La maggior parte di noi d per scontati il bere e il mangiare. Dopotutto sono
entrambe funzioni fisiologiche essenziali alla vita come la respirazione. Ma oltre a nutrire il corpo, il bere e il mangiare apportano piacere e giocano un ruolo importante nella nostra vita sociale. Oltre che il bere e il mangiare, la maggior parte di noi d per scontata anche la capacit di deglutire. Eppure la difficolt o il disagio nel deglutire, detto disfagia, un disturbo frequentemente osservato dai terapisti del linguaggio e dai logopedisti, soprattutto fra i pazienti pi anziani. Sia che il paziente sia stato indirizzato da un medico generico o da un medico di guardia dell'ospedale, i sintomi della disfagia possono avere gravi effetti sulla sua salute e la qualit della vita.
La disfagia pu manifestarsi in vari livelli di gravit: alcuni pazienti avvertono solo un leggero disagio, mentre altri sono totalmente incapaci di deglutire. Il problema pu avere origine in un punto qualsiasi fra la bocca e lo stomaco: pu essere dovuto ad un cattivo funzionamento di lingua, palato, faringe, sfintere esofageo superiore o esofago, poich tutti questi organi partecipano al meccanismo della deglutizione. Il meccanismo della deglutizione La maggior parte delle persone deglutisce pi di un migliaio di volte al giorno, per mangiare, bere e far defluire il muco e la saliva prodotti attraverso le naturali funzioni corporee. La deglutizione richiede la coordinazione di 25 muscoli e 5 nervi cranici. Una deglutizione normale si articola in quattro fasi: Durante la fase iniziale, che volontaria, il cibo e i liquidi vengono portati alla bocca, e labbra e mascelle si chiudono per bloccarla. La vista, lodore e il sapore del cibo stimolano la produzione di saliva. Durante fase orale, anchessa volontaria, il cibo viene masticato e mescolato con la saliva, trasformandosi in un bolo, che viene spinto, mediante movimenti volontari della lingua, verso la parte posteriore della bocca, nella faringe (vedi Figura). La fase faringea, che involontaria, comincia quando il bolo alimentare passa attraverso i pilastri palatini nella faringe.La contrazione dei tre muscoli costrittori della faringe spinge il bolo verso lo sfintere esofageo superiore; contemporaneamente il palato molle chiude la rinofaringe, e la laringe si sposta verso lalto per impedire al cibo e ai liquidi di penetrare nelle vie aeree, coadiuvata dallabbassamento allindietro dellepiglottide e dalla chiusura delle corde vocali (vedi Figura). Anche la fase esofagea involontaria e inizia con il rilassamento dello sfintere esofageo superiore, seguito dalla peristalsi, che spinge il cibo nello stomaco. Lindebolimento di una o di pi di una delle fasi del processo di deglutizione pu provocare la disfagia.
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Swallowing mechanism Meccanismo di deglutizione Hard palate Palato duro Nose Naso Upper lip Labbro superiore Lower lip Labbro inferiore Teeth Denti Salivary glands Ghiandole salivari Soft palate Palato molle Pharynx Faringe Epiglottis Epiglottide Trachea Trachea Oesophagus Esofago Tongue Lingua
Cause della disfagia
I disturbi della deglutizione sono comuni e possono presentarsi attraverso unampia variet di condizioni strutturali o funzionali. La disfagia acuta pu essere il risultato di condizioni infiammatorie come faringite, tonsillite o ulcere aftose della bocca. Nella maggior parte dei casi la disfagia cronica provocata da disturbi neurologici come morbo di Parkinson, malattia dei motoneuroni, disturbi neuromuscolari, sclerosi multipla e morbo di Alzheimer. Tra i pazienti colpiti da ictus, il 30% soffre di disfagia [Barer 1989]. Atre cause di disfagia cronica sono: anomalie strutturali come tumori alla testa e al collo, ingrossamento della tiroide, stenosi benigne infezioni come HIV, candida o herpes cause iatrogene, come perforazione dellesofago durante lintubazione malattia da reflusso gastro-esofageo (GERD), in seguito alla quale lacido gastrico irrita e danneggia la mucosa dellesofago avvelenamento e/o ustioni provocati, ad esempio, dallingestione di prodotti domestici per la pulizia. La disfagia particolarmente diffusa tra i pazienti anziani, poich linvecchiamento pu provocare lindebolimento dei muscoli della mascella, la perdita dei denti, disfunzioni dellodorato e del gusto, e una ridotta salivazione. Inoltre, i pazienti anziani sono maggiormente soggetti a disturbi come demenza, malattia dei motoneuroni, morbo di Parkinson, morbo di Alzheimer, sclerosi multipla, cancro e ictus, condizioni che possono provocare lindebolimento del processo di deglutizione. Nelle persone anziane la disfagia pu presentarsi anche come effetto collaterale di alcuni farmaci. Il 45% delle persone oltre i 75 anni presenta sintomi di disfagia [European Journal of Public Health Web Site 1997] ed stato valutato che circa il 66% dei pazienti sottoposti a trattamenti a lungo termine soffra in una certa misura di disfagia [Siebens et al. 1986]. In tale tipo di pazienti, la disfagia pu avere conseguenze particolarmente gravi, specialmente in termini di denutrizione e di disturbi respiratori. Nonostante si tratti di un problema ampiamente diffuso tra le persone anziane che vivono in istituti, esistono dati crescenti che indicano che la disfagia una condizione che resta spesso non diagnosticata. Da unindagine realizzata dallEuropean Study Group for Diagnosis and Therapy of Dysphagia and Globus (EGDG) (Gruppo di Studio Europeo per la Diagnosi e la Terapia della Disfagia e del Globus) nel 1999 tra pazienti anziani residenti in case di cura in Inghilterra, in Germania, in Francia e in Spagna, risultato che solo al 36% dei pazienti era stata ufficialmente diagnosticata la disfagia. Poich la disfagia pu avere conseguenze potenzialmente dannose, importante identificare lesatta natura delle difficolt del paziente, in modo da individuare il trattamento adeguato. Spesso il medico generico del paziente, il medico di guardia o linfermiere noteranno i sintomi del paziente e lo indirizzeranno presso il logopedista che collabora con lquipe multidisciplinare per la disfagia. Lquipe multidisciplinare sar composta in genere da un otorinolaringoiatra, da radiologi, dietologi, infermieri e logopedisti [Singh et al. 1995]. Si tende sempre di pi a costituire tali quipe multidisciplinari in cliniche dove il paziente possa essere esaminato, monitorato e curato in una singola unit.
Sintomi della disfagia
Il primo passo per fare diagnosi e definire il trattamento della disfagia consiste nellaccertamento dei sintomi del paziente. Tale fase include ovviamente il controllo della cartella clinica, un esame fisico e un confronto diretto con il paziente stesso. Spesso, e specialmente nel caso di pazienti anziani o che vivono in un istituto, gli infermieri e gli assistenti possono fornire informazioni utili e importanti. In particolare i pazienti anziani presenteranno spesso sintomi aspecifici alla gola, in assenza di disfagia (sensazione di globo faringeo), lamentando un nodo alla gola. In alcuni casi tali sintomi sono provocati dalla GERD, e possono essere trattati mediante dosi elevate di farmaci antireflusso somministrate per alcune settimane. Alcuni pazienti potrebbero tuttavia presentare una neoplasia incipiente, e richiedere lintervento di uno specialista come lotorinolaringoiatra. Ogni volta che un paziente presenta sintomi di disfagia, occorre eseguire unanamnesi completa avvalendosi della sua collaborazione e/o di quella delle persone che lo assistono e che hanno modo di osservarne direttamente molti sintomi. Lanamnesi deve considerare: il tipo di sintomi: tra essi saranno spesso annoverati perdita di appetito e/o perdita di peso; blocco del cibo in gola, soffocamento da cibo, fastidio alla gola o al torace nella deglutizione di saliva e liquidi, dolore al momento della deglutizione, pirosi/reflusso acido la durata e la gravit dei sintomi leventuale difficolt del paziente nel deglutire liquidi e/o solidi leventuale presenza di sintomi che siano indizio di aspirazione, come soffocamento e ricorrenti infezioni toraciche. Poich i disturbi della deglutizione sono in genere originati da pi fattori, e hanno uneziologia varia, il paziente pu manifestare diversi tipi di sintomi. La natura di tali sintomi pu tuttavia indicare la causa della disfagia o evidenziare la necessit di ulteriori esami. Per esempio: la difficolt nella deglutizione dei liquidi rinvia spesso a un disturbo neurologico o segno di problemi di deglutizione legati allet (presbifagia) la difficolt nella deglutizione dei cibi solidi indica spesso unanomalia strutturale o pu essere segno di un disturbo neuromuscolare che colpisce i muscoli faringei il rigurgito pu indicare la presenza di una tasca faringea la disfagia progressiva pu essere sintomo di un disturbo neuromuscolare o di un tumore la raucedine pu indicare un tumore laringeo la presenza di masse al collo pu essere provocata da un ingrossamento della tiroide che comprime lesofago, causando la disfagia la perdita di peso pu essere dovuta al dolore o ai fastidi che il paziente avverte quando mangia o, nel caso di una rapida progressione, pu essere sintomo di un problema pi grave che richiede approfondimenti immediati.
Diagnosi della disfagia
Una volta accertati i sintomi individuali del paziente, lesame iniziale sar incentrato sulla valutazione delle sue funzioni orali, dei riflessi della tosse e della deglutizione e della funzione laringea. Tale tipo di esame pu essere effettuato tanto al letto del paziente, quanto in un centro medico. Lispezione della bocca mediante lampada tascabile e abbassalingua riveler le lesioni evidenti, mentre labbra, lingua e palato dovranno essere esaminati anche in relazione alla sensibilit e al movimento, per individuare leventuale presenza di disfunzioni motorie. La presenza del riflesso del vomito non sufficiente per escludere la possibilit di una deglutizione irregolare e il conseguente rischio di aspirazione. Attraverso lesame del collo si appurer la presenza di un eventuale ingrossamento dei linfonodi o di noduli alla tiroide. Lo scopo dellesame di accertare lorigine della disfagia (orale, faringea o esofagea). Occorre inoltre tener conto di tutte le possibili cause concomitanti, come malattie trattabili o terapie farmacologiche in corso. In alcuni casi la disfagia pu essere provocata da farmaci come sedativi o medicinali per il trattamento dellepilessia, che possono condizionare il processo di deglutizione. In tal caso, potrebbe essere opportuno consigliare al paziente di rivolgersi nuovamente al medico generico o ad un consulente. necessario inoltre identificare qualsiasi segno di complicazioni polmonari o alimentari dovute alla disfagia. Se non si riesce a individuare alcuna causa evidente del disturbo, oppure le difficolt di deglutizione sono particolarmente gravi, sar necessario sottoporre il paziente ad ulteriori accertamenti e indirizzarlo presso unquipe multidisciplinare per degli esami specialistici. Gli esami specialistici effettuati pi comunemente a livello multidisciplinare per la disfagia sono: Rinoendoscopia flessibile: una procedura eseguita spesso nei dipartimenti otorinolaringoiatrici, con o senza anestesia locale. Grazie ad essa possibile individuare le lesioni della faringe e della laringe, gli accumuli di saliva e la paralisi delle corde vocali. Raggi X con bolo di bario: di solito vengono eseguiti in caso di sospetto di tasca faringea, neoplasia o stenosi esofagea. Per un esame pi approfondito della deglutizione, potrebbero essere necessarie unendoscopia flessibile o una videofluoroscopia. Lesame endoscopico flessibile della deglutizione (FEES) permette di osservare direttamente il rinofaringe, la faringe e la laringe mentre si somministra al paziente cibo di varia consistenza. Esso rivela leventuale aspirazione del cibo e la presenza di anomalie del meccanismo di deglutizione, come laccumulo di cibo o liquidi nelle vallecole o nei seni piriformi. possibile inoltre verificare la sensibilit della laringe, in modo da valutare la presenza del rischio di aspirazione. Lendoscopia flessibile permette di osservare direttamente lesofago e lo stomaco e di individuare le lesioni della mucosa esofagea o delle strutture esofagee, aderenze o tumori. La videofluoroscopia una variante del bolo di bario che fornisce unanalisi videoregistrata di tutte le fasi del processo di deglutizione, utilizzando cibi di diversa consistenza. particolarmente indicata per lidentificazione della fisiopatologia dei disturbi della deglutizione, in particolare delle anomalie della cavit orale e dellesofago, nonch per lindividuazione e il trattamento dellaspirazione. La videofluoroscopia aiuta a determinare delle strategie compensatorie nel problema della deglutizione e a ridurre lentit dellaspirazione [Rasley et al. 1993, Logemann, 1996]. Alcuni studi basati sul confronto tra la videofluoroscopia e gli esami clinici al letto del paziente effettuati da patologi del linguaggio, dimostrano che durante gli esami clinici persino i professionisti pi esperti spesso non riescono a rilevare laspirazione in un ampio numero di pazienti [Splaingard et al. 1988]. Effetti della disfagia Per la maggior parte delle persone, mangiare unattivit piacevole, che presenta risvolti di tipo sociale : un buon pasto infatti non si limita semplicemente a soddisfare lappetito. Ci vale in particolar modo per le persone che vivono in un istituto, per le quali il momento dei pasti spesso quello di maggior socializzazione durante la giornata. Qualsiasi elemento che disturbi tale rituale sociale pu avere un effetto demoralizzante. Nel 1999, stata realizzata nellintera Europa unindagine per conto dellEuropean Study Group for Diagnosis and Therapy of Dysphagia and Globus (EGDG) (Gruppo Europeo di Studio per la Diagnosi e il Trattamento della Disfagia e del Globus), in cui sono stati coinvolti 400 pazienti anziani affetti da difficolt di deglutizione, che vivevano in case di cura o frequentavano cliniche specialistiche. I due terzi dei pazienti intervistati affermavano che la disfagia non consentiva loro di apprezzare il momento dei pasti e influenzava la loro qualit della vita. Quasi la met degli intervistati aveva perso peso nei 12 mesi precedenti lindagine, e molti di loro ammettevano di mangiare meno del normale. Quasi un terzo dei pazienti affermava di aver ancora fame dopo i pasti. evidente che la disfagia pu influenzare negativamente la qualit della vita di tale tipo di pazienti. Essa pu avere per conseguenze ancora pi gravi, compresa denutrizione, disidratazione, aspirazione e polmonite. Denutrizione e disidratazione Se durante i pasti accade spesso di tossire, soffocare o sbavarsi, il cibo pu fuoriuscire dal naso o dalla bocca, provocando grande fastidio e imbarazzo. Per evitare una simile evenienza, il paziente affetto da disfagia pu affrettare i pasti o evitarli del tutto. Inoltre, possibile che chi si occupi di tali pazienti non si renda conto della quantit di cibo che non viene consumata a causa di tale meccanismo, sopravvalutando cos lassunzione di cibo da parte del paziente. Pertanto scarso appetito, disidratazione, denutrizione e perdita di peso sono gravi potenziali conseguenze della disfagia [Elmsthl et al. 1999]. La disidratazione pu provocare emoconcentrazione e ipovolemia, riducendo in tal modo la perfusione cerebrale, con conseguente rischio di esacerbazione dei sintomi neurologici. Inoltre, le persone anziane pi deboli che vivono in comunit, case di cura o ospedali corrono maggiori rischi di salute dovuti a mancanza di calorie e proteine, insufficienza di vitamine e minerali, indebolimento del sistema immunitario. Spesso i primi segni di carenze nutritive passano inosservati e di conseguenza lo stato di salute generale peggiora. Molti pazienti anziani affetti da disfagia soffrono anche di altri disturbi, che lo stato dindebolimento dovuto a scarsa nutrizione pu contribuire ad aggravare. Le carenze nutritive comportano inoltre molti altri rischi gravi a livello di salute, come il rallentamento dei processi di cicatrizzazione, una maggior esposizione alle infezioni e un indebolimento delle funzioni fisiche e mentali [King Edwards Hospital Fund for London 1992]. La prevalenza della denutrizione stata stimata in un range del 5-10% per gli anziani che conducono una vita indipendente e del 30-85% per coloro che non sono in grado di spostarsi dalla propria casa o che vivono in case di cura e ospedali [King Edwards Hospital Fund for London 1992]. Aspirazione e polmonite A causa dei problemi di deglutizione, cibo e liquidi possono passare attraverso la faringe in maniera scoordinata, penetrando di conseguenza nelle vie aeree. Laspirazione si manifesta attraverso sintomi come tosse, febbre intermittente e sviluppo della polmonite. Le malattie polmonari possono essere associate a perdita di peso, cachessia e disidratazione, diventando cos potenziale causa di morte o di invalidit del paziente affetto da una serie di patologie. [Blitzer, 1990]. Alcuni studi hanno ipotizzato che la polmonite da aspirazione sia la causa del 20% dei decessi tra i pazienti colpiti da ictus durante lanno successivo allictus stesso, e del 10-15% dei decessi per ogni anno a seguire [Schmidt et al., 1988]. In molti casi, la causa dellaspirazione da ricercarsi nelle disfunzioni faringee, sebbene vi siano casi in cui essa provocata da disfunzioni della fase orale, faringea o esofagea della deglutizione. Talvolta essa il risultato della combinazione di disfunzioni laringee e della deglutizione. I pazienti anziani sono maggiormente soggetti ad aspirazione, a causa della debolezza muscolare che provoca inabilit meccanica e insufficienza a livello neurologico. Uno studio recente [Langmore, 1998] ha dimostrato che i pazienti che hanno bisogno di assistenza per nutrirsi e i pazienti con una scarsa igiene orale unita a problemi di deglutizione, corrono i maggiori rischi di sviluppare la polmonite da aspirazione. Per evitare tali conseguenze, importante che i medici specialisti che sono in contatto con pazienti anziani (sia che essi siano assistiti, sia che vivano in una comunit), tengano sotto controllo i sintomi della disfagia, e inizino prima possibile il trattamento adeguato, preferibilmente coinvolgendo i membri di quipe multidisciplinari per il trattamento della disfagia.
Trattamento dei pazienti affetti da disfagia
Teoricamente i pazienti affetti da disfagia dovrebbero essere curati da unquipe multidisciplinare, poich il loro trattamento richiede una stretta interazione tra i logopedisti e specialisti del linguaggio e altri professionisti del campo sanitario. Oltre a medici specialisti (come lotorinolaringoiatra e il radiologo), lquipe multidisciplinare per la disfagia comprender spesso anche infermieri, logopedisti e un dietologo [Singh et al., 1995].
Poich i muscoli e le parti del sistema nervoso che utilizziamo per parlare, mangiare e bere sono in gran parte gli stessi, i logopedisti possono insegnare ai pazienti degli esercizi per rafforzare i muscoli, facilitando cos la masticazione e la deglutizione. Se la difficolt di deglutizione non pu essere risolta mediante lesercizio di particolari muscoli, questi specialisti sono in grado di insegnare al paziente tecniche compensatorie, come la rotazione del capo, per migliorare la deglutizione. Essi possono inoltre indicare quali sono la composizione e la consistenza appropriate dei cibi e dei liquidi. Il dietologo pu indicare al paziente quali sono i cibi pi semplici da mangiare, in che modo preparare le pietanze per renderle pi gradevoli, e come mantenere una dieta equilibrata. Pu inoltre fornire consigli sui vari modi per arricchire il cibo (per esempio con panna e burro), in modo da garantire che il fabbisogno calorico e nutritivo del paziente sia soddisfatto. Inoltre, egli segnaler al paziente i cibi da evitare e indicher i prodotti pi appropriati per rendere il cibo pi facile da ingoiare. Il ruolo dellinfermiere nella clinica sar di pesare il paziente e controllare leventuale presenza di segni e sintomi di carenze nutritive e di disidratazione. Nel caso di pazienti anziani residenti in case di cura, durante lora dei pasti linfermiere pu aiutare i pazienti ad eseguire gli esercizi indicati dal logopedista. Egli pu inoltre assicurarsi che la dieta a cui sottoposto il paziente corrisponda alle prescrizioni mediche e registrare leffettiva assunzione di cibo da parte del paziente. Linfermiere sar inoltre in grado di valutare se il paziente presenta segni e sintomi di polmonite da aspirazione silente. Trattamento Il trattamento della disfagia dipende chiaramente dalla causa delle difficolt di deglutizione, che mette in evidenza la necessit di un esame completo del paziente. Nei casi in cui la disfagia provocata da una scarsa aderenza di protesi dentarie o dalla somministrazione di farmaci, come per esempio nei pazienti anziani, il trattamento relativamente semplice e deve puntare ad eliminare la causa della disfagia. Quando la disfagia ha causa farmacologica, in genere attribuibile ad un sedativo o un anti-epilettico, pu essere necessario consultare il medico di base o il medico curante del paziente. I pazienti affetti da globo faringeo possono richiedere un trattamento a base di farmaci antiacidi o di inibitori della pompa protonica e alcuni di essi possono trarre beneficio dalla pratica di esercizi consigliati da un logopedista, volti a rilassare i muscoli della zona del collo, e ad alleviare in questo modo i sintomi. I pazienti in cui la disfagia causata da una tasca faringea, richiederanno un intervento chirurgico. Coloro che presentano uno sviluppo anomalo di tessuti, dovranno essere sottoposti a trattamento chirurgico e/o a radioterapia. In tali casi dopo il trattamento potrebbe essere necessaria una terapia di riabilitazione della deglutizione (vedi oltre). Nella maggior parte dei pazienti la chirurgia si rivela raramente necessaria. I disturbi della deglutizione orale e faringea sono spesso controllabili mediante misure di riabilitazione come modifiche della postura, esercizi per il rafforzamento dei muscoli della mascella, della lingua e della laringe, e lapplicazione di tecniche compensatorie per limitare il rischio di aspirazione e rendere pi semplice e pi agevole il processo di deglutizione. Tuttavia, nei pazienti affetti da disturbi gravi, pu presentarsi la necessit di evitare completamente la cavit orale e la faringe, ricorrendo a unalimentazione enterale o parenterale. Il tipo specifico di terapia da effettuare dipende dalla natura del disturbo della deglutizione. La tabella in basso indica alcuni dei possibili interventi.
Rassegna della terapia per la deglutizione
Disturbo della deglutizione Esercizi riabilitativi Tecniche compensatorie Alterazioni della dieta Ridotta chiusura delle labbra - Esercizi per le labbra - Inclinare il capo allindietro
Ridotta tensione delle guance - Esercizi per i muscoli facciali - Inclinare il capo verso il lato pi forte - Pressione sul lato pi debole
Rigurgito nasale
- Esercizi del velo - Manovra di Masako - Inclinare il capo allindietro Aumentare la densit dei cibi Ridotto range di movimento della lingua - Esercizi per la lingua
- Inclinare il capo allindietro - Collocare il cibo posteriormente
- Diminuire la densit dei cibi Riflesso ritardato - Stimolazione termica
- Inclinare il capo in avanti - Deglutizione sopraglottica - Usare boli freddi Riflesso assente - Stimolazione termica
Ridotta peristalsi faringea - Manovra di Masako - Manovra di Mendelssohn - Doppia deglutizione - Deglutizione laboriosa - Alternare deglutizione di liquidi/solidi Emiparesi faringea Manovra di Masako Manovra di Mendelssohn - Inclinare il capo verso il lato pi forte - Girare il capo verso il lato pi debole
Ridotto innalzamento laringeo - Manovra di Mendelssohn - Esercizio Shaker Head Tilt - Manovra di Mendelssohn - Diminuire la densit dei cibi Ridotta chiusura laringea - Esercizi di adduzione
- Inclinare il capo in avanti - Deglutizione sopraglottica - Aumentare la densit dei cibi
Molti dei pazienti in cui la disfagia il risultato di un evento neurologico, si ristabiliscono spontaneamente. Nel caso dei pazienti colpiti da ictus, circa il 20% di tali pazienti lamenter problemi di deglutizione per un tempo pi protratto, e richieder un trattamento di supporto durante la fase acuta post-ictus da parte di un logopedista che indichi loro le modifiche posturali volte a proteggere le vie aeree dallaspirazione durante i pasti. Nella fase cronica post-ictus il logopedista fornir un trattamento volto al rafforzamento di muscoli specifici, in quanto i problemi di deglutizione sono probabilmente dovuti ad una perdita funzionale. Sebbene tali metodi possano essere molto efficaci, essi richiedono una collaborazione costante da parte del paziente ogni volta che deglutisce. Poich molti dei pazienti affetti da problemi di deglutizione sono anziani e possono presentare insufficienze a livello cognitivo, la compliance totale relativa alle correzioni volontarie non sempre garantita. Pertanto, la modifica della composizione del cibo e dei liquidi resta la terapia di prima scelta per molti di tali pazienti. Ne consegue la necessit di coinvolgere nel trattamento le persone che vivono a pi stretto contatto col paziente (familiari e assistenti), in modo da assicurarsi che i metodi raccomandati vengano applicati e osservati per lintera giornata. Terapia nutrizionale Negli ultimi anni la crescente preoccupazione relativa allelevata prevalenza di denutrizione nei pazienti anziani ospedalizzati, ha messo in evidenza limportanza del ruolo della terapia nutrizionale nel trattamento della disfagia. I pazienti affetti da sintomi di disfagia, nei quali lassunzione di cibo e liquidi limitata (sia che si tratti di pazienti ospedalizzati, sia di pazienti assistiti in un istituto o in casa) devono essere considerati ad alto rischio di carenze nutritive e trattati di conseguenza. Gli obiettivi principali della terapia nutrizionale sono: Assistere i pazienti durante la deglutizione per evitare laspirazione e il soffocamento. Ottimizzare lo stato nutrizionale in modo da prevenire denutrizione e disidratazione. Per minimizzare il rischio di aspirazione e soffocamento, il trattamento della disfagia negli adulti pu comprendere la modifica della composizione di cibo e liquidi. I liquidi dovranno essere trattati con addensanti e i cibi solidi essere ridotti in pur o ammorbiditi. I cibi dal sapore aspro, come limone o lime, stimolano notoriamente il meccanismo della deglutizione. Si portati a credere che lacqua e gli altri liquidi siano pi facili da ingoiare per i pazienti affetti da disfagia; in realt si tratta di sostanze particolarmente pericolose, perch in grado di scivolare con facilit dalla bocca nelle vie aeree. Pertanto, per garantire ai pazienti affetti da disfagia unidratazione adeguata, preservando contemporaneamente la sicurezza della deglutizione, molto importante modificare la consistenza dei liquidi. Si tratta di un accorgimento molto semplice, realizzabile grazie a specifici agenti addensanti, oggi facilmente disponibili. Le successive sezioni forniscono consigli pratici sullassistenza ai pazienti affetti da disfagia e sui metodi per modificare la consistenza dei cibi e dei liquidi mediante luso di agenti addensanti. Per informazioni sui prodotti terapeutici disponibili della Novartis Medical Nutrition http://www.novartis.it/settori/consumer_health/
Consigli generali per le persone che assistono i pazienti anziani affetti da disfagia Assicuratevi, quando possibile, che il paziente possa scegliere tra una gamma adeguata di cibi. Ci costituir non solo un incentivo a mangiare, ma contribuir anche a garantire unassunzione bilanciata di sostanze nutritive. I pazienti affetti da disfagia possono sentirsi subito sazi davanti a un pasto completo. preferibile servire loro porzioni ridotte di cibo con maggiore frequenza, piuttosto che tre pasti abbondanti al giorno. Preservare la dignit del paziente fondamentale. Se il paziente preoccupato allidea di dover mangiare nel trambusto, di tossire o di soffocare, scegliete la posizione pi favorevole allinterno della sala da pranzo. Evitate inoltre di creargli disagio forzando il suo ritmo naturale nel mangiare. Nelle case di cura e negli ospedali, il pasto principale della giornata viene servito in genere di sera. Si tratta di unabitudine che non favorisce i malati di disfagia, le cui difficolt di deglutizione spesso peggiorano a causa della stanchezza. Cercate di individuare lorario dei pasti ideale per ciascun paziente, in particolare per quelli affetti da disturbi come il morbo di Parkinson, nei quali leffetto dei farmaci pu andare esaurendosi durante la giornata, diminuendo ulteriormente la capacit di deglutizione del paziente. Se il paziente mantiene una posizione corretta, la deglutizione sar notevolmente facilitata. Tenete sempre sotto controllo i sintomi di peggioramento e, in caso di necessit, rivolgetevi subito ad altri professionisti medici.
Consigli generali per nutrire i pazienti anziani affetti da disfagia Assicuratevi che il paziente deglutisca regolarmente e che sia vigile. Controllate che occhiali, apparecchi acustici e protesi dentarie siano in ordine e che la postura sia corretta. Scegliete il cibo della consistenza adatta. Lasciate che il paziente guardi, annusi e gusti il cibo, in modo da stimolare lappetito e la produzione di saliva. Non mettete fretta al paziente lasciategli tempo sufficiente per masticare e ingoiare. Se utilizzate il cucchiaio, portatelo alle labbra del paziente dal basso, e servitegli bocconi piccoli. Mettete il cibo al centro della bocca, sulla parte anteriore della lingua, a un terzo, e spingete la lingua verso il basso, per evitare che si rovesci allindietro. Per evitare che il paziente morda il cucchiaio, non fatelo venire in contatto con i denti. Assicuratevi che il paziente abbia ingoiato il boccone precedente, prima di passare al successivo. Quando il paziente ha finito, pulitegli la bocca. Il paziente deve restare seduto per 20 minuti. Qualsiasi problema in cui il paziente incorso durante il pasto deve essere registrato per riferimenti futuri. Se il paziente inizia a perdere lappetito o a perdere peso, rivolgetevi al dietologo.
Consigli sullimpiego di agenti addensanti destinati ai pazienti affetti da disfagia Fate attenzione quando aggiungete gli addensanti ai liquidi. Procedete sempre gradualmente, evitando di aggiungere grandi quantit in una sola volta. Alcuni agenti hanno un effetto addensante quasi istantaneo, altri possono avere un effetto graduale che dura vari minuti, nel qual caso il cibo rischia di diventare troppo denso. La quantit di addensante necessaria varia secondo la marca [Stanek et al., 1992]. Quando aggiungete gli addensanti, per evitare che si formino grumi, mescolate il liquido e laddensante in un contenitore con tappo, e agitate piuttosto che mescolare. Alcuni addensanti possono alterare negativamente il sapore del cibo. I liquidi addensati non sempre dissetano a sufficienza, pertanto dovrete assicurarvi che i pazienti bevano a sufficienza per rimanere idratati. Mezzo litro di gelatina di frutta fornir al paziente mezzo litro dacqua in maniera efficace. Per stimolare lappetito, il cibo deve avere un aspetto invitante. Per stimolare lappetito, il cibo deve avere un aspetto invitante. Quando preparate i pasti, mescolate la carne e le verdure separatamente, in modo da servire un piatto dai colori vivaci. I pazienti disfagici maggiormente invalidi rischiano unassunzione insufficiente, e la somministrazione di fluidi inferiore nei pazienti che richiedono cibi addensati, rispetto ai pazienti che richiedono unassunzione regolare dei fluidi. Pertanto, nei pazienti colpiti da ictus, per esempio il bisogno di fluidi addensati potrebbe essere considerata una prescrizione di disidratazione. Tali pazienti richiedono speciali accorgimenti; non basta lasciare semplicemente una brocca dacqua e un bicchiere sul comodino del paziente. Le persone che assistono i pazienti devono controllarne i sintomi di disidratazione, e teoricamente registrare lassunzione quotidiana di liquidi. In genere il fabbisogno di liquidi corrisponde orientativamente a 30 ml per kg di peso corporeo al giorno, con un minimo di 150 ml/d per le persone che pesano poco.
Disfagia: fatti e cifre
Lo sapevate che
Viene definito
qualsiasi disturbo della progressione del cibo dal cavo orale allo stomaco. Lanalisi dei dati di letteratura dimostra che le turbe della deglutizione pongono gravi problematiche sociali, sono associate a complicanze spesso gravi, potenzialmente letali, e risultano in continuo aumento per diversi motivi quali la crescita dellet media della popolazione, laumento degli incidenti stradali e la maggiore diffusione di tecniche chirurgiche demolitive della testa e del collo. Si ritiene che la reale incidenza dei disturbi della deglutizione sia sottostimata. I pochi dati epidemiologici disponibili segnalano unincidenza di disfagia nel 13-14% dei pazienti ospedalizzati per il trattamento di patologie di tipo acuto, nel 30-35% dei pazienti ospitati in centri riabilitativi E NEL 40-50% DI QUELLI RICOVERATI IN CENTRI DI LUNGODEGENZA GERIATRICI.
La prevalenza di disfagia negli anziani certamente sottovalutata in quanto, spesso, i soggetti anziani disfagici tendono a modificare le proprie abitudini alimentari e a mettere in atto spontaneamente manovre compenso per facilitare la deglutizione: un consulto medico viene richiesto solo nei casi pi gravi. La prevalenza di disfagia tra i soggetti anziani non selezionati di et superiore agli 87 anni sarebbe del 16%. In molti casi poi, la disfagia spinge i soggetti anziani che ne sono affetti ad interrompere lassunzione di cibi e bevande inducendo stati di malnutrizione e di disidratazione anche gravi. Le situazioni in cui pu manifestarsi la disfagia sono molteplici: Geriatria; Chirurgia maxillo-facciale e ORL; Neurochirurgia; Palatoschisi e rinoplastica; In psichiatria e in patologie neurologiche quali: Malattia di Alzheimer
Morbo di Parkinson Distrofia muscolare Sclerosi multipla Sclerosi laterale amiotrofica; Riabilitazione neurologica e neuromotoria.
Disfagia: novit e ricerca
Questa sezione dedicata agli aggiornamenti sulle ultime novit e la ricerca nel campo della disfagia.
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Materiale divulgativo sulla disfagia
La Disfagia: un quadro multidisciplinare Lautore di questopuscolo, il Prof. Oskar Schindler, dellUniversit di Torino, avvalendosi della sua esperienza clinica e accademica, fornisce ai professionisti del settore sanitario informazioni aggiornate sulleziologia, la diagnosi e le terapie disponibili nel trattamento multidisciplinare della disfagia. Sono presentati alcuni casi clinici di particolare interesse. Reperibile al link: http://www.logopedisti.net/pubblicazioni/G-la_disfagia_un_quadro.pdf
Manuale: Disfagia e disturbi della deglutizione Opuscolo divulgativo di base sulla disfagia, per logopedisti e altri professionisti del settore sanitario interessati ad aggiornare le proprie conoscenze. Reperibile al link: http://www.dysphagiaonline.com/content/it/H-bis-_Manuale_disfagia_pdf.pdf
Nutrizione e Salute Estate 2001 Newsletter
Nutrizione e Salute Autunno 2001 Newsletter
Nutrizione e Salute Inverno 2002 Newsletter
Altri studi pubblicati sulla disfagia Autore Pubblicazione Vol. N. Titolo Data Pagine Parole chiave
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Vari Arch Phys Med Rehabil 76 Malnutrition in Stroke Patients on the Rehabilitation Service and at Follow-up: Prevalence and Predictors 1995 310-317
Vari Dysphagia 12 The Natural History of Dysphagia following a Stroke 1997 188-193 dysphagia, aspiration, stroke, natural history, deglutition, deglutition disorders
Vari Dysphagia 13 Thickener Viscosity in Dysphagia Management: Variability among Speech-Language Pathologists 1998 218-222 Thickened liquids, viscosity, variability, deglutition, deglutition disorders
Vari European Neurology 40 Indicators and Prevalence of Malnutrition in Motor Neurone Disease 1998 159-163 malnutrition, nutritional status, anthropometry, diet, dysphagia
Vari Brain 123 Abnormal patterns of breathing during swallowing in neurological disorders 2000 1863- 1873 motor neurone disease, swallow apnoea, dysphagia, respiration Vari Dysphagia 10 Using Cervical Auscultation in the Clinical Dysphagia Examination in Long- Term Care 1995 27-31 Dysphagia evaluation, Auscultation, long- term care, degluition, deglutition disorders Vari Dysphagia 13 Swallowing Problems in the Nursing Home: A Novel Training Response 1998 172-183 Dysphagia, swallowing problems, nursing home, nurse education, deglutition, deglutition disorders Sharan Herbert Nursing Times 92 50 A team approach to the treatment of dysphagia 1996 26-29 Dysphagia, multidisciplinary team, nutrition assessment Kevin Whelan Clinical Nutrition 20 Inadequate fluid intakes in dysphagic acute stroke 2001 423-428 Cerebrovascular accident, deglutition disorders, dehydration, drinking
Link di organizzazioni di professionisti
Italia
www.fli.it Federazione Italiana Logopedisti Informazioni sui centri per il trattamento della disfagia, con elenco per regioni. Contiene informazioni utili su dipartimenti universitari per linsegnamento, novit, leggi in vigore, congressi, ecc.
www.logopedisti.net Il Portale Italiano dedicato alla Logopedia. Propone articoli, pubblicazioni, normative, forum tematico e sezione Chiedilo allesperto. Aggiornato costantemente sulle ultime notizie riguardanti la logopedia, le strutture logopediche in Italia; un punto dincontro della logopedia italiana!
USA http://www.eatright.org/ American Dietetic Association (Associazione Dietetica Americana) Il sito web dellADA contiene unampia gamma di strumenti e informazioni per i professionisti del settore dietologico e indicazioni per chi desidera contattare un dietologo.
http://www.asha.org/ American Speech and Hearing Association (Associazione Americana Audiologi e Specialisti del Linguaggio) Informazioni sui disturbi della comunicazione per genitori, familiari, media e altri; informazioni per audiologi e specialisti del linguaggio.
http://www.als.uiuc.edu/drs/ Dysphagia Research Society (Societ di Ricerca per la Disfagia) Gruppo di ricerca responsabile della pubblicazione del Dysphagia Journal. La rivista rappresenta una fonte internazionale di informazione per medici e altri professionisti del settore sanitario interessati alla disfagia
http://www.dysphagia.com/ Dysphagia Resource Center (Centro Risorse per la Disfagia) Servizi per la deglutizione e i disturbi della deglutizione.
http://clinnutr.org/ American Society for Parenteral and Enteral Nutrition (Societ Americana Alimentazione Parenterale ed Enterale) LA.S.P.E.N. unorganizzazione di professionisti i cui membri si occupano di fornire terapie cliniche nutrizionali, come lalimentazione parenterale ed enterale.
http://speech-languagepathologist.org/ Speech Language Pathologist (Logopedisti)
Da www.dysphagiaonline.com - adattamento di Ardenghi Paola Rita