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motivo corretta la teoria di Max Weber, il quale sostiene che una struttura di governo fondata sul
potere carismatico si presenta intrinsecamente instabile, caotica e insicura, essa quindi lo specchio
del suo dittatore ed tutt'altro che monolitica e razionale.
Il consenso ottenuto dal Fuhrer derivava inoltre dalla propaganda, affidata a Joseph Goebbels e che
aveva l'obbiettivo di inculcare al popolo tedesco l'ideologia hitleriana grazie a semplici ma
ossessivi slogan, ripetuti attraverso nuovi mezzi come la radio. La propaganda effettuata da
Goebbels era dunque volta a creare il mito di Hitler, visto come il grande leader che avrebbe
salvato la Germania, e vi riusc, infatti si svilupp un forte e reale consenso verso questa figura, che
non veniva messa in discussione per due motivi:
credito residuo di cui gode la sua figura;
mancanza di alternative come eventuale sostituto.
Al contrario l'unanime consenso al regime era una pura facciata, infatti esso destava perplessit in
parecchi ambienti sociali. Il sostegno ad esso era alimentato soprattutto dal partito e
dalle organizzazioni di massa, tra cui la Hitlerjugend (settore giovanile) in cui si
ottennero i maggiori successi.
37.LA POLITICA ESTERA DI HITLER E L'ATTEGGIAMENTO DELLE POTENZE
OCCIDENTALI
La politica estera di Hitler si bas essenzialmente sull'opportunismo, infatti il Fuhrer fu piuttosto
abile nel scegliere il momento giusto per prendere le decisioni cruciali. Tuttavia, per saper
approfittare di eventuali occasioni propizie era necessario un riarmo.
-Nell'ottobre 1933 vi fu l'uscita della Germania dalla Societ delle Nazioni e nel 1934 il patto di non
aggressione con la Polonia, i quali indebolirono il legame tra GB e Francia volto a contenere una
nuova minaccia tedesca.
-Nel gennaio del 1935 si tenne un nuovo plebiscito sul destino della Saar, regione occidentale
tedesca, industrializzata e a maggioranza cattolica che ora si trovava legata alla Francia da
un'unione doganale. Alle elezioni si opt per il ritorno di questa regione nell'ambito del Reich.
-In marzo 1935 H. ripristina il servizio di leva conseguentemente al riarmo inglese e
all'allungamento del servizio militare francese trattato di Versailles viene cancellato in questa
parte. I trattati erano per H. semplici strumenti per migliorare la posizione tedesca.
-Giugno 1935: trattato navale con la GB, base al quale la Germania accettava di limitare di molto il
proprio armamento navale. Questo trattato, unito all'isolamento dell'italia dovuto alla guerra
etiopica cre nuovi spazi d'azione per la Germania.
-Marzo 1936: la Francia stipula un patto di mutua assistenza con l'Unione Sovietica e la Germania,
contro il trattato di Versailles, schiera le sue truppe nella regione renana.
-Inverno 1935-36: il riarmo rallenta a causa delle cattive condizioni dell'economia
-Fine 1936: alleanza con l'Italia, primo passo verso l'Anschluss, e accordo con il Giappone in
funzione antisovietica. L'economia viene reindirizzata verso il riarmo perch H. intende far presto
per tener testa alle altre potenze.
-Novembre 1937: Protocollo Hossbach in cui esposta la visione strategica di Hitler per quanto
riguarda la soluzione del problema del Lebensraum, che per non viene risolto prima della met
degli anni 40. Ora H. si concentra sulle acquisizioni della Cecoslovacchia e dell'Austria.
Nel giro di poche settimane la Wehrmacht elabora un piano d'azione contro la Cecoslovacchia e i
vertici delle forze armate, preoccupati di un'azione prematura, vengono messi da parte. Keitel il
nuovo capo della Wehrmacht.
la mancata fine
della guerra in Europa.
2) Trasferimento ad Est: deportazione verso Siberia e steppe asiatiche delle
comunit
ebraiche europee. Impossibile per problemi logistici quali le dimensioni delle
comunit ebraiche
dellEuropa orientale e la mancata vittoria nella guerra contro lUrss.
Con queste ipotesi comincia a profilarsi la soluzione finale.
potere. Egli, infatti, procedette al riarmo, andando contro i principi imposti da Versailles, e alla
reintroduzione della leva. La politica estera revisionista tedesca fu incoraggiata dall'appeasement
occidentale, una pacificazione con concessioni da parte di Francia e Gran Bretagna allo scopo di
favorire i rapporti internazionali e allontanare la possibilit di una nuova guerra. Tuttavia, questa
sembrava inevitabile a causa dell'atteggiamento di Hitler, che procedette seguendo il
PROTOCOLLO HOBACH (novembre 1937), il quale prevedeva che le questioni politiche fossero
risolte con una decisa azione militare. Il periodo migliore per agire sarebbe stato quello compreso
tra il 1943 e il 1945, con una piena preparazione tedesca, mentre quella delle potenze occidentali
non sarebbe stata ancora completa. Ciononostante era possibile, se ritenuto necessario, che l'azione
sarebbe dovuta essere anticipata.
La costellazione auspicata era la stabilizzazione ad est (Austria, Cecoslovacchia) prima di colpire ad
ovest, prospettiva che effettivamente si realizz anche grazie all'Appeasement, che consent ai
tedeschi di raggiungere i loro obiettivi senza ricorrere alla forza:
1) La prima mossa della Germania fu l'Anschlu con lAustria (marzo 1938);
2) nell'ottobre 1938 vi fu la Conferenza di Monaco, alla quale segu l'annessione dei Sudeti;
3) Occupazione e smembramento della Cecoslovacchia (marzo 1939).
Gli appetiti hitleriani indussero le potenze occidentali ad assumere un atteggiamento pi duro
riguardo alle rivendicazioni tedesche verso la Polonia, prossimo obiettivo di Hitler.
Nel frattempo anche l'URSS, che aveva una chiara lettura della situazione, ader all'appeasement,
firmando il Patto di non aggressione(Patto Ribbentro-Molotov) il 23 agosto 1939 con la
Germania. Esso comportava:
1) neutralit reciproca;
2) intensificazione della collaborazione economica;
3) spartizione della Polonia;
4) consolidamento sovietico in Europa orientale: occupazione delle repubbliche baltiche, Bessarabia
romena, guerra di confine con la Finlandia.
In sole due settimane la resistenza polacca venne vinta dai tedeschi, i quali invasero il paese (1
settembre 1939) anche per il concomitante intervento sovietico da est.
Di conseguenza vi fu la dichiarazione di guerra di Francia e Gran Bretagna, che
tuttavia non fu seguita da operazioni militari di rilievo, tanto che si fa
riferimento all'inverno 1939-40 con le espressioni Drle de guerre/Phoney
War.
Successivamente, nei mesi di maggio-giugno 1940 la guerra arriv sul serio:
1) Innanzitutto fu ripetuto, in grande, il piano Schlieffen, quindi furono occupati
il Belgio e l'Olanda, fino ad invadere la Francia. Questa fase conosciuta come
BLITZKRIEG, che consisteva in una guerra di movimento con ampio ricorso a
mezzi motorizzati e corazzati, sostenuti dallaviazione, con manovre avvolgenti.
2)In seguito il governo francese Ptain chiese l'armistizio (22 giugno 1940) e
buona parte del territorio del paese fin sotto l'occupazione tedesca, con la
creazione di un governo francese a sovranit limitata, la Repubblica di Vichy;
3) Nel frattempo (10 giugno 1940) fece il suo ingresso in guerra lItalia, poich
Mussolini riteneva che la guerra fosse ormai finita dato il successo tedesco.
Tuttavia la modestia dell'apparato economico, l'insufficiente mobilitazione della
societ, lo scarso coordinamento tra le diverse forze nella pianificazione
militare e la mancanza di chiari obiettivi della guerra fascista fecero s che il
conflitto italiano avesse un andamento disastroso.
4) In quanto alla resistenza britannica, nonostante le sconfitte subite in Francia,
gli inglesi optarono per la resistenza a oltranza, e il paese si difese con
successo dai massicci attacchi aerei tedeschi.
La resistenza inglese venne inoltre favorita dall'intervento degli Stati Uniti, che
con il Lend-Lease Act (marzo 1941) concessero il sostegno economico alla Gran
Bretagna e il concorso nella protezione delle rotte atlantiche.
Nonostante i problemi irrisolti sul fronte occidentale, Hitler avvi la guerra a cui ambiva
maggiormente, quella contro lUrss. Le motivazioni pi importanti erano:
Conquista del Lebensraum, lo spazio vitale per il popolo tedesco;
Distruzione del regime bolscevico;
Soluzione della questione ebraica.
Il Fhrer stabilizz il fronte balcanico tra aprile-maggio 1941(occupazione Romania, truppe in
Jugoslavia, occupazione penisola greca) anche per sostenere linetto alleato italiano e il 22 giugno
1941 lanci l'Operazione Barbarossa, la quale, nonostante il massiccio spiegamento di forze e la
relativa debolezza sovietica dovuta alle purghe staliniane, non riusc. Allora, a un certo punto,
l'esaurimento delle forze e le difficolt logistiche fermarono i tedeschi davanti a Mosca, con alcuni
arretramenti nellinverno 1941-42.
L'Urss approfitt della situazione per riorganizzare la propria resistenza, in primo luogo creando
nuove formazioni, facendo leva sul potenziale umano del paese; in secondo luogo trasferendo
lindustria bellica verso est, in regioni pi sicure; poi coinvolgendo in modo massiccio
anche lelemento femminile; e infine facendo appello al sentimento nazionale russo, mettendo
l'ideologia comunista in secondo piano, e a tutte le forze pronte a collaborare.
Cos la guerra contro il fascismo divenne una guerra nazionale, che assunse il nome di Bolaja
Oteestvennaja Vojna (Grande guerra patriottica).
Nell'estate 1942 ebbe luogo una nuova offensiva tedesca in direzione sud-est (Caucaso), al fine di
impadronirsi dei campi petroliferi della zona. Inizialmente vi furono dei progressi , tuttavia non vi
fu un successo decisivo. Infatti questa diversione su Stalingrado si rivel non solo inutile sotto il
profilo strategico, ma anche disastrosa per il mancato ritiro delle truppe tedesche. Difatti nel
gennaio 1943 si giunse a un punto di svolta per la guerra: la VI Armata rimase accerchiata nella
citt (Stalingrado) e fu costretta ad arrendersi. La Germania perse definitivamente liniziativa sul
fronte orientale ed ebbe inizio una disastrosa guerra di logoramento, che esaur senza speranze le
risorse tedesche. Le truppe sovietiche avanzarono inesorabilmente, recuperando territori perduti,
entrando nei Balcani ed in Polonia, e conducendo un'offensiva finale su Berlino nella primavera
1945.
Altro possibile punto di svolta fu l'attacco giapponese a Pearl Harbour il 7 dicembre 1941, che mise
provvisoriamente a tappeto le forze aeronavali americane, fatto che permise la momentanea
supremazia navale nipponica e la rapida espansione giapponese nel Pacifico e nel sud-est asiatico
(Hong Kong, Filippine, Singapore, Thailandia, Malesia, Indonesia, Indocina francese).
Tuttavia la battaglia di Midway del giugno 1942 segn la fine di questo predominio e l'inizio di una
guerra difensiva per il Giappone, il quale, nonostante la tenacissima resistenza, non aveva
prospettive strategiche.
Inoltre, dopo gli avvenimenti di Pearl Harbour gli Stati Uniti entrarono nel conflitto contro le
potenze dell'Asse, determinando l'enorme prevalenza economica e militare degli alleati.
Altre conseguenze dell'ingresso americano in guerra furono:
Aumento del sostegno economico americano allUrss (gi partito nella primavera 1941);
Adesione sovietica (gennaio 1942) alla CARTA ATLANTICA (agosto 1941):
1) lotta concorde e senza compromessi al fascismo;
2) cooperazione fra le potenze vincitrici per la costruzione di un dopoguerra con assetti
stabili e democratici (si sorvola l'argomento della democraticit del regime sovietico).
Preparazione del secondo fronte in Europa: dopo la liquidazione del fronte in Nordafrica, vi fu lo
sbarco in Sicilia (luglio 1943) per provocare l'uscita dellItalia dalla guerra. Il 25 luglio 1943 il
Fascismo cadde e Mussolini venne arrestato.
Apertura del secondo fronte in Europa (6 giugno 1944) con lo sbarco in Normandia, a cui i
tedeschi non ebbero la forza di opporsi.
Nonostante l'accanita resistenza, la Germania fu occupata nel maggio 1945, ponendo fine al
conflitto in Europa. Nel Pacifico, invece, si giunse alla pace solo nel mese di agosto, dopo il lancio
delle bombe atomiche sul Giappone (Hiroshima e Nagasaki, 6 e 9 agosto 1945) che indusse il
governo di Tokyo ad accettare la resa.
andavano liquidati).
2) Dietro esercito tedesco in avanzata operano Einsatzgruppen delle
SS, ma anche reparti Sipo e della Wehrmacht per attuare queste
istruzioni.
3) Interpretazione estensiva degli ordini: leliminazione fisica
(fucilazione) riguarda il complesso
della popolazione ebraica delle zone occupate, attuata spesso con
cooperazione delle
popolazioni locali (baltici, ucraini) e degli eserciti alleati (rumeni).
4) Stime dei massacri in Urss: almeno 700.000 uccisioni, forse un
milione, entro la
primavera 1942. es. massacro di Babi-Yar, Ucraina.
L'impossibilit di un trasferimento ad est delle comunit ebraiche
dei territori europei porta a una 'soluzione territoriale':
1) Liquidazione dei ghetti grandi e piccoli delle citt polacche;
2) La macchina dello sterminio comincia ad essere organizzata in
Polonia nell'autunno del 1941: edificazione dei primi campi di
sterminio del Governatorato, come Belzec, Sobibor e Treblinka con
eliminazione delle residue comunit ebraiche polacche, di quelle del
Reich, e poi di quelle dei paesi europei occupati dai nazisti.
Nel gennaio 1942 si tenne la Conferenza di Wannsee nella quale si
discutono gli aspetti logistici (rastrellamenti, trasporti e
potenziamento delle strutture di raccolta e sterminio).
Auschwitz divenne il principale campo di sterminio: in esso non
venne eliminato solo la gran parte dell'ebraismo europeo, ma anche
gruppi etnici considerati inferiori come i rom, e centinaia di migliaia
di cittadini polacchi e sovietici, di individui asociali e di oppositori
politici al regime. La sua struttura era per composta da numerosi
campi: a Birkenau vi erano i forni crematori e le camere a gas, dove
finivano appena arrivati bambini, vecchi e la maggioranza delle
donne; altri insediamenti raccoglievano invece i prigionieri abili al
lavoro e quindi destinati a lavorare nei complessi dell'industria
bellica, ad esempio nella fabbrica di gomma sintetica della IG
Farben a Monowitz (es. Primo Levi). Quindi Auschwitz era anche un
campo di lavoro.
Responsabilit: la Soluzione finale dovrebbe essere segreta ma,
date le sue dimensioni, gran parte degli apparati burocratici
tedeschi, come le SS e altre organizzazioni del movimento nazista,
le forze armate, le amministrazioni civili (ferrovieri, impiegati
postali, funzionari delle pubbliche amministrazioni locali) e pi in
generale tutta la societ tedesca erano senza dubbio a conoscenza
di quanto avveniva in Polonia. Inizialmente, nonostante le prove
precocemente a disposizione, anche alleati e comunit ebraiche
mondiali non vollero credere alle dimensioni del genocidio. Furono
economica delle zone di occupazione, portando cos alla nascita ufficiosa della
Bizone (ufficializzata nel gennaio 1947). In questo modo cominciarono a
crearsi delle divergenze sempre maggiori tra le politiche perseguite dalle
potenze occupanti in Germania, che furono sicuramente centrali nell'insorgere
della guerra fredda, ma non rappresentarono l'unica causa, bens anche il
destino dei paesi dell'Europa orientale gioc un ruolo di rilevanza non
indifferente. Questi stati erano afflitti dal peso dell'influenza sovietica,
implicitamente riconosciuta dagli occidentali. Per esempio in POLONIA furono
inseriti elementi del governo in esilio nel nuovo esecutivo, dominato dai
comunisti. Questa presenza si fece sentire ancora di pi in occasione delle
elezioni del gennaio 1947, le quali si svolsero in un clima di intimidazione e
brogli, portando alla schiacciante vittoria comunista; in UNGHERIA, alle elezioni
del novembre 1945, i comunisti ottennero il 17%, nettamente superati dal 57%
del Partito Contadino. Tuttavia la presenza sovietica avrebbe presto portato a
una progressiva affermazione comunista; in CECOSLOVACCHIA i comunisti
raggiunsero buoni risultati con il 38%, ma paradossalmente fu l' ultimo paese a
completare la transizione verso il regime comunista, finalizzata solo all'inizio
del 1948; infine in AUSTRIA, invece, i comunisti erano evidentemente deboli
(5%) e grazie alla presenza dell'occupazione congiunta alleata il paese venne
neutralizzato nel 1955.
Per quanto riguarda pi specificamente la posizione sovietica, non vi era un
atteggiamento univoco, bens si oscillava fra due poli, FORZA e DEBOLEZZA.
Da un lato, difatti, Stalin era consapevole dell'evidente inferiorit economica
rispetto all'occidente, dovuta soprattutto alle enormi perdite umane e materiali
subite nel conflitto. Allo stesso tempo, per, i sovietici sostenevano che la
forza del loro apparato militare fosse indiscutibile, come mostrato dalla vittoria
su Hitler e, inoltre, nutrivano una grande fiducia nella superiorit del modello
sovietico, che li avrebbe portati a ricoprire ruolo di potenza mondiale.
Successivamente, alcuni ambienti diplomatici (Litvinov) si mostrarono propensi
ad una collaborazione con l'Occidente: ci signific una certa moderazione sul
piano territoriale, anche se alcuni ingrandimenti in Europa orientale furono
indispensabili per motivi di sicurezza, e il rinvio dei disegni di egemonia
mondiale al futuro, in un momento in cui sarebbero emerse le contraddizioni
del capitalismo. Ciononostante, Stalin si dimostr poco incline a ritenere
possibile una collaborazione e nel discorso del febbraio 1946 accenn alla
necessit di preparare l'apparato militare velocemente per poter fronteggiare
minacce esterne, individuate in modo implicito nelle potenze occidentali, le
quali, allora, assunsero un atteggiamento pi deciso, di cui si fece interprete il
diplomatico statunitense George Kennan, il quale nel febbraio 1946 redasse il
lungo telegramma, dove affermava, in primo luogo, che tra gli obiettivi
sovietici vi era la volont di destabilizzare i sistemi politici avversari, in vista di
una futura guerra e, in secondo luogo, che per questo era necessario procedere
all' immunizzazione degli alleati rispetto a fattori esogeni.
Un parere simile fu espresso anche dagli inglesi, tramite il discorso di W.
Churchill tenutosi a Fulton nel marzo 1946, in occasione del quale accus i
sovietici di aver instaurato una CORTINA DI FERRO a dividere il continente
europeo. Queste posizioni furono la base per la politica di contenimento,
basata sulla fermezza nei confronti dei sovietici e sul rafforzamento politicomilitare statunitense. A tal proposito fu costituito il National Security Act(luglio
1947), nell'ambito del quale furono creati il National Security Council, il cui
compito era quello di facilitare la consulenza e il flusso di informazioni alla
presidenza, e la Central Intelligence Agency (Cia) e un Ministero della Difesa
47. GLI SCENARI DELLA GUERRA FREDDA IN EUROPA: dal Piano Marshall alla
NATO
Il 5 giugno 1947 fu annunciato lEuropean Recovery Program, pi
comunemente conosciuto come Piano Marshall, che prevedeva uno
stanziamento di 17 miliardi di dollari a favore delle potenze europee occidentali
e che fu approvato anche dal Congresso per i suoi effetti positivi sulleconomia
americana.
Esso costituiva uno dei pilastri fondamentali della politica di contenimento,
basata sulla fermezza nei confronti dei sovietici e sul rafforzamento politicomilitare statunitense, insieme alla Dottrina Truman, il cui scopo era
contrastare l'egemonia sovietica mediante il rafforzamento militare, motivo per
cui gli americani intervennero in Turchia e nella guerra civile scoppiata in
Grecia, dietro alla quale si sospettava un sostegno russo alle formazioni di
matrice comunista.
Nonostante la valenza antisovietica del Piano Marshall, questo non escludeva
pregiudizialmente i paesi del blocco orientale, n tanto meno l'Urss, la quale in
un primo momento sperava che si trattasse di una nuova legge affitti e
prestiti, ma ben presto si resero conto che gli Stati Uniti volevano controllare
in modo completo l'impiego dei fondi.
Inoltre, inizialmente la destinazione degli aiuti non era coordinata e il livello di
integrazione interna fu scarso: in primo luogo furono coinvolte la Gran Bretagna
e la Francia, poi l'Italia e anche larea tedesca (Bizone).
I sovietici risposero ai piani americani con l'affermazione rigida dell'egemonia
di Mosca: innanzitutto il governo imped a paesi come la Polonia e la
Cecoslovacchia di aderire all'Erp, poi nel settembre 1947 venne creato il
COMINFORM, che rappresentava una collaborazione dei paesi socialisti contro
limperialismo statunitense e, infine, nel gennaio 1949 nacque il COMECON,
che intendeva rafforzare l'integrazione economica fra Mosca e i suoi satelliti.
Altro punto saliente del Piano Marshall era l'aiuto destinato alla ripresa
economica della Germania, all'interno della quale la divergenza economica tra
le due zone si tradusse in divergenza politica.
Nella zona sovietica venne favorita la fusione coatta fra socialisti e comunisti
(egemoni), con la conseguente creazione della Sed, il partito socialista
unificato. Inoltre, l'Urss mantenne la sua preferenza per una soluzione unitaria,
sempre per motivi legati allo sfruttamento economico delle province
state postbellico.
Nel 1942 fu approvato il piano Beveridge, che sanciva la nascita dello stato
sociale e forniva servizi al cittadino dalla culla alla bara, finanziati dalla
spesa pubblica, ad esempio:
1) Creazione del servizio sanitario nazionale;
2) Potenziamento dei sussidi di disoccupazione;
3) Istruzione gratuita;
4) Rafforzamento delledilizia pubblica.
Venne inoltre attuato il programma di nazionalizzazioni sotto spinte di alcuni
laburisti, che riguardava:
1) Banca dInghilterra;
2) Industria carbonifera e siderurgica;
3) Produzione e distribuzione energia;
4) Trasporti e comunicazioni.
Ad esso gli imprenditori non protestano perch sono per lo pi settori ormai
obsolescenti.
Per quanto riguarda la politica estera, vi erano attese per una politica estera
'socialista', dato che la GB era uscita indebolita dal conflitto. Tuttavia non vi fu
una politica estera laburista alternativa a quella americana e sovietica, vi fu
quindi un tentativo di agire nella continuit:
-Aspirazioni a politica economica imperiale frustrate da dipendenza nei
confronti
degli Stati Uniti (l'economia britannica era fortemente dipendente da quella
americana, il paese aveva bisogno di crediti dagli USA). La GB non pu ormai
pi rivestire un ruolo da grande potenza
-Abbandono del mandato in Palestina (1946);
-Concessione della piena indipendenza allIndia (1947).
Le elezioni del 1951 riportano al potere i conservatori fino al 1964, prima con
Churchill, poi con A.Eden e infine con H. MacMillan. I governi conservatori
decisero di non apportare grandi modifiche al sistema di riforme attuato dai
laburisti, si limitarono infatti solo a qualche ritocco, perch secondo MacMillan
ad esempio la GB nel 1959 never had it so good, non era mai stata meglio.
Nell'ambito della politica estera la linea seguita dai conservatori quella di
crescente disimpegno e progressivo avvicinamento all'Europa: in Africa fu
concessa l'indipendenza alle vecchie colonie, puntando al mantenimento di
buoni rapporti economici. L'ultimo sussulto di politica imperiale fu l'impresa di
Suez del 1956: il presidente egiziano Nasser aveva nazionalizzato il canale,
provocando la reazione di GB, Francia e Israele. Il tentativo di riappropriarsi del
canale fall miseramente, dimostrando che la GB aveva perso il suo status di
grande potenza.
che la produttivit del lavoro deve essere seguita dall'espansione dei redditi
-sviluppo tecnologico ed espansione delle tipologie di beni e servizi:
miglioramento prestazioni di generi di consumo durevoli e invenzione di nuovi,
applicando pienamente le tecnologie degli anni 20 e 30. Tuttavia essendo
lavorati a macchina la loro qualit peggior. Ciononostante, essi causarono
notevoli mutamenti nella vita delle persone di paesi ricchi e poveri.
-espansione del commercio mondiale, obbiettivo per il quale furono essenziali i
piani per la ricostruzione dell'economia mondiale elaborati dal governo
statunitense. Alle Nazioni unite fu infatti affidato il compito di realizzare le
condizioni migliori per la creazione di un sistema di rapporti economici
multilaterali: -stabilit dei cambi necessario un fondo di stabilizzazione
-mobilitazione dei capitali per favorire la
ricostruzione e lo sviluppo necessaria una banca.
Queste organizzazioni internazionali di carattere economico furono realizzate
nel 1944 grazie agli accordi di Bretton Woods ed erano il Fondo Monetario
Internazionale e la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo
(banca mondiale).
Nel secondo dopoguerra crebbe inoltre l'interscambio tra i paesi sviluppati del
mondo capitalistico, favorito dalla riduzione delle barriere doganali in Europa
ad esempio, dove ogni paese pot sfruttare al meglio i suoi vantaggi in un
determinato settore. Quindi il commercio, fluidificando il sistema, si risolveva in
una maggiore prosperit per tutti i paesi partecipanti. Un'altra condizione
essenziale per lo sviluppo economico occidentale fu il basso prezzo di materie
prime e merci grezze.
-Maggiore uguaglianza nella distribuzione dei redditi grazie al modello fordista
ma anche grazie all'intervento dello Stato mediante la leva della spesa
pubblica: scuola, sanit, ammortizzatori sociali, politiche di sviluppo regionale,
sistema pensionistico.
La forte crescita economica del dopoguerra si prolung per diversi anni,
mutando profondamente i tratti delle societ mondiali, soprattutto quelle dei
paesi occidentali, principali protagonisti.
ci consentiva la riduzione dei costi di gestione e prezzi bassi che puntano sul
volume delle vendite. Essi misero in crisi i negozi al dettaglio. Questo modello
viene ripreso e adattato a standard europei (e italiani, diffusione in Italia legata
all'iniziativa statunitense) nel secondo dopoguerra. I supermercati
rappresentarono una importante novit, diventarono infatti punti di riferimento,
dei simboli e specchi di un societ che si stava avviano verso l'era
dell'abbondanza.
3)Nel secondo dopoguerra vi un parziale ritorno alle origini con gli hard
discount, supermercati per ceti pi poveri che necessitano di merci a prezzi
bassi o ceti medi che puntano a una diversificazione dei loro consumi.
4)Negli anni 50-60 si diffusero negli USA e poi in Europa gli shopping mall, cio
una fusione fra il modello di supermercato e di negozi specializzati. Essi erano
concepiti per l'accesso motorizzato, infatti erano posti vicino a grandi arterie
stradali per essere facilmente raggiungibili in auto. Divennero inoltre luoghi di
socializzazione e dove si poteva trascorrere il tempo libero, infatti in essi si
trovavano anche servizi di ristorazione e di svago. Negli stessi anni negli USA
esordirono anche i concept stores, i quali associavano alla vendita di prodotti di
qualit elevata una sorta di stile di vita legato all'uso di quel prodotto (brand).
Grazie alla meccanizzazione di parecchie funzioni, oltre ala produttivit del
lavoro, si ottenne anche una sensibile riduzione degli orari di lavoro con
conseguente aumento del tempo libero. Esso venne impiegato, a differenza
degli anni precedenti, non per scopi necessariamente morali ed educativi,
bens per scopi di piacere (leisure) ed era legato ad una sempre pi ampia
tipologia di forme di consumo, le quali si connotarono soprattutto sotto il profilo
generazionale. Sin dagli anni 40 vi erano infatti 'culture giovanili' autonome che
si distinguevano anche sotto il profilo dei consumi.
Successivamente, negli anni Trenta presero vita i magazzini a prezzo unico, diffusisi
prima negli Stati Uniti e poi in Europa (Italia: Upim, Standa). Nello stesso decennio
si svilupparono i supermercati (alimentari) basati su principio del selfservice, il quale
comportava la riduzione dei costi di gestione e tariffe pi basse che puntavano sul
volume delle vendite.
A un certo punto si verific anche un parziale ritorno alle origini grazie agli hard
discount, volti a favorire i ceti pi poveri, cos come i ceti medi, desiderosi di una
diversificazione dei consumi.
Negli anni Cinquanta-Sessanta si diffusero inoltre gli shopping-mall e i concept
stores. I primi rappresentavano una fusione tra il classico supermercato e i negozi
specializzati, e che furono concepiti per essere pi accessibili con la macchina e per
fungere da luoghi di socializzazione (ristorazione, svago); i secondi, invece, non si
limitavano alla vendita di un prodotto, bens associavano ad esso una sorta di stile di
vita.
Per quanto riguarda l'economia italiana, questa era profondamente
mutata rispetto al passato: i settori pi importanti erano ora
l'industria e il terziario, mentre il settore agricolo si trovava in una
fase di declino, peggiorata dall'esodo dalle campagne, prima
settentrionali, poi meridionali, a causa del basso livello dei redditi
agricoli e della lentezza della diffusione dei nuovi modelli di
consumo nelle aree rurali. I flussi migratori ripresero gi nel primo
dopoguerra in direzione di paesi esteri quali Germania, Belgio,
Francia e Svizzera, mentre le migrazioni interne si diressero verso i
centri economici pi vivaci (triangolo industriale).
In quanto all'industria, un ruolo chiave fu giocato dalla meccanica,
favorita da:
1) settore dei trasporti (produzione prima dei motocicli, poi degli
autoveicoli);
2) crescita del settore degli elettrodomestici (mercato interno e forti
esportazioni);
3) diversificazione della produzione meccanica, spesso come
gemmazione di
imprese pi grandi.
Tuttavia furono importanti anche i settori della siderurgia e della
petrolchimica, grazie alla nascita di grandi complessi industriali
statali. Crebbe in modo estremamente rapido anche l'edilizia,
connessa allurbanizzazione e all'industria
turistica. Inoltre, si svilupparono nuove regioni e distretti industriali,
dando vita alla cosiddetta Terza Italia(Veneto, Emilia, Toscana e
Marche), basata sulla piccola e media impresa, soprattutto in
relazione ai beni di consumo.
Tutte queste trasformazioni giunsero anche nel Mezzogiorno, con la
nascita di grandi impianti, finanziati attraverso la Cassa per il
Mezzogiorno, ma che poi si rivelarono un insuccesso.
borghesia.
Dopo il 1939 il Caudillo fece alcune scelte fondamentali:
1) In primo luogo attu una repressione durissima nei confronti
degli avversari politici;
2) In secondo luogo procedette all'epurazione degli apparati dello
Stato (burocrazia, polizia, forze armate, scuola);
3) In terzo luogo forn un appoggio prudente alle potenze fasciste, e
si distacc progressivamente dall'Italia e dalla Germania (cui si
legava anche la mancata valorizzazione della Falange);
4) Infine recuper i valori tradizionali della Spagna imperiale e
riprese la collaborazione con la Chiesa cattolica, mediante una
politica di concessioni parziali.
Dopo la Seconda guerra mondiale (1945) il regime si trovava in una
posizione difficile. Le opposizioni in esilio superarono le divisioni
interne, creando infatti un governo unitario e si prepararono al
rientro in Spagna, anche con azioni armate sui confini.
A peggiorare la situazione furono sia l'atteggiamento critico delle
gerarchie vaticane, che invitavano Franco a estendere la
partecipazione di altre forze al suo governo, senza tuttavia
metterne in dubbio esplicitamente la legittimit, sia l'atteggiamento
critico delle potenze vincitrici, soprattutto della Gran Bretagna e
dell'Urss; infatti, la Spagna era internazionalmente isolata e non era
fra i paesi fondatori dellOnu, a cui non era ammessa, anche se
alcuni rappresentanti del governo repubblicano partecipavano
all'assise.
La situazione mut solo grazie all'avvento della Guerra Fredda, che
fece della Spagna un potenziale alleato contro l'espansione del
comunismo.
Il paese si avvicin agli Stati Uniti, il cui governo approv la
concessione di aiuti economici a partire dal 1950. Nello stesso anno
fu ammessa nella Fao, nel 1952 allUnesco e infine, nel 1955,
divenne membro a pieno titolo delle Nazioni unite.
L'anno pi importante fu per il 1953, perch vennero firmati sia il
nuovo Concordato con la Santa Sede, che favoriva la legittimazione
interna del
regime, sia il trattato con gli Stati Uniti, che stabiliva invece degli
aiuti economici e diplomatici in cambio dell'inserimento della
Spagna nel sistema difensivo occidentale.
Dal punto di vista interno, Franco era consapevole della propria
debolezza, cos ridusse il ruolo della Falange, senza per arrivare
mai all'emarginazione completa, e si affid personale tecnico
proveniente soprattutto dallAzione cattolica e dagli ambienti gesuiti
( Acnp = Asociacin catlica nacional de propagandistas).
In questi anni vi fu anche la riaffermazione della forma monarchica
dello Stato: Juan Carlos di Brobone, nato a Roma nel 1938, rientr a
Madrid nei primi anni Cinquanta e fu sottoposto ad un'educazione e
ad una formazione politica strettamente sorvegliata dal caudillo,
che ne scelse accuratamente i precettori.
Al fine di favorire la situazione internazionale, dal punto di vista
culturale il regime si apr timidamente a idee liberali, le quali per
non mutarono il quadro politico. Difatti la Falange, rinominata
Movimento nazionale, seppure indebolita, rimase l'unico
movimento politico autorizzato.
Nel 1956 la Falange port avanti i suoi ultimi tentativi di recuperare
un ruolo politico centrale: i disegni di legge dei falangisti
prevedevano un modello di stato fascista repubblicano, che incontr
tuttavia l'opposizione delle altre istituzioni e delle forze sociali, cos
come dello stesso Franco.
Disfattosi della Falange, Franco prosegu la collaborazione con il
laicato cattolico: messa da parte lAzione cattolica, considerata
troppo politicizzata, punt soprattutto sullOpus Dei. I tecnocrati
cattolici guidarono una fase di forte espansione economica del
paese, nell'ambito di una crescita generale delleconomia
occidentale, favorita da:
1) un buono slancio industriale, che vide anche investimenti esteri;
2) un forte aumento dei flussi turistici in entrata;
3) la ripresa dei flussi migratori, con relative rimesse degli
emigranti.
Si tratt dunque di una LIBERALIZZAZIONE ECONOMICA, che NON
riguard per il terreno politico, nell'ambito del quale si mantenne
un atteggiamento duro nei confronti delle rivendicazioni
autonomiste (Eta, autonomi catalani).
Complessivamente l'atteggiamento di Franco fu caratterizzato dal
mantenimento di un regime autoritario, ma senza l'intenzione di
creare un sistema destinato a sopravvivergli: questo atteggiamento
rappresentava un implicito assenso alla restaurazione monarchica e
alla transizione verso regime di tipo parlamentare.
A causa del declino fisico del caudillo, dell'indebolimento della
congiuntura alla fine degli anni Sessanta per effetto dellincipiente
crisi economica mondiale, del riemergere progressivo dei
movimenti autonomisti, il regime entr in crisi fino a scomparire con
la morte del suo leader indiscusso.
capitalismo popolare.
guidato dallo stesso Mao e in cui il ruolo dominante era s quello dei
comunisti, ma vi erano anche tecnici di diverso orientamento;
3) Le Forze armate, le quali godevano di ampi poteri amministrativi e
avevano un rapporto diretto con il governo.
Sotto il profilo ideologico la linea politica di fondo si ispirava al concetto
di NUOVA DEMOCRAZIA, che prevedeva la collaborazione fra le classi
antimperialistiche per la costruzione del nuovo ordine, in modo da
ridurre il peso dei reazionari contro i quali procedere. Inoltre, secondo
Mao, era necessario che si instaurasse un rapporto dialettico tra le masse
e il partito, quindi la creativit delle prime doveva essere captata dal
secondo e tradotta in linea politica coerente, con provvedimenti di
rettifica (zhengfeng) prodotti da una costante critica e autocritica.
Nella realt, per, la partecipazione delle masse non raggiunse mai alcun
livello decisionale e il ruolo guida del partito non fu messo in discussione.
Per quanto riguarda l'aspetto economico, nonostante la costante
presenza dell'aspetto volontaristico (dato permanente nella politica
cinese), il programma della Repubblica popolare mantenne una iniziale
moderazione:
1) Nel settore industriale Liu Shaoqi difese la borghesia imprenditoriale
cittadina, a cui fu lasciata una relativa libert d'azione, anche se la
presenza delle imprese di Stato crebbe sempre di pi. La borghesia
industriale, inoltre, ebbe la possibilit iniziale di organizzarsi
politicamente e con unioni professionali. Tuttavia, le imprese
cominciarono a corrompere i quadri sindacali e di partito che erano stati
incaricati di controllarli e per questo, nel 1951, vi fu un giro di vite,
mediante campagne di epurazione che si conclusero con la
nazionalizzazione delle imprese nel 1955.
2) In quanto al settore agricolo, dagli anni Venti il Partito Comunista era
diventato un movimento contadino con molti riguardi per gli aspetti
economici. Mao riteneva che fosse importante non l'estensione delle
propriet, bens il rapporto con la terra, motivo per cui i proprietari furono
espropriati, ma poterono comunque conservare le terre di cui si erano
occupati fino ad allora e che solo loro erano in grado di valorizzare. A
partire dal 1951 il partito assunse un atteggiamento pi duro, senza
avere troppi riguardi nei confronti della residua classe dei proprietari e la
riforma agraria fu attuata in modo meno pacifico e ordinato di quanto
auspicato. Essa, inoltre, fu accompagnata dal tentativo di sradicare la
cultura tradizionale, mediante la LEGGE SUL MATRIMONIO (1950), che
prevedeva la proibizione dei matrimoni infantili, la condanna del
concubinato e dell'infanticidio, l'introduzione del divorzio consensuale e
la rivendicazione della parit fra uomo e donna. Proprio per questi ultimi
aspetti nelle campagne se ne parlava come della legge delle donne.
Dopo una prima fase di stabilizzazione e di ripresa economica, nel 1953
si pass alleconomia pianificata (Piano Quinquennale), intesa come
soluzione per avviare uno sviluppo duraturo, e si riprese il modello
sovietico, le cui scelte essenziali erano:
1) Prevalenza assoluta dellinvestimento industriale;
2) Attenzione soprattutto per lindustria pesante: settori connessi alla
difesa e ai trasporti;
3) Scarsi investimenti nel settore manifatturiero e maggiore attenzione
per i poli industriali collocati in zone strategicamente sicure.
4) Passaggio della quasi totalit delle imprese sotto il controllo statale.
Nello stesso anno part anche la collettivizzazione: i contadini furono
indotti ad entrare nelle cooperative, le quali furono intensificate nel 1954
con la nascita delle cooperative di livello inferiore dei produttori
agricoli, associazioni volontarie formate da famiglie che facevano uso
comune dei fattori produttivi e si ripartivano il prodotto in base a lavoro e
a valore dei beni conferiti.
Dopo l'intervento di Mao nel 1955 si verific l'accelerazione della
cooperazione e si formarono anche le cooperative di livello superiore dei
produttori agricoli, le quali posero fine al possesso familiare della terra e
la retribuzione era basata solo sul lavoro.
Nel complesso i risultati del Piano Quinquennale furono:
1) Nell'industria la produzione progred notevolmente e nacquero nuovi
settori (petrolio, concimi chimici, meccanica fine);
2) Nel settore agricolo rimase l'arretratezza tecnologica, ma c'era ora un
miglior uso delle risorse umane e dei materiali.
Tuttavia, vi furono anche degli aspetti controversi come:
la maggiore attenzione agli aspetti quantitativi pi che qualitativi della
produzione industriale;
le difficolt del settore agricolo nel mettere a disposizione ulteriori
risorse per la crescita industriale e il permanere di condizioni di vita
estremamente precarie nelle campagne;
lo scarso impatto occupazionale dellindustrializzazione, che non imped
ai processi di inurbamento di intensificarsi, nonostante le azioni di rinvio
alla campagna attuate dal regime.
In ambito politico, nel 1954 fu approvata la Prima Costituzione della
Repubblica, la quale presentava una struttura relativamente classica nella divisione dei
poteri: il Consiglio per gli affari di stato si occupava della guida dellesecutivo, mentre
l'Assemblea popolare del potere legislativo. Sul piano amministrativo le sei regioni
militari vennero divise in 22 province e tre municipalit speciali, con ulteriori ripartizioni
locali, mentre lo spazio per le autonomie locali dei gruppi nazionali (non cinesi) fu scarso,
anche se non mancarono regioni e distretti autonomi.
Gli scopi di questa Costituzione erano la creazione di una societ genuinamente socialista,
sorta dallalleanza fra le due grandi classi sociali, operai e contadini. Mancava, invece, un
esplicito riferimento agli intellettuali, chiaro segnale di insofferenza nei confronti delle
forme di dissenso, sia pure inteso come critica costruttiva.
Per questa ragione Mao fu accusato di anti-intellettualismo, ma fu proprio
lui a lanciare, nel 1957 la stagione dei Cento Fiori, annunciata come
sviluppo di una maggiore dialettica interna alla societ. Egli era infatti
preoccupato del malessere sociale del paese in seguito ai cambiamenti
apportati dal Piano Quinquennale, dunque tent in primo luogo di dare
una maggiore possibilit di espressione alle masse; in secondo luogo
prese atto delle difficolt della collettivizzazione agricola e del malumore
degli ambienti urbani a causa dei sacrifici economici e della scarsa libert
nella scelta delle carriere professionali.
Nel maggio 1958 Mao ratific un grande piano di espansione della base
industriale, chiamato GRANDE BALZO IN AVANTI, il quale si basava sul
principio del camminare su due gambe, nel senso che si affiancavano
ai grandi impianti moderni numerose attivit produttive locali di piccole
dimensioni.
Ma ben pi importante fu il lancio delle COMUNI POPOLARI, unit pi
ampie rispetto alle normali cooperative che si occupavano sia di compiti
economici e amministrativi, sia di politica sociale, sia di organizzazione
della milizia locale.
Nel giro di un paio di anni la propriet privata scomparve definitivamente
e il rapporto fra salario e lavoro fu indebolito ulteriormente, mentre
vennero potenziati gli aspetti di vita collettiva per esempio mediante le
mense, la scuola, la formazione politica e militare, con l'obiettivo di
minare la coesione dellistituto familiare tradizionale.
Nel complesso i risultati de Grande Balzo in Avanti furono disastrosi,
provocando l'abbassamento dei livelli demografici (popolazione scese di
10 milioni):