Sei sulla pagina 1di 2

IL DUPLICE INCONTRO CON IL CRISTIANESIMO 

«Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io 
perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, superando nel giudaismo la maggior 
parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri». 
(Gall,13s)  

 
Il  primo  incontro  di  Saul  con  i  cristiani  è  violento  e  governato  da  quello  che  è  evidentemente 
fanatismo religioso.  

La formazione rigorosa che il giovane Saul aveva ricevuto nella dottrina ebraica tradizionale non 
poteva  che  portare  conseguenze  anche  nel  campo  dei  dibattiti  nei  confronti  dei  nuovi  gruppi 
religiosi  e  messianici che  si  presentavano  all'orizzonte  dell'Israele  del  primo  secolo.  Tra  questi, il 
più  significativo  era  certamente  quello  che  aveva  avuto  origine  dalla  predicazione  di  Gesù  di 
Nazaret.  

Il  giovane  Saul  fu  certamente  molto  colpito  dalla  veloce  diffusione  di  quella  che  per  lui  era 
semplicemente  una  'setta  eretica'  dell'ebraismo,  e  decise  di  operare  per  la  difesa  della  purezza 
della sua religione. Così egli stesso affermerà nella lettera ai Galati: « ... ero accanito nel sostenere 
le  tradizioni  dei  padri».  Questo  accanimento  raggiunge  il  culmine  con  l'azione  nei  confronti  dei 
primi diaconi cristiani.  

L'uccisione di Stefano.  

La prima comunità cristiana di Gerusalemme aveva scelto sette persone che si occupassero della 
carità, in modo che gli apostoli potessero dedicarsi completamente alla predicazione del Vangelo. 
Una di queste persone era Stefano, la cui storia è narrata nei capitoli 6 e 7 degli Atti.  

Stefano viene arrestato e processato per essere in contrasto con la tradizione dei padri d'Israele; 
durante il processo egli si difende dalle accuse attraverso una rilettura cristiana di tutta la storia 
d'Israele,  che  conclude  con  un'accusa  ai  capi  del  popolo  e  una  proclamazione  della  divinità  di 
Gesù.  La  reazione  degli  astanti  è  la  medesima che  avevano  avuto  durante  il  processo  a  Gesù:  al 
grido «ha bestemmiato, è degno di morte» cominciano a gettargli pietre e a lapidario.  

Saul è presente: « ... i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane chiamato Saul. E 
lapidarono Stefano mentre pregava ….. Saul era fra coloro che approvarono la sua uccisione» (At 
7,59;8,1).  

Subito  dopo  questa  scena  cruenta,  gli  Atti  descrivono  «l'infuriare  di  Saul»  contro  i  cristiani,  con 
toni  che  fanno  pensare a  un  personaggio  molto  temuto  presso  le  comunità  dei  seguaci  di  Gesù. 
Saul  sembra  incarnare  il  perfetto  fanatico,  anche  secondo  le  parole  che  Luca  stesso  gli  fa 
pronunciare:  

«In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a bestemmiare e, infuriando all'eccesso 
contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere» (At26,11)  
Proprio mentre è in viaggio verso una di queste città accadrà il fatto che gli cambia la vita. Saul si 
presenta al Sommo Sacerdote per chiedere il lasciapassare che gli permetta di catturare i cristiani 
nelle sinagoghe della città di Damasco: «Sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del 
Signore, si presentò al Sommo Sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di 
essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne seguaci della dottrina di 
Cristo che avesse trovati» (At9,1s)  

Con  questo  spirito  aggressivo  Saul  si  mette  in  marcia:  la  tradizione  (anche  iconografica)  lo 
immagina a cavallo, ma nessuno dei racconti parla del mezzo di trasporto. In ogni caso, a un certo 
punto del suo cammino, Saul cade a terra, come folgorato da qualcosa che nessun altro vede, ma 
che  a  lui  si  manifesta  con  una  potenza  sconvolgente.  Saul  vede  una  luce  e  sente  una  voce  che 
inizialmente non riconosce:  

«Perché mi perseguiti?».  

«Chi sei, Signore?» risponde Saul.  

«lo sono quel Gesù che tu perseguiti» (At 9,3‐7).  

Saul non ha mai perseguitato Gesù, ma la sua Chiesa, eppure quel Gesù si identifica con le vittime 
del suo accanimento: Gesù e la Chiesa sono un corpo solo (Saul lo ricorderà bene e lo affermerà 
più volte nelle sue lettere in seguito).  

L'incontro  con  il  cristianesimo  è,  per  l'uomo  di  Tarso,  un  completo  mutamento  di  prospettiva;  è 
quello che, nelle religioni, si chiama conversione.  

(Continua nel prossimo numero) 

Potrebbero piacerti anche