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Scuola di Scienze Umana della Salute

Corso di Laurea In Fisioterapia


I Anno
B021137 – LABORATORIO PROFESSIONALIZZANTE

ESAME MUSCOLARE &


ANATOMIA PALPATORIA
Emily Aloe
Dott.ssa in Fisioterapia
S.O.C. Riabilitazione Funzionale
Azienda USL Toscana Centro, San Casciano V.P. (FI)
emily.aloe@uslcentro.toscana.it

A.A. 2021/2022
PROGRAMMA ESAME
MUSCOLARE
• Valutazione di base dell’apparato muscolo-
scheletrico
– Misurazione dell’escursione articolare mediante
goniometro o altri strumenti
– Misurazione antropometrica delle lunghezze e delle
circonferenze dei segmenti corporei con metro a
nastro
– Valutazione della forza muscolare a livello di tutti i
distretti corporei
– Valutazione della estensibilità/flessibilità
PROGRAMMA ANATOMIA
PALPATORIA
• Anatomia palpatoria
– Individuazione dei punti di repere
– Palpazione delle strutture ossee e dei tessuti molli
TESTI DI RIFERIMENTO - ESAME
MUSCOLARE
• Kendall FP, Kendall McCreary E, Provance PG. I
muscoli funzioni e test. Verduci Editore.
• Daniels L, Worthingham C. Esame del sistema
muscolare. Verduci Editore.
• Clarkson HM. Valutazione cinesiologica. Esame
della mobilità articolare e della forza
muscolare. EdiErmes Editore.
TESTI DI RIFERIMENTO –
ANATOMIA PALPATORIA
• Hoppenfield S. L’esame obiettivo dell’apparato
locomotore. Aulo Gaggi Editore
• Biel A. Guida ai sentieri del corpo. Come
trovare muscoli, ossa e altro. Edi-ermes
• Cael C. Functional anatomy. Musculoskeletal
anatomy, kinesiology, and palpation for manual
therapist. Lippincot Williams & Wilkins
INTRODUZIONE
ESAME MUSCOLARE
ESAME MUSCOLARE

ARTE SCIENZA
INDICAZIONI
• Disordini muscoloscheletrici di varia origine
• Patologie del II motoneurone
• Lesioni midollari
CONTROINDICAZIONI
• Infiammazione locale
• Dolore
• Tenorrafie, capsulotomie in fase acuta
• Lussazione e frattura non consolidata
• Miopatie (distrofie, miotonie, miositi)
PRECAUZIONI
• Problemi cardiovascolari (evitare la manovra di
Valsalva)
• Chirurgia addominale
• Intolleranza alla fatica (Sclerosi multipla,
BPCO…)
• Grave osteoporosi
• Trattamento con miorilassanti
SISTEMI DI MISURA DELLA FORZA MUSCOLARE

ESAME
DINAMOMETRO
MANUALE

ELETTROMIOGRAFIA
ISOCINETICA DI SUPERFICIE
FATTORI CHE INFLUENZANO LA FORZA
• Tipo di contrazione
• Tipo di fibra muscolare
• Angolo articolare
• Lunghezza muscolare
• Velocità di contrazione
• Ripetizione
• Sesso
• Età
• Motivazione
• Caratteristiche somatiche
• Attività lavorativa
• Lato dominante
RUOLO DEI MUSCOLI

AGONISTA

ANTAGONISTA

SINERGIA DI NEUTRALIZZAZIONE

SINERGICO SINERGIA CONGIUNTA

SINERGIA DI STABILIZZAZIONE
TEST MUSCOLARI

LUNGHEZZA FORZA
COMPONENTI FONDAMENTALI
MISURAZIONE DELLA
PERFORMANCE DEL FORZA O DELLA
TEST LUNGHEZZA
MUSCOLARE
COME SI EFFETTUA IL TEST (Forza)
• Spiegazione e istruzioni
• Posizione del paziente
• Posizione del fisioterapista
• Fissazione
• Movimenti sostituitivi
• Pressione
• Esecuzione del test
PAZIENTE
• La posizione del corpo dovrebbe consentire la
funzione antigravitaria di tutti i muscoli in cui la
gravità è un fattore nel grading
• Il corpo dovrebbe essere messo in una
posizione che consenta alle parti che non
devono essere esaminate di rimanere il più
possibile stabili.
FISSAZIONE O STABILIZZAZIONE
• «Mantenere fermo»
• Fornita da
oSuperficie
oAttività del paziente
oForze esterne
oPeso corporeo
oMuscoli
oFisioterapista
PRESSIONE E RESISTENZA
• Pressione: forza esaminata dal fisioterapista
• Resistenza: forza esterna che si oppone al
movimento del test
• Applicata:
oSempre a fine movimento (isometrica)
oIn maniera progressiva
oSulla parte distale del segmento senza comprimere il
muscolo
oEsattamente nella direzione opposta alla linea di
azione del muscolo
oNon oltre quando il muscolo inizia a cedere
ESECUZIONE DEL TEST
• Test di movimento
oUtilizzata per i muscoli che non riescono a
mantenere la posizione anti-gravitaria
oPer determinati gruppi muscolari (muscoli del
tronco, gastrocnemio)

• Test di posizione
oMaggiormente utilizzata
oVantaggi nella precisione del posizionamento e
dell’accuratezza della valutazione
oRilevare movimenti di sostituzione
oFacilita la gradazione del test muscolare
COME SI EFFETTUA IL TEST (Lunghezza)
• Spiegazione e istruzioni
• Posizione del paziente
• Posizione del fisioterapista
• Fissazione
• Consiste di movimenti che aumentano la
distanza tra l’inserizione e l’origine
• La parte anatomica da cui origina il muscolo
rimane in posizione fissa
• La parte anatomica in cui si inserisce il muscolo
si muove nella direzione dell’allungamento
GRADING (Medical Research Council, 1976)
0 ASSENTE Nessuna contrazione muscolare

Nessun movimento, ma possibile


1 TRACCIA
palpare una contrazione
2 INSUFFICIENTE Possibile movimento in assenza dI
gravità
3 SUFFICIENTE Mantenimento della posizione
contro gravità
4 BUONO
Contro una forza moderata
5 NORMALE
Contro una forza elevata
GRADING - VANTAGGI
• Semplice (Nessuna strumentazione)
• Rapida nella somministrazione
• Possibile valutare selettivamente ogni singolo
muscolo
• Diffusa
• Livelli ben definiti
• Utile come test diagnostico nelle lesioni
nervose periferiche.
GRADING - SVANTAGGI
• Ambiguità nella definizione dei livelli
• Forza «normale»?
• Oltre il punteggio 3 criteri soggettivi: scarsa
affidabilità
• Scala non intervallare: Il punteggio 3 non
rappresenta il 50% della forza, ma una
percentuale molto variabile (6 - 32% a seconda
del muscolo)
Affidabilità?

• Cercare di rendere standard il test


PALPAZIONE

Palpare significa “esaminare o esporare toccando(un organo


o un’area del corpo), solitamente a scopo diagnostico”

E’ un’arte e un’abilità che comprende:

• Individuazione di una determinata struttura

• Il riconoscimento delle sue caratteristiche

• Valutazione della sua qualità e condizione


CAPACITA’ SENSORIALI
COINVOLTE
• Mani e dita ricettive
• Occhi aperti
• Orecchie in ascolto
• Respiro calmo
• Mente tranquilla
SUGGERIMENTI PER LA CORRETTA PALPAZIONE

• Per fare in modo che le vostre mani siano più


• recettive possibili devono essere rilassate
• Alcuni istanti chiudere gli occhi
• Sovrapporre le mani
• Non avere fretta
• Visualizzare cosa state cercando
• Autopalpazione
• Non premere per andare in profondità
• Allenatevi su parenti, amici, colleghi, pazienti,
• animali domestici
ARTO INFERIORE
ANCA
CRESTA ILIACA, SIAS, SIAI
GRANDE TROCANTERE, TUBERCOLO
PUBICO
GRANDE TROCANTERE
SPINE ILIACHE POSTERO SUPERIORI
Tuberosità ISCHIATICA,
ARTICOLAZIONI SACROILIACHE
TRIANGOLO FEMORALE
• Delimitato da:
– Legamento inguinale
– Sartorio
– Adduttore lungo
• Pavimento:
– Adduttore lungo
– Pettineo
– Ileopasoas
Nervo sciatico
FLESSORI D’ANCA – GRADO 3, 4 & 5
Seduto con il tronco eretto e le ginocchia flesse su un lato del lettino, mentre
PAZIENTE con le mani ne afferra il bordo per evitare di inclinarsi all’indietro

Il peso del tronco può essere sufficiente a fissare il paziente durante il test, ma
FISSAZIONE aggrapparsi al lettino conferisce un’ulteriore stabilità

Contro la faccia anteriore della coscia nella


PRESSIONE
direzione dell’estensione

Flessione dell’anca a ginocchia flessa, sollevando la


TEST
coscia di alcuni centimetri dal tavolo
FLESSORI D’ANCA – GRADO 2
Decubito laterale sul lato non testato. L’arto inferiore controlaterale è in
PAZIENTE flessione. Il fisioterapista sostiene l’arto

L’arto sottostante stabilizza il rachide lombare e il fisioterapista stabilizza il


FISSAZIONE bacino

Il paziente flette l’anca. Per evitare che la tensione dei flessori


TEST
di ginocchio possa falsare l’esame, si fa flettere il ginocchio
FLESSORI D’ANCA – GRADO 1
PAZIENTE Supino

FISSAZIONE Sostenere l’arto del paziente

Può essere possibile rilevare la contrazione del grande psoas subito distalmente
TEST al legamento inguinale sul margine mediale del sartorio, mentre il paziente
cerca di flettere l’anca
ILEOPSOAS
Una mano contro la faccia anteriore della spalla fornisce una
PRESSIONE contropressione, mentre l’altra preme contro la coscia nella
direzione dell’estensione dell’anca.

TEST Flessione completa dell’anca con il ginocchio flesso.


ILEOPSOAS (CON ENFASI SUL GRANDE PSOAS)
PAZIENTE Supino

Il fisioterapista fissa la cresta iliaca controlaterale. Il


FISSAZIONE
quadricipite fissa il ginocchio in estensione

Contro la faccia anteriore della gamba nella


PRESSIONE
direzione dell’estensione

Flessione dell’anca in una posizione di lieve abduzione e lieve


TEST
rotazione esterna.
SARTORIO
PAZIENTE Supino

Non necessaria da parte dell’esaminatore. Il paziente può


FISSAZIONE
sorreggersi al lettino

Contro la superficie antero-laterale della parte inferiore della


coscia in direzione dell’estensione, adduzione e rotazione
PRESSIONE
mediale dell’anca, e contro la gamba in direzione
dell’estensione del ginocchio.

Rotazione esterna, abduzione e flessione dell’anca con


TEST
flessione del ginocchio.
TENSORE DELLA FASCIA LATA
PAZIENTE Supino

Il paziente può aggrapparsi al lettino. L’azione del quadricipite


FISSAZIONE
è essenziale per mantenere in estensione il ginocchio.

Contro la gamba in direzione dell’estensione e dell’adduzione.


PRESSIONE La pressione non va esercitata contro la componente di
rotazione

Abduzione, flessione e rotazione mediale dell’anca


TEST
con il ginocchio esteso.
ADDUTTORI DELL’ANCA – GRADO 3, 4 & 5
disteso sul lato omolaterale, con il corpo in linea retta con gli arti inferiori e la
PAZIENTE colonna lombare dritta.

Il fisioterapista sostiene la gamba superiore in abduzione. Il paziente dovrebbe


FISSAZIONE aggrapparsi al bordo del lettino per stabilizzarsi.

contro la faccia mediale dell’estremità distale della coscia in direzione


PRESSIONE dell’abduzione (in basso, verso il tavolo)

adduzione dell’arto sottostante che si distacca verso l’alto dal piano, senza
TEST flettere, ruotare o estendere l’anca o inclinare il bacino.
ADDUTTORI DELL’ANCA – GRADO 2
PAZIENTE Supino con l’arto abdotto di 45 gradi

Il fisioterapista stabilizza il bacino e l’arto inferiore


FISSAZIONE
controlaterale

Il paziente adduce completamente l’arto senza far ruotare


TEST
l’anca
ADDUTTORI DELL’ANCA – GRADO 1
È possibile palpare la contrazione degli adduttori sulla superficie mediale della
TEST coscia e le inserzioni prossimali vicino al pube mentre il paziente cerca di
addurre l’anca
ROTATORI INTERNI DELL’ANCA – GRADO 3, 4 & 5
seduto su un piano, con le ginocchia piegate oltre il fianco del tavolo e con le
PAZIENTE mani che ne afferrano il bordo.

FISSAZIONE il peso del tronco stabilizza il paziente durante il test.

l’esaminatore applica con una mano una contropressione sul lato mediale dell’estremità
PRESSIONE inferiore della coscia e con l’altra mano preme sulla parte laterale della gamba, sopra la
caviglia, spingendo la gamba verso l’interno.

TEST Rotazione interna dell’anca


ROTATORI INTERNI DELL’ANCA – GRADO 1 & 2
PAZIENTE Supino con l’anca in extrarotazione

FISSAZIONE Immobilizzare il bacino

TEST Il paziente ruota l’anca all’interno per l’intera ampiezza del movimento.

È possibile palpare il tensore della fascia lata in prossimità della sua origine e
GRADO 1 distalmente alla spina iliaca superiore-inferiore. Le fibre del piccolo gluteo
giaccciono sotto il medio gluteo e il tensore della fascia lata
ROTATORI ESTERNI DELL’ANCA – GRADO 3, 4 & 5
seduto sul lettino con le ginocchia piegate fuori e con le mani che ne afferrano il
PAZIENTE bordo.

FISSAZIONE il peso del tronco stabilizza il paziente durante il test.

Il fisioterapista esercita con una mano la contropressione sulla parte laterale dell’estremità inferiore
PRESSIONE della coscia. Con l’altra mano esercita la pressione sul lato mediale della gamba, sopra la caviglia,
spingendo verso l’esterno la gamba.

TEST Rotazione esterna dell’anca


ROTATORI ESTERNI DELL’ANCA – GRADO 2
PAZIENTE Supino con l’anca in intrarotazione

FISSAZIONE Immobilizzare il bacino

TEST Il paziente ruota l’anca all’esterno per l’intera escursione del movimento.
PICCOLO GLUTEO – GRADO 3, 4 & 5
PAZIENTE disteso su un fianco.

FISSAZIONE Il fisioterapista stabilizza il bacino

contro la gamba in direzione dell’adduzione e in leggerissima


PRESSIONE
estensione.

abduzione dell’anca in posizione neutra, tra flessione ed estensione, e neutra


TEST anche per quanto riguarda la rotazione.
MEDIO GLUTEO – GRADO 3, 4 & 5
disteso su un fianco con la gamba sottostante flessa all’anca e al ginocchio, e
PAZIENTE con il bacino ruotato leggermente in avanti per collocare la parte posteriore del
gluteo medio in una posizione antigravitaria.

FISSAZIONE i muscoli del tronco e il fisioterapista stabilizzano il bacino.

contro la gamba, vicino alla caviglia, in direzione dell’adduzione e di una leggera


PRESSIONE flessione; la pressione non va esercitata contro la componente di rotazione.

TEST (con accento


Abduzione dell’anca con breve estensione e leggera rotazione
sulla porzione esterna. Il ginocchio va mantenuto in estensione.
posteriore)
ABDUTTORI DELL’ANCA – GRADO 1 & 2
PAZIENTE supino

FISSAZIONE Il fisioterapista stabilizza il bacino e l’arto controlaterale

Il paziente abduce l’anca per l’intera ampiezza del movimento senza


TEST consentire la rotazione

Si possono palpare le fibre del gluteo medio sulla superficie laterale dell’ileo
GRADO 1 superiormente al grande trocantere mentre il paziente tenta di abdurre l’anca
SEGNO DI TRENDELENBURG
GRANDE GLUTEO – GRADO 3, 4 & 5
prono con il ginocchio flesso a 90° o più. (Maggiore è la flessione del ginocchio,
PAZIENTE minore sarà l’estensione dell’anca in seguito al contenimento da parte della
tensione del retto femorale anteriormente).

posteriormente i muscoli dorsali, lateralmente gli addominali laterali e


FISSAZIONE anteriormente i flessori dell’anca controlaterali fissano il bacino al tronco.

contro la parte inferiore della superficie posteriore della coscia in direzione della
PRESSIONE flessione dell’anca.

TEST Estensione dell’anca con il ginocchio flesso.


GRANDE GLUTEO (test modificato)
prono con il tronco appoggiato al piano mentre le gambe rimangono fuori
PAZIENTE dall’estremità del tavolo.

generalmente il paziente ha bisogno di aggrapparsi al tavolo quando si esercita


FISSAZIONE la pressione.

Se il grande gluteo deve essere isolato il più possibile dagli hamstring, occorre che il ginocchio sia mantenuto flesso dall’esaminatore; in caso
PRESSIONE contrario, gli hamstring agirebbero inevitabilmente per mantenere la flessione del ginocchio contro gravità. Cercando di mantenere in modo
passivo la flessione del ginocchio ed esercitando la pressione sulla coscia, diviene difficoltosa l’esecuzione di un test accurato.

ESECUZIONE Estensione dell’anca, con il ginocchio flesso passivamente dall’esaminatore


GRANDE GLUTEO – GRADO 1 & 2
PAZIENTE Paziente in decubito laterale con il ginocchio esteso e l’arto inferiore sorretto

FISSAZIONE Il fisioterapista stabilizza il bacino

TEST Il paziente estende l’anca per l’intera ampiezza di movimento

GRADO 1 Con il paziente in decubito prono, palpare la contrazione del grande gluteo
ARTO INFERIORE
GINOCCHIO
FACCIA MEDIALE

• Piatto tibiale mediale


• Tubercolo tibiale
• Tendine del quadricipite
• Condilo femorale mediale
• Epicondilo mediale
• Tubercolo degli adduttori
• Menisco mediale
• Legamento collaterale
mediale
• Zampa d’oca
FACCIA LATERALE

• Piatto tibiale laterale


• Tubercolo laterale tibiale
• Condilo femorale laterale
• Menisco laterale
• Legamento collaterale
laterale
• Testa del perone
HAMSTRING MEDIALI – GRADO 3, 4 &
PAZIENTE
5 prono

l’esaminatore dovrebbe mantenere abbassata la coscia fermamente sul piano.


FISSAZIONE (Per evitare di coprire il ventre muscolare degli hamstring mediali, la fissazione
non è illustrata).

contro la gamba prossimalmente alla caviglia in direzione dell’estensione del ginocchio. La


PRESSIONE pressione non va esercitata contro le componenti rotatorie.

flessione del ginocchio di 50°-70° con rotazione mediale della coscia e rotazione
TEST mediale della gamba sulla coscia.
HAMSTRING LATERALI – GRADO 3, 4 &
5
PAZIENTE prono

l’esaminatore dovrebbe mantenere saldamente la gamba abbassata sul piano.


FISSAZIONE (La manovra non è illustrata per evitare di coprire i muscoli).

contro la gamba prossimalmente alla caviglia in direzione dell’estensione del ginocchio. La


PRESSIONE pressione non deve essere esercitata contro la componente rotatoria.

flessione del ginocchio di 50°-70° con leggera rotazione laterale della coscia e
TEST lieve rotazione laterale della gamba sulla coscia
HAMSTRING – GRADO 2
In decubito laterale con gli arti inferiori estesi. Sostenere
PAZIENTE
quello sovrastante

FISSAZIONE Immobilizzare la coscia

TEST Il paziente flette il ginocchio completamente


HAMSTRING – GRADO 1
Con il paziente in decubito prono con il ginocchio
PAZIENTE
parzialmente flesso e la gamba sostenuta.

Il paziente tenta di flettere il ginocchio. Sulla superficie dorsale della coscia in


TEST prossimità del ginocchio si possono palpare i tendini flessori del ginocchio
POPLITEO
seduto con il ginocchio flesso ad angolo retto e con la gamba in rotazione
PAZIENTE laterale della tibia sul femore.

FISSAZIONE non è necessaria

la resistenza o la pressione sono impiegate raramente in quanto il movimento


PRESSIONE non è usato come test mirato ad un grading del popliteo, ma esclusivamente a
indicare se sia o no attivo.

TEST rotazione mediale della tibia sul femore.


QUADRICIPITE FEMORALE – GRADO 3, 4 & 5
seduto con le ginocchia su un lato del lettino, mentre con le mani ne afferra il
PAZIENTE bordo.

l’esaminatore può mantenere fermamente la coscia sul piano o, dato che il peso del tronco è
FISSAZIONE di solito sufficiente a stabilizzare il paziente durante il test, porre una mano sotto l’estremità
distale della coscia per proteggere questa parte dalla pressione del tavolo.

PRESSIONE contro la gamba e sopra la caviglia in direzione della flessione.

TEST estensione dell’articolazione del ginocchio senza rotazione della coscia.


QUADRICIPITE FEMORALE – GRADO 2
Paziente in decubito laterale con l’arto sovrastante sorretto. L’arto da esaminare
PAZIENTE è flesso a livello dell’articolazione del ginocchio

Immobilizzare la coscia sopra l’articolazione del ginocchio, evitando di comprimere il


FISSAZIONE quadricipite femorale

TEST Il paziente estende il ginocchio per l’intera escursione del movimento


QUADRICIPITE FEMORALE – GRADO 1
PAZIENTE In decubito supino con il ginocchio flesso e sostenuto

Immobilizzare la coscia sopra l’articolazione del ginocchio, evitando di comprimere il


FISSAZIONE quadricipite femorale

Il paziente tenta di estendere il ginocchio. Si determina la


contrazione del quadricipite femorale palpando: il tendine tra la
TEST rotula e la tuberosità della tibia, le fibre del muscolo sulla superficie
anteriore della coscia e il tendine del muscolo retto femorale in
prossimità della sua origine, tra il sartorio e il tensore della fascia lata
ARTO INFERIORE
CAVIGLIA & PIEDE
FACCIA MEDIALE
• Testa del primo metatarso e
prima articolazione
metatarso –falangea
• Prima articolazione
metatarso-cuneiforme
• Tubercolo dello scafoide
• Testa dell’astragalo
• Malleolo mediale
• Sustentaculum tali
FACCIA LATERALE
• Quinto osso metatarsale –
quinta articolazione
metatarso-falangea
• Processo stiloideo
• Tubercolo peroneale
• Malleolo laterale
FLESSORI PLANTARI – GRADO 3, 4
PAZIENTE
& 5
Prono con il ginocchio in estensione, mentre il piede si allunga oltre l’estremità
del lettino

Il peso della gamba poggia sul piano (che deve essere stabile) e dovrebbe essere
FISSAZIONE sufficiente a fissare la parte.

per ottenere la massima pressione in questa posizione, è necessario applicarla sia contro
PRESSIONE l’avampiede che contro il calcagno. Se il muscolo è molto debole, è sufficiente la pressione
contro il calcagno.

TEST flessione plantare del piede


FLESSORI PLANTARI – GRADO 1 & 2
Paziente in decubito laterale con l’arto da esaminare appoggiato sulla superficie
PAZIENTE esterna, il ginocchio esteso e la caviglia in posizione intermedia

FISSAZIONE Immobilizzare la gamba

TEST Il paziente riesce a compiere completamente la flessione plantare del piede

La contrazione del gastrocnemio e del soleo viene determinata palpando il tendine al di sopra del
GRADO 1 calcagno e le fibre muscolari sulla faccia posteriore della gamba
FLESSORI PLANTARI
posizione eretta. (Il paziente può stabilizzarsi appoggiando una mano sul tavolo,
PAZIENTE ma senza trasferire sulla mano il peso del corpo).

RESISTENZA Peso del corpo

il paziente si solleva sulla punta del piede, spingendo direttamente verso l’alto il
TEST peso del corpo
SOLEO
PAZIENTE prono con il ginocchio flesso ad almeno 90°.

FISSAZIONE l’esaminatore sostiene la gamba afferrandola vicino alla caviglia.

contro il calcagno, tirando il calcagno in direzione caudale. Quando la debolezza


PRESSIONE non è marcata, occorre applicare la pressione simultaneamente anche contro la
pianta del piede.

TEST flessione plantare della caviglia senza inversione o eversione del piede.
PERONEO LUNGO & BREVE – GRADO 3, 4 &
5
PAZIENTE supino con l’arto ruotato medialmente, o disteso sul fianco (sul lato opposto).

FISSAZIONE l’esaminatore sostiene l’arto sopra l’articolazione della caviglia.

contro il margine laterale e la pianta del piede in direzione dell’inversione del


PRESSIONE piede e della dorsiflessione della caviglia

TEST eversione del piede con flessione plantare della caviglia.


PERONEO LUNGO & BREVE – GRADO 2
Paziente in decubito supino con la caviglia in una posizione intermedia tra la
PAZIENTE flessione dorsale e la flessione plantare

FISSAZIONE Immobilizzare la gamba

TEST Il paziente everte completamente il piede


PERONEO LUNGO & BREVE – GRADO 1

È possibile identificare il tendine del peroneo breve prossimalmente


alla base del 5° metatarso sul margine esterno del piede e la massa
GRADO 1 muscolare sulla porzione inferiore della superficie laterale della
gamba sopra il perone
TIBIALE POSTERIORE – GRADO 3, 4 & 5
PAZIENTE supino con l’arto inferiore in rotazione laterale.

FISSAZIONE l’esaminatore sostiene la gamba sopra l’articolazione della caviglia.

contro il lato mediale e la superficie plantare del piede, in direzione della dorsiflessione della
PRESSIONE caviglia e dell’eversione del piede

TEST inversione del piede con flessione plantare della caviglia.


TIBIALE POSTERIORE – GRADO 1 & 2
In decubito supino con la caviglia in una posizione intermedia tra l’estensione e
PAZIENTE la flessione dorsale

FISSAZIONE Immobilizzare la gamba. Evitare di comprimere il muscolo tibiale posteriore

TEST Il paziente inverte il piede per l’intera escursione articolare

Il tendine del tibiale posteriore può essere individuato tra il malleolo mediale e
GRADO 1 l’osso navicolare, e lo si può palpare anche sopra il malleolo
PERONEO TERZO
PAZIENTE supino o seduto.

FISSAZIONE l’esaminatore sostiene la gamba sopra la caviglia

contro l’area laterale, superficie dorsale del piede, in direzione della flessione plantare e
PRESSIONE dell’inversione.

TEST dorsiflessione della caviglia con eversione del piede.


TIBIALE ANTERIORE – GRADO 3, 4
PAZIENTE
& 5
supino o seduto (con il ginocchio in flessione qualora il gastrocnemio presenti
una qualche tensione).

FISSAZIONE l’esaminatore sostiene la gamba proprio sopra l’articolazione della caviglia.

contro il lato mediale, superficie dorsale del piede, in direzione della flessione
PRESSIONE plantare della caviglia e dell’eversione del piede.

TEST dorsiflessione della caviglia ed inversione del piede


ESTENSORI LUNGO E BREVE DELLE
PAZIENTE
DITA Supino o seduto.

l’esaminatore stabilizza il piede mantenendolo in una posizione di leggera


FISSAZIONE flessione plantare.

PRESSIONE contro la superficie dorsale delle dita in direzione della flessione.

TEST estensione di tutte le articolazioni dal secondo al quinto dito.


ESTENSORE LUNGO & BREVE
PAZIENTE
DELL’ALLUCE supino o seduto.

FISSAZIONE l’esaminatore fissa il piede in leggera flessione plantare.

contro la superficie dorsale delle falangi distale e prossimale dell’alluce in


PRESSIONE direzione della flessione

TEST estensione delle articolazioni metatarso-falangea ed interfalangea dell’alluce.


FLESSORE LUNGO DELLE DITA
supino o seduto. In presenza di tensione del gastrocnemio, il ginocchio
PAZIENTE dovrebbe essere flesso per consentire una posizione neutra del piede.

l’esaminatore fissa le ossa metatarsali e mantiene in una posizione neutra il


FISSAZIONE piede e la caviglia.

contro la superficie plantare delle falangi distali delle quattro dita in


PRESSIONE direzione dell’estensione

flessione delle articolazioni interfalangee distali dal secondo al quinto


TEST dito.
FLESSORE BREVE DELLE DITA
PAZIENTE supino o seduto.

l’esaminatore fissa le falangi prossimali e mantiene una posizione neutra del piede e della
FISSAZIONE caviglia. Se il gastrocnemio ed il soleo sono paralizzati, l’esaminatore deve fissare il calcagno
(che è l’osso di origine) durante il test per i flessori

contro la superficie plantare della falange media- delle quattro dita laterali, nella
PRESSIONE direzione dell’estensione.

TEST flessione delle articolazioni interfalangee prossimali dal secondo al quinto dito.
FLESSORE LUNGO DELL’ALLUCE
PAZIENTE supino o seduto.

l’esaminatore fissa l’articolazione metatarso-falangea in posizione neutra e


FISSAZIONE mantiene l’articolazione della caviglia all’incirca a metà strada tra la
dorsiflessione e la flessione plantare.

PRESSIONE contro la superficie plantare della falange distale in direzione dell’estensione.

TEST flessione dell’articolazione interfalangea dell’alluce.


FLESSORE BREVE DELL’ALLUCE
PAZIENTE supino o seduto.

l’esaminatore fissa l’articolazione metatarso-falangea in posizione neutra e


FISSAZIONE mantiene l’articolazione della caviglia all’incirca a metà strada tra la
dorsiflessione e la flessione plantare.

contro la superficie plantare della falange prossimale in direzione


PRESSIONE dell’estensione.

TEST flessione dell’articolazione metatatarso-falangea dell’alluce.


ADDUTTORE DELL’ALLUCE
PAZIENTE supino o seduto.

FISSAZIONE l’esaminatore afferra saldamente il tallone

PRESSIONE contro il lato mediale del primo metatarso e della falange prossimale.

TEST se possibile, adduzione dell’alluce dalla linea assiale del piede


LOMBRICALI
PAZIENTE supino o seduto

l’esaminatore stabilizza la regione mediotarsica e mantiene il piede e la caviglia


FISSAZIONE in posizione neutra.

PRESSIONE contro la superficie plantare delle falangi prossimali delle ultime quattro dita.

flessione delle articolazioni metatarso-falangee del secondo, terzo, quarto e


TEST quinto dito nel tentativo di evitare la flessione delle articolazioni interfalangee
INTEROSSEI
PAZIENTE supino o seduto

l’esaminatore stabilizza le articolazioni metatarso-falangee e mantiene il piede e


FISSAZIONE la caviglia in flessione plantare (approssimativamente di 20°-30°).

contro la superficie dorsale delle falangi distali in direzione della


PRESSIONE flessione.

TEST estensione delle articolazioni interfalangee delle ultime quattro dita


ARTO SUPERIORE
CINGOLO
SCAPOLARE &
SPALLA
FACCIA ANTERIORE
• Fossa soprasternale
• Articolazione sterno-claveare
• Clavicola
• Processo coracoideo
• Articolazione acromion-claveare
• Acromion
• Grande tuberosità dell’omero
• Solco bicipitale
FACCIA POSTERIORE
• Spina della scapola
• Angolo supero-mediale
• Bordo mediale della scapola
• Angolo inferiore della scapola
SERRATO (DENTATO) ANTERIORE – GRADO 3, 4 & 5
PAZIENTE supino.

non necessaria, a meno che i muscoli della spalla o del gomito non siano deboli,
FISSAZIONE nel qual caso l’esaminatore sosterrà l’arto in posizione perpendicolare durante
l’esecuzione del test.

contro la mano del soggetto chiusa a pugno, trasmettendo la pressione verso il basso attraverso l’arto
PRESSIONE alla scapola in direzione dell’adduzione della scapola stessa. È possibile applicare una leggera
pressione contro il margine laterale della scapola ed anche contro il pugno.

abduzione della scapola che proietta in direzione anteriore l’estremità superiore


TEST (verso l’alto rispetto al lettino).
SERRATO (DENTATO) ANTERIORE
PAZIENTE seduto.

non dovrebbe essere necessaria da parte dell’esaminatore se il tronco è stabile, ma i flessori


FISSAZIONE della spalla devono essere forti in modo da utilizzare il braccio come leva in questo test.
Consentire al soggetto di aggrapparsi al lettino con una mano.

Contro la superficie dorsale del braccio tra la spalla e il gomito verso il basso in direzione
PRESSIONE dell’estensione e lieve pressione contro il margine laterale della scapola verso la rotazione
mediale dell’angolo inferiore

capacità del dentato di stabilizzare la scapola in una posizione di abduzione e


TEST rotazione laterale con il braccio flesso approssimativamente di 120-130 gradi
SERRATO (DENTATO) ANTERIORE
PAZIENTE nella stazione eretta.

FISSAZIONE non necessaria.

il torace agisce come resistenza in questo movimento di prova. Con la stabilizzazione fornita dalle
RESISTENZA mani e i gomiti distesi, si ottiene una relativa stabilizzazione delle scapole e la parte antero-laterale
della gabbia toracica è portata indietro verso le scapole.

di fronte a una parete e con i gomiti distesi, il soggetto appoggia le mani contro il muro all’altezza delle spalle o poco al di
sopra. Per cominciare, si lascia scendere il torace in avanti così da porre le scapole in una certa adduzione. Il soggetto spinge
TEST con decisione contro la parete, spostando il torace all’indietro fino a quando le scapole assumeranno una posizione di
abduzione.
SERRATO (DENTATO) ANTERIORE – GRADO 2
PAZIENTE Paziente a sedere con il braccio flesso a 90° e appoggiato sul tavolo

FISSAZIONE Immobilizzare il torace

TEST Il paziente sposta il braccio in avanti abducendo la scapola


SERRATO (DENTATO) ANTERIORE – GRADO 1
L’esaminatore spinge leggermente il braccio all’indietro per determinare la presenza di una
contrazione del dentato anteriore. Si dovrebbe osservare la scapola per stabilire se realizza
il «movimento alare»
TEST Si possono palpare le digitazioni del dentato anteriore lungo la linea medioascellare e,
inferiormente, tra l’obliquo esterno dell’addome e il grande dorsale (quest’ultima manovra
non è dimostrata)
TRAPEZIO SUPERIORE – GRADO 3, 4
PAZIENTE
& 5 seduto.

FISSAZIONE non necessaria.

contro la spalla in direzione della depressione e contro la testa in direzione


PRESSIONE della flessione laterale.

elevazione della scapola, ed estensione e flessione laterale del collo, con la


TEST faccia rivolta verso la direzione opposta.
TRAPEZIO SUPERIORE – GRADO 2
PAZIENTE Prono con le spalle sorrette dal fisioterapista e la fronte appoggiata sul tavolo.

FISSAZIONE non necessaria.

Il paziente sposta le spalle verso le orecchie per l’intera escursione del


TEST movimento

Se la posizione prona è disagevole, si possono somministrare i test per il grado


NOTA 2 e 1 in decubito supino
TRAPEZIO SUPERIORE – GRADO 1
PAZIENTE Paziente in decubito prono

Il fisioterapista palpa le fibre superiori del trapezio parallelamente alle vertebre


GRADO 1 cervicali e in prossimità dell’inserzione sulla clavicola mentre il paziente tenta di
sollevare le spalle

Se la posizione prona è disagevole, si possono somministrare i test per il grado


NOTA 2 e 1 in decubito supino
TRAPEZIO INFERIORE – GRADO 3, 4 &
5
PAZIENTE prono.

gli estensori della spalla che intervengono, particolarmente il deltoide posteriore, devono fornire la necessaria
stabilizzazione dell’omero sulla scapola e, in misura minore, occorre che gli estensori dei gomito trattengano
FISSAZIONE questo in estensione. L’esaminatore fornisce la stabilizzazione ponendo un mano sotto la scapola sul lato
opposto (non mostrato).

PRESSIONE contro l’avambraccio verso il basso in direzione del lettino.

adduzione e depressione della scapola con rotazione laterale dell’angolo inferiore. Il braccio è posto
diagonalmente sopra la testa in corrispondenza delle fibre inferiori del trapezio. La rotazione laterale
TEST della spalla si produce insieme all’elevazione, per cui di solito non è necessario ruotare ulteriormente
la spalla per portare la scapola in rotazione laterale.
TRAPEZIO INFERIORE – GRADO 3, 4 &
PAZIENTE
5
prono, con la spalla sul bordo del lettino, il braccio penzolante sul lato del lettino

FISSAZIONE nessuna.

contro la porzione media con una pressione portata nella direzione


PRESSIONE dell’abduzione

sostenendo il peso del braccio, l’esaminatore pone la scapola in posizione di


TEST adduzione con una certa rotazione laterale dell’angolo inferiore e senza
elevazione del cingolo scapolare
TRAPEZIO MEDIO – GRADO 3, 4 &
PAZIENTE
5 prono.

gli estensori dell’articolazione della spalla che vi partecipano devono fornire la fissazione necessaria dell’omero sulla scapola
in modo che il braccio possa essere impiegato come una leva. In misura minore, per gli estensori del gomito si può presentare
FISSAZIONE la necessità di fornire una certa stabilizzazione dell’avambraccio sull’omero. L’esaminatore fornisce la stabilizzazione ponendo
una mano sull’area scapolare opposta per impedire la rotazione del tronco,

PRESSIONE contro l’avambraccio verso il basso in direzione del lettino.

adduzione della scapola con rotazione verso l’alto (rotazione laterale dell’angolo inferiore) e senza
TEST elevazione del cingolo scapolare. La posizione del test si ha ponendo la spalla in un’abduzione di 90° e
in una rotazione laterale sufficiente a portare la scapola in rotazione laterale dell’angolo inferiore
TRAPEZIO MEDIO – GRADO 1 & 2
Paziente seduto con il braccio appoggiato e abdotto a 90° e con il gomito
PAZIENTE parzialmente flesso

FISSAZIONE Immobilizare il tronco.

TEST Il paziente abduce orizzontalmente il braccio e adduce la scapola

Con il paziente seduto, le fibre del trapezio vengono palpate sopra la spina della
GRADO 1 scapola dall’acromion alla colonna vertebrale per accertare la presenza di una
contrazione
ROMBOIDI (GRANDE E PICCOLO)
PAZIENTE prono.

non necessaria da parte dell’esaminatore, ma si presume che gli adduttori


FISSAZIONE dell’articolazione della spalla siano stati esaminati e siano risultati abbastanza
forti da sostenere il braccio, che in questo test viene usato come leva.

l’esaminatore applica la pressione con una mano contro il braccio del paziente in direzione
PRESSIONE dell’abduzione della scapola e della rotazione laterale dell’angolo inferiore, e contro la spalla
del paziente (con l’altra mano) in direzione della depressione

adduzione ed elevazione della scapola con rotazione mediale dell’angolo inferiore. Per ottenere questa posizione
TEST della scapola e un’azione di leva per la pressione prevista dal test, il braccio viene posizionato con il gomito
flesso, l’omero viene addotto verso in lieve estensione e in lieve rotazione laterale.
ESAME ALTERNATIVO PER I
PAZIENTE
ROMBOIDI prono.

gli estensori dell’articolazione della spalla che vi partecipano devono fornire la fissazione
FISSAZIONE necessaria dell’omero sulla scapola in modo che il braccio possa essere impiegato come una
leva, mentre gli estensori del gomito sono muscoli il cui intervento è necessario.

PRESSIONE contro l’avambraccio verso il basso in direzione del lettino.

adduzione ed elevazione della scapola con rotazione mediale dell’angolo inferiore. La posizione della
TEST scapola si ottiene collocando la spalla a 90° di abduzione e con una rotazione interna sufficiente a
spostare la scapola nella posizione del test.
ROMBOIDI – GRADO 1 & 2
PAZIENTE Paziente seduto con il braccio intraruotato e addotto dietro la schiena.

Immobilizzare il tronco con una compressione anteriore e posteriore per


FISSAZIONE impedirne la flessione e la rotazione

TEST Il paziente adduce completamente la scapola

L’esaminatore palpa i muscoli romboidei in corrispondenza dell’angolo formato


GRADO 1 dal margine vertebrale della scapola con le fibre laterali del trapezio inferiore
mentre il paziente tenta di addurre la scapola
ROTATORI ESTERNI – GRADO 3, 4
PAZIENTE
& 5 prono.

il braccio è appoggiato sul tavolo. L’esaminatore pone una mano sotto il braccio vicino al gomito e
FISSAZIONE stabilizza l’omero, assicurando l’azione di rotazione e impedendo l’adduzione o l’abduzione. La mano
dell’esaminatore protegge dalla pressione contro il lettino.

usando l’avambraccio come leva, si applica una pressione in direzione della


PRESSIONE rotazione mediale dell’omero.

TEST rotazione laterale dell’omero con il gomito tenuto ad angolo retto.


ROTATORI ESTERNI – GRADO 3, 4
PAZIENTE
& 5 supino.

l’esaminatore applica una contropressione sulla faccia interna dell’estremità


FISSAZIONE distale dell’omero in modo da assicurare un movimento di rotazione.

usando l’avambraccio come leva, si applica una pressione in direzione della


PRESSIONE rotazione mediale dell’omero

TEST rotazione laterale dell’omero con il gomito tenuto ad angolo retto


ROTATORI ESTERNI – GRADO 1 & 2
Prono con l’intero arto superiore sospeso fuori dal tavolo e in posizione
PAZIENTE intraruotata

FISSAZIONE Immobilizare la scapola

TEST Il paziente ruota il braccio all’esterno per l’intera escursione di movimento

Il piccolo rotondo può essere palpato sul margine ascellare della scapola,
GRADO 1 mentre l’infraspinato sul corpo della scapola tra la spina e la fossa infraspinata
ROTATORI INTERNI – GRADO 3, 4
PAZIENTE
& 5 prono.

il braccio è appoggiato al lettino. La mano dell’esaminatore, vicino al gomito, protegge dalla pressione
FISSAZIONE sul tavolo e stabilizza l’omero per assicurare l’azione di rotazione impedendo qualsiasi movimento di
abduzione e adduzione. I romboidi stabilizzano la scapola.

usando l’avambraccio come leva, si applica una pressione in direzione della


PRESSIONE rotazione laterale dell’omero.

TEST rotazione mediale dell’omero con il gomito tenuto ad angolo retto.


ROTATORI INTERNI – GRADO 3, 4
PAZIENTE
& 5 supino.

l’esaminatore applica una contropressione sulla faccia esterna dell’estremità


FISSAZIONE distale dell’omero in modo da assicurare un movimento di rotazione.

usando l’avambraccio come leva, si applica una pressione in direzione della


PRESSIONE rotazione laterale dell’omero.

rotazione mediale dell’omero con il braccio lungo il fianco e il gomito tenuto ad


TEST angolo retto.
ROTATORI INTERNI – GRADO 1 & 2
Porre il paziente in decubito prono con il braccio fuori dal lettino e ruotato
PAZIENTE all’esterno

FISSAZIONE Immobilizare la scapola

TEST Il paziente ruota medialmente il braccio per l’intera escursione di movimento

Le fibre del sottoscapolare possono essere palpate profondamente alla loggia


GRADO 1 ascellare vicino alla loro inserzione
GRANDE PETTORALE – PARTE
PAZIENTE
SUPERIORE supino.

l’esaminatore mantiene saldamente la spalla opposta sul tavolo. Il tricipite


FISSAZIONE mantiene in estensione il gomito.

PRESSIONE contro l’avambraccio in direzione dell’abduzione orizzontale.

partendo con il gomito esteso e la spalla flessa a 90° e lievemente intraruotata,


TEST l’omero viene addotto orizzontalmente verso l’estremità sternale della clavicola.
GRANDE PETTORALE – PARTE
PAZIENTE
INFERIORE supino.

l’esaminatore pone una mano sulla cresta iliaca controlaterale per trattenere con decisione il
FISSAZIONE bacino sul tavolo. Il tricipite mantiene il gomito in estensione.

PRESSIONE contro l’avambraccio obliquamente in direzione laterale e craniale.

partendo con il gomito esteso e la spalla flessa e leggermente intraruotata,


TEST adduzione del braccio in direzione obliqua verso la cresta iliaca controlaterale
GRANDE PETTORALE – GRADO 1 &
PAZIENTE
2 Seduto con il braccio abdotto a 90° e il gomito parzialmente flesso.

FISSAZIONE Immobilizzare il tronco

Il paziente adduce orizzontalmente il braccio per l’intera escursione del


TEST movimento

Il fisioterapista palpa il tendine del grande pettorale in prossimità della sua


inserzione sulla superficie anteriore del braccio. Le miofibre delle porzioni
GRADO 1 sternale e clavicolare possono essere palpate sulla superficie anteriore del
torace
PICCOLO PETTORALE
PAZIENTE supino.

FISSAZIONE non è richiesta alcuna fissazione da parte dell’esaminatore

PRESSIONE contro la superficie anteriore della spalla verso il basso in direzione del lettino.

TEST spinta in avanti della spalla con il braccio lungo il fianco.


GRANDE DORSALE
PAZIENTE prono.

una mano dell’esaminatore può esercitare una contropressione lateralmente


FISSAZIONE sulla pelvi

contro l’avambraccio in direzione dell’abduzione e di leggera flessione del


PRESSIONE braccio.

TEST adduzione del braccio con estensione in posizione di rotazione mediale


GRANDE ROTONDO
PAZIENTE prono.

generalmente non necessaria poiché il peso del tronco costituisce una


FISSAZIONE fissazione sufficiente. Se necessario, si può tenere abbassata sul tavolo la spalla
controlaterale

PRESSIONE contro il braccio sopra il gomito in direzione dell’abduzione e della flessione.

estensione e adduzione dell’omero in posizione di rotazione mediale, con la


TEST mano appoggiata sulla cresta iliaca posteriore
DELTOIDE POSTERIORE
PAZIENTE seduto.

se i muscoli di stabilizzazione scapolare sono deboli, la scapola deve essere


FISSAZIONE fissata dall’esaminatore. Quando viene applicata una pressione sul braccio, una
contropressione viene applicata anteriormente sul cingolo scapolare.

contro la superficie postero-laterale del braccio sopra il gomito, in direzione di


PRESSIONE adduzione e lieve flessione.

abduzione della spalla in leggera estensione, con l’omero di poco ruotato medialmente. In posizione
TEST seduta a tronco eretto è necessario posizionare l’omero in lieve rotazione mediale in modo da porre
le fibre posteriori in posizione antigravitaria.
DELTOIDE POSTERIORE
PAZIENTE prono.

la scapola deve essere tenuta ferma per mezzo dei muscoli scapolari o da parte
FISSAZIONE dell’esaminatore.

contro la superficie postero-laterale del braccio verso il basso, in direzione


PRESSIONE obliqua, a metà strada tra adduzione e adduzione orizzontale.

TEST abduzione orizzontale della spalla


DELTOIDE ANTERIORE
PAZIENTE seduto.

se gli stabilizzatori scapolari sono deboli, la scapola deve essere fissata


FISSAZIONE dall’esaminatore. Quando viene applicata una pressione sul braccio, una
contropressione viene applicata posteriormente sul cingolo scapolare.

contro la superficie antero-mediale del braccio in direzione di adduzione e lieve


PRESSIONE estensione

abduzione della spalla con leggera flessione, con l’omero di poco ruotato lateralmente. In posizione
TEST seduta a tronco eretto è necessario posizionare l’omero in lieve rotazione laterale per accrescere
l’effetto della gravità sulle fibre anteriori
SOPRASPINATO
seduto o in piedi con il braccio lungo il fianco, testa e collo in estensione e
PAZIENTE piegati lateralmente sullo stesso lato, la faccia ruotata verso il lato opposto

FISSAZIONE non necessaria, in quanto non si richiede una pressione massiva.

PRESSIONE contro l’avambraccio in direzione dell’adduzione.

TEST inizio dell’abduzione dell’omero


DELTOIDE MEDIO
PAZIENTE seduto.

in questo test la posizione del tronco in rapporto al braccio è tale per cui un tronco stabile non
FISSAZIONE richiede alcuna ulteriore stabilizzazione da parte dell’esaminatore. Se gli stabilizzatori scapolari sono
deboli, l’esaminatore deve fissare la scapola.

contro la superficie dorsale dell’estremità distale dell’omero se il gomito è flesso o contro


PRESSIONE l’avambraccio se il gomito è esteso.

abduzione della spalla senza rotazione. Quando si posiziona la spalla come richiesto dal test, il gomito
TEST dovrebbe essere flesso per indicare la posizione neutra in rotazione, ma può essere disteso dopo aver
sistemato la posizione della spalla così da impiegare l’arto disteso come una leva più lunga.
CORACOBRACHIALE
PAZIENTE seduto o supino.

se il tronco è stabile, non dovrebbe essere necessaria alcuna stabilizzazione da


FISSAZIONE parte dell’esaminatore.

contro la superficie antero-mediale del terzo inferiore dell’omero in direzione dell’estensione


PRESSIONE e di una lieve abduzione

flessione della spalla con il gomito completamente flesso e l’avambraccio in


TEST supinazione
ARTO SUPERIORE
GOMITO
FACCIA MEDIALE
• Epicondilo mediale
(epitroclea)
• Linea sovracondiloidea
mediale dell’omero
• Olecrano
• Nervo ulnare
• Cresta (bordo) ulnare
• Fossa oleocranica
FACCIA LATERALE
• Epicondilo laterale
• Linea sovracondiloidea
laterale dell’omero
• Capitello radiale
BICIPITE BRACHIALE & BRACHIALE
PAZIENTE seduto o supino.

l’esaminatore pone una mano sotto il gomito per proteggerlo dalla pressione sul
FISSAZIONE tavolo.

PRESSIONE contro l’avambraccio nella parte distale in direzione dell’estensione

flessione del gomito leggermente inferiore a 90° o ad angolo retto completo,


TEST con avambraccio in supinazione.
BRACHIORADIALE
PAZIENTE seduto o supino

l’esaminatore pone una mano sotto il gomito per proteggerlo dalla pressione del
FISSAZIONE tavolo

PRESSIONE contro la porzione più distale dell’avambraccio in direzione dell’estensione

flessione del gomito con avambraccio in posizione neutra tra pronazione e


TEST supinazione.
FLESSORI DEL GOMITO – GRADO 2
PAZIENTE Supino con braccio abdotto a 90° e ruotato all’esterno

FISSAZIONE Immobilizzare l’arto

Il paziente fa scivolare l’avambraccio lungo il lettino per l’intera escursione del


TEST movimento di flessione del gomito
FLESSORI DEL GOMITO – GRADO 1
Il tendine del bicipite può essere palpato nello spazio antecubitale; le fibre
muscolari vengono individuate sui due terzi medi della superficie anteriore del
braccio (il capo breve medialmente al capo lungo)
GRADO 1 Le fibre del brachiale possono essere palpate medialmente alla porzione
inferiore del bicipite e quelle del brachioradiale sulla superficie antero-esterna
dell’avambraccio inferiormente al gomito
TRICIPITE BRACHIALE & ANCONEO
PAZIENTE prono

la spalla è abdotta di 90°, in posizione neutra rispetto alla rotazione, e con il braccio
FISSAZIONE sostenuto tra la spalla e il gomito dal tavolo. L’esaminatore pone una mano sotto il braccio
vicino al gomito per proteggere il braccio dalla pressione sul tavolo

PRESSIONE contro l’avambraccio in direzione della flessione

TEST estensione del gomito (di poco inferiore all’estensione completa).


TRICIPITE BRACHIALE & ANCONEO
PAZIENTE supino.

la spalla è flessa di circa 90°, con il braccio sostenuto in una posizione


FISSAZIONE perpendicolare al tavolo

PRESSIONE contro l’avambraccio in direzione della flessione

TEST estensione del gomito (leggermente inferiore a un’estensione completa).


ESTENSORI DEL GOMITO – GRADO 2
PAZIENTE Supino con braccio abdotto a 90° e ruotato all’esterno

FISSAZIONE Immobilizzare l’arto

TEST Il paziente estende completamente il gomito


ESTENSORI DEL GOMITO – GRADO 1
È possibile palpare il tendine del tricipite prossimalmente all’olecrano e le fibre
GRADO 1 muscolari sulla faccia posteriore dell’avambraccio
SUPINATORE & BICIPITE
PAZIENTE supino.

il gomito dovrebbe essere tenuto contro il fianco del paziente per evitare il
FISSAZIONE movimento della spalla.

Sull’estremità distale dell’avambraccio al di sopra del polso (per evitare la torsione del polso
PRESSIONE stesso) in direzione della pronazione

supinazione dell’avambraccio con il gomito ad angolo retto o leggermente al di


TEST sotto di 90°.
SUPINATORE
PAZIENTE seduto o in piedi.

FISSAZIONE l’esaminatore stabilizza la spalla e il gomito in estensione.

PRESSIONE sull’estremità distale dell’avambraccio al di sopra del polso in direzione della pronazione.

TEST supinazione dell’avambraccio.


SUPINATORE
PAZIENTE supino.

l’esaminatore stabilizza la spalla in flessione con il gomito in flessione completa. In genere, è


FISSAZIONE consigliabile che il soggetto chiuda le dita in modo da impedire il contatto con il tavolo, contatto che il
paziente potrebbe cercare nel tentativo di sostenere l’avambraccio nella posizione del test.

PRESSIONE sull’estremità distale dell’avambraccio al di sopra del polso in direzione della pronazione.

ESECUZIONE supinazione dell’avambraccio


PRONATORE ROTONDO &
PAZIENTE
QUADRATO Seduto o supino.

il gomito andrebbe tenuto contro il fianco del paziente o dovrebbe essere


FISSAZIONE stabilizzato dall’esaminatore per evitare qualsiasi movimento di abduzione della
spalla.

sulla parte inferiore dell’avambraccio sopra il polso (per evitare di torcere il


PRESSIONE polso) in direzione della supinazione dell’avambraccio stesso.

TEST pronazione dell’avambraccio con il gomito parzialmente flesso


PRONATORE QUADRATO
PAZIENTE Seduto o supino.

il gomito dovrebbe essere tenuto contro il fianco del paziente (dal paziente
FISSAZIONE stesso o dall’esaminatore) per evitare l’abduzione della spalla.

sulla parte inferiore dell’avambraccio al di sopra del polso (per evitare la


PRESSIONE torsione del polso stesso) in direzione della supinazione dell’avambraccio.

pronazione dell’avambraccio con il gomito completamente flesso in modo da


TEST rendere meno efficace il capo omerale del pronatore rotondo ponendolo in una
condizione di accorciamento.
ARTO SUPERIORE
POLSO & MANO
FACCIA DORSALE & PALMARE
• Apofisi stiloide radiale
• Tabacchiera anatomica
• Scafoide
• Trapezio
• Tubercolo del radio (Lister)
• Capitato
• Semilunare
• Processo stiloideo ulnare
• Piramidale
• Pisiforme
• Uncino dell’uncinato
ESTENSORE ULNARE DEL CARPO
PAZIENTE seduto o supino.

l’avambraccio è in pronazione completa ed è appoggiato sul tavolo per il


FISSAZIONE sostegno o è sostenuto dall’esaminatore.

contro il dorso della mano lungo il quinto osso metacarpale in direzione della
PRESSIONE flessione verso il lato radiale.

TEST estensione del polso verso il lato ulnare.


ESTENSORE RADIALE DEL CARPO, LUNGO & BREVE
PAZIENTE seduto con il gomito a circa 30° dalla posizione di estensione zero

l’avambraccio è in una posizione di poco inferiore alla pronazione completa ed è


FISSAZIONE appoggiato al tavolo per il sostegno.

contro il dorso della mano lungo il secondo e il terzo osso metacarpale in


PRESSIONE direzione della flessione verso il lato ulnare.

TEST estensione del polso verso il lato radiale


ESTENSORE RADIALE BREVE DEL CARPO
seduto con il gomito in flessione completa . (Fare inchinare il soggetto in avanti
PAZIENTE per flettere il gomito).

l’avambraccio è in una posizione di poco inferiore alla pronazione completa ed è


FISSAZIONE appoggiato al tavolo per il sostegno

contro il dorso della mano lungo il secondo e il terzo osso metacarpale in


PRESSIONE direzione della flessione verso il lato ulnare.

estensione del polso verso il lato radiale. La flessione del gomito rende meno
TEST efficace l’estensore lungo radiale del carpo in quanto esso è in una posizione
accorciata.
ESTENSORI DEL POLSO – GRADO 2
Avambraccio e mano sul tavolo, avambraccio in posizione mediana, mano
PAZIENTE appoggiata sul suo lato mediale

FISSAZIONE Immobilizzare l’avambraccio

Il paziente estende il polso facendo scivolare la mano lungo il tavolo per l’intera
TEST escursione del movimento
FLEESSORE ULNARE DEL CARPO
PAZIENTE Seduto o supino

l’avambraccio è in supinazione completa ed è appoggiato al tavolo per il


FISSAZIONE sostegno o è sostenuto dall’esaminatore.

PRESSIONE contro l’eminenza ipotenar in direzione dell’estensione verso il lato radiale.

ESECUZIONE Flessione del polso verso il lato ulnare.


FLESSORE RADIALE DEL CARPO
PAZIENTE seduto o supino.

l’avambraccio è in una posizione di poco inferiore alla supinazione completa ed


FISSAZIONE è appoggiato al tavolo per il sostegno o è sostenuto dall’esaminatore.

PRESSIONE contro l’eminenza tenar in direzione dell’estensione verso il lato ulnare.

TEST flessione del polso verso il lato radiale.


FLESSORI DEL POLSO – GRADO 2
Avambraccio e mano sul tavolo, avambraccio in posizione mediana, mano
PAZIENTE appoggiata sul suo lato mediale

FISSAZIONE Immobilizzare l’avambraccio

TEST Il paziente flette il polso facendo scivolare la mano lungo il tavolo


FLESSORE PROFONDO DELLE DITA
PAZIENTE Seduto o supino

l’esaminatore stabilizza le falangi prossimali e medie con il polso in leggera


FISSAZIONE estensione.

PRESSIONE contro la superficie palmare della falange distale in direzione dell’estensione.

flessione delle articolazioni interfalangee distali del secondo, terzo, quarto e


TEST quinto dito. Ognuno di essi è sottoposto al test come illustrato per il dito indice.
FLESSORE SUPERFICIALE DELLE
PAZIENTE
DITA seduto o supino.

l’esaminatore stabilizza l’articolazione metacarpo-falangea con il polso in


FISSAZIONE posizione neutra o in lieve estensione.

contro la superficie palmare della falange media in direzione


PRESSIONE dell’estensione.

flessione dell’articolazione interfalangea prossimale dal secondo al quinto dito.


TEST L’articolazione interfalangea distale è in estensione. Ogni dito è sottoposto al
test come illustrato per il dito indice.
ESTENSORE DELL’INDICE, DEL V DITO & DELLE DITA
PAZIENTE seduto o supino.

FISSAZIONE l’esaminatore stabilizza il polso, evitando l’estensione completa.

PRESSIONE contro la superficie dorsale delle falangi prossimali in direzione della flessione.

estensione delle articolazioni metacarpo-falangee dal secondo al quinto dito,


TEST con le interfalangee rilassate.
PALMARE LUNGO
PAZIENTE seduto o supino

l’avambraccio è appoggiato sul tavolo per il sostegno in posizione di


FISSAZIONE supinazione.

contro le eminenze tenar ed ipotenar in direzione dell’appiattimento del palmo


PRESSIONE della mano e contro la mano in direzione dell’estensione del polso.

si tende la fascia palmare stringendo in modo deciso il palmo della mano a


ESECUZIONE coppa e si flette il polso.
INTEROSSEI DORSALI
PAZIENTE seduto o supino.

in genere, stabilizzazione delle dita adiacenti per fissare il dito verso il quale si
FISSAZIONE sposta quello in esame ed evitare un’assistenza da parte del dito sull’altro lato.

Primo (Fig. A): abduzione del dito indice verso il pollice. Pressione sul lato radiale dell’indice in direzione del
TEST E PRESSIONE dito medio.
Secondo (Fig. B): abduzione del dito medio verso il dito indice. Trattenere il medio e tirare in direzione
(contro la falange dell’anulare.
Terzo (Fig. C): abduzione del dito medio verso l’anulare. Trattenere il dito medio e tirare in direzione del dito
media) indice.
Quarto (Fig. D): abduzione dell’anulare verso il mignolo. Trattenere l’anulare e tirare in direzione del medio.
INTEROSSEI PALMARI
PAZIENTE seduto o supino

in genere, stabilizzazione delle dita adiacenti per fissare il dito verso il quale si
FISSAZIONE sposta quello in esame ed evitare l’assistenza da parte del dito del lato
opposto.

Primo (Fig. A): adduzione del pollice verso il dito indice (agendo con l’adduttore del pollice e con il primo
TEST E PRESSIONE interosseo dorsale). Trattenere il pollice e tirare in direzione radiale.
Secondo (Fig. B): adduzione del dito indice verso il medio. Trattenere il dito indice e tirare in direzione del
(contro la falange pollice.
media) Terzo (Fig. C): adduzione dell’anulare verso il medio. Trattenere l’anulare e tirare in direzione del mignolo.
Quarto (Fig. D): adduzione del mignolo verso l’anulare. Trattenere il mignolo e tirare in direzione ulnare.
LOMBRICALI
PAZIENTE seduto o supino.

l’esaminatore stabilizza il polso in una posizione di lieve estensione se è


FISSAZIONE presente una qualche debolezza della muscolatura del polso.

prima contro la superficie dorsale delle falangi medie e distali in direzione della flessione, e
PRESSIONE poi contro la superficie palmare delle falangi prossimali in direzione dell’estensione. La
pressione non è illustrata nella foto in quanto è applicata in due fasi, non simultaneamente.

estensione delle articolazioni interfalangee con simultanea flessione di quelle


TEST metacarpo-falangee.
LOMBRICALI & INTEROSSEI
Un’importante funzione dei lombricali e degli interossei è illustrata nella fotografia qui sopra. In caso di marcata
debolezza o paralisi di questi muscoli, il soggetto non è in grado di tenere verticalmente in mano un giornale o un
libro. La lamentela del paziente di non riuscire a tenere in mano un giornale era un sintomo di questo tipo di
debolezza.
FLESSORE DEL V DITO
PAZIENTE seduto o supino.

la mano può essere stabilizzata dall’esaminatore o essere appoggiata sul tavolo


FISSAZIONE per il sostegno.

PRESSIONE contro la superficie palmare della falange prossimale in direzione dell’estensione.

flessione dell’articolazione metacarpo-falangea con le articolazioni interfalangee


TEST in estensione.
OPPONENTE DEL V DITO
PAZIENTE seduto o supino

la mano può essere stabilizzata dall’esaminatore o essere appoggiata sul tavolo


FISSAZIONE per il sostegno. Il primo metacarpo è bloccato dall’esaminatore.

contro la superficie palmare, lungo il quinto metacarpo in direzione di un appiattimento del palmo della mano.
PRESSIONE Nell’illustrazione la pressione viene esercitata con un solo dito per evitare di nascondere il ventre del muscolo,
ma generalmente si utilizza il pollice per esercitare la pressione lungo il quinto metacarpo.

TEST opposizione del quinto metacarpo verso il primo.


ABDUTTORE DEL V DITO
PAZIENTE seduto o supino.

la mano può essere stabilizzata dall’esaminatore o essere appoggiata sul tavolo


FISSAZIONE per il sostegno.

contro il lato ulnare del V dito in direzione dell’adduzione verso la linea mediana
PRESSIONE della mano.

TEST abduzione del V dito.


ABDUTTORE LUNGO DEL POLLICE
PAZIENTE seduto o supino

FISSAZIONE l’esaminatore stabilizza il polso.

contro la superficie laterale dell’estremità distale del primo metacarpo in


PRESSIONE direzione dell’adduzione e della flessione.

TEST abduzione e leggera estensione del primo metacarpo.


ABDUTTORE BREVE DEL POLLICE
PAZIENTE seduto o supino

FISSAZIONE l’esaminatore stabilizza la mano.

PRESSIONE contro la falange prossimale in direzione dell’adduzione verso il palmo

TEST abduzione del pollice in direzione ventrale a partire dal palmo


ESTENSORE LUNGO DEL POLLICE
PAZIENTE seduto o supino

l’esaminatore stabilizza la mano e fornisce una contropressione sulla superficie


FISSAZIONE palmare del primo osso metacarpale e sulla falange prossimale.

contro la superficie dorsale dell’articolazione interfalangea del pollice in


PRESSIONE direzione della flessione

TEST estensione dell’articolazione interfalangea del pollice.


ESTENSORE BREVE DEL POLLICE
PAZIENTE seduto o supino.

FISSAZIONE l’esaminatore stabilizza il polso

PRESSIONE contro la superficie dorsale della falange prossimale in direzione della flessione

TEST estensione dell’articolazione metacarpofalangea del pollice.


FLESSORE LUNGO DEL POLLICE
PAZIENTE supino o seduto.

la mano può essere appoggiata sul tavolo per sostenerla (come illustrato) mentre l’esaminatore fissa l’osso
metacarpale e la falange prossimale del pollice in estensione; in alternativa, la mano può appoggiarsi sul proprio
FISSAZIONE lato ulnare con leggera estensione del polso, mentre l’esaminatore stabilizza la falange prossimale del pollice in
estensione.

contro la superficie palmare della falange distale in direzione


PRESSIONE dell’estensione

TEST flessione dell’articolazione interfalangea del pollice.


FLESSORE BREVE DEL POLLICE
PAZIENTE seduto o supino.

FISSAZIONE l’esaminatore stabilizza la mano

contro la superficie palmare della falange prossimale in direzione


PRESSIONE dell’estensione

flessione dell’articolazione metacarpo-falangea del pollice senza flessione di


TEST quella interfalangea.
OPPONENTE DEL POLLICE
PAZIENTE seduto o supino

FISSAZIONE la mano è fissata dall’esaminatore

contro l’osso metacarpale in direzione di estensione e adduzione, con rotazione


PRESSIONE laterale.

flessione, abduzione e lieve rotazione mediale dell’osso metacarpale in modo


TEST che l’unghia del pollice sia osservabile nella veduta palmare.
ADDUTTORE DEL POLLICE
PAZIENTE seduto o supino

la mano può essere fissata dall’esaminatore o appoggiata al tavolo per potersi


FISSAZIONE sostenere (come illustrato).

PRESSIONE adduzione del pollice verso il palmo.

TEST adduzione del pollice verso il palmo.


COLONNA
VERTEBRALE
RACHIDE
TORACO-LOMBARE
RACHIDE TORACICO – PARTE
ANTERIORE
• Incisura soprasternale
• Angolo sternale
• Articolazione
condrosternale
• Articolazione
costocondrale
PRIMA COSTA da seduto
• Paziente seduto
• Fisioterapista in piedi dietro al paziente
• Con la mano controlaterale al lato che vuole
palpare afferra la fronte del paziente
appoggiando il gomito sulla spalla. Il dito indice
dell’altra mano va a posizionarsi sulla prima
costa
• Il fisioterapista effettua una rotazione
omolaterale del paziente verso la costa da
palpare (ottenendo un rilasciamento del
trapezio)
RACHIDE TORACICO – PARTE
POSTERIORE
Apofisi spinose-trasverse (regola del 3)
• T1 – T3: le spinose si trovano allo stesso livello
delle trasverse
• T4 – T6: le spinose si trovano 1/2 livello sotto
rispetto alle trasverse
• T7 – T9: le spinose si trovano 1 livello sotto
rispetto alle trasverse
• T10 come T7 - T9: la spinosa si trova 1 livello
sotto rispetto alla trasversa
• T11 come T4 – T6: la spinosa si trova 1/2 livello
sotto rispetto alla trasversa
RACHIDE TORACICO – PARTE
POSTERIORE
T1  linea degli acromion
T5  radici delle spine delle scapole
T7-T8  angoli inferiori delle scapole
T7-T8  reggiseno
RACHIDE LOMBARE
L4-L5  in linea con le creste iliache
Palpare la 11 e 12 costa: la prosecuzione della 12°
costa porta al processo spinoso di T11
S2  all’altezza delle SIPS con paziente prono
Tra L5 e S1 manca il legamento interspinoso (si
avverte uno scalino sotto le dita)
ADDOMINALI SUPERIORI
supino, con le gambe distese. Se i flessori dell’anca sono brevi e impediscono l’inclinazione pelvica posteriore con
PAZIENTE appiattimento della colonna lombare, porre un rullo sotto le ginocchia per flettere passivamente le anche tanto da
permettere l’appiattimento della schiena.

non è necessaria durante la fase iniziale del test (flessione del tronco) quando la colonna si flette e il torace si
avvicina al bacino. Mentre il tronco si flette, i piedi non devono essere trattenuti sul piano. La loro fissazione
FISSAZIONE provocherebbe l’intervento dei flessori dell’anca nell’iniziare la flessione del tronco grazie alla flessione del
bacino sulle cosce

durante la flessione del tronco, la resistenza è fornita dal peso della testa, della parte superiore del busto e delle braccia, che
RESISTENZA a loro volta possono assumere posizioni diverse ai fini del grading.

Il soggetto deve sollevare e flettere lentamente il tronco completando la flessione della colonna (sfruttando, cioè, tutto il
range di movimento consentito dagli addominali). Senza interrompere il movimento, il soggetto prosegue con la flessione
TEST delle anche (si siede, sit-up) al fine di offrire una forte resistenza contro l’azione dei muscoli addominali e di eseguire
correttamente il test di valutazione della forza.
GRADING ADDOMINALI
SUPERIORI

Grading buono (8): con le braccia


semi piegate ed incrociate sul petto

Grading normale (10): con le mani


agganciate dietro la testa, il soggetto è in
grado di flettere la colonna vertebrale
(Fig. in alto) e di mantenerla in tale
posizione mentre incomincia a flettere le
anche assumendo la posizione seduta
(Fig. in basso).
Grading sufficiente+ (6): con le braccia
allungate in avanti, il soggetto è in grado di
flettere la colonna vertebrale e di mantenerla
flessa mentre entra nella fase di flessione
delle anche e passa alla posizione seduta.
ADDOMINALI INFERIORI
in posizione supina su una superficie rigida. Gli avambracci sono incrociati sul
PAZIENTE petto per evitare che i gomiti siano appoggiati sul piano a scopo di sostegno

FISSAZIONE Non necessaria

la forza esercitata dai flessori dell’anca e dall’abbassamento delle gambe tende ad inclinare anteriormente il bacino e fornisce una forte

RESISTENZA resistenza contro i muscoli addominali che cercano di mantenere il bacino in inclinazione posteriore. Quando le gambe si abbassano per la
contrazione eccentrica (allungamento) dei flessori dell’anca, si ha un aumento dell’azione di leva e della resistenza ai muscoli addominali al
fine di graduare la forza dei suddetti muscoli.

L’esaminatore assiste il paziente nel sollevamento delle gambe in posizione verticale o il paziente solleva una
gamba alla volta mantenendo le ginocchia tese. soggetto deve inclinare posteriormente il bacino per schiacciare
TEST la parte inferiore della schiena contro il piano contraendo i muscoli addominali e, mantenendo questa
posizione, inizia ad abbassare lentamente le gambe.
GRADING ADDOMINALI INFERIORI
Grading sufficiente+ (6): con le
braccia incrociate sul petto, il
soggetto è in grado di mantenere la
parte inferiore della schiena
aderente al piano mentre abbassa
la gamba raggiungendo un angolo
di 60° rispetto al piano

Grading buono (8): con le braccia


Grading normale (10): Con le braccia
incrociate sul petto, il soggetto è in
incrociate sul petto, il soggetto è in grado
grado di mantenere la parte inferiore
di mantenere la parte inferiore della
della schiena aderente al piano mentre
schiena aderente al piano mentre abbassa
abbassa le gambe raggiungendo un
le gambe al livello del piano..
angolo di 30° rispetto al piano.
FLESSORI OBLIQUI DEL TRONCO
PAZIENTE supino.

un assistente fissa le gambe mentre l’esaminatore pone il paziente nella


FISSAZIONE posizione del test. (Nella foto l’esaminatore non compare).

nessuna, oltre al peso del tronco. La resistenza si modifica con la posizione delle
RESISTENZA braccia.

il paziente incrocia le mani dietro la testa. L’esaminatore sistema il paziente nella posizione
TEST precisa del test di flessione e rotazione del tronco, e gli chiede di conservarla.
FLESSORI LATERALI DEL TRONCO
disteso sul fianco con un cuscino tra le cosce e le gambe e con la testa, il tronco superiore, il bacino e gli arti
PAZIENTE inferiori in linea retta. Il braccio sopra è disteso lungo il fianco,. Il braccio sottostante è incrociato sul petto con la
mano che afferra la spalla superiore per evitare l’assistenza a mezzo di spinta in su con il gomito.

gli abduttori dell’anca devono fissare il bacino sulla coscia. Le gambe devono essere tenute
FISSAZIONE ferme dall’esaminatore per controbilanciare il peso del tronco

RESISTENZA il peso del corpo offre una resistenza sufficiente.

TEST il tronco si eleva in alto direttamente di lato senza compiere alcuna rotazione
QUADRATO DEI LOMBI
PAZIENTE in posizione prona.

FISSAZIONE da parte dei muscoli che mantengono saldamente il femore nell’acetabolo.

elevazione laterale del bacino. L’arto è posto lievemente in estensione con un


RESISTENZA grado di abduzione che corrisponde alla linea delle fibre del quadrato dei lombi.

data sotto forma di trazione dell’arto, si oppone direttamente alla linea di trazione del
TEST quadrato dei lombi. Se i muscoli dell’anca sono deboli, la pressione può essere esercitata
contro la cresta iliaca postero-laterale opposta alla linea di trazione del muscolo.
ESTENSORI DEL TRONCO
PAZIENTE prono con le mani incrociate dietro le natiche o dietro la testa.

gli estensori dell’anca devono conferire stabilità al bacino rispetto alle cosce,
FISSAZIONE mentre l’esaminatore blocca con decisione le gambe sul lettino.

RESISTENZA Gravità. Mani dietro la testa o mani dietro la schiena.

TEST estensione del tronco fino al limite di movimento consentito.


DEBOLEZZA DEL GRANDE GLUTEO

Il soggetto prono sul tavolo presenta la


naturale curva anteriore della parte inferiore Quando l’estensione della schiena è protratta, il
della schiena. soggetto può effettuare un sollevamento maggiore
del tronco, ma non completare il movimento in
tutta la sua ampiezza.

Nel momento in cui viene iniziato il movimento di Mantenendo il bacino inclinato posteriormente,
estensione della schiena, si osserva l’accentuazione della come accadrebbe se il grande gluteo fosse forte, si
curva della parte inferiore a causa della debolezza del permette al soggetto di completare il movimento in
grande gluteo.
tutta la sua ampiezza.
RACHIDE
CERVICALE
RACHIDE CERVICALE - PALPAZIONE
• Protuberanza occipitale
• Piano nucale
• Linea occipitale superiore
• Linea occipitale inferiore
• Processo mastoideo
• Processo trasverso di C1
• Processo spinoso di C2
• Processo spinoso di C6
• Processo spinoso di C7
FLESSORI ANTERIORI DEL COLLO
supino, con i gomiti piegati e le mani al di sopra della testa, appoggiate sul
PAZIENTE tavolo.

i muscoli addominali anteriori devono essere abbastanza forti da fornire la fissazione anteriore del torace sul bacino prima
che la testa sia sollevata dai flessori del collo. Se i muscoli addominali sono deboli, l’esaminatore può provvedere alla
FISSAZIONE stabilizzazione esercitando una decisa pressione verso il basso sul torace. Ciò dovrebbe avvenire sempre per i bambini
attorno ai 5 anni e di età inferiore.

PRESSIONE contro la fronte in direzione posteriore

flessione della colonna cervicale tramite il sollevamento della testa dal piano, con il mento
TEST abbassato e avvicinato allo sterno.
FLESSORI ANTERIORI DEL COLLO –
TEST MODIFICATO
supino, con i gomiti piegati e le mani al di sopra della testa, appoggiate sul
PAZIENTE tavolo.

iperestensione della colonna cervicale, che si traduce in una posizione di


PRESSIONE proiezione anteriore del capo.

nei casi di debolezza marcata, il paziente deve tentare di appiattire la colonna


TEST cervicale contro il piano, avvicinando il mento allo sterno.
ESAME SCORRETTO DEI FLESSORI
DEL COLLO
FLESSIONE ANTEROLATERALE DEL
PAZIENTE
COLLO
supino con le braccia semipiegate e le mani ai lati del capo, appoggiate sul
tavolo.

se gli addominali anteriori sono deboli, l’esaminatore può provvedere alla


FISSAZIONE stabilizzazione esercitando una decisa pressione verso il basso sul torace.

PRESSIONE contro la regione temporale della testa in direzione posteriore obliqua

TEST flessione antero-laterale del collo


ESTENSIONE POSTEROLATERALE
prono con le braccia semipiegate e le mani al di sopra della testa, appoggiate sul
PAZIENTE tavolo

FISSAZIONE non necessaria.

PRESSIONE contro il lato postero-laterale della testa in direzione antero-laterale.

TEST estensione postero-laterale del collo con il volto girato verso il lato in esame
TEST DI lunghezza
TEST DI THOMAS

Lunghezza normale Brevità dei flessori dell’anca


dei flessori d’anca mono e bi-articolari

Brevità del sartorio

Lunghezza normale dei flessori


monoarticolari brevità dei
flessori bi-articolari
TEST DI OBER
TEST PER GLI HAMSTRING

NORMALE ECCESSIVA

BREVITA’
TEST DI VENTROFLESSIONE
POSIZIONE DI
seduta a gambe distese, con i piedi ad angolo retto.
PARTENZA

MOVIMENTO DEL far flettere il soggetto in avanti con le ginocchia estese, cercando di fargli toccare la base dell’alluce con la punta
delle dita delle mani, o anche di andare oltre, compiendo l’allungamento massimo permesso dal range di
TEST lunghezza del muscolo

POSIZIONE DI
seduta a gambe distese, con i piedi ad angolo retto.
PARTENZA

Nella ventroflessione, la lunghezza eccessiva dei muscoli


hamstring permette una flessione esagerata del bacino
sulla coscia (flessione dell’articolazione dell’anca).
Muscoli dorsali, hamstring e gastrocnemio- Questo soggetto ha anche una flessione eccessiva nella
soleo di lunghezza normale. regione media del dorso (toracolombare).
TEST DI VENTROFLESSIONE

Lunghezza eccessiva dei muscoli dorsali,


Lunghezza eccessiva dei muscoli dorsali,
hamstring brevi, gastrocnemio-soleo
hamstring brevi, gastrocnemio-soleo
nella norma.
nella norma.
TEST DI VENTROFLESSIONE

Muscoli dorsali superiori Il soggetto non riesce a toccare la


eccessivamente lunghi, modica brevità punta dei piedi a causa della lieve
dei muscoli della regione media ed brevità degli hamstring e del
inferiore del dorso, e del gastrocnemiosoleo, e di una lieve
gastrocnemio-soleo. Hamstring nella limitazione della flessibilità della
norma. regione media del dorso. La parte
superiore del dorso presenta una
flessione eccessiva.
TEST DI VENTROFLESSIONE

Muscoli della parte superiore del Muscoli della parte superiore del
dorso di lunghezza normale; sono dorso di lunghezza normale,
invece brevi quelli della parte inferiore contrattura della muscolatura della
del dorso, gli hamstring e il regione lombare con paralisi di quella
gastrocnemio-soleo. degli arti inferiori.
TEST PER IL PICCOLO PETTORALE
Posizione di partenza: soggetto
supino, braccia lungo i fianchi,
gomiti estesi, palmi rivolti in alto,
ginocchia piegate e parte bassa
della schiena aderente al piano.

Test: l’esaminatore, in piedi a capo del


Sinistra lunghezza normale; destra lettino, osserva la posizione del cingolo
scapolare. La figura mostra la lunghezza
breve, mantiene sempre la spalla in normale del piccolo pettorale sinistro e la
avanti brevità di quello destro. L’entità della
tensione si misura osservando di quanto il
braccio si sollevi dal lettino e valutando il
livello di resistenza alla pressione verso il
basso esercitato sulla spalla. La tensione
può essere classificata come lieve, moderata
o marcata.
TEST PER IL GRANDE PETTORALE (STERNALE)
POSIZIONE DI
soggetto supino, ginocchia piegate, parte inferiore della schiena adesa al piano
PARTENZA

Movimento del test


per la parte inferiore l’esaminatore pone il braccio in posizione di abduzione a circa 135° (in linea con
le fibre inferiori), con il gomito disteso. La spalla compirà una rotazione laterale.
(sternale)

LUNGHEZZA il braccio scende sul piano del lettino mentre la parte bassa della schiena rimane
NORMALE piatta sul piano stesso.

il braccio disteso non cade sotto il livello del lettino. La limitazione può essere registrata come lieve,
Brevità marcata o moderata; la misurazione è effettuabile in gradi utilizzando il goniometro e in centimetri
con un regolo per misurare la distanza dall’epicondilo laterale al piano.
TEST PER IL GRANDE PETTORALE
(CLAVICOLARE)
POSIZIONE DI
soggetto supino, ginocchia piegate, parte inferiore della schiena adesa al piano
PARTENZA

Movimento del test


per la parte l’esaminatore pone il braccio in abduzione orizzontale con il gomito esteso e la
SUPERIORI spalla in rotazione laterale (palmo rivolto in alto).
(CLAVICOLARE)

LUNGHEZZA abduzione orizzontale completa con rotazione laterale, braccio a piatto sul
NORMALE tavolo, assenza di rotazione del tronco.

il braccio non scende al livello del piano del lettino. La limitazione può essere registrata come lieve,
marcata o moderata; la misurazione è effettuabile in gradi utilizzando il goniometro e in centimetri
Brevità con un regolo per misurare la distanza dall’epicondilo laterale al piano. È raro in questo esame
riscontrare limitazioni
marcate.
TEST PER IL GRANDE ROTONDO,
GRANDE DORSALE & ROMBOIDI
POSIZIONE DI soggetto supino, braccia lungo i fianchi, gomiti estesi, ginocchia piegate e parte
PARTENZA bassa della schiena aderente al piano

il soggetto alza entrambe le braccia flettendole sopra la testa e, mantenendole


Movimento del test vicine a questa, le riporta giù verso il piano (la regione lombare resta aderente al
piano).

LUNGHEZZA capacità di riportare le braccia sul piano mantenendole vicino alla testa.
NORMALE
si desume dall’incapacità di riportare le braccia sul piano, che può essere documentata come lieve,
Brevità moderata o marcata. In alternativa, si può calcolare l’angolo tra il lettino e l’omero per determinare i
gradi della limitazione o si può calcolare la distanza in centimetri tra il lettino e l’epicondilo laterale
TEST PER I ROTATORI INTERNI
soggetto supino, regione lombare appiattita sul piano, braccio all’altezza della
POSIZIONE DI
spalla (90° di abduzione), gomito sul bordo del lettino piegato a 90°,
PARTENZA avambraccio perpendicolare al lettino.

TEST PER LA Rotazione laterale della spalla, portando gli avambracci in basso
verso il piano del lettino paralleli alla testa (non consentire alla schiena di
LUNGHEZZA inarcarsi distaccandosi dal piano).

RANGE NORMALE DI 90° (avambraccio appoggiato al lettino, mentre la schiena è mantenuta aderente
MOVIMENTO al lettino).
TEST PER I ROTATORI ESTERNI
soggetto supino, regione lombare aderente al piano, braccio all’altezza della
POSIZIONE DI
spalla (90° di abduzione), gomito sul bordo del lettino e piegato a 90°,
PARTENZA avambraccio perpendicolare al lettino.

Rotazione mediale della spalla, portando gli avambracci in basso verso il piano
TEST PER LA del lettino, mentre l’esaminatore mantiene abbassata la spalla per prevenire la
LUNGHEZZA sostituzione da parte del cingolo scapolare (non consentire la spinta in avanti
del cingolo scapolare).

RANGE NORMALE DI 70° (avambraccio ad un angolo di 20° con il lettino).


MOVIMENTO
TESTA E FACCIA
FRONTALE
Solleva le sopracciglia e corruga la fronte, come nelle
AZIONE
espressioni di sorpresa e paura

il paziente alza le sopracciglia corrugando la fronte come in


TEST
un’espressione di sorpresa o di spavento
CORRUGATORE DEL
SOPRACCIGLIO/FACCIALE
Tira il sopracciglio in basso e indietro con rughe verticali sulla
AZIONE
fronte; “muscolo dello aggrottamento”

Il paziente tira le sopracciglia I’una verso l’altra come


TEST
nell’aggrottamento
NASALE, PORZIONE ALARE
AZIONE Allarga le narici nasali

Il paziente allarga le aperture delle narici come se fosse in


TEST
una condizione di respirazione forzata o difficoltosa
DEPRESSORE DEL SETTO
E PORZIONE NASALE TRASVERSA
AZIONE Tira l’ala nasale in basso chiudendo il naso

Il paziente tira la punta del naso in basso restringendo le


TEST
narici.
PROCERO
Spinge l’angolo interno delle sopracciglia in basso e produce
AZIONE
delle increspature trasversali sul dorso del naso

Il paziente tira la cute del naso in su, formando delle pieghe


TEST
trasversali sopra il dorso del naso
SOLLEVATORE DELL’ANGOLO
DELLA BOCCA
Deprime il solco nasolabiale, come nelle espressioni di
AZIONE
disprezzo o sdegno

Il paziente deve sollevare dritto verso l’alto l’angolo della


bocca, approfondendo il solco che va dal lato del naso al lato
TEST della bocca, come a voler fare una smorfia. Suggerire al
paziente di scoprire il dente canino prima su un lato e poi
sull’altro.
RISORIO
AZIONE Retrae l’angolo della bocca

TEST Il paziente deve tirare indietro l’angolo della bocca


GRANDE ZIGOMATICO
Tira l’angolo della bocca in alto e all’esterno come in un
AZIONE
sorriso

Il paziente deve tirare in su e in fuori gli angoli della bocca


TEST
come se sorridesse.
ELEVATORE DEL LABBRO
SUPERIORE
AZIONE Solleva e fa sporgere in fuori il labbro superiore

Si chiede al paziente di sollevare e sporgere il labbro superiore


TEST
come se volesse mostrare le gengive.
DEPRESSORE DEL LABBRO
INFERIORE & PLATISMA
AZIONE Retrae e abbassa l’angolo della bocca

Si chiede al paziente di tirare il labbro inferiore e l'angolo della bocca verso il


TEST basso e verso l’esterno, tendendo la cute del collo.
ORBICOLARE DELLA BOCCA
AZIONE Chiude le labbra e le fa sporgere in avanti

Si chiede al paziente di chiudere le labbra sporgendole in


TEST
avanti, come se volesse fischiare.
BUCCINATORE
AZIONE Comprimere le guance

Il paziente deve comprimere con forza le guance contro i denti laterali, tirando l'angolo della bocca
TEST all’indietro come quando si suona la tromba. (Portare il mento all'indietro, come si vede in questa
fotografia, non è un movimento compreso nell'azione del buccinatore).
MENTONIERO

Si chiede al paziente di corrugare la cute del mento,


TEST
sporgendo poi il labbro inferiore come a voler fare il broncio.
DEPRESSORE DELL’ANGOLO DELLA
BOCCA
AZIONE Abbassa l’angolo della bocca

TEST Si chiede al paziente di abbassare gli angoli della bocca


PTERIGOIDEO MEDIALE E
LATERALE
AZIONE Sposta la mandibola da un lato all’altro

Si chiede al paziente di aprire leggermente la bocca, di sporgere la


TEST mandibola in avanti e poi di muoverla lateralmente, prima verso
destra e poi verso sinistra.
TEMPORALE, MASSETERE &
PTERIGOIDEO MEDIALE
AZIONE Chiude la bocca

Si chiede al paziente di mordere con forza. (La bocca è


TEST
socchiusa per mostrare i denti che vengono serrati).
MUSCOLI SOPRAIOIDEI

Si chiede al paziente di abbassare la mandibola contrastando l'azione


TEST di resistenza.
ORBICOLARE DELL’OCCHIO
La parte palpebrale chiude delicatamente l’occhio
AZIONE
La parte orbitaria chiude l’occhio in maniera più forte

TEST della parte Si chiede al paziente di chiudere con decisione le palpebre in modo che si
ORBITALE formino delle rughe a ventaglio a partire dall’angolo esterno dell’occhio.

TEST della parte Si chiede al paziente di chiudere delicatamente le palpebre.


PALPEBRALE (Questo esame non è illustrato).
RETTO MEDIALE E RETTO
LATERALE DELL’OCCHIO
Movimento dell’occhio nella direzione dedicata al nome del
AZIONE
muscolo

TEST del retto mediale di


Si chiede al paziente di guardare orizzontalmente verso
destra e del retto laterale di
sinistra sinistra (come mostrato).
TEST del retto mediale di
Si chiede al paziente di guardare orizzontalmente verso destra
sinistra e del retto laterale di
destra (non illustrato).
ELEVATORE DELLA PALPEBRA
SUPERIORE
AZIONE Solleva la palpebra superiore

TEST Si chiede al paziente di sollevare la palpebra superiore.


RETTO SUPERIORE E OBLIQUO
INFERIORE
Movimento dell’occhio nella direzione dedicata al nome del
AZIONE
muscolo

Si chiede al paziente di guardare diritto verso l’alto in


TEST
direzione delle sopracciglia
RETTO INFERIORE E OBLIQUO
SUPERIORE
Movimento dell’occhio nella direzione dedicata al nome del
AZIONE
muscolo

si chiede al paziente di guardare diritto verso il basso in


TEST
direzione della bocca
MUSCOLI INFRAIOIDEI
Forniscono la stabilizzazione dell’osso ioide durante l’azione
AZIONE
dei suddetti muscoli.

Partendo da una posizione rilassata, come mostrato nella Figura A, si chiede al paziente di
TEST deprimere l’osso ioide, come illustrato nella Figura B

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