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Indice
Biografia
Origini e ascesa economica (1360-1410)
Il rapporto con Giovanni XXIII (1410-1419)
Gli incarichi istituzionali
La peste del 1417
L'istituzione del catasto (1427)
Cristofano dell'Altissimo, ritratto
Discendenza postumo di Giovanni di Bicci de' Medici,
Ascendenza 1562-65
Mecenatismo Note allo stemma araldico qui di
seguito:[1]
Note
Bibliografia Priore dell'Arte del Cambio
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia
In carica 1402 - 1408 - 1411
Governatore di Pistoia
Origini e ascesa economica (1360-1410)
In carica 1407
Giovanni era uno dei 5 figli di Averardo di Chiarissimo de'
Membro dei Dieci di Balia
Medici e di Jacopa (o Giovanna) Spini[2]. Suo padre era un
mercante di lana che solo nell'ultimo periodo della sua vita In carica 1419
aveva raggiunto una ricchezza tale da potersi definire Gonfaloniere di Giustizia
benestante. Alla sua morte (1363) il suo cospicuo
In carica 1421
patrimonio venne però diviso in cinque parti uguali,
diventando così un'esigua eredità nelle mani dei figli. Lo
zio di Giovanni, Vieri de' Medici (cugino di secondo grado Nascita Firenze, 18 febbraio
di Averardo), era invece ben più ricco, esercitava la 1360
professione di banchiere e fra i settanta e più banchi
Morte Firenze, 20 febbraio
presenti nella Firenze medievale, il suo era uno dei più
1429 (69 anni)
floridi. Proprio a servizio dello zio, Giovanni imparò il
mestiere di banchiere, diventando presto il responsabile Luogo di
Basilica di San Lorenzo
della filiale a Roma. Nel 1385 rilevò questa filiale grazie al sepoltura
piccolo patrimonio portato in dote da sua moglie, Piccarda Dinastia Medici
Bueri, poi aumentato dall'entrata di nuovi soci[2]. Nel 1397
la sede fu spostata a Firenze, vicino a Orsanmichele, Padre Averardo de' Medici
all'incrocio fra Via Porta Rossa e Via Calimala, con un
Madre Jacopa Spini
capitale di 10.000 fiorini per un po' più della metà di
Giovanni e per la parte restante dei suoi due soci[2]. Le Consorte Piccarda Bueri
banche a quell'epoca espletavano la loro attività attraverso i Figli Cosimo
servizio di deposito, di emissione e conversione delle lettere Damiano
di cambio (le antesignane dei traveler's cheque), di prestito Lorenzo
e di investimenti a vario titolo. Il Banco dei Medici ebbe Antonio
buona sorte anche grazie all'impiego di soldi nel commercio
Religione Cattolicesimo
delle stoffe, tanto che nel 1408 godeva già di due filiali, una
a Venezia e una a Roma, più una sotto-succursale a Napoli
dipendente da Roma. Ma sarà proprio dalla capitale della cristianità che Giovanni incomincerà la
costruzione dell'impero economico.
Grazie alla cospicuità degli introiti del banco, largamente sopra i 100.000 fiorini all'anno, e grazie alla sua
prestigiosa clientela, Giovanni poté permettersi anche di rendere l'antico favore a Giovanni XXIII, nel
frattempo dichiarato antipapa e deposto: nel 1419 inviò un suo fattore a Norimberga per impegnarsi al
pagamento di 30.000 fiorini per ottenere la sua scarcerazione. Dopo la sua morte l'alto prelato venne sepolto
a Firenze nel Battistero di San Giovanni, nella tomba realizzata da Donatello e Michelozzo su commissione
del figlio di Giovanni, Cosimo (molto probabilmente come tributo all'amico paterno)[3].
Questo passaggio fondamentale della lotta tra Medici e Albizzi, fu uno di quei provvedimenti tesi a
guadagnare proseliti tra i ceti subalterni da parte dei Medici, secondo un programma non scritto che andava
avanti da circa un cinquantennio, dall'appoggio di Salvestro de' Medici alle rivendicazioni dei Ciompi.
Prima di questa riforma le imposte del comune si basavano su un complicato e confuso sistema di tassazioni
soprattutto indirette, alle quali si aggiungevano alcuni "estimi", cioè tasse sul patrimonio. Nella pratica
comunque la grandissima fetta di entrate era data dai dazi e dalle gabelle (imposte sulle merci in transito).
Oltre alla tassazione ordinaria, ne esisteva una straordinaria per momenti di particolare necessità, come
guerre e realizzazione di grandi opere come le mura. Queste necessità erano coperte dalle cosiddette
prestanze, cioè prestiti volontari o forzati, che venivano restituiti in maniera sempre più macchinosa: nel
1343 si arrivò a creare addirittura un "monte comune", che
emetteva titoli di Stato. Questi titoli erano così gonfiati da
speculazioni con interessi altissimi, da far offrire nel 1358 al
"Monte" certificati di debito pubblico per trecento fiorini in cambio
di 100 fiorini in contanti. Gli unici a potersi permettere tali guadagni
erano comunque i ricchi che avevano soldi da impegnare.
In definitiva, quindi, le tasse gravavano sia sui poveri sia sui ricchi
in egual misura, mentre il debito pubblico si risolveva in un
continuo drenaggio di denaro a favore dei ricchi.
Discendenza
Lo stesso argomento in dettaglio: Tavole genealogiche della famiglia Medici.
Dall'unione di Giovanni e Piccarda Bueri, sposata nel 1386, nacquero cinque figli:
Cosimo, (*1389 †1464), che ereditò la fortuna paterna, costituita da 180.000 fiorini, il Banco
dei Medici e numerosi terreni, e che diede origine al ramo di Cafaggiolo.
Damiano, morto in giovane età e possibile gemello di Cosimo (*? †1390).
Lorenzo, (*1395 circa †1440), che diede origine al ramo Popolano.
Antonio, morto in giovane età (*? †1398).
una figlia dal nome ignoto, morta alla vigilia delle nozze[12]
Linea antica
Salvestro
*? †1346
Averardo
*1310 †1363
Giovanni di
Francesco
Bicci
*? †1402
*1360 †1429
Popolano
Cafaggiolo Giuliano Matteo Mariotto
[Trebbio]
*1396 †1467 *1413 †? *1418 †?
Linea
Granducale Francesco
*1415 †?
Ascendenza
Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Averardo de'
Averardo di Medici
Averardo de'
Medici Benricevuta
Salvestro de'
de' Sizi
Medici
…
Mandina Arigucci
…
Averardo di
Chiarissimo de'
Medici …
…
…
Lisa Donati
…
…
…
Giovanni di
Bicci de'
Medici …
…
…
Francesco
…
…
…
Giacoma Spini
… …
…
…
…
…
…
Mecenatismo
Giovanni di Bicci supportò le arti e grazie alle sue cospicue donazioni fu abbellita la città, affidandosi ad
artisti quali Filippo Brunelleschi e Jacopo della Quercia. In qualità di priore dell'Arte della Lana, favorì
l'abbellimento della facciata del Palazzo di Orsanmichele (fine anni '10).[13] Tra il 1419 e il 1425 il
Brunelleschi completò lo Spedale degli Innocenti, finalizzato ad accogliere gli orfani della città[13]. In
seguito a ciò Giovanni de Medici commissionò al grande architetto fiorentino la ristrutturazione dell'antica
basilica di San Lorenzo, destinata a diventare la chiesa della famiglia Medici.[13] Tuttavia la mentalità di
Giovanni era ben lontana da quell'idea di mecenatismo tipica dei suoi figli e nipoti, in quanto la sua era più
una benevolenza verso i concittadini, piuttosto che un uso politico dell'arte come prerogativa di prestigio e
supremazia.
Note
1. ^ Lo stemma Medici, su www.palazzo-medici.it. URL consultato il 18 novembre 2016 (archiviato dall'url
originale il 19 novembre 2016).
2. Mediateca Palazzo Medici-Giovanni di Bicci (http://www.palazzo-medici.it/mediateca/it/Sche
da_Giovanni_di_Bicci) Archiviato (https://web.archive.org/web/20150419052424/http://www.
palazzo-medici.it/mediateca/it/Scheda_Giovanni_di_Bicci) il 19 aprile 2015 in Internet
Archive.
3. ^ Enciclopedia Treccani-Cosimo de'Medici (http://www.treccani.it/enciclopedia/cosimo-de-m
edici_%28Dizionario-Biografico%29/)
4. ^ Niccolò Machiavelli, Istorie Fiorentine IV,16
5. ^ La famiglia Medici era anche accusata di essere « [...] gente rozza e spregiudicata, di
volgari neoricchi animati solo dalla logica del profitto e dell'interesse personale» (Franco
Cesati, I Medici - storia di una dinastia europea, p. 21)
6. ^ Come i suoi predecessori, Giovanni era di idee democratiche prossimo al "partito
antimagnatizio": cercò infatti il consenso delle fasce sociali inferiori (il "popolo minuto") e
delle arti minori e contrastò lo strapotere della fazione oligarchica capeggiata da Rinaldo
degli Albizzi e Niccolò da Uzzano. (tratto da Mediateca Palazzo Medici-Giovanni di Bicci (htt
p://www.palazzo-medici.it/mediateca/it/Scheda_Giovanni_di_Bicci) Archiviato (https://web.ar
chive.org/web/20150419052424/http://www.palazzo-medici.it/mediateca/it/Scheda_Giovanni
_di_Bicci) il 19 aprile 2015 in Internet Archive.)
7. Cesati Franco, I Medici - storia di una dinastia europea, p. 20
8. ^ Mediateca Palazzo Medici-Giovanni di Bicci (http://www.palazzo-medici.it/mediateca/it/Sch
eda_Giovanni_di_Bicci) Archiviato (https://web.archive.org/web/20150419052424/http://ww
w.palazzo-medici.it/mediateca/it/Scheda_Giovanni_di_Bicci) il 19 aprile 2015 in Internet
Archive., nota 5
9. ^ Mediateca Palazzo Medici-Giovanni di Bicci (http://www.palazzo-medici.it/mediateca/it/Sch
eda_Giovanni_di_Bicci) Archiviato (https://web.archive.org/web/20150419052424/http://ww
w.palazzo-medici.it/mediateca/it/Scheda_Giovanni_di_Bicci) il 19 aprile 2015 in Internet
Archive., nota 7
10. ^ Mediateca Palazzo Medici-Giovanni di Bicci (http://www.palazzo-medici.it/mediateca/it/Sch
eda_Giovanni_di_Bicci) Archiviato (https://web.archive.org/web/20150419052424/http://ww
w.palazzo-medici.it/mediateca/it/Scheda_Giovanni_di_Bicci) il 19 aprile 2015 in Internet
Archive., nota 6
11. ^ Mediateca Palazzo Medici-Giovanni di Bicci (http://www.palazzo-medici.it/mediateca/it/Sch
eda_Giovanni_di_Bicci) Archiviato (https://web.archive.org/web/20150419052424/http://ww
w.palazzo-medici.it/mediateca/it/Scheda_Giovanni_di_Bicci) il 19 aprile 2015 in Internet
Archive., nota 10
12. ^ Yvonne Maguire, The Women of the Medici, Taylor & Francis, 2019.
13. Franco Cesati, I Medici - storia di una dinastia europea, p. 21
Bibliografia
J. R. Hale, Firenze e i Medici. Storia di una città e di una famiglia, Mursia, Milano 1980
Niccolò Machiavelli, Istorie Fiorentine
Franco Cesati, I Medici - storia di una dinastia europea, Mandragora, Firenze 1999
Altri progetti
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immagini o altri file su Giovanni di Bicci de' Medici (https://commons.wikimedia.org/wiki/
Category:Giovanni_di_Bicci_de%27_Medici?uselang=it)
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