Sei sulla pagina 1di 39

Breve storia delle macchine elettrostatiche

Diego Urbani

Macchine elettrostatiche a strofinio(triboelettriche) Le macchine elettrostatiche sono uno dei pi affascinanti apparecchi della fisica per la loro capacit di produrre il fulmine artificialmente e di eseguire strabilianti ed, appa-rentemente magici esperimenti. La prima macchina elettrostatica di cui si ha conoscenza fu realizzata intorno al 1660 da Otto von Guericke, borgomastro di Magdeburgo, inventore della pompa a vuoto ed ideatore, nel 1645, di uno dei pi famosi esperimenti nella storia della scienza. Nel 1645, di fronte alla Dieta di Ratisbona, due semisfere di rame in cui era stato praticato il vuoto non poterono essere separate da due pariglie di 4 cavalli ciascuna. Questa fu una strabiliante dimostrazione dellesistenza della pres-sione atmosferica.
1

Quella di Guericke del 1660 la prima macchina rotazionale a strofinio (triboelettrica). Consisteva in una sfera di zolfo fatta ruotare su di un asse di legno sostenuto da un telaio in legno. La sfera era ottenuta per fusione dello zolfo in un pallone di vetro che veniva rotto dopo il raffreddamento. Strofinando la mano ben asciutta sulla sfera, questa si elettrizzava, attirando piume, pezzi di carta, etc. Poich questi oggetti restavano aderenti al globo anche durante la rotazione egli suppose che lattrazione terrestre fosse di natura elettrica, in contrasto con Gilbert che riteneva fosse di origine magnetica. Osserv altres che, al buio, il globo emetteva una sorta di luminescenza e che da esso scoccavano piccole crepitanti scintille. Not anche che corpi ugualmente elettrizzati si respingevano, mentre erano attratti da corpi diversamente elettrizzati. Constat che lelettrizzazione si propagava anche lungo un filo, seppure questo effetto non si manifestasse per lunghezze superiori al metro.
2

Numerose sono le considerazioni di Otto von Guericke sui fenomeni elettrici, ma esse non sono mai state adeguatamente apprezzate perch surclassate dai suoi successi e dalle invenzioni nella pneumatica. Sir Isaac Newton apport successivi miglioramenti (1675) alla macchina di von Guericke sostituendo al globo di zolfo una sfera di vetro fatta ruotare con una manovella. Durante i primi anni del 1700 importanti sperimentazioni furono condotte da Francis Hauksbee (1660-1713). Egli not che scuotendo del mercurio in una fiala in cui era stato fatto il vuoto, si sviluppavano dei bagliori: chiam questo fenomeno fosforo mercuriale. Il fatto era stato anche osservato precedentemente (1675) dal francese Jean Picard, mentre trasportava un barometro torricelliano di sera, ma per quasi mezzo secolo nessuno indag sul fenomeno. Hauksbee realizz una affascinante esperienza in cui un recipiente cilindrico evacuato dellaria pescava, attraverso un cannello di vetro lungo fino alla sua sommit, in una bacinella di mercurio. Il mercurio, violen3

temente risucchiato allinterno del recipiente, fuoriusciva formando una cascata luminosa. Costru vari interessanti apparecchi mediante i quali diversi materiali potevano essere strofinati fra di loro nel vuoto e not che spesso si avevano fenomeni luminosi. Una sua macchina molto ingegnosa consisteva in un recipiente in cui era stato praticato il vuoto e che conteneva al suo interno due cuscinetti di lana e delle perle di ambra. Mettendo in rapida rotazione il recipiente, le perle strofinavano sui cuscinetti emettendo vividi bagliori. Tutte queste esperienze sono alla base delle moderne lampade a neon ed a vapori di mercurio. La macchina esiste ancora presso la Royal Society a Londra. Stephen Gray (1666-1736) indag profondamente sulle propriet elettriche di varie sostanze, ed in particolare sulla trasmissione dellelettricit. In un importante esperimento condotto presso la casa di di Granville Wheler, un appassionato dilettante, nel maggio del 1729, riusc a trasmettere lelettricit su corde bagnate sospese a fili di seta ad una distanza di circa 100 metri e
4

successivamente arriv a quasi 300 m.. Fu il primo anche a notare che alcuni materiali trattengono lelettricit, mentre altri la trasmettono: la distinzione fra isolanti e conduttori cominciava a prendere forma. Not anche che elettrificazione poteva avvenire senza contatto diretto, ma solo avvicinando un corpo elettrizzato ad un altro: anche qui c un primo abbozzo alla teoria dellinduzione elettro- statica. Charles Dufay, parigino, (1698-1739), malgrado la brevit della sua vita, si dedic a numerose attivit quali la diplomazia, la chimica, lanatomia, la botanica, divenendo anche soprintendente al Kings Royal Botanic Garden. Fra i sui numerosi interessi non poteva mancare lo studio dellelettricit. Con maggior metodo e costanza si mise ad analizzare il comportamento elettrico di qualsiasi sostanza su cui poteva mettere le mani. Scopr che moltissimi corpi potevano essere elettrizzati per sfregamento e che lelettricit era di due segni diversi. Chiam questi due tipi de elettricit elettricit vitrea ed elettricit resinosa, a seconda della tipologia di materiale da cui
5

poteva essere ottenuta. Osserv e descrisse in modo scientifico i fenomeni dellattrazione e repulsione elettrostatica. Realizz i primi elettroscopi a foglia doro, con i quali era facilmente in grado di riconoscere il tipo di elettrizzazione delle varie sostanze. Indag con metodo i fenomeni della trasmissione dellelettricit nei vari materiali, introducendo il termine di isolante (isol) ed espresse quantitativamente il concetto attualmente conosciuto come densit di carica su di una superficie. Alcuni suoi esperimenti, ampiamente ripetuti in seguito per divertire e stupire lauditorio, oggi sembrano decisamente stravaganti. Fu il primo a trarre una scintilla dal corpo umano. Sospendendosi con dei cordoni di seta al soffitto in modo da essere isolato, si faceva elettrizzare con un grosso tubo di vetro. LAbate Nollet, di cui avremo modo di parlare in seguito, suo assistente, avvicinando la mano ad una gamba ne trasse una vivida scintilla, mentre il corpo subiva un leggero scuotimento! Quale poi la meraviglia nellosservare, al buio, lalone azzurrino che emanava dal corpo della persona elettrificata: era la manifestazione evidente di quello che a lungo sar chiamato il fluido elettrico

Queste esperienze furono, sotto varie forme, ripetute da vari scienziati dellepoca, come linglese William Watson od il tedesco Georg Bose dellUniversit di Lipsia che dimostr come la scintilla elettrica potesse accendere dell etere solforicoo fare esplodere la polvere da sparo. Queste dimostrazioni erano veri e propri spettacoli in cui erano coinvolte anche graziose fanciulle per attrarre maggiormente lauditorio.

Come si pu vedere dalle illustrazioni, le macchine per produrre elettricit erano sostanzialmente costituite da un globo messo in rotazione da un sistema di pulegge sul quale sfregava dolcemente un conduttore metallico isolato, sostenuto da cordicelle di seta o da una persona posta su di un supporto isolante. Lelettrizzazione avveniva per strofinio del globo con la mano. La mano, se ben secca ed asciutta, era ancora ritenuta il mezzo pi valido per lelettrizzazione: infatti non era ancora stato scoperto il potere delle punte per prelevare lelettricit dal globo. Citiamo, solo brevemente, in questo periodo lopera dellAbate Nollet (17001770), grande divulgatore, che scrisse dei trattati di fisica elementare che, nella seconda met del 1700, ebbero enorme diffusione, anche per le sue originali

sperimentazioni sulla elettrificazione di piante ed animali, in cui si dimostrava, tra laltro, che le piante poste in gabbie
8

elettrizzate e poste vicino ad una specie di annaffiatoio crescevano pi rapidamente delle altre in condizioni nor-mali, ma che gatti e piccioni perdevano peso sotto linfluenza elettrica! Da qui hanno origine tutte le variegate, e spesso fantasiose, teorie sui poteri pi o meno taumaturgici dellelettricit per la cura delle malattie e le relative macchine, che ancor oggi vengono pubblicizzate in televisione e sulle riviste. Spesso i globi posti in rotazione assai rapida scoppiavano, proiettando schegge che ferivano, anche gravemente, sperimentatori e spettatori. Di qui venne lidea di sostituire la mano con un cuscinetto di pelle o pelliccia, mantenuto in contatto col globo da una molla. Si propose anche di sostituire il globo con un cilindro. Il risultato fu la macchina del costruttore di strumenti scientifici inglese George Adams. Abbandoniamo per un momento lInghilterra e ci trasferiamo in Olanda, dove, presso lUniversit di Leyda, troviamo Pieter van Mus-schenbroeck (1692-1761) pro- fessore di matematica e fisica che lasci un significativo contributo in queste scienze, non solo per la scoperta che lo rese famoso.

In una lettera del 1746 al francese Ren de Ramur narra di una sconvolgente esperienza che, molto liberamente, qui sintetizziamo: La informo di un nuovo ma terribile esperimento che non le consiglio di ripetere personalmente. Ero impegnato in una ricerca per determinare la forza dellelettricit; a questo fine avevo sospeso con due corde di seta una canna di fucile che riceveva lelettricit da una macchina a globo. Allaltra estremit della canna era agganciato un filo di ottone che pescava in una boccia parzialmente riempita di acqua. Con una mano sostenevo la boccia mentre con laltra cercavo di trarre scintille dalla canna di fucile. Improvvisamente ho ricevuto uno shock terribile, come se fossi stato colpito da un fulmine Era stata scoperta la Bottiglia di Leida, il primo condensatore elettrico. Grazie alla straordinaria capacit di accumulare quantit assai grandi di elettricit, la bottiglia di Leida fu oggetto di studi da parte di tutti i pi importanti scienziati della epoca ed in particolare di Benjamin Franklin (1706-1790), linventore del parafulmine. Fu rapidamente perfezionata e portata
10

alla forma che tutti conosciamo: un involucro cilindrico isolante con due armature metalliche, poste allinterno ed allesterno dellinvolucro. Ne furono realizzate di grandissime, spesso collegate in parallelo (in batteria), per aumentarne la capacit ed ideati strabilianti e, talora, crudeli esperimenti. Con la sua potenza si poteva trasmettere la scossa elettrica attraverso catene umane di centinaia di individui, fondere istantaneamente fili metallici ed uccidere animali e persone. Sulla scia delle esperienze di Franklin sul parafulmine e sulla possibilit di convogliarne ed imprigionarne la potenza, alcuni sperimentatori persero la vita. Il primo martire dellelettricit fu il professor Richmann di San Pietroburgo nel 1753 ucciso da una scarica atmosferica scaturita da una sua apparecchiatura non corret-tamente messa a terra. La scoperta del condensatore ed i fondamentali lavori di Franklin sul potere delle punte, portarono ad una nuova generazione di macchine elettrostatiche. Lultima di vecchia generazione, a cilindro ruotante ma con il pettine
11

a punte collettore di carica fu quella del costruttore inglese Nairne, cui si affiancarono quelle pi moderne a disco di Ramsden, Van Marum, etc. Le macchine elettrostatiche a strofinio furono costruite ed usate fino alla met del 1800 circa, poi furono progressivamente abbandonate per laffermarsi di quelle ad induzione, pi affidabili e potenti. Vediamo quale sia il principio di funzionamento di una macchina elettrostatica di grande diffusione nel 1770, come quella di Ramsden.

12

Un disco di vetro sorretto da sostegni in legno pu essere messo in rotazione con una manovella. Il disco strofinato sulle due facce da due coppie di cuscinetti pelle imbottita, poste sulla verticale. Sul diametro orizzontale, sorretti da colonnine isolanti in vetro, sono posti due grossi cilindri metallici, detti conduttori, i quali ad una delle estremit sostengono due tubi ad U muniti di punte metalliche (collettori) che abbracciano il disco senza toccarlo. I collettori sono uniti da un tubo trasversale di minor diametro. I cuscinetti sono resi conduttori con amalgama di zinco o stagno e comunicano col suolo mediante una catenella. Il disco A per strofinio con i cuscinetti si elettrizza positivamente, mentre i cuscinetti si caricano negativamente ma perdono la loro carica per essere in comunicazione col suolo tramite la catenella. Il vetro, ricco in cariche positive, passa continuamente davanti ai pettini collettori ed induce su di essi delle cariche negative mentre i conduttori C si elettrizzano positivamente. Le cariche negative sfuggite dai pettini neutralizzano il disco, cos che si pu considerare allo stato neutro prima di passare sotto la seconda coppia di cuscinetti, dove viene nuovamente elettrizzato. Sui conduttori si accumulano nuove cariche e ci potrebbe avvenire allinfinito, solo che, raggiunta
13

una certa tensione, comincia la dispersione delle cariche attraverso laria ed attraverso i sostegni isolanti stessi. Quindi, anche in condizioni ottimali (aria secca, ottima geometria delle parti metalliche, buon isolamento dei supporti) ciascuna macchina ha un suo limite di tensione che non pu essere superato. La macchina d solo elettricit positiva, per non mettendo a terra la catenella, ma collegandola ad un conduttore metallico ben isolato, si potr raccogliere su questo la carica negativa.
Macchina elettrostatica di Ramsden. Collez. D Urbani

La pi colossale macchina elettrostatica a strofinio fu quella progettata dellolandese Martinus van Marum nel 1784 e costruita dallinglese John Cuthberson, che allora lavorava ad Amsterdam, oggi conservata nel Teyler Museum di Haarlem. Questa imponente macchina aveva due dischi del diametro di circa 165 cm che necessitavano per essere messi in rotazione da 2 a 4 operatori. La macchina sparava scintille di oltre 60 cm e poteva essere collegata ad una batteria di 65 bottiglie di Leida producendo scariche in grado di fondere sbarre di svariati metalli.

14

Alcuni dei pi diffusi tipi di macchine elettrostatiche a strofinio.

15

Macchine elettrostatiche ad induzione


Intorno al 1775 lo scienziato italiano Alessandro Volta (1745 1827) scoperse quello che avrebbe chiamato fantasiosamente elettroforo perpetuo. Lelettroforo costituito da un disco composto da una miscela di resine (cera, colofonia, trementi-na) detto stiacciata o focaccia, contenuto in un piatto metallico e da un disco metallico munito di un manico isolante, detto scudo. La stiacciata veniva caricata negativamente per strofinio o battuta con una pelliccia di gatto, quindi si poneva lo scudo a contatto con la stiacciata. Ricordiamo che la stiacciata di materiale isolante, quindi pu perdere le cariche solo nei pochi punti in cui viene in contatto con lo scudo. Per il resto le cariche negative restavano sulla stiacciata ed inducevano cariche positive sul lato dello scudo prossimo a questa e negative su quello opposto.
16

Se uno non ha scarpe di gomma, toccando la parte superiore dello scudo, le cariche negative sfuggono verso terra e lo scudo resta carico positivamente. Lo scudo cos carico, pu essere utilizzato per trasferire elettricit ad altri corpi. Siccome la stiacciata non ha perso cariche, essa resta elettrizzata e si pu ripetere il procedimento quante volte si vuole. In un ambiente ben asciutto e protetto la stiacciata poteva restare carica anche per molti giorni senza dover essere rielettrizzata: fu per questo che Volta chiam il suo elettroforo perpetuo. Lelettroforo il primo dispositivo in grado di separare e, quindi, produrre cariche elettriche utilizzando il fenomeno dellinduzione elettrostatica. Questo fenomeno pu essere assai ben compreso studiando le leggi del campo elettrostatico (vedi le voci corrispondenti su di un qualsiasi libro di fisica o su Wikipedia). Se prendiamo in lungo conduttore metallico, che chiameremo indotto, sostenuto da un supporto isolante ed avviciniamo ad esso un corpo (inducente) fortemente elettrizzato (conduttore o no), sia positivamente che negativamente, notiamo che lindotto riceve una elettrizzazione temporaneadi segno contrario nella parte pi prossima allinducente e di segno uguale nella parte pi lontana. Allontanando linducente, lindotto ritorna allo stato neutro. Se lindotto viene diviso in due met mentre sottoposto allinfluenza dellinducente, ciascuna delle met serba la carica ivi indotta e risulta, quindi, elettrizzato anche in assenza dellinflusso dellinducente.

17

Questo effetto si pu ottenere, invece di dividere in due lindotto, mettendo in comunicazione con un ponte conduttore le due parti quando sono sotto linfluenza dellinducente e togliendo tale ponte mentre sono ancora sotto linfluenza. Quindi affinch linduzione temporanea produca un effetto permanente necessario, quindi, realizzare un dispositivo che metta in contatto le due parti mentre sono sotto influenza e poi le separi. Importante: una delle due parti pu essere la terra. Se mettiamo a terra un conduttore posto vicino ad un corpo elettrizzato, questo, tolta la comunicazione a terra, rester carico di elettricit eteronima allinducente. Chiariamo col seguente esempio. Sia B un corpo elettrizzato posto tra due conduttori isolati A e C allo stato neutro. B indurr le carche in A e C come in figura. Quindi mettiamo in comunicazione Gli estremi di A e C con un filo metallico H. Questo neutralizzer le cariche di A e + di C, lasciando i conduttori carichi in modo opposto. Tutte le macchine elettrostatiche ad induzione repli-cano in modo automatico il funzionamento dellelettroforo.
18

Non per solo linduzione che consente il funzionamento dellelettroforo e delle macchine ad induzione, ma un ruolo fondamentale lo gioca la capacit. Si definisce capacit C di un conduttore la propriet che esso possiede di acquistare un certo potenziale V quando gli sia stata comunicata una certa carica Q . Ossia: (1) C=Q/V Inoltre la capacit di un corpo proporzionale alla sua superficie esterna (oltre che alla sua geometria), in quanto le cariche si distribuiscono solo su di essa. Se noi immettiamo la stessa quantit di carica in corpi di capacit diversa, vediamo che il potenziale da essi raggiunto sar tanto maggiore quanto minore sar la loro capacit. Un dispositivo atto ad accumulare pi carica elettrica di quanto sarebbe consentito dalla geometria dei conduttori che lo compongono il condensatore. Esso costituito da due fogli metallici (armature) separati da un isolante (dielettrico): la bottiglia di Leyda un primitivo condensatore. Ci che determina la capacit C di un condensatore la superficie (S) delle armature, la distanza (d) fra esse, la natura del dielettrico. La relazione matematica che lega queste grandezze :
19

(2)

C = x S/d

dove la costante dielettrica del mezzo, ossia il suo potere isolante. Se noi abbiamo un condensatore piano il cui dielettrico costituito da aria caricato con una certa carica Q ed a un certo potenziale V e ne allontaniamo di colpo le armature - ossia d della (2) aumenta - si ha che C diminuisce e, di conseguenza V della (1) aumenta. Un condensatore ad elevata capacit richiede pi cariche elettriche per raggiungere eguale potenziale in rapporto ad uno di piccola capacit, analogamente a come avviene per i liquidi dove il medesimo volume di liquido raggiunge diversi livelli in rapporto alla capacit del recipiente ove viene versato. Lelettroforo di Volta sostanzialmente anche un condensatore: la stiacciata il dielettrico di un certo spessore che separa due armature: lo scudo ed il piatto metallico che la contiene, allontanando di colpo lo scudo (aumenta d) e di conseguenza diminuisce la capacit provocando un innalzamento di V che consente alla scintilla di scoccare. Questo effetto viene utilizzato in molte macchine elettrostatiche dove col movimento di parti o settori metallici si accumulano cariche elettriche in condensatori a capacit maggiore e poi, distanziando le armature, se ne diminuisce la capacit, innalzando notevolmente il potenziale. Numerose furono le macchine primitive ( Bennet, Cavallo, etc.) che cercarono di attuare meccanicamente questi processi.
20

Una delle pi semplici ed efficienti fu quella ideata da Giuseppe Belli (1791 1860), insigne fisico pavese. Il duplicatore di Belli. Un braccio ruotante isolato reca alle sue estremit due dischi di metallo C e D (portatori). Nella loro rotazione i dischi passano allinterno di due induttori A e B piegati ad U ed isolati su colonnine di vetro. Gli induttori recano allinterno 2 mollette, s e s, che sfiorano i dischi al loro passaggio. I dischi , al momento che stanno per uscire dagli induttori toccano un conduttore metallico H isolato posto allestremit degli induttori come in schema. H viene chiamato neutralizzante e lo ritroveremo nelle macchine a disco col nome di conduttore diametrale. Supponiamo che A sia elettrizzato negativamente (-), il disco C entra in A (-) sfiora la molletta s, cede la carica (-) e, subito dopo, per induzione riceve una carica positiva che mantiene per aver sfiorato il neutralizzatore H. Adesso C (+) e ruotando entra in B (+) gli cede la carica positiva per contatto con la molletta s, abbandonata la molletta su di esso verr indotta una carica (-) e
21

succes-sivamente sfiorer H. Questa carica sar trasferita ad A incrementandone il potenziale (-) e potr indurre in C una carica (+) pi forte in C, e cos via. Lo stesso si pu dire del disco D, cambiandone il segno di elettrizzazione. Ci porta ad un progressivo aumento delle cariche negli induttori, elevandone il potenziale. Diciamo subito che il funzionamento non facilmente intuitivo ed alquanto cervellotico, soggetto anche a diverse interpretazioni. Questo ancora di pi evidente nelle successive e pi complesse macchine elettrostatiche. Esaminando quanto da vari autori scritto su queste macchine e sulle disamine, spesso molto differenti, del loro funzionamento, ci si rende conto che i criteri alla base della loro progettazione sono essenzialmente empirici. Pertanto, dora in poi, faremo una semplice carrellata sui modelli che hanno avuto maggiore diffusione, soffermandoci solo su quelli il cui funzionamento sia semplice e facilmente comprensibile. Quello che bisogna solo avere presente che tutte le elettrostatiche ad induzione necessitano di tre componenti fondamentali: induttori, portatori e sistemi di raccolta delle cariche. Conduttori diametrali, neutralizzanti, spazzoline e pettini di varia foggia sono importantissimi, come la geometria delle varie parti, ma non sempre tutti necessari ad un corretto funzionamento dellapparecchio. Macchina elettrostatica di Holtz ad induttori fissi (1865).
22

Questa macchina fu una delle prime ad avere una buona e costante produzione di elettricit ad alto voltaggio e, conseguentemente, una buona diffusione .

Consiste in un disco in vetro che ruota di fronte ad un altro disco fisso, leggermente pi grande. Sul disco fisso, in posizione diametralmente opposta, sono incollati due induttori in carta verniciata con una o pi punte che passano attraverso due finestre praticate nel vetro ed arrivano quasi a toccare il disco rotante. Anteriormente al disco rotante, di fronte agli induttori, sono posizionati i collettori, costituiti da pettini a punte collegati o a cilindri metallici , od a due bottiglie di Leida. Collegate ai collettori
23

sono poste due aste mobili, terminanti con due sferette metalliche (spinterometri) tra le quali scocca la scintilla. In genere la Holtz non era autoeccitante, ma necessitava di essere avviata elettrizzando per strofinio od induzione uno degli induttori. Macchina elettrostatica di Voss (1880). Una macchina che ebbe ancor maggiore successo e diffusione quella di Voss. Anchessa si compone di un disco fisso, di fronte al quale ruota un disco leggermente pi piccolo. Il disco fisso porta sulla faccia posteriore 2 induttori in carta verniciata simmetrici reniformi. La particolarit di questi induttori che tra la loro faccia inferiore ed il disco che li sostiene sono posti dei piccoli settori di stagnola di forma particolare (vedi figura). Il disco rotante reca 6 portatori circolari con un piccolo bottone al centro. A circa 30 gradi sul diametro orizzontale e collegati con la parte metallica degli induttori sono posti dei pennellini metallici che posso sfregare leggermente con i bottoni dei portatori. Anteriormente e sul diametro orizzontale sono posti due pettini collettori collegati con due bottiglie di Leyda e gli
24

spinterometri tra cui scocca la scintilla. Sempre anteriormente ed a 45 posto un conduttore diametrale con due pennellini metallici che mettono in contatto i portatori opposti. La macchina si eccita molto facilmente da sola ed in grado di funzionare anche con umidit relativamente alta. Macchina elettrostatica di Wimshurst (1883). Questa macchina elettrostatica forse la pi diffusa nei gabinetti di fisica scolastici per la sua capacit di funzionare anche in condizioni di tempo umido, di fornire una buona intensit di corrente a tensioni elevate in modo continuo e regolare, con uno sforzo sulla manovella relativamente ridotto. Rappresenta un evoluzione di altre macchine a dischi rotanti e deve buona parte del suo successo anche alla semplicit costruttiva. E costituita da due dischi in vetro o in ebanite od altro materiale isolante. I dischi sono montati molto vicini sullo stesso asse ed in grado di ruotare in opposte direzioni per mezzo di pulegge. Sulle superfi-ci esterne dei dischi sono fissati numerosi settori metallici (che agiscono sia come portatori che come induttori), di forma deducibile dalle figure, sempre in numero
25

pari. A circa 45 sul diametro orizzontale di ciascuno dei dischi sono fissate delle astine con pennelli metallici (barre neutralizzatici) che mettono in contatto i settori diametralmente opposti. Sul diametro orizzontale sono posti dei pettini ad U (collettori) che abbracciano i due dischi e sono posti in collegamento con lo spinterometro ed, eventualmente con una coppia di bottiglie di Leida. Azionando la manovella i due dischi ruotano in antefase e, sfregando contro le spazzole, immagazzinano sulle loro superfici delle cariche di opposta polarit. Ogni volta che un settore entra in contatto con una spazzola, la sua carica cambia da positiva a negativa o viceversa, il risultato che i settori si caricano positivamente su una met del disco e negativamente sullaltra. La carica statica sulle spazzole viene raccolta dai pettini ed inviata allo spinterometro dove scoccano nutrite scintille. Macchina a condensatori di Wommelsdorf (ca. 1900). Questa macchina rappresenta lultima evoluzione delle macchine elettrostatiche di tipo tradizionale ad induzione. Infatti, lo sviluppo della elettronica e di una componentistica
26

sempre pi complessa e raffinata portarono allabbandono di queste macchine che, oltre ad una notevole comples-sit costruttiva, mostravano comunque una certa inaffidabilit e capricciosit di funzio-namento. La macchina di Wommelsdorf unisce caratteristiche di macchine a induttori fissi e rotanti e venne realizzata anche in dimensioni notevoli con numerosi dischi rotanti. in grado di fornire buona intensit di corrente e di raggiungere differenze di potenziale di svariate centinaia di migliaia di volts. Per queste sue caratteristiche ha trovato una sua collocazione nei laboratori di fisica universitari fino ad oltre il 1930. Ne omettiamo una descrizione pi particolareggiata per via della sua complessit. Vale adesso la pena di citare brevemente alcune macchine elettrostatiche dal funzionamento particolarmente originale, di cui un modello in particolare ha trovato una notevole diffusione. Macchina elettrostatica di Padre F. Cecchi (1863) - Macchina di F.P.Carr. Generatore a strofinio e a induzione proposto da Filippo Cecchi verso il 1863 che precedette di pochi anni quello ideato da Ferdinand-Philippe Carr. Le due macchine, assai simili, funzionano in modo identico. I due dischi sono posti in rotazione grazie ad un sistema di pulegge. Il disco inferiore, di vetro, strofinato da due cuscinetti di cuoio,
27

mentre la superficie del disco superiore, di ebanite, riceve le cariche indotte da un pettine di ottone opposto al disco di vetro e le trasporta continuamente all'altro pettine collettore, fissato ad un grande conduttore di ottone sferico posto su di una colonnina di vetro. Lungo le gambe del tavolo corrono dei fili per la messa a terra. Questi sono riuniti ad un elettrodo di ottone fissato al sostegno di mogano tornito del conduttore.(da Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze). Questa macchina leg-germente, modificata dal francese Carr , fu ampiamente utilizza-ta negli studi medici di elettroterapia e per alimentare i primi tubi a raggi X

Macchina elettrostatica a vapore di W.G. Armstrong (1840).

28

Nel 1840, mentre era intento alla riparazione di una caldaia a vapore, un meccanico fu investito da una forte scarica elettrica. Armstrong, che era presente, ne fu molto incuriosito ed indagando sul fenomeno scopr che il vapore che fuoriusciva dalla caldaia era caricato positivamente, mentre la caldaia si caricava negativamente. Insieme a Michael Faraday realizz una macchina che, attraverso un potentissimo getto di vapore, produceva scintille lunghe qualche decina di centimetri. Il fenomeno aveva luogo per lo strofinio delle piccole gocce di condensa contenute nel vapore contro le pareti dellugello. La parte pi critica di questo apparecchio, oltre al perfetto isolamento della caldaia dal suolo, proprio il dispositivo che deve produrre il getto di vapore. Sostanzialmente, il vapore secco e surriscaldato proveniente dalla caldaia passava dentro una scatola raffreddata ad acqua dove condensava parzialmente. Il vapore veniva poi fatto passare attraverso dei particolari ugelli metallici con la parte interna in legno, dove si caricava positivamente. Un sistema di pettini collegato ad un grosso conduttore isolato raccoglieva la carica. Generatore elettrostatico ad acqua di Lord Kelvin (1872).
29

Una delle pi originali ed interessanti macchine elettrostatiche quella ad acqua ideata dal grande fisico inglese William Thomson (1824-1907), pi conosciuto come Lord Kelvin. Nella sua forma schematica costituito da due anelli metallici A e B collegati elettricamente ed in modo incrociato con due recipienti metallici C e D sottostanti gli anelli stessi. Sopra gli anelli sono posti due ugelli che lasciano fuoriuscire lacqua sotto forma di un rapissimo susseguirsi di minute goccioline dacqua. Un iniziale sbilanciamento di carica presente fra gli ioni dellacqua che fuoriesca dagli ugelli, pu far si che una prima gocciolina sia leggermente carica negativamente.
30

positivamente

Facciamo conto che la gocciolina + dopo essere passata attraverso A cada nel recipiente C comunicandogli la sua carica. Ci rende leggermente positivo lanello B che attrarr di preferenza le goccioline cariche negativamente. Queste cadendo nel recipiente D lo caricheranno negativamente e renderanno sempre pi negativo lanelloA che attrarr di preferenza le goccioline cariche positivamente che caricheranno ulteriormente il recipiente C. Alla lacqua finisce per essere separata in due flussi di carica opposta che rinforzeranno la carica dei recipienti C e D e quella degli anelli opposti. Alla fine da differenza di potenziale raggiunta fra i recipienti, se sono sufficientemente vicini, far scoccare una scintilla. La corrente prodotta pu essere anche utilizzata per caricare due bottiglie di Leida, come si vede nel disegno originale, ottenendo scintille pi potenti e fragorose.
Generatore di Lord Kelvin Ca. 1920 Collezione Diego Urbani.

Macchine elettrostatiche a cinghia. E un fenomeno noto e pi volte osservato che le cinghie di trasmissione sviluppano elettricit statica. Una cinghia di buon materiale isolante si carica elettricamente per strofinio (triboelettricit) sulle pulegge. Nel 1700 furono anche costruite macchine a strofinio che utilizzavano larghe cinghie di seta ruotanti su grossi rulli; non ebbero

31

per molto successo. Fra queste ricordiamo quella di Rouland del 1785, qui accanto riportata. Lelettricit prodotta aumenta con la velocit di rotazione della cinghia. Il prof. Ougrinoff a Mosca nel 1912 dimostr che con cinghie ruotanti ad oltre 20 metri al secondo si potevano raggiungere differenze di potenziale di oltre 80.000 V. Insieme alle macchine a cinghia funzionanti per triboelettricit sono state costruite anche macchine ad induzione a cinghia, funzionanti in modo similare alle macchine a disco senza settori o con i settori metallici, solo che questi erano disposti lungo la cinghia.

Elettrometro ad induzione di Augusto Righi (1872). Nella sua tesi di laurea il Prof. Augusto Righi (1850-1920), insigne studioso dei fenomeni elettrici e della trasmissione delle onde elettro-magnetiche, present un dispositivo mediante il quale poteva essere rivelata la presenza di cariche anche molto deboli.
32

Una cinghia isolante su cui sono posizionati numerosi anellini metallici scorre su due pulegge, di cui una messa a terra. In prossimit di questa si trova un piccolo conduttore metallico (induttore) in contatto con loggetto di cui si vuole rivelare la carica. Questo carica per induzione gli anellini metallici, via via che passano sotto di esso. Continuando il suo viaggio la cinghia entra in una piccola sfera isolata di rame dove gli induttori toccano un contatto cedendo la loro carica alla sfera. Si ha cos nella sfera un accumulo di cariche per addizione che pu essere facilmente rivelato e misurato con un adeguato strumento. Macchina elettrostatica di R.J. Van der Graaff (1929). Numerosi tipi di macchine elettrostatiche a cinghia furono realizzate a cavallo tra l800 ed il 900, ma nessuna ebbe applicazioni degne di nota. Fu il giovane Robert Jamieson Van der Graaff che, nel 1929 a 29 anni, invent quella che sarebbe stata la pi efficiente e diffusa macchina elettrostatica sia nei laboratori di fisica atomica che scolastici. E quasi incredibile la semplicit costruttiva di questa macchina ed il fatto che nessuno ci sia arrivato prima e tutti si siano arrestati ad un soffio dalla sua realizzazione. La macchina di Van der Graaff costituita da due rulli che trascinano una cinghia di materiale isolante. Allaltezza del
33

rullo inferiore collocato un generatore di alta tensione 5/20 KV) che, mediante una serie di punte trasferisce, per effetto corona, le cariche sulla cinghia. La cinghia sale verso il rullo superiore che situato entro una sfera metallica cava portando con se le cariche. Allaltezza del rullo superiore posto un secondo pettine dal quale sfuggono per effetto corona le cariche di segno opposto a quelle presenti sulla cinghia neutralizzandole. In questo modo la sfera si carica di elettricit omologa a quella della cinghia. IL potenziale raggiunto dalla sfera limitato solo dalleffetto corona e dal potere isolante del mezzo ( in questo caso aria) in cui immerso. La sfera pu essere, indifferentemente caricata negativamente o positivamente: ci dipende unicamente dalla polarit delliniettore di alta tensione. Nei piccoli modelli per uso didattico, di norma, non viene utilizzato liniettore ad alta tensione, ma la cinghia si carica per triboelettricit strofinando sul rullo inferiore. In questo caso la polarit di carica determinata dalla coppia triboelettrica prescelta. Van der Graaff nel 1931 inizi la costruzione di uno dei pi grandi generatori mai realizzati, di cui proponiamo alcune immagini. Era del tipo a due colonne, una positiva ed una negativa montate su carrelli ferroviari per regolarne la distanza. Fu costruito allinterno di
34

un hangar per dirigibili a Round Hill (South Dartmouth, Mass.), era alto pi di 10 metri e allinterno delle le sfere del diametro di circa 2 metri, era situato anche un piccolissimo laboratorio. La macchina era in grado di raggiungere una DDP tra le sfere di oltre 5.000.000 di volts e di produrre enormi scintille di alcuni metri di lunghezza. La macchina ancora visibile presso il M.I.T.

35

36

Un'altra impressionante macchina fu costruita in occasione dellesposizione universale di Parigi del 1937 nel Palais de la Dcouverte; era alta ben 14 metri ed in grado di superare agevolmente i 5 Mvolt. Purtroppo, a seguito delle vicissitudini della guerra, di essa non resta pi nulla. Come precedentemente detto, uno dei limiti nel raggiungimento di elevatissime differenze di potenziale dato dal limitato potere isolante dellaria e dalleffetto corona. Attualmente i generatori di Van der Graaff vengono costruiti entro contenitori pressurizzati con particolari miscele di gas e con raffinati accorgimenti tecnici.
37

Uno degli ultimi tipi il cosiddetto Pelletron, in cui la cinghia una sorta di catena ottenuta frapponendo elementi isolanti ed elementi conduttori.
Attualmente, luso dei generatori di tipo elettro-statico, fatta eccezione per i pi evoluti Van der Graaf, relegato nellambito dei laboratori scolastici e nella cerchia di alcune migliaia di appassionati collezionisti e costruttori sparsi in tutto il mondo. Per chi volesse rendersi conto dellinteresse che queste affascinanti macchine ancora suscitano, consigliamo di andare su qualche motore di ricerca semplicemente cliccando sulle parole: electrostatic generator Van der Graaf generator (non il famoso complesso rock!) electrostatic machine e le corrispondenti voci in italiano. Uno dei migliori e pi completi siti da cui si pu attraverso numerosi link accedere a tutto il panorama dellelettrostatica nel mondo : www.coe.ufrj.br/~acmq/electrostatic.html. Molte delle notizie ed immagini qui riportate sono tratte da testi vecchi di oramai di 100 e pi anni, nonch dai siti di varie istituzioni, cui va il mio ringraziamento. Uno, particolarmente caloroso, al caro amico Prof. Paolo Brenni, che da anni mi supporta, e sopporta nel mio hobby di collezionista e ricercatore, cui devo molte informazioni sullargomento e di cui consiglio larticolo reperibile in rete: Brenni, Paolo, "The Van de Graaff Generator -- An Electrostatic Machine for the 20th Century ". Bulletin of the Scientific Instrument Society No. 63. 1999.

38

Diego Urbani Gennaio 2010

39

Potrebbero piacerti anche