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Franco Concli
Free University of Bozen-Bolzano
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All content following this page was uploaded by Franco Concli on 13 June 2017.
Collegamenti
a vite
il progettista industriale
GIUGNO 2017
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LA VITE FILETTATA È SENZA DUBBIO UNA
TRA LE PIÙ UTILI INVENZIONI NELLA STORIA
DELLA MECCANICA. ESSA PERMETTE DI
TRASFERIRE GRANDI FORZE PUR RIMANENDO UN
COLLEGAMENTO COMPLETAMENTE REVERSIBILE.
SEBBENE IL TREND ATTUALE SIA QUELLO
DI RIDURRE QUANTO PIÙ POSSIBILE LE
COMPONENTI DI COLLEGAMENTO (AD ESEMPIO
TRAMITE INCOLLAGGIO, SNAP-FIT, SALDATURA,
BRASATURA ECC.), LA NECESSITÀ DI AVERE
PARTI SMONTABILI NON PERMETTERÀ MAI UNA
COMPLETA ELIMINAZIONE DELLE BULLONATURE.
È PERÒ INDISPENSABILE, AL FINE DI CONTENERE
I COSTI, SAPER SCEGLIERE DI VOLTA IN VOLTA LA
SOLUZIONE MIGLIORE.
Unioni bullonate
I collegamenti a vite sono classificabili in due gruppi: viti
di serraggio e viti di manovra. Le viti di serraggio, vengo-
no utilizzate per collegare tra loro due componenti, con-
servando la possibilità di un facile smontaggio. La loro
funzione principale è quella trasferire i carichi. Questo ti-
po di collegamento ha indubbi vantaggi dato che con-
sente il fissaggio di materiali anche differenti tra loro, co-
sa che invece rappresenta una forte limitazione di incol-
laggi e saldature. Inoltre, per il montaggio e lo smontag-
gio delle unioni bullonate non sono richiesti utensili spe-
ciali ma solo attrezzi adeguati per il serraggio e lo sbloc-
caggio. Tutti i componenti dei giunti bullonati, cioè viti,
dadi ed eventuali accessori quali rondelle ecc., sono lar-
gamente standardizzati e di facile reperibilità. Per contro
questo tipo di giunzione risulta meno economica di altri
tipi di collegamento, come ad esempio, le unioni rivetta-
te o i giunti saldati.
Esistono molteplici tipologie di collegamento bullonato.
Figura 1 ne mostra alcune tipologie: vite passante, pri-
gioniero, vite mordente, vite passante con gambo scari-
cato e distanziale, vite con gambo scaricato e doppio da-
do, vite ad esagono incassato.
Una classificazione può anche essere fatta in base al
modo in cui la vite viene caricata: si parlerà pertanto di
viti soggette a carico assiale, viti precaricate soggette a
carico assiale e viti soggette a carico radiale. il progettista industriale
Il montaggio con precarico si rende utile qualora il colle-
gamento debba garantire una tenuta sufficiente in qual-
siasi condizione di esercizio. In un recipiente che ver-
rà messo in pressione, ad esempio, il precarico risulterà
fondamentale per evitare distacchi tra le parti e conse-
guenti trafilamenti del fluido.
GIUGNO 2017
DIN
912
DIN
6912
DIN
913
DIN
427
DIN
913 siderazione l’inclinazione (segno + per serraggio e se-
gno – per sbloccaggio). I coefficienti di attrito dipen-
completamente
filettata con esagono
incassato
con intaglio e gambo
parzialmente filettato
con gambo parzialmente
filettato ad esagono cavo deranno da diversi fattori quali il metodo di costruzio-
ne della vite, i trattamenti superficiali subiti, l’eventua-
le presenza di lubrificante o fattori ambientali quali ossi-
DIN
DIN 431
EN 24034 936 DIN DIN DIN DIN
EN 24032
EN 28673
EN 24035
EN 24036
EN 28675
935 935 1587 557
dazioni ecc.. Per una stima di tali coefficienti si rimanda
Dado esagonale Dado esagonale piano Dado a corona Dado a corona M12 Dado cieco Dado quadro alla normativa VDI 2230. Introducendo valori realistici
per tali coefficienti si arriva a concludere che la coppia
Fig. 2 - a) viti normalizzate; b) dadi normalizzati
N
5
8
N
2
60°
H1
h3
h3 = 0,61343 Ph = 17 H
H
60°
24
N
2
?
R = 0,14434 Ph = H
R
Aʹ
6
Bolzengewinde
6
D2
d2
d3
D3
d
D
D = d = Nenn-ø
? Ph
D2 = d2 = d - 0,64953 Ph
Esempi di denominazioni: filettatura metrica ISO M20 D1 = d - 2H1
d3 = d - 1,22687 Ph
π
A3 =
4
( d +2 d (
2
As = π 2 3
4
α/2
FN
rati. Il momento complessivo da applicare in fase di ser-
raggio varrà
⎡ d ⎤
TA = FS ⋅ ⎢ tan ( ϕ ± ρ') 2 + µK ( dw + da ) / 4 ⎥
⎣ 2 ⎦
dove μk è il coefficiente di attrito mentre dw e da e sono i
diametri di riporto della testa della vite e del dado. Fig. 4 - Andamento delle forze sul filetto
Effetto guarnizione
Quando si serrano le viti fino ad una forza di precarico
FM, queste si tendono ad allungarsi di una quantità fSM.
I componenti avvitati vengono al contempo accorcia-
ti (compressi) di una quantità fPM. Ciò appare più chia-
ro andando a visualizzare il diagramma forza deforma-
zione (figura 5). In campo elastico, il legame è lineare e
quindi rappresentato da una retta.
Figura 5a e 5b rappresentano le curve forza deforma-
zione di bullone (deformazione positiva - trazione) e
componente (deformazione negativa - compressione).
Le rette avranno un’inclinazione funzione della rigidez-
za. In figura 5c, la curva caratteristica del componente
è stata traslata dalla parte degli allungamenti positivi in
modo da intersecare la caratteristica del bullone in cor- il progettista industriale
rispondenza del carico di serraggio (FM).
δi =
( s ⋅ Ai )
E
dove li rappresenta la sua lunghezza ed Es il modulo
elastico del materiale di cui è costituito. Questo discor-
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QUADERNI DI PROGETTAZIONE
Forza
fZ
Pmax Pmax Pmax
Pmin
Pmin Pmin Pmin
FZ
Dopo
FNmax
l’assestamento
FSMmax
FPMmax
FMmin
FSMmin
FPMmin
FNmin
FVmin
γS γP
a b c d
lK
dove lK rappresenta lo spessore del componente, Ep il
modulo elastico del materiale ed Aers un’area equivalen-
te tabellata.
Forze:
d
Come per il precarico, anche forze esterne FA di trazio-
ne agenti sulla vite tendono ad allungare la stessa di una
quantità fAM ed a rilassare i componenti avvitati di una
quantità fPM che per l’equilibrio risulta pari a fAM. Note le ce-
l1 l2 l3
devolezze, è possibile calcolare l’aumento della forza sul-
la vite come FSA = fSA/δS e la diminuzione della forza sul-
lSK lGM le piastre come FPA = fPA/δP. Se l’applicazione di una forza
esterna riduce il serraggio tra i componenti e la forza tota-
so può essere generalizzato ai singoli conci della vite tro- le agente su essi, la forza totale sulla vite a seguito dell’ap-
vando così la cedevolezza del nocciolo della filettatura av- plicazione di una forza esterna FA aumenta del valore FA -
vitata δG, del dado δM, della parte di filetto non avvitato FPA (forza esterna applicata meno la riduzione della reazio-
ne elastica dei componenti serrati a causa del rilassamen-
l3
δ3 = to). In condizioni di esercizio, quindi, sulla superficie di se-
E s ⋅ A3 parazione agisce la sola forza residua FKR = FS - (FSA + FPA);
e della testa della vite questa deve essere tale da garantire l’eventuale tenuta.
0,4d
δ SK = Deformazioni:
E s ⋅ AN In condizioni di montaggio, la deformazione totale della
(in accordo con figura 6). Bisogna poi tenere in consi- vite e dei componenti serrati varrà fMtot = fSM + fPM e, do-
derazione i fenomeni di rilassamento per cui la vite ten- po l’eventuale affievolimento dovuto a fenomeni di asse-
de gradualmente ad allungarsi mentre i componenti ser- stamento fVtot = fSV + fPV. La deformazione totale, quindi,
rati si accorciano. Ciò è possibile attraverso un coefficien- rimane sempre costante finché la forza di bloccaggio FKR
te tabellato dipendente dalle rugosità e dal numero di li- rimante maggiore di zero.
nee di separazione presenti. La perdita di precarico che
ne deriva varrà Conclusioni
il progettista industriale