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LA RIABILITAZIONE DELLA

MALATTIA DI PARKINSON

Dott.
Giuseppe Di Biase
LIVELLO
EXTRA
PIRAMIDALE

• controlla i movimenti associati ed


automatici
• sono tutti i sistemi proiettivi non
piramidali: gangli (o nuclei grigi) della
base, alcuni nuclei talamici, centri del
tronco cerebrale (nuclei reticolari,
nuclei del tegmento mesencefalico,
nucleo rosso, nuclei vestibolari), aree
della corteccia premotoria.
• tutte queste strutture sono connesse
con corteccia motoria e cervelletto.
I DISORDINI DEL MOVIMENTO
• Sono disfunzioni neurologiche in cui si ha un eccesso di
movimenti (ipercinesie, discinesie), o una povertà dei
movimenti automatici o volontari (bradi-acinesie, ipocinesie),
in assenza di ipostenia o spasticità

• La maggior parte di questi disordini sono legati ad


alterazioni dei gangli della base, gruppo di nuclei grigi posti:
– A livello cerebrale (caudato, putamen, pallido)
– Diencefalico ( nucleo subtalamico)
– Mesencefalico (substantia nigra)

• Eccezioni:
– Atassia e dismetria, tremore cerebellari
– Mioclono
SISTEMA EXTRAPIRAMIDALE/SISTEMA PIRAMIDALE

• Funzioni:
– Pir: motricità volontaria
– Exp: motricità automatica e movimenti
prossimali ed assiali

• Lesione:
– Pir: paralisi, + ROT, +tono (spasticità)
– Exp: ipocinesia, + tono (rigidità), movimenti
anomali
FUNZIONI EXTRAPIRAMIDALI

• regolazione tono e postura

• controllo muscolatura assiale e prossimale degli arti

• motilità di supporto non volontaria automatica.

– preparazione atteggiamenti tonici in preparazione ai movimenti


volontari

– esecuzione movimenti associati, che agevolano i movimenti volontari

– controllo modificazioni automatiche del tono e dei movimenti riflessi


che accompagnano le situazioni affettive ed attentive

• controllo dei movimenti divenuti automatici con esercizio: marciare,


scrivere

• inibizione movimenti involontari


DISFUNZIONI EXTRAPIRAMIDALI

• Nelle sdr extrapiramidali NON SI HA UNA VERA E PROPRIA


PARALISI, non si trova il deficit stenico: si hanno disordini del
tono, della postura, dei movimenti automatici, dell’iniziativa del
movimento:
– disordini del tono: ipotonia, rigidità, distonia
– disturbi del controllo posturale
– difficoltà all’avvio del movimento (riduzione iniziativa motoria,
alterazioni aspetti motivazionali del movimento, inerzia motoria)
– perdita movimenti automatici ed associati (amimia, acinesia,
bradicinesia, scomparsa pendolarismo arti sup durante marcia, dei
movimenti del capo in relazione allo sguardo)
– movimenti involontari anomali o ipercinesie: tremore,
movimenti coreici, atetosici, ballici, tics
IPERCINESIE: Movimenti di natura involontaria

• Tremore a riposo, 4-6 Hz, alternante tra muscoli agonisti-


antagonisti contar monete, diniego, assenso… scompare
nell’esecuzione di un movimento (distingue da cerebellare).
aumenta con emozioni, scompare nel sonno.
• movimenti coreici: sequenze di movimenti rapidi, frammentati.
• movimenti atetosici: lenti, sinuosi, contorsivi
• movimenti ballici: violenti, improvvisi (gettare un arto)
• tics: movimenti stereotipati, talvolta multipli, influenzati
dall’emotività, preceduti da una sensazioni di disagio che viene
eliminata solo con lo svolgimento del movimento. È l’unico
movimento involontario controllabile dalla volontà.
ACINESIA

• Mancanza o calo dell’iniziativa motoria: determina calo


della motilità stessa. Il movimento al paziente
extrapiramidale costa un enorme sforzo di volontà.

• difficoltà all’avvio dei movimenti. Quando il movimento


è innescato, la performances migliora notevolmente.

• l’aspetto caratteristico è il progressivo deterioramento


dei movimenti automatici e associati: riduzione della
mimica, scomparsa movimenti di accompagnamento: il
pz ruota gli occhi ma non il capo, scompare
pendolarismo arti superiori.
DISORDINI DEL MOVIMENTO

• Morbo di Parkinson e Parkinsonismi


• Tremori
• Movimenti ballici
• Distonie e Atetosi
• Movimenti coreici e corea
• Tics
LA MALATTIA DI PARKINSON

Patologia degenerativa del SNC caratterizzata da:

 TREMORE
 BRADICINESIA
 RIGIDITA’
 INSTABILITA’ POSTURALE
CENNI DI EPIDEMIOLOGIA

•Seconda solo alla Mal. di Alzheimer per


diffusione tra le patologie neurologiche
degenerative;
•PREVALENZA: 1:100.000 abitanti
•aumento lineare con l’età:
•200 casi/100.000 ab. per età>50 aa
•500 casi/100.000 ab. per età>70 aa
•PICCO di insorgenza: 50-70 aa (media 60 aa)
•M:F=1,2:1
•> frequenza in razze con poca melanina (lega
due potenti tossine (MPTP e MPP+) implicate
nella patogenesi
CLASSIFICAZIONE

•Parkinson idiopatico
• Arteriosclerotico
• Indotto da farmaci
• Post-encefalitico
• Luetico
• Tossico (MPTP, Mg, CO)
• Degenerazione del sistema
extrapiramidale
PATOGENESI E FATTORI DI RISCHIO
PATOGENESI MULTIFATTORIALE

ESPOSIZIONE
PREDISPOSIZIONE PROTRATTA A
GENETICA SOSTANZA
TOSSICHE

•1-metil-4-feni-1,2,3,6-
tetraidropiridina •Ipertensione
(MPTP) •Fumo di sigaretta
•Traumi cranici
•Dieta povera di •Esercizio fisico
verdure moderato
TREMORE

• sintomo più caratteristico


• frequenza di 4-8 c/sec, regolare ed oscillante.
• più frequente all’arto superiore (“contare monete”).
• inizialmente può coinvolgere un solo emilato.
•manifestazione iniziale nel 50% dei casi, ma assente nel
15% (Martin, 1983)
• presente classicamente a riposo.
• si riduce durante i movimenti intenzionali.
• aggravato dalle emozioni, dallo sforzo fisico e dalla
concentrazione mentale.
• scompare durante il sonno.
• in relazione ad alterazioni del circuito nigro-striatale.
RIGIDITA’ PARKINSONIANA
•Aumento della resistenza alla mobilizzazione passiva
costante ed uniforme in tutte le direzioni e per tutto l’arco
del movimento, dovuto a co-contrazione di muscoli
agonisti ed antagonisti (flessori ed estensori).
• Dopo un movimento la
parte può mantenere la
sua nuova posizione
(IPERTONO
PLASTICO o TUBO di
PIOMBO)
• FENOMENO della
RUOTA DENTATA:
rilasciamento
intermittente dei
muscoli allo stiramento
BRADICINESIA (Denny-Brown, 1968)

• Sintomo più debilitante


•Povertà e rallentamento nell’iniziare, nell’eseguire e nel
terminare movimenti volontari ed automatici
•Difficoltà nel mutare un pattern motorio in un altro (in
assenza di paralisi)
• Riduzione dell’ampiezza dei movimenti
•Aumento del tempo di azione e di reazione
•Alterate in particolare modo quelle attività che richiedono
l'uso di azioni ripetitive e sequenziali (es. ripetuti cambi di
direzione come avviene nella scrittura )
• Riduzione ed una povertà di movimenti quali il
gesticolare associato alla conversazione, la mimica
facciale e la ritmica chiusura degli occhi, gli atti
deglutitori.
Alterazioni della marcia:

lenta, difficoltosa nell’avvio e nelle variazioni


di direzione, spesso con necessità di diversi
tentativi e “congelamento” del pz specie
davanti a strettoie (freezing), a piccoli passi,
spesso sulle punte e con trascinamento dei
piedi; talvolta è presente festinazione (il pz
insegue il suo baricentro); si ha riduzione dei
movimenti di accompagnamento delle braccia.
Disturbi di equilibrio:

essenzialmente dovuti ad una riduzione dei


riflessi di raddrizzamento per cui il soggetto
non é più in grado di correggere
spontaneamente eventuali squilibri; si ricerca
verificando la capacità di correggere una
spinta all’indietro. L'incapacità a mantenere
una postura eretta e a correggere le variazioni
di equilibrio può provocare cadute.
Alterazioni della postura:

atteggiamento camptocormico → il malato si


pone come “ripiegato” su se stesso per cui il
tronco é flesso in avanti, le braccia mantenute
vicino al tronco e piegate, le ginocchia pure
mantenute piegate. Questo atteggiamento,
dovuto al sommarsi di bradicinesia e rigidità,
é ben correggibile coi farmaci. Con l’avanzare
della malattia si instaura una curvatura del
collo e della schiena, che può diventare
definitiva, per cui il mento viene mantenuto
per lo più sul petto.
• Alterazioni della parola: perdita di prosodia e

modificazioni del tono e del ritmo

(“mangiarsi le parole”).

• Alterazioni della scrittura: micrografia.


DISTURBI NON MOTORI

• Disturbi urologici
• Stipsi
• Ipotensione ortostatica
• Depressione
• Disturbi del sonno
• Ipersalivazione ( deglutizione)
• Disturbi sessuali
• Respirazione
 EDEMI DECLIVI:

é un problema che si riscontra comunemente


nella popolazione generale ed é frequente anche
nella malattia di Parkinson (spesso come
effetto collaterale dei farmaci). E'
probabilmente la conseguenza di un accumulo
di liquidi nelle parti basse del corpo causato da
una ridotta mobilità della muscolatura delle
gambe.
PERDITA DI PESO:

una perdita di peso, anche considerevole, può


essere presente nella malattia di Parkinson. In
assenza di altre cause, che peraltro vanno
sempre ricercate, può facilmente essere spiegata
se si considerano nell'ordine la difficoltà alla
deglutizione, una maggiore lentezza a
consumare il pasto, una tendenza alla stipsi o
un eccesso di movimento causato
prevalentemente da discinesie.
ECCESSIVA PRESENZA DI SALIVA IN BOCCA:

i problemi legati alla deglutizione possono


manifestarsi tardivamente nel decorso della
malattia. La deglutizione é un movimento
automatico piuttosto complesso, i muscoli della
gola e della lingua devono muoversi in modo
coordinato per spingere il cibo dalla bocca all'
esofago e quando questa coordinazione é
compromessa il paziente può avere la sensazione
che il cibo si fermi in gola. Questa difficoltà può
manifestarsi sia coi liquidi che con i solidi.
SCIALORREA:

é correlata al problema precedente perché anche


la saliva può fermarsi in bocca essendo ridotto il
movimento automatico di deglutizione. In questo
modo la saliva si accumula; di conseguenza la
scialorrea é legata a una ridotta deglutizione e
non a un aumento della produzione di saliva.
DISFUNZIONI SESSUALI:

il desiderio sessuale può ridursi nella


malattia di Parkinson; in alcuni casi ciò é
dovuto a complessi meccanismi psicologici, in
altri a un meccanismo neurochimico diretto
della malattia. Il trattamento farmacologico
di fondo della malattia di solito migliora la
libido .
STIPSI ED ALTRI PROBLEMI GASTROINTESTINALI:

nella MdP la funzionalità intestinale può essere


rallentata e i farmaci utilizzati per il trattamento
della malattia possono aggravare questo
problema. Si possono manifestare gonfiore e
distensione addominale che qualche volta sono
anche fastidiosi. Nausea e vomito sono
generalmente effetti collaterali del trattamento
farmacologico specialmente nelle fasi iniziali.
DISTURBI URINARI:

c'è spesso un aumento della frequenza


minzionale sia perché la vescica non si svuota
completamente ogni volta, sia perché viene
avvertito lo stimolo ad urinare anche quando la
vescica non é ancora piena. Possono anche
verificarsi difficoltà quali ritardo nell'iniziare la
minzione, lentezza nello svuotare la vescica o
anche esagerato riempimento della vescica che
può portare a una emissione involontaria di
urine (più frequente nei parkinsonismi).
DOLORI E DISTONIE:

possono far parte della malattia di Parkinson.


A volte i pazienti lamentano formicolii agli arti o
sensazione di arto “addormentato” e ciò può essere
legato ad altre ragioni (ad es. una compressione di
tronchi nervosi causata da alterazioni artrosiche).
Talvolta nel decorso della malattia possono
presentarsi crampi e contratture muscolari, in
modo particolare ai piedi e alle gambe, questi
disturbi vengono definiti "crampi distonici". La
distonia coinvolge generalmente le gambe e i piedi.
DEPRESSIONE E ANSIA:

presenti in circa metà dei pazienti. Qualche volta possono


presentarsi come sintomi di esordio della malattia e in un
numero molto ristretto di casi questa può iniziare con un
franco attacco di panico.
Un umore depresso può condurre alla perdita di interessi e
il paziente sta tendenzialmente tutto il giorno senza far
nulla. Questo disturbo dell'umore può in parte essere legato
a una reazione negativa conseguente alla diagnosi di
malattia, ma più spesso é il risultato della riduzione di
alcune sostanze neurochimiche correlate alla dopamina
(noradrenalina e serotonina) che sono coinvolte nella
regolazione dell'umore. Nei casi più comuni ansia e
depressione sono lievi, talvolta migliorano con la terapia
antiparkinsoniana, ma spesso richiedono un intervento
terapeutico più mirato.
DISTURBI DEL SONNO:

alterazione del ciclo sonno/veglia; spesso i pazienti si


addormentano facilmente, ma si svegliano spesso durante
la notte. Più problematico si presenta un paziente che
tende ad addormentarsi durante il giorno e non riesce a
prendere sonno di notte invertendo così il normale ritmo
sonno-veglia. Alcuni pazienti sperimentano sogni
particolarmente realistici (di solito indotti da un eccesso di
terapia antiparkinson) e durante il sonno parlano e
gesticolano.
DEMENZA, PERDITA DI MEMORIA E
CONFUSIONE:

problemi di memoria e altri aspetti della


funzione cognitiva (attenzione e concentrazione)
si verificano nel 40-50% dei pazienti con
Parkinson, soprattutto nello stadio avanzato
della malattia e in quelli anziani.
ALLUCINAZIONI E PSICOSI:

un eccesso di terapia antiparkinson può indurre disturbi


della percezione, con allucinazioni. Le allucinazioni sono
solitamente visive, raramente uditive. Possono anche
comparire deliri (idee fisse erronee). Questi sintomi
costituiscono quella che i medici chiamano psicosi da
farmaci.
DIAGNOSI
•Prevalentemente clinica (vedi criteri diagnostici)
•Favorevole risposta alla L-DOPA
• Registrazione del tremore  permette di valutarne la frequenza
e le caratteristiche
•Test farmacologici  utilizzando apomorfina (stimolante del
recettore dopaminergico) oppure levodopa (forniscono informazioni sulla
funzionalità del recettore dopaminergico)
•Esami strumentali:
TAC encefalo  consente di escludere parkinsonismi secondari da
lesioni vascolari o neoplastiche o da idrocefalo
RMN encefalo  può dare informazioni anatomiche molto dettagliate
sulle strutture cerebrali coinvolte ed è necessaria nel sospetto di
parkinsonismo vascolare o di alcuni parkinsonismi idiopatici atipici
•Esami di tipo funzionale:
PET o SPECT  con vari traccianti permettono lo studio del flusso
ematico cerebrale e della distribuzione dei recettori dopaminergici e
l’attività dei nuclei.
Meccanismo
Classe Indicazioni Effetti indesiderati
d’azione

Precoci: disturbi GI, ipotensione


Dopo aver passato la Il farmaco più efficace ortostatica
barriera ematoencefalica nel MdP idiopatico;
LEVODOPA Tardivi: fluttuazioni motorie, sdr
viene trasformata in meno nei
dopamina parkinsonismi on-off, sdr di fine dose, compl
neuropsichiatriche

Meno efficaci di L- Precoci: disturbi GI, ipotensione


Stimolano direttamente i Dopa, ma anche meno ortostatica, turbe
DOPAMINO-AGONISTI recettori della dopamina effetti indesiderati. neuropsichiatriche
dei gangli basali. Bene in associazione
con L-Dopa Poi scompaiono.

↓ degradazione Dopa e ne ↓ fluttuazioni motorie Rari (insonnia, ipotensione,


INIBITORI DELLE MAO-B
↑ l’efficacia. se associati a L-Dopa. capogiri, disturgi GI)

Riequilibrano la
neurotrasmissione tra Ach Confusione mentale, ↓ memoria,
e Dopa nei nuclei della Efficacia discreta su
ANTI-COLINERGICI secchezza fauci, stipsi, disturbi
base. tremore e rigidità.
urinari.

Incubi notturni, confusione


AMANTADINA Agente antivirale ↑ efficacia di L-Dopa mentale, allucinazioni visive,
edema alle caviglie.

Inibizione di enzimi che Diarrea, ↑ discinesie, ↑


INIBITORI DELLE COMT ↑ efficacia di L-Dopa
metabolizzano la L-Dopa transaminasi
PARKINSON

RIDOTTA ATTIVAZIONE DI
SPECIFICHE AREE CORTICALI

• COMPROMISSIONE DI
Inadeguata
attivazione EMG
ESECUZIONE durante il movimento

↑ tempo reazione
• PROGRAMMAZIONE Ritardo nell’iniziare
un’attività motoria
DEL MOVIMENTO
↑ dipendenza dagli
stimoli sensoriali
• DEFICIT DI INTEGRAZIONE durante lo
svolgimento di
SENSORI-MOTORIA performance motorie
FISIOPATOLOGIA DELLA BRADICINESIA

Sembrerebbe compromesso il PROGRAMMA


MOTORIO con incapacità a cambiare
repentinamente un programma già impostato.

Il programma motorio è l'insieme di istruzioni


necessarie per attivare i gruppi muscolari atti
ad eseguire un movimento. In particolare il
paziente parkinsoniano avrebbe difficoltà nel
selezionare ed iniziare automaticamente i vari
programmi motori presenti.
FREEZING

Presente nel 32% dei parkinsoniani


Appare tipicamente all'inizio del cammino oppure
quando il paziente è forzato a cambiare il suo normale e
automatico ritmo, ad esempio in ambiente stretto o
quando si raggiunge la destinazione, oppure in risposta
a situazioni stressanti.
Correlato al grado di avanzamento della malattia.
Causa di significativa disabilità con alto impatto sulla
qualità della vita e sulle attività quotidiane (ADL).
 Collegato alla bradicinesia, e più precisamente
all'esecuzione anormale di compiti complessi come gesti
ripetitivi, simultanei, automatici e sequenziali.
TRATTAMENTO RIABILITATIVO:
•Fase precoce (stadio I e II): la riabilitazione ha un ruolo
preventivo ed include una passeggiata quotidiana di 20-
30’, esercizi di allungamento muscolare (specie i mm
estensori del tronco) e per migliorare la capacità
respiratoria.
•Fase intermedia (stadio III e IV): la riabilitazione è
volta a modificare la perdita del controllo automatico del
movimento (freezing), mediante strategie che
privilegiano il controllo attenzionale e l'uso di stimoli
sensoriali esterni. E’ indispensabile inoltre un
trattamento per migliorare il controllo posturale e
l'equilibrio.
•Fase avanzata (stadio IV e V): la riabilitazione
funzionale ha un ruolo preventivo delle complicazioni,
soprattutto delle cadute.
ESERCIZI DI MOBILIZZAZIONE E COORDINAZIONE

Si sfruttano esercizi di mobilizzazione globale, associati


a movimenti ritmici ed alternati, per stimolare la
coordinazione del paziente.
È sempre bene iniziare con esercizi semplicissimi. Dopo
aver effettuato varie sequenze di movimenti simultanei
successivi ed alterni, si passa a serie analoghe
combinate.
È bene favorire il lavoro a coppie o di gruppo, poiché
l’esecuzione collettiva implica un livello di coordinazione
più impegnativo, dovendo il paziente rapportarsi al
ritmo degli altri componenti del gruppo.
• Esercizi di marcia sul posto (si evidenzia in questo
modo l’alternanza tra braccia e gambe).

• Esercizi di coordinazione con il pallone. In questo


esercizio il pallone viene utilizzato per scandire le fasi
del “raddrizzamento posturale” (posturale = che
riguarda una posizione) e la successione è la seguente:

 Paziente in decubito supino (a pancia all’aria)


 Paziente in ginocchio
 Paziente “cavalier-servente” (con un solo ginocchio a
terra)
 Paziente in ortostasi (in piedi)
ESERCIZI DI EQUILIBRIO
Le reazioni di equilibrio vengono costantemente sollecitate, sia nelle
situazioni statiche che dinamiche.
L’equilibrio viene evocato sia attraverso sollecitazioni specifiche (esercizi di
mobilità del capo e del tronco, movimenti che producono lo spostamento del
baricentro in tutte le direzioni rispetto alla base d’appoggio), che potenziando
altri fattori, quali:
- Coordinazione;
- Mobilità articolare;
- Prontezza e precisione di risposta (esercizi con il pallone);
- Padronanza dei rapporti con lo spazio in situazioni dinamiche (percorso ad
ostacoli);
- Propriocezione

Gli esercizi di equilibrio vengono fatti eseguire in ordine di difficoltà:


- cammino con un piede davanti all’altro;
- cammino laterale;
- cammino laterale con passo incrociato;
- cammino lungo un percorso su cui verranno poste superfici di differente
consistenza (materassini in gommapiuma, tavolette contenenti sabbia,
tavolette di legno, ecc.).
ESERCIZI PER L’EQUILIBRIO E LA
COORDINAZIONE
• Quello che alla fine risulta essere importante, è
l’apprendimento di continui aggiustamenti
posturali, che il paziente deve mettere in atto
per mantenere l’equilibrio.
ESERCIZI PER LA MIMICA FACCIALE

Questi esercizi rivestono una grande importanza per la vita


relazionale del paziente.
Si prendono in considerazione tutti i muscoli del viso che
esprimono un’emozione, come ridere, arrabbiarsi, essere
pensierosi, ecc…
Esercizi per la mimica facciale possono essere il corrugare
la fronte, strizzare gli occhi, mostrare i denti, arricciare il
naso, sorridere, gonfiare le guance anche in modo alternato,
spostare la lingua sopra e sotto le arcate dentali, spostare la
bocca a destra e a sinistra, mandare baci.
Esercizi da eseguire quotidianamente fin dall’esordio della
malattia mirati:
• alla mobilizzazione dei vari arti (stretching);
• al controllo della coordinazione;
• al controllo dell’equilibrio e del cammino.

Da eseguirsi
• preferibilmente nei momenti migliori;
• cercando di ottenere prestazioni più soddisfacenti e di
maggior impegno;
• facendosi aiutare quando necessario.

Attività fisica di tutti i giorni: passeggiare, camminare


sull’erba, sulla ghiaia e sulla sabbia, per stimolare le
reazioni di equilibrio.
ESERCIZI DI ALLUNGAMENTO E MOBILIZZAZIONE
A) Movimenti con il bastone

1. Da seduti, impugnando un bastone (lunghezza cm. 100 ca.), portare lo


stesso in alto riempiendo i polmoni (inspirando); successivamente
riportarlo sulle cosce espellendo l’aria (espirando).

2. Posizione di partenza come la precedente. Portare il bastone in alto


inspirando e successivamente portarlo dietro alla nuca espirando. Nella
successiva inspirazione il bastone salirà nuovamente in alto, per
ridiscendere sulle cosce durante l’espirazione.

3. Quando si sarà in grado di portare agevolmente il bastone


dietro la nuca, si procederà nel modo seguente: allungare verso
l’esterno il braccio di destra, trascinando con sé quello di sinistra,
che andrà a trovarsi così dietro la nuca (come per volersi
grattare); contemporaneamente ruotare il capo verso destra;
ripetere poi dall’altro lato.
B) Allungamento arti inferiori

1. Posizione seduta, allungare la gamba di destra poggiando il


tallone a terra, tirare in alto la punta del piede (flessione dorsale)
per 10/30 secondi. Se non si hanno grossi problemi alla schiena, si
può cercare di scendere con le mani verso il ginocchio teso,
aumentando così l’efficacia dell’esercizio. Ripetere con l’altra
gamba.

C) Mobilizzazione della caviglia

1. Partendo dalla posizione a gamba estesa, far compiere 10/20 giri


alla punta del piede, prima in un senso e poi nell’altro.
2. Posizione di partenza: seduti con piedi e ginocchia unite.
Sollevare le punte dei piedi da terra, ruotandole verso l’esterno e
poggiandole poi al suolo. Sollevare i talloni ruotandoli verso
l’esterno e poggiarli al suolo. Continuare così fino alla massima
apertura possibile, quindi ritornare indietro fino a riunire i piedi.
D) Esercizi coricati a pancia in su (in decubito supino)

1. Posizione di partenza: coricati, ginocchia piegate,


piedi poggiati sul letto. Far cadere le ginocchia a destra
e contemporaneamente ruotare il capo dal lato opposto.
Ripetere per 10/20 volte.

2. Posizione di partenza come sopra. Sollevare il bacino


da terra espellendo l’aria, ridiscendere riempiendo i
polmoni.
ESERCIZI A DOMICILIO

• Esercizi di raccogliere bottoni alternando le dita


utilizzate per la pinza
• Infilare pasta corta in un filo
• Scrivere una lettera (anche al computer)
• Seguire i contorni di un disegno
ESERCIZI PER LA POSTURA
ESERCIZI PER LE GAMBE
ESERCIZI PER LE SPALLE
ESERCIZI IN STAZIONE ERETTA
ESERCIZI PER LA PAROLA

• Esercizi per migliorare il VOLUME


• Esercizi per migliorare la CHIAREZZA
DELL’ARTICOLAZIONE
• Esercizi per controllare la VELOCITA’ del
linguaggio
• Esercizi per migliorare l’ESPRESSIONE
FACCIALE

 conversazione quotidiana
 lettura
 registrazione
ESERCIZI PER LA DEGLUTIZIONE

• Manovre di deglutizione
• mangiare lentamente ed a piccoli bocconi
• masticare a lungo muovendo il cibo con la
lingua in tutte le direzioni
• mandare giù tutto il cibo prima di un altro
boccone
• sforzo cosciente per deglutire spesso la
saliva in eccesso
• capo e tronco in posizione eretta
BARRIERE ARCHITETTONICHE

Gradini, scale, rampe con pendenza eccessiva; porte e


passaggi troppo stretti; ambienti con superficie
insufficiente alla manovra di sedie a rotelle (bagni,
cucine, disimpegni); ascensori troppo piccoli; altezza
eccessiva di telefoni, cassetta delle lettere; ecc.

La normativa vigente (legge 9 gennaio 1989, n. 13)


prevede particolari agevolazioni (tra cui
finanziamenti a fondo perduto concessi da parte del
Comune di residenza) affinché possa essere facilitata
la rimozione delle barriere architettoniche esistenti
nell'edificio in cui abita il disabile
LA CUCINA
• Organizzare questo ambiente in modo razionale e funzionale per
evitare al malato di compiere inutili movimenti durante la
preparazione ed il consumo dei pasti.
• Stoviglie, piccoli elettrodomestici, biancheria per la cucina ed
alimenti a portata di mano
• Altezza corretta dei mobili pensili < 140 cm
• Spazi vuoti sotto i piani di appoggio per eventuali sedie
• Ante scorrevoli
• Blocchi in uscita per i cassetti
• Eliminare gli spigoli
• Forno elettrico (niente fughe di gas)
• Buona illuminazione
• Eliminare i tappeti
AUSILII UTILI:
Posate
Gira rubinetto Coltelli, forchette e
Aiuta ad afferrare e a cucchiai con manici
girare agevolmente un spessi e modellati per
rubinetto. essere usati più
facilmente.

Molle
Pinze estensibili per Apribottiglie
raccogliere oggetti Dispositivo manuale
caduti; sono ripiegabili progettato per togliere
per occupare poco piccoli tappi.
spazio.

Forbici
Erogatore di dentifricio Forbici che si aprono
Accessorio montato a da sole, dotate di
parete per erogare il manici di facile
dentifricio con una leggera presa.
pressione delle dita.
CAMERA DA LETTO
•Altezza del letto (come poltrona)
• Letto articolato elettronicamente
• Materasso:
fase iniziale  tradizionale
fase intermedia  gommapiuma
fase avanzata  antidecubito
(non troppo morbido perché ostacola il pz)
• Archetto sollevacoperte
• Punti di appoggio a cui aggrapparsi per alzarsi/girarsi
(maniglie al muro, braccio con triangolo,…)
• Comodino alla stessa altezza del letto
• Tavolino da pranzo/lettura
• Eliminare tappeti ed altri oggetti da terra (inciampare)
• Poltrone con braccioli ed abbastanza alta e con schienale alto
(corretta postura)
• Campanello per chiamare aiuto
• Buona illuminazione (interruttori a portata di mano)
IL BAGNO
IL BAGNO

• Lavandino ad 80 cm da terra, basculante e libero nella parte


sottostante (per infilare carrozzina/sedia)
• Specchio ad inclinazione regolabile
• Tazza WC e bidet alti 50 cm da terra ed occupanti 75-80 cm
dalla parete posteriore (eventualmente ciambelle apposite)
• Pulsante dello sciacquone a terra o comodo
• Maniglione a muro a 40 cm da WC e bidet ed intorno alla vasca
da bagno
• Doccia senza soglia, con seggiolino ribaltabile ed impermeabile,
tubo flessibile per il getto d’acqua
• Sollevatori automatici per vasca da bagno
• Rubinetti a leva o miscelatori termostatici, meglio se elettronici
• Eventuale tappeto di gomma antiscivolo

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