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LA MACCHINA DI WIMSHURST

La macchina di Wimshurst è un generatore elettrostatico in


grado di separare cariche e produrre differenze di potenziale
molto alte, ideata dall’ingegnere e inventore britannico James
Wimshurst nel 1880. A partire dal 1878, infatti, lo scienziato
iniziò ad interessarsi a questo tipo di macchine fisiche, prendendo
spunto da quelle create da molti inventori suoi predecessori: come
molte delle macchine da lui create, anche questa riprende il
modello della macchina di Holtz .
La macchina di cui siamo in possesso è stata costruita dall’officina
palermitana G.Russo, intorno agli anni venti e acquistata dal liceo
scientifico Cannizzaro nel 1924.

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Lo strumento è composto da una base in legno sulla quale sono
fissati due dischi uguali rotanti con la stessa velocità e verso
opposto. I due dischi costituiti da materiale isolante (bachelite)
portano nelle le facce esterne delle strisce di alluminio, che si
caricano per effetto dello strofinio di piccoli pettini di rame
collegati tra di loro da bacchette di metallo, presenti anche sul
retro. Ciascun pettine è collegato con una bottiglia di Leida (un
particolare tipo di condensatori) e con un’asta mobile munita di
una sferetta e di impugnatura isolante. Facendo ruotare i due
dischi le cariche assunte aumentano rapidamente e caricano i
condensatori e i due poli della macchina (le sferette) tra i quali
scocca una scintilla che può essere lunga diversi centimetri e
avere un voltaggio discretamente alto.

A cura di: Liceo Scientifico Cannizzaro

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