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A.A. 2021/2022
PROGRAMMA ESAME
MUSCOLARE
• Valutazione di base dell’apparato muscolo-
scheletrico
– Misurazione dell’escursione articolare mediante
goniometro o altri strumenti
– Misurazione antropometrica delle lunghezze e delle
circonferenze dei segmenti corporei con metro a
nastro
– Valutazione della forza muscolare a livello di tutti i
distretti corporei
– Valutazione della estensibilità/flessibilità
PROGRAMMA ANATOMIA
PALPATORIA
• Anatomia palpatoria
– Individuazione dei punti di repere
– Palpazione delle strutture ossee e dei tessuti molli
TESTI DI RIFERIMENTO - ESAME
MUSCOLARE
• Kendall FP, Kendall McCreary E, Provance PG. I
muscoli funzioni e test. Verduci Editore.
• Daniels L, Worthingham C. Esame del sistema
muscolare. Verduci Editore.
• Clarkson HM. Valutazione cinesiologica. Esame
della mobilità articolare e della forza
muscolare. EdiErmes Editore.
TESTI DI RIFERIMENTO –
ANATOMIA PALPATORIA
• Hoppenfield S. L’esame obiettivo dell’apparato
locomotore. Aulo Gaggi Editore
• Biel A. Guida ai sentieri del corpo. Come
trovare muscoli, ossa e altro. Edi-ermes
• Cael C. Functional anatomy. Musculoskeletal
anatomy, kinesiology, and palpation for manual
therapist. Lippincot Williams & Wilkins
INTRODUZIONE
ESAME MUSCOLARE
ESAME MUSCOLARE
ARTE SCIENZA
INDICAZIONI
• Disordini muscoloscheletrici di varia origine
• Patologie del II motoneurone
• Lesioni midollari
CONTROINDICAZIONI
• Infiammazione locale
• Dolore
• Tenorrafie, capsulotomie in fase acuta
• Lussazione e frattura non consolidata
• Miopatie (distrofie, miotonie, miositi)
PRECAUZIONI
• Problemi cardiovascolari (evitare la manovra di
Valsalva)
• Chirurgia addominale
• Intolleranza alla fatica (Sclerosi multipla,
BPCO…)
• Grave osteoporosi
• Trattamento con miorilassanti
SISTEMI DI MISURA DELLA FORZA MUSCOLARE
ESAME
DINAMOMETRO
MANUALE
ELETTROMIOGRAFIA
ISOCINETICA DI SUPERFICIE
FATTORI CHE INFLUENZANO LA FORZA
• Tipo di contrazione
• Tipo di fibra muscolare
• Angolo articolare
• Lunghezza muscolare
• Velocità di contrazione
• Ripetizione
• Sesso
• Età
• Motivazione
• Caratteristiche somatiche
• Attività lavorativa
• Lato dominante
RUOLO DEI MUSCOLI
AGONISTA
ANTAGONISTA
SINERGIA DI NEUTRALIZZAZIONE
SINERGIA DI STABILIZZAZIONE
TEST MUSCOLARI
LUNGHEZZA FORZA
COMPONENTI FONDAMENTALI
MISURAZIONE DELLA
PERFORMANCE DEL FORZA O DELLA
TEST LUNGHEZZA
MUSCOLARE
COME SI EFFETTUA IL TEST (Forza)
• Spiegazione e istruzioni
• Posizione del paziente
• Posizione del fisioterapista
• Fissazione
• Movimenti sostituitivi
• Pressione
• Esecuzione del test
PAZIENTE
• La posizione del corpo dovrebbe consentire la
funzione antigravitaria di tutti i muscoli in cui la
gravità è un fattore nel grading
• Il corpo dovrebbe essere messo in una
posizione che consenta alle parti che non
devono essere esaminate di rimanere il più
possibile stabili.
FISSAZIONE O STABILIZZAZIONE
• «Mantenere fermo»
• Fornita da
oSuperficie
oAttività del paziente
oForze esterne
oPeso corporeo
oMuscoli
oFisioterapista
PRESSIONE E RESISTENZA
• Pressione: forza esaminata dal fisioterapista
• Resistenza: forza esterna che si oppone al
movimento del test
• Applicata:
oSempre a fine movimento (isometrica)
oIn maniera progressiva
oSulla parte distale del segmento senza comprimere il
muscolo
oEsattamente nella direzione opposta alla linea di
azione del muscolo
oNon oltre quando il muscolo inizia a cedere
ESECUZIONE DEL TEST
• Test di movimento
oUtilizzata per i muscoli che non riescono a
mantenere la posizione anti-gravitaria
oPer determinati gruppi muscolari (muscoli del
tronco, gastrocnemio)
• Test di posizione
oMaggiormente utilizzata
oVantaggi nella precisione del posizionamento e
dell’accuratezza della valutazione
oRilevare movimenti di sostituzione
oFacilita la gradazione del test muscolare
COME SI EFFETTUA IL TEST (Lunghezza)
• Spiegazione e istruzioni
• Posizione del paziente
• Posizione del fisioterapista
• Fissazione
• Consiste di movimenti che aumentano la
distanza tra l’inserizione e l’origine
• La parte anatomica da cui origina il muscolo
rimane in posizione fissa
• La parte anatomica in cui si inserisce il muscolo
si muove nella direzione dell’allungamento
GRADING (Medical Research Council, 1976)
0 ASSENTE Nessuna contrazione muscolare
Il peso del tronco può essere sufficiente a fissare il paziente durante il test, ma
FISSAZIONE aggrapparsi al lettino conferisce un’ulteriore stabilità
Può essere possibile rilevare la contrazione del grande psoas subito distalmente
TEST al legamento inguinale sul margine mediale del sartorio, mentre il paziente
cerca di flettere l’anca
ILEOPSOAS
Una mano contro la faccia anteriore della spalla fornisce una
PRESSIONE contropressione, mentre l’altra preme contro la coscia nella
direzione dell’estensione dell’anca.
adduzione dell’arto sottostante che si distacca verso l’alto dal piano, senza
TEST flettere, ruotare o estendere l’anca o inclinare il bacino.
ADDUTTORI DELL’ANCA – GRADO 2
PAZIENTE Supino con l’arto abdotto di 45 gradi
l’esaminatore applica con una mano una contropressione sul lato mediale dell’estremità
PRESSIONE inferiore della coscia e con l’altra mano preme sulla parte laterale della gamba, sopra la
caviglia, spingendo la gamba verso l’interno.
TEST Il paziente ruota l’anca all’interno per l’intera ampiezza del movimento.
È possibile palpare il tensore della fascia lata in prossimità della sua origine e
GRADO 1 distalmente alla spina iliaca superiore-inferiore. Le fibre del piccolo gluteo
giaccciono sotto il medio gluteo e il tensore della fascia lata
ROTATORI ESTERNI DELL’ANCA – GRADO 3, 4 & 5
seduto sul lettino con le ginocchia piegate fuori e con le mani che ne afferrano il
PAZIENTE bordo.
Il fisioterapista esercita con una mano la contropressione sulla parte laterale dell’estremità inferiore
PRESSIONE della coscia. Con l’altra mano esercita la pressione sul lato mediale della gamba, sopra la caviglia,
spingendo verso l’esterno la gamba.
TEST Il paziente ruota l’anca all’esterno per l’intera escursione del movimento.
PICCOLO GLUTEO – GRADO 3, 4 & 5
PAZIENTE disteso su un fianco.
Si possono palpare le fibre del gluteo medio sulla superficie laterale dell’ileo
GRADO 1 superiormente al grande trocantere mentre il paziente tenta di abdurre l’anca
SEGNO DI TRENDELENBURG
GRANDE GLUTEO – GRADO 3, 4 & 5
prono con il ginocchio flesso a 90° o più. (Maggiore è la flessione del ginocchio,
PAZIENTE minore sarà l’estensione dell’anca in seguito al contenimento da parte della
tensione del retto femorale anteriormente).
contro la parte inferiore della superficie posteriore della coscia in direzione della
PRESSIONE flessione dell’anca.
Se il grande gluteo deve essere isolato il più possibile dagli hamstring, occorre che il ginocchio sia mantenuto flesso dall’esaminatore; in caso
PRESSIONE contrario, gli hamstring agirebbero inevitabilmente per mantenere la flessione del ginocchio contro gravità. Cercando di mantenere in modo
passivo la flessione del ginocchio ed esercitando la pressione sulla coscia, diviene difficoltosa l’esecuzione di un test accurato.
GRADO 1 Con il paziente in decubito prono, palpare la contrazione del grande gluteo
ARTO INFERIORE
GINOCCHIO
FACCIA MEDIALE
flessione del ginocchio di 50°-70° con rotazione mediale della coscia e rotazione
TEST mediale della gamba sulla coscia.
HAMSTRING LATERALI – GRADO 3, 4 &
5
PAZIENTE prono
flessione del ginocchio di 50°-70° con leggera rotazione laterale della coscia e
TEST lieve rotazione laterale della gamba sulla coscia
HAMSTRING – GRADO 2
In decubito laterale con gli arti inferiori estesi. Sostenere
PAZIENTE
quello sovrastante
l’esaminatore può mantenere fermamente la coscia sul piano o, dato che il peso del tronco è
FISSAZIONE di solito sufficiente a stabilizzare il paziente durante il test, porre una mano sotto l’estremità
distale della coscia per proteggere questa parte dalla pressione del tavolo.
Il peso della gamba poggia sul piano (che deve essere stabile) e dovrebbe essere
FISSAZIONE sufficiente a fissare la parte.
per ottenere la massima pressione in questa posizione, è necessario applicarla sia contro
PRESSIONE l’avampiede che contro il calcagno. Se il muscolo è molto debole, è sufficiente la pressione
contro il calcagno.
La contrazione del gastrocnemio e del soleo viene determinata palpando il tendine al di sopra del
GRADO 1 calcagno e le fibre muscolari sulla faccia posteriore della gamba
FLESSORI PLANTARI
posizione eretta. (Il paziente può stabilizzarsi appoggiando una mano sul tavolo,
PAZIENTE ma senza trasferire sulla mano il peso del corpo).
il paziente si solleva sulla punta del piede, spingendo direttamente verso l’alto il
TEST peso del corpo
SOLEO
PAZIENTE prono con il ginocchio flesso ad almeno 90°.
TEST flessione plantare della caviglia senza inversione o eversione del piede.
PERONEO LUNGO & BREVE – GRADO 3, 4 &
5
PAZIENTE supino con l’arto ruotato medialmente, o disteso sul fianco (sul lato opposto).
contro il lato mediale e la superficie plantare del piede, in direzione della dorsiflessione della
PRESSIONE caviglia e dell’eversione del piede
Il tendine del tibiale posteriore può essere individuato tra il malleolo mediale e
GRADO 1 l’osso navicolare, e lo si può palpare anche sopra il malleolo
PERONEO TERZO
PAZIENTE supino o seduto.
contro l’area laterale, superficie dorsale del piede, in direzione della flessione plantare e
PRESSIONE dell’inversione.
contro il lato mediale, superficie dorsale del piede, in direzione della flessione
PRESSIONE plantare della caviglia e dell’eversione del piede.
l’esaminatore fissa le falangi prossimali e mantiene una posizione neutra del piede e della
FISSAZIONE caviglia. Se il gastrocnemio ed il soleo sono paralizzati, l’esaminatore deve fissare il calcagno
(che è l’osso di origine) durante il test per i flessori
contro la superficie plantare della falange media- delle quattro dita laterali, nella
PRESSIONE direzione dell’estensione.
TEST flessione delle articolazioni interfalangee prossimali dal secondo al quinto dito.
FLESSORE LUNGO DELL’ALLUCE
PAZIENTE supino o seduto.
PRESSIONE contro il lato mediale del primo metatarso e della falange prossimale.
PRESSIONE contro la superficie plantare delle falangi prossimali delle ultime quattro dita.
non necessaria, a meno che i muscoli della spalla o del gomito non siano deboli,
FISSAZIONE nel qual caso l’esaminatore sosterrà l’arto in posizione perpendicolare durante
l’esecuzione del test.
contro la mano del soggetto chiusa a pugno, trasmettendo la pressione verso il basso attraverso l’arto
PRESSIONE alla scapola in direzione dell’adduzione della scapola stessa. È possibile applicare una leggera
pressione contro il margine laterale della scapola ed anche contro il pugno.
Contro la superficie dorsale del braccio tra la spalla e il gomito verso il basso in direzione
PRESSIONE dell’estensione e lieve pressione contro il margine laterale della scapola verso la rotazione
mediale dell’angolo inferiore
il torace agisce come resistenza in questo movimento di prova. Con la stabilizzazione fornita dalle
RESISTENZA mani e i gomiti distesi, si ottiene una relativa stabilizzazione delle scapole e la parte antero-laterale
della gabbia toracica è portata indietro verso le scapole.
di fronte a una parete e con i gomiti distesi, il soggetto appoggia le mani contro il muro all’altezza delle spalle o poco al di
sopra. Per cominciare, si lascia scendere il torace in avanti così da porre le scapole in una certa adduzione. Il soggetto spinge
TEST con decisione contro la parete, spostando il torace all’indietro fino a quando le scapole assumeranno una posizione di
abduzione.
SERRATO (DENTATO) ANTERIORE – GRADO 2
PAZIENTE Paziente a sedere con il braccio flesso a 90° e appoggiato sul tavolo
gli estensori della spalla che intervengono, particolarmente il deltoide posteriore, devono fornire la necessaria
stabilizzazione dell’omero sulla scapola e, in misura minore, occorre che gli estensori dei gomito trattengano
FISSAZIONE questo in estensione. L’esaminatore fornisce la stabilizzazione ponendo un mano sotto la scapola sul lato
opposto (non mostrato).
adduzione e depressione della scapola con rotazione laterale dell’angolo inferiore. Il braccio è posto
diagonalmente sopra la testa in corrispondenza delle fibre inferiori del trapezio. La rotazione laterale
TEST della spalla si produce insieme all’elevazione, per cui di solito non è necessario ruotare ulteriormente
la spalla per portare la scapola in rotazione laterale.
TRAPEZIO INFERIORE – GRADO 3, 4 &
PAZIENTE
5
prono, con la spalla sul bordo del lettino, il braccio penzolante sul lato del lettino
FISSAZIONE nessuna.
gli estensori dell’articolazione della spalla che vi partecipano devono fornire la fissazione necessaria dell’omero sulla scapola
in modo che il braccio possa essere impiegato come una leva. In misura minore, per gli estensori del gomito si può presentare
FISSAZIONE la necessità di fornire una certa stabilizzazione dell’avambraccio sull’omero. L’esaminatore fornisce la stabilizzazione ponendo
una mano sull’area scapolare opposta per impedire la rotazione del tronco,
adduzione della scapola con rotazione verso l’alto (rotazione laterale dell’angolo inferiore) e senza
TEST elevazione del cingolo scapolare. La posizione del test si ha ponendo la spalla in un’abduzione di 90° e
in una rotazione laterale sufficiente a portare la scapola in rotazione laterale dell’angolo inferiore
TRAPEZIO MEDIO – GRADO 1 & 2
Paziente seduto con il braccio appoggiato e abdotto a 90° e con il gomito
PAZIENTE parzialmente flesso
Con il paziente seduto, le fibre del trapezio vengono palpate sopra la spina della
GRADO 1 scapola dall’acromion alla colonna vertebrale per accertare la presenza di una
contrazione
ROMBOIDI (GRANDE E PICCOLO)
PAZIENTE prono.
l’esaminatore applica la pressione con una mano contro il braccio del paziente in direzione
PRESSIONE dell’abduzione della scapola e della rotazione laterale dell’angolo inferiore, e contro la spalla
del paziente (con l’altra mano) in direzione della depressione
adduzione ed elevazione della scapola con rotazione mediale dell’angolo inferiore. Per ottenere questa posizione
TEST della scapola e un’azione di leva per la pressione prevista dal test, il braccio viene posizionato con il gomito
flesso, l’omero viene addotto verso in lieve estensione e in lieve rotazione laterale.
ESAME ALTERNATIVO PER I
PAZIENTE
ROMBOIDI prono.
gli estensori dell’articolazione della spalla che vi partecipano devono fornire la fissazione
FISSAZIONE necessaria dell’omero sulla scapola in modo che il braccio possa essere impiegato come una
leva, mentre gli estensori del gomito sono muscoli il cui intervento è necessario.
adduzione ed elevazione della scapola con rotazione mediale dell’angolo inferiore. La posizione della
TEST scapola si ottiene collocando la spalla a 90° di abduzione e con una rotazione interna sufficiente a
spostare la scapola nella posizione del test.
ROMBOIDI – GRADO 1 & 2
PAZIENTE Paziente seduto con il braccio intraruotato e addotto dietro la schiena.
il braccio è appoggiato sul tavolo. L’esaminatore pone una mano sotto il braccio vicino al gomito e
FISSAZIONE stabilizza l’omero, assicurando l’azione di rotazione e impedendo l’adduzione o l’abduzione. La mano
dell’esaminatore protegge dalla pressione contro il lettino.
Il piccolo rotondo può essere palpato sul margine ascellare della scapola,
GRADO 1 mentre l’infraspinato sul corpo della scapola tra la spina e la fossa infraspinata
ROTATORI INTERNI – GRADO 3, 4
PAZIENTE
& 5 prono.
il braccio è appoggiato al lettino. La mano dell’esaminatore, vicino al gomito, protegge dalla pressione
FISSAZIONE sul tavolo e stabilizza l’omero per assicurare l’azione di rotazione impedendo qualsiasi movimento di
abduzione e adduzione. I romboidi stabilizzano la scapola.
l’esaminatore pone una mano sulla cresta iliaca controlaterale per trattenere con decisione il
FISSAZIONE bacino sul tavolo. Il tricipite mantiene il gomito in estensione.
PRESSIONE contro la superficie anteriore della spalla verso il basso in direzione del lettino.
abduzione della spalla in leggera estensione, con l’omero di poco ruotato medialmente. In posizione
TEST seduta a tronco eretto è necessario posizionare l’omero in lieve rotazione mediale in modo da porre
le fibre posteriori in posizione antigravitaria.
DELTOIDE POSTERIORE
PAZIENTE prono.
la scapola deve essere tenuta ferma per mezzo dei muscoli scapolari o da parte
FISSAZIONE dell’esaminatore.
abduzione della spalla con leggera flessione, con l’omero di poco ruotato lateralmente. In posizione
TEST seduta a tronco eretto è necessario posizionare l’omero in lieve rotazione laterale per accrescere
l’effetto della gravità sulle fibre anteriori
SOPRASPINATO
seduto o in piedi con il braccio lungo il fianco, testa e collo in estensione e
PAZIENTE piegati lateralmente sullo stesso lato, la faccia ruotata verso il lato opposto
in questo test la posizione del tronco in rapporto al braccio è tale per cui un tronco stabile non
FISSAZIONE richiede alcuna ulteriore stabilizzazione da parte dell’esaminatore. Se gli stabilizzatori scapolari sono
deboli, l’esaminatore deve fissare la scapola.
abduzione della spalla senza rotazione. Quando si posiziona la spalla come richiesto dal test, il gomito
TEST dovrebbe essere flesso per indicare la posizione neutra in rotazione, ma può essere disteso dopo aver
sistemato la posizione della spalla così da impiegare l’arto disteso come una leva più lunga.
CORACOBRACHIALE
PAZIENTE seduto o supino.
l’esaminatore pone una mano sotto il gomito per proteggerlo dalla pressione sul
FISSAZIONE tavolo.
l’esaminatore pone una mano sotto il gomito per proteggerlo dalla pressione del
FISSAZIONE tavolo
la spalla è abdotta di 90°, in posizione neutra rispetto alla rotazione, e con il braccio
FISSAZIONE sostenuto tra la spalla e il gomito dal tavolo. L’esaminatore pone una mano sotto il braccio
vicino al gomito per proteggere il braccio dalla pressione sul tavolo
il gomito dovrebbe essere tenuto contro il fianco del paziente per evitare il
FISSAZIONE movimento della spalla.
Sull’estremità distale dell’avambraccio al di sopra del polso (per evitare la torsione del polso
PRESSIONE stesso) in direzione della pronazione
PRESSIONE sull’estremità distale dell’avambraccio al di sopra del polso in direzione della pronazione.
PRESSIONE sull’estremità distale dell’avambraccio al di sopra del polso in direzione della pronazione.
il gomito dovrebbe essere tenuto contro il fianco del paziente (dal paziente
FISSAZIONE stesso o dall’esaminatore) per evitare l’abduzione della spalla.
contro il dorso della mano lungo il quinto osso metacarpale in direzione della
PRESSIONE flessione verso il lato radiale.
estensione del polso verso il lato radiale. La flessione del gomito rende meno
TEST efficace l’estensore lungo radiale del carpo in quanto esso è in una posizione
accorciata.
ESTENSORI DEL POLSO – GRADO 2
Avambraccio e mano sul tavolo, avambraccio in posizione mediana, mano
PAZIENTE appoggiata sul suo lato mediale
Il paziente estende il polso facendo scivolare la mano lungo il tavolo per l’intera
TEST escursione del movimento
FLEESSORE ULNARE DEL CARPO
PAZIENTE Seduto o supino
PRESSIONE contro la superficie dorsale delle falangi prossimali in direzione della flessione.
in genere, stabilizzazione delle dita adiacenti per fissare il dito verso il quale si
FISSAZIONE sposta quello in esame ed evitare un’assistenza da parte del dito sull’altro lato.
Primo (Fig. A): abduzione del dito indice verso il pollice. Pressione sul lato radiale dell’indice in direzione del
TEST E PRESSIONE dito medio.
Secondo (Fig. B): abduzione del dito medio verso il dito indice. Trattenere il medio e tirare in direzione
(contro la falange dell’anulare.
Terzo (Fig. C): abduzione del dito medio verso l’anulare. Trattenere il dito medio e tirare in direzione del dito
media) indice.
Quarto (Fig. D): abduzione dell’anulare verso il mignolo. Trattenere l’anulare e tirare in direzione del medio.
INTEROSSEI PALMARI
PAZIENTE seduto o supino
in genere, stabilizzazione delle dita adiacenti per fissare il dito verso il quale si
FISSAZIONE sposta quello in esame ed evitare l’assistenza da parte del dito del lato
opposto.
Primo (Fig. A): adduzione del pollice verso il dito indice (agendo con l’adduttore del pollice e con il primo
TEST E PRESSIONE interosseo dorsale). Trattenere il pollice e tirare in direzione radiale.
Secondo (Fig. B): adduzione del dito indice verso il medio. Trattenere il dito indice e tirare in direzione del
(contro la falange pollice.
media) Terzo (Fig. C): adduzione dell’anulare verso il medio. Trattenere l’anulare e tirare in direzione del mignolo.
Quarto (Fig. D): adduzione del mignolo verso l’anulare. Trattenere il mignolo e tirare in direzione ulnare.
LOMBRICALI
PAZIENTE seduto o supino.
prima contro la superficie dorsale delle falangi medie e distali in direzione della flessione, e
PRESSIONE poi contro la superficie palmare delle falangi prossimali in direzione dell’estensione. La
pressione non è illustrata nella foto in quanto è applicata in due fasi, non simultaneamente.
contro la superficie palmare, lungo il quinto metacarpo in direzione di un appiattimento del palmo della mano.
PRESSIONE Nell’illustrazione la pressione viene esercitata con un solo dito per evitare di nascondere il ventre del muscolo,
ma generalmente si utilizza il pollice per esercitare la pressione lungo il quinto metacarpo.
contro il lato ulnare del V dito in direzione dell’adduzione verso la linea mediana
PRESSIONE della mano.
PRESSIONE contro la superficie dorsale della falange prossimale in direzione della flessione
la mano può essere appoggiata sul tavolo per sostenerla (come illustrato) mentre l’esaminatore fissa l’osso
metacarpale e la falange prossimale del pollice in estensione; in alternativa, la mano può appoggiarsi sul proprio
FISSAZIONE lato ulnare con leggera estensione del polso, mentre l’esaminatore stabilizza la falange prossimale del pollice in
estensione.
non è necessaria durante la fase iniziale del test (flessione del tronco) quando la colonna si flette e il torace si
avvicina al bacino. Mentre il tronco si flette, i piedi non devono essere trattenuti sul piano. La loro fissazione
FISSAZIONE provocherebbe l’intervento dei flessori dell’anca nell’iniziare la flessione del tronco grazie alla flessione del
bacino sulle cosce
durante la flessione del tronco, la resistenza è fornita dal peso della testa, della parte superiore del busto e delle braccia, che
RESISTENZA a loro volta possono assumere posizioni diverse ai fini del grading.
Il soggetto deve sollevare e flettere lentamente il tronco completando la flessione della colonna (sfruttando, cioè, tutto il
range di movimento consentito dagli addominali). Senza interrompere il movimento, il soggetto prosegue con la flessione
TEST delle anche (si siede, sit-up) al fine di offrire una forte resistenza contro l’azione dei muscoli addominali e di eseguire
correttamente il test di valutazione della forza.
GRADING ADDOMINALI
SUPERIORI
la forza esercitata dai flessori dell’anca e dall’abbassamento delle gambe tende ad inclinare anteriormente il bacino e fornisce una forte
RESISTENZA resistenza contro i muscoli addominali che cercano di mantenere il bacino in inclinazione posteriore. Quando le gambe si abbassano per la
contrazione eccentrica (allungamento) dei flessori dell’anca, si ha un aumento dell’azione di leva e della resistenza ai muscoli addominali al
fine di graduare la forza dei suddetti muscoli.
L’esaminatore assiste il paziente nel sollevamento delle gambe in posizione verticale o il paziente solleva una
gamba alla volta mantenendo le ginocchia tese. soggetto deve inclinare posteriormente il bacino per schiacciare
TEST la parte inferiore della schiena contro il piano contraendo i muscoli addominali e, mantenendo questa
posizione, inizia ad abbassare lentamente le gambe.
GRADING ADDOMINALI INFERIORI
Grading sufficiente+ (6): con le
braccia incrociate sul petto, il
soggetto è in grado di mantenere la
parte inferiore della schiena
aderente al piano mentre abbassa
la gamba raggiungendo un angolo
di 60° rispetto al piano
nessuna, oltre al peso del tronco. La resistenza si modifica con la posizione delle
RESISTENZA braccia.
il paziente incrocia le mani dietro la testa. L’esaminatore sistema il paziente nella posizione
TEST precisa del test di flessione e rotazione del tronco, e gli chiede di conservarla.
FLESSORI LATERALI DEL TRONCO
disteso sul fianco con un cuscino tra le cosce e le gambe e con la testa, il tronco superiore, il bacino e gli arti
PAZIENTE inferiori in linea retta. Il braccio sopra è disteso lungo il fianco,. Il braccio sottostante è incrociato sul petto con la
mano che afferra la spalla superiore per evitare l’assistenza a mezzo di spinta in su con il gomito.
gli abduttori dell’anca devono fissare il bacino sulla coscia. Le gambe devono essere tenute
FISSAZIONE ferme dall’esaminatore per controbilanciare il peso del tronco
TEST il tronco si eleva in alto direttamente di lato senza compiere alcuna rotazione
QUADRATO DEI LOMBI
PAZIENTE in posizione prona.
data sotto forma di trazione dell’arto, si oppone direttamente alla linea di trazione del
TEST quadrato dei lombi. Se i muscoli dell’anca sono deboli, la pressione può essere esercitata
contro la cresta iliaca postero-laterale opposta alla linea di trazione del muscolo.
ESTENSORI DEL TRONCO
PAZIENTE prono con le mani incrociate dietro le natiche o dietro la testa.
gli estensori dell’anca devono conferire stabilità al bacino rispetto alle cosce,
FISSAZIONE mentre l’esaminatore blocca con decisione le gambe sul lettino.
Nel momento in cui viene iniziato il movimento di Mantenendo il bacino inclinato posteriormente,
estensione della schiena, si osserva l’accentuazione della come accadrebbe se il grande gluteo fosse forte, si
curva della parte inferiore a causa della debolezza del permette al soggetto di completare il movimento in
grande gluteo.
tutta la sua ampiezza.
RACHIDE
CERVICALE
RACHIDE CERVICALE - PALPAZIONE
• Protuberanza occipitale
• Piano nucale
• Linea occipitale superiore
• Linea occipitale inferiore
• Processo mastoideo
• Processo trasverso di C1
• Processo spinoso di C2
• Processo spinoso di C6
• Processo spinoso di C7
FLESSORI ANTERIORI DEL COLLO
supino, con i gomiti piegati e le mani al di sopra della testa, appoggiate sul
PAZIENTE tavolo.
i muscoli addominali anteriori devono essere abbastanza forti da fornire la fissazione anteriore del torace sul bacino prima
che la testa sia sollevata dai flessori del collo. Se i muscoli addominali sono deboli, l’esaminatore può provvedere alla
FISSAZIONE stabilizzazione esercitando una decisa pressione verso il basso sul torace. Ciò dovrebbe avvenire sempre per i bambini
attorno ai 5 anni e di età inferiore.
flessione della colonna cervicale tramite il sollevamento della testa dal piano, con il mento
TEST abbassato e avvicinato allo sterno.
FLESSORI ANTERIORI DEL COLLO –
TEST MODIFICATO
supino, con i gomiti piegati e le mani al di sopra della testa, appoggiate sul
PAZIENTE tavolo.
TEST estensione postero-laterale del collo con il volto girato verso il lato in esame
TEST DI lunghezza
TEST DI THOMAS
NORMALE ECCESSIVA
BREVITA’
TEST DI VENTROFLESSIONE
POSIZIONE DI
seduta a gambe distese, con i piedi ad angolo retto.
PARTENZA
MOVIMENTO DEL far flettere il soggetto in avanti con le ginocchia estese, cercando di fargli toccare la base dell’alluce con la punta
delle dita delle mani, o anche di andare oltre, compiendo l’allungamento massimo permesso dal range di
TEST lunghezza del muscolo
POSIZIONE DI
seduta a gambe distese, con i piedi ad angolo retto.
PARTENZA
Muscoli della parte superiore del Muscoli della parte superiore del
dorso di lunghezza normale; sono dorso di lunghezza normale,
invece brevi quelli della parte inferiore contrattura della muscolatura della
del dorso, gli hamstring e il regione lombare con paralisi di quella
gastrocnemio-soleo. degli arti inferiori.
TEST PER IL PICCOLO PETTORALE
Posizione di partenza: soggetto
supino, braccia lungo i fianchi,
gomiti estesi, palmi rivolti in alto,
ginocchia piegate e parte bassa
della schiena aderente al piano.
LUNGHEZZA il braccio scende sul piano del lettino mentre la parte bassa della schiena rimane
NORMALE piatta sul piano stesso.
il braccio disteso non cade sotto il livello del lettino. La limitazione può essere registrata come lieve,
Brevità marcata o moderata; la misurazione è effettuabile in gradi utilizzando il goniometro e in centimetri
con un regolo per misurare la distanza dall’epicondilo laterale al piano.
TEST PER IL GRANDE PETTORALE
(CLAVICOLARE)
POSIZIONE DI
soggetto supino, ginocchia piegate, parte inferiore della schiena adesa al piano
PARTENZA
LUNGHEZZA abduzione orizzontale completa con rotazione laterale, braccio a piatto sul
NORMALE tavolo, assenza di rotazione del tronco.
il braccio non scende al livello del piano del lettino. La limitazione può essere registrata come lieve,
marcata o moderata; la misurazione è effettuabile in gradi utilizzando il goniometro e in centimetri
Brevità con un regolo per misurare la distanza dall’epicondilo laterale al piano. È raro in questo esame
riscontrare limitazioni
marcate.
TEST PER IL GRANDE ROTONDO,
GRANDE DORSALE & ROMBOIDI
POSIZIONE DI soggetto supino, braccia lungo i fianchi, gomiti estesi, ginocchia piegate e parte
PARTENZA bassa della schiena aderente al piano
LUNGHEZZA capacità di riportare le braccia sul piano mantenendole vicino alla testa.
NORMALE
si desume dall’incapacità di riportare le braccia sul piano, che può essere documentata come lieve,
Brevità moderata o marcata. In alternativa, si può calcolare l’angolo tra il lettino e l’omero per determinare i
gradi della limitazione o si può calcolare la distanza in centimetri tra il lettino e l’epicondilo laterale
TEST PER I ROTATORI INTERNI
soggetto supino, regione lombare appiattita sul piano, braccio all’altezza della
POSIZIONE DI
spalla (90° di abduzione), gomito sul bordo del lettino piegato a 90°,
PARTENZA avambraccio perpendicolare al lettino.
TEST PER LA Rotazione laterale della spalla, portando gli avambracci in basso
verso il piano del lettino paralleli alla testa (non consentire alla schiena di
LUNGHEZZA inarcarsi distaccandosi dal piano).
RANGE NORMALE DI 90° (avambraccio appoggiato al lettino, mentre la schiena è mantenuta aderente
MOVIMENTO al lettino).
TEST PER I ROTATORI ESTERNI
soggetto supino, regione lombare aderente al piano, braccio all’altezza della
POSIZIONE DI
spalla (90° di abduzione), gomito sul bordo del lettino e piegato a 90°,
PARTENZA avambraccio perpendicolare al lettino.
Rotazione mediale della spalla, portando gli avambracci in basso verso il piano
TEST PER LA del lettino, mentre l’esaminatore mantiene abbassata la spalla per prevenire la
LUNGHEZZA sostituzione da parte del cingolo scapolare (non consentire la spinta in avanti
del cingolo scapolare).
Il paziente deve comprimere con forza le guance contro i denti laterali, tirando l'angolo della bocca
TEST all’indietro come quando si suona la tromba. (Portare il mento all'indietro, come si vede in questa
fotografia, non è un movimento compreso nell'azione del buccinatore).
MENTONIERO
TEST della parte Si chiede al paziente di chiudere con decisione le palpebre in modo che si
ORBITALE formino delle rughe a ventaglio a partire dall’angolo esterno dell’occhio.
Partendo da una posizione rilassata, come mostrato nella Figura A, si chiede al paziente di
TEST deprimere l’osso ioide, come illustrato nella Figura B