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Manuale di Riferimento
A cura di
R.B.J. Brinkgreve
Delft University of Technology & PLAXIS bv, Olanda
Con la collaborazione di
R. Al-Khoury
K.J. Bakker
P.G. Bonnier
P.J.W. Brand
W. Broere
H.J. Burd
T. Li Vigni
S. Muscolino
M. Nicotera
G. Soltys
P.A. Vermeer
D. Waterman
.DOC Den Haag
Copyright:
PLAXIS b.v. P.O. Box 572, 2600 AN DELFT, Olanda
Fax: + 31.15.2573107; E-mail: info@plaxis.nl; Sito internet: http://www.plaxis.nl
Per nessun motivo questo manuale, può essere riprodotto, in parte o per intero, in qualsiasi forma o mezzo
(inclusa la registrazione e la fotocopia) senza il permesso scritto della PLAXIS b.v.
ISBN 90-808079-2-3
© 2003, PLAXIS b.v., DELFT
Stampato in Olanda
TABLE OF CONTENTS
TABLE OF CONTENTS
1 Introduzione .................................................................................................1-1
3 Preparazione dell’input...............................................................................3-1
3.1 Il programma Input ................................................................................3-1
3.2 Input menu (Menu principale) ...............................................................3-4
3.2.1 Leggere un progetto esistente.....................................................3-7
3.2.2 Impostazioni generali.................................................................3-8
3.3 Geometria.............................................................................................3-12
3.3.1 Punti e linee..............................................................................3-13
3.3.2 Piastre.......................................................................................3-14
3.3.3 Cerniere e molle di rotazione ...................................................3-16
3.3.4 Geogriglie ................................................................................3-17
3.3.5 Interfacce .................................................................................3-18
3.3.6 Ancoraggi tra nodo e nodo.......................................................3-22
3.3.7 Ancoraggi ad estremità fissa ....................................................3-23
3.3.8 Gallerie.....................................................................................3-23
3.4 Carichi e condizioni al contorno ..........................................................3-29
3.4.1 Spostamenti imposti.................................................................3-29
3.4.2 Vincoli .....................................................................................3-30
3.4.3 Vincoli standard .......................................................................3-31
3.4.4 Carichi distribuiti .....................................................................3-32
3.4.5 Carichi concentrati ...................................................................3-33
3.4.6 Vincoli alla rotazione ...............................................................3-34
3.4.7 Dreni ........................................................................................3-34
3.4.8 Pozzi.........................................................................................3-35
3.5 Proprietà meccaniche dei materiali ......................................................3-35
3.5.1 Modellazione del comportamento del terreno..........................3-37
3.5.2 Set di dati per i materiali di tipo soil and interfaces (terreno ed
interfacce) ................................................................................3-38
3.5.3 Modello costitutivo del terreno ................................................3-40
3.5.4 Set di dati di materiale di tipo plates (piastre)..........................3-56
3.5.5 Set di dati di materiale di tipo geogrids (geogriglie)................3-59
3.5.6 Set di dati di materiale di tipo anchors (ancoraggi)..................3-59
3.5.7 Assegnazione dei materiali ai componenti della geometria .....3-60
3.6 Generazione della mesh .......................................................................3-61
i
MANUALE DI RIFERIMENTO
4 Calcoli ...........................................................................................................4-1
4.1 Il programma Calculations..................................................................... 4-1
4.2 Il menu calculations............................................................................... 4-3
4.3 Definizione di una fase di calcolo.......................................................... 4-4
4.3.1 Inserimento ed eliminazione delle fasi di calcolo ......................4-5
4.4 Impostazioni generali di calcolo ............................................................ 4-6
4.4.1 Identificazione ed ordinamento delle fasi ..................................4-7
4.4.2 Tipi di calcolo ............................................................................4-7
4.5 Procedure per la definizione degli incrementi di carico....................... 4-10
4.5.1 Procedure automatiche per il dimensionamento degli steps ....4-11
4.5.2 Load advancement ultimate level (incremento del carico fino
al livello ultimo) ......................................................................4-11
4.5.3 Load advancement number of steps (incremento del carico per
un assegnato numero di steps) .................................................4-13
4.5.4 Automatic time stepping (incremento automatico del tempo -
consolidazione) ........................................................................4-13
4.6 Parametri di controllo del calcolo ........................................................ 4-14
4.6.1 Parametri di controllo delle procedure iterative.......................4-16
4.6.2 Loading input (modalitá di carico) ..........................................4-21
4.7 Staged construction (Costruzione per fasi) .......................................... 4-25
4.7.1 Modifica della configurazione geometrica...............................4-27
4.7.2 Attivazione e disattivazione dei clusters o degli oggetti
strutturali..................................................................................4-27
4.7.3 Attivazione o modifica dei carichi ...........................................4-29
ii PLAXIS Versione 8
TABLE OF CONTENTS
iii
MANUALE DI RIFERIMENTO
7 Riferimenti bibliografici..............................................................................7-1
Indice 1
iv PLAXIS Versione 8
INTRODUZIONE
1 INTRODUZIONE
PLAXIS è un codice di calcolo agli elementi finiti utilizzabile per eseguire analisi di
stabilità e di deformazione nell’ambito di molteplici applicazioni geotecniche. Il
programma permette di simulare situazioni reali riconducibili a condizioni di
deformazione piane (plain strain) o a condizioni assialsimettriche (axisymmetric). Esso
fa uso di una semplice interfaccia grafica che consente all’utente di costruire
rapidamente un modello geometrico e di generare un reticolo di elementi finiti, a partire
da una sezione trasversale verticale rappresentativa della situazione considerata. Per
l’uso del programma è necessario che l’utente abbia confidenza con l’ambiente
Windows®. L’utente alle prime armi potrà rapidamente fare pratica nell’uso del
programma e conoscerne le principali caratteristiche esercitandosi con gli esempi
contenuti nel Manuale di Esercitazione.
Il Manuale di Riferimento è destinato invece all’utente che desideri informazioni più
dettagliate sulle caratteristiche del programma. Il manuale affronta argomenti che non
sono svolti in modo esaustivo nel Manuale di Esercitazionee contiene dettagli pratici
sull’impiego di PLAXIS per l’analisi di un’ampia varietà di problemi.
L’interfaccia utente si compone di quattro sottoprogrammi (Input, Calculations, Output
e Curves). In accordo con tale struttura il Manuale di Riferimento è suddiviso in quattro
sottosezioni ciascuna delle quali è dedicata ad uno di tali sottoprogrammi; nell’ambito
delle quattro sottosezioni sono descritti i comandi contenuti nei menu dell’interfaccia
utente. Questo manuale non contiene informazioni dettagliate sui modelli costitutivi, le
formulazioni riguardanti gli elementi finiti o gli algoritmi di risoluzione non lineari
adottati nel programma; per informazioni dettagliate su questi ed altri argomenti ad essi
correlati, si rimanda l’utente ai riferimenti bibiliografici riportati nel Capitolo 7, al
Manuale Scientifico (Scientific Manual) ed al Manuale dei modelli costitutivi (Material
Models Manual) .
1-1
MANUALE DI RIFERIMENTO
2 INFORMAZIONI GENERALI
Unità di misura
In ogni analisi è necessario adottare un sistema di unità di misura coerente. All’inizio
della procedura di input di una geometria si deve selezionare un opportuno insieme di
unità di misura fondamentali da un elenco di unità standard. Le unità di misura
fondamentali comprendono le unità di lunghezza, di forza e di tempo. Queste unità
fondamentali sono definite nella finestra General settings (Impostazioni generali) del
programma Input. La Tabella 2.1 fornisce una panoramica di tutte le unità di misura
disponibili, le impostazioni [di default] ed i fattori di conversione alle unità di default.
Tutti i successivi dati di input devono essere coerenti al sistema di unità selezionato ed i
dati di output devono essere interpretati secondo lo stesso sistema. Sulla base del
sistema di unità di misura fondamentali selezionato, il programma indica l’unità di
misura appropriata per l’input di un particolare parametro accanto al campo di
immissione o, quando s’impieghino tabelle di input, al di sopra di ciascuna colonna di
input; in questo modo si riducono gli errori di input dovuti al possibile impiego di unità
di misura errate. In tutti gli esempi riportati nei manuali di PLAXIS sono adottate le unità
di default.
Tabella 2.1 Unità di misura disponibili e loro fattori di conversione alle unità di default.
Lunghezza Conversione Forza Conversione Tempo Conversione
Mm = 0,001 m N = 0,001 kN s (sec) = 1/86400 day
[m] =1m [kN] = 1 kN min = 1/1440 day
in (inch) = 0,0254 m MN = 1000 kN hr = 1/24 day
ft (feet) = 0,3048 lb (pound) = 0,0044482 kN [day] = 1 day
klb
= 4,4482 kN
(kilopound)
Per comodità, sotto sono elencati due differenti insiemi di unità di misura di grandezze
comunemente adottate:
2-1
MANUALE DI RIFERIMENTO
Standard Altro
Unità di base: Lunghezza metro [m] foot [ft]
Forza kilonewton [kN] kilopound [klb]
Tempo giorno [day] secondo [sec]
Geometria: Coordinate [m] [ft]
Spostamenti [m] [ft]
2
Proprietà del materiali: Modulo di Young [kPa]=[kN/m ] [kips]=[klb/sq ft]
Coesione [kPa] [kips]
Angolo di attrito [deg.] [deg.]
Angolo di dilatanza [deg.] [deg.]
3
Peso dell’unità di volume [kN/m ] [klb/cu ft]
Permeabilità [m/day] [ft/sec]
Forze e tensioni: Carichi concentrati [kN] [klb]
Linee di carico [kN/m] [klb/ft]
Carichi distribuiti [kPa] [kips]
Tensioni [kPa] [kips]
In generale, le unità di misura sono adottate soltanto come un riferimento per l’utente,
ma modificando le unità fondamentali nelle General settings (Impostazioni generali) i
valori di input esistenti saranno convertiti automaticamente nelle nuove unità. Ciò è
valido sia per i parametri dei materiali sia per le altre proprietà dei materiali introdotte
nel programma Input. Non è invece valido per i dati della geometria ed i valori di input
che la riguardano come i carichi, gli spostamenti imposti, i livelli di falda o ad ogni altro
valore immesso al di fuori del programma Input.
In un’analisi in stato piano di deformazione, le forze calcolate risultanti da spostamenti
imposti sono espresse in forza per unità di lunghezza nella direzione uscente dal piano
(direzione z; si veda la Figura 2.1). In un’analisi in assialsimmetria, tali forze calcolate
(Force-X, Force-Y) sono invece riferite all’arco di circonferenza sotteso da un angolo di
1 radiante. Quindi, per ottenere le forze corrispondenti al problema completo, i valori
forniti dal programma devono essere moltiplicati per il fattore 2p. Tutti gli altri valori di
output, per problemi assialsimmetrici, sono invece espressi per unità di larghezza e non
per radiante.
uscente dal piano. Nel sistema di coordinate globali il verso positivo è diretto verso
l’utente.
Sebbene PLAXIS Versione 8 sia un programma 2D, le tensioni sono basate sul sistema di
coordinate cartesiano 3D mostrato in Figura 2.1. In un’analisi in stato piano di
deformazione szz è la tensione uscente dal piano. In un’analisi assialsimmetrica, x
rappresenta la coordinata radiale, y rappresenta la coordinata assiale e z rappresenta la
direzione tangenziale. In questo caso, sxx rappresenta la tensione radiale e szz
rappresenta la tensione circonferenziale.
syy
y
syx
syz sxy
szy
sxx
x
sxz
z szz szx
In tutti i valori di output le forze e le tensioni, ivi comprese le pressioni neutre, sono
considerate negative se di compressione. La Figura 2.1 mostra i versi positivi delle
tensioni.
L’intera gestione dei files in PLAXIS è effettuata utilizzando una versione modificata
della generica finestra di scelta file di Windows® (Figura 2.2).
Con la finestra di scelta file, è possibile cercare files in ogni possibile directory del
computer (e della rete). Il file principale utilizzato per conservare le informazioni di un
progetto di PLAXIS ha un formato strutturato ed è chiamato <project>.PLX, ove
<project> è il titolo del progetto. Insieme a questo file, ulteriori dati sono conservati in
più files nella sottodirectory <project>.DTA. Generalmente, non è necessario accedere a
tale directory perché non è possibile leggerne i singoli files.
Selezionando un file di progetto di PLAXIS (*.PLX), una piccola immagine (bitmap)
della corrispettiva geometria del progetto viene mostrata nella finestra di scelta dei files
per renderne più rapido e semplice il riconoscimento.
2-3
MANUALE DI RIFERIMENTO
In PLAXIS, l’input viene dato attraverso un insieme di movimenti e click del mouse e per
mezzo della tastiera. In generale, si distinguono quattro tipi di input:
Input di oggetti geometrici (per esempio: disegno di strati di terreno)
Input di testo (per esempio: inserimento di un nome di progetto)
Input di valori (per esempio: inserimento dei parametri del modello)
Input di selezioni (per esempio: scelta di un modello costitutivo del
terreno)
Il mouse è solitamente utilizzato allo scopo di disegnare e selezionare, mentre la tastiera
è usata per introdurre testi e valori. Queste procedure di input sono descritte in dettaglio
nella Sezione 2.3 del Manuale di Esercitazione.
Per informare l’utente sulle varie funzioni e caratteristiche del programma, l’interfaccia
utente è dotata di strumenti di supporto in linea. Lo strumento di aiuto può essere
attivato selezionando i comandi dal menu Help (Aiuto). Cliccando il pulsante Help in
una finestra o premendo il tasto <F1> sulla tastiera si attiva l’aiuto relativo al contesto.
Premendo il pulsante Help, vengono fornite informazioni generali su una particolare
finestra o caratteristica, invece premendo il tasto <F1> vengono fornite informazioni su
un particolare parametro.
Molte caratteristiche del programma sono disponibili come pulsanti su una barra degli
strumenti. Quando il puntatore del mouse viene posizionato su un pulsante per più di un
secondo, appare una breve descrizione (nota) all’interno di una bandierina gialla,
indicante la funzione del pulsante.
2-5
MANUALE DI RIFERIMENTO
3 PREPARAZIONE DELL’INPUT
Per effettuare un’analisi agli elementi finiti attraverso PLAXIS, l’utente deve creare un
modello agli elementi finiti, specificare le proprietà dei materiali ed imporre le
condizioni al contorno. Ciò viene fatto nel programma Input. Per definire un modello
agli elementi finiti, l’utente deve creare un modello geometrico bidimensionale nel
piano x-y composto da punti, linee ed altri componenti. La generazione di un’adeguata
mesh di elementi finiti e la generazione di proprietà e condizioni al contorno al livello di
elemento è eseguita automaticamente dal generatore di mesh di PLAXIS in base all’input
del modello geometrico. L’utente può inoltre modificare la mesh in modo da
ottimizzarne le prestazioni. La parte finale della procedura di input comporta la
definizione delle condizioni iniziali attraverso la generazione delle pressioni neutre e
delle tensioni efficaci iniziali.
Quando si crea un modello geometrico nel programma Input, si suggerisce di
selezionare le differenti voci di input nell’ordine in cui sono presenti nella seconda barra
degli strumenti (da sinistra verso destra). In linea di principio, prima si disegnano i
contorni della geometria, poi si aggiungono gli strati di terreno, poi gli oggetti
strutturali, poi gli strati corrispondenti alle fasi di costruzione, quindi le condizioni al
contorno ed infine i carichi. Seguendo questa procedura, la seconda barra degli
strumenti agisce come guida del programma Input ed assicura che vengano inserite tutte
le voci di input. Naturalmente, non tutti gli strumenti di input sono, in generale, richiesti
per ogni analisi. Per esempio, quando viene presa in considerazione soltanto una
sollecitazione sul terreno, alcuni oggetti strutturali o tipi di carichi potrebbero non essere
utilizzati, oppure la generazione delle pressioni neutre può essere omessa se la falda è
assente, oppure la generazione delle tensioni iniziali può essere omessa se il campo delle
tensioni iniziali è determinato mediante un calcolo preliminare durante il quale viene
progressivamente applicatala forza di gravità (Gravity loading). Tuttavia, seguendo la
barra degli strumenti, vengono richiamate all’utente le varie voci di input tra cui
selezionare quelle di interesse. PLAXIS darà anche messaggi di avviso se qualche input
necessario non è stato specificato. Quando si modifica un modello esistente, la mesh agli
elementi finiti e le eventuali condizioni iniziali devono essere rigenerate per renderle
congruenti con il modello modificato; anche questo aspetto è controllato da PLAXIS e
seguendo le procedure nella sequenza suggerita dalla barra degli strumenti, l’utente può
essere certo di ottenere un modello agli elementi finiti coerente.
3-1
MANUALE DI RIFERIMENTO
Main Menu
Toolbar (Geometry)
Toolbar (General)
Ruler
Ruler
Draw area
Origin
Figura 3.1 Finestra principale del programma Input (in modalità Geometry creation)
All’avvio del programma Input appare una finestra di dialogo nella quale si deve
effettuare una scelta tra la selezione di un progetto esistente e la creazione di un nuovo
progetto. Quando si seleziona New project (Nuovo progetto) appare la finestra General
settings (Impostazioni generali) nella quale è possibile impostare i parametri
fondamentali del nuovo progetto (Sezione 3.2.2 Impostazioni generali).
Quando si seleziona Existing project (Progetto esistente), la finestra di dialogo consente
la rapida selezione di uno dei quattro progetti più recenti. Se si deve selezionare un
progetto che non appare nella lista, si può adottare l’opzione <<<More files>>> (Altri
files). Come risultato appare la finestra di scelta file che consente all’utente di cercare
tra le directory disponibili e selezionare il file di progetto di PLAXIS (*.PLX). Dopo la
selezione di un progetto esistente, la geometria corrispondente viene visualizzata nella
finestra principale.
La finestra principale del programma Input contiene le seguenti voci (Figura 3.1)
Rulers (Righelli ):
Sia a sinistra che al di sopra dell’area di disegno, i righelli indicano le
coordinate fisiche x ed y del modello geometrico. Ciò consente una visione
diretta delle dimensioni della geometria. I righelli possono essere disattivati nel
sottomenu View (Visualizza). Quando si clicca sui righelli appare la finestra
General settings in cui è possibile cambiare le dimensioni dell’area di disegno.
3-3
MANUALE DI RIFERIMENTO
Il menu principale del programma Input contiene sottomenu a tendina che coprono la
maggior parte dei comandi per la gestione dei files, trasferimento dati, visualizzazione
dei grafici, creazione del modello geometrico, generazione delle mesh agli elementi
finiti ed inserimento di dati in generale. Si può fare una distinzione tra il menu
disponibile nella modalità Geometry creation (Creazione della geometria) ed il menu
disponibile nella modalità Initial conditions (Condizioni iniziali). Durante la modalità
Geometry creation il menu consiste nei sottomenu File, Edit, View, Geometry, Loads,
Materials, Mesh, Initial ed Help. Nella modalità Initial conditions il menu mostra i
sottomenu File, Edit, View, Geometry, Generate ed Help.
Il sottomenu File:
New (Nuovo) Per creare un nuovo progetto. Viene presentata la
finestra General settings.
Open (Apri) Per aprire un progetto esistente. Viene presentata la
finestra di scelta file.
Save (Salva) Per salvare il progetto corrente sotto il nome esistente.
Se non è stato ancora assegnato un nome compare la finestra di
assegnazione nome del file.
3-5
MANUALE DI RIFERIMENTO
3-7
MANUALE DI RIFERIMENTO
Figura 3.2 Finestra General settings (Impostazioni generali) - Scheda Project (Progetto)
Model (Modello):
PLAXIS Versione 8 può essere usato per eseguire analisi agli elementi finiti in
condizioni bidimensionali. Il modello può essere implementato sia per
condizioni di deformazione piane (Plane strain) sia per condizioni
assialsimmetriche (Axisymmetry). Altri codici di calcolo di PLAXIS per analisi
di problemi 3D sono disponibili separatamente. L’impostazione di default del
parametro Model è Plane strain.
Un modello in stato piano di deformazione può essere adoperato nel caso in cui
la geometria sia riconducibile ad una sezione trasversale (nel piano x, y) che si
ripete, unitamente ad i carichi su di essa applicati, in modo (più o meno)
uniforme nella direzione ad essa normale (direzione z) per una lunghezza
significativa. Spostamenti e deformazioni nella direzione z sono assunti nulli.
Tuttavia si tiene conto nel calcolo delle tensioni normali in direzione z.
y y
x x
Elements (Elementi):
L’utente può selezionare elementi triangolari a 6 o a 15 nodi (Figura 3.2) per
modellare gli strati di terreno e gli altri clusters di volume. Il triangolo a 15
nodi è l’elemento di default. Esso fornisce un’interpolazione del quarto ordine
per gli spostamenti e l’integrazione numerica adopera dodici punti di Gauss
(stress points). Il triangolo a 6 nodi fornisce un’interpolazione del secondo
ordine e l’integrazione numerica adopera tre punti di Gauss. Il tipo di elemento
utilizzato per elementi strutturali e per le interfacce è automaticamente reso
compatibile con il tipo di elemento selezionato per il terreno con l’opzione
Elements.
Il triangolo a 15 nodi è un elemento molto accurato che ha fornito ottimi risultati in
termini di tensioni quando impiegato in problemi difficili, come ad esempio la
determinazione delle condizioni di collasso in terreni incompressibili (Rif. 8, 12, 13).
L’uso degli elementi triangolari a 15 nodi comporta sia l’impiego di una quantità di
memoria sia tempi di calcolo relativamente elevati. Per tale ragione è anche disponibile
un tipo di elemento più semplice.
3-9
MANUALE DI RIFERIMENTO
Per simulare il comportamento di setti, piastre e strutture, oltre agli elementi di terreno,
si utilizzano elementi piastra compatibili (Sezione 3.3.2), mentre per simulare il
comportamento di geogriglie e geotessili si possono utilizzare elementi geogriglia
(Sezione 3.3.4). Inoltre, per simulare l’interazione terreno-struttura si possono utilizzare
elementi interfaccia compatibili (Sezione 3.3.5). Infine, la modalità di creazione della
geometria consente l’input di ancoraggi ad estremità fissa ed ancoraggi tra nodo e nodo
(Sezione 3.3.6 e 3.3.7).
Le unità di misura di default, come suggerito dal programma, sono m (metro) per le
lunghezze, kN (kiloNewton) per le forze e day (giorno) per il tempo. Le corrispondenti
unità di misura per le tensioni e per i pesi delle unità di volume sono elencate nel
riquadro al di sotto delle unità fondamentali.
3-11
MANUALE DI RIFERIMENTO
Dimensions (Dimensioni):
All’inizio di un nuovo progetto, l’utente deve specificare le dimensioni
dell’area di disegno in modo che questa si adatti alle dimensioni del modello
geometrico da creare. Le dimensioni vengono inserite nella scheda Dimensions
della finestra General settings. Le dimensioni dell’area di disegno non
influenzano la geometria stessa e possono essere modificate quando si modifica
un progetto esistente, purché la geometria esistente rientri nelle nuove
dimensioni. Cliccare sui righelli durante la modalità Geometry creation
(Creazione della geometria) è una scorciatoia per avviare la finestra General
settings e procedere all’input delle dimensioni della geometria.
Grid (Griglia):
Per facilitare la creazione del modello geometrico, l’utente può definire una
griglia per l’area di disegno. La griglia può essere utilizzata per allineare il
puntatore su posizioni 'regolari'. La griglia è definita per mezzo dei parametri
Spacing (Spaziatura) e Number of intervals (Numero di intervalli). Il numero di
intervalli di default è 1, che corrisponde ad una griglia grossolana. Le
impostazioni della griglia vengono inserite nella scheda Dimensions della
finestra General settings. Il sottomenu View (Visualizza) può essere utilizzato
per attivare o disattivare il comando di allineamento alla griglia (funzione
cosidetta 'snap').
3.3 GEOMETRIA
Dopo aver creato i componenti geometrici del modello, l’utente deve introdurre le
caratteristiche dei materiali ed assegnare i set di parametri alle corrispondenti
componenti geometriche (Sezione 3.5). Quando il modello geometrico completo è stato
definito e tutte le componenti della geometria hanno le loro proprietà iniziali, può essere
generata la mesh agli elementi finiti (Sezione 3.6).
3-13
MANUALE DI RIFERIMENTO
3.3.2 PIASTRE
Le Plates (Piastre) sono oggetti strutturali utilizzabili per modellare strutture
bidimensionali con una significativa rigidezza flessionale e normale. Gli
elementi piastra possono essere adottati per simulare l’influenza di setti, piastre,
strutture o rivestimenti che si estendono nella direzione z. In un modello geometrico, le
piastre appaiono come 'linee blu'. In Figura 3.6 sono mostrati esempi di applicazioni
geotecniche in cui gli elementi strutturali sono riconducibili a degli elementi piastra.
Le piastre possono essere selezionate dal sottomenu Geometry o cliccando il pulsante
corrispondente sulla barra degli strumenti. La creazione di piastre nel modello
geometrico è simile alla creazione di linee geometriche (Sezione 3.3.1). Quando si
creano piastre, vengono create simultaneamente le corrispondenti linee geometriche;
quindi non è necessario creare una linea geometrica prima di creare una piastra. Le
piastre possono essere eliminate selezionandole nella geometria e premendo il tasto
<Canc>.
Figura 3.6 Applicazioni in cui vengono usate le piastre, gli ancoraggi e le interfacce.
Le proprietà meccaniche delle piastre sono contenute in specifici set di dati di materiale.
I parametri più importanti sono la rigidezza flessionale EI e la rigidezza assiale EA.
Da questi due parametri viene calcolato uno spessore equivalente di piastra deq con
l’equazione:
EI
d eq = 12
EA
Le piastre possono essere attivate o disattivate nelle diverse fasi di calcolo utilizzando
l’opzione Staged construction (Costruzione per fasi) come Loading input (Modalità di
carico).
Elementi trave
Nel modello bidiensionale agli elementi finiti, le piastre sono modellate con elementi
trave (elementi linea) con tre gradi di libertà per nodo: due gradi di libertà traslazionale
(ux, uy) ed un grado di libertà rotazionale (rotazione nel piano x-y: fz). Quando si
adottano elementi di terreno a 6 nodi, ogni elemento trave viene definito da 3 nodi,
invece con gli elementi di terreno a 15 nodi si adottano elementi trave a 5 nodi (Figura
3.7). Gli elementi trave sono basati sulla teoria della trave di Mindlin (Riferimento
bibliografico 2). Questa teoria tiene conto dell’inflessione della trave dovuta sia al taglio
sia al momento flettente. Inoltre, l’elemento può deformarsi assialmente in presenza di
uno sforzo normale. Gli elementi trave possono plasticizzarsi se il momento flettente o
lo sforzo normale su di essi agenti attingono i valori massimi specificati dall’utente.
Figura 3.7 Posizione dei nodi e dei punti d’integrazione in elementi trave a 3 e 5 nodi
La Figura 3.7 mostra gli elementi trave a 3 e 5 nodi con l’indicazione dei nodi e dei
punti d’integrazione.
È importante notare che una variazione del rapporto EI/EA comporta una modificazione
dello spessore equivalente deq e dunque della distanza che separa i punti d’integrazione.
Se una tale variazione viene effettuata quando sull’elemento trave agiscono
sollecitazioni non nulle, la distribuzione dei momenti flettenti sull’elemento cambierà e
ciò è ovviamente inaccettabile. Per questa ragione, se le proprietà dei materiali di una
piastra vengono modificate durante un’analisi (per esempio nel contesto di una Staged
construction (Costruzione per fasi)) il rapporto EI/EA deve essere comunque mantenuto
immutato.
3-15
MANUALE DI RIFERIMENTO
Figura 3.8 Esempio di un nodo nella finestra Hinges and Rotation springs (Cerniere e
molle di rotazione)
Dopo aver selezionato una particolare connessione cliccando sul cerchio corrispondente,
la connessione può essere cambiata da incastro a cerniera e viceversa cliccando ancora
sul cerchio. Per ogni cerniera viene introdotto un grado di libertà rotazionale aggiuntivo
in modo da consentire una rotazione indipendente.
In realtà, le connessioni tra piastre possono consentire rotazioni, ma ciò generalmente
richiede un momento torcente. Per simulare una situazione di questo tipo, PLAXIS
consente l’input di molle di rotazione relativa tra le due piastre e delle corrispondenti
rigidezze. Questa funzione è utilizzabile soltanto se almeno una delle due connessioni
tra le piastre è una cerniera (altrimenti la connessione tra le due piastre sarà rigida). Allo
scopo di rappresentare le molle di rotazione in un nodo, questo è circondato da grandi
archi di cerchio. Le possibili posizioni di una molla di rotazione sono indicate da piccoli
cerchi (simili alle cerniere) sugli archi del cerchio grande. Nel caso di una piastra piana
non vi è nessun cerchio grande attorno alla giunzione. In quel caso il cerchio centrale
rappresenta la molla di rotazione. Dopo aver selezionato una particolare molla di
rotazione cliccando sul cerchio corrispondente, la molla di rotazione può essere attivata
o disattivata cliccando ancora sul cerchio.
Quando viene creata una molla di rotazione, le sue proprietà devono essere inserite
direttamente nella parte destra della finestra; esse includono la rigidezza della molla ed il
massimo momento torcente che essa può sopportare; la sua rigidezza è definita come
momento torcente per radiante (nell’unità di Forza per Lunghezza su Radiante per
Lunghezza uscente dal piano).
3.3.4 GEOGRIGLIE
Le Geogrids (Geogriglie) sono strutture sottili con una rigidezza normale ma
senza alcuna rigidezza flessionale. Le geogriglie possono sopportare forze di
trazione ma nessuna forza di compressione. Questi oggetti sono generalmente
utilizzati per modellare rinforzi del terreno. In Figura 3.9 sono mostrati esempi di
strutture geotecniche in cui sono impiegati geotessili.
3-17
MANUALE DI RIFERIMENTO
normale (assiale) EA, che può essere specificata nell’archivio dei materiali (Sezione
3.5.4). Le geogriglie possono essere eliminate selezionandole nella geometria e
premendo il tasto <Canc>.
Le geogriglie possono essere attivate o disattivate nelle varie fasi di calcolo utilizzando
l’opzione Staged construction (Costruzione per fasi) come Loading input (Modalità di
carico).
Elementi geogriglia
Le geogriglie sono modellate da elementi geogriglia (elementi linea) con due gradi di
libertà traslazionali per ogni nodo (ux, uy). Quando si adottano elementi di terreno a 15
nodi, ciascun elemento geogriglia è definito da 5 nodi; con elementi di terreno a 6 nodi
ciascun elemento geogriglia è definito da 3 nodi. Le forze assiali sono calcolate nei punti
d’integrazione di Newton-Cotes. Questi punti d’integrazione coincidono con i nodi. La
posizione dei nodi e dei punti d’integrazione negli elementi geogriglia è indicata in
Figura 3.10.
nodes
stress point
a b
Simulazione di tiranti
Le Geogrids possono essere utilizzate in combinazione con i Node to node anchor
(Ancoraggi tra nodo e nodo) per simulare tiranti; in questo caso la geogriglia è utilizzata
per modellare il bulbo di ancoraggio e l’ancoraggio tra nodo e nodo per simulare la
lunghezza libera del tirante (Sezione 3.3.6).
3.3.5 INTERFACCE
Ciascun oggetto Interface (Interfaccia) ha uno 'spessore virtuale' (virtual
thickness) che è una dimensione fittizia utilizzata per definire le proprietà
dell’interfaccia. Maggiore è lo spessore virtuale, maggiori sono le deformazioni
elastiche generate. In generale, si suppone che gli elementi interfaccia generino
deformazioni elastiche molto piccole e per questo anche lo spessore virtuale deve essere
Elementi interfaccia
Le interfacce sono costituite da specifici elementi interfaccia. La Figura 3.11 mostra
come gli elementi interfaccia siano connessi agli elementi terreno. Quando si utilizzano
3-19
MANUALE DI RIFERIMENTO
nodes
stress point
a b
Figura 3.11 Distribuzione dei nodi e dei punti d’integrazione negli elementi interfaccia e
loro connessioni con gli elementi di terreno.
Proprietà dell’interfaccia
La proprietà fondamentale di un elemento interfaccia è il materiale di tipo ‘terreno ed
interfaccia’ ad essa associato; tale proprietà è riportata nella finestra delle proprietà
dell’interfaccia, alla quale si può accedere con un doppio click su un’interfaccia nel
modello geometrico e selezionando l’elemento interfaccia positivo o negativo o la
catena di interfacce dalla finestra di selezione. In alternativa, si può cliccare il pulsante
destro del mouse, quindi selezionare l’opzione Properties (Proprietà) ed infine
selezionare l’elemento interfaccia positivo o negativo o la catena di interfacce dal menu
a tendina del pulsante destro del mouse; come risultato, appare la finestra delle proprietà
d’interfaccia che mostra il materiale associato; il materiale può essere cambiato
utilizzando il pulsante Change (Modifica).
Inoltre, la finestra delle proprietà d’interfaccia mostra il Virtual thickness factor; questo
fattore viene utilizzato per calcolare lo spessore virtuale degli elementi interfaccia (si
veda pagina 3-19, Elementi interfaccia). Il valore di default del Virtual thickness factor è
0,1. Si deve fare attenzione quando si modifica il valore di default; tuttavia tale valore
può essere ripristinato premendo il pulsante Standard.
In un’analisi di consolidazione o in un’analisi di moto di filtrazione, gli elementi
interfaccia possono essere adottati per bloccare il flusso perpendicolare all’interfaccia,
per esempio per simulare uno schermo impermeabile. Infatti, quando le interfacce
vengono utilizzate in combinazione con le piastre, l’interfaccia è utilizzata per bloccare
il flusso mentre gli elementi piastra non interferiscono con il flusso idraulico. Nel caso
in cui le interfacce vengano utilizzate in una mesh nella quale esse non devono
interferire con il flusso idraulico e dunque essere perfettamente permeabili, è possibile
disattivarle (si vedano le Sezioni 3.8.3, 3.8.6, 3.9.1).
3-21
MANUALE DI RIFERIMENTO
Figura 3.12 Punti di spigolo rigidi che producono risultati scadenti per le tensioni di
interazione
Figura 3.13 Punti di spigolo flessibili con migliori risultati nel calcolo delle tensioni di
interazione
geometriche. Quindi, gli ancoraggi tra nodo e nodo non divideranno i clusters nè ne
creeranno di nuovi.
Un ancoraggio tra nodo e nodo è un elemento molla elastica a due nodi con rigidezza
costante (rigidezza normale). Questo elemento può essere soggetto a forze di trazione
(per tiranti) così come a forze di compressione (per puntoni). Sia la forza di trazione che
la forza di compressione possono essere limitate dall’utente per consentire la
simulazione della plasticizzazione di tiranti o puntoni. Le proprietà possono essere
inserite nell’archivio dei materiali di tipo ancoraggi (Sezione 3.5.5).
Gli ancoraggi tra nodo e nodo possono essere attivati, disattivati o pretensionati in una
fase di calcolo utilizzando l’opzione Staged construction come Loading input.
3.3.8 GALLERIE
Il comando Tunnel (galleria) può essere utilizzato per creare sezioni trasversali
di gallerie, circolari e non, da inserire nel modello geometrico. Una sezione
trasversale di galleria è composta da archi e linee che possono essere
eventualmente dotate di un rivestimento e di un’interfaccia. La geometria della sezione
3-23
MANUALE DI RIFERIMENTO
trasversale può essere archiviata come un oggetto sul disco rigido (cioè come un file di
estensione .TNL) ed utilizzata in altri progetti. Il comando Tunnel è disponibile dal
sottomenu Geometry o sulla barra degli strumenti.
Tunnel designer
Una volta selezionato il comando galleria, appare la finestra del Tunnel designer, nella
quale è possibile definire le caratteristiche della galleria.
Tipi di gallerie:
Prima di creare la sezione trasversale della galleria si deve selezionare il tipo di
galleria. Le opzioni disponibili sono: None (Nessun tipo), Bored tunnel
(Galleria scavata a tutta sezione) o NATM tunnel (Galleria di tipo NATM).
None: Selezionare questa opzione quando si vuole creare un contorno
geometrico interno al modello composto da differenti tratti e non si ha
intenzione di definire una galleria. Ogni tratto è definito da una linea, un arco o
uno spigolo. Se s’inserisce un valore positivo per il parametro Thickness
(Spessore) il contorno sarà costituito da due linee parallele distanti una quantità
3-25
MANUALE DI RIFERIMENTO
R2
R2
R1
R1 common radial
Figura 3.15 Dettaglio del punto di collegamento tra due tratti dell’estradosso di
una galleria
3-27
MANUALE DI RIFERIMENTO
Galleria simmetrica:
L’opzione Symmetric (Simmetrica) è utilizzabile solo per gallerie di tipo Whole
tunnel (Galleria intera). Quando si seleziona questa opzione, la galleria è
costruita in maniera completamente simmetrica; in questo caso le procedure di
input sono simili a quelle utilizzate quando si definisce soltanto metà galleria
(metà destra). La metà sinistra viene automaticamente realizzata uguale alla
metà destra.
Galleria circolare:
Quando si modifica il raggio di uno dei settori della galleria, la galleria cessa di
essere circolare. Per rendere la galleria circolare può essere selezionata
l’opzione Circular (Circolare); se si seleziona questa opzione tutti i tratti
dell’estradosso diverranno archi aventi lo stesso raggio; in questo caso è
possibile inserire soltanto il raggio del primo tratto dell’estradosso. Questa
opzione viene automaticamente selezionata quando la galleria è del tipo Bored
tunnel.
Il sottomenu Loads (Carichi) contiene i comandi per introdurre carichi distribuiti, carichi
lineari o carichi concentrati e spostamenti imposti nel modello geometrico. Carichi e
spostamenti imposti possono essere applicati ai contorni del modello così come al suo
interno.
3-29
MANUALE DI RIFERIMENTO
Durante il calcolo, su una linea geometrica ove siano applicati sia spostamenti imposti
che carichi, i primi hanno la priorità sui secondi, eccetto il caso in cui gli spostamenti
imposti non siano stati attivati. D’altra parte, quando gli spostamenti imposti sono
applicati su una linea totalmente vincolata, i vincoli hanno la priorità sugli spostamenti
imposti, ciò significa che gli spostamenti su questa linea rimarranno nulli; è inutile
infatti applicare spostamenti imposti su una linea totalmente vincolata.
Sebbene i valori di input degli spostamenti imposti possano essere specificati nel
modello geometrico, i valori effettivi che vengono applicati durante il calcolo possono
essere modificati nel contesto della Staged construction (Sezione 4.7.4). Inoltre, un
sistema di spostamenti imposti può essere incrementato globalmente per mezzo dei
moltiplicatori Mdisp e ΣMdisp (Sezione 4.8.1).
Durante i calcoli, le forze di reazione corrispondenti agli spostamenti imposti nelle
direzioni x ed y sono calcolate e conservate come parametri di output (Force-X, Force-
Y).
3.4.2 VINCOLI
I Fixities (Vincoli) rappresentano spostamenti imposti uguali a zero. Queste condizioni
possono essere applicate a linee geometriche così come a punti geometrici. I vincoli
3-31
MANUALE DI RIFERIMENTO
Standard fixities può essere utilizzato come comando di input comodo e veloce per
molte applicazioni pratiche.
Sebbene i valori globali di input dei carichi distribuiti possano essere specificati nel
modello geometrico, il valore effettivo applicato in un calcolo può essere modificato nel
contesto di una costruzione per fasi (Staged construction, Sezione 4.7.3). Inoltre, una
composizione di carichi esistente può essere incrementata globalmente per mezzo dei
moltiplicatori di carico MloadA (o ΣMloadA) per il sistema di carico A e MloadB (o
ΣMloadB) per il sistema di carico B (Sezione 4.8.1).
Durante i calcoli, su una linea geometrica sulla quale siano stati applicati sia spostamenti
imposti che carichi distribuiti, i primi hanno la priorità sui secondi, purché gli
spostamenti imposti siano attivi; è quindi inutile applicare carichi distribuiti su una linea
che abbia gli spostamenti imposti completamente definiti; quando soltanto una direzione
è imposta mentre l’altra direzione è libera è invece possibile applicare un carico
distribuito nella direzione libera.
I valori di input di un carico concentrato sono espressi in unità di forza (per esempio kN)
ed i valori di un carico distribuito in unità di forza per unità di lunghezza (per esempio
kN/m). I carichi concentrati consistono in una componente lungo x e/o in una lungo y.
Per default, quando si applicano carichi concentrati, il carico sarà di un’unità di forza nel
verso negativo della direzione y. Il valore di input di un carico può essere modificato
cliccando due volte sul corrispondente punto e selezionando il corrispondente sistema di
3-33
MANUALE DI RIFERIMENTO
carico dalla finestra di selezione. Come risultato, si apre la finestra dei carichi
concentrati in cui possono essere specificate le due componenti del carico.
Sebbene i valori di input dei carichi concentrati possano essere specificati nel modello
geometrico, il valore effettivamente applicato durante un calcolo può essere modificato
nel contesto di una costruzione per fasi (Staged construction, Sezione 4.7.3). Inoltre, una
combinazione di carichi esistente può essere incrementata globalmente per mezzo dei
moltiplicatori di carico MloadA (o ΣMloadA) per il sistema di carico A e MloadB (o
ΣMloadB) per il sistema di carico B (Sezione 4.8.1).
Durante i calcoli, su una parte della geometria in cui siano applicati sia spostamenti
imposti che carichi concentrati, gli spostamenti imposti hanno la priorità sui carichi
concentrati, purché gli spostamenti imposti siano attivi. Quindi, è inutile applicare
carichi concentrati su una linea con spostamenti completamente imposti. Quando gli
spostamenti sono imposti soltanto lungo una direzione mentre nell’altra direzione sono
liberi, è possibile applicare un carico concentrato lungo la direzione libera.
3.4.7 DRENI
I Drains (Dreni) vengono utilizzati per imporre linee all’interno della geometria
in cui le sovrappressioni neutre siano nulle. Questa opzione ha significato
soltanto per analisi di consolidazione o calcoli di moti di filtrazione. L’oggetto
Drain (Dreno) può essere selezionato dal sottomenu Geometry o cliccando il pulsante
corrispondente sulla barra degli strumenti. La creazione di un dreno nel modello
geometrico è simile alla creazione di una linea geometrica (Sezione 3.3.1).
In un’analisi di consolidazione le sovrappressioni neutre in tutti i nodi che appartengono
ad un dreno vengono azzerate, invece in un’analisi di moto di filtrazione, vengono
azzerate le pressioni neutre, purché il dreno sia attivo.
I dreni possono essere attivati o disattivati nelle varie fasi di calcolo utilizzando
l’opzione Staged construction come Loading input.
3.4.8 POZZI
I Wells (Pozzi) sono utilizzati per imporre punti all’interno del modello
geometrico in cui una portata nota viene emunta (sorgente) o immessa
(immissione) nel terreno. Questo oggetto ha significato soltanto per calcoli di
moto di filtrazione. L’oggetto Well può essere selezionato dal sottomenu Geometry o
cliccando il pulsante corrispondente sulla barra degli strumenti. La creazione di un
pozzo nel modello geometrico è simile alla creazione di un ancoraggio ad estremità
fissa, ma non è legata a linee geometriche esistenti.
Dopo aver definito un pozzo, la portata (emunta o immessa) può essere specificata
cliccando due volte sul pozzo nel modello geometrico; questo può richiedere un
ingrandimento dell’area in cui è posizionato il pozzo. Come risultato, appare una
finestra relativa al pozzo. In questa finestra la portata può essere specificata con un
valore positivo espresso nell’unità di volume per unità di tempo e per unità di larghezza
uscente dal piano. Inoltre, è possibile specificare se il pozzo sia utilizzato per applicare
una Extraction (Emungimento) dal terreno (portata positiva), sia per applicare una
Infiltration (Immissione) nel terreno (portata negativa).
Prima di eseguire un’analisi del moto di filtrazione, i pozzi possono essere attivati o
disattivati (Sezione 3.9.1).
3-35
MANUALE DI RIFERIMENTO
Geogrids, Anchors) devono appartenere i set di dati dei materiali mostrati nella vista ad
albero. I set di dati dei materiali nella vista ad albero sono identificati da un nome
definito dall’utente. I materiali del tipo Soil & Interfaces possono venire ordinati per
modello costitutivo, per tipo di comportamento o per nome. Le diverse modalità di
ordinamento possono essere selezionate nell’elenco Group order. L’opzione None
(Nessuno) può essere utilizzata per tralasciare l’ordinamento dei set di dati dei materiali.
I piccoli pulsanti tra le due viste ad albero (> e <) possono essere utilizzate per copiare
singoli materiali dall’archivio di progetto all’archivio globale e viceversa. Il pulsante >>
serve per copiare tutti i dati dell’archivio di progetto nell’archivio globale
Figura 3.20 Finestra dei gruppi di materiali in cui è mostrato l’archivio del progetto e
quello globale
Sotto la vista ad albero dell’archivio globale si trovano tre pulsanti. Il pulsante Open
viene utilizzato per aprire un archivio dei materiali esistente (cioè un file con
l’estensione .MDB), che viene quindi adottato come archivio globale. Il pulsante Delete
può essere utilizzato per cancellare un materiale dall’archivio globale. Il pulsante Create
(Crea) viene utilizzato per salvare l’archivio globale dei materiali come archivio a parte.
Per default, l’archivio globale per terreni ed interfacce contiene i materiali di tutte le
lezioni di esercitazione ed è contenuto nel file 'Soildata.MDB', che è immagazzinato
nella sottodirectory DB della directory di programma di PLAXIS. Questo file è
compatibile con files di archivio simili di altri prodotti di PLAXIS. Allo stesso modo, gli
archivi globali per piastre (o travi), geogriglie (o geotessili) ed ancoraggi sono contenuti
rispettivamente nei files 'Beams.MDB', 'Geotex.MDB' ed 'Anchors.MDB'. Questi files
di PLAXIS sono archiviati nella sottodirectory DB della directory di programma di
PLAXIS.
I pulsanti che si trovano sotto la vista ad albero dell’archivio di progetto sono utilizzati
per visualizzare, creare, modificare, copiare o cancellare i set di dati dei materiali. Un
nuovo set di dati viene definito con un click sul pulsante New; come risultato, appare
una nuova finestra di dialogo in cui possono essere inserite le proprietà del materiale o i
parametri del modello. La prima voce da inserire è sempre Identification
(Identificazione), che è il nome del set di dati del materiale definito dall’utente. Dopo
aver completato l’inserimento dei dati il set di dati apparirà nella vista ad albero,
indicato dal suo nome così come definito in Identification.
I set di dati dei materiali esistenti possono essere modificati selezionando i nomi
corrispondenti nella vista ad albero dell’archivio del progetto e cliccando il pulsante
Edit. Selezionando un materiale esistente e cliccando il pulsante Copy viene creato un
nuovo materiale i cui parametri sono uguali a quelli del materiale selezionato (esistente).
Quando un materiale non è più necessario, può essere eliminato selezionandolo e
cliccando il pulsante Delete. In situazioni in cui non è possibile modificare l’archivio del
progetto (e cioè nella modalità Initial conditions o nella modalità Staged construction),
il pulsante Edit è sostituito da pulsante View; cliccando su questo pulsante è possibile
comunque visualizzare i materiali esistenti.
3-37
MANUALE DI RIFERIMENTO
|σ1-σ3| |σ1-σ3|
E
2c cos φ + |σ1-σ3| sin φ
1
-ε1 -ε1
εv εv
1
2 sin ψ
1- sin ψ
Figura 3.21 Risultati di prove triassiali drenate standard (a) e modello elasto-plastico (b)
corrispondente nel modello geometrico. Il nome del set di dati del materiale è
visualizzato nella finestra delle proprietà del cluster. Alle interfacce che sono presenti
dentro o attorno al cluster viene asseganto di default lo stesso set di dati di materiale.
Questo è indicato nella finestra delle proprietà dell’interfaccia come <Cluster material>
(<Materiale del cluster>).
Figura 3.22 Finestra di un set di dati di materiale del tipo Soil & Interface (Terreni ed
interfacce)
Per distinguere tra differenti strati di terreno è possibile definire diversi set di dati.
L’utente può specificare qualunque nome per il set di dati, tuttavia è consigliabile
utilizzare un nome significativo poiché il set di dati apparirà nella vista ad albero
dell’archivio attraverso la sua identificazione. Per il facile riconoscimento del set di dati
nel modello geometrico, ad ogni materiale viene assegnato un colore che appare anche
nella vista ad albero dell’archivio. PLAXIS seleziona un colore di default per ogni
materiale in modo che sia unico, ma questo può essere modificato dall’utente. È
possibile modificare il colore cliccando sulla casella del colore nell’angolo in basso a
sinistra della finestra dei materiali.
Le proprietà nei set di dati dei materiali sono raggruppate in tre schede: General
(Generale), Parameters (Parametri) ed Interfaces (Interfacce). La scheda General
contiene il modello costitutivo del terreno, il tipo di comportamento del terreno e le
proprietà generali del terreno come il peso dell’unità di volume. La scheda Parameters
contiene i parametri di rigidezza e resistenza del modello di terreno selezionato. La
3-39
MANUALE DI RIFERIMENTO
Modello Mohr-Coulomb:
Questo modello ben conosciuto viene utilizzato come una prima
approssimazione del comportamento del terreno in generale. Il modello
richiede cinque parametri, che sono il modulo di Young E, il coefficiente di
Poisson n, la coesione c, l’angolo di attrito j, e l’angolo di dilatanza y.
3-41
MANUALE DI RIFERIMENTO
Tutti i clusters che sono definiti come non drenati si comporteranno come tali,
anche se il singolo cluster o una parte di esso è posizionato al di sopra del
livello di falda. Si noti che devono essere inseriti i parametri di modello
efficaci, e cioè E', n', c', j' e non Eu, vu, cu, (su), ju. Oltre alla rigidezza ed alla
resistenza dello scheletro solido del terreno, PLAXIS aggiunge un modulo di
compressibilità volumetrica per l’acqua e distingue tra tensioni totali, tensioni
efficaci e sovrappressioni neutre:
Tensioni totali: Dp = K u Den
Tensioni efficaci: Dp¢ = (1 - B )Dp = K ¢Den
3-43
MANUALE DI RIFERIMENTO
3-45
MANUALE DI RIFERIMENTO
Figura 3.24 Finestra di un materiale del tipo Soil & Interface (Scheda Parameters del
modello Mohr-Coulomb).
|σ1-σ3| 1 1
E50
E0
strain -ε1
Per i terreni, sia il modulo tangente iniziale che il modulo secante tendono ad aumentare
con la tensione media efficace. Quindi, gli strati profondi di terreno tendono ad avere
una rigidezza maggiore degli strati superficiali. Inoltre, la rigidezza osservata dipende
dal percorso di sollecitazione seguito. La rigidezza è molto più alta per la fase di scarico
e di ricarico piuttosto che per la fase di primo carico. Inoltre la rigidezza del terreno
3-47
MANUALE DI RIFERIMENTO
G=
E
Eoed =
(1 - n )E
2(1 + n ) (1 - 2n )(1 + n )
Se si introduce uno dei parametri di rigidezza alternativi, PLAXIS prenderà in
considerazione il coefficiente di Poisson inserito e calcolerà il modulo di Young
corrispondente.
Coesione (c)
La resistenza dovuta alla coesione ha la dimensione di una tensione. PLAXIS può gestire
sabbie non coesive (c = 0), ma alcune opzioni possono non garantire buone prestazioni;
per evitare complicazioni, è bene che gli utenti con poca esperienza introducano almeno
un piccolo valore (utilizzare c > 0,2 kPa). PLAXIS offre una speciale opzione per
l’introduzione di strati in cui la coesione aumenta con la profondità (si veda Parametri di
Mohr-Coulomb avanzati).
shear
stress f
- s1
- s3
c
- s2 normal
-s 3 -s 2 -s 1 stress
Il tempo richiesto per il calcolo aumenta più o meno esponenzialmente con l’angolo di
attrito. Quindi, angoli di attrito elevati devono essere evitati quando si eseguono calcoli
Figura 3.27 Superficie di rottura nello spazio delle tensioni principali per terreno non
coesivo
L’angolo di attrito determina in gran parte la resistenza a taglio come mostrato in Figura
3.26 per mezzo dei cerchi di Mohr. Una rappresentazione più generale del criterio di
rottura è riportata in Figura 3.27. Il criterio di rottura di Mohr-Coulomb è più adatto a
descrivere il comportamento del terreno rispetto all’approssimazione di Drucker-Prager,
la cui superficie di rottura tende ad essere poco accurata per configurazioni geometriche
assialsimmetriche.
3-49
MANUALE DI RIFERIMENTO
3n '+ B (1 - 2n ' )
o nu = (quando si utilizzano le Manual settings)
3 - B (1 - 2n ' )
Un valore del coefficiente di Poisson non drenato nu implica un corrispondente
modulo di rigidezza volumetrica di riferimento del fluido interstiziale Kw,ref /n:
K w,ref E'
= Ku - K ' in cui K'=
n 3(1 - 2n ' )
3-51
MANUALE DI RIFERIMENTO
ΩtΩ< sn tanji + ci
mentre in campo plastico t è data da:
ΩtΩ= sn tanji + ci
dove ji e ci sono l’angolo di attrito e la coesione (o adesione) dell’interfaccia. Le
proprietà di resistenza delle interfacce sono legate alle proprietà di resistenza dello strato
di terreno adiacente. A ciascun set di dati di materiale tipo terreno ed interfacce è
associato un fattore di riduzione della resistenza per le interfacce (Rinter). Le proprietà
d’interfaccia vengono calcolate a partire dalle proprietà del set di dati di materiale ad
esse assegnato e del fattore di riduzione della resistenza applicando le seguenti regole:
ci = Rinter csoil
Figura 3.29 Finestra relativa ad un materiale di tipo Soil & Interface (scheda Interfaces)
3-53
MANUALE DI RIFERIMENTO
Rigid (Rigida):
Questa opzione viene utilizzata quando l’interfaccia non deve influenzare la
resistenza del terreno circostante. Ad esempio, le interfacce estese attorno agli
spigoli di oggetti strutturali (Figura 3.13) non sono intese a simulare
l’interazione terreno-struttura e non devono avere parametri di resistenza
ridotti. A queste interfacce si deve assegnare l’impostazione Rigid (Rigida, che
corrisponde a Rinter = 1,0); come risultato, le proprietà dell’interfaccia, incluso
l’angolo di dilatanza yi, sono le stesse di quelle del terreno, eccetto per il
coefficiente di Poisson ni.
Manual (Manuale):
Se la resistenza all’interfaccia è impostata su Manual, il valore di Rinter può
essere inserito manualmente. In generale, per un’interazione terreno-struttura
reale l’interfaccia è più debole e più deformabile del terreno ad essa assegnato,
ciò significa che il valore di Rinter deve essere minore di 1,0. In letteratura è
possibile rinvenire i valori da assegnare ad Rinter in relazione al tipo di terreno
ed al materiale costituente le strutture. In assenza di informazioni dettagliate si
può assumere che Rinter è dell’ordine di 2/3. Di norma non dovrebbero essere
adoperati valori di Rinter maggiori di 1,0.
Se l’interfacia è sollecitata in campo elastico si possono verificare sia scorrimenti
(spostamenti relativi nella direzione parallela all’interfaccia) sia distacchi o
sovrapposizioni (cioè spostamenti relativi nella direzione normale all’interfaccia).
L’entità di questi spostamenti è fornita dalle relazioni:
s ti
Spostamenti elastici di distacco =
E oed,i
t ti
Spostamenti elastici di scorrimento =
Gi
In cui Gi è il modulo elastico di taglio dell’interfaccia, Eoed,i è il modulo di compressione
monodimensionale (modulo edometrico) dell’interfaccia e ti è lo spessore virtuale
dell’interfaccia, stabilito durante la generazione delle interfacce nel modello geometrico.
Il modulo di compressione monodimensionale e quello di taglio sono legati dalle
relazioni:
1 -n i
Eoed ,i = 2 Gi
1 - 2n i
2
Gi = Rinter Gsoil £ Gsoil
n i = 0.45
Da queste equazioni risulta chiaro che, qualora ai parametri elastici siano asseganti dei
valori bassi, gli spostamenti elastici potrebbero risultare eccessivamente grandi. D’altra
parte se i valori dei parametri elastici sono troppo grandi, può verificarsi un un cattivo
condizionamento della matrice delle rigidezze. Il fattore chiave nella determinazione
della rigidezza dell’interfaccia è il suo spessore virtuale. Questo valore è scelto in modo
automatico dal programma così da ottenere una rigidezza adeguata. In ogni caso l’utente
può modificare lo spessore virtuale. Ciò può essere fatto nella finestra delle proprietà
che appare dopo aver cliccato due volte su un’interfaccia (Sezione 3.3.5).
3-55
MANUALE DI RIFERIMENTO
Permeabilità dell’interfaccia
Le interfacce non hanno una permeabilità assegnata, ma esse sono, per default,
totalmente impermeabili. In questo modo le interfacce possono essere utilizzate per
impedire il flusso nella direzione ad esse perpendicolare in un’analisi di consolidazione
o in un’analisi del moto di filtrazione, ad esempio per simulare la presenza di uno
schermo impermeabile; ciò è ottenuto separando i gradi di libertà in ognuna delle coppie
di nodi dell’interfaccia. D’altra parte, se nella mesh sono presenti interfacce, può essere
intenzione dell’utente evitare esplicitamente ogni influenza dell’interfaccia sul flusso e
sulla distribuzione delle sovrappressioni neutre, per esempio nelle interfacce attorno agli
spigoli delle strutture (Sezione 3.3.5). In un caso del genere l’interfaccia deve essere
disattivata nella modalità Water conditions (Condizioni idrauliche). Questo può essere
fatto separatamente per un’analisi di consolidazione e per un’analisi del moto di
filtrazione. Per interfacce inattive, i gradi di libertà delle pressioni neutre nelle coppie di
nodi dell’interfaccia sono completamente accoppiati.
In conclusione:
∑ Un’interfaccia attiva è totalmente impermeabile (separazione dei gradi di libertà
delle pressioni neutre nelle coppie di nodi).
∑ Un’interfaccia inattiva è totalmente permeabile (accoppiamento dei gradi di libertà
delle pressioni neutre nelle coppie di nodi).
Nelle precedenti versioni di PLAXIS, alle interfacce era assegnata una permeabilità fisica
perpendicolare all’interfaccia kn ed una permeabilità nella direzione longitudinale ks e
venivano adottati fattori moltiplicativi di tali permeabilità per rendere l’interfaccia
relativamente permeabile o relativamente impermeabile. Questo approccio poteva
portare a risultati non soddisfacenti (flusso significativo attraverso interfacce
impermeabili o problemi numerici). Considerando che la permeabilità delle interfacce è
esclusivamente una caratteristica numerica e non una proprietà fisica, si è deciso di
adottare il nuovo approccio sopradescritto. L’opzione presente nelle precedenti versioni
di PLAXIS per mezzo della quale era possibile impostare la permeabilità dell’interfaccia
su Drain (Dreno) è scomparsa, adesso è disponibile uno speciale elemento Drain
(Sezione 3.4.7).
Proprietà di rigidezza
Per il comportamento elastico è necessario specificare come proprietà del materiale una
rigidezza assiale EA ed una rigidezza flessionale EI. Sia per modelli assialsimmetrici sia
per modelli in stato piano di deformazione i valori di EA ed EI sono espressi in termini
di rigidezza per unità di larghezza nella direzione uscente dal piano. Quindi, la rigidezza
assiale EA viene espressa come forza per unità di larghezza e la rigidezza flessionale EI
viene espressa come forza moltiplicata per lunghezza al quadrato su unità di larghezza.
Attraverso il rapporto tra EI ed EA viene automaticamente calcolato uno spessore
equivalente per la piastra (deq) in base all’equazione:
EI
d eq = 12
EA
Per la modellazione delle piastre, PLAXIS utilizza la teoria della trave di Mindlin
descritta nel Riferimento bibliogarfico 2. Questo significa che, oltre agli effetti della
flessione, sono tenute in considerazione le deformazioni dovute al taglio. La rigidezza al
taglio della piastra è calcolato come:
Rigidezza al taglio =
5 EA
=
(
5 E d eq ∑ 1 m )
12 (1 +n ) 12 (1 +n )
Ciò implica che la rigidezza al taglio sia ottenuta nell’ipotesi che la piastra presenti una
sezione trasversale rettangolare. Nel caso che la piastra simuli un muro con una sezione
omogenea e costante, la deformazione per taglio risulterà correttamente calcolata.
Tuttavia nel caso di profilati metallici, come le palancole, la deformazione per taglio
calcolata potrebbe essere troppo grande. È possibile effettuare un controllo di ciò
valutando il valore di deq. Per elementi in profilati di acciaio, deq deve essere almeno 10
volte più piccolo della lunghezza della piastra in modo tale che le deformazioni per
taglio risultino trascurabili.
Coefficiente di Poisson
Oltre ai suddetti parametri di rigidezza è richiesto un coefficiente di Poisson v. Per
strutture sottili con paricolari profili o strutture che sono relativamente flessibili nella
direzione uscente dal piano (come le paratie di pali), è consigliabile impostare il
coefficiente di Poisson su zero. Per strutture realmente massicce (come muri e paratie a
pannelli in calcestruzzo) è più realistico inserire un reale valore del coefficiente di
Poisson dell’ordine di 0,15.
Poiché PLAXIS prende in considerazione piastre (che si estendono nella direzione
uscente dal piano) piuttosto che travi (strutture monodimensionali), il valore del
coefficiente di Poisson influenzerà la rigidezza flessionale della piastra come segue:
EI
Valore osservato della rigidezza flessionale .
1 -n 2
3-57
MANUALE DI RIFERIMENTO
Peso
Nel set di dati di materiale di tipo Plates (Piastre) può essere introdotto un peso
specifico, esso è espresso come forza per unità di area. Per strutture relativamente
massicce questa forza è, in linea di principio, ottenuta moltiplicando l’unità di peso del
materiale della piastra per lo spessore della piastra. Si noti che in un modello agli
elementi finiti, le piastre sono sovrapposte ad un continuo e quindi risultano coincidenti
con il terreno. Per calcolare accuratamente il peso totale del terreno e delle strutture nel
modello, il peso dell’unità di volume del terreno deve essere sottratto dall’unità di peso
del materiale piastra. Per le palancole metalliche, il peso (forza su unità di area) è
generalmente fornito dal costruttore. Questo valore può essere adottato direttamente
poiché normalmente le paratie occupano un volume relativamente piccolo.
Il peso delle piastre viene attivato insieme al peso del terreno per mezzo del parametro
ΣMweight.
Np
M
Mp Mp
Np
Figura 3.30 Combinazioni tra i valori massimi del momento flettente e dello sforzo
normale
È possibile modificare il set di dati di materiale di una piastra nel contesto di una
costruzione per fasi (Staged construction), tuttavia, è molto importante che il rapporto
EI / EA non venga modificato, poiché questo introdurrebbe una forza non equilibrata
(Sezione 3.3.2).
F
EA =
Dl
l
3-59
MANUALE DI RIFERIMENTO
singolo ancoraggio e non per unità di larghezza nella direzione uscente dal piano. Per
calcolare una rigidezza equivalente per unità di larghezza, deve essere introdotta la
spaziatura Ls lungo la direzione uscente dal piano. Se il tipo di materiale è specificato
come elastoplastico, è possibile introdurre due forze massime Fmax,tens (forza massima di
trazione) e Fmax,comp (forza massima di compressione) espresse nell’unità di forza (anche
queste per singolo ancoraggio). Come per la rigidezza, le forze massime dell’ancoraggio
sono divise per la spaziatura lungo la direzione uscente dal piano in modo da ottenere
l’appropriata forza massima in un’analisi in stato piano di deformazione. Se il tipo di
materiale è impostato su elastico (impostazione di default), le forze massime sono
impostate su 1•1015 secondo l’unità scelta.
In un calcolo di tipo Staged construction (Costruzione per fasi), gli ancoraggi possono
essere pretesi. In un calcolo di questo tipo la forza di pretensionamento in una certa fase
di calcolo può essere introdotta direttamente nella finestra delle proprietà
dell’ancoraggio. La forza di pretensionamento non è considerata come una proprietà del
materiale e per questo motivo non è inclusa tra le caratteristiche dei materiali relativi
agli ancoraggi.
3-61
MANUALE DI RIFERIMENTO
output (Sezione 5.9.4). Il fattore di scala (Sezione 5.4) può essere utilizzato per ridurre
lo spessore grafico delle interfacce. Per ritornare al programma Input, si deve premere il
pulsante Update (Aggiorna).
a 6 nodi. D’altra parte, l’uso di elementi a 15 nodi è più dispendioso, in termini di tempo
di calcolo, dell’uso di elementi a 6 nodi.
3-63
MANUALE DI RIFERIMENTO
comunque, i valori minimo e massimo sono limitati all’intervallo [0,05 ; 5,0]. Dopo aver
selezionato uno dei comandi d’infittimento locale, la mesh viene rigenerata
automaticamente.
Una volta che sia stato creato il modello geometrico e che sia stata generata la mesh agli
elementi finiti, è necessario specificare la configurazione geometrica e lo stato
tensionale iniziali. Ciò viene fatto nella modalità Initial conditions (condizioni iniziali)
del programma Input. La parte del programma di input dedicata alla definizione delle
condizioni iniziali consta di due differenti sottomodalità di funzionamento: una modalità
Water conditions (Condizioni idrauliche) per la generazione delle pressioni neutre e la
modalità Geometry configuration (Configurazione geometrica) per la definizione della
configurazione geometrica iniziale e la generazione dello stato tensionale efficace
iniziale.
Ci si può trasferire da una sottomodalità all’altra per mezzo del 'selettore'
presente nella barra degli strumenti. Dalla nodalità Initial conditions del
programma Input è possibile tornare alla modalità Geometry creation
(Creazione della geometria), ma non è consigliabile, in quanto alcune informazioni
riguardanti le condizioni iniziali verrebbero perse.
PLAXIS generalmente viene utilizzato per analisi in tensioni efficaci in cui viene fatta
una chiara distinzione tra pressioni neutre pactive (Active water pressures), e tensioni
efficaci s' (Effective stresses). Per le pressioni neutre, un’ulteriore distinzione viene fatta
tra pressioni neutre stazionarie psteady e sovrappressioni neutre pexcess:
3-65
MANUALE DI RIFERIMENTO
quindi le pressioni idrauliche esterne potrebbero non essere calcolate con accuratezza
(Figura 3.31); questo avviene perché il valore della pressione idraulica è definito
soltanto ai due punti estremi di una linea geometrica e può variare soltanto linearmente
lungo di essa; quindi, per calcolare accuratamente le pressioni idrauliche esterne, il
livello di falda generale deve preferibilmente attraversare il contorno del modello in
punti geometrici esistenti. A questo scopo, è opportuno introdurre un punto geometrico
aggiuntivo sul contorno della geometria.
inaccurate accurate
Figura 3.31 Modellazione più o meno accurata delle pressioni idrauliche esterne
Il livello di falda generale può essere utilizzato anche per stabilire le condizioni
idrauliche al contorno nel caso che le pressioni neutre debbano essere calcolate sulla
base di un moto di filtrazione (Sezione 3.8.3).
3-67
MANUALE DI RIFERIMENTO
pressioni neutre per quel particolare cluster di terreno. Se un livello di falda di cluster è
stato assegnato per errore ad un particolare cluster, esso può essere ripristinato a livello
di falda generale selezionando General phreatic level (Livello di falda generale); ne
risulta che il livello di falda di cluster viene cancellato.
Oltre al livello di falda generale ed al comando Cluster phreatic level sono disponibili
altre opzioni, spiegate più avanti.
Figura 3.32 Finestra Cluster pore pressure distribution (Distribuzione delle pressioni
neutre nel cluster)
3-69
MANUALE DI RIFERIMENTO
Contorno impermeabile
Un Closed flow boundary (Contorno impermeabile) può essere posizionato
lungo il contorno del modello geometrico per assicurare che non si verifichi
alcun flusso attraverso il contorno (contorno impermeabile). Questa opzione
può essere selezionata cliccando il pulsante Closed flow boundary sulla barra degli
strumenti o selezionando lo strumento corrispondente dal sottomenu Geometry.
L’introduzione di un contorno impermeabile è simile alla creazione di una linea
geometrica. Tuttavia, un contorno impermeabile può essere posizionato soltanto
esattamente sopra linee geometriche esistenti sul contorno esterno del modello
geometrico.
Quando una linea geometrica del contorno del modello viene impostata come Closed
flow boundary su quel contorno è ancora possibile imporre una quota piezometrica.
Sebbene la quota piezometrica non sarà utilizzata come condizione al contorno
dell’analisi di moto di filtrazione, essa verrà utilizzata per generare le pressioni
idrauliche esterne applicate in una successiva analisi di deformazione.
Superfici di deflusso
I problemi di flusso in cui sia presente una superficie libera della falda possono causare
la presenza di una superficie di deflusso sui contorni del modello, come mostrato in
Figura 3.33; una tale superficie si manifesterà sempre quando una superficie di falda
interseca un contorno come ad esempio il paramento di valle di una diga. La superficie
di deflusso non è una linea di flusso o una linea equipotenziale, invece è una linea su cui
la quota piezometrica, h, eguaglia la quota geometrica y (= coordinata verticale); questa
condizione è determinata dal fatto che la pressione neutra sulla superficie di deflusso è
nulla, condizione che esiste anche sulla superficie libera della falda.
3-71
MANUALE DI RIFERIMENTO
Figura 3.33 Flusso attraverso un rilevato con l’indicazione di una superficie di deflusso
Figura 3.34 Finestra Water pressure generation (Generazione delle pressioni neutre)
3-73
MANUALE DI RIFERIMENTO
di filtrazione) è basato su un calcolo agli elementi finiti che utilizza la mesh generata, le
permeabilità dei clusters di terreno e le condizioni idrauliche al contorno (quote
piezometriche imposte e contorni impermeabili; Sezione 3.8.3). Questa generazione è
più complessa e per questa ragione più dispendiosa in termini di tempo, rispetto alla
generazione attraverso i livelli di falda, ma i risultati possono essere più appropriati,
ammesso che vengano scelti in modo opportuno i parametri di input aggiuntivi.
Quando alcuni clusters sono stati disattivati nella modalità Geometry configuration
(Sezione 3.9.1), i clusters inattivi non prendono parte dell’analisi del moto di filtrazione,
ma la pressione neutra nei punti d’integrazione all’interno dei clusters inattivi viene
determinata successivamente con riferimento al General phreatic level. Quindi, se
clusters inattivi sono posizionati (parzialmente) al di sotto del livello di falda generale,
vi sarà una distribuzione idrostatica della pressione neutra al di sotto del livello di falda
generale, invece al di sopra di essa, le pressioni neutre saranno nulle. La finestra di
dialogo Water pressure generation consente un diretto passaggio alla modalità
Geometry configuration per attivare o disattivare i clusters. Ciò può essere fatto
cliccando il pulsante Change configuration (Modifica configurazione) Dopo che sia
stata effettuata la selezione desiderata, si può ritornare alla finestra Water presure
generation cliccando il pulsante Continue (Continua) sulla barra degli strumenti.
Selezionando Groundwater calculation è necessario selezionare le impostazioni per i
parametri di controllo della procedura iterativa. In generale, è possibile utilizzare le
Standard settings (Impostazioni standard). Per maggiori dettagli sull’analisi del moto di
filtrazione, si veda la Sezione 3.8.5.
3-75
MANUALE DI RIFERIMENTO
In conclusione:
∑ Un’interfaccia attiva è totalmente impermeabile (separazione dei gradi di libertà
delle pressioni neutre nelle coppie di nodi).
∑ Un’interfaccia inattiva è totalmente permeabile (accoppiamento dei gradi di libertà
delle pressioni neutre nelle coppie di nodi).
Un’analisi del moto di filtrazione in regime stazionario può essere utilizzata sia per
problemi di flusso confinato sia non confinato. La determinazione della posizione delle
superfici libere di falda e l’associata lunghezza della superficie di deflusso è uno dei
principali obiettivi di un’analisi di un moto di filtrazione non confinato. In questo caso è
necessario utilizzare una procedura di soluzione iterativa. Per problemi di flusso
confinato, comunque, non è strettamente necessaria una procedura di soluzione iterativa,
poiché può essere ottenuta una soluzione diretta. Tuttavia, se si esegue un’analisi del
moto di filtrazione con PLAXIS, l’utente deve impostare i parametri di controllo della
procedura iterativa, poiché non è noto a priori se il flusso sarà confinato o non confinato.
In generale, possono essere utilizzate le Standard settings implementate, che
normalmente conducono ad una soluzione accettabile; in alternativa, l’utente può
introdurre manualmente i parametri di controllo.
Figura 3.35 Finestra dei parametri di controllo dell’analisi del moto di filtrazione
Over-relaxation (Rilassamento):
Questo è il fattore di rilassamento della procedura di soluzione iterativa.
Utilizzando l’impostazione standard il fattore Over-relaxation è impostato su
1,0, cioè il rilassamento non viene applicato. Un fattore di rilassamento
maggiore di 1,0 può essere applicato per accelerare il processo di iterazione,
ma tale operazione può anche causare la divergenza del calcolo. Il limite
superiore teorico del fattore di rilassamento è 2,0.
Limitazioni:
Sebbene i concetti relativi ai terreni parzialmenti saturi sono adottati nella procedura di
soluzione iterativa per la determinazione di una superficie libera della falda, il nucleo di
calcolo per l’analisi del moto di filtrazione in regime stazionario in PLAXIS Versione 8
non è progettato per l’analisi del flusso in terreni parzialmente saturi. L’analisi del flusso
in terreni parzialmente saturi richiede relazioni più complesse tra la permeabilità del
3-77
MANUALE DI RIFERIMENTO
In conclusione:
∑ Un’interfaccia attiva è totalmente impermeabile (separazione dei gradi di libertà
delle sovrappressioni neutre nelle coppie di nodi).
∑ Un’interfaccia inattiva è totalmente permeabile (accoppiamento dei gradi di libertà
delle sovrappressioni neutre nelle coppie di nodi).
Non è possibile impostare sovrappressioni neutre come condizioni al contorno per
un’analisi di consolidazione. Le sovrappressioni neutre all’inizio di un’analisi di
consolidazione possono soltanto essere il risultato di calcoli precedenti in cui siano stati
utilizzati clusters non drenati, cioè clusters in cui il parametro Material type del
materiale ad esso assegnato sia stato impostata su Undrained. Per maggiori informazioni
sulle analisi di consolidazione si veda le Sezioni 4.4.2, 2.5.4 ed il Scientific Manual.
3-79
MANUALE DI RIFERIMENTO
sulla barra degli strumenti oppure selezionando Initial stress (Tensioni iniziali) dal
menumenu Generate. Come risultato, appare una finestra di dialogo con una tabella in
cui, tra vari altri parametri, possono essere inseriti i valori di K0 (Figura 3.36). Il
significato degli altri parametri della finestra sono descritti qui sotto:
ΣMweight:
Prima di inserire i valori nella tabella si deve assegnare un valore al parametro
ΣMweight; questo parametro rappresenta la frazione di gravità che viene
applicata. In generale, può essere accettato il valore di default di 1,0 e ciò
implica l’attivazione dell’intero peso del terreno. Per annullare tensioni iniziali
generate precedentemente, ΣMweight deve essere impostato su zero e si
dovranno rigenerare le tensioni iniziali.
Cluster:
La prima colonna mostra il numero del cluster. Introducendo un valore nella
tabella il corrispondente cluster è indicato nella finestra principale sullo sfondo
(tratteggiato a quadri in rosso). Se necessario, la finestra di generazione di
tensioni iniziali può essere spostata in un’altra posizione dello schermo per
mostrare il cluster indicato.
Model:
La seconda colonna mostra il materiale che assegnato nel particolare cluster
(Elastic = Modello elastico; MC = Modello Mohr-Coulomb; Hard Soil =
Modello di terreno incrudente; SS = Modello di terreno compressibile; SS-
3-81
MANUALE DI RIFERIMENTO
OCR e POP:
La terza e la quarta colonna sono utilizzate per introdurre il rapporto di
sovraconsolidazione (OCR) o la pressione di precarico (POP). Ciascuno di
questi valori è utilizzato per generare le pressioni di preconsolidazione per il
modello Soft Soil (Creep) o per il modello Hardening Soil. Utilizzando altri
modelli costitutivi del materiale l’introduzione di OCR e POP non è
applicabile. Per maggiori informazioni si veda il Material Models Manual.
K0:
La quinta colonna viene utilizzata per inserire il valore di K0 per tutti i singoli
clusters. Il valore K0 di default è basato sulla formula di Jaky (1-sinj), ma
questo valore può essere sostituito dall’utente; inserendo un valore negativo per
K0 si reimposterà il valore di default. Si faccia attenzione ai valori di K0 molto
bassi o molto alti, poiché essi possono causare plasticizzazioni iniziali (si veda
Appendice A).
Premendo il pulsante <Ok>, si avvia la generazione delle tensioni iniziali. La K0 –
procedure considera soltanto il peso del terreno e calcola soltanto le tensioni efficaci e le
pressioni neutre negli elementi di terreno e nelle interfacce. I carichi esterni ed i pesi
degli elementi strutturali non sono presi in considerazione; quindi, l’attivazione di
carichi ed oggetti strutturali nella configurazione iniziale non ha alcun effetto.
s 'n ,0 = ∑ Mweight ∑ g i ◊ hi - pw s 'h,0 = K 0s 'n , 0
i
ove gi è il peso dell’unità di volume dello strato i, hi è la profondità dello strato i e pw è la
pressione neutra iniziale nel punto d’integrazione.
Utilizzare valori di K0 che differiscono sostanzialmente dall’unità può a volte portare ad
uno stato tensionale iniziale che viola il criterio di Coulomb. Sebbene PLAXIS corregga
tali stati tensionali per conformarsi al criterio di Coulomb, lo stato tensionale risultante
può essere diverso da quello atteso; l’utente può facilmente controllare se ciò è avvenuto
ispezionando il diagramma dei Plasic points (Punti in stato plastico), che può essere
selezionato dal menu Stresses nel programma Output. Se il diagramma mostra molti
punti in stato plastico rossi (Punti di Coulomb), il valore di K0 deve essere scelto più
prossimo a 1,0. Se c’è un piccolo numero di punti in stato plastico, è consigliabile
eseguire uno 'step di calcolo plastico nullo'. Se si utilizza il modello Hardening Soil o il
modello Soft Soil e si definisce uno stato tensionale normalconsolidato (OCR = 1,0 e
POP = 0,0), il diagramma dei punti in stato plastico mostra molti 'cap points' blu. Gli
utenti non devono necessariamente preoccuparsi per questi punti di plasticizzazione
poiché essi indicano soltanto uno stato tensionale normalconsolidato.
Per ritornare al programma Input, dopo aver visionato i risultati della generazione delle
tensioni iniziali, si deve premere il pulsante Update (Aggiorna).
Con la generazione delle tensioni iniziali, la definizione della situazione iniziale del
modello agli elementi finiti è completa. Cliccando il pulsante <Calculate> (Calcola)
sulla barra degli strumenti, appare una finestra di dialogo in cui si richiede all’utente di
salvare i dati; per fare ciò si può utilizzare un nome di file esistente (premere
semplicemente Yes) o utilizzare un nuovo nome (premere Save as). Il secondo comando
può essere utilizzato anche per creare una copia di un modello precedentemente
generato; come risultato appare la finestra di scelta file in cui può essere specificato il
nome del file. Quando è stato creato un nuovo modello che non sia stato ancora salvato,
si deve digitare un nome di file in entrambi i comandi di salvataggio. Premendo il
pulsante No, i dati non saranno salvati, e tutti dati inseriti dopo una precedente azione di
salvataggio verranno persi.
Premendo il pulsante <Cancel> si chiuderà la finestra di dialogo, dopodiché si ritornerà
alla modalità Initial conditions del programma Input. In tutti gli altri casi (<Save>,
<Save as> e <No>) il programma Input viene chiuso e si avvia il programma
Calculations.
3-83
MANUALE DI RIFERIMENTO
4 CALCOLI
Dopo la generazione del modello agli elementi finiti, può essere eseguito l’effettivo
calcolo agli elementi finiti ed è pertanto necessario definire quale tipo di calcolo debba
essere effettuato e quali tipi di sollecitazioni o fasi di costruzione debbano essere attivati
durante i calcoli; ciò viene fatto nel programma Calculations.
PLAXIS consente di svolgere diversi tipi di calcolo agli elementi finiti. I moti di
filtrazione sono stati illustrati nel capitolo precedente dedicato al programma Input, dal
momento che un’analisi del moto di filtrazione è utilizzata solitamente per generare una
distribuzione delle pressioni neutre da utilizzare come input per un’analisi di
deformazione. Il programma Calculations, considera soltanto analisi di deformazione e
distingue tra calcoli di tipo Plastic (Plastico), Consolidation (Analisi di consolidazione),
Phi-c reduction (Analisi di stabilità con il metodo della riduzione dei parametri di
resistenza) e Dynamic (Dinamico); quest’ultima opzione richiede la presenza del PLAXIS
Dynamics module, che è disponibile come un’estensione della Versione 8. I primi tre tipi
di calcolo (Plastic, Consolidation, Phi-c reduction) consentono opzionalmente di
prendere in considerazione gli effetti dei grandi spostamenti. Questa opzione è
denominata Updated mesh (Mesh aggiornata) ed è disponibile fra le opzioni avanzate. I
diversi tipi di calcolo sono illustrati nella Sezione 4.4.2.
Nella pratica ingegneristica, un progetto è suddiviso in fasi esecutive; analogamente, un
processo di calcolo in PLAXIS è anch’esso suddiviso in fasi di calcolo. Esempi di fasi di
calcolo sono l’attivazione di un particolare carico, la simulazione di uno stadio della
costruzione, l’introduzione di un periodo di consolidazione, il calcolo del fattore di
sicurezza, ecc.. Ogni fase di calcolo è generalmente suddivisa in un numero di steps
(passi) di calcolo; ciò è necessario in quanto il comportamento non lineare del terreno
richiede che le sollecitazioni vengano applicate per incrementi successivi (chiamati steps
di carico). In molti casi, tuttavia, è sufficiente specificare la situazione che deve essere
raggiunta alla fine della fase di calcolo. In PLAXIS, procedure robuste ed automatiche
sono dedicate alla suddivisione in adeguati steps di carico.
4-1
MANUALE DI RIFERIMENTO
! Se la lista delle fasi di calcolo non è visibile o è troppo corta, può essere allargata
trascinando verso il basso il margine inferiore della finestra principale del
programma Calculations.
Il sottomenu File:
Open (Apri) Per aprire un progetto per il quale si devono definire fasi
di calcolo; viene presentata la finestra di scelta file.
Save (Salva) Per salvare su disco la situazione corrente della lista di
calcolo.
Print (Stampa) Per stampare l’elenco delle fasi di calcolo.
Work directory (Directory di lavoro) Per impostare la directory nella quale
verranno archiviati i progetti di PLAXIS.
(recent projects) (progetti recenti) Per aprire rapidamente uno dei quattro
progetti più recenti.
Exit (Esci) Per uscire dal programma.
Il sottomenu Edit:
Next phase (Fase successiva) Per evidenziare la fase successiva nella lista
dei calcoli; se questa non esiste, viene inserita una nuova fase.
4-3
MANUALE DI RIFERIMENTO
Insert phase (Inserisci fase) Per inserire una nuova fase di calcolo nella
posizione della fase correntemente evidenziata.
Delete phase (Elimina fase) Per eliminare la fase o le fasi di calcolo
selezionate.
Copy to clipboard (Copia su blocco appunti) Per copiare la lista delle fasi di
calcolo sul blocco degli appunti di Windows® (Clipboard).
Select all (Seleziona tutto) Per selezionare tutte le fasi di calcolo.
Il sottomenu View:
Calculation manager (Gestore dei calcoli) Per avviare la finestra del Calculation
manager, da cui possono essere controllati tutti i processi di
calcolo attivi.
Select points for curves (Seleziona punti per le curve) Per selezionare nodi e punti
d’integrazione per la generazione delle curve carico-cedimento
e dei percorsi di sollecitazione.
Il sottomenu Calculate:
Current project (Progetto corrente) Per avviare il processo di calcolo del
progetto corrente.
Multiple projects (Calcoli in cascata) Per selezionare un progetto per il quale
deve essere avviato il processo di calcolo; viene presentata la
finestra di scelta file e dopo la selezione di un progetto, questo
viene aggiunto alla finestra del Calculation manager.
Si consideri un nuovo progetto per il quale non sia stata definita nessuna fase di calcolo;
in questo caso, l’elenco dei calcoli contiene soltanto una riga, indicata come Initial
phase con numero di fase 0; questa riga rappresenta la situazione iniziale del progetto
come definito nella modalità Initial conditions del programma Input. La Initial phase è
il punto di partenza per ulteriori calcoli. Per introdurre la prima fase di calcolo del
progetto corrente, si deve premere il pulsante Next (Successiva), appena sopra l’elenco
dei calcoli, dopodiché appare una nuova riga. In alternativa, il comando Next phase può
essere selezionato dal menu Edit. Quando è stato avviato il programma Calculations
cliccando il pulsante <Calculate> nella modalità Initial conditions, è stata introdotta
automaticamente una prima generica fase di calcolo.
Dopo l’introduzione della nuova fase di calcolo, questa deve essere definita utilizzando
le schede General (Generale), Parameters (Parametri) e Multipliers (Moltiplicatori)
nella parte superiore della finestra. Premendo il pulsante <Invio> o il tasto <Tab> dopo
ogni parametro di input, l’utente viene guidato attraverso tutti i parametri; la maggior
parte di essi hanno un’impostazione di default, il che semplifica l’input. In generale, per
definire una fase di calcolo è necessario considerare soltanto pochi parametri. Maggiori
dettagli sui vari parametri vengono forniti nelle sezioni seguenti.
Quando tutti i parametri sono stati impostati, l’utente può scegliere di definire un’altra
fase di calcolo o di avviare il processo di calcolo. L’introduzione e la definizione di
un’altra fase di calcolo può essere effettuata nello stesso modo visto sopra. Il processo di
calcolo può essere avviato cliccando il pulsante <Calculate> sulla barra degli strumenti
o, in alternativa, selezionando il comando Current project nel menu Calculate. Non è
necessario definire necessariamente tutte le fasi prima di iniziare il processo di calcolo
in quanto il programma consente di definire nuove fasi di calcolo anche dopo che le
precedenti fasi siano state calcolate.
4-5
MANUALE DI RIFERIMENTO
La scheda General viene usata per definire le impostazioni generali delle singole fasi di
calcolo (Figura 4.2).
Phase (Fase):
Le voci nel riquadro Phase possono essere usate per identificare la fase di
calcolo e, quel che più conta, per determinare l’ordine delle fasi di calcolo
stabilendo quella cui ci si deve riferire come punto di partenza per il calcolo
corrente (Sezione 4.4.1).
4-7
MANUALE DI RIFERIMENTO
dissipazione delle sovrappressioni neutre nel tempo. Se non è stata selezionata l’opzione
Updated Mesh (Mesh aggiornata) nella finestra delle impostazioni generali avanzate, il
calcolo viene eseguito in accordo con la teoria delle piccole deformazioni. La matrice di
rigidezza in un calcolo plastico normale è riferita alla geometria indeformata originaria.
Questo tipo di calcolo è appropriato nella maggior parte delle applicazioni pratiche di
tipo geotecnico.
Sebbene possa essere specificato un intervallo di tempo, un calcolo plastico non tiene
conto degli effetti del tempo, eccetto quando venga utilizzato il modello Soft Soil Creep
(si veda il Material Models Manual). Considerando la rapida sollecitazione di terreni
argillosi saturi, un calcolo plastico può essere utilizzato per il caso limitato di
comportamento perfettamente non drenato utilizzando l’opzione Undrained tra le
caratteristiche dei materiali. Un’analisi perfettamente drenata può invece essere
adoperata per stimare i cedimenti a lungo termine; questa fornirà infatti una predizione
accurata della situazione finale, sebbene nel calcolo non venga simulata l’esatta storia
tensionale ed il processo di consolidazione non sia esplicitamente considerato.
Per maggiori dettagli sulle formulazioni teoriche, si può fare riferimento al Scientific
Manual.
condizione di partenza per un’altra fase di calcolo perché termina con una condizione di
rottura; per questo motivo è consigliabile definire tutte le analisi di stabilità alla fine
dell’elenco delle fasi di calcolo ed utilizzare il parametro Start from phase come
riferimento per la fase di calcolo per la quale è stato calcolato il fattore di sicurezza.
Quando si esegue un’analisi di stabilità, nessun carico può essere contemporaneamente
incrementato, infatti, il Phi-c reduction è uno speciale calcolo plastico; in questo caso
l’input di un incremento di tempo non è in genere rilevante.
Quando si esegue un calcolo di tipo Phi-c reduction con modelli di terreno avanzati, il
comportamento di questi sarà ridotto a quello del modello Mohr-Coulomb, poiché nel
calcolo saranno trascurati sia la dipendenza della rigidezza dallo stato tensionale sia
l’incrudimento plastico. In questo caso, la rigidezza viene calcolata all’inizio della fase
di calcolo e mantenuta costante fino al suo completamento.
Per ulteriori dettagli sul processo Phi-c reduction si veda la Sezione 4.9.
4-9
MANUALE DI RIFERIMENTO
aggiornata, purché venga utilizzata l’opzione Reset displacements to zero (Azzera gli
spostamenti; Sezione 4.6).
Si noti che un’analisi con mesh aggiornata richiede molto più tempo ed è meno robusta
di un calcolo normale; quindi questa opzione deve essere adottata solo in casi
particolari.
Quando in un calcolo agli elementi finiti è implicata la plasticità dei terreni, le equazioni
divengono non lineari; ciò significa che ogni fase di calcolo deve essere risolta in una
serie di steps di calcolo (step o incrementi di carico). Una parte importante della
procedura di soluzione non lineare è la scelta delle dimensioni degli steps e
dell’algoritmo di soluzione da utilizzare.
Durante ogni incremento di carico, gli errori di equilibrio nella soluzione sono
successivamente ridotti utilizzando una serie di iterazioni. La procedura iterativa è
basata su un metodo delle tensioni iniziali accelerato. Se lo step di calcolo è della
dimensione adatta, il numero delle iterazioni richieste sarà relativamente piccolo, di
solito circa cinque o dieci; se la dimensione dello step è troppo piccola, allora sono
necessari molti steps per raggiungere il livello di carico desiderato ed il tempo richiesto
dal computer diventa eccessivo; d’altra parte, se la dimensione dello step è troppo
grande allora il numero delle iterazioni necessarie per raggiungere l’equilibrio può
divenire eccessivo o la procedura di soluzione può anche divergere.
In PLAXIS sono disponibili varie procedure per la soluzione di problemi di plasticità non
lineare; tutte le procedure sono basate su una selezione automatica della dimensione
dello step. Sono disponibili le seguenti procedure: Load advancement ultimate level
(Livello ultimo dell’incremento di carico), Load advancement number of steps (Numero
di steps dell’incremento di carico) ed Automatic time stepping (Incremento automatico
del tempo). Gli utenti non devono occuparsi della corretta scelta di queste procedure,
poiché PLAXIS utilizzerà automaticamente da sé la procedura più appropriata per
garantire la prestazione ottimale.
Le procedure automatiche d’incremento del carico sono controllate da un certo numero
di parametri di controllo di calcolo (Sezione 4.6.1). Vi è una comoda impostazione di
default per la maggior parte dei parametri, che stabilisce un equilibrio tra robustezza,
accuratezza ed efficienza. Gli utenti possono influenzare le procedure di soluzione
automatica regolando manualmente i parametri di controllo. In questo modo è possibile
avere un controllo più rigoroso sulle dimensioni degli steps e sull’accuratezza. Prima di
procedere alla descrizione dei parametri di controllo del calcolo, viene fornita una
descrizione dettagliata delle procedure di soluzione stesse.
4-11
MANUALE DI RIFERIMENTO
raggiunto lo stato o il livello di carico specificato o quando viene identificata una rottura
del terreno. Per default, il numero degli Additional steps (Incrementi o steps aggiuntivi)
è impostato su 250, ma questo parametro non riveste un ruolo importante, poiché nella
maggior parte dei casi il calcolo si arresta prima che sia raggiunto il numero di steps
aggiuntivi.
Una proprietà importante di questa procedura di calcolo consiste nel fatto che lo stato o i
valori del carico totale da applicare sono specificati dall’utente. Un calcolo plastico in
cui la modalità di carico (Loading input) é impostata su Staged construction o Total
multipliers utilizza la procedura Load advancement ultimate level.
La dimensione del primo step di calcolo è ottenuta automaticamente utilizzando uno dei
seguenti metodi:
∑ PLAXIS esegue uno step di calcolo di prova e determina un’adatta dimensione dello
step sulla base della prova.
∑ PLAXIS imposta lo step di calcolo iniziale uguale allo step di calcolo finale del
rispettivo calcolo precedente.
Generalmente viene adottato il primo metodo. Il secondo metodo viene utilizzato
soltanto se la sollecitazione applicata durante lo step corrente è simile a quella applicata
durante il precedente step di carico, per esempio se il numero di steps di carico applicato
nel precedente calcolo si è dimostrato insufficiente.
Il calcolo procederà fino a quando viene soddisfatto uno dei tre seguenti criteri:
∑ Il carico totale specificato è stato applicato. In questo caso la fase di calcolo è
terminata con successo ed il seguente messaggio viene visualizzato nel riquadro
Log info della scheda General: 'Prescribed ultimate state fully reached' (Stato
ultimo prescritto completamente raggiunto).
∑ Il numero massimo di steps di carico aggiuntivi specificato è stato utilizzato. In
questo caso è probabile che il calcolo si sia fermato prima che sia stato applicato il
carico totale specificato ed il seguente messaggio viene visualizzato nel riquadro
Log info: 'Prescribed ultimate state not reached; Not enough load step' (Stato
ultimo prescritto non raggiunto; insufficienti steps di carico). È consigliabile
ricalcolare la fase di calcolo con un maggiore numero di Additional steps.
∑ Un carico di collasso è stato raggiunto. In questo caso il carico totale specificato
non è stato applicato; si assume che si sia verificata la rottura quando il carico
applicato si riduce in due successivi steps di calcolo. Nel riquadro Log info viene
visualizzato il messaggio seguente: 'Prescribed ultimate state not reached; Soil
body collapses' (Stato ultimo prescritto non raggiunto; il terreno collassa).
4-13
MANUALE DI RIFERIMENTO
250, ma questo numero può essere modificato nell’intervallo compreso tra 1 e 1000; lo
stesso si applica ad un calcolo di tipo Phi-c reduction, eccetto il parametro Additional
steps che in questo caso è, per default, impostato su 30.
4-15
MANUALE DI RIFERIMENTO
invece gli steps intermedi sono meno importanti; se lo si desidera, l’opzione Delete
intermediate step può essere deselezionata per conservare tutti gli steps intermedi. Se
una fase di calcolo non termina con successo tutti gli steps di calcolo vengono
conservati, indipendentemente dalla selezione dell’opzione Delete intermediate step; ciò
consente un’accurata valutazione della causa del problema.
algoritmo di soluzione è di assicurare che gli errori di equilibrio, sia localmente che
globalmente, rimangano entro limiti accettabili (Sezione 4.17). I limiti di errore adottati
in PLAXIS sono strettamente legati al valore del Tolerated error.
Nell’ambito di ogni step, il programma di calcolo continua ad effettuare iterazioni finché
gli errori calcolati non siano minori del valore specificato. Se l’errore tollerato è
impostato su un valore alto, il calcolo sarà relativamente rapido ma può risultare poco
accurato. Se viene adottato un basso valore di errore tollerato il tempo di calcolo del
computer può divenire eccessivo. In generale, l’impostazione standard di 0,03 è adatta
per la maggior parte dei calcoli.
exact solution
displacement
load load
displacement displacement
(a) (b)
4-17
MANUALE DI RIFERIMENTO
Over-relaxation (Rilassamento)
Per ridurre il numero delle iterazioni necessarie per la convergenza, PLAXIS fa uso di
una procedura di rilassamento come indicato in Figura 4.6. Il parametro che controlla il
grado di rilassamento è il fattore Over-relaxation; il valore del limite superiore teorico è
2,0, ma questo valore non deve mai essere utilizzato. Per angoli di attrito bassi, per
esempio j'<20°, un fattore di rilassamento di circa 1,5 tende ad ottimizzare la procedura
iterativa. Se il problema riguarda terreni con angoli di attrito più alti, tuttavia, può essere
richiesto un valore più basso; l’impostazione standard di 1,2 è accettabile nella maggior
parte dei calcoli.
caso in cui vengono modellati terreni con angoli di attrito molto bassi. Per generare una
risposta carico-spostamento più regolare, in questi casi, i calcoli devono essere ripetuti
con valori più piccoli per questi parametri, per esempio:
Desired minimum = 3 Desired maximum = 7
Se gli angoli attrito sono relativamente alti o se vengono utilizzati modelli di terreno di
ordine superiore, può essere appropriato aumentare il minimo e massimo desiderati
rispetto al loro valore standard per ottenere una soluzione senza l’uso di un tempo
computazionale eccessivo; in questi casi si suggeriscono i seguenti valori:
Desired minimum = 7 Desired maximum = 15
In questo caso si raccomanda di aumentare il parametro Maximum iterations a 75.
Arc-length control
La procedura Arc-length control è selezionata per default in un calcolo di tipo Plastic o
in un calcolo di tipo Phi-c reduction per ottenere carichi di rottura attendibili in calcoli
a carico controllato (Riferimento bibliografico 9). La procedura Arc-length control non è
disponibile per analisi di tipo Consolidation.
load load
arc
step 3 step 3
step 2 step 2
step 1 step 1
load control arc-length control
displacement displacement
(a) (b)
Figura 4.7 Procedura iterativa per il normale controllo di carico (a) e con arc-length
control (b)
4-19
MANUALE DI RIFERIMENTO
H 2g w (1 - 2n )(1 + n )
Dtcritical = (triangoli a 15 nodi)
80 k y E (1 - n )
H 2g w (1 - 2n )(1 + n )
Dtcritical = (triangoli a 6 nodi)
40 k y E (1 - n )
Extrapolation (Estrapolazione)
La Extrapolation è una procedura numerica automaticamente utilizzata in PLAXIS nel
caso in cui un tipo di carico che è stato applicato in un certo step di calcolo è applicato
anche nello step successivo; in questo caso, la risposta in termini di spostamenti al
precedente incremento di carico può essere utilizzata come stima iniziale della risposta
per il nuovo incremento di carico; sebbene la prima stima non sia generalmente esatta (a
causa del comportamento non lineare del terreno), la soluzione è di solito migliore di
quella che si basa sul metodo delle tensioni iniziali (metodo basato sull’uso della matrice
di rigidezza elastica) (Figura 4.8). Dopo la prima iterazione, le successive sono basate
sulla matrice di rigidezza elastica, come nel metodo delle tensioni iniziali (Riferimento
bibliografico 20). Ciò nonostante, utilizzando il parametro Extrapolation il numero
totale di iterazioni necessarie per raggiungere l’equilibrio è minore di quello necessario
senza l’uso di estrapolazione. La procedura di estrapolazione è particolarmente utile
quando il terreno è fortemente plasticizzato.
load load
displacement displacement
(a) (b)
Figura 4.8 Differenza tra predizione elastica (a) ed estrapolazione dallo step
precedente (b)
4-21
MANUALE DI RIFERIMENTO
carico, e/o distribuzione delle pressioni neutre, nella modalità Staged construction
(Sezione 4.7).
∑ Carico inteso come incremento o decremento di una predefinita combinazione di
forze esterne, ottenuto modificando i Total multipliers (Moltiplicatori totali). In
questo caso, il livello totale di carico che deve essere raggiunto al termine della
fase di calcolo è definita inserendo i valori dei Total multipliers nella scheda
Multipliers.
∑ Carico inteso come incremento o decremento di una predefinita combinazione di
forze esterne, ottenuto modificando gli Incremental multipliers (Moltiplicatori
incrementali). In questo caso, il primo incremento di carico è definito inserendo i
valori degli Incremental multipliers nella scheda Multipliers, e questo carico viene
proseguito negli steps seguenti.
Quando si seleziona Phi-c reduction è disponibile soltanto l’opzione Incremental
multipliers.
In un’analisi di tipo Consolidation, sono disponibili le seguenti opzioni:
∑ Consolidazione e simultaneo carico, inteso come modifica della combinazione di
carichi, stato tensionale, peso proprio, resistenza o rigidezza degli elementi,
ottenuta modificando il carico e la configurazione geometrica o la distribuzione
delle pressioni neutre per mezzo di Staged construction. È necessario specificare
un valore per il parametro Time interval, che in questo caso, ha il significato di
periodo di consolidazione totale applicato nella corrente fase di calcolo. Il primo
incremento di tempo applicato è stabilito in base al parametro First time step nella
finestra Calculations control parameters. Anche se si desidera consentire un certo
periodo di consolidazione senza sollecitazioni aggiuntive, si deve selezionare
l’opzione Staged construction.
∑ Consolidazione senza sollecitazioni aggiuntive finché tutte le sovrappressioni
neutre non siano diminuite al di sotto di un certo valore minimo, specificato dal
parametro P-stop. Per default, P-stop è impostato su 1 unità di tensione, ma questo
valore può essere modificato dall’utente. Si noti che il parametro P-stop è espresso
in valore assoluto e si applica sia a pressioni positive che a pressioni negative.
L’input di Time interval (Intervallo di tempo) non è applicabile in questo caso
poiché non può essere determinato a priori quanto tempo sia necessario per
soddisfare il requisito di pressione neutra minimo. Il primo incremento di tempo
applicato è stabilito in base al parametro First time step nella finestra Calculations
control parameters.
∑ Consolidazione e simultaneo carico, inteso come incremento o decremento di una
predefinita combinazione di forze esterne, ottenuto modificando il parametro
Incremental multipliers. È necessario specificare un valore per il parametro Time
increment espresso nell’unità di tempo. Il Time increment imposta in questo caso il
primo intervallo di tempo applicato e determina la velocità di carico, la
4-23
MANUALE DI RIFERIMENTO
Prima di specificare i carichi esterni, il Time interval del calcolo può essere specificato
nel riquadro Loading input della scheda Parameters. Time interval è il tempo coinvolto
nella corrente fase di calcolo, espressa nell’unità di tempo specificata nella finestra
General settings del programma Input. Un valore diverso da zero è rilevante soltanto se
viene utilizzato il Soft Soil Creep model. La combinazione dei moltiplicatori totali e
dell’intervallo di tempo determina la velocità di sollecitazione applicata durante il
calcolo.
Oltre al Time interval, al termine della fase di calcolo viene dato il valore Estimated end
time (Istante finale stimato), che è una somma di tutti gli intervalli di tempo delle fasi di
calcolo precedenti incluso quella corrente. Se la fase di calcolo è stata eseguita, viene
invece fornito il Realised end time (Istante finale effettivo), che è il tempo totale che è
stato effettivamente raggiunto al termine della fase di calcolo.
sovrappressione neutra che si è dissipata ad almeno il (100-x)% del loro valore iniziale
manifestato immediatamente dopo la sollecitazione. L’opzione Minimum pore pressure
(Pressione neutra minima) può essere utilizzata per specificare il grado di
consolidazione finale in ogni analisi. Per specificare un valore appropriato della
pressione neutra minima P-stop, è necessario determinare il massimo assoluto delle
sovrappressioni neutre immediatamente dopo la sollecitazione, questo parametro, Pmax,
viene mostrato nella scheda Multipliers della fasi di calcolo precedente quando si
seleziona l’opzione Reached values (Sezione 4.8.2). Un adatto valore di P-stop può
essere determinato dall’espressione:
P-stop = Pmax (100-x)%
Per esempio, per consolidare al 90%, l’appropriato valore di P-stop è un decimo di
Pmax.
Time increment, Time interval, Realised end Time, Estimated end time
(Incremento di tempo, intervallo di tempo, istante finale effettivo, istante
finale stimato):
Questi parametri controllano il progredire del tempo durante i calcoli. Tutti i parametri
legati al tempo sono espressi nell’unità di tempo definita nella scheda Dimensions della
finestra General settings. Un valore diverso da zero per i parametri Time increment o
Time interval è rilevante soltanto quando viene eseguita un’analisi di consolidazione o
quando si utilizzano modelli costitutivi del terreno funzioni del tempo (come il modello
Soft Soil Creep). Il significato dei vari parametri legati al tempo è descritto sotto:
∑ Time increment è l’incremento di tempo considerato in un singolo step (il primo
step) della fase di calcolo corrente.
∑ Time interval è il periodo di tempo totale considerato nella fase di calcolo corrente.
∑ Realised end time è il tempo cumulato effettivo al termine di una fase di calcolo.
∑ Estimated end time è una stima del tempo cumulato alla fine della fase che deve
essere calcolata; questo parametro è stimato in base al Time interval della fase
corrente ed al Realised end time o Estimated end time della fase precedente.
L’opzione Staged construction (Costruzione per fasi) è la più importante tra le opzioni
del riquadro Loading input. Con questa speciale funzionalità di PLAXIS è possibile
modificare la configurazione geometrica e di carico disattivando o riattivando i carichi, i
clusters di volume o gli oggetti strutturali definiti durante l’input della geometria. La
Staged construction consente un’accurata e realistica simulazione di varie sollecitazioni,
processi di costruzione e di scavo; l’opzione può anche essere utilizzata per riassegnare
4-25
MANUALE DI RIFERIMENTO
4-27
MANUALE DI RIFERIMENTO
Cominciando con un solo strato ed aggiungendo uno strato al di sopra del primo, si
darà luogo a dei cedimenti della superficie. Se un terzo strato viene
successivamente aggiunto al secondo, gli sarà assegnata una deformazione iniziale
corrispondente ai cedimenti della superficie.
∑ Se un elemento viene (ri)attivato ed il Material type delle corrispondenti
caratteristiche dei materiali è stato impostato su Undrained, l’elemento si
comporterà temporaneamente come non drenato nella fase in cui l’elemento è stato
attivato; questo serve per consentire l’instaurarsi, nel terreno appena attivato, delle
tensioni efficaci dovute al peso proprio. Se l’elemento rimane attivo nelle
successive fasi di calcolo, in queste fasi, viene considerato l’originario tipo di
comportamento del materiale.
4-29
MANUALE DI RIFERIMENTO
Moltiplicatori corrispondenti
I valori effettivi dello spostamento imposto applicati durante un calcolo sono
determinati, di volta in volta, dal prodotto del valore di input dello spostamento imposto
e del corrispondente moltiplicatore di carico (ΣMdisp). Il moltiplicatore ΣMdisp viene
utilizzato per incremenatre (o decrementare) globalmente tutti gli spostamenti imposti
(Sezione 4.8.1). Comunque, in generale non è necessario modificare il moltiplicatore
quando si applicano o si modificano spostamenti imposti per mezzo di un processo di
costruzione per fasi, poiché se esso è zero, il programma imposterà automaticamente
all’unità il corrispondente moltiplicatore. Si noti che se il valore del moltiplicatore non è
né zero né pari all’unità, lo spostamento imposto effettivamente applicato nel calcolo è
diverso dal valore di input dello spostamento imposto come introdotto nella modalità
Staged construction.
4-31
MANUALE DI RIFERIMENTO
La modifica di certe proprietà, per esempio quando si sostituisce torba con sabbia densa,
può introdurre significative forze squilibrate. Tali forze squilibrate sono ridistribuite
durante un calcolo di tipo Staged construction; questa è la ragione più importante per la
quale la riassegnazione di un set di dati di materiale è considerata parte di un processo di
costruzione per fasi.
Nel caso in cui si modifichi il set di dati di materiale di una piastra è importante
ricordare che un cambiamento nel rapporto EI/EA comporta una variazione dello
spessore equivalente deq e dunque della distanza che separa i punti d’integrazione; se una
tale modifica venisse eseguita in presenza di sollecitazioni agenti sull’elemento trave, ne
risulterebbe un cambiamento della distribuzione dei momenti flettenti, cosa questa che è
evidentemente inaccettabile. Pertanto, qualora venga modificato il set di dati di
materiale di una piastra nel corso di un’analisi è opportuno che il rapporto EI/EA sia
mantenuto immutato.
4-33
MANUALE DI RIFERIMENTO
Scavo ed aggottamento
Particolare attenzione è rivolta qui alla simulazione di scavi ed aggottamenti eseguiti per
stadi, come considerato nella Lezione 4 (Capitolo 6) del Manuale di Esercitazione. Se si
effettua l’aggottamento di uno scavo ed il fondo dello scavo non è completamente
chiuso da uno strato impermeabile, allora s’instaurerà un moto di filtrazione. Questo
4-35
MANUALE DI RIFERIMENTO
processo può essere simulato in PLAXIS per mezzo di un’analisi del moto di filtrazione.
Il moto di filtrazione influenza la distribuzione delle pressioni neutre nel terreno da esso
interessato.
Per una situazione di questo tipo, le condizioni al contorno di un moto di filtrazione
possono essere convenientemente impostate modificando il livello di falda generale in
modo che esso rappresenti, prima la quota del pelo libero della falda sul contorno
esterno della geometria e poi rappresenti la stessa ad una quota inferiore all’interno dello
scavo. È quindi verosimile che il livello di falda generale sia definita da diversi punti.
Basandosi su questo livello di falda generale, PLAXIS imposta automaticamente una
quota piezometrica sui contorni permeabili della geometria, incluso i nuovi contorni
interni scaturiti dallo scavo, cioè linee geometriche che separano clusters attivi da
clusters inattivi. I setti possono essere resi impermeabili attivando gli elementi
interfaccia adiacenti, purché la permeabilità dell’interfaccia sia impostata su
Impermeable (Impermeabile) (sezione 3.3.5). Se viene modellata soltanto una metà
simmetrica dello scavo, allora l’asse di simmetria deve essere reso impermeabile
utilizzando lo strumento Closed flow boundary (Contorno impermeabile); questo si può
anche applicare al contorno di base, se qui il terreno è effettivamente impermeabile.
Dopo che siano state impostate le condizioni al contorno, le pressioni neutre possono
essere generate cliccando il pulsante <Generate water pressures> (Genera pressioni
neutre) sulla barra degli strumenti. Nella finestra Water pressure generation si deve
selezionare l’opzione Groundwater calculation (Analisi del moto di filtrazione).
Quando le pressioni neutre sono generate per mezzo di un’analisi del moto di filtrazione,
il livello di falda generale viene utilizzato, per comodità, per impostare le condizioni al
contorno dell’analisi del moto di filtrazione e per generare le pressioni esterne
dell’acqua in un’analisi di deformazione; in questo caso il livello di falda generale non
ha significato all’interno dei clusters di terreno attivi, poiché la distribuzione delle
pressioni neutre all’interno di essi è computata nell’analisi del moto di filtrazione in base
alle condizioni al contorno ed alla permeabilità del terreno.
4-37
MANUALE DI RIFERIMENTO
valore di ΣMstage può essere paragonato a 1-b. Per proceder con la seconda fase del
metodo b, il livello ultimo di ΣMstage deve essere limitato a 1-b mentre si disattivano i
clusters della galleria; ciò si può ottenere cliccando il pulsante Advanced mentre
l’opzione Staged construction è stata selezionata nel riquadro Loading input della
scheda Parameters. In generale, si deve fare attenzione con un livello ultimo di ΣMstage
minore di 1,0, poiché questo è associato ad una forza squilibrata, risultante al termine
della fase di calcolo. In questo caso la successiva fase di calcolo è un calcolo di tipo
Staged construction in cui la costruzione della galleria viene completata attivando il
rivestimento della galleria. Per default, il livello ultimo di ΣMstage è 1,0; quindi la forza
squilibrata residua verrà applicata alla geometria che adesso include il rivestimento.
Figura 4.13 Rappresentazione schematica del metodo b per l’analisi delle gallerie di
tipo NATM
Vi sono due possibili ragioni che spiegano una fase di costruzione incompleta:
∑ La rottura del terreno è avvenuta durante il calcolo; ciò significa che non è
possibile terminare lo stadio di costruzione. Si noti che in questo caso la forza
squilibrata è ancora parzialmente non ridistribuita, quindi i successivi calcoli a
partire dall’ultima fase di calcolo sono privi di significato.
∑ Il massimo numero di steps era insufficiente; in questo caso lo stadio di
costruzione deve essere continuato eseguendo un altro calcolo di costruzione per
fasi che sia direttamente avviato senza modifiche nella configurazione geometrica
o nelle pressioni neutre. In alternativa, la fase può essere ricalcolata utilizzando un
numero più elevato di Additional steps. Si consiglia di non applicare ogni altro tipo
di sollecitazione finché il moltiplicatore ΣMstage non abbia raggiunto il valore 1,0.
Nel caso di uno stadio di costruzione non terminato, il carico che è stato effettivamente
applicato differisce dalla configurazione di carico. Il valore raggiunto dal moltiplicatore
ΣMstage può essere utilizzato nel seguente modo per stimare il carico che è stato
effettivamente applicato:
fapplied = f0 + ΣMstage (fdefined – f0)
in cui fapplied è il carico che è stato effettivamente applicato, f0 è il carico all’inizio della
fase di calcolo (cioè il carico raggiunto alla fine della precedente fase di calcolo) ed
fdefined è la configurazione di carico definita.
4-39
MANUALE DI RIFERIMENTO
Mdisp, ΣMdisp:
Questi moltiplicatori controllano l’intensità degli spostamenti imposti inseriti
nella modalità Staged construction (Sezione 4.7.4). Il valore totale dello
spostamento prescritto applicato in un calcolo è il prodotto dei corrispondenti
valori di input introdotti nella modalità Staged construction ed il parametro
ΣMdisp. Quando si applicano spostamenti introducendo un valore di input per
gli spostamenti imposti nella modalità Staged construction ed il valore di
ΣMdisp è ancora zero, questo viene automaticamente impostato all’unità. Il
valore di ΣMdisp può essere utilizzato per incrementare o decrementare
globalmente lo spostamento imposto. Nei calcoli in cui il Loading input è stato
impostato su Incremental multipliers, Mdisp è utilizzato per specificare un
incremento globale dello spostamento imposto nel primo step di calcolo.
Mweight, ΣMweight:
In PLAXIS è possibile eseguire calcoli in cui si applicano progressivamente i
carichi dovuti ai pesi propri. I moltiplicatori Mweight e ΣMweight controllano
la frazione di gravità standard applicata nell’analisi e quindi la frazione dei pesi
delle unità di volume dei materiali (terreno, acqua e strutture) come specificato
nel programma Input. La frazione totale dei pesi dei materiali applicata in un
calcolo è data dal parametro ΣMweight. Nei calcoli in cui il Loading input è
stato impostato su Incremental multpliers, Σmweight è utilizzato per specificare
l’incremento del peso nel primo step di calcolo.
Il moltiplicatore è applicato ai pesi delle unità di volume dei materiali così
come al peso specifico dell’acqua. Quindi, se ΣMweight è zero allora il peso
del terreno non viene preso in considerazione e tutte le pressioni neutre
(escluso eventuali sovrappressioni generate durante sollecitazioni non drenate)
saranno anch’esse uguali a zero. Se ΣMweight è impostato su 1,0 verrà
applicato l’intero peso del terreno e dell’acqua. Un valore di ΣMweight
maggiore di 1,0 non è generalmente utilizzato, fatta eccezione per la
simulazione di una prova in centrifuga.
ΣMweight può avere un valore maggiore di zero all’avvio del programma
Calculations; è questo il caso in cui sia stata utilizzata la K0-procedure per la
generazione del campo di tensioni iniziali nella modalità Initial conditions del
programma Input; in questo caso il valore di ΣMweight è impostato su 1,0, per
default, all’inizio dell’analisi, per tenere conto dell’intero peso del terreno e
delle pressioni neutre.
Maccel, ΣMaccel
Questi moltiplicatori controllano l’intensità delle forze pseudo-statiche come
risultato delle componenti di accelerazione introdotte nella finestra General
settings del programma Input (Sezione 3.2.2). L’intensità totale
dell’accelerazione applicata durante il calcolo è il prodotto dei valori di input
dei componenti di accelerazione e del parametro ΣMaccel. Inizialmente, il
valore di ΣMaccel è impostato su zero. Nei calcoli in cui il Loading input è
stato impostato su Incremental multipliers, Maccel può essere utilizzato per
specificare l’incremento dell’accelerazione del primo step di calcolo.
Forze pseudo-statiche possono essere attivate soltanto se il peso del materiale è
già attivo (ΣMweight = 1). Per ΣMweight = 1 e ΣMaccel = 1 entrambe le forze
di gravità e le forze pseudo-gravitazionali sono attive. La figura qui sotto
fornisce una visione d’insieme delle diverse combinazioni tra peso del terreno
4-41
MANUALE DI RIFERIMENTO
Msf, ΣMsf:
Questi moltiplicatori sono associati all’opzione Phi-c reduction di PLAXIS per il
calcolo dei fattori di sicurezza (Sezione 4.9). Il moltiplicatore totale ΣMsf è
definito come il quoziente dei parametri di resistenza originali e dei parametri
di resistenza ridotti e controlla la riduzione di tanj e c in un dato stadio
dell’analisi. ΣMsf è impostato su 1,0 all’inizio di un calcolo in modo da
impostare tutte le resistenze dei materiali ai loro valori non ridotti. Msf è
utilizzato per specificare il fattore di riduzione dei parametri di resistenza che
ha luogo nel primo step di calcolo; il primo valore è di default impostato su 0,1,
che è stato dimostrato essere generalmente un buon valore di partenza.
ΣMstage:
Il parametro ΣMstage è associato all’opzione Staged construction di PLAXIS
(Sezione 4.7); questo moltiplicatore totale fornisce la frazione di una fase di
costruzione che è stata completata. Senza input da parte dell’utente, il valore di
ΣMstage è sempre zero all’inizio di un’analisi di costruzione per fasi ed al
termine sarà generalmente pari a 1,0. È possibile specificare un livello ultimo
più basso di ΣMstage utilizzando l’opzione Advanced della scheda Parameters;
comunque, è necessario fare attenzione con questa opzione. Nei calcoli in cui
Loading input non è specificato come Staged construction, il valore di ΣMstage
rimane zero.
ΣMarea:
Il parametro ΣMarea è anch’esso associato alla opzione Staged construction.
Questo parametro fornisce la frazione del volume totale di clusters nel modello
geometrico che è correntemente attiva. Se tutti i clusters di terreno sono attivi
allora ΣMarea ha il valore 1,0.
Stiffness:
Non appena una struttura è sollecitata e si sviluppano condizioni di plasticità, la
rigidezza complessiva della struttura diminuirà. Il parametro Stiffness
(Rigidezza) fornisce un’indicazione della perdita di rigidezza che ha luogo a
causa della plasticità del materiale. Il parametro è un numero pari a 1,0 quando
la struttura è completamente elastica e si riduce progressivamente non appena
si sviluppano le condizioni di plasticità.
A rottura il valore è approssimativamente zero. È possibile avere valori
negativi per questo parametro se si verifica il fenomeno del 'softening'.
Force-X, Force-Y:
Questi parametri indicano le forze di reazione corrispondenti agli spostamenti
imposti diversi da zero (Sezione 3.4.1). Nei modelli in stato piano di
deformazione, Force-X e Force-Y sono espressi nell’unità di forza su unità di
larghezza nella direzione uscente dal piano. In modelli assialsimmetrici, Force-
X e Force-Y sono espressi nell’unità di forza per radiante; per calcolare la forza
di reazione totale sotto un plinto circolare simulato da cedimenti imposti,
Force-Y deve essere moltiplicato per 2p. Force-X e Force-Y sono i valori delle
forze totali rispettivamente nelle direzioni x ed y, applicate in corrispondenza di
spostamenti imposti diversi da zero.
4-43
MANUALE DI RIFERIMENTO
Pmax:
Il parametro Pmax è associato al comportamento di materiale non drenato e
rappresenta la sovrappressione massima assoluta nella mesh, espressa nell’unità
di tensione. Per una sollecitazione in condizioni non drenate durante un calcolo
plastico Pmax generalmente cresce, decresce invece durante un’analisi di
consolidazione.
resistenza disponibil e
SF = = valore di ∑ Msf a rottura
resistenza a rottura
4-45
MANUALE DI RIFERIMENTO
Procedure di calcolo
Per eseguire un’analisi con mesh aggiornata si deve premere il pulsante Advanced
(Avanzate) nella casella Calculation type (Tipo di calcolo) della scheda General. Come
risultato, appare la finestra Advanced general settings (Impostazioni generali avanzate)
in cui può essere selezionata l’opzione Updated mesh (Mesh aggiornata). I calcoli con
mesh aggiornata sono eseguiti utilizzando procedure di iterazione simili a quelle previste
per i calcoli plastici convenzionali in PLAXIS, così come descritte nelle sezioni
precedenti; per questo un’analisi con mesh aggiornata utilizza gli stessi parametri;
comunque, a causa dell’effetto delle grandi deformazioni, la matrice di rigidezza è
sempre aggiornata all’inizio dello step di calcolo. A causa di questa procedura ad alcuni
termini aggiuntivi ed a formulazioni più complesse, la procedura iterativa in un’analisi
con mesh aggiornata è considerevolmente più lenta di quella per un’analisi plastica
convenzionale.
Considerazioni pratiche
L’analisi con mesh aggiornata tende a richiedere più tempo di calcolo di un’equivalente
calcolo plastico convenzionale; per questo motivo si raccomanda, quando è in studio un
nuovo progetto, che venga effettuato un calcolo plastico convenzionale prima di tentare
un’analisi con mesh aggiornata.
Non è possibile fornire semplici linee guida che possano essere seguite per indicare
quando un’analisi con mesh aggiornata è necessaria e quando è invece sufficiente
un’analisi convenzionale. Un semplice approccio potrebbe essere quello di ispezionare
la mesh deformata al termine di un calcolo convenzionale utilizzando il comando
Deformed mesh nel programma Output. Se le variazioni della geometria sono grandi (in
scala reale!) allora si può presumere che gli effetti geometrici siano significativi; in
questo caso il calcolo deve essere ripetuto utilizzando l’opzione di aggiornamento della
mesh. Non può essere deciso con certezza dalle entità generali delle deformazioni
ottenute da un calcolo plastico convenzionale se gli effetti geometrici siano importanti o
no. Se l’utente dubita che un’analisi con mesh aggiornata sia necessaria o meno allora la
questione può essere risolta soltanto effettuando un’analisi con mesh aggiornata e
confrontando i risultati con l’equivalente analisi convenzionale.
In generale, non è appropriato utilizzare un calcolo con mesh aggiornata quando viene
utilizzata la procedura Gravity loading per impostare il campo di tensioni iniziali. Gli
spostamenti risultanti dal Gravity loading sono privi di significato fisico e devono per
questo motivo essere azzerati, tuttavia l’azzeramento degli spostamenti non è consentito
dopo un’analisi con mesh aggiornata; in definitiva, la procedura Gravity loading
dovrebbe essere impiegata solo in un calcolo plastico convenzionale.
Passare da un normale calcolo plastico o da un’analisi di consolidazione ad un’analisi
con mesh aggiornata è possibile soltanto quando gli spostamenti vengono azzerati,
poiché una serie di analisi con mesh aggiornata deve partire da una geometria
indeformata. Non è possibile passare da un calcolo con mesh aggiornata ad un normale
calcolo plastico o ad un’analisi di consolidazione, poiché tutti gli effetti delle grandi
deformazioni verrebbero improvvisamente ignorati.
Dopo che è stata definita la fase di calcolo e prima che il processo di calcolo sia avviato,
l’utente può selezionare alcuni punti per la generazione di curve carico-spostamento o
percorsi di sollecitazione. Durante i calcoli le informazioni relative a questi punti
selezionati vengono conservate in files separati. Dopo il calcolo, con il programma
Curves, si possono generare curve carico-cedimento o percorsi di sollecitazione; la
generazione di queste curve è basata sulle informazioni immagazzinate nel file separato;
non è pertanto possibile generare curve per punti che non siano stati preselezionati.
I punti possono essere introdotti selezionando il comando Select points for
curves (Seleziona punti per le curve) dal menu View o cliccando il pulsante
corrispondente sulla barra degli strumenti; come risultato, viene aperto il
programma Output che visualizza la mesh agli elementi finiti con tutti i nodi. Per la
generazione di curve carico-spostamento è possibile selezionare fino a 10 nodi. La
selezione avviene muovendo il puntatore del mouse sul nodo desiderato e cliccando il
pulsante sinistro del mouse; i nodi selezionati vengono indicati da lettere in ordine
alfabetico; queste lettere riappariranno nel programma Curves per identificare i punti per
4-47
MANUALE DI RIFERIMENTO
Dopo che sono state definite le fasi di calcolo e sono stati selezionati i punti per le curve,
può essere avviato il processo di calcolo. Prima di cominciare il processo, comunque, è
utile controllare l’elenco delle fasi di calcolo; in linea di principio, tutte le fasi indicate
con una freccia blu (→) verranno eseguite nel processo di calcolo; per default, quando si
definisce una fase di calcolo, essa è automaticamente selezionata per l’esecuzione. Una
fase di calcolo precedentemente eseguita viene indicata da un segno di controllo verde
(√) se il calcolo è stato eseguito con successo, altrimenti esso è indicato da una crocetta
rossa (×). Per selezionare o deselezionare una fase di calcolo per l’esecuzione, si deve
cliccare due volte sulla corrispondente riga; in alternativa, si può premere il pulsante
destro del mouse sulla corrispondente riga e si deve selezionare Mark calculate (Segna
come 'da calcolare') o Unmark calculate (Rimuovi segno 'da calcolare') dal menu a
comparsa del puntatore.
4-49
MANUALE DI RIFERIMENTO
Tolerance (Tolleranza):
Il valore Tolerance (Tolleranza) è il massimo errore di equilibrio globale
consentito. Il valore della tolleranza corrisponde al valore del Tolerated error
(Errore tollerato) nelle impostazioni della procedura iterativa. Il processo di
iterazione continuerà almeno finché l’errore globale non sarà maggiore della
tolleranza. Per maggioridettagli si veda la Sezione 4.17.
4-51
MANUALE DI RIFERIMENTO
Cap/Hard points:
Un Cap point si può presentare se viene utilizzato il modello Hardening Soil o
il modello Soft Soil e se allo stato tensionale in un punto corrisponde un valore
della tensione di sovraconsolidazione equivalente coincidente con la effettiva
tensione di sovraconsolidazione (OCR = 1,0). Un Hard(ening) point si può
presentare se è utilizzato il modello Hardening Soil e se allo stato tensionale in
un punto corrisponde un valore dell’angolo di attrito mobilitato che eccede il
massimo valore attinto nella storia di carico precedente.
Apex points:
Questi sono particolari punti in stato plastico in cui la tensione tangenziale
ammissibile è zero, cioè tmax = c + s tanj = 0. La procedura iterativa tende a
divenire lenta quando il numero di Apex points è troppo grande.
Gli apex points possono essere evitati selezionando l’opzione Tension cut-off
nei set di dati di materiale per terreno ed interfacce.
Una volta terminato il processo di calcolo, l’elenco dei calcoli viene aggiornato; le fasi
di calcolo che sono state terminate con successo sono indicate da un simbolo di
controllo verde (√), invece le fasi che non sono terminate con successo sono indicate da
una crocetta rossa (×); inoltre, i messaggi relativi ai calcoli sono visualizzati nella
casella Log info della scheda General.
Quando una fase di calcolo viene evidenziata come calcolata, la barra degli strumenti
mostra un pulsante Output; selezionando una fase di calcolo terminata e cliccando il
pulsante Output, i risultati della fase selezionata sono direttamente visualizzati nel
programma Output. L’utente può selezionare più fasi di calcolo nello stesso tempo
tenendo premuto il tasto <Shift> sulla tastiera mentre seleziona un fase di calcolo, i
risultati di tutte le fasi di calcolo selezionate sono visualizzati in finestre separate nel
programma Output. In questo modo, i risultati di differenti fasi di calcolo possono essere
facilmente confrontati.
Si deve fare attenzione con le modifiche ai dati di input (nel programma Input) tra due
fasi di calcolo; in generale, ciò non si deve fare, poiché l’input cessa di essere coerente
con i dati di calcolo. In alcuni casi ci sono altri modi per apportare modifiche tra due fasi
di calcolo, al posto di modificare i dati di input stessi.
4-53
MANUALE DI RIFERIMENTO
Durante ogni step di calcolo PLAXIS esegue una serie di iterazioni per ridurre gli errori
di squilibrio della soluzione. Per terminare questa procedura iterativa quando gli errori
saranno divenuti accettabili, è necessario che vengano stimati in modo automatico gli
errori di squilibrio durante un processo iterativo; a questo scopo vengono utilizzati due
indicatori di errore separati; uno di questi è una misura dell’errore di equilibrio globale e
l’altro è un controllo di errore locale. Per terminare la procedura iterativa i valori di
entrambi questi indicatori devono essere al di sotto di limiti prefissati. I due indicatori di
errore e le associate procedure iterative di controllo dell’errore sono descritti nel seguito
equilibrium
stress
A
stress
B constitutive
stress
strain
s e -s c
Errore locale =
Tmax
In questa equazione il numeratore è una norma della differenza tra il tensore delle
tensioni di equilibrio se ed il tensore delle tensioni costitutive sc. Questa norma è
definita da:
4-55
MANUALE DI RIFERIMENTO
σe - σc = (σ e
xx
c
- σ xx) (
2
) (
2
+ σ eyy - σ cyy + σ zz
e c
- σ zz e
+ σ xy ) (
2 c
- σ xy ) (
2
) (
2
+ σ eyz - σ cyz + σ zx
e c
- σ zx )
2
(s e
n - s nc ) + (t
2 e
-t c )
2
Errore locale =
ci - s nc tan j i
Ove sn e t rappresentano rispettivamente le tensioni normale e tangenziale
nell’interfaccia. Per quantificare il grado di accuratezza locale, viene utilizzato il
concetto di Inaccurate plastic points (Punti in stato plastico poco accurati). Un punto in
stato plastico è definito poco accurato se l’errore locale eccede il valore di Tolerated
error (Errore tollerato) specificato dall’utente (si veda la Sezione 4.6.1).
Le principali grandezze di output di un calcolo agli elementi finiti sono gli spostamenti
dei nodi e le tensioni nei punti d’integrazione; inoltre, quando un modello agli elementi
finiti coinvolge elementi strutturali, in questi elementi vengono calcolate forze
strutturali. Un ampio gruppo di strumenti sono disponibili in PLAXIS per visualizzare i
risultati di un’analisi agli elementi finiti; la serie di strumenti che possono essere
selezionati dal programma Output è descritta in questo capitolo.
Questa icona rappresenta il programma Output che contiene tutti gli strumenti
per visualizzare ed elencare i risultati dei dati di input generati e dei calcoli agli
elementi finiti. All’avvio del programma Output, l’utente deve selezionare il
modello e l’appropriata fase di calcolo o il numero di step del quale si debbano
visualizzare i risultati. Dopo la selezione si apre una prima finestra di output, che
visualizza la mesh deformata.
La finestra principale del programma Output contiene le voci seguenti (Figura 5.1).
Figura 5.1 Barra degli strumenti nella finestra principale del programma Output
Menu Output:
Il menu Output contiene tutti i comandi per le operazioni e gli strumenti di
output del programma Output; i comandi di menu possono cambiare, in
funzione del tipo di output attivo. Alcuni comandi sono disponibili anche come
pulsanti sulla barra degli strumenti.
Moduli di output:
I moduli sono finestre su cui è visualizzato un particolare output; questi
possono contenere grafici del modello intero, grafici di speciali oggetti del
modello, o tabelle dei dati di output. È possibile aprire simultaneamente più
moduli di output.
5-1
MANUALE DI RIFERIMENTO
menu a tendina che può essere utilizzato per selezionare direttamente il tipo di
visualizzazione delle grandezze mostrate; per esempio, gli spostamenti possono
essere visualizzati sotto forma di Arrows (Frecce), Contours (Isolinee) o
Shadings (Gradazioni); altre grandezze possono essere visualizzate in altri
modi.
Il menu principale del programma Output contiene sottomenu a tendina che coprono la
maggior parte dei comandi per la gestione dei files, trasferimento di dati e
visualizzazione di grafici e tabelle. Il principale tipo di risultati di un calcolo agli
elementi finiti è rappresentato da tensioni e deformazioni; pertanto, questi due aspetti
costituiscono la parte principale del menu Output. Quando si visualizza un intero
modello geometrico, il menu consiste nei sottomenu File, Edit (Modifica), View
(Visualizza), Geometry (Geometria), Deformations (Deformazioni), Stresses (Tensioni),
Window (Finestra) ed Help (Aiuto). Il menu dipende sempre dal tipo di dati che è
visualizzato nel modulo di output.
Il sottomenu File:
Open (Apri) Per aprire un progetto per il quale si deve visualizzare
l’output; si apre la finestra di scelta file.
Close (Chiudi) Per chiudere il modulo di output attivo.
Close all (Chiudi tutti) Per chiudere tutti i moduli di output.
Print (Stampa) Per stampare l’output attivo su una stampante
selezionata; si apre la finestra di stampa.
Work directory (Directory di lavoro) Per impostare la directory di default nella
quale verranno salvati i files di progetto di PLAXIS.
Report generation (Generazione di relazione) Per generare una relazione di
calcolo con i dati di input ed i risultati dei calcoli.
(recent projects) (progetti recenti) Per aprire rapidamente uno dei quattro
progetti più recenti.
Exit (Esci) Per chiudere il programma.
Il sottomenu Edit:
Copy (Copia) Per copiare l’output attivo nel blocco degli appunti di
Windows® (Clipboard).
Scale (Scala) Per modificare la scala della grandezza visualizzata.
Interval (Intervallo) Per modificare l’intervallo di valori della grandezza
visualizzata nei grafici con isolinee (Contours) e con gradazioni
(Shadings).
Scan line (Linea di scansione) Per modificare la linea di scansione che
visualizza le lettere associate alle isolinee. Dopo la selezione, la
linea di scansione deve essere tracciata con il mouse. Premere il
pulsante sinistro del mouse ad un estremo, tenere il pulsante del
premuto e spostare il mouse all’altro estremo. Una lettera
apparirà su ogni intersezione tra la linea di scansione ed
un’isolinea.
Il sottomenu View:
Zoom in (Ingrandisci) Per ingrandire un’area rettangolare sullo schermo
per una vista più dettagliata. Dopo la selezione, l’area da
ingrandire deve essere specificata con il mouse; premere il
pulsante sinistro del mouse ad un angolo dell’area da
ingrandire; tenere premuto il pulsante del mouse e spostare il
mouse all’angolo opposto dell’area da ingrandire; quindi
rilasciare il pulsante; il programma ingrandirà l’area. Il
comando può essere utilizzato ripetitivamente.
Zoom out (Riduci) Per ripristinare la visualizzazione preesistente alla più
recente azione di ingrandimento.
Reset view (Ripristina la vista) Per ripristinare il grafico originario.
Cross-section (Sezione trasversale) Per ottenere una sezione trasversale
definita dall’utente, che visualizzi la distribuzione delle
grandezze visualizzate lungo una linea. (Sezione 5.8).
Table (Tabella) Per visualizzare una tabella di valori numerici relativi
alla grandezza presentata (Sezione 5.7).
Rulers (Righelli) Per mostrare o nascondere i righelli attorno al grafico
attivo.
Title (Titolo) Per mostrare o nascondere il titolo del grafico attivo.
Legend (Legenda) Per mostrare o nascondere la legenda delle isolinee o
delle gradazioni.
Grid (Griglia) Per mostrare o nascondere la griglia nel grafico attivo.
5-3
MANUALE DI RIFERIMENTO
Il sottomenu Geometry:
Structures (Strutture) Per visualizzare tutti gli oggetti del modello che
rappresentano parti di struttura.
Materials (Materiali) Per visualizzare i colori dei materiali del modello.
Phreatic level (Livello di falda) Per visualizzare il livello di falda generale del
modello.
Loads (Carichi) Per visualizzare i carichi esterni del modello.
Fixities (Vincoli) Per visualizzare i vincoli del modello.
Presc. displacements (Spostamenti imposti) Per visualizzare gli spostamenti imposti
del modello.
Connectivity plot (Grafico della connettività) Per visualizzare il grafico della
connettività (Sezione 5.9.4).
Elements (Elementi) Per visualizzare gli elementi di terreno del modello.
Nodes (Nodi) Per visualizzare i nodi del modello.
Stress points (Punti d’integrazione) Per visualizzare i punti d’integrazione
del modello.
Element numbers (Numeri degli elementi) Per visualizzare i numeri relativi agli
elementi di terreno. Possibile soltanto quando gli elementi sono
visualizzati.
Node numbers (Numeri dei nodi) Per visualizzare i numeri relativi ai nodi.
Possibile soltanto quando i nodi sono visualizzati.
Stress points numbers (Numeri dei punti d’integrazione) Per visualizzare i numeri
relativi ai punti d’integrazione. Possibile soltanto quando i
punti d’integrazione sono visualizzati.
Material set numbers (Numeri dei materiali) Per visualizzare i numeri associati ai
materiali negli elementi di terreno.
Il sottomenu Deformations:
Il sottomenu Deformations contiene vari comandi per visualizzare le
deformazioni e le distorsioni del modello agli elementi finiti (Sezione 5.4).
Il sottomenu Stresses:
Il sottomenu Stresses contiene vari comandi per visualizzare lo stato tensionale
nel modello agli elementi finiti (Sezione 5.5).
L’output può essere effettuato cliccando il pulsante Open file (Apri file) sulla barra degli
strumenti o selezionando il comando Open dal sottomenu File. Come risultato, si apre
una finestra di scelta del file dalla quale può essere selezionato il file di progetto di
PLAXIS desiderato (*.PLX) (Figura 5.2).
Figura 5.2 Finestra di scelta file per la selezione di uno step di output
Quando l’utente seleziona un particolare progetto, la finestra di scelta file visualizza il
corrispondente elenco di fasi di calcolo per il quale è richiesta un’ulteriore selezione;
selezionando una fase di calcolo, viene aperto un nuovo modulo di output, nel quale
vengono mostrati i risultati dell’ultimo step di calcolo della fase selezionata.
Se si desidera selezionare uno step di calcolo intermedio, allora si deve cliccare col
mouse una sola volta sulla colonna Phase (Fase) al di sopra dell’elenco di tutte le fasi di
calcolo nella finestra di scelta file; come risultato, l’elenco di calcolo si modifica in
un’elenco con i numeri di tutti gli steps, da cui può essere selezionato il numero di step
desiderato.
Oltre a questa selezione generale di dati di output, dal programma Calculations viene
fornito un comando alternativo, come descritto nella Sezione 4.15.
5.4 DEFORMAZIONI
5-5
MANUALE DI RIFERIMENTO
(Gradazioni) selezionando l’appropriata opzione dal menu a tendina sulla barra degli
strumenti. Le isolinee degli incrementi totali sono particolarmente utili per osservare la
localizzazione delle deformazioni all’interno del terreno, quando si verifica la rottura per
plasticizzazione del terreno.
5-7
MANUALE DI RIFERIMENTO
5.5 TENSIONI
t*
t rel =
t max
ove t* è il massimo valore della tensione tangenziale (cioè il raggio del cerchio di
Mohr) e tmax è il massimo valore di tensione tangenziale per il caso in cui il cerchio di
Mohr viene allargato fino a divenire tangente all’inviluppo di rottura di Coulomb
mantenendo costante la tensione principale intermedia.
5-9
MANUALE DI RIFERIMENTO
syy
y
syx
syz sxy
szy
sxx
x
sxz
z szz szx
pp
OCR =
p eq
ove
q2
p eq = p '+ (modello Soft Soil (Creep))
M 2 ( p'+c cot j ¢)
5-11
MANUALE DI RIFERIMENTO
presentate semplicemente come tensioni principali, sebbene esse siano isotrope e non
abbiano direzioni principali. La lunghezza delle linee rappresenta l’intensità delle
pressioni neutre e le direzioni coincidono con quelle degli assi x ed y. Le pressioni
neutre negative (cioè positive secondo la convenzione di PLAXIS) sono indicate da una
freccia piuttosto che da una linea. Si noti che la pressione è considerata negativa.
Quando si utilizzano elementi a 15 nodi, vengono visualizzati tre punti d’integrazione
per elemento; quando si utilizzano elementi a 6 nodi viene visualizzato uno solo punto
d’integrazione per elemento, che rappresenta la media delle pressioni neutre
nell’elemento.
Come alternativa all’opzione Principal directions, l’utente può selezionare Contours
(Isolinee) o Shadings (Gradazioni) delle pressioni neutre dal menu a tendina della barra
degli strumenti.
p
h= y+
gw
ove y è la coordinata verticale, p è la pressione neutra e gw è il peso dell’unità di volume
dell’acqua.
5-13
MANUALE DI RIFERIMENTO
Geometry. L’output di questi tipi di elementi può essere ottenuto cliccando due volte
sull’oggetto desiderato nella geometria; come risultato, si apre un nuovo modulo sul
quale appaiono gli oggetti selezionati; allo stesso tempo il menu cambia per fornire
particolari tipi di output per l’oggetto selezionato.
Se si desidera visualizzare l’output di più strutture dello stesso tipo in un singolo
modulo, tutti questi oggetti eccetto l’ultimo, devono essere selezionati con un singolo
click mentre si tiene premuto il tasto <Shift> sulla tastiera, e l’ultimo deve essere
cliccato due volte.
5.6.1 PIASTRE
I dati di output per una piastra comprendono deformazioni e forze. Dal sottomenu
Deformations l’utente può selezionare gli spostamenti assoluti cumulati |u|, al termine
dello step di calcolo, o le singole componenti di spostamento cumulate ux ed uy. Dal
sottomenu Forces (Forze) sono disponibili i comandi Axial forces (Sforzi normali),
Shear forces (Sforzi di taglio) e Bending moments (Momenti flettenti). Per modelli
assialsimmetrici il sottomenu Forces include anche le forze nella direzione uscente dal
piano (Hoop forces – Forze circonferenziali). Queste forze rappresentano le forze
effettive al termine dello step di calcolo.
Oltre alle forze agenti in ogni fase, PLAXIS memorizza i valori massimi e minimi delle
sollecitazioni in tutte le fasi di calcolo. Questi valori di massimo e minimo fino allo step
di calcolo corrente possono essere visualizzati dopo aver selezionato il comando Force
envelopes dal sottomenu Forces e successivamente selezionando il comando relativo
alla forza desiderata (Axial forces, Shear forces, Bending moments o Hoop forces).
Si noti che gli sforzi normali o le forze circonferenziali sono positive quando inducono
tensioni di trazione, come indicato in Figura 5.4.
Figura 5.4 Convenzione dei segni per sforzi normali e forze circonferenziali nelle
piastre, geogriglie ed ancoraggi
Se si modella una galleria circolare (galleria scavata a tutta sezione) e si applica una
contrazione al rivestimento della galleria, allora la Total realised contraction
(Contrazione totale realizzata) ed il Realised contraction increment (Incremento di
contrazione realizzato) sono visualizzati nel titolo del grafico.
5.6.2 GEOGRIGLIE
I dati di output per le geogriglie possono essere ottenuti cliccando due volte sulla
corrispondente linea gialla nella geometria. L’output per una geogriglia comprende le
deformazioni e le forze. Dal sottomenu Deformations l’utente può selezionare gli
spostamenti assoluti cumulati |u| o le singole componenti di spostamento ux ed uy. Dal
sottomenu Forces è disponibile il comando Axial force (Sforzo normale). Le forze di
trazione nelle geogriglie sono sempre positive; in questi elementi non sono ammesse
forze di compressione.
5.6.3 INTERFACCE
L’output delle interfacce può essere ottenuto cliccando due volte sulle corrispondenti
linee tratteggiate nella geometria. L’output di un’interfaccia comprende le tensioni e le
deformazioni.
Dal sottomenu Deformations l’utente può selezionare Total, Horizontal e Vertical
displacements (Spostamenti totali, orizzontali e verticali), Total, Horizontal e Vertical
increments (Incrementi di spostamento totali, orizzontali e verticali), Relative
displacements e Relative increments (Spostamenti relativi ed Incrementi di spostamento
relativi).
Gli spostamenti relativi sono spostamenti differenziali tra le coppie di nodi. Questi
comandi possono essere utilizzati per osservare se si sono verificati scorrimenti in
corrispondenza dell’interfaccia.
Dal sottomenu Stresses sono disponibili i comandi Effective normal stresses (Tensioni
normali efficaci), Shear stresses (Tensioni tangenziali), Relative shear stresses
(Tensioni tangenziali relative), Active pore pressures (Pressioni neutre) ed Excess pore
pressures (Sovrappressioni neutre).
Si noti che le tensioni normali e le pressioni neutre di compressione sono considerate
negative.
5.6.4 ANCORAGGI
Cliccando due volte su un ancoraggio (sia un ancoraggio tra nodo e nodo che un
ancoraggio ad estremità fissa), viene mostrata una piccola finestra di dialogo in cui è
visualizzata la forza dell’ancoraggio, lo sforzo normale ammissibile e la rigidezza
dell’ancoraggio. Se il valore assoluto della forza dell’ancoraggio è uguale alla forza
ammissibile, l’ancoraggio è in stato plastico. Le forze di trazione sono definite positive,
come indicato in Figura 5.4.
5-15
MANUALE DI RIFERIMENTO
Per tutti i tipi di grafici, i dati numerici possono essere visualizzati in tabelle di
output cliccando il pulsante Table (Tabella) sulla barra degli strumenti o
selezionando il comando corrispondente dal menu View; come risultato, si apre
un nuovo modulo nel quale le grandezze corrispondenti sono presentate sottoforma di
tabella; allo stesso tempo il menu cambia in modo da consentire la selezione di altre
grandezze visualizzabili.
nei quali la rigidezza è funzione della tensione. Le tabelle mostrano quale rigidezza e
quale coesione sono state effettivamente applicate in tutti i punti d’integrazione dello
step di calcolo corrente.
Per esaminare la distribuzione di una certa grandezza nel terreno è spesso utile
visualizzare la distribuzione di quella data grandezza lungo una particolare
sezione trasversale del modello; questo comando è disponibile in PLAXIS per
tutti i tipi di tensioni e spostamenti negli elementi di terreno. Può essere selezionato
cliccando il pulsante Cross-section (Sezione trasversale) sulla barra degli strumenti o
selezionando il comando corrispondente dal menu View (Visualizza). Dopo la selezione
di questo comando, l’utente deve specificare la sezione trasversale con un click sul
primo punto della linea della sezione nella geometria e muovendo il puntatore fino
all’altro estremo tenendo premuto il tasto sinistro del mouse. Si possono disegnare
sezioni perfettamente orizzontali o verticali tenendo premuto simultaneamente il tasto
<Shift> sulla tastiera. Dopo aver rilasciato il pulsante del mouse, si apre un nuovo
modulo nel quale viene rappresentata, lungo la sezione trasversale tracciata, la
distribuzione della grandezza correntemente visualizzata; nel contempo, il menu cambia
per consentire la selezione di tutte le altre quantità che possono essere visualizzate lungo
la sezione.
Si possono disegnare più sezioni trasversali nella stessa geometria; ogni sezione
trasversale apparirà su un diverso modulo di output. Per identificare diverse sezioni
trasversali, i punti d’estremità di una sezione trasversale sono indicati con caratteri in
ordine alfabetico.
La distribuzione delle quantità nelle sezioni trasversali è ottenuta dall’interpolazione dei
valori nodali (per gli spostamenti) o dall’estrapolazione dei valori nei punti
d’integrazione (per tensioni e deformazioni). Si noti che nel secondo caso, i risultati
possono essere meno accurati dei valori nei punti d’integrazione.
5-17
MANUALE DI RIFERIMENTO
Deformazioni
Oltre agli spostamenti orizzontali e verticali ed alle componenti cartesiane di
deformazione, disponibili per l’intera geometria, il comando Cross-section consente la
visualizzazione delle Normal strains (Deformazioni normali) e delle Shear strains
(Deformazioni per taglio). Le Normal strains sono definite come le deformazioni
perpendicolari al piano della sezione trasversale le Shear strains sono definite come le
deformazioni per taglio parallele al piano della sezione trasversale.
Tensioni
Sono disponibili diverse opzioni per visualizzare le tensioni efficaci e totali nella
sezione trasversale. Oltre alle componenti cartesiane di tensione efficace e totale, le
pressioni neutre e le sovrappressioni neutre, disponibili per tutta la geometria, la stessa
funzionalità che consente il tracciamento di una sezione trasversale consente anche la
visualizzazione delle Normal stresses (Tensioni normali) e delle Shear stresses
(Tensioni tangenziali). Le Normal stresses sono definite come le tensioni agenti
perpendicolarmente al piano della sezione trasversale, e le Shear stresses sono definite
come le tensioni tangenziali agenti sul piano della sezione trasversale. Si noti che la
tensione di compressione è considerata negativa.
Il menu View (Visualizza) include comandi per visualizzare dati generali del modello
(General info) e dati sui materiali (Material info). Inoltre, alcuni dati generali di output
legati al processo di calcolo (Calculation info) sono disponibili in questo sottomenu.
5-19
MANUALE DI RIFERIMENTO
5.9.5 CONTRAZIONE
Quando si applica una contrazione ad un rivestimento di galleria circolare, la
contrazione effettiva sviluppata (o realizzata) nell’analisi agli elementi finiti può
differire lievemente dal valore introdotto nella costruzione per fasi. Dopo aver cliccato
due volte su un rivestimento di galleria circolare, la Total realised contraction
(Contrazione totale realizzata) ed il Realised contraction increment (Incremento di
contrazione realizzato) sono visualizzati nel titolo del grafico. La Contrazione totale
realizzata è definita come:
Contrazione totale realizzata = area _ originale _ galleria _ meno _ area _ galleria _ allo _ step _ corrente
area _ originale _ galleria
Si noti che la Total realised contraction è di solito lievemente più piccola del valore di
input. Questo è causato dal fatto che la contrazione del rivestimento è ridotta dalla
rigidezza dello scheletro solido del terreno circostante. Per rivestimenti relativamente
rigidi rispetto al terreno circostante, la Total realised contraction sarà soltanto
lievemente più piccola; per rivestimenti relativamente deformabili, la differenza può
divenire più significativa; se il valore di Total realised contraction diviene troppo basso,
è necessario incrementare il valore di input nella corrispondente fase di calcolo e quindi
ripetere il calcolo.
Ingrandimento
Per ingrandire una parte del modello in modo da visualizzarne un particolare dettaglio,
può essere adottato il comando Zoom del sottomenu View. Dopo la selezione del
comando di zoom deve essere selezionata l’area di zoom (un area rettangolare dello
schermo) con il mouse. Il comando di zoom può essere adottato ripetitivamente.
5-21
MANUALE DI RIFERIMENTO
nel nuovo documento; da lì può essere stampata o inclusa in altri documenti. Per dettagli
sull’utilizzo del programma Microsoft® Word, si faccia riferimento al relativo manuale.
Per default, i grafici sono inclusi in una relazione come metafiles e le legende dei grafici
ad isolinee o a gradazioni sono divisi in 16 intervalli. Si può utilizzare il pulsante
Settings (Impostazioni) per selezionare il formato dei grafici (Metafile o Bitmap) o per
modificare il numero di intervalli dei grafici ad isolinee o a gradazioni.
I dati visualizzati nei moduli di output possono essere esportati verso altri programmi
utilizzando il blocco appunti di Windows® (Clipboard); questa funzione può essere
attivata cliccando il pulsante Copy to clipboard (Copia nel blocco appunti) sulla barra
degli strumenti o selezionando l’opzione Copy (Copia) dal menu Edit. I grafici sono
esportati così come essi appaiono utilizzando i comandi Copia ed Incolla, per esempio,
come figure in un programma di disegno o in programma di videoscrittura. I dati delle
tabelle possono essere esportati utilizzando i comandi Copia ed Incolla, così come essi
appaiono, cioè nelle celle di un programma di foglio elettronico.
Oltre alla funzione blocco appunti, si possono produrre copie di grafici e tabelle su carta
inviando l’ouput ad una stampante esterna. Quando si clicca sul pulsante Print (Stampa)
o quando si seleziona il comando corrispondente dal menu File, appare la finestra di
stampa in cui si può effettuare la selezione dei vari componenti del grafico che devono
essere inclusi nella copia su carta. Inoltre, in un riquadro attorno al grafico vengono
mostrate informazioni di base; a questo scopo possono essere introdotti un titolo ed una
descrizione del progetto, che vengono visualizzati nella copia stampata. Quando si
preme il pulsante Set-up (Imposta), appare la finestra standard dell’impostazione della
stampante in cui si possono modificare le impostazioni specifiche della stampante.
Quando si clicca sul pulsante Print, il grafico viene inviato alla stampante. Questo
processo è interamente eseguito dal sistema operativo Windows®. Per ulteriori
informazioni sull’installazione di stampanti o di altri dispositivi di output si faccia
riferimento ai rispettivi manuali.
Quando il comando Copy to clipboard (Copia nel blocco appunti) o il comando Print
viene utilizzato su un grafico che mostra la parte ingrandita del modello, soltanto la
parte che è correntemente visibile verrà esportata nel blocco appunti o alla stampante.
5-23
MANUALE DI RIFERIMENTO
Il programma Curves può essere utilizzato per disegnare curve carico-cedimento, tempo-
cedimento, diagrammi tensione-deformazione, percorsi di sollecitazione o percorsi di
deformazione di punti preselezionati della geometria; queste curve visualizzano lo
sviluppo di certe grandezze durante le vari fasi di calcolo, e questo fornisce un
approfondimento del comportamento globale e locale del terreno. I punti per i quali le
curve possono essere generate devono essere preselezionati utilizzando il comando
Select point for curves (Seleziona i punti per le curve) nel programma Calculations
prima di avviare il processo di calcolo (Sezione 4.12). Si fa distinzione tra nodi e punti
d’integrazione (Figura 3.4); in generale, i nodi sono adottati per la generazione di curve
carico-cedimento invece i punti d’integrazione sono utilizzati per i diagrammi tensione-
deformazione e per i percorsi di sollecitazione. Si possono selezionare un massimo di 10
nodi e 10 punti d’integrazione. Durante il processo di calcolo, le informazioni relative a
questi punti sono salvate in files di dati relativi alle curve. Le informazioni contenute in
questi files sono quindi utilizzate per la generazione delle curve. Non è possibile
generare curve per i punti che non siano stati preselezionati, poiché le informazioni
richieste non sono disponibili nei files dei dati relativi alle curve.
Figura 6.1 Barra degli strumenti della finestra principale del programma Curves
6-1
MANUALE DI RIFERIMENTO
Il menu Curves:
Il menu Curves contiene tutte le opzioni ed i comandi del programma Curves;
alcune opzioni sono anche disponibili come pulsanti sulla barra degli strumenti.
Il menu Curves consiste nei sottomenu: File, Edit (Modifica), Format (Formato), View
(Visualizza) dei quali segue la descrizione:
Il sottomenu File:
New (Nuovo) Per creare un nuovo grafico; viene presentata la
finestra di assegnazione del nome del file.
Open (Apri) Per aprire un grafico; viene presentata la finestra di
scelta file.
Save (Salva) Per salvare il grafico corrente sotto il nome esistente; se
non è stato dato un nome prima, viene presentata la finestra di
assegnazione del nome del file.
Close (Chiudi) Per chiudere la finestra di grafico attiva.
Add curve (Aggiungi curva) Per aggiungere una nuova curva al grafico
corrente (Sezione 6.4).
Print (Stampa) Per stampare il grafico attivo su una stampante
selezionata; si apre la finestra di stampa.
Work directory (Directory di lavoro) Per impostare la directory in cui i files
delle curve saranno salvate.
(recent charts) (grafici recenti) Per aprire rapidamente uno dei grafici aperti
più recentemente.
Exit (Esci) Per uscire dal programma.
Il sottomenu Edit:
Copy (Copia) Per copiare il grafico corrente nel blocco appunti di
Windows® (Clipboard).
Il sottomenu Format:
Curves (Curve) Per modificare la presentazione o rigenerare le curve
nella finestra del grafico corrente (Sezione 6.6.1).
Frame (Riquadro) Per modificare la presentazione del riquadro (assi e
griglia) nella finestra del grafico corrente (Sezione 6.6.2).
Il sottomenu View:
Zoom in (Ingrandisci) Per ingrandire un’area rettangolare per una vista
più dettagliata. L’area di zoom deve essere selezionata
utilizzando il mouse; premere il pulsante sinistro del mouse in
un angolo dell’area da ingrandire; tenere premuto il mouse e
spostarlo all’angolo opposto dell’area da ingrandire; quindi
rilasciare il pulsante. Il programma modificherà l’intervallo
degli assi in accordo all’area selezionata. Il comando Zoom può
essere utilizzato ripetitivamente.
Zoom out (Riduci) Per ripristinare la visualizzazione preesistente
all’ultima azione di ingrandimento.
Reset view (Ripristina la vista) Per ripristinare l’area di disegno originale.
Table (Tabella) Per visualizzare la tabella con i valori dei punti di
tutte le curve.
Legend (Legenda) Per visualizzare la legenda relativa al grafico
corrente. I simboli ed i colori delle linee nella legenda
corrispondono ai simboli ed ai colori delle curve.
Value indication (Indicazione di valore) Per visualizzare in dettaglio i dati di una
curva quando il puntatore del mouse è posizionato su di essa.
Una nuova curva può essere generata all’avvio del programma Curves o selezionando il
comando New nel menu File; come risultato, appare la finestra di scelta file e deve
essere selezionato il progetto per il quale si deve generare la curva. Dopo la selezione
del progetto, appare la finestra Curve generation (Generazione curva) come mostrato in
Figura 6.2.
6-3
MANUALE DI RIFERIMENTO
Vengono mostrati due riquadri simili con varie voci, uno per l’asse x ed uno per l’asse y.
In generale, l’asse x corrisponde all’asse orizzontale e l’asse y corrisponde all’asse
verticale; comunque, questa convenzione può essere modificata utilizzando lo strumento
Exchange axes (Scambia gli assi) nella finestra Frame settings (Impostazioni di
riquadro) (Sezione 6.6.2). Per ogni asse, si deve effettuare una combinazione di
selezioni in modo da definire quale grandezza va disegnata su quell’asse. L’opzione
Invert sign (Inverti segno) può essere selezionata per moltiplicare tutti i valori della
grandezza in x o della grandezza in y per -1; questa opzione può, per esempio, essere
utilizzata per diagrammare le tensioni, generalmente espresse da valori negativi
(compressione), sottoforma di valori positivi.
La combinazione dei valori della grandezza in x e della grandezza in y funzioni dello
step di calcolo costituiscono i punti della curva da tracciare. Il primo punto della curva
(corrispondente allo step 0) è numerato con 1. Quando entrambe le quantità sono state
definite ed è stato premuto il pulsante <Ok> la curva viene generata e mostrata nella
finestra del grafico.
Curve carico-cedimento
Le curve carico-cedimento possono essere utilizzate per visualizzare la relazione tra le
sollecitazioni applicate e lo spostamento risultante di un certo punto della geometria. Di
Curve tempo-spostamento
Le curve tempo-spostamento possono essere utili per interpretare i risultati di calcoli in
cui il comportamento del terreno funzione del tempo gioca un ruolo importante (e cioè
consolidazione e creep). In questo caso l’opzione Time (Tempo) viene generalmente
selezionata per l’asse x, invece l’asse y contiene dati per gli spostamenti di un particolare
nodo. La selezione di Time non richiede selezioni aggiuntive nei menu a tendina Point e
6-5
MANUALE DI RIFERIMENTO
Type. Time è espresso nell’unità di tempo specificata nella finestra General settings
(Impostazioni generali) del programma Input.
Diagrammi tensione-deformazione
I diagrammi tensione-deformazione possono essere utilizzati per visualizzare il
comportamento tensione-deformazione locale del terreno. Infatti, i diagrammi tensione-
deformazione rappresentano il comportamento idealizzato del terreno in accordo con il
modello selezionato. Le selezioni di Stress (Tensione) o Strain (Deformazione) devono
essere completate con la scelta di un punto preselezionato nel menu a tendina Point e la
selezione di una determinata componente nel menu a tendina Type. Sono disponibili le
seguenti componenti di tensione e deformazione:
Tensioni:
s'xx tensione efficace orizzontale (direzione x)
s'yy tensione efficace verticale (direzione y)
s'zz tensione efficace nella direzione uscente dal piano (direzione z)
sxy tensione tangenziale
s'1 tensione efficace principale massima in valore assoluto
s'2 tensione efficace principale intermedia in valore assoluto
s'3 tensione efficace principale minima in valore assoluto
p' tensione efficace isotropa (tensione efficace media)
q tensione deviatorica (tensione tangenziale equivalente)
t* il massimo valore della tensione tangenziale (cioè il raggio del cerchio
di Mohr)
pexcess sovrappressione neutra
Deformazioni:
exx deformazione orizzontale (direzione x)
eyy deformazione verticale (direzione y)
gxy distorsione angolare
e1 deformazione principale massima in valore assoluto
e2 seconda deformazione principale
e3 terza deformazione principale
ev deformazione volumetrica
eq deformazione deviatorica (deformazione per taglio equivalente)
6-7
MANUALE DI RIFERIMENTO
Se, per qualche ragione, un processo di calcolo fosse stato ripetuto o esteso con una
nuova fase di calcolo, è generalmente utile aggiornare le curve esistenti per conformarle
ai nuovi dati; ciò può essere eseguito per mezzo dello strumento Regenerate (Rigenera).
Questo strumento è disponibile nella finestra Curve settings (Sezione 6.6.1) e può essere
eseguito cliccando il pulsante Change curve settings (Modifica impostazioni curva) sulla
barra degli strumenti o selezionando il comando Curves (Curve) nel menu Format.
Quando si clicca sul pulsante <Regenerate> (Rigenera), appare la finestra Curve
generation (Generazione curva) che visualizza le impostazioni esistenti per gli assi x ed
y; premere il pulsante <Ok> è sufficiente per rigenerare la curva in modo da includere i
nuovi dati; cliccando ancora su <Ok> si chiude la finestra Curve settings e viene
visualizzata la nuova curva.
Quando più curve vengono utilizzate in un grafico, lo strumento Regenerate deve essere
utilizzato per ciascuna curva. Lo strumento Regenerate può anche essere utilizzato per
modificare la grandezza diagrammata sull’asse x o y.
Phases (Fasi):
Il pulsante Phases (Fasi) può essere adottato per selezionare per quale calcolo
deve essere generata la curva; questo comando è utile quando non tutte le fasi
6-9
MANUALE DI RIFERIMENTO
di calcolo devono essere incluse nella curva; per esempio, quando l’evoluzione
del moltiplicatore ΣMsf è diagrammato in funzione di una componente di
spostamento per determinare i fattori di sicurezza, sono significative soltanto le
fasi di calcolo di tipo Phi-c reduction (Riduzione dei parametri di resistenza). Il
comando Phases può quindi essere utilizzato per deselezionare le altre fasi di
calcolo.
Fitting (Adattamento):
Per disegnare una curva smussata, l’utente può selezionare la voce Fitting
(Adattamento); quando si sceglie questo comando, si può selezionare il tipo di
adattamento dal menu a tendina Type (Tipo). L’adattamento Spline
generalmente fornisce i risultati più soddisfacenti, ma, in alternativa, una curva
può essere interpolata da un polinomio utilizzando il metodo dei minimi
quadrati.
Regenerate (Rigenera):
Il pulsante <Regenerate> (Rigenera) può essere utilizzato per rigenerare una
curva precedentemente generata per aggiornarla con i nuovi dati (Sezione 6.5).
Delete (Cancella):
Quando più curve sono presenti all’interno di un grafico, il pulsante Delete
(Cancella) può essere utilizzato per eliminare una curva.
Title (Titolo):
Per default, viene dato un titolo all’asse x ed all’asse y, a seconda della
grandezza selezionata per la generazione della curva. In ogni caso, questo titolo
può essere modificato nelle caselle di testo Title (Titolo), nel riquadro dell’asse
corrispondente. Inoltre, può essere dato un titolo al grafico intero, questo può
essere introdotto nella casella di testo Chart title (Titolo grafico) e non va
confuso con il Curve title (Titolo curva) come descritto nella Sezione 6.6.1.
Scaling (Scala):
Per default, l’intervallo dei valori indicati sull’asse x ed y viene scalato
automaticamente, ma l’utente può selezionare l’opzione Manual (Manuale) ed
introdurre l’intervallo desiderato nelle caselle di testo Minimum e Maximum del
6-11
MANUALE DI RIFERIMENTO
Grid (Griglia):
Si possono aggiungere linee di griglia al grafico selezionando le voci
Horizontal grid (Griglia orizzontale) o Vertical grid (Griglia verticale). Le
linee di griglia possono essere personalizzate per mezzo delle opzioni Style
(Stile) e Colour (Colore).
Per default, una legenda è visualizzata alla destra di ogni finestra di un grafico. La
legenda fornisce una breve descrizione dei dati presentati nella corrispondente curva. La
descrizione che appare nella legenda è in effetti il Curve title (Titolo curva), che è
automaticamente generato in base alla selezione delle grandezze degli assi x ed y. Il
Curve title può essere modificato nella finestra Curve settings. La legenda può essere
attivata o disattivata nel menu View (Visualizza). La dimensione della legenda può
essere modificata con il mouse.
Per visualizzare i dati numerici presentati nelle curve può essere aperta una tabella; si
può selezionare l’opzione Table (Tabella) cliccando il corrispondente pulsante sulla
barra degli strumenti o selezionando il comando corrispondente nel menu View; appare
una tabella che mostra i valori numerici di tutti i punti di una curva del grafico corrente.
La curva che si desidera visualizzare può essere selezionata nel menu a tendina delle
curve al di sopra della tabella. Nel menu della tabella, sono disponibili comandi per la
stampa e la copia di tutti i dati, o una parte selezionata di essi, nel blocco appunti di
Windows® (Clipboard). I dati copiati possono essere incollati in un programma di
foglio elettronico per un’ulteriore elaborazione.
6-13
MANUALE DI RIFERIMENTO
Σ-Marea Σ-Marea
1 1
Point 1 Point 1
Gravity loading
non desiderata, con l’eccezione del punto 1; deve quindi essere azzerato il valore di
cedimento del punto 1. La curva risultante è mostrata in Figura 6.6b.
Come alternativa alla procedura di modifica suesposta, la fase Gravity loading può
essere esclusa dall’elenco delle fasi di calcolo incluse nella curva (Sezione 6.6.1).
6-15
MANUALE DI RIFERIMENTO
7 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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7-1
MANUALE DI RIFERIMENTO
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INDICE
INDICE-1
MANUALE DI RIFERIMENTO
F H
Fase di calcolo · 4-3, 4-4 Hinges · 3-16
Fattore di estrapolazione · 5-19
Finestra
Calculations · 4-6, 4-14, 4-40, 4-51 I
Curves · 6-12
generazione · 3-81
Ignora comportamento non drenato · 4-15
input · 3-2, 3-24
Impostazione standard · 4-16
Output · 5-1
Impostazioni curva · 6-8
Tunnel Designer · 3-24
Incremento della gravità · 3-43
Fixed end anchors · 3-23
Incremento di carico
Fixities · 3-30
livello ultimo · 4-10
Flip · 6-12
numero di steps · 4-10
Forza
Infittimento
ancoraggio · 3-59, 4-34, 5-15
globale · 3-63
pretensionamento · 4-34
locale · 3-63
unità · 4-43
Infittisci
Friction angle · 3-48
attorno al punto · 3-63
cluster · 3-63
linea · 3-63
G Ingrandisci · 3-5, 5-3, 6-3
Input · 3-1
Galleria · 3-23 Input manuale · 3-4
centro · 3-27, 4-34 Interfacce
circolare · 3-28 Elementi · 7-2
punto di riferimento · 3-25, 3-29 permeabilità · 3-56
Generazione curva · 6-3, 6-8 spessore reale · 3-55
Generazione della mesh · 3-61 spessore virtuale · 3-20, 3-54
automatico · 3-61 Inverti · 6-12
Generazione della relazione · 5-21 Iterazioni
Generazione delle tensioni iniziali · 3-80 massimo · 4-51
Geogrids · 3-17
Geogriglie · 3-17, 3-59, 5-15
Geometria L
configurazione iniziale · 3-79, 6-14
linea · 3-13
Limitazione delle tensioni di trazione · 3-52
punto · 3-13
Linea di scansione · 5-3
Gestore dei calcoli · 4-4
Linea geometrica · 3-6, 3-13
Global error · 4-51
Livello di falda · 3-66
Grafico · 6-2
Load advancement
titolo · 6-11
number of steps · 4-10
Grafico della connettività · 3-61, 5-4, 5-20
ultimate level · 4-10
M N
Maccel · 4-41 Node-to-node anchors · 3-22
Manual input · 3-4 Nodi · 5-4
Marea · 4-26, 4-43, 5-19, 6-14 Numeri dei clusters · 5-5
Massimo desiderato · 4-11
Massimo numero di iterazioni · 4-18, 4-19
Materiale non poroso · 3-43 O
Materiali
proprietà meccaniche · 3-35
Output · 5-1
Maximum iterations · 4-18, 4-19, 4-51
apunti · 6-13
Mdisp · 3-30, 4-31, 4-40
blocco apunti · 5-23, 6-3
Mesh
blocco note · 3-5, 5-3
generazione · 3-61
spostamenti · 5-16, 6-5
Minimo desiderato · 4-11
stampante · 3-5, 5-2, 5-19, 5-23, 6-2
Minimo e massimo desiderati · 4-18
Over-relaxation · 4-18
MloadA · 3-32, 3-34, 4-29, 4-30, 4-40
MloadB · 3-32, 3-34, 4-29, 4-30, 4-40
Modello
Creep per terreno compressibile · 3-41 P
Definito dall’utente · 3-41
Elastico · 3-81 Parametro di Skempton (B) · 3-51
Elastico lineare · 3-40 Percorso di sollecitazione · 6-7
Hardening Soil · 4-52, 5-10 Permeabilità dell’interfaccia · 3-56
Mohr-Coulomb · 3-40, 3-81 Peso · 3-58
Roccia fratturata · 3-40, 3-82 del terreno · 3-58, 3-81, 4-41
Soft Soil · 4-52 Peso specifico dell’acqua · 3-65
Terreno compressibile · 3-41, 3-81 Phi-c reduction · 4-7, 4-42, 4-44
Terreno compressibile interessato da Piastre · 3-14
creep · 3-82 Plastic
Terreno incrudente · 3-40, 3-81 calcolo · 4-7
Modello costitutivo del terreno · 3-40 cap point · 4-52
Modulo di rigidezza volumetrica dell’acqua nil-step · 4-36
· 3-42 Plates · 3-14
Mohr-Coulomb · 3-37, 3-45 Point loads · 3-33
parametri avanzati · 3-50 Points for curves · 4-47
Molle di rotazione · 3-16 Pozzi · 3-35
Moltiplicatore di carico · 4-30, 4-39, 5-19 Prescribed displacements · 3-29
Moltiplicatori incrementali · 4-20, 4-22, 4- Pressioni neutre · 3-41, 3-64, 3-65, 3-66, 3-
24, 4-39 73, 5-9, 5-11, 5-17
Moltiplicatori totali · 4-22, 4-23, 4-39 iniziale · 3-82
Msf · 4-42, 4-44 Proprietà dei materiali · 5-19
Mstage · 4-23, 4-26, 4-37, 4-38, 4-43, 5-19 Proprietà meccaniche · 3-35
Mweight · 3-43, 3-58, 3-75, 3-81, 4-41, 6- Punti d’integrazione · 4-52, 4-55, 5-4
14 Punti di Coulomb · 3-83, 5-11
Punti in stato plastico · 3-83, 4-56
Punti per le curve · 4-47
Punto in stato plastico · 4-53, 5-11
INDICE-3
MANUALE DI RIFERIMENTO
W Z
Water conditions · 4-35 Zoom · 3-5, 5-3, 6-3
Water pressures · 3-73, 4-35
Wells · 3-35
INDICE-5
MANUALE DI RIFERIMENTO
A.1 K0-PROCEDURE
Se si sceglie questo approccio, l’utente deve selezionare il comando Initial stresses dal
sottomenu Generate nella modalità Initial conditions; selezionando questo comando, è
possibile introdurre i valori del coefficiente di spinta a riposo per ogni singolo cluster di
terreno. Oltre al parametro K0, si deve introdurre un valore per ΣMweight; introducendo
ΣMweight = 1,0 la gravità sarà completamente attivata. Il coefficiente K0 rappresenta il
rapporto tra le tensioni efficaci orizzontale e verticale:
K0 = s'xx / s'yy
In pratica, il valore di K0 per un terreno normalconsolidato è spesso assunto in relazione
all’angolo di attrito, secondo l’espressione empirica:
K0 = 1 – sinj'
In un terreno sovraconsolidato, ci si aspetta che K0 sia maggiore del valore fornito da
questa espressione.
Utilizzare valori molto bassi o molto alti di K0 nella K0-procedure può portare a tensioni
che violino il criterio di rottura di Coulomb; in questo caso PLAXIS riduce
automaticamente la tensione orizzontale in modo che tale condizione di rottura sia
soddisfatta. Ciò nonostante, è necessario fare attenzione perché le tensioni possono
essere diverse da quelle che l’utente si aspetta; in ogni caso, questi punti d’integrazione
A-1
MANUALE DI RIFERIMENTO
sono in stato plastico e sono indicati come Plastic points (Punti in stato plastico). Il
grafico dei punti in stato plastico può essere visualizzato dopo la visualizzazione delle
tensioni efficaci iniziali nel programma Output selezionando il comando Plastic points
dal menu Stresses (Tensioni). Sebbene lo stato tensionale corretto obbedisce al criterio
di rottura, può risultare che esso non sia in equilibrio. È generalmente preferibile
generare un campo di tensioni iniziali che non contenga punti in stato plastico. Per un
materiale non coesivo si può facilmente mostrare che per evitare plasticità del terreno il
valore di K0 è limitato da:
1 - sin j 1 + sin j
< K0 <
1+ sin j 1 - sin j
Quando viene adottata la K0-procedure, PLAXIS genererà tensioni verticali che sono in
equilibrio con il peso proprio del terreno; tuttavia, le tensioni orizzontali, saranno
calcolate dal valore specificato per K0. Anche se K0 è scelto in modo che non si verifichi
plasticità, la procedura K0 non assicura che l’intero campo di tensioni sia in equilibrio.
L’equilibrio completo si ottiene soltanto per un piano di campagna orizzontale con tutti
gli strati di terreno ed i livelli di falda paralleli a questa superficie. Se il campo di
tensioni richiede soltanto piccole correzioni di equilibrio, queste possono essere ottenute
utilizzando le procedure di calcolo descritte nel seguito. Se le tensioni sono
sostanzialmente squilibrate, allora la K0-procedure deve essere abbandonata a favore
della procedura Gravity loading.
Plastic nil-step
Se la K0-procedure genera un campo di tensioni iniziali che non è in equilibrio o nel
quale si verificano punti in stato plastico, si deve adottare una fase di calcolo del tipo
'Plastic nil-step'; questa è una fase di calcolo in cui non viene applicato alcun carico
aggiuntivo (Sezione 4.7.10); una volta che questa fase sia stata completata, il campo di
tensioni sarà in equilibrio e tutte le tensioni obbediranno al criterio di rottura.
Divergenza
Se la K0-procedure originale genera un campo di tensioni che è lontano dall’equilibrio,
anche la fase di calcolo del tipo 'Plastic nil-step' può non convergere; ciò accade, per
esempio, quando la K0-procedure è adottata in problemi geotecnici con pendii molto
ripidi. Per questi problemi si deve invece adottare la procedura Gravity loading.
Spostamenti iniziali
È importante assicurare che gli spostamenti calcolati durante una fase di calcolo del tipo
'Plastic nil-step' (se questo è utilizzato) non influenzino i calcoli successivi; ciò si può
ottenere utilizzando l’opzione Reset displacements to zero (Azzera gli spostamenti) nella
fase di calcolo seguente.
1 - sin j n
<
1 + sin j 1 -n
La generazione di un piccolo numero di punti in stato plastico durante la procedura
Gravity loading è del tutto accettabile.
Calcolo plastico
La procedura Gravity loading può essere applicata, se desiderato, in una singola fase di
calcolo; ciò deve essere eseguito utilizzando un calcolo di tipo Plastic (Plastico) in cui
l’opzione Loading input (Input di sollecitazione) sia impostata su Total multipliers
(Moltiplicatori totali) e ΣMweight è impostato su 1,0.
Spostamenti iniziali
Una volta che siano state impostate le tensioni iniziali, gli spostamenti devono essere
azzerati all’avvio della successiva fase di calcolo. Questo rimuove l’effetto della
procedura Gravity loading sugli spostamenti iniziali dei calcoli successivi.
A-3
MANUALE DI RIFERIMENTO
B-1
MANUALE DI RIFERIMENTO
PLAXMESH.ERR
PLAXIS.* (.MSI; .MSO)
ANCHORS.* (.LDB; .MDB)
BEAMS.* (.LDB; .MDB)
GEOTEX.* (.LDB; .MDB)
SOILDATA.* (.LDB; .MDB)
<project>.* (.INP; .L## 1; .MSH; .S; .SF2; .SF4; .SIS; .CXX; .W00; .W## 1;
.000; .### 2)
1
= Numero di fase di calcolo a due cifre (01, 02, …). Al di sopra di 99 vi è una cifra
aggiuntiva nell’estensione del file.
2
= Numero di steps di calcolo a tre cifre (001, 002, …). Al di sopra di 999 vi è una cifra
aggiuntiva nell’estensione del file.
Se si desidera copiare un progetto di PLAXIS sotto un nome diverso o in una diversa
directory, si raccomanda di aprire il progetto che deve essere copiato nel programma
Input e salvarlo sotto un nome diverso utrilizzando il comando Save as dal menu File; in
questo modo, la struttura di files e dati richiesto viene creato nel modo appropriato;
tuttavia in questo modo gli steps di calcolo (<project>.### ove ### è un numero di step
di calcolo) non vengono copiati. Se si desidera copiare gli steps di calcolo o copiare un
progetto intero manualmente, l’utente deve esattamente tenere conto dei files e della
struttura di dati, altrimenti PLAXIS non sarà in grado di leggere i dati e può produrre un
errore.
Durante la creazione di un progetto, prima che il progetto sia esplicitamente salvato
sotto un nome specifico, informazioni di natura temporanea vengono conservate nella
directory TEMP, come specificata nel sistema operativo di Windows®, utilizzando il
nome di progetto XXOEGXX. La directory TEMP contiene anche alcuni files di backup
($GEO$.# in cui # è un numero) utilizzati per il comando ripetitivo di annullamento
(Undo; Sezione 3.2). La struttura dei files $GEO$.# è la stessa dei files di progetto di
PLAXIS. Quindi, questi files possono anche essere adottati per 'riparare' un progetto del
quale, per qualche ragione, il file di progetto sia stato danneggiato. Questo può essere
fatto copiando i più recenti files di backup nella directory <project>.PLX all’interno
della directory di lavoro di PLAXIS.