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Darwin come prima cosa osservò che le specie hanno un ampio potenziale riproduttivo; con
la seconda osservazione nota che le popolazioni naturali, normalmente, rimangono di
grandezza costante, tranne se vi subentrano delle fluttuazioni di secondaria importanza;
come terza osservazione, Darwin, si accorge che le risorse sono limitate. Darwin, così
deduce che tra i membri della popolazione c’è una continua competizione, una continua lotta
per l’esistenza. Inoltre osserva che gli individui di una popolazione mostrano variazioni e che
queste variazioni sono ereditabili. Deduce anche che tra i diversi organismi di una
popolazione c’è un differente potenziale di sopravvivenza e di riproduzione, Sopravvivono i
più adatti. Infatti attraverso molte generazioni, i differenti potenziali di sopravvivenza e di
riproduzione generano nuovi adattamenti e nuove specie. Quindi il risultato finale è
l’adattamento.
Dopo tutta questa spiegazione riguardante la logica del pensiero di Darwin vi siete chiesti
come opera la selezione naturale?
La selezione naturale segue uno schema che si basa sull’adattamento della specie
all’ambiente in cui essa vive. La popolazione è caratterizzata da un’ampia varietà di caratteri
ereditari; determinati individui vengono eliminati se hanno peculiari caratteristiche non
consone all’ambiente; la riproduzione avviene tra gli individui sopravvissuti; c’è una
maggiore frequenza dei caratteri e tratti morfologici che favoriscono la sopravvivenza e il
successo riproduttivo.
In conclusione la selezione naturale avviene con successo quando questi individui riescono
ad adattarsi, con le loro peculiarità all’ambiente circostante e danno origine a prole fertile.