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Ce.A.S. s.r.l.
INDICE
1
PREMESSA ................................................................
................................................................................................
...............................................................................................
............................................................... 5
LA STRUTTURA DI PARATIE
PARATIE................................................................
................................................................................................
....................................................................
.................................... 7
3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
4.1
4.2
4.3
4.4
4.4.1
4.4.2
4.4.3
4.4.4
4.4.5
4.4.6
4.5
5.1
5.2
5.3
5.3.1
5.3.2
5.4
5.4.1
VALUTAZIONE
VALUTAZIONE DEI CEDIMENTI VERTICALI
VERTICALI ................................................................
..........................................................................
.......................................... 37
7.1
7.1.1
7.1.2
7.2
7.3
10
11
11.1
11.2
PREMESSA .................................................................................................................................. 52
SCELTA DELL'ACCELERAZIONE DI PROGETTO ................................................................................. 53
11.2.1
11.2.2
11.2.3
11.3
Eurocodice 8 ...................................................................................................................... 53
NTC2008 ............................................................................................................................ 54
Metodi basati sul controllo delle deformazioni ................................................................... 55
11.3.1
11.3.2
11.3.3
11.3.4
Ce.A.S. s.r.l.
11.3.5
11.4
11.5
11.5.1
11.5.2
11.5.3
11.6
12
11.6.1
11.7
Premessa .......................................................................................................................... 64
Ce.A.S. s.r.l.
1 PREMESSA
Questo manuale descrive sinteticamente i metodi di calcolo implementati nel modulo PARATIE, il motore
di calcolo non lineare di PARATIE PLUS. Nello stesso tempo sono proposti suggerimenti sull'uso del
programma con riferimento al diverse situazioni che possono presentarsi nella pratica.
Ogni capitolo ha un taglio monografico: non quindi necessario leggere in modo sequenziale tutto il
manuale, ma possibile di volta in volta consultare la parte riguardante il singolo problema. Le eventuali
ripetizioni vanno quindi giustificate alla luce di questa impostazione.
importante sottolineare quanto segue:
L'utente di PARATIE PLUS deve possedere una discreta preparazione nel campo della Meccanica del
Terreno. Alcuni tipi di analisi possibili con PARATIE PLUS richiedono una buona padronanza della
Geotecnica, soprattutto per quanto riguarda la simulazione di terreni in presenza di falda.
L'utilizzo del programma da parte di persone non consce di questa problematica pu portare a
conclusioni prive di riscontro fisico ed a un progetto inaffidabile.
Le indicazioni qui riportate sui criteri per la valutazione dei parametri geotecnici e, pi in generale, sui
metodi di calcolo delle opere di sostegno, vanno comprese ed accettate dallutilizzatore del
programma che titolare esclusivo di ogni responsabilit su qualunque conseguenza che ne pu
derivare.
In questo manuale, utilizzeremo il termine PARATIE per riferirci al modulo di analisi non lineare con il
metodo delle molle monodimensionali, facente parte del pi ampio ambiente di calcolo offerto da
PARATIE PLUS.
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2 LA STRUTTURA DI PARATIE
PARATIE un codice agli elementi finiti che simula il problema di uno scavo sostenuto da diaframmi
flessibili e permette di valutare il comportamento della parete di sostegno durante tutte le fasi intermedie e
nella configurazione finale.
Il problema visto ad un problema piano in cui viene analizzata una fetta di parete di larghezza unitaria,
come mostrato nella Figura 2-1. PARATIE non quindi idoneo a studiare problemi in cui vi siano
importanti effetti tridimensionali.
Figura 2-1
La modellazione numerica dellinterazione terreno-struttura del tipo TRAVE SU SUOLO ELASTICO: le
pareti di sostegno vengono rappresentate con elementi finiti trave il cui comportamento definito dalla
rigidezza flessionale EJ, mentre il terreno viene simulato attraverso elementi elastoplastici
monodimensionali (molle) connessi ai nodi delle paratie: ad ogni nodo convergono uno o al massimo due
elementi terreno.
PROBLEMA REALE
MODELLO DI CALCOLO
CON PARATIE
ELEMENTI BEAM CHE SIMULANO
LA PARETE FLESSIBILE IN C.A. O ACCIAIO
SCAVO INTERMEDIO
PER POSA TIRANTE
SCAVO INTERMEDIO
PER POSA TIRANTE
TIRANTE
TERRENO DI MONTE
CUNEO DI VALLE
Figura 2-2
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Il limite di questo schema sta nellammettere che ogni porzione di terreno, schematizzata da una molla,
abbia comportamento del tutto indipendente dalle porzioni adiacenti; l'interazione fra le varie regioni di
terreno affidata alla rigidezza flessionale della parete.
La realizzazione dello scavo sostenuto da una o due paratie, eventualmente tirantate, viene seguita in
tutte le varie fasi attraverso un'analisi STATICA INCREMENTALE: ogni passo di carico coincide con una
ben precisa configurazione caratterizzata da una certa quota di scavo, da un certo insieme di tiranti
applicati, da una ben precisa disposizione di carichi applicati. Poich il comportamento degli elementi finiti
di tipo elasto-plastico, ogni configurazione dipende in generale dalle configurazioni precedenti e lo
sviluppo di deformazioni plastiche ad un certo passo condiziona la risposta della struttura nei passi
successivi. La soluzione ad ogni nuova configurazione (step) viene raggiunta attraverso un calcolo
iterativo alla Newton-Raphson (Bathe (1996))
L'analisi ha lo scopo di indagare la risposta strutturale in termini di deformazioni laterali subite dalla parete
durante le varie fasi di scavo e di conseguenza la variazione delle pressioni orizzontali nel terreno. Per far
questo, in corrispondenza di ogni nodo necessario definire due soli gradi di libert, cio lo spostamento
orizzontale e la rotazione attorno allasse X ortogonale al piano della struttura (positiva se antioraria)
Ne consegue che con questo strumento non possono essere valutati:
In questa impostazione particolare, inoltre, gli sforzi verticali nel terreno non sono per ipotesi influenzati
dal comportamento deformativo orizzontale, ma sono una variabile del tutto indipendente, legata ad un
calcolo basato sulle classiche ipotesi di distribuzione geostatica.
Queste e altre osservazioni che verranno qua e l evidenziate devono mettere in guardia lutilizzatore sui
limiti intrinseci di questo approccio ed invitare ad unanalisi critica dei risultati che il codice produce.
Esistono diversi metodi per correlare cedimenti verticali alle deformazioni laterali: si veda Nova,
Becci (1987) o il capitolo 6 di questo manuale.
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Per specificare un rinterro, sufficiente assegnare una quota di fondo scavo (o di piano campagna),
superiore a quella della fase precedente.
possibile simularein via approssimataanche leffetto di una compattazione, applicando, e poi
rimuovendo, un sovraccarico uniformemente distribuito equivalente al rullaggio stesso.
Figura 3-1
Il tirante applicato un elemento finito che diviene attivo a partire da questo step e che pu
eventualmente essere rimosso in seguito. La sua nascita provoca nel modello due effetti:
1. sorge una forza al nodo di applicazione del tirante, forza dovuta allo stato di coazione (la pretensione)
con cui l'elemento nasce;
2. la rigidezza globale della struttura riceve un contributo dovuto alla rigidezza estensionale del tirante
stesso. Quando, nelle fasi successive, il nodo ove il tirante connesso, subir ulteriori spostamenti, la
forza nel tirante subir mutamenti.
Un tirante attivo viene caratterizzato anche da una rigidezza assiale data da unespressione del tipo:
K=E(A/L)
ove E il modulo elastico della barra, A larea per unit di larghezza della barra nel tratto deformabile e L
la lunghezza del tratto deformabile del tirante, che pu essere stimata come indicato nella figura che
segue.
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L free
L bond
L = Lfree + L bond
( < 1)
Figura 3-2
Calcoliamo, per esempio, il rapporto A/L per un tirante da 600 kN disposto, in orizzontale ogni 2.5 m: sia
amm=800 MPa (tensione ammissibile del trefolo, valore tipico);
si avr quindi: A=(60010 )/(2.510 800)=0.3 mm /mm;
3
L=15 m;
A/L=0.3/15000=2.10-5 (adimensionale)
Se il tirante viene imposto senza una pretensione iniziale, nel modello non si hanno ripercussioni. In
modo analogo, la simulazione della messa in opera di un puntone (un elemento TRUSS) o di una soletta
(elemento SLAB) che collega punti di due diaframmi opposti, non provoca di per se stessa variazioni e
quindi non vale la pena prevedere uno step dell'analisi per questo solo motivo.
Per l'elemento TRUSS che collega due nodi, possibile definire un comportamento gap, cio prevedere
resistenza nulla a trazione.
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12
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' h = K0 ' v
K0 dipende dalla resistenza del terreno, attraverso il suo angolo di attrito efficace ' e dalla sua storia
geologica. Si pu assumere che:
K 0 = K 0NC (OCR ) m
dove:
k=E/L
ove E un modulo di rigidezza del terreno mentre L una grandezza geometrica caratteristica. Poich
nel programma PARATIE le molle sono posizionate a distanze finite , la rigidezza di ogni molla
K=
E
L
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l A e l P sono rispettivamente:
l A = min{l ,2 H };
l P = min{l H , H }
e dove l = altezza totale della paratia e H = altezza corrente dello scavo. La logica di questa scelta
illustrata nella pubblicazione di Becci e Nova (1987).
Si assume in ogni caso un valore di H non minore di 1/10 dellaltezza totale della parete.
Il parametro E dipende dalla storia tensionale del sito nonch dall'incremento locale dello stato tensionale
come illustrato in Becci e Nova (1987).
Il modulo E pu essere considerato dipendente dalla pressione media
legge
E = R( p pa )
E (2 3) NSPT (MPa) ,
oppure
E (0.8 1) G 0 ,
in cui Nspt il numero di colpi ricavato per mezzo della prova SPT e G0 il modulo di taglio a piccolissime
deformazioni.
Il modulo di scarico-ricarico da 3 a 10 volte maggiore nel caso di argille, mentre in genere da 1.5 a 3
volte pi grande nel caso di sabbie.
Si noti infine che il programma pu essere utilizzato, rinunciando peraltro a buona parte delle sue
possibilit, anche per esaminare paratie su letto di molle alla Winkler. I valori della costante di sottofondo
da utilizzare sono ad esempio indicati nel testo di Cestelli-Guidi (1984),in quello di Scott (1981) oppure in
Bowles (1988).
PARATIE PLUS mette a disposizione dell'utente alcuni suggerimenti per la stima dei parametri, a
seconda della natura del terreno e delle caratteristiche delle prove disponibili. Ulteriori indicazioni, sulla
scorta di confronti con i casi reali, sono contenute nel manuale degli esempi.
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V-C
P=stress point
V-C
'v,max
h' F
'v
'v >0
UL-RL
A
'v <0
G
h'
h'
h'
h,max
'
Figura 4-1: il piano
piano delle tensioni per un elemento terreno (SOIL) in condizioni drenate
A seconda della regione in cui il punto tensione si trova, si definisce un determinato stato (o fase) che
stabilisce caratteristiche di rigidezza dellelemento.
Sono possibili tre situazioni:
Fase elastica:
Fase incrudente:l'elemento viene sollecitato a livelli di tensione mai ancora sperimentati. questo per
esempio il caso di terreni durante la fase di deposizione del banco di materiale a cui
appartengono. Secondo la teoria della plasticit, questo comportamento pu essere
visto come incrudente. La rigidezza con cui reagisce il terreno inferiore a quella
relativa alla fase precedente, ma non nulla. Inoltre, qualora il processo di carico
tendesse ad invertirsi, il terreno andrebbe in fase di scarico-ricarico. La fase
incrudente identificata dalla sigla V-C (Virgin Compression).
Collasso:
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Per caratterizzare lo stato tensionale all'inizio dell'analisi, viene calcolato lo sforzo verticale efficace ad
ogni quota in base alla configurazione geometrica (quota del piano campagna), alla stratigrafia, al livello
di falda ed all'eventuale sovraccarico. Lo sforzo orizzontale quindi calcolato moltiplicando lo sforzo
verticale per il coefficiente di spinta a riposo K0. Ad esso vengono sommati gli eventuali contributi
provenienti da distribuzioni di sforzi iniziali provocati da carichi concentrati.
Per stabilire se l'elemento, inizialmente, in compressione vergine (V-C) oppure in fase elastica (UL-RL),
si confronta lo sforzo a riposo con i valori massimi di sforzo:
1)
nel generico passo, per un percorso di carico allinterno del dominio e corrispondente ad
incrementi nulli di deformazioni laterali, lincremento di sforzo orizzontale efficace h legato
NC
allincremento di sforzo verticale efficace v attraverso K0 , v,max e h,max. A tal proposito si
2
faccia riferimento alla Figura 4-2 , in cui sono rappresentati alcuni stress path a deformazione
laterale bloccata: se v positivo ed il punto tensione, corrispondente ad uno stato
normalmente consolidato, si trova sul dominio elastico delimitato dalle rette v = v,max e
h =h,max, h calcolato come h = K0NCv; questa condizione si verifica per gli stress
path da 0 a 2, oppure da 4 a 5 oppure da 7 a 8. Se il punto tensione corrisponde ad un terreno
sovraconsolidato che viene ricompresso (stress path da 3 a 4 oppure da 6 a 7), oppure nel caso
di scarico (da 0 a 1), h valutato attraverso una relazione non lineare che, nel caso di
situazione edometrica, riproduca la condizione
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'v
K 0,NC
K 0,NC
K 0 = K 0,NC
'v,0
'v,1
5
1
K 0,NC
'v,1
v,0
'
h'
h,0
'
Figura 4-2: percorsi di carico a deformazione laterale bloccata
Nella versione precedente, il comportamento era diverso, perch, nel caso di v0, ad incrementi nulli
di deformazioni laterali, corrispondevano incrementi nulli h, a meno di variazioni necessarie per
rispettare la condizione di rottura: in altre parole gli stress path erano verticali.
Questo comportamento era un limite del modello, chiaramente indicato dagli autori del programma e, di
fatto, scarsamente influente sui risultati nella maggioranza dei casi. Lutente di PARATIE pu attivare,
volendo, un comportamento identico a quello implementato nelle versioni precedenti la 6.0.
Seguono ora alcuni altri esempi che dovrebbero chiarire ancor meglio il legame costitutivo implementato.
h' / 'v = K P
Vergin Compression
h'
h'
4, 6
h' / 'v = K 0
K UR
K UR
1
VC
h' / 'v = K A
v'
Unloading-Reloading
Figura 4-3
Seguiamo, tramite la Figura 4-3, un percorso di carico nel piano v-h e nel piano -h con =
spostamento orizzontale del punto (positivo se comprime lelemento terreno). Il punto 1 corrisponde a
condizioni a riposo per un elemento di materiale incoerente sovraconsolidato (infatti il punto 1 allinterno
della frontiera che divide la fase elastica da quella di compressione vergine). I successivi punti
rappresentano unevoluzione dello stato di sforzo a parit di v: comprimendo lelemento viene dapprima
raggiunta la frontiere della compressione vergine (punto 2) e da 1 a 2 la rigidezza della molla quella a
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h'
h'
Vergin Compression
h' / 'v = K 0
VC
K UR
4
h' / 'v = K A
K UR
'v
Unloading-Reloading
Figura 4-4
Nella Figura 4-4 rappresentato un percorso analogo al precedente, con la sola differenza che lo scarico
(da 3 a 4) avviene prima che il punto tensione raggiunga la condizione limite di spinta passiva: nel
successivo ricarico da 4 a 5 si ha un tratto elastico (da 4 a 3), un tratto incrudente (da 3 al raggiungimento
del limite) ed un tratto perfettamente plastico.
h' / 'v = K P
3
h'
h'
Vergin Compression
2
h' / 'v = K 0
h' / 'v = K A
K UR
VC
K UR
'v
Unloading-Reloading
Figura 4-5
Nella Figura 4-5 rappresentato un percorso di carico in cui il punto 1 corrisponde a condizioni a riposo
per un elemento di materiale incoerente normalmente consolidato: infatti il punto 1 stabilisce la frontiera
tra fase elastica e fase di compressione vergine. I successivi punti 2 e 3 rappresentano unevoluzione
dello stato di sforzo a parit di v in cui si comprime lelemento portandolo in condizioni di spinta passiva
(punto 3); il percorso da 3 a 4 rappresenta uno scarico in termini di v ed un allentamento (con rigidezza
elastica) fino al raggiungimento di condizioni attive.
Altri dettagli ed esempi sono contenuti nell'articolo di Becci e Nova (1987).
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'
v
ELASTIC DOMAIN EVOLUTION
K A,cv
0
ELASTIC DOMAIN
'v,max
K A,peak
A'
K P,cv
K P,peak
P
ELASTIC DOMAIN EVOLUTION
O
INTERCEPTS ON AXES
PROPORTIONAL
TO APPARENT COHESION
P'
h'
h,max
'
Figura 4-6: dominio di rottura per le argille
Al variare di
KP,cv v.
Da questi punti vengono determinate le intersezioni A e P, sugli assi (h= 0 e v=0), di due rette che si
dipartono da A e P con pendenza rispettivamente KA,peak e KP,peak ). Il dominio elastico lesagono
irregolare (AA0PPO) cos determinato. I segmenti O-A e O-P rappresentano la presenza di coesione
(capacit di resistenza a taglio a sforzo normale nullo). Al crescere di v,max o h,max, i punti A o P
traslano: il dominio si espandeva ma non pu contrarsi.
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Le rette h= KA,cv v e h= KP,cv v sono analoghe alla retta dello stato critico ed esprimono, in termini
di parametri spinta, la condizione di rottura ultima (a grandi deformazioni). KA,cv e KP,cv sono i coefficienti di
spinta attiva e passiva funzione dellangolo di attrito cv e dellangolo di attrito terra-muro KA,peak e KP,peak
sono i coefficienti angolari di rette che linearizzano il dominio di rottura in prossimit dellorigine e sono i
coefficienti di spinta attiva e passiva funzione di un angolo di attrito p (e dellangolo di attrito terra-muro)
minore di cv. Il concetto illustrato, per analogia, riferendosi al piano di Mohr, nella seguente figura.
'
Figura 4-7: dominio di rottura nel piano di Mohr
Si noti che la caratterizzazione dellargilla pu, in prima approssimazione, essere completata fornendo
solamente cv che di norma funzione dellindice di plasticit PI; in questo caso, PARATIE calcola p
ponendo:
tan(p)=tan(cv)/1.5
e determina i coefficienti di spinta relativi ai due angoli utilizzando le classiche formule di Rankine.
'v
K
A,cv
'v,0
K 0,NC
A,peak
K P,cv
K P,peak
5
h'
h,0
'
Figura 4-8: alcuni stress path, caso drenato
In condizioni drenate si utilizzano i moduli elastici efficaci, come forniti dallutente.
Ce.A.S. s.r.l.
21
nelle fasi successive, se la deformazione laterale bloccata, ogni incremento di sforzo verticale
totale provoca un eguale incremento di sforzo orizzontale totale ed una variazione nulla dello
sforzo efficace: lincremento di carico grava esclusivamente sulla pressione dellacqua.
Quando si hanno incrementi nelle deformazioni laterali e conseguenti variazioni dello sforzo
orizzontale totale (a variazione nulla di sforzo verticale totale), allinterno del dominio elastico,
deve verificarsi la condizione:
v+h =0
affinch la deformazione volumetrica elastica sia nulla. Questa condizione determina la pendenza
di uno stress path efficace allinterno del dominio elastico.
Quando si raggiunge la frontiera del dominio, possono aversi diversi comportamenti a seconda
dei casi e lentit delle deformazioni plastiche determinata ipotizzando la legge di normalit.
Senza entrare eccessivamente nei dettagli del legame, possono verificarsi percorsi di carico quali
quelli illustrati nella Figura 4-9 (nella quale si evidenzia una pendenza v/h = -1 allinterno
del dominio elastico ed una pendenza diversa in caso di evoluzione verso condizioni di
compressione vergine,in cui v/h = - oppure -1/ , a seconda dei casi, con =Eur/Evc)
la pressione dellacqua viene calcolata per differenza tra lo sforzo totale e quello efficace (vedi
Figura 4-10, in cui si pu notare che, ad esempio, nel punto C, la pressione uc negativa)
'v
K A,cv
'v,0
K A,peak
9
13
5
10
12
1
1
v = 0
1
1
K 0,NC
11
2
4
1
K P,cv
K P,peak
h'
h,0
'
Figura 4-9: alcuni stress path, caso non drenato
Si noti che, in linea di principio, non necessario specificare una resistenza al taglio non drenata Su.
tuttavia possibile fare in modo che, contemporaneamente allo sforzo efficace, PARATIE controlli anche lo
sforzo totale, confrontandolo con la resistenza al taglio non drenata Su fornita dallutente. Il programma
arrester il percorso di carico quando il primo fra i due avr raggiunto la propria frontiera.
Guardando la Figura 4-10, possiamo notare, ad esempio, che il punto tensione 0 potrebbe evolvere fino
ad A, ma si deve arrestare in A, poich lo stress path totale (TSP), raggiunge la frontiera stabilita dallo
coesione non drenata Su (indicata con linea spessa); per contro lo stress path efficace (ESP), partendo da
22
Ce.A.S. s.r.l.
1, evolve fino a raggiungere la frontiera stabilita dai parametri efficaci (percorso 1-B-C), mentre il relativo
stress path totale raggiunge il punto C ancora allinterno del dominio funzione di Su.
Perch il percorso di carico non sia condizionato da Su, necessario specificare un valore molto elevato
della resistenza a taglio.
v = 0
'v , v
TS BOUNDARY
u0
u0
TSP
TSP
1
P
ES
ES
P
uA
C
C
u1
uC
uC
2su
A
u1
2su
A'
ES BOUNDARY
uA
h' , h
Figura 4-10:
10: esempi di evoluzione dello stress path in condizioni non drenate
La rigidezza delle molle, in condizioni non drenate, calcolata internamente da PARATIE, in base ai
moduli elastici efficaci.
con
h,i-1=h,(i-1) + ui-1
ove
h,(i-1)
sforzo orizzontale efficace nellelemento terreno alla fine del passo precedente (i-1),
nel quale lelemento si trovava in condizioni drenate
ui-1
pressione interstiziale nel terreno funzione della configurazione nel passo precedente
Ce.A.S. s.r.l.
23
Il secondo modo di operare nettamente preferibile al primo in quanto riproduce con maggior precisione
la variazione di OCR con la profondit, fornendo una distribuzione pi realistica della resistenza a taglio.
Q>0
ZSC
ZPC
Q=0
ZWT
Q=0
ZSC
Clay in drained
conditions
ZPC
ZWT
Clay in drained
conditions
ZPC
ZWT
Clay in undrained
conditions
ZSC
OCR=1
'v
v'
OCR
1
STEP 1
OCR
STEP 2
STEP 3
Figura 4-11:
11: procedura per la simulazione di condizioni iniziali in argille
Nella Figura 4-11, lo step 1 rappresenta condizioni passate nelle quali il banco di argilla era sottoposto a
pressioni verticali efficaci maggiori rispetto a quelle attuali. Lo step 2 rappresenta le condizioni attuali in
situ, nelle quali la rimozione del sovraccarico Q riproduce il fenomeno geologico che ha portato alle
condizioni odierne (ad esempio un fenomeno di erosione). Dallo step 3 in poi inizia la simulazione dello
scavo vero e proprio. Se il processo di scavo avvenisse in condizioni drenate (diversamente da quanto
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Ce.A.S. s.r.l.
previsto in figura), si potrebbe passare direttamente dallo step 1 allo step 3. Viceversa, assumendo
condizioni non drenate durante le fasi di scavo, la simulazione dello step 2 necessaria, altrimenti le
condizioni iniziali attuali (ovviamente drenate) non sarebbero riprodotte correttamente.
condizioni drenate
parametri
di
deformabilit
c,
cv , p
cv , p , Su
Su
Eur, Evc
Eur, Evc
Eur, Evc
Eu
durante
permeabilit
semplificata
semplificata
dalla
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modello semplice
per argille non
drenate
consigliato
consigliato
25
DZWT
ZPC
LAYER 1
ZWT-DZWT
LAYER 2
ZSC
LAYER 3
LAYER 3
LAYER 4
LAYER 4
ZBALANCE
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Ce.A.S. s.r.l.
v = Ki
DHi
ed osservando che:
Li
DHi = DH
Li
Ki
Lj
Kj
La sommatoria va estesa a tutti i tratti a monte, fino al piede impermeabile, e per tutti gli strati a valle, dal
piede impermeabile, fino alla quota pi alta del terreno in falda.
Nota, in ogni punto, la perdita di carico, possiamo calcolare la pressione dell'acqua, applicando il teorema
di Bernoulli:
u = u ( Z ) = w ( ZWT Z k DHk )
in questa relazione la sommatoria deve essere estesa a tutti i tratti attraversati dal flusso per giungere in
questa posizione.
PARATIE assume che la filtrazione sia impedita da uno strato in condizioni non drenate: in questo caso si
determinano condizioni di tipo idrostatico e le pressioni interstiziali sono calcolate secondo i criteri esposti
nel paragrafo 5.2.
Alcune osservazioni:
Questa soluzione di prima approssimazione ma accettabile, soprattutto nel caso di una sola
parete, perch in genere in favore di sicurezza in quanto sovrastrima i gradienti idraulici, quindi le
forze di filtrazione; pertanto pessimistica riguardo a condizioni di sifonamento (quick conditions) a
valle.
D'altra parte, si pu dimostrare che la distribuzione delle pressioni interstiziali sul diaframma meno
gravosa che non nella soluzione esatta: ma questo fattore, di solito, gioca un ruolo meno importante
della componente efficace delle forze sulla parete.
Se per uno strato non definita la permeabilit, PARATIE considera tale strato praticamente
impermeabile (poich assume un valore di default molto basso). Se non mai definita la permeabilit,
per tutti gli strati messo in conto il valore di default cosicch la filtrazione avviene in un mezzo
omogeneo (si noti che PARATIE assume che il moto di filtrazione si instauri comunque).
Non strettamente necessario che le unit di misura per la permeabilit siano congruenti con le unit
di misura della altre grandezze ma necessario che siano rispettati i rapporti fra i valori relativi ai
diversi strati.
Ce.A.S. s.r.l.
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Ce.A.S. s.r.l.
ZPC
ZWT
DZWT = 0
ZWT
DZWT
ZPC
ZSC
ZWT-DZWT
ZSC
ZBALANCE
ZPC
ZWT
DZWT>0
ZWT
ZWT-DZWT
ZWT-DZWT
ZSC
IMPERVIOUS SOIL
BY IMPROVEMENT
k << k
IMPERVIOUS SOIL
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29
CASO 1
CASO 2
ZWT
ZWT
ZWT-DZWT
ZWT-DZWT
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
CASO 3
CASO 4
ZWT
ZWT
ZWT
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
ZWT-DZWT
30
Ce.A.S. s.r.l.
In linea di principio non quindi possibile calcolare, per queste regioni, la pressione idrostatica. In questo
caso tuttavia PARATIE opera nel seguente modo:
se si tratta del primo step dellanalisi (T=0), e quindi alle condizioni iniziali dellanalisi, PARATIE
attribuisce a queste regioni una quota della freatica corrispondente alla media tra la freatica di
monte e quella di valle.
CASO 1 - T = 0
ZWT (DZWT=0)
CASO 2 - T = 0
ZWT
ZWT - DZWT
ZWT - DZWT/2
ZWT
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATO
IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATO
IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
CASO 3 - T = 0
ZWT (DZWT=0)
CASO 4 - T = 0
ZWT
ZWT - DZWT
STRATO
IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATI IN CONDIZIONI
NON DRENATE
ZWT - DZWT/2
ZWT
STRATO
IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATI IN CONDIZIONI
NON DRENATE
Figura 5-4: pressioni interstiziali iniziali, caso con pi regioni di terreno non drenate
se si tratta di uno step successivo al primo, PARATIE attribuisce a queste regioni un valore di
pressione corrispondente allo step precedente.
CASO 1 - T = i
ZWT (DZWT=0)
( i >1)
CASO 2 - T = i
ZWT
( i >1)
ZWT
ZWT - DZWT
STRATI IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATI IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATO
IN CONDIZIONI
NON DRENATE
STRATO
IN CONDIZIONI
NON DRENATE
si conservano le pressioni
interstiziali del passo i-1
si conservano le pressioni
interstiziali del passo i-1
Figura 5-5: pressioni interstiziali nel generico passo i, caso con pi regioni di terreno non drenate
vivamente consigliato imporre, nelle condizioni iniziali, lo stesso battente idraulico a monte ed a valle.
Ce.A.S. s.r.l.
31
Consideriamo infine la situazione in cui esistono regioni di terreno in condizioni non drenate non
interferenti con il tubo di flusso.
ZWT
ZWT-DZWT
STRATO IN CONDIZIONI
NON DRENATE
32
Ce.A.S. s.r.l.
5.3 Condizioni di stabilit del fondo scavo e uso della Lining Option
La simulazione dellimpermeabilizzazione del fondo scavo da parte di un elemento impervio pu essere
fatta sostanzialmente in due modi:
1. simulando un tampone, cio una porzione di terreno con permeabilit molto bassa rispetto
alla permeabilit del terreno naturale.
2. utilizzando la Lining Option"
ZPC
ZPC
ZWT
ZWT
ZWT
zt
IMPERVIOUS SOIL
ZWT-DZWT
DZWT > 0
ZSC
ht
ZSC
ZWT-DZWT
DZWT > 0
IMPERVIOUS SOIL
Ce.A.S. s.r.l.
33
ZPC
ZWT
ZWT
DZWT = 0
ZSC
IMPERVIOUS BOUNDARY
Lining Option
5.4
In alternativa a tutto quanto descritto in precedenza, possibile fornire il profilo delle pressioni
interstiziali, per punti lungo laltezza della parete, a monte ed a valle.
Valle (Downhill)
Monte (Uphill)
un
zn
ui
zi
u1
z1
z
z1
u1
y
Figura 5-9: definizione delle pressioni interstiziali per punti
34
Ce.A.S. s.r.l.
Per ogni lato, la quota della freatica assunta pari alla massima quota in cui definito un
valore tabellare
Al di sotto della quota della freatica cos definita, il terreno pensato saturo, anche nei tratti in
cui sono date pressioni interstiziali nulle
PARATIE non fa alcun controllo di merito sui valori introdotti dallUtente, che quindi totalmente
responsabile della modellazione prodotta con questa opzione. Pertanto questa opzione va usata con
molta cautela, da parte di utilizzatori sicuramente esperti.
Si osservi che la definizione delle pressioni interstiziali in modo tabellare prevale sulla definizione del
regime di falda introdotto secondo le modalit standard; per ogni fase per la quale si desidera assegnare
le pressioni in modo tabellare, necessario introdurre esplicitamente i valori, anche se non differiscono
dai quelli relativi alla fase precedente: in altre parole, PARATIE utilizza i parametri standard di definizione
della freatica a meno che non trovi lesplicita definizione delle pressioni in forma tabellare. poi possibile
passare, da uno step allaltro, dalla definizione tabellare a quella standard e viceversa.
Questa modalit di introduzione delle pressioni interstiziali pu essere utile, ad esempio, nei seguenti
casi:
simulazione della filtrazione studiata per altra via: si pensi ad esempio al caso di un moto di
filtrazione analizzato con la tecnica del flow net;
u2
z2
u2
Falda sospesa
u1
z1
Strato
impermeabile
z Falda
artesiana
u1
z2
z1
Strati
impermeabili
In ogni punto lungo la parete, all'interno dell'intervallo lungo quale sono assegnati i valori tabellari,
PARATIE valuta il gradiente idraulico locale nel seguente modo: si calcolano le pressioni uA e uB in due
punti A e B vicini al punto in esame, tali che ZA < ZB. Il gradiente idraulico nel punto di coordinata Z
compresa tra ZA e ZB dato dalla seguente espressione
i=
(u A u B ) w (Z B Z A )
w (Z B Z A )
Localmente si possono evidenziare discontinuit.
Ce.A.S. s.r.l.
35
a) Ai fini del calcolo della filtrazione, si assume sempre che la paratia, a tutta altezza, rappresenti
una barriera impermeabile. In ogni step il programma considera impermeabile il diaframma
che si forma a seconda degli elementi di parete attivi in quello step.
b) Una volta determinate le pressioni, PARATIE PLUS assegna pressioni (eventualmente nulle)
a tutto il tratto compreso tra la freatica e il piede del diaframma. Nel caso di falda libera
(condizioni non confinate le pressioni sono applicate a tutta la quota parte di parete immersa
nel terreno: con riferimento alla figura seguente, le pressioni sono assegnate lungo tutti i
segmenti tratteggiati. Al di sopra della freatica verr assegnato un valore di pressione nullo,
ma il terreno sar comunque considerato saturo.
36
Ce.A.S. s.r.l.
m
B
um
B'
lm
G'
E
F
/4+/2
G
/4/2
lv
BB' = 2 A / m
Ce.A.S. s.r.l.
37
Discorso analogo potrebbe essere ripetuto per la zona EGC facendo riferimento all'area di valle.
In realt per il terreno, deformandosi, tende a dilatare. Definito l'angolo di dilatanza, tra la
deformazione volumetrica
v = tan
v = h (1 tan ) (1 + tan )
hM = m / m = costante
si ha allora
vM = hM (1 tan ) (1 + tan )
il cedimento verticale in superficie, fra B e D varier linearmente da un valore massimo in B, pari a:
um = vM l m
ed un valore nullo in D.
Il valore di da assumere nei calcoli il valore della dilatanza a collasso. In mancanza di dati pi precisi
si pu assumere
= cv
ove cv l'angolo di attrito a volume costante che per terreni sabbiosi pu essere assunto uguale a 30;
38
Ce.A.S. s.r.l.
h= K0 v (step 1)
in cui K0 il coefficiente di spinta a riposo. Nelle fasi successive,
deformazione laterale subita.
Questa impostazione cade in difetto se lo stato tensionale all'inizio non descrivibile con le semplici
formule sopra illustrate. Questa situazione si verifica se esistono fondazioni di dimensioni ridotte molto
vicine alla parete.
B
Q
Qeq=QB/B1
B1
Ce.A.S. s.r.l.
39
In questa seconda ipotesi, nella prima fase dell'analisi (vedi cap. LA FASE ZERO), in tutti gli elementi
molla (sia a monte che a valle), h calcolato come:
h= K0 v (step 1)+ h
v, nella formula precedente, non tiene conto dell'incremento di tensione verticale dovuto alla
fondazione. h calcolata attraverso la soluzione del semispazio elastico sollecitato da un carico
nastriforme sulla superficie libera. h cos calcolato stabilisce solamente lo sforzo iniziale nella molla
generica: lo sforzo orizzontale in seguito varier, in accordo con le deformazioni subite. In particolare, se
la parete subisce deformazioni molto elevate, l'effetto di h pu azzerarsi.
Negli elementi a valle, v non risente della presenza di fondazioni nastriformi; a monte, invece, si tiene
conto, in tutte le fasi, di un incremento di v, a partire da una quota opportuna.
Il profilo degli sforzi orizzontali iniziali calcolato secondo la formula che fornisce la distribuzione di sforzi
in un semispazio elastico caricato da una striscia di carico di lunghezza indefinita. La formula
implementata riportata nella figura 7-2: lo sforzo attribuito alle molle lo sforzo orizzontale valutato su
tutti i punti di una linea verticale distante DY dal bordo pi vicino della fondazione di larghezza B.
/2
'
h,el
h,' el = q ( sencos2 )
v,' el = q ( + sencos2 )
Z
Y
Figura 7-2:: soluzione del semispazio elastico omogeneo
La formula applicata ipotizzando il piano libero del semispazio elastico coincidente con la quota di
imposta della fondazione: questa approssimazione tanto pi grave quanto minore ZF rispetto alla
quota del piano campagna (ZPC).
Ad una quota ZETA > ZF, non vengono considerati incrementi di sforzo.
Alla pressione geostatica SIGMA-V, solo per gli elementi a monte, in tutte le fasi dell'analisi, sommato
un incremento di sforzo verticale DSIGV, calcolato come segue (vedi figura 7-3):
40
Ce.A.S. s.r.l.
DY
dy
QF
ZF
QF(y)
ZETA
L(y)
Figura 7-3
Si calcola dapprima la grandezza v,1 come segue:
se ZETA > ZF - DY tg(
) allora
v,1 = 0
se ZETA < ZF - DY tg(
)
v,1 =
DY + B
DY
QF(y)
dy
L(y)
ove
QF(y)=QF
se y (ZF-ZETA)/tg(
)
QF(y)=0
se y<(ZF-ZETA)/tg(
)
L(y) = y + (ZF-ZETA)/tg(
)
Lintegrale valutato suddividendo lintervallo di integrazione in 100 tratti.
Si confronta tale valore con quello fornito dalla relazione in figura 7-2 e si sceglie il massimo fra i due
valori. Cio:
v =max(v,1, v,el)
Si osservi che l'incremento di sforzo verticale dovuto al plinto si riduce con la profondit; in genere, v,1
prevale su v,el. Infatti, il modo secondo il quale viene calcolato v,1 sottintende che la parete agisca, in
qualche modo, da superficie riflettente (o rigida), mentre v,el deriva dallipotesi di semispazio elastico
privo dellipotesi di superficie riflettente. semplice rendersi conto che la soluzione del semispazio
elastico con piano verticale rigido pu essere ottenuta semplicemente raddoppiando i valori di v,el e
Ce.A.S. s.r.l.
41
h,el. In questo modo possiamo mettere a confronto v,1 con la soluzione del semispazio elastico privo
(v,el) e munito di piano verticale riflettente (2 v,el). Un confronto del genere riportato nella
seguente figura, per il caso di una fondazione nastriforme di larghezza B=2m, posta ad una distanza
Dy=2m dalla parete.
DISTRIBUZIONE DI SFORZI VERTICALI DOVUTI AD UN
CARICO NASTRIFORME
B=2m; Dy=2m =45
0
0.1
0.2
0.3
0.4
-5
v 1 / q - distribuzione
approssimata in base ad
angolo di diffusione =45
Z [m]
-10
-15
-20
-25
-30
'
v /q
Figura 7-4: confronto fra le diverse distribuzioni di sforzo verticale dovute ad un carico nastriforme (le
crocette indicano la distribuzione messa in conto da PARATIE)
Si pu notare che v,1 ha un picco molto vicino a quello fornito dalla soluzione del semispazio elastico
con piano riflettente in corrispondenza della parete; a profondit maggiori si pone allincirca nel mezzo fra
le due soluzioni elastiche estreme. La scelta fatta da PARATIE sembra pertanto ragionevole: ovviamente
questa modellazione comunque grossolana e, ove permanessero dubbi sulla significativit di questo
approccio, si dovrebbe fare ricorso a metodi di simulazione pi realistici.
La formulazione implementata in PARATIE assume poi che la fondazione, perfettamente flessibile,
trasmetta al terreno una pressione uniforme. Se la fondazione rigida, le pressioni si distribuiscono
invece come illustrato qualitativamente in figura 7-5. In questo caso, se la base della fondazione molto
estesa rispetto allaltezza della parete, lerrore commesso assumendo una distribuzione uniforme pu non
essere trascurabile. In questo caso, potrebbe essere in favore di sicurezza approssimare la reale
distribuzione con una serie di fondazioni uniformemente caricate accostate.
42
Ce.A.S. s.r.l.
Distribuzione
vera
Approssimazione
possibile
Questa opzione, pertanto, va utilizzata con cautela e richiede, pi di altre, un esame critico dei risultati.
Ce.A.S. s.r.l.
43
In pratica, lapplicazione di un sovraccarico nastriforme, in una fase successiva alla fase zero, determina,
a monte della parete, un incremento di sforzo verticale secondo una distribuzione particolare. Gli
incrementi di sforzo laterale seguono il medesimo criterio applicato agli incrementi dovuti, ad esempio, ad
una variazione di sforzo litostatico.
Applicando un carico in una fase successiva alla prima, PARATIE controlla il rispetto del criterio di rottura
44
Ce.A.S. s.r.l.
[K (q
Zj
SA ,MIN, j =
min
(1)
(2)
qmin=KA'h(Zj)-2 c' KA
Zj
'h(h)
'
'A(h)
'v
c'
qmin
'h
'h(Zj)
Figura 8-1 : arching effects
Ce.A.S. s.r.l.
45
La pressione limite attiva alla generica quota viene quindi determinata come il minimo valore in grado
di soddisfare entrambe le condizioni. Si noti che il rispetto della seconda condizione comporta il calcolo
della risultante delle spinte attive relative a tutti i possibili conci che si possono formare tra il piano
campagna e la quota in esame. L'algoritmo comporta quindi un onere di calcolo maggiore e in genere un
maggior numero d'iterazioni rispetto al metodo classico. L'algoritmo impone che tutti gli elementi SOIL
relativi a un lato della parete appartengano ad un solo gruppo e che siano ordinati dall'alto verso il basso.
Il progettista deve inoltre ricordare che le azioni interne nella parete stimate con questo metodo sono
in genere minori di quelle valutate con l'approccio classico.
L'utente pu specificare un valore minimo oltre al quale non ridurre la spinta limite: tale valore viene
espresso come una percentuale della spinta attiva classica.
Tra le limitazioni all'uso di questo metodo, la pi importante l'impossibilit di attivarlo in presenza di
elementi CLAY in condizioni non drenate.
Diamo infine atto che questi criteri sono stati proposti dagli Autori citati (Pappin et al. (1985)) i quali,
oltre ad avere presentato tale proposta in diversi pubblicazioni, hanno anche incluso tale metodo in un
loro programma di analisi per opere di sostegno, Frew, un concorrente riconosciuto del nostro codice.
Tuttavia, facciamo notare che esistono differenze piuttosto rilevanti tra PARATIE e Frew, in modo da
rendere l'implementazione di tali algoritmi differenti cos come i risultati ottenuti non uguali. Per quanto di
nostra conoscenza, tali algoritmi non sono coperti da alcun brevetto.
46
Ce.A.S. s.r.l.
Wall
r
r
r
g = (y slave y master ) n
Master node
Slave node
g0
0
g=0
Per imporre nodo per nodo questa condizione
di vincolo non lineare, PARATIE utilizza una
tecnica numerica nota come metodo dei
moltiplicatori di Lagrange, sia nel caso di vincolo
bilatero che monolatero. Nel caso bilatero non
importante definire in modo appropriato la
direzione della normale uscente.
Il modello master-slave pu essere utile per modellare un comportamento simile a quello mostrato
a
nella figura che segue: parete esterna (1 fase) e parete interna hanno gli stessi spostamenti laterali, ma
rotazioni indipendenti. In questo modo, si ottengono diagrammi di momento continui in entrambe le pareti.
Le due pareti adiacenti interagiscono attraverso i vincoli interni tra nodo master e slave. Si noti che la
prima parete, quella contro-terra, deve essere collegata ai nodi master, mentre le strutture interne sono
collegate ai nodo slave.
Ce.A.S. s.r.l.
47
Si raccomanda in generale di condurre un calcolo preliminare disattivando l'opzione GAP non lineare,
la quale andr eventualmente utilizzata solo successivamente, se necessario.
Il manuale degli esempi comprende un esempio molto semplice che illustra la logica di questo
algoritmo.
Il metodo dei MOLTIPLICATORI DI LAGRANGE un metodo matematico largamente in uso nella
Meccanica Razionale, per imporre dei vincoli lineari o non lineari. Se applicato nell'ambito di un
programma strutturale agli elementi finiti, il metodo richiede l'attivazione, tra i gradi di libert nel modello,
di nuove variabili corrispondenti con le forze di vincolo. Per una brevissima introduzione a questo metodo,
consideriamo un semplice modello strutturale di 2 nodi, e supponiamo che per ogni nodo la sola
traslazione laterale q sia attiva come grado di libert. Se dovessimo voler imporre che lo spostamento
laterale dei due nodi sia lo stesso, potremmo scrivere:
g = q2 q1 = 0
Supponiamo ora che le equazioni di equilibrio possano essere ottenute imponendo la stazionariet di
una certa funzione potenziale W (ad esempio, nella classica Scienza delle Costruzioni, questo funzionale
corrisponde all'energia potenziale totale) Se vogliamo che valga la condizione g = 0, possiamo
considerare una funzione "aumentata" WL = W + g, in cui abbiamo introdotto l'ulteriore parametro
ignoto . Nulla viene aggiunto a W a patto che condizione vincolo g = 0. sia garantita. Se assumiamo che
sia anch'essa una variabile indipendente (un nuovo grado di libert) del problema, dobbiamo imporre la
stazionariet della funzione aumentata rispetto anche a questa variabile. Otteniamo in questo modo
un'equazione in pi che permette di determinare simultaneamente gli spostamenti q, rispettosi del
vincolo, e la variabile , che assume il significato di reazione nel vincolo stesso.
Esempio:
L'energia potenziale totale W = E -U = energia elastica meno potenziale carichi, :
3 EJ
3 EJ
W = 12 3 1 q12 + 12 3 2 q22 F1 q1 F2 q2
L
L
La funzione aumentata WL
3 EJ
3 EJ
WL = 12 3 1 q12 + 12 3 2 q 22 F1 q1 F2 q 2 + (q 2 q1 )
L
L
Le condizioni di stazionariet sono
WL
3 EJ 1
=0
q 1 F1 = 0
q 1
L3
3 EJ 2
WL
=0
q 2 F2 + = 0
q 2
L3
WL
= 0 (q 2 q 1 ) = 0
q1
EJ1
F2
q2
EJ2
3 EJ1
L3
48
0
3 EJ 2
L3
1
1
q1 F1
1 q 2 = F2
0
0
Ce.A.S. s.r.l.
Ce.A.S. s.r.l.
49
50
Ce.A.S. s.r.l.
nel tratto di parete infisso d un'idea di quanto la struttura disti da condizioni limite. Naturalmente tale
rapporto deve essere maggiore o uguale a 1 (affinch non sia violato il criterio di resistenza): valori
accettabili devono essere stabiliti di volta in volta, tenendo conto delle ipotesi fatte nell'introdurre i
parametri di calcolo.
Nel valutare il grado di sicurezza del progetto, non ci si deve comunque limitare a questo tipo di verifiche.
necessario garantire anche la stabilit dell'insieme parete-terreno, analizzando meccanismi di collasso
quali quello nella figura seguente.
la verifica a sifonamento
Ce.A.S. s.r.l.
51
11 ANALISI SISMICHE
11.1 Premessa
PARATIE consente analisi sismiche secondo il metodo pseudo-statico, del quale daremo nel seguito
brevi cenni, fornendo, per prima cosa, una brevissima anteprima degli aspetti salienti.
L'Analisi sismica pseudo-statica un metodo ampiamente utilizzato nella progettazione di opere di
sostegno. Trae origine dalla proposta pionieristica di Mononobe & Okabe (M-O nel seguito), a cui si sono
aggiunte, nel corso degli ultimi decenni, diverse estensioni pubblicate, al fine di poter comprendere la
maggior parte degli aspetti che possono sorgere nella pratica. In sostanza il metodo consiste
nell'applicare staticamente alla parete e alla massa di terreno che interagisce con essa, un'accelerazione
sismica uniforme con componenti orizzontali e verticali. Il metodo M-O e sue estensioni offrono una
soluzione in forma chiusa della spinta totale terreno sulla parete, assumendo che la massa di terreno
spingente subisca scorrimenti plastici durante evento sismico, considerando cos una parete sottoposta a
deformazioni rilevanti.
Per rendersi conto immediatamente dell'entit delle spinte sismiche previste da questo metodo,
conveniente riferirsi alla proposta da Seed & Whitman ( 1970), secondo cui l'incremento sismico alle
pressioni statiche attive pu essere approssimato da una distribuzione di pressione costante data dalla
seguente espressione
a
p E ,M O 0.375 H
g
(1111-1)
dove H l'altezza della parete , il peso specifico medio del riempimento e a/g l'accelerazione sismica
normalizzata. La (11-1) vale rigorosamente per un riempimento granulare secco con un angolo di attrito
'= 35 ed un angolo di terreno - parete = '
Altri metodi, incluso il metodo di Wood ampiamente utilizzato nella pratica (Wood, 1973) ), forniscono
invece l'incremento sismico della spinta del terreno su una parete rigidamente vincolata in modo da
impedire apprezzabili deformazioni dell'insieme. Tale incremento rappresentato da una distribuzione
costante di pressione data da:
p E,Wood =
a
H
g
(1111-2)
Confrontando le formulazioni di cui sopra, ci si rende conto che, a parit di accelerazione, l'incremento
sismico della spinta per pareti rigide (11-2) pu superare l'incremento di M-O (11-1) di un fattore
superiore a 2.5.
Alla luce di queste brevissime considerazioni, ci si rende immediatamente conto di quanto sia
importante selezionare il metodo appropriato per valutare le spinte sismiche, alla luce del comportamento
parete in esame; ma prima ancora necessario stabilire il pi appropriato valore dell'accelerazione da
introdurre nel calcolo, che nel seguito chiameremo ac, in rapporto all'accelerazione massima amax sismica
attesa per il sito in cui posta l'opera.
Grazie alle opere fondamentali di Richard & Elms (1979), Whitman e Liao (1985) e in seguito altri
lavori, stato chiaramente messo in luce il fatto che l'accelerazione di calcolo ac , minore di amax , deve
essere associata alle prestazioni richieste al muro piuttosto che alla massima intensit sito. La
prestazione richiesta, a sua volta, stata identificata con il massimo valore tollerabile della deformazione
irreversibile subita dal muro in occasione dell'evento sismico di progetto.
Da allora, la maggior parte degli standard di progettazione come l'Eurocodice sono conformi a questo
approccio, noto come Metodo Prestazionale (Performance Design). Gli sforzi della ricerca sono stati
dedicati a estendere questo metodo, originariamente proposto per muri a gravit e, prima ancora, per il
pendii, ad altri tipi di strutture di sostegno, quali paratie a sbalzo o ancorate.
Questo aspetto pone problemi non trascurabili ad istituire criteri di calcolo generali, perch il metodo di
progettazione prestazionale, ossia quello appena definito, richiede il calcolo di una capacit ultima
52
Ce.A.S. s.r.l.
p E , Wood
a
2.67 max
p E , M O
ac
(1111-3)
Pertanto le spinte incrementali sismiche attive possono ridursi fino a una percentuale piuttosto bassa
delle spinte elastiche: per esempio, assumendo ac / amax 0,70 , secondo l'equazione (11-3) ,
l'incremento sismico di spinta attiva solo il 26 % dell'incremento basato su un'ipotesi elastica.
Per affrontare un'analisi sismica pseudo-statica, occorre quindi chiarire due aspetti, in successione
logica:
1) quale valore di accelerazione deve essere considerata?
2) una volta stabilito il livello di accelerazione di progetto, come pu essere applicata l'azione sismica?
Nei successivi paragrafi illustreremo brevemente i criteri per rispondere a queste domande.
lintensit e durata del sisma atteso in rapporto alla sismicit del sito;
11.2.1 Eurocodice
Eurocodice 8
In accordo con la simbologia dellEC8, la componente orizzontale ah dellaccelerazione ac a cui
assoggettato, staticamente, lammasso di terreno direttamente interagente con lopera di sostegno
espressa come ah= khg , con
kh =
Ce.A.S. s.r.l.
S (a g / g )
r
cio
ah =
S ag
r
(11-4)
53
Il termine Sag laccelerazione amax al piano campagna (dove si pensa sia posta pi o meno lopera di
sostegno) legata allintensit sismica del sito (ag) ed al coefficiente damplificazione S funzione della
stratigrafia locale.
Il coefficiente r 1 un parametro che permette di scalare lintensit dellazione sismica nel calcolo
delle azioni di progetto della struttura, e pu assumere valori compresi fra 1 e 2, a seconda della tipologia
dellopera in relazione al comportamento durante il sisma ed al danno permanente tollerabile.
Nel caso di opere di sostegno, EC8 propone alcune correlazioni che permettono di legare r allentit
della deformazione accettabile dr. Allo scopo, possibile utilizzare labaco della Figura 11-1, ricordando
tuttavia che, in presenza di terreni incoerenti saturi, si dovr assumere comunque r=1.
r=1
= ag / g
Figura 11-1: legame tra il coefficiente r e lo spostamento ammissibile (tratta da Simonelli (2004))
11.2.2 NTC2008
L'accelerazione di calcolo ah legata all'accelerazione massima amax = Sag dalla relazione:
a h = k h g = a max
0.2
(11-5)
nella quale
= coefficiente che tiene conto dell'asincronicit del moto lungo la parete
1.80
= 0.12658 ln
u s [ m]
54
(11-6)
Ce.A.S. s.r.l.
con
us = deformazione anelastica che lopera pu tollerare senza riduzioni di resistenza, il cui valore deve
essere stabilito dal Progettista ma non deve superare lo 0.5% dell'altezza della parete.
d perm = 0.087
v 2max a 3max
a 4y
(11-7)
con
dperm
vmax e amax
ay
ay potr essere usato in luogo del valore di ah da introdurre nel calcolo delle spinte sismiche. In
analogia con NTC2008, il rapporto tra accelerazione di calcolo e massima accelerazione dato dalla
seguente espressione
ay
a max
v 2max
= 0.087
a max d perm
(11-8)
Per luso di questa relazione, necessario valutare vmax , mentre amax pu essere eguagliata ad Sag.
Per una prima valutazione di vmax, possibile fare riferimento alla Tabella 11-1.
Tabella 1111-1: valori orientativi del rapporto vmax/amax
Stratigrafia
vmax / amax
>0.05 sec
0.100.15 sec
Ce.A.S. s.r.l.
(11-9)
55
con vg velocit massima del suolo e Tc [sec] parametro di definizione dello spettro elastico,
dipendente, come S, dalla categoria del terreno di fondazione.
Successivamente, Whitman e Liao (1985), proposero la seguente correlazione:
d perm
9.4 a y
a max
v2
= 37 max e
a max
(11-10)
Gli stessi Whitman e Liao (1985), introdussero dei coefficienti correttivi per tenere conto delle varie
sorgenti dincertezza. Assumendo un coefficiente di sicurezza pari a 4, equivalente ad una probabilit del
95% di non superamento della soglia desiderata, proposero la seguente correlazione
ay
a max
0.66
d a
1
ln all2 max
9.4 v max
(11-11)
bene ricordare che entrambe le formule qui riportate si riferiscono a muri di sostegno a gravit. Sono
da ritenersi pertanto puramente indicative se utilizzate per il calcolo di opere flessibili.
Rampello e Callisto (2008) propongono il seguente legame tra e lo spostamento sismico, chiamato
questa volta us:
ay
a max
u
ln s
B
=
A
(11-12)
Cat A
A
-7.50
-7.42
-7.48
-7.87
Cat B
B [m]
1.69
1.79
0.91
0.39
A
-7.90
-7.79
-7.86
-7.86
B [m]
1.59
1.66
1.09
0.45
Cat C, D, E
A
B [m]
-7.40
0.75
-7.54
0.78
-8.05
1.16
-8.07
0.59
Per le paratie, Callisto & Aversa (2008) raccomandano di porre A = -7.90 e B = 1.80 m, valori in base
ai quali stato ricavato il grafico in figura 7.11.3 delle NTC2008, la cui espressione analitica quella
riportata al paragrafo 11.2.2.
Unampia discussione sulla validit di questi e altri metodi simili ritrovabile nel testo di Kramer
(1996), nelle Linee Guida dellAGI (2005), nel Commentario ANIDIS-SSN (1998) oppure in Steedman
(1998).
56
Ce.A.S. s.r.l.
Ce.A.S. s.r.l.
57
E d = 12 * (1 k v )K A ( P ),E H 2 + E ws + E wd
(11-13)
Il primo termine la spinta attiva (o passiva) dovuta allo scheletro solido, il secondo termine Ews la
risultante delle pressioni idrostatiche ed il terzo Ewd la risultante delle sovrappressioni interstiziali.
I coefficienti di spinta attiva sono dati dalle seguenti espressioni:
: K A,E =
sen 2 ( + )
> : K A,E =
sen( + )sen( )
sen( )sen( + )
sen 2 ( + )
cos sen 2 sen( )
(1111-14)
14)
Operando nellambito del metodo agli stati limite, nelle formule precedenti, va introdotto langolo
dattrito di calcolo, cio tan(d)=tan(k) / M.
A seconda della definizione del peso specifico del cuneo e dellangolo definito come langolo,
rispetto alla verticale, fra le azioni esterne orizzontali e quelle verticali agenti sul cuneo di spinta,
lespressione generale pu essere utilizzata per tre diverse condizioni nelle quali pu trovarsi il rilevato.
Rilevato asciutto
Non c alcuna azione dovuta allacqua: corrisponde alla configurazione originale ipotizzata da MO. Come peso specifico si deve assumere il peso secco d ; la forza orizzontale Fh pari alla
massa del terreno moltiplicata per laccelerazione orizzontale mentre la forza verticale Fv il peso
del cuneo incrementato o decrementato dallaccelerazione sismica verticale; quindi:
= d
tan =
kh V d
Fh
kh
=
=
Fv (1 k v ) V d 1 k v
(11-15)
ws = Ewd=0
58
Ce.A.S. s.r.l.
tan =
Fh'
'
Fv
k h V sat
kh
= sat'
'
(1 k v ) V
1 k v
(11-16)
Alla spinta efficace dovr essere aggiunta la spinta idrostatica dellacqua, mentre, per ipotesi, la
componente idrodinamica non pu svilupparsi. Quindi:
ws = 12 w H
Ewd=0
tan =
Fh'
'
Fv
kh V d
kh
= d'
'
1 k v
(1 k v ) V
(11-17)
In questo caso dovranno essere aggiunte sia la spinta idrostatica sia la sovraspinta idrodinamica
della stessa acqua di falda.
ws = 12 w H
Ewd=
7
12
I coefficienti di spinta attiva determinati tramite la (11-14) sono usati da PARATIE sostituendoli a quelli
statici, nel caso di analisi sismica.
Ce.A.S. s.r.l.
59
'A (z ) = (1 k v )K d A , E 'V (z )
se z zw
]}
(1111-18)
18)
se z > zw
d
11.3.5 Presenza
Presenza di un invaso
In presenza di acqua libera, si dovr tenere conto della sovraspinta idraulica che questa esercita sulla
parete. Tale sovraspinta, la cui entit pari a quello di Ewd prima definito, va sommata alla spinta
dell'acqua, nel modo pi sfavorevole. Ci significa che la presenza acqua libera a valle richiede che la
sovraspinta sismica Ewd sia applicata da monte verso valle: ad esempio in Figura 11-2 rappresentato il
60
Ce.A.S. s.r.l.
caso di un'opera di sostegno di un'opera portuale che contiene un rilevato saturo pervio. Mentre le spinte
statiche dell'acqua a monte e valle si annullano, le sovraspinte sismiche si sommano.
z
1
2
* ( 1 k v )K A,E H 2
Ews
Ewd
Wwkh
H'
Ews
Ewd
0.4 H'
7
k h w H'2
12
(11-19)
questa spinta viene distribuita usando la seguente distribuzione (da monte verso valle):
qwd(z)=
7
k h w H'z
8
(11-20)
Ce.A.S. s.r.l.
61
ag
(11-21)
S H2 = E
p d =
ag
g
S H
Pd
H
rigido
Pd =
(11-22)
Figura 11-3 : il metodo di Wood
62
Ce.A.S. s.r.l.
Si ipotizza una distribuzione sulla parete. In genere si assume una distribuzione trapezia, o
uniforme in quest'ultimo caso, si pu applicare un carico uniformemente distribuito pari a:
q = SA / H
-4
Ce.A.S. s.r.l.
63
11.5.3 Commenti
Tutte le azioni qui descritte possono essere applicate al modello di PARATIE come carichi esterni. Nel
caso di applicazioni di sovraspinte sismiche attive (M-O), gli incrementi sismici possono essere valutati,
nel caso di rilevato asciutto, utilizzando direttamente l'approssimazione di Seed e Whithman (1970) (eq.
(11-1)). PARATIE PLUS permette di applicare tale spinta con una distribuzione trapezia generica.
64
Ce.A.S. s.r.l.
nulla, rappresentata
Spinta attiva
dal segmento A-B; il
=deformazione della molla, positiva se
statica
h
comprime la molla
successivo
rilascio
elastico il tratto B-C
mentre la deformazione
Figura 1111-4: alcuni stress path di elementi molla di monte in
plastica
una
volta
automatica di PARATIE
raggiunta
la
nuova accordo con la procedura sismica automatica
condizione limite attiva
sismica il segmento C-D. Si osservi che, a parit di sforzo verticale efficace, la condizione limite
di minima spinta aumenta rispetto al caso statico.
Percorso E-F-G-H: corrisponde al caso di un elemento terreno gi in condizioni di spinta attiva statica
(punto E); lapplicazione della coazione rappresentata dal segmento E-F, che determina un
temporaneo ritorno in fase elastica; il successivo rilascio elastico il tratto F-G mentre la
deformazione plastica una volta raggiunta la nuova condizione limite attiva sismica il segmento
G-H.
Percorso I-J-K: corrisponde al caso di un elemento terreno che, pur trovandosi dal lato di monte, ha
subito una compressione (>0, punto I); lapplicazione della coazione rappresentata dal
segmento I-J,ed il successivo rilascio elastico J-K.
Il calcolo delle condizioni limite attive sismiche fatto in accordo con i criteri esposti nel 11.3.1,
utilizzando in particolare lespressione (11-18), nella quale tuttavia lo sforzo verticale efficace v tiene
conto anche del sovraccarico e degli eventuali effetti di fondazioni nastriformi valutati secondo la normale
procedura implementata nel codice.
Nel caso in cui sia prescritto un coefficiente dincremento dinamico delle pressioni neutre ru inteso
come rapporto fra la sovrappressione interstiziale ue e lo sforzo verticale efficace, il valore di v valutato
stimando ue sulla base dello sforzo verticale efficace v,0 precedente allapplicazione del sisma e quindi
ricalcolando il nuovo valore sulla base delle nuove pressioni interstiziali; in altri termini la procedura la
seguente:
u e (z) = ru 'V ,0 (z )
u (z) = u 0 (z) + u e (z)
'V (z ) = v (z ) u (z)
il ch equivale a porre
'V (z ) = 'V , 0 (z ) (1 ru )
Va osservato che il decremento di sforzo verticale
'V (z ) = ru 'V ,0 (z )
determina anche un decremento elastico dello sforzo orizzontale efficace, secondo la procedura
standard prevista da PARATIE.
Ce.A.S. s.r.l.
65
Le eventuali sovrappressioni dinamiche alla Westergaard, sono aggiunta dallinterfaccia come carico
esterno, come anche le azioni dinerzia associate alla massa della parete.
La procedura automatica attivata solo per modelli nei quali non sono presenti strati di terreno a cui
associato il modello CLAY.
Riguardo alle molle di valle, la procedura implementata prevede la semplice sostituzione dei
coefficienti di spinta passiva con i corrispondenti valori sismici, che sono ridefiniti da PARATIE in accordo
con i criteri discussi al punto 11.3.2. Anche in questo caso deve essere eventualmente aggiunta tramite
carichi esterni, la distribuzione delle sovrappressioni dinamiche alla Westergaard, in modo tale da
assicurare la condizione di carico pi gravosa ai fini della stabilit complessiva della parete. La Figura
11-5 riassume la procedura.
RIDEFINIZIONE
RESISTENZA PASSIVA
APPLICAZIONE COAZIONI
INIZIALI
+
RIDEFINIZIONE LIMITE
ATTIVO
66
Ce.A.S. s.r.l.
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