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21.

COLLEGAMENTI SALDATI
La saldatura è un processo che consente di collegare elementi costruttivi tra loro o con l’esterno. E’ un collegamento
fisso e inamovibile.
Con la saldatura di giunzione le parti vengono collegate mediante il cordone di saldatura costituendo l’elemento
saldato. Diversi elementi saldati costituiscono il gruppo saldato, più gruppi costituiscono la struttura o costruzione
saldata. La saldatura di riporto, invece, viene effettuata per la ricostruzione di superfici usurate.
La saldatura può essere effettuata mediante:
• riscaldamento dei giunti fino alla fusione con l’aggiunta di materiale omogeneo,
• riscaldamento dei giunti e pressione,
• pressione a freddo,
• riscaldamento della zona di saldatura sotto vuoto o in un gas di protezione.
Le caratteristiche dei collegamenti saldati sono riassunte in tabella 1.
CARATTERISTICHE DEI COLLEGAMENTI SALDATI
Caratteristiche Meccaniche
Varie direzioni di carico ammissibili Limitata resistenza statica
Rigidezza dipendente dalla conformazione Limitata resistenza dinamica
Buona resistenza alla temperatura Limitata resistenza alla corrosione
Funzionalità
Peso e ingombro ridotti Non smontabile e/o riutilizzabile
Molteplicità di conformazione Nessuna capacità di centratura
Caratteristiche operative
Facilità di manutenzione e ispezione
Facilità di montaggio e automazione
Caratteristiche economiche
Basso costo Nessun costo di esercizio
Tab.20.1 - Caratteristiche dei collegamenti filettati.

La saldatura può essere effettuata sia su metalli che materie sintetiche.


• Acciai,
• Ghise (parzialmente),
• Rame, ottone, bronzo,
• Alluminio e leghe (no alluminio e magnesio),
• Nichel e leghe (no nichel e ferro).
La resistenza di un collegamento saldato dipende dai seguenti fattori

1) conformazione della saldatura: 2) sollecitazione agente: 3) situazione ambientale:


• disposizione dei cordoni, • livello delle tensioni, • temperatura,
• flusso delle forze, • pluriassialità, • corrosione.
• spessore degli elementi collegati, • velocità di sollecitazione;
• effetti di intaglio;

Giunzioni saldate
Le principali tipologie di giunzioni saldate e conformazione dei cordoni sono riportate in fig.1.

c) e) g)

f) h)
d)

a) b)
Fig.21.1 – tipi di giunzioni: a) di testa con cordone a V, X ed U; b,c,d) a sovrapposizione; e) a T; f) a crociera; g) ad angolo, h) a spigolo.

In particolare, le giunzioni di testa sono effettuate con cordoni aventi forma a V, ad X e ad U e usualmente sono
sollecitate trasversalmente al cordone (fig.1a).
Le giunzioni a sovrapposizione sono sollecitate trasversalmente al cordone come in fig.1b e fig.1c o
parallelamente come in fig.1d. Altri tipi di giunzione sono quelle a T, a crociera, ad angolo e a spigolo.
Le dimensioni caratteristiche del cordone sono riportate in fig.2.

21.1
Nel disegno di un collegamento saldato è bene tenere presente i seguenti accorgimenti:
• tendere alla saldatura di testa (ad esempio come in fig.1a rispetto a quella a sovrapposizione di fig.1b),
• fare in modo che gli elementi abbiano uguale spessore (per tendere alla saldatura di testa),
• se possibile non posizionare i cordoni nei punti di massima sollecitazione,
• evitare che le radici dei cordoni (la zona più sottile del cordone, ad es. il fondo della V) siano in zona tesa,
• limitare il numero dei cordoni,
• effettuare cordoni lunghi e sottili,
• evitare incroci dei cordoni,
• evitare che i cordoni siano soggetti a lavorazioni con macchine utensili (es. durante la rettifica di una superficie),
• evitare posizioni di difficile accesso dei cordoni per la loro messa in opera.
Riscaldamento e raffreddamento disomogenei possono introdurre tensioni residue nella saldatura. Prima della
saldatura è bene effettuare un riscaldamento uniforme delle parti da saldare, successivamente è opportuno effettuare
un trattamento di distensione. Il raffreddamento è più uniforme se gli elementi sono di uguale spessore.
Si definisce efficienza della saldatura e=σams/σam il rapporto tra la tensione ammissibile della saldatura e quella
degli elementi senza la saldatura per carico statico.

l sovrametallo
C F
D h
A b
A
B
h
F Norris
Salakian
radice

Fig.21.2 - Dimensioni del cordone. Fig. 21.3 - Spessore del cordone e tensioni sulla saldatura

Giunti di testa
Per il dimensionamento dei cordoni si utilizzano formule approssimate ed elevati coefficienti di sicurezza. Le fig.1a
e 2 mostrano una giunzione di testa caricata da una forza di trazione F. Per carichi di trazione o compressione la
tensione normale media è:
F
σ= (21.1)
hl
dove h è lo spessore delle lamiera ed l è la lunghezza della saldatura. Il valore di h non include il sovrametallo che è
di dimensioni variabili e produce effetti di concentrazione delle tensioni nel punto A di fig.2. La sua presenza è
ininfluente nel caso di sollecitazioni statiche; mentre per sollecitazioni di fatica è meglio che sia eliminato.
Per carico trasversale di taglio T la tensione tangenziale media in un giunto saldato è:
F
τ= (21.2)
hl
In genere le formule vanno applicate con l'uso di elevati valori del coefficiente di sicurezza.
Giunzioni a sovrapposizione
Le saldature dei giunti a sovrapposizione hanno uno spessore trasversale (gola) pari a b=hcos45°=0.707h (segmento
BD=b in fig.3).
La distribuzione delle tensioni tangenziali nella giunzione è stata determinata usando il metodo fotoelastico. La
fig.3 mostra le tensioni sui lati AB e BC della saldatura ottenute da Norris. Si osserva una concentrazione delle
tensioni in A e B sul lato orizzontale ed in B su quello verticale.
Salakian ha presentato dei dati per la distribuzione delle tensioni lungo lo spessore BD della saldatura; il grafico
è di particolare interesse perché usualmente la rottura avviene lungo la diagonale; la figura mostra una
concentrazione di tensione nel punto B.
Poiché gli andamenti sperimentali di figura non sono ottenibili in modo teorico per i vari casi, nel
dimensionamento delle saldature si utilizza la tensione nominale media con elevati coefficienti di sicurezza. Per i
carichi di fatica si introduce l’opportuno fattore di riduzione della resistenza per concentrazione di tensione kf.

Carico trasversale
Il carico trasversale agisce in direzione normale alla lunghezza del cordone come visualizzabile in fig.1b,c e fig.4a.
Il metodo più usato per dimensionare la saldatura è di assumere che lo spessore della sezione sia sollecitato a taglio.

21.2
Poiché la tensione effettivamente agente nei punti del cordone non può essere valutata teoricamente, si considera la
tensione media. In particolare, la tensione media agente in direzione x sulla sezione di gola, avente giacitura n e area
A=0.707hl, è data da:

pn = pnx = F = F = 1.414 F (21.3)


A 0.707 h l hl
Le componenti normale e tangenziale corrispondenti sono date rispettivamente da:
F F
σ n = p cos 45° = τ n = p cos 45° = (21.4,5)
hl hl
La tensione principale e la tangenziale massima sono rispettivamente
2 2 2 2
F  F  F  F  F  F F
σ1 = +   +   = 1.618 τ max =   +   = 1.118 (21.6,7)
2h l  2h l   h l  hl  2h l   h l  hl

τn
(0, F/2hl)

τn F σ2 σ1 σn
pn σn

σn pn τn
(F/hl, F/hl)
px
F
F

(a) (b)
Fig.21.4 - a) tensioni medie agenti sulla gola per carico trasversale, b) cerchio di Mohr corrispondente.

Usualmente si preferisce valutare la tensione tangenziale agente direttamente con la (3)


F
τ = 1.414 (21.8)
hl
che risulta essere 1.26 volte maggiore di quella prevista dalla precedente, quindi conservativa. Nel caso di doppio
cordone la tensione tangenziale massima media è:
F
τ = 0.707 (21.9)
hl
Carico parallelo
Nel caso di carico agente in direzione parallela alla saldatura (fig.1d) l'assunzione di una tensione di taglio lungo la
direzione a 45° è più realistica. Nella realtà la distribuzione delle tensioni lungo la lunghezza della saldatura non è
uniforme, e, anche in questo caso, si prende in considerazione la tensione media. E’ importante notare che il
coefficiente di concentrazione delle tensioni di questa configurazione è il più elevato ed essa risulta meno adatta nel
caso di fatica. Poiché vi sono due saldature l'area in corrispondenza dello spessore è
A = 2( 0.707hl ) = 1414
. hl (21.10)
e la tensione tangenziale media risulta analogamente alla (9)
F
τ = 0.707 (21.11)
hl
Taglio, torsione e flessione nelle saldature
Le saldature costituiscono dei vincoli di incastro tra gli elementi collegati, nel caso di gruppi saldati, o tra
l’elemento saldato e l’ambiente esterno. Le forze trasmesse dalla saldatura sono schematizzabili come somma di una
forza risultante T ed un momento M, torcente se la forza T agisce nel piano contenente i cordoni (fig.6a), flettente se
la forza agisce in direzione ortogonale al piano dei cordoni (fig.6b-c).
Le saldature costituiscono dei vincoli diffusi e la distribuzione delle tensioni in equilibrio con la forza e il
momento risultanti dipende dalla rigidezza delle parti collegate e dalla geometria dei cordoni stessi. Per calcolare
tale distribuzione si assume che le parti collegate siano completamente rigide.

21.3
La forza T dà luogo a tensioni calcolate con le formule già introdotte che vengono definite taglio primario τ’,
mentre i momenti danno luogo a tensioni definite taglio secondario τ”. In fig.6 sono mostrati 3 possibili casi di
sollecitazione: a) taglio e torsione, b) sforzo normale e flessione, c) taglio e flessione. Nel caso a) entrambe le
sollecitazioni agiscono nel piano del cordone, nel caso b) entrambe sono ortogonali e nel caso c) una è ortogonale e
l’altra parallela. Nella pratica ingegneristica, in tutti i casi, le sollecitazioni ottenute devono essere sommate
vettorialmente per ottenere la sollecitazione complessiva di taglio, anche se questa operazione non è rigorosa.

a)

c)

b)

τ” τ”
τ” τ’ τ’ τ’
τ” r τ’ ))d )) ))
τ”
Mt ))
τ’
)) G Mf Mf
G G
a) b) c)

Fig.21.6- Sollecitazioni sulle saldature: a) taglio e torsione, b) sforzo normale e flessione, c) taglio e flessione;

Taglio
Il taglio primario si ottiene mediante la seguente espressione che corrisponde alle (8,9,11) relative ai casi semplici
T T
τ′ = = (21.12)
A ∑ libi
essendo A la superficie attiva complessiva dei cordoni:

A = ∑ Ai = ∑ li bi (21.13)

Torsione
Se la forza agisce nel piano contenente i cordoni provoca un momento con asse ortogonale a tale piano (fig.6a), cioè
un momento torcente Mt. In ciascun punto della saldatura la tensione dovuta a quest’ultimo è:
Mt r
τ ′′ = (21.14)
JG
nella quale, considerando assi cartesiani x, y scelti ad arbitrio:
• G è il baricentro delle sezioni di saldatura di coordinate xG e yG,
• Mt è dato dal prodotto della forza T per la distanza della sua retta d’azione da G,
• JG è il momento di inerzia polare della saldatura rispetto a G,
• r è la distanza da G di ogni punto della saldatura.
La (14) mostra che, per valutare la tensione, è necessario determinare le coordinate del baricentro delle saldature
xG ed yG e il momento di inerzia polare JG. Siano:
• gi il baricentro della iesima saldatura di coordinate xgi e ygi,
• JGi il momento di inerzia polare della iesima saldatura rispetto a G,
• Jgi il momento di inerzia polare della iesima saldatura rispetto a gi,

21.4
• rgi la distanza del baricentro gi della iesima saldatura da G,
• Ixi, Iyi i momenti di inerzia secondo assi centrali della iesima saldatura, paralleli ad x ed y,
• bi lo spessore dell’iesimo cordone,
• li la lunghezza dell’iesimo cordone.
Le coordinate del baricentro si trovano con le seguenti espressioni:

xG =
∑Ax i i
yG =
∑A y
i i
(21.15,16)
A A
nelle quali xi ed yi sono le coordinate dei baricentri dei cordoni rispetto agli assi arbitrari x ed y.
Il momento di inerzia polare è dato da:

J G = ∑ J Gi (21.17)

essendo i momenti di inerzia polari di ciascun cordone rispetto a G a loro volta dati da:

J Gi = J gi + Ai rgi2 (21.18)

Nel caso di cordoni rettilinei, i momenti polari di ciascun cordone rispetto al proprio baricentro sono dati dalla
somma dei momenti rispetto agli assi centrali di ciascun cordone:

J gi = I xi + I yi ; (21.19)

tali momenti sono dati rispettivamente da:

bi li3 li bi3
I xi = I yi = (21.20)
12 12
Le distanze dei baricentri gi dei cordoni dal baricentro G sono date da:

rgi2 = (xG − x gi ) + ( yG − y gi )
2 2
(21.21)

Il momento di inerzia polare della iesima saldatura rispetto a G espresso dalla (18) può quindi essere riscritto
trascurando il termine in cui lo spessore appare elevato al cubo:

bi l i3 + l i bi3  l3 
J Gi = + bil i rgi2 ≈ bi  i + l irgi2  (21.22)
12  12 
In base alle (17) e (22) il momento di inerzia polare delle saldature può essere bene approssimato da

  l3 
JG = ∑ bi i + lirgi2  (21.23)
  12 
Se si utilizzano cordoni di uguale spessore la (23) può essere riscritta come

 l3 
J G = b∑  i + li rgi2  = bJ u (21.24)
 12 
essendo Ju il momento polare dell’insieme dei cordoni aventi lunghezza pari a quella reale e spessore unitario:

 l3 
J u = ∑  i + li rgi2  (21.25)
 12 
I valori di Ju si trovano tabellati per diverse configurazioni dei cordoni in funzione dei parametri geometrici li, xgi
e ygi e dell’orientamento dei cordoni. E’ bene che gli assi di riferimento x, y siano scelti opportunamente per
minimizzare il numero di parametri da calcolare.
Flessione
Se la forza T agisce fuori dal piano contenente i cordoni provoca un momento con asse parallelo ad esso (Figg.6b e
6c), cioé un momento flettente Mf; la tensione in ciascun punto della saldatura è data dalla seguente espressione:

21.5
Mf d
τ ′′ = (21.26)
IG
nella quale
• G è il baricentro delle sezioni di saldatura di coordinate xG yG,
• Mf è dato dal prodotto della forza T per la distanza della sua retta d’azione da G,
• IG è il momento di inerzia della saldatura rispetto all’asse di sollecitazione passante per G,
• d è la distanza di ogni punto della saldatura dall’asse neutro della flessione.
Nel caso di flessione retta, l’asse neutro è parallelo all’asse momento e passa per G. Anche in questo caso, per
valutare la tensione, è necessario determinare le coordinate del baricentro delle saldature xG ed yG oltre al momento
di inerzia della saldatura IG. Siano:
• gi il baricentro della iesima saldatura di coordinate xgi ygi,
• IGi il momento di inerzia assiale della iesima saldatura rispetto a G,
• Igi il momento di inerzia assiale della iesima saldatura rispetto a gi,
• dgi la distanza del baricentro gi della iesima saldatura da G,
• Ixi, Iyi i momenti di inerzia secondo assi centrali della iesima saldatura, paralleli ad x ed y,
• bi lo spessore dell’iesimo cordone,
• li la lunghezza dell’iesimo cordone.
Il momento di inerzia assiale è dato dalla seguente espressione:

I G = ∑ I Gi (21.27)

essendo i momenti di inerzia assiali di ciascun cordone rispetto a G a loro volta dati da:

I Gi = I gi + Ai d gi2 (21.28)

Se l’asse neutro è parallelo od ortogonale al cordone, rispettivamente, si ha:

li bi3 li3bi
I gi p = I gio = (21.29,30)
12 12
per cui il momento del cordone rispetto all’asse baricentrico nei due casi risulta:

 l3 
I Gi =
li bi3
(
+ li bi d gi2 ≈ li bi d gi2 = bi li d gi2 ) I Gi =
li3bi
+ li bi d gi2 = bi  i + li d gi2  (21.31,32)
12 12  12 
Il momento di inerzia assiale delle saldature diventa:
Np

( ) + ∑ b  12 
No 3
l
I G = ∑ bi li d 2
gi +ld i
i
i
2
gi  (21.33)
i =1 i =1  
essendo Np ed No rispettivamente il numero totale di saldature parallele ed ortogonali all’asse neutro.
Se si utilizzano cordoni di uguale spessore la (33) può essere riscritta come

 Np  l3 
[ ]
No
I G = b ∑ li d gi2 + ∑  i + li d gi2  = b I up + I uo (21.34)
 i =1 i =1  12 
essendo Iup e Iuo i momenti assiali dell’insieme dei cordoni aventi lunghezza pari a quella reale e spessore unitario:
Np No
 l3 
I u p = ∑ li d gi2 I u o = ∑  i + li d gi2  (21.35,36)
i =1 i =1  12 
I valori dei momenti Iu si trovano tabellati per diverse configurazioni dei cordoni in funzione dei parametri
geometrici li, xgi e ygi e dell’orientamento dei cordoni.
Nel caso in cui l’asse di sollecitazione forma un angolo αi con l’asse longitudinale del cordone, come in fig.7, la
(29) si trasforma in:
( ) (
I gi = 1 li bi3 + li3bi + li bi3 − li3bi cosα i ; ) (21.37)
24

21.6
mentre nel caso in cui l’asse di sollecitazione forma un angolo βi con l’asse ortogonale del cordone la (30) si
trasforma in:
( ) (
I gi = 1 li bi3 + li3bi − li bi3 − li3bi cos β i . ) (21.38)
24
Se Nα/Nβ è il numero dei cordoni il cui asse longitudinale/ortogonale forma un angolo α/β con l’asse di
sollecitazione, operando come nel caso precedente, la (33) diventa
N N
No
 l3  Nα  l 3   l3 
( )
p β

I G = ∑ bi li d gi2 + ∑ bi  i + li d gi2  + ∑ bi  i − li3 cosα i + li d gi2  + ∑ bi  i + li3 cos β i + li d gi2 


i =1 i =1  12  i =1  24  i =1  24 
(21.39)
s s
βi
αi
bi
gi
s s
li

Fig.21.7 - Dimensioni e posizione del cordone.

Composizione delle sollecitazioni


Le tensioni di taglio primario e secondario devono essere sommate vettorialmente per ottenere la sollecitazione
complessiva sulla saldatura. Rispettivamente nei casi a), b) e c) di fig.6 si ha:

τ= (τ ′x + τ ′x′ )2 + (τ ′y + τ ′y′ )2 τ = τ ′ + τ ′′ τ = τ ′2 + τ ′′2 (21.40-42)

Nel caso di cordoni di uguale spessore le (40-42), in base, rispettivamente, alla (12), alle (14) e (24) e alle (26) e
(33), possono essere riscritte come:
2 2
1  Tx Mr   T Mr 
τ=  + t y  + y + t x  (21.43)
b  ∑l J u   ∑ li J u 
 i

2 2
1 T M r 1  T   Mfd 
τ =  + f  τ=   +  (21.44,45)
b  ∑ li I u  b  ∑l   I + I 
 i   up uo 
Queste espressioni possono essere utilizzate per calcolare lo spessore b dei cordoni introducendo la tensione
ammissibile al posto della tensione tangenziale.
La resistenza delle giunzioni saldate
I fattori più importanti nella riuscita di una saldatura sono la velocità, l'abilità dell'operatore e la conformazione del
giunto completo piuttosto che l'accoppiamento delle proprietà dell'elettrodo con quelle del metallo delle pareti.
La tab.2 mostra il fattore di riduzione della resistenza a fatica per effetto delle concentrazioni di tensione; i valori
sono validi sia per il metallo d'apporto che per quello da saldare.
Tipo di saldatura Kf=1/kf
di testa 1.2
a sovrapposizione (trasversale) 1.5
a sovrapposizione (parallela) 2.7
aT 2.0

Tab.21.2 - Fattori di riduzione del limite di fatica kf per diversi tipi di saldatura.

21.7

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