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La stereopsi

Come gi detto una delle abilit maggiori indotte dalla binocularit la possibilit di vedere in 3D (visione tridimensionale). Essa avviene a causa della differenza prospettica con cui sono percepite le immagini dei due occhi per la distanza presente tra essi. 3D significa non solo largo (asse x) e alto (asse y) ma anche profondo (asse z). Una perfetta stereopsi possibile solo quando c una perfetta binocularit. Quando questa labile o assente la stereopsi deficitaria o assente.

Test per la visione steroscopica


Vari test per la valutazione della visione stereoscopica. Titmus Lang stero test Polarizzato randomizzato

La percezione della profondit monoculare


Chi non pu percepire lo spazio stereoscopicamente, pu comunque sfruttare degli indizi che possono indicare la profondit.

Gli indizi monoculari di profondit:


Movimento parallattico: un soggetto che si muove alla stessa velocit appare viaggiare pi veloce se vicino e pi lento se lontano. Prospettiva lineare: le dimensioni dei soggetti cambiano in funzione della loro distanza. Le dimensioni percepite rispetto allesperienza: la distanza tra due soggetti di dimensioni conosciute viene valutata in rapporto con le loro dimensioni apparenti. Sovrapposizione dei contorni: un soggetto che si sovrappone ad un altro visto pi vicino. Distribuzione di luci ed ombre: il chiaro scuro da senso di rilievo o profondit in relazione allo sfondo. Gli effetti cromatici atmosferici: latmosfera produce effetti di colorazione dei soggetti diversi in base alla loro distanza.

Limportanza della binocularit per loptometria


La binocularit una serie di processi e di equilibri molto sofisticati. Uno degli scopi delloptometria, ove possibile, quello di ripristinare non solo lefficienza ed equalizzazione dei singoli occhi, ma anche una perfetta integrazione tra essi. Le disfunzioni dellintegrazione binoculare, sono oggi una delle cause pi frequenti di inefficienza visiva anche pi delle ametropie stesse e possono interessare anche persone emmetropi.

LAstenopia
Col termine Astenopia si intendono tutta una serie di sintomi di discomfort visivo: Ma di testa, soprattutto frontale e nucale. Arrossamento oculare. Peso sovra palpebrale. Secchezza oculare seguita da repentine lacrimazioni. Senso di stanchezza oculare. Sonnolenza non da vero sonno ecc. Questi sintomi possono affiggere anche persone emmetropi. Dove si annida il problema?

I disordini del sistema visivo


Il sistema visivo molto pi di un complesso meccanismo dove ogni singolo ingranaggio produce effetti sugli altri. Una disfunzione di uno solo di questi fattori di equilibrio, pu anche interferire su attivit mentali come la concentrazione, lapprendimento, la memorizzazione, ecc. e produrre interferenze anche posturali. Tutte le parti dellorganismo si influenzano reciprocamente. Per questo il sistema visivo va sempre pi interpretato in modo olistico, con la consapevolezza che ogni sua variazione funzionale influenza anche lintera omeostasi dellorganismo.

Gli scompensi della binocularit


Essi potremmo definirli come una non equilibrata risposta della loro funzione. Immaginate!!! i muscoli oculomotori in qualsiasi posizione di sguardo, anche con micro movimenti, ricevono dal cervello il giusto impulso al rilassamento od alla contrazione. Ci consente di centrare simultaneamente ed in perfetto equilibrio il soggetto dinteresse. A volte questo equilibrio pu essere alterato.

Cause dellalterazione dellequilibrio dei muscoli oculomotori.


Esse possono essere di natura funzionale: uno scompenso con laccomodazione alla quale essi sono fortemente legati (rapporto AC/A). Questi disordini sono molto frequenti e possono essere causa di astenopie,stress visivo, alcune forme di strabismo (occhi deviati) e predisporre a modificazioni refrattive come astigmatismi contro regola o miopia da visione prossimale (detta anche da studio). O di natura organica: Problemi traumatici. Patologie: ischemie, paralisi, ecc. Effetti diretti o indiretti da uso di farmaci. Male inserzione dei muscoli sul bulbo oculare. Ereditariet che influenza pi che altro i fattori predisponenti.

Le direzioni della binocularit alterata


I disequilibri dei muscoli oculomotori possono avere componenti orizzontali verticali e combinazioni tra di esse. Quelle orizzontali, le pi comuni, coinvolgono prevalentemente i retti interni ed esterni. Le altre sono la risultante dellattivit combinata degli altri muscoli.

Le disfunzioni della binocularit


Esse hanno unestensione molto vasta. Se la discrepanza di puntamento rispetto al punto osservato viene compensata dalla capacit fusionale, vengono definite forie. Il sistema binoculare ma pu essere inefficiente. Se la discrepanza di puntamento maggiore della capacit fusionale, gli occhi non punteranno pi simultaneamente. Uno o entrambi devieranno rispetto al punto osservato ed avremo uno strabismo detta tropia. Le persone strabiche possono manifestare visione doppia (diplopia patologica), fenomeno insostenibile per la vita (bisogna occludere un occhio), o strutturare una soppressione visiva nellocchio deviato (Scotoma). La disparit di fissazione, una particolare forma di strabismo in cui la deviazione rientra nellarea di Panum e non induce diplopia.

Le Forie
Sono tendenze alla deviazione compensate dalla binocularit. Una certa quantit di foria ritenuta fisiologica. Per evidenziarle occorre interrompere la binocularit, in questo modo gli occhi manifesteranno il loro trend di deviazione. Esistono vari sistemi per dissociare la binocularit: cover test, luci di Worth, prismi verticali, la croce di Maddox, lala di Maddox, sistemi polarizzati ecc. Molti di questi saranno argomento di studio dei corsi successivi.

Ortoforia eteroforia e eterotropia


Un sistema visivo che non presenta tendenze alla deviazione degli assi visivi interrompendo la binocularit, si dice ortoforico. Un sistema visivo che presenta tendenze alla deviazione degli assi visivi interrompendo la binocularit, si dice eteroforico o eterotropico.

Eso exo iper ipo foria


In presenza di eteroforie,con linterruzione degli stimoli compensativi fusionali, gli occhi deviano e si comportano come strabici ma interrompendo la dissociazione indotta dal test, il sistema torner binoculare. In base a come gli occhi deviano gli assi visivi, in assenza di stimolo fusionale, si classificano i vari tipi di foria.

Esoforia
Nellesoforia, interrompendo la binocularit, gli assi visuali manifesteranno una tendenza a convergere. Interrompendo il test e ripristinando la binocularit si noter un movimento detto di recupero (recupero della binocularit appunto) dallinterno verso lesterno.

Exoforia
Nellexoforia, interrompendo la binocularit, gli assi visuali manifesteranno una tendenza a divergere. Interrompendo il test e ripristinando la binocularit si noter un movimento di recupero dallesterno verso linterno.

Iper ed ipo foria


Nella iperforia ed ipoforia, interrompendo la binocularit, gli assi visuali manifesteranno la tendenza a deviare verticalmente. Iper sta per sopra ed ipo per sotto. Siccome i due fenomeni iper ed ipo sono associati si pu descrivere il fenomeno come liperforia di un occhio o lipoforia dellaltro. Es. si pu dire iperforia destra o ipoforia sinistra e viceversa. Interrompendo il test e ripristinando la binocularit, si produrr un movimento di recupero dellocchio iperforico dallalto verso il basso e di quello ipoforico dal basso verso lalto:

Le forie scompensate
Esse sono una condizione in cui una foria, al limite della capacit compensativa fusionale, in particolari situazioni di affaticamento pu sconfinare in uno strabismo. Il sistema visivo entra ed esce da una condizione binoculare ad una tropica e viceversa. Il fenomeno pu essere occasionale o molto ricorrente in base allo stato fisico generale, alla capacit compensativa della binocularit nei confronti della foria, e dallentit della foria stessa. Le persone che scompensano la foria quando strabizzano possono notare diplopia o pi frequentemente sopprimere larea diplopica per evitare la diplopia stessa.

Nello strabismo la deviazione permanente.


Al contrario delle forie, le tropie (strabismi) sono una condizione permanente di deviazione di uno (pi frequentemente il non dominante) o di entrambi gli occhi. Tra i due assi visivi c un angolo di deviazione rispetto alla posizione normale di fissazione. In questa situazione, come gi accennato, le conseguenze sulla binocularit possono essere diverse.

I livelli di problematiche indotti dalle tropie.


La non corrispondenza dei punti retinici tra i due occhi indotta dallo strabismo, pu produrre diversi livelli di problematiche. Alcuni di essi sono: 1 Forie mal compensate o scompensate. 2 Disparit di fissazione. Gli occhi sono leggermente deviati ma entro larea di Panum (c ancora visione binoculare). Essa associata a forie elevate. 3 Diplopia specie in strabismi insorti tardi nella vita (traumi, paresi ec.) 4 Soppressione nellocchio deviato dellarea retinica che causerebbe la diplopia, scotoma (fenomeno ricorrente negli strabismi insorti precocemente presente a volte anche nelle forie scompensate). 5 Ambliopia da non uso (vedi pi avanti il significato). 6 Un adattamento ad una corrispondenza retinica anomala. C binocularit ma il visus in binoculare dellocchio deviato scadente. 7 Una fissazione eccentrica.

Definizione delle tropie


Esotropia: deviazione verso linterno. Exotropia: deviazione verso lesterno. Ipertropia: deviazione verso lalto. Ipotropia: deviazione verso il basso

Strabismo concomitante e non concomitante


Per strabismo concomitante si intende uno strabismo il cui angolo non cambia in qualunque direzione di sguardo. Quello non concomitante quello il cui angolo cambia a seconda della posizione di sguardo ( la maggior partre degli strabismi di questo tipo).

Soppressione scotoma
Uno strabismo o un grosso scompenso binoculare insorto precocemente pu indurre una soppressione come difesa dalla diplopia. Il cervello costretto a rinunciare alla binoculari escludendo la percezione di un area retinica dellocchio deviato. Questo buco nero percettivo si dice scotoma.

scotoma

Scotoma fisiologico
Lo scotoma patologico non va confuso con quello fisiologico della papilla del nervo ottico.

Valutazione dello strabismo


Alcuni strabismi sono manifesti e chiunque pu accorgersi della loro presenza. Piccoli angoli di deviazione possono passare inosservati anche a professionisti esperti. importante una valutazione diagnostica.

Occhio fissante e non fissante


Nello strabismo monolaterale si distingue un locchio fissante, che quello che mantiene lallineamento col soggetto osservato e non fissante quello deviato. Se non si strutturata una fissazione eccentrica, occludendo locchio fissante, quello deviato si allineer sul soggetto osservato diventando, sino a che dura locclusione dellaltro, esso stesso fissante. Allinterruzione dellocclusione dellocchio non strabico per, quello strabico torner nella condizione di deviazione. Grazie a questo test (cover test) possibile diagnosticare il tipo di strabismo Il cover test utilissimo ed usatissimo anche per la diagnosi delle forie come espediente per interrompere la binocularit.

Strabismo alternante
Nello strabismo alternante c unalternanza di fissazione tra uno e laltro occhio. Spesso il soggetto riesce volontariamente ad alternare. una condizione favorevole in quanto mantiene pi o meno attivi entrambi gli occhi. Dal punto di vista diagnostico pu essere confonfuso con una foria.

Tropia e cover test


Come gi accennato il cover test consiste nelloccludere con sequenze diverse uno e laltro occhio. Se per primo occludo locchio strabico tutto rimane fermo perch la persona guarda gi con locchio fissante. Se occludo locchio fissante gli occhi si muoveranno e quello strabico si allineer diventando, in quella condizione, fissante e quello sotto lo schermo devier simulando su di se lo strabismo. Togliendo lo schermo gli occhi si muoveranno in direzione opposta alla precedente e locchio fissante ritorner a fissare e quello strabico torner nella sua condizione di deviazione.

Esotropia
Nellesotropia locchio strabico deviato verso linterno. Occludendo locchio fissante quello strabico compir un movimento dallinterno verso lesterno e quello fissante lo seguir sotto lo schermo con un movimento nella stessa direzione dall esterno verso linterno . Togliendo lo schermo locchio strabico torner a storcersi verso il naso ritornando nella sua condizione strabica seguito dal movimento nella stessa direzione di quello fissante che torner a fissare.

Exotropia
Nell exotropia locchio strabico deviato verso lesterno. Occludendo locchio fissante quello strabico compir in movimento dallesterno verso linterno e quello fissante lo seguir, sotto lo schermo, con un movimento nella stessa direzione dallinterno verso lesterno. Togliendo lo schermo locchio strabico torner a storcersi verso lesterno ritornando nella sua condizione strabica, seguito dal movimento nella stessa direzione di quello fissante che torner a fissare.

ipertropia
Nellipertropia, locchio strabico deviato verso lalto Occludendo locchio fissante, quello strabico compir un movimento dallalto verso il basso per rendersi fissante, seguito sotto lo schermo, da quello fissante con un movimento nella stessa direzione (dallalto verso il basso). Togliendo lo schermo locchio strabico torner a storcersi verso lalto ritornando nella sua condizione strabica, seguito dal movimento nella stessa direzione di quello fissante che torner a fissare.

Ipotropia
Nellipotropia, locchio strabico deviato verso il basso. Occludendo locchio fissante quello strabico compir un movimento dal basso verso lalto per rendersi fissante seguito, sotto lo schermo, da quello fissante con un movimento nella stessa direzione (dal basso verso lalto). Togliendo lo schermo locchio strabico torner a storcersi verso il basso ritornando nella sua condizione strabica, seguito dal movimento nella sessa direzione di quello fissante che torner a fissare.

Cover test e misura delle forie e tropie


Sfruttando il comportamento degli occhi, anteponendo dei prismi, vedremo come sia possibile misurare, grazie al cover test, lentit delle forie e delle tropie.

Lambliopia
Col termine ambliopia si intende una situazione percettiva che insorge precocemente nella vita, in cui uno (pi ricorrentemente il non dominante) o entrambi gli occhi presentano una riduzione funzionale pi o meno marcata del visus non patologica o traumatica, relativamente o affatto migliorabile con lenti. Pu essere indotta da vari fattori legati alla disequalizzazione funzionale tra i due occhi o fattori psicosomatici. Le cause possono essere, anisometropia, strabismo, turbe nello sviluppo evolutivo del bambino. Essa pare sia determinata da una condizione attiva di inibizione funzionale prodotta dallocchio pi efficiente su quello meno efficiente. Se nellet che va dalla nascita ai 3 anni circa, non si innescano i processi percettivi legati allo sviluppo della binocularit e funzionalit retinica si pu presentare unambliopia. Nelle ipermetropie anisometropiche, pu essere sufficiente 1 dt. di differenza non corretta per innescare una ambliopia nellocchio pi ipermetrope. Il fenomeno meno frequente nelle miopie.

Lambliopia da non uso ed isterica


Lambliopia pi ricorrente quella detta da non uso in cui lo stimolo foveolare, a causa di uno strabismo o di unimmagine deteriorata da unametropia non corretta, non viene stimolato adeguatamente per cui si produce un decadimento funzionale. Un altro tipo di ambliopia quella isterica. Colpisce soprattutto bambine ed ha origine psicosomatica.

Lambliopia ed il training visivo


Sino ad alcuni anni fa vigeva laffermazione perentoria che se unambliopia non veniva trattata precocemente essa non si sarebbe mai pi potuta risolvere. Questo vero solo in parte. vero che se il trattamento della causa e gli esercizi di stimolazione avvengono precocemente, prima dei 3/3,5 anni, le possibilit di successo sono alte. Ma se i processi evolutivi si sono innescati e successivamente inibiti possibile a volte risvegliarli anche negli adulti. emblematico il caso di una signora presentato al congresso dellalbo nel 2010, che in et avanzata ha riacquisito dopo un lungo periodo di training visivo, non solo il visus sullocchio ambliope ma anche la visione stereoscopica. Il trattamento di questa disfunzione non pu prescindere dalleliminazione delle cause, e da una stimolazione attiva dellocchio ambliope (esso comporta nella prima fase, il bendaggio dellocchio buono ed esercizi su quello ambliope).

La binocularit, un argomento vastissimo


Ci che stato illustrato solo una piccola parte di tutta la trattazione sui disturbi della visione binoculare. Un quadro completo di questi argomenti richiede uno studio profondo e conoscenze che non possono esaurirsi in questo corso. Le combinazioni che possono assumere queste disfunzioni sono complesse ed a volta di difficile diagnosi. Lanalisi specifica del caso per importantissima per valutare la possibilit di una riabilitazione totale o parziale della binocularit attraverso programmi intensi e lunghi training visivi od ortottica. In alcuni casi lunica possibilit di correzione dello strabismo di tipo chirurgico.

I prismi
I prismi sono molto usati in optometria. Essi hanno utilit diagnostiche, riabilitative e compensative. Alcuni effetti prismatici indotti dalle lenti, possono avere conseguenze indesiderate sul sistema visivo. importantissimo conoscere gli effetti dei prismi anteposti davanti agli occhi.

La diottria prismatica
Con questa unit di misura si quantifica il potere del prisma. Una diottria prismatica la deviazione prodotta dal prisma al raggio emergente di 1cm alla distanza di 1m, di in raggio incidente proveniente dallinfinito.. La diottria prismatica si indica con (delta) o con la sigla d.t.p. 1 = 1cm di deviazione ad 1 m

Comportamento dellocchio allintroduzione di un prisma


Allanteposizione di un prisma davanti ad un occhio la deviazione della luce prodotta da questo, sposta limmagine su unarea diversa dalla fovea. Questo indurr locchio a riposizionare limmagine sulla fovea compiendo una rotazione. Siccome il prisma devia limmagine verso la base, locchio per riportarla sulla fovea ruoter verso lapice (locchio devia in direzione opposta alla base). Limmagine percepita quindi, verr proiettata verso lapice del prisma.

Base esterna, interna, alta bassa


Se pongo un prisma con la base interna (nasale) locchio ruoter verso lapice quindi verso lesterno. Se pongo un prisma con la base esterna (tempiale) locchio ruoter verso lapice quindi verso linterno. Base alta rotazione in basso. Base bassa rotazione in alto. In visione binoculare, se le d.t.p. sono eccessive e la rotazione dellocchio non tale da riportare limmagine sulla fovea, si avr una diplopia.

Anteponendo un prisma su uno o entrambi gli occhi questi deviano verso lapice del prisma
base esterna deviazione interna base interna deviazione esterna

Utilizzo di prismi a scopo diagnostico


Integrando il cover test con i prismi possibile misurare in d.t.p. lentit delle forie e delle tropie. Le stecche di Berens sono una serie di prismi con d.t.p. crescenti. Due stecche una con prismi a basi orizzontali ed una con prismi a basi verticali.

Stecche di Berens e cover test


Il concetto quello di annullare il movimento che compiono gli occhi in caso di forie o tropie durante il cover test. Se la deviazione eso, user la stecca dei prismi orizzontali a base tempiale. Se la deviazione exo, user la stecca dei prismi orizzontali a base nasale. Se la deviazione iper, user la stecca dei prismi verticali a base bassa. Se la deviazione ipo, user la stecca dei prismi verticali a base alta. Si fanno poi scorrere i prismi davanti allocchio effettuando il cover test. Quando il prisma porter sulla fovea limmagine della mira, il movimento sar annullato. Il valore del prisma in grado di annullare il movimento, rappresenta lentit della foria o tropia in d.t.p.

Prismi orizzontali e vergenze


Facendo scorrere la stecca dei prismi orizzontali prima a base esterna e poi interna sino alla diplopia si pu misurare lampiezza della capacit fusionale. Degli strumenti molto usati in optometria come accessorio del forottero sono i prismi rotanti di Risley. La rotazione contrapposta cambia il potere prismatico che viene indicato sulla scala graduata. Ruotando i prismi a base esterna sino alla diplopia si misura lampiezza della capacit fusionale in convergenza. Ruotandoli a base interna sino alla diplopia si misura lampiezza della capacit fusionale in divergenza.

I prismi verticali e la diplopia


Ponendo dei prismi a base alta o bassa gi con poche d.t.p. si genera una diplopia. Il processo fusionale non in grado di compensare anche piccoli dissassamenti degli assi visuali in verticale. Diverso con i prismi orizzontali dove intervengono le vergenze che riescono a compensare valori prismatici pi grandi. Con questo espediente si pu: Interrompere la fusione mantenendo una visione simultanea dei due occhi. Ci consente di valutare il primo grado di fusione (visione simultanea). Valutare la direzione delle forie e come vedrete, usando i prismi di Risley, anche misurare le forie. Effettuare la diagnosi di fenomeni soppressivi (se sparisce una delle due immagini).

Prismi, strabismo e riabilitazione


I prismi sono usati in determinati casi di strabismo in cui langolo di strabismo uguale in tutte le direzioni di sguardo (strabismo concomitante) previe attente e competenti valutazioni del caso. Possono essere usati limitatamente in alcune procedure di training visivo o ortottica. Possono essere usati per il miglioramento posturale nella posizione detta gemellata a base bassa o alta (entrambe le basi basse o entrambe alte). Lo spostamento dellimmagine verso lapice del prisma induce un sollevamento della testa col prisma a base bassa ed un abbassamento col prisma a base alta.

Il centro ottico delle lenti


Lasse ottico lasse che attraversa la lente passante per i centri di curvatura dei diottri sferici che racchiudono la lente. Il centro ottico (punto o punti nodali) il punto individuato dallasse ottico che attraversa la lente. Il raggio coincidente con lasse ottico passa attraverso la lente senza subire rifrazione (passa cio indisturbato). I raggi parassiali subiscono refrazione minima. Man mano che ci si allontana dal centro ottico leffetto rifrangente della lente diventa maggiore. Una lente correttiva svolge la sua azione se il suo centro ottico coincide col centro della pupilla del portatore.

La centratura delle lenti


La correzione ottica dei disturbi visivi richiede degli accorgimenti importantissimi nella realizzazione e posizionamento sul viso degli occhiali. La centratura una delle pi importanti. Bisogna far si che dopo la lavorazione dellocchiale, una volta calzato, i centri ottici delle lenti coincidano con gli assi visivi del portatore (siccome vi sono delle tolleranze si usa il centro della pupilla). Occorre cio, che dopo la lavorazione dellocchiale, i centri ottici delle due lenti siano simmetrici tra loro, la loro distanza sia uguale alla distanza che intercorre tra i centri delle due pupille (distanza interpupillare) e che la loro altezza sia adeguata in modo tale che, nella postura di sguardo assunta durante lattivit visiva, gli assi visivi attraversino i centri ottici stessi. Se ci non viene rispettato (entro lerrore tollerato dalla persona) e locchiale decentrato, le lenti generano disquilibri che possono indurre anche gravi sintomi o alterazioni funzionali.

Effetti prismatici delle lenti


Le lenti si comportano come i prismi solo che una o entrambe le superfici sono sferiche. E facile immaginare questo pensando alle loro sezione come due prismi uniti o per la base o per il vertice. Nelle sezioni delle lenti positive (convergenti), sono le basi ad essere unite fra loro. Nelle sezioni delle lenti negative (divergenti), sono i vertici ad essere uniti fra loro. Leffetto prismatico indotto dalle lenti tanto maggiore quanto maggiore il potere delle lente.

Decentramento delle lenti ed effetti prismatici


Una lente decentrata davanti ad un occhio sottopone questultimo ad un effetto prismatico direttamente proporzionale allentit del decentramento ed al potere della lente. Inducendo locchio a guardare attraverso un area al di fuori dellasse ottico locchio subir leffetto prismatico delle sezione di lente che sta utilizzando.

Decentramento delle lenti positive


Una lente positiva decentrata induce locchio a divergere dal lato opposto al centro ottico (dove coincidano le basi) verso il vertice del prisma (la periferia della lente). Un decentramento nasale genera un effetto prismatico a base interna che, se compensato dalla capacit fusionale, comporter una rotazione dellocchio verso la tempia. Un decentramento verso la tempia induce una rotazione verso il naso. Un decentramento in alto fa deviare locchio in basso. Un decentramento in basso fa deviare locchio in alto.

Decentramento delle lenti negative


Una lente negativa decentrata induce locchio a deviare verso il suo centro ottico (dove coincidono i vertici) verso il vertice del prisma (il centro della lente). Un decentramento nasale genera un effetto prismatico a base esterna che, se compensato dalla capacit fusionale, comporter una rotazione dellocchio verso il naso. Un decentramento verso la tempia induce una rotazione verso la tempia. Un decentramento in alto fa deviare locchio in alto. Un decentramento in basso fa deviare locchio in basso.

Lenti astigmatiche ed effetti prismatici


Se la lente correttiva una lente cilindrica pura (senza lassociazione di una sfera) e lasse orizzontale (0/180), lungo lasse il potere zero e non ci sono effetti prismatici. Man mano che lasse dellastigmatismo si sposta da 0 a 180 leffetto prismatico aumenta in funzione del potere della sezione interessata dal decentramento e gli effetti prismatici sono uguali a quelli delle lenti positive e negative i base al tipo di cilindro usato. Se la lente cilindrica associata ad una sfera, lungo lasse leffetto prismatico solo quello indotto dalla sfera, man mano che lasse dellastigmatismo si sposta da 0 a 180, leffetto prismatico risultante sar la somma algebrica di quello della sfera pi quello della sezione del cilindro interessata al decentramento.

Calcolo delleffetto prismatico di una lente decentrata


Formula del Prntice: effetto prismatico di una lente posta a 12 mm dallapice corneale. = . h/(1 0,025 . ) Dove = effetto prismatico indotto dal decentramento. = potere in dt. della lente. h = decentramento in cm. (N.B. in centimetri).

Decentramenti e capacit compensative


La capacit di accettare un decentramento degli occhiali dipende dallentit del decentramento, dal potere della lente ma anche dalla capacit fusionale della persona. Decentramenti orizzontali (maggiori o minori della distanza interpupillare) sono pi facilmente compensabili perch le capacit fusionali in convergenza e divergenza sono piuttosto ampie. Decentramenti in verticale (un centro in alto ed uno in basso) sono molto meno tollerati. assolutamente deontologicamente necessario e di primaria importanza, in caso di errato montaggio delle lenti, rimediare con la sostituzione delle stesse a proprie spese onde non costringere lutente a spiacevoli contestazioni a causa dei disturbi indotti e per non causare alterazioni funzionali sul suo sistema visivo. Anche in caso di adattamento, lorganismo dovr ritarare tutti i processi visivi su equilibri anomali che possono alterare la sua omeostasi.

Decentramento fisiologico
Anche un occhiale ben centrato produce effetti prismatici. Solo se gli occhi sono nella postura per cui stato centrato locchiale, non si hanno effetti prismatici (ed altre distorsioni) ma ogni qual volta gli occhi si spostano sulle lenti in punti al di fuori dei centri ottici, essi sono sottoposti ad effetti prismatici. Questi per essendo simmetrici sono pi facilmente accettati e inducono conflitti minori nel sistema visivo. Gli argomenti legati agli effetti delle lenti sugli occhi saranno argomento di approfondimento dei vari corsi caratterizzanti che verranno.

I corpi possono assorbire, riflettere o filtrare la luce


Le radiazioni elettromagnetiche che colpiscono i nostri occhi giungono direttamente da fonti luminose, vengono riflesse dai corpi (altre vengono assorbite) o filtrate da elementi semi trasparenti. In base alle varie radiazioni che provengono dai corpi e che colpiscono i nostri occhi noi possiamo percepire il mondo che ci circonda. Le radiazioni che locchio umano pu percepire scatenano in noi sensazioni diverse che noi associamo a dei nomi che chiamiamo colori.

La percezione cromatica
La percezione cromatica frutto della nostra elaborazione psichica. I colori non esistono se non solo nel nostro cervello. Le radiazioni elettromagnetiche non hanno colore. Perci, secondo la definizione delling. Edo Bartoli, si dovrebbero definire ravis-rossa ravis-gialla ravis-blu (radiazione vista rossa, vista gialla, vista blu). Solo la banda che va dai 380 ai 760nm pu innescare la sensazione della visione. La mia sensazione di colore non sar sicuramente uguale a quella che si produce nel tuo cervello ma per convenzione sappiamo che quella sensazione quel colore.

La radiazione mono cromatica e policromatica


Riferendosi allo spettro visibile (380/760nm) le singole radiazioni vengono definite monocromatiche in quanto producono le singole sensazioni di colore. La miscela di pi radiazioni elettromagnetiche produce miscele di colori. Il bianco la risultante della miscelazione delleffetto prodotto da tutte le radiazioni dello spettro visibile. Il nero si percepisce quando il corpo assorbe tutte le radiazioni visibili e non riflette nulla.

Teoria sulla percezione cromatica


Non tutti i processi che producono la sensazione del colore sono noti. Alcune componenti sono comunque provate. A livello retinico sono i coni i fotorecettori sensibili ai colori. I bastoncelli lo sono pochissimo e solo per le radiazioni del blu. Esistono tre tipologie di coni attivabili dalle radiazioni del rosso del giallo-verde e del blu, chiamati L M S. Lattivazione specifica dei coni scatena un impulso nervoso di ampiezza proporzionale al numero di fotoni assorbiti, correlata alla sensazione di colore. Tali segnali prodotti dai coni in modulazione di ampiezza L M S sono detti di tristimolo. Sempre a livello retinico secondo modalit ancora non del tutto note che coinvolgono le cellule orizzontali, bipolari e gangliari, vengono ricodificati in messaggi detti opponenti in modulazione di frequenza e trasmessi al cervello. Ne deriva la sensazione dei colori. Dalla combinazione degli stimoli dei tre fotorecettori e dalla loro elaborazione vengono combinate tutte le tonalit di colori intermedi al blu, giallo verde e rosso .

Curva della sensibilit cromatica alle radiazioni di diversa lunghezza donda


La sensibilit dei coni massima per le radiazioni giallo verdi

Visione fotopica, mesopica e scotopica


Con questi termini, alcuni gi visti, si indicano rispettivamente condizioni di visione ad alta media e bassa illuminazione. I coni retinici sono sensibili ai colori prevalentemente nella fascia media dello spettro visibile 550/560 nm, in condizioni di illuminazione medio alta (fotopica). In condizioni di visione medio bassa e bassa (mesopica e scotopica) la sensibilit si sposta sui bastoncelli sensibili alle radiazioni del blu.

Effetto Purckinje
Evangelista Purkinje (anatomista nato a Praga nel 1787) studi la variazione della percezione cromatica al variare dellilluminazione intuendo la dominanza dei coni per la radiazione giallo verde e rossa in visione fotopica e dei bastoncelli per la radiazione blu in visione mesopica avanzata e scotopia. Egli spieg attraverso i fenomeni citati perch un oggetto rosso appare nero di sera ed uno blu diventa pi brillante (grigio) di sera (effetto purkinje).

La miopia crepuscolare e notturna


Tutti gli esseri umani, chi pi chi meno, diventano un po miopi la sera e di notte. La fase di crepuscolo pu diventare insidiosa alla guida per questo fenomeno. Pare che questo fenomeno coinvolga, laberrazione cromatica dellocchio, leffetto Purckinje, la midriasi e laccomodazione. La sensibilit cromatica con scarsa illuminazione si sposta sulle radiazioni del blu (effetto Purkinje) che cadono prima (avanti) alla retina e per questo locchio manifesta una lieve miopia. Leffetto di ampiezza dellaberrazione cromatica viene a sua volta amplificato dalla midriasi indotta dalla scarsa illuminazione. Laccomodazione di per se al buio riduce la precisione di risposta tendendo verso una condizione di dark focus. Chi miope e sottocorretto risente maggiormente di questo fenomeno.

I colori delliride
Isaac Newton evidenzi 7 colori principali. Rosso. Arancione. Giallo. Verde. Blu. Indaco. Violetto. dubbia per la percezione dellindaco. In tal caso i colori principali sarebbero sei.

Le miscele di colori

Le discromatopsie
Esse sono anomalie della percezione dei colori. Il daltonismo lincapacit a percepire tutti o in parte i colori. I Tritanomali percepiscono male il blu I Tritanopi non percepiscono affatto il blu. I Deutenanomali percepiscono male il gialloverde. I Deuteranopi non percepiscono affatto il gialloverde. I Protanomali percepiscono male il rosso. I Protanopi non percepiscono affatto il rosso.

Test per la diagnosi delle discromatopsie


Le tavole di Ishihara sono le pi usate.

The Dark side of the Moon Pink Floyd 1973


Il prisma scompone la radiazione policromatica nelle sue componenti monocromatiche.

Breve nota sugli stili percettivi, lanalisi visiva, ed esperienza dellOptometrista.


Siccome lattivit dellOptometrista non volta solo a misurare lottica dellocchio ma quella di consentire allindividuo che ha di fronte di vivere una vita visiva il pi gratificante rispetto alle sue necessit, la prescrizione delle correzioni deve tenere presente ladeguatezza e la potenzialit daccettazione. Capire le esigenze visive di chi ci sta di fronte fondamentale. Imparerete molte nozioni riguardanti test e strategie atte a interpretare meglio le possibilit prescrittive. Un ambulatorio attrezzatissimo di sicuro aiuto ma non basta se non imparate a leggere nel pensiero di chi vi ha scelto per risolvere i suoi problemi visivi funzionali.

Difficolt dadattamento
Alcuni individui fanno gran fatica a sopportare o ad adattarsi anche a piccoli disturbi visivi o agli effetti collaterali anche lievi indotti dallintroduzione di sistemi correttivi. Queste reazioni possono essere date dalla: rigidezza dellindividuo, lentit del disturbo e dalla repentinit di un cambiamento percettivo indotto dalla nuova situazione refrattiva.

Facilit dadattamento
Altri individui presentano una grande flessibilit dadattamento riuscendo a convivere con consistenti disturbi visivi ed accettando variazioni correttive anche drastiche.

Locchio specchio dellanima


Spesso siamo come vediamo. Lessere una persona precisa spesso si traduce in una puntualit visiva dove ogni piccolo dettaglio o disturbo viene percepito e pu essere amplificato generando grossi disagi. Lessere distratti si pu tradurre in incapacit a cogliere cambiamenti visivi anche grossolani. Persone con disturbi della binocularit possono manifestare atteggiamenti somatici e comportamentali attinenti alla tipologia del disturbo stesso. Eso: chiuso, introspettivo, cifosi, varismo. Exo: aperto, estroverso, lordosi, valgismo. Questi modelli sono solo indicativi ma ricorrenti. Resta comunque il fatto che osservare ascoltare essere empatici prerogativa per essere dei buoni optometristi.

Lapproccio comportamentale
A. M. Skeffington nel 1928 fond lOptometric Extension program fondando le basi delloptometria comportamentale e della moderna Optometria. Da li in poi una grossa parte dell approccio optometrico ha smesso di considerare locchio una macchina fotografica ma un sistema neurologicamente integrato nellorganismo e intenderlo come tale. La visione non nasce con noi ma si apprende attraverso lesperienza ed essa stessa ne condiziona il buon sviluppo.

LOptometrista un detective un paragone non del tutto felice ma efficace


Non a caso si parla di indagine visiva. Si osserva lindagato, la postura, latteggiamento, si cerca di coglierne il carattere ecc. Poi si fa un interrogatorio, lanamnesi. Bisogna innanzitutto escludere problemi patologici. Si passa ad indagare sugli indizi, visus abituale, ametropie, equilibrio della binocularit, integrazioni ed ampiezze funzionali dei vari sistemi ecc. ecc. Il colpevole del problema a volte lo si scopre subito a volte si scava, si scava e non viene mai fuori.

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