medicina olistica

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 MACROLIBRARSI E VIVI CONSAPEVOLE
COSTRUIAMO INSIEME UN FUTURO MIGLIORE
L’ingrediente fondamentale affinché il cambiamento verso una società
più equa, ecologica e solidale si possa realizzare è la fiducia.
Dobbiamo iniziare a fidarci del nostro vicino, a fidarci di chi vuole miglio-
rare la terra, a fidarci del fatto che, operando insieme, possiamo vera-
mente far sì che il territorio in cui viviamo, e la comunità di cui facciamo
parte, diventino un esempio di economia a misura d’uomo per tutto il
mondo.
Francesco Rosso, amministratore delegato di Macrolibrarsi, ideatore
del progetto Fattoria dell’Autosufficienza e di Vivi Consapevole.

Pensiamo che un mondo più consapevole, più etico,
più sano, sia la miglior strada per la felicità persona-
le, per il benessere globale e per garantire il futuro
di questa terra e dei suoi abitanti. Macrolibrarsi dif-
fonde conoscenza e consapevolezza sotto forma di
libri, riviste, dvd, prodotti naturali, corsi ed eventi: nel
mondo che vogliamo vediamo persone più consape-
voli, che amano se stesse e la natura, che vivono in
armonia con il prossimo, che ricercano e divulgano
con passione nuove idee per un avanzamento collet-
tivo di stampo ecologico-spirituale.
Per raggiungere gli obiettivi della nostra Mission, oltre
all’e-commerce Macrolibrarsi.it, abbiamo deciso di in-
traprendere nuove strade e dare vita ad altri progetti:
La Fattoria dell’Autosufficienza – il progetto di per-
macultura sull’Appennino romagnolo, centro studi di
ecologia applicata; Macrolibrarsi Store – il negozio con
erboristeria, alimenti biologici e libreria; Vivi Consape-
vole – la nostra rivista istituzionale gratuita.
Dal 2012 Vivi Consapevole è distribuita a tutti i clienti
di Macrolibrarsi.it, nelle principali fiere di ecologia e
benessere e sul territorio nazionale in diversi esercizi
commerciali a tema (negozi di alimentazione biolo-
gica e naturale, ambulatori di medicina alternativa,
centri olistici, agriturismi…). Inoltre è scaricabile gra-
tuitamente attraverso il web.
Con Vivi Consapevole vogliamo diffondere i contenuti
in cui crediamo, contenuti di qualità sui temi dell’agri-
coltura naturale, dell’alimentazione biologica e ve-
getariana, dell’autoproduzione e del saper fare, delle
energie rinnovabili e del risparmio di risorse, della con-
divisione e della vita in comunità, della salute e del be-
nessere, delle medicine alternative, del self help e della
spiritualità. Per questo abbiamo deciso di creare una
rivista gratuita stampata in 50.000 copie, in grado di
raggiungere, sensibilizzare e appassionare un pubbli-
co sempre più vasto. I riscontri positivi che riceviamo
ogni giorno da voi lettori, le proposte di collaborazione
e i contatti che arrivano sempre più numerosi ci fanno
capire che siamo sulla giusta strada! Pensando di fare
cosa gradita al nostro crescente pubblico abbiamo de-
ciso di ampliare la rivista con un catalogo di libri e pro-
dotti naturali dei migliori fornitori Macrolibrarsi: puoi
trovare il catalogo sul retro della rivista.
Vivi Consapevole è sempre alla ricerca di nuovi spun-
ti, di suggerimenti su possibili miglioramenti: non
esitare a contattarci per proporre gli argomenti che
vorresti vedere trattati sulla rivista e le tue personali
esperienze di decrescita o di risparmio. Scrivici a:
redazione@viviconsapevole.it
ogni tuo suggerimento è prezioso!
Buona lettura
Lo staff di Macrolibrarsi e Vivi Consapevole

Vivi Consapevole Editore In Redazione Ufficio commerciale Immagini acquistate su

Novembre 2021/Gennaio 2022
Anno XVII– numero 67
Vivi Consapevole è una testata
giornalistica registrata da
Golden Books srl
Registrazione N. 25 effettuata il
17/08/2004 presso il Tribunale
di Forlì
Vivi Consapevole® è un marchio
registrato di proprietà di Golden
Books srl
2
Macrolibrarsi di Golden Books
Ideatore
Giorgio Gustavo Rosso
MELAinvento di Bernardi Melissa
Direttore Responsabile
Marianna Gualazzi
redazione@viviconsapevole.it
Responsabile di Redazione
Romina Rossi
info@viviconsapevole.it
Angelo Francesco Rosso
Massimiliano Cirielli
Grafica e Impaginazione
mela.invento.bm@gmail.com
Ufficio ricerca e sviluppo
Massimiliano Cirielli
Roberto Gianelli www.sxc.hu
commerciale@macrolibrarsi.it www.shutterstock.com
www.iphoto.it
Dina Pisicchio
commerciale@viviconsapevole.it Illustrazione
e grafica di copertina
Sara Fattori
Stampa
Rotopress International, Bologna
Finito di stampare a
Novembre 2021
Tiratura: 50.000 copie
MACROLIBRARSI NEWS
Ti sei perso il Macrolibrarsi Fest? Riguardalo!..........14
Il fungo per il benessere dell'intestino .................... 84
Il bosco come terapia................................................... 86
Tutti i benefici del freddo............................................ 90
LIBERTÀ, RISCHIO, DECISIONE
ORTO, GIARDINO E FATTORIA

S
Quando arriva l’inverno.................................................18 FOCUS: EMOZIONI E SALUTE
criveva lo psicologo tedesco Erich Fromm ni che già vivono in maniera alternativa. France-
Orto verticale sul balcone .......................................... 20 Il corpo parla, ma tu ascolti?....................................... 94
che «l’uomo crede di volere la libertà. In re- sco Rosso ci parla di come si possa fare impresa
L’orto in città che fa per te...........................................22 Emozioni negative e malattia..................................... 98 altà ne ha una grande paura. Perché? Per- tutelando il bene comune e investendo gli utili
CUCINA NATURALE Soft skills e Intelligenza emotiva ............................ 100 ché la libertà lo obbliga a prendere delle
in progetti agricoli e sociali sostenibili, capaci di
Il meglio dei fiocchi d’avena........................................ 26 Mindfulness emotiva.................................................. 104 decisioni, e le decisioni comportano rischi».
Emozionati di natura.................................................. 106 progettare il futuro per sette generazioni a veni-
Fagioli Azuki.................................................................... 28 Liberi, autentici e felici: siamo davvero disposti ad
re. E poi ancora la scuola nel bosco, senza banchi,
Svezzamento per tutta la famiglia............................ 30 BENESSERE esserlo? Vogliamo veramente rischiare di diven-
lavagne multimediali e mascherine. Come si vive
L’artigiana del pane....................................................... 34 Disfunzione erettile ................................................... 108 tarlo? In questo numero di Vivi Cosapevole abbia-
all’interno di una comunità intenzionale. Chi ha
Alimentazione antinfiammatoria.............................. 36 Sistema immunitario efficiente ............................... 110 mo deciso di raccontarvi un’Italia che ha rischiato
abbandonato la carriera universitaria e ha trovato
Perché scegliere la biodiversità................................. 39 Mente sempre attiva................................................... 112 e deciso. Le piccole e grandi storie che abbiamo
raccolto, le testimonianze e le visioni a cui abbia- la propria dimensione in un maso. Chi ha curato un
SOSTENIBILITÀ Melatonina e sistema immunitario.......................... 114
mo voluto dare voce, ci parlano di alcune alterna- problema di salute senza farmaci, ma ricercando
Solidarietà in bicicletta................................................ 40 Aloe la regina delle piante fitoterapiche................ 116
tive possibili a quelle che sono le strade più battu- dentro di sé le risorse per guarire.
Pannolini lavabili e coppette mestruali................... 44 Spirulina e Clorella....................................................... 118
te (obbligate?) per progettare il futuro del Paese, Chi ha scelto di fare l’ostetrica, ma ha detto di no
Impatto sotto zero........................................................ 46 Dormire bene per vivere meglio ............................. 120
fare impresa, curarsi, lavorare, nascere, educare, al posto fisso in ospedale e oggi fa nascere i bam-
Vivere in una mini casa................................................. 48 Conosci la tua acqua? .................................................122
Bendaggi alle alghe......................................................124 relazionarsi. bini tra le mura delle loro case.
SPECIALE: LIBERI, AUTENTICI E FELICI E allora ecco che Paolo Ermani – uno che di si oc- Speriamo che in questa fine d’anno le storie che
Coltivare la fertilità......................................................126
Noi, avamposti di biodiversità.................................... 50 abbiamo raccolto in queste pagine possano es-
cupa di ambiente a livello professionale da oltre
Paradiso Italia................................................................. 54 DA DONNA A DONNA
trent’anni – descrive come l’Italia può diventa- sere di ispirazione per la vostra libertà, per tutti i
Cambia-Menti................................................................. 58 Pavimento pelvico.......................................................128
re, da domani, autosufficiente dal punto di vista piccoli e grandi rischi che deciderete di correre e
Vivere in una comunità intenzionale ....................... 60 Danza del ventre.......................................................... 130
energetico e alimentare, e primo Paese a emissioni per le scelte che farete.
La scuola senza le pareti.............................................. 63 MOVIMENTO zero del mondo. Daniel Tarozzi, giornalista e fon-
Nata libera....................................................................... 68 Rilassati con il Restorative Yoga ..............................132 datore del quotidiano online Italia che cambia, ci Buona lettura!
Mollo tutto e vado in un maso....................................70 Bioginnastica................................................................ 134 dà un bello spaccato di quegli 8 milioni di italia- Marianna Gualazzi
Io mi curo da sola............................................................72
Guerrieri Immaginali......................................................74 NUTRIRE LO SPIRITO
Insegnare la Mindfulness ...........................................136
MEDICINA OLISTICA
Realizza i tuoi talenti....................................................138
Quale costituzione ayurvedica sei? ...........................76
Triphala, formula di longevità ....................................78 AMICI ANIMALI
Come mangiare e quando digiunare......................... 80 Uomo e cane: vite connesse......................................142 DALLA CARTA AL WEB
Dal diabete si può guarire............................................ 82 Stop ai dolori articolari............................................... 144 Cosa fare con i QR code che trovi su «Vivi Consapevole»?
Caro lettore, in questo numero di «Vivi Consape- I nostri articoli sono linkati ad approfondimenti sul sito
vole» alla fine dei nostri articoli trovi un box con il Macrolibrarsi.it: si tratta di altri articoli che trattano ar-
codice QR code. gomenti simili a quelli che hai appena letto.
DISCLAIMER Di cosa si tratta? È molto semplice: il QR code è
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Consapevole. Il magazine di di macrolibrarsi.it propone testi, con stessi sintomi molto spesso spensabili per il loro uso o pratica. tentativo di utilizzo di una qualsi- alla pagina di un sito. Il QR code è come un link, ma lo
macrolibrarsi.it, sono di natura prodotti e monografie su argomen- necessitano di cure diverse, per via asi informazione o disinformazione • Oppure usa l’opzione QR code di Facebook.
puoi leggere con il tuo telefonino, tramite una apposita • Accedi alla app o all’opzione.
generale e a scopo puramente ti medici, terapici, o riconducibili a dell'enorme complessità di alcuni La legge italiana obbliga chi osservi presente in qualsiasi sezione della
pratiche con scopi terapeutici: non casi clinici. persone con evidenti problemi me- rivista Vivi Consapevole. Il ma-
app da scaricare.
divulgativo, e non possono sosti- Ecco una app che puoi scaricare se hai uno smartphone • Inq uadra il codice QR con il telefonino nel
tuire in alcun caso il consiglio di sussiste alcun tipo di garanzia che dici urgenti a prestare soccorso nei gazine di macrolibrarsi.it
le informazioni riportate siano ac- Le nozioni e le eventuali informa- limiti delle proprie capacità, si tenga con sistema operativo Android: http://bit.ly/2K4kL8F modo indicato dalla app.
un medico abilitato (cioè un lau- zioni su procedure mediche, po- Nulla su Vivi Consapevole. Il ma- • Leggi l’approfondimento sul sito Macrolibrarsi.it
reato in medicina abilitato alla curate, corrette, precise o che non però presente che manovre errate o
contravvengano la legge. sologie, e/ o descrizioni di farmaci inappropriate possono causare le- gazine di macrolibrarsi.it, può E qui una app per smartphone con sistema operati-
professione), o, nei casi specifici, o prodotti d'uso presenti nei testi essere interpretato come un tenta- vo iOS (iPhone): https://apple.co/2K7bug1 È più facile a farsi che a dirsi: provare per credere!
sioni gravi permanenti, o il decesso.
di altri operatori sanitari (odon- Inoltre, anche se l'affermazione proposti e negli articoli pubblicati tivo di offrire o rendere un'opinione
toiatri, infermieri, farmacisti, fosse da un punto di vista generale hanno unicamente un fine illustra- Nessuno può essere ritenuto re- medica o in altro modo coinvolta
fisioterapisti, e così via). corretta, potrebbe non applicarsi tivo e non consentono di acquisire sponsabile circa i risultati o le con- nella pratica della medicina.
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MACROLIBRARSI
Romina Rossi
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SAGGEZZA CON LE PIETRE
in Medicina Cinese DEL SOLSTIZIO
I l 21 dicembre, che segna il solstizio d’inverno, è il giorno più corto e la
notte più lunga dell’anno. Per la medicina cinese è il massimo yin: nei
giorni a seguire, anche se impercettibilmente all’inizio, le giornate co-
minceranno ad allungarsi e le notti ad accorciarsi, andando verso lo
yang.
Se per molti corrisponde all’inizio della stagione del freddo e viene vissuto
con rammarico per i tanti mesi che ancora mancano alla bella stagione e
al caldo, per molte culture, soprattutto del passato, questo giorno rap-
presenta una data importante, che spesso ha anche significati spirituali.
Il solstizio, così come l’equinozio, segna sempre un nuovo inizio e una
nuova attitudine che siamo invitati ad accogliere e adottare: l’inverno ad
esempio è il tempo in cui tutto è immobile e addormentato nella terra
fredda e silenziosa. In realtà questo è un tempo sacro di riposo e riflessio-
ne, prima che la stagione successiva faccia esplodere nuovamente la vita
in maniera quasi frenetica. L’energia dell’inverno invita ad andare dentro:
puoi sfruttare le giornate più corte e fredde per diventare più introspetti-
vo, e per lasciare emergere i desideri e le nuove aspirazioni, così da poterti
concentrare sui tuoi obiettivi personali. Per realizzarli puoi stabilire una
intenzione e utilizzare la potenza delle pietre.
Puoi utilizzare un quarzo citrino, che è considerato la pietra della felicità.
Favorisce una energia gioiosa e luminosa utile nelle giornate più grigie,
così come l’intuizione, la prosperità e il successo. Il citrino viene spesso
usato per risollevare il tono dell’umore, favorendo la calma per lasciare
che la saggezza dentro di noi possa mettersi all’opera.
La selenite favorisce il riposo e il sonno. Questa pietra dal colore bianco
come la neve aiuta a chiarire la mente, a donare pace e tranquillità inte-
riori, riequilibrare l’energia in casa, e a ricaricare noi stessi dopo una lunga
e faticosa giornata.
Infine l’ametista stimola i sogni e l’immaginazione, evitando la sensazio-
ne di reclusione o di immobilità. Aiuta a rilassarsi e a trovare ispirazione
nell’ambiente circostante. Favorisce anche la guarigione emotiva, e dona
coraggio e forza interiore.
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Merkaba Orgonite Ametista e Quarzo
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10
LE ESPERTE DI
LIBRI
MACROLIBRARSI
MIGLIORA Claudia Mengoni
IL TUO MONDO… Libraia
PARTENDO DAI LIBRI
È più grande dello spazio che occupa. Accoglie e rispetta gli altri,
con tutte le loro differenze. Ha ideali più nobili di quanto permetta
l’ambiente che la circonda. È onesta, ma non punirà i ladri. È since-
ra e si ostina a cacciare chi non lo è. Non le piace il mondo binario
che la circonda e ha intenzione di cambiarlo, un libro alla volta.
Caro lettore, ti rispecchi in questa descrizione? Magari invece di “un libro”
avresti usato altri termini, come “passo” o “idea” ma scommetto che que-
ste parole risuonano in te...
Ora sto per sorprenderti: la descrizione riguarda... una libreria! Per la pre-
cisione Diwan, la prima libreria moderna e indipendente del Cairo.
È stata aperta nel 2002 e oggi continua imperterrita e inarrestabile la
sua attività. (Puoi leggere la sua storia ne La libraia del Cairo edito da
Garzanti).
Da sempre sono esistite persone che portano avanti scelte e modelli dif-
ferenti rispetto a quello dominante della società.
Perciò oggi, prima che tu prosegua la lettura della nostra rivista, non vo-
glio consigliarti un libro.
Al contrario, voglio spingerti a riflettere: ti piace la tua vita, così com’è?
Vorresti migliorare qualcosa? E se la risposta è affermativa.... Perché non
l’hai ancora fatto? Che cos’è che ti frena?
Ti auguro di trovare tra queste pagine, o tra le pieghe della tua vita, la spin-
ta per iniziare a migliorare il tuo mondo, a partire da ora!
Ù LIBRI CONSIGLIATI
Nadia Wassef
La Libraia del Cairo
Garzanti, 2021
Alessandro Mari, Ginevra Azzari, Matilde Piran
Libri, Istruzioni per l'Uso
L'arte di scegliere, organizzare e disordinare le librerie
di casa
Utet, 2020
11
 LE ESPERTE DI
MAMMA E BIMBO
MACROLIBRARSI
Noemi Zucchi
NASCE IL REPARTO
Consulente alla pari in
allattamento materno
MAMMA & BIMBO
«P
er crescere un bambino ci vuole un villaggio» recita un pro-
verbio africano: servono mani per aiutare, occhi per guar-
dare, orecchie per ascoltare, gambe per correre, cuori per
emozionarsi; serve una rete. Una rete a cui aggrapparsi nei
momenti di difficoltà, a cui affidarsi quando ci si rende conto che da soli
non si riesce a fare tutto.
Oggi questa dimensione collettiva della genitorialità è andata persa, si
pensa sempre alla maternità come ad un’esperienza individuale: nella so-
cietà moderna la donna spesso affronta da sola la gravidanza, o comun-
que la vive come una “prova” esclusivamente personale, non avendo mai
potuto condividere con altre persone la quotidianità di tale situazione.
Quando poi il suo bambino nasce, raramente ha a disposizione aiuti reali:
la famiglia si trova a gestire un momento complesso senza poter contare
su un supporto concreto, senza potersi confrontare con qualcuno.
Spesso si ricevono tanti, tantissimi consigli, molte volte in contraddizione
gli uni con gli altri, non solo da pediatri e ostetriche, ma anche da mamme,
nonne, suocere, vicine di casa, semplici conoscenti, ma raramente si rie-
sce a trovare il bandolo della matassa in questo caos informativo.
La pandemia ha esasperato tutto questo: quando a febbraio 2020 sia-
mo stati reclusi in casa, le donne che stavano seguendo corsi pre-parto
hanno dovuto interromperli, quando poi hanno partorito si sono tro-
vate a farlo fra mascherine e tamponi, senza poter avere il conforto dei
parenti o degli amici. Una volta a casa col loro bambino non potevano
incontrare nessuno. Nella storia dell’umanità non era mai successo che
l’evento della nascita fosse relegato a una sfera così intima e privata.
Il reparto Mamma & Bimbo di Macrolibrarsi nasce con lo scopo di andare
incontro a quella che ieri era una necessità ma oggi è diventata – questa
sì! – un’emergenza: offrire una rete di sostegno ai genitori che cercano
informazioni e hanno bisogno di un punto di riferimento, un villaggio in
cui sentirsi accolti.
Ù LIBRO CONSIGLIATO
Alessandra Bortolotti
E se poi Prende il Vizio?
Pregiudizi culturali e bisogni irrinunciabili
dei nostri bambini
Il Leone Verde, 2010
12
LE ESPERTE DI
COSMESI
MACROLIBRARSI
SINDROME Giulia Loreta
PREMESTRUALE: STOP A Beauty expert
PELLE LUCIDA E IMPURA
Q uante volte ti capita di passare da stati d’animo di allegria ad
ansia e irritabilità o di provare una fame ingiustificata? Ti sei
mai chiesta da cosa dipendano questi sbalzi? La risposta è una:
dagli ormoni, quelle particolari molecole che fungono da mes-
saggeri e rispondono alle diverse necessità dell’organismo. Ogni ormone
ha funzioni differenti e viene attivato solo se necessario con effetti che si
riflettono su umore, aspetto della pelle, desiderio sessuale ed energia. In
particolare, gli ormoni femminili hanno un ruolo fondamentale per tut-
ta la vita della donna e conoscerli è indispensabile per prendersi cura del
corpo e della propria pelle. Le cellule cutanee si rigenerano ciclicamente
nello strato più profondo dell’epidermide per risalire e sostituire le cellule
presenti sulla superficie: i cambiamenti ormonali e le variazioni dei livelli di
estrogeni, progesterone e testosterone influiscono moltissimo sul benes-
sere della pelle, determinandone alterazioni dell'aspetto durante il ciclo,
la gravidanza, l’allattamento e la menopausa.
Durante la fase luteale si sviluppa la PMS o sindrome premestruale, carat-
terizzata da alterazioni biologiche e psicologiche estremamente variabili
da donna a donna, accompagnate da sbalzi d’umore, desiderio di cibi par-
ticolari, insonnia e irritabilità.
Proprio durante questa fase, il periodo dal 15° al 28° giorno, si verifica un
calo dei livelli di estrogeni e l’aumento del progesterone. La pelle reagisce di
conseguenza con una maggiore produzione di sebo e possibilità di sfoghi,
brufoli, punti neri, con un aspetto lucido e spento e creando un ambiente
cutaneo favorevole per lo sviluppo dei batteri e quindi per l’acne ormonale,
fenomeno che si evidenzia soprattutto sul mento o lungo la mascella.
Per contrastare queste imperfezioni - quasi sempre temporanee - è indi-
spensabile prediligere formulazioni leggere in grado di idratare e purifi-
care la pelle allo stesso tempo, minimizzando l’aspetto di imperfezioni e
rossori. Niacinamide, Acido Salicilico e Zinco possono quindi diventare gli
alleati indispensabili in questa fase perché capaci di combattere effica-
cemente impurità, pori dilatati e l’effetto lucido, riducendo visibilmente
anche le macchie, i rossori e le rughe sottili.
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Hormoon
13
 macrolibrarsi news

LE ESPERTE DI
ALIMENTAZIONE
MACROLIBRARSI

Carlotta
Bernabini CRUMBLE DI MELE E
Tecnologa alimentare
CANNELLA: ED È SUBITO
INVERNO

I
n inverno la natura si ritira: è periodo di quiete, è la stagione dell’essere.
Le temperature si abbassano e le ore di luce diminuiscono. Le piante en-
trano in uno stato di riposo (quiescenza) e molte specie di animali vanno
in letargo nel calduccio delle loro tane.
E noi? Noi, molto probabilmente presi dai nostri ritmi frenetici, non ci sia-
mo accorti che è giunto il tempo di fermarci, rallentare e aspettare. La na-
tura sempre più “immobile” ci invita a prenderci del tempo per noi stessi.
È il momento ideale per riprendere quel libro che abbiamo lasciato a metà
da un po’, magari rannicchiati sul divano sotto una coperta con una taz-
za del nostro infuso preferito o con una buona cioccolata bollente che ci
riscalda le mani e lo spirito. Inverno è un ritorno a sé e anche un ritorno
in cucina, a quelle ricette che ci richiedono tempo. Zuppe, minestroni, le-
gumi stufati, e tante altre pietanze che oltre al corpo riscaldano anche la
casa e la riempiono di profumi. Inverno è la fragranza dei biscotti appena
sfornati che invade la cucina di buono.
Per me, giunge l’inverno quando preparo il primo Crumble di Mele e Can-
nella, una ricetta semplice ma che porta con sé la magia di questa stagio-
ne. Il suo inconfondibile profumo confortante mi riporta all’infanzia, alla
torta di mele della nonna o ai biscotti ripieni.

Ingredienti
• 4 mele tagliate a dadini,
• 100 g di zucchero di cocco,
• il succo di 1/2 limone,
• 1 cucchiaino di cannella,
• 2 cucchiai di farina di mais
Per il crumble
• 200 g farina di riso,
• 50 g farina di cocco,
• 120 g fiocchi d’avena,
• 50 g zucchero di cocco,
• 50 ml olio di cocco.
Procedimento
In una ciotola mescolare bene
mele, zucchero di cocco, succo di
limone e cannella e lasciare mari-
nare il tutto per una mezz’oretta.
Per il crumble, in un altro recipien-
te lavorare tutti gli ingredienti, ot-
tenendo un impasto sbriciolato.
Aggiungere la maizena alle mele e
versarle in uno stampo e ricoprirle
bene con le briciole dell’impasto.
Cuocere per 45 minuti in forno pre-
riscaldato a 175 °C. Servire caldo.

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14 15

TI SEI PERSO IL MACROLIBRARSI
FEST? RIGUARDALO!
La festa per l’ottavo compleanno del Macrolibrarsi Store
ha riscosso un grande successo: ospiti acclamati e pubblico
soddisfatto, che già non vede l’ora di tornare a settembre 2022
LA REDAZIONE DI MACROLBRARSI
D
opo sette anni di pieno sole il Macrolibrar-
si Fest 2021 è stato baciato anche da una
bella pioggia pomeridiana: nonostante
qualche imprevisto e un po’ di fango in
zona parcheggio ne siamo usciti non bene, benis-
simo.
La festa è stata davvero un successo: per il pub-
blico prima di tutto. Siete venuti a trovarci in tan-
16
tissimi e ci avete seguito online con grande en-
tusiasmo. I relatori sono stati straordinari come
sempre: ha aperto l’area palco esterna Selene
Calloni Williams in un bagno di folla che l’ha ac-
colta con uno dei suoi mantra. Si sono susseguiti
nella giornata Stefano Manera, Gabriele Prinzi e
Livia Emma, Giulio Maria Ranalli, Stefano Berli-
ni, Marco Pizzuti. Ha chiuso il palinsesto il dottor
Piero Mozzi, con un intervento straordinario sulla
macrolibrarsi news
prevenzione con la dieta dei gruppi sanguigni. An-
che in sala eventi interna c’è stato un palinsesto TI SEI PERSO LE CONFERENZE
d’eccezione. I relatori hanno proposto interventi DEL MACROLIBRARSI FEST 2021?
a carattere pratico con yoga della risata, esercizi
per il benessere della schiena, bagno sonoro, fa- Guardale ora!
cilitazione, come ritrovare il benessere in natura, macrogo.to/fest-2021
ciclicità femminile e tanto altro.
APPRODONFISCI
www.macrolibrarsifest.it
E poi ancora cibo di strada bio e veg, mercato,
trattamenti, zona dedicata al benessere degli ani-
mali, artisti di strada. C’è stata tantissima voglia di
stare insieme, di energia positiva e di condivisione.
E anche chi non è venuto a Cesena e ha seguito l’e-
vento online ha potuto condividere con noi la vo-
glia di esserci mandando un messaggio al numero
whatsapp che avevamo attivato per l’occasione.
Ci sono arrivate tantissime testimonianze di perso-
ne che hanno cambiato la propria vita in meglio in
questi due anni così difficili. Ve ne lasciamo qualcu-
na, che possa essere di ispirazione per tutti voi!
Ciao Macrolibrarsi!
Tutto è successo.
Negativo e positivo.
Ma guardiamo in avanti e in alto.
Ho spento tv, da 2 anni, non voglio farmi prende-
re dalla morsa della paura che stanno creando!
Mi sono avvicinata alla natura, grandi cammi-
nate ai gessi di Cesena, respirando aria di collina
invece che l’aria costretta della palestra . dell’Inferno. Mi sono dedicata di nuovo alla let-
Non mi chiudo dentro i bar o ristoranti, ma sto tura, riuscendo finalmente a leggere libri iniziati
bene anche fuori. anni fa e mai finiti.
Vedo le cose molto diversamente da come le Mi sono dedicata alle passeggiate, allo yoga e
vedevo prima. ad ascoltare musica. Ho frequentato un corso di
formazione per imparare la permacultura, cono-
Cambio casa. Nuovi amici. Riscopro e imparo cosa scendo tante belle persone che hanno quel tipo di
mi piace fare. Conosco Macrolibrarsi. Seguo una interesse e visione del mondo e dell’ambiente.
cura con un medico nuovo. Cambio alimentazione.
Sto bene. Ho cucinato di più e studiato come migliorare la
salute. Sono riuscita a dipingere, cosa che non ri-
Ho iniziato a leggere con un mio amico la Divina uscivo più a fare per mancanza di tempo. Ho per-
Commedia durante il primo confinamento e con so il lavoro ma sono riuscita a mantenere delle
collaborazioni e ad avere più tempo libero.
parecchie pause, siamo arrivati all’ultimo canto
17
 orto, giardino e fattoria

18 19

QUANDO ARRIVA
L’INVERNO
I consigli dell’Almanacco di Barbanera per l’orto autunnale,
la dispensa e l’autoproduzione
MARIA PIA FANCIULLI | GIORNALISTA, RESPONSABILE DI REDAZIONE DELLE RUBRICHE DI BARBANERA
S
ul crinale dell’anno, il solstizio d’inverno se-
gna il tempo in cui le giornate riprendono
lentamente ad allungarsi. Anche la terra co-
mincia a risvegliarsi. Così nell’orto e nel giar-
dino, e pure sul balcone, dove solo i più coraggiosi
ortaggi non hanno ceduto al freddo, la raccolta dei
cardi per la tavola di Natale accompagna le nuove ti-
mide semine. Perché, anche se il freddo non smette
L’AGENDA DELLE BUONE
PRATICHE CON LA LUNA
Nell’orto, nel giardino, sul balcone
Quando l’inverno entra nell’orto accompagnato
dalle verdure da taglio e dai cavoli pronti per la ta-
vola, il momento è ideale per prendersi cura dell’at-
trezzatura e per programmare le nuove semine.
Quanto alle raccolte, tuttora generose di cavoli,
porri, valerianella, verze, si fanno in Luna crescente
per il consumo fresco, in calante per la conservazio-
ne. Sempre in crescente seminare in semenzaio ca-
volfiori, cavolo broccolo, rucola. In giardino semina-
re in semenzaio azalee, begonie, primule, tuberose
e bulbi a fioritura primaverile. E poi piselli odorosi,
viole, violacciocche, zinnie. Mettere a dimora e/o
trapiantare alberi, arbusti e rampicanti a foglia ca-
duca e rosai a radice nuda. Piantare anche i bulbi dei
gladioli. In Luna calante mettere a dimora in piena
terra o in vasi capienti sul balcone i bulbilli di aglio e
di cipolla invernale e seminare in semenzaio lattu-
ga, radicchio estivo, ravanello, sedano, valerianella.
In giardino lavorare superficialmente il terreno ag-
giungendo concimi organici. Eliminare i rami morti,
spezzati e inclinati di alberi e arbusti spoglianti.
Nel cestino dell’inverno
Ortaggi: Aglio, cardi, carote, catalogna, cavolfiori, ca-
volini di Bruxelles, cavolo broccolo, cavolo cappuccio,
cavolo verza, cicorie, cime di rapa, cipolle, finocchi, in-
divie, lattughe, porri, radicchi rossi, rape, sedano, spi-
naci, valerianella.
Frutta: Arance tarocco, cachi, cedri, limoni, pompelmi,
mandarini, clementine, mele Golden e Deliziose, kiwi,
pompelmi.
Aromi: Rosmarino e salvia.
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di punzecchiare, si comincia a gettare il cuore oltre
l’ostacolo, a pensare a più serene giornate, a rimet-
tere in sesto gli strumenti, a definire spazi e colture.
Nuove energie fanno fiorire il calicanto e maturare
le bacche del biancospino, mentre nuovi progetti
sono i semi da gettare sulla terra ancora fredda. E si
spalanca la porta alle feste, giunte a scaldare il pe-
riodo più atteso dell’anno.
TRA IL DIRE E IL FARE
Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia!
Nel tempo del solstizio d’inverno si vivranno la notte
più lunga e il giorno più breve dell’anno. E santa Lucia?
Cosa ne è del suo proverbio? L’antico adagio, non più
esatto, è però ancora molto diffuso. Quello di santa
Lucia era infatti un tempo davvero il giorno più breve
dell’anno, perché coincidente con il solstizio che prima
della riforma del calendario voluta da Papa Gregorio
XIII, avvenuta nel 1582, era fissato proprio al 13 dicem-
bre. Poi passò al 21. Ma le tradizioni sono dure a morire,
e ancora oggi ci troviamo a ripetere un proverbio che
ci porta indietro di cinquecento anni.
Il fiore: calicanto, profumo d’inverno
Tanto rustico quanto bello in inverno, il calicanto,
Chimonanthus praecox, è tra i più coraggiosi fiori del
giardino. Il freddo infatti punge quando fa sbocciare
sul nudo ramo fiori che sembrano di cera, e così pro-
fumati da portare un annuncio di primavera. In giardi-
no si coltiva anche a mezz’ombra, contornato da altre
piante, come le bulbose, che fioriscono più tardi. Sul
terrazzo ha bisogno di un vaso grande con terriccio
medio: collocato accanto a una finestra ci inonderà
con il suo profumo, mentre qualche rametto fiorito in
casa rallegrerà l’atmosfera.
Ù LIBRO CONSIGLIATO
SOSTENIBILI SI DIVENTA
Una casa per le coccinelle
Se nulla sembra muoversi nel giardino e nell’orto, in realtà la
vita non si è fermata. Nei piccoli tronchi abbandonati e sotto i
mucchi di foglie secche, stanno svernando vari insetti, tra cui
le coccinelle. Sono lì, in attesa, poi, quando arriverà il caldo,
torneranno al loro lavoro di lotta biologica. Ma ora è nostro il
compito di pensare a loro mettendo a disposizione dei ripari,
ad esempio piccole cataste di legna o qualche tronchetto cavo
in un punto del giardino al riparo dalle intemperie. Oppure si
potrà costruire un vero e proprio hotel per le coccinelle ma
anche per tutti gli altri insetti utili, realizzando una casetta
in legno aperta su due lati all’interno della quale inserire, in
scomparti diversi, piccoli rami, cortecce, tronchi, foglie.
Proteggere i vasi di coccio
Contro le gelate invernali le piante sono state messe al riparo.
Bene, ma cosa accade ai vasi di coccio rimasti fuori? Se pos-
sibile sarà bene dedicare attenzioni anche a loro, spostandoli
a sud, addossati al muro meglio esposto. Se non fosse possi-
bile, l’operazione da compiere sarà allora quella di isolarli dal
gelo del pavimento con un materiale leggero, ad esempio il
polistirolo, per poi coprire con tessuto-non tessuto pianta e
vaso. Importante pure mantenere asciutta la terra e toglie-
re la neve se abbonda. Senza poi dimenticare di vuotare le
terrecotte dall’acqua quando la temperatura scende sotto i
3 °C, e di accertarsi che la pioggia non le riempia nuovamente.
NELLA DISPENSA
Confettura di corbezzoli
Il corbezzolo mette a disposizione le sue gusto-
se drupe per la preparazione di una confettu-
ra. Si inizia lavando i corbezzoli da mettere poi
in pentola coperti di acqua fredda. Si fa bollire
a fuoco medio per 15/20 minuti, fino a far as-
sorbire quasi tutta l’acqua. Con un colino poi si
passa la polpa schiacciandola con un cucchiaio.
Si pesa il passato e si mette in pentola con lo
zucchero di canna - meno di 1/3 del peso della
polpa - e il succo di 1/2 limone da far bollire a
fuoco vivace per una decina di minuti. Ottima
con formaggi stagionati.
Autori Vari
Almanacco Barbanera 2022
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Editoriale Campi, 2021
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ORTO VERTICALE
SUL BALCONE
Come sfruttare al meglio poco spazio e coltivare
in abbondanza ortaggi e fiori
MATTEO CEREDA | AUTORE, ESPERTO DI ORTICOLTURA ED ECOLOGIA
C
oltivando sul balcone in genere si dispone di
una superficie limitata: in pochi metri qua-
drati siamo costretti a concentrare tutte le
nostre coltivazioni e magari tra gli ortaggi
vorremmo lasciare posto a qualche fiore. In questa
situazione è importante sfruttare al meglio ogni
centimetro: uno spunto prezioso è l’idea di fare un
orto verticale. Possiamo realizzarlo in vari modi:
● coltivando piante rampicanti,
● con scaffalature o mensole,
● con strutture a scala,
● creando orti verticali modulari,
● con vasi appesi.
Dobbiamo fare attenzione che nel nostro orto
verticale non manchino gli elementi fondamen-
tali per il benessere delle piante: luce, acqua e un
sufficiente volume di terra dove radicare.
22
Anche senza acquistare nulla, l’orto
verticale può essere realizzato
in autoproduzione, anche con
materiali di riciclo. Alcuni esempi:
partire da bottiglie di plastica
appese una sopra all’altra,
utilizzare tubi idraulici forati fissati
a parete, sfruttare dei bancali
LUCE, ACQUA E TERRICCIO
Qualsiasi sia la struttura verticale da realizzare nel
progettare, bisogna tenere conto di tre cose.
1. Luce. Non sempre la parete di un balco-
ne è bene illuminata. L’eventuale balco-
ne del piano superiore potrebbe portare
ombra. Per questo facciamo attenzione
a decidere dove arrivare in altezza, in
modo da sfruttare le parti adeguata-
mente soleggiate.
2. Acqua. Progettando l’orto verticale bi-
sogna tenere conto che ogni vaso sia
comodamente irrigabile. Dove non arri-
va l’innaffiatoio può servire un sistema a
goccia. Teniamo conto anche dell’even-
tuale sgocciolamento dall’alto al basso, da
un lato riduce lo spreco d’acqua, dall’altro
può diventare vettore di patologie.
3. Volume di terra. Il ridotto volume che
possono avere i vasi appesi è un limite. Ci
sono piante che si adattano a vasi piccoli
(ad esempio insalate e fragole), inoltre
con poca terra diventa necessario irriga-
re e concimare più spesso.
ORTAGGI RAMPICANTI
L’idea di utilizzare lo spazio verticalmente non
è un’invenzione di noi coltivatori, da sempre ci
sono piante capaci di arrampicarsi e sfruttare così
spazio in altezza. Per questo prima di realizzare
strutture complesse valutiamo di piantare specie
rampicanti. Tra queste ci sono molti ortaggi, ad
esempio i cetrioli, alcune varietà di zucca e di zuc-
china, varie piante leguminose (fagioli, fagiolini,
fave, piselli) e anche alcune varietà di pomodoro,
ci sono poi piante da frutto, come passiflora, acti-
nidia (pianta del kiwi), more, lamponi e vite.
Per tenere le piante rampicanti dobbiamo pre-
disporre un sostegno, ad esempio una rete o un
graticcio da fissare al muro della casa. L’accortez-
za è quella di considerare il peso che raggiungerà
la pianta carica di frutti; bisogna quindi avere una
struttura sufficientemente robusta.
Avendo una parte aerea che si sviluppa in altezza,
il vaso per i rampicanti deve essere di dimensione
medio grande, in particolare per piante perenni
come vite e actinidia.
SCAFFALATURE
E STRUTTURE A SCALA
Un sistema semplice per sovrapporre i vasi è quel-
lo della scaffalatura. Il vantaggio è di avere una
struttura autoportante, che non richiede il fissag-
gio a muro.
Bisogna stare attenti però che i vani dello scaffa-
le non mettano troppo in ombra le piante; inoltre
saranno un vincolo in altezza. Per questo meglio
scegliere piante dalla crescita limitata come rapa-
nelli, erba cipollina, rucola, prezzemolo, fragole,
lattuga, cicorie. Una struttura a scala su cui ap-
poggiare i vasi è invece un supporto più ingom-
orto, giardino e fattoria
L’idea di utilizzare lo spazio
verticalmente non è un’invenzione
di noi coltivatori, da sempre ci
sono piante capaci di arrampicarsi
e sfruttare così spazio in altezza.
Per questo prima di realizzare
strutture complesse valutiamo di
piantare specie rampicanti
brante, ma che garantisce a ogni vaso la miglior
illuminazione. Può ospitare anche ortaggi di mag-
gior dimensione, come cavoli, finocchi, porri, pe-
peroncini piccanti di varietà nane, e sull’ultima fila
orticole ancora più alte come pomodori, legumi,
melanzane.
ORTI VERTICALI MODULARI E FAI DA TE
In commercio si trovano vari contenitori per l’or-
to verticale pronti per l’uso. Sono strutture da
appendere a muro, sistemi impilabili, spesso mo-
dulari che creano una parete coltivabile. Possono
essere interessanti per il fatto di avere un unico
contenitore di terriccio con molteplici aperture,
quindi le piante condividono la terra ma ciascuna
trova un suo spazio.
Anche senza acquistare nulla l’orto verticale può
essere realizzato in autoproduzione, anche con
materiali di riciclo. Alcuni esempi: partire da bot-
tiglie di plastica appese una sopra all’altra, utiliz-
zare tubi idraulici forati fissati a parete, sfruttare
dei bancali.
APPROFONDISCI
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partendo da zero
https://www.ortodacoltivare.it/
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Matteo Cereda
Mettete orti sui
vostri balconi
Il manuale completo
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vaso
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L’ORTO
IN CITTÀ
CHE FA
PER TE
Dalla tipologia alla coltivazione, ai trattamenti dai fa te e bio:
tutti i consigli pratici per autoprodurre vegetali e frutta
LUCIA CUFFARO | SOCIOLOGA, NATUROPATA, AUTRICE, ESPERTA DI AUTOPRODUZIONE,
CURA CON PASSIONE IL BLOG AUTOPRODUCIAMO.IT
L’
emozione di raccogliere verdure cresciute
nel proprio orticello: a volte per essere fe-
lici basta poco.
Negli ultimi 10 anni, in tutta Italia, c’è sta-
to il boom di orti anche nelle città, dato che col-
tivare è un toccasana per lo spirito e per il corpo:
dalla regolarizzazione della pressione sanguigna
a un beneficio per la propriocettività, dalla dimi-
nuzione dello stress al miglioramento del sistema
immunitario. Da dove partire? Dallo spazio ade-
guato ovviamente. Le opzioni sono tante, basta
capire qual’è la più adatta.
24
CHE TIPO DI ORTO?
Si può coltivare nel proprio giardino, cercando di
rendere la terra più morbida possibile e fertile con
compost e humus di lombrico. Oppure affittare un
appezzamento di terreno, che abbia disponibilità
di acqua per innaffiare.
Per un’autosufficienza alimentare, l’ideale è ge-
stire uno spazio di 40 mq per una produzione che
può bastare a una persona, 70 mq per due persone
e 120 mq per quattro persone. Nel caso di un orto
bio-intensivo, va bene un’ampiezza di 50 mq ogni
due persone.
Non serve tanto,
bastano solo un po’ di curiosità
e cura, per avere anche in città
un lussureggiante orto a
centimetro zero
Come richiedere un orto urbano? La maggior par-
te dei Comuni italiani permette la gestione ad
associazioni e realtà territoriali spazi verdi per la
realizzazione di orti urbani (per privati cittadini) o
sociali (destinati al coinvolgimento di categorie
più fragili).
Basta informarsi e mettersi in lista per un’asse-
gnazione, che in genere arriva in pochi mesi. Giu-
sto il tempo di studiare e progettare il proprio
campo.
Per chi non avesse possibilità di gestire un orto in
campo, si può anche coltivare in vaso e in balco-
ne. Bastano dei contenitori capienti con diametro
di 24 cm, se tondi, e di lunghezza 60 cm, se rettan-
golari. Dovranno essere riempiti con uno strato di
circa 3-5 cm di argilla espansa per drenare al me-
glio e poi con del terriccio universale per giardino
od orto.
COLTIVARE OTTIMIZZANDO
In inverno si raccolgono cavoli, cicorie, finocchi,
porri, insalate, broccoli, bieta, aromatiche e si pre-
para l’orto per la stagione successiva. Tra febbra-
orto, giardino e fattoria
INFUSO DI AGLIO
ANTIPARASSITARIO NATURALE
Occorrente: • contenitore
• 6 spicchi d'aglio • colino
• 1 l di acqua calda • flacone spray
In cucina l’aglio ha tante qualità virtuose (bat-
tericida, vermicida, regolatore di pressione
ecc.). Ma non solo! Può anche essere utilizza-
to come antiparassitario naturale, dato che
contiene l’allicina, la sostanza antibiotica che
disturba e allontana gli insetti dannosi per
l’orto.
Per realizzare l’infuso d’aglio, si schiacciano 6
spicchi d’aglio, da trasferire in 1 l d’acqua cal-
da. Si lascia in infusione per 5 ore, dopo di che si
filtra e si travasa in un flacone dosatore spray.
Si spruzza direttamente sulle piante dell’orto
in caso di attacco di parassiti. È un preparato
facile da fare, ma molto efficace, in particolare
sull’afide nero e il ragnetto rosso.
io e marzo in pieno campo si possono trapiantare
spinaci, piselli, bietole, aglio, scalogno, lattuga, ci-
corie da taglio, barbabietole, cipolle, prezzemolo,
rape, ravanelli e rucola.
In aprile si può procedere anche con melanzane,
peperoni, zucche, finocchi, basilico, angurie, me-
loni, rucola, sedani, zucchine, cardi, piselli, pomo-
dori, peperoncini, prezzemolo, fagioli, fagiolini e
patata. Ovviamente le condizioni meteo, l’altitu-
dine e l’esposizione, variano alcune tempistiche.
25

MACERATO DI ORTICA: FERTILIZZANTE, PRONTO SOCCORSO PIANTE
AVVIZZITE E ANTIPARASSITARIO
Occorrente: • forbici
• 100 g di ortiche • colino
• 1 l di acqua • retina
• barattolo di vetro • flacone spray
Una ricetta antica e a costo zero è quella del fa-
moso macerato d’ortica, una pianta che contiene
azoto, magnesio e ferro, sostanze utili a concima-
re e altre urticanti con funzione repellente.
Dopo aver colto 100 g di foglie e fusti di ortica
(meglio se prima della fioritura in primavera) con
guanti e forbici, si dispone il raccolto in uno o più
barattoli di vetro.
Vi si versa sopra 1 l di acqua a temperatura am-
biente, mescolando con un cucchiaio di legno da
cucina, in modo tale che le ortiche si impregnino
d’acqua. Devono essere completamente ricoper-
te dal liquido. Il macerato ha due tempi diversi di
macerazione, in base all’utilizzo.
Va lasciato riposare per 24-48 ore, per un uso re-
pellente, invece per 2 settimane, per fertilizzare.
In entrambi i casi si posiziona in un luogo tiepido,
all’aperto e alla luce. Non bisogna chiudere erme-
ticamente il recipiente, in modo da permettere il
ricambio d’aria: basta coprire il macerato con una
Per chi è alle prime armi, conviene quindi far-
si consigliare nei vivai o nelle aziende agricole
per acquistare le giuste piantine da trapianto (no
ogm e senza sostanze di sintesi dannose) al costo
di 0,15/0,25 € l’una.
COME TRAPIANTARE
LE ORTICOLE
Nell’estrarre le orticole, occorre fare la massi-
ma attenzione per non danneggiare le delica-
te radici. Meglio spingere con un bastoncino i
contenitori alveolari, premendo leggermente
il fondo per distaccare il pane di terra e tirarlo
fuori unitamente alla piantina.
Un trucco per evitare lo shock del trapianto è
poi quello del “bagnetto”.
Si trasferiscono le piantine per almeno alcuni
minuti in una ciotola con acqua per farle idra-
tare e per ammorbidire la terra; poi si procede
col trapianto.
26
retina, un tessuto leggero o una garza, mescolan-
do una volta al giorno. Trascorso il tempo, si filtra
e si travasa in una bottiglia di vetro.
La macerazione breve (24-48 ore) è efficace per
difendere le piante e i fiori dall’attacco dei pa-
rassiti come afidi, cocciniglia, tignola, ragnetto
rosso ecc. Si spruzza direttamente con un flacone
dosatore sulla parte aerea delle piante ogni 4-5
giorni, finché il problema non sia risolto.
Nel caso della macerazione lunga (2 settimane)
si procede diluendo 100 ml di preparato in 1 l di
acqua (soluzione 1:10). È importante fare questa
diluizione per non bruciare le piante con troppi
nutrienti e azoto.
È un ottimo concime fogliare, in grado di aumen-
tare le difese naturali.
Non deve essere usato su crucifere e cavoli per-
ché attira una vorace farfalla, la cavolaia. Volen-
do si può usare, sempre in questa diluizione, per
recuperare le piante avvizzite o deboli tramite il
bagno delle radici, effettuato immergendo il vaso
nella soluzione per alcune ore. Utile anche per ba-
gnare le radici delle piantine prima del trapianto.
In sintesi, con un solo preparato, si avranno tre
importanti utilizzi: repellente, fertilizzante e
pronto soccorso per piante avvizzite.
CONSOCIAZIONE E PACCIAMATURA
Si può piantare in fila per categoria di ortaggi, se-
guendo le distanze consigliate.
Oppure, per rendere l’orto più efficiente e sano, si
può sperimentare la tecnica della consociazione e
del biointensivo, che si fonda su particolari accop-
piamenti tra gli ortaggi per migliorare la crescita
e il terreno.
Si sfruttano infatti vari elementi per consociare le
orticole seguendo queste alternanze: crescita ad
altezze diverse, cicli temporali non simili, altezze
SCUOLA DELL’AUTOPRODUZIONE
ON LINE
Lucia insegna nella Scuola dell’Autoproduzione
on line che ha fondato sul portale EcoSapere.it.
Un percorso facilitato per imparare ad auto-
produrre alimenti e bevande, sperimentare
l’orto in casa, ricette veg, cosmesi e detersivi
naturali.
orto, giardino e fattoria
L’emozione di raccogliere verdure
cresciute nel proprio orticello:
a volte per essere felici basta poco
intervallate tra parte aerea e sottoterra, piante
amiche per il rilascio dei nutrienti, ortaggi che si
aiutano per repellere i parassiti.
Il terreno andrebbe bagnato solo quando ne ha
necessità e sempre con delicatezza, avendo ben
cura di non far cadere l’acqua con forza e di non
bagnare le foglie.
Una tecnica per ridurre l’acqua è quella della pac-
ciamatura. Basta adagiare attorno alle orticole
fieno, paglia, erbe e foglie secche.
Questo gesto impedisce la crescita di erbacce,
evita le screpolature del terreno, riduce l’evapo-
razione, protegge le radici in superficie dal freddo
o dal caldo, e infine arricchisce il terreno perché
rilascia lentamente i nutrienti delle erbe secche.
Un altro trucco per avere ortaggi rigogliosi è quel-
lo di piantare vicino dei fiori, che da un lato attrag-
gono le coccinelle, ghiotte di afidi e altri parassiti
infestanti, e dall’altro attirano le api e i bombi per
l’impollinazione.
PREPARATI PER LA DIFESA BIOLOGICA
DAI PARASSITI
Una delle problematiche che di certo ci si troverà
ad affrontare è quella dei parassiti, sintomo co-
munque di una buona biodiversità. Se gli ortaggi
ne sono invasi, si può far riferimento a una serie di
rimedi naturali. Preparati che vengono tramanda-
ti da generazioni, per repellere in modo naturale
senza però avere effetti collaterali per l’ambiente
e la salute umana.
Ù LIBRI CONSIGLIATI
Lucia Cuffaro
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Tutto ciò che devi sapere
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Macro Edizioni, 2021
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Smetto di comprare tutto
ciò che so fare: cosmetici,
cucina, saponi, pulizie
ecologiche
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27

IL MEGLIO DEI
FIOCCHI D’AVENA
Ricca di fibre, carboidrati, minerali e vitamine, l’avena aiuta
a dimagrire, fa bene al cuore, previene il diabete
MARILÙ MENGONI | DOTTORESSA IN BIOLOGIA E PSICOLOGIA
Q
uando utilizziamo i fiocchi dei cereali o
le farine, bisogna puntare alla qualità
ed è molto utile sapere quando il seme
è stato trasformato. Infatti, già dopo
otto giorni dalla lavorazione del chicco, la farina
o i fiocchi invecchiano e perdono molti nutrien-
ti, fino ad essere nel tempo considerate “calorie
vuote”. Fanno ingrassare sì, ma non nutrono, e il
paradosso del mondo occidentale è proprio il fat-
to che ci sono molti obesi con patologie da denu-
trizione. C’è però un escamotage per preparare i
fiocchi mantenendo inalterate le loro proprietà
nutrizionali: basta avere una pratica fioccatrice,
un attrezzo domestico di piccole dimensioni, che
schiaccia il chicco, rendendolo pronto per la no-
stra tavola. Così otteniamo un prodotto “vivo” e
possiamo usufruire dei suoi grandi benefici.
5 STRAORDINARI BENEFICI PER LA
TUA SALUTE
I fiocchi d’avena racchiudono tante proprietà con-
fermate dalla scienza. Vediamo cinque motivi per
introdurli nella nostra dieta.
1. Aiutano a dimagrire. Questo formidabile effet-
to è dovuto a un particolare tipo di fibre solubi-
li: i beta-glucani che rallentano la digestione e la
velocità di assorbimento dei nutrienti, facendo-
28
ci sentire sazi più a lungo. Parallelamente, i be-
ta-glucani vengono fermentati dai batteri intesti-
nali e trasformati in acidi grassi a catena corta, che
riescono a regolare gli ormoni della sazietà*.
2. Fanno bene al cuore. I beta-glucani hanno an-
che un altro effetto: aiutano a diminuire il rischio
cardiovascolare, abbassando i livelli di colesterolo
totale e LDL, senza intaccare quello buono (HDL).
FIOCCHI NUTRIENTI
FATTI IN CASA CON
LA FIOCCATRICE
La fioccatrice permette di mantenere inalte-
rate le proprietà del chicco e può essere usata
per fioccare tutti i cereali: dall’avena, al farro,
all’orzo, ma anche gli pseudocereali come il
grano saraceno. Si possono così creare, ag-
giungendo uvetta e frutta secca, dei muesli
completi di vitamine e minerali (cosa che non
accade per quelli industriali) e utilizzarli per co-
lazioni energetiche. Con i fiocchi “vivi” è possi-
bile preparare inoltre: pane, barrette di cereali,
ma anche pranzi e cene completi e veloci da
preparare.
Cerca “fioccatrice” su Macrolibrarsi.it!
PORRIDGE D’AVENA ALLA ZUCCA E CANNELLA
• Ingredienti (per 1 persona)
• 250 g di zucca
• 200 ml di acqua
• 40 g di fiocchi d’avena
• 10 mandorle
• ½ cucchiaino di cannella
• 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva spremuto a
freddo
• 1 fettina di zenzero fresco
• sale marino integrale q.b.
A queste molecole si aggiungono gli avenantra-
midi, una varietà di antiossidanti che si trovano
esclusivamente nell’avena e che esplicano un’at-
tività antinfiammatoria: una protezione aggiunti-
va contro la malattia coronarica.
3. Aiutano a prevenire il diabete. Grazie al conte-
nuto di fibre e al basso indice glicemico, l’avena è
raccomandata per i diabetici, perché ha un impat-
to minore sui livelli di zucchero nel sangue rispet-
to ad altri cereali. Naturalmente è utile anche per
prevenire questa malattia. Per potenziare ancora
di più questo effetto, è bene aggiungere ai fiocchi
d’avena una fonte di grassi sani come noci, man-
dorle, semi di chia, o semi di canapa, che conten-
gono anche delle proteine.
4. Migliorano il sonno. Sono una fonte di mela-
tonina e carboidrati complessi che possono con-
tribuire a massimizzare i livelli di triptofano nel
cervello e aiutare a dormire. Inoltre, contengono
vitamina B6 e magnesio, entrambi importanti per il
rilassamento e per la qualità del sonno.
5. Potenziano il sistema immunitario. Grazie alla
presenza di zinco, selenio e beta-glucani, l’avena è
un vero alleato del sistema immunitario. Aggiun-
gerla tutti i giorni all’interno di una dieta equili-
brata, aiuta a migliorare le difese e a combattere
le infezioni.
cucina naturale
Lavare la zucca, tagliarla a fettine lasciando la buc-
cia e togliere i semi. Adagiare le fette su una teglia
rivestita con carta da forno ecologica e cuocere in
forno ventilato a 180 °C per circa 20 minuti. A cot-
tura ultimata toglierla dal forno e frullarla per ot-
tenere una purea. Macinare grossolanamente le
mandorle con un macinino da caffè. Mettere i fioc-
chi d’avena nell’acqua e farli cuocere per 5-6 minuti,
girando con un cucchiaio. Una volta cotti (si sarà for-
mata una sorta di crema) unirli alla purea di zucca,
con la cannella, le mandorle macinate, il sale e l’olio.
Girare bene e impiattare terminando con lo zenzero
grattugiato.
IDEE PRATICHE PER UTILIZZARE I
FIOCCHI D’AVENA
È possibile consumare i fiocchi d’avena anche tut-
ti i giorni, nella dose di quattro o cinque cucchiai
(40-50 g). Se usati al mattino a colazione, il senso
di sazietà continuerà fino a pranzo.
Questi fiocchi versatili possono essere inseriti
in molteplici preparazioni, dalle dolci alle salate.
Molto buono il porridge, che si può gustare anche
per cena per prepararci ad un buon sonno.
Ecco una deliziosa ricetta (vedi sopra).
NOTE
*Rebello CJ, O’Neil CE, Greenway FL. Dietary fiber and
satiety: the effects of oats on satiety. Nutrition reviews.
2015 Dec 31;74(2):131-47.
Ù LIBRO CONSIGLIATO
Marilù Mengoni
50 Sfumature
di Budwig
I colori della salute
secondo il Metodo
Kousmine
Tecniche Nuove
Edizioni, 2018
29
 cucina naturale

FAGIOLI AZUKI DOLCETTI DI AZUKI AL CAFFÈ YANNOH

Per circa 15-20 palline:
• 100 g di Azuki secchi
Ottimo aiuto per chi soffre di stitichezza, danno senso di sazietà • 1 pezzetto di alga kombu
e controllano il colesterolo • 200 g circa di malto di riso
• 100-130 g di mandorle
DEALMA FRANCESCHETTI | FOOD BLOGGER, CUOCA E TERAPISTA MACROBIOTICA • 2 cucchiai di caffè yannoh solubile (o caffè di ce-
reali)
• Cacao q.b. (oppure farina di carrube)
Metti in ammollo gli Azuki una notte e cuocili con
l’alga kombu con 3-4 volte il volume d’acqua per 40-
45 minuti. Scola bene e frullali con il malto.
La quantità di malto è molto personale. Se sei già
abituato ai dolci naturali ne servirà meno probabil-
mente.
Consiglio di iniziare ad aggiungerne un po’, assaggia-
re e aggiungere man mano se necessario.
Trasferisci in padella e cuoci a fuoco piuttosto alto
mescolando continuamente, per 10-15 minuti circa,
per rendere il composto meno liquido.
Aggiungi il caffè solubile e mescola bene. Riduci
le mandorle in farina e comincia ad aggiungerle al
composto mescolando, fino ad ottenere una consi-
stenza abbastanza soda, che ti permetta di formare
delle palline con le mani.
Anche se il composto è leggermente appiccicoso,
non preoccuparti perché facendo le palline si com-
patta bene.
Rotola le palline nel cacao e passale di nuovo tra le
mani. Se preparate qualche ora prima risultano più
compatte. Al posto del cacao puoi usare la farina di
carrube.

possono persino usare per i dolci! Come per tutti Ù LIBRO CONSIGLIATO
i legumi, non dobbiamo esagerare con le quantità.
La macrobiotica consiglia 4-5 cucchiai di legume
Dealma Franceschetti
cotto, ma chi non è abituato a mangiare i legumi
tutti i giorni, dovrà iniziare gradualmente, con L’Apprendista
Macrobiotico
quantità inferiori e non tutti i giorni magari. È fon-
Ricette illustrate e
damentale una lunga masticazione. consigli per scoprire la

G
li Azuki (Vigna Angularis), sono piccoli
fagioli originari dell’Asia di colore mar-
roncino-rosso, spesso chiamati errone-
amente “soia rossa”, ma botanicamente
appartengono a un genere diverso. La soia (Glyci-
ne max) appartiene al genere Glycine, mentre il
fagiolo azuki appartiene al genere Vigna.
Chiamati in Giappone “i Re dei fagioli”, hanno un
sapore particolare e delicato, tanto da poter esse-
re usati persino per preparare dei dolci.
CARATTERISTICHE E BENEFICI
Lubrificano l’intestino e rendono le feci soffici,
quindi sono perfetti per chi soffre di stitichezza,
soprattutto con feci secche e dure.
Dal punto di vista energetico rinforzano i reni, gli
organi che ci danno il coraggio di intraprendere
nuove sfide senza paura. Dal punto di vista nutri-
zionale sono ricchi di vitamine, in particolare quel-
le del gruppo B. Contengono molti oligolementi,
tra cui molibdeno, rame, manganese e zinco. Sono
anche ricchi di folati, che aiutano a ridurre i livelli di
omocisteina nel sangue. Come tutti i legumi sono
un’ottima fonte di fibre e di grassi buoni. Aiutano a
controllare il colesterolo e danno senso di sazietà,
quindi aiutano a non mangiare in eccesso.
COME CUOCERLI
Dopo l’ammollo di 6-8 ore, si elimina l’acqua di
ammollo e si cuociono con acqua e un pezzo di
alga kombu (per chi lo desidera). Si possono cuo-
cere in pentola a pressione o normale.
Con la pentola a pressione ci vogliono all’incirca
30-40 minuti, mentre con la pentola normale, cir-
ca un’ora.
A volte capita che restino sempre duri, anche con
una lunga cottura in pentola a pressione.
Questo accade di solito se gli Azuki sono “vecchi” e
quindi sono diventanti molto duri, oppure in base
al tipo di terreno dove vengono coltivati. In questi
casi si può provare a cambiare marca.
È utile anche scegliere gli Azuki dal seme piccolo.
Come tutti i legumi, una volta cotti si possono
conservare in frigorifero per 3 giorni circa.
COME USARLI
Una volta cotti si possono usare come qualsiasi
altro fagiolo. Si possono aggiungere a un piatto di
cereali in chicco con verdure, a una pasta con ver-
dure, a un minestrone.
Si possono condire a parte a piacere. Si posso-
no anche trasformare, ad esempio per preparare
burger, sformati, patè, creme (tipo hummus). Si
cucina Macrobiotica
Vegana. Prefazione di
PATÈ DI AZUKI Roberto Marrocchesi
Macro Edizioni, 2021
• 250 g di Azuki cotti
• 3 cucchiaini di shiro miso (oppure di miso di riso)
• 1 cucchiaino scarso di rosmarino tritato
• 2-3 cucchiaini di capperi
• 2 cucchiai di olio e.v.o.
• 1 pizzico di cumino
• acqua q.b.
Frulla gli Azuki cotti con il rosmarino, il miso, i
capperi dissalati, l’olio, il cumino e poca acqua.
Aggiungi acqua per ottenere la consistenza pre-
ferita, ma per la versione “patè” ne serve davvero
poca.
Puoi servire il patè nella forma che preferisci,
puoi fare delle quenelle con i cucchiai, usare una
sacca da pasticcere oppure come ho fatto io, fare
una “mattonella” con un coppapasta (da far ripo-
sare in frigo un’oretta). Scatena la fantasia!
Puoi decorare con prezzemolo tritato.
Puoi abbinare questo patè a verdure cotte e cru-
de o spalmarlo su pane integrale lievitato con
pasta madre oppure su piadine o su gallette. Puoi
anche usarlo per farcire un panino!

30 31

SVEZZAMENTO
PER TUTTA LA
FAMIGLIA
È facile se si inizia nel momento
giusto e si seguono i consigli
della dietista per famiglie
più preparata del web
INTERVISTA A VERDIANA RAMINA, DIETISTA
A CURA DELLA REDAZIONE
V
erdiana Ramina è la dietista che ha già
aiutato migliaia di genitori nella delicata
fase dello svezzamento e non solo. Sui
suoi canali social e attraverso corsi e libri,
Ramina divulga con grande professionalità ed em-
patia i principi base per uno svezzamento sicuro e
felice. Il suo obiettivo?
Evitare che a tavola si combattano guerre all’ul-
timo boccone e che bambini e genitori possano
appassionarsi insieme al cibo vero e non alle fa-
cili, ma spesso poco sane, scorciatoie proposte
dall’industria alimentare: dal baby food alle me-
rendine.
Ciao Verdiana, il titolo del tuo ultimo libro è
Svezzamento per tutta la famiglia. Cosa si-
gnifica?
Abbiamo scelto questo titolo perché volevo dare
un chiaro messaggio ai genitori che iniziano lo
svezzamento con i propri bambini. Nel nostro
immaginario collettivo, dovuto soprattutto alla
pubblicità, c’è la mamma solitamente alle prese
con le pappine.
In questa fase delicata siamo spesso convinti che
il bambino debba rimanere in una cupola di cristal-
lo il più a lungo possibile, mangiando delle cose
preparate solo per lui.
Oggi le più recenti evidenze scientifiche ci indi-
cano con chiarezza che lo svezzamento è un mo-
mento in cui il bambino e i suoi genitori possono
andare incontro al cibo con entusiasmo, voglia di
scoprire e di sperimentare, partendo da una base
di poche ma solide conoscenze a cui i genitori pos-
sono affidarsi con sicurezza.
32
Quali sono le queste conoscenze?
Una è sicuramente quella di attendere il momen-
to giusto per iniziare lo svezzamento, perché il
timing temporale di quando si inizia è la chiave
di lettura di tutto. Anche in questo caso, la pub-
blicità, il marketing, le aziende (quelle del famoso
baby food) hanno spinto tantissimo in questi anni
per iniziare lo svezzamento prima del tempo, in-
dicativamente prima dei 6 mesi, ma non necessa-
riamente teniamo questo dato come un numero
scolpito nella pietra, perché ci sono bambini che
sono sicuramente pronti prima dei sei mesi e altri,
invece, che hanno bisogno di po’ più di tempo. Ciò
che è certo è che un bambino di 4-5 mesi non è si-
curamente pronto ad approcciarsi al cibo solido o
semi-solido. In questo caso, è ovvio, siamo legati a
quel tipo di svezzamento con il famoso baby food.
Il libro Svezzamento per tutta la famiglia dà in-
vece la possibilità a tutti i genitori di essere con-
sapevoli di quali siano i parametri per iniziare, in
maniera efficace e corretta, uno svezzamento.
Nel momento in cui il genitore è in grado da solo
di capire quale sia il momento di iniziare, non è
necessario che il bambino assuma degli alimenti
totalmente diversi, è necessario, invece che l’ali-
mentazione dei genitori si avvicini un pochino di
più a quella del bambino.
Ci fai un esempio?
Se abbiamo dei genitori che aprono una busta e
per cena prepararno un po’ di prosciutto con l’in-
salata, è chiaro che questa non può essere un’a-
limentazione applicabile anche al bambino. È
importante capire che la tavola, fin dallo svezza-
mento, è un momento di condivisione. Un bambi-
no di 6 mesi, che non ha mai visto i genitori a tavo-
la nel momento del pranzo o della cena, non è in
grado di iniziare uno svezzamento solo perché la
mamma o il papà lo mettono nel seggiolone.
Il momento della condivisione dei pasti inizia con
il bambino che viene portato a tavola e che vede
i genitori mangiare. I genitori, in quel contesto,
hanno la necessità di avere poche e chiare infor-
mazioni, che nel libro ci sono: i parametri per cui
iniziare, i tagli sicuri, le consistenze.
Perché la consistenza degli alimenti è im-
portante?
Non si inizia dando un fusillo intero in mano a
un bambino che fino a ieri ha bevuto il latte, ma
inizieremo con un qualcosa che abbia una consi-
stenza a lui consona, quindi sicuramente prima
cremosa, poi passeremo a una consistenza quale
quella di una pastina. Questo, però, non significa
continuare con la famosa “consistenza a crema”
per 5-6 mesi, fino all’anno di vita, perché, anche
cucina naturale
È importante capire che la tavola,
fin dallo svezzamento, è un
momento di condivisione
se i bambini non hanno i denti, sono in grado tran-
quillamente di masticare con le gengive. In que-
sto libro si spiega chiaramente come trasformare
le ricette della famiglia in preparazioni adatte al
bambino, fin da subito.
Uno dei dubbi dei genitori è quello tra svez-
zamento tradizionale e auto-svezzamento.
La tua proposta verso quale delle due mo-
dalità si avvicina maggiormente?
In realtà, anche in questo caso, ho subito messo le
mani avanti, cioè non parteggio per nessuna delle
due categorie, perché entrambe fanno parte di un
processo di apprendimento delle famose consi-
stenze da parte del bambino.
La cosa importante è non sostituirsi alla volontà
del bambino. Quando il bambino ha circa 8-9 mesi
inizia ad afferrare il cibo e a portarlo alla bocca.
È a quel punto che il genitore non deve sostitu-
irsi al bambino, fermarlo e non fargli assaporare
quel momento fondamentale di scoperta del cibo:
bloccherebbe un processo di crescita importan-
tissimo in questa fase. È importante però – e nel li-
bro è spiegato – fornire questi cibi tagliati in modo
sicuro, con le consistenze e le forme idonee.
Un altro dei fondamenti dello svezzamento
tradizionale è quello della gradualità nell’in-
serimento dei cibi (i crono-inserimenti) per
scongiurare eventuali reazioni allergiche.
Cosa ci dicono le evidenze su questo punto?
Le evidenze scientifiche ci dicono, anzi, che nel
“periodo finestra”, quello in cui si inizia a far assag-
giare i cibi e fino all’anno di vita, è fondamentale
fare sperimentare il numero maggiore di alimenti al
bambino. Questo non significa sicuramente met-
terli tutti nello stesso piatto, ma non c’è più quella
paura che ci faceva iniziare con l’uovo a otto o nove
mesi. Si può far assaggiare tutto da subito, magari
non tutto insieme. Se non c’è una storia clinica fa-
miliare che possa farci sospettare un’allergia, noi
possiamo, compatibilmente, far assaggiare tutto al
bambino. Inoltre c’è la logica del piccolo assaggio.
Lo svezzamento non dovrebbe partire, infatti, con
quantità industriali. Nel momento in cui il bambino
è interessato al cibo e vuole assaggiarlo – e lo ca-
pisci perché lui stesso guarda cosa stai mangiando
nel tuo piatto – in quel momento tu, come genito-
re, nella punta di un cucchiaino un piccolo pezzetti-
no glielo puoi dare.
33

PIZZOCCHERI CON
CAVOLO ROMANO
Questa ricetta è tratta dal libro Svezzamento per
tutta la famiglia di Verdiana Ramira (Gribaudo).
INGREDIENTI PER 2 ADULTI + 1 BAMBINO
• 190 g di pizzoccheri
• 1 cavolo romano
• 1/2 crescenza
• grana grattugiato
• sale
• pepe
Tagliate il cavolo romano in cimette e cuocete-
le in abbondante acqua bollente assieme ai piz-
zoccheri; scolate e condite con la crescenza. I
genitori possono insaporire ulteriormente con
grana, sale e pepe.
Se il vostro bambino è ancora piccolo potete
semplicemente utilizzare una pastina piccola,
da condire con il cavolo frullato e una piccola
aggiunta di crescenza alla fine.
34
cucina naturale
Ipotizziamo di iniziare lo svezzamento in
inverno. Quali alimenti consigli di portare in
tavola in base alla stagione?
Questa della stagionalità è una cosa importantis-
sima, perché spesso si tende a iniziare in estate e
la prima cosa di cui si parla è la mela che, lo sappia-
mo tutti, a luglio e agosto non è di stagione.
Eppure c’è ancora questa dinamica, per cui i pri-
mi assaggi sono legati a uno schema di verdure e
frutta che non ha niente a che vedere con la sta-
gionalità.
Invece, la stagionalità di frutta e verdura è impor-
tantissima. È chiaro che, se siamo in inverno, la
prima verdura che faremo assaggiare al bambino
non sarà di certo la zucchina.
Visto che siamo in inverno il mio consiglio è quel-
lo di usare la verdura di stagione, ad esempio
potremmo pensare di portare in tavola una buo-
nissima crema con la zucca, un broccolo o un ca-
volfiore.
Questo è ciò che la stagione invernale ci dà. Pe-
raltro, queste verdure hanno un contenuto vita-
minico e di sali minerali maggiore rispetto a una
verdura non di stagione maturata in serra. Invece
noi, in questo momento, abbiamo bisogno di dare
al bambino dei nutrienti veri, dei cibi veri, che sia-
no vivi e che quindi forniscano tutti i nutrienti.
È ovvio che, se siamo in inverno, ci sarà sicura-
mente la mela, ma ci sarà anche la pera e la ba-
nana, che ormai è ubiquitaria e quindi la mettiamo
sempre in mezzo. Ma ci saranno anche l’arancia e
il mandarino, cioè tutti quei frutti che sono tipici
di quella stagione. Peraltro, senza nessun proble-
ma perché – ribadisco – anche in questo caso non
ci sono limiti per quanto riguarda allergie o altro
nell’inserimento della frutta e della verdura di
stagione.
APPROFONDISCI
vedrianaramira.com
nutricam.fit
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Ù LIBRO CONSIGLIATO
Verdiana Ramina
Svezzamento per
tutta la Famiglia
Informazioni, trucchi e
ricette per stare tutti
insieme a tavola
Gribaudo Edizioni
2021
35

L’ARTIGIANA
DEL PANE
Aurora Zancanaro, titolare del
micro-panificio “Le Polveri”,
ci spiega come riconoscere un
pane di qualità
A CURA DI MARIANNA GUALAZZI
I
l sabato mattina c’è sempre la fila che si allun-
ga nella via, di fronte alla bottega artigiana Le
Polveri in Sant’Ambrogio a Milano. Sì, perché se
ti vuoi accaparrare una delle brelibatezze del
forno devi andare presto: i pezzi sono pochi, quelli
che Aurora Zancanaro, insieme alle sue tre colla-
boratrici, riesce a preparare in maniera comple-
tamente artigianale, a partire da materie prime di
altissima qualità provenienti da piccoli produttori.
Aurora è una fornaia, una micro imprenditrice che
non conosce orari, ma neanche la crisi. Le sue pa-
role d’ordine? Artigianalità, creatività, sostenibili-
tà, etica.
Da chimica a fornaia: ci racconti questo salto?
Il salto in realtà è stato molto naturale: da un la-
boratorio con dei reagenti in polvere, solventi,
provette e reattori, sono passata a un laborato-
rio con polveri (Le Polveri, le farine), acqua, lievito
madre e impastatrici.
La tua scelta è quella di una piccola produzio-
ne – pochi pezzi, selezionati e curati – farine
da piccoli produttori e lievito madre: perché?
Penso sia una mia scelta personale di visione arti-
gianale del prodotto, di artigiano che deve essere
connesso con la natura che crea le nostre materie
prime, i chicchi di grano e i lieviti e batteri, e per ri-
manerne a contatto non può espandersi oltre certi
volumi. Di conseguenza, ecco il lusso di poter colla-
borare con piccole realtà produttive e poter speri-
mentare parecchio sulle tipologie di pane e impasti.
Come distinguere un pane artigianale, con
le caratteristiche di cui sopra, da un pane di
produzione industriale e perché sceglierlo?
Sicuramente la lista degli ingredienti. Un buon
pane ha al massimo quattro o cinque ingredienti:
36
cucina naturale
farina, acqua, lievito madre, sale, eventualmente minato e non lasciarsi intimorire. Però vale la pena
olio o burro. Non serve altro, se la lista è più lun- provare a prepararlo in casa, per capire cosa sta
ga, qualcosa non torna. Deve avere un profumo dietro a un grande lievitato e apprezzarne il valore
che ricordi più il grano che la lievitazione di per come simbolo delle feste in famiglia.
sé, essere molto digeribile, e perché no, esse- Per tutti punterei quindi sui biscotti natalizi, con
re un pò diverso ogni giorno, perché difficile da spezie di qualità, farine grezze, senza dimenticare
standardizzare. che in inverno non esiste dieta che tenga, e che il
burro è sempre nostro amico.
Molte persone vorrebbero avvicinarsi alla
panificazione casalinga con lievito madre
ma hanno tanti dubbi (avrò tempo? Sarò APPROFONDISCI
capace? Otterrò dei prodotti gustosi?). Vuoi www.lepolveri.com
dare loro qualche consiglio?
La panificazione casalinga è un hobby, e lo sco-
po principale deve essere il divertimento, non la Ù LIBRI CONSIGLIATI
performance. Gli errori servono sempre, e forse si
impara più da quelli che da una pagnotta venuta
bene (e chissà per quale motivo). Michelle Eshkeri
E soprattutto, il “rischio d’impresa” di una pagnot- Non Solo Pane
ta casalinga, si aggira sui 3 o 4 euro alla settimana, Ricette dolci e salate
e quindi, nel caso di fallimento, non può incidere con la pasta madre
così tanto sul menage familiare. Per ultimo, una
Atlante, 2020
pagnotta uscita male significa canederli, polpette,
pappa al pomodoro, ribollita, pangrattato, panza-
nella e chi più ne ha più ne metta. Vietato buttare!
Ci avviciniamo alle feste: le nostre case si
Aurora Zancanaro
riempiranno dei tradizionali dolci natalizi
che compriamo al supermercato. E se cer- Come Fare... Il Pane
chiamo un’alternativa? Fatto in Casa
I dolci della tradizione a lievito madre richiedono Guida completa per
molto impegno, acume e pazienza. Per un panet- panificatori casalinghi
tone ci vogliono circa tre giorni di preparazione Sistemi Editoriale
suddivisi in molti passaggi, precisi e delicati, per 2019
cui lo si deve affrontare con grande spirito deter-
37

ALIMENTAZIONE
ANTINFIAMMATORIA
Inizia con l’avena a colazione: fa digerire meglio, aiuta a regolare il
peso, facilita il transito, abbassa il colesterolo
NIKLAS GUSTAFSON | CHAIRMAN DI NATRULY
L’
infiammazione è una reazione del corpo
contro agenti aggressivi. Ci sono zone in cui
può essere chiaramente percepita, ad esem-
pio la pelle che arrossisce o l’addome che si
gonfia. Le cause dell’infiammazione possono essere
molteplici: batteri, inquinamento, stress, ma le più
comuni sono le intolleranze alimentari e la cattiva
digestione, quindi la dieta è un fattore fondamenta-
le per evitare le infiammazioni dell’organismo.
Se l’infiammazione persiste nel tempo, si definisce
cronica. Sono già molti gli studi che collegano l’in-
fiammazione cronica a molte malattie dei giorni
nostri come l’obesità, le malattie cardiovascola-
ri, il dolore cronico, la steatosi epatica, i problemi
digestivi come l’intestino irritabile, l’infezione da
Helicobacter Pylori o il morbo di Crohn.
La dieta antinfiammatoria – ovvero un tipo di ali-
mentazione ricca di vitamine, minerali, acidi gras-
si essenziali, fibre alimentari e antiossidanti – è
consigliata per prevenire e ridurre proprio questo
stato infiammatorio.
38
cucina naturale
Cacao: i polifenoli del cacao puro (senza zucchero,
edulcoranti) riducono l’infiammazione. Scegli una
buona tavoletta di quelle che puoi mangiare tutti
i giorni senza rimpianti.
Ananas: il suo contenuto di bromelina riduce le in-
fiammazioni. L’effetto di questo frutto è così po-
tente che molte persone lo notano non appena lo
consumano.
Omega-3: includere alimenti come alghe, olio d’o-
liva, avocado, noci, salmone, sardine o semi di chia
e lino non costa nulla perché sono deliziosi.
Infusi: ci sono bevande che hanno un incredibile
potere antinfiammatorio e antiossidante. Il mio
preferito è il tè matcha, un tipo di tè verde che
contiene da 10 a 30 volte più catechine - gli an-
MANGIA AVENA A COLAZIONE tiossidanti del tè verde - rispetto a un normale
L’avena (Avena sativa) è uno degli alimenti più sa- infuso.
lutari in circolazione. Probiotici: sono batteri buoni che contribuiscono
Sebbene anni fa fosse coltivato solo come forag-
ALTRI CIBI ANTINFIAMMATORI al corretto funzionamento del sistema intestina-
Verdura a foglia verde: crescione, spinaci, bietole. le. Esempi? Kefir, kombucha, yogurt, crauti.
gio per il bestiame, oggi è uno degli alimenti più
Hanno molti antiossidanti, come la clorofilla, che Fibra: le diete ricche di fibre hanno effetti antin-
consumati da chi segua questo regime alimenta-
aiutano a ridurre l’infiammazione nel corpo. fiammatori scientificamente provati. Gli studi
re. Vuoi sapere perché?
Curcuma: lo sapevi che la curcuma ha enormi pro- assicurano che la fibra abbassi i livelli di proteina
L’avena è un toccasana per l’apparato digerente:
prietà antinfiammatorie, rallenta l’invecchiamen- C-reattiva, un marker di infiammazione, aiutando
facilita il transito intestinale e combatte la stiti- to della pelle, previene l’Alzheimer ed è conosciu- ad abbassare il livello di mortalità anche nelle ma-
chezza. Combatte inoltre la ritenzione di liquidi. ta come l’antibiotico naturale? lattie renali croniche.
È saziante, per questo aiuta ad evitare le abbuffa-
te ed è utile per perdere peso.
È ricca di fibra solubile, che aiuta a bilanciare il co-
lesterolo.
Rilassa il sistema nervoso combattendo ansia e
stress grazie all’avenina, un alcaloide dall’effetto
sedativo. Sapevi che lo stress è causato spesso da
digestioni pesanti?
Molti studi, come quello recentemente effettua-
to dall’Università di Torino, supportano su basi
scientifiche le importanti proprietà antinfiamma-
torie dell’avena.
ALTRI EFFETTI INTERESSANTI
DELL’AVENA
Abbassa i livelli di zucchero nel sangue. Consiglia-
to in caso di diabete.
Fornisce energia di lunga durata.
I suoi beta-glucani rafforzano il sistema immuni-
tario.
Aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari e al-
cuni tipi di cancro.
Si prende cura delle ossa e dei muscoli grazie al suo
apporto di calcio, proteine ​​e aminoacidi essenziali.
Se non sai come consumare l’avena, ti propongo
alcune idee: biscotti, porridge, muffin, pancake.
Devi solo procurarti una farina d’avena 100% bio-
logica e senza glutine per trarne il massimo dei
benefici.
ARTICOLO SPONSORIZZATO 39

PERCHÉ
SCEGLIERE LA
BIODIVERSITÀ
L
a biodiversità rappresenta il patrimonio ge-
netico dell’ecosistema terrestre. Si genera
dalle capacità naturali e spontanee di tra-
sformazione e adattamento evolutivo, ma
non solo. Biodiversità è anche tutto quel bagaglio
di tradizioni che abbiamo ereditato, legate a un
contesto storico e a un territorio, che ci rappre-
senta nel profondo. Sono le nostre radici e tutta
la ricchezza che si può portare nelle tavole, nelle
nostre vite e dentro di noi.
È un modo per ritrovare la connessione con la
nostra cultura, attraverso la riscoperta di cereali
originari, non modificati e più digeribili, e legumi
antichi, ricchi di storia troppo spesso dimenticata
che non chiede altro che essere raccontata. Per-
ché la ricchezza di una terra si misura dalla varietà
che riesce ad esprimere, con tutto il suo bagaglio
storico e culturale.
40
cucina naturale
Fare del bene (e farsi del bene)
dando valore alle nostre radici
LA REDAZIONE DI SAPORE DI SOLE
C’è anche un altro aspetto da non sottovalutare:
lo stretto rapporto che intercorre tra biodiversità
e salute. Recentemente, infatti, il mondo scien-
tifico ha studiato le correlazioni tra declino della
biodiversità e aumento di malattie a base infiam-
matoria, derivanti da una diminuzione delle difese
immunitarie, a loro volta associata a un impove-
rimento del microbiota. Per salvaguardare questa
ricchezza, e di conseguenza la nostra salute, au-
spichiamo un impegno diffuso e collettivo per la
difesa e la valorizzazione dei prodotti del territorio
e dei contesti agricoli locali, puntando alla diffu-
sione e alla riscoperta di colture dimenticate, ti-
piche e territoriali. Così come abbiamo assistito a
un massiccio ritorno nei campi dei grani antichi, ci
auguriamo che la “riscoperta” diventi un parame-
tro e un obiettivo di una nuova, e insieme antichis-
sima, concezione di agricoltura.
ARTICOLO SPONSORIZZATO 41

D
aniele è una di quelle persone che una volta
che le conosci, non le dimentichi più. Non
tanto per l’impresa incredibile che ha com-
piuto, ma perché quando ti stringe la mano
tutta l’energia che emana ti colpisce al petto. Ha un
sorriso gentile e una luce particolare che sprigiona
dagli occhi ogni volta che racconta del suo fanta-
stico viaggio: ti rimangono in mente e scaldano il
cuore. Nove mesi, duecentodieci tappe, diciasset-
temila chilometri nelle gambe e nelle ruote della
sua bici: un viaggio che doveva portarlo nel caldo
del Sud, in Congo, ma che alla fine l’ha condotto nei
ghiacci del Nord. È così che inizia la sua storia, che
oggi abbiamo l’onore di raccontarvi.
Ciao Daniele, è un vero piacere conoscerti
e intervistarti. Prima di raccontarci del tuo
viaggio, ci parli del perché sei partito in sella
alla tua bicicletta, dalla tua città, Aosta, con
in mente una destinazione così ambiziosa
come la Repubblica Democratica del Congo?
Certo, può sembrare una scelta azzardata, soprat-
tutto in un periodo come quello che abbiamo ap-
pena passato, ma la motivazione che mi ha spinto
a partire è stata – ed è tutt’ora – più grande di ogni
paura. Faccio un passo indietro però: l’idea che ha
dato vita a tutto ciò germoglia 3 anni fa con “Bou-
dzate” (significa “muoviti” in dialetto valdostano),
un progetto che promuove la mobilità sostenibile
come fonte di ricchezza per il territorio. In poche
42
SOLIDARIETÀ
IN BICICLETTA
Oltre 17.000 km in sella per
promuovere VeloAfrica, un
progetto che regala biciclette
ai ragazzi del Congo
INTERVISTA A DANIELE VALLET | PSICOLOGO,
SCRITTORE, CICLISTA, VIAGGIATORE, CHE PORTA
AVANTI PROGETTI DI MOBILITÀ SOSTENIBILE E
STILI DI VITA ALTERNATIVI
A CURA DI VALENTINA BALESTRI
parole, il progetto si basa sulla possibilità di dare, a
chi ha più di 14 anni e va a scuola o al lavoro in bici e
a piedi, dei buoni da spendere in negozi, mercatini e
fattorie biologiche esclusivamente locali, favoren-
do l’economia circolare e il benessere di ogni Paese.
La voglia di portare questa opportunità anche in
quei luoghi in cui la bicicletta è un lusso, come il
Congo, ha fatto nascere “VeloAfrica”, iniziativa che
supporta le popolazioni locali mettendo a loro
disposizione biciclette per andare al lavoro o per
trasportare i materiali pesanti, problema gigan-
tesco che ogni giorno devono affrontare. Con la
vendita dei miei libri e una raccolta fondi sono riu-
scito a inviare denaro e biciclette ai ragazzi in Con-
go e quando sono stato invitato per festeggiare
il successo del progetto, ho sentito dentro di me
che volevo conoscerli e abbracciarli. Tuttavia non
sono un grande fan degli aerei (in fondo sono uno
dei mezzi di trasporto più inquinanti al mondo) e
visto che avevo già fatto lunghi viaggi in biciclet-
ta mi sono detto: “perché no?”. Da lì a poco stavo
organizzando la mia traversata su due ruote, che
dall’Italia mi avrebbe portato in un paesino della
Repubblica Democratica del Congo, per raggiun-
gerli e portare loro un’altra bicicletta, la mia!
Quando sei partito? E cosa avevi con te?
Ho iniziato a pedalare il 30 gennaio 2020, con l’in-
verno davanti e tanta speranza nel cuore. Grazie
all’aiuto di alcune associazioni, prima tra tutte l’A-
VIS, sono riuscito ad avere una bicicletta molto ro-
busta e adatta al viaggio che avrei affrontato. Con
me avevo l’essenziale: acqua, cibo, una borsa con
tenda, sacco a pelo, cuscino, moka, fornello, caffè
e una carica pazzesca nelle gambe. Dall’Italia sono
passato in Francia e poi in Spagna, e una volta arri-
vato allo Stretto di Gibilterra ero al settimo cielo.
Emozione immediatamente interrotta quando ho
capito che non sarei mai riuscito a passare in Ma-
rocco: frontiere chiuse causa pandemia. In quel
momento mi sono venute in mente le parole di un
amico che mi aveva avvisato: “ma sei sicuro, guarda
che è tutto chiuso, non riuscirai a passare in Africa”.
Aveva ragione. Ho sentito frantumarsi il mio sogno.
Poi mi sono ricordato il perché pedalavo ormai da
mesi. E quel perché, nonostante tutto, mi ha rimes-
so in sella alla bici. Ho proseguito fino al cammino
di Santiago di Compostela, prendendolo da Siviglia.
Arrivato a destinazione mi sono detto: se il Sud mi è
precluso, allora andrò a Nord. E così è stato: prima
ho raggiunto Capo Nord in Norvegia e poi, anziché
fare ritorno diretto a casa, mi sono lasciato guidare
dal viaggio, che mi ha condotto in Finlandia, Esto-
nia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Austria
e poi di nuovo in Italia.
Qual è stata la difficoltà più grande che hai
affrontato?
Sai, in un viaggio così lungo le difficoltà e gli im-
previsti sono tanti. Anche se poi la soddisfazione
li ripaga tutti. I primi che mi vengono in mente
sono tre: il vento, il freddo e la solitudine. Il vento
perché ti spacca le gambe: tu vedi pianura davan-
ti a te e pedali, pedali, pedali, ma ti sembra di non
avanzare mai. Il freddo che ho sentito mettendo
piede in Norvegia penso di non averlo mai provato
prima. Ho dormito con la mia tenda sotto i ponti,
spesso nei cimiteri, in qualche granaio, ma la sco-
modità è nulla in confronto alle temperature nor-
sostenibilità
diche. Se ripenso al giorno in cui sono arrivato a
Capo Nord ancora rabbrividisco: avevo le mani e le
dita completamente congelate, senza sensibilità,
tanto che non riuscivo più a frenare.
La cosa più dura è stata però la solitudine che ho
sentito davanti alla Bellezza.
Come quando mi sono ritrovato davanti al mio pri-
mo fiordo norvegese: l’oceano è tagliato di netto
dalle rocce scure delle montagne, senti il rumo-
re del mare e del vento che si mischiano a quello
della terra. E ti commuovi perché i tuoi occhi una
cosa così bella e unica non l’avevano mai vista… Lì,
in quel momento, mi sono sentito completamen-
te solo. Profondamente solo.
E invece quali sono stati i momenti di gioia
più intensi?
Ogni volta che qualcuno, oltre ad aprirmi la porta di
casa (e avermi dato la possibilità di farmi una doccia
calda), mi ha aperto anche il suo cuore. L’ospitalità
delle persone, la curiosità, la voglia di raccontarsi
e condividere un pezzettino della loro vita con me:
tutto ciò è stato la mia benzina. Un’inesauribile fon-
te di forza, di speranza, di amicizia che ha trasforma-
to questa avventura in qualcosa di indimenticabile!
Sai, questo non è stato un viaggio solo, ma cento!
Cento viaggi paralleli: nella vita di ogni persona
che ho incontrato, che mi ha accolto, abbracciato
e aiutato. Porto a casa con me non solo le città,
i musei, i km di strada percorsi, i cieli stellati visti
dalla tenda e l’infinita maestosità della natura,
ma anche tutte le storie che ho ascoltato, le ani-
me belle che ho conosciuto (e ne ho conosciute
davvero tantissime), gli insegnamenti, gli sguardi
e i sorrisi di chi ho avuto il piacere di incrociare nel
mio cammino, che ha intrecciato per sempre, in un
modo o nell’altro, la nostra energia. L’altra grande
gioia è stata poter dimostrare – e dimostrarmi –
43
 che quando hai un sogno, basta “pedalare” per re-
alizzarlo. Pedalare, muoversi, andare avanti anche
quando hai il vento contro, o quando ti senti solo
sotto la pioggia incessante. Continuare a credere
e provarci, e riprovarci ancora, puntando alla meta
sì, ma ricordando sempre quanto il viaggio può
cambiare e cambiarti. Perché ogni viaggio ti cam-
bia: ti aggiunge una vita a quella che hai già.

E ora che il tuo cammino ti ha condotto

nuovamente a casa, in Italia, raggiungere il
Congo è ancora nei tuoi piani?
Sì, rischierò ancora! Perché a volte serve rischiare
un pochino se vuoi che la vita ti sorprenda con ciò
che può regalarti! Per il momento mi godo la sen-
sazione di avere di nuovo un tetto sopra la testa
e dormire nel mio letto (almeno per un po’). E vo-
glio assolutamente condividere tutta la meravi-
glia che ho visto, sentito e vissuto, scrivendo nero
su bianco di questo viaggio. Il prossimo libro che
pubblicherò sarà dedicato proprio a questa tra-
versata e, come per tutti gli altri, il ricavato verrà
devoluto al progetto VeloAfrica, che continuerò a
supportare e far conoscere. È la mia occasione di
aiutare chi non ha avuto la stessa nostra fortuna
di nascere nella parte giusta del mondo.
Ora so più di prima che, anche se adesso la bici ri-
posa in garage, questo viaggio, durato nove mesi
precisi, che ha dato vita a un nuovo me, non è fini-
to. Anzi, mi piace pensare, che sia appena iniziato.

CONTATTI
Per contattare Daniele Vallet
Cell: 366 188 2783
premsaakshi@gmail.com
Instagram: danielevallet_

Ù LIBRI CONSIGLIATI
Daniele Vallet
Sul Filo del Rasoio
L’equilibrio precario dei
nostri giorni - Riflessioni e
dialoghi sulla non dualità
Independently
Published, 2020

Daniele Vallet
Nella Terra
dei Giganti
In cammino tra Nepal
e Tibet
Alpine Studio, 2021

44 45

PANNOLINI LAVABILI E
COPPETTE MESTRUALI
Le scelte più efficaci per risparmiare ed essere sostenibili
LA REDAZIONE DI GREEN PROJECT
O
gnuno di noi è un attivo “consumatore”,
perché le nostre attività vitali si concen-
trano attorno a delle operazioni di con-
sumo che rispondono a bisogni primari
e secondari. Quando utilizziamo lo spazzolino e il
dentifricio alla mattina per lavarci i denti siamo
consumatori, anche quando cuciniamo o quan-
do andiamo al ristorante. O quando ci laviamo e
utilizziamo dei prodotti, o quando compriamo un
vestito ad esempio. Insomma, il consumo è per
l’essere umano inevitabile: ma come renderlo più
sostenibile per l’ambiente?
MENO USA E GETTA, PIÙ RICICLO
Esistono molte soluzioni al giorno d’oggi che ci
permettono di soddisfare le nostre necessità, ma
garantendoci di essere consumatori più respon-
sabili e consapevoli. L’utilizzo di metodi alternativi
a quelli più tradizionali possono fornirci numerosi
vantaggi, sia economici che ambientali.
Ad esempio sarebbe preferibile prediligere saponi
solidi in incarti biodegradabili rispetto ai flaconi
in plastica, oppure spazzolini in materiale compo-
stabile, evitare i dischetti struccanti che finiscono
46 ARTICOLO SPONSORIZZATO
sostenibilità
vengono gettati circa 900 mila e per produrli vengo- CONTATTI
no immessi nell’ambiente oltre 110 mila tonnellate Tel. +39 0423 1916999
di plastica e abbattuti 350 mila alberi. Mail: commerciale1@greenprojectitalia.com
In questa ottica, anche una semplice scelta o Fb: https://www.facebook.com/GreenaturalBio/
cambio di abitudine può significare tanto per
l’ambiente. Per questo, negli anni sono stati intro-
dotti metodi alternativi come coppette mestruali
e pannolini lavabili. Sebbene i costi di questi beni
siano più alti in fase di acquisto, vengono ammor-
tizzati nel giro di 2 o 3 mesi e durano anni. Oltre Ù PRODOTTI CONSIGLIATI
ad essere una soluzione ecologica e vantaggiosa,
assicurano un benessere notevole.
La coppetta mestruale, fabbricata con materiali Coppette mestruali
ipoallergenici, raccoglie il flusso mestruale evi- Natù
tando problemi di perdite e, soprattutto, a diffe-
renza degli assorbenti usa e getta, di irritazioni.
I pannolini lavabili sono solitamente composti
invece da una mutandina esterna in tessuto con
all’interno una tasca che contiene un assorben-
te estraibile. Rispetto all’usa e getta, il risparmio
in termini di rifiuti è veramente notevole perché, Pannolini lavabili
oltre ad essere riutilizzabili dopo il lavaggio, sono EasyPU
regolabili, quindi accompagnano la crescita del Ecologici, pratici
bambino senza sprechi. e sicuri — per il benessere
Non sono solo utili per l’ambiente, quindi, ma an- della persona
che una valida alternativa per il benessere della e dell’ambiente
persona e del bambino.
nel bidone del secco, o ancora, evitare l’utilizzo di
pannolini usa e getta optando per quelli lavabi-
li. Cambiando questa abitudine, il gesto a favore
dell’ambiente costituirebbe una grande e signifi-
cativa differenza. Lo stesso vale per gli assorbenti
tradizionali che oggi stanno trovando un sostituto
ecologico ed economico in mutande assorbenti,
assorbenti lavabili e coppette mestruali.
UN VANTAGGIO ECONOMICO
E AMBIENTALE
Dobbiamo pensare che pannolini e assorbenti sono
dei rifiuti che finiscono nella raccolta indifferenzia-
ta e che quindi non possono essere riciclati.
La loro quantità di consumo costituisce un’ulte-
riore criticità per il loro smaltimento. Infatti, me-
diamente, l’utilizzo di assorbenti durante il ciclo
varia tra i 5 e i 20, a seconda del flusso e della dura-
ta. Si stima che siano all’incirca 2 miliardi le donne
che hanno periodicamente il ciclo: ipotizzando cicli
più o meno regolari, possiamo affermare che venga-
no usati e smaltiti tra i 120 e i 480 miliardi di assor-
benti usa e getta o di tamponi ogni anno. Per quan-
to riguarda i pannolini, invece, in Italia ogni anno ne
ARTICOLO SPONSORIZZATO 47

IMPATTO
SOTTO
ZERO
Hanno vissuto per un mese
staccando il contatore
della luce, senza auto,
comprando a km 0:
ecco com’è andato
l’esperimento di
Cibo Supersonico
INTERVISTA A CHIARA E FRANCESCA
DI CIBO SUPERSONICO | ESPERTE DI CUCINA
A BASE VEGETALE
A CURA DELLA REDAZIONE
L’
intervista la programmiamo per il 5 otto-
bre, e speriamo che il giorno precedente
sia stata una giornata di sole, perché da
due settimane Chiara e Francesca di Cibo
Supersonico hanno staccato la luce e vanno avanti
con un pannello fotovoltaico portatile (della ditta
New PV srl) che permette loro di ricaricare i dispo-
sitivi, accedere delle piccole luci a led quando cala
la sera, usare il phon per alcuni minuti al giorno.
Stop al forno elettrico, alla lavatrice, al frullatore.
Gli interruttori della luce non fanno più accendere
le lampadine. E l’acqua della doccia non è più cal-
da. Hanno iniziato l’esperimento il 20 settembre e
lo hanno concluso il 20 ottobre.
Le abbiamo incontrare a metà di questo cammino
per farci raccontare dal vivo come fosse cambiata
la loro quotidianità.
Ciao ragazze, ho visto il video del giorno in
cui avete spento il contatore generale, due
settimane fa…
Esatto, siamo a metà dell’esperimento che è
partito il 20 settembre e terminerà il 20 ottobre.
Abbiamo spento tutto. Abbiamo staccato la cor-
rente. Non abbiamo quindi più la luce, non abbia-
mo più l’acqua calda, perché la nostra caldaia era
collegata alla corrente. Non usiamo. Ci siamo date
delle regole per impattare il meno possibile.
48
Avete però un mini fotovoltaico portatile,
giusto?
Esatto! Quando il sole è proprio generoso, arrivia-
mo al massimo a 400 watt, che riusciamo a cu-
stodire in una batteria. In giornate come queste,
dobbiamo proprio centellinare l’energia.
Visto che il meteo è pessimo (senza sole) già da
due giorni e sappiamo che sarà così anche domani
dobbiamo stare attente a ogni tipo di consumo.
Possiamo usare Instagram, però non possiamo
usare il frullatore, non ci conviene proprio. Non
possiamo usare il phon da viaggio, che invece,
quando ci sono giornate di sole, possiamo usare:
in ogni momento vanno prese in considerazione le
emergenze.
L’emergenza per noi, adesso, è quella di caricare i
dispositivi per poter lavorare.
Quindi quando scegliete cosa mangiare, lo
fate anche in base agli elettrodomestici che
potete o non potete usare?
Esatto e proprio per questo stiamo riscoprendo
utensili che non funzionano con l’elettricità, ma
sono comunque utilissimi e funzionali. In questi
giorni abbiamo recuperato un piccolo passa ver-
dure di quarant’anni fa, che custodiva la mamma
di Chiara e che ha un po’ la funzione del frullatore:
ci può aiutare a fare le passate o a grattugiare un
po’ le verdure. Tutte le cose che stiamo utilizzando
ce le hanno prestate gli amici, oppure erano cose
abbandonate in casa che abbiamo recuperato,
come il microfono che stiamo usando per il po-
dcast. Prima di iniziare questo esperimento, ab-
biamo chiesto ai nostri amici se avessero un mi-
crofono. Si sono fatti avanti due amici e ce l’hanno
prestato. Glielo ridaremo indietro non appena
avremo finito l’esperimento.
Fino ad ora qual è stata la privazione che vi
è pesata di più e, invece, una scoperta posi-
tiva, che non avreste pensato di fare?
Per la verità, la privazione fino ad ora non l’abbia-
mo vissuta. In questo esperimento ci siamo date
la possibilità di vedere oltre quelle che sono le
nostre comode abitudini. Stiamo scoprendo tan-
tissimo senso di meraviglia. Anche solo il fatto di
avere fatto già due volte la nostra pizza ci fa gioire
il cuore, perché avrebbe bisogno del forno. Non
abbiamo vissuto la mancanza di un elettrodome-
stico così impattante come il forno, dato che ab-
biamo ancora il gas.
Abbiamo fatto la pizza sul gas ed è venuta benis-
simo. Stiamo facendo il calcolo di quanto impatta
la nostra pizza fatta al gas rispetto al forno e ne
parleremo al termine dell’esperimento. Vogliamo
calcolare precisamente l’impronta delle abitudini
che avevamo prima e di quelle che abbiamo ora,
anche per dare una svolta sostenibile alla nostra
proposta di cucina e alimentazione.
Fuori casa come è cambiata la vostra vita?
So, ad esempio, che non utilizzate più l’auto…
Noi usavamo molto l’auto per lavoro, quindi ci
spostavamo spesso abbastanza lontano. La no-
stra pecca principale sui consumi e sull’inquina-
mento sono sempre stati i trasporti.
Adesso ci stiamo spostando molto a piedi, anche
perché il nostro è un paesino dove non c’è nean-
che la stazione dei treni, che si trova nel paese vi-
cino, a 30 minuti a piedi. Inoltre, abbiamo ricomin-
ciato ad usare le biciclette.
Riguardo all’auto, dovremo sicuramente capire
come ottimizzare quando torneremo a lavorare.
sostenibilità
Tutte le cose che stiamo utilizzando
ce le hanno prestate gli amici, oppure
erano cose abbandonate in casa
che abbiamo recuperato
E con la spesa come vi state regolando?
Abbiamo scoperto un’azienda agricola a 200 metri
da casa, dove andiamo ogni 3-4 giorni a raccoglie-
re il cibo che ci serve. Non avendo né freezer e né
frigo, quello che raccogliamo lo dobbiamo consu-
mare nel giro di qualche giorno.
Tutto il territorio ormai pullula di queste realtà,
che devono solo essere scoperte come alternati-
ve alla grande distribuzione.
Volete raccontarci della vostra iniziativa di
donare alberi alla terra?
Durante questo esperimento abbiamo chiesto
alle persone della nostra community di suppor-
tarci con delle donazioni.
Tutto quello che ricaviamo sarà investito in alberi
da piantare dal vivo, tutti insieme.
Per farlo abbiamo creato una partnership con i ra-
gazzi di Piantumazione Selvaggia, che operano in
provincia di Brescia (a fine esperimento sono stati
donati e piantati 200 alberi, NdR).
Insieme al progetto è partito anche l’hashtag #im-
pattosottozero che sta girando su Instagram e
che le persone usano per condividere tutte quel-
le piccole azioni quotidiane che possono ridurre il
nostro impatto ambientale: dallo spegnere le luci
che non si stanno usando al mangiare più protei-
ne vegetali, dal dimezzare il tempo di una doccia a
preferire la bici all’auto.
APPROFONDISCI
Segui l’esperimento di Chiara e Francesca
nelle storie sul loro profilo Instagram
@cibosupersonico
Usa l’ hashtag #impattosottozero per condi-
videre i tuoi gesti quotidiani sostenibili
Ù LIBRO CONSIGLIATO
Camilla Mendini
(Carotilla)
(Im)perfetto
Sostenibile
Gesti quotidiani per
una sostenibilità alla
portata di tutti
Fabbri Editori, 2021
49

VIVERE IN UNA
MINI CASA
Libertà, contatto con la natura e rispetto dell’ambiente:
ecco perché scegliere una nuova vita in una tiny house
GRETA VECCHIATO | S.V. MINI HOUSE
O
ggi si sente molto parlare di tiny houses,
di “piccole”, “micro” o “mini” case. Per i
più scettici le tiny houses sono innova-
tive, ma non vivibili; per i sognatori rap-
presentano uno spazio ideale, quello che hanno
sempre cercato, ma non hanno mai avuto modo di
realizzare; infine, per pochi coraggiosi queste pic-
cole strutture sono case a tutti gli effetti.
MA COSA SONO QUESTE
TINY HOUSES?
Quando si parla di “tiny house” si indica una strut-
tura abitativa mobile di piccole dimensioni, al mas-
simo 40 mq, costruita su un rimorchio omologato
a uso abitativo e adatto alla circolazione su strada.
Le tiny houses sono state realizzate per la prima
volta negli Stati Uniti come “case di fortuna”, con
lo scopo di aiutare la popolazione nella difficile
situazione di emergenza causata dalle devasta-
zioni dell’uragano Katrina. Tuttavia, in poco tempo
le tiny houses sono state adottate come vere e
proprie abitazioni e si sono diffuse dando vita a un
nuovo movimento architettonico.
50 ARTICOLO SPONSORIZZATO
SCEGLIERE UNO STILE DI VITA
Da quando le tiny houses hanno conquistato il
mondo, grazie al loro inconfondibile carattere,
sono diventate il simbolo di un nuovo stile di vita
improntato alla ricerca della libertà, indirizzato al
recupero di un intimo contatto con la natura, di un
profondo rispetto per l’ambiente. Scegliere una
tiny house significa sentirsi pronti ad abbandona-
re le costrizioni e i ritmi frenetici che la società im-
pone per ritrovare il proprio “io”; vuol dire lasciarsi
alle spalle il bisogno di avere di più per capire cosa
è veramente necessario nella nostra vita. Vivere
in una tiny house non implica il rinunciare alle co-
modità o al lusso, ma piuttosto un processo che
porta a riconsiderare le proprie priorità attraver-
so l’acquisizione di una nuova coscienza, di una
nuova consapevolezza di sé e del mondo. Una tiny
house non è solo un modo per non avere vincoli e
dunque essere liberi di spostarsi, viaggiare e cono-
scere, ma è anche mettere radici nuove e non con-
venzionali. Una tiny house non è per forza mobilità
continua, ma piuttosto adattamento al contesto
e alle necessità. Una tiny house è un patto con sé
sostenibilità
Immagina di non dover perdere
giornate intere a pulire 5 camere,
3 bagni, 2 salotti, 1 cucina, 1 taverna
stessi, è una sfida a ritrovarsi, a riviversi, a ri-co-
noscersi. E vivere così è sicuramente diverso, ma
non impossibile.
RISPARMIA “TEMPO E DENARO”
E TAGLIA TUTTO IL SUPEFLUO
Per un momento, immagina. Immagina una fredda
giornata invernale, la pioggia che cade incessante
ticchettando rumorosamente sul tetto, tu seduto
su un morbido divano con un libro sulle gambe e
una tazza fumante di cioccolata calda tra le mani.
Dietro il vetro bagnato, il profilo della città riem-
pie l’orizzonte confondendosi con il cielo grigio.
Immagina una giornata di primavera, la tua tiny
house tra i campi in fiore e in cucina un caldo pro-
fumo di torta di mele; fuori, un tiepido sole scende
lentamente tra le colline colorate, mentre i suoi
raggi filtrano silenziosi illuminando ogni cosa di
una rasserenante luce dorata. Immagina di stare
seduto all’aperto, ad un passo dal mare, di sentire
le sue onde infrangersi sulla sabbia con fare mo-
notono, ma instancabile. Immagina di non dover
perdere giornate intere a pulire 5 camere, 3 bagni,
2 salotti, 1 cucina, 1 taverna. Immagina di non do-
verti preoccupare di svuotare la soffitta, di non
dover per forza accumulare, consumare, com-
prare e poi accumulare di nuovo. Pensa a quanto
tempo risparmieresti e a quanto peso avrebbero
le tue scelte. Pensa a quante cose potresti rinun-
ciare per sentirti meglio, non peggio. Pensa di po-
terti sentire libero: libero di prenderti del tempo,
libero di poter stare in mezzo alla natura, libero di
poter respirare, libero di vivere davvero. Perché
per vivere non abbiamo bisogno di possedere, di
controllare, di comandare. Immagina di non do-
verti sentire oppresso dal “devo fare”, dal “non ho
tempo”, dal “vorrei, ma non posso”.
E se non ti basta, immagina anche di poter ridurre
i costi e gli sprechi. A questo punto, se stai pen-
sando che tutto ciò è impossibile o troppo diffici-
le, allora immagina di poter cambiare il tuo modo
di pensare: questa è la chiave per l’innovazione,
per quella svolta che cambierà la tua vita, perché
vivere in una tiny house è una scelta che richiede
coraggio.
APPROFONDISCI
Tel.: +39 392 3755388
Mail: info@svminihouse.it
ARTICOLO SPONSORIZZATO 51

NOI, AVAMPOSTI
DI BIODIVERSITÀ
Dalla salvaguardia dei semi a quella degli esseri umani, dei saperi
e delle idee: la missione della Fattoria dell’Autosufficienza
FRANCESCO ROSSO | FONDATORE DELLA FATTORIA DELL’AUTOSUFFICIENZA, UN PROGETTO DI MACROLIBRARSI.IT
P
er 300.000 anni gli esseri umani si sono
evoluti sulla Terra in autosufficienza gra-
zie a ciò che offriva la natura, inserendosi
nei cicli naturali e nell’equilibrio ecologi-
co terrestre. Uomini e donne sono stati in grado
di costruire il proprio riparo con ciò che la natura
offriva nei dintorni, di procurarsi ed autoprodursi il
cibo di cui necessitavano, di riscaldarsi con il fuo-
co, di curarsi con le erbe medicinali, di sopravvive-
re a grosse epidemie e catastrofi. Non è stata cer-
tamente un’evoluzione idilliaca, ma siamo arrivati
52
Siamo sempre più deboli, dipendiamo da un pu-
gno di aziende per i semi, per i fertilizzanti, per il
cibo, per l’energia, per il calore, per l’acqua, per la
salute, per il divertimento, per comunicare tra noi
e sempre più per tutte le piccole e grandi scelte
CERCHI DI FUOCO:
UN SEGNALE PER
RESTARE UMANI
Dal 20 settembre al 31 ottobre 2021 ci siamo
incontrati ogni sera davanti al fuoco insie-
me a chi sente che è giunta l’ora di creare del-
fino ad oggi grazie alla resilienza che caratterizza le comunità di territorio che inizino a vivere il
la nostra specie, alla nostra capacità di adattarci cambiamento. Ogni sera per 40 notti abbiamo
ai cambiamenti e di superare anche le più grosse accolto decine di persone che hanno scelto di
continuare a vivere in maniera umana, han-
crisi ed epidemie per merito delle nostre risorse
no scelto la bellezza piuttosto che la paura,
interne. la libertà piuttosto che il ricatto, la luce del
fuoco piuttosto che il buio della televisione.
HOMO ARTIFICIALIS La coerenza tra i pensieri e la vita vissuta sta di-
In Occidente in pochi decenni abbiamo disimpara- ventando un’esigenza fondamentale per sem-
to tutto, diventando sempre più assoggettati a un pre più persone, forse questa è la cosa più bella
piccolo gruppo di multinazionali e oligarchi e sem- che questo periodo di follia umana sta portando.
pre meno adatti a sopravvivere sul pianeta Terra.
speciale liberi, autentici e felici
che compiamo ogni giorno. Spesso è un navigato-
re satellitare che sceglie per noi se svoltare a si-
nistra o a destra, un algoritmo che sceglie qual è
il miglior hotel o ristorante per i nostri gusti. Ben
presto gli algoritmi ci conosceranno meglio di noi
stessi e saranno in grado di scegliere cosa acqui-
stare, chi sposare, che lavoro fare al posto nostro.
L’evoluzione dell’intelligenza artificiale, della ro-
botica, dei microchip e l’integrazione uomo-mac-
china ci stanno proiettando in un mondo nuovo,
completamente dipendente da chi controlla il
mondo dell’artificiale.
L’uomo occidentale sta diventando sempre più
simile a una pianta OGM. Abbiamo sempre più dif-
ficoltà a riprodurci in maniera naturale, non siamo
in grado di sopravvivere senza trattamenti sani-
tari più o meno invasivi, inquiniamo sempre di più,
abbiamo bisogno di sempre più acqua, sempre più
energia e siamo completamente scollegati dai ci-
cli biologici naturali.
LA FATTORIA DELL’AUTOSUFFICIENZA
Dodici anni fa ho scelto di prendere una direzione
diversa da quella tracciata dalle grosse multina-
zionali. Sicuramente un sentiero molto più tor-
tuoso, molto più in salita, ma che garantisce un
panorama ineguagliabile.
Un luogo che era disabitato da cinquant’anni e
non più coltivato da vent’anni perché poco inte-
ressante per l’autostrada dell’economia e della fi-
nanza, in poco più di dieci anni è stato trasformato
in un Eden con strutture in bioedilizia, orti terraz-
zati, foodforest, vigneto, piante da frutto, frutti di
bosco, erbe aromatiche, galline, pecore, api, bacini
acquatici e spazi di bellezza e biodiversità. La Fat-
toria – inizialmente pensata come azienda agrico-
la e progetto di resilienza per la mia famiglia – si è
evoluta in centro di accoglienza, di formazione, di
ispirazione: un laboratorio costante per la realizza-
zione di un nuovo mondo basato sul bene comune,
sul bene delle prossime sette generazioni e sulla
bellezza e coerenza della biodiversità naturale.
DUE SOCIETÀ A CONFRONTO
Lo stile di vita e la coerenza che promuoviamo ci
permettono di fare confronti anche molto prati-
ci con la società che ci circonda. Negli ultimi due
anni nessuno in Fattoria ha mai indossato ma-
scherine, usato gel pesticida per mani, fatto vac-
cini o tamponi. Al contrario delle disposizioni im-
poste da big pharma, abbiamo continuato a vivere
in maniera umana, ad abbracciarci, ballare, canta-
re, incontrarci davanti al fuoco a prescindere delle
folli limitazioni alla circolazione imposte alla po-
polazione. Abbiamo lavorato sulla salute e sull’e-
lasticità del sistema immunitario invece che sulla
53

sterilità e il contrasto ai virus. Il risultato è stato
eccezionale, se comparato alla società guidata
dagli interessi della chimica e delle multinazionali.
In Fattoria siamo tutti in salute e con questo ter-
mine non intendiamo semplice assenza di sintomi
ma benessere fisico, mentale e sociale.
Integratori ai dipendenti:
la salute dei nostri
collaboratori ci sta a cuore
Nel mese di ottobre 2021 Macrolibrarsi
ha organizzato per i propri dipendenti un
seminario gratuito in orario di lavoro de-
dicato alla prevenzione. Stefano Berlini
– fisioterapista e fondatore del progetto
Cambio di Marea, che promuove un nuo-
vo concetto di salute come bene comune
– ha parlato dell’importanza di mantene-
re elastico il nostro sistema immunitario
e di come prenderci cura del nostro stato
di salute attraverso gli stili di vita e i tanti
rimedi naturali oggi a disposizione di tutti.
A tutti i dipendenti è stato donato un kit
di prodotti per il sistema immunitario –
gli integratori di lipo-vitamina C e D della
ditta Sante Naturels – particolarmente
utili come prevenzione in questo periodo
dell’anno.
54
speciale liberi, autentici e felici
MACROLIBRARSI PER
IL BENE COMUNE
Macrolibrarsi partecipa al movimento interna-
zionale dell’Economia del Bene Comune, nato
per promuovere un modello economico nuovo
fondato sul raggiungimento del bene comune,
che promuove i valori di fiducia, cooperazione,
solidarietà, condivisione e uscendo dalla logi-
ca del profitto e della concorrenza ad ogni co-
sto. Il Bilancio del Bene Comune è il principale
strumento per valutare l’impatto aziendale sul
contesto sociale e ambientale che Macrolibrar-
si ha redatto nel 2017/2018.
È possibile scaricate il bilancio qui:
https://macrogo.to/bilancio-bene-comune
APPROFONDISCI
Guarda l’intervista a Christian Felber, fondato-
re dell’Economia del Bene Comune
macrogo.to/intervista-felber
UN NUOVO MONDO È POSSIBILE Christian Felber
Nel 2021 sono già nati due bambini in Fattoria. Uno è Economia
mio figlio, l’altro di una famiglia che ha scelto di vive-
del Bene Comune
re lo stesso contesto da poco più di un anno. Un modello economico
Giulia e Beatrice hanno vissuto la gravidanza in che ha futuro
grande serenità senza fare analisi, visite o altre atti-
Tecniche Nuove
vità tipiche delle persone malate. Sono state all’aria
Edizioni, 2012
aperta, hanno camminato nei boschi, hanno vissuto
pienamente uno dei più bei periodi della loro vita.
I bambini sono nati in casa, senza assistenza sani-
taria. Il parto è stato velocissimo, un atto fisiolo-
gico che nulla ha da spartire con i luoghi tipici della
malattia. Allattati al seno, senza necessità di pe- Ù LIBRI CONSIGLIATI
diatri, vaccini o altre diavolerie dell’industria chi-
mico-farmaceutica, i bambini stanno crescendo
sani a contatto con la terra, con gli animali e con Charles Hervé-Gruyer
altri bambini liberi. Perrine Hervé-Gruyer
Impareranno dalla scuola della natura, osserve- Abbondanza
ranno gli adulti nelle mansioni tipiche degli umani Miracolosa
come prodursi il cibo, lavorare il legno, costruire, 1000 mq, due contadini
ma anche relazionarsi intorno al fuoco, abbrac- e abbastanza cibo
ciarsi, festeggiare e celebrare la natura, i suoi doni per sfamare il mondo
e la sua incredibile abbondanza. Macro Edizioni
E poi prenderanno la loro strada in libertà pronti 2021
per vivere in questo pianeta e per costruire anche
loro il meglio per le prossime sette generazioni.
Serge Latouche
GUARDA Breve Storia
Il documentario sulla Fattoria dell’Autosuf-
della Decrescita
Origine, obiettivi,
ficienza, un progetto di Macrolibrarsi.it malintesi e futuro
macrogo.to/docu-fattoria
Bollati Boringhieri
Per info su visite, ospitalità e corsi
2021
www.autosufficienza.it
55

PARADISO ITALIA
Come realizzare una Italia fatta di comunità, senza disoccupazione,
autosufficiente a livello alimentare ed energetico
PAOLO ERMANI | PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE NON PROFIT PAEA, DA
OLTRE TRENT’ANNI SI OCCUPA PROFESSIONALMENTE DI AMBIENTE, ENERGIA, BIOEDILIZIA, STILI DI VITA,
ECONOMIE ALTERNATIVE
S
iamo di fronte a una svolta epocale dove
la globalizzazione – figlia del sistema della
crescita infinita in un mondo dalle risorse
finite – sta mostrano tutti i suoi limiti e di-
sastri. È sempre più evidente che un sistema crea-
to per vendere e comprare, trasformando tutto e
tutti in merce è contro natura, quindi anche con-
tro noi stessi. In tempi brevissimi sta distruggen-
do ogni forma di vita e per farlo si convincono e
si usano le persone attraverso il loro lavoro e le
loro scelte. Quindi anche solo per mera sopravvi-
venza e non vivere più contro natura è necessario
costruire da subito una società con parametri la-
vorativi e di vita completamente diversi da quelli
suicidi e folli che ci stanno portando alla cata-
strofe e che innumerevoli lutti hanno causato
fino ad ora, non solo a noi umani ma anche agli
altri esseri viventi dato che ci troviamo di fronte
alla sesta estinzione di massa.
56
DOMANDE E RISPOSTE OVVIE
(MA NON PER TUTTI)
Per rendersi conto dell’urgenza di agire subito ba-
sta fare qualche ragionamento semplice e veloce.
Qualcuno sano di mente può pensare che un si-
stema che ha bisogno della crescita infinita possa
coesistere in un pianeta dalle risorse finite?
Qualcuno sano di mente può pensare che si po-
tranno continuare a produrre all’infinito mon-
tagne di merci per lo più inutili e dannose con
conseguenti sprechi colossali, generando livelli
stratosferici di rifiuti ingestibili e pericolosissimi?
Qualcuno sano di mente può pensare che le perso-
ne possano continuare a dedicare la quasi totalità
della loro esistenza a lavorare come criceti nella
ruota facendo in gran parte lavori inutili, alienanti,
noiosi, dannosi per sé stessi, gli altri e l’ambien-
te, con il solo obiettivo di guadagnare soldi per
comprarsi merci? Tutto ciò vivendo in grandissi-
speciale liberi, autentici e felici
Il martellamento pubblicitario
per rendere le persone delle
merci che comprano merci, ci ha
fatto dimenticare in quale Paese
meraviglioso viviamo e quali siano
le nostre grandissime potenzialità,
capacità e genialità
tutelata e valorizzata nelle caratteristiche che le
garantiscono una ricchezza eccezionale. Ma non
la ricchezza dei caveaux, ma quella reale che ci fa
veramente vivere.
Eccola in breve:
● Abbiamo una posizione geoclimati-
ca che ci rende l’Arabia Saudita delle
energie rinnovabili, dove in poco tempo
– applicando tecnologie e lavoro al ser-
vizio delle persone, del loro benessere e
qualità della vita e non certo per conti-
ma parte in città e luoghi di lavoro artificiali senza nuare a ingrassare i Jeff Bezos di turno
praticamente più contatti con la natura? Quando – potremmo diventare autosufficienti a
vivranno queste persone? Dopo la pensione che livello energetico e ad emissioni zero.
forse non gli arriverà mai? E se il giorno successivo
● Abbiamo una fertilità della terra strepi-
alla tanto agognata pensione dovessero morire?
Forse è il caso di pensarci prima, a vivere, e non
tosa dove potenzialmente può crescere
di tutto, ogni angolo del Paese anche
dopo.
il più piccolo ha la sua particolarità ga-
Qualcuno sano di mente può pensare che i nostri
stronomica, il suo alimento tradizionale,
bambini e giovani possano continuare a vivere in
la sua antica coltivazione caratteristica.
città incubo, stare fermi, immobili in luoghi chiusi
In quale altro Paese che non nel nostro
e artificiali per quasi tutta la giornata, per anni e
poteva nascere una realtà come Slow
anni, a imparare nozioni di dubbia utilità che di-
Food? Sarà un caso? No di certo, se si
menticheranno presto, senza poter esprimere la
guarda proprio alla meravigliosa biodi-
loro sana e naturale creatività, vitalità, vivacità,
voglia di libertà, di muoversi, correre, giocare, im-
versità che abbiamo e che ancora resiste
nonostante gli attacchi costanti delle
parare anche a contatto con la natura?
multinazionali dell’agrochimica.
Qualcuno sano di mente può pensare che il nostro
● A livello occupazionale e lavorativo
futuro è quello da automi cablati che passano la
con tutti i settori che contribuirebbero
vita di fronte a uno schermo, grande o piccolo che
a fare dell’Italia un paradiso terrestre,
sia, obbedienti a qualche algoritmo inserito da
potremmo riassorbire non solo tutta la
mega multinazionali?
disoccupazione, ma dare la possibilità
Se quindi la sanità mentale è rimasta da qualche
a chi vuole cambiare il proprio lavoro
parte, va usata per costruire una società dove al
inutile, dannoso, noioso, senza senso,
primo posto non ci sono né le merci, né il lucro ma
di fare qualcosa di arricchente, sensato
la tutela della persona e dell’ambiente.
e sano. Settori come quelli della tute-
IL PARADISO TERRESTRE È QUI la ambientale, delle energie rinnovabili,
E qui arriviamo all’Italia. Il nostro Paese in mano risparmio energetico e idrico, uso razio-
alle mega multinazionali e ai loro servitori politici nale dell’energia, recupero, riuso, ripa-
e sindacali, sta diventando una discarica, devasta- razione e riciclo materiali, ecoturismo,
ta da Nord a Sud. E queste logiche reiterate negli agricoltura biologica in tutte le sue varie
anni ci hanno nascosto che l’Italia è potenzial- forme, sono ambiti che valgono milioni
mente un paradiso terrestre, va solo riscoperta, di lavoratori e darebbero un volto com-
57
 pletamente diverso al Paese salvandolo
dal declino e desertificazione.
● Siamo un popolo di artigiani e artisti
sopraffini, sappiamo creare, inventare
e fare cose strepitose e invece di usare
questo nostro sapere e saper fare, per
prosperare, inseguiamo folli compe-
tizioni, e concorrenze fra Paesi in una
VIETATO NON COPIARE
Da dove iniziare per creare nuove comunità au-
tosufficienti e resilienti? Come si fa?
Una buona idea è quella di informarsi, visitare e
copiare coloro che lo hanno già fatto.
Ecco qualche spunto.
Ecovillaggio di Torri Superiore
Un bellissimo borgo medievale in Liguria, al
confine con la Francia dove la vita in comunità
di basa sui principi del rispetto dell’ambiente e
della giustizia sociale. Un luogo che offre anche
ospitalità per toccare con mano come sia dav-
vero possibile cambiare le cose.
php7.torri-superiore.org
Parco dell’energia rinnovabile
Il PeR si pone come uno dei principali Centri di
ricerca e sperimentazione sulle energie rinno-
vabili in Italia. Ma è anche un esempio di strut-
tura autosufficiente, a impatto positivo, che
ospita un agriturismo ecosostenibile immerso
nei boschi delle colline umbre, ai piedi dei Mon-
ti Amerini. Come si definiscono? Artigiani del
cambiamento!
www.per.umbria.it
Transizione in Italia
Il movimento della Transizione, meglio co-
nosciuto come movimento delle Transition
Towns, è nato in Inghilterra nel 2006 nella città
di Totnes dalle idee di Rob Hopkins. Transition
Italia nasce nel 2008 per facilitare e supportare
la diffusione di questo entusiasmante processo
collettivo sul territorio italiano.
transitionitalia.it
Tecnologia alternativa
Il Center for Alternative Technology (CAT) di
Machyllneth, nel Galles centrale, negli anni è
divenuto il fulcro del movimento ambientali-
sta gallese. Istituito nel 1974 per sperimentare
le energie alternative, il centro ha acquisito un
ruolo considerevole e oggi è uno stimato labo-
ratorio ecologista e una precisa fonte di ispira-
zione ed informazione. Riceve decine di migliaia
di visitatori ogni anno.
cat.org.uk
58
corsa a chi si sfracella prima dal preci-
pizio. Quando invece la “competizione”
dovrebbe essere solo fra chi salvaguar-
dia meglio e più efficacemente il proprio
Paese, la natura e le persone.
Non ci manca nulla quindi, abbiamo ricchezza, po-
tenzialità, capacità, tecnologie, competenze, cre-
atività, saper fare, per ricostruire un’Italia e una
vita degne di essere vissute, uscendo fuori dalla
ruota del criceto quotidiana e incontrando gli altri
con i quali costruire mille e mille luoghi e comu-
nità. Nuove Arche per salvarsi dalla follia consu-
mista che affonderà con tutti i suoi imperatori e
servitori.
APPROFONDISCI
www.paea.it
L’associazione nasce al fine di promuovere lo
sviluppo, la crescita e lo scambio personale
e culturale perseguendo finalità di tutela
ambientale e utilità sociale.
GUARDA
L’intervista che abbiamo fatto a Paolo
Ermani in occasione dell’uscita del suo libro
L’Italia verso le emissioni zero
https://macrogo.to/paolo-ermani
Ù LIBRI CONSIGLIATI
Paolo Ermani
L'Italia verso
le Emissioni Zero
Comunità, resilienza,
autosufficienza
Guida pratica di intervento
per persone che vogliono
agire subito
Paea, 2021
Valerio Pignatta
Paolo Ermani
Pensare come le
Montagne
Manuale teorico-pratico di
decrescita per salvare il pia-
neta cambiando in meglio la
propria vita
Terra Nuova Edizioni
2011
59

CAMBIA-MENTI
L'Italia che cambia per cambiare il Pianeta conta già 8 milioni di
italiani: ecco come passare dalla teoria alla pratica
DANIEL TAROZZI | GIORNALISTA, IDEATORE E DIRETTORE RESPONSABILE DI ITALIA CHE CAMBIA
I
l 9 settembre 2012 salivo su un vecchio cam-
per e partivo per un viaggio che doveva durare
pochi mesi alla ricerca di esperienze di cambia-
mento positivo in atto nel nostro Paese. Non
sapevo che quel giorno la mia vita sarebbe cam-
biata per sempre. Quasi dieci anni dopo, da quel
viaggio sono nati diversi libri, documentari, uno
spettacolo teatrale, ma soprattutto un giornale
web, Italiachecambia.org, che è diventato un pun-
to di riferimento per chi sta cercando di cambiare
in meglio sé stesso e il mondo.
Da un viaggio solitario in camper, oggi mi ritrovo
con 14 colleghe e colleghi con i quali raccontia-
mo attraverso interviste, video, articoli, rassegne
60
stampa, mappe, visioni, migliaia e migliaia di storie
positive. Un mondo fantastico, no?
Eppure non sono tutte rose e fiori. In questi die-
ci anni di esplorazione del nostro Paese – non-
ché nei precedenti dieci in cui ho cercato di fare
il giornalista nel miglior modo possibile – ho vis-
suto cocenti delusioni, ho toccato con mano la
decadenza, la faciloneria porta all'esasperazione,
gli ego ipertrofici di chi predica il cambiamento e
vive il suo opposto. Ma vado avanti, con l’obietti-
vo di raccontare nuove storie di persone che, no-
nostante tutto, ce la fanno. Nonostante le mafie,
nonostante la mancanza di soldi, nonostante le
delusioni, nonostante il senso di solitudine, nono-
stante la burocrazia, nonostante la politica, nono-
stante il Covid, il green pass, nonostante.
GLI ITALIANI SONO PRONTI PER UN
CAMBIAMENTO SISTEMICO
Secondo le stime più pessimistiche sono otto mi-
lioni gli italiani che già oggi viaggiano, mangiano,
comprano, educano i figli in modi diversi da quelli
cosiddetti mainstream. O quantomeno vorreb-
bero farlo. Otto milioni di persone su cinquanta
milioni di maggiorenni. Circa il 12 % degli italiani
sono pronti a un cambiamento sistemico, a livello
individuale e collettivo. Di questi, solo una picco-
la parte è consapevole dello straordinario potere
che la singola persona può esercitare nel suo agi-
re quotidiano. La maggior parte di loro, inoltre, è
convinta di essere sola, strana, isolata, circondata
da un mondo fatto di mediocrità, squallore e cor-
ruzione. Ma la verità, per una volta, è infinitamen-
te migliore della sua rappresentazione mediatica.
Otto milioni di persone sono una fetta di mercato
importantissima per chi investe – davvero – nel-
la sostenibilità. Otto milioni di persone sono una
rete di persone diffusissima per chi decide di lavo-
rare nel sociale o a favore dell’ambiente.
Ed è un’Italia trasversale, che tocca tutti i campi:
il mondo delle imprese, rappresentato da azien-
de virtuose, esperienze di workers buyout, reti di
economia per il bene comune, cooperative (ve-
ramente) sociali, B Corp, e così via; il mondo della
scuola, con insegnanti, presidi e genitori che af-
frontano il fallimento del modello attuale dentro
e fuori la scuola pubblica; associazioni, gruppi e
individui che ottengono risultati straordinari nelle
periferie difficili, nell’integrazione degli immigrati
e dei disabili e così via; giovani che tornano a col-
tivare la terra o avviano fab lab e laboratori digi-
tali; cittadini che rompono i muri della diffidenza
creando laboratori di progettazione partecipata o
cittadinanza attiva e potremmo continuare così
per intere pagine.
3.000 PROGETTI CONCRETI
Abbiamo parlato di stime (otto milioni di italiani
consapevoli secondo la più pessimistica). Diamo
qualche altro numero. In Italia ci sono circa quat-
tro milioni e mezzo di volontari. I giovani che tor-
nano a popolare le campagne e il recupero dei bor-
ghi abbandonati sono in costante crescita. Mentre
l’agricoltura chimica soffre, il mondo del biologico
e dell’agricoltura naturale va a gonfie vele. L’Ita-
lia è tra i primi Paesi al mondo – dopo l’India – per
percentuale di vegetariani (circa l’8%).
Io, solo nel mio primo viaggio in camper durato
sette mesi e sette giorni, ho incontrato circa 450
progetti di cambiamento concreto in atto. Da al-
speciale liberi, autentici e felici
Mentre un’Italia languisce nella
crisi, quindi, ce n’è un’altra che,
pur se tra mille difficoltà, funziona
e sposa sostenibilità ambientale,
sociale e umana con risultati
economici e crescita occupazionale
lora sono passati nove anni e io ne ho incontrati e
censiti oltre 3.000.
Nel 2019 abbiamo ricontattato tutti i progetti inse-
riti nella nostra mappa (in quel momento erano circa
1.800). Il dato che più ci ha sorpreso è stata la lon-
gevità di queste iniziative. Delle 450 incontrate nel
mio primo viaggio solo una manciata si era arenata
e quasi sempre per motivi personali (liti tra i soci,
scelte personali) o per lutti. Il 95% dei progetti non
solo era sopravvissuto ma era addirittura cresciuto
in questi anni di crisi, ottenendo successi nel sociale,
nel mondo agricolo e ambientale e – quando portati
avanti da imprenditori – ottenendo persino un au-
mento di occupati e di fatturati.
E con la pandemia mondiale e i vari lockdown an-
cora una volta questi mondi hanno dimostrato
una resilienza incredibile.
Durante il 2020 e il 2021, infatti, molte di queste
iniziative si sono dimostrate fondamentali per
aiutare chi incontrava problemi economici o so-
ciali. Molte start-up o progetti innovativi hanno
avuto la capacità di innovarsi e stare al passo con
i tempi.
Molti insegnanti non si sono arresi in modo pas-
sivo alla didattica a distanza ma hanno cercato in
tutti i modi di attutire il disagio a cui sono andati
incontro i/le giovani. E così in ogni ambito.
APPROFONDISCI
Il lavoro di ricerca, racconto e mappatura di
Daniel Tarozzi e dei suoi colleghi a va avanti,
seguilo su italiachecambia.org
Ù LIBRO CONSIGLIATO
Daniel Tarozzi
Cambia-menti
L’Italia che cambia per
cambiare il pianeta:
dalla teoria alla pratica
Amrita, 2021
61

VIVERE
IN UNA COMUNITÀ
INTENZIONALE
L’esempio di LUMEN, un ecovillaggio indipendente
economicamente dove si vive in profonda connessione
con se stessi, la natura e la comunità
ALEXIA CASSINARI | RESPONSABILE DELLA COMUNICAZIONE PER LUMEN
L’
Ecovillaggio LUMEN è una comunità in-
tenzionale tra le più longeve e prospere
d’Italia. Una comunità di famiglie, fondata
nel 1992 da Davide Pirovano e Milena Si-
meoni, che ha aderito a un esperimento sociale
incentrato sui valori del rispetto dell’ambiente,
della crescita spirituale, della solidarietà e della
promozione della salute. Grazie al loro ragguar-
devole spirito di accoglienza, altre persone trova-
rono alloggio nella grande cascina e contribuirono
a ristrutturare l’immobile e ad ampliare le attività
dell’associazione. Si è venuto così a creare negli
anni l’ecovillaggio LUMEN, attualmente abitato da
circa 60 persone. Persone mosse da ideali di pace,
62
etica, rispetto per l’ambiente, attenzione allo svi-
luppo armonico degli esseri umani attraverso la
promozione di sani stili di vita.
SCUOLA, ECOVILLAGGIO E APS
LUMEN nasce in un paesino di 800 abitanti della
Bassa Piacentina e in pochi anni diventa uno dei
più importanti ecovillaggi d’Italia, raggiungendo
nel 2019 anche una dimensione europea, grazie
al progetto SALUS (una rete composta da diverse
organizzazioni, profit e no profit con sede in molti
Paesi europei). LUMEN APS è infatti capofila del-
la Rete Europea SALUS con l’obiettivo di porre al
centro delle politiche europee la promozione del-
Quello dell’ecovillaggio
LUMEN è un percorso
di crescita coerente e
fortemente ancorato ai valori
fondanti, reso possibile grazie
al prezioso apporto delle
centinaia di soci e di volontari
che annualmente supportano
le attività associative
la salute e della sostenibilità ambientale. L’ecovil-
laggio LUMEN adotta diverse strategie eco-so-
stenibili: dalla produzione di energia rinnovabile
alla riduzione degli sprechi alimentari, dalla con-
divisione delle auto alla dieta a base vegetale con
prodotti locali biologici, dalla promozione di salu-
te naturale alla piantumazione di essenze arboree,
dalla riduzione dell’uso di farmaci alla riduzione di
detergenti.
Nel 2001 sono iniziate anche le prime attività
educative rivolte ai più piccoli e nel 2014 ha preso
avvio un progetto di educazione parentale per la
scuola primaria sviluppando delle attività forma-
tive innovative.
speciale liberi, autentici e felici
Mappa della rete dei
villaggi ecologici in Italia
Sono tante le associazioni, comunità, ecovillag-
gi e progetti comunitari che uniscono, dal Pie-
monte alla Sicilia, persone che condividono una
visione comune di ideali ecologici, spirituali e di
stili di vita in cui si mette al centro la comunità.
Si definiscono comunità resilienti, in grado di ri-
costruirsi in seguito a un cambiamento esterno,
mantenendo il proprio funzionamento e restan-
do sensibili alle opportunità positive che la vita
offre. Tali centri hanno caratteristiche comuni:
• agricoltura bio e naturale, coltivando la mag-
gior parte del cibo che si mette in tavola,
• edifici progettati o ricostruiti seguendo i detta-
mi della bioedilizia,
• ridurre il consumo di acqua, utilizzando la fito-
depurazione o la raccolta dell’acqua piovana
per irrigare i campi ecc.,
• uso di fonti di energie rinnovabili (energia sola-
re, idroelettrica, eolica ecc).
Inoltre, nell’ecovillaggio si privilegia una moda-
lità di convivenza che permette al singolo e alla
famiglia di essere inseriti in una rete di coope-
razione, condivisione e sostegno reciproco.
Molti di questi ecovillaggi offrono ospitalità a
quanti vogliano conoscere e trascorrere qual-
che giorno – o soggiorni più lunghi – calandosi
nella vita comunitaria. https://ecovillaggi.it/
Quello dell’ecovillaggio LUMEN è un percorso di
crescita coerente e fortemente ancorato ai valori
fondanti, reso possibile grazie al prezioso apporto
delle centinaia di soci e di volontari che annual-
mente supportano le attività associative.
Una delle caratteristiche peculiari di LUMEN, che
lo distinguono da altre esperienze, è la sua totale
indipendenza economica.
In LUMEN si è sviluppata una capacità imprendito-
riale comunitaria che ha permesso di realizzare at-
tività lavorative etiche in diversi settori di attività,
che permettono di creare la prosperità necessaria
alle famiglie residenti. Nel 2009 nasce VIS NATU-
RAE una cooperativa di lavoro che attualmente
gestisce attività di formazione nel campo della
naturopatia, delle pratiche olistiche, del massag-
gio e della cucina naturale; gestisce attività di be-
nessere presso il centro di San Pietro in Cerro (PC)
e un centro benessere olistico all’interno delle
Terme di Tabiano (PR); gestisce una piccola casa
editrice, LUMEN Edizioni, e un e-commerce di pro-
dotti etici di elevata qualità per il corpo, la mente
e lo spirito.
63
 speciale liberi, autentici e felici

UNO SGUARDO AL FUTURO
A partire da marzo 2020, con il primo lockdown
l’Ecovillaggio LUMEN ha visto accrescere l’inte-
resse di sempre più persone. Interesse che è au-
LA SCUOLA
provincia di Firenze, ristrutturando tre insedia-
menti abbandonati in mezzo ai boschi del Mugello.
Un luogo dove poter sviluppare le attività tipiche
di LUMEN, oltre ad attività di produzione agricola

mentato negli ultimi mesi a causa della pressione
dovuta alle crescenti restrizioni delle libertà per-
sonali. Per far fronte a questa richiesta LUMEN
si sta preparando, costruendo nuove abitazioni
ecologiche nell’ecovillaggio di San Pietro in Cer-
ro e progettando il secondo ecovillaggio LUMEN
all’interno della tenuta toscana di San Cresci, in
SENZA LE PARETI
sostenibile e di ecoturismo. In poche parole LUMEN
è un laboratorio permanente di sperimentazioni
sociali, economiche, culturali, spirituali, ambientali.
CONTATTI
Per iniziare a conoscere questa esperienza È nel bosco: non ha aule, lavagne, gerarchie ed è resiliente
comunitaria, iscriversi a una giornata aperta
INTERVISTA A FRANCESCO LANZARINI | CO-FONDATORE DELLA SCUOLINA SELVATICA DI QUARTO
o a uno dei webinar che si svolgono a LUMEN
A CURA DI MARIANNA GUALAZZI
visita: www.ecovillaggiolumen.it

CHE COS’È UN APS

Una APS, Associazione di Promozione Sociale,
è una associazione del settore terziario, che Ù LIBRO CONSIGLIATO
svolge attività di interesse generale a favore
dei propri associati, dei loro familiari e di ter- Davide Maria Pirovano
ze persone. Oltre agli associati, l’attività viene 108 Meditazioni
portata avanti dai volontari o anche da lavora- per una Vita Consapevole
tori dipendenti o autonomi.
Il lock-down di Marzo 2020 ha
Tra le attività che vengono portate avanti dalle
trasformato in meglio la vita
APS ci sono: le attività di raccolta fondi, gestio-
ne del proprio patrimonio sia mobiliare che im- di tante persone e questo è il
mobiliare, organizzare viaggi e soggiorni, ven- loro percorso
dere beni di terzi a titolo gratuito. Lumen Edizioni, 2020

S
i definiscono “un gruppo di sognatori che
insieme stanno co-creando una comunità
educante nelle colline di Quarto di Sarsina
(Emilia Romagna)”. Questa comunità è la
Scuolina Selvatica, un progetto di educazione li-
bera e consapevole in natura dai 3 ai 12 anni.
La loro scuola ha davvero poco a che vedere con
quella che tutti siamo abituati a immaginare, ma
in questi tempi così difficili e incerti i progetti di
questo tipo si stanno dimostrando più duttili di
fronte ai cambiamenti: ce lo racconta Francesco
Lanzarini, tra i co-fondatori del progetto.
Ciao Francesco, su quali sono basi pedago-
giche si fonda il vostro progetto educativo?
Scuolina Selvatica racchiude, nel proprio nome, gran
parte dei riferimenti culturali e pedagogici su cui si
fonda e il senso della visione che la sostiene. Il ter-
mine Scuola, dal greco skolé, si riappropria del pro-
prio significato originario di ozio, tempo libero inteso
come tempo in cui dedicarsi a scoprire e coltivare le
proprie passioni e i propri interessi, mentre il termine
selvatico, oltre a suggerirci l’idea di riavvicinarci alla
natura e di ristabilire una connessione autentica con
la terra, diventa una categoria umana nella misura

64 65

in cui selvatico è ciò che cresce spontaneamente,
senza condizionamenti, e traccia autonomamente il
proprio percorso. L’obiettivo primario di un progetto
come il nostro di educazione libera e consapevole in
natura è quello di accompagnare i bambini e le bam-
bine nello scoprire le proprie capacità, le proprie
passioni e i propri interessi fornendo loro strumenti
che consentano di essere in grado di ascoltarsi, saper
stare in un gruppo in maniera attiva e costruttiva e
comprendere i meccanismi e i processi che portano
a nuovi apprendimenti, in modo che possano creare
il loro percorso di istruzione e di crescita in maniera
sempre più autonoma.
La maggior parte dei bambini, oggi nel 2021,
passa dalle 5 alle 8 ore a scuola al banco con
la mascherina: come si svolge una giornata
tipo alla scuola selvatica?
La giornata a Scuolina Selvatica comincia con pic-
coli compiti pratici del prendersi cura come innaf-
fiare l’orto, dar da mangiare agli animali, prepa-
rare il Cerchio e allestire il tavolo della merenda.
Prosegue con un momento di Circle Time molto
importante per noi e conclude la mattinata con
le attività didattiche a carattere laboratoriale ed
esperienziale. Arriva il momento del pranzo e ini-
zia il tempo dell’ozio in cui ognuno si dedica alle
attività che gli vanno in quel momento o sempli-
cemente non fa nulla. La giornata poi si conclude
con una piccola pratica quotidiana di gratitudine
che chiamiamo Cerchio della Gratitudine.
Avete un’aula al chiuso o tutto avviene nel bosco?
A Scuolina Selvatica cerchiamo di tornare al nu-
cleo, all’origine delle cose e dei processi. Le aule
66
che prediligiamo sono quelle che etimologica-
mente si rifanno a spazi aperti, ariosi, quindi campi
e boschi. Gran parte della giornata viene passata
all’aperto, nel bosco di querce, pini, carpini e fras-
sini che ci accoglie in tutte le vesti che indossa a
seconda delle stagioni. Abbiamo tende e tendoni
che ci fanno da riparo dalle intemperie e ci offro-
no l’opportunità di svolgere attività che richiedo-
no un maggiore raccoglimento e una saletta in cui
teniamo i materiali e gli strumenti più delicati e
dove svolgiamo alcune attività e laboratori.
Come avete vissuto la pandemia?
La pandemia è ed è stato un momento che ci met-
te tutti sotto forte pressione e, in quanto tale, ci
impone, a mio avviso, di fare scelte radicali, in un
senso o nell’altro. Essa ha indubbiamente aspetti
tragici, ma preferiamo viverla come l’opportunità
di fare quel salto evolutivo che ci porterà davvero
a essere il cambiamento che vogliamo vedere nel
mondo, come diceva Gandhi.
In questi tempi così difficili, credi che la
realtà educante che state nutrendo e col-
tivando si sia dimostrata più resiliente ri-
spetto ai sistemi educativi tradizionali?
Ho l’impressione che le realtà educative tradi-
zionali si stiano sempre più irrigidendo di fronte
all’avanzare di questi “tempi difficili”, mostrando
sempre più il proprio lato autoritario e di industria
dei saperi con una funzione più politica che peda-
gogica. Un corpo che si irrigidisce sempre più è un
corpo che non si adatta al cambiamento e lenta-
mente muore. Non emetto giudizi, né credo che
realtà come la nostra siano migliori, ma sicura-
speciale liberi, autentici e felici
mente si dimostrano più resilienti perché dentro
il flusso autentico del cambiamento che è in atto
già da tempo.
Le coscienze si stanno risvegliando e sempre
più persone cercano un’alternativa: mol-
te famiglie vogliono avvicinarsi alla realtà
delle scuole parentali, spesso sapendone
poco o nulla. Come spiegare loro che si trat-
ta, prima di tutto, di un passaggio di presa
di responsabilità e non delega?
In questo ci aiuta molto Giacomo Boschi, co-fon-
datore di Scuolina Selvatica e referente LAIF (L’As-
sociazione Istruzione Familiare) della regione Emi-
lia-Romagna, sempre preoccupato che “si deleghi
un po’ troppo”. Raccontando la sua esperienza di-
retta di homeschooling con le sue due figlie, invita
sempre le famiglie che si avvicinano al progetto,
a considerare quello che facciamo come attività
mirate, proposte e un accompagnamento da par-
te di persone con competenze specifiche che va
a sostenere il percorso scelto innanzitutto dalla
famiglia che si prende in carico, in tutto e per tut-
to, l’educazione e l’istruzione dei propri figli e delle
proprie figlie.
Qualche consiglio pratico per chi volesse
dare vita nel proprio territorio a una realtà
simile alla vostra…
Siamo desiderosi di fare rete con gruppi che vo-
gliano attivare progetti sociali innovativi e voglia-
mo aiutarli per quanto ci è possibile, almeno quelli
un po’ più vicini a noi. Per iniziare un percorso del
genere, al di là della preparazione e dell’organizza-
zione, credo serva innanzitutto una visione chiara,
67
 da donna a donna

con intenti ben definiti e condivisi dal gruppo, che

vadano a conformare un’identità forte ed essa,
con la sua forza e autenticità, attrarrà inevita-
bilmente ciò che deve attrarre. Non c’è nulla che
possa realmente ostacolare qualcosa che è così
profondamente sostenuto a vari livelli.

So che avete lanciato una raccolta fondi per

l’acquisto di un pulmino: com’è andata?
Siamo stati fortunati. Ci sono persone intorno a
noi che credono talmente tanto nel nostro pro-
getto che hanno deciso di sostenerlo in maniera
molto concreta, come Hubert e Lucilla di Reme-
dia, Francesco Rosso di Macrolibrarsi, Massimo
Corbara ed altri, mentre tante altre persone han-
no deciso di offrirci il loro sostegno altrettan-
to prezioso donandoci il loro tempo, offrendosi
come volontari o prestandosi per svolgere lavori
manuali fondamentali per lo svolgimento del-
le nostre attività. Da poco ci è stato donato un
pulmino nove posti per realizzare il nostro sogno
di diventare un po’ più itineranti e andare a im-
parare attraverso esperienze dirette nel mondo.
Siamo molto grati a tutti coloro che danno il loro
sostegno e contributo a ciò che stiamo nutrendo
con grande passione.

APPROFONDISCI
Fb Scuolina Selvatica_educazione libera e
consapevole in natura
https://www.laifitalia.it

GUARDA
Erika Di Martino ci spiega che cos’è l’home-
schooling e come possiamo fare per capire
se è la scelta giusta per noi: guarda il video!
https://www.youtube.com/watch?-
v=IHa9WTwyjqc

Ù LIBRO CONSIGLIATO
Alexandra Schwarzer
Giocare
tra gli Alberi
Attività nel bosco con le
corde secondo la peda-
gogia della natura
Il Leone Verde, 2013

68 69

NATA LIBERA
Diventare ostetrica libera professionista è anche una scelta di
libertà per sé, per la donna, la coppia e il bambino
INTERVISTA A MARTINA SARTI | OSTETRICA LIBERA PROFESSIONISTA
A CURA DI MARIANNA GULAZZI
H
o conosciuto Martina Sarti sei anni fa:
aspettavo il mio terzo figlio, lei si era da
poco laureata e teneva un corso di gin-
nastica pre-parto in un ambulatorio di
medicina integrata nella mia città. Mi raccontò
che stava provando diversi concorsi per entrare
nel pubblico e che nel frattempo aveva iniziato
a collaborare con alcune realtà private. Quando
ci incontriamo nuovamente la ritrovo mamma e
ostetrica libera professionista: ha deciso di lasciar
perdere il posto fisso e dedicarsi all’assistenza al
parto in casa, all’accompagnamento delle coppie
alla genitorialità, alla pratica del portare i piccoli,
alla ciclicità femminile, il problemi mestruali, alle
difficoltà di concepimento.
Martina, perché hai deciso di diventare
ostetrica?
È stato molto spontaneo. Quando, a 19 anni, ho fi-
nito il liceo e mi sono avvicinata al pensiero dell’u-
niversità non ho dovuto vagliare tante opzioni. La
facoltà di ostetricia è stata in modo molto fluido
la mia direzione. Ero affascinata dalla nascita, for-
se l’arrivo di mio fratello pochissimi anni prima
aveva innescato il mio processo. Chissà!
70
Quando hai capito che il lavoro in ospedale
non faceva per te?
L’ho capito dopo aver intrapreso la via da libe-
ra professionista. Ho aperto partita iva per caso,
per iniziare a lavorare nella zona e collaborare con
centri del circondario. Pensavo sarebbe stata una
parentesi momentanea, per tenermi impegnata
mentre studiavo per i concorsi pubblici.
La realtà però è che poi mi sono appassionata, ho
scoperto quante cose avrei potuto fare e non è
stata più un’esigenza entrare in ospedale.
Qual è la differenza tra un’ostetrica che la-
vora in struttura e una libera professionista?
Ce ne potrebbero essere diverse. Quella per me più
significativa riguarda la continuità assistenziale.
Nel mio lavoro mi capita, ad esempio, di prendere
in carico le donne al primo trimestre di gravidanza
e di seguirle per diversi mesi oltre il parto. A vol-
te addirittura le incontro nel pre concepimento.
Questa è la continuità! Mi consente di conoscere
le persone, instaurare una relazione, comprende-
re meglio i bisogni, i vissuti, le risorse. Accompa-
gnare. Sembrano “cose romantiche” o secondarie,
in realtà è un criterio di sicurezza davvero impor-
tante. In ambito ospedaliero o consultoriale, per
come sono organizzate le cose ora in Italia, c’è una
frammentazione consistente del percorso.
Ritieni che la tua sia una scelta di libertà? In
che senso?
In parte sì! Come libera professionista posso de-
cidere come lavorare, che tipo di ostetrica essere,
di cosa occuparmi. Seguo indicazioni scientifiche e
linee guida a cui mi rifaccio per prendere decisioni
o affiancare nelle loro scelte le famiglie, però non
ho l’obbligo di agire secondo procedure o proto-
colli come se lavorassi in ambito pubblico. Mi pia-
ce inoltre essere presente sul territorio per offrire
un’opzione diversa, una possibilità meno cono-
sciuta. È anche una scelta di attitudine, la mia:
l›aspetto relazionale, comunicativo e di scambio
sono importanti per me e la mia attuale modalità
lavorativa mi consente di dare ampio spazio anche
a questo.
Oggi nel nostro Paese il parto in casa, o in
casa maternità, è scelto da una piccolissima
percentuale di donne e coppie (0,1%): forse
è un’opportunità che non si conosce, forse
si pensa che non sia sicuro e che l’ospedale
garantisca standard di sicurezza e benesse-
re più elevati? Sfatiamo qualche falso mito?
Temiamo il parto a domicilio perché ci immaginia-
mo qualcosa di retrogrado e pericoloso. Forse lo
colleghiamo alla nascita di 100 o 200 anni fa. Tut-
tavia non è così, i criteri di sicurezza, la preparazio-
ne di chi assiste, le risorse a disposizione sono ben
diverse rispetto ai secoli scorsi.
È una possibilità regolamentata dalla legge in
tutta Italia e in Emilia Romagna, dove lavoro, così
come in altre Regioni, è anche previsto un rimbor-
so per le famiglie che scelgono questa via.
È tutto fuorché qualcosa di lasciato al caso. Inol-
tre studi recentissimi parlano chiaro dicendo che
se permangono le condizioni di fisiologia il parto
a casa è sicuro come quello in ospedale. La dif-
ferenza è che generalmente le donne sono mag-
giormente soddisfatte dell’esperienza. E anche
questo è scritto negli studi.
La violenza ostetrica esiste ancora oggi, di
cosa si tratta?
La violenza ostetrica esiste eccome. E si esprime
ogni volta che si manca di rispetto a una donna
e alle sue competenze, ogni volta che atteggia-
menti, azioni, parole sviliscono o de-umanizzano
la procreazione, il corpo, la nascita.
Si verifica quando gli operatori, la scienza, la pra-
tica clinica si mettono, senza consenso, al primo
posto accentrando su di sé il processo che la don-
speciale liberi, autentici e felici
na sta vivendo. Si verifica quando si “patologizza”
un evento naturale o si eccede nell’uso della me-
dicalizzazione.
È un grosso problema dei tempi nostri.
Credi che per una donna partorire in casa
sia una scelta di libertà? Perché?
Penso che prima di tutto sia una scelta di gran-
dissima consapevolezza. Chi si orienta sul parto a
casa in genere ha molto pensato, riflettuto, rac-
colto informazioni, ascoltato i propri bisogni e le
proprie paure. Ha ampiamente valutato che tipo di
esperienza desidera vivere o in che modo desidera
accogliere il proprio bambino.
E poi sì, certamente, per come funziona la nascita
a domicilio e per il percorso che si intraprende è
decisamente la scelta di chi vuole sentirsi libero di
scegliere. Questo senza dubbio.
APPROFONDISCI
www.ostetricamartinasarti.it
Uno studio norvegese sulla sicurezza del par-
to in casa:
https://www.sciencedirect.com/science/ar-
ticle/abs/pii/S1877575612000481
Linee di indirizzo per la definizione e l’orga-
nizzazione dell’assistenza in autonomia da
parte delle ostetriche alle gravidanze a basso
rischio ostetrico (BRO)
https://www.salute.gov.it/portale/docu-
mentazione/p6_2_2_1.jsp?lingua=italia-
no&id=2836
GUARDA
Il grande ostetrico e ginecologo Michel Odent,
pioniere della nascita naturale, ci parla di come
la nascita influenza tutta la nostra società.
https://macrogo.to/michel-odent
Ù LIBRO CONSIGLIATO
Michel Odent
La Scientificazione
dell’Amore
L’importanza dell’amore
per la sopravvivenza
umana
Macro Edizioni
Edizioni Enea, 2021
71

MOLLO TUTTO E
VADO IN UN MASO
Come sfuggire a una carriera che tutti pensano perfetta per te e
scegliere di dedicarti alla natura e a quello che ti fa stare bene
ERIKA DI MARINO | DOTTORESSA IN SCIENZE FORESTALI E AMBIENTALI, AUTRICE DI LIBRI PER BAMBINI
N
on mi ritengo un esempio da seguire, per
quanto riguarda la gestione della vita
quotidiana. Ho 45 anni, una figlia e un
marito e sto ancora costruendo una pro-
fessione, che mi rappresenti veramente. Ma forse
potrei essere un’ispirazione, per l’amore profondo
che mi lega alla natura da sempre e mi ha i spirato
una vita essenziale, fatta di poche cose, solo quel-
le che servono veramente.
CORRERE, CORRERE E ANCORA
CORRERE
Ho sempre preteso molto da me nello studio, nel
lavoro, negli hobbies e nei rapporti personali. Circa
15 anni fa, durante il Dottorato di ricerca all’este-
ro, ho cominciato ad accusare i primi segnali di ce-
dimento del mio corpo. Ho continuato imperter-
rita la mia vita, bevendo 10-12 caffè al giorno per
essere più efficiente, senza cambiare il mio stile di
una virgola. Negli anni ho accumulato numerosi
concorsi, diverse esperienze lavorative, ma non
ero mai soddisfatta. Volevo dimostrare sempre
qualcosa in più.
In questo lungo percorso di evoluzione, e risveglio
ho avuto la possibilità di lavorare per mia fortuna
anche a stretto contatto con la natura, in un viva-
io forestale in una bellissima valle dell’Alto Adige.
E lì pian piano qualcosa dentro di me è cambiato.
La vita semplice scandita dalla natura e il contatto
con il mondo steineriano, hanno risvegliato la mia
72
vera essenza, ma non ne ero consapevole. Perce-
pivo attraverso le mani l’energia degli alberi, delle
erbe, il pensiero era più libero, ma per me non era
ancora il momento di cambiare vita.
QUANDO TUTTI SI ASPETTANO UNA
CARRIERA BRILLANTE
Ho iniziato ad avere interesse per la medicina na-
turale e a ricercare tutto ciò che mi potesse spie-
gare il rapporto tra uomo e natura. Ma con una
laurea e un dottorato, tutti si aspettano da te una
carriera brillante. Non mi ero mai chiesta se fos-
si veramente felice e ho continuato ancora per
anni a interpretare quel ruolo. La mia sofferenza
si mostrava sempre attraverso malattie e disturbi
di diverso tipo, alcune volte incomprensibili. Con-
tinuavo imperterrita a cercare un posto di lavoro,
che mi desse il giusto riconoscimento. Poi la vita
mi ha riservato brutte sorprese come madre: una
maternità difficile e sofferta, ed è stato il primo
punto di svolta. Ho cominciato a scrivere libri per
bambini e ragazzi, per consolarmi. Abbiamo senti-
to come famiglia la necessità di tornare a vivere
in montagna dopo un breve periodo in città. Per
me così era molto complicato conciliare il lavoro
con il ruolo di madre, ma il legame con il mondo
naturale diventava sempre più profondo. La libera
professione mi permetteva di occuparmi di peda-
gogia forestale, incontrare molte persone, di po-
termi esprimere anche a livello artistico, ma i rit-
speciale liberi, autentici e felici
mi continuavano ad essere per me troppo veloci.
I problemi di salute sono continuati fino alla pan-
demia. Quelli del primo lockdown sono stati i mesi
più duri e difficili della mia vita: la solitudine, l’ul-
timo aborto, il cuore che cede ad entrare e uscire
dagli ospedali, perché il corpo è fuori controllo.
Per me è stato un grosso sconvolgimento: mi rite-
nevo una roccia, indistruttibile, caparbia e tenace.
Invece il mio corpo, finalmente, mi aveva obbliga-
ta a fermarmi e ed ascoltare quei bisogni mai ac-
colti, la voce dell’anima.
MOLLO TUTTO E VADO A VIVERE IN
UN MASO
Da lì è cominciato il vero cambiamento. In questo
frangente abbiamo avuto la fortuna di poter re-
alizzare un sogno, custodito nel cassetto da anni.
Mio marito e io abbiamo investito tutti i nostri
risparmi e tutte le nostre conoscenze tecniche
acquisite negli anni di lavoro e di studio, acqui-
stando un piccolo maso in un paese tra il Trentino
e l’Alto Adige. La nostra azienda è molto piccola
ed è ancora in avviamento, ma mi ha permesso di
recuperare meglio e più velocemente lo stato di
salute. Quest’anno oltre alla scrittura, ho comin-
ciato, affiancata sempre da mio marito, a coltivare
erbe officinali e antiche varietà di cereali in modo
sostenibile. Non è facile perché c’è ancora molto
lavoro, ma finalmente ho avuto la possibilità di
usare tutto il mio bagaglio di conoscenze. Non ci si
può improvvisare in questo tipo di attività, per-
ché sono necessari molto impegno, competenze,
costanza e risorse economiche. Si devono preven-
tivare anni in cui i guadagni sono scarsi o nulli. Ci
si deve abituare a vivere con poco e soprattutto a
ritornare a fare le cose in casa, come si faceva una
volta. Il mio cambiamento sará completo, quando
terminerò i miei studi e potrò effettuare tratta-
menti energetici, aiutando le persone a riconnet-
tersi con la natura, ma soprattutto le donne che
come me attraversano il lutto legato alla mater-
nità, per guarire corpo, mente e anima.
Ù LIBRO CONSIGLIATO
Erika Di Marino
con illustrazioni di
Michela Molinari
Gli alberi
delle streghe
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73

IO MI CURO DA SOLA
Da 16 anni di dolore cronico a uno stato di benessere duraturo,
lavorando sulla rieducazione neuroplastica e sul riequilibrio
del sistema nervoso
MAURA CAVALCANTI | HEALTH PERFORMER E TERAPEUTA PAS
H
o sofferto per circa 16 anni di fibro-
mialgia e dolore cronico. Una miriade di
sintomi avevano preso il sopravvento
sulla mia vita. Potevo consumare solo
pochi alimenti. Avevo intrapreso vari tipi di die-
te a eliminazione, utilizzando solo cibi biologici,
interpellato e seguito alla lettera moltissimi me-
dici, ingerito integratori, assunto antidepressivi
e addirittura antiepilettici. Ma alla fine mi ero ri-
trovata a dover fare i conti con una sensibilità al
mondo in generale.
Con il tempo anche le sostanze chimiche erano di-
ventate un veleno al quale si aggiungeva una ec-
cessiva sensibilità ai campi elettromagnetici.
Non sopportavo più nulla, ero diventata intolle-
rante all’ambiente intorno a me, ero ufficialmente
un ipersensibile, una malata di Sensibilità Chimica
Multipla (MCS) ed elettrosensibilità (EHS).
Ero ricorsa all’isolamento e a un ricovero in una
clinica specializzata dove mi avrebbero dovuto
aiutare con l’integrazione di nutrienti, una terapia
di immunizzazione e un protocollo detossifican-
te, proteggendo la mia persona in ambienti “bo-
nificati”, lontano da esposizioni chimiche. Anche
quest’ultimo tentativo si era dimostrato inutile.
74
La mia vita era stata stravolta, avevo dovuto ri-
nunciare al mio lavoro, alla mia famiglia, ero co-
stretta a fuggire e a perdere ogni contatto sociale.
IL LIMBO: RICERCA E CONSAPEVOLEZZA
Sono stati la mia testardaggine e il non volermi
arrendere che mi hanno permesso di continuare a
cercare una via d’uscita e a non farmi schiacciare
dai verdetti infausti dei tanti medici.
Parlando 5 lingue ho iniziato a ricercare materiale
scientifico, pubblicazioni e testimonianze di guari-
gione, in ogni parte del pianeta.
Ho scoperto che tutte queste sindromi avrebbero
una radice comune che è la Sensibilizzazione Cen-
trale (CSS), un nuovo concetto alquanto recente,
che definisce una risposta esagerata del sistema
nervoso centrale nei confronti degli stimoli.
L’OMS ha raggruppato sotto l’acronimo CSS ben 13
sindromi, spesso descritte come correlate; si trat-
terebbe cioè di sindromi diverse nell’espressione
ma con una causa di fondo comune, che sareb-
be una disfunzione del sistema nervoso centrale
(SNC).
Fino a questo momento il focus di ogni tratta-
mento da me intrapreso era stato di superficie, ri-
Mi sono eclissata dal mondo per
8 mesi, focalizzandomi solo sul
recupero della mia salute
volto solo ai sintomi senza andare alla sua radice.
Finalmente avevo capito l’importanza di riformu-
lare l’approccio.
Il nuovo paradigma sulla Sensibilità centrale è sta-
to il punto di partenza per cercare di capire qua-
li fossero gli strumenti a disposizione per poter
arrivare alla radice del problema e lavorare sulla
riabilitazione del mio sistema nervoso centrale.
Ho così iniziato ad utilizzare tecniche di direziona-
mento neuroplastico basate sulle neuroscienze e
ad approfondire la relazione tra stress e sistema
nervoso. Mi sono eclissata dal mondo per 8 mesi,
focalizzandomi solo sul recupero della mia salute.
MI PRENDO CURA DELLA MIA SALUTE
Ho studiato ogni giorno da autodidatta, il mio ap-
proccio è stato quello di capire i meccanismi alla
base di queste sindromi e creare un percorso di
allenamento fatto di tappe caratterizzate da una
precisa sequenza. Ho utilizzato molti strumenti
di direzionamento neuroplastico tra quali la tec-
nica cognitivo comportamentale, il DNRS (Dyna-
mic Neural Retraining System), la PNL (Program-
mazione Neuro-Linguistica), il Lightning Process,
la contro-stimolazione neuronale, le esposizioni
controllate, il protocollo MBSR (il metodo per la
riduzione dello stress basato sulla consapevolez-
za), le visualizzazioni, l’autoipnosi, la meditazione,
solo per citarne alcuni.
IL LEGAME FRA MALATTIE
ED EMOZIONI
Secondo la PNEI, la Psiconeuroendocrinoimmu-
nologia, la malattia non nasce solo in ambito fisi-
co, ma viene facilitata e scatenata anche da trau-
mi emotivi, emozioni negative ripetute, stress e
ansie profonde che hanno la capacità di influen-
zare i principali sistemi del nostro organismo.
La PNEI indaga la stretta relazione fra l’aspetto
psicologico, neurologico, emotivo, fisico e biolo-
gico, in condizioni di salute e malattia. Sono que-
sti aspetti infatti che sono in grado di regolare
l’omeostasi del nostro organismo e di facilitare la
malattia quando l’equilibrio viene meno. In quan-
to disciplina olistica, prende in esame l’essere
umano nella sua interezza, non solo dal lato fi-
sico, considerando il sintomo come informazioni
preziose relative al nostro stato di salute.
speciale liberi, autentici e felici
Ho imparato a dominare e trasformare le risposte
automatiche del sistema nervoso nei confron-
ti degli stimoli, del cibo, delle sostanze chimiche
ed elettromagnetiche e ristabilire un equilibrio a
livello del sistema nervoso periferico.
La malattia per me è stata un rito di passaggio
alquanto sofferto, ma una volta uscita dal limbo
sono rinata. Oggi sono grata dell’esperienza che
mi ha insegnato tanto e mi ha reso una donna più
consapevole e forte. La mia vita è cambiata total-
mente, io sono cambiata, ho cambiato Paese, mia
figlia mi ha raggiunto e vive con me e sono molto
attiva sia dal punto di vista fisico che intellettuale.
Aiuto altre persone che hanno deciso di intrapren-
dere lo stesso percorso di riabilitazione neuropla-
stica a fornirsi degli strumenti per poterlo fare.
Ho creato un bellissimo gruppo, una community
di pionieri neuroplastici, che aiuto e che si aiuta-
no tra loro, sostenendosi e condividendo paure e
successi. Nel frattempo, mi sono lanciata nella re-
alizzazione di un progetto ecosostenibile che di-
venterà un centro per ritiri dedicato alle persone
altamente sensibili.
Mi sono formata in Canada come terapeuta per
PAS (Persone Altamente Sensibili) e continuo ad
aggiornarmi con corsi e studi. A chi si trova in una
situazione simile sento di dire che c’è la possibilità
di uscirne, ma bisogna essere mentalmente flessi-
bili, aperti e non crearsi sovrastrutture limitanti. Il
mio motto è: “Si può fare”.
APPROFONDISCI
Per conoscere la storia di Maura più in
dettaglio: www.brainfriends.it
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Alle frontiere della
neuroscienza: storie di
persone che hanno cam-
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75

GUERRIERI
IMMAGINALI
Per fermare un sistema che devasta la natura e la nostra umanità occorre
partire da dentro di noi: Selene Calloni Williams ci insegna come fare
BRIGID O’CONNOR | AUTRICE ESPERTA, DI MINDUFULNESS
L
a crisi pandemica ha evidenziato ancor di
più le molteplici contraddizioni e i falli-
menti della società globale. Il consumismo
sfrenato, la tendenza ancora forte al ma-
terialismo e l’eccessivo razionalismo hanno mo-
strato ormai chiaramente i loro limiti. A varie la-
titudini del globo, i dissesti causati da un sistema
squilibratamente patricentrico stanno ferendo
non solo numerose comunità di persone, ma an-
che nostra Madre Terra. Per comprendere a fon-
do la complessità in cui siamo immersi occorre
superare la mente per ascoltare l’anima. Occorre
diventare “guerrieri immaginali”. Ed è proprio ciò
che ci invita a compiere Selene Calloni Williams.
76
RIVOLUZIONE DELLE COSCIENZE
Per comprendere le varie stonature di stili di vita
troppo frenetici, edonistici e materialisti occorre
uscire dalla gabbia dell’io e aprire le porte al Sé,
andando oltre i parametri mentali di vantaggio,
svantaggio, piacere e dolore. Aprire le porte al Sé
significa accedere alla “medesimezza”, ovvero a
quella dimensione dove gli opposti convivono e il
giudizio è sospeso.
Quando la visione è di assoluta equanimità allora
la mente si calma e possiamo percepire chiara-
mente la voce dell’anima. Per intraprendere que-
sto cammino è necessaria una rivoluzione delle
coscienze.
E chi, meglio di una traghettatrice, sciamana e
cantastorie quale è Selene Calloni Williams, riesce
a fornire gli input indispensabili affinché si possa
attuare tale rivoluzione?
Una rivoluzione delle coscienze ha bisogno di at-
tivismo spirituale e quindi di un recupero dell’ani-
ma. Per questo, Selene, ormai da anni, al mattino
presto (precisamente alle 7.00), compie una stra-
ordinaria operazione sciamanica grazie alle sue
dirette.
Tramite i suoi canali social, raggiunge migliaia di
persone parlando dei più svariati argomenti ri-
guardanti la spiritualità e la crescita interiore. Se-
lene ci fa capire che occorre partire da noi, da den-
tro di noi, per trasformare un sistema che devasta
la natura. Bisogna essere in grado di ascoltare il
cuore e smettere di essere guidati da una mente
iper-razionale. Occorre diventare “guerrieri im-
maginali”.
Le dirette di Selene promuovono una vera e pro-
pria rivoluzione della coscienza. È una rivoluzione
che parte dal modo in cui ci si relaziona agli even-
ti. Come afferma Selene, è la nostra relazione con
i fenomeni che ne determina la qualità, perciò
modificare il nostro modo di percepire la realtà è
trasformare il nostro destino. Diventare “guerrieri
immaginali” significa riprendersi l’anima e il pen-
siero poetico.
Quindi è necessario riportare il divino nella natu-
ra e nel nostro corpo. Per far ciò, spiega Selene,
occorre ritrovare la bellezza, di cui la natura è
manifestazione suprema. Dove c’è bellezza non
c’è morale. La morale discrimina tra gli opposti: il
bene, il male, il vero, il falso. La bellezza unisce e
non ha un opposto (non esiste il brutto in natura).
ANDARE OLTRE LA MENTE
Perché è fondamentale superare i limiti mentali
ce lo spiega Selene ogni giorno. Come più volte ha
sottolineato: «La mente rappresenta il tentativo
dell’uomo di esercitare un controllo, un potere
sulla natura.
La mente non ha altro modo di creare l’illusione
del potere che non sia limitare le infinite possibi-
lità della materia e della realtà a una piccolissima
porzione, quella che essa può controllare. Così
facendo, la mente crea molteplici limiti». Poiché
la mente comune-razionale è limitante, è neces-
sario “plasmare” un’altra mente. Selene parla a tal
proposito di “mente poetica”.
Aurobindo l’avrebbe chiamata overmind. Si trat-
ta di una mente capace di concepire le leggi della
bellezza, che sono leggi di relazione, di armonia, di
equilibrio.
Per sviluppare una “mente poetica” e diventare
guerrieri immaginali bisogna uscire dalla mappa
speciale liberi, autentici e felici
È la nostra relazione con i fenomeni
che ne determina la qualità, perciò
modificare il nostro modo di
percepire la realtà è trasformare il
nostro destino
mentale del mondo, fatta di limiti e impossibili-
tà, e camminare sul fermo suolo della realtà per
trasformare la volontà di potere di una mente
iper-razionale squilibratamente patricentrica nel-
la capacità di amare, propria della mente poetica.
Occorre cambiare il metodo di pensiero.
AMOR-FEDE E LIBERTÀ
La mente comune mantiene l’individuo nel sogno
del consumismo. Per risvegliarsi e per vivere pie-
namente la libertà bisogna ricordare di essere li-
beri e non avere paura.
“Sammasati” si dice sia stata l’ultima parola pro-
nunciata dal Buddha prima di morire e viene resa
con l’espressione “ricorda chi sei”, ricorda che sei
un Buddha, un risvegliato, un essere umano libe-
ro! Selene nelle sue dirette ci rammenta proprio
questo. Il cammino che conduce alla libertà vera
richiede un grande potere con il quale tutti siamo
venuti al mondo, ma che è stato dimenticato: l’a-
mor-fede. Abbracciare il divino, l’invisibile, e anda-
re oltre le credenze comuni sono passi che ci per-
mettono di ritrovare la libertà.
Ciò richiede un superamento del razionalismo e
del paradigma patricentrico. Quando recupere-
remo il profondo legame con la Natura potremo
ritrovare la libertà.
Proprio perché le dirette di Selene hanno riscosso
e stanno ancora riscuotendo un grande seguito,
molte di esse sono state sistematizzate e racchiu-
se nel libro Guerrieri Immaginali (Hermes Edizioni,
2021). Un volume prezioso, che ci spinge proprio
a intraprendere un percorso spirituale, dove la
non-dualità e l’equanimità ci danno la forza per
creare un mondo libero.
Ù LIBRO CONSIGLIATO
Selene Calloni
Williams
Guerrieri
Immaginali
Attivismo immaginale e
rivoluzione dei cervelli
Hermes Edizioni, 2021
77

QUALE COSTITUZIONE
AYURVEDICA SEI?
Scopri le caratteristiche fisiche, emotive e mentali di ognuno
e i rimedi e i consigli per mantenerti in equilibrio
ROMINA ROSSI
L’
Ayurveda, il secolare sistema medico e fi-
losofico indiano, vede la salute come l’e-
quilibrio di tre umori (o dosha) che a loro
volta sono forgiati dai cinque elementi
che compongono il mondo intero: aakash (ete-
re), jala (acqua), prithvi (terra), teja (fuoco) e vayu
(aria).
I tre dosha, Vata, Pitta e Kapha sono responsabi-
li della salute fisica, mentale ed emotiva di una
persona; ognuno, inoltre, definisce particolari
caratteristiche fisiche, emotive, mentali e com-
portamentali. Ecco come riconoscere quello do-
minante.
DOSHA VATA
Costituito dalla combinazione di aria ed etere
(Vata è il vento) è caratterizzato da secchezza, leg-
gerezza e freschezza.
Fisicamente la persona è alta, magra, longilinea,
con scarso sviluppo muscolare. Le ossa e le artico-
lazioni sono fini. I capelli sono generalmente ricci
e radi e le ciglia sottili. Gli occhi possono essere in-
fossati, mani e piedi spesso freddi, le unghie fragili
mentre la pelle appare secca, ruvida e screpolata.
Durante la veglia è energico e molto creativo,
78
anche se si distrae facilmente; ama pensare fuo-
ri dagli schemi. Seppur dotato di memoria breve,
impara rapidamente, ma spesso dimentica altret-
tanto rapidamente.
Ha poca forza di volontà, così come poca tolleran-
za, fiducia e audacia. Nervoso e timoroso, diventa
facilmente ansioso.
Soffre molto il freddo e può avere problemi legati
al sonno, appetito e abitudini alimentari irregola-
ri che lo portano a sviluppare problemi digestivi;
può soffrire anche di problemi di circolazione.
Secondo l’Ayurveda, per una salute ottimale, chi
è Vata dominante dovrebbe seguire una normale
routine quotidiana, gestire lo stress attraverso la
meditazione e altre attività calmanti, mantenere il
corpo caldo evitando il freddo e consumando cibi
e bevande calde.
I sapori piccante, amaro e astringente aumentano
la secchezza e il freddo tipici di Vata; mentre il dol-
ce, l’acido e il salato lo diminuiscono, apportando
maggiore umidità e calore.
A tavola dovrebbe preferire i cibi caldi, “umidi” e
morbidi (frutti di bosco, banane, pesche, verdure
cotte, avena, riso integrale, carne magra, uova,
latticini), ed evitare quelli amari, secchi e freddi
(verdure crude, dessert freddi, frutta secca, noci,
semi).
Fra le piante che possono aiutare a rimuovere l’ec-
cesso di Vata ci sono l’Ashwagandha e lo Shatavari.
Poiché Vata ha una natura “in movimento”, gli
sport più adatti sono quelli che permettono un
movimento costante (bicicletta, corsa, cammina-
re, yoga, tai chi ecc.).
Esempi di dosha Vata dominante sono Mick Jag-
ger e Adrien Brody.
DOSHA PITTA
Pitta è il fuoco, è l’energia della digestione e del
metabolismo corporeo.
La persona con dosha Pitta dominante è gene-
ralmente di media altezza e ha una struttura cor-
porea delicata e snella. Lo sviluppo muscolare è
moderato e di solito ha una carnagione chiara o
rossastra. La pelle è morbida e i capelli setosi ma
sottili e possono avere una tendenza all’ingrigi-
mento precoce.
Poiché Pitta ha un forte metabolismo e una buona
digestione, ha un forte appetito: preferisce i cibi
sia dolci che amari e può mangiare in abbondanza.
La mente di Pitta è acuta, con forte capacità di
concentrazione. È un bravo oratore, con buona
capacità di leadership, anche se a volte la sua na-
tura aggressiva e tenace può generare conflitti
con gli altri. Competitivo per natura, le sfide lo
stimolano, per questo eccelle negli sport. Deter-
minato, ha un forte desiderio di successo.
Può diventare impaziente, soffrire di sbalzi d’u-
more quando ha fame, sviluppare acne e infiam-
mazioni, ed è sensibile al caldo.
Il sapore pungente, aspro e salato aumentano
Pitta, mentre il dolce, l’amaro e l’astringente lo
diminuiscono. Per questo, dovrebbe preferire cibi
leggeri, freddi, dolci ed energizzanti (frutta, ver-
dure non amidacee, avena, uova), ed evitare cibi
pesanti, piccanti e acidi (carne rossa, patate, spe-
zie piccanti).
Fra le erbe ayurvediche che aiutano a bilanciare
Pitta ci sono il Brahmi e il Guduchi.
Poiché il dosha Pitta tende a sforzarsi troppo, do-
vrebbe evitare di allenarsi con il caldo. Gli sport di
squadra sono un ottimo modo per rimanere atti-
vo e soddisfare, allo stesso tempo, la sua naturale
competitività.
Esempi di dosha Pitta dominante sono Madonna
e Bill Gates.
DOSHA KAPHA
Kapha è dato dall’unione di terra e acqua ed è ca-
ratterizzato quindi da freddezza, lentezza e pe-
santezza.
medicina olistica
Fisicamente il Kapha dominante è forte, con corpo
ben sviluppato ma può tendere al peso in eccesso.
La pelle è spessa e lo sviluppo muscolare buono.
La carnagione è chiara, con pelle oleosa, lucida e
grassa, i capelli sono ondulati e gli occhi grandi. Ha
un appetito regolare ma a causa della digestione
lenta tende a consumare meno quantità di cibo.
Caratterialmente è calmo e raramente si irrita, in-
dulgente e pacifico, cerca di mantenere l’armonia
nell’ambiente in cui trova, ma può essere posses-
sivo. Ha una capacità di apprendimento più lenta
ma una volta appresa una cosa difficilmente la
dimentica.
Può avere sonno eccessivo, problemi respiratori
(asma, allergie), rischio più elevato di malattie car-
diache, accumulo di muco, essere suscettibile alla
depressione e necessita di motivazione e incorag-
giamento regolari.
I sapori dolce, acido e salato aumentano Kapha,
aumentando la massa e l’umidità nel corpo e nel-
la mente; il gusto pungente, amaro e astringente
tradizionalmente riducono Kapha asciugando il
corpo.
Fra gli alimenti dovrebbe favorire cibi piccanti,
acidi e sazianti (la maggior parte di frutta e verdu-
ra, cereali integrali, uova, formaggio magro, carne
non lavorata, spezie piccanti) ed evitare alimen-
ti pesanti e “grassi” (grassi, oli, cibi lavorati, noci,
semi).
Fra le erbe che aiutano il suo riequilibrio ci sono
Bibhitaki e Chitrak.
Gli sport attivi come il jogging, l’escursionismo, la
bicicletta o competitivi, soprattutto al mattino,
sono i migliori per tenerlo in equilibrio.
Esempi di Kapha dominante sono George Clooney
e Placido Domingo.
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Il manuale
di Ayurveda
Sattva e Dharma: la via
della realizzazione
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79

TRIPHALA,
FORMULA
DI LONGEVITÀ
La miscela indiana che, tonificando
la digestione, tutela l’intero organismo
LINA SUGLIA PER FITOMEDICAL | ERBORISTA E FITOPREPARATRICE, CONSULENTE SCIENTIFICO E DOCENTE
T
riphala è un caposaldo della Medicina Ayurve-
dica, che lo consiglia da solo o in abbinamento
ad altri rimedi in numerosissime problemati-
che di salute. Si tratta di una miscela in parti
uguali dei frutti di tre alberi: Bibitaki (Terminalia bel-
lirica), Haritaki (Terminalia chebula) e Amla o Amala-
ki (Phyllanthus emblica). Da qui il significato del suo
nome sanscrito “tre frutti”: questi vengono tradizio-
nalmente essiccati e polverizzati, e spesso impastati
con il ghee – il burro chiarificato – o il miele per prepa-
rare rudimentali compresse. La loro assunzione gior-
naliera secondo il Charaka, un antico testo di Ayurveda
del IV secolo a.C., può renderci centenari, liberi dalle
malattie e dai disturbi tipici della vecchiaia.
La medicina indiana evidenzia inoltre che ciascun in-
grediente della miscela interviene armonizzando uno
dei tre dosha vata, kapha e pitta, i costituenti fonda-
mentali del corpo, il cui equilibrio reciproco determina
la buona salute. Grazie alla sinergia dei componenti la
formula è quindi un rimedio completo, indicato a in-
dividui di tutte le costituzioni e di ogni età: favorisce
il loro benessere, aiutandoli a conservare le qualità di
efficienza e vitalità tipiche di un organismo giovane.
GIOVANI E LONGEVI
Su questo aspetto “rinvigorente” è centrata l’ampia
reputazione di Triphala, considerato tra i principali ri-
medi rasayana: si tratta di una categoria di preparati
che, ritemprando specifiche funzioni fisiologiche, in-
ducono un generale effetto ringiovanente, preserva-
no le forze e favoriscono la longevità.
In Triphala l’attività tonica riguarda l’intero sistema
digerente, interessando il cavo orale, l’esofago, lo
stomaco, tutto il tratto intestinale e anche organi
collaterali come fegato e pancreas. Il linguaggio tra-
dizionale ne descrive l’attività con espressioni evoca-
tive: ad esempio, Triphala “accende i fuochi digestivi”,
per intendere che promuove un’efficace digestione;
80 ARTICOLO SPONSORIZZATO
favorisce un processo – paragonato nella fisiologia
indiana ad una serie di successive “distillazioni” - che
permette l’elaborazione completa del cibo e delle
bevande ingeriti e l’assimilazione dei loro nutrienti; al
contempo, si riduce la produzione di residui e tossine
– ama – il cui accumulo è ritenuto una delle principali
cause di malattia e invecchiamento precoce.
Per completezza va segnalato che la tradizione ag-
giunge a quelle sopra citate altre attività: carminativo
e digestivo, regolatore della motilità intestinale, espet-
torante, antispasmodico e broncodilatatore; inoltre,
come tutti i rimedi rasayana, Triphala sostiene la forza
e l’immunità dell’organismo.
SOTTO LA LENTE DELLA RICERCA
La ricerca scientifica ha indagato l’attività sia dei sin-
goli frutti, sia della loro miscela, avallando molte in-
dicazioni tradizionali. In particolare, gli studi moderni
evidenziano che Triphala è un valido rimedio antios-
sidante e antinfiammatorio, indicato per la protezio-
ne delle mucose orali, esofagee e gastroenteriche,
di cui tutela la saldezza e stabilità e ripara eventuali
microlesioni; favorisce inoltre lo sviluppo di corret-
te popolazioni di microrganismi simbionti, inibendo
quelle potenzialmente patogene. Si distingue poi
come protettivo epatico e regolatore del metaboli-
smo di zuccheri e grassi e come immunomodulante.
DALLA DIGESTIONE AL METABOLISMO
I maggiori ambiti d’impiego di Triphala segnalati dal-
la letteratura scientifica riguardano disturbi legati
ad alterate funzioni del sistema digerente, a disor-
dini nella composizione delle flore simbionti e a le-
sioni delle mucose, come: gengiviti e paradontiti,
gastralgie da Helicobacter pylori e tendenze ulce-
rative gastriche e duodenali, disordini della motilità
intestinale, sindrome del colon irritabile, malattie
infiammatorie intestinali. È inoltre utile per correg-
medicina olistica
gere elevati tassi ematici di colesterolo, trigliceridi
e zuccheri, spesso accompagnati da sovrappeso e
obesità (sindrome metabolica). Va precisato che non
è un dimagrante, ma riduce l’assorbimento di gras-
si e zuccheri che favoriscono l’aumento della massa
grassa. Inoltre, da ricerche recenti pare che agisca su
alcuni ormoni che giocano un ruolo fondamentale
nell’aumento del tessuto adiposo.
NUOVE ACQUISIZIONI
Le nuove acquisizioni della fisiologia fanno emergere
interessanti ipotesi per chiarire gli effetti generali e
sistemici attribuiti a Triphala.
In primo luogo, il riequilibrio indotto sulle micropo-
polazioni intestinali potrebbe intervenire nei mecca-
nismi che regolano il metabolismo, interagire con le
cellule immunitarie migliorandone l’efficienza e an-
che influenzare a livello nervoso centrale compor-
tamenti ed emozioni con un’azione recentemente
definita “psico-biotica”.
D’altro lato, l’attività riparatrice delle pareti ora-
li e gastroenteriche, che rinforza la loro funzione di
barriera ed impedisce il passaggio indiscriminato in
circolo di sostanze di origine alimentare o batterica,
previene l’innesco di problematiche infiammatorie,
anche autoimmuni, locali o a distanza: è infatti or-
mai provato che la permeabilizzazione delle mucose
e le disbiosi favoriscono patologie come il diabete e
le steatosi epatiche, oltre a danni cardiocircolatori,
scheletrici e neurologici.
In conclusione, si ricorda che Triphala non ha eviden-
ziato possibili effetti collaterali, interazioni o con-
troindicazioni; solo per l’insufficienza dei dati dispo-
nibili è sconsigliato l’uso in gravidanza.
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re la funzionalità digestiva.
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ARTICOLO SPONSORIZZATO 81

COME
MANGIARE
E QUANDO
DIGIUNARE
La dieta perfetta per vivere in
salute fino a 100 anni,
senza rinunce e conteggi calorici
LA REDAZIONE
«E
siste una dieta perfetta, capace di
farci raggiungere il peso forma re-
stituendoci energia e benessere
ma senza vessarci con privazioni,
conteggi calorici o regimi alimentari complica-
ti da mettere in pratica?». Questa bella domanda
se la pone la dottoressa Debora Rasio – nutrizio-
nista, oncologa, ricercatrice all’Università La Sa-
pienza e dirigente medico dell’azienda ospedaliera
Sant’Andrea di Roma, con un’importante attività
di ricerca anche all’estero – in apertura del suo
ultimo libro La dieta per la vita (Longanesi). E ab-
biamo subito una buona notizia. Rasio ci dice che
questa dieta esiste eccome e che per metterla in
pratica basta guardare alla nostra storia evolutiva,
alle abitudini millenarie, così come alle più recen-
ti, autorevoli e indipendenti ricerche scientifiche.
Con questa alimentazione ideale si possono pre-
venire tante delle patologie del benessere che
oggi dilagano sempre più (malattie cardiovascola-
ri, diabete, tumore, osteoporosi, demenze, infiam-
mazioni intestinali), mantenendosi vitali e attivi
nel corpo e nella mente.
MICRONUTRIENTI: IL PERICOLO
DELLE CARENZE SOTTOSOGLIA
PROLUNGATE NEL TEMPO
Nel libro viene dedicata una parte molto ampia ai
micronutrienti, spesso carenti nella nostra dieta
occidentale. Anche se non siamo più di fronte alle
82
medicina olistica
del digiuno. I suoi benefici sono numerosi e do- ● il digiuno intermittente (si alternano
cumentati: abbassa colesterolo, glucosio e pres- giorni di digiuno a giorni di alimentazio-
sione sanguigna; normalizza il peso e riduce il ne normale);
grasso viscerale; accelera il metabolismo; aumen- ● il metodo della dieta del digiuno messo
ta la produzione dell’ormone della giovinezza. a punto dal dottor Valter Longo.
Metterlo in pratica è più facile di quel che sembra I benefici in termini di vitalità e benessere saranno
perché il digiuno si può praticare in modi differen- immediati.
ti, scegliendo quello più adatto al proprio stile di
vita. Ecco allora che possiamo provare:
● l’alimentazione limitata nel tempo, ov-
vero fare due pasti al posto di tre evitan-
GUARDA
L’intervista alla dottoressa Rasio in cui ci ha
do gli spuntini (possiamo saltare la cola- parlato dell’importanza della corretta nu-
zione o la cena); trizione per la nostra salute: da non perdere
per la mole di informazioni e la divulgazione
precisa e appassionata della dottoressa.
Cosa sono i micronutrienti? macrogo.to/debora-rasio
Chiamati così perchè necessari solo in piccole con-
centrazioni, servono ad attivare le migliaia di enzimi Ù LIBRO CONSIGLIATO
preposti all’operato delle cellule, che giocano un
ruolo fondamentale nel mantenerci sani e a lungo. Debora Rasio
Ecco quali sono:
• le vitamine liposolubili (A, D, K, E) La Dieta per la Vita
• le vitamine idrosolubili (C e vitamine del Come mangiare e
gruppo B) quando digiunare per
• minerali (magnesio, calcio, potassio e sodio) favorire il benessere
• oligoelementi (cromo, manganese, zinco, e la longevità
epidemie di scorbuto (vitamina C), beriberi (caren- selenio, iodio)
Longanesi, 2021
za di tiamina o vitamina B1) o altre patologie da ca-
renze vitaminiche che hanno afflitto le generazio-
ni precedenti, la situazione in cui si trovano molte
persone è quella di una carenza di alcuni micronu-
trienti, magari leggera, ma prolungata nel tempo.
I micronutrienti di cui siamo oggi maggiormente
carenti sono le vitamine liposolubili che, (vitami-
na A, D, K, E) preziosissime per la salute del nostro
cervello e delle ossa, ci proteggono da infezioni,
tumori, diabete, infarto e ictus. Come mai? Per
decenni siamo stati bombardati da campagne
denigratorie nei confronti dei cibi grassi, ricchi di
queste vitamine (uova, latticini e yogurt prodotti
con latte di animali allevati al pascolo, ma anche
il fegato animale, alcuni pesci grassi come il ton-
no e lo sgombero, l’olio di fegato di merluzzo).
Capire come scegliere un cibo che possa davvero
nutrirci fornendoci tutti i nicronutrienti di cui ab-
biamo bisogno è il primo passo verso la salute.
DIGIUNO ELISIR DI LUNGA VITA
Il secondo consiste nel non affaticare troppo il
nostro organismo, fornendogli continuamente
cibo. Secondo Rasio è necessario sfatare il mito
dei cinque pasti al giorno e basarsi sulle eviden-
ze scientifiche che dimostrano la validità di una
pratica che un tempo (quando non c’erano frigo-
riferi e dispense sempre pieni) era connaturata
alla vita umana. Stiamo parlando, ovviamente,
83

DAL DIABETE SI
PUÒ GUARIRE
Iperglicemia e diabete sono malattie del tutto reversibili,
se affrontate prima di diventare insulino-dipendenti
LUCA SPECIANI | DIRETTORE DE L’ALTRA MEDICINA MAGAZINE
S
e i numeri rappresentano in qualche modo
la realtà dei fatti sanitari, non vi è alcun
dubbio sul fatto che l’attuale “epidemia” di
diabete sia una delle emergenze primarie
del nostro tempo. I dati ISTAT parlano chiaro, e si
commentano da soli.
Nel 2016 oltre tre milioni e duecentomila perso-
ne, in Italia, dichiarano di essere affette da diabe-
te: il 5,3% dell’intera popolazione, che diventa un
drammatico 16,5% fra le persone di 65 anni e ol-
tre. A questi andrebbero aggiunti tutti coloro che,
senza rendersene conto, sono resistenti insulini-
ci gravi alle soglie del diabete. Un numero che si
84 ARTICOLO SPONSORIZZATO
stima pari a quello dei diabetici già diagnosticati.
Non è sempre stato così, però. La diffusione del
diabete è quasi raddoppiata in trent’anni (coin-
volgeva solo il 2,9% della popolazione nel 1980) e
anche rispetto al 2000 i diabetici sono un milione
in più. Una vera epidemia a fronte della quale le
preoccupazioni ministeriali verso alcune patolo-
gie infettive impallidiscono.
MALATTIA DEI POVERI
E DEGLI INCOLTI?
Dove sono e cosa fanno, per il diabete, quei par-
lamentari che tuonano a giorni alterni contro le
prossime sicure stragi di varicella e di rosolia?
Quando la finiremo di coprirci di ridicolo in cambio
di umilianti contropartite economiche?
Il problema evidentemente ha radici diverse, una
delle quali è l’elevatissimo costo sanitario (che
grava su noi tutti) del malato di diabete e delle sue
gravi comorbilità (cardiovascolari, neurologiche,
ortopediche, oculistiche).
Il diabete, per esempio, è una patologia fortemen-
te associata allo svantaggio socioeconomico. Le
donne diabetiche di 65-74 anni con laurea o diplo-
ma sono il 6,8%, le coetanee con al massimo la li-
cenza media il 13,8%. Le donne con titolo di studio
basso hanno poi un rischio di morte 2,3 volte più
elevato delle laureate.
Basterebbe forse più informazione sui danni da
zucchero per prevenire morti e malattia? Questo
è un altro piano su cui muoversi.
UN MEDITERRANEO DIABETICO
Questa patologia è inoltre più diffusa nelle re-
gioni del Mezzogiorno dove il tasso di prevalenza
standardizzato per età è pari al 5,8% contro il 4%
del Nord. Anche per la mortalità il Mezzogiorno
presenta livelli sensibilmente più elevati per en-
trambi i sessi. E ancora stiamo a parlare come top
standard di una non meglio definita “dieta medi-
terranea” in cui i carboidrati raffinati vengono in-
dicati come base nutrizionale dell’individuo?
Obesità e sedentarietà sono poi rilevanti fattori di
rischio per la patologia diabetica. Tra i 45-64enni
la percentuale di persone obese che soffrono di
diabete è al 28,9% per gli uomini e al 32,8% per le
donne. Nella stessa classe di età il 47,5% degli uo-
mini e il 64,2% delle donne con diabete non prati-
cano alcuna attività fisica. Sono numeri che parla-
no da soli. L’attività fisica regolare è il più potente
farmaco antidiabete oggi conosciuto. Favorirla
anche nelle fasce meno abbienti potrebbe
prevenire molte morti precoci e ridurre in modo
rilevante i costi sanitari del nostro Paese. Che sia
questo il motivo per cui vi è una totale inerzia nel
combattere questa piaga con metodi non farma-
cologici?
RICATTI OCCULTI
Fino a che non passerà un deciso segnale cultu-
rale che descriva i danni da zucchero e li faccia
conoscere almeno quanto sono conosciuti quelli
da fumo, da alcol e da altre droghe, sarà difficile
impostare iniziative di ribellione contro questo si-
stema. Perché le aziende di settore – che lucrano
sulla vendita di cibi spazzatura le cui materie prime
(zucchero e farine raffinate) costano pochissimo e
si conservano ad oltranza – non sono spettatrici
passive: interferiscono purtroppo pesantemen-
medicina olistica
te sia a livello legislativo (attraverso lobbies par-
lamentari), sia a livello di influenza mediatica,
esercitando il cosiddetto “ricatto pubblicitario”.
Quell’influenza occulta che fa sì che TV, giornali
e riviste non osino mai parlare male di zucchero e
affini se non vogliono che le aziende smettano di
fare pubblicità sulle loro testate.
Eppure l’effetto diabetogeno delle bevande zuc-
cherate è ben documentato da tempo (si veda ad
esempio Ebbeling et al. – Pediatrics 117; 2006, Ef-
fects of decreasing sugar-sweetened beverages
consumption on body weight in adolescents).
UNA SEMPLICE VERITÀ
La domanda da porsi è: cosa fare, dunque, come
medici e come cittadini, per muovere passi decisi
nella direzione in cui pare nessuno voglia andare?
Le vie maestre per prevenire l’insorgenza del dia-
bete che – ricordiamolo – nella sua versione adul-
ta è e resta una malattia a lenta insorgenza, sono
in estrema sintesi:
● un’adeguata attività fisica;
● una riduzione dell’assunzione di zucche-
ro e di carboidrati raffinati.
Perché la verità, che viene accuratamente celata
al grande pubblico, è che iperglicemia e diabete
sono malattie del tutto reversibili, se affrontate
prima di diventare insulino-dipendenti. I farmaci
servono a poco o nulla se il paziente non comin-
cia a muoversi quotidianamente e non inizia a
praticare con costanza una dieta priva di zucche-
ri aggiunti e di farine raffinate. Infine dovremmo
chiederci a chi giova annebbiare le coscienze degli
operatori a tal punto da impedire loro di vedere i
miglioramenti rapidissimi che il paziente riscontra
non appena inizi a seguire una dieta davvero anti-
diabetica abbinata ad un regolare movimento.
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ARTICOLO SPONSORIZZATO 85

IL FUNGO PER
IL BENESSERE
DELL'INTESTINO
S
econdo la micoterapia, disciplina derivante
dalla Medicina Tradizionale Cinese, è possi-
bile trattare e prevenire diverse problema-
tiche di salute grazie all’impiego dei funghi
medicinali. L’unica accortezza è di scegliere quello
più adatto al disturbo che si vuole risolvere, dal
momento che ciascun micete possiede delle pro-
prietà diverse e specifiche.
Lo Shiitake, per esempio, è considerato un delizio-
so superfood che gratifica il palato ma, allo stesso
tempo, supporta il sistema immunitario, aiuta a
regolare i livelli di colesterolo e svolge un’azione
alcalinizzante. Al Reishi, invece, definito il “fungo
86 ARTICOLO SPONSORIZZATO
L'Hericium erinaceus
è un toccasana per la salute
del tratto gastroenterico
MATTEO FLORIDIA | BIOTECNOLOGO MEDICO,
ESPERTO IN FITOTERAPIA CLINICA,
INNOVATION MANAGER
PER PRODECO PHARMA
della longevità”, sono state riconosciute non solo
attività antiossidanti e toniche, ma anche altre
svariate peculiarità che lo posizionano come ri-
medio naturale per un’ampia serie di problemati-
che.
UN FUNGO, NUMEROSE PROPRIETÀ
Nonostante nella medicina occidentale anco-
ra oggi non siano riconosciuti come rimedi per la
salute, questi funghi superiori hanno dato prova
di efficacia e le loro azioni benefiche sono spes-
so supportate da studi scientifici anche di elevata
qualità. È questo il caso dell’Hericium erinaceus,
medicina olistica
un fungo edibile indicato per chi soffre di disturbi
allo stomaco, ulcere e problematiche gastrointe-
stinali. L’attività antinfiammatoria, immunomo-
Zinco, Ferro, Calcio, Germanio e Selenio, an-
tiossidanti che proteggono le cellule dall’a-
zione dannosa dei radicali liberi.
dulante e protettiva della mucosa del colon pro-
mossa dai polisaccaridi di Hericium ha ottenuto, Grazie alle numerose proprietà vantate, l’Heri-
infatti, importanti evidenze sperimentali. Inoltre, cium viene utilizzato anche in associazione alla
la ricerca clinica gli attribuisce proprietà neuro- fitoterapia per la formulazione di integratori che
protettive, nootrope e attività sui sintomi di ansia favoriscano il benessere dell’apparato gastrointe-
e depressione, spesso all’origine di molte forme di stinale.
IBS (sindrome del colon irritabile). È quindi consigliato in caso di disbiosi, perdita di
A causa del suo aspetto caratteristico a filamenti tolleranza agli alimenti e patologie infiammatorie
biancastri o rossastri, l’Hericium è chiamato an- acute o croniche a carico del tubo digerente.
che “criniera di leone”, “testa di scimmia” o “barba
di vecchio”. Cresce su legno morente di latifoglie
come quercia, noce, faggio e si trova in tutto l’emi- Ù PRODOTTO CONSIGLIATO
sfero settentrionale, seppur con una certa rarità.
Nel corpo fruttifero di questo micete sono pre-
Colitolerance
senti diversi principi attivi, in particolare:
Hericium, Inulina,
● i beta-glucani, dall’attività immunostimolante Perilla, Vitamine B1 e
e antinfiammatoria che si realizza sia per azione B6, Chiodi di Garofano
diretta sia per modulazione in senso antinfiam- e Menta per la funzio-
matorio della composizione del microbiota; nalità digestiva e la
● i fenoli, in particolare Hericenone ed Hericene, regolare motilità
che stimolano il fattore di crescita neuronale; Prodeco Pharma
● vari nutrienti come vitamine del gruppo B e
D, acidi grassi, minerali e oligoelementi come Puoi acquistarlo su macrolibrarsi.it
ARTICOLO SPONSORIZZATO 87

IL BOSCO
COME TERAPIA
Perché immergersi nella natura aiuta a riequilibrare mente
e corpo e a ritrovare il proprio centro
ROMINA ROSSI
H
o sempre pensato che ci sia qualcosa di
sacro e maestoso nei boschi o nelle fo-
reste, soprattutto quelle con alberi se-
colari. Se ti è mai capitato di camminare
fra alberi alti fino a rompere il cielo, con tronchi
dal diametro notevole e radici contorte, ti sarai
accorto che sembra di entrare in un luogo fuori
dal tempo, dove la frenesia del quotidiano lascia
il posto a una lenta connessione con Madre Na-
tura. Succede qualcosa che sembra magico, ma
è del tutto naturale: ritrovi la connessione con
il tuo centro interiore, la mente si calma e final-
mente, se sei pronti, puoi ascoltare la tua voce più
profonda, quella dell’intuizione. Stare a contatto
con la natura non ha solo una finalità spirituale,
ma anche terapeutica: quando ci disconnettiamo
da essa si crea discrepanza fra la nostra energia e
quella dell’ambiente in cui siamo inseriti che dà
vita a una disarmonia, facilitando la malattia,
prima sul piano energetico poi su quello fisico.
88
GENERAZIONE INDOOR
Nel 2018 YouGov ha effettuato un sondaggio in 14
Paesi europei (fra cui anche l’Italia) e in Nord Ame-
rica, contattando 16 mila persone.
Da quanto emerso, l’82% degli intervistati pensa-
va di trascorrere al chiuso meno di 21 ore al giorno
e il 62% meno di 18 ore.
Dal sondaggio è emerso invece che il 90% degli
intervistati trascorre fra quattro mura il 90% del
proprio tempo. Detto in parole semplici, passiamo
l’intera giornata al chiuso.
Oltre che per motivi legati all’inquinamento in-
door (per la presenza di sostanze chimiche che
vengono rilasciate da mobili, vernici e altri sol-
venti ormai comuni nei moderni edifici), passare
troppo tempo al chiuso con luce artificiale e ri-
scaldamento o aria condizionata provoca un’al-
terazione del ritmo circadiano e può avere effet-
ti negativi su: umore, sonno, concentrazione e
molto altro ancora.
NATURA GUARITRICE
Secondo Ippocrate, considerato il padre della
moderna medicina, non c’è miglior medico della
natura: essa ha in sé una forza guaritrice (suo sa-
rebbe il motto vis medicatrix naturae) che offre
strumenti per aumentare la nostra energia vitale
e attivare i meccanismi innati di autoguarigione
propri del nostro organismo.
Anche i secolari sistemi di medicina tradizionale, dal-
la cinese all’ayurvedica, suggerivano che il contatto
con la natura fosse importante per mantenersi in
equilibrio ed evitare l’insorgere di malattie. Come
parte del macrocosmo in cui la natura è inserita, se ci
allontaniamo o ci disconnettiamo dalla Madre Terra
tendiamo a perdere l’equilibrio su cui si destreggia la
salute, allo stesso modo in cui un albero che viene
sradicato e allontanato dal suo ambiente, muore.
Stare a contatto con gli elementi naturali, rispet-
tando l’ambiente che calpestiamo e attraversia-
mo, è un ottimo modo per riequilibrare molti dei
disturbi che possiamo sperimentare quotidiana-
mente, dallo stress fino a problemi di memoria.
Se ne sono accorti per primi i giapponesi negli anni
Ottanta del secolo scorso che da allora hanno os-
servato gli effetti benefici della terapia forestale
o Shinrin Yoku (o anche forest bathing) su mente,
corpo e spirito, tanto che è inserito fra le pratiche
di prevenzione riconosciute dal sistema sanitario
giapponese.
I BENEFICI DI STARE IN UN BOSCO
Allevia lo stress. Stress e ansia sono due dei
disturbi più diffusi oggi, che causano, a loro vol-
ta, anche altri problemi, come insonnia, inde-
bolimento delle difese immunitarie, tendenza a
ingrassare ecc. Il contatto con la natura aiuta a di-
minuire lo stress e l’ansia, migliorando allo stesso
tempo anche la chiarezza mentale e la concentra-
zione. Come un effetto domino positivo, migliora
anche il sonno e si rinforzano le nostre difese.
Migliora la funzionalità intestinale. Camminare
permette di migliorare la digestione e regolare il
transito intestinale, soprattutto quando è rallen-
tato. Un intestino funzionale e in equilibrio già di
per sé mantiene il microbiota, la colonia di batte-
ri buoni intestinali in eubiosi. Come conseguenza
secondaria, migliora anche l’umore: il 70% della
serotonina, o ormone della felicità, è infatti pro-
dotta dai nostri amici batteri.
Aumenta le tue scorte naturali di vitamina D. L’e-
sposizione alla luce naturale (non importa che il
sole sia visibile) permette di sintetizzare la prezio-
sissima vitamina D, indispensabile fra le altre cose
per la salute delle ossa e delle difese.
Mantiene in forma. Che decidi semplicemente di
camminare o fare trekking, andare per boschi aiuta
medicina olistica
SHINRIN YOKU
anche in inverno? Sì!
Puoi praticare il bagno di foresta anche in in-
verno. Devi solo coprirti bene, per evitare di
prendere troppo freddo, se le temperature
sono rigide. Puoi anche iniziare gradualmente,
se non sei abituato a stare all’aperto. La pratica
giapponese prevede di percorrere 2 km in 2 ore.
Lo scopo non è macinare chilometri nel bosco,
quanto immergersi nel verde e lasciarsi conta-
giare completamente. Si tratta di una esperien-
za sensoriale che coinvolge tutti i cinque sensi.
Alla fine della camminata si conclude il bagno
con una meditazione.
a mantenere il peso forma o a dimagrire. Alleviando
l’ansia e lo stress e agendo sull’umore, porta a una
diminuzione della fame nervosa, quella che scatta
quando si è tristi, arrabbiati, frustrati e che porta
a rimpinzarsi di snack e altri cibi poco salutari. Allo
stesso modo aiuta a mantenere in equilibrio i valori
del colesterolo, della pressione e della glicemia.
Migliora le relazioni sociali. Sai che trascorrere del
tempo in natura ti aiuta a connetterti agli altri e a
diventare più empatico? Il verde stimola rapporti
di cooperazione e aiuto reciproco che chi invece
vive in aree altamente urbanizzate ha perduto.
Questo succede perché quando osserviamo un
paesaggio naturale si attivano le aree del cervello
associate all’empatia e all’amore (grazie a espe-
rimenti che hanno utilizzato la fMRI per misurare
l’attività cerebrale), mentre davanti a scene urba-
ne si attivano le aree legate a paura e ansia.
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Shinrin yoku
La teoria giapponese
del bagno nella foresta
per ritrovare il proprio
equilibrio
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Effetto Biofilia
Il potere di guarigione
degli alberi e delle piante
Il misterioso legame tra
uomo e natura
Macro Edizioni, 2017
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 medicina olistica

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TUTTI I BENEFICI
DEL FREDDO
All’aperto e vestiti leggeri anche d’inverno con il metodo HOT
mind per riattivare il metabolismo, rinforzare
il sistema immunitario e tenere alla larga le malattie
ANDREA BIANCHI | SCRITTORE E CONSULENTE DI COMUNICAZIONE, È IL PUNTO DI RIFERIMENTO
DEL BAREFOOT HIKING IN ITALIA
L’
inverno si avvicina, ma quanto siamo vera-
mente consapevoli del cambio di stagio-
ne? Se ci pensiamo, vediamo che viviamo
quasi sempre dentro dei gusci: le nostre
abitazioni e gli uffici sempre più isolati dall’ester-
no, le auto, l’abbigliamento stesso sempre più ef-
ficace nel difenderci dal caldo e dal freddo.
Ad ogni nuovo progresso nel comfort, siamo un
po’ più separati dalla Natura, dai suoi cicli, e dal
luogo in cui viviamo.
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COSA SIGNIFICA
“VIVERE DELIBERATAMENTE”?
Ma c’è un’altra possibilità, un altro modo di vive-
re – io lo chiamo “vivere deliberatamente” – e si
basa sul fatto che l’uomo è un sistema energetico
aperto, per cui vive tanto più in salute quanto più è
in grado di scambiare energia con l’universo.
Per vivere bene e poter esprimere al massimo il
nostro potenziale vitale dobbiamo respirare aria
pulita, stare in contatto con la luce, il vento, la
pioggia, la terra.
Il metodo HOT mind, al cui sviluppo e applicazione
lavoro da anni, si basa su questi principi. Dovrem-
mo ad esempio poter camminare scalzi su di un
terreno naturale, ogni tanto: se non qualche mi-
nuto ogni giorno, almeno una mezz’ora una volta
alla settimana. Quando lo facciamo riscopriamo
molto semplicemente la nostra connessione in-
nata con la Terra, riconoscendola come fonte di
vita, e intuitivamente comprendiamo di fare un
gesto che ci è stato assolutamente naturale per
migliaia di anni. Siamo nati per camminare, e non
dovremmo smettere mai di muoverci a piedi.
IL CAMMINO, LA NOSTRA PRIMA
VITAMINA
Anche quando avanza l’inverno, almeno mezz’ora
di cammino al giorno, possibilmente in Natura – o
perlomeno in un parco cittadino – è la prima “vita-
mina” di cui non dovremmo mai privarci. Il cammi-
no è un’attività praticamente priva di rischi, anche
Gli 8 passi per la doccia fredda
benefica e non traumatica
• Girate il rubinetto sul massimo di tempera-
tura fredda consentita;
• iniziate mantenendo il getto di acqua per
una decina di secondi solo sui piedi, e duran-
te questo periodo eseguite una respirazione
ampia e completa;
• cominciate a risalire con il getto dall’esterno
Barefoot | foto di Matteo Gasparin
della gamba destra fino ai glutei per poi tor-
nare verso il basso sull’interno della gamba e
fate lo stesso sulla gamba sinistra;
• risalite dalla mano del braccio destro fino
Non siamo veramente consapevoli di dove vivia-
alla spalla sul lato esterno del braccio e tor-
mo, né di come l’energia dei luoghi cambia col nate verso la mano rimanendo sul lato inter-
passare delle stagioni: semplicemente, col dimi- no del braccio;
• fate lo stesso sul braccio sinistro;
nuire della temperatura, aumentiamo gli strati e la
• bagnate l’addome con movimenti del getto
pesantezza dell’abbigliamento che indossiamo e a spirale in senso orario e salite gradualmen-
alziamo il termostato di casa. Così il nostro corpo te verso l’alto fino al collo;
• fate lo stesso sulla schiena, verso l’alto e
è sempre più viziato, sempre più sensibile ai cam-
fino al collo;
biamenti e meno resiliente, limitato nella sua vita- • bagnatevi il volto.
lità dalle stesse protezioni con cui lo difendiamo.
medicina olistica
nel caso di patologie croniche, perché ci consente
di non superare la soglia di sforzo critico. Ci sono
poi – tra i tanti – almeno due modi molto efficaci
per rendere una camminata ancora più salutare,
uno per il corpo e l’altro per la mente:
1. quando camminiamo togliamo subito uno stra-
to di abbigliamento – la giacca, la felpa – rispet-
to a quello che ci sembrerebbe indispensabile
per il nostro comfort: aiuteremo così il nostro
corpo a riattivare un’importante facoltà innata,
la termoregolazione, producendo calore interno
grazie a un più efficace metabolismo, e favoren-
do l’ossigenazione del sangue e la microcircola-
zione;
2. associamo al cammino un respiro regolare e
consapevole: respirando solo con il naso, con-
tiamo mentalmente il numero di passi che fac-
ciamo a ogni inspirazione e a ogni espirazione,
cercando innanzitutto di far sì che siano gli
stessi in ogni fase; questo ci renderà più presen-
ti nel nostro camminare, facendolo diventare
una sorta di meditazione.
La camminata associata al respiro consapevole
fa lavorare la mente, mentre essere vestiti leg-
geri costringe il corpo ad attivarsi. Possiamo poi
potenziare ulteriormente questi due processi
aumentando gradualmente il numero di passi, e
quindi la durata, dell’espirazione. Questa semplice
modifica del respiro è in grado di innescare mec-
canismi complessi legati all’equilibrio acido-base
nel sangue, aiutandoci a sua volta a mantenere la
termoregolazione.
ALIMENTARE LA RESPIRAZIONE
INTERNA
In effetti, come diceva il filosofo Lanza Del Va-
sto, “il respiro è la corda del pozzo”: respirando
non portiamo semplicemente aria e ossigeno nei
polmoni – attivando la cosiddetta “respirazione
esterna” – ma rendiamo possibile quello che è il
vero scopo di questo atto vitale, la “respirazione
interna”, cioè quella delle nostre cellule.
È al livello cellulare che si compie in ogni
istante il miracolo della vita, quando l’ossigeno
trasportato dal sangue diventa “combustibile” per
le trasformazioni chimiche che avvengono in ogni
cellula, producendo energia e calore.
Per questo una respirazione efficace, con un ri-
cambio il più possibile completo dell’aria nei pol-
moni, ci fa stare meglio, più vitali, con più energia,
con un sistema immunitario più forte, e meno
sensibili al freddo.
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 DOCCIA FREDDA TERAPEUTICA: Abituatevi gradualmente al freddo con la doccia
TUTTI I BENEFICI mattutina, trascorrete più tempo possibile all’a-
Sentirci a nostro agio anche nelle giornate fredde perto, camminate e respirate consapevolmente:
ci aiuta a sua volta a stare meglio: è stato dimo- queste semplici pratiche sono le “vitamine” che vi
strato da numerose ricerche che un’esposizione doneranno salute e vitalità in tutte le stagioni, a
graduale al freddo rinforza le difese immunitarie cominciare dall’inverno.
e la resilienza fisica, aiutandoci a mantenere attivi
i meccanismi della termoregolazione, della micro-
circolazione, della regolazione della pressione. Per
GUARDA
questo motivo la nostra mezz’ora di camminata al Il webinar con Andrea Bianchi in cui ci ha
giorno non dovrebbe essere limitata alle giorna- parlato dei benefici della graduale esposizio-
te di bel tempo: non c’è tempo cattivo – se non ne al freddo per la nostra salute
quando piovono fulmini – per fare movimento https://macrogo.to/freddo-fa-bene
all’aperto.
Una delle pratiche più efficaci per abituarci gra-
dualmente al freddo e goderne tutti i benefici è Ù LIBRO CONSIGLIATO
quella di fare una breve doccia fredda al mattino.
Deve essere intesa come una doccia “terapeuti- Andrea Bianchi
ca”, non per lavarsi, tenendo presente che ricer- La Via del Freddo
che effettuate su un ampio campione di persone, alla Felicità
hanno evidenziato come sia sufficiente una dura- Il nuovo metodo che
ta di mezzo minuto per ottenere riscontri positi- dona salute, vitalità
vi – resistenza alle malattie da raffreddamento, ed energia
maggiore vitalità – già dopo i primi trenta giorni di Vallardi, 2020
pratica.

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IL CORPO PARLA,
MA TU ASCOLTI?
Il mal di testa del fine settimana, la pressione sul collo che chiamiamo
“cervicale”, la tensione sui muscoli delle spalle: scopri la loro origine
emozionale e come risolvere
FABIO GHIGI | MEDICO, SPECIALIZZATO IN GINECOLOGIA CON ESPERIENZA TRENTENNALE NEL CAMPO
DELLA MEDICINA INTEGRATA
R
oberta è una ragazza intelligente e molto
sensibile, la chiamo ragazza anche se ha
praticamente 50 anni. Una vita difficile,
similmente ad altre storie che ho sentito
nella mia lunga carriera di medico, ma non si pos-
sono fare paragoni poiché ognuno vive il proprio
disagio a modo suo.
Roberta ha la più banale delle somatizzazioni,
quella che colpisce l’intestino e crea alcuni disagi
non gravi ma fastidiosi. Il suo racconto inizia par-
96
lando di disturbi di stomaco, proprio così, lei par-
la di stomaco. Non sono del tutto convinto che si
tratti proprio di quest’organo e comincio a farle
domande piuttosto circostanziate su quali sia-
no i disturbi precisamente, come si manifestano
questi disturbi e con che modalità. Man mano che
procede la nostra chiacchierata sono sempre più
motivato a pensare che lo stomaco rappresenti
solo il punto di arrivo di situazioni che partono da
altri organi.
Somatizzare è spostare sul piano
fisico, magari su di un organo o un
sistema specifico, ciò che si doveva
risolvere in altro modo
INTESTINO: L’ORGANO DELLA SCELTA
Non ha reflusso, non ha in realtà grossi proble-
mi digestivi, racconta invece di sentire come uno
stringimento nella zona dello stomaco, come del-
le contratture che appaiono in realtà, ad una prima
valutazione, più un problema muscolare che altro.
A questo punto cerco di saltare dal problema fisi-
co alla sua parte più strettamente emozionale e i
sintomi che posso cogliere nella chiacchierata mi
indicano decisamente un altro importante organo
che è l’intestino.
I disturbi intestinali a livello di organo che rac-
conta Roberta non sono né molto forti né così
evidenti mentre è incredibilmente evidente tut-
ta la parte emozionale legata all’intestino. L’in-
testino, o meglio la sua delicatissima mucosa, è
collegato alla capacità di separare ciò che ci fa
bene e pensiamo di meritare dal punto di vista ad
esempio nutrizionale, da ciò che pensiamo possa
danneggiarci.
L’intestino è, secondo me, legato al saper sceglie-
re, non solo il cibo ma le cose buone, le relazioni
buone o cattive che decidiamo di instaurare con
chi ci circonda.
Roberta dice infatti di essere piuttosto in crisi con
la sua alimentazione, sostiene di soffrire di intolle-
ranza agli zuccheri, semplici e complessi, e di stare
meglio se li evita. Sono d’accordo in linea di massi-
ma sulle sue valutazioni e tuttavia mi chiedo cosa si
nasconda dietro questa difficoltà a gestire cibi che
in precedenza lei mangiava senza problemi.
Perché vi racconto questa storia? Perché faccio
il medico da più di trent’anni e mi sono fatto una
vasta esperienza nello studio del comportamento
umano e anche perché la vicenda vissuta da Ro-
berta mi consente di parlare di somatizzazione.
Roberta sta vivendo da alcuni anni un forte perio-
do di stress legato alle molte scelte che le impo-
ne il suo lavoro e la sua vita personale. La scelta,
dunque.
L’intestino è l’organo della scelta consapevole ed
efficace. Perché non basta scegliere, bisogna che
le scelte fatte siano dettate da un animo aperto
e sereno poiché le scelte fatte sotto stress non
sono solitamente le migliori.
Ecco perché esistono le intolleranze alimentari:
perché fatichiamo a scegliere le cose giuste ed
appropriate per noi, le cose che ci consentono di
stare bene e ci fanno sorridere e rilassare. Il gran-
focus emozioni e salute
de stress che Roberta sta vivendo non le consente
di essere serena nelle sue scelte anzi, spesso lei è
costretta a rinviare le decisioni e questo aumenta
il suo livello di incertezza globale e con esso le sue
difficoltà col cibo.
E, dulcis in fundo, lei ricorda che solo fino a due
anni prima poteva mangiare tutto ciò che deside-
rava senza alcun patimento.
SOMATIZZAZIONE: QUANDO NON
ESPRIMIAMO LE NOSTRE EMOZIONI
Viviamo un’epoca difficile, almeno negli ultimi 30-40
anni le cose si sono notevolmente complicate e le
persone faticano a mantenere dritta la barra del
timone della vita. Il buon senso è una virtù in via
di estinzione, siamo perseguitati da mille piccole
o grandi infiammazioni che rendono più difficile
sopravvivere. Moltissime malattie o stati di ma-
lessere appartengono al complesso mondo del-
le somatizzazioni, tutti abbiamo sperimentato e
continuiamo a sperimentare svariati livelli di so-
matizzazione.
Il mal di testa del fine settimana, la pressione sul
collo con il suo irrigidimento che chiamiamo in
gergo “cervicale”, la tensione sui muscoli delle
spalle o sulla schiena; eppure, non abbiamo mai
scaricato quintali di cemento (se vi è capitato vuol
dire che fate il muratore e il mal di schiena è più
che giustificabile).
Ma se non avete scaricato sacchi di cemento e,
nonostante ciò, il mal di schiena vi perseguita (e il
dolore non si discute) siete senza dubbio sottopo-
sti a prove di vita piuttosto pesanti.
Oppure ci troviamo di fronte a un piccolo rialzo
della pressione sanguigna. Ricordate che la pres-
sione alta si chiama anche Ipertensione, il che si-
gnifica che siamo molto tesi, Iper-Tesi, perché vi-
viamo in stato continuo di stress.
I bisogni delle persone sono sempre più spostati
sul piano fisico, perché il lato emozionale non è la-
sciato libero di esprimersi a dovere. Queste sono
le vere somatizzazioni, che avvengono quando l’a-
nima non è più leggera e il vivere ci è faticoso.
Somatizzare è spostare sul piano fisico, magari su
di un organo o un sistema specifico, ciò che si do-
veva risolvere in altro modo.
Una bella discussione, eventualmente anche una
litigata, avrebbe potuto impedire questo sposta-
mento sugli organi e una corretta esposizione
delle proprie ragioni avrebbe aiutato a risistemare
tutto. E invece no, abbiamo dovuto mandare giù,
abbiamo dovuto tapparci il naso e andare avanti.
Accettabile per la parte razionale del cervello, as-
solutamente inaccettabile per la parte istintiva
del nostro organismo.
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 Può bastare prendersi
poco tempo, non sono
sempre necessari i grandi
gesti: sono i piccoli
cambiamenti a fare la
differenza
NUOVE SCELTE E PICCOLI SPAZI DI
BENESSERE QUOTIDIANO
Roberta ha deciso di vivere in modo più sereno, ha
pensato che fosse buona cosa concedersi qual-
che spazio per riposare o per camminare all’aria
aperta e si è ritagliata una piccola fetta di tempo
per pensare a sé stessa. Può bastare prendersi
poco tempo, non sono sempre necessari i gran-
di gesti anzi, sono i piccoli cambiamenti a fare la
differenza. Roberta ricorda a sé stessa che la vita
è breve e bella e non vale la pena sprecarla rin-
correndo falsi miti o inseguendo sogni sbagliati.
Ha fatto una bella pianificazione, ha dovuto fare
alcune scelte dolorose che sicuramente andava-
no fatte molto prima. In poche parole, ha agito
con buon senso: ha dovuto comportarsi come
una persona matura e assennata, e ha sfoggiato
doti rare nei rapporti interpersonali. Doti che tut-
ti possediamo nel nostro corredo genetico e a cui
dobbiamo fare riferimento quando ci sentiamo
andare alla deriva.
Non tutte le somatizzazioni sono importanti: un
accadimento occasionale non porta a malattia, a
meno che non si sviluppi in un organismo già fiac-
cato da uno stato di stress di lunga durata.
Una persona perfettamente in salute e che non sia
duramente provata da forme infiammatorie, può ri-
spondere a un problema anche piuttosto grave con
tutte le sue forze integre, quindi sviluppare uno stato
di somatizzazione da lieve a intenso, ma non persi-
stente. Tutti abbiamo qualche infiammazione, dob-
98
biamo scoprirla e non permetterle di divenire cronica,
affinché non si trasformi poi, in vera malattia.
Roberta ha capito che non vuole più cadere nella
trappola dell'infiammazione e dello stress cronico
e che quindi deve istituire un personale “punto di
osservazione” attraverso il quale evitare di rica-
dere nelle situazioni di tensione che l’hanno fatta
star male: questa è vera prevenzione. Ricordare
con intensità i momenti in cui abbiamo sofferto, le
situazioni o le persone che ci hanno dato dolore e i
nostri atteggiamenti errati che hanno concesso ad
altri lo spazio per essere invadenti. Solo attraverso
la comprensione dei nostri errori personali ci evol-
viamo e costruiamo un futuro ”desomatizzato”.
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Davvero
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Vita del gorilla, storie
di desomatizzazione
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benessere
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2021
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EMOZIONI NEGATIVE
E MALATTIA
La componente emotiva può influire in maniera negativa sulla salute:
ecco come blocchi, traumi e pensieri possono farci ammalare
INTERVISTA A CLAUDIA RAINVILLE A CURA DELLA REDAZIONE
C
laudia Rainville è una delle figure di ri-
ferimento per chi si approccia al mondo
della medicina naturale: il suo medoto,
la Metamedicina, offre una nuova visio-
ne del sintomo, del dolore e della malattia, che
non vengono più considerati solo come espres-
sione di un malessere fisico, ma di qualcosa più
profondo che coinvolge anche mente e spirito.
Una definizione molto bella di Metamedicina
che lei ha dato è quella di essere «una medi-
cina di risveglio delle coscienze che si pratica
nella compassione». Siamo abituati a pensa-
re alla malattia solo come a un evento fisico,
unidimensionale, senza tenere conto degli
altri livelli. In che modo la coscienza è coin-
volta nel processo di malattia e di guarigio-
ne? E qual è il ruolo della compassione?
La coscienza si riferisce alle attività del pensare
(emisfero cerebrale sinistro) e del sentire (emisfero
100
cerebrale destro). Rimanda alla conoscenza di sé e
della propria attività psichica. Il linguaggio riveste
un ruolo essenziale nel fenomeno della coscienza.
La Metamedicina si interessa a ciò che è inconscio
nella persona che si rivolge a noi. Il suo obiettivo
principale è aiutare la persona a diventare consa-
pevole di ciò che è all’origine della sua sofferenza.
Ecco un esempio: Sandra soffre da cinque anni di
una dacriocistite all’occhio destro, un’infezione del
sacco lacrimale dovuta ad una stasi delle lacrime in
seguito all’ostruzione del canale lacrimo-nasale.
Tutte le patologie hanno una storia. Ascoltando la
storia di Sandra la si potrà aiutare a prendere co-
scienza della causa di questa dacriocistite. Sandra
ha avuto un padre che decideva tutto per lei. Lei
non riusciva a difendere le sue opinioni o le sue
scelte di fronte a lui. Sposata da anni con Andrea,
mi racconta del periodo in cui è insorta l’infezio-
ne e ad un certo punto mi dice: «Soffrivo nel ve-
dermi agire come mio padre nei confronti dei miei
figli…». La rabbia e la chiusura provate nei con-
fronti del padre le riversava ora su di sé, vedendosi
agire come lui. Comprendendo perché suo padre
si comportava in quel modo, lo perdona e si per-
dona. Lascia andare la sua chiusura e il suo canale
lacrimale, chiuso da cinque anni, si apre e lascia
scorrere le lacrime che aveva trattenuto.
La compassione è la capacità di ascoltare l’altro
con il cuore. La compassione offre alla persona che
soffre accoglienza, dolcezza, pazienza e disponibi-
lità, permettendole di aprirsi con fiducia all’opera-
tore che gli pone domande per comprendere cosa
ha vissuto prima della comparsa dei primi sintomi.
Senza compassione, lo scambio tra la persona e il
consulente resta ad un livello razionale, quando in-
vece la sofferenza si trova a livello delle emozioni.
La medicina allopatica si limita spesso a sop-
primere il sintomo, che invece è il messaggio
che dovremmo ascoltare e comprendere.
Quali sono i rischi di trattare solo il sintomo
senza risalire alla causa, di non comprendere
il messaggio che è dietro alla malattia?
Trattare solo il sintomo a volte può bastare ma, se
non viene liberato il sentimento che lo ha origina-
to, il rischio è che il trattamento risulti inefficace,
che il dolore perduri, che la patologia si aggravi o
che il sintomo ritorni.
Quanto della nostra salute dipende dalle re-
lazioni che abbiamo con gli altri?
Non possiamo ignorare che la maggior parte dei sin-
tomi sia il risultato di emozioni che nascono dai sen-
timenti (abbandono, rifiuto, umiliazione, tradimento,
incomprensione…) vissuti nel nostro ambiente.
Vi riporto alcuni esempi:
Ernia discale a livello L5-S1: possiamo chiederci
se ci siamo sentiti bloccati in una situazione finan-
ziaria che riguarda anche il nostro partner.
Acne: in questo caso chiediamoci se è possibile
che non ci si senta accettati in un gruppo di cui si
vorrebbe far parte oppure, che si senta di non po-
ter essere se stessi ma di dover essere ciò che gli
altri si aspettano da noi.
Cistite: possiamo interrogarci per comprendere
se ci siamo sentiti invasi e non rispettati da uno
dei nostri cari in ciò che noi consideriamo il nostro
spazio personale (può trattarsi di uno spazio fisico
come la cucina, la nostra auto, o di uno spazio psi-
chico come il tempo che dedichiamo a noi stessi).
Ci sono persone che prese dai mille impegni
di una vita frenetica e di una società che
ci vuole sempre connessi e iper-produttivi,
fanno molta fatica ad ascoltare sé stessi.
Fermarsi e dedicarsi del tempo equivale a
perdere tempo. Che consiglio può dare loro?
Fermarsi è necessario per recuperare le forze ma
anche per fare il punto di ciò che si sta vivendo.
Quando ci vediamo ripetere le stesse situazioni
di sofferenza o gli stessi schemi di fallimento è il
momento di fermarci e di fare una pausa, cercan-
do un aiuto. Dico molto spesso: quando abbiamo il
naso sulla bottiglia, è molto difficile leggere l’eti-
chetta. Un terapeuta compassionevole può offrir-
ci il distacco necessario per vedere chiaro in noi o
per comprendere la causa delle nostre difficoltà.
Senza dubbio il più bell’investimento che possia-
mo fare lungo il cammino del nostro benessere e
della nostra realizzazione personale.
Edward Bach sosteneva che la persona ri-
mane in salute fino a che è in allineamento
con gli insegnamenti e il volere del proprio
Io superiore, poiché la salute è un prende-
re coscienza di ciò che siamo. È quando co-
focus emozioni e salute
Claudia Rainville
minciamo ad allontanarci dal cammino che
dovremmo percorrere che ci ammaliamo. La
malattia è sempre una opportunità per capi-
re se siano allineati con il nostro Io superiore,
colui che ci guida verso la realizzazione del
nostro vero obiettivo, e per cambiare strada?
Edward Bach diceva anche: «Ciò che chiamiamo
malattia è la fase terminale di un disturbo molto
più profondo e perché un trattamento possa ave-
re davvero successo è evidente che non basterà
curare la sola conseguenza senza risalire alla cau-
sa fondamentale che andrà eliminata».
La sofferenza partecipa alla nostra evoluzione.
Tuttavia, abbiamo la scelta tra voler mettere a ta-
cere i nostri sintomi prima possibile o cercare di
comprendere cosa tentano di comunicarci. Ascol-
tando i messaggi del nostro inconscio risvegliamo
gradualmente la nostra coscienza, e di conseguen-
za possiamo prendere la responsabilità della nostra
salute e della nostra felicità. Più diventiamo consa-
pevoli, più ci avviciniamo alla Divinità dentro di noi
e più prendiamo in mano la nostra vita.
APPROFONDISCI
Guarda il webinar sulla metamedicina con
Claudia Rainville: macrogo.to/rainville
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Il Grande Dizionario
della Metamedicina
Guarire interpretando i
messaggi del corpo
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aggiornata
Uno Editori, 2010
101

SOFT SKILLS E
INTELLIGENZA EMOTIVA
Per arrabbiarti di meno, gestire meglio i rapporti con colleghi
e famigliari e vivere con meno stress
LA REDAZIONE
C
os’è che davvero nella nostra vita conta
così tanto da avere il potenziale di farci
stare bene o male? Ti è mai capitato di es-
sere diventato un cliente fedele di un ne-
gozio perché il proprietario ha sempre una parola
gentile e dice la cosa giusta al momento giusto,
oppure di avere cambiato lavoro perché la vita in
ufficio con un certo collega era diventata pesan-
te e irrespirabile? O ancora di avere rotto rapporti
di amicizia o di coppia proprio perché tu e gli al-
tri non riuscivate a capirvi o a comunicare ciò che
realmente avreste voluto dire e le incomprensioni
erano all’ordine del giorno?
Le relazioni con gli altri, nella vita lavorativa, così
come nella vita personale, sono fondamentali,
governano il mondo: ed è proprio quando queste
non sono ottimali che possono insorgere proble-
mi, tensioni, liti, fino ad arrivare alla decisione di
mollare tutto pur di non dover affrontare un al-
102
tro giorno insieme a quella persona. Cosa sarebbe
successo, ad esempio, se in ufficio, di fronte a un
problema o a una nuova sfida, tu e i tuoi colleghi
aveste avuto la possibilità di confrontarvi insie-
me, gestendo lo stress del momento, avendo la
possibilità di ascoltare e accogliere il punto di vi-
sta dell’altro, collaborando insieme e motivandovi
a vicenda per trovare la migliore soluzione? O se
avessi potuto parlare a cuore aperto al tuo partner
riuscendo a gestire rabbia, risentimento e altre
emozioni che si possono manifestare in maniera
impetuosa e ferire l’altro, trovando insieme un
modo per superare l’ostacolo?
Come ti saresti sentito? Non sono ipotesi impos-
sibile da attuare, ma devi essere in grado di appli-
care la tua intelligenza emotiva. Si tratta di una
abilità che ti permette di migliorare le relazioni
con gli altri, partendo da una migliore relazione e
conoscenza di te stesso.
«Le persone competenti sul piano
emozionale - quelle che sanno
controllare i propri sentimenti,
leggere quelli degli altri e trattarli
efficacemente - si trovano
avvantaggiate in tutti i campi della
vita, sia nelle relazioni intime che
nel cogliere le regole implicite che
portano al successo politico»
DANIEL GOLEMAN
CAPIRE GLI ALTRI E SE STESSI
Intelligenza emotiva è un termine coniato dagli
psicologi Peter Salovey e John Mayer nel 1990 e
reso noto in tutto il mondo da Daniel Goleman
qualche anno dopo grazie al suo libro. Il termine
indica il corredo di abilità che ognuno di noi ha e
che permette di aiutarci a costruire relazioni più
forti, avere successo a scuola e al lavoro e raggiun-
gere la nostra carriera e i nostri obiettivi personali.
Ma ha anche altri lati positivi, perché permette di
connetterci con i nostri sentimenti, trasformare
l’intenzione in azione e prendere decisioni infor-
mate su ciò che conta di più per noi.
Le persone che sanno utilizzare la propria intelli-
genza emotiva sono coloro che sanno gestire le
proprie emozioni, anche nei momenti di stress.
Non si arrabbiano, non si disperano ma riescono
ad analizzare il problema, trovando la soluzione.
Solitamente si fidano del loro intuito e sono brave
a prendere decisioni. Usano le critiche come feed
back per automigliorarsi e migliorare le proprie
prestazioni. Sono anche buoni ascoltatori e sono
in grado di dare suggerimenti nel modo giusto,
senza che gli altri si offendano, col rischio di gene-
rare un conflitto.
Sono queste soft skills che permettono di fare la
differenza: le ricerche iniziali avevano messo in
evidenza che coloro che sanno utilizzarle permet-
tono alle aziende di fare profitti più alti e di godere
di una migliore produttività. Ciò succede perché le
persone dotate di intelligenza emotiva sono col-
laborative, auto-motivate, vanno meglio d’accor-
do con gli altri membri del team e sono brave a co-
struire relazioni positive con colleghi, superiori e
clienti, rendendo più distesa e amichevole l’aria in
ufficio. Per questo motivo nel mondo del lavoro si
è cominciato a cercare personale, dai manager ai
dipendenti, che fosse in grado di utilizzare la pro-
pria intelligenza emotiva. Successivamente ci si è
accorti che non è utile solo per migliorare la vita in
focus emozioni e salute
4 CARATTERISTICHE
di chi ha una bassa o alta
intelligenza emotiva
Bassa intelligenza emotiva
• Ti senti spesso incompreso
• Ti arrabbi facilmente anche per cose futili
• Ti lasci travolgere dalle emozioni
• Hai problemi ad essere assertivo
Alta intelligenza emotiva
• Riesci a capire cosa provano i tuoi colleghi,
amici e famigliari e perché si comportano
così
• Mantieni la calma anche in situazioni di
grande stress
• Puoi influenzare gli altri verso il raggiungi-
mento di un obiettivo comune
• Sei in grado di gestire le relazioni difficili
usando tatto e diplomazia
ufficio, ma contribuisce a rendere le persone più
soddisfatte e felici anche nella vita privata, tanto
da raggiungere la piena autorealizzazione. Chi in-
fatti è in grado di comprendere, utilizzare e gestire
le proprie emozioni in modo positivo per alleviare
lo stress, comunicare efficacemente, entrare in
empatia con gli altri, superare le sfide e disinne-
scare i conflitti, è in grado di farlo sempre, anche
nei momenti critici della propria vita personale.
DIVENTARE EMOTIVAMENTE
INTELLIGENTI
Se stai pensando che di persone così ce ne sono
troppe poche, sappi che la buona notizia è che
tutti possiamo sviluppare tali caratteristiche, al-
lenando la nostra intelligenza emotiva. Possiamo
infatti sfruttare ed esercitarci a mettere in pratica
più spesso le 5 abilità di cui si compone:
● consapevolezza di sé: essere in contatto con
le proprie emozioni,
● autogestione: gestione delle emozioni “ne-
gative” per far in modo che non ostacolino il
percorso,
● motivazione: saper rimanere positivi di fron-
te alle sfide,
● empatia: sapere cosa provano gli altri,
● abilità sociali: abilità che permettono di usa-
re la comunicazione produttiva per costruire
relazioni proficue con gli altri.
A differenza quindi dell’intelligenza intellettuale
(quella che si misura con il QI), che si concentra
sull’abilità cognitiva, lo sviluppo dell’intelligenza
103
 focus emozioni e salute

emotiva si incentra sulla nostra capacità di co-

struire relazioni con gli altri e con noi stessi.

DALLA TUA INTELLIGENZA EMOTIVA

DIPENDONO LA TUA SALUTE E LA TUA
FELICITÀ
Secondo le ricerche, l’intelligenza emotiva è in
grado di influenzare molta parte della tua salute
di corpo, mente e spirito. Influisce su:
● salute fisica: quando non si sanno utilizzare
le proprie soft skills, si rischia di non essere in
grado di gestire lo stress. Lo stress è uno dei
nemici della salute perché è in grado di au-
mentare la pressione sanguigna, indebolire il
sistema immunitario, aumentare il rischio di
infarti e ictus, accelerare il processo di invec-
chiamento,
● salute mentale: stress e ansia possono inde-
bolire anche la salute mentale, perché contri-
buiscono a favorire sbalzi del tono dell’umore
e depressione. Inoltre la difficoltà a coltivare
buone relazioni, per incapacità di capire gli al-
tri, può favorire l’isolamento e la solitudine,
aggravando ancora di più i sintomi depressivi,
● relazioni con gli altri: quando sei in grado di
capire e controllare le tue emozioni sei capace
di sentire cosa provate tu stesso e gli altri. Di-
venti più bravo a comunicare con gli altri, cre-
ando relazioni più forti, soddisfacenti e stabili.

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Daniel Goleman
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Che cos’è e perché può
renderci felici
BUR, 1996

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104 105

MINDFULNESS
EMOTIVA
Una pratica per riconoscere e lasciare emergere
le proprie emozioni, accettandole senza giudizio
LUDOVICA JAGER BEDOGNI | PSICOLOGA AD APPROCCIO INTEGRATO
L
e pratiche Mindfulness, ormai ampiamente
diffuse, ci insegnano a prestare attenzione
con intenzione al momento presente, così
da divenire maggiormente consapevoli del
qui ed ora non solo del mondo intorno a noi, ma
soprattutto del mondo interno a noi. Con il ter-
mine Mindfulness emotiva si desidera mettere in
luce un particolare aspetto di tali pratiche, che
enfatizza il ruolo centrale delle emozioni, delle
sensazioni corporee e del calarsi profondamente
nel proprio sentire.
Quando ci esercitiamo in pratiche Mindfulness,
spesso ci concentriamo sull’imparare a gestire il
continuo lavorio mentale dato dal predominio del-
la mente logico-razionale. Comunemente, infatti,
ci approcciamo alla nostra quotidianità interrogan-
doci sui perché, valutando gli eventi, categoriz-
zando i fatti e le persone e discerniamo basandoci
prevalentemente su categorie di tipo cognitivo.
106
Tale esercizio mentale non è certamente sbaglia-
to di per sé, tuttavia, un suo predominio può risul-
tare impoverente per la nostra vita ed è proprio in
tal senso che le pratiche Mindfulness ci vengono
in aiuto. Ciò nonostante, è però importante che
l’attenzione ai processi mentali non tolga spazio
alla dimensione del sentire. Oltre a divenire con-
sapevoli di come e cosa pensiamo, può risultare
illuminante divenire consapevoli anche di cosa
sentiamo. Calarsi nella consapevolezza del mo-
mento presente ci mette in una diversa relazione
con ciò che viviamo e tale consapevolezza non
deve riguardare solo la mente e i suoi processi, ma
deve sempre volgere lo sguardo anche al corpo e
alle emozioni.
Con la definizione di Mindfulness emotiva si de-
sidera ricordare proprio l’importanza di ascoltare
con attenzione quando e come emergono in noi
sensazioni corporee ed emozioni, che non devo-
Con la definizione di Mindfulness
emotiva si desidera ricordare
proprio l’importanza di ascoltare
con attenzione quando e come
emergono in noi sensazioni corporee
ed emozioni, che non devono quindi
essere scacciate o evitate, ma
anch’esse contemplate ed accolte
no quindi essere scacciate o evitate, ma anch’esse
contemplate ed accolte. Il nostro corpo è porta-
tore di grande saggezza e alle volte può risultare
più ragionevole della nostra stessa mente. Impa-
rare ad ascoltarlo con attenzione può divenire una
grande risorsa per gestire al meglio la nostra vita,
oltre che essere un notevole aiuto al nostro be-
nessere psicofisico.
La pratica di Mindfulness emotiva invita quindi
ad arrendersi alla saggezza del corpo, a fermarsi
e chiedersi: come mi sento in questo momento?
Cosa dice il mio corpo? Quali sensazioni sto pro-
vando? Quale parte del mio corpo si attiva men-
tre penso a quel determinato tema? Proprio ora,
che emozione sto provando? Lasciamo emergere
in noi emozioni e sensazioni senza giudicarle o
bloccarle, nella fiducia che ciò che sentiamo ha
sempre una buona ragione per arrivare a noi e può
portarci utili informazioni su chi siamo, su cosa ci
piace e cosa ci disturba, sul nostro presente, pas-
sato o futuro.
LE TUE EMOZIONI PARLANO DI TE
La tristezza, ad esempio, arriva per dirci che abbia-
mo perso (fisicamente o simbolicamente) qualco-
sa di importante e ci invita così a prenderci un po’
di tempo e a cercare vicinanza utile ad elaborare
quella determinata perdita. La paura arriva per
comunicarci che abbiamo la percezione che sia
presente un pericolo (fisico o simbolico) e dun-
que ci chiama a porre maggiore attenzione a quel
determinato tema o evento, che va affrontato
con calma e concentrazione. La rabbia ci dice che
qualcosa ostacola il raggiungimento di un nostro
obiettivo e così ci aiuta a focalizzare meglio la meta
e individuare il possibile ostacolo, processo che po-
trebbe risultare utile a trovare la strategia migliore
per rimuovere o aggirare proprio quell’ostacolo. Il
disgusto segnala che qualcosa ci contamina, che
non ci piace e che quindi, ad esempio, potremmo
scegliere di allontanarci. O ancora l’invidia, emo-
zione spesso definita come “negativa”, in realtà
arriva per farci vedere che cosa desideriamo dav-
focus emozioni e salute
vero; invidiamo qualcuno o qualcosa perché anche
noi vorremmo quella determinata caratteristica o
condizione così l’invidia può diventare lo “specchio
delle nostre brame”, rivelandoci interessanti aspet-
ti su chi siamo e su cosa desideriamo.
Proviamo a comprendere l’emozione o la sen-
sazione che sentiamo e lasciamola emergere ed
espandere nel nostro corpo. Possiamo esprimere
e sperimentare ciò che sentiamo anche attraver-
so un simbolo che rappresenti quel sentire, un co-
lore, un’immagine. E ancora, possiamo disegnare
l’emozione, danzare la sensazione che il corpo
manda, possiamo suonarla, cantarla, narrarla in
un racconto o in una poesia, celebrala e viverla
nel modo che più ci piace. L’unica regola è quella
di non giudicarle e non giudicarsi. Contemplare
porta conoscenza, esercizio diverso dal giudicare
e analizzare. Sentire l’emozione nel proprio corpo
senza giudizi permette di raggiungere una mag-
giore accettazione di sé attraverso la consapevo-
lezza della propria esperienza interiore.
Anche la meditazione, che a differenza della Min-
dfulness ha un intento di tipo prettamente spi-
rituale, invita a praticare la contemplazione dei
sentimenti così da poterli conoscere per come e
cosa sono veramente, liberi da ogni giudizio.
Caliamoci nel nostro mondo interno con curiosità
e coraggio. Può non essere facile compiere que-
sto cammino, che sicuramente necessita di una
costante pratica; laddove il nostro sentire ci risulti
un po’ confuso o apparentemente irraggiungibile,
il lavoro con un terapeuta potrebbe aiutarci a di-
venire più abili in questa magica capacità che è il
sentire, nella fiducia che, come ci ricorda Pascal:
«Il cuore ha ragioni, che la ragione non conosce».
Ù LIBRI CONSIGLIATI
Erica Francesca Poli
Le emozioni
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Oscar Mondadori
2019
Gill Hasson
Mindfulness
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più serena
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107

EMOZIONATI
DI NATURA
Sentire e riconoscere le emozioni per tornare a vivere
CARMEN DI MURO | PSICOLOGA CLINICA, PSICOTERAPEUTA, SPECIALISTA IN PSICOTERAPIA COGNITIVO
POST-RAZIONALISTA PER HUMUS EDIZIONI
T
utti hanno interesse ad acquisire una com-
prensione più profonda dei propri senti-
menti per imparare a gestirli e a usarli a
proprio vantaggio. Sentire, significa com-
prendere, dal latino cum-prehendĕre, ossia pren-
dere dentro di sé, che è diverso dal capire, che è un
atto mentale. Quando sentiamo qualcosa, infatti,
essa diventa parte di noi. Potremmo essere tutti
più sensibili ed empatici se la prospettiva cultura-
le non fosse così materialista, portandoci a disim-
parare questa dote naturale. A seconda dell’ac-
coglienza che abbiamo avuto da piccoli il nostro
corpo ha imparato a rimanere aperto e radiante,
oppure contratto nell’autoprotezione impeden-
doci di sentire le emozioni. Con il tempo queste
reazioni si sono cristallizzate in tacite regole di so-
pravvivenza, diventando la nostra seconda natura
e facendo sì che la nostra vibrazione emotiva ve-
nisse mantenuta a un basso livello di energia.
TORNARE ALLA FREQUENZA
ORIGINARIA
Quando ci spogliamo dai sedimenti emotivi e de-
cidiamo di spostarci nel nostro vero sentire, è al-
lora che la nostra energia emozionale si innalza
e si stabilizza sulla “frequenza originaria”, che è
quella vibrazione naturale, il modo in cui si sente la
108 ARTICOLO SPONSORIZZATO
nostra anima, ossia quel genere di vibrazione ric-
ca, viva, simile a quella che emettono i bambini. È
questa che man mano che si cresce viene coperta
da ingorghi mentali ed emozionali. Infatti quando
la vibrazione personale è frutto di credenze au-
tolimitanti, emozioni negative o della necessità
di controllare il mondo e se stessi, la qualità della
nostra vita non sarà un granché.
CORPO ED EMOZIONI
Ricordiamoci che il nostro corpo è come un diapa-
son e cambia facilmente risonanza per adattarsi
alle informazioni presenti nell’ambiente, attiran-
do e amplificando frequenze della stessa inten-
sità quando le incontra. Ciò vuol dire che se per
esempio stiamo sperimentando rabbia, ma non ne
siamo consapevoli, la attireremo a noi, entrando
in risonanza con campi della stessa frequenza che
accresceranno la nostra vibrazione di base. Que-
sto può essere estremamente pericoloso, non
soltanto per un funzionamento fisiologico sano,
poiché significherà che nel momento in cui vibre-
remo in modo perdurante su una determinata fre-
quenza staremo influenzando il cuore delle nostre
cellule, ovvero il nostro DNA, ma avremo effetti
dannosi anche all’esterno, nelle relazioni che in-
contriamo e nelle esperienze che facciamo. Ogni
focus emozioni e salute
cosa viene influenzata dalla frequenza emozio-
nale che emaniamo. Il primo passo è iniziare a pren-
dere dimestichezza con le emozioni, riconoscendole
nel loro manifestarsi, tanto nella loro componente
energetica che fisico-sensoriale, così da non temerle
e imparare a gestirle, e in questo abbiamo degli amici
preziosi ad aiutarci, che la natura ci ha donato, i rimedi
floreali per esempio.
LA NATURA COME CURA
La carica energetica del mondo naturale ha il po-
tere di guarire il cuore umano.
Questa affermazione oggigiorno trova un corpus
crescente di prove scientifiche con una forte at-
tenzione sui potenziali benefici dati dell’esposizio-
ne a stimoli naturali per la salute mentale, emoti-
va e fisica, soprattutto in casi di gravi patologie.
Nello specifico la natura tende a provocare una ri-
duzione dei livelli circolanti degli ormoni di stress,
adrenalina e cortisolo, e del marker infiammato-
rio dell’immunoglobulina. L’esposizione a luoghi
naturali è anche associata all’abbassamento della
pressione sanguigna, al miglioramento dell’espe-
rienza emotiva e dei disordini di tipo psichico. Ciò
significa che siamo parte di una rete più grande di
relazioni di nutrimento e la natura, a quanto pare,
è la forza civilizzatrice e di guarigione più potente.
In questi tempi di grande solitudine e isolamento,
per ritrovare l’armonia e la cura di cui abbiamo bi-
sogno, è importante prestare attenzione alla vita
appena fuori dalle nostre finestre. Possiamo cre-
are dei “posti a sedere” nei nostri giardini o anche
vicino a una finestra, dove usare tutti i nostri sensi
per immergerci tranquillamente nella vita intorno
a noi. Possiamo iniziare a piantare semi nei nostri
vasi o nei luoghi in cui vediamo che la natura man-
ca. Possiamo prenderci del tempo per respirare,
per immergerci nell’energia curativa delle piante,
dei fiori e degli alberi, iniziando a conoscerli, ad
attingere a loro, sia in termini di rimedi naturali
preziosi che essi ci donano, funzionali per il nostro
benessere fisico, ma anche soprattutto contem-
plandoli; ed è così che la nostra sfera emotiva tor-
na ad emozionarsi dinanzi a tanta bellezza.
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Carmen Di Muro
e Lucilla Satanassi
Emozionarsi
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ARTICOLO SPONSORIZZATO 109
 benessere

DISFUNZIONE
la fase dello sviluppo. Il Cordyceps e il Reishi, in
particolare, lavorano in modo specifico stimolan-
do nell’uomo la produzione dell’ormone maschile
(testosterone) e nella donna gli ormoni femminili
aumento del testosterone nell’uomo. L’aumento
della virilità, conosciuto fin dall’antichità, è stato
convalidato dalla ricerca scientifica, la quale ha
dimostrato la sua efficacia anche in età avanzata.

ERETTILE
(estrogeni e progesterone) quando i valori sono
carenti.
Nell’uomo, soprattutto il Cordyceps rafforza il
vigore, la prestanza e la virilità, andando a con-
trastare i sintomi del declino (calo della libido, di-
Un aiuto dal Cordyceps, il fungo che sostiene la circolazione, sfunzione erettile e scarsa fertilità).
abbassa i livelli di ansia e stimola la produzione del testosterone Inoltre, se assunti insieme all’Auricularia, questi
WALTER ARDIGÒ | MEDICO, OMEOPATA, AGOPUNTORE,
funghi medicinali migliorano in maniera sinergica
l’afflusso sanguigno nei corpi cavernosi del pene,
PSICHIATRA E PSICOTERAPEUTA, RICERCATORE SPECIALIZZATO IN MICOTERAPIA, CONSULENTE DI FUNGHI ENERGIA & SALUTE®
FRANCESCA ARDIGÒ | PSICOLOGA PER IL BENESSERE, FORMATA IN PSICOSOMATICA, ESPERTA IN CURA DI MENTE E CORPO, STUDIOSA DI rafforzandone l’erezione.
MICOTERAPIA, CONSULENTE DI FUNGHI ENERGIA E SALUTE® Nella donna invece Reishi e Cordyceps favorisco-
no il desiderio sessuale e contrastano il calo della
libido, dimostrandosi fondamentali per favorire
il benessere e la salute dell’apparato femminile
dall’età prepuberale alla menopausa.
CORDYCEPS, IL VIAGRA NATURALE
In Oriente il Cordyceps viene definito “ Viagra na-
turale”. L’effetto si manifesta grazie a un’assun-
zione regolare e continuativa di questi funghi me-
dicinali, per un minimo di tre mesi.
Più l’assunzione si prolunga, più il risultato è com-
pleto e stabile. Infatti il Cordyceps garantisce un
Numerosi lavori scientifici, infatti, hanno dimo-
strato i benefici del Cordyceps nei disturbi specifi-
ci come la disfunzione erettile e l’incapacità di rag-
giungere l’orgasmo. È stato infatti dimostrato che
l’assunzione di questo fungo medicinale stimola la
produzione di tutti gli ormoni coinvolti nella rego-
lazione della libido e della sessualità, ma non solo.
Oltre a rafforzare l’apparato genitale, il Cordyceps,
essendo ricco di Adenosina (un nucleoside dall’ef-
fetto vasodilatatore che aumenta l’afflusso del
sangue nei corpi cavernosi) fornisce benefici an-
che a livello circolatorio e dimostra un buon effet-
to ansiolitico, andando ad agire sia sul corpo che
sull’ umore.
In particolare, stimola i circuiti neuronali superio-
ri che fanno capo “all’area limbica” del cervello e
che potremmo definire, senza addentrarci trop-
po in tecnicismi, la stazione centrale di arrivo e di
partenza in cui transitano le emozioni. Le emo-
zioni in ambito sessuale, insieme all’autostima ed
alle sensazioni, giocano un ruolo da protagonista
determinando la buona o cattiva riuscita dell’am-
plesso nella sua totalità.

I
l calo del desidero e il decremento del vigo-
re sessuale possono colpire sia l’uomo che la
donna e, spesso, non hanno nulla a che vedere
con l’affetto e l’attrazione provate nei confron-
ti del partner. Nella sessualità influiscono emo-
zioni, corpo, spirito, relazioni sociali e una sana
libido; tutti fattori che contribuiscono sia al be-
nessere psichico che fisiologico di ognuno di noi.
Di norma, le cause si ritrovano in uno stile di vita
stressante, cattivo riposo, disturbi fisici, squilibri
ormonali, difficoltà quotidiane, frustrazione la-
vorativa, effetti collaterali di farmaci, depressio-
ne e disfunzioni ghiandolari. Sovente, tutto ciò
può accompagnarsi a un quadro di impotenza e
disfunzione erettile nell’uomo, dolore durante la
penetrazione e scarsa lubrificazione nella donna.
Questa tipologia di sintomi può presentarsi in al-
cuni casi in maniera occasionale e in altri in ma-
niera cronica.
I FUNGHI CHE AIUTANO IL DESIDERIO
In Oriente, da millenni, Cordyceps, Reishi e Auri-
cularia si dimostrano importanti rimedi naturali
a questa tipologia di problemi incrementando il
desiderio, migliorando l’energia dell’apparato ses-
suale maschile e femminile e favorendone sia il
vigore che la potenza a tutte le età.
Il ruolo di questi funghi medicinali si dimostra por-
tentoso in età adulta, tanto quanto nel sostegno
dell’attività ormonale degli adolescenti durante

110 ARTICOLO SPONSORIZZATO ARTICOLO SPONSORIZZATO 111


SISTEMA IMMUNITARIO
EFFICIENTE
Con la sinergia fra vitamina B12 e alga Clorella che facilita
la pulizia e l’omeostasi di tutto l’organismo
TIZIANA LUGLI PER ERBAVOGLIO
S
pesso in natura alimenti, piante e micro-
nutienti lavorano in sinergia per aiutare in
modo ancora più concreto il nostro orga-
nismo. È il caso di due super-componenti
come vitamina B12 e Clorella che creano una siner-
gia che promuove energia a lungo termine e aiuta
il sistema immunitario a compiere le sue funzioni
quotidiane, assicurando la costante pulizia ed effi-
cienza di tutto l’organismo. Ecco i loro benefici.
VITAMINA B12: INDISPENSABILE
PER L’ORGANISMO
La vitamina B12 è coinvolta in moltissime funzioni
metaboliche del nostro organismo: dalla corretta
sintesi dei globuli rossi, ai livelli di energia, dal sup-
porto epatico al sistema immunitario e nervoso, i
benefici di questa vitamina sono davvero tanti.
Tutte le vitamine del gruppo B ricoprono ruo-
li specifici sulle funzioni delle cellule cerebrali:
la B12 in particolare svolge un ruolo importante
nel mantenimento delle guaine che avvolgono e
proteggono i nervi del sistema nervoso centrale
e periferico, garantendo una trasmissione rapida
ed efficace degli impulsi nervosi. È inoltre neces-
saria per l’assorbimento dell’Acido Folico il quale
ricopre funzioni altrettanto fondamentali per la
salute di tutte le cellule.
Inoltre, la vitamina B12 è necessaria per fornire
all’organismo la corretta dose di energia di cui ha
112 ARTICOLO SPONSORIZZATO
necessità per svolgere i compiti a cui è preposto,
evitando in questo modo che possa soffrire di
inefficienza.
Sebbene sia possibile ottenerne le dosi giornalie-
re raccomandate attraverso l’alimentazione - si
trova soprattutto nei prodotti di origine animale,
come carne rossa, fegato, pesce, uova e latticini –
è altrettanto possibile esserne carenti. Una dieta
povera di prodotti animali aumenta questo rischio
pertanto vegani e vegetariani sono particolar-
mente vulnerabili se non la integrano, così come
gli anziani e le persone che soffrono di disturbi
gastrici. È infatti attraverso il sistema digestivo
che rendiamo biodisponibile la vitamina B12 per
l’assimilazione. Una sua eventuale carenza com-
promette la salute in modo significativo e può
portare a diversi problemi anche molto gravi tra
cui danni neurologici e fisiologici.
ALGA CLORELLA:
PERCHÉ È COSÌ IMPORTANTE?
La Clorella è un’alga unicellulare presente sul no-
stro pianeta da milioni di anni, e vanta il più alto
concentrato di clorofilla (da cui prede il nome) in
natura che, per chi non lo sapesse, disintossica e
ossigena il nostro sangue più di qualunque altro
alimento. Ricchissima di vitamine A, del gruppo B,
C, E, acidi grassi e di ben 18 amminoacidi, la Clo-
rella è anche una favolosa fonte di zinco, potassio,
benessere
magnesio, manganese e tutti sappiamo quanto
sia importante garantire al nostro corpo la giusta
quantità di minerali, sia per l’equilibrio fisico sia
per quello mentale.
Per la sua composizione è utile per disintossicare
l’organismo da tossine, metalli pesanti e pesticidi,
dato che questa piccola alga sembrerebbe essere
in grado di assorbire le sostanze tossiche all’inter-
no delle “pareti permeabili” delle cellule, canaliz-
zandole poi verso intestino per l’espulsione.
Aiuta anche a rinforzare il sistema immunitario,
migliorare l’ossigenazione del sangue, favoren-
done il pH alcalino, e aiuta a neutralizzare i cattivi
odori che può formare il corpo se assumiamo ali-
menti troppo acidi. La Clorella sembrerebbe inol-
tre dare una bella spinta al sistema immunitario
aiutando i linfociti a combattere le infezioni.
Non meno importante, favorisce il movimento in-
testinale e una disintossicazione significativa del
colon, eliminando elementi di scarto e ripristinan-
do l’equilibrio della flora batterica in tutto il trat-
to digestivo. Proprio la flora batterica amica per-
mette la sintesi nel nostro intestino della vitamina
B12: motivo in più per godere della sinergia di que-
ste due componenti. Insieme, l’azione congiunta
di queste due componenti regala all’organismo
dinamismo e ossigenazione, esattamente quello
di cui abbiamo bisogno per affrontare al meglio lo
stress e gli impegni della vita quotidiana.
UN INSIEME SUPERATTIVO,
UNA SINERGIA VINCENTE!
Un solo integratore, che esalta le doti benefiche di
due super-componenti, e favorisce la sinergia fra
la vitamina B12 e la Clorella, garantisce il supporto
delle cellule coinvolte nella maggior parte delle
funzioni metaboliche assicurando un sistema im-
munitario efficiente, energia a lungo termine e la
pulizia costante di tutto l’organismo.
La praticità di assumere un integratore unico,
che assicura il dosaggio corretto di vitamina B12
e di Clorella, è di per sé un grande vantaggio: può
essere assunto durante la giornata, in ufficio, in
viaggio o quando fa più comodo. Si deve aggiun-
gere solo un bel bicchiere d’acqua. L’assunzione di
vitamina B12 attraverso un integratore è uno dei
modi più semplici ed efficaci per prevenirne la ca-
renza, soprattutto se non si è certi di consumare
regolarmente cibi ricchi di questa importantissi-
ma vitamina idrosolubile. Per quanto riguarda la
Clorella, il suo profilo fitochimico parla chiaro: è in
cima alla lista dei superfoods più potenti, fa bene
a tutti in qualsiasi fase della vita e integrare la pro-
pria alimentazione con questa alga aiuta a miglio-
rare, a largo spettro, la salute.
ARTICOLO SPONSORIZZATO 113
 benessere

de-gialli. Cresce spontaneamente in India, Nepal e
Pakistan, in alcune zone dell’Africa settentrionale
e anche in Italia, principalmente in Sicilia e in Sar-
degna. È utilizzata da secoli dalla medicina popo-
lare indiana, che le riconosce numerose proprietà,
fra cui quelle antistress e rinvigorenti.
Tutte le sue parti contengono sostanze utili, quel-
le più interessanti si concentrano nelle radici. Al-
cuni recenti studi confermerebbero il suo effetto
nel favorire l’attività cerebrale e, quindi, l’appren-
dimento e la memoria.
volta nel sistema nervoso centrale, tanto vero che
inizialmente venne chiamata cefalina. La si trova
in alcuni alimenti: nelle frattaglie, nel tuorlo d’uo-
vo e nella soia.
Aiuta a ricostruire e fortificare le membrane delle
cellule cerebrali; aiuta a migliorare la memoria, a
breve e lungo termine, e la capacità di apprendi-
mento, di concentrazione e l’abilità comunicativa.
Con l’acido fosfatidico è utile per contrastare lo
stress mentale.

DI COSA SI NUTRE IL CERVELLO

Per contrastare i deficit cognitivi associati all’età
Ù PRODOTTO CONSIGLIATO
e alla stanchezza mentale è utile fornire anche
adeguati nutrienti come colina, fosfatidilserina e Acumens
acido fosfatidico. Note: senza glutine, senza
La colina è un’ammina chiamata anche vitamina J. lattosio; adatto a vegani.
Si trova soprattutto in alimenti di origine animale Modalità d’assunzione: a
e nel germe di grano. partire dai 12 anni,
1 compressa al giorno, da
È considerata un nutriente essenziale per il cer-
assumere a colazione o a
vello perché favorisce le connessioni neuronali pranzo con un po’ d’acqua.
stimolando la concentrazione; è importante an-

MENTE SEMPRE ATTIVA

Confezione e prezzo: 30
che per l’apprendimento, per la memoria e, con compresse | € 24,00
l’avanzare dell’età, aiuta a preservare la funzione
cognitiva. La fosfatidilserina è un fosfolipide del-
le membrane cellulari. È stata isolata per la prima Puoi acquistarlo su macrolibrarsi.it

I nootropi vegetali di Bacopa e Ashwaganbdha ti aiutano

a mantenere giovane il cervello, anche in tarda età
FEDERICA BASSANI | LAUREA IN CHIMICA E TECNOLOGIE FARMACEUTICHE PER BIOS LINE

S
empre più persone lamentano di far fatica
a concentrarsi, a ricordare e di avere la sen-
sazione che la mente sia annebbiata, quasi
rallentata. Le cause possono essere mol-
teplici: lo stress, il sovraccarico di informazioni e
di stimoli cui siamo quotidianamente esposti, pe-
riodi di studio o di lavoro particolarmente intensi.
Certo conta anche l’età: non è raro che le persone
più anziane evidenzino difficoltà mnemoniche e
di concentrazione, ma gli effetti della stanchez-
za mentale si fanno sentire anche sui più giovani.
In questi casi è fondamentale impostare uno stile
di vita sano, adeguato movimento fisico e giuste
ore di sonno; talvolta può non essere sufficiente e
può essere utile fare ricorso a integratori specifici,
a base di sostanze nootrope.
MIGLIORA LA PERFORMANCE
COGNITIVA
I nootropi sono particolari sostanze in grado di au-
mentare le capacità cognitive di un individuo,
agendo sul sistema nervoso centrale e incremen-
tando le “performance” a livello generale. Tra le
sostanze vegetali ad azione nootropa troviamo la
Bacopa monnieri e la Withania somnifera, nota
anche come Ashwagandha.
La Bacopa, originaria dell’India meridionale, dove
cresce soprattutto nelle zone più umide o paludo-
se, appartiene alla famiglia botanica delle Scrofu-
lariaceae. Non supera i 20 cm di altezza, ha foglie
carnose e fiori bianchi che sbocciano tra aprile e
settembre. È utilizzata da secoli nella medicina
ayurvedica per migliorare la memoria, favorire
le funzioni cognitive e contrastare l’ansia. La sua
azione sembra essere strettamente legata alla
sua capacità di favorire le connessioni cerebrali,
preservare i livelli di acetilcolina (importante neu-
rotrasmettitore) e contrastare i radicali liberi che
possono danneggiare i neuroni.
L’Ashwagandha, chiamata anche ginseng indiano,
è una pianta tonico-adattogena. Appartiene alla
stessa famiglia del pomodoro, le Solanaceae, e
come il pomodoro ha un arbusto erbaceo che può
raggiungere fino a 170 cm di altezza con fiori ver-

114 ARTICOLO SPONSORIZZATO ARTICOLO SPONSORIZZATO 115


MELATONINA E
SISTEMA IMMUNITARIO
Utile per aiutare a sostenere il sistema immunitario e contrastare
i disturbi della Seasonal Affective disorder (SAD)
LA REDAZIONE DI PIERPAOLI EXELYAS
L’
autunno porta con sé un significativo calo
delle temperature e diminuzione della luce
ambientale: un cambiamento del ritmo cir-
cadiano (notte-giorno) a cui il corpo, a vol-
te, fa fatica ad adeguarsi e che può causare quello
stato di leggera depressione invernale, noto come
Winter Blues o SAD (Seasonal Affective Disorder),
durante il quale ci sentiamo un po’ scarichi e, quindi,
anche più vulnerabili alle malattie invernali.
VACCINAZIONI E DIFESE IMMUNITARIE
In previsione dell’arrivo delle malattie da raffred-
damento, molte persone, soprattutto quelle ap-
partenenti alle categorie più fragili, scelgono di
sottoporsi a scopo preventivo alla vaccinazione
antinfluenzale che, nella sua azione di stimolo
della risposta immunitaria a lungo termine, può
concorrere ad accentuare un temporaneo indebo-
limento dell’organismo, con la manifestazione di
lievi sintomi quali febbre, dolori muscolari o arti-
colari. Per questo motivo, in vista di un’eventuale
vaccinazione, può essere utile assumere prodotti
che aiutino a rafforzare il sistema immunitario.
116 ARTICOLO SPONSORIZZATO
benessere
PROPRIETÀ DELLA MELATONINA
CHE ANCORA NON CONOSCI
La melatonina è ampiamente utilizzata nei distur-
bi del sonno grazie al suo fondamentale ruolo nel-
la regolazione dell’orologio biologico interno. Ul-
teriori ricerche hanno evidenziato le sue proprietà
anti-infiammatorie, antiossidanti e immunomo-
dulatorie.
COSA SIGNIFICA
IMMUNO-MODULAZIONE?
La melatonina può contribuire all’ aumento, quan-
do necessario, della risposta immunitaria, ma an-
che ad una sua inibizione, quando questa è ecces-
siva. Per tale sua caratteristica è stata utilizzata,
per esempio, nella modulazione della tempesta di
citochine tipica delle patologie da Covid-19.
COME SI ASSUME
Assumere la melatonina ogni sera tra le 22 e le 24,
mezz’ora prima di andare a dormire. In questa sta-
gione ha quindi due vantaggi: ci sincronizza con i
nuovi ritmi luce-buio e ci aiuta a sostenere la no-
stra risposta immunitaria.
117

ALOE, LA REGINA DELLE
PIANTE FITOTERAPICHE
Ripulisce a fondo l'organismo dalle tossine, sostiene l'intestino
nei cambi di stagione, ottima contro il reflusso. Alleata della pelle
contro psoriasi e dermatiti
MARCELLA VITI | BIOLOGIA NUTRIZIONISTA, PER HDR
L’
aloe ha una storia millenaria. Questa leg-
gendaria pianta dai mille usi, si è guadagna-
ta il titolo di “regina delle piante fitoterapi-
che” perché ha più di 300 principi attivi al
suo interno e per questo può essere utilizzata per
molteplici problemi di salute, anche a scopo pre-
ventivo. Nessun’altra pianta al mondo ha un nume-
ro così elevato di principi attivi al suo interno.
È considerata una “guaritrice naturale” in quanto
ha svolto un ruolo di primaria importanza nella
farmacologia di molte antiche civiltà, tra cui Egizi,
Assiri, Indiani, Maya e Romani.
Gli indù addirittura la chiamavano “la guaritrice si-
lenziosa”, mentre gli antichi medici cinesi la consi-
deravano una delle piante più dotate di proprietà
terapeutiche e la chiamavano “rimedio armonioso”.
LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE
E PROPRIETÀ DELL’ALOE
I numerosi principi attivi presenti al suo inter-
no – abbiamo detto essere più di 300 – possono
essere raggruppati in tre grandi famiglie: gli zuc-
cheri complessi, tra cui l’acemannano che ha una
potente azione immunostimolante; gli antrachi-
noni, che regolano la peristalsi intestinale e hanno
azione disintossicante e antibiotica; e numerose
molecole dall’alto potere nutritivo e antinfiam-
matorio, analgesico, antimicotico, come vitamine,
aminoacidi ed enzimi.
118 ARTICOLO SPONSORIZZATO
IN QUALI CASI PUÒ ESSERE UTILIZZATA?
Come già detto, proprio grazie alla presenza di
questo enorme numero di principi attivi, l’aloe
può essere utilizzata sia come prevenzione, sia per
la cura di diversi disturbi. Per uso dermatologico
l’aloe è ideale per macchie della pelle, punture di
insetti, psoriasi, scottature, ustioni ed è ottima
anche per le dermatiti e l’arrossamento da panno-
lino dei bimbi. Per uso orale, grazie alla sinergia dei
componenti può essere utilizzata per rafforzare il
sistema immunitario, per disintossicare e ripulire
a fondo l’organismo dalle tossine nocive, per rie-
quilibrare e ottimizzare l’intestino e per sostenere
l’organismo durante i cambi di stagione.
Il consiglio è di assumere aloe prima della prima-
vera: in questo modo potrai neutralizzare le fa-
stidiose allergie, evitando i sintomi delle riniti al-
lergiche quali pruriti alla gola, al naso e agli occhi,
lacrimazione, starnuti. Anche assumere aloe pri-
ma dell’inverno aiuta a ridurre al minimo il rischio
di attacchi influenzali, tosse, febbre, mal di gola,
sensazioni di ossa rotte, congestioni nasali, brividi.
È anche un ottimo rimedio in caso di reflusso ga-
stroesofageo e ulcere gastriche. Oggi purtroppo
siamo bombardati da cibi di scarsa qualità, smog,
radiazioni, fattori che indeboliscono il nostro or-
ganismo e ci rendono vulnerabili alle malattie. As-
sumere l’aloe dovrebbe essere un’abitudine quo-
tidiana, così come lo è bere un buon caffè.
benessere
ESISTE SOLO UNA VARIETÀ DI ALOE?
Esistono oltre 250 varietà di aloe, ma la scelta si ri-
duce essenzialmente a due. L’Aloe vera e l’Aloe ar-
borescens. L’Aloe vera è la più conosciuta al mondo
perché data la sua facilità di lavorazione è la varietà
più utilizzata, talvolta anche senza senso in prodotti
come jeans, carta igienica, materassi ecc.
L’Aloe arborescens è la sorella meno famosa pur es-
sendo la più preziosa, in quanto ha una concentra-
zione di principi attivi addirittura tre volte superiori
all’Aloe vera, ma è poco utilizzata poiché si presta
meno alla lavorazione industriale ed è quindi econo-
micamente svantaggiosa per le aziende.
COME SCEGLIERE
UN PRODOTTO D’ECCELLENZA
Data l’elevata concentrazione di principi attivi, i
prodotti a base di Aloe arborescens sono da pre-
ferire poiché questo si traduce in una maggiore
efficacia preventiva e terapeutica del prodotto,
come evidenziato dalle numerose ricerche scien-
tifiche. Inoltre, nei prodotti con Aloe vera, viene
utilizzato soltanto il gel interno e non la cutico-
la (buccia) la quale contiene un intero arsenale di
molecole utili, indispensabili, vitali dalle proprietà:
antinfiammatorie, antidolorifiche, antiossidanti,
antibatteriche, antivirali, cicatrizzanti.
Inoltre tra i prodotti con Aloe arborescens bisogna
preferire quelli in cui l’Aloe sia lavorata a freddo.
Questa caratteristica spesso è difficile da indivi-
duare, ma è molto importante se non fondamen-
tale, poiché i processi che innalzano la temperatura
(pastorizzazione, sterilizzazione ecc.) distruggono
buona parte dei principi attivi presenti nell’aloe di-
minuendone drasticamente l’efficacia. Ultimo con-
siglio: evitare prodotti che contengano molti zuc-
cheri (miele o dolcificanti), conservanti non sicuri,
aromi o altre sostanze che possano essere nocive
per la salute. Per l’uso orale ad esempio è preferibile
acquistare prodotti in polvere che non hanno biso-
gno di zuccheri per renderne il gusto gradevole e di
conservanti per garantirne la conservazione.
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 benessere

SPIRULINA
gruppo di organismi unicellulari procarioti che CLORELLA:
crescono in acque dolci. Il nome è derivato dalla MICROSCOPICA MA POTENTE
particolare conformazione dell’alga che ricorda La Clorella è, invece, un’alga monocellulare
quella di una microscopica spirale. Il caratteristi-

E CLORELLA
Disintossicano il fegato, ci aiutano a controllare il peso
e forniscono preziosa energia al nostro cervello
FABRIZIO FERRETTI | FARMACISTA, ESPERTO IN OMEOPATIA E CONSULENTE BFRP PER I FIORI DI BACH
PER ALGADEMY
co colore verde-azzurro è dovuto alla presenza
di diversi pigmenti, in particolare la clorofilla, che
conferisce il colore verde, e la ficocianina, che dà
la colorazione azzurro-blu. La Spirulina è una im-
portantissima fonte di proteine, che sono rappre-
sentate fino al 65% in peso sotto forma di aminoa-
cidi essenziali, e che la rendono quindi un alimento
utile in caso di stanchezza psicofisica, nei postumi
di malattie debilitanti o infettive, negli anziani, in
coloro che a causa di immobilità prolungata ten-
dono a perdere massa muscolare, nello sportivo.
Interessante la presenza di acido glutammico,
un aminoacido non essenziale che partecipa alla
neurotrasmissione e alla formazione di energia
per il cervello. Tra i vari aminoacidi essenziali, la
fenilalanina assume un ruolo importante per la
sua azione inibente il centro della fame e, insieme
alle vitamine del gruppo B (soprattutto B1 e B6),
alla vitamina A ed E e a sali minerali quali potas-
sio, magnesio, fosforo e ferro, fa della spirulina un
importante sostegno nei programmi dietetici ad
azione dimagrante.
eucariota grande più o meno quanto un globu-
lo rosso. L’alta concentrazione di clorofilla, la
rende particolarmente utile nei casi in cui sia
necessaria una disintossicazione e depurazio-
ne dell’organismo, grazie all’altissima proprietà
chelante della clorofilla che aggancia diversi
tipi di metalli pesanti come piombo, mercurio,
cadmio ecc., presenti ad esempio in alcune so-
stanze inquinanti.
L’Istituto Superiore di Sanità afferma che: «I me-
talli pesanti sono privi di funzioni fisiologiche e
sono dotati di elevata tossicità a lungo termi-
ne. Il loro accumulo nell’organismo umano può
causare, nel tempo, importanti effetti dannosi
poiché interferiscono con il normale metaboli-
smo cellulare arrivando a ostacolare il corretto
svolgimento di funzioni vitali».
La Clorella è inoltre in grado di aiutare il fegato a
disintossicare il sangue da altre sostanze poten-
zialmente nocive come alcuni tipi di pesticidi o,
più genericamente, prodotti usati in agricoltura,
e da diversi tipi di tossine.

L
e microalghe sono organismi unicellulari,
costituiti cioè da una sola cellula. Vivono
nelle acque dei mari, laghi e fiumi a seconda
della specie e sono fotosintetici, riescono
cioè a produrre ossigeno consumando anidride
carbonica e grazie all’energia solare sintetizzano
gli zuccheri utili per fornire loro energia. Inoltre
hanno la capacità di immagazzinare luce sotto
forma di biofotoni che sono in grado di controllare
le funzioni biologiche delle cellule.
Le microalghe sono, in generale, ottime fonti di
proteine, vitamine, oligoelementi, acidi grassi po-
linsaturi: per questa ragione sono considerate dei
superfood, ovvero degli alimenti ad elevatissimo
potere nutrizionale al punto che la Spirulina, ad
esempio, è stata proposta e fortemente consi-
gliata dall’OMS. Esiste una agenzia denominata
IIMSAM (Intergovernmental Institution for the
use of Micro-algae Spirulina Against Malnutri-
tion), legata all’OMS, che si occupa di divulgare
conoscenze scientifiche e diffondere l’uso della
Spirulina contro la malnutrizione a livello mon-
diale, considerandola l’alimento del Ventunesimo
secolo.
SPIRULINA:
UN’ALGA DI ACQUA DOLCE
L’alga Spirulina appartiene, esattamente, alla fa-
miglia dei cianobatteri, le cosiddette alghe ver-
di-azzurre, termine generico che identifica un

120 ARTICOLO SPONSORIZZATO ARTICOLO SPONSORIZZATO 121


DORMIRE BENE
PER VIVERE MEGLIO
Come abbattere l'inquinamento elettromagnetico in camera
da letto per fare sonni sereni, riposanti e rigeneranti
FABIO BIASON | FARMACISTA E NATUROPATA, TERAPEUTA REIKI E RABDOMANTE,
ESPERTO IN BIOEDILIZIA PER GEOTHERIC SRL
Q
uale è il luogo in cui trascorriamo soli-
tamente più tempo nella nostra vita?
La risposta è quasi sempre la stessa per
tutti noi: la casa e più precisamente la
stanza da letto.
Statisticamente passiamo un terzo della nostra
vita, all’incirca 26 anni, dormendo. Se aggiungia-
mo anche il tempo che trascorriamo a letto leg-
gendo, guardando la televisione o comunque du-
rante le fasi di veglia, gli anni diventano 32.
In camera passiamo ore importanti che ci permet-
tono di riposare in maniera corretta, di recuperare
le energie spese durante la giornata; un ambiente
sano influisce positivamente sul nostro sistema
immunitario e sullo stato di salute in generale.
LE CARATTERISTICHE DELLA CAMERA
DA LETTO SALUTARE
Spesso, quando si parla di dormire bene, di son-
no salutare, l’attenzione viene posta al solo let-
to, alle doghe, al materasso e al cuscino, fattori
questi sicuramente importanti, ma non gli unici
da considerare.
122 ARTICOLO SPONSORIZZATO
È molto importante valutare tutti gli aspetti del
“costruire e vivere sano”, secondo i principi dell’e-
dilizia bioecologica e in una ottica globale come
andremo ad approfondire qui di seguito.
Senza rendercene conto, la stanza da letto con i
suoi pavimenti, pitture, murature e isolamenti,
mobili e arredamenti può trasformarsi in un vero
laboratorio chimico, e questo, notte per notte, per
decenni.
Inconsapevolmente, potremmo essere potenzial-
mente esposti a:
● composti organici volatili (COV) quali: formaldei-
de e molti altri prodotti chimici, utilizzati per trat-
tare legno, pavimenti, tessili e pareti, pesticidi;
● fonti microbiologiche come muffe, lieviti,
spore e batteri;
● clima interno: alta concentrazione di CO2,
umidità elevata o aria troppo secca, polveri
sottili, regolazione errata della temperatura.
Non vanno trascurate anche tutte le altre fonti
nocive impercettibili quali possono essere radia-
benessere
zioni elettromagnetiche artificiali o di origine
naturale come:
● campi ad alta frequenza causati da cellulari,
reti wireless, bluetooth e telefoni senza filo;
● campi elettrici e magnetici causati da cablag-
gi elettrici, trasformatori, luci e apparati elet-
tronici;
● radiazioni geopatiche come vene d’acqua, fa-
glie, reticoli di Curry e Hartmann e i loro nodi;
● alterazioni del campo magnetico terrestre
causate da un elevato utilizzo di cemento ar-
mato e strutture metalliche in generale;
● radioattività da gas radon o materiali di co-
struzione radioattivi.
IL RUOLO DEL TECNICO ESPERTO
IN BIOEDILIZIA E MISURAZIONI AM-
BIENTALI
La bioedilizia è una materia vasta e complessa ed
è finalizzata alla realizzazione di ambienti di vita
salubri, naturali, di bella forma e sostenibili delle
costruzioni. Il tecnico esperto in bioedilizia è un
fulcro, un punto di raccordo e coordinamento tra
i vari specialisti dei singoli settori, come ingegne-
ri, architetti, biologi, artigiani e tecnici ambientali.
Vengono studiati i materiali edili, aspetti ecologici
ma anche i risvolti economici della costruzione di
una casa.
Le potenziali patologie scaturite dall’esposizio-
ne a sostanze chimiche, radiazioni e altre fonti
nocive sono spesso difficilmente identificabili e
associabili (effetto cumulativo e ritardato delle
manifestazioni patologiche negli anni). Al fine di
prevenire per quanto possibile tali effetti nocivi,
gli esperti in bioedilizia in Germania (IBN Baubiolo-
gen und Meßtechniker) hanno istituito una com-
missione permanente che valuta costantemente
i valori delle sostanze potenzialmente pericolose
e le radiazioni misurate nelle stanze da letto, sta-
bilendo uno standard di valori limite, mettendo al
centro l’essere umano, i bambini e le persone più
deboli. Attenendosi a questi standard, il tecnico
esperto in bioedilizia può misurare con l’ausilio di
apparecchi o/e analisi di laboratorio la presenza o
meno di sostanze o radiazioni nocive all’interno
della stanza da letto. Allo stesso modo propone
l’utilizzo di materiali ecocompatibili e salubri, che
molto spesso, considerando anche i costi soste-
nuti per il sostegno della salute, hanno un costo
inferiore alle materie prime più diffuse.
Il suo compito, grazie anche alla stretta collabo-
razione con progettisti, costruttori ed artigiani, è
di realizzare una stanza da letto e una casa che,
come una terza pelle, vive e respira con noi!
ARTICOLO SPONSORIZZATO 123

CONOSCI
LA TUA ACQUA?
Via batteri, impurità, microplastiche e metalli pesanti
con la depurazione ceramica per l'acqua di rubinetto
LA REDAZIONE DI EIVAVIE
I
mparare a conoscere l’acqua che proviene dal tuo
rubinetto di casa è importante perché ti permet-
te di apprezzarla e valorizzarla come merita. Tu
quanto la conosci? Sai che, se necessario, è pos-
sibile filtrare l’acqua per renderla più buona senza
però rinunciare alle sue caratteristiche di unicità?
LA CULTURA DELL’ACQUA
In questi ultimi anni sono stati fatti molti sforzi e
intraprese numerose azioni per accrescere l’infor-
mazione riguardo alcuni prodotti alimentari e per
farne apprezzare l’eterogeneità.
Pensiamo ad esempio al vino, oppure all’olio e ai
formaggi: esistono oggi associazioni che fanno
cultura su questi prodotti e ci insegnano a cono-
scerli meglio sia dal punto di vista organolettico
che da quello storico e geografico.
Per quanto riguarda l’acqua invece esiste già un’as-
sociazione di che si occupa di acque imbottigliate,
ma questo tipo di approccio, che mette al centro
la conoscenza e l’approfondimento, si potrebbe e
dovrebbe applicare anche all’acqua del rubinetto.
124 ARTICOLO SPONSORIZZATO
COSA CARATTERIZZA L’ACQUA?
È bene dire innanzitutto che, per essere ritenuta
pura, l’acqua deva essere inodore e incolore; inol-
tre, per essere considerata “destinata al consumo
umano”, deve rispettare i parametri microbiologici
e chimici individuati dalla legge. Ogni acqua ha co-
munque caratteristiche che la rendono unica.
È infatti possibile classificarla in base alla com-
posizione salina, al pH e alla presenza più o meno
marcata di un determinato sale minerale. Come?
Scopriamolo insieme.
La salinità, o “residuo fisso”, è il contenuto di sali
minerali presente nell’acqua e si misura in mg/l.
In base a questo indicatore, le acque si classificano
in minimamente mineralizzate (residuo fisso compre-
so tra 0 e 50mg/l), oligominerali (r.f. tra 50-500 mg/l),
acque minerali (r.f. 500-1500 mg/l) e acque ricche si
sali minerali (r.f. maggiore di 1500 mg/l).
Il pH è un valore che varia tra 0 e 14 e che viene
considerato neutro a 7. L’acqua ha generalmente
un pH tendente al neutro, ma può essere anche
leggermente acida oppure basica.
benessere
In base alla presenza di uno o più sali minerali, in- vo gusto o un cattivo odore, oppure presenta im-
fine, un’acqua può essere considerata, ad esem- purità nonostante sia stata dichiarata potabile.
pio, calcica (se il contenuto di Calcio è maggiore Ed è qui che viene in aiuto una specifica tecno-
di 150mg/l) oppure magnesiaca (se il contenuto di logia di filtrazione, quella in ceramica e carbone
Magnesio è maggiore di 50 mg/l). vegetale pressato, che è in grado di rimuovere le
Durante la degustazione dell’acqua, il suo sapo- sostanze indesiderate preservando però le carat-
re e la nostra percezione di maggiore o minore teristiche uniche dell’acqua (sali minerali e pH).
leggerezza e di gusto più o meno dolce, derivano Attraverso i filtri in ceramica e carbone vegetale
proprio da questi elementi. Ma come fa l’acqua ad pressato è possibile infatti rimuovere batteri pa-
acquisire determinate caratteristiche? togeni, sedimenti e impurità, microplastiche, me-
In questo caso è importante tenere in conside- talli pesanti, residui di chimica e Cloro.
razione la “territorialità dell’acqua”. L’acqua in-
fatti, per arrivare fino a noi e sgorgare dal nostro
CONTATTI
rubinetto, ha compiuto un percorso specifico ed Tel: 0166 510137
è proprio tale percorso che le ha conferito, attra- email: info@eivavie.com
verso terreni e rocce presenti nel luogo di prove- FB: https://www.facebook.com/eivavie/
nienza e incontrate nel tragitto, determinate ca-
ratteristiche chimiche e chimico-fisiche.
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COME CONOSCERE
LA PROPRIA ACQUA?
Depuratore Acqua
Mentre le caratteristiche delle acque imbottiglia-
te sono facilmente desumibili dall’etichetta, quel-
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le delle acque del rubinetto sono individuabili in
Sopralavello HCS
due modi differenti. Una prima possibilità è quella con filtro Ultracarb
Acqua pura e sicura per
di effettuare un prelievo dell’acqua dal rubinetto
uso alimentare
e richiedere a un laboratorio dedicato le relative
La Casa di Terra
analisi. In alternativa, si possono invece prendere Doulton
come riferimento le analisi del proprio fornitore di
acqua potabile, controllandole sulla bolletta, sul
sito del fornitore stesso, o, in mancanza, richie- Depuratore Acqua
dendole via e-mail. British Berkefeld®
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Abbiamo visto come, conoscendo la propria acqua, Sterasyl®
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sia anche molto più facile apprezzarne le caratteri-
Doulton
stiche. Tuttavia, per godere appieno di queste qua-
lità, è ovviamente importante che essa sia buona.
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Molto spesso infatti l’acqua risulta avere un catti-
ARTICOLO SPONSORIZZATO 125
 benessere

Le cure thalassoterapiche per medesimo principio, permettendo di elimina-

sfruttano le proprietà terapeutiche
delle acque, dei fanghi, delle alghe,
della sabbia, del clima per la cura di
varie patologie
ALGHE E THALASSOTERAPIA:
BENEFICI MOLTIPLICATI
I trattamenti estetici con le alghe vengono oggi
praticati nelle migliori SPA, centri benessere e
centri estetici: oggi si sta infatti sempre più affer-
mando la fucoidocosmesi, un tipo di trattamento
re le sostanze di rifiuto del metabolismo cellulare,
richiamate verso gli strati superficiali. Abbiamo in
questo modo un’azione idratante e nutriente en-
fatizzata dell’effetto detossinante.
Gli effetti delle alghe in Thalassoterapia sono
molteplici:
● cedono, attraverso la cute, le sostanze e
i principi attivi e funzionali,
● riassorbono sostanze di eliminazione,
cioè cataboliti,
● aumentano la temperatura corporea lo-
cale e profonda,
● migliorano il microcircolo cutaneo,

BENDAGGI ALLE ALGHE

che utilizza l’azione delle alghe presenti nella ma-
trice organica dei fanghi o le alghe essiccate.
Le alghe infatti sono principalmente composte da
polisaccaridi colloidali, sostanze idrosolubili che,
a contatto con l’acqua, esercitano la loro azione
Da oggi anche in casa i benefici della talassoterapia con le alghe igroscopica formando un gel. La caratteristica di
questi gel è quella di trattenere, come nelle ma-
per drenare, tonificare e ridurre la cellulite glie di una rete, sostanze di natura lipidica, Sali mi-
FABIO CONSONNI PER CONSONNI BIOALGHE nerali, zuccheri e acidi organici. Per azione osmo-
tica a contatto con lo strato corneo (lo strato più
esterno dell’epidermide), i gel rilasciano prima ac-
● aumentano la conducibilità elettrica cu-
tanea,
● aumentano la sudorazione con variazione
dell’equilibrio Sodio-Potassio,
● influenzano il sistema nervoso centrale,
vegetativo, ormonale e immunitario.
CONTATTI
Consonni Bioalghe Srls
Tel. 02.4987378 – 334.2745295

T
halassoterapia viene dal greco thalas-
sa (mare) e therapia (cura). Il mare come
cura è alla base di una pratica millenaria
già in uso tra gli Egiziani, i Fenici, i Greci e
i Romani. In epoca moderna i primi trattamenti
di Thalassoterapia furono sviluppati a partire dal
diciassettesimo secolo, prima in Inghilterra e poi
in Francia. Bisogna aspettare però il 1904 perché il
biologo René Quinton riesca a stabilire l’analogia
fisiologica tra l’acqua di mare e il plasma sangui-
gno con la pubblicazione di un libro sulle virtù te-
rapeutiche dell’acqua di mare.
THALASSOTERAPIA:
LE APPLICAZIONI TERAPEUTICHE
Le cure thalassoterapiche sfruttano le proprietà
terapeutiche delle acque, dei fanghi, delle alghe,
della sabbia, del clima per la cura di varie patolo-
gie. Quelle che tradizionalmente trovano indica-
zione elettiva ai trattamenti sono le malattie:
● reumatiche,
● delle vie respiratorie,
● dermatologiche,
● ginecologiche,
● dell’apparato otorinolaringoiatrico,
● dell’apparato urinario,
● vascolari,
qua, poi i Sali minerali e via via le altre molecole, info@consonnibioalghe.it
● dell’apparato gastroenterico,
● del metabolismo,
● obesità.
ALGHE: NON SOLO RICCHE DI IODIO
Le alghe sono una vera e propria panacea per il
nostro corpo e la nostra bellezza. Il loro utilizzo è
maggiormente noto per il trattamento della cel-
lulite, un inestetismo molto comune soprattutto
nelle donne, che è causato da una infiammazione
dei tessuti profondi e dalla difficoltà di circolazio-
ne sanguigna. La conseguenza è un “ingorgo” che
rende difficile il trasporto dei nutrienti e l’elimi-
nazione delle tossine e favorisce invece accumulo
di sostanze che andrebbero eliminate. La conse-
guenza di questa condizione è la tipica pelle a buc-
cia d’arancia.
Fra i tanti tipi di alghe, quelle brune sono le più
ricche di iodio: un chilogrammo ne contiene tanto
quanto 10.000 litri di acqua marina; inoltre con-
centrano un quantitativo di sali minerali, potassio,
vitamine e aminoacidi pari a 500 volte quelli pre-
senti in una quantità di acqua marina di pari peso.
Oltre alla cellulite (di qualsiasi tipo) le applicazioni
con le alghe riescono a ridurre la presenza di adipe,
a contrastare la ritenzione idrica, aiutano a tonifi-
care il tessuto cutaneo, contrastando la lassità e i
cedimenti tipici dell’età, contribuiscono a remine-
ralizzare la pelle e aiutano e eliminare le impurità.

126 ARTICOLO SPONSORIZZATO ARTICOLO SPONSORIZZATO 127


COLTIVARE
LA FERTILITÀ
Curare, nutrire, disintossicare corpo e anima per ritrovare
la fertilità come salute globale
GIULIA SAMA E BEATRICE PACCHIONI | NATUROPATA E OSTETRICA, ENTRAMBE IN CAMMINO
VERSO UN FEMMINILE COSCIENTE
Q
uando sentiamo la parola fertilità, la
prima immagine che ci viene in mente è
quella di un bosco: deformazione di una
vita da montanare, ma così è.
Pensiamo al bosco sotto casa: vivo, pulsante, pos-
sente, profumato di muschio, di piante selvatiche
e vigorose, che crescono fitte dal terreno scuro,
nero. Il nero per gli antichi è il colore della vita e
così è: il bosco è brulicante di vitalità. Non è con-
cimato da nessuno, né innaffiato, né custodito: è
128
gettato germoglierà, anzi è molto probabile che
non crescerà.
Ma come? A volte si osservano piantine crescere
coraggiose in mezzo al cemento e se viene get-
tato un seme nel bosco, tripudio di fertilità, non
germoglierà?
LA VITA È SACRA E MAI SCONTATA
Così è la biologia di ogni essere vivente.
La promozione della Vita non è un traguardo, non
una performance: la fertilità è uno stato naturale
e dinamico, frutto di una lenta e costante cura del
sé. Negli ultimi decenni si è assistito a un esponen-
ziale decremento della fertilità: età, stili di vita e
fattori ambientali sono stati considerati gli attori
principali del fenomeno. Cosa sta succedendo alla
specie umana? Cosa ci sta rendendo meno adatti a
sopravvivere sul pianeta terra?
L’Occidente ha lentamente sviluppato un’idea di
salute in delega, appoggiata a rimedi e strategie
sempre più pericolosi per la salute della specie e
dell’intero pianeta.
È tempo di ripristinare la fertilità come forma
matura di salute, come manifestazione di amor
proprio, ricordando l’immagine del bosco, tenen-
do perciò a cuore il bene comune, come avviene
LE CUSTODI
Tutte le donne sono custodi. Sono custodi di
antichi saperi, di erbe e di canti, custodi del
potere del sangue e della voce delle antenate.
Custodi della luna e delle sue maree, di sentieri
completamente autosufficiente e lo è nel miglio- selvatici e di spiriti guerrieri. Il nostro compito,
che ci sentiamo già un po’ custodi, è quello di
re dei modi.
accompagnarvi nella riscoperta del più grande
Le piante pioniere preparano il terreno alle futu-
tesoro che dovete custodire: essere donna. In
re essenze, le piante arbustive, astanti ai margini cammino e in evoluzione in questo passaggio
della selva, stendono le loro fronde verso il cielo, terreno.
per integrare ogni raggio di sole e gli alberi gover- Giulia e Beatrice
nano la sinfonia del bosco in un continuo alternar- Visita il nostro sito
si di vita-morte-vita, tra piante anziane o malate https://stes.google.com/view/lecustodi
e giovani getti. E il terreno sottostante è fra i più o scrivici: le.custodi.dt@gmail.com
fertili che ci sia. Eppure non è detto che un seme
da donna a donna
8 passi per favorire
la fertilità in modo olistico
*praticare yoga
*meditare
*respirazione consapevole
*camminate in natura
*alimentazione naturale
*creare spazio (nella mente, nella tua vita)
*trasformare la rabbia in processi creativi
*circondarsi di situazioni positive
spontaneamente in natura. Questo lo si può fare
curando il proprio corpo, nutrendolo e disintossi-
candolo; rendendo elastiche e sane le membrane
rigide, perché da esse dipende la funzionalità de-
gli organi coinvolti nella fertilità; comprendendo
le peculiarità e le potenzialità dei cicli di fertilità
femminili e maschili.
COME NUTRI IL TUO BOSCO INTERIORE?
Inoltre fertilità fa rima con creatività: è importan-
te curare, nella vita di tutti i giorni, le nostre idee, i
nostri pensieri, le nostre azioni, le nostre passioni,
i nostri talenti, affinché possiamo vivere uno sta-
to di salute integrale, fisica, emotiva, psicologica
e spirituale.
Ti stai coltivando e curando come terreno fertile,
promotore di vita?
C’è spazio nel tuo bosco? Nella tua vita? O sei sem-
pre in affanno per mille impegni e pensieri?
C’è luce? Sei in un periodo positivo della tua vita?
C’è la giusta umidità? l’ambiente circostante ti ap-
paga? Ti fa sentire felice? È quello che volevi?
E quando saremo pieni di salute, ricordiamoci che
l’obiettivo della fertilità è essere i migliori boschi
che siamo chiamati ad essere, ma che la Vita è
molto più creativa e sorprendente e misteriosa:
arriva, se ne va, rimane, con l’immensa bellezza
di un minuscolo seme gettato nell’oscurità del
grembo uterino della Terra.
Ù LIBRO CONSIGLIATO
Lucilla Satanassi,
Vera Zaccarelli,
Beatrice Pacchioni
Sono Donna
Vivere in modo
naturale le stagioni
della femminilità
Humus - 2020
129

T
utte noi abbiamo un’amica che in seguito
a una gravidanza o dopo la menopausa ha
iniziato a soffrire di incontinenza, stipsi,
dolore durante i rapporti sessuali. Sono
tutti sintomi di un pavimento pelvico che non fun-
ziona come dovrebbe e che spesso è stato trascu-
rato. Eppure da questo muscolo nascosto dipen-
de tanto del nostro benessere psicofisico. Come
prendercene cura? Lo abbiamo chiesto alla dotto-
ressa Arianna Bortolami che da oltre trenn’anni si
occupa di riabilitazione del pavimento pelvico.
Che cos’è il pavimento pelvico?
Il pavimento pelvico è un insieme di tessuto mu-
scolare e connettivale – presente sia nell’uomo
che nella donna – che coincide con la zona ge-
nito-urinaria-anale e, praticamente, costituisce
la chiusura inferiore del tronco. Esso partecipa a
più funzioni: alla funzione urinaria; alla funzione
ano-rettale; alla funzione sessuale; alla funzione
che noi chiamiamo “la statica pelvica”; alla fun-
zione riproduttiva e anche a una parte di funzione
bio-meccanica, perché è un muscolo del bacino e
quindi si muove in sinergia con tutto quello che fa
il bacino.
Quand’è che ci accorgiamo che il nostro
pavimento pelvico ha qualche problema?
Quali sono i sintomi che ci può dare?
Quando il pavimento pelvico è troppo debole po-
trebbe dare incontinenza urinaria e fecale, prolas-
so degli organi pelvici, prolasso degli organi pel-
vici. Nella donna potrebbe dare alterazioni della
sessualità, con mancanza di sensazioni di piacere
vaginale. Quando invece il pavimento pelvico è
130
PAVIMENTO
PELVICO
Prendiamocene cura per prevenire
incontinenza urinaria, stipsi, dolore
e prolassi
INTERVISTA AD ARIANNA BORTOLAMI
FISIOTERAPISTA E CONSULENTE IN SESSUOLOGIA
A CURA DELLA REDAZIONE
troppo rigido, troppo contratto, potrebbe dare
disturbi sessuali come il dolore e la difficoltà, o
impossibilità, ad avere rapporti. Nell’uomo può
esserci dolore e, in parte, anche difficoltà all’e-
rezione e alla eiaculazione. Ci sono anche sintomi
legati allo svuotamento della vescica e dell’a-
no-retto, come la stipsi. Ecco, quando ci sono
questi sintomi, potrebbe esserci una compromis-
sione dei muscoli del pavimento pelvico.
Perché appaiono questi sintomi?
Nella donna possono comparire a seguito di due
grandi momenti della vita: la gravidanza e il parto
dapprima e la menopausa successivamente. Il pri-
mo, cioè gravidanza e parto, è molto spesso legato
a incontinenza urinaria e prolasso. La menopausa
porta a disfunzioni sessuali, ma anche all’inconti-
nenza urinaria e al prolasso.
Quali sono gli stili di vita che ci possono aiu-
tare nel mantenere il giusto tono (né troppo
debole né troppo contratto) del nostro pavi-
mento pelvico?
È fondamentale conoscere i comportamenti a ri-
schio, ovvero quelli che possono incidere negati-
vamente sulla salute del pavimento pelvico.
Ad esempio, la pratica sportiva eccessiva per una
certa persona può determinare una debolezza del
pavimento pelvico. Lo sport – che è assolutamen-
te fondamentale per la salute di tutti noi – se pra-
ticato in maniera eccessiva può aumentare molto
la pressione addominale, cosa che poi si ripercuo-
te sul pavimento pelvico. Si tratta quindi di un fat-
tore di rischio per incontinenza e prolasso. Il fumo
è un altro fattore di rischio importante: fa venire
da donna a donna
la tosse, un sintomo che può dare problemi al pa-
vimento pelvico. Anche sollevare sempre pesi è un
fattore di rischio notevole, così come spingere ec-
cessivamente, e per anni, per la defecazione può
generare prolasso e incontinenza urinaria.
Un altro fattore di rischio può essere quello di non
darsi un tempo corretto e giusto quando siamo in
bagno, avendo, ad esempio, troppa fretta di defe-
care e quindi spingere eccessivamente. Questo è
un comportamento non corretto.
Quando è importante iniziare a prendersi
cura del pavimento pelvico?
È bene curarsi subito quando ce n’è bisogno. Ad
esempio quando c’è incontinenza urinaria, cioè la
perdita involontaria di urina, non è mai normale.
Questo è un messaggio molto importante.
Spesso le donne si sentono dire: «Ma sì, perdi un po’,
però nella menopausa è normale». Oppure: «Sì, perdi
un po’, però è normale, perché hai appena partorito».
Invece non è così. Si tratta di segnali, magari anche
piccoli, che non vanno assolutamente trascurati.
Immaginiamo una donna che ha appena partorito e
che perde qualche goccia di pipì e non se ne prende
cura, tira avanti con l’assorbente magari anche per
anni. Poi però, quando arriva alla menopausa, si può
avere un importante peggioramento. Conoscere si-
gnifica sapere e capire che quando si hanno dei sin-
tomi, vanno presi in considerazione e curati. Quello
della sessualità, ad esempio, è un altro ambito mol-
to importante. Accettare di avere dolore è una cosa
che non va bene. Nell'ambito terapeutico mi sono
sentita dire da donne: «Pensavo che il dolore fosse
normale». No. Non è normale avere dolore durante
il rapporto. Non è normale farlo perché fa piacere a
lui. Non è normale. Pertanto occorre curarsi non
appena si può. Occorre prendere coscienza e con-
sapevolezza del fatto che esiste questa parte, che
questa fa tante cose e che si può curare.
APPROFONDISCI
www.pelvicfloor.it
Ù LIBRO CONSIGLIATO
Arianna Bortolami
Il Pavimento
Pelvico
Conoscerlo, sentirlo,
mantenerlo, recuperarlo
LSWR, 2020
131

DANZA DEL VENTRE
Impariamo a conoscere questa arte oltre gli stereotipi, come
momento di crescita ed evoluzione per le donne, a tutte le età
INTERVISTA A MARIA STROVA | INSEGNANTE DI DANZA DEL VENTRE
A CURA DELLA REDAZIONE
M
aria Strova è il punto di riferimento in
Italia, e non solo, per la danza del ven-
tre. Maria l’ha incontrata tanti anni fa, a
New York: stava passeggiando quando
sentì il richiamo incalzante dei tamburi provenire
da un edificio della trentesima strada.
Attratta da una forza potete e misteriosa entrò
nell’edificio e scoprì una scuola di danza. Da allora
dedica la sua vita a questa arte, come insegnante
e divulgatrice.
L’abbiamo incontrata in occasione della nuova
edizione del suo libro Il Linguaggio Segreto della
Danza del Ventre.
132
Quando pensiamo alla danza del ventre
credo che ci venga in mente un’immagine di
donna che voglia compiacere l’uomo, molto
distante dai principi di autodeterminazione
e libertà portati avanti dalle donne oggi. Ci
troviamo di fronte a uno stereotipo?
Certo, si tratta di stereotipi che impoveriscono
questa arte. Per questo ne Il Linguaggio Segre-
to della Danza del Ventre approfondisco questo
tema, perché noi danziamo e studiamo danza sen-
tendo il valore e il benessere che la danza ci offre,
poi ci dobbiamo confrontare con gli stereotipi che
sopravvivono ancora oggi e sono ancorati nell’im-
maginario dell’harem e dell’orientalismo deni-
grante dell’Ottocento, con le sue odalische di-
sponibili e sdraiate, rese immortali da pittori come
Ingres e Delacroix.
Ci chiedono “mi fai vedere una mossa sexy?” o
“danzi per tuo marito la sera?”: sono domande
che denotano come la danza orientale sia vista
solo come danza di seduzione che oggettivizza
le donne e le vede in un solo ruolo, come vamp
e seduttrici.
Questi harem che le persone hanno in testa, a
volte impediscono di vedere una poetica più con-
sona alla simbologia originaria di questa arte, che
ci riporta alla storia millenaria di mondo che, at-
traverso simboli di vita e di creatività, rese la sua
esperienza artistica e religiosa più elevata.
Con la mia danza e il lavoro di ricerca sono impe-
gnata nel costruire un’altra narrazione, per com-
battere gli stereotipi, per evitare l’impoverimento
artistico e l’uso improprio della danza e della no-
stra persona, e per poter quindi riuscire a costruire
nuovi scenari riscattando un linguaggio millenario
sopito molto potente e valido per le donne e per il
loro empowerment.
Perché oggi può essere uno strumento at-
tuale di crescita ed evoluzione per le donne?
Questa antica danza ci presenta sempre qualcosa
di nuovo, c’è sempre spazio per l’intervento della
creatività e del gioco dell’immaginazione, e inol-
tre si presta come uno specchio molto importante
per noi donne.
La danza del ventre, accompagnandoci nell’arco
della vita – perché puoi danzare a qualsiasi età – ci
pone di fronte a domande molto importanti. Cosa
significa essere una donna per ciascuna di noi?
Perché scegliere di eseguire una danza così sen-
suale e forte? Cosa offre, in quanto espressione
artistica, di così irresistibile e autentico da poterci
guidare per tutta la vita?
In questo percorso tra arte e vita, le domande
servono per andare avanti, per costruire la nostra
identità, per confrontarci con i nostri cambiamen-
ti, con i nuovi cerchi che si aprono quando altri si
chiudono, per constatare come siamo diverse ora,
e cosa abbiamo capito, o forse non ancora, attra-
verso le esperienze della vita.
Qual è la storia della danza orientale e quali
simboli manifesta?
Il fulcro centrale del libro è appunto la simbologia
feconda della Danza del Ventre, senza la quale non
sarebbe possibile offrire un racconto, un significa-
to della sua gestualità. A prima vista la danza può
brillare di splendore e bellezza, ma non mostra an-
cora la sua profondità di mare primordiale. I sim-
da donna a donna
boli sono il segreto, il contenuto nascosto a chi
osserva la superficie.
Parlare delle origini della Danza del Ventre è molto
complicato. Non ci sono fonti storiche sicure che
possano fornire delle conferme alle nostre ipotesi,
ma certi elementi possono essere intuiti o dedot-
ti dall’osservazione dei reperti archeologici, dalle
tracce linguistiche, dalle pitture, oppure da alcu-
ni elementi in danze che hanno subito un’infinità
di trasformazioni nel corso del tempo e arrivano
a noi ancora con l’eco della simbologia originaria.
In questo libro mi sono interessata a una radice in
particolare, quella che considero la sua sorgente
più profonda e più antica, e che riesce a unificare
il linguaggio di questa danza come universale: la
radice neolitica, coi suoi simboli di fertilità, di vita,
di morte e di rinascita. È la stessa radice alla base
della tradizione e del culto delle Dee dell’antica
Europa e del Medio Oriente, dove probabilmente
la nostra danza ebbe inizio.
Ho ricercato il segreto di questa radice partendo
da quella umana, ovvero il ventre, sorgente della
vita di ognuno di noi.
Come simbolo, il ventre suggerisce la spiritualità
del corpo femminile, ma va oltre il genere, l’es-
sere donna o uomo, il ventre consegna all’essere
umano il segreto dell’esistenza tramandato da
una generazione all’altra: siamo i frutti del ventre
materno, e questo è il filo intergenerazionale che
ci unisce tutti, uomini e donne.
Iniziare questo libro con il simbolo del ventre mi è
venuto del tutto spontaneo dopo il parto dei miei
gemelli, così come in modo del tutto naturale, se-
guendo la simbologia della danza, ho sviluppato i
capitoli sui temi della fecondità, che non è solo fi-
sica, ma è anche creatività personale, e poi ancora
la gravidanza, la maternità, la danza delle bambi-
ne. Argomenti molto belli e che allo stesso tempo
richiedono preparazione e sensibilità da parte de-
gli insegnanti per inserirsi responsabilmente nella
formazione di una persona in periodi così impor-
tanti della sua vita.
Ù LIBRO CONSIGLIATO
Maria Strova
Il Linguaggio
Segreto della Danza
del Ventre
I Simboli, la Sessualità,
la Maternità, le Radi-
ci dimenticate, Oltre
l’Odalisca
Macro Edizioni, 2021
133

RILASSATI CON IL
RESTORATIVE YOGA
Semplici posizioni per vincere stress,
depressione e dolori cronici
AUDREY FAVREAU | FORMATRICE D’INSEGNANTI DI RESTORATIVE YOGA
N
on importa la tua età, la tua condizione
fisica o il tuo stato di salute, non esiste
alcuna scusa per non provare il resto-
rative yoga! È una pratica adatta a tutti!
Chiunque può praticarlo: anziani, atleti e anche
manager! Ad oggi questo tipo di yoga è uno dei ri-
medi più efficaci per combattere lo stress cronico,
la depressione e i dolori cronici.
MEDITAZIONE E RILASSAMENTO
PROFONDO
Nonostante i molti benefici che ha su chi lo pra-
tica, il restorative yoga è ancora poco diffuso in
Italia: il motivo è che non si tratta di una discipli-
na dinamica. Il restorative yoga infatti ci insegna a
stare piuttosto che a fare. E questo, in una società
in cui l’azione e la performance sono preferite,
può disincentivare: non per tutti è facile ritrovarsi
nel silenzio di fronte a se stessi. Ma una volta che
l’abbiamo provato, non c’è più dubbio, non si può
più tornare indietro! Mantenere delle posture pas-
sivamente con una marea di supporti, è semplice-
mente il top!
Allora che cos’è? È una meditazione incorporata
ad un rilassamento fisico profondo ottenuto gra-
zie all’utilizzo di supporti come bolsters, coperte,
mattoni, cinghie, sedie ecc. L’uso di questi suppor-
ti ha anche lo scopo di riprodurre le sensazioni del
tatto, che consentono al sistema nervoso di cal-
marsi immediatamente. Come i neonati, chi pra-
tica restorative yoga viene avvolto in modo tale
che si senta pienamente supportato e che si possa
lasciare andare completamente, abbandonando-
si a un rilassamento totale e rigenerante. In altre
parole, durante la sessione riduciamo la stimola-
zione sensoriale per calmare la mente e il sistema
nervoso: oltre a spegnere le luci, restiamo avvolti
nelle coperte in modo da non sentire freddo, sen-
sazione che impedirebbe il rilassamento. Le ses-
sioni si svolgono nel silenzio e nella calma. Appog-
134
È una meditazione incorporata ad
un rilassamento fisico profondo
ottenuto grazie all’utilizzo di
supporti come bolsters, coperte,
mattoni, cinghie, sedie ecc. L’uso di
questi supporti ha anche lo scopo
di riprodurre le sensazioni del tatto,
che consentono al sistema nervoso
di calmarsi immediatamente
giamo anche un cuscinetto di seta sui nostri occhi
chiusi per indurre il riflesso oculo-cardiaco che
permette di ridurre la frequenza cardiaca.
Ogni postura di restorative yoga tocca una parte
del nostro sé emotivo. Ognuno di noi ha diverse
parti ferite: le varie posture hanno l’enorme po-
tere di promuovere la guarigione emotiva dell’ar-
chetipo che è stato ferito dentro di noi.
In poche parole, il restorative yoga è l’arte del ri-
lassamento! Quando il corpo è totalmente rilassa-
to e riposato, riacquista i suoi poteri di auto-guari-
gione a livello fisico ed emotivo.
Per scoprirlo, ti propongo un savasana versione
restorative.
SAVASANA FASCIATO
DA 20 A 25 MINUTI
Controindicazioni: in caso di gravidanza di più di
tre mesi, praticate Savasana sul lato.
Accessori necessari: un tappeto, cinque coperte e
un cuscino per gli occhi.
ESECUZIONE
Sedetevi sul tappetino con le gambe distese da-
vanti a voi.
Posizionate sul tappeto dietro a voi una coperta
standard piegata su due piani: usate quello più
alto per sostenere la testa e la settima vertebra
cervicale e il più basso per sorreggere le spalle.
Distendete una coperta standard sulle gambe per
coprire le caviglie e le ginocchia. Ruotatele ora
verso l’interno e avvolgetele bene con la coperta,
infilando i bordi di questa sotto i loro lati esterni,
in modo che rimangano in posizione. Si riprodurrà
così l’allineamento della posizione della monta-
gna, Tadasana in sanscrito, e aiuterà a rilassare i
muscoli psoas e della parte bassa della schiena.
[FOTO 1. SAVASANA FASCIATO]
Coprite i piedi con una seconda coperta standard.
Posizionate una terza coperta sulle ginocchia e
sul ventre. Come prima, avvolgetevi spingendo i
bordi della coperta sotto ciascun lato del corpo.
[FOTO 2. SAVASANA FASCIATO]
Sdraiatevi sulla schiena e regolate la coperta sot-
to la testa, avvolgendone i bordi fino al collo.
Sistemate una quarta coperta standard sul tronco.
Posizionate le braccia con un angolo di quaranta-
cinque gradi ai lati del corpo. È essenziale che non
gli siano troppo vicine perché potrebbero interfe-
rire con il movimento delle costole e limitare la re-
spirazione. Appoggiate i gomiti sul pavimento, con
i palmi delle mani rivolti verso l’alto.
Assicuratevi infine che soltanto il viso rimanga
scoperto. Coprite gli occhi con il piccolo cuscino
e poi avvolgete strettamente le braccia in modo
movimento
che non si appoggino direttamente sul pavimen-
to.Rilassatevi da 20 a 25 minuti in silenzio.
[FOTO 3. SAVASANA FASCIATO]
Fate diversi respiri profondi per aiutarvi a rilassarvi.
Percorrete poi lentamente tutto il corpo, partendo
dalla parte superiore della testa fino alla punta dei
piedi. Fermatevi davanti a ciascuna area di tensione.
Quando notate una zona di resistenza, piuttosto che
“pensarci”, accoglietela semplicemente visualizzan-
do voi stessi che la prendete tra le braccia. Il vostro
respiro la circonda dolcemente e gentilmente.
Fatele sapere che l’avete sentita e ascoltata, che te-
nete a lei ed esprimetele un desiderio. Notate che
cosa sta succedendo in quella parte del vostro corpo.
Trascorsi 20 o 25 minuti, diventate consapevoli
dei punti di contatto del vostro corpo a terra. Fate
dei respiri profondi. Ad un’espirazione, portate la
parte bassa della schiena sul pavimento e stacca-
tevi delicatamente dalle coperte in modo da po-
ter piegare un ginocchio e poi l’altro. Con gli occhi
ancora chiusi, prendetevi qualche momento per
sentire gli effetti di questa sequenza sul vostro
corpo, sulla vostra mente e sulle vostre emozioni.
Prendete nota di eventuali modifiche, senza giu-
dizio. Giratevi di lato e tornate molto lentamente
nella posizione seduta premendo sul pavimento la
mano vicino al petto e aiutandovi con l’altra mano.
GUARDA
Il webinar sul restorative yoga su:
macrogo.to/yoga-calma
Ù LIBRO CONSIGLIATO
Audrey Favreau
Restorative Yoga
Ritrova la calma,
gestisci ansia, rabbia,
depressione
Edizioni
Mediterranee, 2021
135

BIOGINNASTICA
Risolve fastidiose tensioni muscolari e aiuta a sciogliere i blocchi
emotivi: un valido percorso per ritrovare il tuo equilibrio
LA REDAZIONE
I
mmagina di viaggiare con la tua auto: lungo
il tragitto si accende una spia rossa, di cui non
conosci il significato. Il tempo passa e la spia
non solo è ancora lì, ma se ne sono accese an-
che altre, illuminando ancora di più il cruscotto.
Ti fermi da un meccanico che dopo aver smon-
tato completamente il cruscotto e controllato,
rimette tutto a posto. Le spie però continuano
ad accendersi. La soluzione del tuo meccanico è
di prendere a martellate il cruscotto fino a che le
spie non si spengono. Così rincuorato dal fatto che
non ci siano più le spie, riprendi il viaggio, ma ben
presto la macchina si ferma e non ne vuol sapere
di ripartire. Ti rivolgi a un secondo meccanico che,
dopo aver ascoltato il tuo problema, alza il cofano
della macchina, controllando il motore, riparando
i guasti e permettendoti di riprendere il viaggio,
questa volta davvero senza intoppi.
Quante volte ti sei trovato con dolori, tensioni, di-
sturbi della postura e ti sei rivolto a professioni-
sti che hanno controllato solo il cruscotto, senza
prendere in considerazione il motore del tuo cor-
po? Poiché siamo esseri umani in 3D, l’origine dei
nostri problemi fisici potrebbe non essere sempre
nel mondo fisico, ma manifestarsi in un primo mo-
mento a livello sottile, causati da traumi e blocchi
emotivi che possono amplificare talmente tanto
la loro portata da influenzare anche la parte fisica.
Solo prestando attenzione alle nostre emozioni, ai
blocchi, ai traumi, ai pensieri negativi più ricorrenti
potremo alleviare o risolvere, in alcuni casi, il pro-
blema fisico che ci attanaglia. Un aiuto in questo
senso arriva dalla Bioginnastica.
136
BIOGINNASTICA: LA CAPACITÀ
DI ASCOLTARE IN PROFONDITÀ
La Bioginnastica viene fondata da Stefania Tronco-
ni, già massoterapista e insegnante ISEF, negli anni
Novanta, partendo dai principi della Bioenergetica.
Si tratta di una metodologia che si avvale di diver-
se tecniche e di diversi strumenti, tutti riconducibili
a un sistema coerente di principi teorici e filosofici.
Scopo della Bioginnastica è ritrovare il benessere
attraverso un lavoro profondo sul corpo, che inclu-
da non solo l’ascolto del sintomo fisico, ma anche
di quello emotivo. Partendo da una visione olistica
dell’essere umano, nel trattamento del sintomo fi-
sico viene presa in considerazione anche la compo-
nente spirituale ed emotiva. D’altra parte, la PNEI,
Psiconeuroendocrinoimmunologia, ci conferma che
la componente emotiva è in grado di alterare l’asse
endocrino, nervoso e immunologico del nostro or-
ganismo. Il corpo parla di continuo, ci manda segnali,
o sintomi, che sono delle chiavi di entrata in un pas-
sato spesso doloroso o traumatico, che ha ancora
profonda influenza nel presente e che va accolto,
ascoltato e sciolto al fine di mettere fine alla soffe-
renza. La Bioginnastica fa questo: si mette all’ascol-
to del corpo, per carpire i messaggi più profondi del
nostro organismo, fisico ed emotivo. E il sintomo,
durante l’ascolto, diventa l’alleato più importan-
te per la nostra evoluzione, perché è il modo che ci
permette di entrare in contatto profondo con noi
stessi, attraverso l’osservazione della postura.
ARMONIZZARE E RIEDUCARE
Afferma Stefania Tronconi che «L’obiettivo della
bioginnastica non è rimuovere i difetti posturali
movimento
per raggiungere un modello stereotipato, un al-
lineamento perfetto, ma far sì che ogni persona
trovi un’armonia: la propria armonia e la propria
bellezza, nel rispetto dell’unicità che la caratte-
rizza. Non si tratta di correggere, ma di rieduca-
re, non togliamo difetti ma riarmonizziamo un
sistema, non eliminiamo il dolore, ma creiamo un
nuovo equilibrio psicofisico tramite conoscenza,
consapevolezza e coscienza di sé. La riprogram-
mazione posturale avviene a livello propriocetti-
vo, sensoriale e percettivo».
La bioginnastica è infatti la ginnastica dell’ascol-
tare più che del fare. Ascoltare in quale parte del
corpo si concentrano tensioni e i blocchi, come vi
reagisce l’organismo, come ci si adatta e modifica
nello spazio e nel tempo. E piano piano imparare
come sciogliere tali blocchi per riarmonizzare la
postura e le emozioni.
Ascolto è anche capire in che modo, in base alle
emozioni, il corpo si modifica nello spazio e nel
tempo, in base a ciò che esprimiamo o reprimia-
mo; il corpo manifesta esteriormente tutto ciò
che viviamo interiormente.
A questo proposito in Bioginnastica i movimenti
devono essere eseguiti in maniera lenta e natu-
rale, senza creare tensioni o trazioni che possono
creare ulteriori blocchi. Non si tratta infatti di uno
stretching o di un allungamento forzato. Ascol-
tando la nostra frequenza, abbiamo la possibilità
di percepirci completamente, sia a livello fisico
che emotivo, creando una sinergia fra corpo e
mente, emozione e psiche, rendendoci conto che
non siamo tante parti scollegate le une alle altre,
quanto invece un tutt’uno collegato e connesso
profondamente.
GUARDA
Il webinar con Stefania Tronconi sulla
Bioginnastica
macrogo.to/bioginnastica-webinar
Ù LIBRO CONSIGLIATO
Stefania Tronconi,
Sara Franchini
Bioginnastica
per il riequilibrio
posturale
bioenergetico
Ritrovare il benessere
attraverso il lavoro sul
corpo e l’ascolto di sé
Red Edizioni, 2019
137

INSEGNARE LA
MINDFULNESS
Una pratica semplice ma potente e alcuni princìpi base
LA REDAZIONE DI YOGA JOURNAL
I
mmaginiamo una mattina d’inverno. L’aria fre-
sca e il cielo senza nuvole ci invitano a passeg-
giare. Decidiamo di accettare l’invito di un’oc-
casione così bella facendo una breve visita al
parco. Entrando, notiamo come cambiano gli
odori intorno a noi, uno per uno: il sentore brucia-
to e metallico dell’aria di città cede lentamente
il posto al fresco aperto dell’erba bagnata, misto
138 ARTICOLO SPONSORIZZATO
nutrire lo spirito
si raccolgono per terra e sui prati, i rami secchi che Mindfulness è portare attenzione
si prostrano verso il cielo, i tronchi marroni degli
alberi, il verde brillante dell’erba. al momento presente in modo
Ci concediamo il tempo di ascoltare un intero con- intenzionale e non giudicante.
certo di suoni che cambia: il rombo intermitten-
Attraverso questo speciale modo
te dei motori accompagnato da qualche clacson
irritato è sempre più sfumato mentre avanziamo di orientare l’attenzione, la piena
nella nostra passeggiata. Senza una meta precisa, consapevolezza può emergere
decidiamo di trovare una panchina accogliente.
Immaginiamo di trovarla sotto un albero, in una
posizione tale da poter osservare l’orizzonte di di sostare nella consapevolezza. Questo significa
fronte a noi. Ci accomodiamo. La schiena è dirit- scegliere di non tornare indietro, di mantenersi
ta, sostenuta dalle assi, ma libera da ogni tensio- vigile, di invitare continuamente se stesso a non
ne. Il corpo è tranquillo e ci sentiamo in pace con giudicare, ad essere compassionevole, attento,
quello che c’è, mentre il nostro sguardo si allarga, responsabile. Ed è proprio lo stesso senso di re-
seguendo quanto accade davanti a noi senza sof- sponsabilità che porta a chiedersi, ogni volta che
fermarsi su nulla in particolare. Osserviamo senza si inizia a condurre un gruppo, una sessione o una
scegliere, per il solo gusto di stare a osservare. singola pratica (magari condotta altre cento volte
Se proviamo a vivere nell’immaginazione questa sce- in precedenza) se si sia - in ogni momento - suffi-
na, come ci sentiamo? Non affrettiamoci a rispon-
cientemente presenti, centrati, aperti verso i pro-
dere, lasciamo che le immagini nella nostra mente si
pri allievi.
arricchiscano con i particolari delle nostre esperien-
ze. Mindfulness è solo una parola, insufficiente per
indicare un’esperienza così naturale e complessa al
tempo stesso, carica di molteplici aspetti ed effetti
Ù LIBRO CONSIGLIATO
sulla nostra mente e sulla nostra vita.
Maria Beatrice Toro,
INSEGNARE LA CONSAPEVOLEZZA Claudia Romani,
L’istruttore di Mindfulness (nel protocollo MBSR) è Stefano Ventura
un trainer specializzato nel rieducare le persone a Manuale per
cogliere una possibilità che è sempre disponibile, istruttori
in base alla nostra intenzione di accogliere quello Mindfulness
che c’è. Offre un allenamento attenzionale, senza Linee guida per la condu-
giudizio, con uno sguardo nuovo a tutti gli auto- zione del protocollo MBSR
matismi di cui è costituita la nostra quotidianità.
Yoga Journal
Non è nulla più che un essere umano come tut- Morellini Editore
ti che, avendo fatto un percorso intellettuale e
pp. 400, € 35
personale nei territori della meditazione, sceglie
all’odore umido della terra riscaldata dal sole e a
qualche nota più pungente ma non sgradevole. I
nostri piedi avvertono il crepitare della ghiaia sot-
to le suole, piccole sfere irregolari che si riassesta-
no per accogliere ogni nostro passo, una sensazio-
ne così diversa dalla durezza uniforme e anonima
dell’asfalto. La luce ha delle tinte diverse, perché
diversi sono i colori che la riflettono: le foglie che
ARTICOLO SPONSORIZZATO 139

REALIZZA
I TUOI TALENTI
Ecco come i fiori australiani possono guidarci alla scoperta della
nostra vocazione e di un nuovo cammino esistenziale
MARIA ELISA CAMPANINI |PSICOLOGA CLINICA SPECIALIZZATA IN FLORITERAPIA,
PER AUSTRALIAN BUSH FLOWERS
C
osa c’è di più bello che esprimere i propri
talenti, potenzialità, inclinazioni e rea-
lizzare i propri sogni? Secondo Edward
Bach, il medico inglese pioniere della flo-
riterapia, la salute e il benessere sono espressione
della felicità interiore, della libertà di “essere sé
stessi”. Libertà, anche, di seguire i propri ideali, di
140 ARTICOLO SPONSORIZZATO
prendersi cura di sé nel modo più affine al proprio
“sentire”, di vivere in armonia con la natura, come
tanti di noi oggi scelgono di fare. In che modo? Ad
esempio con un’alimentazione sana e no cruel, il
rispetto per l’ambiente, la scelta di avere un ap-
proccio alla vita olistico che tenga conto dell’uni-
tà inscindibile tra corpo, mente e spiritualità.
nutrire lo spirito
EQUILIBRIO EMOTIVO E SALUTE
L’equilibrio emotivo, in particolare, è uno degli
elementi fondamentali per la salute fisica: se stia-
mo bene “dentro”, anche il corpo si manterrà in
uno stato di benessere.
Questo principio, considerato la base teorica della
floriterapia, negli ultimi decenni è stato ulterior-
mente sviluppato in Australia dal naturopata ed
erborista Ian White, che ha scoperto le straordina-
rie proprietà dei fiori selvatici della sua terra – gli
Australian Bush Flowers - capaci di attivare spun-
ti di riflessione e cambiamento interiori. Molti di
questi rimedi permettono di rinforzare l’intuito,
la volontà e la fiducia per esprimere liberamente
i propri potenziali e realizzare la vocazione della
propria vita.
APRIRSI A UN NUOVO CAMMINO
Transition, in particolare, è una composizione di
essenze floreali utili per aprirsi ai cambiamenti e
imprimere una nuova direzione al nostro cammi-
no esistenziale. Tra queste, Bottlebrush permette
di superare i sentimenti di dubbio o incertezza da
cui si è assaliti quando ci si trova di fronte a nuove
sfide e a scelte che comportano cambiamenti im-
portanti, mentre Bauhinia permette di “lasciarsi
andare” con flessibilità a percorsi diversi e incon-
sueti, diminuendo la resistenza interiore. Red Gre-
villea dona una visione d’insieme quando ci si sen-
te invischiati in una qualche dinamica stagnante
(familiare, affettiva o professionale) a cui pare non
trovarsi una soluzione.
Questo fiore, dalla grande energia liberatoria,
dona la forza e il coraggio per sganciarsi in modo
creativo da contesti apparentemente senza vie
d’uscita.
COME LIBERARSI DA INGERENZE E
CONDIZIONAMENTI
Il maggiore ostacolo alla realizzazione persona-
le, per la maggior parte di noi, è infatti costituito
dalle ingerenze, dalle aspettative e dai condi-
zionamenti esterni che spesso si trasformano in
pesanti catene capaci di frenare ogni tentativo di
indipendenza e autonomia. Boab, una delle es-
senze più potenti e trasformative degli Austra-
lian Bush Flowers, aiuta a sentirsi liberi di seguire
la propria strada – anche quella più originale o
meno conformista – liberi da condizionamen-
ti inutili. Questo rimedio può essere associato a
Little Flannel Flower per ridimensionare l’ecces-
sivo senso del dovere e imparare a vivere la vita e
le esperienze quotidiane con leggerezza, gioiosi-
tà, spontaneità e allegria. Le essenze dei fiori au-
straliani supportano il disagio della quotidianità
nella persona sana.
ARTICOLO SPONSORIZZATO 141

LIBRI
CHE CALMANO LA
MENTE E SCALDANO
IL CUORE
Da regalare e regalarsi a Natale,
per la Befana o in qualsiasi altra
occasione
LA REDAZIONE
Come affrontare con sere-
nità ed efficacia i piccoli e
grandi problemi della vita
di tutti i giorni? Mancanza
di tempo, ritmi frenetici,
lavori stressanti, relazio-
ni difficili: quante vol-
te ci sentiamo oberati e
sopraffatti? Per gestire
emozioni, stati d’animo e ritrovare
centratura, felicità ed equilibro la famosis-
sima psicologa americana Nicole LePera ha
ideato un programma e una guida pratica
– azioni piccole e sostenibili che, ripetute
nel tempo, conducono a un cambiamento
duraturo – per iniziare e vivere una vita più
autentica e felice.
Attingendo alle ultime scoperte dell’epige-
netica, alla teoria polivagale, alla ricerca sul
microbioma e ad altre branche della scien-
za, la dottoressa LePera offre un approccio
radicalmente nuovo, olistico e interdiscipli-
nare, al benessere della mente, del corpo e
dell’anima.
Nicole LePera
Manifesto dell’Autoguarigione
Il rivoluzionario approccio della Psicolo-
gia Olistica al benessere mentale, fisico e
spirituale
Sperling & Kupfer, 2021
142
Quel mal di testa ciclico e
così invalidante, il mal di
schiena cronico che crea
dolore e limitazioni, un’in-
fiammazione che si porta
dietro fastidiosi disturbi:
chi ne soffre sa che pos-
sono essere sintomi che
si presentano anche più
volte al mese, peggiorando signi-
ficativamente la qualità della nostra vita.
Nonostante mille esami e visite mediche,
nessuno riesce a capirne la causa né tanto
meno a trovare una terapia risolutiva. E se
finora la causa fosse stata cercata nel “po-
sto” sbagliato? La Metamedicina va all’o-
rigine della malattia, del dolore e del disa-
gio che possono manifestarsi nella vita e
permette di risvegliare in maniera dolce
ma costante la coscienza. In questo modo
possiamo apprendere quali blocchi e traumi
stanno ostacolando la nostra salute, al fine
di rimuoverli e favorire l’autoguarigione di
mente e corpo.
Claudia Rainville
Il Grande Dizionario
della Metamedicina
Guarire interpretando i messaggi del corpo -
Nuova edizione aggiornata
Uno Editori, 2020
Ci sono libri per bambini che
sono un vero e proprio bal-
samo anche per gli adulti.
Ci fanno ritornare indietro
nel tempo, a quando an-
che noi eravamo piccoli, ci
mettono in contatto con i
nostri bisogni più profon-
di e ci riportano all’es-
senziale, al di là del rumore di fondo
che troppo spessa diventa il timbro domi-
nante delle nostre vite. Affidate all’illumi-
nante metafora di un “genitore-gomitolo”
che si srotola sempre più tutte le tappe del-
la crescita del bambino sono rappresentate
da un leggero filo rosso, che si allunga tra
le pagine ed esplora il mondo intorno a lui.
Una delicata e poetica narrazione in rima per
accompagnare i genitori e i loro bambini in
un viaggio nella relazione di attaccamento
che li lega nel tempo, prima ma soprattutto
dopo la nascita. Una tenera storia illustrata
per raccontare la teoria dell’attaccamento
a grandi e piccini, a firma del celebre psico-
terapeuta dell’età evolutiva Alberto Pellai.
Alberto Pellai
Io Gomitolo, Tu Filo
Un tenero viaggio nella relazione madre-figlio
DeAgostini, 2021
nutrire lo spirito
Lei parla, parla, parla: e non
si ferma mai. Di chi si trat-
ta? È la tua mente e non ce
la fai proprio a spegnerla.
Ascoltare il suo continuo
chiacchiericcio ti fa vive-
re rimuginando il passato
con risentimento e aspet-
tando il futuro con ansia e
angoscia.
Che fare per metterla a tacere? Basta ricon-
nettersi con la voce del cuore. Il cuore ha
tanti poteri – l’intuito, l’intenzione, la grati-
tudine, la resilienza, l’amore – che abbiamo
un po’ dimenticato.
Riportare il cuore al centro della nostra vita,
imparare ad ascoltare la sua più autentica
chiamata significa affidarci al nostro sé più
autentico. Oggi possiamo riscoprire il no-
stro sesto senso innato, capace di guidar-
ci al meglio nelle scelte della nostra vita,
quelle che sono maggiormente in risonanza
con la nostra vera essenza, rappresentata
proprio dal nostro cuore.
Carmen Di Muro
La Scienza del Cuore
Nella Saggezza Cardiaca il Codice della
Felicità
Macro Edizioni, 2021
143

UOMO E CANE:
VITE CONNESSE
L’approccio sistemico ci apre alla connessione con il mondo
animale e vegetale, un sapere necessario per un futuro migliore
STEFANIA CADARIO | GIORNALISTA, AUTRICE DEL BLOG ILCANECONLAVALIGIA
C
he cos’è un “sistema”? E quali sono le leggi
che ne regolano il funzionamento? Pietro
Venezia nella progettazione in permacul-
tura, Valentina Armani, nell’educazione
cinofila e Stefano Cattinelli, nelle costellazioni
familiari per gli animali, con Vite Connesse (Terra
Nuova Edizioni), affrontano il tema dell’approccio
sistemico nella relazione con il cane. Pur rappre-
sentando professionalità diverse, i punti in comu-
ne sono molteplici. Sarà perché condividono un
progetto che diventa realtà, ma anche una sfida
vincente per un futuro migliore.
Vite Connesse, che vanta la doppia prefazione di
Anne Givaudan e Thomas Torelli, è un manuale a
tre voci con una chiave di lettura precisa: “aper-
tura”, che è quasi una parola d’ordine, oltre che un
modo di pensare volto a un nuovo approccio alla
relazione tra esseri umani, animali e ambiente.
Gli autori guidano il lettore passo dopo passo con
il racconto concreto delle loro esperienze. Uno
dei punti di forza del libro è il sentirsi coinvolti,
accompagnati per mano, in un progetto che può
rendere la nostra esperienza sulla Terra migliore,
sia per noi che per le generazioni future.
CHE COS’È IL PENSIERO SISTEMICO?
Il pensiero sistemico è una modalità di approccio
alla realtà che riconosce le connessioni che esi-
stono tra gli elementi che lo compongono e nasce
dalla necessità di mantenere un sistema in salute,
prevenirne i disequilibri ed eventualmente inter-
venire sulle sue alterazioni. In che modo? Attra-
verso la consapevolezza, la conoscenza e il rispet-
to degli equilibri dell’Universo.
Grazie a una cultura umana che volga lo sguardo
a un’agricoltura sostenibile e a una gestione eti-
ca della Terra. Questa intuizione ha ispirato Bill
Mollison e David Holmgren, negli anni Settanta,
nel coniare il termine permacultura, una sintesi
tra teoria e pratica che sistematizza e sviluppa gli
elementi di diverse scienze ecologiche aprendo
144 ARTICOLO SPONSORIZZATO
amici animali
Perché un animale entra nelle obiettivo di Valentina, Stefano e Pietro. Un sogno
nostre case? Siamo davvero sicuri che diventa inizio.
La Natura grida a gran voce le disuguaglianze che la
che sia soltanto una scelta o un
affliggono. Sta a noi saper ascoltare, aprire le porte
fatto fortuito? O siamo noi ad che, attraverso la dimensione animale, conducono
al regno vegetale, ai suoi equilibri e oltre ancora. Le
aprire la porta alla relazione? connessioni sono infinite, quindi è facile trovarne
sempre di nuove.
Ma ci vogliono rispetto, devozione e amore. Una
nuove che renderanno il nostro senso di respon-
specie di rivoluzione. Un’opportunità di crescita
sabilità sempre più alto.
Quando accogliamo un cane nella nostra vita
che non possiamo lasciarci sfuggire.
compiamo un gesto di integrazione. Questo mo-
vimento, all’interno del sistema genealogico fa-
Ù LIBRO CONSIGLIATO
miliare è, a dir poco, rivoluzionario. Un cane che
nuovi orizzonti progettuali, per esempio sistemi inizia a vivere “in famiglia” conferma questa nuova
integrati di specie vegetali e animali utili all’uo- necessità evolutiva. Inevitabilmente si forma una Pietro Venezia,
mo, terreni progettati coscientemente in grado coesione tra l’animale e il vissuto della persona. È Stefano Cattinelli,
di riprodurre fedelmente gli schemi e le relazioni qualcosa di fluido che arriva al cuore sotto forma Valentina Armani
presenti in natura. di amore incondizionato che lascia sorpresi. Vite Connesse
Due sistemi, ad esempio l’uomo e il cane, nel mo- Oltre alla parola “chiave” servirà l’ingrediente per L’approccio sistemico
mento in cui si uniscono ed entrano in relazione, per una relazione più
poter accedere alla dimensione sistemica: l’empa-
danno origine a un altro insieme che non è la sem- consapevole con il pro-
tia, la virtù che più di tutte apre i cuori alla com-
plice somma dei primi due, ma rappresenta un si- prio cane
prensione e alla prospettiva di uscire da sé stessi
stema ancora più complesso con specifiche leggi Terra Nuova
per immedesimarsi nell’altro. Tutto si muove alla
che lo regolano. Edizioni, 2021
ricerca di un equilibrio. Andare oltre il libro è il vero
OCCHI NEGLI OCCHI
Ma cosa significa esattamente lavorare nella re-
lazione con il cane dal punto di vista sistemico?
Entra in gioco lo spazio di relazione, ovvero quel
livello di coscienza che si crea nel momento in cui
i nostri occhi di umani incontrano gli occhi di un
cane. Perché un animale entra nelle nostre case?
Siamo davvero sicuri che sia soltanto una scelta
o un fatto fortuito? O siamo noi ad aprire la porta
alla relazione? È una questione di “momenti giusti”
e “necessità biografiche”.
Tutto quello che accade ha un senso. Non è for-
se insita nella natura umana la necessità di voler
capire il senso delle cose? È così che il problema
diventa una risorsa e ci chiede di essere risolto. Di-
ventare “pensatori sistemici”, anche se la dimen-
sione sistemica non appartiene all’essere umano,
perché era presente sulla Terra prima di noi, è il
grande dono di questo libro.
L’UOMO, IL CANE, LA FAMIGLIA, LA
NATURA: UN UNICO CUORE CHE
BATTE ALL’UNISONO
Questo straordinario movimento percettivo fa
inevitabilmente sorgere nuove visioni della di-
mensione animale e naturale. Il cane e la natura
diventano “figure attive” e da questa nuova forma
mentis scaturisce il concetto di salute radiante,
che genera a sua volta sguardi e consapevolezze
ARTICOLO SPONSORIZZATO 145

STOP AI DOLORI
ARTICOLARI
Un valido aiuto per prevenire o alleviare il dolore con
omega-3, vitamina C, olio di Nigella e polvere di mollusco verde
LA REDAZIONE DI NATURAVETAL
C
on l’arrivo della stagione più fredda e umi-
da, alcuni dolorini possono saltar fuori
anche ai nostri amici a 4 zampe. Che sia la
genetica, l’età, “l’incidente di percorso” in
un cane sportivo o in un gatto salterino, purtrop-
po l’inverno non aiuta. Per fortuna, nel grande li-
bro della natura troviamo alcuni rimedi che ci soc-
corrono con buoni risultati.
OMEGA-3 E VITAMINA C
Primo fra tutti, gli omega-3, anti-infiammatori per
eccellenza. Si trovano essenzialmente negli olii di
pesce, ma il principe di essi è l’olio di Krill. Potente
anti-infiammatorio, secondo molti studi allevia i
dolori articolari spesso causati proprio da un ec-
cesso di tossine che provocano infiammazioni ai
tessuti. Quindi utile per alleviare il dolore – anche
146 ARTICOLO SPONSORIZZATO
amici animali
saggi nelle infiammazioni muscolari e articolari.
L’olio di nigella, tuttavia, non è adatto ai gatti! Ù PRODOTTI CONSIGLIATI
POLVERE DI MOLLUSCO VERDE
Per la prevenzione e la salvaguardia di articolazioni, Canis Plus Polvere
cartilagini, liquido sinoviale e tendini, la polvere di di Molluschi Verdi
mollusco verde della Nuova Zelanda, o Perna Ca- Il mollusco verde della
naliculus, si è rivelata ormai da molti anni un valido Nuova Zelanda
sostegno, anche nello sport. È naturalmente ricca Naturavetal
di GAGs (glicosaminoglicani, come la condroitina),
omega-3, minerali e aminoacidi, che nutrono il tes-
Olio di Nigella Nera
suto connettivo e le articolazioni. Ha un effetto an-
Egiziana
ti-infiammatorio su patologie in corso, e un elevato
Integratore antiparas-
effetto preventivo, anche nei cuccioli o nei sogget-
sitario per cani utile in
ti predisposti. I GAGs sono utili nei cani sportivi, in
caso di allergie, disturbi
quanto conferiscono alle cartilagini proprietà am-
intestinali e artriti
mortizzanti e svolgono funzioni lubrificanti all’in-
terno della membrana sinoviale. A questi integrato- Naturavetal
ri che possono essere una valida terapia di base, si
possono affiancare all’occorrenza, nelle manifesta- Canis Plus
zioni più evidenti o nelle giornate “no”, altri rimedi Gelenkvital - Canis
come l’Heisteria Pallida, un estratto della corteccia Plus Integratore
di un albero tropicale dalle proprietà mediche con per le Articolazioni
antiossidanti naturali che aiutano ad alleviare reu- Integratore alimentare
matismi, dolori articolari oppure altri dolori asso- per cani
ciati in modo del tutto naturale. Madre Natura ha Naturavetal
sempre un asso nella manica, accogliamolo.
in caso di artrite o artrosi - e migliora la mobilità
articolare. L’effetto degli omega-3 è poi poten-
ziato dall’abbinata con la vitamina C, di cui è ricca
la rosa canina. La vitamina C ha inoltre un ruolo
fondamentale nella produzione di collagene, e
una sua mancanza va spesso a colpire cartilagini
e articolazioni aprendo così la strada a infiamma-
zioni e gonfiori.
Anche le semplici bacche di Goji ne sono ricche,
macinate e aggiunte al cibo o meglio ancora a una
dose di yogurt o kefir, se graditi.
OLIO DI NIGELLA
Un altro aiuto molto utile può essere l’olio di ni-
gella (o cumino nero egiziano) aggiunto alla pappa
o all’acqua, un anti-infiammatorio con azione su
cartilagini e articolazioni, adatto anche per mas-
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