La tecnica permette di separare due componenti di un miscuglio
sfruttando la diversa solubilità in due solventi che abbiano la proprietà di essere non miscibili. L’apparecchiatura utilizzata per l’estrazione è l’imbuto separatore che è un contenitore di vetro, munito di un rubinetto. Si versa nell’imbuto separatore, dopo avere chiuso il rubinetto sottostante, uguali volumi di acqua e etere di petrolio. Si prepara un miscuglio di iodio a scaglie (I2) e solfato di rame (CuSO4) e si versa con una spatola, nell’imbuto separatore. Si tappa l’imbuto e si agita vigorosamente, facendo sfiatare di tanto in tanto i vapori sviluppati. Si fissa l’imbuto al sostegno e si tiene a riposo finché i due liquidi non si sono separati. Il liquido inferiore, più denso, sarà la soluzione acquosa di solfato di rame che assumerà una colorazione azzurra, il liquido superiore, meno denso, è costituito dalla soluzione etere di petrolio e iodio, che risulterà di colore viola intenso. Aprendo e chiudendo il rubinetto in modo adeguato, si raccolgono i liquidi non miscibili in due becher diversi, posti sotto l’imbuto separatore.