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* Neurotrasmettitori

e dipendenza

Gruppo 21
Ludovica Monaco
Jacopo Marrone
Francesca Costa
* I neuroni comunicano tra di loro nel cervello via MESSAGGERI
CHIMICI, chiamati neurotrasmettitori, i quali attivano specifici
componenti proteiche detti RECETTORI.
* Ogni neurone è costituito da tre parti principali: il corpo
cellulare (noto anche come soma), l’assone e i dendriti.
* I neuroni comunicano tra loro usando segnali elettrici e
chimici,chiamati neurotrasmettitori.

*Neuroni e
neurotrasmettitore
* I segnali elettrici viaggiano dal soma, lungo l’assone, fino al
terminale assonico. Qui, i segnali elettrici vengono convertiti
in segnali chimici che viaggiano tra i neuroni attraverso la
fessura sinaptica.
* I neurotrasmettitori attraversano la sinapsi e si attaccano alle
proteine recettori sui neuroni vicini.
* Il neurotrasmettitore è come una chiave e il recettore è la
serratura. Oltre alla dopamina e ai suoi derivati, norepinefrina
ed epinefrina, altri importanti neurotrasmettitori dell'essere
umano sono: la glicina, la serotonina, la melatonina, l´acido
gamma—amminobutirrico (GABA) la vasopressina e le
endorfine.
* Ogni recettore presente sui neuroni viene dunque attivato da
un particolare neurotrasmettitore presente all'interno del
cervello (detto quindi endogeno).
*Ma cosa succede se dall'esterno viene immessa
nell'organismo una sostanza chimica che può mimare il
comportamento di un neurotrasmettitore?
* I recettori post-sinaptici non hanno infatti modo di sapere se
le sostanze chimiche a cui si legano sono esogeni (cioè
immessi dall'esterno) oppure endogeni.

*Meccanismi d’azione
* In realtà il cervello, data la sua importanza,
possiede una difesa particolarmente forte (la
barriera emato-encefalica) che blocca il passaggio
di molte sostanze nocive.
* Tuttavia le sostanze psicoattive hanno in comune la
capacità di passare facilmente questa membrana
lipidica (perché si sciolgono bene nei grassi), e di
mimare (imitare) il comportamento dei
neurotrasmettitori endogeni, attivando
determinati recettori.
* Nel caso delle endorfine, queste vengono mimate dagli oppiacei
(o oppioidi), come l’eroina e la morfina, ed è per questo che i
recettori endorfinici sono comunemente detti recettori oppioidi.
Quando una persona si inietta eroina per via endovenosa, questa
raggiunge il cervello insieme al sangue, penetra la barriera
ematoencefalica e si diffonde quindi all'interno del cervello.
* Una volta lì, raggiunge vari recettori, e tra questi riesce a legarsi
ai recettori endorfinici producendo quindi un effetto simile a
quello prodotto dal rilascio di endorfine endogene innescato da
uno stimolo piacevole per l'organismo. E' per questo che la
morfina, come le altre droghe, produce una sensazione di falso
benessere.
* I neurotrasmettitori possono svolgere due
funzioni:
Eccitatoria e Inibitoria

* Lo stesso vale anche per le droghe ed i farmaci che riproducono


il comportamento dei neurotrasmettitori. Le sostanze che
mimano i ligandi endogeni vengono dette agoniste, quelle che
bloccano i recettori antagoniste.
* Alcune droghe funzionano infatti inibendo la risposta di un
recettore, anziché stimolandola come gli oppiacei. E' il caso ad
esempio della Ketamina, un anestetico antagonista dei recettori
glutammatergici NMDA.
* Altre droghe invece agiscono interferendo con il normale
funzionamento dei neurotrasmettitori endogeni. I
neurotrasmettitori infatti, una volta rilasciati e dopo aver
interagito con i recettori post-sinaptici, devono essere rimossi
dalla fessura sinaptica per permettere il passaggio di nuove
trasmissioni sinaptiche (informazioni nervose)
* per semplice DIFFUSIONE delle molecole del trasmettitore
fuori dalla sinapsi,
* per DEGRADAZIONE, la distruzione enzimatica del
neurotrasmettitore all’interno della stessa fessura
sinaptica,
* attraverso la RICAPTAZIONE (o reuptake), per mezzo del
quale il neurotrasmettitore viene riassorbito dalle proteine
presenti nelle membrane della membrana pre-sinaptica.

* Alcune droghe funzionano inibendo questo processo di


riassorbimento, è questo il caso della cocaina, che
funziona appunto da inibitore della ricaptazione della
dopamina.

*Meccanismi di rimozione
dei neurotrasmettitori
* La dopamina è un neurotrasmettitore normalmente presente in
quantità ridotte poiché viene continuamente riassorbito dalla
membrana pre-sinaptica.
* Svolgefunzioni di controllo su: il movimento, la cosiddetta
memoria di lavoro, la sensazione di piacere, la ricompensa, i
meccanismi di regolazione del sonno, alcune facoltà cognitive e
la capacità di attenzione.
* Nel corpo umano, la produzione di dopamina spetta,
principalmente, ai cosiddetti neuroni dell'area dopaminergica e,
in misura minore, alla porzione midollare delle ghiandle
surrenali.

*Dopamina e cervello
* In un soggetto sano il ciruito del reward (ricompensa) rinforza
comportamenti importanti per la sopravvivenza e lo
svolgimento della vita quotidiana (mangiare, bere,
riprodursi,dormire,interazioni sociali). Fa sí che l´azione sia
piacevole e che la si possa ricordare in modo tale da ripeterla.
* I percorsi del circuito di ricompensa del sistema cerebrale
coinvolgono principalmente la trasmissione del
neurotrasmettitore Dopamina dall’Area Ventro Tegmentale
(VTA) del Mesencefalo al Sistema Limbico e infine alla
Corteccia Frontale. Il coinvolgimento in attività piacevoli
genera un potenziale d’azione nella produzione di Dopamina
all’interno dell’area VTA. Questo genera il rilascio di Dopamina
da parte dei neuroni nello spazio sinaptico.

* Dopamina e circuito della


recompensa
* La cocaina agisce proprio bloccando questo
riassorbimento, e causando così un eccesso di
dopamina nel cervello, ed ecco spiegato l'effetto
piacevole della cocaina. L'MDMA, più comunemente nota
come ecstasy, lavora in modo analogo, inibendo però la
ricaptazione della serotonina, in modo simile ai famosi
antidepressivi SSRI.
* Infine ci sono droghe che producono i loro effetti
inibendo la degradazione del neurotrasmettitore da
parte degli enzimi. Alcuni esempi di droghe che agiscono
secondo questo meccanismo d’azione sono la 4-
metiltioamfetamina (inibitore della monoamina ossidasi-
A) e la stessa caffeina (che inibisce la fosfodiesterasi).

*Sostanze di abuso e
Dopamina
* La Dopamina, quindi, giunge e stimola i
recettori nel neurone ricevente. Questa
stimolazione dopaminergica è responsabile della
sensazione di piacere percepita, definita
anche come effetto reward. Le molecole
dopaminergiche vengono successivamente
rimosse dallo spazio sinaptico (lo spazio tra un
neurone e l’altro) e trasportate indietro nei
neuroni trasmittenti da una speciale proteina,
chiamata trasportatore della dopamina.
* Naturalmente, la dopamina viene rilasciata durante attività sane,
come mangiare, fare esercizio fisico e ll’attività mentale, aiutando a
mantenere il cervello sano .
* Le droghe cambiano il funzionamento dei neuroni. Nel tempo, questi
cambiamenti possono portare alla dipendenza. Eppure sostanze come
la cocaina e le anfetamine sono capaci di immitare il
comportamento di alcuni neurotrasmettitori, inondando il cervello di
dopamina e generando intense sensazioni di euforia.
* L’esposizione ripetuta al rilascio di dopamina causata dalle sostanze,
infine, disorganizza il circuito del reward, interessando due regioni
cerebrali primarie: Il nucleo accumbens e la corteccia prefrontale,
che lavorano insieme per aiutarci a ricordare ció che e piacevole. Se
Il circuito non è più reattivo agli stimoli quotidiani, l’unica cosa
percepita come gratificante è la sostanza. Queste sono le modalità
attraverso cui le sostanze modificano le priorità della vita di un
individuo. Talvolta anche la sostanza perde la sua potenzialità e
perciò il soggetto richiede dosi più massicce per raggiungere l’effetto
gratificante. Tale meccanismo può portare all’overdose.

*Dipendenza
* Come ulteriore esempio, l’alcol è una droga che
aumenta gli effetti sul cervello di un
neurotrasmettitore noto come GABA. Il GABA
diminuisce la capacità dei neuroni di inviare
segnali o di attivare potenziali d’azione. Questa
diminuzione dei segnali neuronali può causare
movimenti lenti e biascicamento che si verificano
spesso quando una persona è intossicata
dall’alcol. Eppure l’alcol aumenta anche il rilascio
di dopamina, che lo rende gratificante e crea
dipendenza.

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