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QUADERNI DI PROGETTAZIONE: collegamenti a vite

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Franco Concli
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QUADERNI DI PROGETTAZIONE
Franco Concli

Collegamenti
a vite
il progettista industriale
GIUGNO 2017

44
LA VITE FILETTATA È SENZA DUBBIO UNA
TRA LE PIÙ UTILI INVENZIONI NELLA STORIA
DELLA MECCANICA. ESSA PERMETTE DI
TRASFERIRE GRANDI FORZE PUR RIMANENDO UN
COLLEGAMENTO COMPLETAMENTE REVERSIBILE.
SEBBENE IL TREND ATTUALE SIA QUELLO
DI RIDURRE QUANTO PIÙ POSSIBILE LE
COMPONENTI DI COLLEGAMENTO (AD ESEMPIO
TRAMITE INCOLLAGGIO, SNAP-FIT, SALDATURA,
BRASATURA ECC.), LA NECESSITÀ DI AVERE
PARTI SMONTABILI NON PERMETTERÀ MAI UNA
COMPLETA ELIMINAZIONE DELLE BULLONATURE.
È PERÒ INDISPENSABILE, AL FINE DI CONTENERE
I COSTI, SAPER SCEGLIERE DI VOLTA IN VOLTA LA
SOLUZIONE MIGLIORE.

Unioni bullonate
I collegamenti a vite sono classificabili in due gruppi: viti
di serraggio e viti di manovra. Le viti di serraggio, vengo-
no utilizzate per collegare tra loro due componenti, con-
servando la possibilità di un facile smontaggio. La loro
funzione principale è quella trasferire i carichi. Questo ti-
po di collegamento ha indubbi vantaggi dato che con-
sente il fissaggio di materiali anche differenti tra loro, co-
sa che invece rappresenta una forte limitazione di incol-
laggi e saldature. Inoltre, per il montaggio e lo smontag-
gio delle unioni bullonate non sono richiesti utensili spe-
ciali ma solo attrezzi adeguati per il serraggio e lo sbloc-
caggio. Tutti i componenti dei giunti bullonati, cioè viti,
dadi ed eventuali accessori quali rondelle ecc., sono lar-
gamente standardizzati e di facile reperibilità. Per contro
questo tipo di giunzione risulta meno economica di altri
tipi di collegamento, come ad esempio, le unioni rivetta-
te o i giunti saldati.
Esistono molteplici tipologie di collegamento bullonato.
Figura 1 ne mostra alcune tipologie: vite passante, pri-
gioniero, vite mordente, vite passante con gambo scari-
cato e distanziale, vite con gambo scaricato e doppio da-
do, vite ad esagono incassato.
Una classificazione può anche essere fatta in base al
modo in cui la vite viene caricata: si parlerà pertanto di
viti soggette a carico assiale, viti precaricate soggette a
carico assiale e viti soggette a carico radiale. il progettista industriale
Il montaggio con precarico si rende utile qualora il colle-
gamento debba garantire una tenuta sufficiente in qual-
siasi condizione di esercizio. In un recipiente che ver-
rà messo in pressione, ad esempio, il precarico risulterà
fondamentale per evitare distacchi tra le parti e conse-
guenti trafilamenti del fluido.
GIUGNO 2017

Le viti si trovano invece ad essere caricate radialmente


in presenza di componenti che trasferiscono, ad esem-
pio, un momento torcente. In questo caso il collegamen-
to potrà essere “per attrito” qualora il carico venga tra-
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QUADERNI DI PROGETTAZIONE

Forze trasmesse dalla vite


DH Le viti per fissaggio hanno solitamente una filettatu-
dT
ra a profilo triangolare in cui ϕ rappresenta l’inclinazio-
ne dell’elica ed a l’angolo del filetto (tipicamente 60°).
7

Questo perché questa particolare geometria massimiz-


za l’attrito (rispetto ad un profilo quadrato). Data una
forza Fs agente sulla vite, la forza trasmessa per attrito
a b c d e f sarà data dalla proiezione della forza Fs in direzione per-
pendicolare al fianco del filetto
Fig. 1 - Giunti a flangia: a) vite passante; b) prigioniero: c) vite mordente; d) vite
passante con gambo scaricato e distanziale; e) vite con gambo scaricato e doppio ⎛ ⎛ α⎞⎞
dado; f) vite ad esagono incassato. ⎜⎝ Fs / cos ⎜⎝ 2 ⎟⎠ ⎟⎠

moltiplicata per il coefficiente d’attrito μ. In accordo a


figura 4, la coppia trasmessa dalla filettatura sarà da
Viti a testa esagonale

DIN DIN DIN DIN DIN DIN


EN 24016 EN 24D18 EN 24D16 561 564 609
EN 2B765 EN 24017 7990 610
d2
TG = FS ⋅ tan(ϕ ± ρ') ⋅
931 T Z EN 2B676 7968
EN 24014

con dado con nocciolo sporgente con sporgenza a punta di registro d


Viti ad esagono incassato

in cui ρ’ è l’angolo di attrito apparente che tiene in con-


Viti senza testa

DIN
912
DIN
6912
DIN
913
DIN
427
DIN
913 siderazione l’inclinazione (segno + per serraggio e se-
gno – per sbloccaggio). I coefficienti di attrito dipen-
completamente
filettata con esagono
incassato
con intaglio e gambo
parzialmente filettato
con gambo parzialmente
filettato ad esagono cavo deranno da diversi fattori quali il metodo di costruzio-
ne della vite, i trattamenti superficiali subiti, l’eventua-
le presenza di lubrificante o fattori ambientali quali ossi-
DIN
DIN 431
EN 24034 936 DIN DIN DIN DIN
EN 24032
EN 28673
EN 24035
EN 24036
EN 28675
935 935 1587 557
dazioni ecc.. Per una stima di tali coefficienti si rimanda
Dado esagonale Dado esagonale piano Dado a corona Dado a corona M12 Dado cieco Dado quadro alla normativa VDI 2230. Introducendo valori realistici
per tali coefficienti si arriva a concludere che la coppia
Fig. 2 - a) viti normalizzate; b) dadi normalizzati

sferito appunto grazie all’attrito tra i due componenti o “ad


accoppiamento di forma” qualora il carico venga trasfe-
rito in modo da far lavorare a taglio la vite. Si può anche
avere trasferimento del carico tramite contatto tra i fian-
chi delle viti e le pareti interne dei fori in cui sono allog-
giate. Un collegamento a vite è solitamente composto da
una vite con filettatura esterna, dadi con filettatura inter-
na ed, eventualmente, rondelle e dispositivi di sicurezza.
Le viti ed i relativi dadi possono avere differenti forme co-
struttive a seconda del tipo di impiego. Figura 2 ne mo-
stra alcuni esempi.
Come per la forma delle viti, anche il filetto è normato. Le
filettature più utilizzate in Europa sono sicuramente quel-
le normate ISO. La normativa prevede che ad ogni dia-
il progettista industriale

metro sia associato un dato passo (ovvero la distanza as-


siale tra un filetto ed il successivo). Le filettature metriche
a profilo triangolare possono essere a passo grosso (in-
dicate con il simbolo M seguito dal diametro nominale)
o a passo fine (indicate con il simbolo M seguito dal dia-
metro x il passo). In questo modo è quindi implicitamen-
te o esplicitamente fissato anche il passo corrisponden-
GIUGNO 2017

te e, pertanto, la vite risulta completamente caratterizza-


ta. Esempi possono essere M8 (passo grosso, diametro
esterno 8mm e passo 1.25 mm); M 10 x 1.25 (passo fi-
ne, diametro esterno 10mm e passo 1.25 mm).
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Fig. 3 - Filettatura
Profilo Forma Quote Classi di tolleranza metrica
Filettatura metrica ISO
e filettatura metrica ISO fine
Muttergewinde H = 0,86603 Ph Fine, media, grossa ISO (DIN 13)
H = 0,54127 Ph = 5 H

N
5
8

N
2
60°

H1
h3
h3 = 0,61343 Ph = 17 H

H
60°

24

N
2
?
R = 0,14434 Ph = H
R


6
Bolzengewinde
6

D2
d2

d3

D3
d

D
D = d = Nenn-ø
? Ph

D2 = d2 = d - 0,64953 Ph
Esempi di denominazioni: filettatura metrica ISO M20 D1 = d - 2H1
d3 = d - 1,22687 Ph
π
A3 =
4

( d +2 d (
2
As = π 2 3
4

di sbloccaggio è maggiore di quello di serraggio, tutta-


via va precisato che ciò vale solo in campo statico e che FS α/2
in presenza di sollecitazioni dinamiche è opportuno pre-
venire l’allentamento mediante opportuni dispositivi di si-
curezza. Oltre alla coppia trasmessa per attrito dai filet- FS /(C0S α/2)
FS
ti, durante il serraggio/sbloccaggio di una vite è necessa- FU
rio vincere anche la coppia resistente data dall’attrito do-
vuto al contatto tra dado e testa con i componenti ser-

α/2
FN
rati. Il momento complessivo da applicare in fase di ser-
raggio varrà

⎡ d ⎤
TA = FS ⋅ ⎢ tan ( ϕ ± ρ') 2 + µK ( dw + da ) / 4 ⎥
⎣ 2 ⎦
dove μk è il coefficiente di attrito mentre dw e da e sono i
diametri di riporto della testa della vite e del dado. Fig. 4 - Andamento delle forze sul filetto

Effetto guarnizione
Quando si serrano le viti fino ad una forza di precarico
FM, queste si tendono ad allungarsi di una quantità fSM.
I componenti avvitati vengono al contempo accorcia-
ti (compressi) di una quantità fPM. Ciò appare più chia-
ro andando a visualizzare il diagramma forza deforma-
zione (figura 5). In campo elastico, il legame è lineare e
quindi rappresentato da una retta.
Figura 5a e 5b rappresentano le curve forza deforma-
zione di bullone (deformazione positiva - trazione) e
componente (deformazione negativa - compressione).
Le rette avranno un’inclinazione funzione della rigidez-
za. In figura 5c, la curva caratteristica del componente
è stata traslata dalla parte degli allungamenti positivi in
modo da intersecare la caratteristica del bullone in cor- il progettista industriale
rispondenza del carico di serraggio (FM).

Allungamento del collegamento bullonato:


In generale, la cedevolezza di un componente cilindri-
co di sezione Ai vale
li
GIUGNO 2017

δi =
( s ⋅ Ai )
E
dove li rappresenta la sua lunghezza ed Es il modulo
elastico del materiale di cui è costituito. Questo discor-
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QUADERNI DI PROGETTAZIONE

Forza
fZ
Pmax Pmax Pmax
Pmin
Pmin Pmin Pmin

FZ
Dopo

FNmax
l’assestamento

FSMmax

FPMmax

FMmin
FSMmin

FPMmin

FNmin

FVmin
γS γP

fSMmin fSMmax fPMmax fPMmin fSMmin fVges,min Deformazione


fPMmin
Allungamento delle viti Accorciamento per fSMmax fPMmax fMges,min
compressione dei piatti

C0t γS=fS/FS=δS C0t γP=fP/FS=δP

a b c d

lK
dove lK rappresenta lo spessore del componente, Ep il
modulo elastico del materiale ed Aers un’area equivalen-
te tabellata.

Forze:

d
Come per il precarico, anche forze esterne FA di trazio-
ne agenti sulla vite tendono ad allungare la stessa di una
quantità fAM ed a rilassare i componenti avvitati di una
quantità fPM che per l’equilibrio risulta pari a fAM. Note le ce-
l1 l2 l3
devolezze, è possibile calcolare l’aumento della forza sul-
la vite come FSA = fSA/δS e la diminuzione della forza sul-
lSK lGM le piastre come FPA = fPA/δP. Se l’applicazione di una forza
esterna riduce il serraggio tra i componenti e la forza tota-
so può essere generalizzato ai singoli conci della vite tro- le agente su essi, la forza totale sulla vite a seguito dell’ap-
vando così la cedevolezza del nocciolo della filettatura av- plicazione di una forza esterna FA aumenta del valore FA -
vitata δG, del dado δM, della parte di filetto non avvitato FPA (forza esterna applicata meno la riduzione della reazio-
ne elastica dei componenti serrati a causa del rilassamen-
l3
δ3 = to). In condizioni di esercizio, quindi, sulla superficie di se-
E s ⋅ A3 parazione agisce la sola forza residua FKR = FS - (FSA + FPA);
e della testa della vite questa deve essere tale da garantire l’eventuale tenuta.

0,4d
δ SK = Deformazioni:
E s ⋅ AN In condizioni di montaggio, la deformazione totale della
(in accordo con figura 6). Bisogna poi tenere in consi- vite e dei componenti serrati varrà fMtot = fSM + fPM e, do-
derazione i fenomeni di rilassamento per cui la vite ten- po l’eventuale affievolimento dovuto a fenomeni di asse-
de gradualmente ad allungarsi mentre i componenti ser- stamento fVtot = fSV + fPV. La deformazione totale, quindi,
rati si accorciano. Ciò è possibile attraverso un coefficien- rimane sempre costante finché la forza di bloccaggio FKR
te tabellato dipendente dalle rugosità e dal numero di li- rimante maggiore di zero.
nee di separazione presenti. La perdita di precarico che
ne deriva varrà Conclusioni
il progettista industriale

La scelta del giusto metodo di collegamento è sicuramen-


fz
FZ = te una parte importante della progettazione di un siste-
(δ S ⋅ δp ) ma meccanico. L’utilizzo di giunzioni bullonate ha l’indub-
(figura 5d). bio vantaggio di un accoppiamento semplice, resistente
e completamente reversibile ma anche la necessità di un
Allungamento del collegamento bullonato: accurato dimensionamento. n
L’allungamento elastico del componente è di difficile de-
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GIUGNO 2017

terminazione. In generale vale Riferimenti


G. Niemann, H. Winter, B.-R. Hoehn, Manuale degli or-
lK
δP = gani delle Macchine, edizione italiana a cura di Tecniche
Ep ⋅ Aers Nuove
48

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