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----- Original Message ----To: <trasparenza@beniculturali.it> Cc: <sbapsae-fi@beniculturali.it>; <sindaco@comune.fi.

it> Sent: Sunday, November 18, 2012 12:05 PM Subject: segnalazione - Chiesa di S. Maria del Carmine a Firenze Al Ministero dei Beni Culturali Roma e p.c. alla Soprintendenza per i Beni Culturali di Firenze al Sindaco di Firenze Buongiorno, scrivo per segnalare che nel centro di Firenze, nel quartiere storico e antico di San Frediano, si stanno costruendo dei palazzi che deturpano il paesaggio dietro la Chiesa del Carmine e l'annessa Cappella Brancacci. Con alcuni abitanti del quartiere, abbiamo cercato di parlare sia con l'Assessorato all'Urbanistica del Comune, sia con gli uffici della Soprintendenza di Firenze, per capire come sia possibile che la pubblica amministrazione approvi simili alterazioni di un patrimonio artistico di valore immenso, laddove per noi che vi abitiamo non mai possibile apportare neanche il minimo cambiamento che modifichi anche di poco il paesaggio strettamente tutelato. Ci chiediamo come sia possibile che il proprietario di questi palazzi sia stato autorizzato: - a costruire in precedenza un immobile che ha chiuso l'unico scorcio esistente in tutta la citt da cui era possibile per chiunque ammirare il retro della Chiesa del Carmine, cos che oggi quella splendida vista non pi un patrimonio pubblico; la costruzione di tale immobile inoltre ha reso uno spazio che un tempo era aperto, una corte chiusa. - lo stesso proprietario stato autorizzato ad abbattere (sempre nella stessa area) un'antica colonica con camino in pietra serena, mosaici e affreschi alle pareti, per costruirci un parcheggio privato avevamo chiamato Italia Nostra per fotografare gli interni della colonica, prima che fosse abbattuta, e la notte stessa qualcuno si introdotto all'interno distruggendo mosaici e affreschi, che abbiamo trovato a terra frantumati; -lo stesso proprietario stato autorizzato ad abbattere l'antica falegnameria artigiana e uno splendido albero fiorente che dava meravigliosi frutti (per nessuno di noi abitanti lecito fare altrettanto, anche abbattere un albero gi morto diventato difficilissimo); - infine stato autorizzato a costruire (nella stessa area, che un tempo era aperta, ma adesso divenuta una corte chiusa) altre due palazzine a ridosso della Chiesa e del chiostro della Cappella Brancacci, alterando ancor pi pesantemente l'intero paesaggio. I frati del Convento si trovano adesso l'alto muro della palazzina a ridosso dei loro ambienti e delle loro finestre, gli alberi del giardino stanno tutti deperendo per mancanza di luce, sole e aria, ma non possono far niente perch tali locali sono propriet del Comune di Firenze, il quale in questo caso dimostra di non tutelare n i suoi stessi interessi n quelli pubblici. 1

Gli uffici preposti alla tutela paesaggistica ci hanno risposto che la costruzione dell'immobile che ha oscurato la vista pubblica della Chiesa non era legittima, ma tutti hanno negato di avere responsabilit al riguardo, attribuendola a ignoti responsabili del passato. Per quanto riguarda le ultime palazzine ancora in costruzione, inizialmente il cantiere stato sequestrato - su nostra segnalazione - perch le costruzioni avviate non corrispondevano al progetto approvato; ma adesso sembra che sia stata data nuovamente l'approvazione (impossibile parlare con i responsabili in Soprintendenza per averne conferma!) in quanto ritenute compatibili con le norme di legge. Ci rivolgiamo pertanto a Codesto ufficio innanzitutto per comprendere di chi stata la responsabilit della costruzione dell'immobile che ha oscurato la pubblica vista della Chiesa e ha reso l'area aperta una corte chiusa, soggetta ad altra normativa; e inoltre per chiedere di abbattere le due palazzine prossime alla Chiesa, quantomeno per abbassarne l'altezza. La pratica in oggetto la seguente: propriet Loretta Manetti e Leonetto Mugelli, via della Chiesa n. 60, Firenze - pratica edil. comun. n. 1082/2009 Inviamo alcune fotografie della visuale precedente e quella attuale dell'area dietro la Chiesa di Santa Maria del Carmine.

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