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Il borgo di Castellazzo MATERIALE INTEGRATIVO

POLITECNICO DI MILANO - Facoltà di Architettura Civile - A.A 2009/2010 - Architettura delle Costruzioni - METODOLOGIE E TECNICHE PER LA CONSERVAZIONE 2
ANNO AVVENIMENTO

XIV sec Prime notizie certe dell’esistenza di una fortificazione


denominata Villa Franca di Castellazzo

seconda metà del XIV sec Il nome del complesso viene ridotto a Castellazzo
- l’estensione del borgo corrisponde a circa 2900
pertiche

1573 - 1588 Viene edificata la chiesetta del Castello dietro progetto


dell’arch. Bassi per volontà del marchese Cusani -
Viene terminata la costruzione casa Nobile

1602 La struttura edilizia risulta composta da tre parti: “Casa


Nobile” , “Corti Rustiche”, “Cassina del Torchio”

1610 La famiglia Cusani vende il Castellazzo a Galeazzo


Arconati

1615 Edificazione di un muro di cinta in mattoni attorno al


complesso

1648 Luigi Maria Arconati ricostruisce la parte più antica


del Borgo detta il Castellazzino.

1673 Sistemazione dei Rustici

1700 Giuseppe Antonio Arconati compie lavori straordinari


sulla villa, su progetto dell’architetto Ruggeri. Estratto dal Catesto Teresiano 1722, Milano,
Archivio di Stato
1717 Un’esplosione della vecchia polveriera del Castellazzo
coinvolge i due grandi forni.

1750 La villa è priva del braccio ovest a completamento


del corpo a sud.

1772 La famiglia Busca eredità le proprietà del Castellazzo


di circa 2600 pertiche.

1828 Costruzione di una casa colonica.

1845 Compimento della grande corte ad “L” posta a nord


composta da 28 più 21 moduli.
Ampliamento considerevole del vecchio Borgo, che
arriva quasi a raddoppiarsi.

1847 Costruzione delle serre da fiori e di due casini.

1850 Il Marchese Antonio Busca compie lavori di


ristrutturazione sulla villa, come testimonia
un’iscrizione all’interno della chiesa.

L’area del complesso passa dal governo dei comuni


1854 di Garbagnate e Arese a quello di Castellazzo.

Realizzazione di una corte chiusa rettangolare di


1857 – 1865 case coloniche all’interno del borgo.
Mappa del Giardino di Castellazzo nel 1722. Fondi
Camerali cart. 78. Milano, Archivio di Stato
1866 l Castellazzo diviene area soggetta al comune di
Bollate.
“Tra le Ville deliziose dello Stato di Milano ci si fa
innanzi quella di Castellazzo più comunemente
1865 – 1888 Chiusura della grande corte a nord con un fabbricato
chiamata Castellazzo degli Arconati”. Marc’Antonio
sul lato ovest.
dal Re, 1743. Milano, raccolta privata.
1879 Realizzazione di una casa colonica e di un fabbricato
rurale lungo la strada a nord.

Inizio ‘900 La famiglia Crivelli eredita il complesso tramite il


matrimonio tra Giustina Busca e Vitaliano Crivelli

1987 - 1902 Realizzazione del laghetto circolare a nord del


fabbicato

1902 -1951 Realizzazione di due capate aggiuntive nel braccio


sud della grande corte a L. Campate caratterizzate
dalla presenza di travi in cls armato.

1980 circa Incendio doloso causa il danneggiamento di parte


della corte a L e la totale perdita del tetto.

1967 La sovraintendenza ai Beni Archietettonici e Artistici


della provincia di Milano pone il vincolo diretto sulla
Villa, il giardino all’Italiana e il viale dei Leoni

1988 Vitaliano Binelli nipote del Crivelli vende la villa alla


famiglia Fossati disperdendo collezioni e arredi
degli Arconati.

2000 Il complesso diventa di proprietà della famiglia


Racidio e viene gestito dall’impresa Palladium.

2008 Inizio dei lavori restauro della Villa da parte della


società Palladium. Progetto realizzato dall’architetto
Claudio Bertani
Mappa delle proprietà Arconati al Castellazzo verso la metà del
2008 La sovraintendenza ai Beni Archietettonici e Artistici Settecento. Milano, Archivio Bertarelli
della provincia di Milano pone il vincolo diretto
sull’intero complesso del Castellazzo di Bollate e i
territori circostanti.

Facciata princiale e facciata con


Facciata princiale e facciata con portico da Marc’ Anto- portico da Marc’ Antonio Dal Re,
nio Dal Re, 1743. Milano, raccolta privata 1743. Milano, raccolta privata
FONTI di CONSULTAZIONE - Carlo Gianola,
I comuni e le Parrocchie del comune di Bollate, Bol-
late 1901
Archivio Associazione amici del Castellazzo
- Patrizia Ferrario,
La “Regia Villa” Il Castellazzo de gli arconati tra
Archivio Privato Società Palladium
Seicento e Setteciento, Bollate Nirone : Rotary club,
1996.
Archivio della sovraintendenza ai Beni Artistici e
Architettonici comune di Milano - Arch. Rosaria Pandolfi,
“Il Castellazzo: La villa e il Borgo” Storia del Borgo e
Archivio Bertarelli della Villa, Relazione Storica di commissione privata,
Palladium spa, 2001
Biblioteca Centrale di Architettura
Mappa del palazzo e del giardino.
Biblioteca Campus Durando “Tutto il disegno di questo vasto e delizioso giardino è opera del Signor Giovanni Gianda, celebre pittore e
Articoli di Giornale
architetto attuale della stessa Illustre Casa Arconati…”.
Fonti Orali Marc’ Antonio dal Re, Milano, raccolta privata.
- Iole Celani,
“Le ville del Parco delle Groane: la villa Arconati”,
23 maggio 2001

- Associoazione Amici del Castellazzo,


BIBLOGRAFIA Salvaguardare il futuro parco a nord-ovest di Mi-
lano, 14 marzo 1968

Tesi di Laurea
Documentazione Crtografica
- Anna Piovani,
“Una dimora di delizie” in un borgo rurale: La villa Catasti Storici
Arconati a Castellazzo, Università degli Studi di
Milano 1994-95 Catasto Teresiamo 1772
Catasto Lombardo-Veneto
- E. Colombo, A. Drago, D. Poli, Tesi di Laurea, Cartografia IGM 18888
Oratorio della “Madonna della Fiammetta”, Univer- Catasto Cessato 1892 Teatro di Diana, 1743. Milano, raccolta privata
sità degli Studi di Milano1994-95 Mappa CTR 1936
Mappa CTR 1950
- Massimiliano Bosco, Giuseppe Colombo, Mauro Mappa CTR 1979
Romano,
Mappa CTR 1994
La *corte agricola del Castellazzo di Bollate:
un’ipotesi per un lugo del commercio, Politecnico di
Milano, 1999-00 Cartografia Moderna

- Filippo Basilico, Antonello Alfonso Miceli, Docmenti Cartografici Ente Parco delle Groane
Un *piano d’area per Castellazzo di Bollate : proget- Documenti PTC
to di riqualificazione dell’area, Politecnico di Milano Documenti PGT Bollate
1996-97 Rilievo dei Fabbricati, Arch.Torsello 2001

- G. Depiaggi, R. Tosi,
Il futuro di un’architettura dimenticata: le serre di Villa
Arconati a Castellazzo di Bollate, Politcnico di MIla-
no1996

Monografie

- Ente Parco delle Groane,


“Sorge con bell’ornamento la Torre, o sia Castello dell’acque, donde tutte si diramano, e passano a rendere
L’archeologia industriale nelle groane, Pubblicazi-
più delizioso il vasto giardino…”.
one interna, Bollate, 1996
Marc’Antonio del Re. Milano, raccolta privata
Il Parco delle Groane

Storia del Parco_Dalla Preistoria all’istituzione del Le fornaci sono stabilimenti industriali, un grande Aree Cavate
Parco delle Groane Cave
sistema ingegnoso con un’unica alta ciminiera e con Piano Argilloso
L’origine delle Groane risale all’ultima era geologica tanti forni collegati Aree di Interesse
,la neozoica o quaternaria, la quale è stata poi divisa l’uno all’altro nei quali vengono cotti mattoni per ogni Comunitario
in due periodi: uno più antico, il pleistocene, detto tipo di costruzione. Alcune delle fornaci del Parco ri-
diluvium ed uno più recente, l’olocene, detto alluvium salgono addirittura alla metà del Settecento. Molte
che si protrae fino ai nostri giorni. Durante il pleis- di esse sono oramai ruderi tra boschi e brughiere,
tocene si sono verificate imponenti glaciazioni con importanti e suggestive testimonianze di archeologia
fasi d’espansione e fasi di ritiro. Ad ogni glaciazione industriale; altre sono state inglobate, trasformate o
i ghiacciai sono usciti dalla cerchia alpina depositan- adattate ad altro tipo di attività. Nel dopoguerra se ne
do materiale che ha formato gli anfiteatri morenici. Al contavano 21, negli anni ottanta erano 7; oggi solo
ritiro dei ghiacciai questi anfiteatri sono stati riempiti 2 fornaci rimangono in piena attività. Il Consorzio
d’acqua, dando luogo a bacini lacustri. Attraverso le Parco delle Groane ha promosso un Piano di settore
varie glaciazioni, il materiale morenico trasportato Fornaci per stimolare il recupero intelligente di questi
è continuamente aumentato (i luoghi con altimetria siti che con tutte le loro cave saranno recuperati a
maggiore sono i più vecchi) ed anche grazie all’azione boschi, prati e sentieri per i cittadini.
di trasporto dei detriti operata dai fiumi, più efficace Il Parco Regionale è stato istituito nel 1976, per forte
durante l’olocene, le acque si sono ritirate per cui si volontà dei Comuni e della Regione Lombardia, e dal
è giunti alla situazione attuale. I terreni delle Groane 1984 dispone di un piano territoriale che disciplina
per questo hanno caratteristiche geologiche diverse l’uso delle aree, in armonia fra conservazione della
a seconda del momento e del modo in cui è avvenuta natura, agricoltura e turismo. Le riserve naturali che
la loro formazione. vi sono incluse rappresentano siti di interesse a liv-
Le Groane sono un territorio di brughiera di partico- ello di Comunità Europea. Il Parco delle Groane è
lare interesse geologico, costituito da ripiani argillosi gestito da un Consorzio fra i Comuni e la Provincia
“ferrettizzati” che rendono l’ambiente assai partico- di Milano. Il Consorzio acquista i terreni del Parco,
lare. rimboschisce le aree nude, migliora i boschi, tutela
Scriveva Scipione Breislak, Ispettore del Governo la natura.
Austriaco nel 1822 a proposito delle Groane:
“Dove l’argilla è coperta di uno strato sufficiente di
terra vegetale, abbiamo buoni pascoli ed ottime pra-
terie: la tenacità colla quale l’argilla ritiene e conser-
va l’acqua piovana o quella d’irrigazione contribuisce
molto a mantenere l’umidità e la freschezza nello strato
superiore della terra: ma non è così dove l’argilla si
presenta quasi scoperta alla superficie del suolo. Tra
le brughiere che sono alla sinistra dell’Olona ve ne
è una detta la Groana, la di cui costituzione fisica è
diversa dalle altre. Si estende la medesima da Solaro
a Ceriano al sud est di Saronno verso Garbagnate e
Senago, ed in quella estensione di terra di circa sei
miglia in lunghezza, sopra un miglio di larghezza me-
dia, non vi germogliano che poche scarse piante di
erica. Nel suolo di tale brughiera predomina l’argilla e
perciò in diversi luoghi le acque delle piogge vi si ar-
restano in modo che vi formano molte pozzanghere
e piccole paludi”.
L’agricoltura non poté certo prosperare su questo
tipo di terreno che, tuttavia rappresentò, e in parte fig.1 Aree Cavate del piano argilloso e Fornaci fig.2 Aree di Interesse Comunitario
rappresenta ancora, un’attività industriale. Infatti
l’uomo nel corso della storia aprì cave per l’estrazione
dell’argilla, la quale può essere lavorata, impastata,
modellata, essiccata e cotta in fornaci. Sorsero così
alle porte di Milano, sul luogo del “giacimento” le for-
naci; hanno estratto, lavorato e cotto, modificando nel
tempo con tecnologie sempre più moderne il paesag-
gio con le loro cave che hanno ribassato di un paio di
metri buona parte del territorio.
Caratteri geopedologici
La maggior parte dei terreni appartenenti all’area del Aree Naturalistiche
Parco si è formata nel pleistocene e precisamente du- Aree Agricole
Aree Industriali
rante la fase Mindel. Il substrato è stato sottoposto a Aree di Fruizione
dei processi che hanno portato alla formazione delle
argille, al dilavamento delle basi con conseguente
acidificazione del suolo ed alla particolare colorazi-
one rossastra per la presenza d’idrossido di ferro. Il
profilo caratteristico può essere così schematizzato:
Orizzonte A - che è la parte più superficiale, è costi-
tuito da uno strato di terreno vegetale. L’orizzonte è
formato prevalentemente dalla componente organica
(foglie, rami, spoglie d’animali più o meno decom-
posti) mischiati con la frazione minerale. La sostanza
organica subisce poi dei processi di decomposizione
che portano alla formazione dell’humus ed al riciclag-
gio degli elementi minerali. Per la notevole presenza
di sostanze umiche, oltre che per il dilavamento,
questo strato presenta reazione acida.
Orizzonte B - dove troviamo il “cappello ferrettiz-
zato”, costituito da ciottoli profondamente alterati ed
argillificati. E’ lo strato d’argilla che conferisce carat-
teristiche particolari a tutto il terreno. In un terreno
argilloso la coesione, la capacità d’assorbimento ed
idrica di ritenuta sono molto alte, mentre l’aerazione
è bassa. Abbiamo quindi un terreno piuttosto imper-
meabile e poco aerato che è di conseguenza tenden-
zialmente asfittico.
Un fenomeno che interessa particolarmente i terreni
argillosi è quello del costipamento. Questo fenomeno
porta ad un abbassamento della porosità totale, ad
un aumento della coesione tra particelle di terra e
quindi ad un indurimento del suolo stesso che osta-
cola sensibilmente l’attività radicale delle piante.
Orizzonte C - formato da uno strato di materiale inco-
erente, da quei sedimenti cioè, depositati principal-
mente dai ghiacciai, che non hanno subito il proces-
so d’argillificazione. Come regola generale i terreni
della Groana sono incoerenti in profondità (materi-
ale ghiaioso e sabbioso) mentre nella parte più alta i
ciottoli sono interamente sfatti ed assumono aspetto
argilloso con spessore dello strato d’argilla attorno ai
3- 5 m.
Si possono così riassumere le caratteristiche di
questi tipi di terreno:
a. sono abbastanza poveri di elementi nutritivi;
b. hanno reazione acida soprattutto negli orizzonti
superficiali (acidità per dilavamento). L’acidità de-
cresce con la profondità;
c. presentano “il cappello” di ferretto impermeabile e fig.3 Situazione del parco nel 1930 fig.4 Situazione del parco nel 1970 fig.5 Situazione del parco oggi
di conseguenza deficienza di drenaggio superficiale.

Superficie:3.200 ha
Altimetria:hmin 160mslm-hmax 262mslm
Province:Milano
Istituzione: 1976
Il parco e le infrastrutturale

La collocazione del Parco delle Groane rispetto alle principali infrastrutture esistenti e in progetto a nord di Milano.
La continuità nord-sud del parco è negata dai tracciati della ferrovia che lo tagliano dividendolo in tre sotto-ambiti
Inquadramento ambientale

Il Parco delle Groane come un nodo all’interno della rete dei pachi regionali, delle aree protette di interesse
locale e delle fasce di rispetto a ridosso di infrastrutture quali gli ambiti di compensazione ai margini della
nuova autostrada pedemontana in progetto e la fascia di tutela che corre lungo il tracciato del canale Villoresi

situazione attuale parchi in rete, sistema regionale dei parchi in previsione


FUNZIONI PERCORSI LIVELLI DI INTERAZIONE

LENTATE
SUL SEVESO
LAZZATE Provincia di
MILANO

MISINTO

BARLASSINA

COGLIATE SEVESO

CERIANO
LAGHETTO CESANO
MADERNO

SOLARO
BOVISIO
MASCIAGO

LIMBIATE
CESATE

GARBAGNATE Provincia di
MILANESE SENAGO MONZA e BRIANZA

VILLA
ARCONATI

ARESE
BOLLATE

Provincia di
MILANO

Ville Spazio Percorsi


bambini pedonali

Numero funzioni
Fornaci Sport Piste ciclabili
(esistenti e in progetto)

Cultura Oasi Percorsi


Corsi Riserve a cavallo
PARCO DELLE GROANE Vs PARCO NORD MILANO VILLA ARCONATI Vs VILLA BORROMEO D’ADDA, LA VALERA E VILLA SAN CARLO BORROMEO

Parco delle Groane Villa Arconti di Bollate


Il complesso di Villa Arconati si sviluppò intorno a un nucleo precedente a partire dal
Parco regionale forestale / di cintura metropolitana _ 3376 ha XVII secolo, raggiungendo il suo massimo splendore nel XVIII. Il principale artefice
della villa fu il conte Galeazzo Arconati, celebre collezionista, il quale vantava tra le
Le "Groane" sono costituite da una zona di peculiare interesse geologico e proprie raccolte il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci e la statua romana di Pompeo
botanico nell'ambito del più vasto territorio di brughiera che occupa l'alta Magno. Gli Arconati, proprietari storici della villa, investirono molto sul Castellazzo, che
pianura lombarda a nord-ovest di Milano. L'orizzonte superficiale "ferrettiz- divenne una delle più prestigiose e rinomate "ville di delizie" del milanese.
zato", ovvero ricco di terreno argilloso con ossidi e idrossidi di ferro, deter- Periodo storico: XVII secolo
mina la specificità ambientale e floristica della zona. Funzioni: organizzazione di ricevimenti e manifestazioni privati, iniziative aperte alla
partecipazione della popolazione dei comuni dell’intero Parco delle Groane, il Festival
Ente gestore: consorzio fra i comuni interessati e provincia di Milano. Internazionale di Musica di Villa Arconti che si tiene tutte le estati, centro di ascolto
Episodi di interesse storico-artistico: Castellazzo di Bollate, Valera di legato al comune di Bollate, pub, presenza di orti curati da privati.
Arese, Villa Borromeo di Senago, Cascina Mirabella di Lentate sul Seveso, Infrastrutture: collocata nei pressi dell’autostrada A4 e dell’autostrada dei Laghi,
testimonianze di archeologia industriale, costituite da alcuni edifici di vicina al canale Villoresi, a 1,5 chilometri dalle stazioni ferroviarie dei comuni più vicine.
vecchie fornaci per mattoni.
Attrezzature presenti: attrezzature "minute"(agriturismi, rete di piste
ciclabili, attrezzature sportive...). Villa Borromeo d'Adda - Solaro
Infrastrutture di rilievo che attraversano il parco: rete ferroviaria La Villa è una raffinata costruzione rococò con giardino all'italiana nata dalla trasforma-
Milano-Saronno, rete ferroviaria che collega Busto Arsizio a Seregno, zione di un monastero benedettino, è oggi sede municipale.
tracciato dell'autostrada pedemontana (in progetto), canale Villoresi, Periodo: costruita nella seconda metà del XVII secolo
presenza, nelle vicinanze, della rete autostradale che labisce Milano a nord Funzioni: all'interno della villa è presente la sede direzionale dell'ente Parco e si
(autostrada dei laghi, autostrada A4); il perimetro del parco appare frasta- organizzano eventi musicali, teatrali, attività per bambini, corsi di formazione per adulti,
gliato, delineato dai margini costruiti degli abitati che vi si attestano, il parco seminari, conferenze, riunioni di enti pubblici e privati italiani.
si mostra come un sistema "formalmente permeabile", attraversato da una Infrastrutture: la villa è situata a 5 km dall' autostrada A9 (Milano-Como) e a 7 km
rete eterogenea di infrastrutture, suscettibile di una lettura che lo pone in dalla superstrada sp 35 (Milano-Meda)
relazione con il territorio circostante.

www.parchi.regione.lomabardia.it Valera di Arese


La Valera di Arese, con parco completamente cintato, è una villa situata ad appena
5 chilometri da Milano, in quella che è stata, e per certi versi lo è ancora, la tipica
campagna lombarda tra il capoluogo e i laghi. Pur essendo ormai inserita nella
cintura milanese, conserva le caratteristiche che sono sempre state proprie di
Parco Nord Milano questo territorio.
Periodo storico: metà del XVIII secolo
Parco regionale di cintura metropolitana _ 600ha Funzioni: locali in affitto per eventi-cerimonie.
Infrastrutture limitrofe: Strada Statale Varesina, autostrada dei Laghi, canale
Area periferica a nord di Milano, di cui rappresenta la zona a verde più Villoresi, a pochi chilometri dall’area FieraMilano e dall’area Expo.
compatta e sostanzialmente indenne dalla conurbazione.
Villa San Carlo Borromeo di Senago
Ente gestore: consorzio fra i comuni interessati e provincia di Milano.
Villa San Carlo Borromeo sorge su una collina che accolse un insediamento celtico e,
Episodi di interesse storico-artistico: Villa Torretta di Sesto San Giovan-
in seguito, una roccaforte romana. Il terreno fu poi occupato dai Longobardi che
ni, Villa Manzoni, con relativo parco, a Cormano.
trasformarono la roccaforte romana in una fortezza. Sulle rovine di quest'ultima i
Attrezzature presenti: aeroporto di Bresso, Ospedale Bassini, centro
Visconti costruirono il loro palazzo, chiuso sui quattro lati. Nel 1629, Federico Borro-
scolastico Nord-Milano, diverse attrezzature sportive pubbliche e private.
meo, nuovo proprietario della dimora, decise di abbattere uno dei quattro lati della
Infrastrutture di rilievo che attraversano il parco: la conformazione del
struttura originaria. Nel 1630, la "Villa" divenne, per volere di Federico Borromeo, un
parco è quella di un parco chiuso, i confini stessi corrispondono a infrastrut-
rifugio per i migliori teologi e pensatori del tempo, fuggiti dalla città di Milano dove
ture di forte impatto sul territorio (autostrada A4, via Fulvio Testi); il perime-
imperversava la peste.
tro del parco risulta chiaro e definito all'interno del sistema città che lo
Periodo storico: XVII secolo
circonda.
Funzioni: collezione permanente di grandi maestri del Novecento, disponibilità di locali
per organizzazione di mostre temporanee, esposizioni, rappresentazioni teatrali,
www.parchi.regione.lomabardia.it
seminari, conferenze, riunioni di enti pubblici e privati italiani e stranieri, presenza di un
vasto parco.
Infrastrutture: collocata a 7 km dal nuovo Polo fieristico di Rho-Pero Fieramilano e
dall’area destinata all’Expo.
Il ruolo del parco nel contesto - quattro scenari possibili

Borgo risolto in se stesso Un nodo nella rete infrastrutturale

PRO PRO
. conferma dell'identità architettonica del complesso . il recupero del borgo come risposta ai bisogni dei
. basso impatto naturalistico comuni dell'intorno
. specializzazione funzionale
CONTRO
CONTRO . eccessiva dispersione delle potenzialità del complesso
. assenza di dialogo con il territorio che diviene parte di un sistema ad essa estraneo
. mancanza di servizi e infrastrutture appropriati per . mancata valorizzazione del parco
sostenere una centralità autonoma
. rischio di creare un'enclave isolata

Un riferimento per il parco Un punto focale in un parco che scambia con l’esterno

PRO PRO
. collaborazione fra complesso e parco . costituzione di una centralità tale per molteplici
. consapevolezza della forza che sta nella varietà motivazioni, legata al sistema territoriale circostante in
contenuta nel sistema parco modo indiretto
. mediazione del parco nella relazione fra borgo e
CONTRO contesto circostante
. sottovalutazione del complesso che rischia di divenire . progetto come modello per la riqualificazione di aree con
semplicemente un accesso al parco caratteristiche simili a quella in oggetto
. parco come unico protagonista, chiuso in esso stesso
CONTRO
. mancanza di servizi e infrastrutture appropriati
. possibile stravolgimento dell'identità dell'intero parco
morfologica dei complessi edificati, relative architettonici di dettaglio, come materiali,
pertinenze, eventuali documentate preesistenze componenti edilizie, colori, etc., da
PTC – Parco delle Groane di rilevanza architettonica e costituenti elementi
di rilievo del complesso monumentale, ed
PTCP – Piano territoriale di coordinamento inquadrarsi in appositi studi di indirizzo a
cura dei Comuni.
elementi di relazione paesaggistica di interesse provinciale 3. Entro il perimetro del centro storico e dei
storico-architettonico, estesa a tutti gli immobili nuclei di antica formazione si applicano le
I vincoli del Castellazzo di Bollate sono costituenti ogni plesso monumentale e ove norme e le procedure urbanistiche e
regolamentati da quattro documenti e da alcune Art. 36 Centri storici e nuclei di antica
esistenti, anche se a diversa destinazione di formazione definite dalle norme regionali e, ai sensi
leggi nazionali e regionali. Alleghiamo la carta zona di piano, ai connessi: dell’art. 4., le seguenti disposizioni:
del PTCP incrementata da informazioni - giardini storici; a) Le norme edilizie sono integrate da
riconducibili al piano di coordinamento del parco - borghi agricoli; specificazioni per il mantenimento dei
delle Groane. Sono specificati le aree e i 1. Il PTCP individua, in via preliminare alla tav.3,
- complessi parrocchiali; quali centri storici, le aree urbanizzate di più caratteri di tipicità dell’edilizia locale, quali
riferimenti ai vincoli espressi nel documento - viali di accesso; componenti architettoniche, materiali di
contenente le norme. antico insediamento, corrispondenti ai centri
- terreni circostanti che definiscono il paesaggio urbani storici di maggior livello gerarchico per finitura, colori, pavimentazioni esterne,
Proponiamo gli estratti più significativi e si storico; b) Sono ammessi di regola gli interventi non
demanda ai testi completi. la presenza di sedi amministraive, religiose, di
- ogni altro elemento del paesaggio storico mercato, dotati di impianto urbanistico distruttivi del bene e dei suoi elementi,
Art.30 Zone di interesse storico- individuabile nello stato di fatto e nei catasti complesso, con diffuse presenze di edifici nel rispetto dei caratteri formali e delle
architettonico storici; monumentali o elementi architettonici di tecniche costruttive tradizionali allo scopo
- le aree per servizi pubblici esistenti. pregio. di non alterare l’equilibrio del complesso
30.1.- Sono compresi in queste zone, individuati 30.5.- Il piano attuativo di settore, a seguito delle e della sua struttura;
nella planimetria di piano, tavola ..., e soggetti a analisi sopraindicate, individua per ogni Il ptcp individua altresì, quali nuclei di antica c) Gli interventi di nuova edificazione, dove
speciale tutela gli edifici vincolati ai sensi del complesso storico-architettonico: formazione, i nuclei originali dei centri urbani ammessi, dovranno ricercare
D.Lgs. n.42/2004 nonché le aree, il verde, i - le destinazioni specifiche consentite, dotati di ruolo territoriale e di capacità di l’inserimento nel tessuto edilizio
complessi edificati e le relative pertinenze ritenuti garantendo, anche in caso di utilizzazione attrazione più limitata rispetto ai centri storici, esistente, sia per gli aspetti tipologico-
di particolare interesse storico-architettonico. esclusivamente privata, il parziale accesso caratterizzati da struttura urbana funzionali, che per quelli architettonico-
Compatibilmente con le esigenze di tutela, gli controllato, da parte del pubblico per la visita particolarmente complessa e ricca di funzioni espressivi;
immobili e le aree sono valorizzati in funzione degli spazi interni ed esterni di maggior pregio e civili e religiosi, altrochè dotata di cortine d) La destinazione d’uso dovrà essere
sociale ed è favorita l'accessibilità pubblica. interesse. A tal fine, l’EG stipulerà apposita edilizie antiche, continue e riconoscibili. coerente con gli elementi tipologici,
30.2.- (…) Le funzioni ammesse sono quelle convenzione; formali e strutturali del singolo organismo
terziarie, ricettive, per il tempo libero e di - gli interventi edilizi ammessi e le modalità di Sono da considerare parte integrante dei edilizio, valutato in relazione alla
servizio, residenziali, artigianali di servizio e di attuazione degli stessi; centri e nuclei storici anche le aree di prevalenza dell’interesse storico;
tipo artistico, agricole compatibili con le - i criteri progettuali da seguire ai fini della tutela pertinenza funzionale o visiva di edifici e e) Gli assi stradali che hanno determinato
specifiche finalità di tutela storico-architettonica. dei caratteri tipologici, morfologici e costruttivi dei nuclei isolati, le aree in edificate, il verde e le l’impianto originario devono essere
Sono escluse le destinazioni commerciali di diversi manufatti ed elementi; fasce di rispetto o di protezione visiva, gli evidenziati.
media e grande distribuzione nonché le attività - i giardini, i cortili, gli elementi del paesaggio edifici di costruzione o ricostruzione recente 4. La provincia nell’ambito delle proprie
industriali e le altre attività artigianali. agrario e le visuali da salvaguardare; interclusi o accorpati ad un agglomerato manifestazioni culturali, individua i poli di
30.3.- Non sono comunque ammessi - i criteri di progettazione degli spazi aperti e di storico. Detta individuazione assume efficacia maggiore interesse al fine di valorizzare
ampliamenti né incrementi volumetrici. I giardini organizzazione degli accessi e delle aree di di prescrizione diretta solo nei casi in cui il l’identità e la storia locale. Sviluppa in
e gli spazi aperti delle ville e delle residenze sosta; comma 5 dell’art. 4. I criteri e le modalità di coerenza con il PTPR attività di
comprese in queste zone debbono essere - le opere di mitigazione e compensazione di cui intervento ammesse in tali ambiti rispondono promozione e fruizione turistica.
tutelati sia sotto il profilo del disegno al precedente art.24; al principio della valorizzazione. Il comune, in fase di adeguamento dello
architettonico, sia degli elementi di arredo, sia - le modalità di riutilizzo dei fabbricati rustici e strumento urbanistico comunale alle
delle essenze. Non è consentita alcuna nuova agricoli dismessi da almeno cinque anni, La perimetrazione delle aree, in riferimenti indicazioni del PTCP oltre a quanto
utilizzazione degli spazi aperti, dei giardini e dei imponendo la conservazione dei vincoli di all’art.19 del PTPR, si basa sul rilevamento prescritto dal primo comma dell’art. 17
cortili di pertinenza delle ville e delle residenze, inedificabilità dei fondi agricoli entro i limiti del IGM, prima levata del 1888. della L.R. 51/1975 e successive
né di carattere agricolo, né ortofrutticolo né Titolo III della L.R. n.12/2005, oppure opere modifiche, verifica i perimetri dei centri e
florovivaistico, né per deposito dei materiali, fatti 2. Gli indirizzi del PTCP per tali ambiti
compensative di valore e qualità equipollente. nuclei storici, ai sensi dell’art. 19 del
salvi gli interventi consentiti dal piano attuativo di mirano:
PTPR, “specificando e motivando
settore e le manifestazioni temporanee all'aria a) Alla ricostruzione e al mantenimento del
eventuali spostamenti rispetto a quanto
aperta. paesaggio urbano storico e
contenuto nella cartografia del PTCP. Gli
30.4.- Il piano attuativo di settore delle zone di all’identificazione degli originali caratteri
ambiti rappresentati in tale cartografia
interesse storico-architettonico prende in dei centri in relazione con il loro contesto;
rappresentano la base tecnica di
considerazione i beni indicati, gli spazi e i b) Alla tutela dell’integrità del reticolo viario
riferimento per la definizione delle zone
manufatti di pertinenza nonché le relazioni visive e dell’impianto urbano e al mantenimento
A, ai sensi del D.M 2 aprile 1968, n.
e strutturali tra le diverse parti dello stesso delle tipologie edilizie storiche,
1444”.
complesso e di questo con il contesto evidenziando i criteri di unitarietà e
paesaggistico. In tal senso il piano attuativo di tipicità dei luoghi attraverso la
settore deve contenere un’analisi storico- valorizzazione dei segni storici e la
conservazione degli elementi
complesso del Castellazzo coerente con il suo LA VITALIA’ SOCIALE  
IL CASTELLAZZO NEL significato architettonico e capace di
PIANO DI GOVERNO valorizzarne le potenzialità.
Per il complesso del Castellazzo inoltre è stato
Un vantaggio particolare della situazione
bollatese è costituito dalla presenza di un buon
 

DEL TERRITORIO DI da tempo costituito un tavolo di lavoro


comprendende, oltre che la proprietà e
numero di associazioni cooperative di grande
tradizione, ancora capaci di operare come fattori
 

BOLLATE l’Amministrazione comunale, anche la di aggregazione sociale, oltre che come  


soprintendenza e la Provincia di Milano. strumenti di risposta ai bisogni dei cittadini, in
particolare per quanto riguarda l’abitazione.  
Nella pianificazione del comune di Bollate alle  
aree del parco e del Castellazzo è riconosciuto RETE ECOLOGICA
lo status di bene storico, artistico, culturale e di  
patrimonio paesaggistico e naturalistico. Tuttavia In territorio di Bollate non sono previsti “corridoi
esse risultano di fatto trascurate dal PGT e ecologici primari” mentre hanno rilievo, come già  
sembrano non rientrare in alcuna logica di evidenziato, i corridoi ecologici dei corsi d’acqua QUALITA’ URBANA DEL TERRITORIO DI
pianificazione urbana strutturata e organica che (torrente Pudiga). Inoltre lo scolmatore di nord BOLLATE  
consenta di riqualificarle trasformandole in ovest è classificato tra i “corsi d’acqua minori da La scarsa attrattività dei centri è determinata da
motori di sviluppo. riqualificare a fini polivanenti”, mentre il diversi fattori: la scarsa differenziazione delle  
Garbogera risulta tra i “corsi d’acqua minori con funzioni insediate, per lo più limitate alla sola
E’ assente un’idea chiara di trasformazione e caratteristiche attuali di importanza ecologica”. residenza, la modestia del sistema commerciale,  
gestione dell’esistente, tuttavia nel piano di L’ambito bollatese emerge come terminale del la prevalente condizione di isolamento nella
governo del territorio ricorrono alcuni sistema dei corsi d’acqua dell’area delle Groane, quale sono collocate le attrezzature pubbliche e  
suggerimenti e indizi che sembrano indicare un integrato dai fontanili, dal canale scolmatore di la loro scarsa interazione con gli spazi pubblici.
possibile utilizzo di quei beni. nord ovest e dalle derivazioni secondarie e L’assenza di servizi con funzioni socializzanti,  
terziarie del canale Villoresi. rivolte in particolare alle attività culturali o di
La contaminazione delle falde acquifere tempo libero, rappresenta un ulteriore fattore di  
TRA GLI OBIETTIVI FISSATI: superficiali è probabilmente da mettere in impoverimento dello spazio pubblico centrale e
relazione alla dispersione ed alla forte di allontanamento dei frequentatori.  
- creazione di un contesto accogliente per differenziazione delle attività produttive a Bollate La dotazione appena sufficiente di attrezzature
ed in generale nell’area nord di Milano. scolastiche dei diversi livelli infine richiede una  
processi di decentramento di funzioni pregiate
da Milano, considerata anche la locazione attenta e tempestiva valutazione delle strutture
sia in relazione alla loro effettiva idoneità, sia
 
ottimale della stazione FNM di Bollate Nord;
PATRIMONIO STORICO E CULTURALE rispetto alle future
 
- conferma del territorio compreso nel perimetro esigenze determinate dal probabile ulteriore
del Parco Groane, (consistente dotazione La villa Arconati ed il Borgo del Castellazzo, con incremento demografico.  
ambientale inedificata preservata per uso le occasioni potenzialmente correlate della
culturale, naturalistico e ricreativo) e Cascina Scessa e della fornace, che    
mantenimento di due vaste aree a destinazione costituiscono un episodio di grande valore,
agricola. difficilmente riconducibile al solo Comune di    
Bollate nel cui territorio tuttavia ricadono.
- Castellazzo di Bollate: costituzione di un “polo L’importanza del monumento, delle    
culturale e di servizi”. manifestazioni che vi organizzano e della
conseguente frequentazione pubblica può    
contribuire ad accrescere l’attrattività dell’intero
territorio comunale, agevolando l’avvio dei    
DESTINAZIONI D’USO:
processi di riqualificazione.
   
Per il territorio compreso entro i confini del Parco
Groane le destinazioni d’uso sono state  
integralmente demandate alla pianificazione
consortile del Parco, auspicando un uso del
 
N

B02

B01

B03
B04

PROSPETTO B04

PROSPETTO B02

PROSPETTO B03 PROSPETTO B01


N

B09b
B09a
1

VISTA 1 VISTA 2

PROSPETTO B09a

PROSPETTO B09b
N

B10
B15
B20

PROSPETTO B15

PROSPETTO B20

PROSPETTO B10
N

V16b
V16

V14
PROSPETTO V16b

PROSPETTO V16

PROSPETTO V14
N

B07
B08 4

PROSPETTO B07

PROSPETTO B08

VISTA 3 VISTA 4
N

B12
B14
B11

PROSPETTO B12

PROSPETTO B11

PROSPETTO B14
_ VILLA
_ STRUTTURA
VERTICALE : 1 - Coppie di colonne in pietra nel portico
2 - Setti in muratura
ORIZZONTALE: 3 - Volta a crociera
ORIZZONTALE

4 - Solaio ligneo composto da travi principali, secondarie e assito.


COPERTURA
VERTICALE

5 - Solaio ligneo composto da travi principali voltate a “schifo”, tamponate all’intradosso con
tavelle lignee. Questa struttura non risulta essere portante per il piano superiore.
COPERTURA: 6 - Capriata lignea con manto in cotto

_ DOTAZIONE IMPIANTISTICA
- Impianto da rete
- Cavi con guaina fissati alla parete + Cavi sotto traccia con vani ispezionabili
- Interruttori + punti luce a muro e a parete
- Scarse quantità di prese
ELETTRICO

- Scarsa quantità di scatole di derivazione


- Antenna + attacco tv
- Impianto parafulmini

- Dotazione per bagni e lavabi in camere da letto


- Impianto da rete
IDRICO SANITARIO

- Tubazioni sotto traccia


- Sanitari presenti
- Aereazione diretta da finestra
- Scaldabagno ad accumulo a muro per impianto acqua calda bagni
- Tubazioni e sanitari non in uso

- Termosifoni + camini a legna


- Impianto termico centralizzato
- Tubazioni in piombo sottotraccia
- Valvole di intercettazione presenti
RISCALDAMENTO

- Organi di sicurezza non presenti


- Termosifone in ghisa non incassato
- Caldaia (ipotesi)
- Impianto non utilizzato
- Camini in cotto e pietra

_ DIAGNOSTICA
- Distacco porzioni dipinti sulle pareti
- Macchie in corrispondenza dell’appoggio delle travi
- Cedimento del solaio dipinto, con trave ceduta già sostenuta da staffe metalliche
- Presenza di fessurazioni
- Umidità di risalita, presenza di efflorescenze saline
- Patologie tipiche del legno (marcescenze, insetti...)
- Solai visibilmente deformati
- Infissi in buone condizioni
INTERNI

Distacchi, macchie, patina biologica, efflorescenze saline, percolazione, umidità di risalita, ossidazione
elementi metallici
ESTERNI
_SERRE
_ STRUTTURA
VERTICALE: 1- Setti in muratura, pilastri in cemento
ORIZZONTALE: 2- solaio ligneo composto da travi principali, secondarie e assito
3- travi di facciata in cemento
4- elementi di rinforzo in ferro (profilo doppia T)
ORIZZONTALE
COPERTURA

5- volta in mattoni
VERTICALE

COPERTURA: 6- orditura lignea con manto in cotto


7- orditura principale e secondaria in ferro (profilo doppia T), orditura
terziaria a telaio ligneo con manto in onduline trasparenti

_ DOTAZIONE IMPIANTISTICA
- Impianto da rete
- Cavi con guaina fissati alla parete
- Alcune prese CE
- N° 1 scatola di derivazione
ELETTRICO

- Contatore
- Impianto parafulmini

- Dotazione per irrigazione


- Impianto da rete
IDRICO SANITARIO

- Tubazioni a vista in polipropilene e in acciaio zincato


- N°1 lavandino

1- Impianto solare termico per la produzione di acqua calda (non in uso)


2- Impianto di depurazione (non in uso)
ALTRO

1. 2.

_ DIAGNOSTICA
- Coperture in materiale trasparente raccordate con la muratura con schiuma poliuretanica
- Elementi metallici di sostengo della copertura ossidati e corrosi
- Distacco di intonaco, erosione. Microfessurazioni dell’intonaco
- Solai in legno marcescente e parzialmente ceduti con elementi di sostegno in acciaio ossidato
- Pluviali ossidati e corrosi che non svolgono più la propria funzione
- Vegetazione infestante in corrispondenza del basamento degli infissi e della quota terreno di parte delle serre
INTERNI

- Distacco intonaco, erosione intonaco soprattutto nel basamento e nel coronamento.


- Mancanza intonaco con conseguente presenza di mattoni in superficie; erosione degli stessi.
- Necessità di sostituzione degli elementi vetrati sia in copertura sia negli serramenti per migliorarne le
prestazioni. Mancanza parziale e/o totale di alcuni serramenti, attualmente sostituiti da materiale plastico provvi-
sorio.
ESTERNI
_ SCUDERIE
_ STRUTTURA
VERTICALE : 1 - colonne in pietra
2 - Setti in muratura
ORIZZONTALE: 3 - volta a crociera ribassata
ORIZZONTALE
COPERTURA
VERTICALE

COPERTURA: 4 - capriata e orditure lignee con manto in cotto

_ DOTAZIONE IMPIANTISTICA
- Impianto da rete
- Cavi con guaina fissati alla parete
- Interruttori + punti luce a muro e a parete
- prese assenti
ELETTRICO

- alcune apparecchiature

- Dotazione per bagni e vasca abbeveraggio cavalli.


IDRICO SANITARIO

- Impianto da rete
- Tubazioni sotto traccia (non in uso)
- Sanitari presenti
- Aereazione diretta da finestra
-canale di scolo urine con pozzetti d’ispezione -vasca abbeveraggio cavalli
(non in uso)

- non presente
RISCALDAMENTO

_ DIAGNOSTICA
- Solai di copertura in legno che stanno per cedere; alcuni elementi già ceduti.
- Elementi in acciaio ossidato (staffe e tiranti) di contenimento degli elementi in legno delle capriate di copertura sovraccaricati.
- Piano pavimentazione irregolare, con cambi di quota repentini.
- Pareti perimetrali in muratura di mattoni: mancanze ed erosione profonda di mattoni e giunti di malta
- Presenza di marcescenze negli infissi lignei.
- Necessità di sostituzione degli elementi vetrati per migliorarne le prestazioni.
- Spostamento laterale visibile della struttura portante verticale puntiforme.
INTERNI

Distacco intonaco, erosione mattoni, efflorescenze saline, umidità di risalita e percolazione.


ESTERNI
_ FIENILI
_ STRUTTURA
VERTICALE : 1 - pilastri in muratura

ORIZZONTALE: 2 - solaio ligneo composto da travi principali, secondarie e assito.


ORIZZONTALE

volta
COPERTURA
VERTICALE

COPERTURA: 3 - quattro livelli di orditura lignea con manto in cotto


4 - capriata lignea con manto in cotto

_ DOTAZIONE IMPIANTISTICA
- Impianto da rete
- cavi con guaina fissati alla parete
- qualche prese
- scatola di derivazione
ELETTRICO

- non presente
IDRICO SANITARIO

- non presente
RISCALDAMENTO

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