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Oggi vi porto a scoprire il pensiero di Darwin. Come?

Attraverso gli eventi più salienti della


sua vita. Iniziamo.
Darwin tra il 1831 e il 1836 inizia il suo viaggio sul brigantino Beagle. Inizia a capire le
strategie di sopravvivenza, strategie per accaparrarsi più scorte di cibo, strategie per attuare
la riproduzione, il più importante tra gli obiettivi sia del singolo sia della comunità intera. Egli
studia la selezione naturale nel mondo vegetale come in quello animale e ne trae delle
conclusioni. Intuisce che l’origine delle specie e l’adattamento all’ambiente siano due
fenomeni correlati. Darwin ebbe anche delle influenze da parte di un economista e un
geologo come, rispettivamente, Malthus con il “saggio sul principio di popolazione”, e Lyell
con “i principi di ecologia”.
Chi sono queste due figure così rilevanti e soprattutto cosa ne pensavano riguardo la
popolazione?
Malthus essendo un economista aveva l’idea che la popolazione mondiale si sviluppasse
molto più rapidamente e in numero maggiore rispetto alle risorse disponibili per sostenerla.
Ne segue che senza un adeguato controllo delle nascite si rischierebbe di non avere risorse
alimentari a sufficienza per tutti. Quindi possiamo vedere già un’intuizione molto vicina a
quella finale di Darwin.
Altra prospettiva la propone Lyell il geologo scozzese, che andò a contrastare il pensiero
catastrofista di Couvier, invece si trova d’accordo con Hutton e aggiunge prove a sostegno
dell’attualismo. Egli personalmente sosteneva che nel corso della storia della terra vi erano
stati dei lenti e costanti cambiamenti, infatti la natura deve aver operato per forza in un lungo
tempo.
Come possiamo vedere sono due teorie molto vicine al pensiero che poi svilupperà
Darwin. Basta analizzare i punti cardine del pensiero di Darwin per accorgersi che oltre ad
un’accurata osservazione c’è dell'influenza da parte di queste due figure.
Qui di seguito vi lascio i punti cardine del suo pensiero:
● le specie sono soggette a mutamento continuo;
● le specie hanno un’origine comune;
● le specie si sono moltiplicate nel tempo;
● le mutazioni sono graduali;
● il meccanismo che sta alla base della comparsa di nuove specie è la selezione
naturale.
Proprio queste intuizione le poté trarre dall’attenta osservazione di alcune specie in
particolare che popolavano le isole Galapagos. Infatti sulle isole vive più di una dozzina di
specie di Fringuelli strettamente imparentate. Alcune di esse vivono su un’unica isola. La
differenza che notò in particolare dall’osservazione fu il becco di questi uccelli. Perché in
tutte le diverse specie pur essendo imparentate si può notare questa differenza, a cosa è
dovuta? Questa differenza sostanzialmente deriva dalla tipologia di alimentazione sostenuta
da questi animali. Essi si cibano di semi di vario tipo. Questi semi possono avere
consistenza varia e di conseguenza negli anni le diverse comunità di fringuelli si sono
dovute adattare. Adattare per poter sopravvivere. Quindi hanno sviluppato un becco più
robusto nel caso in cui in quella zona i semi fossero stati duri. Ovviamente questo
cambiamento non lo poté notare da una generazione alla successiva ma lo si poté notare
solo con il passare di più generazioni.
Quello che ci stiamo chiedendo tutti è come arriva effettivamente Darwin a formulare la
teoria definitiva.
Egli osservando e deducendo estrapola la teoria che governa il mondo. La legge che
governa ogni singola specie passando dal mondo vegetale a quello animale. Egli arriva alla
conclusione che tutte le specie si adattano. Perché? perché è l’unico modo per portare
avanti la propria specie. Dobbiamo aggiungere che ai tempi non si sapeva né di geni né di
ereditarietà. Quindi gli studi si basavano solamente su intuizioni date da un’acuta
osservazione e studio delle specie.

Darwin come prima cosa osservò che le specie hanno un ampio potenziale riproduttivo; con
la seconda osservazione nota che le popolazioni naturali, normalmente, rimangono di
grandezza costante, tranne se vi subentrano delle fluttuazioni di secondaria importanza;
come terza osservazione, Darwin, si accorge che le risorse sono limitate. Darwin, così
deduce che tra i membri della popolazione c’è una continua competizione, una continua lotta
per l’esistenza. Inoltre osserva che gli individui di una popolazione mostrano variazioni e che
queste variazioni sono ereditabili. Deduce anche che tra i diversi organismi di una
popolazione c’è un differente potenziale di sopravvivenza e di riproduzione, Sopravvivono i
più adatti. Infatti attraverso molte generazioni, i differenti potenziali di sopravvivenza e di
riproduzione generano nuovi adattamenti e nuove specie. Quindi il risultato finale è
l’adattamento.
Dopo tutta questa spiegazione riguardante la logica del pensiero di Darwin vi siete chiesti
come opera la selezione naturale?
La selezione naturale segue uno schema che si basa sull’adattamento della specie
all’ambiente in cui essa vive. La popolazione è caratterizzata da un’ampia varietà di caratteri
ereditari; determinati individui vengono eliminati se hanno peculiari caratteristiche non
consone all’ambiente; la riproduzione avviene tra gli individui sopravvissuti; c’è una
maggiore frequenza dei caratteri e tratti morfologici che favoriscono la sopravvivenza e il
successo riproduttivo.
In conclusione la selezione naturale avviene con successo quando questi individui riescono
ad adattarsi, con le loro peculiarità all’ambiente circostante e danno origine a prole fertile.

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