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Patologie dell’apparato respiratorio

Le funzioni principali dell’apparato respiratorio


sono quattro:
●Scambio di gas tra atmosfera e sangue
●Regolazione omeostatica del pH corporeo
●Protezione da patogeni inalati o da sostanze
irritanti
●Vocalizzazione
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Polmonite
• Processo infiammatorio del parenchima polmonare causato da
un microrganismo patogeno, è caratterizzata da una reazione
infiammatoria a livello alveolare dovuta a virus, batteri o altri
microrganismi;
• Quando la polmonite interessa uno o più lobi polmonari, può
provocare una reazione infiammatoria a livello alveolare dovuta
ai leucociti neutrofili che riempiono gli alveoli producendo
edema della mucosa e secrezioni che ostruiscono le vie aeree,
riducendo la pressione parziale di ossigeno alveolare;
• Si parla di broncopolmonite quando l’infiammazione è
distribuita in modo irregolare in più aree dei bronchi
estendendosi al parenchima polmonare circostante
• Distinguiamo quattro categorie di polmoniti:
• di comunità, ospedaliere, da immunodepressione, da
aspirazione
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FATTORI DI RISCHIO e Sintomatologia


• DIFESE IMMUNITARIE COMPROMESSE
• SCOMPENSO CARDIACO
• BPCO
• DIABETE
• Sintomi:
• Febbre
• Dolore toracico
• Tachipnea , dispnea, ortopnea
• Cefalea
• Mialgie
• Faringite
• Cianosi periferica
• Facile stancabilità, inappetenza
• Crepitii, aumento del FVT (fremito vocale tattile), rumori respiratori,
ottusità alla percussione
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DIAGNOSI e terapia
• Esame obiettivo
• Rx torace
• Esame colturale dell’espettorato, emocoltura
• Terapia:
• Antibiotica mirata in seguito alla risposta dell’antibiogramma
• Nelle polmoniti virali la terapia è fondamentalmente di supporto; gli
antibiotici sono indicati solo quando si instaurano sovrainfezioni
batteriche a livello polmonare, bronchiale o dei seni nasali.
• Il paziente deve essere idratato; vengono somministrati antipiretici,
sedativi della tosse, decongestionanti ed antistaminici. Va osservato il
riposo a letto; se si sviluppa ipossia si somministra ossigeno
• Nell’anziano le infezioni polmonari sono più difficili da riconoscere e
da trattare, ed hanno una mortalità più alta che nei giovani. Per
questo si consiglia di effettuare in questi pazienti la vaccinazione anti-
influenzale ed antipneumococcica
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Complicanze
• Shock e insufficienza respiratoria –
• Il trattamento in questo caso può comprendere un supporto
emodinamico e ventilatorio, per garantire ossigenazione e
pressione arteriosa; possono essere somministrati cortisonici per
combattere lo shock e la tossicità
• Atelectasia e versamento pleurico – l’atelectasia si crea ogni
volta che un bronco si ostruisce e si riempie di catarro; il
versamento si verifica nel 40% delle polmoniti batteriche e può
essere non complicato, complicato ed empiema.
• Il trattamento prevede la toracentesi, per l’evacuazione del liquido
e l’antibiogramma; in caso di empiema può essere applicato un
drenaggio toracico, oppure ricorrere all’intervento chirurgico
• Superinfezione – si verifica prevalentemente in pazienti che
hanno ricevuto numerosi cicli antibiotici, e che hanno sviluppato
farmacoresistenza.
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ASSISTENZA INFERMIERISTICA
• Rilevazione dei sintomi e segni della polmonite:
• febbre, dispnea, fatica, dolore toracico, tosse con espettorato.
• Vanno valutati:
• Cambiamenti della TC e del polso arterioso
• Quantità e qualità delle secrezioni
• Frequenza e intensità della tosse
• Grado di tachipnea o dispnea
• Nell’anziano potrebbe sussistere stato confusionale e
disidratazione che vanno rilevati all’esame obiettivo.
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PROBLEMI e D.I.
• Inefficace liberazione delle vie aeree correlata ad
abbondanti secrezioni bronchiali
• Intolleranza all’attività fisica correlata ad alterazione della
funzione respiratoria
• Rischio di disidratazione correlata a febbre e dispnea
• Nutrizione inferiore al fabbisogno
• Insufficiente conoscenza del regime terapeutico e delle
misure preventive
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OBIETTIVI
• Favorire la pervietà delle vie aeree
• Garantire il riposo per evitare stress ed ulteriore
affaticamento;
• Garantire un giusto apporto di liquidi e nutrienti
• Favorire la conoscenza del protocollo terapeutico e delle
misure preventive
• Prevenire le complicanze
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RISULTATI ATTESI
• Miglioramento dell’attività respiratoria e dell’ossigenazione
• Recupero dell’energia fisica attraverso il riposo
• Mantenimento dell’idratazione e dell’apporto nutritivo
• Il paziente conosce e descrive le strategie terapeutiche,
aderisce al programma e agli interventi di prevenzione
delle complicanze
• Il paziente non presenta complicanze
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Interventi
• Favorire un’adeguata assunzione di liquidi: la tachipnea e la febbre
comportano un aumento della dispersione di liquidi , pertanto è
opportuno far assumere almeno 2000ml di liquidi al giorno
• Posizionare il paziente in posizione semi-Fowler (30-45°) con cambi
frequenti di lato per favorire l’eliminazione delle secrezioni; raccomandare
il riposo a letto e di evitare sforzi eccessivi
• Umidificare le vie aeree attraverso l’inalazione di aria calda umidificata
• sollecitare l’espettorazione attraverso la produzione di tosse efficace,
• attivare esercizi di fisioterapia respiratoria,
• effettuare bronco aspirazione all’occorrenza
• somministrare l’ossigeno su prescrizione medica;
• rilevare il miglioramento dell’ossigenazione attraverso pulsossimetria o
l’emogasanalisi
• Mantenere la nutrizione – l’astenia provoca inappetenza; è importante
proporre bevande nutrienti o, in alternativa, somministrare e.v. liquidi con
elettroliti
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Interventi
• Verificare la rispondenza al trattamento antibiotico attraverso il
miglioramento dei sintomi e segni della malattia e l’evoluzione dei
reperti rx;
• Rilevare tempestivamente i segni e sintomi di shock ed insufficienza
respiratoria (pulsossimetria e monitoraggio emodinamico) ed attivare
gli interventi urgenti (somministrazione di liquidi, intubazione);
• In caso di versamento pleurico, collaborare con il medico per
effettuare la toracentesi o per controllare il funzionamento del
drenaggio toracico;
• evidenziare il peggioramento della sintomatologia, che può essere
indizio di superinfezione; rilevare segni di confusione mentale che
può essere indicativa di ipossiemia, disidratazione, febbre, sviluppo di
sepsi
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ASSISTENZA DOMICILIARE
• E’ importante garantire la continuità assistenziale e
l’aderenza al regime terapeutico.
• Va stimolata la lenta ma costante e progressiva ripresa
dell’attività fisica, l’attuazione di esercizi di ginnastica
respiratoria, l’effettuazione dei controlli strumentali e clinici
prescritti.
• Promuovere un’alimentazione adeguata, far comprendere
al paziente la necessità di smettere di fumare, di evitare
sbalzi di temperatura e l’eccessiva assunzione di alcool.
• I pazienti debilitati non possono provvedere all’autocura,
ma vanno assistiti a domicilio, accertando ,l’eventuale
comparsa di complicanze, educando la famiglia ad attuare
interventi di prevenzione di ricadute e complicanze
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LA TUBERCOLOSI
• E una malattia infettiva causata da vari ceppi di micobatteri (Mycobatterium
tuberculosis o Bacillo di Koch) che colpisce principalmente i polmoni, può
anche essere trasmessa ad altre parti del corpo, incluse le meningi, i reni,
le ossa e i linfonodi. Si trasmette attraverso via aerea.
• La tubercolosi è strettamente associata a povertà, malnutrizione,
sovraffollamento e ad assistenza sanitaria inadeguata.
• Si trasmette per via aerea attraverso le goccioline di Flugge. I bacilli si
depositano negli alveoli, e vengono trasportati nelle altre parti del corpo
attraverso il sistema circolatorio e linfatico.
• Il sistema immunitario reagisce attraverso i neutrofili e i macrofagi,
determinando reazione tissutale, accumulo di essudato negli alveoli,
broncopolmonite. Si formano dei granulomi, il cui contenuto diventa
necrotico, che vanno incontro a calcificazione
• Successivamente, per compromessa risposta immunitaria o per
reinfezione, il granuloma si ulcera, versando il contenuto caseoso nei
bronchi, flogosi e successiva cicatrizzazione del tessuto. In questo modo
la malattia si estende progressivamente al parenchima
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Epidemiologia
• E’ una patologia relativamente rara in Italia (l'incidenza nell'ultimo decennio
si è mantenuta costantemente sotto i 10 casi/100.000 abitanti, soglia considerata
per definire un paese come a bassa prevalenza), come molti paesi dell'Europa
occidentale.
• Globalmente si stima che 1,7 miliardi di persone siano infettate con
Mycobacterium tuberculosis e il 5–15% di queste svilupperà la malattia attiva
nel corso della propria vita. Pertanto, le persone con infezione tubercolare
latente rappresentano un grande “serbatoio umano” per la malattia.
• La TBC è endemica in tutto il mondo, ma i paesi ad alta endemia si trovano nel
Sud-Est Asiatico, Pacifico e Africa.
• Gli anziani sono i più colpiti, mentre tra gli immigrati la Tbc colpisce
prevalentemente la fascia di età tra i 25 e i 34 anni
• La reinfezione è il meccanismo più probabile nelle aree dove la tubercolosi è
prevalente e i pazienti sono esposti a un grande inoculo di bacilli.
• La Tb si diffonde per via respiratoria, tramite la tosse o gli starnuti di persone
infette.
Sintomi

• tosse cronica con espettorato striato di sangue,


• febbricola (raramente si riscontra febbre elevata)
• brividi,
• pallore,
• astenia,
• sudorazione notturna,
• perdita di appetito e di peso;
Nelle fasi successive :
• tosse produttiva con emottisi,
• dolore toracico,
• dispnea.
Diagnosi

- esame radiologico (comunemente una radiografia del torace),


- test cutaneo alla tubercolina,
- esami del sangue,
- esame microscopico e coltura microbiologica dei fluidi corporei;
L’esame obiettivo è di limitata utilità, spesso aspecifico.
Il test Mantoux è riservato alla diagnosi di infezione, non di malattia,
può essere utile se valutato insieme ad altri criteri diagnostici, il test
dovrebbe essere letto da personale medico a 72 ore dopo l'iniezione.
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Esame obiettivo
• Rilevazione delle manifestazioni cliniche quali febbre,
inappetenza, calo ponderale, fatigue, tosse,sudorazione
notturna.
• Valutazione dei linfonodi dolenti tramite palpazione.
• Verifica delle condizioni ambientali di provenienza.
Trattamento
TBC attiva: richiede l'assunzione di antibiotici multipli per ridurre la
possibilità che i batteri sviluppino una resistenza;
TBC latente: utilizza invece un singolo antibiotico (chemioprofilassi
preventiva).
Rispetto al breve periodo di cure di antibiotici tipicamente utilizzato
per altre infezioni batteriche, la TBC necessita di periodi molto più
lunghi (dai 6 ai 12 mesi) per eliminare completamente i micobatteri
dall'organismo.
Fase iniziale, o battericida: viene eliminata la maggior parte dei bacilli
tubercolari, i sintomi si risolvono e il paziente cessa di essere
contagioso;
Fase di mantenimento, o sterilizzante: necessaria al fine di eliminare i
micobatteri persistenti e prevenire le recidive.
La prevenzione si basa su programmi di screening e vaccinazione.
Assistenza infermieristica
al paziente affetto da TBC

MISURE GENERALI MISURE DI TRIAGE


Ammissione e accettazione al PS
Linee guida da seguire
in caso di ricovero accertato o sospetto -TRIAGE
-ISOLAMENTO
-TRASFERIMENTO
MISURE DI TRIAGE: ammissione e accertamento
I criteri valutativi che devono “allertare” l’infermiere di triage sono rappresentati, in
prima battuta, dalla presenza di una sintomatologia di tipo respiratorio, che
deve indurre ad un approfondimento dell’anamnesi, tesa ad individuare:
•storia pregressa di TB polmonare (trattata o meno)
•pregressa immigrazione e tempi ( meno di 2 anni) associati a condizioni sociali
sfavorevoli (assenza di fissa dimora oppure il recente soggiorno in carcere)
•soggiorni in istituti di ricovero per lungodegenti
•presenza di condizioni patologiche favorenti l’infezione tubercolare (infezione da
HIV, immunocompromissione, cirrosi scompensata, tossicodipendenza,
alcoolismo)
•presenza di tosse ed espettorato (>2 settimane) e toracoalgie
•episodi di emoftoe
•presenza di febbre o febbricola
•astenia
In caso di accertata o sospetta infezione polmonare di tipo tubercolare,
indipendentemente dall’attribuzione del codice di gravità, l’infermiere deve
immediatamente attuare gli interventi necessari per limitare il potenziale
contagio

in particolare:
•deve indossare una protezione respiratoria efficace (è necessario
adottare un filtrante facciale di categoria FFP2S, la sola
mascherina chirurgica è insufficiente)
•fare indossare all’utente una mascherina di tipo chirurgico,
sempre che le condizioni cliniche lo permettano, e
accompagnarlo in un locale adibito a camera
d’isolamento, o, se non è possibile usufruire di tale locale,
allontanarlo dagli altri utenti in attesa
MASCHERE DI PROTEZIONE
Le mascherine che garantiscono una maggiore protezione sono
quelle appartenenti ai livelli FFP1, FFP2 e FFP3 (filtering face
piece). Tale classificazione dei filtri si basa sull’efficacia protettiva
contro particelle di diverse dimensioni (al massimo 0,6 μm). Nelle
mascherine FFP2, l’efficacia minima è pari al 95 per cento, mentre
in quelle FFP3 al 99 per cento. L’effetto filtrante è dato da fibre con
carica elettrostatica, la cui efficacia diminuisce con l’usura e in
caso di umidità dell’aria superiore all’80 per cento. Le mascherine
FFP si inumidiscono dopo circa 8 ore.
Nei casi in cui sia necessario trasportare il soggetto al di fuori dell’area
d’isolamento, come avviene, ad esempio, per l’esecuzione degli esami
bisogna:

•avvertire preventivamente gli operatori del servizio cui l’utente è


destinato;
•identificare il percorso più breve di accesso al servizio, avendo cura di
non far transitare l’utente in momenti di flusso elevato di persone;
•promuovere l’ottimizzazione dei tempi d’esecuzione dell’esame,
evitando la sosta del soggetto nelle sale d’attesa, a contatto con
l’utenza in sosta;
•far indossare al soggetto una mascherina chirurgica, che dovrà
mantenere fino al rientro nell’area di isolamento, e che dovrà essere
sostituita, in caso di prolungamento dei tempi dell’esame, almeno
ogni 30 minuti.
La fase del trasferimento presso l'UO prevista per la gestione
del problema deve prevedere:

•l’informazione all’utente, per permettere l’eventuale presa dei contatti


con i familiari;
•l’accertamento della corretta trasmissione delle informazioni all’unità
di destinazione, per permettere all’équipe di cura di pianificare
correttamente l’assistenza;
•la verifica della completezza della documentazione clinica dell’utente;
•la programmazione del trasferimento fisico informando gli addetti al
trasporto sulla necessità di adottare apposite misure precauzionali;,
indossare mascherina FFP2S e, nel caso di trasporto in ambulanza,
provvedere ad evitare il trasporto del paziente in promiscuità con
altri utenti.
MISURE GENERALI
Il paziente deve essere collocato in una camera singola con servizi igienici che abbia
i seguenti requisiti:
1. pressione negativa rispetto alle aree circostanti
2. da 6 a 12 ricambi di aria/ora
3. appropriato deflusso di aria all’esterno o filtrazione ad alta efficienza dell’aria
prima della sua immissione in altre aree dell’ospedale (filtri HEPA)
Il degente deve rimanere in camera e la porta della stanza deve rimanere chiusa. Se la
camera singola non è disponibile, più pazienti con la stessa patologia possono
condividere la stessa stanza. Sarebbe auspicabile collocare il paziente in una
stanza dotata di zona filtro
Tutte le persone che entrano in contatto con il degente devono avere idonee
protezioni respiratorie individuali rispondenti alla normativa europea.
Per l’accesso alla stanza di degenza facciali filtranti di classe FFP2
Per l’assistenza al degente durante procedure invasive (che generano tosse..) filtranti
di classe FFP3
Ulteriori precauzioni da adottare
guanti monouso: l’uso è obbligatorio per tutte le manovre.
lavaggio mani
lenzuola, copriletto, federe, coperte di lana, materassi, cuscini: da
considerarsi potenzialmente contaminati devono essere smaltiti come
materiale infetto
dispositivi medici ed attrezzature: per quanto possibile utilizzare
dispositivi medici monouso. I dispositivi medici riutilizzabili e le
attrezzature al termine dell’utilizzo dovranno essere sottoposti ad idonei
trattamenti di decontaminazione, pulizia, disinfezione o se possibile,
sterilizzazione
sfigmomanometro, fonendoscopio, termometro: uso personale. Alla
dimissione, previa pulizia, sottoporli a processo di disinfezione o
sterilizzazione
EDUCAZIONE SANITARIA

DEGENTE : istruire il malato sulle norme igieniche da osservare per


prevenire la diffusione di microrganismi ad altri degenti o all’ambiente
(es: coprirsi naso e bocca con salviette monouso durante gli accessi di
tosse)
VISITATORI : limitare il più possibile l’affluenza dei visitatori durante il
periodo di contagiosità. Se necessario e previo consenso del Paziente,
informarli con discrezione e nel rispetto del segreto professionale e della
privacy, sul comportamento da tenere durante la visita del Paziente. Se
necessario fornire loro i Dispositivi di Protezione Individuale e spiegare
le modalità di utilizzo degli stessi, indicare loro di rivolgersi al Personale
di assistenza per ogni esigenza.
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D.I.
Liberazione inefficace delle vie aeree correlata ad abbondanti secrezioni
tracheobronchiali

• Obiettivi:
• Mantenere la pervietà delle vie aeree
• Adesione del paziente al regime terapeutico, alimentare e alle
misure igieniche di prevenzione per evitare il divulgarsi
dell’infezione
• Evitare le complicanze
• Minimizzare gli effetti collaterali dei farmaci.
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Interventi
• Promuovere la liberazione delle vie aeree, attraverso la
somministrazione di liquidi, il drenaggio posturale,
l’areosol terapia
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Interventi
• Adesione al regime terapeutico, farmacologico e
all’osservanza dei principi igienici indispensabili a
prevenire il propagare dell’infezione:
• (igiene del cavo orale,
• utilizzo di fazzoletti monouso,
• copertura di naso e bocca quando si tossisce o starnutisce,
• lavaggio frequente delle mani)
• Promuovere l’attività fisica in modo progressivo a una
nutrizione adeguata con pasti piccoli e frequenti e l’uso
eventuale di integratori alimentari
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Prevenzione delle complicanze


• Effetti collaterali della terapia farmacologica
(epatite,alterazioni neurologiche, disturbi gastrointestinali,
eritemacutaneo)
• Evitare l’assunzione di isoniazide a stomaco vuoto,
evitare alimenti che contengono tiramina e istamina
(tonno in scatola, formaggio stagionato, vino rosso, salsa
disoia, estratti di lievito).
• Monitorare il livello degli enzimi epatici, azotemia e
creatinina.
• Monitorare i parametri vitali, facendo attenzione alla
comparsa di febbre alta, anemia, alterazione delle
funzioni renali, tutti segni di diffusione della tubercolosi.
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Embolia polmonare
• L’ostruzione acuta, completa o parziale di uno o più rami
dell’arteria polmonare.
• E’ generalmente, causata da un coagulo di sangue, anche
se la formazione di emboli e l’ostruzione arteriosa
possono originare anche dalla presenza di altre sostanze.
• Per il 90% il coagulo ha origine da TVP per il resto può avere
origine cardiaca.
• Può essere dovuta all'introduzione di un corpo estraneo
nel torrente ematico, solitamente con iniezione
endovenosa di sostanze inorganiche e l’embolo raggiunge
direttamente i pomoni
• Non trombotica: (gas – liquidi o grasso)
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Fattori di rischio
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Sintomi

Paziente “critico” :
• Dispnea intensa persistente o recidivante
• Recente sincope
• Instabilità emodinamica (ipotensione,arresto
cardiocircolatorio, shock)
Paziente “non critico”:
• Dispnea/tachipnea lieve
• Emodinamica stabile
• Dolore toracico simil-pleuritico
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Problemi
◻ Respirazione inefficace;
◻ Difficoltà ad assumere la posizione
corretta;
◻ Dolore Toracico
◻ Motilità compromessa;
◻ Alterazione ritmi sonno-veglia;
◻ Stato confusionale
◻ Comunicazione a volte irregolare;
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Respirazione inefficace e compromissione della
mobilità
• Obiettivi • Interventi

• Ridurre quanto più possibile i • Monitoraggio dei parametri vitali

segni di insufficienza • Posizionare il paziente in posizione semi-


Fowler o Fowler bassa per favorire la
respiratoria e ricondurre il
respirazione profonda
paziente ad una condizione • Somministrazione di ossigenoterapia
ottimale • Valutare il rischio di lesione attraverso le
• Prevenire le lesioni da scale
pressione durante • Mobilizzazione della persona allettata
l’allettamento; ogni 2/3 ore;
• Usare cuscini ed ausili per allineare i
• Garantire benessere dopo i
segmenti corporei in modo fisiologico
trattamenti per il • Impiegare il materasso antidecubito
miglioramento della mobilità ◻ Aiutare il pz a deambulare;
◻ Stimolarlo allo svolgimento dei
trattamenti di fisiochinesiterapia
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Alterazione del sonno


• Obiettivi • Interventi
• Saturimetria notturna
• Mantenimento di un • Gestione ossigenoterapia
adeguato ritmo sonno-veglia • Posizione ortopnoica
◻ Riconoscimento del dolore,
• Il paziente non deve provare attraverso l’impiego della scala e
dolore somministrazione delle terapia
antidolorifica prescritta.
• Ridurre lo stato confusionale ◻ Aiuto psicologico attraverso
interventi non farmacologici.
e lo stato d’ansia in modo da ◻ Spiegare e chiarire i dubbi limitando
garantire la normale lo stato d’ansia;
comunicazione ◻ Informarlo sull’andamento delle sue
condizioni e sui suoi miglioramenti;
◻ agevolare l’interazione tra la
paziente e familiari
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BPCO
• Malattia cronica prevenibile e trattabile caratterizzata da una
riduzione del flusso di aria nei polmoni
• Causata da malattie che provocano l’ostruzione del flusso
dell’aria (enfisema, bronchite cronica) o una combinazione di
queste patologie;
• Il fumo di sigaretta e l’uso di prodotti a base di tabacco
possono predisporre a queste alterazioni, determinando la
liberazione di mediatori chimici dell’infiammazione
• Nella BPCO si ha una infiammazione dei polmoni, che
interessa tutto il parenchima, la vascolarizzazione e le vie
aeree.
• L’incidenza della malattia aumenta con l’età, e con il fisiologico
deperimento della funzionalità respiratoria che si realizza con
l’avanzare degli anni.
SINTOMI
• Tosse
• Produzione di espettorato
• Dispnea da sforzo
• PROBLEMI:
• Compromissione degli scambi gassosi e della pervietà delle vie aeree
• Liberazione inefficace delle vie aeree correlata a broncocostrizione,
aumentata produzione di muco, infezione broncopolmonare
• Respirazione inefficace correlato a dispnea, muco, broncocostrizione,
irritazione delle vie aeree
• Intolleranza all’attività correlata a fatigue, a respirazione inefficace e
ipossiemia
• Coping inefficace correlato a diminuito livello di attività e inabilità al lavoro,
ansia, depressione
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ESAME OBIETTIVO
• Valutare se il paziente è dispnoico e da quanto tempo
• Quali stimoli scatenano le crisi dspnoiche?
• Qual è la sua tolleranza all’attività fisica?
• Se riesce a riposare e ad alimentarsi correttamente
• Se fuma o se è stato esposto ad altri agenti inquinanti;
• Quale posizione assume preferibilmente al letto.
• Controllare:
• FC e respiratoria con caratteristiche del respiro
• La contrazione dei muscoli addominali durante l’ispirazione, e i muscoli
delle spalle e del collo per respirare.
• I tempi di espirazione
• Il colorito cutaneo, la presenza di edemi periferici, le caratteristiche
dell’espettorato.
• Le condizioni del sensorio del paziente, se vi è alterazione della memoria
Obiettivi

• Allontanare le cause irritanti ( fumo, altre


sostanze o ambienti)
• Migliorare gli scambi gassosi e la pervietà
delle vie aeree
• Migliorare il modello respiratorio
• Aderenza al regime terapeutico
• Miglioramento della tolleranza all’attività
• Evitare le complicanze
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Interventi
• Posizionare correttamente il paziente
• Controllare le variazioni dei parametri vitali, dello stato cognitivo,
l’aspetto dell’espettorato, il sopraggiungere di sintomi nuovi (dolore,
dispnea improvvisa, edemi, cianosi, fame d’aria).
• Somministrare broncodilatatori e cortisonici per aiutare la
respirazione e migliorare gli scambi gassosi
• Educare il paziente ad esercizi di tosse efficace, promuovere la
fisioterapia respiratoria e il drenaggio posturale.
• Somministrare liquidi ed effettuare areosol terapia
• Migliorare la tolleranza all’attività attraverso terapie riabilitative ad
intensità progressiva
• Educare ad uno stile di vita regolare e all’adesione al regime
terapeutico,
• Promuovere la cessazione dell’abitudine al fumo e/o l’allontanamento
da eventuali sostanze irritanti
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Edema Polmonare
E’ una patologia caratterizzata da un eccesso di liquido nel
polmone, negli spazi interstiziali o negli alveoli.
Cause:
• Malattie cardiache (insufficienza acuta del ventricolo
sinistro, infarto del miocardio, stenosi aortica, malattia
grave della valvola mitralica, ipertensione, scompenso
cardiaco);
• Lesioni polmonari (inalazione di fumo, shock del polmone,
embolia o infarto polmonare);
• Patologie del SNC (ictus e trauma cranico);
• Allergie ;
• Infezioni (polmonite)
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Esame obiettivo
1. Dispnoico
2. Movimento e assunzione di posizione adeguata: ha
difficoltà ad assumere una corretta posizione
3. Ritmi sonno-veglia irregolari
4. Febbre
5. Se il paziente ha deficit motorio prevenire i pericoli
dell’ambiente:
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PROBLEMI

1. Compromissione scambi gassosi


2. Rischio di squilibrio volume liquidi
3. Edemi agli arti inferiori
4. Disturbi del sonno (per apnee notturne)
5. Rischio di infezioni correlate ad ospedalizzazione
6. Deficit motorio
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Obiettivi

• Ripristino degli scambi gassosi, miglioramento della


dispnea e della respirazione.
• Regressione degli edemi reclivi, miglioramento dei
parametri respiratori, bilancio idrico negativo.
• Ripristino dei regolari ritmi sonno-veglia.
• Impedire l’ instaurarsi di ICA.
• Miglioramento della motilità.
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Interventi
• Interventi: monitoraggio di parametri respiratori
(saturazione e frequenza respiratoria), EGA arterioso,
pressione arteriosa, mantenimento posizione ortopnoica
• Ossigenoterapia su prescrizione.
• Monitoraggio del bilancio idrico(entrate e uscite),
monitoraggio peso corporeo e livelli elettrolitici(sodio e
potassio)
• Mantenimento posizione di Fowler alta, saturimetria
notturna, monitoraggio del paziente
• Mantenimento posizione ortopnoica, gestione corretta di
eventuali cateteri venosi e/o di altri dispositivi
(ossigenoterapia).
• Mobilizzazione attiva del paziente con esercizi isometrici.
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Rieducazione alla salute


• Obiettivi: modificazioni comportamentali al fine di
migliorare la qualità di vita del paziente.
• Interventi: insegnare al paziente a riconoscere i sintomi
della patogenesi dell’edema polmonare per aiutare a
prevenire le recidive.
• Insegnare al paziente le principali posizioni da assumere
in caso di conclamazione dei sintomi di edema
polmonare.
• Abituare ad una dieta iposodica e ipocalorica.

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