
di collaborazione con l'Urss, destinata per a rompersi poco tempo dopo a
causa dell'atteggiamento di Truman, successore di Roosevelt, e per le crescenti
pressioni esercitate dai sovietici su Teheran mediante il nazionalismo azero al
fine di ottenere delle concessioni sui campi petroliferi del Nord.
Allora, nel gennaio 1946, l'Iran coinvolse l'Onu, chiedendo un suo
pronunciamento sulla questione dell'indipendenza, mossa che signific un
intervento pi deciso degli Stati Uniti nella crisi iraniana e un rinnovamento
della solidariet anglo-americana, che indusse i sovietici a desistere.
Ad ogni modo, la conferenza lasci due nodi irrisolti, relativi all'Europa,
considerata il principale teatro della guerra fredda: la questione polacca e
quella tedesca.
In quanto alla Polonia, i confini furono spostati verso ovest a spese della
Germania, creando la linea Oder-Neisse, mentre l'Urss precedette con
l'annessione di territori orientali ex polacchi. Dal punto di vista
dell'ordinamento politico, si era creato un governo formato principalmente da
comunisti, e per questo l'influenza sovietica, nonostante la forte opposizione
del governo in esilio a Londra, che si dichiarava invece unico esecutivo
legittimo, si rivel decisiva.
Riguardo alla Germania, questa venne divisa tra le potenze vincitrici, a cui si
aggiunse la Francia. Tuttavia, ognuna di esse aveva obiettivi differenti: gli
americani volevano de-industrializzare il paese, poich si pensava che proprio
per il suo grande apparato industriale avesse causato due guerre mondiali.
Inoltre, pretendevano che il paese venisse diviso in piccoli stati, al contrario dei
sovietici, i quali volevano una Germania unita e neutralizzata, in modo che
potesse garantire il pagamento delle riparazioni, che costituivano la loro
principale preoccupazione il loro era stato il paese pi danneggiato dai
tedeschi. Il governo laburista inglese, invece, era scettico riguardo alle
riparazioni, mentre era favorevole alla socializzazione delle grandi imprese
tedesche, processo che non si realizz, ma in compenso i sindacati ottennero le
prime forme di Mitbestimmungsrecht, che divennero la base della economia
sociale di mercato del dopoguerra.
Inoltre, americani e inglesi, volendo rimettere in piedi l'economia tedesca per
mantenere la pace sociale e neutralizzare eventuali movimenti politici estremi,
assunsero un atteggiamento pi morbido rispetto all'Urss verso le esigenze
economiche delle zone occupate. Per esempio, il governo di occupazione
americano, guidato dal generale L. Clay interruppe le riparazioni (maggio 1946)
dalla zona americana, avvi un programma di aiuti economici e alimentari e
diede inizio a una collaborazione con gli inglesi per ottenere l'unificazione

economica delle zone di occupazione, portando cos alla nascita ufficiosa della
Bizone (ufficializzata nel gennaio 1947). In questo modo cominciarono a
crearsi delle divergenze sempre maggiori tra le politiche perseguite dalle
potenze occupanti in Germania, che furono sicuramente centrali nell'insorgere
della guerra fredda, ma non rappresentarono l'unica causa, bens anche il
destino dei paesi dell'Europa orientale gioc un ruolo di rilevanza non
indifferente. Questi stati erano afflitti dal peso dell'influenza sovietica,
implicitamente riconosciuta dagli occidentali. Per esempio in POLONIA furono
inseriti elementi del governo in esilio nel nuovo esecutivo, dominato dai
comunisti. Questa presenza si fece sentire ancora di pi in occasione delle
elezioni del gennaio 1947, le quali si svolsero in un clima di intimidazione e
brogli, portando alla schiacciante vittoria comunista; in UNGHERIA, alle elezioni
del novembre 1945, i comunisti ottennero il 17%, nettamente superati dal 57%
del Partito Contadino. Tuttavia la presenza sovietica avrebbe presto portato a
una progressiva affermazione comunista; in CECOSLOVACCHIA i comunisti
raggiunsero buoni risultati con il 38%, ma paradossalmente fu l' ultimo paese a
completare la transizione verso il regime comunista, finalizzata solo all'inizio
del 1948; infine in AUSTRIA, invece, i comunisti erano evidentemente deboli
(5%) e grazie alla presenza dell'occupazione congiunta alleata il paese venne
neutralizzato nel 1955.
Per quanto riguarda pi specificamente la posizione sovietica, non vi era un
atteggiamento univoco, bens si oscillava fra due poli, FORZA e DEBOLEZZA.
Da un lato, difatti, Stalin era consapevole dell'evidente inferiorit economica
rispetto all'occidente, dovuta soprattutto alle enormi perdite umane e materiali
subite nel conflitto. Allo stesso tempo, per, i sovietici sostenevano che la
forza del loro apparato militare fosse indiscutibile, come mostrato dalla vittoria
su Hitler e, inoltre, nutrivano una grande fiducia nella superiorit del modello
sovietico, che li avrebbe portati a ricoprire ruolo di potenza mondiale.
Successivamente, alcuni ambienti diplomatici (Litvinov) si mostrarono propensi
ad una collaborazione con l'Occidente: ci signific una certa moderazione sul
piano territoriale, anche se alcuni ingrandimenti in Europa orientale furono
indispensabili per motivi di sicurezza, e il rinvio dei disegni di egemonia
mondiale al futuro, in un momento in cui sarebbero emerse le contraddizioni
del capitalismo. Ciononostante, Stalin si dimostr poco incline a ritenere
possibile una collaborazione e nel discorso del febbraio 1946 accenn alla
necessit di preparare l'apparato militare velocemente per poter fronteggiare
minacce esterne, individuate in modo implicito nelle potenze occidentali, le
quali, allora, assunsero un atteggiamento pi deciso, di cui si fece interprete il
diplomatico statunitense George Kennan, il quale nel febbraio 1946 redasse il
lungo telegramma, dove affermava, in primo luogo, che tra gli obiettivi
sovietici vi era la volont di destabilizzare i sistemi politici avversari, in vista di
una futura guerra e, in secondo luogo, che per questo era necessario procedere
all' immunizzazione degli alleati rispetto a fattori esogeni.
Un parere simile fu espresso anche dagli inglesi, tramite il discorso di W.
Churchill tenutosi a Fulton nel marzo 1946, in occasione del quale accus i
sovietici di aver instaurato una CORTINA DI FERRO a dividere il continente
europeo. Queste posizioni furono la base per la politica di contenimento,
basata sulla fermezza nei confronti dei sovietici e sul rafforzamento politicomilitare statunitense. A tal proposito fu costituito il National Security Act(luglio
1947), nell'ambito del quale furono creati il National Security Council, il cui
compito era quello di facilitare la consulenza e il flusso di informazioni alla
presidenza, e la Central Intelligence Agency (Cia) e un Ministero della Difesa

con sede al Pentagono.


I principali pilastri della strategia di contenimento erano la Dottrina Truman, il
cui scopo era quello di contrastare l'egemonia sovietica mediante il
rafforzamento militare, motivo per cui gli americani intervennero in Turchia e
nella guerra civile scoppiata in Grecia, dietro alla quale si sospettava un
sostegno russo alle formazioni di matrice comunista, e il Piano Marshall
(European Recovery Program), che prevedeva uno stanziamento di 17 miliardi
di dollari a favore delle potenze europee occidentali e che fu approvato anche
dal Congresso per i suoi effetti positivi sulleconomia americana. Tutti questi
fatti segnarono l'inizio ufficiale della Guerra Fredda, la quale dunque non fu solo
un contrasto tra USA e Urss, ma riguard anche l'Europa occidentale, l'Asia e il
Medio Oriente.

47. GLI SCENARI DELLA GUERRA FREDDA IN EUROPA: dal Piano Marshall alla
NATO
Il 5 giugno 1947 fu annunciato lEuropean Recovery Program, pi
comunemente conosciuto come Piano Marshall, che prevedeva uno
stanziamento di 17 miliardi di dollari a favore delle potenze europee occidentali
e che fu approvato anche dal Congresso per i suoi effetti positivi sulleconomia
americana.
Esso costituiva uno dei pilastri fondamentali della politica di contenimento,
basata sulla fermezza nei confronti dei sovietici e sul rafforzamento politicomilitare statunitense, insieme alla Dottrina Truman, il cui scopo era
contrastare l'egemonia sovietica mediante il rafforzamento militare, motivo per
cui gli americani intervennero in Turchia e nella guerra civile scoppiata in
Grecia, dietro alla quale si sospettava un sostegno russo alle formazioni di
matrice comunista.
Nonostante la valenza antisovietica del Piano Marshall, questo non escludeva
pregiudizialmente i paesi del blocco orientale, n tanto meno l'Urss, la quale in
un primo momento sperava che si trattasse di una nuova legge affitti e
prestiti, ma ben presto si resero conto che gli Stati Uniti volevano controllare
in modo completo l'impiego dei fondi.
Inoltre, inizialmente la destinazione degli aiuti non era coordinata e il livello di
integrazione interna fu scarso: in primo luogo furono coinvolte la Gran Bretagna
e la Francia, poi l'Italia e anche larea tedesca (Bizone).
I sovietici risposero ai piani americani con l'affermazione rigida dell'egemonia
di Mosca: innanzitutto il governo imped a paesi come la Polonia e la
Cecoslovacchia di aderire all'Erp, poi nel settembre 1947 venne creato il
COMINFORM, che rappresentava una collaborazione dei paesi socialisti contro
limperialismo statunitense e, infine, nel gennaio 1949 nacque il COMECON,
che intendeva rafforzare l'integrazione economica fra Mosca e i suoi satelliti.
Altro punto saliente del Piano Marshall era l'aiuto destinato alla ripresa
economica della Germania, all'interno della quale la divergenza economica tra
le due zone si tradusse in divergenza politica.
Nella zona sovietica venne favorita la fusione coatta fra socialisti e comunisti
(egemoni), con la conseguente creazione della Sed, il partito socialista
unificato. Inoltre, l'Urss mantenne la sua preferenza per una soluzione unitaria,
sempre per motivi legati allo sfruttamento economico delle province

occidentali. Tuttavia il partito non punt mai a una democrazia popolare,


come era successo in passato con Lenin.
L'Erp fu esteso anche agli alleati occidentali, i quali erano daccordo sul
disarmo e sulla neutralit tedesca. In questo modo si cre una politica
unilaterale, da cui era completamente esclusa l'Urss, la quale, dopo la
Wahrungsreform del marzo 1948, la cui conseguenza fu l'adozione del marco
tedesco, fece partire il BLOCCO DI BERLINO, che fortunatamente non si
tradusse nell'ennesima prova di forza militare grazie all'accorta strategia degli
americani, i quali crearono un ponte aereo attraverso il quale la citt venne
rifornita di tutto il necessario per sopravvivere. I sovietici rimossero il blocco nel
maggio 1949 e in quello stesso mese fu approvata la Grundgesetz (Legge
fondamentale), che apr la strada alla creazione della BRD (Repubblica Federale
Tedesca). La reazione del blocco orientale fu la nascita della DDR (Repubblica
Democratica Tedesca), che non rappresentava l'opzione preferita dai sovietici, i
quali per cedettero alle pressioni dei comunisti tedeschi.
Comunque, da prima del blocco di Berlino era partita l'integrazione difensiva
europea: Gran Bretagna, Francia e Benelux avevano infatti dato vita al Patto di
Bruxelles (aprile 1948), a cui inizialmente gli Stati Uniti non aderirono.
Tuttavia, il ridotto potenziale militare di questa alleanza indusse gli USA a un
intervento diretto: nell'aprile 1949 fu firmato il Trattato Nord-Atlantico, il quale
prevedeva anche la costituzione della NATO. La concezione strategica di fondo
era quella dello scudo e della spada, dove il primo era rappresentato dalle
forze convenzionali europee e la seconda dall'arsenale atomico statunitense.
Tuttavia permase un certo scetticismo a Washington sulla possibilit di
un'efficace difesa dellEuropa occidentale, considerando che il riarmo tedesco
fu provvisoriamente escluso.

48. LA GUERRA FREDDA IN ASIA


Le vicende relative all'Asia orientali costituiscono degli elementi fondamentali
per la comprensione complessiva del fenomeno della Guerra Fredda. I principali
paesi coinvolti furono la Cina, la Corea, il Vietnam e il Giappone.
In quanto alla Cina, la situazione negli anni Trenta non era delle migliori, in
quanto il paese si trovava diviso fra i nazionalisti, rappresentati dal
Guomindang, i comunisti e gli occupanti giapponesi.
L'avvento della Seconda Guerra Mondiale provoc una serie di conseguenze
che mutarono le circostanze, poich i nipponici accumularono diverse vittorie
contro i nazionalisti, i quali risultarono sensibilmente indeboliti dal conflitto
mondiale, al contrario dei comunisti, il cui partito conobbe una ingente crescita
grazie al forte radicamento sociale nelle campagne. Tuttavia, il Giappone non
ottenne mai un successo decisivo, ma mantenne le sue posizioni in Cina fino
alla fine del conflitto.
Nel 1945 i giapponesi crollarono, anche in seguito ai bombardamenti di
Hiroshima e Nagasaki, e si ritirarono dalla Cina in seguito alla ripresa della
guerra civile, la quale, nonostante l'appoggio statunitense fornito a Chang KaiShek, si concluse con la vittoria di Mao, che proclam l'inizio della Repubblica
Popolare Cinese. Inizialmente, l'atteggiamento degli USA verso questo nuovo
governo fu interlocutorio (1949-50), ma in seguito all'invasione nord-coreana in
Corea del Sud, divenuta possibile per l'intervento cinese a sostegno di Kim Il

Sung nell'ottobre 1950, emersero delle profonde ostilit che causarono la


rottura dei rapporti diplomatici fino agli anni Settanta.
Per quanto riguarda la Corea, essa inizialmente non costituiva una regione di
interesse strategico per gli Usa, i quali ,per, dopo l'arrivo dei sovietici nel
paese, inviarono delle truppe, stabilendo una provvisoria linea di demarcazione
sul 38 parallelo. L'occupazione congiunta dur dal 1945 al 1950, periodo
durante il quale al Nord si instaur un regime filo-comunista, mentre al Sud si
imposero i nazionalisti, sebbene con la presenza di una guerriglia comunista.
Nella zona meridionale si svilupp una fase di guerra civile, iniziata con
l'attacco dell'esercito nord-coreano, la cui rapida avanzata provoc l'intervento
dell'Onu e l'organizzazione di una forza multinazionale, promossa e dominata
dagli americani.
La superiorit statunitense port alla ripresa sud-coreana e lo spostamento
delle
operazioni nella zona settentrionale, ma a causa della minaccia della sconfitta
nord-coreana i cinesi, nel novembre 1950, intervennero, inducendo al ritiro le
truppe dell'Onu e stabilizzando il fronte lungo la zona del vecchio confine (38
parallelo). La conseguente situazione di stallo, aggravata dalla minaccia delle
armi nucleari americane, port all'armistizio del 1953, che consolid anche la
formazione di due stati coreani ideologicamente contrapposti, inseriti in sistemi
di alleanze ostili.
Il terzo paese asiatico da analizzare il Vietnam, il quale sin dal Seicento si era
trovato sotto il dominio francese. Le opposizioni a questa dominazione non
mancarono sin dall'anteguerra e non rappresentarono un vero pericolo fino al
1940, anno in cui i giapponesi occuparono il nord del paese. Essi consentirono
al governo francese di continuare a funzionare e crearono un governo
fantoccio. Inoltre repressero duramente qualunque fenomeno di opposizione,
che per, intorno al 1945, cominci ad intensificarsi in modo sempre maggiore.
Il gruppo principale della resistenza era il Vietminh di Ho Chi Minh, formato dai
comunisti, i quali, dopo la resa dei nipponici, presero il controllo della
situazione, proclamando la Repubblica Democratica del Vietnam.
Il dopoguerra vide il ritorno dei colonialisti francesi, il cui progetto era quello di
creare un Vietnam autonomo nell'ambito dell'Unione francese. Tuttavia, questa
soluzione fall, provocando la ripresa della guerra.
Successivamente, gli Stati Uniti, le cui decisioni erano sempre pi condizionate
dal clima della guerra fredda, nutrendo forti riserve verso il Vietminh comunista
di Ho Chi Minh, fornirono un aiuto relativamente poco convinto ai francesi, i
quali per furono sconfitti nella battaglia di Dien Bien Phu, svoltasi nel 1954.
Per evitare che gli americani si insediassero nel paese al posto dei francesi, Ho
Chi Minh avvi delle trattative con Parigi, con le quali si stabil un cessate il
fuoco, una linea di separazione provvisoria situata sul 17 parallelo. Al Nord si
stabil una prevalenza comunista, mentre al Sud il potere era detenuto dal
governo monarchico di Bao Dai. Proprio nelle zone meridionali i gruppi
anticomunisti respinsero gli accordi di Ginevra volti a favorire le elezioni per la
riunificazione del paese. Cos, il primo ministro dello stato del sud, con
l'appoggio degli Usa, organizz un colpo di stato per rovesciare la monarchia di
Bao Dai e proclamare la Repubblica del Vietnam(1955)
Tuttavia, ci comport la ripresa delle ostilit, che si protrassero fino al 1975,
anno in cui si verific la sconfitta finale statunitense e sud-vietnamita.
Ultimo paese da considerare il Giappone, il quale usc distrutto dalla guerra.
Inizialmente, la propensione americana fu per una pace punitiva, motivo per

cui si procedette al disarmo permanente, allo smantellamento del sistema


industriale e a pesanti epurazioni politiche. Si stabil nel paese un governo di
occupazione guidato dal generale MacArthur: egli, innanzitutto, tent di
eliminare le concentrazioni industriali, chiamate Zaibatsu, e di attuare
un'ampia riforma agraria, necessaria in quanto il ceto contadino rivestiva
ancora una grande importanza nella societ nipponica; poi, nel 1947 introdusse
una nuova costituzione di stampo democratico, che ricalcava in parte il modello
americano; infine, attu il processo di epurazione, il quale fu pi limitato
rispetto a quanto previsto: esso colp elementi come i militari e i dirigenti dei
partiti nazionalisti, ma ben presto, le politiche di epurazione cessarono,
permettendo alla vecchia classe politica di tornare al potere.
Con l'inizio della guerra fredda in Asia, i cui avvenimenti principali furono la
prevalenza comunista in Cina, la guerriglia Vietminh in Indocina e la presenza
sovietica in Corea del Nord, la politica statunitense in Giappone sub una
revisione:
- gli americani cominciarono a sostenere economicamente il paese, cos che
questo potesse portare avanti la propria ricostruzione;
- nel 1951 venne chiusa la questione del trattato di pace, redatto senza la
partecipazione di alcuni paesi, tra cui Cina e Corea, e con il rifiuto di altri, come
l'Urss;
- nello stesso anno fu poi firmato un Trattato di sicurezza con ampie concessioni
militari agli Stati Uniti.
In tal modo il Giappone divenne un interlocutore privilegiato degli Stati Uniti in
Estremo Oriente. Inoltre venne favorita la ripresa economica sia grazie alla
congiuntura coreana , sia per la fine dei tentativi di smantellare le
concentrazioni industriali.

49. L'ITALIA DALL'8 SETTEMBRE ALLE ELEZIONI DEL 1948


L'8 settembre 1943 vi fu la proclamazione dellarmistizio stipulato
con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Tuttavia la situazione nel
paese si fece caotica:

1) Mancanza di istruzioni da parte del governo port a


indebolire resistenza delle truppe italiane e all'occupazione
tedesca di tutto il centro-nord;
2) Occupazione alleata dellItalia meridionale;
3) Corona e governo Badoglio si trasferiscono a Brindisi (Regno
del Sud), che era appena stata liberata dagli alleati, mentre i
tedeschi promuovono al Nord la creazione della Repubblica
Sociale Italiana (Repubblica di Sal), riaffermando cos il
fascismo repubblicano.
In questa data ebbe inizio anche la Resistenza italiana, le cui
fasi di massimo sviluppo furono la primavera-estate 1944 e la
primavera 1945.
Il fenomeno si concentr al Centro-Nord, cio nelle zone invase
dai tedeschi
Al Sud, invece, non vi era una vera e propria resistenza, ma fu costituito il
COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE (CLN), del quale facevano
parte tutti i partiti antifascisti, che accettarono di avere un ruolo paritario cos da
favorire la collaborazione reciproca.
La posizione del CLN era di polemica contro Badoglio e contro la monarchia, a
loro parere troppo compromessa con il fascismo.
La situazione trov una via di sbocco con la SVOLTA DI SALERNO(aprile
1944): dopo il riconoscimento sovietico del Regno del Sud, Palmiro Togliatti,
leader del PCI, annunci la collaborazione con la corona per vincere la guerra,
rinviando provvisoriamente la questione istituzionale.
L'aprile 1944 apr una fase di governi del CLN (Bonomi), le cui principali
caratteristiche furono:
1) Avvio della parziale epurazione delle strutture di potere fasciste (prima
affidata a un commissario ad hoc, poi ad una magistratura ordinaria);
2) Discussione sui poteri dei CLN a livello locale, in quanto i partiti moderati
erano contrari all'eccessiva diffusione di amministrazioni politiche;
3) Rapporti con le formazioni partigiane: prevalenza delle brigate comuniste
preoccupava sia gli alleati, sia le forze moderate del CLN.
Dopo la fine della guerra, ciascuna forza politica aveva la
propria posizione:
Nel caso del PCI Togliatti era favorevole alla DEMOCRAZIA
PROGRESSIVA, che consisteva nella partecipazione delle
masse, ma senza obiettivi egemonici, probabilmente per la
consapevolezza della presenza anglo-americana. Una parte del
partito aveva per posizioni massimaliste;
Il PSI era pesantemente disorganizzato e parte della base era
favorevole alla fusione con i comunisti;

Infine la DC poteva contare sull'appoggio delle strutture


ecclesiali, con un diffusione capillare. Essa era inoltre
favorevole al dialogo con altre forze politiche, sia pure in via
transitoria.
Dopo Bonomi, la scelta del successore ricadde su Ferruccio
Parri, del Partito d'Azione (aprile-dicembre 1945), ma dovendo
gestire parecchi problemi e non essendo sostenuto dalle
sinistre, rinunci, venendo sostituito nel dicembre 1945 da De
Gasperi, supportato da Pci e Psi.
La vita politica riprese con l'organizzazione delle prime
consultazioni amministrative e soprattutto con il voto politico
del 2 giugno 1946:
si vot per il Referendum istituzionale, che port alla NASCITA
DELLA REPUBBLICA, la quale prevalse con il 54% dei voti e con
la maggioranza monarchica in Piemonte e nel Sud;
Si svolsero ance le elezioni per l'Assemblea Costituente, che
consentirono di misurare i rapporti di forza tra i vari partiti: Dc
al 35%, Psi al 20% (sulla scia della tradizione), Pci al 19%
(risultato inferiore alle attese), Liberali al 7%, Repubblicani al
4%, malissimo il Partito dAzione. Fu invece un successo per la
formazione LUomo Qualunque (oltre il 5%).
Dopo il 2 giugno prosegu la politica di coalizione, ma con molti
contrasti, legati alle difficolt economiche e ai sistemi per
affrontarle, nonch al crescere dei contrasti Usa-Urss.
Successivamente una serie di fattori portarono al
consolidamento della posizione di De Gasperi:
1) Favorito dalla scissione interna al Psi, con l'uscita dei socialliberali (Saragat);
2) Dc si rafforza come interlocutrice privilegiata degli Stati Uniti
(aiuti economici e successivo inserimento dellItalia nel Piano
Marshall) e dei ceti proprietari italiani, pur con vocazione
interclassista;
3) Frattura con socialisti e comunisti (maggio 1947) dopo
accordi essenziali sulla
Costituzione (soprattutto art. 7, Patti Lateranensi) e sul Trattato
di Pace.
Il 18 APRILE 1948 vi furono nuove elezioni che videro la vittoria della DC
(48% dei voti, 52% dei seggi), ottenuta grazie all'assorbimento del voto
moderato e conservatore su base popolare di massa, e la sconfitta della
coalizione Pci-Psi (Fronte popolare) che non and oltre il 31%.
Inizi in questo modo la lunga stagione del CENTRISMO, che ebbe come

principale interprete Alcide De Gasperi.

50. CARATTERI ESSENZIALI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA


La Costituzione italiana nacque dalla collaborazione tra le sei
forze del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale), ed era
dunque al tempo stesso:
1) Un documento di compromesso fra posizione diverse;
2) L'affermazione di principi base che, pur condivisi, erano
espressione di istanze politiche particolari.
Il testo fu approvato a fine 1947, ma entr ufficialmente in
vigore allinizio dellanno successivo.
Gli aspetti fondamentali di questa nuova costituzione erano:
il CARATTERE COMPROMISSORIO, poich essa fu disegnata
da forze completamente nuove rispetto a quelle liberali: da una
parte vi era il mondo cattolico, dallaltro le sinistre, divise fra
comunisti e socialisti, con una partecipazione minoritaria di
repubblicani, azionisti e di singoli elementi autorevoli estranei
ai grandi partiti.
il RUOLO NUOVO DELLO STATO: vi era difatti la possibilit di
intervento della mano pubblica per la promozione del
benessere economico e sociale della popolazione. Dunque lo
Stato doveva assumere un ruolo di mediazione attiva nel
conflitto sociale, superando la posizione di mera neutralit.
la RIAFFERMAZIONE DEI DIRITTI ESSENZIALI DELLINDIVIDUO,
grazie alla ripresa dei tratti essenziali delle costituzioni liberali,
come l'espressione della sovranit popolare mediante il
suffragio universale;
Insieme al riconoscimento delle libert individuali di iniziativa
economica, vi erano laffermazione del lavoro come valore
primario nell'organizzazione economica e politica del paese
(art. 1) e dei compiti assegnati allo Stato, sia il superamento
delle condizioni subordinate delle classi lavoratrici, sia la
trasformazione dellassetto socio-economico esistente (art. 3).

Concezione della persona umana come centro


dellorganizzazione sociale e politica, titolare di diritti anteriori
a quelli dello Stato; le forme di aggregazione che da essa
derivavano, come le famiglie, le organizzazioni professionali, e
le comunit locali erano anchesse titolari di diritti che lo Stato
doveva riconoscere, pur ammettendosi lintervento statale nel
caso in cui questi corpi intermedi non fossero in grado di
promuovere il bene comune. In questo ambito rientrava anche
il riconoscimento dei rapporti fra Stato italiano e Chiesa
cattolica.
- Infine, la Costituzione assunse un carattere rigido, cio essa
era difficilmente modificabile se non in presenza di un accordo
vasto.

51. L'ITALIA DAL CENTRISMO AL CENTRO-SINISTRA


Con le elezioni del 18 APRILE 1948 ebbe inizio la lunga stagione del
CENTRISMO, che ebbe come principale interprete Alcide De Gasperi,
costantemente presente alla guida dei governi. Altro dato costante era la guida
della Dc, con gli alleati laici. Per queste ragioni, il centrismo, seppur con
frequenti cambi di esecutivo, rappresentava un sistema politico stabile.
Questi anni portarono ad una politica di ricostruzione, attuata rapidamente e un
con un sensibile sviluppo successivo, ma senza un disegno riformista coerente.
In ambito economico fu usato il PIANO MARSHALL per tamponare le
emergenze di base (alimentazione, combustibili), ma soprattutto per potenziare
la base produttiva. L'Italia, all'inizio degli anni Cinquanta, era ancora molto
arretrata, con un alto livello di analfabetismo e di disoccupazione.
In quanto al settore industriale venne formulato un piano dai tecnici dell'IRI
(Saraceno, Menichella), che permettesse di rendere l'industria italiana pi
competitiva, aumentando la produttivit e migliorando le infrastrutture.
Gli investimenti e gli sforzi si volsero soprattutto verso la produzione di energia
e il rafforzamento della produzione di materie prime di base, mentre l'attenzione
rivolta ai livelli occupazionali fu relativamente scarsa.
Questo disegno si rivel vincente non nell'immediato, bens solo dopo alcuni
anni grazie anche allo stimolo dell'attivit dell'industria meccanica).
Nel settore agricolo invece fu avviata una riforma agraria parziale, perch solo
in parte venne smantellato il latifondo meridionale. Inoltre fu istituita la Cassa
per il Mezzogiorno (1950), il cui compito era quello di stanziare fondi per

sostenere la Federazione Coltivatori diretti al fine di promuovere la piccola


propriet coltivatrice.
Nonostante i vari interventi di sostegno allagricoltura, il settore primario perse
progressivamente importanza, portando al progressivo esodo dalle campagne,
mentre il settore industriale conobbe un forte processo di ammodernamento,
permettendo al paese di inserirsi nel novero delle potenze industriali mondiali.
Fino allinizio degli anni Sessanta si pot parlare di export-led,
cio di aumento della produzione, degli investimenti e delle
esportazioni rispetto ai consumi, fattori che determinarono il
successo dello sviluppo economico italiano, del quale, tuttavia,
emersero anche dei limiti. Difatti, la forte crescita economica e
il forte aumento dei consumi negli anni Sessanta cambiarono
profondamente la societ italiana, ma non in modo armonico, a
causa di:
1) Permanere del profondo divario tra Nord-Sud;
2) Mancata epurazione degli apparati statali e amministrativi;
3) Ritardi nello svecchiamento legislativo;
4) Arretratezza del sistema scolastico;
5) Permanere di una mentalit e di comportamenti di tipo
familistico.
Nonostante il clima di sviluppo economico, la formula centrista
conobbe un progressivo logoramento, i cui primi segnali si
manifestarono con le elezioni amministrative del 1951-1952,
che videro un aumento dei consensi per i monarchici e i
neofascisti. Di conseguenza, il governo tent di attuare una
riforma del meccanismo elettorale, che prevedeva un premio
per la coalizione vincente, ma che and incontro a molte
opposizioni, le quali la ribattezzarono Legge Truffa. Le elezioni
del 1953 videro il fallimento del meccanismo a causa del
travaso di voti dalla Dc ai partiti di destra (Msi e monarchici) e
dal Psi al Pci.
Nello stesso anno De Gasperi si ritir. La formula centrista
rimase, ma questa era relativamente debole, e per questo la
Dc (Fanfani) inizi prudentemente ad aprire il dialogo con il Psi,
in vista di una futura coalizione di centro-sinistra.
I due partiti prepararono l'intesa, potendo quindi contare su
una maggioranza ampia. La nuova coalizione di centro-sinistra
nacque tra il 1962 e il 1963 e si mantenne organica fino al
1968, potendo contare sull'appoggio esterno socialista (19601962). Il programma del centro-sinistra era di certo ambizioso,
ma venne realizzato solo in parte:

1) Nazionalizzazione dellindustria elettrica (Enel), con cospicui


indennizzi a
societ private;
2) Riforma della scuola: nascita della scuola media unificata e
affermazione
dellobbligo di studio fino ai 14 anni.
3) Scarso successo di altre iniziative, fra cui il fallimento delle
forme di pianificazione economica.
Negli anni successivi il quadro politico vide la progressiva
crescita del Pci, che per rimase isolato.
Nel 1964 Togliatti mor, lasciando un suo testamento politico,
il Memoriale di Jalta, mediante il quale si ebbe l'affermazione
del carattere policentrico del comunismo (prima prudente
presa di distanza da egemonia sovietica).

52.LA GRAN BRETAGNA TRA RIFORME INTERNE E


DISIMPEGNO COLONIALE (1945-1964)
Nelle elezioni del 1945 si ha una grande vittoria laburista, e quindi
l'applicazione dei programmi da loro elaborati nel periodo bellico, come la
distribuzione equa dei sacrifici richiesti alla popolazione, la quale port ad un
abbassamento del tenore di vita dei ricchi ma anche ad una grande coesione
tra gli abitanti del paese e alla limitazione delle sofferenze causate dalla
guerra.
Negli anni della guerra vi furono inoltre migliorie in campo sociale, come il
miglioramento dei salari dei lavoratori che prima erano sfruttati dal pdv degli
orari di lavoro, e anche il raggiungimento di una piena occupazione, per effetto
dell'enorme spesa pubblica. Tuttavia ci condusse a fenomeni inflattivi che
Keynes (consigliere al ministero del Tesoro) penso di contenere aumentando la
tassazione diretta ed indiretta. In quegl anni furono poste le basi del welfare

state postbellico.
Nel 1942 fu approvato il piano Beveridge, che sanciva la nascita dello stato
sociale e forniva servizi al cittadino dalla culla alla bara, finanziati dalla
spesa pubblica, ad esempio:
1) Creazione del servizio sanitario nazionale;
2) Potenziamento dei sussidi di disoccupazione;
3) Istruzione gratuita;
4) Rafforzamento delledilizia pubblica.
Venne inoltre attuato il programma di nazionalizzazioni sotto spinte di alcuni
laburisti, che riguardava:
1) Banca dInghilterra;
2) Industria carbonifera e siderurgica;
3) Produzione e distribuzione energia;
4) Trasporti e comunicazioni.
Ad esso gli imprenditori non protestano perch sono per lo pi settori ormai
obsolescenti.
Per quanto riguarda la politica estera, vi erano attese per una politica estera
'socialista', dato che la GB era uscita indebolita dal conflitto. Tuttavia non vi fu
una politica estera laburista alternativa a quella americana e sovietica, vi fu
quindi un tentativo di agire nella continuit:
-Aspirazioni a politica economica imperiale frustrate da dipendenza nei
confronti
degli Stati Uniti (l'economia britannica era fortemente dipendente da quella
americana, il paese aveva bisogno di crediti dagli USA). La GB non pu ormai
pi rivestire un ruolo da grande potenza
-Abbandono del mandato in Palestina (1946);
-Concessione della piena indipendenza allIndia (1947).
Le elezioni del 1951 riportano al potere i conservatori fino al 1964, prima con
Churchill, poi con A.Eden e infine con H. MacMillan. I governi conservatori
decisero di non apportare grandi modifiche al sistema di riforme attuato dai
laburisti, si limitarono infatti solo a qualche ritocco, perch secondo MacMillan
ad esempio la GB nel 1959 never had it so good, non era mai stata meglio.
Nell'ambito della politica estera la linea seguita dai conservatori quella di
crescente disimpegno e progressivo avvicinamento all'Europa: in Africa fu
concessa l'indipendenza alle vecchie colonie, puntando al mantenimento di
buoni rapporti economici. L'ultimo sussulto di politica imperiale fu l'impresa di
Suez del 1956: il presidente egiziano Nasser aveva nazionalizzato il canale,
provocando la reazione di GB, Francia e Israele. Il tentativo di riappropriarsi del
canale fall miseramente, dimostrando che la GB aveva perso il suo status di
grande potenza.

53. LA FRANCIA DELLA QUARTA REPUBBLICA (1945-1958)


La Francia venne liberata dai nazisti nell'agosto 1944 grazie alla
sollevazione delle forze partigiane locali e dall'attacco di una divisione

corazzata francese che combatteva a fianco degli alleati. Essa fu


un'azione simbolica, volta tra le altre cose ad affermare la saldatura fra
le diverse componenti della resistenza francese. Tuttavia ben presto
emersero le differenze: De Gaulle (governo in esilio) rappresentava la
continuit dello Stato francese e la riaffermazione della nazione come
grande potenza, mentre le altre forze della resistenza erano pi divise e
con obbiettivi contrastanti, ma dovettero collaborare per accelerare la
vittoria della guerra.
Al momento della ricostruzione postbellica, alcune riforme della
resistenza furono attuate, ad esempio alcune nazionalizzazioni (renault),
ma senza una pianificazione di ampio respiro, e furono adottate ricette
ortodosse in politica economica, con l'obbiettivo di controllare l'inflazione
pur attuando contemporaneamente, con il previsto cambio della moneta,
anche una forte tassazione.
Uno dei temi che stava pi a cuore a De Gaulle era quello della questione
istituzionale, cio voleva superare l'instabilit della Terza Repubblica e
creare un esecutivo pi forte e in parte indipendente dalle forze
parlamentari. Tra il 45 e il 46 i francesi diedero vita ad un'assemblea
costituente che avrebbe svolto anche le funzioni di parlamento ma con
poteri limitati. Era composta da Pcf (26%), Sfio (23%) e Mrp (cattolici,
24%), radicali 10%, moderati 16% (di varia composizione). De Gaulle
venne eletto capo del governo, ma diede presto le dimissioni poich
durante la formazione dell'esecutivo non se la sent di dare in mano ai
comunisti alcuni importanti dicasteri (evidente diversit delle sue
concezioni politiche). Il primo schema costituzionale, da cui usc 1) un
regime parlamentare puro, 2) con una sola assemblea, 3) e un ruolo di
secondo piano per il presidente della repubblica, venne bocciato nel
1946 e fu necessaria la formazione di una nuova assemblea costituente,
con la quale si ritorn al regime bicamerale. La nuova costituzione
stavolta fu approvata anche se con una larghissima astensione.
Anche la formazione del governo si rivel difficile, infatti nel 47 vi fu la
fine della collaborazione tra Pcf, Sfio e Mrp, i partiti che avevano guidato
la resistenza. In Francia dunque mancava una forza moderata che
offrisse un alternativa al comunismo e alle sinistre, le quali non avevano
la maggioranza e che, per aver votato contro al governo, decaddero. Il
Mrp tuttavia non ebbe la forza di aggregare le componenti moderate e in
questo clima politico preoccupante fece ritorno De Gaulle, che annunci
la nascita del Ressemblement du peuple franais, movimento che vinse
le amministrative del 47, in quanto il suo leader (De Gaulle) si poneva
l'obbiettivo di ripristinare il ruolo francese di grande potenza.
Dal 47 al 51 si tenne la fase dei governi di Terza Forza, cio governi che
si presentavano come alternative sia al comunismo che al gollismo, ma
che instaurarono forme di collaborazione con queste forze. Essi furono
dominati da Mrp, Sfio, radicali e moderati non gollisti e nonostante furono
esecutivi instabili furono innovativi, infatti si resero protagonisti di alcune
delle iniziative politiche di maggior rilievo ad esempio si occuparono della
gestione delle prime fasi dell'integrazione europea con il piano Schuman,
del Progetto di Comunit europea di difesa e della pronta attuazione

della ricostruzione con gli aiuti del Piano Marshall.


Per risolvere i problemi della governabilit i partiti della coalizione,
cattolici e radicali, introducono alcuni elementi del sistema elettorale
maggioritario, permettendo la sopravvivenza dei governi di Terza Forza
nonostante l'indebolimento di Sfio e Mrp. La coalizione tra sx moderata e
centro venne definitivamente messa in crisi dagli insuccessi nella
gestione della politica estera:
1) Disastro in Indocina, che segna il definitivo disimpegno francese da
questa zona (1954);
2) Concessione indipendenza a Tunisia e Marocco senza porre resistenze
(1956);
3) Inizio della crisi algerina e suo esito infelice:difficolt di transizione
morbida legata a forza
numerica e radicamento al potere di componente francese. Vi furono
infatti insurrezioni e rivolte violente a cura del Fronte di liberazione
Nazionale algerino a cui il governo francese rispose con la forza e con il
sostegno, fino al 58, di tutte le forze politiche.
Le polemiche nellopinione pubblica sull'azione militare in Algeria (in
francia ma anche in un contesto internazionale si parlava di violenze
commesse da alcuni reparti) portano a una crescente richiesta di ritiro
dal paese da parte di alcuni settori politici (1958), che incontrano
l'opposizione dei coloni e dei vertici militari, i quali formano il comitato
di salute pubblica ad Algeri guidato da un esponente militare, con il fine
di tenere sotto controllo iniziative estremiste. Dopo la nascita del
comitato, anche in patria si temette un possibile colpo di stato militare,
favorito anche dalla possibilit di fare riferimento al prestigio del
generale De Gaulle. La soluzione alla situazione fu dare la carica di
presidente del consiglio a De Gaulle (1958) e incaricarlo di formare un
nuovo governo. Questo avvenimento sancisce la fine della IV Repubblica
e la nascita della V Repubblica.

54.LA NASCITA DELLA BUNDESREPUBLIK: DALLA BIZONE ALL'INGRESSO


TEDESCO NELLA NATO
Nel 45 si tenne la conferenza di Potsdam, in cui gli alleati decidettero sul destino della Germania, la
quale venne divisa in 4 zone e occupata dalle potenze vincitrici. In questa conferenza vi era la
volont di procedere a una gestione unitaria e congiunta del paese sconfitto, tuttavia per quanto
riguarda il problema delle riparazioni tedesche ai vincitori, si decise che ogni potenza avrebbe
potuto effettuare prelievi di impianti industriali o di altro materiale, a titolo di riparazione,
direttamente dalla zona d'occupazione da lei amministrata. Ci significava che ogni vincitore aveva
la possibilit di subordinare completamente ai propri interessi e per tempo indeterminato l'economia
di un intero settore della Germania.
Le politiche dei paesi occupanti divergevano in modo piuttosto netto tra loro. Gli americani ad
esempio, nella loro zona assunsero un atteggiamento pi morbido rispetto a quello sovietico nei
confronti delle esigenze alimentari ed economiche delle zone occupate. Nel 46 il governatore
militare della zona americana, aiutato dagli inglesi, var un programma di aiuti economici ed
alimentari che ben presto sfoci nella completa integrazione economica tra le due zone. Nasceva
cos la Bizone (ufficializzata il 1 gennaio 1947), cio il primo nucleo della futura Repubblica
Federale.
Nel 1947 gli Usa lanciarono il piano Marshall, un progetto di aiuti volto a
rilanciare la ripresa della produzione industriale dei paesi europei e a contenere
l'espansione del comunismo. Nel piano anche la Germania svolgeva un ruolo
importante, e gli Usa ne auspicavano la resurrezione.
Nel 48, anche la Francia rinunci alla gestione autonoma del proprio settore e si
un alla Bizona gi composta da USA e GB, pertanto si pot procedere ad
un'amministrazione unificata dell'intera Germania ovest. Il primo segnale di un
cambiamento in quella direzione fu una profonda riforma del sistema
monetario (sostituzione del Reichsmark con il marco tedesco), interpretata
dall'Unione Sovietica come la volont di creare un vero e proprio stato nella
parte di Germania controllata dalle potenze occidentali.
Per reazione, nel giugno del 48, i russi bloccarono ogni accesso alla citt di
Berlino, la quale era stata divisa in 4 settori assegnati alle potenze vincitrici ma
si trovava circondata interamente da territorio controllato dai sovietici. Il
generale americano Clay propose un'azione militare dimostrativa, a cui a suo
parere i russi non avrebbero avuto il coraggio di replicare. Tuttavia per timore di
scatenare la guerra venne trovata la soluzione del ponte aereo, il cui compito
era quello di rifornire i berlinesi residenti nella zona non sovietica di tutto
quanto avevano bisogno per sopravvivere. L'operazione mise in mostra la netta
superiorit aerea degli alleati occidentali e mise i sovietici in condizione di fare
il primo passo verso il conflitto. Il ponte aereo ebbe successo non solo sul
profilo tecnico, ma anche su quello politico, infatti nel maggio del 49 furono gli

stessi sovietici a togliere il blocco dalla capitale e mise in evidenza la reale


volont statunitense di impegnarsi in Europa, portando anche alla
collaborazione tra potenze (Francia e GB) prima avversarie.
Sempre in maggio del 49 fu approvata la Grundgesetz, valida per le regioni
occidentali, che apr la strada alla creazione della BRD nel settembre del 49, la
quale significava la fine delle riparazione dalla zona occidentale.
Gi nell'aprile del 48, prima del blocco di Berlino, vi era un'integrazione
difensiva europea, sancita dal Patto di Bruxelles tra Gran Bretagna, Francia e
Benelux. Nell'aprile del 49 l'alleanza a carattere difensivo viene estesa tra USA,
Canada e i principali paesi dell'Europa occidentale (GB, Francia, Olanda, Belgio,
Lussemburgo, Danimarca, Italia, Norvegia, Portogallo) ed chiamata Trattato
nord-Atlantico. A partire dal 52, gli eserciti di questi paesi iniziano a cooperare
sotto un'unica direzione dando vita ad una complessa organizzazione militare,
la NATO (North Atlantic Treaty Organization).
L'adesione della Bundesrepublik alla NATO avvenne il 6 maggio 1955 (durante il governo
Adenauer) con sullo sfondo sia il possibile conflitto Est-Ovest che il progetto di integrazione
europea. Il secondo allargamento della NATO, con il quale la Repubblica federale divenne il
15esimo membro dell'Alleanza, costitu un passo importante per la riabilitazione del paese nel
dopoguerra e spian la via perch la Germania svolgesse un ruolo importante nella difesa
dell'Europa occidentale durante la Guerra Fredda.
55.LE PRIME FORME DI INTEGRAZIONE EUROPEA: DAL PIANO MARSHALL ALLA
NATO
La prima forma di integrazione europea fu il piano Marshall, lanciato dagli USA durante il governo
Truman, con il fine di offrire ai paesi europei usciti dalla guerra, in gravi difficolt economiche, un
vasto programma di aiuti volti a favorire la ripresa economica e la stabilizzazione politica di questi
stati, ad esempio Francia e Italia, nell'ambito di relazioni di amicizia e alleanza con gli USA. Il
piano Marshall fu annunciato nel giugno 1947 e prende il nome dal segretario di stato americano
George Marshall e in pratica consisteva nella concessione di un grande prestito a favore delle
nazioni europee per accelerare il processo di ricostruzione.
Il programma, detto anche European Recovery Program (ERP), stanziava fondi
per 17 miliardi di dollari e fu appoggiato dal Congresso, convinto dai possibili
effetti positivi sull'economia americana, come l'aumento degli scambi e delle
esportazioni.
Per quanto riguarda la distribuzione degli aiuti, si pensava principalmente ai
paesi occidentali, tuttavia teoricamente non vi era una preclusione ai paesi del
blocco orientale, prima fra tutti l'Unione sovietica. Essa in un primo tempo
pensava che si trattasse di una nuova legge affitti e prestiti, ma gli usa in
realt volevano controllare le economie dei paesi aderenti e il loro impiego dei
fondi. Allora il governo sovietico si ritira dal piano e obbliga alcuni paesi
satelliti, che avrebbero aderito volentieri al piano, come la Cecoslovacchia e la
Polonia, a ritirarsi forzatamente.
Anche tra i paesi occidentali per il piano non era coordinato, in quanto ogni
paese si era organizzato le spese per conto proprio e gli aiuti andarono in
quantit maggiore verso GB e Francia, poi in Italia e anche nell'area tedesca
della Bizone.
Il significato del piano, accanto al sostegno finanziario, era quello di creare
sempre maggiori sinergie fra i diversi sistemi economici, con un contributo
notevole alla stabilizzazione. Inoltre il piano aveva anche un obbiettivo politico,
cio contrastare il diffondersi del comunismo attraverso una rapida
ricostruzione dei paesi europei occidentali.
Il piano fu messo in atto a partire dall'inverno 47-48 e vide l'introduzione di

organismi di controllo come la ECA (economic cooperation administration) e


l'OECE (organization for european economic cooperation), necessari alla sua
attuazione. Durante il primo anno di funzionamento, 5.3 mld di dollari vennero
spesi per acquistare soprattutto generi alimentari ed attrezzature industriali.
Nell'immediato i benefici furono evidentissimi, infatti la produzione industriale
conobbe una rapida ripresa, guidata da quella di beni strumentali, ma molto
pi evidente fu l'effetto psicologico di rinnovata fiducia alimentata dal lancio
del piano, che indusse gli operatori a investire di pi.
L'ERP fu ovviamente osteggiato dai comunisti, e in parte anche socialisti e
socialdemocratici, che lo consideravano uno strumento di espansione
dell'influenza americana e del suo capitalismo.
La questione di una maggiore collaborazione a livello europeo fu favorita da:
-comune dipendenza economica dagli USA
-problemi analoghi legati alla ricostruzione
-consolidarsi dei blocchi politico militari per effetto della guerra fredda
L'idea dell'unificazione europea entr a far parte del programma di molte forze
di orientamento socialista e cattolico nell'Europa occidentale, furono invece
ostili i partiti comunisti. L'impulso a una maggiore integrazione europea era
dovuta alla consapevolezza che i paesi occidentali non erano in grado di
resistere da soli alla minaccia sovietica, ma avevano bisogno di un programma
che mettesse insieme tutte le energie disponibili.
Gi nell'aprile del 48, prima del blocco di Berlino, vi era un'integrazione
difensiva europea, sancita dal Patto di Bruxelles tra Gran Bretagna, Francia e
Benelux. Nell'aprile del 49 l'integrazione europea prosegu dopo alla prima crisi
di Berlino, a cui i sovietici bloccarono ogni accesso per indurre gli occidentali ad
abbandonare le loro zone, con l'alleanza a carattere difensivo che venne viene
estesa tra USA, Canada e i principali paesi dell'Europa occidentale (GB, Francia,
Olanda, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Italia, Norvegia, Portogallo) ed
chiamata Trattato nord-Atlantico. A partire dal 52, gli eserciti di questi paesi
iniziano a cooperare sotto un'unica direzione dando vita ad una complessa
organizzazione militare, la NATO (North Atlantic Treaty Organization).
La concezione strategica di fondo di questa organizzazione difensiva, era quella
dello scudo e la spada. Lo scudo simboleggiava le forze di terra convenzionali
messe in campo dai paesi europei, mentre la spada era rappresentata
dall'arsenale strategico atomico americano, con azione di deterrenza. Gli usa
avevano controllo completo sull'armamento nucleare ma anche la Russia aveva
armi atomiche, quindi ben difficilmente si sarebbe riuscito a contrastare un
attacco, nonostante la formazione della Nato. Nella pianificazione strategica
americana di questi primi anni del dopoguerra permane lo scetticismo
sull'effettiva ed efficace difesa dell'Europa occidentale: si punt sul
rafforzamento graduale delle forze convenzionali dei vari paesi europei
occidentali e per convincere le opinioni pubbliche si fece leva sull'aggressivit
sovietica. Questo metodo funzion per allentare le resistenze francesi verso un
possibile successivo riarmo della Germania occidentale. Tuttavia per buona
parte degli anni 50 gli americani rimasero convinti che anche con la difesa sul
Reno in caso di attacco sovietico buona parte dell'Europa continentale sarebbe
caduta. Pertanto fino al 1951 si tent di rimandare la possibilit del riarmo
tedesco.

56.L'INTEGRAZIONE EUROPEA: DELUSIONI FEDERALISTE, SUCCESSI


FUNZIONALISTI
Il processo di integrazione europea percepito dai paesi come necessit
politica ed economica, per attuarlo si sviluppano due approcci:
-Federalisti: movimento dal basso favorevole ad una maggiore integrazione
politica composto da anticomunisti e filoatlantici. La sua pi importante
organizzazione fu la Uef (1947). Per iniziativa del movimento federalista si cre
nel 1948 il Consiglio d'Europa, formato da una assemblea costitutiva e da un
comitato dei ministri. L'assemblea aveva il compito di formulare proposte e
raccomandazioni che se sostenute da un'ampia maggioranza, venivano
trasmesse al comitato dei ministri, che le girava ai governi nazionali. Quindi il
consiglio d'Europa aveva la funzione di centro di discussione influenzato dai
vari governi nazionali.
Il movimento federalista europeo non assunse mai una dimensione di massa e
ad influenzare efficacemente il processo di integrazione europea.
-Funzionalisti: erano convinti che l'integrazione dovesse procedere solo
mediante progressi di carattere settoriale, partendo dagli aspetti in cui la
collaborazione era pi facile e necessaria, tipo in campo economico. L'avvio di
questo tipo di approccio fu difficoltoso, ma era l'unica via praticabile. I primi
risultati concreti si verificarono solo nel 1950, grazie al piano Schuman

(Francia), che prevedeva l'unificazione del mercato del carbone e dell'acciaio


attraverso l'espansione della produzione, l'adozione di tecniche pi razionali e il
mantenimento di un basso livello dei prezzi che favoriva l'aumento dei
consumi. Questo piano era un primo passo in senso funzionalista verso
l'integrazione europea compiuto in un settore di vitale importanza. Su iniziativa
francese nasce inoltre la CECA (Comunit europea del Carbone e dellAcciaio)
che si occupa del libero scambio di materie prime e prodotti siderurgici fra
Francia, Repubblica Federale Tedesca, Italia e Benelux.
Il piano Schuman fu appoggiato anche dagli USA, che vedevano in esso un
inizio di superamento delle resistenze francesi verso il reinserimento della
Germania nel contesto occidentale. Nel 49 la BRD fu ammessa al consiglio
d'Europa e gli USA cominciarono a trattare per farla entrare nella NATO.
Tuttavia l'idea di un riarmo tedesco spaventava molti, i francesi ad esempio
reagirono con il piano Pleven, che prevedeva la creazione della Ced (comunit
europea di difesa), in cui le unit militari tedesche sarebbero state integrate in
un esercito europeo, contribuendo anche loro in tal modo all'alleanza atlantica.
Tuttavia la Ced fall, segnale che l'integrazione europea presentava difficolt sul
piano militare e politico.
Si decise allora di proseguire l'integrazione sul piano della cooperazione
economica creando la Comunit Economica Europea (CEE) che si adoperava
per una riduzione delle barriere doganali e una liberalizzazione degli scambi.
Negli anno 55-56 si tennero in Italia le riunioni preparatorie alla sua creazione,
durante le quali furono vinte le perplessit di alcuni paesi giungendo nel 1957
alla firma dei trattati a Roma. Grazie alla CEE si prevedeva, tra il 1959 e il
1969, di giungere ad una liberalizzazione completa degli scambi e ad una
sensibile riduzione dei monopoli interni, introducendo per una tariffa
protettiva esterna. Inoltre si auspicava la formulazione di politiche comuni in
agricoltura, trasporti e istruzione professionale mediante un armonizzazione
legislativa unita a sostegni e incentivi economici e gestita da enti centrali.

57.I CARATTERI ESSENZIALI DELLA CRESCITA ECONOMICA DEL SECONDO


DOPOGUERRA
Il trentennio successivo alla seconda guerra mondiale stato definito da
Hobsbawm 'L'et dell'oro', poich durante esso il mondo occidentale sub una
notevole espansione rispetto ai decenni precedenti. La forte crescita fu resa
possibile da questi fattori:
-estensione del modello fordista (modo di produzione basato sulla produzione
di massa, standardizzata e a buon mercato e quindi accessibile alla
maggioranza della popolazione, vedi auto, ristorazione veloce,
elettrodomestici, turismo..) e comprensione della lezione di
Taylor, ossia

che la produttivit del lavoro deve essere seguita dall'espansione dei redditi
-sviluppo tecnologico ed espansione delle tipologie di beni e servizi:
miglioramento prestazioni di generi di consumo durevoli e invenzione di nuovi,
applicando pienamente le tecnologie degli anni 20 e 30. Tuttavia essendo
lavorati a macchina la loro qualit peggior. Ciononostante, essi causarono
notevoli mutamenti nella vita delle persone di paesi ricchi e poveri.
-espansione del commercio mondiale, obbiettivo per il quale furono essenziali i
piani per la ricostruzione dell'economia mondiale elaborati dal governo
statunitense. Alle Nazioni unite fu infatti affidato il compito di realizzare le
condizioni migliori per la creazione di un sistema di rapporti economici
multilaterali: -stabilit dei cambi necessario un fondo di stabilizzazione
-mobilitazione dei capitali per favorire la
ricostruzione e lo sviluppo necessaria una banca.
Queste organizzazioni internazionali di carattere economico furono realizzate
nel 1944 grazie agli accordi di Bretton Woods ed erano il Fondo Monetario
Internazionale e la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo
(banca mondiale).
Nel secondo dopoguerra crebbe inoltre l'interscambio tra i paesi sviluppati del
mondo capitalistico, favorito dalla riduzione delle barriere doganali in Europa
ad esempio, dove ogni paese pot sfruttare al meglio i suoi vantaggi in un
determinato settore. Quindi il commercio, fluidificando il sistema, si risolveva in
una maggiore prosperit per tutti i paesi partecipanti. Un'altra condizione
essenziale per lo sviluppo economico occidentale fu il basso prezzo di materie
prime e merci grezze.
-Maggiore uguaglianza nella distribuzione dei redditi grazie al modello fordista
ma anche grazie all'intervento dello Stato mediante la leva della spesa
pubblica: scuola, sanit, ammortizzatori sociali, politiche di sviluppo regionale,
sistema pensionistico.
La forte crescita economica del dopoguerra si prolung per diversi anni,
mutando profondamente i tratti delle societ mondiali, soprattutto quelle dei
paesi occidentali, principali protagonisti.

58.IL CONSUMISMO E I MODELLI DI CONSUMO NEL MONDO OCCIDENTALE


Il secondo dopoguerra vede una diffusione e diversificazione dei consumi, resa
possibile dallo sviluppo tecnologico e da una pi equa distribuzione dei redditi. I
modelli di consumo che si affermano in questi anni erano gi stati elaborati fra
fine Ottocento e prima met del Novecento:
1) Fine 800: Nascita dei grandi magazzini (Bon March, Harrods, Bloomingdale,
Bocconi) e delle catene di negozi (es. Boots, vendevano quei prodotti che
inizialmente no si trovavano nei grandi magazzini tipo i farmaceutici, gli articoli
per la casa, i mobili.. si potevano trovare anche nei centri urbani minori),
comparsa delle diverse marche. Questi centri erano frequentati dalla borghesia
medio alta e facevano uso della pubblicit per influenzare i clienti ad acquistare
i loro prodotti, i cui prezzi erano ora fissi e non pi contrattabili.
2) Anni Trenta: Nascita dei magazzini a prezzo unico o magazzini popolari, negli
Stati Uniti e poi in
Europa (Italia: Upim, Standa). Erano empori rivolti alla popolazione meno
abbiente che offrivano una ampia gamma di prodotti ad un prezzo unico.
Sempre negli anni trenta si assist allo sviluppo dei supermercati (vendevano
alimentari) basati su principio del selfservice, cio i clienti si servivano da soli e

ci consentiva la riduzione dei costi di gestione e prezzi bassi che puntano sul
volume delle vendite. Essi misero in crisi i negozi al dettaglio. Questo modello
viene ripreso e adattato a standard europei (e italiani, diffusione in Italia legata
all'iniziativa statunitense) nel secondo dopoguerra. I supermercati
rappresentarono una importante novit, diventarono infatti punti di riferimento,
dei simboli e specchi di un societ che si stava avviano verso l'era
dell'abbondanza.
3)Nel secondo dopoguerra vi un parziale ritorno alle origini con gli hard
discount, supermercati per ceti pi poveri che necessitano di merci a prezzi
bassi o ceti medi che puntano a una diversificazione dei loro consumi.
4)Negli anni 50-60 si diffusero negli USA e poi in Europa gli shopping mall, cio
una fusione fra il modello di supermercato e di negozi specializzati. Essi erano
concepiti per l'accesso motorizzato, infatti erano posti vicino a grandi arterie
stradali per essere facilmente raggiungibili in auto. Divennero inoltre luoghi di
socializzazione e dove si poteva trascorrere il tempo libero, infatti in essi si
trovavano anche servizi di ristorazione e di svago. Negli stessi anni negli USA
esordirono anche i concept stores, i quali associavano alla vendita di prodotti di
qualit elevata una sorta di stile di vita legato all'uso di quel prodotto (brand).
Grazie alla meccanizzazione di parecchie funzioni, oltre ala produttivit del
lavoro, si ottenne anche una sensibile riduzione degli orari di lavoro con
conseguente aumento del tempo libero. Esso venne impiegato, a differenza
degli anni precedenti, non per scopi necessariamente morali ed educativi,
bens per scopi di piacere (leisure) ed era legato ad una sempre pi ampia
tipologia di forme di consumo, le quali si connotarono soprattutto sotto il profilo
generazionale. Sin dagli anni 40 vi erano infatti 'culture giovanili' autonome che
si distinguevano anche sotto il profilo dei consumi.

59.PREMESSE E CARATTERI DEL SESSANTOTTO EUROPEO


Il sessantotto un fenomeno socio-culturale, sviluppatosi nel 1968, nel quale
grandi movimenti di massa composti da operai, studenti e gruppi etnici
minoritari protestarono in quasi tutti i paesi del mondo contestando la societ
capitalistica che riduceva l'uomo alla pura dimensione economica e
subordinava l'individuo alle esigenze della produzione e del profitto. Le sue
premesse sono:
-critiche al capitalismo occidentale, del quale Marcuse aveva individuato delle
tendenze totalitarie nascoste da un apparente pluralismo politico e da un livello
elevato dei consumi.
Esisteva infatti un antagonismo profondissimo con il comunismo sovietico, o
socialismo reale, il quale pur volendo combattere la minaccia del capitalismo,
aveva sviluppato tendenze simili a quelle occidentali e un apparato repressivo
evidente e pesante.
-Rallentamento dello sviluppo economico e difficolt nella ripartizione della
ricchezza prodotta. I redditi non erano distribuiti in modo soddisfacente infatti
vi erano ancora minoranze non integrate, profondi squilibri regionali e riserve di
pensiero critico (Hobsbawm).
-graduale perdita di centralit dell'Unione sovietica nel campo socialista, i
settori intellettuali della sx europea infatti guardano con entusiasmo
l'esperienza comunista della Cina popolare, in particolare alla rivoluzione
culturale di Mao del 65-66.

-Rinnovamento interno alla Chiesa cattolica dovuto a Angelo Roncalli, papa


Giovanni XXIII, il quale cambi l'interpretazione del ruolo della chiesa nel
mondo:
1) Maggiore accento sugli aspetti pastorali rispetto a quelli politico-diplomatici
ad esempio con apertura del Concilio Vaticano II, in cui si riunirono anche
prelati e teologi non italiani, che contribuirono in maniera rilevante a cambiare
l'atteggiamento della chiesa cattolica nei confronti del mondo, di comprensione
e di dialogo.
2)Rinnovamento teologico: encicliche su dialogo con lebraismo e ruolo della
Chiesa nel mondo;
3)Apertura alle questioni sociali e accettazione critica della modernit.
In occidente, la protagonista della protesta fu la nuova sinistra, sorta dal
mutamento sociale post bellico e quindi da un forte aumento di consumi e dalla
dilatazione del ceto intellettuale, dovuta all'istruzione di massa (scolarizzazione
e istruzione superiore). Molti settori della nuova sx si opponevano alla societ
tradizionale e all'ordine economico esistente, inoltre assunsero un
comportamento eversivo nei confronti della espansione culturale a cui non
corrispondevano, nella realt sociale ed economica, sbocchi adeguati sotto il
profilo professionale.
Per questo motivo il movimento studentesco part dalle universit,
polemizzando sul loro funzionamento e il tipo di sapere che esse impartivano
(soprattutto Germania e Francia). In seguito tra i temi si introdusse l'attenzione
per la politica estera, in particolare si riteneva che la guerra del Vietnam fosse
una lotta per la libert e l'indipendenza dei popoli diseredati, vittime del
capitalismo internazionale. Pertanto il conflitto vietnamita si configura come
una critica alla politica statunitense e ai rapporti economici internazionali. Il
movimento inoltre reinterpreta la teoria marxista, esaltando i leader cinesi e
del socialismo del terzo mondo e criticando l'Urss e i partiti socialdemocratici.
In Europa il rapporto tra il movimento studentesco e la sinistra europea fu
molto difficoltoso e precocemente interrotto, ad esempio in Germania emersero
presto limiti organizzativi e l'incapacit di fare presa sul movimento operaio.
Berlino Ovest fu la prima citt europea dove si manifest la protesta e si
tennero molte manifestazioni di solidariet verso il Vietnam, ma l'episodio pi
emblematico e simbolico delle rivendicazioni libertarie e anti-autoritarie della
nuova sinistra fu rappresentato dal maggio francese: a Parigi, i giovani
contestavano le rigide regole di funzionamento degli atenei francesi, molti dei
quali vennero occupati dagli studenti. L'apice della tensione si raggiunse il 3
maggio, quando cominciarono una serie di scontri violenti tra dimostranti e la
polizia. Alla protesta si aggiunsero poi operai e cittadini mobilitati dai sindacati
e dai partiti della sinistra. L'obbiettivo di queste manifestazioni, scioperi e
occupazioni,che paralizzarono la vita economica del paese, era quello di
spingere de Gaulle alle dimissioni. Il generale invece sciolse il parlamento e
convoc nuove elezioni, che si risolsero con una pesante disfatta della sx e una
vittoria dei partiti sostenitori di de Gaulle. Si parl quindi di rivoluzione
mancata o rivoluzione introvabile, anche se in realt i partiti di sx tradizionali e
la maggior parte del paese non era orientata in questa direzione. Attraverso
questo risultato delle elezioni, si pu comprendere la volont di stabilit e
normalit degli elettori francesi, spaventati dai disordini.
Contemporaneamente al ridimensionamento delle sinistre, la popolarit di de
Gaulle and calando, fino alle sue dimissioni nel 1969.

60. IL SESSANTOTTO ITALIANO


Il sessantotto italiano, a differenza di quello francese, fu pi
duraturo e profondo e part dal settore scolastico, fino a diffondersi
nelle fabbriche.
Nei primi anni Sessanta il centro-sinistra aveva attuato molte
riforme, una delle quali, in particolare, aveva introdotto l'obbligo
scolastico fino ai 14 anni e trasformato la scuola media, anch'essa
obbligatoria per tutti. Per questa ragione il numero di studenti che
proseguivano gli studi, anche fino al livello universitario, aument in
modo esponenziale. Tuttavia, le strutture universitarie non erano
pronte per un tale incremento e a partire dal 1967 scoppi il
malcontento studentesco e fino al 1968 vennero occupate molte
sedi universitarie italiane come la Sapienza a Roma, la facolt di
Trento, di Milano, ecc.
Vi furono inoltre scontri in piazza contro la polizia, a proposito dei
quali peculiare fu la posizione assunta da Pier Paolo Pasolini, il
quale, pur essendo a favore dell'emancipazione dei ceti popolari, si
schier contro gli studenti, definiti figli di pap piccolo-borghesi, e
a favore invece dei poliziotti, i quali erano i veri proletari.
Le proteste toccarono vari aspetti del mondo dell'istruzione, a
partire dalle tasse, che non permettevano ai giovani con problemi
economici di frequentare, fino all'organizzazione dei corsi e alle
modalit d'esame. A Roma, per esempio, gli studenti proposero di
creare un'attivit didattica alternativa e una nuova prassi nello
svolgimento degli esami.
Ben presto, per, le contestazioni cominciarono a riguardare anche
aspetti di tipo politico, andando a investire ogni forma di
autoritarismo e di gerarchia.
Cos, per realizzare i loro obiettivi, gli studenti cercarono l'appoggio
della classe operaia, facendo in modo che le contestazioni si
estendessero dalle universit alle fabbriche. Questi sviluppi si
possono spiegare se si tiene conto dell'arretratezza del paese, che
aveva reso difficili e insoddisfacenti le condizioni della classe
operaia, caratterizzata per questo da una maggiore combattivit
Nel 1968 nacquero inoltre vari gruppi di matrice rivoluzionaria,
come la Lotta Continua o il Potere operaio, che per non furono mai
assorbiti da alcun ambienti politici quali il Pci e Psiup, che
favorivano il collegamento tra la nuova sinistra e la classe operaia.
Per quanto riguarda le rivendicazioni di quest'ultima, il sindacato
conserv un ruolo guida:
a) crescita del movimento sindacale negli stabilimenti e maggiore
collegamento fra le sigle sindacali dopo la rottura del 1950;
b) miglioramento del sistema pensionistico e aumenti salariali;
c) approvazione dello Statuto dei Lavoratori (1970), mediante il quale si

ottenne la protezione costituzionale della dignit e della libert del


lavoratore, il quale non poteva essere pi oggetto di abusi di potere
nelle fabbriche.

61.LA GRAN BRETAGNA NEGLI ANNI SESSANTA


Negli anni 60 in GB, dominata alternativamente da laburisti e conservatori,
continua la precoce transizione verso societ post-industriale in un quadro di
crescenti difficolt:
-Scarsa vitalit dellEfta (area di libero scambio europea nata da parte della GB)
nella promozione del commercio britannico;
Difficolt di ingresso nellUnione europea (per opposizione francese e anche
dei laburisti);
Problemi nel sostegno al welfare state: sorgono in questi anni nuove forme di
povert e disagio sociale, nuove forme di consumo, anche se non legate alla
stretta sopravvivenza, cominciano a diventare essenziali per avere uno
standard di vita dignitoso:
1)sistema sanitario efficiente ma costoso;
2)difficolt nel finanziare il sistema pensionistico legate a invecchiamento
popolazione, anche se
le pensioni non erano particolarmente elevate ;
Le altre forme di intervento sociale risultarono sostenibili solo grazie alla
collaborazione del volontariato privato.
3)aspettative delle nuove generazioni, legate a miglioramento del sistema
scolastico (creazione delle comprehensive schools, scuole che inglobavano
elementari e secondarie, duravano 4 anni e sarebbero dovute diventare la base
dell'insegnamento obbligatorio) e allargamento dellaccesso allistruzione
universitaria, che in Inghilterra era fortemente classista.
4) progressiva crisi di diversi settori industriali (motoristico, cantieristico, e
soprattutto
carbonifero) e necessario sostegno pubblico in funzione di ammortizzatore
sociale.
5)Progressi nelle questioni morali: 1965 abolizione totale della pena di morte,
1966 legalizzazione dell'aborto, 1967 resi leciti gli atti omosessuali compiuti in
privato (proposte approvate con maggioranze trasversali)
Sempre negli anni 60 cominci anche a cambiare la struttura etnica del paese,
che diventa multietnico: molti di quelli che vi immigravano provenivano dalle
ex colonie, come le Indie occidentali e il sub-continente indiano, ma erano
anche inglesi che rientravano in patria dopo aver vissuto nei dominion come
l'Australia. Vi erano inoltre molti irlandesi che nell'800 erano emigrati verso la
Scozia, ora arretrata sotto il profilo economico e culla del nazionalismo, che
per non ebbe molto successo nella politica inglese.
La questione razziale in GB era spesso sottaciuta, ma comunque presente,
infatti vi era la crescita dei gruppi extra europei rispetto agli inglesi autoctoni e
cominciavano a diffondersi ansie, spesso taciute, sui problemi di carattere
razziale e sui rapporti fra le diverse etnie del paese. Alle ansie venne data voce
dal politico nazionalista e conservatore E. Powell. Vennero dunque varate leggi
sulla questione razziale:
1) Commonwealth Immigration Act (1962) da parte del governo conservatore:
limitazione del diritto dei cittadini del Commonwealth di stabilirsi nel Regno

Unito (tentativo di contenere immigrazione caraibica e dal sub-continente


indiano);
2) Race Relations Act (1965) da parte del governo laburista: ribadisce illegalit
della discriminazione razziale.
Si cerca di operare quindi con una politica di doppio binario, cio che limitasse
l'immigrazione ma che allo stesso tempo evitasse manifestazioni di razzismo.
Tuttavia i tentativi di limitare immigrazione hanno scarso successo, fino all'
inizio della crisi economica degli anni Settanta.

62.I GOVERNI SOCIALDEMOCRATICI IN GERMANIA


A Berlino Est la mancanza di libert politiche e gli scarsi miglioramenti del
tenore di vita determinano una situazione di profondo malessere, la quale si
manifest con scioperi operai nel 1953, che furono repressi. Allora molti videro
la fuga all'ovest come unica alternativa, facendo gravi danni al sistema
economico della DDR.
Si tennero inoltre due incontri a Ginevra fra le 4 potenze vincitrici della guerra
(1959) per valutare la riunificazione-neutralizzazione tedesca, ossia se
mantenere o meno la divisione BRD-DDR, ma entrambi fallirono in quanto le
rispettive posizioni erano assai lontane. L'inasprimento dei rapporti Est-Ovest
culmin nell'agosto 1961, quando il presidente comunista Pankow decide di
impedire il libero passaggio tra le due zone di Berlino, costruendo il Muro di
Berlino.
Con il ritiro di Adenauer e la necessit di affrontare la crisi iniziata nel 66 con il
consenso di tutti, Adenauer spinse per portare al cancellierato K.G. Kiesinger
(Cdu) affiancato dai socialdemocratici. Nasce cos una grande coalizione CduSpd (1966-69) che fu in primo luogo suggerita dal rallentamento del ritmo della
crescita economica, in secondo luogo per scongiurare la riemersione di
formazioni di destra radicale, favorita dalla congiuntura economica.
Il dicastero dell'economia fu affidato a K. Schiller, che dovette affrontare il
problema del rilancio economico. La politica adottata fu quella dell'abbandono
dell'impostazione liberista basata su una crescita export led a favore del
potenziamento dei redditi operai e dunque della domanda interna. Le
dinamiche salariali furono inoltre contenute dal massiccio afflusso di
Gastarbeiter, lavoratori stranieri provenienti prima dall'Europa, poi soprattutto
dalla Turchia
Nel 1969 la coalizione si ruppe a favore dei socialdemocratici che riuscirono a
stringere un'alleanza con il partito liberale e nasce un esecutivo a guida
socialdemocratica affidato a Willy Brandt. Sul piano interno questo
cambiamento non ebbe particolari conseguenze, infatti il modello di sviluppo
non cambi rispetto alla fase della grande coalizione. Brandt ebbe invece
molto successo in politica estera, grazie al lancio della Ostpolitik:
-si ammette l'esistenza della Repubblica democratica tedesca
-si migliorano e intensificano i rapporti economici con l''Unione Sovietica
-si normalizzano i rapporti con la Cecoslovacchia (1973) riconoscendo la non
validit del Patto di Monaco del 1938

-Viene stipulato il Grundsatzvertrag con il governo di Pankow (DDR) nel 1972,


che non segnava la ripresa dei rapporti diplomatici normali ma che stabil
forme di collaborazione in diversi campi, economico e culturale.
Vi furono poi degli sviluppi interni alla sinistra: in primo luogo vi furono delle
polemiche per le cautele della politica economica socialdemocratica, in
secondo luogo dopo il 1968 vi fu il rapido dissolversi della contestazione
studentesca che ebbe varie approdi:
1) Sviluppo di correnti terroristiche di estrema sinistra, combattute con durezza
dal governo con il decreto Radikalenerla nel 1972 e la legge del 1976, ancora
pi ampia ed organica che and incontro a diverse critiche
2) Crescita della nuova politica: nascita di numerosi movimenti a livello
locale, spesso di carattere monotematico. Il fenomeno pi rilevante fu la
nascita del movimento ecologista, poi trasformatosi in partito politico (Grne),
incentivata dalla scarsa attenzione del nuovo presidente Schmidt per le
questioni ambientali, tanto che diede il via alla costruzione di numerose
centrali nucleari. Questo movimento non fu sempre propenso ad esprimersi in
modo pacifico.

63. LA NASCITA DELLA SOCIET DEI CONSUMI IN ITALIA


Per spiegare la nascita della societ dei consumi in Italia necessario avere presenti
le premesse generali che resero possibile ilMIRACOLO ECONOMICO
ITALIANO, il cui fattore strutturale di fondo fu l'evoluzione delleconomia
internazionale nel secondo dopoguerra:
in primo luogo si afferm un nuovo modo di produrre, quello fordista, basato sulla
produzione di massa di manufatti a buon mercato, quindi accessibili a un pubblico
pi ampio;
in secondo luogo si verific un rapido sviluppo tecnologico, grazie al quale gi
negli anni Venti e Trenta fu possibile la piena applicazione delle tecnologie, le quali
furono uno spin-off del periodo bellico.
Terzo fattore da considerare la crescita del commercio mondiale, dovuta sia
all'aumento dellinterscambio fra i paesi sviluppati, sia al basso costo delle materie
prime utili ai processi di produzione;
infine, vennero elaborate nuove politiche di distribuzione dei redditi, perci, oltre al
modello fordista, lo Stato intervenne mediante la leva della spesa pubblica, la quale
invest la scuola, la sanit, gli ammortizzatori sociali, le politiche di sviluppo
regionale e il sistema pensionistico.
Fu cos che prese il via, a livello internazionale, la societ dei consumi.
Durante il secondo dopoguerra si diffusero modelli elaborati fra fine Ottocento e
prima met del Novecento, con la conseguente nascita dei grandi magazzini (Bon
March, Harrods, Bloomingdale, Bocconi) e delle catene di negozi (Boots).

Successivamente, negli anni Trenta presero vita i magazzini a prezzo unico, diffusisi
prima negli Stati Uniti e poi in Europa (Italia: Upim, Standa). Nello stesso decennio
si svilupparono i supermercati (alimentari) basati su principio del selfservice, il quale
comportava la riduzione dei costi di gestione e tariffe pi basse che puntavano sul
volume delle vendite.
A un certo punto si verific anche un parziale ritorno alle origini grazie agli hard
discount, volti a favorire i ceti pi poveri, cos come i ceti medi, desiderosi di una
diversificazione dei consumi.
Negli anni Cinquanta-Sessanta si diffusero inoltre gli shopping-mall e i concept
stores. I primi rappresentavano una fusione tra il classico supermercato e i negozi
specializzati, e che furono concepiti per essere pi accessibili con la macchina e per
fungere da luoghi di socializzazione (ristorazione, svago); i secondi, invece, non si
limitavano alla vendita di un prodotto, bens associavano ad esso una sorta di stile di
vita.
Per quanto riguarda l'economia italiana, questa era profondamente
mutata rispetto al passato: i settori pi importanti erano ora
l'industria e il terziario, mentre il settore agricolo si trovava in una
fase di declino, peggiorata dall'esodo dalle campagne, prima
settentrionali, poi meridionali, a causa del basso livello dei redditi
agricoli e della lentezza della diffusione dei nuovi modelli di
consumo nelle aree rurali. I flussi migratori ripresero gi nel primo
dopoguerra in direzione di paesi esteri quali Germania, Belgio,
Francia e Svizzera, mentre le migrazioni interne si diressero verso i
centri economici pi vivaci (triangolo industriale).
In quanto all'industria, un ruolo chiave fu giocato dalla meccanica,
favorita da:
1) settore dei trasporti (produzione prima dei motocicli, poi degli
autoveicoli);
2) crescita del settore degli elettrodomestici (mercato interno e forti
esportazioni);
3) diversificazione della produzione meccanica, spesso come
gemmazione di
imprese pi grandi.
Tuttavia furono importanti anche i settori della siderurgia e della
petrolchimica, grazie alla nascita di grandi complessi industriali
statali. Crebbe in modo estremamente rapido anche l'edilizia,
connessa allurbanizzazione e all'industria
turistica. Inoltre, si svilupparono nuove regioni e distretti industriali,
dando vita alla cosiddetta Terza Italia(Veneto, Emilia, Toscana e
Marche), basata sulla piccola e media impresa, soprattutto in
relazione ai beni di consumo.
Tutte queste trasformazioni giunsero anche nel Mezzogiorno, con la
nascita di grandi impianti, finanziati attraverso la Cassa per il
Mezzogiorno, ma che poi si rivelarono un insuccesso.

In generale i modelli di consumo subirono una progressiva


evoluzione:
innanzitutto le diete, tradizionalmente povere, migliorarono, anche
se si registr una relativa riduzione delle spese per i consumi
alimentari. Anche le altre spese essenziali videro un netto declino a
causa della propensione all'acquisto di beni di consumo durevoli,
rappresentati dagli elettrodomestici e poi dai mezzi di trasporto.
L'impatto culturale dei consumi fu enorme e la trasformazione
rapidissima, spesso negativa, spiazz le sub-culture tradizionali
(cattolica, comunista), che osteggiarono e criticarono precocemente
il consumismo, il quale per era irresistibile.
A contribuire fu senza dubbio la televisione, principale responsabile
dell'Educazione al consumo. Essa promosse i modelli di vita del
capitalismo avanzato (american way of life), fu un potente fattore
di omogeneizzazione culturale, favorendo l'unificazione linguistica
del paese, e contribu indirettamente alla laicizzazione della
societ italiana, a dispetto dei filtri della censura (battaglia per
la moralit rappresent una causa persa).
Ad ogni modo, molti aspetti della modernit italiana furono
segnalati dalla lentezza dell'adeguamento legislativo in ambito
civile. Per esempio, nel campo professionale rimase la
discriminazione femminile; in materia di diritto familiare la
parificazione delle posizioni dei coniugi fu ritardata; non vi era una
legislazione sul divorzio, introdotta solo nel 1970, anno fino al quale
sopravvissero casistiche arcaiche (delitto donore).
In conclusione lo sviluppo della societ fu indubbiamente rapido e
consistente, ma esso fu anche accompagnato da non poche storture
che sarebbero state un'eredit pesante per i decenni successivi.

64. LA DITTATURA FRANCHISTA IN SPAGNA


Con la fine della guerra civile, vinta dalle forze nazionaliste nel
1939, ebbe inizio la dittatura franchista. I motivi del successo di
Franco furono:
- la sua capacit di mediazione fra le diverse componenti e il loro
sfruttamento;
- il carisma nei confronti delle masse, soprattutto verso la

borghesia.
Dopo il 1939 il Caudillo fece alcune scelte fondamentali:
1) In primo luogo attu una repressione durissima nei confronti
degli avversari politici;
2) In secondo luogo procedette all'epurazione degli apparati dello
Stato (burocrazia, polizia, forze armate, scuola);
3) In terzo luogo forn un appoggio prudente alle potenze fasciste, e
si distacc progressivamente dall'Italia e dalla Germania (cui si
legava anche la mancata valorizzazione della Falange);
4) Infine recuper i valori tradizionali della Spagna imperiale e
riprese la collaborazione con la Chiesa cattolica, mediante una
politica di concessioni parziali.
Dopo la Seconda guerra mondiale (1945) il regime si trovava in una
posizione difficile. Le opposizioni in esilio superarono le divisioni
interne, creando infatti un governo unitario e si prepararono al
rientro in Spagna, anche con azioni armate sui confini.
A peggiorare la situazione furono sia l'atteggiamento critico delle
gerarchie vaticane, che invitavano Franco a estendere la
partecipazione di altre forze al suo governo, senza tuttavia
metterne in dubbio esplicitamente la legittimit, sia l'atteggiamento
critico delle potenze vincitrici, soprattutto della Gran Bretagna e
dell'Urss; infatti, la Spagna era internazionalmente isolata e non era
fra i paesi fondatori dellOnu, a cui non era ammessa, anche se
alcuni rappresentanti del governo repubblicano partecipavano
all'assise.
La situazione mut solo grazie all'avvento della Guerra Fredda, che
fece della Spagna un potenziale alleato contro l'espansione del
comunismo.
Il paese si avvicin agli Stati Uniti, il cui governo approv la
concessione di aiuti economici a partire dal 1950. Nello stesso anno
fu ammessa nella Fao, nel 1952 allUnesco e infine, nel 1955,
divenne membro a pieno titolo delle Nazioni unite.
L'anno pi importante fu per il 1953, perch vennero firmati sia il
nuovo Concordato con la Santa Sede, che favoriva la legittimazione
interna del
regime, sia il trattato con gli Stati Uniti, che stabiliva invece degli
aiuti economici e diplomatici in cambio dell'inserimento della
Spagna nel sistema difensivo occidentale.
Dal punto di vista interno, Franco era consapevole della propria
debolezza, cos ridusse il ruolo della Falange, senza per arrivare
mai all'emarginazione completa, e si affid personale tecnico
proveniente soprattutto dallAzione cattolica e dagli ambienti gesuiti
( Acnp = Asociacin catlica nacional de propagandistas).
In questi anni vi fu anche la riaffermazione della forma monarchica

dello Stato: Juan Carlos di Brobone, nato a Roma nel 1938, rientr a
Madrid nei primi anni Cinquanta e fu sottoposto ad un'educazione e
ad una formazione politica strettamente sorvegliata dal caudillo,
che ne scelse accuratamente i precettori.
Al fine di favorire la situazione internazionale, dal punto di vista
culturale il regime si apr timidamente a idee liberali, le quali per
non mutarono il quadro politico. Difatti la Falange, rinominata
Movimento nazionale, seppure indebolita, rimase l'unico
movimento politico autorizzato.
Nel 1956 la Falange port avanti i suoi ultimi tentativi di recuperare
un ruolo politico centrale: i disegni di legge dei falangisti
prevedevano un modello di stato fascista repubblicano, che incontr
tuttavia l'opposizione delle altre istituzioni e delle forze sociali, cos
come dello stesso Franco.
Disfattosi della Falange, Franco prosegu la collaborazione con il
laicato cattolico: messa da parte lAzione cattolica, considerata
troppo politicizzata, punt soprattutto sullOpus Dei. I tecnocrati
cattolici guidarono una fase di forte espansione economica del
paese, nell'ambito di una crescita generale delleconomia
occidentale, favorita da:
1) un buono slancio industriale, che vide anche investimenti esteri;
2) un forte aumento dei flussi turistici in entrata;
3) la ripresa dei flussi migratori, con relative rimesse degli
emigranti.
Si tratt dunque di una LIBERALIZZAZIONE ECONOMICA, che NON
riguard per il terreno politico, nell'ambito del quale si mantenne
un atteggiamento duro nei confronti delle rivendicazioni
autonomiste (Eta, autonomi catalani).
Complessivamente l'atteggiamento di Franco fu caratterizzato dal
mantenimento di un regime autoritario, ma senza l'intenzione di
creare un sistema destinato a sopravvivergli: questo atteggiamento
rappresentava un implicito assenso alla restaurazione monarchica e
alla transizione verso regime di tipo parlamentare.
A causa del declino fisico del caudillo, dell'indebolimento della
congiuntura alla fine degli anni Sessanta per effetto dellincipiente
crisi economica mondiale, del riemergere progressivo dei
movimenti autonomisti, il regime entr in crisi fino a scomparire con
la morte del suo leader indiscusso.

65. I TEATRI PERIFERICI DELLA GUERRA FREDDA: MEDIO


ORIENTE, AFRICA E AMERICA LATINA
La Guerra Fredda ebbe come principali teatri l'Europa e l'Asia,
ma il contrasto assunse una dimensione ancora pi globale,
andando a colpire anche il Medio Oriente, l'Africa e l'America
Latina.
In Medio Oriente l'appoggio statunitense allo Stato dIsraele
alien a Washington le simpatie degli Stati arabi, come l'Iran e
l'Arabia Saudita, principali produttrici di petrolio. Invece, il pi
importante paese dello Stato d'Israele era l'Egitto, nel quale era
presente un forte movimento nazionalista guidato da Nasser,
che tuttavia, nel 1956 abbandon l'alleanza con gli Usa per
intraprendere una stretta cooperazione con l'Unione Sovietica,
seguita anche da Siria e Iraq.
Gli americani, comunque, mantennero la loro influenza sui
regimi monarchici pi tradizionali, tra cui Iran, Arabia Saudita e
Giordania, che sorvolarono sulla questione dell'alleanza con
Israele, in quanto si sentivano minacciate dalla dottrina
nazionalista di Nasser.
Tuttavia, il socialismo arabo fu pi apparenza che sostanza,
sia perch il nazionalismo arabo si serviva dell'appoggio
sovietico in modo strumentale, sia perch le societ tradizionali
arabe rimasero impermeabili ai processi di laicizzazione.
Per quanto riguarda invece Africa e America Latina, la posizione
statunitense in questi paesi si era relativamente indebolita, ma
non vi erano neanche stati particolari successi sovietici.
Per esempio, in America Latina, dopo l'affermazione del regime
comunista di Castro a Cuba, l'influenza sovietica non fece

grossi passi in avanti, nonostante l'evidente insofferenza dei


paesi dell'area nei confronti dell'egemonia yankee.
In quanto all'Africa, il processo di decolonizzazione scosse la
tradizionale egemonia occidentale, ma senza cancellarla.
Infatti, nel 1960 scoppi una crisi, il cui teatro principale fu l'ex
Congo belga: qui, salvo una breve parentesi relativa alla
presidenza Lumumba, l'egemonia occidentale non venne meno,
pure in un quadro di crescente instabilit politica.
Nel complesso per molto tempo sia gli Stati Uniti che l'Unione
Sovietica considerarono il continente nero come una regione
marginale, e questo scarso interesse veniva sottolineato dal
fatto che, nonostante gli aiuti economici iviati dagli Usa fossero
aumentati, gli investimenti privati occidentali si dirigevano
essenzialmente verso il Sudafrica dellApartheid =politica di
segregazione razziale= investimenti vanno solo al Sudafrica, in
cui vige un regime esplicitamente razzista.

66. LE TRATTATIVE USA-URSS PER LA RIDUZIONE DEGLI


ARMAMENTI NUCLEARI
Negli anni Settanta i rapporti tra Usa e Urss fecero alcuni
progressi, principalmente a causa dei mutamenti interni a
entrambe le potenze e alla consapevolezza che accanto ad
esse si erano affermati nuovi protagonisti sulla scena
internazionale.
In particolare, in questi anni la politica estera statunitense fu
caratterizzata da un elemento nuovo, il dialogo con la
Repubblica popolare cinese, dovuto agli interessi nutriti da
entrambi i paesi: da un lato gli americani perch con un
miglioramento dei rapporti con la Cina sarebbero potuti uscire
in modo meno disastroso dalla crisi vietnamita, dall'altro i
cinesi che, avendo rotto i rapporti con Mosca, necessitavano di
trovare delle soluzioni per il futuro sviluppo economico.
Una conseguenza indiretta, ma molto importante del dialogo
sino-americano fu la ripresa del dialogo fra americani e
sovietici, che firmarono una serie di accordi di varia natura, tra
i quali i pi importanti furono quelli relativi agli armamenti
nucleari: nel 1963 si procedette al bando dei test nucleari

nell'atmosfera e nel 1968 fu firmato un accordo sulla non


proliferazione delle armi nucleari. Ciononostante le due
potenze continuarono a sviluppare armi sempre pi potenti e
sofisticate, come i missili balistici Icbm a base terrestre e quelli
antibalistici Abm, i quali erano in grado di intercettare e
distruggere le testate avversarie nella fase di avvicinamento.
Tuttavia, a partire dal 1969 vennero intrapresi dei negoziati che
portarono, nel 1972, alla redazione del Salt I, un trattato che
limitava:
il progresso delle armi Abm, congelate a due sistemi difensivi
locali, quello della capitale nazionale e l'altro a presidio di una
base di missili balistici come garanzia della rappresaglia;
il numero dei vettori Icbm e dei missili lanciati dai sottomarini
(Slbm)
Al contrario, era consentito l'uso di testate multiple Mirv e delle
armi installate a bordo dei bombardieri a medio e lungo raggio.
Una seconda serie di negoziati per la limitazione delle armi
strategiche, costituita dal Salt II, non fu mai ratificata dal
Congresso americano, lasciando quindi irrisolto un problema:
non vi era alcuna clausola che impedisse di perfezionare le
armi esistenti, motivo per cui sia gli americani che i sovietici
proseguirono con il perfezionamento dei sistemi Mirv e con la
diversificazione degli arsenali nucleari (missili a terra, missili
sottomarini, bombardieri strategici).

67. GLI STATI UNITI DA TRUMAN AD EISENHOWER

Dopo la scomparsa di Roosevelt nell'aprile 1945, la presidenza and


a Truman, il cui primo compito fu quello di gestire la fase finale
della guerra: sul fronte europeo, nonostante il clima di crescente
freddezza, era necessario ricercare un accordo con i sovietici, il cui
aiuto si sarebbe rivelato fondamentale per accelerare le operazioni
contro i giapponesi. La Conferenza di Potsdam nel giugno 1945
segn l'impegno dell'Urss a entrare nella guerra contro il Giappone,
nei confronti del quale Truman aveva intenzione di usare le armi
atomiche, in modo da accelerarne la resa, che effettivamente fu
accettata dopo che furono sganciate due bombe atomiche, una su
Hiroshima e una su Nagasaki nel settembre 1945.
Sul piano interno, gli Stati Uniti uscirono dal conflitto come potenza
economica dominante a livello mondiale. In un primo momento si
manifest la volont di chiudere al pi presto il capitolo della

guerra, motivo per cui si procedette alla rapida smobilitazione delle


forze armate in Europa. Una volta tornati a casa, i reduci furono
reinseriti nella vita civile mediante il G. I. Bill of Rights , che permise
loro di entrare a far parte della middle class bianca. Inoltre, la fine
della guerra non si tradusse in una recessione come accaduto nel
caso della prima, bens lo sviluppo economico prosegu.
Ad ogni modo, la volont di Truman di mantenere il controllo statale
sul sistema economico, unita ai vari sostegni a favore dei lavoratori
creati dal New Deal permisero la sua rielezione nel 1948, grazie
anche al voto dei neri e delle minoranze religiose, poich egli aveva
manifestato interesse per la promozione dei loro diritti.
Truman, allora, lanci il cosiddetto Fair Deal, che prometteva ad
ogni cittadino un trattamento giusto e comportava quindi
l'estensione dei diritti del ceto medio bianco (salari, assistenza
sociale, politiche a favore delle regioni rurali), anche se mancava
ancora un impegno diretto per i diritti civili.
Tuttavia, gli esiti di questo programma furono compromessi
dall'inasprimento della guerra fredda (sconfitta nazionalista in Cina,
scoppio della guerra di Corea), che ebbe come conseguenza anche
la crescita del controllo politico interno e della repressione di
elementi sospettati di simpatie comuniste.
Nel 1950 inizi la fase del maccartismo, conosciuta anche come
caccia alle streghe, durante la quale si pensava continuamente
che i successi comunisti a livello mondiale derivassero dall'appoggio
di una rete interna di simpatizzanti.
A questo punto si svolsero diverse inchieste sugli orientamenti
politici dei dipendenti governativi e molte indagini in tutti gli ambiti
della vita economica e sociale, che portarono all'arresto di elementi
del mondo scientifico (processo Rosenberg), ma anche dell'industria
cinematografica.
Infine, il Congresso approv il McCarran-Nixon Internal Security Act,
che introdusse la discriminazione di elementi apertamente
simpatizzanti o sospetti di simpatie comuniste.
Da ci si pu dedurre che queste accuse furono spesso soggette
alla strumentalizzazione politica.
Nonostante tutti questi provvedimenti, Truman fu accusato di
un'eccessiva condiscendenza nei confronti degli ambienti sospettati
di simpatie per il comunismo e per questo, ma anche per il cattivo
andamento del conflitto coreano, decise di non ricandidarsi. Allora,
le successive elezioni furono vinte da Eisenhower, un candidato non
organico al partito repubblicano, ma molto popolare e che diede
garanzie allala conservatrice, guidata da Nixon, del partito.
L'opinione pubblica lo percepiva comunque come una personalit
super partes.

Per quanto riguarda la politica interna di Eisenhower, egli era


convinto che bisognasse ridurre la presenza statale nel sistema
economico, ma questi buoni propositi vennero presto abbandonati.
Cos, il presidente parl della propria linea politica come di un
conservatorismo dinamico, che riaffermava il liberismo, ma senza
cancellare i programmi sociali e le forme di controllo del New Deal.
Poi, egli non prese posizione sul maccartismo, permettendo quindi
che le epurazioni proseguissero, sebbene con una riduzione
dellarbitrariet del Comitato per le attivit anti-americane.
Inoltre, riemerse il problema della minoranza afro-americana:
1) in primo luogo la formula del separate but equal attuata nella
vita civile dagli stati meridionali appariva come un qualcosa di
naturale, e furono necessarie delle critiche esterne per avviare un
serio attacco al segregazionismo (1954).
2) in secondo luogo emerse un movimento organizzato per i diritti
civili, nel contesto del quale il personaggio simbolo divenne
Martin Luther King.
Nel 1957, nonostante le fortissime resistenze della maggioranza
bianca e la permanenza del razzismo come fenomeno culturale, il
Congresso approv il Civil Rights Act, un provvedimento bipartisan
che interveniva a regolare l'accesso al voto dei neri, fino a quel
momento impedito in vari modi nelle diverse zone del paese.
Nel complesso la presidenza di Eisenhower rappresent una fase di
notevole espansione economica grazie alla diffusione del benessere
e al permanere dei valori tradizionali, condivisi sia dal partito
democratico che da quello repubblicano.
I fattori che contribuirono a questa crescita furono:
1) il continuo sviluppo tecnologico, con la conseguente
moltiplicazione dei beni di consumo e il notevole aumento della
produttivit;
2) una relativa maggiore perequazione nella distribuzione dei
redditi: il benessere interessava ormai gran parte della popolazione
bianca e alcuni settori della popolazione di colore, nonostante
l'esclusione di molte altre componenti;
3) il pieno sviluppo dellamerican way of life, la quale prevedeva
che si vivesse nei sobborghi(suburbs) e che il lavoro e l'attivit
sociale venissero regolate dalla motorizzazione di massa
(pendolarismo, drive-in, shopping malls ecc.).
La crescita economica, comunque, ebbe conseguenze non positive,
come sottolineato da Galbraith in The Affluent Society , dove egli
denuncia gli effetti negativi della prevalenza della ricchezza privata
rispetto a quella pubblica (con funzioni di
distribuzione/perequazione). Denunce che per vengono
relativamente poco ascoltate rispetto all'indubbio successo del

capitalismo popolare.

68. DA KENNEDY A JOHNSON: LA POLITICA INTERNA


Alle elezioni presidenziali del 1960 J. F. Kennedy prevalse di stretta
misura su Nixon, grazie a un'immagine migliore e al sostegno
convinto del partito democratico, e offr la carica di vice-presidente
a L. Johnson, uno dei suoi potenziali rivali.
Il suo programma politico, a cui si fa riferimento con l'espressione
Nuova frontiera, riguardava soprattutto la politica interna, che in
un primo momento fu messa in secondo piano dagli sviluppi di
quella estera.
Nel secondo biennio della sua presidenza, Kennedy riusc a
dedicarsi ad piano interno, realizzando la sua nuova frontiera:
innanzitutto prest una maggiore attenzione alla questione dei
diritti civili, in particolare a causa del movimento di protesta dei
neri, che organizzarono sempre pi sit-in e manifestazioni. Grazie
all'impegno del fratello Robert Kennedy, il presidente dimostr una
maggiore sensibilit verso la lotta alla segregazione razziale e per
questo decise di appoggiare la strategia di protesta pacifica di M.L.
King.
Altro ambito di politica interna riguardo al quale il presidente prese
dei provvedimenti fu quello economico: egli tent di rilanciare la
domanda interna mediante lo sviluppo economico, commisurando
la crescita salariale, la produttivit e l'aumento dei prezzi.
L'obiettivo era quello di rilanciare la spesa sociale, nonostante un
alleggerimento della pressione fiscale.
Nel novembre 1963 Kennedy fu misteriosamente assassinato a
Dallas e il vicepresidente Johnson dichiar la prosecuzione della
politica del suo predecessore appena scomparso.
Nel 1964 egli annunci il suo progetto di dar vita a una Great
Society, caratterizzata dall'eliminazione della povert e,
contestualmente, dalla lotta alle discriminazioni razziali. Da questa
visione derivarono due provvedimenti:
1) l'Economic Opportunity Act, che colpivano la sfera sociale;
2) il Civil Rights Act, con il quale si istituiva una sorveglianza
sull'effettivo esercizio del voto da parte dei neri e favoriva la
desegregazione nella vita sociale e la lotta alle discriminazioni in
campo occupazionale.
Alle elezioni del 1964 l'ampia maggioranza ottenuta consent a
Johnson di attuare una politica autonoma rispetto agli ambienti

conservatori del Partito democratico. Dunque,egli var un ampio


programma di legislazione sociale, che comprendeva:
1) Legge sullassistenza medica gratuita a fasce sociali deboli
(Medicare e Medicaid);
2) Nuovo Immigration Act (1965) con abolizione del sistema delle
quote;
3) Voting Rights Act: intervento a garanzia del diritto di voto nero;
4) Potenziamento della politica sociale in tutti i settori (edilizia,
istruzione,
comunicazioni).
Tuttavia, gli sviluppi della politica sociale furono bloccati dal peso
finanziario dell'impegno militare in Vietnam.

70. LA REPUBBLICA IN CINA FINO ALLA VITTORIA COMUNISTA


Nel primo decennio del Novecento gli ambienti militari avevano un ruolo importante: essi
erano pi interessati alla modernizzazione ed erano di orientamento nazionalista, quindi
contrari alla dinastia Manci. Nel 1911 ebbe luogo una rivoluzione nella citt di Wuchang,
che port alla proclamazione della Repubblica, di cui Sun Yat-Sen fu il capo provvisorio,
mentre il potere effettivo risiedeva nelle mani del generale Yuan.
I due, comunque, collaborarono provvisoriamente, fondando il Guomindang (Partito
Nazionale del Popolo), ma all'indomani delle elezioni del 1912 il generale represse il partito
e apr una fase dittatoriale, il cui principale obiettivo era restaurare la figura imperiale.
Tuttavia, gli altri capi militari regionali si opposero a Yuan, il cui potere, dopo la sua morte
nel 1916, fu diviso tra i diversi generali, che crearono dei governi autonomi in lotta fra loro.
Inizi cos l'era dei signori della guerra.
I conflitti tra questi ultimi interessarono soprattutto il centro e il nord del paese, ma non il
sud, dove Sun Yat-Sen tent di fare di Canton una seconda capitale, in cui instaurare un
regime costituzionale. Tuttavia i capi militari lo estromisero dal potere.
Nel 1919 Sun Yat-sen rifond il Guomindang, prendendo come modello
i partiti rivoluzionari della sinistra europea, caratterizzati da una forte
disciplina.
Dal punto di vista ideologico egli si ispir ai Tre principi del popolo:
a) Nazionalismo
b) Democrazia
c) Benessere del popolo.
Negli anni Venti emerse una nuova classe dirigente, la cui formazione
anche in questo caso era di carattere occidentale, poich si svolgeva
negli Stati Uniti e, con frequenza maggiore, in Giappone. Un esempio
Chiang Kai-Shek, un giovane che emerse come comandante militare e,
dopo aver studiato l'organizzazione dell'Armata Rossa in Urss, nel 1921
diede vita al Partito Comunista Cinese a Shangai.
Fino al 1925 i comunisti seguirono una strategia di infiltrazione,
collaborando con il Guomindang al fine di condizionarne le posizioni in

campo economico-sociale, ma anche per combattere i signori della


guerra. In questo modo si cre il fronte unito, il quale per, alla morte
di Sun Yat-sen (1925), and incontro ad una crisi politica: nell'autunno
1925 i dirigenti moderati del partito si opposero alla collaborazione con i
comunisti, ma questa continu ancora per qualche tempo, soprattutto
perch l'appoggio dei sovietici era necessario per portare avanti la
Spedizione del Nord, svoltasi nel 1926-1927.
La riunificazione avvenne seguendo diverse strategie:
con operazioni militari dirette, che dalle basi nella Cina meridionale
portarono alloccupazione della valle dello Yangzi (Fiume Azzurro);
mediante accordi di compromesso con alcuni signori della guerra,
cercando di sfruttarne le rivalit reciproche;
con l'indebolimento delle posizioni dei signori della guerra mediante la
propaganda e lazione di sabotaggio degli elementi repubblicani locali, in
particolare comunisti.
A Shangai le truppe di Chiang sconfissero rapidamente il warlord locale,
Zhang Zuolin, il quale si ritir a Nord, esercitando il controllo sulle armate
in Manciuria, che rimase esclusa dalla riunificazione del 1928.
La nuova capitale venne stabilita a Nanchino, dove sorse un governo di
stampo autoritario, dominato dal Guomindang (cio dal gruppo di
Chiang) e i cui caratteri fondamentali erano:
1) Preminenza dellesecutivo sugli altri poteri;
2) Ruolo primario della milizia di partito, chiamata Societ delle Camicie
azzurre, nella formazione politica dell'esercito, nell'istruzione dellesercito
e nello svolgimento di compiti di polizia segreta.
Uno dei problemi affrontati dal nuovo governo fu quello del controllo delle
periferie, in merito al quale nel 1932 fu istituito il sistema della baojia,
basato su gruppi di famiglie autogestiti da funzionari civili, ma
soprattutto militari.
Nonostante l'unificazione fosse avvenuta nel 1928, era ancora in atto la
guerra civile tra nazionalisti e comunisti, il cui partito aveva una base
essenzialmente urbana, anche se poi si rese necessario trovare una
strategia d'azione anche per le campagne. Mao, futuro leader indiscusso
del Pcc, riteneva che le campagne dovessero essere usate come base
per la conquista del potere , motivo per cui nell'autunno 1927 fu
organizzata l'insurrezione del raccolto dautunno nelle province centromeridionali. In questa occasione, per, Mao sub delle pesanti sconfitte e
fu provvisoriamente eclissato.
All'inizio degli anni Trenta per resistere al meglio alle offensive
nazionaliste il partito cre delle zone sovietiche in diverse province,
con caratteri elastici, ossia nel caso di attacco nemico, essi avrebbero
abbandonato parte del territorio, attirando i nemici in aree con condizioni
favorevoli alla loro vittoria. La strategia ebbe successo, ma dopo poco
tempo Mao venne di nuovo emarginato e il governo di Nanchino attacc
e occup le zone sovietiche (1931-1932).
L'ultima enclave a cadere fu lo Jangxi (1934), avvenimento in seguito al
quale i comunisti furono costretti a dare inizio alla cosiddetta Lunga
Marcia, che port le truppe, i dirigenti e i simpatizzanti del Pcc, prima

nello Guizhou, dove emerse il gruppo dirigente della futura Repubblica


popolare, poi nella regione settentrionale dello Shenxi.
Ulteriori azioni nazionaliste vennero impedite dallintensificarsi
dellazione giapponese, che richiese la ripresa della collaborazione
comunisti-nazionalisti.
Il Giappone nel 1931 occup la Manciuria, favorendo l'immigrazione
coreana e sostenendo i signori della guerra locali (famiglia Zhang), fino a
quando questi non si accordarono con il governo nazionalista. La
reazione cinese all'occupazione consistette nel boicottaggio nei confronti
dell'influenza economica giapponese, ma ci ebbe come conseguenza un
nuovo intervento armato.
Dopo una breve pausa lo scontro con i giapponesi riprese nel 1937 e il
fronte principale delle operazioni si stabil sull'asse fluviale dello Yangtze,
a partire da Shangai, dove i nipponici cominciarono a radunare truppe e
navi. Il loro attacco port per all'abbandono non solo di questa citt, ma
anche di Nanchino, interessata da azioni di autentico genocidio, con il
conseguente trasferimento della capitale a Chungking.
Dunque, nel 1938 i giapponesi controllavano le principali citt cinesi e le
zone pi sviluppate, anche se questi territori erano limitati, se si
considera la vastit della Cina. In quanto alla guerra civile, a partire
dall'anno successivo inizi una fase di stallo nelle operazioni militari,
causata dall'esaurimento delle risorse militari dei nazionalisti, cos come
anche dallo scarso impegno dei comunisti, nonostante la temporanea
ripresa del fronte unito dal 1939 al 1941.
L'inizio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939 segn da un lato il
notevole indebolimento delle truppe nazionaliste, e dall'altro il grande
successo del Pcc, il quale, infatti, nel frattempo era stato protagonista di
una riorganizzazione interna, che aveva permesso il consolidamento
della leadership di Mao.
Dopo il 1945(quindi fine seconda guerra mondiale)i giapponesi
crollarono a causa dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki e si
ritirarono dal paese, dove riprese la guerra civile. A met del 1947 Mao
prese l'iniziativa, potendo contare anche sullo sfaldamento del fronte
nazionalista. Lo scontro decisivo si svolse a Huaihai dal novembre 1948
al gennaio 1949 e vide la vittoria dei comunisti, portando alla
proclamazione della Repubblica Popolare Cinese.
71. LA POLITICA DI MAO NEI PRIMI ANNI DELLA CINA POPOLARE (19491958)
A partire dal 1935 la leadership di Mao rimase indiscussa, ma i suoi
principali collaboratori non erano sue creature, bens erano esponenti
che in passato avevano persino avuto dei contrasti con lui, ma poi
avevano cambiato idea e ora svolgevano ruoli importanti e tutti facevano
parte del Comitato permanente dellUfficio politico del partito.
Nel 1949 il potere fu organizzato nel seguente modo:
1) La formulazione della linea politica fu affidata al Comitato permanente
e all'Ufficio politico;
2) L'esecutivo and nelle mani di un Consiglio per gli affari del governo,

guidato dallo stesso Mao e in cui il ruolo dominante era s quello dei
comunisti, ma vi erano anche tecnici di diverso orientamento;
3) Le Forze armate, le quali godevano di ampi poteri amministrativi e
avevano un rapporto diretto con il governo.
Sotto il profilo ideologico la linea politica di fondo si ispirava al concetto
di NUOVA DEMOCRAZIA, che prevedeva la collaborazione fra le classi
antimperialistiche per la costruzione del nuovo ordine, in modo da
ridurre il peso dei reazionari contro i quali procedere. Inoltre, secondo
Mao, era necessario che si instaurasse un rapporto dialettico tra le masse
e il partito, quindi la creativit delle prime doveva essere captata dal
secondo e tradotta in linea politica coerente, con provvedimenti di
rettifica (zhengfeng) prodotti da una costante critica e autocritica.
Nella realt, per, la partecipazione delle masse non raggiunse mai alcun
livello decisionale e il ruolo guida del partito non fu messo in discussione.
Per quanto riguarda l'aspetto economico, nonostante la costante
presenza dell'aspetto volontaristico (dato permanente nella politica
cinese), il programma della Repubblica popolare mantenne una iniziale
moderazione:
1) Nel settore industriale Liu Shaoqi difese la borghesia imprenditoriale
cittadina, a cui fu lasciata una relativa libert d'azione, anche se la
presenza delle imprese di Stato crebbe sempre di pi. La borghesia
industriale, inoltre, ebbe la possibilit iniziale di organizzarsi
politicamente e con unioni professionali. Tuttavia, le imprese
cominciarono a corrompere i quadri sindacali e di partito che erano stati
incaricati di controllarli e per questo, nel 1951, vi fu un giro di vite,
mediante campagne di epurazione che si conclusero con la
nazionalizzazione delle imprese nel 1955.
2) In quanto al settore agricolo, dagli anni Venti il Partito Comunista era
diventato un movimento contadino con molti riguardi per gli aspetti
economici. Mao riteneva che fosse importante non l'estensione delle
propriet, bens il rapporto con la terra, motivo per cui i proprietari furono
espropriati, ma poterono comunque conservare le terre di cui si erano
occupati fino ad allora e che solo loro erano in grado di valorizzare. A
partire dal 1951 il partito assunse un atteggiamento pi duro, senza
avere troppi riguardi nei confronti della residua classe dei proprietari e la
riforma agraria fu attuata in modo meno pacifico e ordinato di quanto
auspicato. Essa, inoltre, fu accompagnata dal tentativo di sradicare la
cultura tradizionale, mediante la LEGGE SUL MATRIMONIO (1950), che
prevedeva la proibizione dei matrimoni infantili, la condanna del
concubinato e dell'infanticidio, l'introduzione del divorzio consensuale e
la rivendicazione della parit fra uomo e donna. Proprio per questi ultimi
aspetti nelle campagne se ne parlava come della legge delle donne.
Dopo una prima fase di stabilizzazione e di ripresa economica, nel 1953
si pass alleconomia pianificata (Piano Quinquennale), intesa come
soluzione per avviare uno sviluppo duraturo, e si riprese il modello
sovietico, le cui scelte essenziali erano:
1) Prevalenza assoluta dellinvestimento industriale;
2) Attenzione soprattutto per lindustria pesante: settori connessi alla

difesa e ai trasporti;
3) Scarsi investimenti nel settore manifatturiero e maggiore attenzione
per i poli industriali collocati in zone strategicamente sicure.
4) Passaggio della quasi totalit delle imprese sotto il controllo statale.
Nello stesso anno part anche la collettivizzazione: i contadini furono
indotti ad entrare nelle cooperative, le quali furono intensificate nel 1954
con la nascita delle cooperative di livello inferiore dei produttori
agricoli, associazioni volontarie formate da famiglie che facevano uso
comune dei fattori produttivi e si ripartivano il prodotto in base a lavoro e
a valore dei beni conferiti.
Dopo l'intervento di Mao nel 1955 si verific l'accelerazione della
cooperazione e si formarono anche le cooperative di livello superiore dei
produttori agricoli, le quali posero fine al possesso familiare della terra e
la retribuzione era basata solo sul lavoro.
Nel complesso i risultati del Piano Quinquennale furono:
1) Nell'industria la produzione progred notevolmente e nacquero nuovi
settori (petrolio, concimi chimici, meccanica fine);
2) Nel settore agricolo rimase l'arretratezza tecnologica, ma c'era ora un
miglior uso delle risorse umane e dei materiali.
Tuttavia, vi furono anche degli aspetti controversi come:
la maggiore attenzione agli aspetti quantitativi pi che qualitativi della
produzione industriale;
le difficolt del settore agricolo nel mettere a disposizione ulteriori
risorse per la crescita industriale e il permanere di condizioni di vita
estremamente precarie nelle campagne;
lo scarso impatto occupazionale dellindustrializzazione, che non imped
ai processi di inurbamento di intensificarsi, nonostante le azioni di rinvio
alla campagna attuate dal regime.
In ambito politico, nel 1954 fu approvata la Prima Costituzione della
Repubblica, la quale presentava una struttura relativamente classica nella divisione dei
poteri: il Consiglio per gli affari di stato si occupava della guida dellesecutivo, mentre
l'Assemblea popolare del potere legislativo. Sul piano amministrativo le sei regioni
militari vennero divise in 22 province e tre municipalit speciali, con ulteriori ripartizioni
locali, mentre lo spazio per le autonomie locali dei gruppi nazionali (non cinesi) fu scarso,
anche se non mancarono regioni e distretti autonomi.
Gli scopi di questa Costituzione erano la creazione di una societ genuinamente socialista,
sorta dallalleanza fra le due grandi classi sociali, operai e contadini. Mancava, invece, un
esplicito riferimento agli intellettuali, chiaro segnale di insofferenza nei confronti delle
forme di dissenso, sia pure inteso come critica costruttiva.
Per questa ragione Mao fu accusato di anti-intellettualismo, ma fu proprio
lui a lanciare, nel 1957 la stagione dei Cento Fiori, annunciata come
sviluppo di una maggiore dialettica interna alla societ. Egli era infatti
preoccupato del malessere sociale del paese in seguito ai cambiamenti
apportati dal Piano Quinquennale, dunque tent in primo luogo di dare
una maggiore possibilit di espressione alle masse; in secondo luogo
prese atto delle difficolt della collettivizzazione agricola e del malumore
degli ambienti urbani a causa dei sacrifici economici e della scarsa libert
nella scelta delle carriere professionali.

Tuttavia, il Movimento di rettifica lanciato nel 1957, sebbene ispirato


dal partito, svilupp presto forme poco gradite alla dirigenza comunista,
soprattutto da parte degli studenti, i quali si lamentavano delle pressioni
ideologiche. Cos, il partito lanci immediatamente la Campagna contro
la destra, con la quale centinaia di migliaia di persone vennero inviate in
campi di rieducazione, spesso a vita.
Le prospettive non troppo brillanti della pianificazione economica
indussero Mao ad elaborare soluzioni pi radicali rispetto al passato: in
un primo momento furono criticati i sostenitori dello sviluppo
gradualistico (Zhou Enlai, Chen Yun), poi si procedette verso la
promozione di giovani fedelissimi al leader comunista (Lin Biao, Tan
Zhenlin) e verso il ritorno alle forme di mobilitazione popolare
volontaristica degli anni della guerra civile.
Nel maggio 1958 venne ratificato un grande piano di espansione della
base industriale, chiamato GRANDE BALZO IN AVANTI, il quale si basava
sul principio del camminare su due gambe, nel senso che si
affiancavano ai grandi impianti moderni numerose attivit produttive
locali di piccole dimensioni .
Ma ben pi importante fu il lancio delle COMUNI POPOLARI, unit pi
ampie rispetto alle normali cooperative che si occupavano sia di compiti
economici e amministrativi, sia di politica sociale, sia di organizzazione
della milizia locale.
Nel giro di un paio di anni la propriet privata scomparve definitivamente
e il rapporto fra salario e lavoro fu indebolito ulteriormente, mentre
vennero potenziati gli aspetti di vita collettiva per esempio mediante le
mense, la scuola, la formazione politica e militare, con l'obiettivo di
minare la coesione dellistituto familiare tradizionale.
72. DAL GRANDE BALZO IN AVANTI ALLA RIVOLUZIONE CULTURALE (1958-1969)

Nel maggio 1958 Mao ratific un grande piano di espansione della base
industriale, chiamato GRANDE BALZO IN AVANTI, il quale si basava sul
principio del camminare su due gambe, nel senso che si affiancavano
ai grandi impianti moderni numerose attivit produttive locali di piccole
dimensioni.
Ma ben pi importante fu il lancio delle COMUNI POPOLARI, unit pi
ampie rispetto alle normali cooperative che si occupavano sia di compiti
economici e amministrativi, sia di politica sociale, sia di organizzazione
della milizia locale.
Nel giro di un paio di anni la propriet privata scomparve definitivamente
e il rapporto fra salario e lavoro fu indebolito ulteriormente, mentre
vennero potenziati gli aspetti di vita collettiva per esempio mediante le
mense, la scuola, la formazione politica e militare, con l'obiettivo di
minare la coesione dellistituto familiare tradizionale.
Nel complesso i risultati de Grande Balzo in Avanti furono disastrosi,
provocando l'abbassamento dei livelli demografici (popolazione scese di
10 milioni):

innanzitutto lo sfruttamento durissimo del settore agricolo port a veri


e propri fenomeni di carestia, inizialmente ignorati a causa del clima di
sfrenato volontarismo e di emulazione che caratterizzarono il piano, ma
che durarono per poco tempo;
molte energie vennero concentrate nella produzione industriale grezza,
ma i prodotti presentavano un bassissimo livello qualitativo;
il centro ebbe molte difficolt nel riprendere il controllo della situazione,
visto lo slancio ideologico iniziale, tanto che nel 1959 Mao parl di
grandi risultati, molti problemi e prospettive luminose.
La critica part dalle forze armate (Peng Dehuai, capo dell'Armata
popolare), che denunciavano la presenza di un fanatismo piccoloborghese. Le accuse erano indirettamente rivolte a Mao, sia per il
fallimento del balzo, sia per la sua ostilit al rafforzamento del
carattere professionale delle forze armate a favore di un loro controllo
politico. Ciononostante l'autorit di Mao fu riconfermata, mentre Peng
venne epurato, poi condannato e giustiziato, e altri critici messi a tacere.
L' Armata popolare, guidata ora da Lin Biao, riafferm la sua fedelt a
Mao e si consolid come base del suo potere.
Nel 1962 si verific l'abbandono del grande balzo in avanti durante la
Conferenza dei settemila, in occasione della quale si ridefin un
riaggiustamento politico ed economico, assegnando nuovamente la
priorit allagricoltura e ridimensionando il ruolo delle comuni, anche se
questo ultimo provvedimento fu pure poco gradito da Mao, che nel
frattempo, cominci a restare sempre pi isolato all'interno del gruppo
dirigente.
Infatti, emerse un'ala moderata, destinata a prevalere dopo la morte
di Mao, ma che inizialmente fu in buona parte distrutta dalla Rivoluzione
culturale, la quale rimasta per molti anni un oggetto misterioso.
Ad ogni modo, la risposta di Mao alle critiche fu tipicamente politica: egli
accett dei provvedimenti per la ripresa economica, ma allo stesso
tempo, al fine di riportare lardore rivoluzionario nelle masse, lanci il
Movimento per leducazione socialista, che fall a causa della resistenza
interna del partito. Ci indusse il grande timoniere a sferrare un
attacco diretto al partito stesso, che consistette nell'accusare di
carrierismo e di sfruttamento di privilegio i quadri dirigenti e intellettuali,
indicati come ultimo ed unico nemico interno sulla strada del socialismo.
A garantire il successo completo di Mao e dei suoi fedelissimi fu
l'appoggio dellesercito e delle guardie rosse di estrazione proletaria.
La fase ufficiale della Rivoluzione Culturale si svolse tra il 1966 e il 1969,
ma riemerse periodicamente anche negli ultimi anni del potere maoista.
La purga part dagli ambienti giornalistici e universitari, per poi
estendersi al partito, con la rapida emarginazione e poi epurazione di
gran parte del gruppo dirigente (Bombardare il quartier generale): vi
furono centinaia di migliaia di arresti, condanne ed esecuzioni e solo
pochi sarebbero tornati ad occupare posizioni di rilievo. Le guardie
rosse vennero usate senza scrupoli per la lotta contro i vecchiumi,
fatto che min almeno parzialmente il vecchio ordine, senza per
costruirne uno nuovo.

A questo punto nel 1967 Mao affid il compito di riportare lordine


allesercito, che nella fase iniziale era stato lo strumento della
rivoluzione, mentre ora era necessario per evitare ulteriori pericolosi
sbandamenti nella vita economica e sociale.
Nel 1969 si tenne il IX Congresso del Pcc, durante il quale il partito venne
rifondato attraverso la massiccia immissione di dirigenti e di quadri
provenienti dalle forze armate. Rimasero comunque ampi settori del
vecchio apparato, che gradualmente ripresero il controllo della
situazione.

Potrebbero piacerti anche